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ALLE ORIGINI DELL'EMPIRISMO LOGICO E DEL RAZIONALISMO CRITICO: IL PROBLEMA DELMETODO SCIENTIFICOAuthor(s): LUIGI FRUDÀSource: Studi di Sociologia, Anno 26, Fasc. 2 (aprile-giugno 1988), pp. 154-173Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/23004534 .
Accessed: 03/07/2014 09:22
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ALLE ORIGINI DELL'EMPIRISMO LOGICO E DEL RAZIONALISMO CRITICO: IL PROBLEMA DEL METODO SCIENTIFICO
I - PER UNA RIASSUNZIONE DELLE PROBLEMATICHE LOGICHE SUL METODO
Malgrado un dibattito sempre piu interdisciplinare e problematicamente orientato sulla crisi di fondazione della scienzariappare in forme nuove e can
gianti un antico quanto pervicace pregiudizio: la distinzione fra scienze esatte e
scienze deU'uomo. Le prime hanno una legittimazione di primo grado perche sono
capaci di manipolare e produrre res, e le seconde hanno diritto ad una legittimita subordinata e ancillare connessa alia produzione di speculazioni. Questo pregiu dizio viene rafforzato, nel piu vasto contesto del mondo culturale, dalla diffusa
convinzione che la scienza riguardi pressocche esclusivamente il dominio delle
«certezze» fisiche, osservative e numerali, e che tutto il resto sia, in fondo, col
locabile in uno spazio indefinito che va dall'argomentare sull'individuo e sul l'uomo sociale, alia intuizione, all'estetica.
Questo potrebbe essere spiegato come un grossolano equivoco fra scienza
e tecnologia, fra ricerca scientifica e produzione di beni a contenuto tecnologi co. Nell'esperienza comune mai come in questi decenni si e avuta una penetran te e massiva diffusione di tecnologie che, quotidianamente, concorrono a radi
care, nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni, la convinzione che scienza e ricerca
scientifica siano esclusivamente le sofisticazioni dell'elettronica, della robotica,
1 L'epistemologia contemporanea, a partire dalla crisi dei massimi sistemi e parallelamente alia
fondazione della logica moderna nei primi decenni del 1800, e impegnata a definire i propri statuti
disciplinary in una situazione in cui le interconnessioni con la filosofia, la logica, la sociologia della
scienza, sono pressoche inseparabili quanto fondanti. Cio ha condotto ad un arricchimento problemati co delle tematiche sulla conoscenza scientifica e sulla metodologia della ricerca, e, con buona pace dei radicalismi nichilisti di Paul K. Feyerabend, che arriva a definire la epistemologia un antico imbroglio — La scienza in una societa libera, (1978), Feltrinelli, Milano 1981, si e resa piii evidente la vocazione ad elaborare, al di fuori di qualsiasi tentazione normativa, una teoria della razionalita scientifica. La stessa perdurante oscillazione fra analisi, raetodiche e teorie, e fra contesto della giustificazione (es: Neo
positivismo di Reichenbach, R. Carnap, Popper) e contesto della scoperta (es: N.R. Hanson, T.S. Kuhn, S. Tulmin, P. Feyerabend, L. Laudam, Y. Elkana, K. Polanyi), oppure la negazione di validita euristica alia dicotomia giustificazione-scoperta, relazioni inteme-relazioni esterne (Frederick Suppe), testimoniano
1'ampiezza del campo speculativo e l'importanza per l'epistemologia, come per la logica contemporanea, di non chiudersi in assetti statutari e disciplinari riduttivi, non tanto per latenti vocazioni elitistiche
quanto per testimoniare la fecondita euristica di nuovi assetti culturali per problematiche e non per disci
pline. Una testimonianza storica di grande utilita e costituita dalla evoluzione delle matematiche e dal dibattito sui principia, come e venuto a configurarsi a partire dai primi decenni del 1800.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZXONALISMO CRITICO 155
della chimica, della biologia, dell'ottica, delle varie ingegnerie e comparti simila ri. Per la grande stampa, molto spesso, la scienza parte dallo shuttle, attraversa la biologia e arriva al laser!
Si potrebbe obiettare che tutto cio puo non riguardare ne il dibattito sulla
scienza, ne quello sul metodo, ne l'epistemologia, ma attiene essenzialmente a
situazioni di atteggiamento, diffuse a livello di massa ma irrilevanti per la comu
nita scientifica. Ma anche in questo caso e legittimo piu di un dubbio. Basta
osservare che nella gestione pubblica delle risorse finanziarie gli spazi maggiori sono riservati a discipline e tematiche di contenuto tecnologico2, e che non e
estranea a molti operatori di scienze «esatte» l'opinione di lavorare con una qua lita scientifica difficilmente riproducibile da parte di altri comparti disciplinari.
Trascurando gli aspetti piu contingenti di politica della ricerca e le autova
lutazioni individuali e di gruppo, l'analisi delle biografie culturali degli «scien
ziati» evidenzia una ancora scarsa appropriazione delle moderne problematiche
logiche sul metodo e sulla conoscenza scientifica. Queste peraltro non hanno an
cora trovato sufficienti spazi nei curricula formativi di particolari settori scienti
fic!. Inoltre l'esasperata specializzazione, anche concettuale, e linguistica degli
epistemologi e dei logici ha ridotto il raggio di diffusione culturale delle loro analisi
delle molteplici problematiche connesse alia formulazione di una teoria unifica
ta del metodo scientifico, malgrado interscambi e contributi transdisciplinari di
alta qualita sulla fondazione delle scienze. Tutto cio ha permesso che, nella pra tica, si ripresentassero gerarchie disciplinari che il dibattito sul metodo, succes
sivo alio storicismo, sembrava aver definitivamente consegnate agli archivi della
storia del pensiero scientifico. Anzi questo — fatto ancora piu grave — ha inco
raggiato la riproposizione, in chiave pratica, dell'idea di possibili, quanto inesi
stenti, vie privilegiate alia conoscenza, fondate su particolari domini logici e ope razionali garantiti da certezze e metodologie ad altri negate3.
Eppure a livello del piu elementare dibattito epistemologico le cose non stanno
cosi. Al di la di ogni polemica disciplinare e di ogni residuo oggettivistico, razio nale o scientistico, pur senza doversi necessariamente schierare con gli esiti del
neopositivismo o con il razionalismo critico di Karl Popper o con i piu recenti
modelli paradigmatici di scienza dei kuhniani, se una consapevolezza metodolo
gica e maturata, questa e in prima istanza una concezione fallibilista epragmatica
2 Un indicatore diretto e costituito dalle singole politiche nazionali per la ricerca, e, per l'lta
lia, dai progetti finalizzati del CNR e dai progetti di interesse nazionale finanziati attraverso il CUN.
Ci si riferisce a dati notissimi che e inutile riproporre in questa sede. Basti ricordare che in molti casi, oltre a rigide suddivisioni per comparti disciplinari, si pesano differenze "energetiche" sulla base di
coefficienti di calcolo differenti per i singoli settori disciplinari. 3 Contro questo atteggiamento si vedano le approfondite analisi a favore di una teoria unifica
ta del metodo che hanno fornito: D. Antiseri, Teoria unificata del metodo, Liviana, Padova 1981; M.
Pera, Apologia del metodo, Laterza, Bari 1982; M. Pera, Popper e la scienza su palafitte, Laterza, Bari
1982. Con particolare riferimento alia situazione operativa delle scienze sociali, cfr. D. Antiseri, Teo ria unificata ecc., cit., e G. Statera, La conoscenza sociologica: problemi e metodo, Liguori, Napoli 1974. Per una impostazione piu generale, cfr. A. Pasquinelli, Nuovi principi di epistemologia, Feltrinelli, Mi lano 1964.
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156 LUIGI FRUDA
della conoscenza scientifica, al cui interno, gli operatori di scienza di tutti i com
parti disciplinary insieme si collocano come «marinai che, in mare aperto, (modi
ficano) la loro goffa imbarcazione (...) ma non possono mettere la nave in bacino
per demolirla. Durante il lavoro stanno (...) nella vecchia struttura e lottano con
violenti fortunali e onde tempestose. Nel trasformare la nave badano che non
si aprano pericolose falle. Gradualmente una nuova nave emerge dalla vecchia
e, mentre stanno ancora lavorando, i marinai possono gia pensare ad una nuova
struttura e possono essere in disaccordo fra di loro»4. Questa metafora di Neu
rath rinvia, per immagini ad una concezione aperta e problematica della cono
scenza scientifica come impresa umana collettiva e fallibile percorso non facile
e di recente datazione. La sua storia va interamente recuperata nelle sue valenze
metodologiche perche essa e lo strumento principale per contrastare interessate
e pregiudizievoli discriminazioni che vanno in direzione opposta al processo storico
evolutivo che la riflessione metodologica ha maturato negli ultimi due secoli. Pe
nalizzare i comparti umanistici e le scienze umane e sociali anche attraverso la
semplice collocazione delle istanze di ricerca, da esse espresse, in seconda priori
ta, oppure non attribuire loro sufficiente credito e attualita di progresso, soprat tutto in relazione all'incremento di fattori di modernizzazione, all'implementa zione di conoscenze, alia produzione di nuovi mercati, non e affatto la conclu
sione rigorosa del dibattito sulla scienza.
Il recupero di una dimensione critica e problematica delle scienze sociali
in una dimensione fondante di paritaria legittimazione scientifica con le cosidet
te scienze esatte passa dunque necessariamente attraverso la riassunzione delle
problematiche logiche sul metodo, che sono le sole a poter abbattere ab imis artifi
ciose ed interessate culture scientifiche dicotomicamente o gerarchicamente orien
tate. Riscoprire criticamente ed utilizzare in pieno, in modo transdisciplinare, la portata innovativa e rivoluzionaria delle conquiste uscite dal dibattito sul me
todo e sulla logica della scoperta scientifica costituisce, inoltre, una interessante
provocazione culturale. Infatti evidenzia sul piano storico che i contributi anti
dogmatici e antiassiomatici piu dirompenti sono stati prodotti a partire da pro blematiche tipiche delle cosiddette «scienze esatte», per innervarsi poi nel corpo della logica e della epistemologia, sino a ricomporsi, in uno sforzo di sintesi, nei
tentativi di elaborazione di una teoria unificata del metodo. Non esiste altra via
per poter comprendere la proficua avventura intellettuale deU'empirismo logico e del razionalismo critico: correnti fortemente orientate ad una positiva risolu
zione delle questioni logiche e di metodo sollevate, parallelamente, sia in ambito
matematico che in ambito filosofico e sociologico.
4 In O. Neurath, Foundations of the social sciences, International Enciclopedia of unified science
(1944); trad. it. O. Neurath, Fondamenti delle scienze sociali, in G. Statera (a cura di) Sociologia e
Neopositivismo, Ubaldini, Roma 1968.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 157
II - LE PREMESSE LOGICHE E DI METODO
NEL DIBATTITO MODERNO E CONTEMPORANEO
II confine temporale strategico per la osservazione e comprensione di tali
dinamiche sono i primi decenni del 1800, quando si sviluppa la crisi, operata in campo logico, di certezze matematiche ritenute kantianamente «analitiche»
dal pensiero greco in poi. L'evento traumatico e la scoperta delle geometrie non
euclidee5, quali la geometria iperbolica di Labacevskij e Bolyai e la geometria allittica di Riemann, che costringono velocemente a rivedere la sistematica de
duttiva degli assiomi e producono una feconda commistione speculativa e speri mentale fra matematica, filosofia e logica, capace di scardinare i tradizionali as
setti disciplinari e di affermare l'esigenza di un pluralismo scientifico anche prti co e collaborativo6. Ne risultano necessariamente amplificate logica ed episte
mologia. Si afferma soprattutto con urgenza il problema della ridefinizione dell'idea
di scienza, e dei concetti di esattezza, di varieta e di verita scientifica stante ormai
1'evidenza logica che diverse sistematiche siano possibili, poiche, se e stata pro vata la contraddizione di millenari principia, quali gli assiomi elementari intuiti
vamente veri, appare altrettanto immediata la consapevolezza della impossibili ty di escludere la non-contraddittorieta dei nuovi sistemi, anche quando questi sono costruiti su principi non intuitivi7.
5 Pur nei limiti di una breve nota, al fine di ricomporre la portata rivoluzionaria della scoper ta, sara utile richiamare alcuni elementi della questione. Come e noto l'assioma di Euclide sul paralleli smo delle rette enuncia il principio (meglio ancora "assiomatizza") che «data una retta ed un punto fuori di essa, da tale punto passa una ed una sola retta parallela alia retta data». Sviluppando criticamen
te, la teoria del parallelismo e la partizione della retta parallela in due semirette di opposta direzione sia Karl Friederich Gauss (1777-1855) che Karl Schweikart (1780-1859) e suo nipote Franz Adolf Tau rinus (1794-1847) avevano dimostrato la concreta possibilita di teorie diverse sul parallelismo e quindi la possibilita di altre geometrie oltre quella euclidea. Tale intuizione viene affinata sistematicamente in una geometria non euclidea dal matematico russo Nikolaij Ivanovic Lobacevskij (1793-1856) intorno al 1829-1830, e dall'ungherese Janos Bolyai (1802-1860) tra il 1825 e il 1832: tale geometria viene defi
nita come non-euclidea iperbolica. Poco dopo, intorno al 1854, Bernhard Riemann (1826-1866), lavo rando sul concetto di spazio, perviene ad una geometria, definita, ellittica, dove, a differenza della geo metria euclidea e della geometria non-euclidea iperbolica, viene posta l'ipotesi di uno spazio jinito. Gli ulteriori sviluppi delle stesse premesse di Riemann portano ad un'altra geometria definita sferica. Al di la degli aspetti puramente geometrici le conseguenze logico-matematiche si configurarono da subito rivoluzionarie. Henri Poincare (1854-1912) vi fondera la teoria matematica convenzionalista. Cfr. in
particolare, La scienza e l'ipotesi (1902), La Nuova Italia, Firenze 1950). 6 Su questa esigenza, che apparve subito imperativa e molto avvertita, basti ricordare da un
lato il ruolo attivo del matematico Gauss, soprattutto fra il 1792 eil 1832, quale punto di riferimento
e di scambio di conoscenze per la speculazione matematica della prima meta dell'800, e dall'altro, in
pieno neopositivismo, quello di Otto Neurath i cui interessi andavano dalla sociologia alia logica, alia
pedagogia, alia economia, alia filosofia, a testimonianza non solo di una vivace disposizione individua
le, ma di un modo nuovo di accostarsi ai problemi del metodo e della conoscenza scientifica. 7
Consapevolmente David Hilbert (1862-1943) al 2° Congresso internazionale di Matematica
(Parigi, 1900) consegnera ufficialmente al suo programma di lavoro e a quello delle generazioni future
la questione della non-contraddittorieta degli assiomi: «(...) tra le tante questioni sollevate dall'esame
degli assiomi considero la seguente come la piu importante: dimostrare che gli assiomi non sono con
traddittori: cioe dimostrare che basandosi sugli assiomi non si potra mai arrivare a dei risultati contrad dittori per mezzo di un numero finito di deduzioni logiche». (Sur les problemes futures des mathemati
ques, in «Compte rendu du deuxieme Congres International des Mathematiciens», Paris 1900).
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158 LUIGI FRUDA
II guadagno piu netto e un costruttivo senso dei limiti metodologici, e, con
la caduta di secolari certezze logiche, oltre che empiriche, l'imperativo dell'one
re della prova per tutte le affermazioni che vogliono dichiararsi scientifiche. Ar
gomentando sui paradossi, scrivera Hilbert nel 1926, quando gia molte questio ni avevano trovato uno sbocco positivo e soddisfacente: «Bisogna ammettere che
l'attuale stato di cose in cui ci scontriamo con i paradossi e intollerabile. Pensa
te, le definizioni e i metodi deduttivi che tutti impariamo, insegniamo e usiamo
in matematica, questo modello di verita e di certezza, portano ad assurdita! Se
il pensiero matematico e fallace, dove mai troveremo verita e certezza?»8. Come
si vede qui e determinante il contributo innovativo al problema del metodo e
alia logica della conoscenza maturato in ambito matematico. Senza di esso appa rirebbero difficilmente comprensibili le premesse e le elaborazioni dell'empiri smo logico e del piu attuale razionalismo critico. In termini generali questa con
nessione forte con il problena del metodo, sia sul versante neopositivistico, sia
sul versante della moderna epistemologia, si rivolgera ad un certo punto per Witt
genstein, Russell e il Circolo di Vienna (per indicare solo alcuni nodi significati vi) nell'analisi critica dei linguaggi (formali e non) della scienza9.
Su questa sequenza di pensiero, poco prima dell'esplodere del neopositivi smo, un passaggio obbligato10 sono i programmi di studio di David Hilbert e
il lavoro di Gottlob Frege che fissarono i due indirizzi fondamentali di ricerca
logico-matematica degli ultimi decenni dell'800 e dei primi del '900: rigorismo e formalismo il primo, logicismo il secondo. Con la pubblicazione, nel 1899, dei
Fondamenti della Geometria11 di David Hilbert viene definitivamente fissata,
pur fra molte resistenze e cautele, la nuova assiomatica della geometria, ormai
irreversibilmente connessa a statuti logici, contro l'opinione, ancora fortemente
radicata, che, riferendosi ad una «oggettualita», determinata dallo e nello spa
zio, la geometria potesse vantare evidenze e fisicita sue proprie reali, diversamen
te da quanto invece era ormai ammissibile per la matematica, ormai ricondotta
all'aritmetica e quindi pressoche interamente mutuata in ambito logico. Perfet
tamente condivisibile appare l'opinione espressa da C. Mangione12, che «la vera
innovazione delle Grundlagen hilbertiane sia proprio un reciso e netto taglio con
8 D. Hilbert, Uber das Unendliche (1926), trad, inglese in J. van Heijenoort (a cura di), From
Frege to Godel, Harvard University Press, Cambridge 1967. 9 Sui radicalismi dell'analisi del linguaggio come metodo scientifico e della filosofia del linguag
gio K. Popper esercitera costantemente le sue critiche. 10 A riprova di quanto il legame sia stretto per la comprensione dell'empirismo logico, si pensi
alia folta e qualificatissima presenza di matematici, fisici e logici sia nel Circolo di Vienna che nel Circo lo di Berlino. II primo numero della rivista «Erkenntnis» (1930) ospitera interventi sulla questione dei
fondamenti logici della matematica e sulla natura e funzione della logica come linguaggio e come attivi ta conoscitiva.
11 D. Hilbert, I fondamenti della geometria, con i supplementi di P. Bernays, (1899), Feltrinelli, Milano 1970.. Una ulteriore illustrazione in chiave metodologica e programmatica Hilbert la produsse nel 1904 in Uber die Grundlagen der Logik und Mathematik (Sui fondamenti della logica e della matema
tica) in From Frege to Godel, cit.. 12 C. Mangione, Logica e problema dei fondamenti nella seconda meta dell'Ottocento, in L. Gey
monat, Storia del pensiero filosofico e scientifico, Garzanti, Milano 1971.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICt) 159
la realta: le proposizioni della geometria, gli assiomi che Hilbert pone alia base
del suo sistema non esprimono, in linea di principio, nessun contenuto che non
sia quello dato dalle loro mutue relazioni di tipo puramente logico; la questione di come e se questi assiomi si applichino alia realta diventa esattamente la stessa
che per ogni altra branca della matematica. Gli assiomi non sono verita evidenti.
Gli assiomi diventano definizioni implicite dei concetti e dei termini primitivi o indefiniti che essi contengono».
Una vivace polemica Hilbert sostenne direttamente con Friederich Gottlob
Frege. In questa discussione Hilbert rafforza la sua impostazione. Anzi ha modo
di chiarirne molti aspetti, contribuendo alia ulteriore diffusione e affermazione
della sua concezione assiomatica. II suo impegno, una volta recuperato il valore
logico dei numerali e delle geometrie, si indirizza coerentemente alia formalizza zione delle teorie matematiche, cioe dell'insieme di operazioni logiche e di di
mostrazioni matematiche. Alle espressioni del linguaggio ordinario esprimenti
operazioni logiche si sostituiscono dei simboli13, e facendo uso di variabili vie
ne a realizzarsi una vera e propria formulistica logica delle teorie. Scrivera Hil
bert: «In questo modo alia fine otteniamo, al posto della scienza matematica in
tuitiva che e comunicata per mezzo del linguaggio ordinario, un inventario di
formule che sono fornite con i segni matematici e logici e seguono le une dalle
altre secondo regole definite»14. Rigore formale, tendenza ad un formalismo to
tale, ricerca di criteri e di dimostrazioni assolute di coerenza del sistema formale
apparivano i nuovi obbiettivi della logica e delle matematiche. Questa imposta zione, depurata da ogni tentazione totalizzante e assolutistica, appare ancora oggi
preminente e determinante, non intaccata dalla lucidissima rivoluzione critico
demolitoria operata nel 1931 da Godel15, sulla impossibility della dimostrazio
ne di non-contraddittorieta.
Bisogna riconoscere, soprattutto oggi, che il programma di studi di Hilbert
e della scuola formalista ha avuto grande importanza nelI'evidenziare i problemi concettuali e formali del linguaggio scientifico a partire da una analisi del linguag
gio ordinario. Su questa via Ludwig Wittgenstein prima e il neopositivismo dopo individueranno e svilupperanno in modo originale basi problematiche strettamente
metodologiche per la rifondazione della conoscenza scientifica. Ma in quegli anni
e nello stesso ambiente culturale, matura un altro contributo fondamentale per la elaborazione delle future tematiche neopositiviste: il programma logicista di
Gottlob Frege. Su di esso lavorera con importanti sviluppi anche critici Bertrand
13 Ad esempio: A = congiunzione; V = disgiunzione; D = implicazione; = negazione. 14 D. Hilbert, Uber das Unendliche, cit. 15 Ci si riferisce all'affascinante intervento di Godel del 1931 (Uber formal unentscheidbare Sat
ze der Principia mathematica und verwandter Systeme I, in «Monatshefte fur Mathematik und Physik», 38, 1931) in cui in poche decine di pagine viene enunciato il teorema che da Godel prende nome, e
che, oltre ad indirizzare su prospettive problematiche nuove e di grande interesse, alle quali si lavorera
per i decenni successivi, dimostra con la massima evidenza 1'impossibility della dimostrazione di non
contradditorieta dell'aritmetica perseguita dal programma di studi di Hilbert e dalla scuola formalista.
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Russell fino alia produzione della teoria dei tipi e della crisi dei fondamenti del
1902 16, alia elaborazione della teoria dei tipi e della teoria delle descrizioni, alia
pubblicazione, insieme a Whitehead, dei tre volumi dei Principia mathematica17.
II programma logicista di Gottlob Frege presentato in modo compiuto in
un saggio del 1884 18 e sviluppato sistematicamente nei Grundgesetze der Arith
metik (1893-1903)19. Le sue tesi, oltre all'interesse diretto per le problemati che di pertinenza matematica e all'importanza innovativa di una fondazione lo
gica globale della matematica, hanno un valore metodologico ancora piu genera le perche chiamano in causa esplicitamente l'apparato concettuale e speculativo della filosofia e invocano prioritariamente l'analisi del metodo deduttivo ponen done al centro il concetto in se e il sistema operativo. Siamo su una via che porta direttamente alle istanze logiche che svilupperanno sia il neopositivismo che il
razionalismo critico.
Basti qui richiamare il fatto che Frege perviene alia definizione del concetto di
numero solo dopo aver affrontato, su un piano strettamente logico, la definizio
ne di concetti e oggetti, attraverso la quale dimostrera il carattere predicativo dei
primi. Sia Russell che Wittgenstein ne trarranno diretta ispirazione. Soprattut to Wittgenstein utilizzera criticamente, sino ad opporvisi, l'analisi di Frege su
senso e significato ricavando da cio il discorso sulla proposizione e la innovativa
affermazione del concetto di struttura della proposizione, che sara uno degli inte
ressi principali degli appartenenti al Circolo di Vienna. Padre della logica mo
derna, a Frege va anche attribuito un fattuale orientamento culturale pluralisti
co, che, indipendentemente dai destini del logicismo, rimane un valore in se quanto a rigore ed impresa intellettuale, tenuto anche conto delle resistenze e della in
differenza ambientale nella quale il suo lavoro maturo20. Sostenitore e geniale
prosecutore di un tale approccio culturale alle problematiche logiciste fu Ber
trand Russell, che, per una strana ironia della storia, determino, anche, la fine
del programma logicista di Frege con la scoperta di una antinomia basilare nei
principia, proprio nei momento in cui Frege licenziava per la stampa il secondo
16 Viene cosi indicato il periodo successivo alia scoperta, da parte di Russell (lettera del 16 giu
gno 1902) di una antinomia nei principia di Frege che ne mise in crisi il sistema logico e matematico, determinandone l'interruzione e la prosecuzione su basi diverse. A tale successivo sviluppo si dediche
ranno Russell e Whitehead. 17 B. Russell - A.N. Whitehead, Principia Mathematica, University Press, Cambridge 1910,
1912, 1913, voll. I, II, III. 18 G. Frege, Die Grundlagen der Arithmetik, 1884, trad, italiana in C. Mangione (a cura di),
Logica e aritmetica, Boringhieri, Torino 1965. 19 G. Frege, Grundgesetze der Aritmetik, begriffsschriftlich abgeleitet, Pohle, Jena 1893, vol. I; vol.
II, ivi, 1903. 20 E nota dai suoi scritti la vis polemica di Frege, non esente, a parere di alcuni, di spigolosita
anche caratteriali, che certamente dovettero infastidire parecchio i suoi piu prossimi interlocutori e con terranei. E altrettanto noto che migliore accoglienza trovo subito il suo lavoro'e il suo programma logi cista al di fuori degli stretti confini dell'ambiente scientifico di Jena. Non va dimenticato, inoltre, che
l'aver appuntato Ie sue critiche sia contro J.S. Mill sia contro E. Kant, e l'aver denunciato limitazioni
e insufficienze collaborative fra filosofia e matematica (oltre ad invocarne costruttivamente una indi
spensabile e reciproca complementarita) gli procuro piu di una latente censura.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 161
volume dei Grundgesetze der Arithmetik21. Con Frege e Russell i fondamenti del
la matematica (o delle matematiche) vengono definitivamente consegnati al do
minio della logica, che, in modo nuovo e transdisciplinare, diviene il terreno di
confronto sulla metodologia scientifica e sulla scienza.
Ill — L'EMPIRISMO LOGICO E IL CIRCOLO DI VIENNA
II neopositivismo assorbira per intero non solo la centralita delle problema tiche del logicismo come metodo di indagine scientifica, ma la fondazione stessa
deWanalisi del linguaggio, sia dal punto di vista dell'ingegneria proposizionale (re
gole,proposizioni, soggetti, predicati), sia dal punto di vista della struttura (ter
mini, distinzione fra significato e senso, aggregati logici elementari). Assumere
la centralita metodologica e sostanziale dell'analisi del linguaggio e tentarne una
ricostruzione in termini di regole e principi logici significa anche per la filosofia, nel suo complesso, sottoporsi a un riesame critico profondo non privo di traumi
e lacerazioni22. Ma significa anche apprestare uno strumento euristicamente po tente «per effettuare una ricostruzione rigorosamente razionale di tutta la cono
scenza umana, sulla base di concetti che si riferiscono al dato immediato dellVpe rienza»2}.
Analogamente, ma con uno spazio di riferimento piu ampio, sulla natura
dei concetti di tutte le scienze, un contributo importante viene offerto da Ernst
Mach, che, stimolato dalle insufficienze concettuali e dalle rigidita del meccani
cismo tradizionale, rivolgera la sua attenzione ad ambiti piu generali di natura
epistemologica ed alia storia della scienza per ricostruire gli elementi genetici delle teorie scientifiche. Questo approccio, che Mach utilizza in riferimento alia
meccanica24 e alia fisiologia, portera ad affermare il valore prioritario dei dati tratti dall'esperienza e il rifiuto di ogni astrazione concettuale non scientifica, cioe non controllabile nel contesto di relazioni empiriche. Ed e infatti da Ernst
Mach che i neopositivisti derivano il modello logico per una teoria empirista del
la conoscenza, la sola capace di produrre una ricostruzione scientifica e raziona
le della realta priva di astrattezze e dogmatismi, e fortemente legata alia concre tezza del dato empirico, al quale soltanto si connettono gli apparati concettuali
21 La lettera di Russell a Frege e del Giugno 1902 (in J. van Heyenoor (a cura di), Fromm Fre
ge to Godel, cit.). Frege aggiunse una appendice al II volume dei Grundgesetze (1903, cit.) con la quale dava egli stesso comunicazione dell'antinomia scoperta da Russell: «A uno scrittore di scienza ben poco
puo giungere piu sgradito del fatto che, dopo completato un lavoro, venga scosso uno dei fondamenti della sua costruzione. (...) Sono stato messo in questa situazione da una lettera del signor Bertrand Rus sell quando la stampa di questo volume stava per essere finita».
22 Molti problemi peculiari della speculazione filosofica vengono criticati ab imis: alcuni per con
tradditorieta e debolezza logico-linguistica, altri perche dichiarati privi di senso, altri rifiutati in quanto viziati da dogmatismo e metafisicismo. Su questa via si faranno campioni sia l'empirismo logico che il razionalismo critico. Lo stesso Russell porra in evidenza elementari «errori di linguaggio» nel corpo classico della speculazione filosofica.
25 E. Severino, La filosofia contemporanea, Rizzoli, Milano 1986. 24 E. Mach, La meccanica nel suo sviluppo storico-critico, (1883), Boringhieri, Torino 1968.
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162 LUIGI FRUDA
che la scienza utilizza25. Ancorata la conoscenza e i concetti al da to empirico, a combinazioni piu o meno complesse di sensazioni, legate le inferenze al rigido controllo dell'analisi logico linguistica come processo reale di produzione di co
noscenza, il terzo polo metodologico — in realta il primo nei termini di costru
zione di un programma sistematico di nuova scienza — viene ad essere l'espun zione di qualsiasi residuo metafisico e la negazione di qualsiasi alterita psicologi ca o introiettiva o spirituale in qualche modo, contrapposta o contrapponibile al dominio dell'esperienza. Con il che siamo per intero con molti anni di antici
po, al programma dei neopositivisti e, in termini piu generali, alia visione del
mondo dell'empirismo logico. II Circolo di Vienna26 rifletteva e assumeva direttamente le problematiche
fin qui sinteticamente ricostruite. Analizzandole e possibile cogliere uno degli
aspetti culturalmente piu originali del neopositivismo, e cioe la pluralistica ag
gregazione di molteplici interessi speculativi e disciplinari ad orientamento logico
critico, che, proprio in quegli anni, come si e visto, avevano avuto una veloce
e spesso traumatica maturazione. Soprattutto il contributo costante e l'interscam
bio fra un'anima matematica fortemente permeata logicamente e filosoficamen
te, e un vivo interesse dei filosofi verso i nuovi orientamenti della matematica
determinano un territorio proficuo di confronto sulle problematiche logiche e
linguistiche quale legittimazione e pratica della conoscenza scientifica.
Le biografie di molti circolisti, sia del gruppo Viennese che del gruppo ber
linese, testimoniano della inevitabile necessita di un tale sbocco. Otto Neurath
(1882-1945) ebbe formazione economico- politica27, studio matematica alia fa
colta di filosofia di Vienna, ove conobbe il fisico Philipp Frank e il matematico
Hans Hahn28, accreditato dallo stesso Philipp Frank come «il vero fondatore
23 Sulla percezione l'opera di riferimento e Die Analyse der Empfindungen und das Verhaltnis des
Physischen zum Psychischen (L'analisi delle sensazioni e il rapporto del fisico con lo psichico), 1886.
Sul rapporto fondante fra sensazioni e conoscenza scientifica Mach sostenne una violenta polemica con
Max Planck. Polemiche dello stesso tenore dovettero sostenere i suoi seguaci anche al di fuori dell'am
biente austriaco e tedesco. Per le implicazioni di ordine piu generale sul ruolo della scienza e delle ga ranzie che essa deve essere in grado di offrire, va ricordato l'intervento critico di V.I. Lenin in Materia
lismo ed Empiriocriticismo (1909), Editori Riuniti, Roma 1964. 26 Prima ancora di indicare in forma estesa il gruppo di pensatori con i quali si identifica il Neo
positivismo almeno fino al 1928-29, anno in cui sorgera il Verein Ernst Mach e verra pubblicato un ma
nifesto ufficiale, «si intende per Circolo di Vienna quel gruppo di filosofi e scienziati che solevano riu
nirsi intorno a Schlick fra il 1926 e il 1936 (anno dell'assassinio di Schlick) per discutere problemi atti
nenti alia metodologia scientifica, alia logica, alia teoria della conoscenza. L'origine del Circolo va indivi
duata in un seminario promosso e diretto da Schlick, appena giunto a Vienna, nell'anno accademico
1923-24 e frequentato da un gruppo di studenti di filosofia con larghi interessi scientifici». (G. State
ra, Logica, linguaggio e sociologia. Studio su Otto Neurath e il Neopositivismo, Taylor, Torino 1967). Nel giro di qualche anno il nucleo originario si amplia e vi si aggiungono studiosi di varia estrazione. Parallelamente e con interessi analoghi, si rafforzava e si ampliava un precedente nucleo coordinato dal matematico Hans Hahn. I due gruppi (Schlick e Hahn) si fonderanno intorno agli ultimi mesi del
1925. Oltre alia ricostruzione di G. Statera, cit., cfr. anche V. Kraft, Vienna Circle, A Chapter in the
History of Recent Philosophy, New York 1953; e J.R.W. Weinberg, Introduzione al positivismo logico, Einaudi, Torino 1950.
27 II padre, Wilhem Neurath, fu economista e professore di economia politica presso la Hoch
schule fiir Bodenkultur di Vienna. 28 Neurath ebbe una lunga frequentazione di studi con Hahn, di cui sposera la sorella Olga.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 163
del circolo di Vienna»29. Frequentarono il circolo il matematico Kurt Godel, lo
storico Victor Kraft e il biologo Von Bertalanffy, ma anche giuristi come Felix
Kaufmann e Hans Kelsen. Hans Reichenbach, che con Carnap fu direttore di
Erkenntnis, fu filosofo, ingegnere e docente di filosofia della fisica all'Universita
di Berlino. Determinanti, anche se cronologicamente piu organici in anni suc
cessivi alia prima fondazione del circolo e a partire dalla pubblicazione di Er
kenntnis, furono i contatti con i logici della scuola polacca, soprattutto Lukasie
wicz e Tarski, con il quale ultimo ebbe un diretto programma di studio Rudolf
Carnap. L'insieme di questi fermenti, oltre a trovare un fondamento ed un programma
nel lavoro di Ernst Mach30, trovo un catalizzatore nell'analisi del Tractatus
logico-philosophicus (1921-1922) di Ludwig Wittgenstein, allievo di Russell a Cam
bridge31. II Tractatus, oltre ad offrire un ponte originale, culturale piu che sto
rico, con la tradizione filosofica deU'empirismo (nel caso particolare con l'empi rismo inglese) offriva anche un elemento documentale di analisi del linguaggio come veniva auspicato dai programmi deU'empirismo logico. Tale analisi, rifor
mulata in termini di vera e propria attivita conoscitiva e scientifica, giungeva, attraverso 1'analisi della coerenza logico-linguistica degli enunciati, alia negazio ne di ogni costrutto e sustrato metafisico, denunciandone l'infondatezza e ne
gandone qualsiasi significativita. Tale conclusione travolge d'un colpo moltissi
ma speculazione filosofica tradizionale e documenta l'insorgere di un radicali
sm© logico spinto alle conseguenze piu estreme di coerenza. Antimetafisica, radi
calismo logico e atomismo analitico32 appaiono essere ormai, su una base
pluridisciplinare e pluralistica33, i cardini del neopositivismo.
29 Cosl G. Statera, cit., riferendosi alia necrologia dedicata da Philipp Frank ad Hans Hahn in Erkenntnis, IV, pp. 315-316.
30 A partire dal 1928 il Circolo di Vienna prosegue la propria attivita con la formale costituzio ne del Verein Ernst Mach, cui segue nel 1929 la stesura di un «manifesto» ufficiale sottoscritto da nomi
prestigiosi. Cronologicaraente va quindi distinta la prima fase del Circolo di Vienna caratterizzata dalla fusione fra i due nuclei viennesi di Schlick e di Hahn (fine 1925, inizio 1926), da quella successiva alia fusione (1928-29) fra i nuclei viennesi (ai quali e ormai organico R. Carnap) e il nucleo di Berlino
gia autonomamente organizzatosi, su tematiche similari, intorno a Reichenbach con il nome di Gesell
schaft fur empirische Philosophic, con 1'adesione, fra gli altri, di Carl Gustav Hempel, Richard von Mises e Walter Dubislav. «Dalla collaborazione diretta fra il gruppo di Berlino e quello Viennese nacque la rivista Erkenntnis diretta da Reichenbach e Carnap, che fu I'organo ufficiale del positivismo logico dal
1930 al 1939, finche si trasformo in Journal of Unified Science, per spegnersi definitivamente 1'anno
dopo» (G. Statera, cit., p. 10). Cost anche in F. Barone, II Neopositivismo logico, Boringhieri, Torino
1953, e in F. Fistetti, Neurath contro Popper, Ed. Dedalo, Bari 1985. 31 Lo stesso Russell stese la prefazione alia traduzione inglese del Tractatus (1922). Gli orienta
menti fondamentali del Tractatus sono gia presenti nei Notebooks 1914-1916, che raccolgono le rifles
sioni di Wittgenstein nei due anni di prigionia trascorsi in Italia, a Monte Cassino. L'analisi critica del Tractatus da parte dei circolisti viennesi e successiva e data intorno al 1926 con 1'ingresso di Rudolf
Carnap nel Wiener Kreis. 32 Ci si riferisce all'atomismo logico di B. Russell, cioe al procedimento analitico di scomposi
zione atomica degli enunciati e delle nozioni scientifiche: cfr. B. Russell, Misticismo e logica, (1917),
Longanesi, Milano 1970. 33 A questo atteggiamento culturale di fondo non e estraneo il progetto stesso dell'enciclopedia
dalla nuova scienza unificata, programma al quale dedichera ogni sua energia Otto Neurath, ma gia chiaramente enunciato nel manifesto del 1929: « ... [Scopo del Circolo] .. e costituire una scienza unifica
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164 LUIGI FRUDA
L'impegno piu forte e immediato viene rivolto alia negazione della metafi
sica, non solo in quanto incompatibile con una concezione scientifica del mon
do, ma anche in quanto inconciliabile con lo stesso mondo del pensiero e del
sapere34. Si tratta di un rifiuto radicale strettamente connesso al rifiuto di qual siasi teologismo non limitato al discorso sulla scienza ma esteso propositivamen te anche alia pratica di vita35. Gioca qui con evidenza una forma di purismo e di ossessione costante verso potenziali contaminazioni cui non sono estranee, in alcuni membri del Circolo, preoccupazioni anche di ordine politico e antireli
gioso36, che in piu di una misura, anche se in forme spesso non del tutto mani
feste, influenzeranno alcune delle successive spaccature interne37. Non va dimenticato che siamo all'interno di un clima culturale, quale quel
10 di fine Ottocento, che ha forti connotati antimetafisici, relativistici e scettici connessi alia dissoluzione dell'hegelismo. Basti, ad esempio, ricordare il costan te impegno antimetafisico di Dilthey38 fino alia radicale riduzione della realta e della storia a prevalenti ed uniche dimensioni antropologiche, con il carico di
problematicita e angosce che ne conseguono. Di cio Dilthey avra lucida e mo dernissima consapevolezza: «L'anarchia del pensiero investe nel nostro tempo sempre piu numerosi presupposti del nostro pensare e agire. Proprio in quanto 11 nostro sguardo percorre la terra intera, ci mostra la relativita delle risposte aU'enigma del mondo, piu chiaramente di quanto non l'abbia vista qualsiasi pre cedente periodo. La coscienza storica dimostra sempre piu chiaramente la relati vita di ogni dottrina metafisica o religiosa, che sia sorta nel corso dei tempi. Nel
ta che comprenda I'intera conoscenza della realta accessibile all'uomo, senza dividerla in discipline speciali separate e non connesse fra loro; la via per proseguire tale risultato e l'uso del metodo logico dell'analisi elaborato da Peano, da Frege, da Witehead e da Russell».
34 Nel «manifesto» del Circolo di Vienna (Hahn, Neurath, Carnap) alia metafisica viene «oppo sto lo spirito illuministico e di ricerca positiva (...) come tipo di riflessione fondato sull'esperienza e contrario alia speculazione. (...) Le oscure lontananze e le profondita impenetrabili respinte. Nella scienza non si da profondita alcuna; ovunque e superficie. (...) Tutto e accessibile all'uomo e 1'uomo e la misura di tutte le cose. (...) La concezione scientifica del mondo non conosce enigmi insolubili. (...) Le asserzio ni della metafisica sono affatto prive di significato, ove le si assuma come le intende il metafisico. (...) II metafisico e il teologo credono, a torto, di asserire qualcosa, di rappresentare stati di cose, mediante le loro proposizioni. Viceversa l'analisi mostra che simili proposizioni non dicono nulla, esprimendo solo atteggiamenti emotivi. Espressioni del genere possono avere un ruolo pregnante nella vita; ma al
riguardo lo strumento espressivo adeguato e l'arte, per esempio la lirica o la musica. Si sceglie invece la veste linguistica propria di una teoria, ingenerando un pericolo: quello di simulare un contenuto teo rico inesistente® (H. Hahn - O. Neurath - R. Carnap, La concezione scientifica del mondo. II circolo di Vienna (1929), in A. Pasquinelli (a cura di), Laterza, Bari 1979). Su Carnap e il Circolo di Vienna cfr. anche i contributi di A. Gianquinto, La filosofia analitica. L'involuzione della riflessione sulla scien
za, Feltrinelli, Milano 1961. 35 Una esplicita dichiarazione in tal senso e contenuta nel «manifesto» citato in nota precedente. 36
L'impegno politico di Otto Neurath ne fornisce una delle possibili testimonianze. Per le im
plicazioni etiche, cfr. G.F. Morra, IIproblema morale nel neopositivismo, Laicata, Bari 1962; e G. Sta
tera, cit.. 37 Fra le piu note, le polemiche e le divergenze di Neurath con Wittgenstein e Carnap. 38
Dilthey (1833-1911) riferendosi alia fcndazione critica delle scienze dello spirito scrivera espli citamente che «quando si sara realizzata questa prospettiva, la societa e la storia giungeranno alia tratta zione che corrisponde, in questo campo autonomo, alia spiegazione meccanicistica affermatasi nello studio dei fenomeni della natura. E allora la metafisica della societa e della storia sara morta per davvero». E piu avanti: «... ogni sistema metafisico e rappresentativo solo della situazione in cui un'anima ha scorto l'enigma del mondo». (Introduzione alle scienze dello spirito (1883), La Nuova Italia, Firenze 1974).
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 165
lo sfarzo di conoscenza degli uomini sembra implicato un aspetto tragico, una
contraddizione fra volere e potere. Di qui l'assenza di risposte dello spirito in
torno a se stesso e al suo significato nell'universo e il vuoto della coscienza, in
quanto tutte le unita di misura sono state superate e tutto cio che era stabile vacilla. (...) Il coltello del relativismo storico, che ha fatto a pezzi ogni metafisi
ca e religione deve necessariamente produrre anche la guarigione»39.
Vi si rinnova il drammatico annuncio nietzschiano della morte di Dio40 e
dell'angosciosa consapevolezza che la rovinosa caduta della struttura stessa della
speculazione metafisica, dopo secoli di platonismo, travolge anche l'idea di Dio
e della fede e persino il significato delle religioni storiche: il che, con angoscia ancora piu grande, in quanto obbliga ad un consequenziale ateismo, appare un
tributo veramente enorme, ma ineluttabile, da pagare all'avvento di questo nuo
vo tipo di razionalismo positivo e radicale.
IV — KARL POPPER E LA CRITICA AL RADICALISMO NEOPOSITIVISTICO
Karl Popper individuera proprio nella riduzione assoluta del campo della
razionalita al campo dell'esperienza (neopositivisticamente intesa), il punto di
debolezza dell'empirismo logico41. Non solo, ma nei suoi scritti dimostrera che
il ricorso al criterio di verificabilita come criterio di demarcazione e di significanza, e il ricorso alia analisi logica come metodo, comporta da un lato l'impossibilita della verifica empirica delle teorie e dall'altro la produzione di inutili formalismi
logico-linguistici42. Il contributo popperiano segna l'inizio di un processo teso
39 Da W. Dilthey, Gesammelte Schriften, vol. Ill, Gottinga. 40 I limiti editoriali di questo saggio impediscono un piu ampio riferimento a Nietzsche, che cer
tamente costituisce un passaggio obbligato del post-hegelismo antimetafisico. Quanto alia interpreta zione critica di questo particolare aspetto del pensiero di Nietzsche, vanno ricordati gli importanti con tributi di Heidegger.
41 Come e noto, Popper non fu mai invitato ai seminari dei circolisti ma segul direttamente le elaborazioni del neopositivismo logico, intervenendo costantemente nel dibattito, fino a scontrarsi con O. Neurath, che pubblichera su «Erkenntnis» una recensione critica della Logik der Forschung. Malgra do le critiche, reciproche, vi fu molta attenzione nei confronti di Popper, soprattutto da parte di Carnap.
42 Ci si riferisce ad uno degli impegni critici piu severi e sentiti di Popper, anche in relazione al suo impegno civile e di pensatore contro orizzonti liberticidi di segno opposto che sembravano trova re alimento sicuro anche in radicalismi intellettuali. L'intera opera di Popper ne costituisce una docu mentata testimonianza. Nello specifico, significativo appare il seguente passaggio tratto dalla Logica della scoperta scientifica del 1934, Einaudi, Torino 1970: «A1 positivista non va a genio l'idea che debba no esistere problemi significanti fuori del campo della scienza empirica "positiva": problemi che deb bono essere trattati mediante una vera e propria teoria filosofica. Vuol vedere, nei supposti problemi filosofici, meri pseudo-problemi o enigmi. Ora, questo suo desiderio — che il positivista tra 1'altro non
esprime come un desiderio o una proposta, ma piuttosto come la constatazione di un dato di fatto —
non puo essere sempre soddisfatto. Nulla e infatti piu facile che smascherare un problema come "insi
gnificante" o come "pseudo". Basta stabilire un significato opportunamente ristretto di "significati"... Inoltre se non si ammette come significante nulla che non rientri tra i problemi della scienza naturale,
qualsiasi discussione intorno al concetto di "significato" si rivelera a sua volta insignificante (...).
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166 LUIGI FRUDA
ad una estensione dell'immagine razionale della scienza che, non rifiutando i van
taggi di una impostazione formalmente rigorosa del conoscere, non esclude as
siomaticamente dall'analisi elementi esterni. Le distanze che Popper prende dai
neopositivisti non riguardano solo la discriminazione fra teorie vere e teorie non
vere ma anche la teoria dell'errore. Popper ha costante consapevolezza della sua
fecondita euristica43, cosi come della utilita, sotto certe condizioni e magari per stimolazioni intellettuali casuali, della «pseudoscienza». Si configura cioe l'idea
di un nuovo sapere che cerca di comprendere il piu possibile il mondo includen
do livelli sempre piu alti di realta. II problema della conoscenza diventa un pro blema cosmologico che riguarda tanto il mondo quanto i soggetti che lo percepi scono in un sistema interattivo44. La conoscenza cosmologica, per esistere, ha
bisogno tanto di idee filosofiche quanto di idee metafisiche; ma non per questo va identificata, con la metafisica tradizionale, poiche non puo fornire interpre tazioni ultime del mondo ed e inoltre falsificabile. All'interno del problema del
la demarcazione non si tratta piu di guardarsi da elementi «metafisici», quanto di individuare un confine che caratterizzi la scienza empirica mediante la defini
zione dei concetti utilizzati al fine di renderla operativa45. Popper accusa espli
II dogma positivista del significato e equivalente alia richiesta che tutte le asserzioni della scienza empi rica (ovvero tutte le asserzioni "significanti") debbono essere possibili di una decisione conclusiva ri
guardo la loro verita o falsita. Cio significa che la loro forma deve essere tale che sia il verificarle sia il falsificarle debbano essere logicamente possibili. Ora secondo me non esiste nulla di simile all'indu zione. E pertanto logicamente inammissibile l'inferenza da asserzioni singolari "verificate dall'espe rienza"... a teorie. Dunque le teorie non sono mai verificabili empiricamente». Ancora una volta di recente Popper in una conversazione tenuta a Roma (Dicembre 1986) ha ripreso significativamente la sua costante censura nei confronti dei formalismi logico-linguistici con una perifrasi che ama spesso ripetere: «Piu volte ho constatato che i filosofi del linguaggio contemporanei si concentrano in maniera esclusiva sulla analisi linguistica. Non bisogna pero dimenticare che il linguaggio e soltanto un mezzo
(anche se di rilevanza fondamentale) per parlare di cose che sono piu importanti del linguaggio stesso. II linguaggio puo cosi essere paragonato a un paio di occhiali: anch'esso, infatti, e un mezzo per osserva re il mondo. Quei filosofi mi danno l'impressione di essere costantemente impegnati a pulire i propri oc
chiali, a discutere solo di quegli occhiali. Parlano del linguaggio e cercano di analizzare e chiarificare i diversi usi linguistici. Non dovremmo pero mai dimenticare che il linguaggio deve servirci per parlare del mondo, non di se stesso. Ritengo che un compito irrinunciabile di tutte le scienze sia quello di spie garci, nella migliore maniera possibile, l'universo e non certo gli strumenti attraverso i quali ne parlia mo o lo osserviamo».
43 La connessione euristica fra errore e conoscenza scientifica costituisce uno dei tratti fondamen tali dell'impostazione di Popper, cosi come la dinamica conoscitiva fra congetture e confutazioni. Gia in passato, con tratti di grande originalita, il fisico Boltzmann (1844-1906), contro la concezione feno
menologica della fisica e contro i principali indirizzi del suo tempo, rifiutava l'appiattimento sui dati
dell'esperienza e invocava una procedura per tentativi ed errori che non escludeva il ricorso ad azzardi teorici ed alia modellistica speculativa, in una tensione razionale segnata anche da profonde e innovati ve revisioni.
44 E qui il caso di ricordare che questa tesi e stata di recente riproposta, pur con molteplici oscil lazioni derivanti dalla asistematicita dell'autore, da E. Morin, Sociologia delpresente, Edizioni Lavoro, Roma 1987. Cfr. in particolare G. Bechelloni, Prefazione a E. Morin, cit..
45 Scrive Popper in The logic of Scientific Discovery, (1934), Einaudi, Torino 1970, p. 18 in: «In
opposizione a questi stratagemmi antimetafisici — che poi sono antimetafisici soltanto nell'intenzione — il mio compito, cosi come lo intendo io, non e quello di darmi da fare per scalzare la metafisica, ma piuttosto quello di formulare una caratterizzazione appropriata della scienza empirica, ovvero, di definire i concetti "scienza empirica" e "metafisica" in modo da essere poi in grado di dire se lo studia re piu da vicino un dato sistema di asserzioni sia o no di pertinenza della scienza empirica».
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 167
citamente i neopositivisti di non essere, in fondo, molto interessati alia ricerca
di «una efficace demarcazione quanto piuttosto (alio) scalzamento e (all') anni
chilimento definitivo della metafisica»46. Egli rifiuta il criterio di demarcazio
ne derivato dalla logica induttiva semplicemente perche ridondante e tautologi co: nel definire un enunciato «significante», non ha senso reiterare il procedi mento induttivo per dire che ha significato solo la proposizione riducibile ad enun
ciati elementari. Cosi facendo si ottengono soltanto dei costrutti logico linguistici
perfetti, ma non si va oltre. Il passo da compiere e invece il passaggio dalla veri
ficabilita come criterio di significanza alia falsificabilita come criterio di demarca
zione, solo cosi si compie lo «spostamento problematico» che conduce alia
semplice controllabilita empirica come «criterio soglia» fra scienza e non scien
za. L'errore della logica induttiva sta nel pretendere come conclusione una deci
dibilita ultima sugli enunciati. Popper lascia intendere molto bene invece, che
se non si vuole creare una nuova metafisica, diversa solo nelle apparenze, non
ci si deve ostinare a ricercare tesi ultime. Popper ribadira frequentemente il fat
to che proporre «la falsificabilita come criterio di demarcazione non equivale ad
assumerla come criterio di significato la falsificabilita separa due tipi di asserzio
ni perfettamente significanti: le falsificabili e le non falsicabili. Essa traccia una
linea all'interno del linguaggio significante, non intorno ad esso»48. Demoniz
zare la metafisica non e per Popper lo scopo principale della scienza. Anzi non
e da escludere che anche un sistema metafisico sia in grado di strutturarsi scieh
tificamente dopo una debita riformulazione. La fiducia espressa da molti studio
si nei riguardi di alcune teorie ha avuto ed ha talvolta un fondamento metafisi
co, con Tunica differenza di avere a suo vantaggio un buon supporto metodolo
gico che la giustifica. Queste convinzioni hanno condotto a risultati irraggiungi bili, se si fossero scartate a priori tutte le asserzioni che conducevano a conclusioni
indeterministiche. Per molto tempo i fisici hanno creduto nella metafisica deter
ministica, provando, in termini storici che «non si pub negare che accanto alle
idee metafisiche che hanno ostacolato il cammino della scienza ve ne sono state
altre — come l'atomismo speculativo — che ne hanno aiutato il progresso»49. Ed ancora: «Tutti questi concetti e queste idee metafisiche sono forse stati d'aiuto,
46 Ibid., p. 16. 47 Ibid., p. 22: «Ma io ammettero certamente come empirico, o scientifico soltanto un sistema
che possa essere controllato dall'esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di
demarcazione, non si deve prendere la verificabilita, ma la falsificabilita di un sistema. In altre parole: da un sistema. scientifico non esigero che sia capace di essere scelto, in senso positivo una volta per tutte; ma esigero che la sua forma logica sia tale che possa essere messo in evidenza, per mezzo di con trolli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve poter essere confutato dall'esperienza. Cosl l'as serzione "domani qui piovera o non piovera" non sara considerata una asserzione empirica, semplice mente perche non puo essere confutata, mentre l'asserzione "qui domani piovera" sara considerata em
pirica*. 48 Ibid., nota 3. 49 Ibid., p. 19.
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168 LUIGI FRUDA
anche nelle loro forme piu primitive, nel portare ordine neU'immagine che l'uo
mo si fa del mondo, e in alcuni casi possono anche aver portato a predizioni do
tate di successo. Tuttavia un'idea di questo genere acquista status scientifico sol
tanto quando venga presentata in una forma in cui possa essere falsificata, cioe
a dire, solo quando e diventato possibile il decidere empiricamente tra essa e
qualche teoria rivale»50. La scienza si configura quindi come un processo criti
co e aperto con il quale si deve tentare di scoprire leggi rigorose fondate sull'e
sperienza, astenendosi pero dal porre vincoli e proibizioni dogmatiche alia possi bility di intuizioni inattese. Non piu solo un procedimento analitico, deduttivo
e talvolta giustificativo, ma una struttura aperta, critica ed anche immaginativa.
Conseguenza di una simile posizione, pur criticando le varie forme di dogmati smo e valorizzando il criticismo, e il non disconoscere il senso e Pinevitabilita
storica che certe forme di pensiero hanno avuto nel crescere della conoscenza,
comprese le forme di pensiero dogmatico.
Se consideriamo la posizione di Popper alia luce della impostazione neopo sitivista su un sapere unico e vero, 1'immagine della scienza sembra incrinarsi
e perdere la sua prerogativa di elaboratrice di certezze per fondarsi su un crite
rio di fallibilita che i viennesi hanno vanamente cercato di esorcizzare. Ma, come
si e visto, certezze e dogmatiche positiviste erano gia entrate in una crisi irrever
sible sin dai primi decenni dell'Ottocento, e Popper porta ancora piu avanti la
riflessione sulla scienza, verso un conoscere critico il piu possibile falsificabile
e corroborabile. In luogo dell'ideale di certezza, logica od empirica, viene a fon
darsi una dinamica di progresso che si serve dell'esperienza e dell'errore, per cui
la scienza non progredisce per un susseguirsi di teorie confermate, ma semplicemente
per I'impossibility di ripetere due volte lo stesso errore. Negandovi una rinata pro
spettiva in qualche forma induttiva, Popper chiarira che la questione va vista
esclusivamente in termini di grado di controllabilita e di corroborabilita51 in cui
la conoscenza e l'aspirazione alia conquista di una qualche verita o di qualche universalita si pone come ideale regolativo profondamente problematizzato: «La
scienza non persegue mai lo scopo illusorio di rendere le sue risposte definitive, e neppure probabili. Piuttosto il suo progresso tende sempre verso lo scopo infi
nito, e tuttavia raggiungibile di scoprire problemi sempre nuovi, piu general! e
piu profondi, e di sottoporre le sue risposte, sempre date in via di tentativo, a controlli sempre rinnovati e sempre piu rigorosi»52.
50 Ibid., p. 308. 51 Ibid., p. 306: «Infatti, una teoria che sia stata ben corroborata pud essere spodestata soltanto
da una teoria situata su un livello di universalita piu alto, cioe, da una teoria che sia meglio controllabile e che, oltre a cio, contenga la vecchia, ben corroborata, teoria o, almeno, una sua buona approssimazio ne. Sara forse meglio, percio, descrivere quella tendenza — il progresso verso teorie di un livello di universalita sempre piu alto — come "quasi-induttiva"». Un procedimento pressoche simile prefigura va Boltzmann (cfr. nota 44).
52 Ibid., p. 311.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 169
Questa prospettiva problematica, costantemente affermata e sviluppata fino
agli interventi piu recenti, amplia le valenze dell'impostazione popperiana delle
problematiche sulla scienza e sul metodo scientifico al di la dei confini discipli nari dell'epistemologia e della metodologia, ristabilisce rapporti fra uomo, mon do e scienza, e per questa via ci risulta molto piu chiara la ineluttabile incom
prensione che Otto Neurath ne avra, pur conservandogli una attenzione e una
importanza che gia Carnap aveva riconosciuto 5\ Siamo in presenza di una con
cezione globale del mondo e del divenire dell'uomo dalla quale Neurath e pre giudizialmente distante sia per la sua genesi intellettuale che per la sua particola re storia di marxista attivamente impegnato.
V - CONOSCENZA SCIENTIFICA ED ETICA DELLA SCIENZA
Alia base della speculazione popperiana oltre ad una severa censura contro
ogni dogmatismo liberticida ed alia centralita della ragione umana, vi e la com
plessita e polivalenza dell'uomo in quanto tale, libero, creativo e proiettato co
stantemente verso problematicita di livello sempre piu alto, che includono an
che, eticamente, grandi conquiste sociali dilatate verso un futuro ricco di spe ranza: «Viviamo in un mondo meraviglioso e favorevole alia vita. Anche l'uni
verso sociale in cui viviamo e migliore dei precedenti. Dovrebbe certo venir
migliorato in misura ancora maggiore, tuttavia in nessuna epoca, in nessun pe riodo della storia umana la societa e stata cosi preparata a migliorarsi e a rifor
mare se stessa quanto oggi (...) Non e una societa buona in assoluto, ma e molto
meglio di quelle che l'hanno preceduta: l'universo sociale non puo essere miglio re degli individui che vivono in esso, e ci sono molti esseri umani buoni e molti
altri che sono aggressivi e vogliono far del male ai loro simili. Questa e la situa zione reale»54. Su questa strada Popper non esitera a far carico agli «intellet
tuali» di piu di una responsabilita storica, soprattutto nella direzione di aver in
fluenzato negativamente i giovani verso visioni pessimiste della realta sociale e
della sua potenziale evoluzione. Depurando l'affermazione di Popper dai conno tati piu strettamente politici55 e senza volergli attribuire istanze messianiche che
egli per primo rifiuterebbe56, ritengo che insieme ad un rinnovato slancio di re
cupero del valore della domocrazia come sistema sociale, vi si possa leggere una
53 Ci si riferisce all'analisi che su «Erkenntnis» (V) venne condotta dell'opera di Popper da par te di O. Neurath (Pseudorationalismus der Falsifikation), di H. Reichenbach (Uber Induktion und Wahr
scheinlichkeit) e di R. Carnap (recensione alia Logik der Forschung). 54 Trascrizione della conversazione tenuta da Popper a Roma nel Dicembre 1986 (Progetto Cul
tura Montedison). 55 Le radici della posizione di K. Popper stanno in La societa aperta e i suoi nemici, (1945), Ar
mando, Roma 1974, e in Miseria dello Storicismo (1957), Feltrinelli, Milano 1975. Cfr., inoltre, D. An
tiseri, Karl R. Popper. Epistemologia e societa aperta, Armando, Roma 1972. 56
Popper ha spesso rinnovato le sue censure contro il profetismo intellettuale e cattedratico, ed ha manifestato una scarsa fiducia nelle religioni storiche imputando loro il fatto di avere scatenato radi calismi e persecuzioni.
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170 LUIGI FRUDA
profonda attenzione e preoccupazione morale cui la scienza, non puo sottrarsi
facilmente, soprattutto in un mondo, quale quello contemporaneo, che ha mag
giore conoscenza e coscienza dei grandi problema internazionali umani sociali, e ambientali.
Dato per scontato un costante e reciproco condizionamento fra mondo so
ciale e culturale e intraprese scientifiche e concezione della scienza, implicita mente si ripropone, in forma adattiva, la questione del rapporto fra istanze eti
che individuali-collettive e operare della scienza, soprattutto in ordine al fatto
che, garantita metodologicamente la procedura scientifica dall'interno, appari rebbe estranea, o sovrabbondante o secondaria, ogni determinante etica. Non
solo, ma le istanze morali esterne potrebbero porsi come fattori di perturbazio ne nel processo di produzione di conoscenze e quindi potenzialmente confligge re con statuti disciplinari, concettuali od empirici. Se il problema etico non toc
ca il piano metodologico quanto ad operativita logica e garanzie empiriche che
lo scienziato deve sempre e comunque produrre, certamente esso attiene perti nentemente al processo di individuazione, progettazione e traduzione empirico
operativa del disegno di ricerca. Esso e attivita che seleziona priorita aventi sen
so e portata scientifica e fissa degli obbiettivi le cui ricadute agiscono sempre e necessariamente in contesti umani e fisico-naturali ben definiti, secondo preci se determinanti spaziali e temporali. Anche in questa situazione una falsa ed in
teressata contrapposizione fra una scienza asettica ed oggettiva, estranea, in ipotesi, a qualsiasi interferenza esterna, e il mondo dell'empatia, dei fini, dei valori e
dell'etica, unita puntualmente a ricorrenti diatribe fra liberta e dipendenza, fra morale «laica» ed etiche paraconfessionali, ha prodotto soprattutto in tempi re
centi, non pochi guasti, sia in ambito sociale e culturale sia in ambito fisco e
naturale, fino a condizioni estreme di irreversibilita, a fronte delle quali stanno
vaghe ed inefficaci attribuzioni di responsablita. Ne scaturiscono legittimi e quo tidiani interrogativi sulle colpe o i meriti di una scienza che ripara organi e pro duce morte. Non sono affatto cose nuove.
Gia Bergson, Boutroux e soprattutto Husserl e Heidegger, da diversi punti di vista, hanno elaborato fondamentali riserve nei confronti di un malinteso e
radicale razionalismo, in piu modi neo-meccanicista e scientista, che pretende rebbe di esaurire nella scienza e nella ipotetica sua obbiettivita le qualita e le
molteplicita del reale, sino a comprimere, e rischiare di negare, potenzialita crea
tive, intuitive, empatiche e comprendenti proprie dell'uomo, per il solo fatto che
queste possono non rispondere a visioni staticamente scientifiche del mondo.
Piu in particolare sia Bergson che Husserl descrivono la miseria, anche conosci
tiva di un mondo tecnologico chiuso su se stesso e incapace di cogliere il valore essenziale del soggetto conoscente in costante connessione con un mondo degli altri piu vitale e multiforme della rappresentazione parziale e relativa che la scienza
puo dare di esso. Piu esplicita e radicale la denuncia di Heidegger nei confronti
del potenziale primato della tecnica, indotta, dalle sue origini e dalla sua evolu
zione, a collocarsi nei confronti dei sistemi viventi in una posizione di puro do
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 171
minio, incapace di elaborare finalita al di fuori di se stessa57. Anche G. Lukacs, all'interno di un discorso che vuole recuperare funzioni storiche alia speculazio ne filosofica, imputa ad atteggiamenti scientistici e positivistici la subordinazio
ne della scienza alia pseudo-oggettivita dei fatti e dei dati, e quindi l'incapacita di percepire ed elaborare significati piu generali, con il rischio, sempre piu in
combente, di finire con il percepire solo se stessa al di fuori della realta storica
e dei bisogni del soggetto e della societa nel suo complesso. Ma la scienza non
puo vantare assolutezze particolari e la sua imprescindibile storicita, contro ogni radicalismo scientistico, deve ricondurla al suo significato di «impresa umana in
senso pieno e di strumento potenziale di liberazione»58.
Come si vede proprio una moderna concezione problematica, fallibilistica
e pragmatica della scienza e del metodo scientifico, porta ad una piu attenta con
siderazione delle istanze e delle implicazioni etiche connesse ad ogni impresa scien-'
tifica, fino a commisurare ad esse anche i meccanismi dinamici di autocontrollo
e autogestione delle comunita scientifiche.
Interrogarsi su questioni come queste non e una fuoruscita dal discorso sulla scienza
e sul metodo ne una sua contaminazione e un fraintendimento. Nell'attuale fase
di sviluppo significa aprire il discorso sulla scienza anche al suo significato uma
no e sociale, contro ogni riduzionismo a pura empiria e metodiche. La questione non e priva di imbarazzi e di inquietudini; perche, in ultima analisi, — e senza
voler sinteticamente, e quindi malamente, ripercorrere i piu recenti sviluppi del
la Sociologia della scienza59 — sembrerebbe che, mentre si tende con opportu ni adattamenti e distinzioni, alia «oggettivazione» (anche per via empirica, at
traverso evidenze di ricerca) di norme, o di fattori e comportamenti aventi forza
di norme per le comunita scientifiche, la norma morale (come istanza specifica di natura etica) venga a porsi come valore residuale, attinente in esclusiva alia
sfera individuale, surrettiziamente ininfluente sul processo di conoscenza, sia in
termini di dinamica cognitiva, sia in termini di dinamica comunitaria. Lo stesso
57 Dei molteplici riferimenti bibliografici degli autori in questione, cfr. in particolare: M. Hei
degger, Essere e tempo. L'essenza delfondamento, (1927), UTET, Torino 1969; Lettera sull'umanesimo, in M. Heidegger, Che cos'e la metafisica?, La Nuova Italia, Firenze 1953. E. Husserl, La crisi delle
scienze europee e la fenomenologia trascendentale, (1935-37), II Saggiatore, Milano 1965. E. Boutroux, Delia contingenza delle leggi della natura, (1874), Laterza, Bari 1949; Scienza e religione nella filosofia contemporanea, (1908), Mondadori, Milano 1941; La natura e lo spirito (1904-1905), e altri saggi, Carab
ba, Lanciano 1909. H. Bergson, L'evoluzione creatrice, Laterza, Bari 1957; Le due fonti della morale
e della religione, (1932), Comunita, Milano 1966, 4a ed. 58 II riferimento piu diretto e di G. Luckacs, La distruzione della ragione, (1954), Einaudi, To
rino 1974; Storia e coscienza di classe, (1923), Sugar, Milano 1970. La citazione e tratta da un colloquio con Lukacs avuto da F. Ferrarotti a Budapest, nel Novembre del 1970, e pubblicato in «La Critica
Sociologica», 17-18, 1971. Dallo stesso ambiente culturale, ma con la diretta partecipazione anche di
scienziati impegnati sul versante delle scienze fisiche e tecnologiche, e venuto fuori nel 1976 il volume di M. Cini - G. Ciccotti - M. De Maria - G. Jona - Lasimio, L'ape e I'architetto, Feltrinelli, Milano
1976, che suscito un ampio dibattito sul quale vedi M. Lelli, Marxismo, scienza, compromesso storico
(Ovvero: il ronzio fastidioso di un'ape), in «La Critica Sociologica», 38, 1976. 59 Utili ed aggiornati riferimenti sono reperibili in L. Cannavo, Sociologia della conoscenza scien
tifica, La Goliardica, Roma 1984; e in G. Statera (a cura di), La Sociologia della Scienza, Liguori, Na
poli 1978.
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172 LUIGI FRUDA
argomento sulla norma etica e piu frutto di un lavoro critico-analitico ad enfasi
destruens che di una qualche avvertita urgenza concettuale e cognitiva, interna
alle problematiche di Sociologia della scienza.
Una delle iraputazioni critiche piu frequentemente avanzate nei confronti
di Merton e proprio quella di aver ricavato quasi per intero l'insieme degli impe rativi dalla sfera del dover essere di tipo etico. La evoluzione successiva una vol
ta chiarita una delle ambiguita di fondo di Merton e dei mertoniani, e distinto
come fa Kuhn60, l'ambito normativo-metodologico dall'ambito strettamente eti
co (inteso soprattutto in chiave di utilizzazione della scienza e di formulazione
di giudizi morali), ha residuato — e non si va piu in la — l'ambito etico, ritenen
dolo scarsamente attivo — se si eccettua il dominio della comune sanzione mo
rale — nel contesto culturale e di scambi comunicativi propri delle comunita scien
tifiche. Ma, al riguardo, una piu approfondita analisi empirica sul modello gene tico del premio e della sanzione intraistituzionale ed extraistituzionale potrebbe fornirci maggiori informazioni sulla forza prescrittiva delle norme, cosi 1'analisi
piu approfondita del sistema dei fini e delle motivazioni potrebbe darci maggiori indicazioni empiriche sulla quota di latenza o di evidenza dei fattori morali. Il
dibattito fin qui ricostruito dimostra che c'e — non che ci possa essere — un
territorio dell'etica, quale insieme di concezioni riferimenti e comportamenti mo
rali, tutt'altro che residuale aH'interno delle problematiche sulla scienza, e che
la chiave di decodifica, della sua presenza nella scienza passa per una analisi piu estesa e approfondita delle strutture di condizionamenti intra ed extra istituzio
nali, endogene ed esogene. Apparirebbe molto discutibile l'assunto che ad una
visione contemporanea non assolutizzante e non statica della morale, accompa
gnasse, nel particolare ed esclusivo universo della scienza, soltanto una sfumata,
debole, forse latente presenza delle istanze morali, a fronte di una pressoche au
tonoma e specializzata normativita comunitaria portatrice di istanze di tipo eti
co che poco, pero, avrebbero a che spartire con le norme morali dominanti nel
milieu socio-culturale di appartenenza. Uno iato di tale portata e scarsamente
sostenibile, soprattutto da un punto di vista sociologico, per cui l'imputazione
andrebbe, in prima ipotesi, rapportata a una scarsa determinazione empirica, a
oggi, dei fattori morali, e probabilmente anche al radicalizzarsi di modelli con
cettuali egemoni. Gli stessi imperativi di Merton e i connessi modelli comportamentali ottativo
prescrittivi mostrano una forte, quanto poco dichiarata, enfasi morale, anche se
le indagini empiriche dei mertoniani ne delineano a netti contorni la funzione,
spesso, se non esclusivamente, idealtipica. Piu di recente l'eccessiva ansia anti
mertoniana, sommata ad alcune radicalizzazioni post-kuhniane, ha affrettatamente
prodotto una sorta di teologia laica che ben si adatterebbe alia normativita pre valente all'interno delle comunita scientifiche. Al fondo, pero, vi si scopre il vuoto
60 Th. S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, (1962), Einaudi, Torino 1970.
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EMPIRISMO LOGICO E RAZIONALISMO CRITICO 173
di scelte che rimangono ampiamente immotivate, proprio perche sganciate da dimensioni realmente etiche. Inoltre, una scarsa propensione dei ricercatori di
Sociologia della scienza ad enfatizzare componenti etiche poco accreditate dalla letteratura specialistica e quindi scarsamente soggette a incremento riprodutti vo61, ed una insufficiente operazionalizzazione empirica, ne hanno fornito, ad
oggi, deboli riscontri62. Gli orientamenti della Sociologia della scienza tendono a radicalizzare una
tale propensione; cio e indirettamente provato dalla notevole caduta di interesse
per i processi normativi dell'ethos della ricerca nella letteratura degli ultimi quindici anni63. La stessa crisi accelerata del paradigma kuhniano e l'assunzione di pro spettive sempre piu poliparadigmatiche64, se da un lato innesca un piu alto tasso di ampiezza critica nella ricostruzione dei processi cognitivi, dall'altro, svuotan do o defunzionalizzando il sistema degli imperativi mertoniani ha originato po sizioni radicali. Queste riducono ulteriormente lo spazio della normativita, nel suo complesso, e parallelamente comprimono ogni residuale valenza di normati vita di tipo etico e portano, addirittura, a respingere la legittimita di problema tiche di tipo strettamente etico neH'ambito dello specifico argomentare della So
ciologia della scienza. Eppure, nelle posizioni di Mulkay o di kuhniani come Barnes e Dolby65 la contestualizzazione storica dei sistemi normativi costituisce l'ele mento determinante, non solo per connettere scienza e societa ma anche scienza e valori sociali, legittimando proprio una problematica dell'etica anche nel domi nio specializzato della scienza e delle comunita scientifiche. Tanto piu che l'am
pliarsi delle conoscenze e la consapevole rinuncia a improponibili pretese scien tiste ci spinge necessariamente alia ricerca di significati che diano senso ad ogni impresa scientifica e alia scienza nel suo complesso.
LUIGI FRUDA
Dipartimento ai Sociologia dell'Universita degli Studi «La Sapienza» di Roma
61 Vi si puo agevolmente leggere un parallelismo con il noto effetto San Matteo illustrate da Mer ton in The Mattew Effect in Science, (in «Science», 159, 1968) secondo il quale vi e una inversa propor zionalita fra la crescita della popolarita e del successo degli scienziati "di successo" ed il peggioramento della posizione di chi si colloca al polo opposto. Lo stesso si verifica con temi e paradigmi vincenti.
62 Una recente indagine condotta da L. Cannavo (cit.) evidenzia, in riferimento ad un campio ne di ricercatori in settori tecnici, che fra gli orientamenti connotativi contenuti nelle definizioni di scienza (Teoretico generale, Esplicativo-predittivo, Pragmatico, Etico), soltanto il 3% dei soggetti in dica le connotazioni etiche.
63 Nell'ambito degli studi di cui alia nota precedente, viene condotta da L. Cannavo una rico
gnizione su 324 contributi di Sociologia della scienza in un periodo compreso fra il 1970 e il 1984. Nell'arco di tempo analizzato per la tipizzazione tematica ethos si registra un passaggio di presenza dal 20% al 1396, a fronte di un notevole incremento di interesse per le problematiche del mutamento scien tifico (dal 21% al 31%) e della comunicazione (dal 14% al 20%). L'incidenza e minore, ove si conside ri il fatto che vi si somma, all'interno, un effetto Merton, secondo una valenza che fa deN ethos della scienza una accezione, come sappiamo, notevolmente piu polivalente.
64 E il caso di B. Barnes, Conoscenza scientifica e teoria sociologica, (1974), Liguori, Napoli 1979. 65 B. Barnes - R.G.A. Dolby, The Scientific Ethos. A Deviant Viewpoint, in «Archives Euro
peennes de Sociologies XI, 1, 1970. Piu in generale, prospettive interessanti sono reperibili in J.M. Ziman, Public Knowledge. The social dimension of science, Cambridge, 1968; e Id., L'individuo in una
professione collettivizzata, in «Sociologia e Ricerca Sociale», 24, 1987.
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