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pg. 8 Responsabilità nell’utilizzo di una macchina Le reti di distribuzione gas Convegno pg. 16 pg. 12 Incidenti da gas combustile in Italia n. 36 - marzo 2009 www.apce.it Periodico registrato presso il tribunale di Roma al n. 67 in data 17.02.98 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma Canne Fumarie Spazio CIG pg. 20

APCE Notizie - 36 - marzo 2009

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Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche Rivista scientifica per l’informazione e la prevenzione delle corrosioni elettrolitiche delle strutture metalliche (cathodic protection).

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8Responsabilità nell’utilizzodi una macchina

Le reti di distribuzione gasConvegno

pg.

16

pg.

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Incidenti da gas combustile in Italia

n. 36 - marzo 2009w w w. a p c e . i t

Periodico registrato presso il tribunale di Rom

a al n. 67 in data 17.02.98 - Spedizione in abbonam

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Canne FumarieSpazio CIG

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APCE N_36_C_2:APCE dicembre 04/05/09 19:44 Pagina 1

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Risoluzione 0,01 Precisone +/-0,01 Volt

range: -10,00 / +10,00 Volt

Risoluzione 0,01 Precisione +/-0,02 VoltPartenza ritardata - Memorizzazione

di n. in un secondoAlimentazione con batteria al Litio sostituibile

Software di elaborazione grafica con selezione dei dati.

Si possono graficare e stampare tutti i file relativi alle letture del data logger serie

FT-100/MV ( ). Possibilità di scegliere fra i seguenti modelli

matematici:

fino a 131.000

Media - Mediana - Scarto quadratico - Gaussiana

ECONORMA S.a.s. 31020 SAN VENDEMIANO - TV - Via Olivera 52Tel. 0438.409049 Fax 0438.409036

-

[email protected] www.econorma.com

Due ulteriori importanti possibilità del software sono la funzione “

” e quella relativa al “ .

Nella parte inferiore del report è riportata la sommatoria del tempo complessivo per “intervallidi tempo” selezionabili. Si può inoltre stampare il report per "Cronologia", "Ordinato perdurata" oppure "Ordinato per tipologia", dopo aver scelto per minima o massima.

DURATA TOTALE DEI

FUORI SOGLIA INDICE DI VARIABILITA’ (Bassa, Media, Alta)

DATA LOGGERDATA LOGGER

PREZZI COMPETITIVI !!

APCE N_36_C_2:APCE dicembre 04/05/09 19:44 Pagina 2

n ° 3 6 - m a r z o 2 0 0 9

EDITORIALE

Vivere l’Associazione

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L e i m m a g i n i

128OPEN SPACE

La Cassazione sulla responsabilitàper l’utilizzo di una macchina

CONvEGNO

Le reti di distribuzione del gas in Italia

SPAZIO CIG

Incidenti da gas combustibile in Italia

18SPAZIO CIG

Forum Italiano Sicurezza Gas. Gas combustibili.Fare sistema per una sicurezza sostenibile

20SPAZIO CIG

Delibera dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas(AEEG) ARG/gas 120/08

23SPAZIO CIG

Canna fumaria condominiale?Analisi e suggerimenti del Comitato Italiano Gas

APCE NEWS

ARG/gas 120/08 CHIARIMENTI

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MODELLI DISPONIBILI

FT-100/MV

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Risoluzione 0,01 Precisione +/-0,02 VoltPartenza ritardata - Memorizzazione

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Giornate Nazionali

sulla Corrosione e Protezione

Organizzate da

Associazione Italiana di Metallurgia

Con il patrocinio di

Università degli Studi di Udine

Spazio aziendeÈ previsto uno spazio per l’esposizione di apparecchiature, per la presentazione dei servizi e per la distribuzione di materiale promozionale. Informazioni più dettagliate al riguardo sono disponibili presso la Segreteria AIM ([email protected]).

AttiGli atti del convegno saranno predisposti sotto forma di CD-rom e distribuiti agli iscritti all’inizio dei lavori.

Presentazione di lavori scientificiGli interessati a presentare memorie scientifiche dovranno inviare titolo, autori e sommario (circa 500 parole) entro e non oltre il 28 novembre 2008.

ScadenzeInvio titoli e riassunti 13 febbraio 2009Notifica accettazione 27 febbraio 2009Invio dei testi completi 27 marzo 2009

SedeLa manifestazione si terrà ad Udine presso il Centro Culturale Paolino d’Aquileia, in via Treppo 5/b, nel palazzo delle ex Arti Grafiche.

Coordinatore delle GiornateL. Fedrizzi - Università di Udine

Comitato OrganizzatoreF. Bassani - Associazione Italiana di Metallurgia

L. Fedrizzi - Università di Udine

R. Fratesi - Presidente Centro Corrosione AIM

M. Cornago - Presidente NACE Milano Italia Section

R. Ferretto - Presidente AITIVA

G. Magnoni - Presidente APCE

Comitato ScientificoC. Bartuli - Università di Roma La Sapienza

P.L. Bonora - Università di Trento

S. Cavalieri - Apce

R. Cigna - Isproma, Roma

L. Fedrizzi - Università di Udine

R. Fratesi - Università Politecnica delle Marche

G. Gabetta - ENI div. E&P

G. Gusmano - Università di Roma Tor Vergata

F. Mazza - Università di Milano

T. Pastore - Università di Bergamo

P. Pedeferri - Politecnico di Milano

E. Proverbio - Università di Messina

P.V. Scolari - Consulente

S. Trasatti - NACE Milano Italia Section

F. Zucchi - Università di Ferrara

Aree tematiche principaliCase historiesCorrosione in acqua di mare Corrosione degli impianti e delle strutture: materiali, controllo e monitoraggio Tecniche localizzate per lo studio dei fenomeni corrosivi Corrosione e protezione delle armature nelle opere in c.a.Protezione catodicaRivestimenti

PresentazioneQuesta ottava edizione delle Giornate Nazionali sulla Corrosione e Protezione nasce da una or-mai consolidata collaborazione di AIM, APCE e Nace Milano Italia Section, che insieme si pre-sentano nel settore della corrosione e protezio-ne dei metalli. A queste associazioni si aggiun-ge in questa edizione anche AITIVA, ponendo quindi l’accento sulle problematiche legate alla protezione mediante rivestimenti organici.

L’obiettivo del Convegno è quello di presen-tare gli aspetti più innovativi nel settore del-la ricerca e dell’applicazione industriale delle tecnologie anticorrosione, facendo anche rife-rimento ai mutati aspetti normativi. Si vuole inoltre costruire un’occasione di dibattito tra i vari studiosi del settore affinché l’esperienza di ognuno possa apportare ricchezza di infor-mazione, possibilità di collaborazione, stimolo e crescita per tutti.

•••

••

sito internet:

Piazzale Rodolfo Morandi 220121 Milano Mitel. 0276397770 / 0276021132fax. 0276020551e-mail: [email protected]

www.aimnet.it/gncorr2009.htm

Giornate Nazionali

sulla Corrosione e Protezione

Udine · 24-25-26 giugno 2009

VIII edizione1a circolare - richiesta di memorie

www.aimnet.it/gncorr2009.htm

24-25-26 giugno 2009

VIII edizione

www.aimnet.it/gncorr2009.htm

Udine

L’obiettivo del convegno è quello di presentare gliaspetti più innovativi nel settore della ricerca e del-l’applicazione industriale delle tecnologie anticor-rosione, facendo anche riferimento ai mutati aspet-ti normativi: si vuole inoltre costruire un’occasionedi dibattito tra i vari studiosi del settore affinché l’e-sperienza di ognuno possa apportare ricchezza diinformazione, possibilità di collaborazione, stimoloe crescita per tutti.Relatori di alto livello tratteranno attraverso la presen-tazione di oltre 760 memorie le seguenti tematiche:- Rivestimenti Protettivi;- Meccanismi di corrosione e comportamento

dei materiali;- Passività e corrosione localizzata;- Corrosione negli ambienti industriali;- Corrosione nel calcestruzzo armato:- Corrosione in ambiente marini;- Controlli e normative nell’industria chimica;- Protezione catodica e corrosione nei terreni;

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Giornate Nazionali

sulla Corrosione e Protezione

Organizzate da

Associazione Italiana di Metallurgia

Con il patrocinio di

Università degli Studi di Udine

Spazio aziendeÈ previsto uno spazio per l’esposizione di apparecchiature, per la presentazione dei servizi e per la distribuzione di materiale promozionale. Informazioni più dettagliate al riguardo sono disponibili presso la Segreteria AIM ([email protected]).

AttiGli atti del convegno saranno predisposti sotto forma di CD-rom e distribuiti agli iscritti all’inizio dei lavori.

Presentazione di lavori scientificiGli interessati a presentare memorie scientifiche dovranno inviare titolo, autori e sommario (circa 500 parole) entro e non oltre il 28 novembre 2008.

ScadenzeInvio titoli e riassunti 13 febbraio 2009Notifica accettazione 27 febbraio 2009Invio dei testi completi 27 marzo 2009

SedeLa manifestazione si terrà ad Udine presso il Centro Culturale Paolino d’Aquileia, in via Treppo 5/b, nel palazzo delle ex Arti Grafiche.

Coordinatore delle GiornateL. Fedrizzi - Università di Udine

Comitato OrganizzatoreF. Bassani - Associazione Italiana di Metallurgia

L. Fedrizzi - Università di Udine

R. Fratesi - Presidente Centro Corrosione AIM

M. Cornago - Presidente NACE Milano Italia Section

R. Ferretto - Presidente AITIVA

G. Magnoni - Presidente APCE

Comitato ScientificoC. Bartuli - Università di Roma La Sapienza

P.L. Bonora - Università di Trento

S. Cavalieri - Apce

R. Cigna - Isproma, Roma

L. Fedrizzi - Università di Udine

R. Fratesi - Università Politecnica delle Marche

G. Gabetta - ENI div. E&P

G. Gusmano - Università di Roma Tor Vergata

F. Mazza - Università di Milano

T. Pastore - Università di Bergamo

P. Pedeferri - Politecnico di Milano

E. Proverbio - Università di Messina

P.V. Scolari - Consulente

S. Trasatti - NACE Milano Italia Section

F. Zucchi - Università di Ferrara

Aree tematiche principaliCase historiesCorrosione in acqua di mare Corrosione degli impianti e delle strutture: materiali, controllo e monitoraggio Tecniche localizzate per lo studio dei fenomeni corrosivi Corrosione e protezione delle armature nelle opere in c.a.Protezione catodicaRivestimenti

PresentazioneQuesta ottava edizione delle Giornate Nazionali sulla Corrosione e Protezione nasce da una or-mai consolidata collaborazione di AIM, APCE e Nace Milano Italia Section, che insieme si pre-sentano nel settore della corrosione e protezio-ne dei metalli. A queste associazioni si aggiun-ge in questa edizione anche AITIVA, ponendo quindi l’accento sulle problematiche legate alla protezione mediante rivestimenti organici.

L’obiettivo del Convegno è quello di presen-tare gli aspetti più innovativi nel settore del-la ricerca e dell’applicazione industriale delle tecnologie anticorrosione, facendo anche rife-rimento ai mutati aspetti normativi. Si vuole inoltre costruire un’occasione di dibattito tra i vari studiosi del settore affinché l’esperienza di ognuno possa apportare ricchezza di infor-mazione, possibilità di collaborazione, stimolo e crescita per tutti.

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sito internet:

Piazzale Rodolfo Morandi 220121 Milano Mitel. 0276397770 / 0276021132fax. 0276020551e-mail: [email protected]

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Giornate Nazionali

sulla Corrosione e Protezione

Udine · 24-25-26 giugno 2009

VIII edizione1a circolare - richiesta di memorie

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24-25-26 giugno 2009

VIII edizione

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Udine

Workshop APCE

La mattina del 25 giugno, all’interno della manifestazione, APCE organizza un Workshop con i principali attori delleaziende di distribuzione del gas con l’obiettivo di fare il bilancio, dopo 10 anni di applicazione delle deliberedell’Autorità per l’energia elettrica ed il gas e delle linee guida prodotte da APCE e pubblicate da UNI, sulla correttagestione degli impianti di protezione. Saranno sentiti i pareri e le esperienze delle società di distribuzione e dei tec-nici che hanno gestito i sistemi di protezione catodica.Lo scopo dell’incontro è di individuare i punti di forza e le eventuali debolezze dell’attuale procedura di valutazioneal fine di proporre emendamenti pratici, sia nella direzione della semplificazione, sia nel superamento di difficoltàgestionali e interpretative.Il workshop prevede una introduzione al documento e ai suoi obiettivi, seguita da interventi più specifici sulla suaapplicazione e su proposte di modifica o integrazione.Una tavola rotonda chiuderà i lavori dando ampio spazio al pubblico presente.

I Soci APCE potranno partecipare al Workshop rivolgendosi alla Segreteria dell’APCE

Per tutte le altre iscrizioni alla manifestazione rivolgersi AIM, Associazione Italiana di Metallurgia,Piazzale R. Moranti, 2 20121 MI,Tel. 02.76021132; 02.76397770, Fax: 02.76020551, [email protected], www.aimnet.it

APCE N_36_C_2:APCE dicembre 04/05/09 19:44 Pagina 5

Padovafiere spa 23-25 giugno 2009

L'evento presenta agli addetti ai lavori le tecnologie e le soluzioni innovative per la depurazione e il trattamentodell'acqua ad uso civile, industriale e agricolo, la gestione e il ciclo idrico integrato, la manutenzione delle reti idri-che e fognarie, in un confronto di alta specializzazione tra il mondo produttivo, i gestori, le amministrazioni e ilmondo tecnico scientifico. L'edizione 2009 di Hydrica che si svolgerà nei nuovi padiglioni di Padova Fiere dal 23 al 25 giugno, è incentratosulla valorizzazione di una corretta gestione della risorsa idrica, la sostenibilità ambientale e l'uso dell'acqua. La manifestazione si rivolge a tutto il settore industriale, agli studi di consulenza, alle Università e Centri di ricer-ca, alle associazioni di categoria ed a tutti gli operatori del settore, ospiterà una tre giorni di discussione sulle solu-zioni tecnologiche più avanzate, aspetti normativi e modelli di gestione, sostenibilità ambientale, fornendo unapprofondimento relativo allo stato dell'arte del settore in Italia e all'estero, oltre all'esposizione, le aziende parte-cipanti potranno presentare tecnologie e servizi negli spazi predisposti.

Hydrica Salone Internazionaledelle Tecnologie per l’Acqua

Per iscrizioni e prenotazioni rivolgersi a: Hydrica Segreteria organizzativa padovafiere spa+39.049.840.516 www.hydrica.org [email protected]

APCE N_36_C_2:APCE dicembre 04/05/09 19:44 Pagina 6

l’editoriale di gino magnoni

n un anno come il 2009 che si preannuncia difficile, in cui la crisigenerale che sta coinvolgendo tutti i settori non risparmiera’quello dell’industria dei servizi a rete, c’è comunque qualco-sa di positivo e costruttivo da poter sviluppare.In questo contesto il problema piu’ importante diventaquello di resistere alla crisi aspettando tempi migliori,

quindi mettere a fattor comune gli sforzi di tutte le diverserealtà appartenenti al settore della protezione catodica. Questonaturalmente significhera’ superare una volta per tutte la ristret-ta visione dei propri interessi e sviluppare quel processo inizia-to da tempo, nel quale introdurre miglioramenti e nuovi model-li organizzativi per riuscire a fare sistema nella distribuzione delgas e soprattutto nella distribuzione idrica, in cui le attività diprotezione catodica non trovano ancora la sensibilità e l’inte-resse che meritano. L’esigenza di un approccio sostenibile econdiviso della risorsa si va ormai affermando anche nellagestione dell’acqua, sia nelle forme di uso della stessa che nellavalorizzazione del territorio in generale.Per quanto riguarda l’agenda di APCE del 2009, Vi ricordo lapartecipazione all’ottava edizione delle Giornate Nazionali sullaCorrosione e Protezione che ormai segue una consolidata col-laborazione con AIM (Associazione Italiana di Metallurgia).L’obiettivo del convegno è quello di presentare gli aspetti piùinnovativi nel settore della ricerca e dell’applicazione industria-le delle tecnologie anticorrosione, facendo anche riferimento ai

mutati aspetti normativi; si vuole cosi’ favorire lo svolgimento di un dibattito tra i vari stu-diosi del settore.La manifestazione, avrà luogo a Udine dal 24 al 26 giugno 2009. APCE si e’ riservata la mat-tina del 25 Giugno per organizzare una tavola rotonda, con la partecipazione dei principaliattori della distribuzione del gas, avente per oggetto la valutazione dell’applicazione delladirettiva dell’AEEG sugli impianti di protezione catodica dopo i primi 9-10 anni, oltre alle trelinee guida alle quali APCE ha dato il suo sostanziale contributo. L’organizzazione della tavo-la rotonda e’ stata curata direttamente dalla segreteria di APCE, e per i Soci (una cinquan-tina) e’ prevista la partecipazione gratuita.Ai nostri lettori, comunico che la redazione il notiziario APCE per l’anno 2009 ospiterà uno“spazio CIG”. Abbiamo infatti ritenuto sinergico e produttivo per APCE e per il ComitatoItaliano Gas, veicolare attraverso il nostro giornale una comunicazione trasversale amplian-do le informazioni sugli aspetti normativi relativi al gas combustibile. In futuro nutriamo lasperanza di poter offrire sempre maggiori spazi alle attività di protezione catodica nelladistribuzione idrica.Infine, come aspetto partecipativo alle attivita’ dell’Associazione APCE ricordo l’importan-za delle riunioni che il Comitato Tecnico Centrale e i Comitati Tecnici Territoriali effettua-no durante l’anno. L’assenza dei vostri rappresentanti, che spesso registriamo, non vi con-sente di venire a conoscenza delle problematiche, delle proposte e delle soluzioni chel’Associazione affronta continuamente. Il ricevimento dei documenti senza conoscere ildibattito, che li ha generati, rischia di non avere la stessa efficacia, gli incontri sono momen-ti di confronto e di crescita, soprattutto per i tecnici che sono delegati a partecipare. Viverel’Associazione è importante per voi tutti ed è fondamentale per l’Associazione. Vi invito pertanto a non sottovalutare la partecipazione agli incontri e nel contempo asegnalarci le vostre esigenze.

Un saluto a tutti, Gino Magnoni

Vivere l’Associazione

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bbastanza articolata e complessa è questa sentenza della Corte di Cassazione,come del resto il commento che ne è derivato in quanto riguarda la individua-zione delle responsabilità per un infortunio sul lavoro occorso nei pressi di unamacchina marcata “CE”. Con essa la stessa Corte perviene alla conclusione chetale marcatura CE non mette al riparo il datore di lavoro da responsabilità pena-li se la macchina stessa, contrariamente da quanto dichiarato dal costruttore, nonrisponde alle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. La normativa diprevenzione degli infortuni prevede, infatti, che il datore di lavoro debba garan-tire l’incolumità dei dipendenti ed evitare danni a quanti possano venire a con-tatto anche occasionalmente con elementi di lavorazione pericolosi e nonprotetti di macchine sottoposte al suo controllo, né un eventuale concorsodi colpa addebitabile al fabbricante della macchina o ad eventuali comporta-menti colposi del lavoratore possono escludere il nesso causale tra la con-dotta del titolare e l’evento lesivo.

È un argomento questo già trattato in passato in numerose sentenzedalla Corte di Cassazione nelle quali la stessa aveva avuto modo di evi-denziare quanto sopra indicato. Fra le tante sentenze si cita in partico-lare la n. 1296 Sez. IV del 13/1/2006, Mollo, secondo la quale la respon-sabilità del costruttore di una macchina per eventuali carenze di misu-re di sicurezza non sono sufficienti, specie se queste sono visibili everificabili con la normale diligenza, ad escludere la responsabilità del-l’utilizzatore che è tenuto in ogni caso ad eliminare le fonti di perico-lo in essa esistenti, ed ancor prima Cass. Pen. Sez. IV n. 32426 del4/7/2001, in base alla quale “già all’atto dell’acquisto il datore di lavo-ro ha l’obbligo di verificare in concreto la sussistenza dei requisiti disicurezza provvedendo, se necessario, a dotare il macchinario deidispositivi di prevenzione dei quali risulti sprovvisto oppure ad inte-grare quelli già esistenti se questi si presentano in maniera evidenteinsufficienti” e “né ad esonerare il datore di lavoro da tali obblighisi può invocare, secondo un meccanismo di pedissequa auto-maticità, la circostanza che la macchina fosse provvista dellamarcatura CE di cui al D.P.R. n. 459/1996”, ed infine Cass.21/6/2004 Traversi, Cass. 16/5/2002 Argentieri, Cass. 9/5/2000D’Urso, Cass. 28/4/2000 Galli e Cass. 24/9/1996 Ieritano, inognuna delle quali è stata individuata la responsabilità dei datoridi lavoro per avere messo a disposizione dei propri lavoratoridipendenti macchine che, malgrado fossero marcate CE, presen-tavano palesi carenze in materia di prevenzione degli infortuni. Il caso di cui alla sentenza all’esame riguarda il legale rappresen-tante di una società che era stato chiamato a rispondere del

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L a m a r c a t u r a “ C E ” n o n e s o n e r a d a l l e s u e r e s p o n s a -b i l i t à i l d a t o r e d i l a v o r o u t i l i z z a t o r e n e l c a s o i n c u iu n a m a c c h i n a n o n r i s p o n d a a l l e n o r m e i n m a t e r i a d is i c u r e z z a s u l l a v o r o

La Cassazione sullaresponsabilità perl’utilizzo di una macchina

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reato di cui all’art. 590 commi 2 e 3 c.p. indanno di un lavoratore dipendente che avevasubito un infortunio sul lavoro presso unamacchina stabilizzatrice nel corso di alcunilavori stradali e per colpa consistita nell’i-nosservanza della normativa antinfortunisti-ca ed in particolare dell’art. 68, D.P.R.27/4/1955 in quanto la macchina stessa pre-sentava un rischio di cesoiamento non risul-tato protetto. La macchina era costituita daun tamburo di fresatura munito di un eleva-to numero di utensili da taglio (denti) che,mentre ruota, fresa il materiale della pavi-mentazione stradale ed aveva come prote-zione del tamburo un tegolo per evitare chei sassi potessero andare a finire ai lati o nellealtre parti dell’ingranaggio. L’infortunio eraaccaduto mentre alcuni operai stavano cari-cando la macchina operatrice su di un rimor-chio per essere trasportata altrove ed in par-ticolare per avere il lavoratore infortunatoinserito un braccio in una zona pericolosadella stessa nel mentre l’operatore provve-deva, una volta posizionata la macchina sulrimorchio, a calare il tegolo di protezione.L’infortunato riportava il distacco traumati-co del braccio destro, poi riattaccatogli conun intervento chirurgico, con conseguenteindebolimento permanente della funzionalitàdel braccio stesso e incapacità di attenderealle ordinarie occupazioni.L’imputato veniva assolto dal Tribunale inquanto la macchina operatrice era risultataessere munita della dichiarazione CE diconformità ai requisiti essenziali di sicurezzaper cui nessun altro presidio di sicurezza erastato ritenuto necessario a salvaguardia di

ulteriori rischi prevedibili, e prevedibile nonera stato considerato che un lavoratorepotesse, nelle normali condizioni di esercizio,introdurre un braccio sotto il tegolo alzatodella macchina, anche perché, per poterlofare, lo stesso lavoratore avrebbe dovutosdraiarsi a terra. La Corte di Appello ha successivamente,invece, ritenuto l’imputato responsabile delreato di lesioni colpose aggravate dalla viola-zione della normativa antinfortunistica, e locondannava alla pena di mesi uno e giornidieci di reclusione, con la concessione deibenefici della sospensione condizionale dellapena e della non menzione della condanna.Evidenziava la Corte di Appello che l’infortu-nio si era verificato perché non erano staterispettate alcune norme di prevenzione degliinfortuni e non erano state adottate tutte leprocedure di sicurezza indicate dal costrut-tore e riportate nel libretto di istruzioni, dal-l’informazione alla formazione del lavorato-re, dall’assistenza durante le operazioniavendo la macchina alcune zone non visibilidall’operatore stesso alla verifica che nessu-no stazionasse nel raggio di azione dellamacchina stessa.Il legale rappresentante della società propo-neva ricorso alla Corte di Cassazione peruna serie di motivazioni fra le quali spiccauna richiesta di esonero totale di responsa-bilità in quanto la macchina oggetto del-l’infortunio era fornita di certificazione CE diconformità ed inoltre perché la norma spe-ciale di cui al D.P.R. n. 459/1996 individua nelcostruttore e non nell’utilizzatore finale ilsoggetto competente alla gestione del

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L a normativa di prevenzionedegli infortuni prevede che il datore di lavoro,debba garantire l’incolumità del dipendente“ “

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rischio. L’imputato ha posto altresì in eviden-za alla Corte di Cassazione che la stessaditta costruttrice aveva individuato il perico-lo di cesoiamento durante le fasi di sistema-zione, ai fini del trasporto, della macchina sulrimorchio e ne aveva fatto anche oggetto disegnalazione all’utente nonché oggetto di unintervento diretto proprio su quella macchi-na consistito nell’installazione di un riparonella zona di pericolo.La Suprema Corte ha però rigettato il ricor-so proposto dall’imputato confermando lasua condanna. In particolare la Sez. Feriale, inmerito al richiesto concorso di responsabi-lità del costruttore ha condiviso le conclu-sioni alle quali era pervenuta la Corte diAppello sostenendo che “nel caso di specie,eventuali concorrenti profili colposi addebi-tabili al fabbricante non elidono certamenteil nesso causale tra la condotta del datore dilavoro e l’evento lesivo in danno del lavora-tore” ed ha ribadito altri concetti, anche essigià espressi in precedenza in altre sentenze ecioè che da un lato “la disciplina normativa dicui al citato art. 68 del D.P.R. n. 547 del 1955- nel prescrivere che in ogni caso ed in qual-siasi fase dell’uso di una macchina, il pericoloderivante dagli organi lavoratori della stessadeve essere rimosso mediante idonei sistemidi protezione, oppure, quando ciò non siatecnicamente possibile, mediante l’adozionedi dispositivi di sicurezza - non lascia comun-que alcun margine di discrezionalità in ordi-ne alla necessità di evitare il funzionamentodella macchina stessa quando lo stesso costi-tuisca pericolo per il lavoratore addetto (exmultis, Cass. SEZ. IV, n. 4066 del 23.02.1996,rv. 204978; Sez. IV, 30.11.1992, n. 1208” e dal-l’altro ha ribadito, mediante una affermazioneche poggia sul disposto dell’art. 2087 c.c.,che “il datore di lavoro deve ispirare la suacondotta alle acquisizioni della migliorescienza ed esperienza per fare in modo cheil lavoratore sia posto nelle condizioni dioperare con assoluta sicurezza”. “Pertanto”,secondo la stessa Sez. IV - non sarebbe suffi-ciente, per mandare esente da responsabilità

il datore di lavoro, che non abbia assoltoappieno il suddetto obbligo cautelare, neppu-re che una macchina sia munita degli accor-gimenti previsti dalla legge in un certomomento storico, se il processo tecnologicosia cresciuto in modo tale da suggerire ulte-riori e più sofisticati presidi per rendere lastessa sempre più sicura (Cass. Sez. IV,11.12.2007, n. 6280; Sez. IV, 10.11.2005, n.2382, Minesso; Sez. IV, 26.04. 2000, Maanteroed altri)”. Ribadisce ancora la Corte diCassazione la affermazione secondo cui “èconfigurabile la responsabilità del datore dilavoro il quale introduce nell’azienda e mettea disposizione del lavoratore una macchina -che per vizi di costruzione possa esserefonte di danno per le persone - senza avereappositamente accertato che il costruttore,e l’eventuale diverso venditore, abbia sotto-posto la stessa macchina a tutti i controllirilevanti per accertarne la resistenza e l’ido-neità all’uso, non valendo ad escludere lapropria responsabilità la mera dichiarazionedi avere fatto affidamento sull’osservanza daparte del costruttore delle regole dellamigliore tecnica (Cass., Sez. IV, 03.07.2002,Del Bianco Barbacucchia)”.Del tutto inconferente ha ritenuto infine laSuprema Corte il discorso relativo alla certi-ficazione di conformità CE “considerato che,per quanto sopra esposto, la violazione èdavvero macroscopica, tanto da sconfinarenella violazione di regole di comune pruden-za”. “Il carico della fresa sul rimorchio - con-clude la Sezione Feriale - costituiva opera-zione delicata e pericolosa sia per la mole eil peso del congegno sia per l’uso di assi daporre sulla rampa di carico (onde evitare ilcontatto metallo contro metallo) e chepotevano per la pressione spostarsi e creareintralcio” e aggiunge che “sarebbe statoquindi doveroso prevedere e disciplinare unaprocedura di caricamento che tutelasseappieno la incolumità dei lavoratori, se delcaso, integrando quella fornita dal manuale”.Corte di Cassazione - Sezione Feriale Penale- Sentenza n. 45335 del 5 dicembre 2008 .

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quenza di acquisizione massima di 200 HzIl contenitore IP-65 è in policarbonato. Ha una porta serialeRS232 a 9 pin per la programmazione e scarico dati.L’alimentazione è data da una batteria al Litio 3,6 V con lungadurata. La scheda elettronica dispone di un ingresso digitaleda contatto pulito che permette di memorizzare il valoredegli impulsi ricevuti, max 4.095 per unità di tempo selezio-nabile da 1 a 4.095 secondi, oppure i momenti con data e orain cui si verifica sia l’apertura e sia la chiusura di contatto. Inquest’ultima modalità la scheda consente di memorizzare10.600 campionie la durata della batteria è notevole.Se il FT-105/Pulse viene utilizzato come registratore di segna-li puliti di Aperto/Chiuso, non può essere usato con tra-smissione radio dei dati, e registra solo a cambio di stato enon a tempo programmato.Se viene usato come conta impulsi, può essere usato sia conla trasmissione radio dei dati, che come normale data logger.In quest’ultimo caso conta gli impulsi nel tempo di campiona-mento programmato. In via radio fa solo la campionatura e lainvia con il tempo di trasmissione che è stato impostato.(Fattore di conversione = 0,5 con la virgola). Se fosse un plu-viometro con 0,2 mm di acqua per impulso, bisogna metterela conversione 0,1).Se il FT-105/Pulse viene usato programmato come contattodigitale, in questa opzione viene usato solo con collegamen-to radio. E’ un contatto Aperto/Chiuso. Bisogna programma-re solamente il tempo di trasmissione. La frequenza di tra-smissione deve essere sempre inferiore al tempo del “ritardodi allarme”. In questa opzione nella cartella dei Movimenti siavrà in calce la somma totale degli impulsi, da quando ècominciata la memorizzazione nei tempi programmati.Il software permette di visualizzare e stampare le misure rice-

E’ vute dai dispositivi ed il relativografico ed inoltre di salvare su filetutti i dati. In ogni caso i file su cuisi memorizzano i dati, sono fileASCII leggibili con qualsiasi pro-gramma di videoscrittura e dispo-nibili per successive elaborazionidi stampa e grafica.

“FT-105/Pulse”

Mini-Registratore di Impulsi eaperture e chiusure di contatto

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i è svolto a Roma il 26 febbraio scorso un workshop organizzato da ANIGAS edall’ASSOCIAZIONE ECONOMIA REALE, per fare il punto sulle reti di distribu-zione del gas in Italia, e sull’impatto della riforma dei sevizi pubblici locali intro-dotta all’articolo 23-bis della legge 133/2008.Numerosi ed autorevoli gli interventi dei principali attori del settore.

In particolare è stato ricordato dal Presidente ANIGAS che l’Italia, tra i Paesi europei piùindustrializzati, è quello che più degli altri va a gas, anche in conseguenza, della rinuncia alnucleare e alla scarsità di fonti primarie disponibili. La protagonista principale della metanizzazione italiana è stata la società Snam, che hacostruito l’infrastruttura nazionale e una parte delle reti di distribuzione locale, ma non pos-siamo dimenticare la lungimiranza e l’attività delle aziende di distribuzione, protagoniste delsettore che hanno costruito nel tempo una infrastruttura ineguagliata negli altri paesi. Leaziende distributrici sono oggi proprietarie dell’80 % degli impianti che gestiscono ed hannola responsabilità di mantenere sano un grande patrimonio.Oggi, ha sottolineato il Presidente, per la gestione e l’affidamento delle reti gas, abbiamo unquadro normativo poco chiaro ed ancora incompleto. Negli ultimi dieci anni, ed in particola-re dal 2004 in poi, praticamente una volta l’anno, successivi interventi correttivi alle normehanno spostato i punti di riferimento per le imprese di distribuzione. In particolare, da parte dei rappresentanti ANIGAS, è stato rilevato che dal 1925 al 2000 il

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L i m p a t t o d e l l a r i f o r m a s u l q u a d r o n o r m a t i v o e r e g o -l a t r i o d e l s e t t o r e

Le reti di distribuzionedel gas in Italia

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settore è stato regolamentato da un’unicadirettiva; Il testo unico. Dal 2000 ad oggi sisono susseguite ben 7 tra leggi, norme edecreti che hanno reso incerto il quadronormativo limitando gli operatori del set-tore nelle decisioni di investimento. Oggitutti i distributori si attendono un quadrodi regole certe ed equilibrate che consen-tano di programmare gli investimenti conl’obiettivo di mantenere e se possibileincrementare lo stato di efficienza e la sicu-rezza di questa infrastruttura strategica.La legge di riforma dei servizi pubblici loca-li, della scorsa estate, la cui completa appli-cazione è condizionata dall’adozione deiprevisti regolamenti governativi, sembrarappresentare un passo indietro rispetto alprocesso di liberalizzazione avviato nel2000 con il recepimento della DirettivaComunitaria 98/30. Essa va a modificarealcuni orientamenti che sembravano con-solidati ed introduce nuove criticità. Con la stesura dei regolamenti attuatividella riforma che il Ministero per gli AffariRegionali dovrebbe presto portare inConsiglio dei Ministri, si dovrebbe trovarela soluzione a tutti quei problemi rimastiirrisolti.Vale la pena a questo punto richiamare leprincipali considerazioni trattate con deci-sione nel workshop:

- Le aziende distributrici di gas devonopoter competere a parità di condizioni,senza usufruire di privilegi sia essasocietà pubblica o privata, quotata o nonquotata. Anche se può apparire banale, lanorma attuale prevede privilegi sia per leaziende pubbliche sia per quelle quotate.

- La proprietà delle reti, nell’80% dei casioggi appartiene alle aziende. Se vienepersa la gara per la concessione, vannosalvaguardati gli aspetti patrimoniali, l’in-dennizzo al vecchio concessionario deveavvenire prima della consegna degliimpianti.

- La durata delle nuove concessioni deveessere adeguata. Occorre prevedereproporzionali tempi di recupero degliinvestimenti. L’attuale durata previstadalla deliberazione 164/2000, non è com-patibile con la programmazione degliinvestimenti sugli impianti, basta vederecosa accade negli altri paesi europei perrendersene conto.

- Regolare la durata del periodo transito-rio, in modo che le concessioni non ces-sino tutte contemporaneamente, e favo-rire uno svolgimento delle gare più ordi-nato, senza affollamento e con più con-correnza.

- Esclusione senza eccezioni del servizio“in house” per il settore gas.

Sono stati evidenziati inoltre altri dueaspetti fondamentali; il primo riguarda ladefinizione dei bacini di gara che era statoindividuato, ed era in attesa di essere svi-luppato, come elemento di recupero diefficienza e di riduzione dei costi e di realeprospettiva di risparmio per i consumatori.Con le nuove norme questa definizionesembra essere affidata ad una scelta discre-zionale delle Pubbliche Amministrazioni,con il rischio di un ritorno alle gare persingolo Comune.Il secondo riguarda i bandi di gara che nonprevederebbero il trasferimento dal vec-chio al nuovo concessionario del persona-le dedicato al servizio. Il settore delladistribuzione del gas coinvolge un altonumero di addetti, l’impossibilità del pas-saggio del personale da una società all’altra,comporterà per l’azienda che ha perso laconcessione, il carico di risorse non piùimpiegabili nel business che si tradurrà inlicenziamenti o aumento dei costi digestione. E’ importante quindi che le nuovenorme prevedano il trasferimento al nuovogestore del personale dedicato, garantendocosì anche le competenze, a beneficio dellaqualità e sicurezza del suo esercizio.

Un aspetto di particolare interesse perAPCE è stato quello di sentire, in una mani-festazione di alto livello, alla presenza diautorevoli manager dei più grandi gruppiindustriali del Paese e delle Autorità delsettore, quando si è parlato di sicurezza, dieccellenza operativa nella telegestionedelle reti gas, identificare gli investimentisulla protezione catodica delle reti inacciaio, “finalmente” come fattore determi-nante di sicurezza ed elemento fondamen-tale per la salvaguardia dell’ingente investi-mento sostenuto nella costruzione dell’in-frastruttura.

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Il palmareIl D-PAD è un computer palmare; su di esso vengono caricate, tra-mite collegamento a qualsiasi PC collegato al sito CCOL, le diverseschede predisposte dal MAIDAS; una volta in campo, l’operatorepotrà aggiornare le schede direttamente sul D-PAD nel momento incui l’attività venga completata e, successivamente, al rientro in uffi-cio, ri-trasferire le informazioni dal D-PAD al database CCOL

La memoria RFIDSi tratta di una memoria RFID installata nei diversi punti di misura, ingrado di comunicare via radio con il palmare DPAD quando questosi trovi in prossimità del punto stesso; in questo modo, è possibile cer-tificare la reale presenza dell'operatore presso il punto di misura e,al tempo steso, memorizzare le operazione effettuate per eventualisuccessivi controlli Via Vigentina, 2 - S. Genesio ed Uniti (PV)

Tel. 0039 - 0382.580289 Fax 0039 - 0382.580622e-mail: [email protected] web site: www.tecnosystemgroup.com

L’EVOLUZIONE CONTINUA: il CCOL si arricchisce del nuovo acquisitore di campo HYPERDRONE

Il sistema integrato MAIDAS è un sistema complementare al CCOL,creato per permettere agli operatori di effettuare la pianificazionedelle operazioni periodiche di manutenzione programmata degliimpianti di protezione catodica. Attraverso una serie di tabelle pre-definite determina a priori le differenti tipologie di attività e di misu-re, predisponendo in maniera univoca e dettagliata, da qualsiasipostazione PC che abbia accesso al CCOL, le varie attività di manu-tenzione e misura.

Il registratoreIl datalogger portatile DATABOX risponde all’esigenza diintegrare le misure rilevate in telesorveglianza con campagne dimisure manuali (ad esempio: analisi dei campi elettrici).Il DATABOX permette di riversare nel CCOL, direttamente su piat-taforma WEB, le misure effettuate, tramite semplice cavo seriale, peruna totale omogeneità di gestione con le misure rilevate dal sistemadi telesorveglianza.

L’attrezzatura di campoIl nuovo acquisitore di campo DRONE è un telecontrollo a duecanali per la lettura remota di potenziale e corrente dei sistemi diprotezione catodica.

Il DRONE dispone di nuove protezioni, antenna e batterie poten-ziate integrate all’interno del dispositivo stesso, possibilità di trasmis-sione GPRS oltre a GSM / SMS, funzioni di autoreset.

Il nuovo acquisitore di campo HyperdroneL’HYPERDRONE è il dispositivo evoluto di telecontrollo a due cana-li di lettura per la misura da remoto di corrente DC e AC (valoreRMS). Studiato e progettato per installazioni in ambienti estremi, contemperature da -30°C a + 75°C, l’HYPERDRONE è dotato di unnuovo pacco batterie che permette 60 mesi di autonomia in moda-lità di trasmissione standard, 4 scale di tensione selezionabili, impe-denza di ingresso 10 MOhm, funzioni di autocheck ed autoresetN

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ecenti accadimenti relativi ad incidenti da gas combustibile hanno riportato l’attenzio-ne dei media su questo problema nel quale il settore gas è profondamente impegnatoda molti anni.Come al solito al verificarsi di avvenimenti di questo tipo ecco apparire la solita schie-ra di benpensanti con le ricette buone per tutte le stagioni ed assistere al florilegio dinotizie di ipotetici interventi e di miracolosi dispositivi che risolveranno ogni questio-

ne, eliminando tutti i pericoli…In tutto ciò, poi gli incidenti vengono tutti accomunati facendo una grave confusione tra quelli cau-sati dalle emissioni di monossido di carbonio e quelli causati da fughe di gas.Informazioni così date, sicuramente con i migliori intenti ma non corrette, hanno generalmente l’ef-fetto di confondere ancor di più i cittadini.Vediamo di precisare; le emissioni di monossido di carbonio, provenienti da apparecchi di utilizza-zione, sono generalmente dovute a combustione del gas incomplete e da altre condizioni chedeterminano il riflusso dei prodotti della combustione in ambiente. Concentrazioni di monossidooltre certi limiti sono nocive e se i tempi di esposizione ad esse superano determinati limiti, diven-tano letali.Questa oggigiorno è la principale causa di decessi dovuti all’utilizzazione di gas.Le cause degli incidenti da monossido di carbonio, vengono da anni accuratamente documentatedal CIG che nel comunicato stampa, rilasciato il 16 maggio 2008, in occasione della presentazionedella “Statistica incidenti da gas combustibile dell’anno 2007” le identifica come segue:• l’inefficienza delle canne fumarie, dei camini e dei canali da fumo;• la non corretta (o mancante) ventilazione dei locali d’installazione;• lo stato di carente manutenzione degli apparecchi di utilizzazione con riferimento ai parametrispecifici stabiliti dalle disposizioni legislative/normative vigenti;

• l’inidoneità dei locali di installazione degli apparecchi di utilizzazione.E’ stata verificata la concorrenza di più cause nel determinare tali incidenti, venendosi generalmentea sommare:a. la violazione degli obblighi di manutenzione (a cui si associano molto spesso condizioni di vetu-stà degli apparecchi) impianto evacuazione fumi non idonee;

b. la violazione di prescrizioni di legge/normative relative alla corretta ubicazione degli apparecchi,in riferimento ai locali d’installazione;

c. la mancanza o la non idoneità, nei casi dovuti, delle aperture di ventilazione.Le fughe di gas, (si tratta in questo caso di combustibile assolutamente non bruciato) possono dareorigine ad esplosioni o scoppi, quando l’accumulo diviene consistente e non vengono rilevate primache si originino, condizioni di criticità.Non di rado questi incidenti, fortunatamente poco numerosi, si accompagnano a estese distruzio-ni materiali. Disseminare informazioni non corrette, anche con i migliori intenti, non è certamentel’approccio più conveniente ad una problematica di questo tipo, legata peraltro a molteplici fattorie a tutta una serie di complesse situazioni sociali, tecniche e legislative.Una cosa però è bene chiarirla subito:gli incidenti da gas non sono accadimenti inevitabili determinati dal perfido Fato; si possonoe si debbono evitare.Il gas è una delle principali fonti energetiche e finchè rimarrà tale, è un dovere di tutti prevenire ilverificarsi di tali nefasti e luttuosi accadimenti.

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A l c u n e r i f l e s s i o n i d e l C om i t a t o I t a l i a n o G a s

Incidenti da gascombustibile in Italia

A cura diFrancesco

Castorina

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Abbiamo quindi definito che la parola chiave inquesto contesto è “prevenzione”.Da anni dal Comitato Italiano Gas vengonorivolti inviti alle Istituzioni a produrre uno sfor-zo comune affinchè questi accadimenti venganoaffrontati in una migliore ottica di prevenzione.Bisogna considerare che in Italia ci sono circa27 milioni di impianti alimentati con gas com-bustibile e del suo uso sono interessati circa 43milioni di cittadini! Non si può dunque sottova-lutare più questa necessità!Ciò porta ad affermare che bisogna prendereatto della necessità che i cittadini, debbanoessere resi maggiormente consapevoli all’utiliz-zo degli apparecchi alimentati a gas.Si deve chiaramente comunicare ai cittadini –utenti che tali apparecchi devono essere sem-pre adoperati appropriatamente, con coscienzadi causa e tenendo sempre ben presenti i dovu-ti accorgimenti per evitare eventuali rischi deri-vanti dal loro non corretto impiego.Anche tale esortazione ha trovato poco riscon-tro e come prima si è detto degli incidenti dagas si parla solo quando sono avvenuti.Infatti, nessun passo concre-to in avanti è stato sinoramosso nella direzione logicadei controlli di sicurezzapreventivi sugli impianti, pro-babilmente l’unica arma chepotrebbe essere efficace perconsentire una drastica ridu-zione degli incidenti.L’applicazione di regole pre-viste per i controlli sugliimpianti, che siano mirati allasalvaguardia della sicurezzaindividuale e collettiva, puòessere uno degli interventi determinanti ai finidella prevenzione.In tale ambito, pur essendo la deliberazione40/04 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas(AEEG), orientata in questa logica d’intervento,essa al momento vige solo per gli accertamentidocumentali sugli impianti di nuova installazioneriservati al personale (accertatori) delle aziendedi distribuzione e eventuali verifiche con sopral-luogo sui medesimi, riservate all’ente di control-lo individuato dalla legge (Legge 46/90, dal 27marzo 2008 sostituita dal D.M. 37/08).E’ ovvio che gli aspetti potenzialmente più pre-giudizievoli per la sicurezza debbano però esse-re ricercati negli impianti in esercizio da piùlungo tempo, per i quali sarebbe necessarioavviare una massiccia campagna di controllo.Bisognerebbe pertanto che ognuno facesse lapropria parte.Il Comitato Italiano Gas la sua la sta facendo;con una norma tecnica di nuova emanazione (laUNI 7129) e con la collaborazione dei fabbri-canti nazionali di piani di cottura alimentati agas, ha praticamente vietato l’installazione dipiani di cottura privi del dispositivo di sicurezzaper la rilevazione dell’assenza di fiamma (comu-nemente intesa termocoppia); ha introdotto

nuove e più restrittive regole per l’installazionedi nuovi impianti alimentati a gas.Adesso altri devono intervenire e due sono lecose importanti da fare:1. Non si può più rinviare! E’ ormai tempo diavviare, da parte delle Istituzioni competenti unserio confronto per arrivare a definire in manie-ra univoca uno schema nazionale per i con-trolli di sicurezza per le utenze domestiche,che tenendo conto delle esperienze sinora pro-dotte in questo campo, consenta al nostro Paesedi portarsi a livello di quei Paesi dell’Unione chegià da molto tempo vantano degli efficienti sche-mi di controllo per gli impianti domestici cheutilizzano gas combustibili.2. Rottamare! Un piano di rottamazione, conincentivazioni, degli apparecchi a gas obsoleti,avrebbe sicuramente benefici effetti. Ad esso,inoltre, si assocerebbe in automatico un con-trollo degli impianti asserviti, in quanto perlegge, l’operatore dopo l’intervento è tenuto averificare la compatibilità dello stesso con ilpreesistente. Darebbe un positivo riscontro intermini di riduzioni degli incidenti, aiuterebbe a

minimizzare i consumi equindi le emissioni ancor-chè poco inquinanti epotrebbe dare un soffiod’ossigeno anche all’indu-stria nazionale. Ci sentiamoinfine in dovere di affronta-re anche un altro aspetto,su cui spesso viene steso unvelo di inopportuno silen-zio; l’uso doloso (e crimino-so) del gas. Ci si riferiscealla piaga dei suicidi e tenta-ti suicidi e atti dolosi ese-

guiti con l’uso del gas combustibile per compie-re potenzialmente vere e propie stragi.Ancora oggi moltissima gente è convinta che l’i-nalazione del gas combustibile può essere noci-va e condurre in poco tempo alla morte. E’ unretaggio che deriva dai tempi passati, quandoveniva distribuito il cosidetto gas di città (gasmanifatturato), che proveniente dalla distillazio-ne del coke era nocivo anche se inalato in dosirelativamente modeste. Il gas naturale distribui-to a mezzo reti e il GPL non hanno queste pro-prietà nocive. L’inalazione prolungata può con-durre a forme di avvelenamento ma general-mente non è mortale. Avviene dunque che per-sone che abbiano deciso di togliersi la vita, igno-rando ciò, liberino il gas per inalarlo, con il risul-tato di creare accumuli dello stesso che inne-scati per un qualsiasi motivo (la partenza delmotore del frigorifero, lo squillo del campanel-lo, etc), esplodano con conseguenze rovinose.Bisogna fare in modo che i cittadini conoscanoquesto stato di cose, affinchè i potenziali suicidirinuncino ad usare il gas, privando così della vitaaltri innocenti. Non sono cose comode e facilida dire e costa scriverle ma bisogna avere ilcoraggio di farlo, per il rispetto della vita e inparticolare della vita di tutti.

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E’ ormaitempo diavviare, daparte delleIstituzioni com-petenti unserio confron-to per arrivarea definire inmaniera univo-ca uno sche-ma nazionaleper i controllidi sicurezzaper le utenzedomestiche.

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Forum Italiano SicurezzaGas. Gas combustibili. Faresistema per una sicurezza sostenibile

unto di confronto nazionale sui temi caldi della sicurezza gas e delle problemati-che del settore. Attualità e aggiornamento tecnico, gestionale, normativo.

È con l’idea di fornire agli operatori una serie di informazioni utili, pratiche, ope-rative che si sono sviluppati i lavori per la definizione degli argomenti portanti delII Forum Italiano Gas, realizzato da CIG in collaborazione con il Gruppo Italia

Energia. Un nuovo, importante momento di riflessione e di approfondimento che si auspicadi offrire risposte concrete alle numerose e calde problematiche su cui il settore sarà chia-mato a confrontarsi nei prossimi mesi.

L’appuntamento è previsto per il 10 e 11 giugno 2009 presso la prestigiosa Aula Magnadell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, confermata dopo il positivo riscontro digradimento da parte degli sponsor, delegati e relatori durante l’edizione 2008.

Il sito forumitalianosicurezzagas.it sarà per l’occasione ulteriormente potenziato per fornireagli interessati tutte le informazioni utili sui “Works in progress” . Un sito decisamente atti-vo che verrà supportato anche da una serie di newsletter, con l’obiettivo di cogliere nell’es-senziale i punti nevralgici su cui si dibatterà a Milano il prossimo giugno. Un’edizione che sipresenta di particolare importanza, un Forum che il CIG è certo, si confermerà come centroprivilegiato di incontro e dibattito per tutti gli operatori.

Quest’anno le varie sessioni offrono un’articolazione degli argomenti di interesse del setto-re gas, certamente incentrata sui forti aspetti di novità introdotti da alcuni interventi istitu-zionali, ma non verranno trascurati anche gli aspetti relativi ad altri argomenti per cui ci sonolavori in evoluzione. Si parlerà pertanto anche di miglioramento della professionalità deglioperatori, di controlli di sicurezza, manutenzione ma anche di corretta informazione ai citta-dini.

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Come armonizzare gli interventi dei soggetti istituzionali:legislatore, regolatore e formatore.

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SINTESI DEI TEMIPROPOSTI NELLE VARIE

SESSIONI

Sessione generale di apertura: TavolaRotondaGas combustibili. Fare sistema per unasicurezza sostenibileCome armonizzare gli interventi dei sog-getti istituzionali: legislatore, regolatore eformatore.

Titolo: Come armonizzare gli interventi deisoggetti istituzionali: legislatore, regolatore eformatore.Interverranno oltre al Presidente del CIG,rappresentanti del Ministero dello sviluppoeconomico, del Ministero Rapporti con leregioni, l’Amministratore delegato di SnamRete Gas, il Presidente AEEG, il PresidenteUNI)

Ia Sessione

La statistica incidenti da gas : osserva-torio indispensabile per il migliora-mento della sicurezza

Sono previsti interventi su:•Quali le cause in genere degli incidenti equali le soluzioni;•La statistica incidenti da gas anno 2008 –Dati e riflessioni;•Qualificazione degli installatori e del perso-nale delle aziende di distribuzione. Ultimeevoluzioni a livello europeo;•Nuovi approcci tecnologici per la formazio-ne del personale e la comunicazione aiclienti finali;•Comunicare la sicurezza oggi;•Lanciare una campagna sulla sicurezza gas èoggi possibile? Criteri organizzativi, costiRisultati. Il difficile reperimento dei fondi;•Comunicare sicurezza, strategie e risorse.

IIa Sessione

Regole e nuove tecnologie: sinergie tra

istituzioni, distributori, venditori, installa-tore e costruttori per coniugare sosteni-bilità e sicurezza

Sono previsti interventi su:•L’accertamento documentale sugli impiantidel cliente finale: quale futuro?•La responsabilità giuridica del manutentoree dell’installatore nell’utilizzo degli impiantialimentati a gas per uso domestico o simila-re nei luoghi di vita e di lavoro;•La qualità del gas e il suo impatto sulle appa-recchiature;evoluzione normative, criticità,approcci.•“Rottamare gli apparecchi gas obsoleti”;l’offerta dei costruttori a favore della sicu-rezza.•Information Tecnologies, strumento indi-spensabile per il miglioramento della sicu-rezza delle reti.•La regolazione del servizio di misura gas el’introduzione della telelettura/telegestione.•Gestione calore, nuove caldaie centralizzatee sicurezza.

Sessione di chiusura: Tavola rotonda

C’è la volontà di “fare sistema”? La paro-la agli operatori

L’iniziativa, promossa dal Comitato ItalianoGas chiamerà a raccolta tutto il mondo delgas Italiano, dai distributori ai venditori, aicostruttori di impianti ecc. e potrà contaresulla presenza dei rappresentanti delle mag-giori Istituzioni in rappresentanza delleaziende di distribuzione, di costruzione emanutenzione, dei consumatori, delleAutorità ecc.

Per maggiori informazioni:Gruppo Italia Energia srlVia Valtellina, 1820159 MilanoTel. 02.92888702e-mail: [email protected]

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ell’articolo seguente si fa il punto su due importanti interventi dell’Autoritàper l’energia elettrica e il gas (AEEG) di notevole impatto sull’attività di distri-buzione ma anche di forte interesse per l’industria manifatturiera (rif. ai grup-pi di misura), per la normazione tecnica e per i clienti finali.

I° Qualità e tariffe ma anche sicurezzaIn data 8 agosto 2008, l’AEEG ha emanato il provvedimento di approvazione della Parte I del“Testo unico delle disposizioni della regolazione della qualità e delle tariffe dei servizi di distri-buzione e misura del gas per il periodo di regolazione 2009 – 2012” (TUDG) relativa alla rego-lazione della qualità dei servizi di distribuzione e misura (RQDG).Il TUDG entrerà in vigore il 1° gennaio 2009 unitamente alla Parte II che tratterà la regola-zione delle tariffe dei servizi di distribuzione e misura (RTDG).

Punti di attenzione per i distributoriFino al 31 dicembre 2008 le imprese di distribuzione hanno continuato ad applicare il “Testointegrato” di cui alla deliberazione n. 168/04 e collegate modificato nell’articolo 33.5 per quan-to riguarda il calcolo dell’ammontare degli incentivi per recuperi di sicurezza correlati all’odo-rizzante.Dal 1° gennaio 2009 sono entrate in vigore le disposizioni previste dal TUDG, tranne per quan-to riguarda:• la disciplina degli indennizzi automatici;• la disciplina degli appuntamenti;• la metodologia di verifica dei dati di qualità che le imprese distributrici devono comunicareall’Autorità;

per questi argomenti resterà valido quanto disposto dal “Testo integrato” della 168/04.Dal 1° gennaio 2009 al 31 dicembre 2009 i distributori con un numero non superiore a 3.000di clienti finali allacciati in bassa pressione sono tenuti al rispetto delle disposizioni della qualitàcommerciale del TUDG limitatamente per le prestazioni di “attivazione della fornitura” e di“riattivazione della fornitura in seguito a sospensione per morosità”.Il “Testo integrato” della 168/04 verrà definitivamente abrogato a partire dal 1° gennaio 2010.Infine dal 1° gennaio 2010 le imprese di distribuzione applicheranno quanto disposto nel TUDGrelativamente:• al nuovo indicatore “tempo di risposta alla chiamata per pronto intervento” e relativo stan-dard generale (articoli 24.1 e 24.2);• ai dati specifici da registrare alla ricezione della chiamata telefonica di pronto intervento e quel-li sui volumi di chiamate da comunicare all’Autorità (rispettivamente agli articoli 29.9 e 31.9).L’Autorità ha dato mandato alla Direzione Consumatori e Qualità del Servizio di provvedereall’elaborazione di “Istruzioni tecniche” per supportare gli operatori nell’implementazione dellenuove disposizioni.

Il ruolo del CIGIl ruolo del Comitato Italiano Gas (CIG) nel contesto rimane immutato.In relazione a quanto previsto al “Titolo IV – Servizio di pronto intervento, emergenze e

Delibera dell’Autorità perl’Energia Elettrica e il Gas(AEEG) ARG/gas 120/08

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Nuovo testo unico della regolazione della qualità dei servizidi distribuzione e misura RQDG

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incidenti da gas”, art. 26 (Emergenze) ed art.27 (Incidenti da gas), il CIG continua nell’ela-borazione delle pertinenti statistiche.Per quanto attiene il “Titolo V – Norme tecni-che per la sicurezza e la continuità del serviziodi distribuzione” all’art. 28, il CIG è doppia-mente interessato, prima come Ente di nor-mazione Federato all’UNI e incaricato di ela-borare le norme tecniche per il settore gas epoi come organismo tecnico designato, insie-me ad APCE, di elaborare linee guida funziona-li all’attuazione della regolazione AEEG.In particolare, diviene opportuno segnalareche in relazione a quanto AEEG dispone all’art.28 norme tecniche comma 5 il CIG ha giàprovveduto ad elaborare il documento di valu-tazione dei rischi di dispersioni gas, in pubbli-cazione come UNI TS 11297.Inoltre per quanto riguarda le esistenti lineeguida per la distribuzione, sono già operativi inCIG due gruppi di lavoro per il loro aggiorna-mento ed allineamento al TUDG.

II° Telelettura e telegestioneLa delibera ARG/gas 155/08

La recente pubblicazione della deliberaARG/gas 155/08, relativa ai contatori di tipoelettronico per la misura del gas, “Direttiveper la messa in servizio dei gruppi di misu-ra del gas, caratterizzati da requisiti funzio-nali minimi e con funzioni di telelettura etelegestione, per i punti di riconsegna dellereti di distribuzione del gas naturale” è unintervento per certi versi epocale e nel tempodi fortissimo impatto sulle attività del settore. Da una prima analisi del documento oltreall’obiettivo che persegue l’AEEG, di puntualeregolazione, proattiva al processo di liberaliz-zazione, emerge la necessità di un’azione dielaborazione della normativa tecnica e deisistemi di misura, tali da interessare fortemen-te anche il settore industriale di riferimento,già molto attivo e presente sia in Italia cheall’estero.Emergono in tutta evidenza dalla lettura delprovvedimento gli elementi di forte novità che

lo caratterizzano. Viene spazzata via una diffu-sa credenza, secondo la quale il settore gas èun settore tradizionale, poco innovabile ecomunque riottoso alle novità. Se ricordiamoche il provvedimento dell’AEEG è stato prece-duto da fasi operative di consultazione e scam-bio di idee tra la stessa e gli attori del settoreallora potremmo già dire che ci si inizia amuovere in un ambito prospettico molto favo-revole, dove gli aspetti regolamentari oltre chea giovare al processo di liberalizzazione, pos-sono anche favorire aspetti legati allo sviluppotecnologico.In sostanza oltre all’obiettivo specifico di arri-vare alla rilevazione dei consumi nella manierapiù corretta possibile e meglio fruibile, si dàanche il la ad una forte attività industriale, asostegno della quale sarà fortemente prope-deutica l’attività normativa tecnica.Già; perché è bene precisarlo subito, sarànecessario lavorare su aspetti tecnici ancoranon consolidati e in qualche caso bisogneràtrovare nuove soluzioni tecniche per arrivareal rispetto dei requisiti minimi che l’AEEG hadefinito nel suo provvedimento. In questo contesto, il Comitato Italiano Gas(CIG), viene ad assumere un ruolo determi-nante per l’attuazione delle prescrizioni per lamessa in servizio dei nuovi gruppi di misura.Infatti, al CIG la delibera assegna “… le attivitàdi normazione funzionali alla diffusione dellatelegestione e della telelettura dei gruppi dimisura…” e specifica “…che tali attività trovi-no spazio nell’ambito del protocollo d’intesatra l’Autorità e il CIG approvato con la deli-berazione GOP 9/08”; specifica inoltre che taliattività debbano comprendere:- l’aggiornamento delle specifiche tecniche esi-stenti (famiglia delle UNI/TS 11291) in rela-zione ai requisiti funzionali e ai protocolli dicomunicazione tra il sistema centrale e iconcentratori dati previsti dal presenteprovvedimento, prevedendo nel contempol’estensione del campo di applicazione dellastessa norma fino ai gruppi di misura di clas-se G10;

- lo sviluppo dei documenti normativi aventi

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il ComitatoItaliano Gas(CIG), vienead assumereun ruolodeterminanteper l’attuazio-ne delle pre-scrizioni perla messa inservizio deinuovi gruppidi misura.

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ad oggetto i requisiti funzionali previsti dalpresente provvedimento per i gruppi dimisura di classe inferiore a G10 e i proto-colli di comunicazione tra i concentratoridati e i gruppi di misura;

- lo sviluppo di eventuali altre norme correla-te alla diffusione della telegestione e telelet-tura dei gruppi di misura del gas della distri-buzione del gas naturale..

Per l’effettiva attuazione della delibera, l’atten-zione dovrà considerare anche altri aspetti delsistema gas, quali ad esempio l’ubicazione stes-sa dei misuratori, che dovrà essere coerentecon l’evoluzione normativa nel suo complesso,rispetto all’epoca in cui era stata avviata lametanizzazione del Paese e la diffusione delmetano (gas naturale) nelle abitazioni dei cit-tadini. Come si può vedere un programma normati-vo da fare tremare i polsi a qualsiasi ente dinormazione ma che il CIG, conscio dell’im-portanza dell’attività, sta già affrontando con lasicurezza che gli divie-ne dalla competenza edall’impegno dei suoiSoci. Altre e numerose con-siderazioni si potreb-bero fare sugli inter-venti normativi in dive-nire ma allo statoattuale delle cose èopportuno fermarsi efare qualche considera-zione solo sugli aspettispecifici della delibera. Il primo aspetto di par-ticolare evidenza èquindi l’intenzione dell’AEEG di arrivare ad unquadro regolatorio definito, anche in assenzadi riferimenti normativi tecnici consolidati ecome abbiamo visto, per molti versi ancora dacostruire. Non si punta però ad introdurreregole di buona pratica quali in un certo sensopossono essere le linee guida, ma piuttosto simira a dare un assetto definitivo ad una mate-ria certamente delicata ma estremamenteimportante. Il provvedimento però ha anche altri aspetti dirilievo.Esso ribadisce, in un certo modo sancendolo,che l’impresa di distribuzione è il soggettoresponsabile delle attività di installazione,manutenzione dei gruppi misura e della rac-colta e validazione delle misure, con riferimen-to ai punti di riconsegna delle reti di distribu-zione. Circa i requisiti funzionali minimi che devonoqualificare i misuratori, dopo il processo diconsultazione la scelta finale dell’AEEG, èstata di abbassare la classe del misuratore “disoglia” da G16 a G10, in riferimento ai requi-siti più rigorosi (telelettura per i gruppi dimisura di classe superiore o uguale a G10 etelegestione e telelettura per i rimanenti).

Nello stesso tempo un’altra scelta decisiva èstata compiuta, imponendo l’obbligo di corre-zione della misura in temperatura e pressioneper i gruppi di misura di classe superiore ouguale a G10 e lasciando l’obbigo di correzio-ne per la sola temperatura per i gruppi dimisura di classe inferiore a G10. Ciò è spiega-bile con l’intenzione di rendere disponibiliquanti più elementi possibili per la miglioreprecisione nella rilevazione dei consumi a queipunti di prelievo interessati da volumi di gasche si attestano a livelli importanti. Possibilirecuperi di efficienza e ottimizzazione dei con-sumi sono due ulteriori elementi che è benetenere a mente nel contesto. Comunque èopportuno precisare che i contatori G10,generalmente in uso a clienti conconsumo/anno di circa 20.000 mc (condomini,piccole realtà produttive,etc) sono moltomeno diffusi rispetto ai contatori G16.Il provvedimento introduce un piano pro-gressivo di sostituzione del parco misuratori

per quelli di classe infe-riore a G10, che preve-de un avvio al 31 dicem-bre 2012 (per il 5% deipunti di riconsegna esi-stenti al 31 dicembre2011) con l’obiettivodell’80% del totale (inconsultazione era statoproposto il 95%) al 31dicembre 2016. Viene anche dispostol’obbligo di comunica-zione ai clienti finali daparte dell’impresa didistribuzione in merito

alla sostituzione dei contatori, confermandonela responsabilità, e rendendo chiaro al clientefinale chi è l’interlocutore correlato al servizio. Su tale aspetto ci potrebbe anche essere ilrischio che si possa ingenerare confusione neiclienti finali, che ricordiamolo, mantengono ilrapporto diretto con i venditori. Sarà oppor-tuno che le cose vengano fatte con estremachiarezza e semplicità, perché ammettiamolo;la maggior parte dei clienti finali fa fatica acomprendere gli aspetti di separazione socie-taria.A questo punto il lettore potrà lecitamentedomandarsi; ma alla fine chi paga? L’AEEG haprecisato nel comunicato stampa che il costodell’iniziativa “non comporterà alcun addebitoin bolletta”. D’altro canto gli investimenti chele imprese di distribuzione dovranno sostene-re per i gruppi di misura e i sistemi di telegestione, saranno riconosciuti dal sistematariffario. Quindi, sarà inevitabile che ciò com-porterà un incremento delle tariffe di distribu-zione e misura.Con tutta probabilità AEEG intendeva afferma-re che non saranno previsti addebbiti specificiin bolletta, essendo tutto regolato in funzionetariffaria.

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Il provvedi-mento intro-duce un pianoprogressivo disostituzionedel parcomisuratori

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Canna fumaria condominiale?

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Problemi e/o dubbi su poss ib i l i so luz ion i d i messa a norma?Anal is i e sugger iment i de l Comitato I ta l iano Gas (CIG)

A cura diEmilio Bianchi eFrancescoCastorina

requentemente allo Sportello telefonico del Comitato Italiano Gas (CIG) ven-gono segnalati problemi sulle canne fumarie condominiali. Nel seguente articolosi è cercato di fare un’analisi sulle principali cause, cercando nel contempo dioffrire alcuni suggerimenti di carattere tecnico. Le canne fumarie collettive ramificate (CCR) rappresentano un sistema di eva-

cuazione dei prodotti della combustione (fumi) molto diffuso in ambito nazionale, soprat-tutto nei condomini realizzati a partire dal 1960 in poi, e possono essere asservite esclusi-vamente ad apparecchi di tipo B (cosiddetti a camera di combustione aperta) funzionanti atiraggio naturale (cioè privi di ventilatore nel circuito di combustione) alimentati a gas.Le canne collettive ramificate (CCR) sono costituite in pratica da un condotto principale(denominato condotto primario o collettore) al cui fianco si sviluppano tanti condotti ver-ticali (definiti secondari) sovrapposti l’uno all’altro.I condotti secondari, la cui altezza è praticamente equivalente a quella del piano/apparta-mento di riferimento (circa 2,70/3,00 metri), sono collegati al condotto primario medianteun elemento speciale (denominato “deviatore”) posto all’estremità superiore degli stessi.Alla base dei condotti secondari, sempre mediante un elemento deviatore, è invece previ-sto l’imbocco di collegamento con gli apparecchi di utilizzazione.La funzione dei condotti secondari è quella di raccogliere i prodotti della combustione(fumi) generati dagli apparecchi e convogliarli nel condotto principale per la successiva eva-cuazione in atmosfera.Il condotto secondario posto alla sommità del sistema sfocia, invece, direttamente in atmo-sfera senza necessità di essere collegato al primario.Nelle canne collettive ramificate di prima generazione, fino alla fine degli anni 80, era previ-sta la possibilità di collegare fino ad un massimo di nove apparecchi.Successivamente, sia per motivi di sicurezza sia grazie a procedimenti di progettazione edimensionamento sempre più precisi, nelle specifiche norme di riferimento (UNI 7129 –UNI 10640) è stato previsto di poter collegare ad una canna collettiva ramificata fino ad unmassimo di sei apparecchi di cui cinque, attraverso i relativi condottisecondari, evacuano i prodotti della combustione attraverso il condottoprimario mentre il sesto apparecchio, per mezzo del relativo condottosecondario, evacua direttamente in atmosfera.

In questi sistemi di evacuazione dei prodotti della com-bustione e soprattutto in quelli diprima generazione, a seguito di con-

trolli o a causa di anomalie dif unz io -

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namento degli apparecchi, gli installatori ed imanutentori possono riscontrare frequente-mente problemi di corretto funzionamento,sia nel caso di installazione/sostituzione diapparecchi che nel caso di manutenzionedegli stessi.Gli elementi che maggiormente contraddi-stinguono tali problemi sono il “tiraggio nonsufficiente” o il “riflusso dei prodotti dellacombustione in ambiente”.Le cause più frequenti di funzionamento noncorretto che determinano la non idoneità alfunzionamento della CCR sono generalmen-te correlate ai fatti di seguito elencati:1. La canna collettiva ramificata è ostruitae/o danneggiata nella sua sezione centrale(condotto primario).

2. La canna collettiva ramificata è ostruitae/o danneggiata nel condotto secondario,immediatamente o a valle dell’imboccodopo l’apparecchio.

3. Sono state effettuate modifiche alla cannafumaria, non previste nel progetto origina-rio (es. interventi e/o modifiche al comi-gnolo/al tratto terminale).

4. Il tratto di condotto secondario dellaCCR è troppo breve o il punto di imboc-co dell’apparecchio non è collocato allabase del secondario: di norma il condottosecondario, sopra l’imbocco dall’apparec-chio, dovrebbe proseguire in verticale,senza strozzature, per un altezza equiva-lente a quella del piano (circa 2,70 – 3,00m), per poi confluire nel condotto prima-rio.

5. L’elemento deviatore o addirittura l’inte-ro condotto secondario della CCR è statomontato male o in modo non idoneo all’o-rigine.

6. Le sezioni originarie di progetto dei con-dotti secondari e/o del condotto primariodella CCR non sono idonee a smaltire iprodotti della combustione di tutti gliapparecchi a gas raccordati al sistema. Ilproblema può derivare da un sottodimen-sionamento della canna fumaria, comepure da un sovradimensionamento delleportate termiche degli apparecchi installa-ti e successivamente sostituiti, rispetto aivalori delle portate termiche massimepreviste originariamente nel progetto odal costruttore della CCR

7. Sono stati installati uno o più nuovi appa-recchi a gas di potenzialità troppo elevataper la canna fumaria, che non riesce più asmaltire in modo efficiente i prodotti dellacombustione di tutti gli apparecchi.

8. Sono stati installati uno o più nuovi appa-recchi a gas di moderna concezione, conefficienza energetica superiore (apparec-chi cosiddetti ad alto rendimento) rispet-to a quelli precedenti. L’elevato rendimen-to dell’apparecchio comporta sicuramen-te benefici sotto l’aspetto del risparmio

energetico ma si traduce anche, in prati-ca, in una sensibile riduzione della tempe-ratura dei prodotti della combustione. Ladifferenza di temperatura tra i prodottidella combustione e l’aria esterna (e laconseguente minore densità dei prodottidella combustione rispetto all’aria), e l’al-tezza efficace del camino, costituiscono inbuona sostanza gli elementi che innescanoil movimento fluidodinamico ascensionaledegli stessi e caratterizzano il correttofunzionamento dei camini a tiraggio natu-rale. Una temperatura dei prodotti dellacombustione più bassa rispetto a quelladegli apparecchi precedentemente instal-lati, si traduce, in pratica, in una minoreenergia dei prodotti della combustionestessi, che unita alle perdite di caricodistribuite e localizzate che i medesimiincontrano percorrendo la canna fumaria,comporta maggiori problemi e difficoltà alloro corretto smaltimento in atmosferarispetto alla condizione preesistente (conapparecchi meno efficienti, ma con pro-dotti della combustione più caldi).

9. Sono stati installati uno o più nuovi appa-recchi dotati di ventilatore nel circuito dicombustione anziché apparecchi a tiraggionaturale. Si ribadisce che per ovvii motividi sicurezza gli unici apparecchi ammessisu una CCR sono quelli di tipo B a tirag-gio naturale. Gli apparecchi muniti di ven-tilatore, infatti, potrebbero mettere inpressione la CCR modificandone radical-mente il funzionamento, e potrebberorendere difficoltoso o addirittura impossi-bile lo scarico degli apparecchi a tiraggionaturale degli altri condomini. Una simileinstallazione può pregiudicare la sicurezzadi tutti gli altri utilizzatori della CCR conconseguenze a volte letali.

10. Sono stati convogliati nella CCR scarichidi altri tipi di apparecchi dotati di ventila-tore (es. cappe da cucina). Anche questasoluzione risulta essere vietata per glistessi identici motivi indicati al punto pre-cedente.

Indipendentemente dalla causa, in caso ditiraggio non sufficiente o di riflusso deifumi dalla canna fumaria, gli apparecchi agas a camera di combustione aperta nonpossono continuare ad essere utilizzati.Tali situazioni, infatti, possono pregiudicarela sicurezza e comportare un pericolo perl’utilizzatore. Per questo motivo, nelle condi-zioni sopra evidenziate, le disposizioni legi-slative e normative vigenti, (tra cui UNI7129, UNI 10845 ed UNI 10436) prescrivo-no la “messa fuori servizio dell’apparec-chio/impianto”.I segnali di scarso tiraggio, riflusso dei pro-dotti della combustione in ambiente e l’ano-malia di funzionamento di uno o più appa-recchi a gas, raccordati alla canna fumaria

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Il nuovo ruoloassegnatoall’Amministrazione nel qua-dro previsto,l’aumento delcommercioche comportala realizzazio-ne attraversouna forte col-laborazione.

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collettiva ramificata (CCR) sono indice di unpotenziale problema di tutto il sistema col-lettivo di evacuazione e potrebbe probabil-mente significare che la canna collettiva nonè più idonea al funzionamento anche per gliapparecchi degli altri condomini.Questo, ovviamente, vale anche nel caso incui il singolo apparecchio con tiraggio insuf-ficiente si trovi installato all’esterno dell’ap-partamento (ad es. sul balcone), in quantonon è detto che tutti i condomini utilizzinogeneratori installati all’esterno.Se l’installatore o il manutentore riscontra-no situazioni analoghe/similari a quelle sopradescritte, dopo aver messo fuori serviziol’apparecchio/impianto coinvolto, sono tenu-ti a informare tempestivamente del proble-ma riscontrato sulla canna fumaria l’ammi-nistratore del condominio (in qualità diresponsabile dei beni comuni condominiali),affinché egli possa a sua volta avvisare tuttigli utilizzatori del sistema in quanto, si riba-disce, il problema potrebbe riguardareanche gli apparecchi di altri condomini.Per valutare meglio le condizioni generali difunzionamento della canna collettiva sarànecessario, innanzi tutto, far verificare ilvalore di tiraggio e l’eventuale presenza diriflusso in ogni appartamento.A tal proposito l’Amministratore potràanche richiedere e raccogliere gli esiti deicontrolli periodici strumentali (verifica delrendimento e prova prodotti della combu-stione) operati entro l’ultimo biennio daimanutentori di fiducia dei vari condomini.Tali elementi, però, sono teoricamentedisponibili solamente per le caldaie, in quan-to tali apparecchi sono obbligatoriamentesoggetti al rispetto delle prescrizioni di cuialla legge 10/91 sul risparmio energetico el’uso razionale dell’energia, mentre potreb-bero non essere disponibili per gli apparec-chi destinati alla sola produzione di acquacalda per uso igienico sanitario (scaldaba-gni).L’Amministratore potrebbe anche richiede-re ai responsabili dei vari impianti e appa-recchi installati (di norma gli occupanti), unadichiarazione mediante la quale essi dovran-no garantire di non avere allacciato allacanna collettiva ramificata alcun tipo diapparecchio dotato di ventilatore (es. cal-daie/scaldabagni / generatori di calore ocappe di cucina).Al fine, tuttavia, di determinare le probabilicause del malfunzionamento del sistemapotrebbe essere necessario chel’Amministratore disponga al più presto pos-sibile una video ispezione del condotto pri-mario della canna fumaria, e se possibile,anche di tutti i condotti secondari.Tutte le operazioni di verifica, controllo,video ispezione ecc. effettuate sul siste-ma dovranno essere svolte da imprese

specializzate e i risultati ottenuti dovran-no essere opportunamente documentati.A seguito delle suddette operazionil’Amministratore dovrà convocare un’as-semblea condominiale per esaminare irisultati ottenuti e valutare i possibiliinterventi nonché le eventuali soluzionidi adeguamento proposte.Di seguito si riportano alcune delle possibi-li soluzioni per ovviare al problema.1. Progettazione e installazione esterna diuna nuova canna collettiva ramificata, dimateriale adatto e conforme alla normevigenti, con relativa marcatura CE, cui col-legare gli attuali apparecchi a camera dicombustione aperta installati.

2. Progettazione e installazione esterna diuna nuova canna collettiva singola specia-le (CCS) non ramificata, sempre di mate-riale adatto e conforme alla norme vigen-ti, con relativa marcatura CE, e sostituzio-ne degli apparecchi a camera di combu-stione aperta (tipo B) con nuovi apparec-chi con camera di combustione a tenuta(tipo C).

3. Progettazione e installazione di un nuovocondotto collettivo speciale (sempre dimateriale adatto e conforme alla normevigenti, con relativa marcatura CE) dainserire per “intubamento” nel condottoprimario della CCR (se di sezione internaidonea) e sostituzione degli apparecchi ditipo B con apparecchi di tipo C da rac-cordare alla nuova canna collettiva singolaottenuta.

4. Risanamento/recupero della vecchia cannacollettiva ramificata mediante interventi diristrutturazione/sostituzione degli ele-menti non idonei della vecchia CCR, coninterventi edili mirati ed eseguiti su indi-cazione di un progettista termotecnico(es. spostamento/sostituzione/reinseri-mento dei setti deviatori montati male,rimozione di ostruzioni interne ai condot-ti primario o secondario, rimozione dieventuale materiale interno ai condottidebordante dai punti di giunzione tra glielementi, sigillatura con materiali adatti dicrepe e fessurazioni interne ai condotti) eriutilizzo degli apparecchi di tipo B.

5. Risanamento della vecchia CCR (ad esem-pio mediante eliminazione/rimozione deisetti divisori tra il condotto primario esecondario e rivestimento delle paretiinterne con applicazione di intonaci spe-ciali/vetrificazione) e installazione di nuoviapparecchi di tipo C nel condotto colletti-vo singolo ottenuto.

6. Intubamento di un cavedio di servizio,eventualmente esistente, di sezione ade-guata e non utilizzato per altri impieghi,con una nuova canna collettiva ramificatae mantenimento degli apparecchi a came-ra di combustione aperta (tipo B).

Indipendentemente dallacausa, incaso di tirag-gio non suffi-ciente o diriflusso deifumi dallacanna fuma-ria, gli appa-recchi a gasa camera dicombustioneaperta nonpossono con-tinuare adessere utiliz-zati.

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7. Intubamento di un cavedio di servizio,eventualmente esistente, di sezione ade-guata e non utilizzato per altri impieghi,con una nuova canna collettiva speciale(non ramificata) e sostituzione degli appa-recchi a camera di combustione aperta(tipo B) con apparecchi a camera di com-bustione a tenuta (di tipo C).

Se i problemi di tiraggio insufficiente/riflussodei prodotti della combustione non riguar-dano tutti gli utilizzatori del sistema colletti-vo di evacuazione, bensì si rilevano soltantosu un singolo apparecchio/impianto/apparta-mento, e il regolamento condominiale nonriporta specifici divieti, in quel singolo appar-tamento, in alternativa agli interventi direcupero sopra descritti, è teoricamentepossibile ricorrere ad una delle condizioni dideroga previste dai regolamenti di attuazio-ne della Legge 10/91 sul risparmio energeti-co e l’uso razionale dell’energia (D.P.R.412/93 – D.P.R.551/99), per scari-care i prodottidella combustionedirettamente all’e-sterno (csd scari-co a parete).Nel suddetto sin-golo caso, infatti,non sarebbe maiconcesso al con-domino di scarica-re con un nuovoapparecchio, muni-to di ventilatore,nella vecchia cannacollettiva ramifica-ta in quanto, comeprecedentementespiegato, le caratteristiche tecniche di fun-zionamento del nuovo apparecchio e dellacanna collettiva esistente sono incompatibilitra di loro.D’altro canto, richiedere l’adeguamento/rifa-cimento di tutta la canna collettiva ramifica-ta al condominio, quando gli altri apparecchiraccordati alla canna collettiva funzionanobene e non manifestano alcun problema ditiraggio insufficiente/riflusso di prodottidella combustione in ambiente, rappresen-terebbe un intervento inutile e sproporzio-nato nel costo.La suddetta possibilità, oltre ad essere limi-tata al singolo caso, è inoltre subordinataalla necessità di sostituire la vecchia caldaiadi tipo B a tiraggio naturale con una nuovacaldaia, di tipo B o di tipo C, munita di ven-tilatore nel circuito di combustione (a tirag-gio forzato) a “bassa emissione di NOx”(cosiddetta di tipo “ecologico”). Si definisco-no in tal modo gli apparecchi di tipo B o ditipo C appartenenti alla “classe 5” (di Nox), cioè la classe meno inquinante.

Prima di procedere all’effettuazione di taleoperazione però, è necessario chiederederoga al competente ufficio tecnico comu-nale e verificare in anticipo che tutte le spe-cifiche prescrizioni riportate nella normatecnica pertinente (UNI 7129), relative allacorretta installazione dell’apparecchio e alcorretto posizionamento del relativo termi-nale di scarico a parete, possano essererispettate.Tutti gli interventi sulla canna fumariadovranno essere progettati ed eseguiti inconformità alle norme vigenti da un’impresa specializzata e abilitata alloscopo ai sensi del D.M. 37/08.L’Amministratore dovrà pertanto diffidarequalsiasi soggetto non esperto e non qualifi-cato dal porre in opera sulla canna fumariacollettiva soluzioni e interventi improvvisati(ad. es. aprendo fori di ventilazione/aperturenon necessarie/non progettate o installando

alla sommità dellaCCR comignoli otorrini non ade-guati o non confor-mi, nonché appa-r e c c h iventilatori/estrat-tori/attivatori ditiraggio meccanici,non consentitidalla UNI 7129).Occorre infinericordare cheanche al singolocondomino non èconsentito cercaredi risolvere even-tuali problemimanifestatisi sul

tratto di proprio interesse del sistema col-lettivo di evacuazione prodotti della combu-stione adottando soluzioni non adatte, nonadeguate o vietate, come sostituire il pro-prio apparecchio di tipo B a tiraggio natura-le con un altro apparecchio a tiraggio forza-to (dotato di ventilatore nel circuito di com-bustione) perché, come precedentementespiegato, metterebbe a rischio l’incolumitàdegli altri condomini, o addirittura facendomanomettere/eliminare i dispositivi di sicu-rezza di corredo all’apparecchio (ad es.facendo disabilitare il cosiddetto “sensorefumi” , il dispositivo di sicurezza che inter-viene in caso di ristagno/riflusso dei prodot-ti della combustione in ambiente).Quest’ultimo intervento, oltre a rappresen-tare manomissione dell’apparecchio e pro-vocare quindi il decadimento della garanzia edelle eventuali responsabilità dei fabbricanti,rappresenta un vero e proprio attentato allasicurezza propria e dei propri familiari o dichiunque possa occupare, anche tempora-neamente, l’unità abitativa/appartamento.

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Tutte le ope-razioni di veri-fica, control-lo, video ispe-zione ecc.effettuate sulsistemadovrannoessere svolteda impresespecializzatee i risultatiottenutidovrannoessere oppor-tunamentedocumentati.

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APCE NOTIZIE Periodico trimestraleDirettore responsabile:Gino Magnoni (ITALGAS)Comitato di redazione:Davide Gentile (UCEMI),Sergio Cavalieri (UCERM)Comitato editoriale:Andrea Rovelli (SNAM RETE GAS), AlvaroFumi (RFI), Raul Pieroni (TELECOM ITALIA),Sergio Benedetto (ITALGAS), Massimo

Tiberi (GEA), Umberto Lebruto (RFI),Georgios Chlaputakis (Enel Rete Gas),Giuseppe Maiello (NAPOLETANAGAS),Marco Galletti (SNAM RETE GAS),Paolo Del Gaudio (IRIDE), Ezio Coppi (Esperto)Redazione: UCE Roma - Sergio Cavalieri,c/o ITALGAS RomaVia del Commercio, 11 - 00154 RomaTel. 06 57396337Fax 06 57396338

Promozione e sviluppo: APCEVia del Commercio, 11 - 00154 RomaTel. 06 57397466

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Stampa: GIMAXSanta Marinella (RM) - Via Valdambrini, 22Tel. 0766 511644 - [email protected]

ARG/gas 120/08CHIARIMENTI

Sono pervenute ad APCE segnalazioni sulla deliberazione 7 agosto 2008 – ARG/gas 120/08 “Testo Unicodella regolazione della qualità e delle tariffe dei servizi di distribuzione e misura del gas per il periodo diregolazione 2009-2012 (TUDG)” dove nella Parte I “Regolazione della qualità dei servizi di distribuzione edi misura del gas per il periodo di regolazione 2009-2012 (RQDG)” alla Sezione I Definizioni, Titolo I,Articolo I Definizioni, vi è la definizione seguente:

“telecontrollo” è un sistema che assolve alla funzione di registrazione in modo automatico e continuodegli eventi di superamento per ciascun parametro misurato di soglie di funzionamento normale e cheinvia allarmi di superamento di tali soglie ad un servizio di reperibilità, attivo 24 ore su 24 per tutto l’an-no, in grado di intervenire tempestivamente per rimuovere l’anomalia di funzionamento e che in partico-lare:

(i) per un punto di consegna è finalizzato alla supervisione a distanza dei suoi principali parametri di fun-zionamento (almeno della portata del gas immesso, della pressione e della temperatura del gas inuscita);

(ii) per un gruppo di riduzione finale è finalizzato alla supervisione a distanza dei suoi principali parame-tri di funzionamento (almeno delle pressioni in ingresso ed in uscita);

(iii) per la protezione catodica delle reti in acciaio interrate è finalizzato alla supervisione a distanza deiprincipali parametri di funzionamento dei sistemi di protezione catodica in conformità a quanto pre-scritto dalla normativa vigente in materia.

Questa definizione ha generato incertezza di interpretazione ed ha visto molti distributori chiedere ad APCEmaggiori chiarimenti.

Da una prima lettura, in particolare la frase riportata alla fine del primo capoverso “in grado di interveniretempestivamente per rimuovere l’anomalia di funzionamento e che in particolare: ….” può essere inter-pretata che occorre gestire gli allarmi dei principali parametri di funzionamento dei sistemi di protezionecatodica secondo modalità proprie del pronto intervento, così non è.In occasione di un recente incontro con rappresentanti AEEG, APCE ha avuto modo di chiarire la correttainterpretazione che si deve dare a questa definizione.Le imprese distributrici sanno bene che le Linee Guida predisposte da APCE e pubblicate da UNI, prevedo-no dei margini temporali per la risoluzione delle anomalie di funzionamento e per questo al sopraindicatopunto (iii), è ribadito “in conformità a quanto prescritto dalla normativa vigente in materia”. Solo il superamento dei margini temporali ammessi nelle Linee Guida influiscono sul risultato finale dell’an-no di gestione per ogni singolo sistema di protezione catodica.

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