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A Zacinto Sonetto di Ugo Foscolo

A Zacinto Sonetto di Ugo Foscolo. Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del

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A Zacinto

Sonetto di Ugo Foscolo

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Né più mai toccherò le sacre spondeove il mio corpo fanciulletto giacque,Zacinto mia, che te specchi nell'ondedel greco mar da cui vergine nacque

Venere, e fea quelle isole fecondecol suo primo sorriso, onde non tacque

le tue limpide nubi e le tue frondel'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglioper cui bello di fama e di sventurabaciò la sua petrosa Itaca Ulisse.

Tu non altro che il canto avrai del figlio,o materna mia terra; a noi prescrisse

il fato illacrimata sepoltura.

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Parafrasi

Né più mai toccherò le sacre sponde

ove il mio corpo fanciulletto giacque,

Zacinto mia, che te specchi nell'onde

del greco mar da cui vergine nacque

Io non potrò mai piu’ toccare le

sacre sponde dove vissi da

piccolo; o Zacinto mia, che ti rispecchi

nelle onde del mare greco dal quale

nacque la dea vergine Venere.

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Venere, e fea quelle isole feconde

col suo primo sorriso, onde non tacque

le tue limpide nubi e le tue fronde

l'inclito verso di colui che l'acque

cantò fatali, ed il diverso esiglio

per cui bello di fama e di sventura

baciò la sua petrosa Itaca Ulisse

e rese feconde quelle isole attraverso

il suo primo sorriso, motivo per cui

l’ alta poesia di Omero non potè non

parlare del tuo limpido cielo, e delle

avventure di Ulisse per il mare

governato dal fato e l’ esilio di colui,

bello per la fama e per la disgrazia,

che è arrivato alla fine a baciare la

sua Itaca piena di pietre.

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Tu non altro che il canto avrai del figlio,

o materna mia terra; a noi prescrisse

il fato illacrimata sepoltura.

Tu Zacinto non avrai altro che la

poesia del tuo figlio, a noi il destino

ha ordinato una sepoltura senza

lacrime.

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Analisi

• In questo sonetto “A Zacinto” pubblicato da Ugo Foscolo, nel 1803, il poeta ripensa con molta nostalgia a Zante, la terra che lo ha visto nascere e maturare la sua fanciullezza.

• La Struttura del sonetto si articola in due parti: la Prima è rappresentata dalle due quartine iniziali e dalla prima terzina (vv. 1-11), nelle quali viene espressa la nostalgia per il distacco dalla terra d’origine; la seconda parte è costituita dall’ultima terzina (vv. 12-14) in cui sono riportate le amare riflessioni del poeta sul suo infausto destino.

• Si tratta quindi di un sonetto, formato da quattro Strofe ( due quartine e due terzine) di endecasillabi in rima secondo lo schema ABAB, ABAB, CDE,CED .

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• Il Foscolo inizia col dire che sulle rive di Zante c’era stato da fanciullo e guardando il suo mare, la sua nostalgia lo porta a pensare agli antichi miti.Dice che da quel mare era nata Venere, la dea della bellezza e dell’amore; ella con il suo sorriso divino aveva reso fertile quella terra.

• Quelle nubi luminose e trasparenti fanno pensare a Foscolo ai racconti di Omero, il cui verso famoso aveva cantato il fatale viaggio per mare, di Ulisse.

• Infine il poeta conclude che egli non potrà tornare sulla sua terra come accadde per Ulisse, perché il destino gli ha riservato una morte in terre straniere, dove nessuna persona cara potrà andare a versare le loro lacrime.

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Livello tematico

• Il sonetto si fonda sul tema dell’esilio del poeta e del suo definitivo distacco dalla patria Zacinto. Temi espressi in un crescendo di emoziani: nostalgia, amarezza e sofferenza

• Partendo dalla dolorosa consapevolezza dell’impossibilità del ritorno, Foscolo si esprime con una serie di immagini, quasi libere associazioni di idee, che fuoriescono una dall’altra, in modo fluido e naturale:

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il ricordo di Zacinto lo riporta dapprima al mito di Venere nata dalle onde del mare greco

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poi alla poesia di Omero che con il suo canto immortalò il lungo e fatale errare di Ulisse e al

suo ritorno in patria

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L’esilio di Ulisse richiama quello del poeta al quale però non sarà concesso di rientrare in

patria

Il sonetto pertanto si conclude con l’immagine dolorosa dell’illacrimata sepoltura che riprende

rendendolo ancora più tragico e sofferto il motivo dell’impossibilità di ritorno espresso nei versi

iniziali

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Foscolo per un verso si riconosce in Ulisse anche se l’esito del viaggio dei due è opposto, per l’altro si identifica in Omero non potendo far altro che cantare la sua patria.

ULISSE

Baciò la sua petrosa Itaca

Bello di fama e di sventura

OMEROOnde non tacque

L’acque cantò fatali

FOSCOLO

Né più mai toccherò le sacre sponde

Illacrimata sepoltura

Tu non altro che il canto avrai del figlio

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Livello metrico e sintattico

Struttura sintattica originale: c’è un UNICO PERIODO che si distende per ben TRE STROFE ( le due quartine e la prima terzina), ed uno breve che coincide con la seconda terzina

Nel primo periodo si susseguono PROPOSIZIONI SUBORDINATE RELATIVE incatenate l’una con l’altra

L’incatenarsi delle frasi rimanda all’idea del vagabondaggio e quindi del diverso esilio di Ulisse e Foscolo e al tempo stesso rievoca l’incantata lontana atmosfera del mito.

Nel secondo periodo il tono è deciso e netto segno del brusco passaggio dal mito alla realtà, con una orgogliosa presa di coscienza e accettazione da parte del poeta.

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All’inizio del sonetto i tre monosillabi accentati (né, più, mai) scandiscono fortemente il verso e ribadiscono l’IMPOSSIBILITA’ del ritorno

I TEMPI VERBALI sono:

Il PASSATO spesso passato remoto nella parte centrale del sonetto (vv. 4-11) per rievocare un passato mitologico lontanissimo

Il FUTURO nel verso 1 (toccherò) e nel verso 12 (avrai) preceduti entrambi da una NEGAZIONE per significare che la realtà e il futuro da essa prospettato è NEGATIVO

Il verbo prescrisse allude al fato che prima ancora della nascita avrebbe decretato l’esilio e l’illacrimata sepoltura al poeta

Illacrimata è parola coniata da Foscolo, vuole significare la tristezza di una sepoltura in terra straniera, che resta estranea a qualsiasi affetto e sentimento del poeta, senza il conforto dei propri cari.

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Livello lessicaleParole chiave messe in rilievo dagli enjambement e dalle rime

Sponde

Onde

Feconde

Fronde

Racchiudono tutte il termine ONDE

Rimandano a connotazioni positive

Infatti le onde richiamano nel poeta l’idea della VITA e della fecondità e si collegano al mito di Venere dea dell’amore

Giacque

Nacque

Tacque

Acque

Racchiudono tutte il termine ACQUE

Rimandano a connotazioni negative.

Infatti le acque appaiono come il luogo dell’esilio e della sciagura, dove si è consumato il fatale errare di Ulisse

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Bipolarismi

Vita(Positività) Mito(Serenità)

Eroe Classico(Ritorno in Patria)-

Esilio di Ulisse: voluto dagli Dei.

Morte(Negatività)

Realtà(Sofferenza)

Eroe Romantico(Foscolo)

Esilio del Foscolo che è stato volontario

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Figure Retoriche

Enjambements (3-4 verso;6-7 verso;13-14 verso),

Perifrasi = V 2 “dove…giacque”

Sineddoche = V 7: “nubi”

Litote = V 6: “non tacque”

Antitesi = V 11: “baciò-petrosa”

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Temi Neoclassici:

il mito della belezza serenatrice - come bellezza eterna e incorruttibile che per i mortali è alternativa all'angoscia di vivere e dà la possibilità di raggiungere un

Presenza di Grecismi e Latinismi (Zacinto),

Figure mitologiche (Venere), e Omero

Temi Romantici:

Patriottismo Esilio come rifiuto del poeta di accettare i valori della società in cui viveva, e quindi esilio come rivolta morale contro la società. Ma esilio anche come momento di meditazione.

Sepolcro come centro di affetti familiari, simbolo di una corrispondenza d'amore che lega gli uomini attraverso il tempo; illusione della vittoria della vita sulla morte, sopravvivenza delle tradizioni civili di un popolo nella storia.

.Poesia come mezzo per tramandare alla generazioni successive i più grandi valori della civiltà umana. Poesia eternatrice quindi dei valori più alti, che oltre a sfidare la morte, sfida anche il tempo.