10
ANNO XXXII N° 3 - 25 Gennaio 2015 1.00 EDITORIALE Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno La canonizzazione del grande missionario san Giuseppe Vaz A pag. 2 Manila: "Attente famiglie! C'é una colonizzazione ideologica che vuole distruggervi..." A pag. 3 LA TRADIZIONALE FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE A pag. 4 Terzo incontro formativo diocesano A pag. 5 FIACCOLATA CITTADINA PER LA TUTELA DEI NOSTRI DIRITTI E CONTRO LO STOCCAGGIO A pag. 7 segue a pag. 2 Carissimi, come da calendario diocesano, invitiamo tutti gli operatori di pastorale fa- miliare, in particolare quelli che si occupano di percorsi per fidanzati, e tutte le famiglie a partecipare all’Incontro che si svolgerà domenica 25 gen- naio al Biancazzurro, dalle ore 15,30 alle 18,00. Ci sarà un servizio di baby sitter. L’Incontro avrà come tematica “La preparazione al matrimonio e alla famiglia alla luce dei nuovi orientamenti pastorali della CEI”. Avremo come relatrice la psicoterapeuta Annalisa Marinoni, dell’Ufficio di Pastorale Familiare di Ravenna, che è stata membro della Commissione di stesura del documento. Vi aspettiamo con gioia e vi esortiamo a farvi porta- voce dell’invito presso altre famiglie, affinché possiamo annunciare con nuovo slancio il Vangelo del sacramento del matrimonio alle nuove genera- zioni. L’Equipe Diocesana di Pastorale Familiare BILANCIO DELLA VISITA/LA NOTA Il Papa voleva stare accanto a chi soffre In Asia ci è riuscito Tante immagini resteranno impresse ma anche le parole: "Dob- biamo imparare a piangere". Padre Federico Lombardi, dome- nica sera, conversando con i giornalisti nel far conoscere il numero delle persone che al Rizal Park e nelle strade circostanti - sei o forse sette milioni per le autorità di Manila - sottolinea che si è trattato del più grande evento nella storia dei Papi Fabio Zavattaro Il volto di una bam- bina cui commozione e lacrime impediscono di parlare. Il volto di un genitore che ha visto morire la propria figlia, colpita da un’impalcatura sradi- cata dal vento del ti- fone a Tacloban. Accanto a questi, i volti di tanti giovani, e meno giovani, che hanno seguito la celebrazione del Papa al Rizal Park, nella domenica dedicata al Santo Niño. Sono i volti ad attirare l’attenzione, volti sorridenti nonostante le difficoltà, le ferite. Volti di giovani che si mettono alla prova e ai quali Francesco racco- manda di non essere persone da museo, ma giovani sapienti, capaci di rispon- dere alle sfide del tempo, per costruire una società di giustizia, solidarietà e pace. Certo inquieta e interroga la vocina di Gyizelle Palomar 12 anni: “ci sono tanti bambini rifiutati dai loro stessi genitori, altri sono vittime di molte cose terribili come droga e prostituzione”. Poi la domanda, l’unica, dice Papa Fran- cesco, che non ha una risposta: “Perché Dio permette che accadano queste cose, anche se non è colpa dei bambini? Perché ci sono così poche persone che ci aiutano?” le lacrime interrompono le sue parole. Accanto a lei c’è Jun un ex ragazzo di strada. La sostiene con un gesto e un sorriso e insieme vanno dal Papa per un lungo abbraccio. È questa l’immagine del viaggio del Papa: la tenerezza di Francesco, il dolore dei bambini. “Solo quando siamo capaci di piangere sulle cose che ha detto Gyizelle, siamo capaci di rispondere a questa domanda”. Il valore dell’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica) in una scuola che cambia All’interno del dibattito pubblico sulla “Buona scuola” indetto dal governo, anche l’insegnamento della religione cattolica (IRC) sta di- ventando uno dei temi particolarmente sentito. Di conseguenza pare utile suggerire qualche orientamento sui modi in cui l’IRC possa es- sere ripensato e riproposto dentro il contesto scolastico attuale, senza cambiarne la conformazione concordataria. L’IRC è una forma di catechesi esercitata a scuola, come molti pen- sano? La risposta è negativa. La nuova “Intesa” fra lo Stato e la Chiesa cat- tolica (siglata nel DPR 175/2012) ribadisce che l’IRC “E’ impartito nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni, secondo indica- zioni didattiche che devono essere conformi alla dottrina della Chiesa e collocarsi nel quadro delle finalità della scuola”. L’IRC va impartito in maniera non confessionale, da presentare i con- tenuti della materia in modo scolastico, non catechetico. In questo senso frequentare l’IRC potrebbe essere utile come forma- zione culturale anche a chi, pur non essendo cattolico, vuole com- prendere la società e la cultura in cui vive. L’IRC non contrasta affatto con l’idea della tolleranza religiosa o della laicità dello Stato e anzi potrebbe diventare un laboratorio di tolleranza e di promozione della laicità secondo i valori propri della cittadinanza italiana. 2 L’IRC e la sua valenza educativa Anche se la legge permette di non avvalersi dell’IRC uscendo da scuola, la comunità cristiana non può accettare come educativa l’idea che imparare qualcosa in più e fare nulla di scolastico abbia lo stesso valore. Come genitori ed educatori che vivono il mondo della scuola, potremmo non solo promuovere la partecipazione all’IRC, ma impe- gnarci anche a sostenere le altre tre opzioni possibili ed alternative all’IRC: lo studio assistito, lo studio non assistito e l’ora di attività alternativa all’IRC. Questo, forse, potrebbe educare molti studenti a modificare l’imma- gine che si fanno, su spinta della comodità, dell’IRC come un’ora su- perflua o inutile alla loro formazione scolastica. 3 L’IRC può essere collegato al suo valore di promozione dell’in- telligenza in materia di spiritualità. L’IRC, infatti, può concorrere anche alla formazione religiosa degli alunni, ma alla maniera che è propria della scuola. A scuola ogni materia può formare religiosamente un alunno, ogni volta che qualsiasi docente insegna ai suoi alunni ad utilizzare intel- ligenza e ragione in un qualche modo li aiuta a formarsi anche reli- giosamente. Attraverso l’attività di studio della dottrina cattolica secondo le indicazioni didattiche con cui va impartito nei diversi or- dini e gradi di scuola, l’IRC sviluppa l’intelligenza degli studenti in ambito religioso, promuovendo l’accoglienza e la tolleranza verso alunni di altre culture e religioni. In questo, l’IRC si inserisce, in comunione con tutte le altre discipline senza diventare motivo di conflitti o contrasti in una scuola che forma il religioso dell’umano sviluppando l’intelligenza e il senso critico. Questi sono solo alcuni dei modi con cui si può cogliere qualche oc- casione per ripensare il valore scolastico dell’IRC oggi. L’équipe diocesana per l’IRC

Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

Citation preview

Page 1: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

ANNO XXXII N° 3 - 25 Gennaio 2015 € 1.00

EDITORIALE

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

La canonizzazione del grande missionario san GiuseppeVaz

A pag. 2

Manila: "Attente famiglie! C'é una colonizzazione ideologica

che vuole distruggervi..."

A pag. 3

LA TRADIZIONALE FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE

A pag. 4

Terzo incontro formativo diocesano

A pag. 5

FIACCOLATA CITTADINA PER LATUTELA DEI NOSTRI DIRITTI E

CONTRO LO STOCCAGGIO

A pag. 7

segue a pag. 2

Carissimi,come da calendario diocesano, invitiamo tutti gli operatori di pastorale fa-miliare, in particolare quelli che si occupano di percorsi per fidanzati, etutte le famiglie a partecipare all’Incontro che si svolgerà domenica 25 gen-naio al Biancazzurro, dalle ore 15,30 alle 18,00. Ci sarà un servizio di babysitter. L’Incontro avrà come tematica “La preparazione al matrimonio ealla famiglia alla luce dei nuovi orientamenti pastorali della CEI”.Avremo come relatrice la psicoterapeuta Annalisa Marinoni, dell’Ufficio diPastorale Familiare di Ravenna, che è stata membro della Commissione distesura del documento. Vi aspettiamo con gioia e vi esortiamo a farvi porta-voce dell’invito presso altre famiglie, affinché possiamo annunciare connuovo slancio il Vangelo del sacramento del matrimonio alle nuove genera-zioni. L’Equipe Diocesana di Pastorale Familiare

BILANCIO DELLA VISITA/LA NOTA

Il Papa voleva stare accanto a chi soffreIn Asia ci è riuscitoTante immagini resteranno impresse ma anche le parole: "Dob-biamo imparare a piangere". Padre Federico Lombardi, dome-nica sera, conversando con i giornalisti nel far conoscere ilnumero delle persone che al Rizal Park e nelle strade circostanti- sei o forse sette milioni per le autorità di Manila - sottolinea chesi è trattato del più grande evento nella storia dei PapiFabio Zavattaro

Il volto di una bam-bina cui commozionee lacrime impedisconodi parlare. Il volto diun genitore che havisto morire la propriafiglia, colpita daun’impalcatura sradi-cata dal vento del ti-fone a Tacloban.Accanto a questi, i volti di tanti giovani, e meno giovani, che hanno seguito lacelebrazione del Papa al Rizal Park, nella domenica dedicata al Santo Niño.Sono i volti ad attirare l’attenzione, volti sorridenti nonostante le difficoltà, leferite. Volti di giovani che si mettono alla prova e ai quali Francesco racco-manda di non essere persone da museo, ma giovani sapienti, capaci di rispon-dere alle sfide del tempo, per costruire una società di giustizia, solidarietà epace. Certo inquieta e interroga la vocina di Gyizelle Palomar 12 anni: “ci sonotanti bambini rifiutati dai loro stessi genitori, altri sono vittime di molte coseterribili come droga e prostituzione”. Poi la domanda, l’unica, dice Papa Fran-cesco, che non ha una risposta: “Perché Dio permette che accadano questecose, anche se non è colpa dei bambini? Perché ci sono così poche personeche ci aiutano?” le lacrime interrompono le sue parole. Accanto a lei c’è Junun ex ragazzo di strada. La sostiene con un gesto e un sorriso e insieme vannodal Papa per un lungo abbraccio.

È questa l’immagine del viaggio del Papa: la tenerezza di Francesco, il doloredei bambini. “Solo quando siamo capaci di piangere sulle cose che ha dettoGyizelle, siamo capaci di rispondere a questa domanda”.

Il valore dell’IRC (Insegnamento della Religione Cattolica)

in una scuola che cambiaAll’interno del dibattito pubblico sulla “Buona scuola” indetto dalgoverno, anche l’insegnamento della religione cattolica (IRC) sta di-ventando uno dei temi particolarmente sentito. Di conseguenza pareutile suggerire qualche orientamento sui modi in cui l’IRC possa es-sere ripensato e riproposto dentro il contesto scolastico attuale, senzacambiarne la conformazione concordataria.

L’IRC è una forma di catechesi esercitata a scuola, come molti pen-

sano?

La risposta è negativa. La nuova “Intesa” fra lo Stato e la Chiesa cat-tolica (siglata nel DPR 175/2012) ribadisce che l’IRC “E’ impartito

nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni, secondo indica-

zioni didattiche che devono essere conformi alla dottrina della

Chiesa e collocarsi nel quadro delle finalità della scuola”.L’IRC va impartito in maniera non confessionale, da presentare i con-tenuti della materia in modo scolastico, non catechetico.In questo senso frequentare l’IRC potrebbe essere utile come forma-zione culturale anche a chi, pur non essendo cattolico, vuole com-prendere la società e la cultura in cui vive.L’IRC non contrasta affatto con l’idea della tolleranza religiosa odella laicità dello Stato e anzi potrebbe diventare un laboratorio ditolleranza e di promozione della laicità secondo i valori propri dellacittadinanza italiana.2 L’IRC e la sua valenza educativaAnche se la legge permette di non avvalersi dell’IRC uscendo dascuola, la comunità cristiana non può accettare come educativa l’ideache imparare qualcosa in più e fare nulla di scolastico abbia lo stessovalore. Come genitori ed educatori che vivono il mondo della scuola,potremmo non solo promuovere la partecipazione all’IRC, ma impe-gnarci anche a sostenere le altre tre opzioni possibili ed alternativeall’IRC: lo studio assistito, lo studio non assistito e l’ora di attivitàalternativa all’IRC. Questo, forse, potrebbe educare molti studenti a modificare l’imma-gine che si fanno, su spinta della comodità, dell’IRC come un’ora su-perflua o inutile alla loro formazione scolastica.3 L’IRC può essere collegato al suo valore di promozione dell’in-

telligenza in materia di spiritualità.

L’IRC, infatti, può concorrere anche alla formazione religiosa deglialunni, ma alla maniera che è propria della scuola. A scuola ogni materia può formare religiosamente un alunno, ognivolta che qualsiasi docente insegna ai suoi alunni ad utilizzare intel-ligenza e ragione in un qualche modo li aiuta a formarsi anche reli-giosamente. Attraverso l’attività di studio della dottrina cattolicasecondo le indicazioni didattiche con cui va impartito nei diversi or-dini e gradi di scuola, l’IRC sviluppa l’intelligenza degli studenti inambito religioso, promuovendo l’accoglienza e la tolleranza versoalunni di altre culture e religioni. In questo, l’IRC si inserisce, in comunione con tutte le altre disciplinesenza diventare motivo di conflitti o contrasti in una scuola che formail religioso dell’umano sviluppando l’intelligenza e il senso critico.Questi sono solo alcuni dei modi con cui si può cogliere qualche oc-casione per ripensare il valore scolastico dell’IRC oggi.

L’équipe diocesana per l’IRC

Page 2: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

Anno XXXII

25 Gennaio 2015

2PAG

Continua dalla prima pagina

Parola del SignoreTERZA DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO B

FAMMI CONOSCERE, SIGNORE, LE TUE VIE

Dal VANGELO secondo MARCO

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio ediceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo".Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentregettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: "Seguitemi, vi farò di-ventare pescatori di uomini". E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre,vide sulla barca anche Giacomo di Zebedéo e Giovanni suo fratello mentre riassettavanole reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedéo sulla barca con i garzoni, lo se-guirono. (MARCO 1,14-20)

"Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". Gesù, il Si-gnore, ancora una volta, si rivolge a noi in maniera pressante per avvisarci, per ammonircicirca il nostro stile di vita e le scelte che dobbiamo compiere. Sono ben quattro le frasi inseritenell’ammonimento: il tempo è arrivato, si è fatto breve poiché il Regno di Dio è in mezzo avoi, è arrivato il tempo della vostra conversione, che dovete attuare (credere al vangelo) attra-verso la messa in pratica degli insegnamenti del vangelo. Le prime due frasi riguardano la ri-velazione da parte di Dio, sono opera del Signore, le seconde due, sono le opere che l’uomoè chiamato a compiere in risposta alle sollecitazioni di Dio. In pratica è come se ci trovassimodi fronte alla scena di una mamma che dopo aver premurosamente invitato il figlio a fare qual-cosa, lo sollecita, lo incalza perché il figlio gli dia una risposta positiva, attraverso il compi-mento di opere e non solo attraverso parole. Il Signore come padre amoroso ci richiama, ci

sollecita a scegliere una dimensione di vita più vera, più essenziale,ci ricorda che l’unico modo di vivere questo “nostro” tempo dellastoria è un vissuto più vicino alla nostra realtà di persone di pas-saggio in questo mondo. Ci invita a riflettere sul nostro essere de-stinati ad una vita futura ben più importante della presente, per cuidovremmo veramente sentirci per quello che siamo, cioè dei pelle-grini in viaggio. Pellegrini che hanno come meta la patria del cielo,mentre il tempo della nostra vita terrena è un tempo di pellegrinag-

gio, potremmo dire di preparazione a una vita futura che non finirà mai. Come ci ricorda l’autoredella Lettera agli Ebrei (Cap. 13 vers. 14) “Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamoquella futura”. Ecco, questo è il senso dell’ invito che ci viene oggi rivolto dal Signore Gesù, "Iltempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo". Non dovete viverecome se non doveste mai morire, ma vivete “bene” con questa consapevolezza. E’ un invito a darealla nostra vita uno sbocco eterno, adeguando la nostra scala dei valori; a trafficare nella nostravita quotidiana, a darci da fare, ma tenendo presente che tutto quello che facciamo deve esseretrasfigurato dalla speranza e dall’amore che devono guidare i nostri passi. L’amore e la speranzadevono essere i fari, i riferimenti del nostro agire e del nostro pensare, seguendo loro arriveremoalla patria celeste, traguardo ultimo del nostro vivere da cristiani. Perché in questo consiste l’attuareil richiamo di Gesù: “SEGUITEMI”, vivere ispirando il proprio comportamento a quel comanda-mento nuovo che il Signore ci ha donato: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Chiediamoal Signore di farci sentire sempre la sua presenza per aiutarci a stargli dietro nel cammino verso ilRegno. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZALA VITA CRISTIANA È UNA CONVERSIONE CONTINUA (T. Goffi)

CREDERE E’ AMARE CRISTO,AMARE CRISTO E’ SEGUIRLO SULLA SUA STRADA (ANONIMO)

Aveva già incontratogli ex ragazzi distrada, Francesco,nella comunità che sitrova accanto alla cat-tedrale. Con loro hatrascorso alcuni mo-menti molto intensi,nei quali è stato piùl’ascolto, il silenzioad avere spazio. Fran-cesco è il Papa del-l’ascolto, che grida ilsuo no allo sfruttamento dei poveri, dei bambini, degli ultimi. Grida il suo no allacompassione mondana, alla moneta tolta dalla tasca per mettersi a posto con la co-scienza: “se Cristo avesse avuto questa compassione, avrebbe aiutato tre o quattropersone e poi sarebbe tornato al Padre”. Dobbiamo imparare a piangere, affermaancora, quando vediamo un bambino che ha fame, drogato, senza casa, abusato,usato e reso schiavo. Chi non sa piangere non è un buon cristiano. Così ai 30milagiovani, che incontra all’università di san Tommaso, dice: nel computer troveretetutte le risposte, ma nessuna vera sorpresa. Lasciatevi sorprendere da Dio.L’altro volto è quello del papà della giovane volontaria. Era la sua unica figlia, con-tenta di lavorare per la messa del Papa. Il tifone ha spazzato via la sua vita, comel’altro ancor più forte quattordici mesi fa, ha spazzato via tutto a Tacloban, case evite umane: poco più di sei mila; 1.700 i dispersi.Dolore che Francesco ha visto anche a Madhu, nello Sri Lanka, un santuario testi-mone di una lunga guerra civile tra governo centrale e popolazione Tamil, durata26 anni, e di tanta solidarietà tra appartenenti a religioni diverse. La zona antistante

il santuario, 160 ettari, finoal 2008 ha accolto migliaiadi profughi, fuggiti dallezone del conflitto. Sono pro-prio le religioni che assiemeposso aiutare a superare di-visioni e contrapposizioni.Lo dice chiaramente ai lea-der religiosi Francesco, ri-cordando, come siaaberrante portare guerra e

violenze in nome di Dio. Lo ripete anche ai giornalisti, nel volo tra Sri Lanka e Fi-lippine. Parla dei fatti di Parigi, Francesco, per ribadire che sia la libertà religiosa,sia quella di espressione sono due diritti fondamentali, ma hanno un limite, nel ri-spetto dell’altro; sono sì due diritti, ma la libertà dell’uno finisce dove inizia la li-bertà dell’altro. Francesco aveva detto che il suo voleva essere un viaggio per stareaccanto alle persone che hanno sofferto, ai poveri, perché povertà, ignoranza e cor-ruzione sfigurano il mondo. Ma certamente le folle che hanno accompagnato ilPapa nei suoi appuntamenti, il calore con il quale è stato accolto a Colombo e aManila non sono cose di tutti i giorni. Padre Federico Lombardi, domenica sera,conversando con i giornalisti nel far conoscere il numero delle persone che al RizalPark e nelle strade circostanti - sei o forse sette milioni per le autorità di Manila -sottolinea che si è trattato del più grande evento nella storia dei Papi.

Questa è la magnifica profezia che abbiamoascoltato nella prima Lettura di oggi. Isaia pre-dice l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo sinoai confini della terra. Questa profezia ha un si-gnificato speciale per noi che celebriamo la ca-nonizzazione del grande missionario delVangelo san Giuseppe Vaz. Come innumerevolialtri missionari nella storia della Chiesa, egli harisposto al comando del Signore risorto di farediscepoli tutti i popoli (cfrMt28,19). Con le sueparole, ma soprattutto con l’esempio della suavita, ha condotto il popolo di questo Paese allafede che ci concede «l’eredità fra tutti quelliche da lui sono santificati» (At 20,32). In sanGiuseppe vediamo un segno eloquente dellabontà e dell’amore di Dio per il popolo dello SriLanka. Ma in lui vediamo anche uno stimolo aperseverare nella via del Vangelo, a crescere noistessi in santità, e a testimoniare il messaggioevangelico di riconciliazione al quale egli hadedicato la sua vita. Sacerdote Oratoriano, dalla sua natiaGoa, san Giuseppe Vaz arrivò in questo Paese, ispirato dazelo missionario e da un grande amore per queste popola-zioni. A causa della persecuzione religiosa in atto, si vestivacome un mendicante, adempiva ai suoi doveri sacerdotali in-contrando in segreto i fedeli, spesso di notte. I suoi sforzihanno dato forza spirituale e morale alla popolazione catto-lica assediata. Egli ebbe un particolare desiderio di servire imalati e i sofferenti. Il suo ministero con gli infermi, duranteun’epidemia di vaiolo a Kandy, fu così apprezzato dal re, chegli fu concessa maggiore libertà di esercitare il ministerostesso. Da Kandy poté raggiungere altre zone dell’isola. Siconsumò nel lavoro missionario e morì, esausto, all’età dicinquantanove anni, venerato per la sua santità. San GiuseppeVaz continua ad essere un esempio e un maestro per molteragioni, ma ne vorrei focalizzare tre. Innanzitutto, egli fu unsacerdote esemplare. Qui oggi con noi ci sono molti sacer-doti, religiosi e religiose, i quali, come Giuseppe Vaz, sonoconsacrati al servizio del Vangelo di Dio e al prossimo. In-coraggio ognuno di voi a guardare a san Giuseppe come auna guida sicura. Egli ci insegna ad uscire verso le periferie,per far sì che Gesù Cristo sia conosciuto e amato ovunque.Egli è anche esempio di paziente sofferenza per la causa delVangelo, di obbedienza ai superiori, di amorevole cura per laChiesa di Dio (cfr At 20,28). Come noi, egli è vissuto in unperiodo di rapida e profonda trasformazione; i cattolici eranouna minoranza e spesso divisa all’interno; si verificavanoostilità, perfino persecuzioni, all’esterno. Ciò nonostante, poi-ché egli fu costantemente unito nella preghiera al Signorecrocifisso, fu in grado di diventare per tutta la popolazioneun’icona vivente dell’amore misericordioso e riconciliante diDio.

In secondo luogo, san Giuseppe ci ha mo-strato l’importanza di superare le divisionireligiose nel servizio della pace. Il suo in-diviso amore per Dio lo ha aperto al-l’amore per il prossimo; egli ha dedicato ilsuo ministero ai bisognosi, chiunque e do-vunque essi fossero. Il suo esempio conti-nua oggi ad ispirare la Chiesa in Sri Lanka.Essa volentieri e generosamente serve tuttii membri della società. Non fa distinzionedi razza, credo, appartenenza tribale, con-dizione sociale o religione nel servizio cheprovvede attraverso le sue scuole, ospedali,cliniche e molte altre opere di carità. Essanon chiede altro che la libertà di portareavanti la sua missione. La libertà religiosaè un diritto umano fondamentale. Ogni in-dividuo dev’essere libero, da solo o asso-ciato ad altri, di cercare la verità, diesprimere apertamente le sue convinzioni

religiose, libero da intimidazioni e da costrizioni esterne.Come ci insegna la vita di Giuseppe Vaz, l’autentica adora-zione di Dio porta non alla discriminazione, all’odio e allaviolenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispettoper la dignità e la libertà degli altri e all’amorevole impegnoper il benessere di tutti. Infine, san Giuseppe ci offre un esem-pio di zelo missionario. Nonostante fosse giunto a Ceylon persoccorrere e sostenere la comunità cattolica, nella sua caritàevangelica egli arrivò a tutti. Lasciandosi dietro la sua casa,la sua famiglia, il conforto dei suoi luoghi familiari, egli ri-spose alla chiamata di partire, di parlare di Cristo dovunquesi recasse. San Giuseppe sapeva come offrire la verità e labellezza del Vangelo in un contesto multi-religioso, con ri-spetto, dedizione, perseveranza e umiltà. Questa è la stradaanche per i seguaci di Gesù oggi. Siamo chiamati ad "uscire"con lo stesso zelo, con lo stesso coraggio di san Giuseppe,ma anche con la sua sensibilità, con il suo rispetto per gli altri,con il suo desiderio di condividere con loro quella parola digrazia (cfrAt 20,32) che ha il potere di edificarli. Siamo chia-mati ad essere discepoli missionari. Cari fratelli e sorelle,prego che, seguendo l’esempio di san Giuseppe Vaz, i cri-stiani di questo Paese possano essere confermati nella fede edare un contributo ancora maggiore alla pace, alla giustizia ealla riconciliazione nella società srilankese. Questo è quantoCristo si aspetta da voi. Questo è quanto san Giuseppe vi in-segna. Questo è quanto la Chiesa vi chiede. Vi affido tutti allepreghiere del nostro nuovo Santo, affinché, in unione contutta la Chiesa sparsa per il mondo, voi possiate cantare uncanto nuovo al Signore e proclamare la sua gloria fino ai con-fini della terra. Perché grande è il Signore e degno di ognilode (cfrSal 96,1-4)! Amen.

Il Papa voleva stare accanto a chi soffreIn Asia ci è riuscito

Papa Francesco in Sri Lanka

La canonizzazione del grande missionario del Vangelo san Giuseppe Vaz (1651-1711)«Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio» (Is 52,10).

Page 3: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

3Anno XXXII

25 Gennaio 2015 PAG

Le Beatitudini e i rispettivi Guai sui poveri,affamati, piangenti, fanno nascere molte do-mande, quali: a chi erano in origine indirizzati iGuai? qual è il pensiero del Nuovo Testamentoe di Luca sulla ricchezza?

1. I Guai. Luca mette in successione Bea-titudini e Guai. Probabilmente nella fonte eranocosì. Ecco alcuni argomenti. Il testo viene intro-dotto con un «ma». plén, avversativo, che fa so-spettare che quanto segue - «Ma guai a voi,ricchi… (6,24-25) - è destinato non ai discepolilì presenti, ma ad altri. Infatti, dopo i Guai, 6,24-26, Luca riprende il discorso in modo piuttostogoffo con: «Ma a voi che ascoltate, io dico:amate …» (6,27); cioè ritorna ai «suoi disce-poli» di 6,20; quindi i Guai dei vv 24-25 eranopersone diverse dai discepoli e che non stavanoascoltando. Ancora. Lc aveva informato che nelluogo pianeggiante dove Gesù si era fermato,oltre i discepoli, c’era«gran moltitudine digente da tutta la Giu-dea, da Gerusalemme edal litorale di Tiro e diSidone» venuta perascoltarlo (6,17);quindi, ebrei e paganidi varia provenienza edi varia mentalità.Forse Luca vuole sug-gerire di ricercare tra alcuni di questi gruppi idestinatari dei Guai. D’altra parte Luca non hainventato i Guai, perché la sua indole mite nonlo portava in quella direzione. Li ha quindi tro-vati nella sua fonte letteraria, li ha ritoccati e liha riprodotti nel suo scritto per il loro valore pe-renne e anche per sottolineare con essi, in nega-tivo, il messaggio positivo delle Beatitudini.

2. La ricchezza: nel fondo comune dei Si-

nottici. I Sinottici dicono concordemente che laricchezza può ostacolare sul serio l’accoglienzadella Parola di Dio. Caso emblematico è quellodi quel (giovane) ricco, ricordato da tutti e tre iSinottici, che rifiuta di seguire Cristo perché nonsi sente di staccarsi dalle sue ricchezze (Mt19,16-22; Mc 10,17-22; Lc 18,18-23). Dopoquel rifiuto, Gesù fa gravi considerazioni sui ric-chi: «Difficilmente un ricco entrerà nel regnodei cieli…» dai tre Sinottici (Mt 19,23ss e pa-ralleli).

3. Il dio denaro. Ben altra cosa è quando laricchezza prende il posto di Dio stesso e diventail dio «mammona» (solo in Mt 6,24 e Lc 16,13).In questo caso essa sbarra la via alla salvezzaperché «nessun fornicatore, o impuro, o avaro

– cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno diCristo e di Dio» (Ef 5,5); per cui viene chiesto:«Fate morire ciò che appartiene alla terra:… equella cupidigia che è idolatria» (Col 3,5). An-cora. «Quelli che vogliono arricchirsi, cadononella tentazione, nell’inganno di molti desideriinsensati e dannosi, che fanno affogare gli uo-mini nella rovina e nella perdizione. L’aviditàdel denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi

da questo desiderio, alcuni hanno deviato dallafede e si sono procurati molti tormenti» (1Tm6,9-10). I ricchi «facciano del bene, si arricchi-scano di opere buone, siano pronti a dare e acondividere» (f 6,17-18; cf. Tt 3,6; Gc 1,10).

4. La posizione di Luca. Luca condividequesto atteggiamento critico e preoccupatoverso la ricchezza e i ricchi. In sintonia con Mte Mc riporta lo slogan paradossale che Gesùpronuncia riflettendo su quel ricco che aveva ri-fiutato la sua chiamata: «È più facile infatti perun cammello passare per la cruna di un ago, cheper un ricco entrare nel regno di Dio!» (18,25).Luca riporta anche la reazione degli uditori: «Echi può essere salvato?», come il ridimensiona-mento della frase da parte di Gesù: «Ciò che èimpossibile agli uomini, è possibile a Dio»(18,26.27). Quindi, come Mt e Mc. Lc condi-vide il pericolo della ricchezza in quanto crea

la sordità spirituale; d’al-tra parte, ancora comeMt e Mc, non condannasimpliciter ricchi e ric-chezza.

E’ tuttavia vero cheLc ha frasi con le qualesembra che la povertàassoluta sia il prelimi-nare necessario per en-trare nella fede cristiana.

Egli coglie dalla bocca di Gesù questa afferma-zione, completamente slegata dal contesto:«Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoiaveri, non può essere mio discepolo» (14,33).Viene da pensare che qui Luca è influenzatodalla prima esperienza della chiesa di Gerusa-lemme, quando «la moltitudine di coloro cheerano diventati credenti aveva un cuore solo eun’anima sola e nessuno considerava sua pro-

prietà quello che gli apparteneva, ma fra lorotutto era comune» (At 4,32). Inoltre, egli sa chela rinuncia affettiva di tutti i propri beni può di-ventare effettiva in caso di persecuzione che co-stringe a lasciare tutto e a emigrare. La «violentapersecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme»comportò questo: «Tutti, ad eccezione degliapostoli, si dispersero nelle regioni della Giudeae della Samaria» (At 8,1). Inoltre Lc ci offreanche questo paradosso. Da una parte presentagli avversari di Gesù come ricchi e deridenti. «Ifarisei, che erano attaccati al denaro, ascolta-vano tutte queste cose e si facevano beffe di lui»(16,14); d’altra parte Gesù ha come amici alcunifarisei e mangia con loro: «Mentre stava par-lando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò esi mise a tavola» (11,37). La cosa si ripete in unaltro sabato (14,1), ma Gesù non condanna perprincipio né il capo, né il suo benessere.

Rimanga nella nostra mente questo presepelucano: Maria «diede alla luce il suo figlio pri-mogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una

mangiatoia, perché per loro non c’era posto

nell’alloggio» (Lc 2,7). [email protected]

Alcune note sulle Beatitudini secondo Luca39. I DEStInatarI DEI “GUaI”. IL Fatto DELLa rICCHEZZa

DomEnICa 25 GEnnaIo

Ore 11.00 San Benedetto Tr. Chiesa S. Benedetto Martire: S. Messa per il Concerto Bandistico “San Benedetto del Tronto”

Ore 12.00 Sala polivalente Caritas: S. Messa per l’UCSI

Ore 15.45 Suore Battistine: Ritiro per l’USMI

GIoVEDì 29 - Sabato 31 GEnnaIo

Brescia Convegno su Paolo VI

DomEnICa 1 FEbbraIo

Ore 11.00 Grottammare Parrocchia S. Pio V: Ingresso del nuovo Parroco don Giorgio Carini

Ore 17.30 San Benedetto Tr. Cattedrale: S. Messa (Giornata per la vita

e della vita consacrata)

Impegni Pastorali del Vescovo DAL 25 GENNAIO AL 1 FEbbRAIO 2015

"Attente famiglie! C'é una colonizzazioneideologica che vuole distruggervi..." Grande partecipazione all'incontro del Papa con le famiglie di Manila. Nella sua

omelia, in gran parte a braccio, Francesco invita a riposare, per poi agire ed essere

voce profetica nel mondo (Pubblichiamo una sintesi)

Un’accoglienza da rockstar quella riservata aBergoglio dalle famiglie filippine riunite ingran numero nel "Mall of Asia Arena" di Ma-nila. Dell’intero viaggio nell’arcipelago l’in-contro nel Palazzo dello Sport è sicuramentel’appuntamento più emozionante e parteci-pato…si è aperta quindi la Liturgia della Pa-rola, con la lettura del brano evangelico sullafuga in Egitto e i due sogni di Giuseppe, dalquale Bergoglio ha tratto le tre parole-chiavedella sua lunga omelia: riposare, alzarsi e es-sere voce profetica. Riposare nel senso di fare“una sosta” tra i numerosi doveri e le attività quotidiane e, come San Giuseppe, raccogliersi nel silenziodel proprio cuore per comprendere la volontà di Dio. …insiste, anche perché "tante difficoltà nellavita del matrimonio si risolvono se diamo spazio al sogno, per sognare il nostro coniuge e sogniamole sue buone qualità. Non smettere di avere l'illusione di essere ancora fidanzati e fidanzate!". Questo'sognare' si realizza nel riposo: esso, riprende il Papa, oltre che per la salute della mente e del corpo,è “essenziale” per la salute spirituale, perché ci aiuta “a preparare una casa per Gesù”, nei propri cuori,nelle famiglie, nelle parrocchie e nelle comunità. Per far ciò bisogna però pregare ogni giorno, sotto-linea Francesco: “Ma voi potreste dirmi: Santo Padre, io vorrei pregare, ma c’è tanto lavoro da fare!

Devo prendermi cura dei miei figli; ho i doveri di casa; sono troppo stanco perfino per dormire

bene…”. “Questo è vero”, ammette, tuttavia senza preghiera “non conosceremo mai la volontà di Dioper noi” e, soprattutto, “concluderemo davvero poco”. Le famiglie in particolare sono chiamate a pre-gare. Perché è proprio in famiglia che “arriviamo a conoscere Dio, a crescere come uomini e donnedi fede, a sentirci membri della più grande famiglia di Dio, la Chiesa”, rimarca il Papa. Inoltre, “nellafamiglia – prosegue - impariamo ad amare, a perdonare, ad essere generosi e aperti e non chiusi edegoisti. Impariamo ad andare al di là dei nostri bisogni, ad incontrare gli altri e a condividere la nostravita con loro”.  Quindi pregare è il primo compito. Ma dopo questo momento “di pausa” dobbiamo“scuoterci dal nostro sonno” e “alzarci e agire”. Perché “la fede non ci toglie dal mondo, ma ci inse-risce più profondamente in esso”, afferma il Santo Padre… Staccandosi ancora dal testo scritto, Fran-cesco dichiara spontaneamente la sua devozione per il padre putativo di Gesù, "uomo forte e disilenzio". "Nel mio scrittoio - racconta - ho un'immagine di San Giuseppe che dorme e dormendo cu-stodisce la Chiesa. Sì, lo fa. E quando ho un problema, una difficoltà scrivo un piccolo biglietto e lometto sotto la statua di San Giuseppe, perché lo sogni, cioè perché preghi per questo problema". A

proposito di problemi, il Pontefice ne mette in guardia da uno inparticolare, pronunciando uno dei passaggi più significativi del-l'intero discorso. "Attenti - dice - alle colonizzazioni ideologicheche vogliono distruggere la famiglia, che non nascono dal sogni,dalla preghiera, dall'incontro con Dio, dalla missione che Dio ciha dato. Vengono da fuori, per questo dico che sono colonizza-zioni". Allora, "non perdiamo la libertà che Dio ci ha dato, lamissione della famiglia! Così come i nostri popoli in un certomomento della storia hanno maturato la decisione di dire no adogni tipo di colonizzazione politiche, come famiglie dobbiamoessere molto sagaci, forti nel dire no a qualsiasi intento di colo-nizzazione ideologica sulla famiglia...".  I pericoli, infatti, sonotanti, ancora di più sono i “pesi" che gravano sulla vita delle fa-miglie. Specie nelle Filippine, dove - osserva Papa Francesco -molte persone soffrono per le conseguenze dei disastri naturali oper la situazione economica che ha provocato “la frammenta-zione delle famiglie con l’emigrazione e la ricerca di un im-piego”. Fin troppe persone vivono in estrema povertà, intanto

altri “vengono catturati dal materialismo e da stili di vita che annullano la vita familiare e le più fon-damentali esigenze della morale cristiana”. A ciò si aggiungono poi problematiche come “relativismo,cultura dell’effimero, mancanza di apertura alla vita”. Soffermandosi su quest'ultimo punto, il Paparievoca con la mente Paolo VI, il quale - dice a braccio - "nel momento in cui gli si propose il problemadella crescita della popolazione, volle difendere l'apertura alla vita della famiglia. Lui sapeva le dif-ficoltà che c'erano nelle famiglie, per questo era così misericordioso con i casi particolari e nelle suaenciclica (l'Humanae Vitae, ndr) chiese al confessori di essere molto comprensivi e misericordiosi".Montini "guardò avanti, ai popoli della terra, e vide questa minaccia della distruzione della famigliaattraverso la privazione dei figli. Paolo VI era coraggioso, era un buon pastore, e ha avvertito le suepecore del lupo che stava arrivando. Oggi ci benedica dal Paradiso". Di Salvatore Cernuzio

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

Via Forte - S. Benedetto del Tr. (AP) REGISTRAZIONE TRIB. DI AScOLI PIcENO N. 211 del 24/5/1984

DIR. RESPONSABILE: Pietro Pompei [email protected] REDAZIONE E AMM.NE 63074 S. Benedetto Tr. (AP) Via Forte, 16 - Tel. 0735 581855 (int. 2-5)

e-mail: [email protected] C.C.P. n. 11886637, intestato a L’ANCORA - Causale abbonamento

Impaginazione e stampa: Linea Grafica Srl - Tel. 0735 702910 - centobuchi (AP) - E-mail: [email protected] Il sito della Diocesi www.diocesisbt.it

[email protected]

Facebook: Ancora On Line

Page 4: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

I

INSERTOPAG

Eccellenza reverendissima, carissimo don Dino:

un saluto sincero e affettuoso a nome di tutta la Comunità parrocchiale di Madonna della Speranza e del suo Consiglio Pastorale. Il nostro primo e sentito ringraziamento va al Signore che ci dona di viverequesto momento di Grazia, segno della Sua presenza viva in mezzo a noi.Con la certezza che è dunque Dio che ci guida e come Padre amorevole ci accompagna verso nuove strade, salutiamo con affetto e gratitudine il nostro Vescovo per la Sua presenza ed il Suo abbraccio in questo momento così importante e delicato per la nostra Parrocchia. Sappiamo che lo Spirito di Dio, Verità e Sapienza, ha scelto e parlato al suocuore di noi. Grazie dunque Eccellenza per aver risposto già Lei prima ditutti alla chiamata di Dio. Certo non le nascondiamo che all’inizio ci siamosentiti smarriti, un po’ confusi, tristi… ma abbiamo fatto nostra la speranza racchiusa nelle parole di Isaia “Perché imiei pensieri non sono i vostri pensieri; le vostre vie nonsono le mie vie”. Ed è con questa consapevolezza mista anostalgica malinconia che salutiamo il nostro caro don Anselmo, al quale confermiamo i nostri sentimenti diamicizia e sincera gratitudine e porgiamo gli auguri piùsinceri per la sua nuova missione pastorale: sia essa sempre feconda di ogni bene e segno della presenza viva diGesù. Uniti nella misericordia ed amore infiniti del nostroDio ci rivolgiamo ora a te, carissimo don Dino, e ti ringraziamoper aver accettato l’invito di sua Eccellenza a diventare il nostronuovo Pastore. Anche noi oggi con gioia ripetiamo “Benedettocolui che viene nel nome del Signore” e ti porgiamo i nostri più affettuosi saluti, accogliendoti con affetto e calore nella nostracasa, già anche un po’ tua, quando, nel lontano 22 agosto 2002, eri presente alla posa della prima pietra.Ricordi don Dino di aver firmato la pergamena poi arrotolata ecollocata all’interno di quella roccia posta a fondamento dellanuova Chiesa? (A proposito, perdoni Eccellenza il fuori pro-gramma, ma come mai don Dino eri presente lì quel giorno???.....)Oggi il disegno di Dio, già allora così sapientemente delineato, si compie.Con te pregheremo e per te pregheremo affinché tutto il tuo impegno e letue fatiche possano servire ad edificare sempre più la nostra Chiesa e i semiche getterai portino sempre più frutti. Da parte nostra non ti faremo maimancare la nostra affettuosa collaborazione per continuare a coltivare insieme il Vangelo di Cristo nel cammino che tu ci indicherai. Ti auguriamo dunque dal profondo del cuore che tu possa incarnare le parole che il Santo curato d’Ars amava ripetere: “Un buon Pastore è ilpiù grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una Parrocchia”. Benvenuto don Dino e che il Signore e Maria, Madre della Chiesa e Madonna della Speranza, ti assistano sempre e aiutino tutti noi a costruireinsieme una sola ed autentica famiglia di fede e di amore.

Stefania Bruglia a nome della Comunità parrocchiale

17 Gennaio 2015 - Grottammare

Parrocchia Madonna della Speranza

don Dino PirriPARROCO

Nel blog di don Dino troviamo:

Appunti di un PellegrinoDa oggi parroco

Oggi ho varcato la soglia di questa bella Chiesa, come unpellegrino che cammina verso un Regno che non è diquesto mondo.E che ora fa tappa qui, finché Il Signore vuole.Come un servo e non come il padrone, per annunciare il

Vangelo di Gesù a tutti. Per incontrare tutti.Quelli che sono dentro e quelli di fuori. Affinché da dentro si abbia ilcoraggio di uscire e qualcuno da fuori possa trovare il gusto di entrare.E chiunque possa sentirsi come a casa.Eccomi, nell'obbedienza e con gratitudine insieme.Obbedienza e gratitudine allo Spirito Santo che soffia dove vuole;al Vescovo che è nostro pastore;alla comunità della Madonna della Speranza e di San Martino, che im-

parerò a conoscere e che già amo.Gratitudine anche a don Anselmo e a don Pietro che con sapienza hannoguidato questa comunità prima di me.Gratitudine a tutti coloro che in questi anni mi hanno accompagnato: lamia famiglia, tanti amici, la mia parrocchia di origine della SantissimaAnnunziata, le Clarisse del monastero "Santa Speranza", la famiglia del-l'Azione Cattolica, che qui è rappresentata dal presidente nazionale Mat-teo Truffelli e dalla responsabile nazionale dell'acr Teresa Borrelli.Il 22 agosto 2002, quando fu posata la prima pietra di questa chiesa, ioc'ero e dissi a don Anselmo: costruisci una bella chiesa che poi ci vengoa fare il parroco.Se i miei desideri si realizzano così, stasera ho un'altra richiesta da farea Dio: essere un parroco buono. Secondo il suo Cuore di Padre.

Page 5: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

IIPAG

INSERTO

All’inizio di questa celebrazione, a nome della comunità cristianache vive alla Santissima Annunziata vorrei dire tre “grazie”:Grazie al Signore, che ci ha donato giorni dove abbiano potutoriscoprire il valore dell’ecclesialità nella fiducia alla chiesa;Grazie al nostro vescovo Carlo, che con il suo ministero dona alla nostra comunità parrocchiale un nuovo parroco;Grazie ai fratelli della comunità della Madonna della Speranzapresenti a questa celebrazione eucaristica.Oggi tutta la comunità riunita in questa nostra Chiesa dà il benvenuto ed il saluto più affettuoso e sincero al nostronuovo parroco don Anselmo.Carissimo Vescovo Carlo, non le nascondiamo il nostro affettoper don Gianni, con il quale abbiamo percorso un importantecammino lungo quasi 20 anni. Camminare insieme avvicina,lega, unisce. Ed è con questa serena consapevolezza che salutiamo don Gianni, ringraziandolo per tutto quello che ha fatto per la nostro comunità.Caro don Anselmo benvenuto nella parrocchia della Ss. Annunziata.benvenuto nella nostra casa, che da oggi in poi sarà anchela tua casa. Sei già uno di Noi e fra Noi. Questa casa di Maria è la tua casa.Caro don Anselmo, sappiamo che con gioia hai accettato dal vescovo la proposta di essere nostro nuovo parroco: ti accogliamo come padre, come guida, come fratello,segno della paternità e della bontà del Signore tra noi. Ti chiediamo di sostenerci continuamente nel cammino della fede, aiutaci a non farci rubare la speranza e incoraggiaci a mettere al primo posto la carità. Nel vangelo che ascolteremo in questa tua prima eucaristiatra noi, il Battista indica ai suoi discepoli Gesù: siamo sicuri che sarai in mezzo a noi come Giovanni,aiutaci a riconoscere Gesù e a seguirlo perché sappiamo che anche oggi passa ed è capace di segnare la storia di ciascuno di noi e di questa nostracomunità! Maria, la Vergine dell’Annuncio, donnadel quotidiano, ci aiuti a cercare sempre insieme i“si” alla volontà di Dio, a far nascere Gesù in ogni periferia umana ed esistenziale della nostra parrocchia: insieme, caro Don Anselmo, ripeteremo “Si faccia di me, secondo la tua parola...”e continueremo ad annunciare Cristo Crocifisso e Risorto per noi. A nome dell’intera comunità ilsegno della nostra accoglienza in un sincero ed affettuoso abbraccio. benvenuto alla Ss. annunziata.

Simona Di Concetto a nome della Comunità Parrocchiale

18 Gennaio 2015 - Porto D’Ascoli

Parrocchia Ss. Annunziata

don Anselmo FulgenziPARROCO

Page 6: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

Anno XXXII

25 Gennaio 2015PAG

L’Associazione LE DUE COLLINE premia “La via dei presepi”

Il concorso ha riguardato i bambini, gli adulti, le scuole

Domenica 11 Gennaio presso la sala consiliaredel Comune di Acquaviva Picena, con la premia-zione dei presepi in concorso si è conclusa la ma-nifestazione “La via dei presepi”. La chiusuradell’evento ha visto una grande partecipazione daparte di tutti coloro che hanno reso possibile larealizzazione della manifestazione, attraverso ipresepi in mostra e quelli in concorso, quest’ul-timi divisi in categorie: adulti, bambini e scuole.Per quanto riguarda il concorso adulti : 1° classi-ficato Mario Volpi, 2° Burrasca Gianbattista, 3°Maria Adelaide Cavicchioni a seguire MariaPaola Santanchè e Rosalba Travaglini. Per i bam-bini 1° classificato fratelli Francesco e AlessandroRossetti, 2° fratelli Stefano e Silvia D’Angelo, 3°Nicolò Grilletta a seguire Di Amadio Emy e Sara,

Renzini Arianna, Coccia Ludo-vica, Benigni Marta e Bisirri Lu-crezia e di Di Federico Matteo.Per le scuole 1° classificata 3° AScuola Primaria “Giuseppe Cia-battoni” di Offida, 2° Scuoladell’Infanzia “Adolfo De Caro-lis” di Acquaviva Picena, 3°Scuola Primaria 4° A “Marcheg-giani” di San Benedetto delTronto, a seguire classi 3°A e 3°C scuola “A. Bacci” di Sant’El-pidio a Mare e Scuola primaria diLoreto. Il presidente dell’associa-

zione “Ledue col-line” nellapersona diD a v i d ePor te l l i ,ringrazial’Ammini-strazioneComunale di Acquaviva che mette a disposizionele strutture per la manifestazione LA VIA DEIPRESEPI e tutti coloro che ogni anno contribui-scono alla riuscita della manifestazione che quest’anno ha riscontrato un’ulteriore presenza di visi-tatori facendo registrare 5000 presenze fra cui di-versi pullman provenienti dalle regioni vicine;inoltre nel mese di aprile si partirà con un corsodi lavorazione dell’argilla scopo finale realizzareuna natività, per chi volesse più informazioni puòcontattarci all’indirizzo mail [email protected]

Celebrata nella parrocchia Sacra Famiglia di Ragnola

la festa di Sant'Antonio abate, protettore degli animali.La tradizionale benedizione degli animali e del pane di Sant'Antonio.

Di Michela Galieni

La Chiesa ricorda Sant’AntonioAbate, patrono degli animali do-mestici, uno degli eremiti più il-lustri della Chiesa Cattolica, ilcui culto si celebra con doverosariconoscenza, ogni anno, in tan-tissimi luoghi!Fin dai tempi lontani, un santinospiegazzato e di nessun valoreartistico, raffigurante S.Antonioabate, fa bella mostra di sé sulretro della porta d'ingresso dellastalla o comunque, nelle no-stre campagne, certamentepresente nei luoghi dove vi-vono e riposano gli animalidomestici. Il 17 gennaio ri-corre la festa di questo abateegiziano raffigurato con lalunga barba, le vesti da ere-mita, il bastone a Tau, il ma-iale e una vivida fiamma aipiedi. Antonio abate nacquea Coma, in Egitto nel 251, nazione nella qualemorì a 105 anni, dopo una vita spesa a vagarenel deserto. E’ considerato il patriarca di tutti imonaci, il quale si spogliò dei suoi beni, vivendoper quattro lustri di solo pane e acqua immersoin meditazione e preghiera.Nella ricorrenza della festa di S.Antonio abate ètradizione e consuetudine benedire gli animalisui sagrati o sulle piazze, per preservarli dallemalattie. Un’usanza che ha origini contadine:una volta venivano benedetti agnelli, vitelli, ca-valli e animali d’allevamento. Oggi gli l’animalisono quelli che hanno un posto di rilievo nellefamiglie. In occasione di questa festa, i parroc-chiani della Chiesa Sacra Famiglia a Ragnolasono stati invitati a portare sul sagrato dellachiesa i propri animali da compagnia, non solo

cani e gatti ma anche, coni-glietti, tartarughe, canarini ecriceti per ricevere la specialebenedizione. E’ stato un incon-tro di voci e suoni dalla natura,che hanno taciuto nel momentodella benedizione impartita dalsacerdote. Il parroco Don Fran-cesco ha inoltre benedetto e di-stribuito ai parrocchiani piccolipanini moderatamente dolci du-rante le celebrazioni con l'indi-

cazione di darne anche aglianimali, perché il santo pa-trono li preservi da malattiee disgrazie, così come le fa-miglie che li accudiscono.La benedizione degli ani-mali, che la tradizione po-polare aveva collegato conla festa liturgica del mo-naco Antonio é in sintoniacon una prospettiva di fede:

la benedizione della Chiesa ha sempre di miral’uomo, anche quando si benedicono le cose e iluoghi che si riferiscono all’attività umana. Nellanostra società cittadina e moderna resta dunqueun sottofondo di fede nel desiderio di portare abenedire gli animali di compagnia, nonostantesiano profondamente mutati i parametri e i rap-porti. Secondo il progetto di Dio, l’uomo è statocollocato nel mondo perché ne sia il custode. Inquesto compito l’uomo si trova accanto compa-gni di strada che condividono con lui l’alito divita, che come lui sono esseri viventi, ai quali haimposto un nome. La fede continua dunque a ri-volgersi a Dio perché benedica e protegga glianimali per mezzo dei quali l’uomo si procura ilsostentamento necessario, nella fatica di ognigiorno.

Nelle nostre campagne, ma anche nelle nostre città è molto diffusa la venerazione di S. Antonio Abate

LA TRADIZIONALE FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE A RIPATRANSONENel corso del week end del 17 e 18 Gennaio a Ripatransonesi è tenuta la tradizionale festa in onore di Sant’Antonio Abate,fondatore del monachesimo ed asceta, ricordato però nelle no-stre campagne come protettore degli animali. Nella mattinatadi Sabato alle ore 11,30 l’Amministratore parrocchiale DonGian Luca Rosati ha presieduto una celebrazione eucaristica,tenendo un’apprezzatissima omelia, in suo onore presso lachiesa comunale di San Rocco, gremita per l’occasione, oveè custodita la più antica immagine del Santo della città. Al ter-mine della santa messa si sono esibiti alcuni musicisti nel tra-dizionale ed antico canto della “Pasquella” che veniva fino apoco tempo fa eseguito al domicilio di quanti in paese lo ri-chiedevano; tutti i convenuti si sono poi ritrovati presso la li-mitrofa Sala Condivi per un momento conviviale. In questaoccasione è stato possibile ancora visitare presso la sacrestia della chiesa di San Rocco, l’artistico edantico presepe permanente, con statue del 1925 dei Fratelli Bertarelli di Milano, quest’anno ulterior-mente rinnovato negli effetti speciali. La Confraternita dei Sacconi che ha allestito tale rappresenta-zione, si è occupata del servizio liturgico e di coadiuvare la buona riuscita della festa di Sant’Antonioprovvedendo alla distribuzione del pane benedetto al termine della celebrazione eucaristica, e nel po-meriggio alla traslazione in Duomo dell’immagine. Nella mattinata di domenica 18, infatti, al terminedella santa messa delle ore 11 si è tenuta la tradizionale benedizione degli animali sul sagrato dellaconcattedrale ripana che ha richiamato tanti adulti e bambini, che si sono premurati di portare animalidomestici da compagnia o alcuni esemplari provenienti dal mondo agricolo. Si è trattata anche del-l’ultima celebrazione presieduta da Don Domenico Vitelli in qualità di Parroco, in quanto dimissio-nario dall’incarico per sopraggiunti limiti di età. Il sacerdote ne ha approfittato per ringraziare tutti iparrocchiani ed i collaboratori, in modo particolare Don Gian Luca che negli ultimi due anni ha saputoegregiamente supplirlo nella gestione e nella cura della comunità, della quale ora raccoglie il testi-mone. Quest’ultimo a sua volta ha ringraziato Don Domenico per il suo esempio ed assieme ai ragazzidel catechismo ha provveduto a fargli un simpatico omaggio con l’auspicio di continuare ha fornireil suo apporto in Parrocchia. Sempre nella giornata di domenica molti appassionati del piatto tradi-zionale della festa, cioè lo stoccafisso in salsa, hanno potuto degustarlo secondo la ricetta preparatadal Museo della Civiltà Contadina presso la nuova ed ampia sede. Sono stati anche offerti come omag-gio dei calendari forniti di lunario, utile per conoscere e scandire i ritmi di alcune attività legate al-l’agricoltura e all’allevamento. Silvio Giampieri

Come in molte Parrocchie della nostra Diocesi,anche noi in Valtesino abbiamo festeggiato il 18Gennaio, Sant’Antonio Abate patrono degli ani-mali domestici, delle campagne e del lavoro deicampi. E quest’anno abbiamo avuto, in mezzo anoi, un ospite d’eccezione, il nostro VescovoCarlo che ha celebrato la Santa Messa ed ha pre-sieduto gli appuntamenti programmati in onoredi Sant’Antonio. La presenza del nostro Vescovoè stata provvidenziale visto che ci ha permesso dinon sentire troppo la mancanza del nostro ParrocoDon Luis che, nei giorni scorsi, è volato in Perùper festeggiare anche con suo padre e con i suoifamiliari il suo 25° Anniversario di Sacerdozio.La giornata è iniziata presto con la Santa Messadelle ore 8.00 celebrata da Don Gian Luca Rosati,amministratore parrocchiale di Ripatransone, altermine della quale è stato benedetto il tradizio-nale pane di Sant’Antonio che poi, ciascuno dinoi, ha potuto prendere e portare a casa.Intorno alle 10, poi, è arrivato in Parrocchia il no-stro Vescovo Carlo che ha presieduto, innanzitutto, la tradizionale benedizione degli animali. Inpochi minuti il Sagrato Parrocchiale si è riempitodi questi fedeli, e alquanto chiassosi, amici del-l’uomo che, come ci ha spiegato Mons. Bresciani,sono creature di Dio che sono state affidate al-l’uomo perché egli gli desse un nome. E dare ilnome, nel linguaggio biblico, vuol dire chel’uomo non solo dovesse possederli ma ancheaverne cura. Anche gli animali, infatti, hanno bi-sogno di essere curati e la loro cura rientra nelprogetto di Dio. Come ha evidenziato il nostroVescovo, infatti, gli animali sono un dono di Dioper noi del quale ci serviamo nel bisogno ma nondobbiamo mai dimenticare che ogni dono di Dio,quindi anche gli animali, ci aiuta a costruire me-glio la nostra vita. Invocare la benedizione del Si-gnore sugli animali è rimeditare, da parte nostra,perché Dio ce li ha affidati, perché noi li possiamo

avere, come possiamo custodirli nel nome del Si-gnore.La mattinata è proseguita, poi, con la SantaMessa. Al termine il nostro Vescovo ci ha accom-pagnati nella processione in onore di Sant’Anto-nio che ha percorso il Piazzale Parrocchiale e levie del Borgo La Vigna attigue ad esso. E comeogni festa che si rispetti, in Valtesino, non potevamancare “lu magnà” come dice sempre il nostroParroco Don Luis. Anche il nostro Vescovo,quindi, ha potuto assaggiare il piatto tipico dellanostra Festa di Sant’Antonio, lo stoccafisso insalsa preparato dai nostri “festaroli” secondoun’antica ricetta (i bene informati dicono che ri-salga ad almeno 150 anni fa) ed il cui profumo,al termine della Processione, aveva ormai invasotutto il Piazzale della nostra Parrocchia.

Valtesino - Parrocchia madonna di Fatima di Alessio Rubicini

FOTOCRONACAI cantori di S. Antonio al comune di S. benedetto

Page 7: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

5Anno XXXII

25 Gennaio 2015 PAG

alla cortese att.ne dei responsabili delle Caritas Parrocchialidella Diocesi di San benedetto del tronto e

P.C ai rev.di Parroci della Diocesi

oggetto: ConVoCaZIonE - InContro CarItaS ParroCCHIaLI mErCoLEDI' 28 GEnnaIo 2015 orE 18

Come già fissato precedentemente, ci ritroveremo insieme per un incontro di programmazionepresso la Sala Polivalente della Caritas Diocesana il 28 Gennaio 2015 alle ore 18.Si terrà il seguente ordine del giorno:Momento di preghiera inizialeProgetto Avvento “Cibo per tutti”: resoconto finanziarioCammino di formazione per le Caritas ParrocchialiOsservatorio delle povertà e delle risorse: relazione del responsabileProgrammazione Quaresima di Carità 2015

Varie ed eventualiCerto della Sua attenzione, saluto cordialmente e auguro ogni bene

Diac. Umberto - Direttore

Vescovo Carlo: “Meditare e farsi domande” i compiti a casa del terzo incontro formativo diocesano

DIOCESI – Mercoledì 14 gennaio si è tenuto ilterzo incontro di formazione diocesano con donAndrea Andreozzi. All’inizio vi è stata la letturadella Lettera di San Paolo che va al cuore dellafede: Cos’è il cristianesimo senza la resurre-zione? … Vana è la nostra fede senza la resurre-zione. Citando una indagine pubblicata, il vescovoCarlo, introducendo la riflessione, ha evidenziatocome credere alla resurrezione anche per i cristianirisulta problematico. Ma il natale senza la pa-squa non è nulla. Quindi dobbiamo tornare a questo nucleo forte che è la verità di cristo. DonAndrea Andreozzi ci ha accompagnato in questa riflessione: Il Capitolo 15 rappresenta una novitànel corso dell’ argomentazione di Paolo, perché non deve rispondere a una domanda posta, matratta il tema centrale della fede. È un capitolo centrale, all’ inizio della lettera c’è la sapienzadella croce e alla fine la resurrezione, al mezzo la vita della comunità cristiana, inserita nel misteropasquale. La parola corpo è sempre il filo rosso che collega tutta la lettera, è quel corpo che èchiamato a risorgere. L’annuncio del kerigma: cristo muore e risorge per il peccato degli uomini,è importante, per la storia di ogni uomo, e Paolo cerca di toccare il cuore dei Corinti e degli uomini,perché lui è stato toccato nel cuore. Occorre pensare alle occasioni per questo annuncio pasquale,l esperienza della morte ci è più conosciuta che quella della resurrezione, una riflessione per av-viare un’attenzione corretta al culto dei morti. Ma sorge la domanda se i morti risorgono, una do-manda che riguarda tutti. Paolo risponde con il paragone tra Adamo e Cristo per dire che laresurrezione è di tutto. L’uomo continua a fare esperienza della morte, ma è sottomessa a Cristo,quindi non si può pensare che i morti non risorgano. Quindi la domanda è come si risorgerà? Seb-bene ciò riguarda ciò che non si conosce, se ne può parlare, è l’indicazione di Paolo, che si esprimeriprendendo la parabola del seme. Paolo valorizza il corpo, in un tempo in cui il corpo se decadenteera svalorizzato, ma Dio lo glorifica, la vita porta già in se i germi della resurrezione. C’è un ri-chiamo a tutta la creazione, che oggi indica per noi un’attenzione a una corretta antropologia inrapporto alla creazione. Un richiamo a accettare che il corpo si trasformi. C’è una visione alta delcorpo. Il vescovo Carlo suggerisce dei compiti a casa: sviscerare e meditare questo capitolo se-gnandosi le domande che sorgono da porre nelle catechesi in parrocchia ai propri parroci. E haindicato che Cristo ha redendo tutto l’uomo anche nella sua dimensione corporea, per noi significaguardare nella fede la morte in maniera diversa: non è la fine, preghiamo per i morti, c’è un legameche continua con chi ci ha preceduto e perciò è possibile vivere la comunione. Monica Vallorani

LA SCUOLA DELLA PAROLA A MONTEDINOVE PROSEGUE IL CAMMINO MENSILE La preghiera e l’approfondimento

della Prima Lettera ai Corinzi dell’Apostolo San Paolo.

Come già nei mesi precedenti, si è svolto Giovedì u. s., nel Santuario di San Tommaso di Canter-bury a Montedinove, accolti dalla cortese ospitalità dei Frati Minori Conventuali, la Scuola dellaParola guidata dal suo competente direttore, Padre Giancarlo Corsini, Ministro provinciale dellaFraternità francescana, giunta già al suo terzo appuntamento in questo secondo Giovedì del mesedi gennaio 2015. Ripercorriamo le tappe fondamentali di questo incontro, che ripercorre in sintesii momenti della Lectio Divina, con le sue caratteristiche. All’inizio si invoca sempre lo SpiritoSanto, attraverso la significativa e bella Sequenza che contraddistingue liturgicamente ogni annola Solennità della Domenica di Pentecoste. Quindi uno dei sacerdoti presenti, di solito i Parrociche accompagnano i loro fedeli a questo prezioso appuntamento di confronto e di studio della Pa-rola di Dio, che quest’anno si tiene, come suggerito e richiesto dal nostro Vescovo Carlo nelle in-dicazioni per l’Anno pastorale in corso, sulla Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo Apostolo,ricalcando la tematica del predicare Cristo Crocifisso, fulcro della Fede cristiana, proclama ilbrano che verrà poi approfondito dal relatore. In questo terzo incontro Padre Corsini si è soffermatosui ventuno versetti del capitolo quarto della stessa Lettera, che affrontano la tematica dell’apo-stolato come difficile condizione di vita rispetto al mondo, ma come strumento dell’annuncio es-senziale della Passione e della Morte del Signore, già a partire dalla propria esistenza: questogenera la testimonianza e fa sgorgare la Fede nel cuore di chi ascolta, ed accoglie l’annuncio.Paolo nelle cosiddette “ammonizioni” degli ultimi otto versetti rivendica infatti a sé la paternitàdella Comunità cristiana corinzia, proprio perché è stato lui a generarla in Cristo, attraverso lapotenza del suo Vangelo. A chiudere il tempo dedicato alla riflessione del Ministro provincialesempre una preghiera da pregare insieme, che diventa anche stimolo al personale impegno nellaquotidianità, che poi deve scandire il tempo che intercorre fino all’incontro successivo: questoGiovedì è stata la celebre “Preghiera sul rogo” di San Policarpo, Vescovo di Smirne, che ringraziail Signore per il dono del Martirio, di cui lo ha giudicato degno. Una toccante orazione sacerdotale,che ha rinnovato coi presenti l’appuntamento al prossimo mese di febbraio. lauretanum

Il 14 gennaio, su invito del vescovo S.E. Mons.Giancarlo Vecerrica, nell'Episcopio di Fabrianosi è riunita la Conferenza Episcopale Marchi-giana. Il neo Cardinale, l'arcivescovo di Ancona-Osimo, Edoardo Menichelli, ha condivisol'emozione provata nell’apprendere la notiziadella sua nomina, che lo ha colto di sorpresa. Alui i vescovi hannoespresso vive felicita-zioni, grati a Papa Fran-cesco per questa sceltache onora le nostreChiese marchigiane. Lediocesi della nostra Re-gione saranno accantoal neo Cardinale conuna significativa dele-gazione, in occasionedel Concistoro che avrà luogo il 14 e  15febbraio in Vaticano. I Presuli si sono poi soffer-mati a riflettere ancora sulla questione dell'IstitutoSuperiore di Scienze Religiose e dell'Istituto Teo-logico Marchigiano. Una particolare attenzione èstata dedicata al tema della famiglia in vista delSinodo dei Vescovi del prossimo ottobre. Il pre-sidente della Commissione Regionale della Pa-storale Familiare, il neo Cardinale EdoardoMenichelli, ha  informato circa alcuni incontri econvegni destinati specialmente a giovani coppiein cammino nella comunità. L'Arcivescovo Pre-lato di Loreto, Mons. Giovanni Tonucci ha comu-nicato   il programma del VI Simposio perPenitenzieri, mente il vescovo di Ascoli Piceno,Mons Giovanni D'Ercole ha parlato delle diverseiniziative e manifestazioni promosse per comme-morare l'VIII centenario della presenza di SanFrancesco nella città ascolana. Al temine dell'in-contro, i Vescovi si sono soffermati a riflettere in-sieme sugli episodi di umana barbarie che la

cronaca ha registrato in questi giorni. Mentre stig-matizzano ogni forma di violenza, essi invitanole comunità ecclesiali a pregare per le vittime e iprotagonisti dell'odio  e del terrorismo senza di-menticare, in modo particolare, i cristiani che inNigeria e in alte nazioni soffrono ormai da troppotempo una dura e spesso dimenticata persecu-

zione religiosa. Facendo eco alle parole di PapaFrancesco, auspicano che l'apporto di tutte le re-ligioni contribuisca a costruire nel mondo unclima di dialogo e di rispetto  per ogni persona,nella costante ricerca della giustizia, della solida-rietà e  della pace. Nel corso della riunione, con-siderata la scadenza, a norma del Regolamento,del secondo mandato del Presidente della CEM,Mons. Luigi Conti, dal 14 febbraio - all’atto dellacreazione a Cardinale - la Presidenza della Con-ferenza Episcopale Marchigiana sarà così com-posta: Presidente, Cardinale Edoardo Menichelli,Arcivescovo di Ancona-Osimo; Vice Presidente,S.E. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo di Pesaro;Segretario, S.E. Mons. Giovanni Tani, Arcive-scovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado.Viene confermato come Addetto alla Presidenzae Archivista della Conferenza Don Robert Szy-mon Grzechnik.Fabriano, 14 gennaio 2015Arcivescovi e Vescovi delle Marche

Lettera

al Direttore,

essendo vissuto per tanto tempo a S. Bene-detto del Tronto chiedo ospitalità al setti-manale diocesano “ l’Ancora” per unapersonale testimonianza su “Don” Edo-ardo, chiamato ad essere uno dei consiglieridel Papa. E’ il secondo Arcivescovo della Chiesa diocesana di An-cona-Osimo ad essere elevato Cardinale; punta semplicemente aduna Chiesa vista quale famiglia universale che guarda ai poveried ha la santità come risultato di un’equazione dello Spirito. Primache fossi chiamato a collaborare per il Congresso Eucaristico e

che fossi suo cerimoniere alDuomo di Osimo, appena iniziatoil Liceo, nel 2005, venne organiz-zato un pellegrinaggio a Romaper l’udienza del mercoledì.L’Arcivescovo era arrivato dacirca un anno in Diocesi e Bene-detto XVI era Vescovo di Romada pochissimi mesi. Rimasi col-

pito quando seppi che, da Fabriano, ci aveva fatto strada con lasua auto fino a Roma. Terminata l’udienza, assieme ad altri gio-vani, alcuni dei quali miei compagni di scuola, ci avvicinammoal Vescovo per fare quattro chiacchiere, sotto il colonnato del Ber-nini. Anche i miei si avvicinarono e si intrattennero in cordiale

colloquio; parlarono di argomenti comuni: il lavoro, l’infanzianelle campagne marchigiane, i figli… Io seguivo distrattamentela conversazione, addentando un panino; ad un certo punto, il Ve-scovo mi dà una pacca sulla spalla ed esclama: “Che bella fami-glia!”-ribatto, sorridendo: “Ci facciamo una foto?”-e lui: “Pronti!Chi ce la scatta?”. Da quella volta, e, da pochi giorni, a maggiorragione, mia madre la conserva tra gli scatti più cari della famiglia.Questo per significare una genuinità di vedute, rapporti, dialoghi;un voler abbattere quella dimensione autoritaria che spesso alcuninotano tra Pastori e fedeli; il desiderio di servire e non di essereserviti. Avrei altrettanti episodi di storia minima, personale e par-rocchiale, ma quello di cui sopra documenta e compendia un de-cennio di pastorale coraggiosa che lo ha condotto all’inattesachiamata. Matteo Cantori

a Fabriano Conferenza Episcopale Marchigiana

Page 8: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

6 Anno XXXII

25 Gennaio 2015PAG

arCHEoCLUb D’ ItaLIa - sede di ripatransoneDomenica 4 gennaio, a Ripatransone si è voluto dedicare la giornata,ad un anno dalla sua morte, al ricordo del prof. Antonio Giannettiinsegnante prima, conservatore bibliotecario e museale, studioso dilettere e arti, responsabile dell’Ufficio Turistico della sua città. Fon-datore e presidente per 42 anni della Corale Madonna di San Gio-vanni, nonché cronista e filantropo negli ultimi 20 anni della suavita. Il pomeriggio di commemorazione si è aperto con l’intitola-zione ad Antonio Giannetti della biblioteca dell’ArcheoClub d’Italiasvoltasi presso la sedeLa sede locale di Archeoclub in oc-casione del primo anniversario dallamorte del prof. Antonio Giannetti havoluto ricordare il ricercatore, sociofondatore dal 1977 della associa-zione, intitolando la biblioteca di sto-ria locale marchigiana, dono da partedel fratello Prof. Mariano ad “Anto-nio Giannetti”. La cerimonia si èsvolta alla sede Archeoclub presso lapalazzina delle associazioni alla pre-senza del direttivo e soci Archeoclub, del Viceparroco Don GianlucaRosati, del presidente della provincia Paolo D’Erasmo, del vicesin-daco A. Lucciarini, consigliere delegato alla cultura Prof. Paolo Po-lidori, assessore Roberto Pasquali, Comandante dei vigili urbaniNunzia Verdecchia, la presidente Helios Prof.ssa Giuditta Castelli,la presidente della corale “Madonna di San Giovanni” ins.te FrancaBasso. La presidente della sede Dott.ssa Donatella Donati Sarti, haricordato l’attività del professore nello studio minuzioso capillaredei personaggi piceni, delle confraternite, della storia della corale ela guida di Ripatransone usata quale libro di testo per la preparazionedelle miniguide preso la scuola media di Ripatransone. Commoventeil ricordo di Antonio fatto del prof Alberto Pulcini che ha ricordatole serietà nello studio e nella ricerca e nonostante i due diversi ap-procci, ci fosse tra i due una estrema stima. Lo spirito che ha animatola cerimonia è stato il proposito di raccogliere gli insegnamenti delprof. Giannetti nella sua serietà quale ricercatore, ma al tempo stessodivulgatore delle proprie conoscenze attraverso le sue pubblicazioni,ma anche la sua attività giornalistica e la sua assoluta disponibilitàcon continuativa presenza presso l'ufficio turistico.S. messa di suffragioConclusasi tale manifestazione è stata celebrata la Santa Messa disuffragio presso il Duomo Basilica di Ripatransone officiata dal vi-ceparroco Don Gainluca Rosati, durante la quale la Corale “Ma-donna di San Giovanni”, insieme ai cantanti lirici Ambra Vespasianied Ettore Nova accompagnati alla tastiera dalla pianista Laura Mi-chelangeli, hanno voluto solennizzare i vari momenti della Celebra-zione Eucaristica con brani polifonici tanto cari al proprio Presidentee mecenate, manifestando così il rimpianto e l’affetto di tutti i coristi

uniti nella preghiera e nel canto. A conclusione della Santa MessaDon Rosati ha voluto manifestare il suo cordoglio per la perdita diun parrocchiano sempre dedito alla ricerca della sapienza, della co-noscenza quindi di DioCommemorazione presso l’auditorium di S.agostinoIl pomeriggio di commemorazione è proseguito presso l’Auditoriumdi S. Agostino, ora Museo d’Arte Sacra, gentilmente messo a dispo-sizione dalla dott.ssa Di Girolami Paola, direttrice dei Musei Sistini,anch’essa avvalsasi sempre della collaborazione del prof. A. Gian-

netti. La manifestazione è stata orga-nizzata dalla Corale “Madonna di SanGiovanni”, erede “Spirituale” delprof. A. Giannetti, in collaborazionecon l’amministrazione comunale diRipatransone che ha voluto omag-giare il suo illustre concittadino cu-rando la pubblicazione di un suo libropostumo dedicato al cavalier dott.Uno Gera, benemerito cittadino Ri-pano.L’assessore alla cultura, prof. Paolo

Polidori, ha presentato quest’opera come l’ultimo regalo che AntonioGiannetti ha fatto alla sua tanto amata città, auspicando che prestoqualcuno possa ricambiare quest’amore e passione scrivendo unabiografia su questo uomo che tanto ha dato e ha lasciato a Ripatran-sone. A questa importante mani-festazione non è voluto mancarenessuno: l’amministrazione co-munale con il sindaco RemoBruni, il vicesindaco AlessandroLucciarini, il sopracitato asses-sore alla cultura prof. Paolo Po-lidori, il presidente dellaProvincia di Ascoli PicenoPaolo D’Erasmo, già Sindaco diRipatransone, il presidente dellaBanca di Credito Cooperativo diRipatransone dott. MichelinoMichetti, il consigliere dellaCIIP già sindaco e consigliereprovinciale Ubaldo Maroni, questo per citare solo alcune autoritàpresenti legate da un rapporto istituzionale certo ma anche di amici-zia con il prof. Antonio Giannetti.La serata è stata allietata dall’introduzione che il Corpo Bandisticodella città ha voluto offrire per omaggiare uno dei suoi sostenitori eda vari interventi di amici, colleghi e collaboratori che hanno volutoricordare la sua figura. Il primo ad intervenire è stato il prof. Nazza-reno Fanesi direttore del coro, che ha riportato una commossa e sen-tita partecipazione del maestro del gruppo corale “Spirituals a

cappella Sound” AndreaTrevisi, il quale, ramma-ricato della mancata par-tecipazione, faceva sueparole di stima e affettogiunte alla Corale da tuttii cori incontrati in 43 anni di attività musicale.Il maestro Fanesi, dal canto suo, ha espresso l’ammirazione per l’im-mensa cultura del Antonio Giannetti il quale aveva nella sua casapiù biblioteche che spaziavano dalla letteratura alla musica, all’arte,alle scienze, alla medicina, alla filosofia, al diritto ed economia e lasua capacità organizzativa che gli faceva svolgere i compiti riguar-danti la Corale così come tutti gli altri in modo egregio.È stata poi la volta della prof.ssa Brunilde Neroni che ha ricordatol’amico di scambi culturali, la comune passione per la città, ringra-ziando Antonio Giannetti per l’amicizia schiva ma sincera dimostrataverso lei, la sua famiglia e, soprattutto, verso il ricordo del padre ilcantante lirico “Luciano Neroni”. Si sono quindi avvicendati il prof.Tarcisio Cellini che ha fatto un escursus sulla figura di Antonio Gian-netti in quanto docente ed educatore, essendo stato suo collega nellascuola statale di Montalto delle Marche, dandone un’immaginequanto mai rigorosa e puntuale, specie del suo ordine mentale,quanto umana nel rapporto con i colleghi e con gli studenti; il dott.Mario Arezzini lo ha ricordato, sottolineando le sue peculiaritàumane e professionali. La dott.ssa Ilene Acquaroli, sua collaboratrice

negli ultimi 10 anni, nei musei e nel-l’Ufficio Turistico, in collaborazionecon il prof. Walter Michelangeli amicoe collaboratore negli studi e nelle ricer-che, ha messo in luce le varie “facce”di questo personaggio poliedrico a cuitutta la comunità ripana deve tanto.Ne ha tracciato il profilo come conser-vatore bibliotecario e museale, comestudioso, come responsabile dell’Uffi-cio Turistico, nonché come cronista,mettendo in luce per ogni attività svoltale sue peculiarità, la sua professionalitàe rigore, la sua passione, facendo intra-vedere aspetti profondamente umani e

quotidiani legati alla sua stretta collaborazione con Antonio Gian-netti. Per ultima la sig.ra Franca Basso, presidente della Corale havolute omaggiare i presenti con delle diapositive che riassumono lavita e personalità del prof. Antonio Giannetti nella Corale.Alla fine i coristi, disposti sulle scale del presbiterio, hanno eseguito“Signore delle Cime” di Bepi De Marzi e “Dal Tuo stellato soglio”dal Mosè di Gioacchino Rossini con la collaborazione di Laura Mi-chelangeli e la partecipazione di Ambra Vespasiani ed Ettore Nova.

nel primo anniversario della morte del prof. antonio Giannetti, ripatransone ha voluto ricordare il suo figlio illustre

Da Ripatransone

L’INCONTRO SUL TEMA: “SOCIAL NETWORK E FORMAZIONE RELIGIOSA” PRESSO IL SEMINARIO REGIONALE

ANCONA - Nel pomeriggio di Mar-tedì 13 Gennaio presso l’Aula Magnadel Pontificio Seminario Regionale“Pio XI” di Ancona si è tenuto un in-teressante incontro sul tema “SocialNetwork e formazione religiosa”.Ospite di eccezione Don Paolo Pa-drini, autore di un libro dal medesimotitolo della conferenza, collaboratorepresso l’Ufficio comunicazioni so-ciali della Santa Sede nonché inven-tore e curatore dell’applicazione perI-phone, “I-Breviary” che ha comportato una piccola rivoluzione nel modo di pregare la liturgiadelle ore per molte persone, tra religiosi e laici. La serata culturale è stata organizzata dai semina-risti del neonato “Gruppo Media” che ha ideato e cura una pagina Facebook ed una Newsletterper condividere le attività, i momenti salienti, le riflessioni, interviste ed appuntamenti della vitacomunitaria. Sotto la supervisione del vice rettore Don Francesco Savini, di Senigallia, l’èquipeha opportunamente voluto organizzare il momento formativo come un dialogo quasi informalecon l’interlocutore, aperta a tutti. Dopo un simpatico video introduttivo sugli evidenti mutamentiapportati dalla tecnologia, Don Paolo ha raccontato la sua esperienza nel settore e la genesi dellasua idea, sottolineando come alcuni accorgimenti dell’applicazione siano improntati a salvaguar-darne l’uso prettamente spirituale. Il sacerdote ha tenuto ad analizzare i risvolti sociali delle nuove

forme di comunicazione e come le relazioni intrecciate coi social network non vadano consideratecome insignificanti, ma possano avere un grande peso sul piano relazionale se adeguatamente ge-stite. Molti anche gli interrogativi su come la tecnologia si sia innestata nella vita quotidiana anchesul versante spirituale e su quale debba essere l’atteggiamento giusto per evitare una globalizza-zione dell’anima. Considerando l’approccio delle generazioni cosiddette “native” del mondo diinternet è necessario da parte della Chiesa fornire una risposta adeguata alle nuove sfide pastoraliche i tempi odierni richiedono, per poter dialogare efficacemente con i giovani. L’argomento hapreso visibilmente i convenuti, impegnati a vario titolo nell’ambito pastorale, che hanno postonumerose domande innescando un vivace dialogo che è stato interrotto solamente da limitazionidi orario. Un ringraziamento quindi al Gruppo Media ed all’èquipe dei formatori che hanno portatoavanti questo progetto culturale che al tempo stesso è stato anche occasione di condivisione conla Comunità del Seminario Diocesano Vescovile di Fermo che ha voluto essere presente, segnoanche questo di comunione ecclesiale e di buon auspicio per altre collaborazioni future. Silvio Giampieri

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Page 9: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

7Anno XXXII

25 Gennaio 2015 PAG

Con la firma delle dimissioni di Giorgio Na-politano da presidente della Repubblica, doponove anni al Quirinale, si conclude lo stato di“eccezione costituzionale” e si apre una pa-gina nuova. In queste ore, al senatore a vitagiungerà certamente il grazie di quanti hannovisto in lui un fedele servitore dello Stato.Molti ne hanno apprezzato le doti di saggezzaed equilibrio che lo hanno accompagnatoanche nei due anni del secondo mandato ap-pena concluso. Nove anni comunque difficiliper la vita repubblicana, segnata da una profonda instabilità politico-parlamentare e da una gra-vissima recessione. Molti sono stati i giorni tristi ed è stato un bene che sul Colle ci fosse un uomodalla forte coscienza democratica e dai nervi saldissimi. Certo, un protagonista politico. Ma inquei frangenti, vogliamo crederlo, più per necessità del Paese che per scelta personale. È sempredifficile il mestiere dell’arbitro e in Italia non c’è posto più scomodo di quello del Quirinale.Quando si giudica, dunque, bisogna avere piena contezza di quanto sia difficile essere il Presidentedegli italiani. Ora ci aspettano giorni impegnativi. Con ogni probabilità, il prossimo inquilino delQuirinale sarà il primo presidente della Terza Repubblica. Quella che nascerà dalle riforme costi-tuzionali e istituzionali che il Parlamento garantirà al Paese. Nel frattempo, ci auguriamo che tuttele polveri tossiche della Seconda Repubblica si depositino e che noi tutti si possa respirare un’ariapolitica fresca, sana e pulita. Un nuovo inizio per il tempo nuovo che ci attende. 

In attesa del nuovo Presidente della Repubblica, salutiamo e ringraziamo il dimissionario Giorgio Napolitano

Il Forum ha incontrato la Commissione giusti-zia del Senato nell’ambito del dibattito sulla re-golamentazione delle unioni civili.La delegazione delle associazioni familiari haribadito la convinzione che  “i diritti individualidelle persone possono e devono essere garantitia tutti indipendentemente dallo status personale.Siamo pertanto favorevoli all’esplicito ricono-scimento di diritti quali l’assistenza sanitaria openitenziaria, il diritto ad abitare nella casa co-mune in caso di decesso di una delle parti del-l’unione, il diritto alla prosecuzione delcontratto di locazione”.L’estensione di alcune prerogative ad oggi ri-servate ai coniugi necessiterà   invece “di unesame approfondito per evitare di introdurreuna disciplina analoga per le famiglie e per leunioni di fatto, come indicato dalla Corte costi-tuzionale”.“Sulla proposta di testo base della relatrice, sen.Cirinnà, non possiamo che esprimere un giudi-zio fortemente negativo, anche tenuto conto chealtri disegni di legge all’esame della Commis-sione sono molto più equilibrati e corrispon-denti sia al dettato costituzionale sia alle realiesigenze delle relazioni affettive che ci si ac-cinge a disciplinare”.“La proposta di testo base presenta infatti profili

di illegittimità costituzionale perché di fatto in-troduce il matrimonio tra persone dello stessosesso equiparando in più disposizioni le unionitra persone dello stesso sesso alla famiglia fon-data sul matrimonio. Già solo tale piena equi-parazione deve comportare la reiezione deltesto per manifesta incostituzionalità”. Peccatoche proprio al momento dell’intervento delForum la senatrice Cirinnà abbia deciso di al-zarsi ed abbandonare l’aula. Evidentemente larelatrice non ha bisogno di contraddittorio.La delegazione ha anche sostenuto che “alla fa-miglia, quale nucleo fondante della società,deve essere riconosciuto il ruolo preminente diformazione delle nuove generazioni e di fattoredi coesione sociale” come sostenuto dalla Co-stituzione, dal Codice civile e come riaffermatorecentemente dalla Corte Costituzionale.In quest’ottica risulta evidente che la vera emer-genza di cui lo Stato deve farsi carico “è la ne-cessità di investire sulla famiglia” per il quale“sono urgenti politiche sociali che prendano incarico la famiglia nel suo ricco insieme di rela-zioni, non che si rivolgano alla singola persona.Come anche politiche abitative e del lavoro chepuntino ad una piena armonizzazione tra vitafamiliare e vita lavorativa, e politiche fiscali mi-rate alla famiglia”. Daniele Nardi

La manifestazione e la fiaccolata sonosta un grande successo di partecipa-zione, consapevolezza ed unità: L'as-sociazione Ambiente e salute nelPiceno ringrazia tutti i movimenti,gruppi, associazioni, istituzioni locali,ma soprattutto cittadini di San bene-detto e dei Comuni coinvolti chehanno permesso questo risultato.Ora siamo più forti per : 1) sostenerel'azione del Comune di San Benedettovolta a richiedere alla Regione Mar-che l'avvio della Revisione della VIAdel progetto di Stoccaggio Gas2) per chiedere al la Regione di impu-gnare lo sblocca Italia, 3) per chiedere un nuovoincontro al Prefetto onde sottolinei al Ministerola pericolosità dell'impianto 4) per ribadire alMinistero competente ed ai suoi funzionari chela città intera ed il territorio si batteranno contutti gli strumenti legittimi ed in ogni sede con-tro lo stoccaggio. Non molliamo la presa e raf-forziamo l'attenzione, la forza che scaturiscedalla manifestazione di domenica ce lo im-pone.Mi sia consentito un ringraziamento aiSindaci di San Benedetto e dei paesi limitrofi

per la partecipazione ed il sostegno espresso, unrammarico per l'assenza dei politici "superiori“ (Regione e Parlamento). Un piccolo pensieroa tutti quelli che hanno lavorato per la riuscita,ed uno particolare ai volontari della ProtezioneCivile, ai Comitati di quartiere ed ai soci di Am-biente e salute nel Piceno. L'Associazione èaperta alla adesione di tutti coloro che voglionointensificare il loro impegno CITTADINI NONSUDDITI Ambiente e Salute nel Piceno    Per la Presidenza Alfredo Vitali

UNIONI CIVILI. AUDIZIONE DEL FORUM: I DIRITTI INDIVIDUALI VANNO GARANTITI 

MA IL TESTO CIRINNA’ VA CESTINATO

GRANDE SUCCESSO DELLA FIACCOLATACITTADINA PER LA TUTELA DEI NOSTRI

DIRITTI E CONTRO LO STOCCAGGIO

IL BIM TRONTO PRESENTA LA CL@ASSE 2.0 ALL’ISC CAPRIOTTI

Il presidente Contisciani: orgogliosi di un progettorivoluzionario per il mondo scolastico del Piceno

Entro il 5 febbraio è possibile presentare

domanda per ottenere benefici economici

per gli interventi in favore delle persone di-

sabili, previsti dalla Legge regionale n.

18/96. I contributi sono concessi a chi è in

possesso dell’attestazione prevista dalla

legge 104/92 (o ha presentato la relativa

domanda) per queste finalità:

Trasporto: contributo economico per la fa-

miglia o per lo stesso disabile che effettua

con propri mezzi il trasporto per le seguenti

tipologie :

a) trasporto per sedute di riabilitazione

presso servizi sanitari delle Aree Vaste op-

San Benedetto del Tronto - La Cl@sse 2.0 è re-altà. Il Bacino Imbrifero del Tronto confermala cura e l’attenzione da sempre riposte nei con-fronti del mondo scolastico, presentando ilnuovo progetto Cl@sse 2.0 assieme all’ISCAugusto Capriotti di San Benedetto delTronto. L’obiettivo è favorire l'acquisizione dinuovi linguaggi digitali e differenti modalità diinsegnamento/apprendimento in un istituto sco-lastico che da sempre si distingue nel panoramalocale per lo spirito di innovazione e la capacitàdi sperimentazione. Altra finalità è il supera-mento del digital divide tra docenti e studentiche rende necessaria una trasformazione pro-fonda del modo di “fare scuola”. Il progetto èfinalizzato alla realizzazione dipercorsi di formazione che per-mettano agli studenti di valoriz-zare e consolidare lecompetenze già acquisite e co-struirne di nuove, favorendouna didattica esperienziale e la-boratoriale e privilegiando l'ap-prendimento rispetto all'insegnamento. Un’auladotata di una lavagna interattiva, che consentiràai docenti di personalizzare i percorsi di appren-dimento, agli alunni saranno, invece, forniti deitablet gestibili mediante una rete didattica. Unavera rivoluzione dell’ambiente di apprendi-mento, dotato di tutti gli strumenti tecnologiciidonei: la Lim e il pc, i tablet e supporti HW de-dicati per gli alunni. “Si tratta di un upgradedella didattica – dichiara la Dirigente Scola-stica dell’Istituto “Capriotti”, prof.ssa Elisa

Vita - necessario alla scuola per ripensare e tra-sformare l'ambiente di apprendimento e adat-tarlo allo scenario odierno. Con questi strumentipossiamo insegnare ai ragazzi a governare i lin-guaggi digitali e fare un uso consapevole deglistrumenti tecnologici. La classe 2.0 non abban-dona la metodologia tradizionale di insegna-mento ma implementa gli strumenti moderniper costruire insieme ai ragazzi un nuovo per-corso di conoscenze, fatto di e-book, risorseopensource, tablet, gruppi di lavoro e relazionionline. E' una metamorfosi digitale che ha loscopo di avvicinare due generazioni costruendoun ponte di tecnologia sopra il divide genera-zionale”. “Questo progetto non consiste sol-

tanto nell’introduzione dinuove tecnologie – spiega ilpresidente del Bim Tronto,Luigi Contisciani - ma nellavera e propria riconversionedell’intero ambiente scuola,che va dalla riorganizzazionedegli spazi e dei tempi dell’ap-

prendimento alla ridefinizione degli obiettiviformativi e del ruolo stesso dei docenti. L’Entesostiene strenuamente la digitalizzazione delladidattica come modo innovativo di investirenella scuola e nel territorio. Vogliamo dare unimpulso alla creazione di nuove forme di saperee nuove modalità di organizzazione delle cono-scenze per far sì che i nostri studenti acquisi-scano una forma mentis tecnologica, orientataalla consapevolezza delle proprie capacità. Solocosì creeremo gli adulti di domani”.

pure presso centri privati autorizzati e ac-

creditati dal servizio sanitario nazionale e

altre tipologie di interventi comunque pre-

scritti da specialisti del servizio sanitario

nazionale;

b) visite specialistiche fuori comune o fuori

Regione;

c) frequenza al Centro Sociale di Aggrega-

zione e al Centro Socio-Educativo Riabili-

tativo diurno.

Vengono ammessi a contributo il costo del

carburante e dell’assistente accompagna-

tore (qualora necessario).

Integrazione lavorativa: contributo eco-

nomico finalizzato all’integrazione lavora-

tiva :

- acquisto attrezzature e tecnologie di tele-

lavoro a favore di persone disabili che svol-

gono attività in proprio;

- acquisto attrezzature idonee per l’adatta-

mento degli impianti presso i datori di la-

voro, ovvero di tecnologie di telelavoro;

Ausili tecnici: acquisto di un idoneo

mezzo attrezzato (furgonato provvisto di

elevatore) per il trasporto di persone con

disabilità fisica gravissima, attestata da un

medico specialista dell’Area Vasta n. 5 o di

un centro privato autorizzato e accreditato

dal servizio sanitario nazionale, e l’installa-

zione di idonei ausili per il trasporto del di-

sabile su un’ utovettura normale guidata da

terzi (sedie girevoli, cinghie speciali, mani-

glie adattate ecc.).

Le domande vanno presentate entro il 5

febbraio all’Ufficio Protocollo del Comune

utilizzando i modelli disponibili presso il

Servizio Disabilità e Salute mentale, l’Uffi-

cio Relazioni con il Pubblico o scaricabili al

sito internet www.comunesbt.it (area tema-

tica “servizi sociali”).

S. Benedetto del Tronto

Interventi a favore delle persone disabili,

domande entro il 5 febbraioLa legge regionale 18/96 prevede contributi per trasporto, integrazione lavorativa,

ausili tecnici

Page 10: Anno xxxii n° 3 25 gennaio 2015

8 Anno XXXII

25 Gennaio 2015PAG

IMPEGNO, GIOIA E SOLIDARIETÀ:

L’ORATORIO DELLA PARROCCHIA DI VALDASO. Una bella realtà che coinvolge ormai da mesi alcuni adulti nell’educazione dei più giovani.

L’Oratorio del “Sacro Cuoredi Gesù” è un’esperienzameravigliosa che ha unitotutti i bambini e i ragazzidella Parrocchia di San Pie-tro Apostolo, e non solo, nelnome del Signore. Questoviaggio è iniziato ormai daquasi tre anni ed è stato unpo’ come lo scalare unamontagna. Il merito dell’ini-ziativa va riconosciuto ancheal Parroco Padre AgostinoMaiolini, che per primo hafatto conoscere la parola Oratorio ai suoi ragazzi. Quest’attività di solito si svolge un’ora dopo laSanta Messa domenicale e si compone di giochi e animazione, ma anche di riflessioni sul Vangelo edi lavori su tematiche rilevanti. Durante il periodo estivo tutti sono stati impegnati in laboratori ri-creativi comprendenti il teatro, la danza, lo svolgimento dei compiti e l’apprendimento dell’inglese.Poi gli stessi ragazzi, la seconda domenica di Settembre, hanno organizzato la “Festa dell’Anziano”,durante la quale han mostrato tutto ciò che in tre mesi avevano preparato. Il gruppo è pian piano cre-sciuto sia in numero che in amicizia e fraternità e si è consolidato soprattutto dopo il ritiro estivo aPaganico Sabino, che lo ha visto convivere insieme come una grande famiglia, dove il più grande haaiutato il più piccolo e tutti hanno collaborato secondo il motto “l’unione fa la forza”. Le ultime attivitàche questa squadra ha sostenuto sono state davvero formative. Tutto l’Oratorio ha voluto adottare dueragazzi dell’Uganda tramite l’associazione “Casa della Speranza” di Comunanza, per permettere lorodi frequentare un intero anno di scuola. Per raggiungere l’obiettivo i ragazzi hanno lavorato a un gior-nalino parrocchiale e si sono impegnati nell’organizzazione di una cena solidale il 27 dicembre u. s.,aiutando a cucinare, preparando la sala e animando la serata con poesie, canti e riflessioni sul temadella solidarietà e della fratellanza. Tutto ciò ha permesso di raccogliere ben 600 euro con cui conse-guire lo scopo prefissato. Ma l’Oratorio ha voluto sostenere anche chi è vicino e non ha il necessarioper vivere dignitosamente, aiutando chi è in difficoltà nella nostra realtà locale, perché ha compresoquanta sofferenza c’è nel mondo, sia lontano che vicino. Infine durante le Feste natalizie i ragazzi sisono impegnati in Parrocchia organizzando anche una tombolata e hanno vissuto un pomeriggio in-sieme a Quintodecimo per ammirare i tradizionali presepi. Il gruppetto dei più grandicelli ha poi ani-

mato la scena del Mercato nelPresepe Vivente di Porchia. Spe-riamo che tutto questo possa conti-nuare e possa allargare lapartecipazione a tanti altri giovanis-simi, perché la realtà dell’Oratorioè veramente fonte di vita cristiana edi grazia. lauretanum

MEDIA CEI/TV2000

La Bibbia in prima serataUndici appuntamenti sulle figure più importanti del Vecchio Testamento

“Nessuno ha saputo esprimere con maggior preci-sione e plasticità l’origine e la funzione dell’amoreumano, quanto la Bibbia” scriveva il beato donCarlo Gnocchi. Ed è proprio alla Bibbia cheTv2000, a partire dal 25 gennaio, dedica la primaserata della domenica con un ciclo di film pro-dotti dalla Lux Vide (canale 28 del digitale ter-restre, 18 di TvSat, 140 di Sky, streaming suwww.tv2000.it). Undici appuntamenti sulle fi-gure più importanti del Vecchio Testamento:Abramo, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Sansone e Dalila, Davide,Salomone, Ester, Geremia. Ma anche Pietro e Paolo, le cui vicende umane conclude-ranno la programmazione il 4 aprile.Prestigiosi i nomi di registi, attori e compositori che hanno firmato la serie: Ermanno Olmi, GiulioBase, Roger Young, Vittorio Gassmann, Ben Kinsgley, Jacqueline Bisset, Gary Oldman, GiancarloGiannini, Omar Sharif, Dennis Hopper, Ennio Morricone. Il progetto è stato ideato e realizzatodalla Lux Vide con la collaborazione di aziende televisive europee e statunitensi. Tutte le fictionche fanno parte del ciclo sono coproduzioni internazionali, realizzate e trasmesse in prima visionedal 1993 al 2002. Le serate di Tv2000 si apriranno con “Abramo”, ubbidiente alla voce di Dio,che abbandona la propria patria intraprendendo un avventuroso viaggio verso la Terra Promessa.Quindi sarà la volta di “Giacobbe” in lotta con il fratello per la discendenza, costretto ad abban-donare la propria casa: solo la fede incrollabile consentirà alla sua storia d’amore con Rachele disopravvivere attraverso anni di drammatiche esperienze. E poi, nell’ordine, “Giuseppe” vendutoschiavo dai suoi stessi fratelli ma che, grazie alla capacità di interpretare i sogni, diventa gover-natore del Faraone e salva la sua gente da una terribile carestia; Sansone che, da semplice pastore

dalla forza prodigiosa, sitrova ad essere inconsape-vole strumento divino nellalotta contro i Filistei e s’in-namora della bellissima Da-lila, divisa tra l’amore perl’uomo e la lealtà verso ilproprio popolo; “Davide”vittorioso sull’invincibileGolia, tra i più valorosiguerrieri del Re d’Israele,

Saul, di cui sposa la figlia ma divenuto Re paga la relazione adultera con Betsabea subendo lasventura della propria famiglia; “Salomone” che, successore del padre Davide al trono d’Israele,trasforma l’antico regno in uno Stato ricco e potente attraverso un governo giusto; la bella “Ester”,scelta dal re Assuero come regina, divenuta strumento perfetto nelle mani di Dio per la salvezzadel suo popolo: grazie a lei i giudei eviteranno un feroce sterminio tornando a Gerusalemme e ri-costruendo il tempio di Jahvè; “Geremia”, chiamato alla difficile missione di predicare la paroladivina al suo popolo che, seguendo falsi idoli, si è adagiato nella ricchezza e nella lussuria. Il ciclo

di puntate si concluderà con la storia della vita di sanPietro e quella di san Paolo ispirata agli Atti degli apo-stoli. Dopo la Bibbia, la domenica di Tv2000 conti-nuerà ad essere un appuntamento fisso per la fictionreligiosa con altri film dedicati a santi e beati. Riccardo

Benotti

35a

Giornata Mondiale del TurismoIL TURISMO

E LO SVILUPPO DELLA COMUNITÁ

sabato 31 gennaio 2015MONTEPRANDONE

ancimarche

Per informazioni, iscrizione e accoglienza rivolgersi a

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA tel. 0735.710930 • fax [email protected][email protected] SAN GIACOMO DELLA MARCAtel. 0735.62100 • fax 0735.362056 • [email protected]

PROGRAMMA

imm

agin

e di

cop

ertin

a fo

tost

ud

ioca

mp

anel

li

Comune diMONTEPRANDONE

Diocesi di San Benedetto del TrontoRipatransone - Montalto

IPiazza dell’Aquila

Centro Storicoore 9

Accoglienza

Saluti di STEFANO STRACCI

Sindaco del comune di Monteprandone

Visita al Museo Civico dei Codici di San Giacomo della Marca

e al Museo Parrocchiale San Niccolò di Bari

IISala San Leonardo

ore 10:15 Saluti di

Don LUIGINO SCARPONI Commissione Regionale Pastorale

del Tempo libero, Turismo e Sport

ore 10:30 Padre FERDINANDO CAMPANA

Ministro Provinciale della Provincia Picena “San Giacomo della Marca”

dei Frati Minori delle Marche

San Giacomo nelle Marche: il turismo religioso

e lo sviluppo della comunità

ore 11:15 TAVOLA ROTONDA

Il Turismo e lo sviluppo nelle Marche: esperienzecoordina Mons. MARIO LUSEK Direttore - Ufficio CEI per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport

intervengonoMAURIZIO BOIOCCHIDocente IULM di Milano

GIAN LUCA GREGORIPro-rettore Università politecnica delle Marche

MARIO BORRONI Presidente UNPLI Marche

e interventi dei Responsabili di Associazioni turistiche

conclusioniGIAN MARIO SPACCAPresidente della Regione Marche con delega per il Turismo

S. E. Card. EDOARDO MENICHELLI Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo - DelegatoCEM per la Pastorale del Tempo libero,Turismo e Sport

IIISantuario San Giacomo della Marcaore 13Visita al Santuario e al Museo di San Giacomo della Marcacon Padre LORENZO TURCHIGuardiano del Convento di Santa Maria delle Grazie e Direttore del Centro Studi “San Giacomo della Marca”

ore 13:30Agape Fraterna a cura del ComitatoFesteggiamenti San Giacomo della Marca

Conferenza Episcopale Marchigiana Commissione Regionale Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport