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Il telecontrollo n. 44 - giugno 2011 www.apce.it Periodico registrato presso il tribunale di Roma al n. 67 in data 17.02.98 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma

APCE Notizie - 44 - giugno 2011

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Associazione per la Protezione dalle Corrosioni Elettrolitiche Rivista scientifica per l’informazione e la prevenzione delle corrosioni elettrolitiche delle strutture metalliche (cathodic protection).

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Il telecontrollo

n. 44 - giugno 2011w w w . a p c e . i t

Periodico registrato presso il tribunale di Roma al n. 67 in data 17.02.98 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma

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n° 44 - giugno 2011

eDItORIALe

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9CeRtIFICAZIONe DeLLA PC

Le regole europee per la certificazione del personale operante nella protezione catodica

11IL teLeCONtROLLO

Il telecontrollo della protezione catodica secondo la normativa

Il T.C.O. (Total Cost of Ownership) della Telesorveglianza

39CORsI APCe

19IL teLeCONtROLLO

Quanto costa la telesorveglianza?

21L’importanza degli elettrodi di riferimento nell’esercizio della PC

23L’esperienza Seaguard Italanodi nel telecontrollo

25Il telecontrollo tiene conto della elettrochimica?

29sPAZIO CIG

La questione dei Vehicle Refuelling Appliances (VRA)

38APCe

Persone certificate e corsi erogati da APCE

17LA ReDAZIONe INFORMA

7News 4

APCE NOTIZIE Periodico trimestrale

Direttore responsabileAlessandro Troiano (Snam Rete Gas)

Promozione e sviluppoLucio Francesco Venturinic/o Snam Rete Gas S.p.A.Largo F. Rismondo, 835131 Padovatel. 049 8209246fax 049 [email protected]

Consulenza editoriale e impaginazioneMassimiliano Medei - [email protected] Marinella (RM)

StampaGIMAX - Santa Marinella (RM)Via Valdambrini, 22Tel. 0766 [email protected]

RedazionePoliLaPPc/o Dipartimento di Chimica Materiali eIngegneria Chimica “G. Natta”,Politecnico di MilanoVia Mancinelli, 720131 MilanoTel. 022 399 3152Fax 022 399 [email protected]

Comitato di redazioneLuciano Lazzari (Politecnico di Milano)Marco Ormellese (Politecnico di Milano)MariaPia Pedeferri (Politecnico di Milano)Davide Gentile (APCE-UCEMI)Lucio Francesco Venturini (Snam Rete Gas)

Comitato editorialeAndrea Rovelli (Snam Rete Gas)Marco Galletti (Snam Rete Gas)Umberto Lebruto (RFI)Alvaro Fumi (RFI)

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Massimo Tiberi (GEA)Georgios Chlaputakis (Enel Rete Gas)Giuseppe Maiello (NAPOLETANAGAS)Paolo Del Gaudio (IRIDE)Ezio Coppi (Esperto)

Comitato scientificoLuciano Lazzari (Politecnico di Milano)Fabio Bolzoni (Politecnico di Milano)Vincenzo Mauro Cannizzo (Snam Rete Gas)Fabio Brugnetti (Snam Rete Gas)Tiziana Cheldi (ENI E&P)Georgios Chlaputakis (Enel Rete Gas)Lorenzo Fedrizzi (Università degli Studi diUdine)Romeo Fratesi (Università Politecnica delleMarche) Alvaro Fumi (Rete Ferroviaria Italiana)Tommaso Pastore (Università di Bergamo)Edoardo Proverbio (Università di Messina) Enzo Stella (Consulente energia e ambiente)Stefano Trasatti (NACE Italia - UniversitàStatale di Milano)

Le notizie e le opinioni negli articoli non impegnano laredazione ma esprimono soltanto quelle degli autori.

In copertina e foto al centro: sala controllodispacciamento Snam Rete Gas

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ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE E SEGRETARIO DELL'APCE

Il 2 maggio 2011 si è svolta la 114a riunione dell'Assemblea dei Soci APCE presso la società Snam Rete Gas SpA, aBologna. Tra i punti all'ordine del giorno vi è stata l'elezione del nuovo Presidente dell'Associazione. L'ing. AlessandroTroiano, in qualità di Presidente uscente, ha ricordato ai presenti che a seguito di cambiamenti organizzativi societarie per effetto di una sua nuova carica assunta all'interno di Snam Rete Gas SpA. non potrà più seguire le attivitàdell'APCE. Dopo aver ringraziato tutti i Soci e il Segretario uscente Dr. Vincenzo Fiore per la collaborazione prestatanell'anno del mandato, ha proposto all'Assemblea, alla carica di nuovo Presidente APCE, l'ing. Vincenzo MauroCannizzo, Responsabile Distretto Nord Orientale (Padova) della società Snam Rete Gas SpA. L'ing. Vincenzo MauroCannizzo si è presentato all'Assemblea illustrando il suo percorso formativo, le sue esperienze professionali e le fun-zioni svolte ed ha assicurato con entusiasmo il proprio impegno a mantenere e sviluppare le qualità dell'APCE.L'Assemblea ha ringraziato l'ing. Alessandro Troiano per l'impegno prestato e ha approvato all'unanimità la sua pro-posta nominando l'ing. Vincenzo Mauro Cannizzo alla Presidenza APCE per il periodo 2011-2013. Il nuovo Presidenteha proposto all'Assemblea dei Soci il dott. Lucio Francesco Venturini quale Segretario APCE. Il Presidente e ilSegretario hanno ringraziato i presenti per la fiducia accordata, che sarà per loro motivo di impegno attivo insiemealla collaborazione dei Soci per le attività che l'Associazione è chiamata a svolgere nel prossimo futuro.

La nuova sede della Presidenza e Segreteria APCE è:Snam Rete Gas SpA - Largo F. Rismondo, 8 - 35131 PadovaI riferimenti del segretario (nella foto) sono i seguenti: Dott. Lucio Francesco Venturinitel. 049 8209246 - fax 049 8209331, e-mail: [email protected]

THE EUROPEAN CORROSION CONGRESS EUROCORR2011

Il prossimo convegno Eurocorr, organizzato da EFC (European Federation of Corrosion) e Swerea KIMAB, siterrà in Svezia a Stoccolma, dal 4 all’8 settembre 2011. La conferenza di quest’anno è dedicata allo “Sviluppo disoluzioni per la sfida globale (“Developing solutions for the global challenge”) e vuole essere un momento diconfronto nella comunità scientifica sui recenti sviluppi tecnologici, la crescita industriale e la sostenibilitàambientale, enfatizzando il ruolo critico della scienza della corrosione e della sua prevenzione. Eurocorr 2011sarà l’occasione per incontrare esperti provenienti dal mondo universitario, dell’industria e degli utilizzatorifinali. Per maggiori informazioni consultate il sito: http://www.eurocorr.org.

ADESIONI ALL’APCE

Nel corso della 114a Assemblea dei Soci tenutasi a Bologna il 2 maggio 2011, l’Assemblea ha accettato all’unani-mità la richiesta di associazione all’APCE formulata da SA.GEST sas, società con sede legale a Sala Consilina (SA).L’azienda, che opera nel settore degli impianti tecnologici fornendo servizi anche nell’ambito della protezionecatodica, è stata iscritta come Socio Effettivo Locale del Comitato Tecnico Territoriale di Napoli.

NOTIZIE UNI

A termine dell’inchiesta CEN sui progetti di norma prEN 16222 “Cathodic protection of ships” e prEN 12496“Galvanic anodes for cathodic protection in seawater and saline mud”, gli stessi sono stati approvati dagli statimembri. Il CEN/TC 219/WG3 analizzerà i commenti ricevuti e predisporrà i progetti di norma nella versionefinale per il “Formal Vote”, al fine di essere ratificati e pubblicati.

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CORSO “CATHODIC PROTECTION IN CONCRETE”

Si è svolto dal 9 al 13 maggio presso il Dipartimento di Chimica,Materiali e Ingegneria Chimica "G. Natta" del Politecnico diMilano il primo corso per la certificazione del personale di 2 livel-lo per addetti di protezione catodica nel calcestruzzo armato. Ilcorso è stato organizzato da PoliLaPP, in collaborazione conAPCE e Industrie De Nora SpA.Al corso hanno partecipato 13 studenti, di cui 6 italiani e 7 stra-nieri (provenienti da Danimarca, Turchia, Norvegia, Spagna e

Francia). Nella giornata di sabato 14 maggio si sono svolti gli esami di certificazione e sono stati certificati 11studenti. Gli studenti hanno espresso un alto grado di soddisfazione per il corso, grazie alla competenza deidocenti e all’elevato numero di prove pratiche effettuate: circa il 40% del corso è stato dedicato a esercitazioniin aula su casi reali di protezione catodica nel calcestruzzo e a misure pratiche in laboratorio. Si ringraziano tuttii docenti che hanno reso possibile questo corso. Visto il buon esito di questo corso, PoliLaPP ha deciso di piani-ficare una seconda edizione del corso per la primavera 2012. Per informazioni si prega di [email protected].

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NEWS FROM CEOCOR

Fabio Brugnetti di Snam Rete Gas S.p.A. ha partecipato al Convegno CEOCOR, tenutosi il 18-20 maggio 2011a Menthon-Saint-Bernard in Francia e ai gruppi di lavoro i cui principali risultati sono di seguito riassunti. Telecontrollo dei sistemi di protezione catodicaIl documento, sulla base delle esperienze europee, descrive i principi e le applicazioni del telecontrollo da appli-care ai sistemi di protezione catodica. Rispetto al contenuto tecnico della norma UNI 11094, il documentoCEOCOR utilizza il concetto di monitoraggio del “sistema di protezione catodica” ma approfondisce la neces-sità di alcuni controlli sull’efficacia della PC che devono essere previsti a prescindere dall’impiego del telecon-trollo; in tal senso la norma UNI 11094 per i sistemi di protezione catodica telecontrollati non riporta prescri-zioni particolari. Questo documento CEOCOR potrebbe essere utile nell’eventuale fase di revisione dellenorme UNI 11094 e UNI 10950.Coupon e probes per protezione catodicaÈ un documento che contiene le ultime novità tecniche nel settore; ritengo sia molto utile per migliorare laqualità del monitoraggio dell’efficacia della protezione catodica, il controllo delle interferenze elettriche e perottimizzare il criterio di manutenzione delle strutture da proteggere catodicamente.Certificazione del personaleLa delegazione francese ha divulgato un documento tecnico che propone, qualora sia attivato nel corrente annol’iter di revisione della norma EN 15257 “Certificazione del personale per la protezione catodica”, modifichesostanziali alla norma per allineare la procedura di certificazione europea alla procedura di certificazioneNACE. La proposta contiene i seguenti aspetti principali: l’introduzione di un Livello 4 a monte dell’attualeLivello 1, la predisposizione di un “book tecnico-didattico”, l’emissione di un certificato di certificazione checontenga il logo europeo assicurando una maggiore uniformità tra gli enti certificatori europei. Durante la discussione, è stato precisato che, prima di decidere qualsiasi tipo di azione, è indispensabile aspet-tare l’esito dell’inchiesta sul benestare di revisione della norma EN15257; comunque la modifica della strutturadell’attuale norma è ritenuta prematura considerando che è in vigore da pochi anni e i costi per l’adeguamentodelle varie organizzazioni nazionali potrebbero risultare troppo elevati, in rapporto agli eventuali vantaggi tec-nici riscontrabili che può dare il Livello 4. La delegazione francese ritiene l’introduzione dei 4 livelli l’unico puntoirrinunciabile della loro proposta; le loro motivazioni sono rivolte all’espansione delle attività nei mercatiextraeuropei e ai loro vantaggi organizzativi aziendali.Si è ipotizzato che una possibile strada da intraprendere per un’eventuale futura modifica della norma EN15257sia l’apertura di un tavolo di lavoro ISO nel quale partecipano i rappresentanti NACE; questa scelta deve esserecomunque avvallata da un’inchiesta per l’attivazione del gruppo di lavoro.Con riferimento al documento tecnico proposto dalla delegazione francese, CEOCOR emetterà una rispostache raccoglie i vari punti di vista espressi durante questo meeting, la bozza del documento sarà divulgata perosservazioni.Durante la prossima riunione di Ottobre 2011 sarà discusso il risultato dell’inchiesta sulla revisione della normaEN15257 e saranno concordate le azioni da intraprendere.

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ANNIDI ATTIVITÀ

06|10|2011

ConvegnoNazionale

ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONEDALLE CORROSIONI ELETTROLITICHE

P.zzaL. da VinciFac. di ArchitetturaAula Rogers

1a circolareRichiesta di memorie

Politecnicodi Milano

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ConvDALLE CORROSIONI ELETTROLITICHEASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE

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PresentazioneL’Associazione per la Protezione delle Corrosioni Elettrolitiche(APCE) fondata nel 1981 da ENEL, SIP (oggi Telecom Italia)SNAM (oggi SNAM Rete Gas) in occasione del trentennale del-la sua fondazione organizza il giorno 6 ottobre presso ilPolitecnico di Milano il Convegno Nazionale APCE.Il convegno è un importante appuntamento per fare un bilan-cio di questi fruttuosi trent’anni attraverso i contributi dei socie degli operatori nel settore della protezione catodica.Il convegno sarà inoltre un’occasione di incontro e di scambiodi opinioni e di esperienze tra i soci, gli operatori del settoree il mondo della formazione e della ricerca scientifica, con ilfine di dibattere gli aspetti scientifici legati a tutte le problema-tiche connesse con la corrosione delle strutture metalliche, laprotezione dalle corrosioni elettrolitiche, l’impiego dei rivesti-menti, gli aspetti legati alla presenza di interferenze elettri-che, il monitoraggio delle condizioni di protezione catodica.Particolare attenzione sarà data alle tematiche inerenti aiprincipi e alle applicazioni della protezione catodica, ai pro-gressi fatti nelle tecniche di manutenzione, telecontrollo emonitoraggio; a ognuna di esse sarà dedicata una sessionepresieduta da un esperto del settore.

Comitato ScientificoLuciano Lazzari - Politecnico di MilanoFabio Bolzoni - Politecnico di MilanoTommaso Pastore - Università di BergamoRomeo Fratesi - Univ. Politecnica delle MarcheLorenzo Fedrizzi - Università di UdineVincenzo Mauro Cannizzo - Snam Rete GasAlessandro Troiano - Snam Rete GasFabio Brugnetti - Snam Rete GasGeorgios Chlaputakis - Enel Rete GasAlvaro Fumi - RFITiziana Cheldi - ENI E&PStefano Trasatti - NACE Italia

Università degli Studi di Milano Enzo Stella - Consulente energia e ambiente

Comitato OrganizzatoreMariaPia Pedeferri - Politecnico di Milano Marco Ormellese - Politecnico di Milano Silvia Beretta - Politecnico di Milano Davide Gentile - UCEMILucio Francesco Venturini - Snam Rete Gas

Segreteria organizzativa PoliLaPP - Laboratorio di Corrosione dei Materiali"Pietro Pedeferri" Politecnico di Milano Dipartimento Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica"G. Natta"Via Mancinelli,7 - 20131 Milano ItaliaTel: 02.2399.3152 Fax: 02.2399.3180Email: [email protected]

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l’editoriale

Cari associatiÈ con un po’ di rammarico che mi accingo a redigere quest’ultimoeditoriale, che a distanza di poco più di un anno dall’uscita delmio primo assume già una veste di commiato. La ragione dilasciare la presidenza dell’associazione così prematuramente èstata in me fortemente dibattuta, ma ritenuta necessaria peril bene dell’associazione stessa. A fronte di un inatteso maquanto mai impegnativo e sfidante nuovo incarico lavorati-vo affidatomi, non ritengo poter oltremodo dedicare le

giuste energie che la vita associativa richiede.Ritengo doveroso ringraziare tutti coloro che hanno messo a disposi-zione competenze, tempo e fiducia in nuovi progetti che, nello spiritodei principi fondatori dell’associazione, ambiscono a promuovere mag-giori servizi e a diffondere la cultura della protezione catodica. La revi-sione della documentazione formativa, la predisposizione di test di auto-valutazione ai fini della certificazione del personale, l’organizzazione diuna giornata nazionale di studio (Convegno Nazionale), la predisposizio-ne delle linee guida per le flow-lines degli impianti di stoccaggio, la tra-sformazione a rivista a carattere scientifico di APCE Notizie, sono leprincipali iniziative intraprese in tal senso, che son sicuro il nuovo presi-dente saprà promuovere e ampliare con la vostra collaborazione.

La presidenza passa dunque al collega ing. V.M. Cannizzo, persona di gran-de competenza professionale e spessore umano, a cui vanno i miei sinceriauguri di buon lavoro.

VostroAlessandro Troiano

Eccomi qui.È passato oramai quasi un mese da quando l’assemblea dei soci miha dato la fiducia per la guida della nostra associazione APCE. Hoimpiegato queste prime settimane a chiacchierare con molti di voiper cercare di conoscere il più in fretta possibile l’organizzazione,capirne le finalità, individuarne le problematiche aperte, immaginarle un futuro. Questo è a mioparere “il” lavoro di chi deve guidare un qualsiasi sistema fatto di persone che assieme voglio-no ottenere un valore aggiunto dal loro impegno comune. Col prezioso aiuto di chi ho sosti-tuito, ho capito subito che fare il presidente APCE richiede un impegno non indifferente ed èper questo che vi posso confermare il rammarico autentico di Alessandro Troiano nell’accor-gersi che non vi erano più le condizioni che il suo ruolo richiedeva.Un anno è stato un tempo troppo breve per cambiare le cose ma sufficiente a segnare larotta. L’impronta lasciata da Alessandro sul cammino di APCE è sicuramente il mio punto dipartenza da cui con entusiasmo mi accingo ad intraprendere questo percorso. Ho bisognosolo del vostro supporto e della vostra professionalità: due certezze per me!

Cordialmente,Vincenzo Mauro Cannizzo

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CICPNDCeNtRO ItALIANO DI CeRtIFICAZIONe

PeR Le PROVe NON DIstRUttIVe

e PeR I PROCessI INDUstRIALIPRS N° 012 CSGQ N° 064 A

Membro deli Accordi di Mutuo Riconoscimento EA e IAFSignatory of EA and IAF Recognition Agreement

CERTIFICAZIONE CICPND AL LIVELLO 3IN PROTEZIONE CATODICA

SESSIONE D'ESAME n° 11 - Anno 2011

Il CICPND - Centro Italiano di Certificazione per le Prove Non Distruttivee per i Processi Industriali ha stabilito di tenere presso la propria Sededi Legnano l’Undicesima Sessione d'Esame per la Certificazione CIC-PND al livello 3 in Protezione Catodica nel seguente settore di applica-zione:

“Strutture Metalliche Interrate (T)”

Le prove, che saranno solo scritte, in conformità alla normativa UNI EN15257 e al Regolamento CICPND n° 83 sulla Qualificazione eCertificazione del Personale addetto alla Protezione Catodica, avrannoluogo dal 14 e dal 18 Novembre 2011.

La domanda per l'ammissione agli esami dovrà essere richiesta al CIC-PND e inoltrata alla Segreteria entro e non oltre il 7 Ottobre 2011.

La Segreteria del CICPND è a disposizione per qualsiasi informazione, anche inerente alla sistemazione alberghiera

Tel.: 0331-545600 - Fax: 0331-543030E-mail: [email protected]

ISPESLENTE PER LE NUOVE TECNOLOGIE

L’ENERGIA E L’AMBIENTE

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a certificazione del personale che opera nel campo della protezione catodicaè finalizzata ad assicurare, con ragionevole livello di confidenza, che le personeaddette alle suddette attività possiedano, mantengano e migliorino nel tempola necessaria competenza, intesa come l’insieme delle conoscenze, esperien-ze, abilità e doti richieste per l’efficace espletamento dei compiti a esse affi-dati. Alcune attività non hanno la possibilità di essere controllate durante la

loro esecuzione e quindi è di primaria importanza la fiducia sulle capacità della persona cheesegue le operazioni stesse. Il conseguimento delle certificazioni è basato su requisiti di: istru-zione, esperienza lavorativa, formazione, addestramento alla mansione, abilità, doti intelletti-ve e umane, condotte comportamentali, nonché sul superamento di esami e il mantenimentoe miglioramento nel tempo della professionalità. Le procedure di certificazione definisconoi requisiti costitutivi della competenza stessa, in termini di sapere (istruzione, formazione eaddestramento, esperienza) richiedendo una formazione documentata a tutti i livelli, e disaper fare (abilità e doti intellettive, etica professionale) e le modalità d’esame.

In Europa la certificazione del personale è attuata attraverso:• un organismo di certificazione (pubblico o privato) che controlla le caratteristiche (scolarità,esperienza, partecipazione a corsi specifici) del personale impiegato in particolari attività;

• un Ente, rappresentativo di tutte le categorie interessate, che gestisce e garantisce l’intero siste-ma di certificazione (complesso d’operatori e d’attività) attraverso l’accreditamento degli orga-nismi di certificazione.

Gli organismi di certificazioneGli organismi che svolgono attività di certificazione del personale, devono ottemperare airequisiti della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024 e della norma di riferimento per la pro-fessionalità che intendono certificare e devono essere accreditati per lo specifico settoredall’Ente di accreditamento, che in Italia è ACCREDIA, Associazione senza scopo di lucro,riconosciuto dallo Stato il 22 dicembre 2009 e nato dalla fusione di SINAL e SINCERT.ACCREDIA valuta la competenza tecnica e l'idoneità professionale degli operatori di valu-tazione della conformità (Laboratori e Organismi), accertandone la conformità a regoleobbligatorie e norme volontarie, per assicurare il valore e la credibilità delle certificazioni.L'accreditamento garantisce che i rapporti di prova e di ispezione e le certificazioni (disistema, prodotto e personale) che riportano il marchio ACCREDIA siano rilasciate nelrispetto dei più stringenti requisiti internazionali in materia di valutazione della conformità,e dietro una costante e rigorosa azione di sorveglianza sul comportamento degli operatoriresponsabili (Laboratori e Organismi). ACCREDIA, a sua volta è presente e opera nell’EA(European Cooperation for Accreditation) che riunisce gli enti di accreditamento dei PaesiEuropei con l’intento di costituire un comune sistema di accreditamento europeo per iprodotti, i sistemi di gestione di qualità e il personale. Ciò garantisce il mutuo riconosci-

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Davide GentileApceUfficio UCE, MilanoVia Balduccio da Pisa 1520139 Milano

CERTIFICAZIONE DELLA PC

Le regole europee perla certificazione delpersonale operante nellaprotezione catodica

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mento fra gli organismi di certificazionedei differenti Stati. Dal 2001, nel nostro Paese questi servizisono operativi. La norma europea di riferi-mento è la UNI EN 15257 “Protezionecatodica - Livelli di competenza e certifica-zione del personale di protezione catodica”. Il CICPND - Centro Italiano di Certificazioneper le Prove Non Distruttive e per i processiindustriali, è l’organismo nazionale di certifi-cazione per detto personale, accreditato daACCREDIA (Certificato di accreditamento n.012C), nel campo della certificazione di ope-ratori, tecnici ed esperti nella protezionecatodica di strutture metalliche.L’accreditamento degli Organismi di certifi-cazione del personale è finalizzato a garantirela competenza del soggetto richiedente aoperare nel settore con un'organizzazioneconforme ai requisiti della norma UNI CEIEN ISO/IEC 17024 adeguatamente docu-mentata che garantisca la competenza delsoggetto a operare nel settore oggetto dellarichiesta di abilitazione, oltre che indipenden-za, imparzialità e integrità propria e del pro-prio personale. L’accreditamento e le verifi-che da parte di ACCREDIA, autorizzano ilCICPND a riportare sulle attestazioni di cer-tificazione del personale addetto alla prote-zione catodica di strutture metalliche, ilMarchio ACCREDIA e numero del certificatodi accreditamento, secondo criteri previstidal Regolamento dell’Ente nazionale di accre-ditamento.Il Regolamento del CICPND dispone che ilpersonale addetto alla protezione catodicadeve effettuare il periodo di addestramentoattraverso corsi, che per essere riconosciutivalidi devono avvenire presso un “Centro diAddestramento” approvato dal CICPND. Icorsi devono svolgere gli argomenti indicati

nel documento CICPND “ConoscenzeMinime Richieste per la Qualificazione eCertificazione del Personale addetto allaProtezione Catodica” e a ciascun partecipan-te deve essere rilasciato l’attestato di parte-cipazione e la copia dei diari dei corsi nei qualisono annotati la firma giornaliera dei parteci-panti, gli argomenti delle lezioni con le rispet-tive ore, la firma dei docenti e del livello 3,responsabile del corso svolto.

Certificazioni non accreditateÈ doveroso informare i nostri associati e let-tori che “le attestazioni di certificazione delpersonale nel campo della protezione cato-dica”, rilasciati da soggetti non accreditatiper tale professionalità certificata e quindisprovvisti del “certificato di accreditamentoemesso dall’Ente di accreditamento ricono-sciuto a livello europeo”, non offrono quellenecessarie garanzie di valore e credibilità delmodo di operare, poiché i soggetti non sisono sottoposti, con esito positivo, alle valu-tazioni da parte di ACCREDIA. In questocaso non vi è la prova oggettiva della compe-tenza e serietà professionale dei soggetti,che pure possono operare, ma che non sonoin grado di dimostrare un buon livello quali-tativo, in quanto non sono stati valutati sullabase di criteri univoci, accettati e condivisi inambito europeo nei processi di certificazio-ne del personale addetto alla protezionecatodica di strutture metalliche nei diversiambienti (terreno, mare, calcestruzzo esuperfici interne). La norma UNI EN 15257prescrive che il periodo di addestramento, ilmetodo e il programma devono essere quel-li stabiliti dall’Organismo di certificazione inconformità all’appendice B della norma stes-sa e deve essere chiaramente documentato.

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L'entenazionale dicertificazio-ne del per-sonaledi PC èCICPND el'ente diaccredita-mento èACCREDIA

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l nuovo scenarioLo scorso decenennio è stato caratterizzato da importanti processi di trasfor-mazione dei paesi Europei che hanno coivolto i servizi pubblici ed ovviamenteanche il comparto gas, le relative attività di approvvigionamento e trasporto, finoalla distribuzione al cliente finale. Il caposaldo di questi cambiamenti è la diret-tiva europea n° 98/30/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 23 maggio

2000 n°144 il quale sancisce la liberazione delle attività di importazione, esportazione, tra-sporto e dispacciamento, distribuzione e vendita del gas naturale, introducendo anche ilconcetto “nuovo” di concorrenza. In questo contesto si inserisce AEEG “Autorità per l’e-nergia elettrica e il gas” con l’emissione di atti regolamentari di fondamentale importanzaper aggregare in un sistema concettuale omogeneo le problematiche della sicurezza e dellacontinuità del servizio dando determinati obblighi e livelli di erogazione. AEEG ha decisodi riconoscere alla protezione catodica (PC) delle tubazioni interrate per trasporto, distri-buzione e stoccaggio del gas naturale, sempre ai fini della sicurezza e della continuità delservizio, un fondamentale e indispensabile requisito, quale presupposto della conservazio-ne della rete e della salvaguardia e prevenzione dei processi di degrado per mantenere unelevato livello di sicurezza. In questo ambito, attraverso le delibere emesse da AEEG n.ARG/gas 120/08, n. ARG/gas 141/09 e, n° ARG/gas 204/10, è stato dato mandato a APCEdi elaborare specifiche linee guida relative alla PC, individuando una metodologia che con-senta di verificare l’efficacia della PC in conformità ai requisiti delle norme UNI EN 12954,UNI 11094 con le tecniche della norma UNI EN 13509.

Il telecontrollo della PCIn Italia il “telecontrollo” nel settore della PC è stato adottato dalle società di trasportoe distribuzione del gas naturale verso la fine degli anni ‘90 per far fronte ai costi elevatilegati alla movimentazione di personale, mezzi di trasporto e attrezzature sul territorio,nonché per migliorare il monitoraggio delle strutture soggette a un aumento delle inter-ferenze elettriche provocate dallo sviluppo dei servizi tranviari e ferroviari, eserciti in cor-rente continua.Snam Rete Gas SpA è stata in prima fila, verso la fine degli anni ‘90, nella sperimentazionedei “sistemi di telecontrollo”, prima come evoluzione dei sistemi di telesorveglianza perpoi arrivare alla teleregolazione dei parametri di funzionamento degli alimentatori di PC.Queste prime esperienze sull’impiego dei “sistemi di telecontrollo” hanno portato nel2001 all’emissione della norma UNI 10950 [1] che fornisce le indicazioni metodologiche eapplicative per l’acquisizione, l’elaborazione e archiviazione dei dati relativi alle verifiche edai controlli dei sistemi di protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerseutilizzando mezzi informatici e definisce i sistemi di telecontrollo (vedi riquadro).La norma UNI 10950 stabilisce che la telesorveglianza, che prevede il rilievo della grandezza

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IL TELECONTROLLO

Il telecontrollo dellaprotezione catodicasecondo la normativa

di

Fabio BrugnettiSnam Rete Gas SpASan Donato Mil.se (MI)

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elettrica con un tempo di campionamento≤ 1 s e tempo di elaborazione ≤ 24 h, puòsostituire le registrazioni periodiche esegui-te dagli operatori. La telesoveglianza è defi-nita anche come acquisizione “in continuo”.

La normativaNel 2002 il comitato Europeo CEN haemesso la norma EN 12954, recepita comenorma UNI EN 12954 sostitutiva dellenorme UNI equivalenti in vigore fino a quelmomento. Ai fini del collaudo e della manu-tenzione dei sistemi di protezione catodica,la norma UNI EN 12954 definisce i criteriminimi per le verifiche dell’efficacia dellaprotezione catodica che in sintesi consisto-no nel controllo dei dispositivi di protezio-ne catodica e nella misura del potenziale edella corrente da eseguire sulle strutture.La norma recita che se il sistema di prote-zione catodica è monitorato da un sistemadi telecontrollo, cosicché le anomalie difunzionamento dei dispositivi possano esse-re immediatamente rilevate, le frequenzedelle verifiche di funzionamento prescrittenon si applicano ed essendo possibile otte-nere una migliore visione complessiva delsistema di protezione catodica le misura-zioni di potenziale e corrente possonoessere eseguite su richiesta, automatica-mente ad intervalli preselezionati, o quandoesiste una segnalazione di allarme.Ovviamente, la norma prescrive i requisitiminimi, pertanto il gestore responsabiledella protezione catodica, sulla base dellecondizioni di esercizio o dall’intensità evariabilità di stato elettrico, può stabilire laperiodicità più idonea per assicurare l’ade-guato controllo dell’efficienza ed efficaciadel sistema di protezione. Si osserva quindinelle aziende una realtà disomogenea di

gestione degli impianti di PC; a questoriguardo, è stata emessa la norma italianaUNI 11094 per orientare e uniformare ilcomportamento minimo che le aziende chegestiscono condotte metalliche interrateper il gas naturale devono rispettare per laprotezione catodica anche in presenza divariabilità dello stato elettrico. La normaintroduce il concetto importante di “tele-sorveglianza applicata al sistema di prote-zione catodica” oltre a definire un sistemadi PC “modello” con caratteristiche minimesul quale si basa la struttura della manuten-zione eseguita o con operatori o con siste-ma di telesorveglianza. Questi concetti sonodifferenziati per distribuzione e trasportogas i quali presentano sistemi di protezionecatodica con caratteristiche tecniche diversesia per probabilità di coesistenza con altriservizi interrati sia per la maggiore intensitàdi variabilità di stato elettrico provocatadalle tranvie rispetto alle ferrovie.Le società italiane di trasporto e distribu-zione del gas naturale sono state pionierenell’adozione dei sistemi di telecontrolloper il settore della protezione catodica, maal momento a livello europeo non è stataancora emessa una norma tecnica specifica.

Il telecontrollodi Snam Rete Gas

Nel 1996, Snam Rete Gas ha eseguito, sucirca 35.000 km di metanodotti, oltre70.000 registrazioni di potenziale e correntesugli impianti PC e sui punti di misura,mediante l’impiego di strumenti registratoria carta e con strumenti registratori a micro-processore, con un carico di lavoro stimatoin circa 8.000 missioni. Da questo datoSnam Rete Gas è giunta alla conclusione chel’adozione di un sistema di “telecontrollo”

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Snam ReteGas SpA èstata inprima filanella speri-mentazionedei sistemidi telecon-trollo

TELECONTROLLO: controllo a distanza di apparecchiature operative mediante la trasmissione di infor-mazioni con tecniche di telecomunicazione; può comprendere qualsiasi combinazione di comandi,allarmi, indicazioni, misure, protezioni e telescatti, senza alcun impiego di messaggi vocali

TELEMISURA: trasmissione dei valori di misura mediante tecniche di telecomunicazione; nell’ambitodella protezione catodica, con telemisura si intende un sistema in grado di rilevare la grandezza conscelta del tempo prefissato di campionamento dei dati e in grado di trasmettere i dati

TELESEGNALAZIONE: telecontrollo di informazioni di stato, quali condizioni di allarme, posizioni di inter-ruttori o di valvole; nell’ambito della protezione catodica con telesegnalazione si intende un sistemain grado di rilevare la grandezza ma non di trasmettere i dati, un sistema in grado di generare chiamataspontanea in caso di superamento dei valori prefissati e di cambiamenti di stato

TELESORVEGLIANZA: supervisione a distanza dello stato di apparecchiature operative per mezzo di tec-niche di telecomunicazione; nell’ambito della protezione catodica con telesorveglianza si intende unsistema in grado di rilevare con continuità la grandezza con impostazione del tempo di campionamen-to dei dati e del tempo di elaborazione e di memorizzare i dati elaborati, un sistema in grado di tra-smettere i dati e di generare chiamate spontanea in caso di superamento dei valori prefissati, di cam-biamento di stato o di anomalie di funzionamento, un sistema eventualmente in grado di attivare odisattivare i dipositivi di protezione catodica regolare parametri di funzionamento dei dispositivi

TEMPO DI CAMPIONAMENTO: intervallo temporale tra due letture successive del valore della grandezzamisurata

TEMPO DI ELABORAZIONE: intervallo temporale (espesso in ore e minuti) al quale si riconducono i risul-tati di tutte le misurazioni effettuate

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avrebbe consentito una maggior affidabilitàimpiantistica, associata a una sensibile ridu-zione dei costi, cui ha fatto seguito l’avvio diuno studio di fattibilità esteso a un’indaginedi mercato a 360° per sfruttare il megliodelle soluzioni tecnologiche presenti sulmercato in quel periodo. Viste le condizioni impiantistiche e territo-riali della rete di metanodotti per il traspor-to del gas, Snam Rete Gas ha optato per unasoluzione customizzata. Una delle possibilialternative fu proposta dalla URMET(Società di Telecomunicazioni) nelSettembre del 99, che prevedeva l'uso di unconcentratore digitale su cui dovevano con-vergere le misure effettuate in campo dagliacquisitori; il vettore di trasmissione tra iconcentratori e gli acquisitori, che rende ilsistema confrontabile con l'attuale sul pianodei costi, è costituito da collegamento radioad alta frequenza (GHz) che quindi, vista laparticolare dislocazione sul territorio del-l'impiantistica Snam Rete Gas, apparve diffi-cilmente utilizzabile a causa della ridottaportata ottenibile. Snam Rete Gas ha mantenuto ferma la scel-ta della “soluzione custom” fino ad oggi,facendo forza sulla scelta iniziale, la quale hapermesso di adottare un sistema assoluta-mente flessibile dal punto di vista della suaarchitettura e quindi adattabile alle novità dimercato, innovazioni tecnologiche, cambia-menti organizzativi interni all’azienda e allenuove esigenze normative e legislative, chehanno interessato l’ultimo decennio.Il “sistema di telecontrollo PC” di Snam ReteGas ha l’architettura base riportata in figura 1.L’obiettivo del telecontrollo riguarda iseguenti aspetti: monitoraggio dell’efficienzadegli impianti di protezione catodica, telere-golazione dei parametri di funzionamentodegli alimentatori di protezione catodica, ilmonitoraggio dell’efficacia della PC riferitoal sistema di protezione catodica, la trasmis-sione delle misurazioni delle grandezze diprotezione catodica e la trasmissione diallarmi legati al malfunzionamento dei dispo-sitivi di protezione catodica.L’emissione delle specifiche tecniche daparte di Snam Rete Gas dei dispositivi diacquisizione e degli alimentatori di protezio-ne catodica telecontrollabili ha permessonel tempo di effettuare un’aperta ricerca dimercato, recepire le nuove tecnologie nelcampo dell’elettronica migliorando l’affida-bilità dei dispositivi stessi, mantenendo inal-terata l’intercambiabilità nel “sistema ditelecontrollo PC”.Il sistema di telecontrollo, sviluppato sullabase delle specifiche tecniche predisposteda Snam Rete Gas, è costituito dalle UnitàAEMT (acquisizione, elaborazione, memo-rizzazione e trasmissione dati) munita dimodem GSM, ubicate nei posti di misura enegli impianti di PC e da un Centro diControllo per la raccolta dati e allarmi

provenienti dalle unità AEMT. In particolare,le specifiche tecniche hanno definito: il pro-tocollo di trasmissione dati; il software digestione dei dati; i dati tecnici dei dispositiviAEMT e degli alimentatori di PC. Il softwareconsente in particolare di ricevere allarmigenerati dagli impianti, ricevere i dati elabo-rati al giorno per determinare la conformitàgiornaliera del punto di misura in confor-mità alla delibera AEEG 141/09. Permette,inoltre, di configurare l’apparato AEMT diciascun impianto, richiedere i dati istantaneie quelli memorizzati, variare i parametri difunzionamento dell’alimentatore e anche dirichiedere i dati elaborati e gli allarmi informa grafica e/o tabellare. Di seguito èriportata la videata del “Centro di control-lo” che permette di gestire le singole unitàAEMT di competenza.

Figura 1 - Schema del “sistema di telecontrollo PC” diSnam Rete Gas

Figura 2 - Videata del “Centro di controllo” Snam Rete Gas

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Snam Rete Gas vanta a oggi una rete di tra-sporto del gas naturale suddivisa in 3292sistemi di protezione catodica di cui sonotelesorvegliati 6250 impianti di protezionecatodica, 2047 attraversamenti ferroviari e4700 punti di misura in linea (incluso 1punto caratteristico per sistema)

Parametri telecontrollatiPer i sistemi di PC è prevista la misura delpotenziale della struttura, della correnteerogata dall’alimentatore con frequenza di 1Hz. I dati sono elaborati per un intervallo diun minuto, con il calcolo di valore minimo,medio (calcolato su tutti i valori rilevati) emassimo, e mantenuti in memoria per 72 h.Ogni ora sono calcolati il valore minimo,medio (calcolato su tutti i valori rilevati),massimo, il numero di fuori limite e i rispet-tivi tempi di fuori limite di ogni grandezzarispetto alla soglia minima e/o massima pre-impostata, i valori minimo e massimo deimedi elaborati al minuto e infine lo scartoquadratico medio (SQM). Questi valorisono mantenuti in memoria per 1 settima-na. Analogamente sono elaborate le stessegrandezze ogni 24 ore e mantenuti inmemoria per 1 mese.

Il sistema fornisce inoltre una serie di segna-lazioni di allarmi relativi all’impianto(quali apertura/chiusura porta, mancan-za/ripristino rete, apertura/chiusura inter-ruttore magnetotermico differenziale intesocome blocco del dispositivo di riarmo),insufficienza di batterie di backup del siste-ma di telecontrollo e guasto apparato ditelecontrollo) e relativi all’alimentatore(quali apertura/chiusura circuito di uscita,apertura/chiusura interruttore termico, gua-sto alimentatore, variazione configurazione,effettuazione prova e rilievo dei corrispon-denti valori di tensione massima a carico ecorrente massima erogata, fuori limite/rien-tro nel limite rispetto alle soglie minime emassime impostate), e relativi alle unitàA/D (guasto unità A/D, fuori limite/rientronel limite rispetto alle soglie minime e mas-sime impostate).Per quanto riguarda i drenaggi e gli attra-versamenti ferroviari, il sistema di tele-controllo rileva con frequenza di 1 Hz, con lestesse elaborazioni previste per gli impiantidi PC, la corrente drenata, la tensione tubo –rotaia, il solo potenziale della tubazione pergli attraversamenti posati prima del 1971 eanche potenziale tubo di protezione per gliattraversamenti posteriori.

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La normaUNI 11094ha orienta-to e unifor-mato ilcomporta-mento delleaziendenellagestionedella PC

[1] UNI 10950 “Telecontrollo degli impianti di protezione catodica”[2] UNI EN 12954 “Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse – Principi

generali e applicazione per condotte”[3] UNI EN 13509 “Tecniche di misura per la protezione catodica”[4] UNI 11094 “ Criteri generali per l’attuazione, le verifiche e i controlli ad integrazione della

UNI EN 12954 anche in presenza di correnti disperse[5] ARG/gas 120/08, n. ARG/gas 141/09, n° ARG/gas 204/10 “delibere AEEG per distribuzione

trasporto e stoccaggio del gas naturale”

Riferimenti

Sala controllo dispaccia-mento Snam Rete Gas

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costi del telecontrolloAncora prima dell’introduzione della trasmissione a distanza delle misure, Automasi è resa conto che l’attività di misura dei parametri della PC, una volta focalizzatii contesti applicativi, richiede una buona padronanza delle tecniche metrologiche dibase, ma non presenta difficoltà insormontabili, sebbene l’ultima generazione dellesoluzioni adottate ha posto Automa di fronte a una sfida inusuale: sviluppare e

installare circa 3.000 terminali riducendo al massimo i tempi. L’esperienza acquisita in prece-denza sulle tecniche metrologiche ha permesso l’adozione di accorgimenti tecnici e di stru-menti di supporto con lo scopo di contenere i costi di esercizio spesso trascurati. Si tratta infatti di costi diretti (per esempio, ricambi e manodopera per le attività manutenti-ve), ma anche indiretti (per esempio, quelli provocati dall’affidarsi a dati inattendibili nella pia-nificazione degli interventi di manutenzione o sostituzione degli impianti). A ciò si dovrebbeaggiungere un “costo nascosto” costituito da tutte quelle attività “impreviste”, quali: fulmina-zioni, errori di cablaggio, imprevisti in fase di installazione, errori di trasferimento dei dati, datidi misura “errati” e altri.

È difficile elencare esaustivamente tutte le potenziali situazioni generatrici di costi non neces-sari. Qui di seguito vengono esemplificate alcune di tali situazioni ed illustrato in che modo siapossibile controllare e ridurre i costi.

I costi di esercizioÈ stato possibile minimizzare il costo della trasmissione dei dati partendo da un primo ele-mento di competenza e cioè dalla conoscenza del vantaggio di disporre di dati completi eattendibili del sistema di monitoraggio remoto. Il costo dei supporti telefonici è sceso negliultimi anni, ma un’ulteriore riduzione si può ottenere migliorando la qualità del segnale e, diconseguenza, la velocità di trasmissione.In fase di progettazione Automa ha studiato un’apposita antenna che migliorasse la qualitàdella ricezione e della trasmissione; l’antenna è stata dapprima progettata per utilizzo dual-band e poi affiancata da una versione opzionale quad-band (per aziende multinazionali dispor-re di un unico prodotto utilizzabile ovunque rappresenta una semplificazione procedurale euna ulteriore riduzione di costi).La trasmissione in tecnologia GPRS, ove disponibile, produce una riduzione di costi di almenoun ordine di grandezza. Per questo Automa ha preferito valutare anticipatamente la disponi-

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IL TELECONTROLLO

Il T.C.O. (Total Costof Ownership) dellaTelesorveglianza

di

Roberto BalleriniAutoma SrlVia Piemonte, 4260030 Monsano (AN)[email protected]

Automa srl, impegnata da oltre 20 anni al fianco dei protagoni-sti del mercato del Gas, ha avuto modo di sperimentare sul

campo la varietà di situazioni applicative della ProtezioneCatodica (PC) delle tubazioni metalliche impiegate nel trasporto

e distribuzione del gas.

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bilità del segnale. Abbiamo concordato con iClienti una ricognizione preventiva dei puntidi misura al fine di: verificare la conformitàalle specifiche di installazione, registrare laposizione tramite GPS e misurare la qualitàdel segnale trasmissivo (usando uno stru-mento che avesse la stessa architettura deldatalogger). La disponibilità di tali informazioni ha per-messo di rendere conformi tutti i posti misu-ra prima di iniziare le attività di installazione,riducendo i tempi d’intervento e di conse-guenza i costi. Sulla base degli stessi dati èpossibile pianificare le attività di installazionee manutenzione, in termini di spostamenti emateriali trasportati. Tutto questo ha per-messo di toccare picchi di oltre 30 macchineinstallate in un giorno di lavoro da una squa-dra di due tecnici, con una media di 18.Le batterie. La durata delle batterie dipen-de dal contesto ambientale; non è possibilefare previsioni se non sulla base di dati effet-tivi di consumo; la curva di carica delle bat-terie alcaline permette il monitoraggio deiconsumi meglio di quella delle batterie allitio: da ciò l’impiego delle batterie alcalineprofessionali con conseguente riduzione dicosti e la possibilità di monitorare i consumie pianificare gli interventi di sostituzione.

I costi imprevisti Mancanza di dati. Le linee guida APCEprevedono un numero minimo di trasmissio-ni perché il sistema venga considerato tele-sorvegliato. Poiché ogni sistema complesso èsoggetto a malfunzionamenti, è stato scelto ilprincipio di prudenza, prevedendo la tra-smissione di almeno una registrata al mese.In tal modo i dati raccolti possono essereutilizzati anche nella malaugurata ipotesi didover ricorrere a misure con operatore.Errori di cablaggio. Anche avere unamisura errata è un costo, perché le decisionisarebbero basate su dati non corretti; perquesto la procedura di installazione guidal’operatore nell’effettuazione del cablaggio;viene anche effettuata una verifica incrociatadei valori letti; gli errori di cablaggio vengo-no rilevati immediatamente.Gestione delle situazioni impreviste.Anche gli imprevisti fanno parte della vita; èper questo che abbiamo sviluppato funzio-nalità ridondanti; possiamo interrogare i ser-ver utilizzando un palmare collegato al ser-ver, ma anche semplicemente con degli SMSda un cellulare senza accesso web; in questomodo si riduce la necessità di ritornare suun posto misura solo perché qualche stru-mento manca o si guasta.

I costi nascostiDati inattendibili e/o incompleti. Lamisura contemporanea in AC fornisce infor-mazioni aggiuntive e permette di valutare

meglio quello che viene misurato in DC; ladisponibilità di uno storico di misure in ACfornisce la possibilità di confrontare le corro-sioni reali con quelle previste dalla teoria, sen-za aggravio dei costi. In modo analogo, nel casosia necessario effettuare su richiesta indagini“post mortem”, la disponibilità di una codastorica di dati misurati al secondo rende l’o-perazione assai poco costosa. Errori di trascrizione e/o digitazione.Nell’ottica del contenimento dei costi dovutia errata trascrizione, l’immissione di dati daparte degli operatori è limitata solo a quellistrettamente necessari; ciò grazie a softwareappositi che guidano nelle fasi di installazionee manutenzione e che trasmettono al serverle informazioni raccolte. Misure non IR-free. La presenza di canaligalvanicamente isolati e con riferimenti sepa-rati e la possibilità di valutare le due compo-nenti AC e DC permettono la massima flessi-bilità nelle misure. Nei posti di misura con ali-mentatore è possibile misurare la differenza dipotenziale tubo-elettrodo senza cadutaohmica, oltre a tensione d’esercizio e corren-te impressa. Misure non significative. E’ importantericordare sempre che l’alimentatore è unsistema controreazionato, che nei limiti difunzionamento vincola una delle tre grandez-ze ad un valore prefissato. Monitorare talegrandezza separatamente dalle altre non for-nisce informazioni significative. Monitorarel’andamento di tensione d’esercizio e corren-te impressa, oltre alla ddp, ci dà informazioniimportanti sullo stato di salute del sistema e cipermette di intervenire prima che le sue pre-stazioni provochino un degrado del tubo.Mancanza di strumenti di analisi deidati. Paradossalmente la maggiore quantitàdi dati disponibili può rivelarsi un boome-rang, se non si dispone di strumenti in gradodi analizzarli in maniera semplice. Le tecni-che statistiche ci possono aiutare in questolavoro: moda, media e scarto quadraticomedio ci danno importanti informazionianche in presenza dei soli dati sintetici; que-sto ci permette di stabilire quali anomalie sianecessario analizzare più approfonditamen-te, richiedendone il tracciato al secondo. Èaltresì possibile verificare la variazione dellegrandezze misurate in momenti diversi e/oin punti diversi dello stesso sistema, giu-stapponendo un numero di grafici a piacere.Impatto del cambiamento sulla culturaaziendale.Ogni azienda ha le sue prassi e lasua cultura; cambiarli è un costo spesso sotto-stimato; è per questo che l’architettura dellenostre soluzioni è totalmente scalabile; lostesso software gestisce aziende con un unicoufficio e multinazionali con varie sedi e varielingue; gli stessi datalogger possono essereutilizzati sia per misure remote che per misurecon operatore: è il sistema che viene adattatoall’Azienda e non viceversa.Burnout degli operatori. Siamo esseri

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itL'esperienzaacquisita hapermessol'adozione distrumenti di supportoche hannoabbassato i costi diesercizio

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umani, soggetti a disagi; dalle nostre condizionidi lavoro dipende la qualità dei nostri inter-venti; a volte bastano piccoli accorgimenti afare la differenza: la trasmissione locale senzafili, per esempio, ci permette di lavorare anchenelle peggiori condizioni atmosferiche senzarestare esposti alla furia degli elementi comeaccadeva con i collegamenti via cavo seriale.

I costi nascosti/imprevistiCambiamento delle condizioni al con-torno. Lo stato elettrico del sistema puòvariare anche per mutate interazioni con ilcontesto esterno; le misure di ON/OFF ci per-mettono di monitorare lo stato di polarizza-zione; possiamo farlo su coupon o diretta-mente sul tubo; in caso di più alimentatori,possiamo sincronizzare tramite satellite ildistacco; possiamo effettuare misure integra-tive in posti di misura integrativi, gestendolecon un unico software; il sistema calcola la

variabilità di ogni singola misura.Con tali dati possiamo rilevare alterazionidovute a nuove interferenze o contatti, chepotrebbero rendere non più significative lemisure prese nei soli punti caratteristici(ricordiamo che un punto è caratteristicorelativamente ad un particolare stato elettri-co del sistema).Ci auguriamo che questa piccola serie diesempi possa essere di aiuto nel valutare lascelta di un sistema di telesorveglianza nonsolo sulla base del costo d’acquisto, ma anchesulla base dell’impatto positivo o negativo checiascuna scelta architetturale può avere suicosti d’esercizio.

RingraziamentiRingraziamo tutte le persone che nel corsodegli anni ci hanno raccontato ciò di cui avreb-bero avuto bisogno e ci hanno stimolato adoffrire soluzioni sempre più efficaci e complete.

La redazione informa

ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE DALLE CORROSIONI ELETTROLITICHE

n. 39 - dicembre 2009

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4AEEG

Progetto semplificazione

Delibera per il trasporto

del gas naturale

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Intervista Ing. C. Pillon

ACEGAS APS

Spazio CIG

La responsabilità giuridica

parte seconda

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Spazio CIG

Vietato il “fai da te”

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25pg.

8Recenti attivazioni delle lineeferroviare AV/AC italiane

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42010Forum Italiano Sicurezza Gas

Interferenza da correntealternata: prove sul campo

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n. 40 - giugno 2010ww ww ww .. aa pp cc ee .. ii tt

Periodico re

gistrato presso il tribunale di Rom

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ento postale 70%

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Spazio CIGCompletato l’assetto normativo

per i nuovi materiali

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PROTEZIONE CATODICARiferimenti Normativi

PROTEZIONE CATODICARiflessioni sui dato AEEG

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CERTIFICAZIONE DEL PERSONALE

Le regole nella protezione catodica

n. 34 - settembre 2008ww ww ww.. aa pp cc ee .. ii tt

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La programmazione dei prossimi numeri di APCE notizie fino a dicembre 2011è già stata pianificata per stimolare i lettori a intervenire con loro proposte,testimonianze ed esperienze.

N.45 – Settembre 2011, sarà dedicato alle interferenze con specifico riferimento alle espe-rienze pratiche sia di controllo sia di monitoraggio.

N.46 – Dicembre 2011, sarà dedicato ai modelli matematici usati in PC sia per l’ingegneria siaper il monitoraggio. Questo tema potrà essere esteso anche alle applicazioni diversedai terreni, come quelle marine e per l’interno delle apparecchiature.

Istruzioni per gli autoriGli articoli inviati alla redazione ([email protected]) devono preferibilmente rispet-tare la seguente struttura:- Titolo - Autori con affiliazione (completa) - Sommario (o abstract)- Titolazione dei paragrafi principali, per esempio:

• Introduzione• Condizioni sperimentali (o dati di progetto)• Risultati• Discussione• Conclusioni

- Ringraziamenti (eventuali)- Riferimenti (bibliografici o fonti di altra natura, per esempio siti web)

Manoscritti, fotografie e materiale grafico inviati alla redazione non saranno in ogni casorestituiti.

NotaLe notizie e le opinioni contenute negli articoli non impegnano la redazione ed esprimonoquelle degli autori.

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er noi fornitori di servizi legati alla telesorveglianza è sempre più raro trovareclienti impreparati sui costi tradizionali che caratterizzano dispositivo e cano-ne per la gestione dei processi di telesorveglianza.L’attenzione infatti della maggior parte dei distributori è quella di conoscerequale sarà l’indice della spesa corrente dopo aver acquistato un certo tipo ditecnologia.

Pochi invece, davvero pochi, hanno la corretta e reale percezione di quanto a loro costerà o,in molti casi, sia già costata la telesorveglianza nel suo complesso, considerando i cosiddetti“costi occulti”.La telesorveglianza infatti non consta solamente dell’investimento sulla tecnologia con il rela-tivo canone di servizio manutentivo, bensì da una serie costi da associare alle voci a seguito,che, in certi casi modificano sensibilmente, se non addirittura stravolgono, i costi previsti ini-ziali.Metteremo in ordine crescente sia di importanza che di costo gli elementi considerati occulti.

Semplicità nella gestione software dei dati: è uno dei costi meno considerati, infatti èforse il più occulto. L’analisi da parte dei tecnici non sempre è immediata. Software mal stu-diati o con strumenti di analisi e ricerca troppo articolati e complessi aumentano il tempodedicato all’estrapolazione del dato utile. Questo tempo, quindi il suo costo, è ovviamente incapo alle aziende che usufruiscono del servizio, e corrispondono al costo orario del tecnicoabilitato alla gestione dei dati. Come si può eliminare tale costo? Facendo un’attenta analisidegli strumenti software disponibili in fase di qualifica del fornitore/prodotto; tale attenzioneha un’incidenza nel tempo maggiore di un buono sconto sulla tecnologia e sul servizio.Incidenza guasti: in genere questo indice si esprime in percentuale, sull’intero parco mac-chine installato in campo. Una volta che la tecnologia è stabile non dovrebbe superare lo0,5%. Il calcolo è molto semplice, si può fare su base annua o mensile, se si vuole avere unparagone sulla media degli interventi tra un mese e l’altro. In genere tecnologie datate, oaddirittura obsolete elevano questa percentuale, obbligando il cliente a intervenire sulla reteper la sostituzione dei dispositivi guasti. Il costo è in ragione del costo orario del preposto,più ovviamente, i costi di gestione per l’intervento.Costi di smaltimento delle batterie: regolato dalla Direttiva 2006/66/CE. Alcuni forni-tori del servizio, hanno scelto di attribuire questo tipo di onere ai propri clienti. Quindi, altermine della vita utile di un apparato di alimentazione (i più diffusi sono in genere costituitida batterie al litio) gli stessi devono essere smaltiti secondo costi che differiscono da aziendaa azienda, ma in ogni caso costituiscono un costo.Indice di reset del dispositivo: alcuni dispositivi di acquisizione in campo hanno la carat-teristica di “resettarsi” per principi legati alla gestione dell’elettronica interna. Tali procedurenelle tecnologie più obsolete richiedono un intervento in campo di personale specializzato,nel tentativo appunto di “resettare” il dispositivo e riportarlo ad un funzionamento standard.Al pari degli interventi per guasto, questi hanno un costo, talvolta fortemente incidente peril notevole numero di reset che alcune tecnologie richiedo.

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IL TELECONTROLLO

Quanto costa latelesorveglianza?

di

Alessandro BoiAusy SrlVia Mezzano27039 Sannazzaro deBurgondi (PV)

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Frequenza di cambio delle batterie: ilciclo di vita della batteria di un dispositivodefinisce la frequenza di costi considerevoli.Ciascun cambio batterie, oltre al costodello smaltimento, richiede il passaggio suciascun apparato in campo. È ovvio pensareche tanto più sarà lunga la vita di un appa-rato di alimentazione, tanto più i costi diintervento per il cambio degli stessi saran-no “spalmati” sul costo medio annuale.Oggi un buon apparato ha una vita media dialmeno 36 mesi in campo.Difficoltà di trasmissione: ci si aspetta,come è normale che sia, che i dispositivi ditelesorveglianza trasferiscano i loro dati inmaniera costante. Per alcune tecnologie que-sto non è sempre scontato. L’imposizione daparte delle istituzioni di avere almeno 300giorni conformi sottoposti a telesorveglian-za, si trasforma a volte in una complicazioneper quei sistemi che “perdono giorni di tra-smissione”. In alcuni casi tali perdite incido-no sul calcolo del Kt (Indice di autovaluta-zione per i sistemi elettrici) modificandonea fine anno il risultato atteso. Sicuramentetale costo è difficile da calcolare, ma lacarenza di affidabilità di trasmissione puòtrasformarsi in certi casi nel mancato rag-giungimento di un obiettivo.Elettrodi associabili al dispositivo: èsicuramente il costo più grande, soventesupera il costo del sistema stesso di telesor-veglianza. Gli elettrodi più diffusi per la misu-razione del potenziale delle strutture nelterreno sono senz’altro quelli al rame/solfa-to di rame (Cu/CuSO4 saturi) o CSE. La let-teratura e l’esperienza ci danno come indi-cazione (ovviamente media rispetto grandinumeri) che dopo essere stato sottoposto acinque anni di letture con frequenza 1 s, seanche non completamente scarico l’elettro-

do in ogni caso inizia a perdere l’affidabilitàdella misura; in taluni casi purtroppo ancheprima. Ovviamente a ciascun dispositivo èsempre associato un elettrodo a installazio-ne fissa, quindi i costi di gestione dello stes-so sono da attribuire al sistema di telesor-veglianza. Ma i conti che poco spesso sifanno, pongono in particolare risalto i costiper il ripristino degli elettrodi, che spessoper pavimentazioni urbane complesse rag-giungono o superano il migliaio di Euro. Contali valori diventa facile calcolare quantocosti una campagna di ripristino sulle pro-prie reti. Un abbattimento dei costi è otte-nibile mediante l’impiego di sonde di poten-ziale e di elettrodi con elevata durabilità. Alfine di esemplificare i costi del telecontrol-lo, nella figura sono riportati i costi totaliespressi in Euro previsti per il telecontrollodi 300 posti di misura in 5 anni, in cui sonoriportati anche i costi occulti. L’obiettivo non è quello di trovare una pre-cisa aderenza dei propri costi rispetto quellirappresentati, bensì dare una sensazione diquanto i costi occulti possano pesarerispetto ai costi diretti, otre ad offrire spun-ti di ragionamento sulla proporzionalità el’incidenza dei costi occulti.

ConclusioniCome è facile comprendere da queste sem-plici indicazioni, i denari che si possonorisparmiare, sono in molti casi notevoli. Latecnologia influisce per l’80% sul possibilerisparmio. Si fa quindi affidamento alla sem-pre più qualificata preparazione dei tecnicinel mondo della distribuzione affinché talicosti siano quanto meno analizzati in con-temporanea alla valutazione della tecnolo-gia da impiegare.

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it€ 400000€ 350000€ 300000€ 250000€ 200000€ 150000€ 100000

€ 50000€ 0

Costi dispositivo

Costi di canone

Costi di consultazione SW

Guasti 2% mese

Indice di reset 5% mese

Cambio batterie a 2 anni

Cambio batterie a 3 anni

Cambio batterie a 4 anni

Cambio elettrodo a 5 anni

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ormai chiaro come, nel nostro Paese, la regolamentazione in materia diprotezione catodica (PC) abbia dato negli ultimi anni un forte contributoverso il miglioramento del un suo esercizio, attraverso un “percorso” cheha visto il passaggio da una gestione secondo le regole “del buon padre difamiglia”, basata su una legislazione minimale, a quella attuale che prevedeil conseguimento di un punteggio, espressione sintetica del livello dellatecnica applicata, ovvero l’indice di valutazione Kt, che si applica alle reti

di trasporto e distribuzione gas.I parametri che concorrono alla formulazione degli algoritmi che attestano la qualità delrisultato, attraverso l’ottenimento del punteggio virtuoso, sono oggi definiti e sono: laconsistenza delle reti, la lunghezza dei sistemi elettrici, la variabilità dei campi elettricipresenti, numero e ripartizione di impianti di alimentazione, i drenaggi, gli attraversamentiferroviari, il numero delle postazioni per il rilevamento delle misure. Ciononostante nonsi pone sufficiente attenzione alla questione relativa alle cosiddette “misure conformi”, ilcui elemento principe è la misura del potenziale, che deve essere eseguita in ottemperan-za alla normativa (UNI 11094:2004), che al di là della modalità di acquisizione della misu-ra, manuale o con telesorveglianza, ne richiede la conformità. Penso che la maggioranzadegli operatori convengano sul fatto per cui, ancor prima di ricavare il dato per elabora-zioni e archiviazioni, sia importante eseguire la misura nel modo più corretto.Senza entrare nel merito della condivisione o meno dei contenuti della norma (in ognicaso sono lecite le proposte di revisione), ciò che deve importare all’operatore nelmomento in cui esegue un rilevamento, beninteso in accordo alla norma, è capire se lamodalità di misurazione è corretta. Per esempio, nella misura del potenziale, dovrebbeessere posta la massima attenzione alla eliminazione del contributo di caduta ohmica, percui non dovrebbero essere accettate o tollerate le deroghe in proposito, come avviene incerte modalità di telesorveglianza in cui è accettato il solo uso del potenziale Eon, senzaeliminazione della caduta ohmica. Un facile superamento di questo problema è l’uso disonde di potenziale con elettrodo incorporato. In figura 1 è riportata la registrazione 24ore del potenziale della tubazione misurato rispetto al tradizionale elettrodo fisso CSE(Cu/CuSO4) e perciò comprensivo della caduta ohmica e la corrente drenata dalla tuba-zione verso la rotaia. Da una simile registrazione non è possibile stabilire a quale poten-ziale, al netto delle cadute ohmiche, si trova la tubazione, proprio per la presenza del“disturbo” arrecato alla misura dalle cadute ohmiche. In figura 2, è mostrata la stessa regi-strazione con sonda di potenziale, che misura direttamente il potenziale vero, cioè depu-rato dalle cadute ohmiche, dal punto indicato dalla freccia. La registrazione dimostra chela misura non richiede alcuna interpretazione sul valore del potenziale registrato e che laprotezione è efficace.

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IL TELECONTROLLO

L’importanza deglielettrodi di riferimentonell’esercizio della PC

di

Alessandro BoiAusy SrlVia Mezzano27039 Sannazzaro deBurgondi (PV)

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ConclusioniIl confronto fra le due registrazioni evidenzia come la corretta scelta della modalità dimisura del potenziale ne semplifichi l’interpretazione e come possa migliorare le attivitàdi esercizio e manutenzione, soprattutto nel caso dei sistemi di telesorveglianza, doveconsente una migliore gestione economica.

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Figura 1 - Linea azzurra – potenziale tubazione rilevato con tradizionale elettrodo al Cu/CuSO4, comprensivodella caduta ohmicaLinea rossa – corrente drenata dalla tubazione verso la rotaia

Figura 2 - Linea arancione fino al punto “a” – potenziale tubazione rilevato con tradizionale elettrodo alCu/CuSO4 , comprensivo della caduta ohmicaLinea arancione oltre il punto “a” – potenziale tubazione rilevato con elettrodo che elimina la cadu-ta ohmicaLinea magenta – corrente drenata dalla tubazione verso la rotaia

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n questi ultimi anni i sistemi di controllo e monitoraggio remoto applicati allaProtezione Catodica (PC) hanno avuto un forte sviluppo nelle prestazioni enella tecnologia. Gli ambienti di applicazione sono molteplici e presentano carat-teristiche differenziate principalmente in termini di “ambiente” e di“tipologia/quantità” di dati da trasmettere. L’esperienza Seaguard può esseresintetizzata nelle seguenti tipologie di applicazione:

A) Sistemi concentrati (centrali termoelettriche, raffinerie, protezione di tubazioni diacqua di raffreddamento di grosse dimensioni, condensatori per turbine, tubazioni pertrasporto di grezzo e gas) nei quali la distanza fra gli elementi da mettere in comuni-cazione è relativamente breve e la quantità di dati da scambiare è alta. Collegamentotipico via cavo.

B) Sistemi distribuiti (oleodotti e gasdotti in zone spesso desertiche, ecc.) con lunghedistanze fra i componenti da mettere in comunicazione e tipologie di grandezze dascambiare abbastanza limitato: tipicamente monitoraggio remoto dei valori di prote-zione e controllo remoto dei parametri funzionali dei T/R. Collegamento tipico in fibraottica.

C) Sistemi distribuiti su vaste aree, prevalentemente orientati alla rilevazione di dati sem-plici ma con ricorrenza elevata (tipicamente monitoraggio del potenziale catodicolungo tutto lo sviluppo di reti di tubazioni distribuite per il trasporto gas).Trasmissione dati su rete telefonica.

I primi sistemi di comunicazione di dati per la protezione catodica si basavano sulla tec-nica (analogica) dei 4-20 mA. Seaguard ha abbandonato tale tecnica di tipo parallelo (inviodi dati su cavi multipolari con eventuale multiplex delle grandezze trasmesse) a causa deilimiti sulle distanze di funzionamento e della complessità e costo dei collegamenti viacavo. E’ stato quindi introdotto un link di tipo digitale seriale (ethernet, RS232, RS485ecc.) che permette un rate di trasmissione estremamente più veloce ed esente da disturbicon collegamenti a solo 2/4 fili o fibra ottica. Seaguard ha utilizzato con successo la sud-detta metodologia in particolare nelle applicazioni di tipo A) e B) su cavo con eventualeamplificazione intermedia o con sistemi in fibra ottica. Viceversa le applicazioni di tipo C)(tipicamente monitoraggio del potenziale catodico di reti di tubazioni distribuite per iltrasporto gas) richiedono un elevato numero di collegamenti a lunga distanza fra i nume-rosi punti misura variamente distribuiti sul territorio e la centrale di raccolta. In tali casiSeaguard ha applicato la tecnica di trasmissione periodica dei parametri rilevati (memo-rizzati localmente) tramite “messaggi” inviati su rete telefonica GSM con collegamentoalla Centrale di raccolta ed elaborazione dei dati di Protezione catodica.

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IL TELECONTROLLO

L’esperienzaSeaguard Italanodinel telecontrollo

di

Pietro ScadutoSeaguard Italanodi srlVia Regiosi 1216015 Casella (GE)

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ntroduzioneUn impianto di PC deve essere adeguatamente monitorato per garantire la sicurez-za delle strutture, in particolare le tubazioni interrate, onde evitare le gravi conse-guenze che potrebbero derivare dalla perdita di prodotti infiammabili in caso di cor-rosione. Gli strepitosi progressi dell’elettronica e dell’informatica registrati negli ultimi duedecenni hanno consentito di adottare le tecniche di rilevamento automatico di dati

anche a distanza senza l’intervento manuale degli addetti. Rispetto all’impiantistica industriale,tipica di uno stabilimento di produzione, per esempio un impianto chimico, dove il controlloautomatizzato del processo è stato introdotto da oltre un cinquantennio, il telecontrollo degliimpianti di PC è più recente e ha seguito il passo degli sviluppi più recenti della tecnologicaelettronica.

I parametri rilevatiI dati sensibili che devono essere monitorati possono essere tanti, ma solo alcuni sono vera-mente necessari. È utile passarli in rassegna tutti. Cominciamo con i dati di sistema: tensionee corrente di alimentazione in CC. La loro conoscenza serve per verificare che l’impianto fun-ziona secondo l’impostazione definita in sede di collaudo o messa in opera. Il rilevamento adistanza di questi parametri di sistema permettono di controllare che il sistema è in funzione,ma ciò non è sufficiente. Questi dati non permettono di stabilire se la struttura è in protezio-ne in tutte le sue parti.È necessario acquisire i parametri su cui si basa la verifica della PC in conformità alla norma-tiva. Il parametro che definisce la condizione di protezione è il potenziale che deve essere con-frontato con il valore di protezione, pari a –0,85 V CSE [1-3]. Sarebbe interessante ripercor-rere la storia del potenziale di protezione per capire il diverso modo di affrontare il problemanei diversi periodi storici. Fino a tutti gli anni ’80 del secolo scorso, il parametro misurato erail potenziale-on, ossia il valore del potenziale misurato durante la circolazione della correntedi protezione mediante un elettrodo di riferimento portatile, perciò comprendente il terminedi caduta ohmica. Solo negli ultimi due decenni si è avuta la consapevolezza, peraltro ben notaagli elettrochimici sin dagli anni ’30, che il potenziale corretto non era il potenziale-on, bensìil potenziale-off, ossia il valore del potenziale depurato dal contributo di caduta ohmica. Ciòpoteva essere attuato mediante l’applicazione della tecnica on-off o posizionando l’elettrododi riferimento molto vicino alla struttura.

Il potenziale veroPer capire il significato del potenziale vero è necessario riprendere in breve i concetti relativial fenomeno della polarizzazione catodica di un metallo. Partiamo dall’inizio. Un metallo (o una

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IL TELECONTROLLO

Il telecontrollo tiene conto dell’elettrochimica?

di

Luciano Lazzari,Marco OrmellesePolitecnico di MilanoDipartimento CMICPiazza Leonardo daVinci, 3220133 Milano

Nella memoria sono trattati gli aspetti elettrochimici della protezione cato-dica che condizionano il telecontrollo.

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sua lega) quando è immerso in un elettro-lita assume un potenziale, misurabilerispetto a un elettrodo di riferimento, cheha il significato di potenziale di corrosionelibera (da non confondere con il potenzia-le di equilibrio del metallo, che non èmisurabile se non mediante sofisticatiartifici sperimentali). Per un materiale atti-vo, come il ferro o l’acciaio al carboniodelle strutture interrate, il potenziale dicorrosione è numericamente poco disco-sto dal potenziale standard per un giocodi compensazione tra il potenziale diNernst e il termine di polarizzazione ano-dica (Ecorr = Eeq + ηan = E° + k·Log [Fe++], doveper curiosa coincidenza, la sovratensione ηan

e il termine k·Log [Fe++] sono uguali, almenonegli ambienti aerati).Se ora si applica una polarizzazione catodi-ca, il potenziale si sposta dal valore Ecorr

verso valori più negativi, fino ad assumere ilvalore misurato Evero (Evero = Ecorr – ψcat, doveψcat indica il valore assoluto della polarizza-zione catodica ottenuta inviando una cor-rente catodica al metallo).Nella misura del potenziale durante la circo-lazione della corrente di polarizzazionecatodica, ossia del potenziale–on, si misuraanche il termine di caduta ohmica, IR, provo-cato dalla corrente catodica stessa, per cui ilpotenziale–on, Eon, è dato da

Eon = Evero + IR

Il termine di caduta ohmica, IR, è esprimibilemediante un’espressione del tipo:

IR = ρ i d

dove ρ è la resistività del terreno, i è la den-sità di corrente circolante nel terreno chepuò essere presa uguale alla densità di cor-rente di protezione, e d è la distanza fraelettrodo di riferimento e struttura. Se si annulla il termine di caduta ohmica, IR,il potenziale–on, Eon, coincide con il poten-ziale vero, Evero. Due sono le strade attraver-so cui si può eliminare IR:• l’applicazione della tecnica on-off, checonsiste nell’interrompere la corrente diprotezione

• l’annullamento della distanza elet-trodo–struttura, d, ottenuto mediante l’impiegodelle sonde di potenziale [1-6].

La misura del potenziale–offnel telecontrollo

Come ricordato sopra, la verifica correttadella PC è basata sulla misura del potenzialevero, Evero. La verifica manuale è effettuatamediante la tecnica on–off che elimina ingran parte il contributo di caduta ohmica;questa è una tecnica consolidata, a partirefin dagli anni ’90, come previsto dalla norma-tiva del settore.

L’impiego delle sonde di potenziale è piùrecente; anche se sono state introdotte giàa metà degli anni ’80, il loro utilizzo è ancorapiuttosto limitato. Sebbene siano il dispositi-vo più corretto dal punto di vista teoricoper eliminare il termine di caduta ohmica,sono poco usate per una serie di ragioni, laprincipale delle quali, prima ancora delcosto, è l’uso della tecnica on–off.Tuttavia, con l’introduzione del telecontrollol’applicazione della tecnica on-off è diventa-ta difficile, e per alcuni aspetti discutibile.Esaminiamo il perché di tali difficoltà.Innanzitutto, non è agevole sincronizzare lamisura del potenziale-off nei posti di misuraquando si attua la condizione off sull’alimen-tatore; inoltre, la lettura off dovrebbe essereeffettuata almeno entro 0,1 s (anche se lanorma recita: “…entro 1 s …”) mentre ilcampionamento è tarato a 1 Hz e quindi lalettura off potrebbe essere effettuata in untempo di poco inferiore ai 2 s.In secondo luogo, una misura off più corret-ta e più semplice potrebbe essere realizzatascollegando una piastrina predisposta nelpunto di misura [1]. Se è vero che non siannulla la caduta ohmica in modo completo,ma è ridotta a valori accettabili, l’esecuzionemateriale dell’operazione è sia complessache dispendiosa dal punto di vista energeti-co. Complessa perché si dovrebbe inter-rompere il circuito con relè meccanico enon con l’artifizio di introdurre una resi-stenza di qualche kΩ (che non è sufficiente);dispendiosa perché consuma le batterie.Il telecontrollo è assai più semplice se lamisura del potenziale è effettuata senzaricorrere alla tecnica on-off; ne consegueche o si misura il solo potenziale-on, comeè prassi, o si ricorre alla sonda di potenzialeil cui potenziale-on è proprio il potenzialevero. Oggi sono disponibili sul mercatosonde di potenziale di diverse fogge (conelettrodo inglobato o con elettrodo separa-to) che utilizzano diversi elettrodi, dallozinco puro in apposito letto di posa, all’ar-gento-cloruro d’argento, al titanio attivatoMMO-Ti [4].

Frequenza di campionamentodel potenziale

Si è consolidata la prassi di eseguire misurecon frequenza di 1 Hz dalle quali sono rica-vati i valori statistici tradizionali (massimo,minimo, medio e varianza), calcolati perdiversi intervalli di tempo e cioè 1 minuto, 1ora e 24 ore. L’acquisizione di questa enor-me mole di dati è fatta in automatico e quin-di senza apparenti costi aggiuntivi, ma ciònon può giustificare tale prassi se gran partedi tali dati sono inutili e di fatto non utilizza-ti. Su questo approccio occorre fare una rifles-sione e partire dal significato delle grandez-ze misurate; innanzitutto la misura del

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[1] UNI EN 12954: 2002, Protezione catodica di strutture metalliche interrate o immerse -Principi generali e applicazione per condotte.

[2] NACE RP 0169-2007, Recommended Practice: Control of External Corrosion onUnderground or Submerged Metallic Piping Systems, NACE Int., Houston, TX, 2007.

[3] ISO 15589-1:2003, Petroleum and natural gas industries – Cathodic Protection of pipelinetransportation systems – Part 1: On land pipelines.

[4] L. Lazzari, P. Pedeferri, M. Ormellese, Protezione catodica, Polipress, Milano, I, 2006.[5] CEI EN 50162:2005, Protezione contro la corrosione da correnti vaganti causate dai

sistemi elettrici a corrente continua.[6] UNI EN 13509:2004, Tecniche di misurazione per la protezione catodica.

Riferimenti

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Il processodi polarizza-zione segueuna elettro-chimicalenta e perquesto lafrequenzadi acquisi-zione delpotenzialepuò esseremoltobassa

potenziale che rappresenta la grandezza inbase alla quale è definita la condizione diprotezione.Il potenziale è il risultato del processo dipolarizzazione del metallo in seguito all’inviodella corrente catodica; il processo di pola-rizzazione, di natura elettrochimica perchéconseguente alla modificazione chimica del-l’interfaccia metallo/terreno, il cui effettoprincipale è l’alcalinizzazione dell’interfaccia,è un processo lento, anzi lentissimo, nelsenso che richiede tempi ben oltre il secon-do, anzi dell’ordine dell’ora. È altrettantolento il processo di depolarizzazione che haluogo quando viene a mancare la correntecatodica. Appare, perciò, evidente che non viè nessuna necessità o urgenza di doveracquisire il potenziale con la frequenza inuso di 1 Hz. E ciò vale anche nel caso dellapresenza di correnti vaganti, perché se èvero che le cadute ohmiche nel terrenovariano istantaneamente al variare della cor-rente, il potenziale vero (che ricordiamo è ilrisultato della polarizzazione) varia assai len-tamente, come dimostrano le registrazionidel potenziale vero anche in presenza di fortivariazioni del campo elettrico interferente.In conclusione, se si misura il potenzialevero, la frequenza di acquisizione potrebbeessere abbassata da un campione al secondoa un campione ogni ora o frazione di oraanche in presenza di correnti vaganti. Ciòsemplifica tutto: nel caso di on-off l’opera-zione potrebbe essere effettuata una voltaogni ora con risparmio di energia; analoga-mente per il potenziale vero che, sebbene

possa essere acquisito in continuo, è suffi-ciente che sia misurato ogni ora.

Frequenza di campionamentodella corrente delle piastrine

In presenza di correnti vaganti la miglioretecnica di monitoraggio e verifica delle con-dizioni di protezione è la misura della cor-rente scambiata da una piastrina, come pre-visto dalla norma CEI EN 50162:2005 [5].La variazione della corrente può essereistantanea, anche se i suoi effetti sono lentiperché dipendenti dai fenomeni di polariz-zazione. Per questo specifico tipo di moni-toraggio, a quanto risulta a oggi in Italia pra-ticamente non usato, l’acquisizione dellacorrente deve essere effettuata con cam-pionamento veloce per non perdere even-tuali brevi periodi anodici o anche breviperiodi di sovraprotezione. Per questaapplicazione è pertanto importante un’ac-quisizione con frequenza di 1 Hz.

ConclusioniÈ opinione degli autori che le modalità diacquisizione dei parametri nei sistemi tele-controllati possano essere semplificatetenuto conto della cinetica del transitoriodelle condizioni di protezione che sonostrettamente dettate dalla natura elettro-chimica della PC. A questo riguardo sareb-be opportuno un dibattito pubblico fra glioperatori che potrebbe essere ospitato daApce Notizie.

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In questo articolo, si tenterà di fare il punto sulla complessaquestione relativa ai VRA, cercando di dare anche qualche indi-cazione tecnica che sia utile per gli operatori del settore gas(aziende di distribuzione del gas, installatori) interessati alla

materia, ma anche per gli utilizzatori.

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La questione deiVehicle RefuellingAppliances (VRA)Attività legislativa ed evidenzetecniche in materia

p r o g e t t o

remessaInnanzitutto riportiamo la definizione più aggiornata di VRA, che lo ricordia-mo, è un acronimo delle parole in lingua inglese, “vehicle refuelling applianc”,VRA: apparecchio di erogazione di gas naturale di portata massi-ma 20 m³/h per il rifornimento di veicoli alimentati a gas naturalecompresso. Pertanto il VRA altro non è che un apparecchio che prendendogas naturale dagli impianti di adduzione, alimentati dalle reti cittadine di

distribuzione, lo comprime riempiendo il serbatoio del veicolo fino ad una pressione di 20MPa (200 bar) a 15°C oppure, per temperature differenti, ad una pressione equivalentecomunque mai superiore in qualsiasi situazione a 22 MPa (220 bar). Come si può notare, gliapparecchi per rifornire i veicoli, prenderanno il gas da comprimere direttamente dalla retedi distribuzione cittadina; faranno quindi parte degli apparecchi che saranno allacciati all’im-pianto interno del gas. Come prima considerazione pratica, ciò porta a considerare che essi rientreranno nelcampo di applicazione della deliberazione 40/04 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas(AEEG), pur non essendo apparecchi rientranti nell’ambito di applicazione della direttiva2009/142/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 in materia diapparecchi a gas (versione codificata della direttiva 90/396 CEE). I predetti apparecchi rien-trano invece primariamente nello scopo e campo di applicazione della direttiva 2006/42 del17 Maggio 2006 relativa alle macchine, recepita con il Decreto Legislativo 27 gennaio 2010,n. 17 e di altre direttive di prodotto.A questo punto prima di addentrarci nelle questioni tecnico/operative, pare opportuno rico-struire per i lettori la vicenda della questione dei VRA, per capire come oggi sia divenuta fat-tiva la possibilità d’installazione e d’utilizzo degli stessi, seppure sia ancora palese la necessitàdi disporre di un documento tecnico di riferimento, che in questo caso, come vedremo, èstato individuato dal legislatore in un decreto del Ministero dell’Interno, che recepirà nel suoambito una “regola tecnica”.

Pdi

Francesco Castorina

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Un po’ di storiaLa questione dei VRA inizia diversi anniorsono, con l’inizio della commercializza-zione di tali apparecchi oltreoceano, inCanada e negli USA. I VRA sbarcarono poiin Francia, sponsorizzati da una nota casaautomobilistica, per incentivare l’uso delleautovetture alimentate a GNC (GasNaturale Compresso), ritenute più ecologi-che. In periodo successivo nella ProvinciaAutonoma di Bolzano, fu data l’autorizza-zione all’utilizzo di tali apparecchiature conun’approvazione della Giunta Provinciale diBolzano, sentito il parere dell’UfficioProvinciale di Prevenzione Incendi (D.P.P.10/08/2006 n. 40 “installazione di apparec-chi per il rifornimento domestico a caricalenta di gas naturale per autotrazione).Anche la Provincia di Trento successiva-mente a quella di Bolzano, con un proprioatto, diede l’autorizzazione all’utilizzo sullascorta dell’interrogazione posta il 28novembre 2006 dal Gruppo ConsiliareLeali al Trentino, al Consiglio della ProvinciaAutonoma di Trento.

L’attività normativa precedente inmateriaL’idea dei VRA non riscosse un unanimeconsenso ma comunque suscitò un certointeresse a livello comunitario, i cui segnalifurono quasi subito recepiti dal mondodella normazione. Vediamo come questa sisviluppò.

IN EUROPA

L’attività normativa in materia a livelloeuropeo fu demandata al Comitato TecnicoCEN TC 326 “Gas supply for Natural GasVehicles (NGV)”, il cui segretariato fu affi-dato al DIN (Germania). Fu prodotto unprogetto di norma specifico, il prEN 13945“NGV refuelling appliances”. Questo pro-getto di norma ebbe un percorso travaglia-to e come vedremo nel seguito non fu maitrasformato in una norma tecnica, benchéfosse un pregevole (e molto chiaro) docu-mento.

IN ITALIAAlcuni anni orsono, dietro una richiesta delConsorzio NGV Italia, il Consiglio diPresidenza del Comitato Italiano Gas(CIG), discusse la possibilità di elaborareuna norma di installazione per i VRA. A talepossibilità ci furono opposizioni varie, basa-te sulla perplessità di prevedere un’installa-zione domestica per apparecchi di taletipo. Il Consiglio di Presidenza del CIGdecise di non procedere all’elaborazionedel progetto di norma nazionale e di affida-re alla Segreteria del CIG una ricognizionesullo stato dell’arte della materia. Tale rico-gnizione, prontamente esperita, portò alle

seguenti conclusioni: • era in corso da parte del Ministrodell’Interno, Corpo Nazionale VVF unostudio sull’argomento;

• era in corso di elaborazione un progettodi norma europeo, (appunto il prEN13945) che una volta pubblicato qualenorma EN, avrebbe dovuto essere armo-nizzata nell’ambito delle direttive PED(97/23 CE) e Macchine (allora era invigore la Direttiva 98/37 CEE).Presentandosi tale progetto di normacome “combinato tra requisiti di prodot-to e prescrizioni di installazione”, evalendo la regola dello “standstill”, percui in presenza di lavori normativi su undeterminato argomento in sede europea,non si possono avviare lavori nazionaliomologhi, sarebbe stato necessario avan-zare al CEN TC 326 una richiesta dideroga, che difficilmente sarebbe stataconcessa.

Fu quindi deciso di aspettare la pubblica-zione come norma CEN del prEN 13945 edopo se eventualmente fosse stato neces-sario, integrare le prescrizioni della mede-sima per calarla efficacemente nel contestonazionale, considerato quel che nel con-tempo avrebbe prodotto il Gruppo di lavo-ro guidato dai VVF. Questo anche per evita-re duplicazioni e sovrapposizioni lavorativesui medesimi argomenti. La Segreteria delCIG giunse anche alla conclusione che sidovevano tenere particolarmente d’occhioalcuni aspetti di sicurezza e che sarebbestato necessario un “buon periodo” difamiliarizzazione con le predette apparec-chiature, prima di consentirne un uso allar-gato e aperto a tutti. Come anticipato, ilprEN 13945 non ebbe vita facile. “Spinto”molto dai francesi, non fu egualmente sup-portato da altri Paesi membri che aderi-scono al CEN; pertanto dopo una lunghis-sima gestazione venne sospeso. Rimanendo solo agli sviluppi ultimi, si fanotare che l’ultima versione disponibile èquella del novembre 2006, inviata al CENper la sottoposizione al voto formale (fina-le). Oltre a tutta una serie di disaccordiinerenti gli aspetti tipici di sicurezza nelleutilizzazioni, si erano avute forti discussionisu quale (i) dovesse (ro) essere la (e)Direttiva (e) di riferimento. Nella logica ini-ziale una volta trasformato il progetto innorma EN, avrebbe dovuto essere armo-nizzata nell’ambito delle direttive PED(97/23 CE) e Macchine (98/37 CEE). Poi ilCEN TC 326 decise che l’armonizzazionedovesse essere fatta in ambito della diretti-va PED mentre ci furono fortissime pres-sioni francesi per richiedere l’armonizza-zione della futura norma nell’ambito delladirettiva GAD (allora vigente la 90/396CEE), considerando quindi a tutti gli effetti

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L'idea deiVRA nonriscosse ununanimeconsenso ini-ziale, masuscitò unnotevoleinteresse

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i VRA quali “apparecchi alimentati a gas aduso domestico e similare”. È una richiesta aparere di chi scrive erronea, che lasciamolti dubbi e forti perplessità, ma avevauna sua furbesca logica funzionale; infatti sel’apparecchiatura fosse stata consideratanel campo di applicazione della GAD,sarebbe stata automaticamente esclusa dalricadere nell’ambito di alcune altre diretti-ve. Comunque, come detto, il prEN 13945fu sospeso e per qualche tempo, a parte gliinterventi delle province di Trento eBolzano, in Italia la situazione rimase abba-stanza fluida.

Il recente intervento legislativoForse inaspettatamente, la questione deiVRA è stata recentemente riaperta da unintervento legislativo.Infatti, nel DECRETO-LEGGE 31 maggio2010, n. 78. “Misure urgenti in materia distabilizzazione finanziaria e di competitivitàeconomica”, all’art. 51 che per comoditàriportiamo di seguito si dà in pratica l’auto-rizzazione all’installazione dei VRA, pur conlimitazioni sulla portata dei singoli apparec-chi. … omissis … Art. 51 Semplificazione dell'in-stallazione di piccoli impianti di distribuzio-ne di gas naturale.

1. L'installazione di impianti fissi senza serba-toi d'accumulo derivati da rete domesticaadibiti al rifornimento a carica lenta di gasnaturale per autotrazione è subordinata allapresentazione di una dichiarazione d'inizioattività, disciplinata dalle disposizioni di cuial decreto del Presidente della Repubblica12 gennaio 1998, n. 37 ed in coerenza congli effetti di cui al comma 5 da presentare alComando provinciale dei Vigili del fuoco ter-ritorialmente competente.

2. Fatta salva la disciplina comunitaria inmateria di prodotti, l'installazione e l'eserci-zio di apparecchi fissi senza serbatoio diaccumulo per il rifornimento a carica lentadi gas naturale, per autotrazione, con unacapacità di compressione non superiore a 3m³/h sono disciplinati, ai sensi degli articoli14 e 15 del decreto legislativo 8 marzo2006, n.139, con decreto del Ministro del-l'interno da adottarsi entro centoventi giornidalla pubblicazione della presente leggenella Gazzetta Ufficiale della Repubblica ita-liana.

3. L'impianto, costituito dall'apparecchio, dallacondotta di adduzione del gas e della lineaelettrica di alimentazione, deve essererispondente ai requisiti di cui alla legge 6dicembre 1971, n. 1083, e successive modi-fiche, per quanto riguarda l'impiego del gasnaturale, e di cui alla legge 1° marzo 1968,n. 186, e successive modifiche, per quantoriguarda l'alimentazione elettrica.

4. Sono abilitate all'installazione, allo smontag-gio e alla manutenzione dell'impianto leimprese aventi i requisiti stabiliti dal decretoadottato ai sensi dell'articolo 11-quaterde-cies, comma 13, lettera a), della legge 2dicembre 2005, n. 248, che risultano iscrittepresso la Camera di commercio, industria edartigianato e che esercitano le attività di:

a) impianti di produzione, di trasporto, di distri-buzione e di utilizzazione dell'energia elet-trica all'interno degli edifici a partire dalpunto di consegna dell'energia fornita dal-l'ente distributore;

b) impianti per il trasporto e l'utilizzazione digas allo stato liquido o aeriforme all'internodegli edifici a partire dal punto di consegnadel combustibile gassoso fornito dall'entedistributore.

5.Gli impianti aventi i requisiti previsti dal pre-sente articolo, non necessitano, in ogni caso,di autorizzazione in materia di prevenzioneincendi. È fatta salva la possibilità da partedell'autorità competente per la prevenzioneincendi, di effettuare controlli, anche a cam-pione, ed emettere prescrizioni. La mancataesibizione della dichiarazione di conformitàdell'impianto, in occasione dei controlli, com-porta l'applicazione delle sanzioni, in rela-zione alla tipologia di attività in cui vieneaccertata la violazione, previste dal decretoadottato ai sensi dell'articolo 11-quaterde-cies, comma 13, lettera a), della legge 2dicembre 2005, n. 248 e del decreto legisla-tivo 19 dicembre 1994, n. 758.

6. Il gas naturale destinato agli impianti di cuial comma 1 è assoggettato alle aliquota diaccisa previste per il gas naturale per com-bustione per usi civili di cui all'allegato Iannesso al decreto legislativo 26 ottobre1995, n. 504, come modificato dall'articolo2,comma 1, del decreto legislativo 2 feb-braio 2007, n. 26.

7.Al comma 3, dell'articolo 2, del decreto-legge25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modi-ficazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73,le parole "sessanta", sono sostituite dalleseguenti: "centoventi".

…omissis …

Le considerazioniFacciamo alcune considerazioni su questointervento legislativo in forma molto prati-ca:1.i VRA possono essere installati in confor-mità a quanto riportato dal predetto art.51;

2. il dispositivo si riferisce a “impianti fissisenza serbatoi di accumulo, alimentati darete domestica, per il rifornimento acarica lenta di gas naturale, per autotra-zione, con una capacità di compressionenon superiore a 3 m3/h”;

3. i requisiti legislativi di rispondenza per

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Il CEN TC326 deciseche l'armo-nizzazionenormativadovesseessere fattain ambitodella diretti-va PED

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l’impianto e per l’installazione sonoriportati;

4. pur non essendo soggetti gli impiantiall’attività di prevenzione incendi, l’installa-zione è subordinata alla presentazione diuna dichiarazione d'inizio attività, da pre-sentare al Comando provinciale dei Vigilidel fuoco territorialmente competente;

5. le aliquote dell’accisa a cui viene assogget-tato il gas naturale per rifornimento deiveicoli attraverso il VRA è uguale a quellodestinato alla combustione; ciò in praticasignifica che per quest’uso non è necessa-rio un misuratore di gas specifico;

6. l’art. 51 prevede una disciplina attuativache dovrà essere espressa con un decre-to del Ministro dell'interno, da adottarsientro centoventi giorni dalla pubblicazionedella presente legge nella Gazzetta Ufficialedella Repubblica italiana.

Il decretodel Ministero dell’Interno

Non si è perso tempo. Il Ministerodell’Interno Corpo Nazionale VVF, ha pron-tamente riattivato il gruppo di lavoro suiVRA e il 22 ottobre ultimo scorso, è giuntaa conclusione la fase di elaborazione dellabozza di decreto “Approvazione dellaregola tecnica di prevenzione incendiper l’installazione e l’esercizio diapparecchi di erogazione ad uso pri-vato, di gas naturale per autotrazio-ne.” La bozza di decreto sarà sottopostaal C.C.T.S.1 dei Vigili del Fuoco e poi avviataalla procedura d’informazione previstadalla direttiva 98/34 CE. Essendo il docu-mento ancora in procedura di approvazio-ne, non possiamo diffonderne i contenuti,che potranno essere ritenuti definitivi soloquando esso sarà approvato. Con l’intentoperò di essere utili ai lettori, riportiamo diseguito lo scopo e campo di applicazionedel decreto in bozza, dando anche alcuneanticipazioni su alcune importanti prescri-zioni in esso contenute. Scopo e campo di applicazione… omissis … 1. Il presente decreto ha per scopo l'emana-zione di disposizioni di prevenzione incendiper l’installazione e l’esercizio di apparecchidi erogazione (VRA), ad uso privato, di gasnaturale per autotrazione, di portata massi-ma 20 m³/h (s.t.p.), alimentati diretta-mente da rete di distribuzione. Sonoescluse dal campo di applicazione le instal-

lazioni finalizzate alla erogazione del gasnaturale mediante apparecchiature collega-te ad uno stoccaggio e gli impianti conapparecchiature comunque interconnessesul lato erogazione, eccedenti la portatamassima di 20 m³/h (s.t.p.).

2. Le installazioni oggetto del presente decreto,destinate al rifornimento di veicoli alimentatia gas naturale compresso (CNG), utilizzanoapparecchi di erogazione, costituiti da ungruppo di compressione, non comprensivo distoccaggio, che riempiono i serbatoi dei vei-coli fino ad una pressione di 20 MPa (200bar) a 15°C oppure, per temperature diffe-renti, ad una pressione equivalente comun-que mai superiore in qualsiasi situazione a22 MPa (220 bar).

3. Il veicolo da rifornire deve essere conformea quanto specificato dal regolamento ECE-ONU R110, con l’alloggiamento del connet-tore di carica di gas naturale conforme aglistandard ISO 15501-1:2000 e ISO 15501-2:2000.

… omissis … Come detto, vediamo di anticipare nelseguito qualche utile indicazione sulla rego-la tecnica allegata al decreto, specificandoche le stesse non sono da essere con-siderate esaustive ma solo indicative.

Impianto di adduzionedel gas e impianto elettrico

di alimentazioneL’impianto di adduzione del gas e l’impian-to elettrico a servizio del VRA devonoessere realizzati a regola d’arte, conforme-mente a quanto previsto dal D.M. 22 gen-naio 2008, n. 372. Gli impianti di adduzionedel gas al servizio di VRA con portata delcompressore fino a 5 m³/h possono essererealizzati in conformità alla norma UNI71293, per tutte le prescrizioni applicabili.Gli impianti di adduzione relativi ai VRAcon portata del compressore maggiore di 5m³/h ma non maggiore di 20 m3/h, devonoessere realizzati in conformità al D.M. 12aprile 1996, recante “Approvazione dellaregola tecnica di prevenzione incendi per laprogettazione, la costruzione e l’eserciziodegli impianti termici alimentati da combu-stibili gassosi”. Sulla tubazione di alimenta-zione del gas al VRA, deve essere installatauna valvola di intercettazione conformealla norma UNI EN 3314, ed un comando diemergenza per l’interruzione di energiaelettrica. Entrambi i dispositivi devono

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L'impianto diadduzionedel gas el'impiantoelettrico aservizio delVRA devonoessere rea-lizzati aregola d'arte

1. Comitato Tecnico Scientifico2. DECRETO 22 gennaio 2008 , n. 37 - Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-quaterde-

cies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni inmateria di attività' di installazione degli impianti all'interno degli edifici.

3. UNI 7129 Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione - Progettazionee installazione

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essere facilmente visibili, accessibili esegnalati. Il gas naturale rifornito con il VRAdeve essere odorizzato ai sensi della legge1083/715.L’installazione del VRA deve essere realiz-zata in conformità alle istruzioni del fabbri-cante. Le condizioni di esercizio ammessenel funzionamento del sistema di erogazio-ne con VRA sono le seguenti:

Il VRA deve essere dotato dei seguenticomponenti e dispositivi di sicurezza6:• sistema di arresto correlato con la pres-sione

• dispositivo di protezione per sovrapres-sione sul lato erogazione;

• dispositivo di protezione per bassa pres-sione sul lato ingresso compressore;

• tubazione di sfiato;• dispositivo antistrappo;• dispositivo di eccesso di flusso;• sistema di arresto dell’erogazione allamassima pressione di riempimento(220 bar) nelle bombole dell’autoveicolo;

• sistema di monitoraggio di eventuali ano-malie del VRA, che attivi la messa in sicu-rezza del sistema.

Il VRA deve essere progettato in modotale che la temperatura del gas naturaleerogato all’uscita del connettore di rifor-nimento sia sempre minore di 65°C. IlVRA deve essere dotato di dispositivo disicurezza di avvio esclusivamente manua-le. L’entrata in funzione dei dispositivi disicurezza sui VRA, deve essere segnalatada sistemi acustici e visivi e deve condurread un arresto automatico ed in sicurezzadell’apparecchio. L’apparecchio deve esse-re dotato di un dispositivo automaticoche ne arresti tempestivamente il funzio-namento in caso di dispersioni accidentalidi gas durante il rifornimento del veicolo. Il sistema deve essere equipaggiato con undispositivo di sicurezza che prevenga la

sovrappressione, al di sopra della pressio-ne massima ammissibile (pS), in qualsiasimodalità operativa ed in qualsiasi dellevarie parti dell’impianto. Le valvole di sicu-rezza sull’impianto devono essere confor-mi alla EN ISO 4126-17. Il VRA deve essereequipaggiato, sia per installazioni all’aper-to che in apposito locale, (vedere modalitàd’installazione trattate più avanti nel

testo) di una tubazione di sfiato, idonea aconsentire l’evacuazione in sicurezza dieventuale gas disperso. Il VRA deve essereequipaggiato con un dispositivo di sicurez-za che ne impedisca automaticamente ilfunzionamento, quando la pressione delgas nella tubazione di alimentazione scen-de al di sotto del valore minimo specifica-to dal costruttore del VRA. Il VRA, compresi il dispositivo di erogazio-ne e il connettore, devono essere sotto-posti ad ispezioni e operazioni di manu-tenzione, effettuati ad intervalli e secondole modalità riportate nel libretto di istru-zioni e d’uso fornito dal fabbricante. Leoperazioni di primo avviamento, le ispe-zioni e la manutenzione a cui il VRA vasottoposto, in particolare la sostituzionedel sistema di erogazione, devono essereeffettuati da persona competente8,adeguatamente formata dal fabbricante.L’installatore deve fornire all’utilizzato-re il libretto delle istruzioni per l’uso, inlingua italiana, comprendenti almeno quellerelative al corretto funzionamento del VRAe dei dispositivi di sicurezza e alle opera-zioni obbligatorie di manutenzione.

Manichetta di erogazionee connettore

La manichetta di erogazione deve esseredotata di un connettore che rimanga inposizione di chiusura quando la manichettanon è collegata al veicolo. La lunghezza

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Il VRA deveesere pro-gettato inmodo taleche la tem-peratura delgas all'usci-ta sia sem-pre inferiorea 65 °C

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Massima portata all’erogazione: 20 Nm³/h

Massima pressione di riempimento nelle bombole dell’autoveicolo: 220 bar (22,0 MPa)

Pressione massima ammissibile (Ps) nel sistema di erogazione: 260 bar (26,0 MPa)

Massimo contenuto di gas naturale nel VRA (comprese manichette): 0,5 m³

4. UNI EN 331 Rubinetti a sfera ed a maschio conico con fondo chiuso, a comando manuale, per impiantia gas negli edifici.

5. Legge 6 dicembre 1971 n. 1083 “Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile”6. NdA: Attenzione, la lista potrebbe non essere esaustiva7. UNI EN ISO 4126-1:2006. Dispositivi di sicurezza per la protezione contro le sovrapressioni - Parte 1:

Valvole di sicurezza.8. Persona competente: persona che è addestrata, esperta ed abilitata ad eseguire gli interventi sulle

reti di alimentazione del gas, sulle tubazioni e sui VRA. Persona istruita (leggesi come persona che èstata istruita): persona che possiede un’adeguata formazione, prestata a cura dell’installatore o del fab-bricante del VRA, sulla conduzione del sistema di erogazione, sui pericoli ed inconvenienti che possanoderivare dall’uso e sui relativi dispositivi e comandi di emergenza, in modo da garantire la corretta ese-cuzione delle operazioni di erogazione. Corrisponde in genere all’utilizzatore.

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della manichetta deve essere la minimanecessaria per consentire un rifornimentoin sicurezza, e comunque non deve supera-re i 5 m. Il connettore deve essere confor-me a quanto richiesto dal regolamentoECE-ONU R1109 e adatto all'alloggiamentodel connettore di carica di qualsiasi veicoloalimentato a gas naturale, che sia conformealle norme ISO 15501-1:200010 e ISO15501-2:200011. Il connettore deve consen-tire l'erogazione di gas solo ad accoppia-mento (al veicolo) avvenuto e deve poteressere usato agevolmente. Quando lamanichetta di erogazione è scollegata, l’af-flusso di gas deve essere interrotto imme-diatamente in forma automatica. A finerifornimento, la manichetta ed il connetto-re devono essere riportati alla pressioneindicata che consenta lo sgancio in sicurez-za. Quando i tubi di sfiato per sovrappres-sione sono disposti su un collettore comu-ne, il collettore deve essere dimensionatoin modo che l’intervento di una valvola nonprovochi l’apertura anticipata delle altrevalvole di sicurezza.

I dispositivi di sicurezza per sovrappressio-ne devono sfiatare all’atmosfera, ed il tubodi sfiato deve avere le seguenti caratteristi-che:a. essere diretto verso l’alto, con ascesaverticale e senza ostruzioni o strozzatu-re, essere dotato di una reticella taglia-fiamma essere posizionato in modo taleda evitare accumuli di gas;

b. essere progettato tenendo conto deglieffetti di pioggia, brina, condense, sostan-ze estranee;

c. avere diametro sufficiente a consentirelo scarico del gas naturale dai dispositividi sicurezza per sovrappressione delVRA, in una posizione sicura all’aperto aduna altezza di almeno 3,0 m sopra il livel-lo del suolo e ad una distanza da ogniapertura posta superiormente e lateral-mente di almeno di 2,5 m e di 1,0 m daquelle poste inferiormente, per evitareche il gas eventualmente disperso possapenetrare negli edifici.

Modalità di installazioneall’aperto

Il VRA deve essere installato in area che

abbia i requisiti di “spazio scoperto”,come definito dal DM 30/11/198312. Il VRApuò essere protetto dagli agenti atmosferi-ci mediante tettoia, purché l’area di instal-lazione conservi i requisiti di “spazio sco-perto”, sopra richiamati. La posizione diinstallazione del VRA deve essere tale chequalunque agente esterno non possa inter-ferire col corretto funzionamento dell’ap-parecchio.L’area, individuata dal raggio in orizzontaledall’apparecchio di almeno 3,0 m e comun-que non inferiore alla lunghezza della mani-chetta, compresa quella predisposta per lasosta del veicolo durante il rifornimento,deve essere priva di depositi di materialecombustibile e di vegetazione. Qualora ilVRA sia installato in aree di accesso al pub-blico, lo stesso deve essere idoneamenterecintato. È vietata temporaneamente l’e-rogazione qualora lo spazio antistante ilVRA, per un raggio pari alla distanza disicurezza esterna, sia utilizzato anche par-zialmente con presenza di affollamento dipersone.

DISTANZE DI SICUREZZA

Se l’apparecchio è installato sulla pareteesterna di un edificio, questa deve essere inmateriale incombustibile e con caratteristi-che di resistenza al fuoco non inferiori aREI/EI 60. La parete deve essere priva diaperture per un raggio minimo, misuratorispetto al perimetro del VRA, non inferio-re a 2,5 m e comunque non inferiore allalunghezza della manichetta installata.Qualora tra il VRA e la parete esternadell’edificio siano installati elementi di pro-tezione incombustibile e resistenti al fuocoREI/EI 60, il calcolo della distanza di cui alcomma precedente può essere effettuatoutilizzando il metodo del “filo teso”. È vie-tata l’installazione dei VRA su pareti deilocali destinati a depositi di sostanzeinfiammabili e/o combustibili con quantita-tivi complessivi superiori a 5 t o dei localidestinati ad affluenza di persone con den-sità di affollamento superiorie a 0,4 perso-ne/m2 o nei quali sia previsto un affollamen-to superiore a 100 persone.DISTANZE DI SICUREZZA INTERNE: dal perime-tro del VRA devono essere osservate ledistanze minime di sicurezza riportate intabella, rispetto ad eventuali fonti di accen-

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9. Uniform provisions concerning the approval of: I. specific components of motor vehicles using compres-sed natural gas (cng) in their propulsion system; II. vehicles with regard to the installation of specificcomponents of an approved type for the use of compressed natural gas (cng) in their propulsionsystem.

10. Road vehicles -- Compressed natural gas (CNG) fuel systems -- Part 1: Safety requirements 11. Road vehicles -- Compressed natural gas (CNG) fuel systems -- Part 2: Test methods 12. MINISTERO DELL'INTERNO DECRETO 30 novembre 1983 ”Termini, definizioni generali e simboli

grafici di prevenzione incendi.” (Gazzetta Ufficiale n. 339 del 12/12/1983)

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sione e ai fabbricati, escluse quelle fissatedai precedenti punti.

Tali distanze devono essere comunque noninferiori alla lunghezza della manichetta acorredo del VRA.Distanze di sicurezza esterne: dal perime-tro del VRA deve essere osservata ladistanza minima di 5,0 m rispetto a fabbri-cati o eventuali fonti di accensione nonpertinenti l’attività. Rispetto a linee ferroviarie e tranviariedeve essere osservata una distanza di sicu-rezza minima di 15,0 m, fatta salva in ognicaso l'applicazione di specifiche disposizio-ni emanate in proposito.I valori delle distanze di sicurezza interneed esterne devono essere raddoppiati nelcaso di fabbricati e/o locali destinati anchein parte a esercizi pubblici, a collettività, aluoghi di riunione, di trattenimento o dispettacolo con affollamento superiore a100 persone, e maggiorati del 50%, nel casodi depositi di materiali combustibili e/oinfiammabili costituenti attività soggette aicontrolli di prevenzione incendi.

Modalità di installazionein apposito locale

È consentita l’installazione di un VRA,avente una portata inferiore a 3,0 m3/h euna sezione interna utile della manichettadi erogazione inferiore a 3,0 mm2, all’inter-no di appositi locali destinati esclusiva-mente al rifornimento di veicoli, di pro-prietà e/o gestione del titolare dell’attività.Nell’apposito locale è inoltre vietata l’in-stallazione di impianti, apparecchi e attrez-zature, non necessari al funzionamentodell’apparecchio di erogazione, ed il depo-sito di materiali combustibili e/o infiamma-bili. Il suddetto locale, deve inoltre posse-dere le seguenti caratteristiche:a. deve essere realizzato in materialeincombustibile, con accesso diretto da“spazio scoperto” e costruttivamenteindipendente dalle strutture di eventua-li locali contigui. La separazione coneventuali locali contigui deve essererealizzata con robuste pareti aventicaratteristiche di resistenza al fuoconon inferiore a REI/EI 60;

b.non deve essere contiguo a locali desti-

nati ad affluenza di persone con densitàdi affollamento superiorie a 0,4 perso-ne/m2 o nei quali sia previsto un affolla-mento superiore a 100 persone, non-ché a locali destinati a depositi disostanze infiammabili e/o combustiblicon quantitativi complessivi superiori a5 t;

c. deve avere una superficie massima di25 m2 ed un volume minimo di 40 m3;

d.deve essere provvisto di aperture diventilazione pari ad almeno 1/30 dellasua superficie in pianta. Parte delle sud-dette aperture, pari ad almeno 1/50della superficie in pianta del locale, deveessere priva di infissi ed essere realizza-ta, per almeno il 50%, nella parte piùalta della parete del locale, in modo daevitare la formazione di sacche di gas;

e.non devono esistere zone o soffitti incui si possa avere un accumulo di gas;

f. il VRA deve essere equipaggiato conuna singola manichetta di rifornimento;

g. sono consentite comunicazioni tra illocale con altre attività, comunque perti-nenti, tramite un “filtro a prova difumo”, come definito dal DM30/11/1983, nel caso di attività soggetteal controllo dei Vigili del Fuoco, omediante porta EI 120 negli altri casi. Lesuddette porte devono avere senso diapertura verso l’interno del locale diinstallazione del VRA;

h.deve essere prevista l’installazione di unimpianto di rivelazione fughe di gas condoppia soglia di intervento, con sensorida collocare a soffitto, che in caso dipresenza di gas produca almeno glieffetti di seguito riportati:• indicazione di allarme per l’utenteall’esterno del luogo di rifornimento echiusura automatica della linea di ali-mentazione gas in ingresso all’appa-recchio, alla prima soglia di interven-to;

• interruzione dell’energia elettrica allaseconda soglia di intervento;

• l’impianto di rivelazione deve esseredotato di alimentazione di emergenzao, in alternativa, dovrà comandare lachiusura dell’elettrovalvola in caso dimancanza dell’energia elettrica.

Distanze di sicurezzaDistanze di sicurezza interne e di prote-zione: dal perimetro del VRA devono esse-re osservate la distanza minima di 3,0 mrispetto a fabbricati prospicienti il locale diinstallazione o ad eventuali fonti di accen-sione. La medesima distanza deve essereosservata rispetto ai confini di proprietà.Per un raggio, misurato rispetto al perime-tro del VRA, non inferiore a 2,5 m e

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Il collettoredeve esseredimensiona-to in modoche l'inter-vento di unavalvola nonprovochi l'a-pertura anti-cipata dellevalvole disicurezza

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Sezione inter-na utile dellamanichetta dierogazione

(mm2)

Portata com-pressore

(m3/h)(s.t.p.)

Distanza disicurezzainterna Di

(m)

≤ 3,0 ≤ 5 3

> 3,0 ≤ 20 5

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comunque non inferiore alla lunghezzadella manichetta installata, non devonoessere presenti aperture, escluse quelle aservizio del locale di installazione del VRA,su pareti di fabbricati esterni. Il calcolo delle suddette distanze può esse-re effettuato utilizzando il metodo del“filo teso”, per tener conto della presen-za di elementi di protezione incombustibilie resistenti al fuoco REI/EI 60.Distanze di sicurezza esterne: dal perime-tro del VRA deve essere osservata ladistanza minima di 5,0 m rispetto a fabbri-cati o eventuali fonti di accensione, nonpertinenti l’attività. Il calcolo delle suddet-te distanze può essere effettuato utiliz-zando il metodo del “filo teso” per tenerconto della presenza di elementi di prote-zione incombustibili e resistenti al fuocoREI/EI 60. Rispetto a linee ferroviarie etranviarie deve essere osservata unadistanza di sicurezza minima di 15,0 m,fatta salva in ogni caso l'applicazione dispecifiche disposizioni emanate in propo-sito.I valori delle distanze di sicurezza interneed esterne devono essere raddoppiati nelcaso di fabbricati e/o locali destinati anchein parte a esercizi pubblici, a collettività, aluoghi di riunione, di trattenimento o dispettacolo con affollamento superiore a100 persone, e maggiorati del 50%, nelcaso di depositi di materiali combustibilie/o infiammabili costituenti attività sogget-te ai controlli di prevenzione incendi.

Caratteristiche dell’area disosta per il rifornimento del

veicolo I perimetri delle aree destinate alla sostadel veicolo in fase di rifornimento, devonopossedere una distanza non inferiore a 1m dal confine di proprietà, dalle aperturedi eventuali locali e fonti di accensione. L’area destinata alla sosta del veicolo peril suo rifornimento deve essere in piano eopportunamente segnalata.

L’esercizio del VRAIl sistema di erogazione (manichetta dierogazione, dispositivo antistrappo e con-nettore di rifornimento) deve essere sosti-tuito completamente entro la data dichia-rata dal fabbricante, anche in caso di ano-malia o danneggiamento e comunquealmeno ogni 10 anni. La manichetta dierogazione quando non è in uso deveessere riposta in una posizione sicura.Nell’area di installazione del VRA, in zonasegnalata, deve essere installato almeno unestintore di capacità estinguente non infe-riore a 21A 133 B C.

Precauzioni da osservaredurante le operazionidi rifornimento

Durante le operazioni di rifornimento èobbligatorio rispettare e far rispettare leseguenti precauzioni:a. il divieto di fumare e usare fiamme libereo eseguire operazioni similari in prossi-mità del VRA e dell’area di rifornimento.Per tali divieti deve essere posizionatauna segnaletica appropriata ed idonea;

b. il veicolo deve essere bloccato con ilfreno di stazionamento per evitare chepossa muoversi e così causare lo strap-po della manichetta;

c. il rifornimento deve avvenire a motoredel veicolo spento;

d.periodicamente è necessario controlla-re che la sezione di ingresso e uscita del-l’aria dell’eventuale impianto di raffred-damento sia priva di ostacoli ed ostru-zioni che possano diminuire la portata diaria di raffreddamento aspirata dal siste-ma.

Devono essere inoltre prese adeguateprecauzioni in grado di assicurare che lasicurezza operativa non sia compromessadall’accesso nell’area di installazione delVRA, di persone non autorizzate, mediantel’installazione di apposita cartellonisticae/o recinzione se del caso.

Esecuzione delle operazionidi rifornimento

Le operazioni di rifornimento degli auto-veicoli devono essere eseguite da personeformalmente istruite dall’installatore o dalfabbricante del VRA (cosiddetta personaistruita), sulla conduzione del sistema dierogazione, sui pericoli ed inconvenientiche possano derivare dall’uso del sistemadi erogazione e sui relativi dispositivi ecomandi di emergenza: l’avvenuta istruzio-ne deve essere attestata formalmentecon il rilascio di una dichiarazionecongiunta con la persona che è stataistruita, resa sulla base di un modello chesarà riportato come Allegato B all’emanan-do decreto. La dichiarazione dovrà essereresa prima che la persona istruita inizi autilizzare il VRA, in quanto questa attesta lacapacità della stessa a svolgere le opera-zioni correttamente e in sicurezza. Chiudiamo questo articolo ricordandoancora una volta che pur non essendo sog-getti gli impianti all’attività di prevenzioneincendi, l’installazione e' subordinata allapresentazione di una dichiarazione d'inizioattività, da presentare al Comando provin-ciale dei Vigili del fuoco territorialmentecompetente.

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Le operazio-ni di riforni-mento degliautoveicolidevono esse-re eseguiteda personeistruite dal-l'installatoreo dal fabbri-cante

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l mini registratore serie FT-90/USB è un dispo-sitivo con notevole memoria di registrazioneed è particolarmente indicato in applicazioninella Industria alimentare (HACCP),Pastorizzazione, Farmaceutica, Trasporti frigori-feri, Agricoltura, Ecologia, Termotecnica,

Laboratori di ricerca e metrologia, Musei, ecc.Questo logger ha delle caratteristiche tecniche interessanti edinnovative. In particolare la possibilità di programmarlo con uncampionamento Trigger. In questa opzione il numero delle regi-strazioni, in caso di superamento di una soglia di allarme di mini-ma o di massima, viene aumentato in automatico secondo gliintervalli decisi dall'utente. In questa modalità si può seguire unfenomeno in maniera dettagliata. Il registratore FT-90/USB ha unnumero di matricola univoco e non cancellabile inserito nelmicroprocessore. Ha la possibilità di memorizzare complessiva-mente 245.000 letture. La memorizzazione dei dati può essereselezionata come tipo circolare (i dati più vecchi vengono sovra-scritti) oppure stop a memoria satura. In questo ultimo casonon vengono più salvate altre letture ed il sistema si ferma.L’alimentazione è data da una batteria al Litio facilmente sosti-tuibile e di lunga durata. Ha un LED per segnalazione di allarmefuori soglia, con o senza memoria. La comunicazione con il P.C.avviene con la porta USB completa di driver. La Temperatura difunzionamento può variare da - 20 °C a + 75,0 °C. Il contenito-re in tecnopolimero è in IP-68 con coperchio avvitabile; validoper la tenuta e la facilità di apertura del logger. Le dimensionisono 60 x 30 mm. il modello di base e 70 x 35 mm. il modelload alta temperatura (fino a 125°C per un tempo limitato).Quest' ultimo modello è utile per il controllo dell'indice dipastorizzazione nell'industria alimentare e la sterilizzazionenelle autoclavi. Si può programmare un Delay Timer e cioè untempo di partenza delle misure variabile da 1 secondo.L’intervallo minimo di registrazione delle letture è di un secon-do. La data di registrazione delle misure viene acquisita dal P.C.durante lo scarico dati periodico.Si possono inserire le soglie di allarme di massima o di minimaed inoltre una descrizione di per indicare il tipo di parametro ela sua utilizzazione.

CARATTERISTICHE DELLE SONDE:TEMPERATURA: Range sonda interna: da -40,0 °C a +75,0 °C.Range sonda esterna: da -40,0°C a +125,0 °C. Risoluzione: +/- 0,1 °C con accura-tezza: +/- 0,5 °C UMIDITA’ RELATIVA %: Range 0 – 100 U.R.% con accuratezza:2 % FS

SOFTWAREIl software di comunicazione per Windows, fornito a corredocon il registratore FT-90/USB, consente di impostare i parame-tri ed i dati di riferimento, modificarli, ed inoltre, di scaricaretutte le misure memorizzate. In ogni caso i file su cui si memo-rizzano i dati sono file ASCII leggibili con qualsiasi programmadi videoscrittura, disponibili per successive elaborazioni grafi-che o tabellari.Questo programma permette di ottenere delle rappresentazio-ni grafiche dei dati memorizzati, che si possono zoomare, evi-denziando i superamenti di soglia. Molto importante è la possi-bilità di impostare un Offset di calibrazione, utile per i controlliperiodici delle sonde per la certificazione S.I.T.. Il software dà lapossibilità inoltre di controllare lo stato della carica della batte-ria del FT-90/USB e di cancellare la memoria per poi procederead altre memorizzazioni E’ disponibile ora anche il software “FT-Graph-2” che elabora ilfile di letture salvato, con la possibilità di visualizzare, fare unozoom e stampare scegliendo i seguenti modelli matematici:Media aritmetica – Mediana – Scarto quadratico medio -Gaussiana

FT-90/USBNuovo mini-registratore di Temperatura eUmidità Relativa %Un sistema di registrazione innovati-vo, compatto ed economico

MODELLO Caratteristiche tecniche

FT-90/USB Monocanale con un sensore di Temperatura interno al con-tenitore

FT-90/USB-URT Bicanale con sensore interno di Temperatura e UmiditàRelativa %.

FT-90/USB-HT1 Monocanale con sensore interno di Temperatura fino a 125°C ( per un tempo limitato)

FT-90/USB-HT2Monocanale con sensore esterno di Temperatura fino a125 °C (per un tempo limitato) con cavetto alimentare da50 cm. e sonda inox diam. 5 mm.

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Certificati in protezione catodica

“Livello 3 (per titoli)”• Protezione catodica di strutture metalliche interrate 37• Protezione catodica di strutture metalliche in acqua di mare 7• Protezione catodica di strutture in calcestruzzo armato 2• Protezione catodica di superfici interne di impianti 7“Protezione catodica di strutture metalliche interrate”• Certificati “Operatore Livello 1” 71• Certificati “Tecnico Livello 2” 90• Certificati “Esperto Livello 3” 9“Protezione catodica di strutture in calcestruzzo armato”• Certificati “Tecnico Livello 2” 11

Persone iscritte ai corsi

“Protezione catodica di strutture metalliche interrate”• Operatore Livello 1 250• Tecnico Livello 2 247• Aggiornamento Livello 1 e Livello 2 146“Protezione catodica di strutture metalliche in acqua di mare”• Aggiornamento Livello 2 5“Protezione catodica di strutture in calcestruzzo armato”• Tecnico Livello 2 13

aggiornamento31.05.2011

ASSOCIAZIONE PER LA PROTEZIONE DALLE CORROSIONI ELETTROLITICHE

Persone certificate e corsi erogati da APCE

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Associazione per la protezione dalle corrosioni elettrolitiche

ProtezioneCatodica di Strutture

Metalliche

Corsi di

CORSI DI ADDESTRAMENTO PER LA CERTIFICAZIONE La certificazione delle figure professionali è uno strumentoimportante alla base dei processi di costruzione e assicura-zione della qualità, in genere complementare alla certifica-zione dei sistemi e dei prodotti, ed è essenziale per i processiin cui la componente umana svolge un ruolo delicato ai finidella qualità dei risultati dei processi medesimi.L'APCE, per assicurare la certificazione delle persone cheintendono operare con competenza riconosciuta e attestatanel campo della protezione catodica di strutture metalliche,ha costituito il Centro Formazione APCE (CFA) diretto dal prof.Luciano Lazzari del Dipartimento di Chimica, Materiali eIngegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milanoed ha reso operante la collaborazione con il CICPND (CentroItaliano di certificazione per le prove non distruttive e per iprocessi industriali), organismo di certificazione del persona-le accreditato ACCREDIA anche nel campo della protezionecatodica di strutture metalliche (Certificato di AccreditamentoSINCERT n. 012C, rev. 1 del 23.03.2001).

DESTINATARI DEI CORSII corsi di addestramento sono rivolti alle persone che inten-dono conseguire la certificazione e possono dimostrare diessere in possesso di un’esperienza lavorativa nel settoreper il quale si candidano di almeno un anno per il livello 1 edi due, tre e quattro anni (in base al tipo di istruzione) per illivello 2.

CORSI DI ADDESTRAMENTO ED AGGIORNAMENTO NEL SETTORE DELLE STRUTTURE METALLICHE INTERRATE

(*)Corso d’aggiornamento per le persone in possesso della cer-tificazione di livello 1 e 2

CALENDARIO CORSO BASE PROTEZIONE CATODICA

CORSO TECNICHE DI MISURAZIONI Il corso delle tecniche di misurazioni è rivolto agli operatori,tecnici e quadri che operano nell’ambito della protezione cato-dica e interessati a richiamare o approfondire la norma UNI EN13509 “Tecniche di misurazioni per la protezione catodica”. Il corso base è da considerarsi propedeutico o integrativo aicorsi di addestramento e/o d’aggiornamento inerente la certi-ficazione del personale.

CALENDARIO CORSO TECNICHE DI MISURAZIONI

INFORMAZIONIA.P.C.E. - Ufficio Corrosioni Elettrolitiche di Milano

c/o A2A Reti Gas SpAVia Balduccio da Pisa, 15 - 20139 Milanotel. 02 77206644 - fax 02 77206645e-mail: [email protected]

A.P.C.E. – Segreteriac/o Snam Rete Gas

Largo F. Rismondo, 8 - 35131 Padovatel. 049 8209246 - fax 049 8209331e-mail: [email protected]

Destinatari Ottobre

Tecnici ed operatori interessati adapprendere o incrementare lenozioni di protezione catodica

25-26PolitecnicoMilano

Destinatari Ottobre

Tecnici ed operatori interessati adapprendere o incrementare le tec-

niche di misurazioni

27-28PolitecnicoMilano

Livello Livello 2Corso di addestramento

Livello 1 e Livello 2 (*)Corso di aggiornamento

Settembre Ottobre

19-23Enel Rete Gas Perugia

04-05Italgas Mestre (VE)

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