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U n artista crea un’impresa im- mobiliare che costruisce e vende case a prezzi accessibili favorendo l’integrazione di famiglie provenienti da slums in aree abi- tative per comunità creative (Row House Community Development Corporation, Houston, USA). Un gruppo di artisti, scrittori, fo- tografi e registi, accompagna per 9 anni un villaggio di pescatori in un percorso di cittadinanza attiva che li attiva nel difendere la propria sopravvivenza e dignità (Gudran El-Max, Alexandria, Egypt). Un collettivo di writers, architetti, fotografi, comunicatori, prende possesso di alcuni edifici abban- donati nel cuore di un’area urbana di 1 milione di metri quadrati su cui è prevista un’operazione im- mobiliare che cambierà una parte importante della città e attiva un processo di attenzione e discus- sione urbanistica dal basso (Urbe- Rigenerazione Urbana, Torino). Sono solo tre esempi dei molti pro- getti riuniti dalla XV edizione di Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile che inaugu- ra contemporaneamente a Biella e a Graz (Austria) presso l’iconico edificio della Kunsthaus. Cittadellarte è sempre più un orga- nismo ramificato e multicefalo (con più teste), ma con una sola anima. Le sue variegate teste sono le or- ganizzazioni con cui le collabora- zioni si articolano in modo sempre più strutturato, dalla Colombia al sud del Mediterraneo, dall’Euro- pa agli Stati Uniti, dando forma e continuità nel mondo a quei can- tieri di ri-evoluzione urbana che da sempre realizza e che sono sfociati esplicitamente nell’opera collettiva realizzata alla II Biennale di Arte Urbana di Bordeaux nel 2011. L’anima è una tensione verso una nuova e palpitante declinazione del concetto di democrazia lungo i binari della concreta sperimenta- zione, dell’impegno diretto e ope- rativo, del coinvolgimento aperto e in fieri che potremmo chiamare, con un neologismo, demopraxia. Con questo termine intendiamo appunto quelle pratiche e quei metodi che declinano non tanto (non primariamente) il potere del popolo, quanto piuttosto ciò che le persone fanno nello e dello spazio pubblico, quello che esse realizzano praticamente, come ri- sposta urgente e de-ideologizzata (autonoma) alle gravi e impellenti domande della contemporaneità. Sotto questo segno di evidente im- pronta Pistolettiana (tanto che po- trebbe essere rappresentato grafi- camente appunto dal nuovo segno di infinito, da quel Terzo Paradiso con cui si annuncia anche l’ opera- azione globale del rebirth-day, vedi rebirth-day.org) si trovano un edificio in paglia di riso, una serie di progetti realizzati dagli artisti del programma Università delle Idee (perfomance ed eventi di calcio che coinvolgono varie associazio- ni del tessuto civile, laboratori nelle panetterie, video, interviste, rac- conti, opere sonore, azioni medita- tivo-esplorative e molte altre forme che l’arte assume manifestandosi nelle comunità etniche, nella natu- ra, nelle associazioni e nelle istitu- zioni), l’attivazione della collezione del FRAC (primo Fondo regionale per l’arte contemporanea italiano, istituito dalla Regione Piemonte nel 2007 e gestito dal 2011 da Cit- tadellarte) in laboratori artistici e didattici a Biella e in altre sedi, una mostra che diventa tavolo di incontro e lavoro permanen- te per diverse realtà piemontesi attive nella trasformazione del- le città (e dei territori in genere) attraverso l’arte, una nuova mo- dalità di intendere il concetto di patrimonio mondiale dell’umani- tà sperimentata sul campo (nel centro storico della città di San- remo) e tante altre realtà. Che cosa sta succedendo? Lo raccontiamo da quando siamo nati come Fondazione. Lo narria- mo e lo realizziamo direttamente. Lo esponiamo in questa Rasse- gna. E in particolare nella giornata di inaugurazione del 5 ottobre, con due simposi dedicati uno, a come l’arte stia cambiando alcuni punti chiave del nostro vivere e abitare, l’altro a come la filiera dell’architet - tura sostenibile possa avere effetti e impatto oltre la sua sfera specifi- ca, fino all’intero contesto sociale. A Biella, dunque, e a Graz, Citta- dellarte presenta modi e metodi di questa ormai manifesta trasforma- zione sociale responsabile a cui dal 1998 dedica la sua principale attività espositiva. Di tutto questo si tratta approfon- ditamente, con testi e riflessioni mirate, con apparati critici e pre- sentazioni, nelle pubblicazioni che accompagnano questa edizione, presentate a novembre 2012 ad Artissima. Infine, aiutaci a raccontarlo: sul nostro sito, cerca il progetto Geografie della Trasformazione, una geografia in estensione e in trasformazione, che rileva la diffu- sione di nuovi valori umani, socia- li, politici, economici e ambientali. Consulta il progetto e inviaci i tuoi suggerimenti e le tue segnalazioni. Paolo Naldini Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto A n artist creates a real estate company that builds and sells houses at accessible prices, encouraging the integration of families from slums into creative residential communities (Row House Community Development Corporation, Houston, USA). A group of artists, writers, pho- tographers and film directors accompanies a fishing village for nine years on its course toward active citizenship, activating the inhabitants to defend their life- style and dignity (Gudran El-Max, Alexandria, Egypt). A collective of writers, architects, photographers and communica- tors take over a number of aban- doned buildings in the heart of an urban area of 1 million square metres (for which a property de- velopment is planned that will change a significant portion of the city), initialising a process of attention and discussion on ur- ban development from the bot- tom up (Urbe-Urban Regenera- tion, Turin). These are just three of the many projects presented by the XV edition of Art at the centre of a Responsible Social Transforma- tion inaugurated simultaneously in Biella and in Graz (Austria) in the iconic Kunsthaus building. Cittadellarte has become an in- creasingly ramified and ‘multice- phalic’ (many-headed) organism, but with a single soul. Its various heads are the organisations with which the foundation is develop- ing increasingly structured col- laborations, from Colombia to the south Mediterranean, from Europe to the United States, giving form and continuity in the world to the construction sites of urban re-evolution that has al- ways realized and that explicitly emerged in the collective work actualized at the II Biennial of Urban Art in Bordeaux in 2011. This soul is a tension toward a new and pulsating declination of the concept of democracy along the lines of concrete experimentation, of direct and working commit- ment, open and ongoing involve- ment that we, with a neologism, have called demopraxy. We use this term to cover all those practises and methods that decline not much (not primarily) the power of the people, but rather that which people do in and of public space, the things they create practically as urgent and de-ideologised (autonomous) response to the grave and impelling demands of contemporary life. Under this banner with an evi- dently ‘Pistolettian’ imprint (so much that it could be easily rep- resented graphically by the new sign of infinity, that Third Paradise that also announces the global art-action of rebirth-day, (see re- birth-day.org) we find a building in rice-straw, a series of projects realised by artists from the Uni- versità delle Idee program (per- formances and events involving various associations from the social fabric, workshops in baker- ies, videos, interviews, narratives, works with sound, meditative-ex- plorative actions and many other forms that art assumes in ethnic communities, nature, associa- tions and institutions) the activa- tion of the FRAC collection (first regional fund for contemporary Italian art, established by the Re- gion of Piedmont and managed since 2007 by Cittadellarte), in artistic-didactic workshops in Biella and other cities: an exhibi- tion that becomes a round table for meetings and ongoing works for a range of realities in Pied- mont active in the transformation Via Serralunga 27 - 13900 Biella - Italy - tel. +39 015 28400 - [email protected] - www.cittadellarte.it XV 2012 L’ARTE DELLA DEMOPRAXIA THE ART OF DEMOPRAXY of cities (and the territory in gen- eral) through art, a new way of understanding the concept of world heritage experienced in the field (in the historic centre of Sanremo) and many other realities. What’s going on? We’ve been talking about it since we were born as a Foun- dation. We narrate it and cre- ate it directly. We present it in this Review. And especially on the day of the inauguration, the 5th of October, with two sym- posiums the first dedicated to how art is changing some key aspects of our lives and our relation with the places we live in, the other to how the chain of sustainable architecture can have impact and effect beyond its specific sphere, to influence the entire social context. So, in Biella and in Graz, Cit- tadellarte presents the ways and means of this now mani- fest responsible social transfor- mation to which it has dedicat- ed its major exhibitive efforts since 1998. All this is handled in depth, through targeted texts and re- flections, critiques and presen- tations, in the publications that accompany this edition, to be presented in November 2012 at Artissima. One last thing, help us to spread the word: in our site, look for the project Geographies of Trans- formation, a geography in ex- tension and transformation, that shows the spread of new hu- man, social, political, economic and environmental values. Read the project and send us your ideas and suggestions. Paolo Naldini Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto A LIFE IN COMMON ART & CULTURE CHANGING KEY ASPECTS OF URBAN LIFE p.2 COLLEZIONE FRAC PIEMONTE – FONDO REGIONALE ARTE CONTEMPORANEA MEMORY AND PLACE DISCLOSED p. 8 UNIDEE IN PROGRESS OPEN STUDIO p. 9 RI - PARTIRE DALLA PAGLIA p. 10 ARTI n RETI PRATICHE ARTISTICHE E TRASFORMAZIONE URBANA IN PIEMONTE p. 5 TAVOLA ROTONDA UNIDESCO / UNIDESCO ROUND TABlE, PIAZZA SANTA BRIGIDA, PIGNA DI SANREMO, AGOSTO 2012 / AUGUST 2012 - FOTO / PHOTO: Karl Khoe

Arte al Centro 2012, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto | catalog

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Catalog of the exhibitions of Arte al Centro 2012 by Cittadellarte - Fondazione Pistoletto: "A Life in Common - art & culture changing key aspects of urban life", "ARTInRETI", "FRAC Piemonte - Memory and place disclosed", "UNIDEE in Progress", "Ri-partire dalla paglia". Catalogo delle mostre di Arte al Centro 2012 a Cittadellarte - Fondazione Pistoletto: "A Life in Common - art & culture changing key aspects of urban life", "ARTInRETI", "FRAC Piemonte - Memory and place disclosed", "UNIDEE in Progress", "Ri-partire dalla paglia".

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Page 1: Arte al Centro 2012, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto | catalog

Un artista crea un’impresa im-mobiliare che costruisce e

vende case a prezzi accessibili favorendo l’integrazione di famiglie provenienti da slums in aree abi-tative per comunità creative (Row House Community Development Corporation, Houston, USA). Un gruppo di artisti, scrittori, fo-tografi e registi, accompagna per 9 anni un villaggio di pescatori in un percorso di cittadinanza attiva che li attiva nel difendere la propria sopravvivenza e dignità (Gudran El-Max, Alexandria, Egypt).Un collettivo di writers, architetti, fotografi, comunicatori, prende possesso di alcuni edifici abban-donati nel cuore di un’area urbana di 1 milione di metri quadrati su cui è prevista un’operazione im-mobiliare che cambierà una parte importante della città e attiva un processo di attenzione e discus-sione urbanistica dal basso (Urbe-Rigenerazione Urbana, Torino).Sono solo tre esempi dei molti pro-getti riuniti dalla XV edizione di Arte al Centro di una Trasformazione Sociale Responsabile che inaugu-ra contemporaneamente a Biella e a Graz (Austria) presso l’iconico edificio della Kunsthaus.Cittadellarte è sempre più un orga-nismo ramificato e multicefalo (con più teste), ma con una sola anima. Le sue variegate teste sono le or-ganizzazioni con cui le collabora-zioni si articolano in modo sempre più strutturato, dalla Colombia al sud del Mediterraneo, dall’Euro-pa agli Stati Uniti, dando forma e continuità nel mondo a quei can-tieri di ri-evoluzione urbana che da sempre realizza e che sono sfociati esplicitamente nell’opera collettiva realizzata alla II Biennale di Arte Urbana di Bordeaux nel 2011.L’anima è una tensione verso una nuova e palpitante declinazione del concetto di democrazia lungo i binari della concreta sperimenta-zione, dell’impegno diretto e ope-rativo, del coinvolgimento aperto e in fieri che potremmo chiamare, con un neologismo, demopraxia.Con questo termine intendiamo appunto quelle pratiche e quei metodi che declinano non tanto (non primariamente) il potere del popolo, quanto piuttosto ciò che le persone fanno nello e dello spazio pubblico, quello che esse realizzano praticamente, come ri-sposta urgente e de-ideologizzata (autonoma) alle gravi e impellenti domande della contemporaneità.Sotto questo segno di evidente im-pronta Pistolettiana (tanto che po-trebbe essere rappresentato grafi-camente appunto dal nuovo segno di infinito, da quel Terzo Paradiso con cui si annuncia anche l’opera-azione globale del rebirth-day, vedi rebirth-day.org) si trovano un edificio in paglia di riso, una serie di progetti realizzati dagli artisti del programma Università delle Idee (perfomance ed eventi di calcio che coinvolgono varie associazio-ni del tessuto civile, laboratori nelle panetterie, video, interviste, rac-conti, opere sonore, azioni medita-tivo-esplorative e molte altre forme che l’arte assume manifestandosi nelle comunità etniche, nella natu-ra, nelle associazioni e nelle istitu-zioni), l’attivazione della collezione del FRAC (primo Fondo regionale per l’arte contemporanea italiano, istituito dalla Regione Piemonte nel 2007 e gestito dal 2011 da Cit-tadellarte) in laboratori artistici e

didattici a Biella e in altre sedi, una mostra che diventa tavolo di incontro e lavoro permanen-te per diverse realtà piemontesi attive nella trasformazione del-le città (e dei territori in genere) attraverso l’arte, una nuova mo-dalità di intendere il concetto di patrimonio mondiale dell’umani-tà sperimentata sul campo (nel centro storico della città di San-remo) e tante altre realtà.Che cosa sta succedendo?Lo raccontiamo da quando siamo nati come Fondazione. Lo narria-mo e lo realizziamo direttamente. Lo esponiamo in questa Rasse-gna. E in particolare nella giornata di inaugurazione del 5 ottobre, con due simposi dedicati uno, a come l’arte stia cambiando alcuni punti chiave del nostro vivere e abitare, l’altro a come la filiera dell’architet-tura sostenibile possa avere effetti e impatto oltre la sua sfera specifi-ca, fino all’intero contesto sociale.A Biella, dunque, e a Graz, Citta-dellarte presenta modi e metodi di questa ormai manifesta trasforma-zione sociale responsabile a cui dal 1998 dedica la sua principale attività espositiva.Di tutto questo si tratta approfon-ditamente, con testi e riflessioni mirate, con apparati critici e pre-sentazioni, nelle pubblicazioni che accompagnano questa edizione, presentate a novembre 2012 ad Artissima.Infine, aiutaci a raccontarlo: sul nostro sito, cerca il progetto Geografie della Trasformazione, una geografia in estensione e in trasformazione, che rileva la diffu-sione di nuovi valori umani, socia-li, politici, economici e ambientali. Consulta il progetto e inviaci i tuoi suggerimenti e le tue segnalazioni.

Paolo Naldini Direttore Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

A n artist creates a real estate company that builds and

sells houses at accessible prices, encouraging the integration of families from slums into creative residential communities (Row House Community Development Corporation, Houston, USA). A group of artists, writers, pho-tographers and film directors accompanies a fishing village for nine years on its course toward active citizenship, activating the inhabitants to defend their life-style and dignity (Gudran El-Max, Alexandria, Egypt).A collective of writers, architects, photographers and communica-tors take over a number of aban-doned buildings in the heart of an urban area of 1 million square metres (for which a property de-velopment is planned that will change a significant portion of the city), initialising a process of attention and discussion on ur-ban development from the bot-tom up (Urbe-Urban Regenera-tion, Turin).These are just three of the many projects presented by the XV edition of Art at the centre of a Responsible Social Transforma-tion inaugurated simultaneously in Biella and in Graz (Austria) in the iconic Kunsthaus building.Cittadellarte has become an in-creasingly ramified and ‘multice-phalic’ (many-headed) organism, but with a single soul. Its various heads are the organisations with which the foundation is develop-ing increasingly structured col-laborations, from Colombia to the south Mediterranean, from Europe to the United States, giving form and continuity in the world to the construction sites of urban re-evolution that has al-ways realized and that explicitly emerged in the collective work

actualized at the II Biennial of Urban Art in Bordeaux in 2011.This soul is a tension toward a new and pulsating declination of the concept of democracy along the lines of concrete experimentation, of direct and working commit-ment, open and ongoing involve-ment that we, with a neologism, have called demopraxy.We use this term to cover all those practises and methods that decline not much (not primarily) the power of the people, but rather that which people do in and of public space, the things they create practically as urgent and de-ideologised (autonomous) response to the grave and impelling demands of contemporary life.Under this banner with an evi-dently ‘Pistolettian’ imprint (so much that it could be easily rep-resented graphically by the new sign of infinity, that Third Paradise that also announces the global art-action of rebirth-day, (see re-birth-day.org) we find a building in rice-straw, a series of projects realised by artists from the Uni-versità delle Idee program (per-formances and events involving various associations from the social fabric, workshops in baker-ies, videos, interviews, narratives, works with sound, meditative-ex-plorative actions and many other forms that art assumes in ethnic communities, nature, associa-tions and institutions) the activa-tion of the FRAC collection (first regional fund for contemporary Italian art, established by the Re-gion of Piedmont and managed since 2007 by Cittadellarte), in artistic-didactic workshops in Biella and other cities: an exhibi-tion that becomes a round table for meetings and ongoing works for a range of realities in Pied-mont active in the transformation

Via Ser ra lunga 27 - 13900 B ie l l a - I ta l y - te l . +39 015 28400 - fondaz ionep is to le t to@c i t tade l la r te . i t - www.c i t tade l la r te . i t

XV

2012

L’arte deLLa demopraxiathe art of demopraxy

of cities (and the territory in gen-eral) through art, a new way of understanding the concept of world heritage experienced in the field (in the historic centre of Sanremo) and many other realities.What’s going on?We’ve been talking about it since we were born as a Foun-dation. We narrate it and cre-ate it directly. We present it in this Review. And especially on the day of the inauguration, the 5th of October, with two sym-posiums the first dedicated to how art is changing some key aspects of our lives and our relation with the places we live in, the other to how the chain of sustainable architecture can have impact and effect beyond its specific sphere, to influence the entire social context.So, in Biella and in Graz, Cit-tadellarte presents the ways and means of this now mani-fest responsible social transfor-mation to which it has dedicat-ed its major exhibitive efforts since 1998.All this is handled in depth, through targeted texts and re-flections, critiques and presen-tations, in the publications that accompany this edition, to be presented in November 2012 at Artissima.One last thing, help us to spread the word: in our site, look for the project Geographies of Trans-formation, a geography in ex-tension and transformation, that shows the spread of new hu-man, social, political, economic and environmental values. Read the project and send us your ideas and suggestions.

Paolo Naldini Director Cittadellarte - Fondazione Pistoletto

A Life in Commonart & cuLture changing key aspects of urban Life

p.2

coLLezione frac piemonte – fondo regionaLe arte contemporanea

memory And pLACe disCLosedp.8

Unidee in progress open studio

p.9

ri-pArtire dALLA pAgLiAp.10

ARTInRETIpratiche artistiche e trasformazione urbana in piemonte

p.5

TAVoLA RoTonDA UnIDESCo / UNIDESCO ROUND TABlE, PIAzzA SAnTA BRIGIDA, PIGnA DI SAnREMo, AGoSTo 2012 / AUGUST 2012 - FoTo / PHOTO: Karl Khoe

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20122

È stato predetto che la città sarà il terreno in cui i nuovi conflitti sociali diventeran-no visibili e, infine, verranno appianati. Parlando da una prospettiva europea (e

non solo), almeno durante la prima decade di questo secolo, la bolla speculativa ha oscurato molte delle spaccature e fratture che si erano create nella società, spin-gendole nella parte nascosta della nostra vita quotidiana. I risultati conflittuali dei cambiamenti nella politica e nell’economia, le variazioni demografiche e altri fattori che definiscono le relazioni tra i cittadini, sono stati quindi in ebollizione per molti anni, in una terra di nessuno non socialmente definita; un terrain vague lasciato aperto dalla mancanza di orizzonte sul dove andare dopo che la trasformazione socio-economica della società moderna si è interrotta negli anni ’80 e ’90. L’im-provviso scoppio di questa bolla nel 2008, che si è manifestato prima come crisi del possesso della casa in cui si vive, e ora, come una prolungata crisi economica, non ha solo infranto l’illusione della possibilità di un avanzamento individuale, una vita migliore, senza la necessità di un investimento collettivo, ma ha addirittura portato in primo piano gli stenti in molti aspetti chiave della vita urbana e delle nostre città: l’impossibilità e la difficoltà per molti a mantenere un alloggio in città, l’aumento della competitività e della perdita del lavoro, i tagli ai budget collettivi che rendono le questioni base come il servizio sanitario sempre più inaccessibili, e molto altro. Chiunque si guardi intorno vedrà una società indurita, meno soli-dale. Ma, allo stesso tempo, in quelle stesse spaccature e fratture che si stanno rendendo evidenti, possiamo scorgere qua e là il nascere di nuovi tentativi, nuove iniziative, nuovi approcci talvolta difficili da afferrare, sfidando molte delle stanche polemiche attuali o delle trincee ideologiche scavate nelle ultime decadi. Un periodo significativo, non in ultimo per alcune organizzazioni, gruppi e iniziative in ambito artistico che hanno stabilito la loro missione nello sperimentare o provo-care un necessario cambiamento nella società. nel corso degli ultimi anni alcuni di questi hanno spostato il loro obiettivo al di là del campo culturale e hanno iniziato ad avere un impatto sulla vita urbana – questa volta realmente, sempre più attivamen-te – innovando al punto da costruire letteralmente gli elementi di una nuova società. Avendo posizionato l’arte “al centro di una trasformazione responsabile della socie-tà” per più di un decennio, e avendo esplorato il potenziale di un estensivo impegno urbano, per esempio l’anno scorso con “arte per una (ri)evoluzione urbana”, al cuore del festival urbano Evento di Bordeaux, l’esplorazione di questi approcci e l’inco-raggiamento di legami forti con altre iniziative e organizzazioni che mostrano il loro impegno in questo campo sono indispensabili. La mostra A life in Common prende in considerazione sette aspetti chiave della vita urbana ed esamina alcuni degli straordinari, audaci e, talvolta semplicemen-te provocatori, interventi in cui l’arte e la cultura possono ridefinire la nostra città, nei termini di come viviamo (alloggi), come produciamo (economia), le risorse che abbiamo a disposizione (cibo, corrente, acqua...), la nuova civitas (cittadini, immi-grazione) e la politica della città (il processo decisionale collettivo). non evidenzia solo le motivazioni e il potenziale di questo impegno, ma considera anche alcune delle questioni che lo accompagnano: siamo testimoni di un rappezzamento a breve termine delle incoerenze delle nostre società o stiamo assistendo a una ridefinizione a lungo termine di ciò in cui operatori artistici e culturali sono coin-volti? E quanto lontano può arrivare la loro capacità in questo senso?

I t has been predicted that the city will be the terrain where the new conflicts in society will become visible - and ultimately, will get settled.

Speaking (not only) from a European perspective, at least during the last decade leading up to the 2010s, the economic bubble has obscured much of the ruptures and breaks that have appeared in society, pushing them to the underbelly of our everyday life. The conflicting results of shifts in politi-cal tendencies and economic modalities, demographic changes and other factors that define the relations of citizens have thus been boiling for many years in an undetermined societal no-man’s land; a vague terrain left open by the lack of a horizon of where to go after the socio-economic makeover of modern society broke down in the 1980s and 1990s. The abrupt end of this bubble in 2008, first manifested as a crisis of home-ownership, and currently as a sustained economic crisis, has not only shattered the illusion-ary possibility of individual advancement (in short: a better life) without the need for collective investment, it has actually brought the hardship directly to the foreground in many key aspects of urban life - and our cities: the fore-closures and difficulty for many to maintain their housing situation in the city, the increased competitiveness and loss of jobs, the cuts in collective budgets which make basic issues like healthcare increasingly unaffordable, and much more. Everyone who takes a look around will see a hardened, and less solidary society. But equally, in the very breaks and ruptures becoming visible, we can recognize here and there the appearance of new attempts, new initiatives, new approaches, sometimes difficult to grasp, as they defy many of the existing and exhausted polemics or ideological trenches dug over the last decades.A significant time, not in the least for some of the organizations, groups and initiatives from the field of art and culture that set their mission to experiment or provoke a necessary change in society. Over the last years, some of them have taken their focus beyond the cultural domain, and have started impacting urban life - this time for real, and increasingly hands-on breaking the ground to sometimes literally build the elements of a new society. For Cittadellarte, having positioned “art at the center of social responsible transformation” for more than a decade now, and having in-vestigated the potential of extensive urban engagement with, for instance, last year’s “art for urban (re-)evolution” at the core of the urban festival Evento in Bordeaux, exploration of such approaches and fostering strong ties with other initiatives and organizations that show their commitment in this field is indispensable.The exhibition A Life in Common looks at seven key aspects of urban life, and examines some of the breathtaking, daring or sometimes just provokingly pragmatic ways in which art and culture can re-define our city, in terms of how we live (housing), how we produce (economy), the re-sources we have at hand (food, energy, water...), the new civitas (citizens, migration), and the politics of the city (collective decision making) among others. It does not just highlight the motives and potential of this commit-ment, but also looks at some of the questions that go hand in hand with this: are we witnessing here a short-term patching of the inconsistencies of our societies, or are we looking at a long-term redefinition of what art and cultural operators are involved with and equally, how far can their capacity in this respect reach?

a Life in common

Il progetto Haagse Havens (I Porti dell’Aia) è stato avvia-to da Stroom Den Haag (L’Aia) per esplorare nuovi metodi di sviluppo urbanistico, per cui la zona industriale di Haagse Ha-vens funge da terreno di prova. In quest’area la pianificazione urbanistica tipica standard non ha funzionato e si cerca invece un nuovo avvio a partire dalla situazione esistente, in attiva collaborazione con piccole or-ganizzazioni locali. Questo ap-proccio richiede una maggiore comprensione degli attuali punti di forza, un modo più flessibile di gestire la pianificazione e la regolamentazione urbana, un modo diverso di progettare e un miglior uso del capitale a dispo-sizione, oltre ai soldi, nella forma di tempo disponibile, energia, amore e impegno degli impren-ditori e dei residenti dell’area.Stroom Den Haag è un centro indipendente per l’arte e l’architet-tura fondato nel 1989, che copre un ampio raggio di attività. Stroom, in collaborazione con altre istituzioni, vuole contribuire allo sviluppo per-manente di riflessioni sulla città e sul ruolo che le arti visive possono interpretare in tale realtà.In mosTra: posters che richia-mano l’attenzione su una diver-

Con il progetto della durata di due anni Be(com)ing Dutch, il museo d’arte contemporanea Van Abbemuseum (Eindhoven) si è focalizzato su quelle che sono diventate questioni delicate per i Paesi Bassi, come identità, na-zionalità, cittadinanza e coesione sociale. In quei due anni artisti, intellettuali, politici e gente di Ein-dhoven sono stati invitati a trovare possibili risposte a domande che mettono in difficoltà: cosa signi-fica “essere olandese” o “diven-tare olandese” nel ventunesimo secolo? E comunque chi sono “gli olandesi” e come vogliono esse-re visti da se stessi e dagli altri?Il Van Abbemuseum è uno dei primi musei pubblici di arte contemporanea nati in Euro-pa. Il museo ha un approccio sperimentale incentrato sul ruolo dell’arte all’interno della socie-tà. L’apertura, l’accoglienza e lo scambio di conoscenze sono importanti, per museo e visitatori, per mettersi alla prova nel pensare

sa lettura e su un diverso punto di vista, che facciano compren-dere il potenziale dell’area Ha-agse Havens e una rivista che presenta in modo dettagliato il nuovo approccio sperimentato da Stroom e dai suoi partners ad Haagse Havens.

The project Haagse Havens (Harbours of The Hague) has been initiated by Stroom Den Haag (The Hague) to explore new ways of urban development, for which the industrial area Haagse Havens functions as a training ground. In this area the typical urbanistic “blueprint” planning failed, and instead a new start is sought starting from the existing situation, and in active collabora-tion with local, small-scale actors. This approach calls for a much better understanding of the cur-rent qualities, a more flexible han-dling of urban planning and regu-lation, a different way of designing and a better use of the capital available beyond money, in form of available time, energy, love and commitment of entrepre-neurs and residents in the area.Stroom Den Haag is an inde-pendent centre for art and archi-tecture with a wide range of ac-tivities, founded in 1989. Stroom, in collaboration with other institu-tions, wants to contribute to the permanent development of the reflection on the city and the part that can be played by the visual arts in this context. IN THE EXHIBITION: posters that call our attention to a dif-ferent reading, but also to a different understanding of the potential of the area of Haagse Havens, and a magazine that details the new approach pio-neered by Stroom and its part-ners in Haagse Havens.

www.haagsehavens.ccwww.stroom.nl

sviLuppo urbano (coLLaborativo)(collaborative) city development

a Life in commonarte e cultura per un cambiamento degli aspetti chiave della vita urbanaart and culture changing key aspects of urban life

A Life iN CommoN mostra ideata da / exhibition conceptualised by ana Džokić & marc neelen (sTealTh.unlimited) e / and Juan Esteban Sandoval (Cittadellarte - Fondazione Pistoletto)

partecipanti / participants: Van Abbemuseum (Eindhoven), Pravo na grad e/and mi2 (zagabria / zagreb), Stroom Den Haag (The Hague), MACAo (Milano / Milan), Row House Community Development Corpo-ration (Houston), Atelier d’Architecture Autogérée (Parigi / Paris), Smári McCarthy e /and The Citizens Foundation (reykjavík), UnIDEE in residence 2012 (Biella), Ufficio arte di Cittadellarte (Biella)

all’arte e al suo posto nel mondo.In mosTra: il film Read the Ma-sks. Tradition Is Not Given (2009, 70 min) degli artisti Petra Bauer e annette Krauss, uno dei lavori che ha avuto origine da Be(com)ing Dutch. Il film esamina le im-plicazioni sociali e politiche della tradizione olandese di zwarte Piet (Pietro il nero), parte di una delle più celebrate, e contemporane-amente controversa e razzista, tradizioni olandesi. Questa inda-gine ha causato forte scalpore in parlamento tra i partiti politici e nei media, come si può vedere negli estratti stampa e servizi TV che accompagnano il film.

With the two-year pro ject Be(com)ing Dutch, the Van Abbemuseum for contemporary arts (Eindhoven) has focused on what have become sensitive is-sues for the Netherlands, such as identity, nationality, citizenship and social cohesion. In those two years artists, intellectuals, politi-

infLusso (dei cittadini)influx (of citizens)

cians and the people of Eindhoven were invited to find possible an-swers to awkward questions: what does “being Dutch” or “becoming Dutch” mean in the 21st Century? Who are “the Dutch” anyway and how do they want to be seen by themselves and others?The Van Abbemuseum is one of the first public museums for contemporary art established in Europe. The museum has an ex-perimental approach towards art’s role in society. Openness, hospi-tality and knowledge exchange are important, to challenge itself and its visitors to think about art and its place in the world.IN THE EXHIBITION: the film

read the masks. Tradition Is not Given (2009, 70 min) by the artists Petra Bauer and Annette Krauss, one of the works that originated from Be(com)ing Dutch. The film looks at the social and political implications of the Dutch tradition of Zwarte Piet (Black Pete), part of one of the most celebrated, however controversial and racist, Dutch traditions. This investiga-tion caused considerable uproar in parliament, among political parties, and in media, which can be seen in press clippings and TV reports accompanying the film.

www.becomingdutch.com http://vanabbemuseum.nl

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2012 3a Life in common

Con l’iniziativa Pravo na grad (Diritto alla Città, zagabria) una coalizione di operatori culturali indipendenti, delle organizza-zioni giovanili e un’organizza-zione ambientalista attivista, hanno iniziato ad agire contro una gestione dello spazio che viola l’interesse pubblico ed esclude i cittadini dal proces-so decisionale nello sviluppo di zagabria. nel mezzo di un periodo di privatizzazione cri-minale dei beni pubblici favoriti dall’amministrazione pubbli-ca, e il conseguente “sblocco” di investimenti speculativi in beni immobili, Pravo na grad riesce a mobilitare un sempre crescente circolo di attivisti e cittadini a una reazione e co-stringe gli operatori pubblici coinvolti a rispettare le (loro stesse!) norme e regole nel ri-spetto del bene comune.multimedia institute (mi2) è nato nel 1999 come organiz-zazione non governativa con lo scopo di promuovere ed educare il pubblico alla media culture, agli approcci alle nuo-ve tecnologie coniugati all’am-bito sociale e agli ultimi svilup-pi nelle nuove tecnologie. I lavori che l’organizzazione porta avanti uniscono attivisti politici, media artists, autori di musica elettronica, hackers e svilup-patori di free software, gruppi di sostegno omosessuale, fino alla comunità anime.In mosTra: fotografie in gran-de formato rappresentanti le varie azioni pubbliche realizza-te da Pravo na grad negli ultimi anni, a mostrarne il carattere ingegnoso, performativo e vi-sivamente accattivante, che ha suscitato il sostegno di decine di migliaia di cittadini di zaga-bria; i media reports mostrano l’impatto che le azioni hanno avuto sul dibattito pubblico.

With the initiative Pravo na grad (Right to the City, Zagreb) an alliance of independent cul-tural actors, youth organiza-tions and an environmental activist organization started to take action against a manage-ment of space that violates public interest and excludes citizens from the decision mak-ing process in the development of Zagreb. Amidst a period of criminal privatisation of public

Con mACAo (Milano), un va-riegato gruppo di intellettuali (artisti, curatori, critici, desi-gner, performer, attori, balleri-ni, musicisti, scrittori, giornali-sti, insegnanti d’arte, studenti e altri che lavorano nel campo dell’arte e della cultura a Mila-no) ha creato un’alleanza per affrontare il problema della loro situazione precaria.Come lavoratori nel campo della produzione artistica, dei media e dell’industria dell’intrattenimen-to, dei festival e della cosiddetta “economia degli eventi”, rap-presentano un’ampia porzione della forza lavoro della città. E sebbene siano il cuore pulsante dell’economia (creativa) urbana, finora sono stati considerati un avamposto del terziario avan-zato, sottostando a umilianti condizioni per avere un reddito, senza il benessere di protezioni e coperture assicurative, sen-za neanche essere considerati come un vero e proprio interlo-cutore nelle discussioni per le attuali riforme del lavoro. ora, si sono riuniti per ripensare intera-mente la produzione culturale.mACAo è un nuovo centro per l’arte, la cultura e la ricerca, nato a Milano. L’iniziativa è partita quando un gruppo di lavoratori delle arti e dell’intrattenimento hanno cominciato a promuove-re assemblee a proposito della propria condizione lavorativa. Con l’occupazione di 33 piani dell’abbandonata Torre Galfa di Milano, nel maggio 2012, il mo-vimento ha acquisito visibilità. Dopo lo sgombero (avvenuto poco dopo l’occupazione) MA-CAo si è stabilito nella dismessa Borsa del Macello, nel comples-so del mattatoio di Milano.In mosTra: una costellazione di tavoli, massima rappresentazione dell’organizzazione del processo decisionale e della delegazione di attività a MACAo, al momento con 18 diversi “tavoli”. Sui tavoli i diagrammi organizzativi di MA-CAo, insieme a cartoline e a fram-menti video delle loro attività.

assets facilitated by public ad-ministration, and of the specu-lative investments in real-es-tate that are “unlocked” through this, Pravo na grad manages to mobilise ever-growing circle of activists and citizens in re-sponse, and forces the public actors involved to respect their (own!) rules and regulations in respect of the common.Multimedia Institute (mi2) emerged in 1999 as a non-gov-

With MACAO (Milan), a varied flock of artists, curators, critics, designers, performers, actors, dancers, musicians, writers, journalists, art teachers, stu-dents, and others who work in the field of art and culture in Milan have made an alliance to address their precarious situa-tion. As workers in the fields of artistic production, media and entertainment industry, festivals and the so-called event econo-my, they represent a large share of the workforce of the city. And although they are the pulse of the (creative) urban economy, until now they have been re-garded as an outpost of the ad-vanced service sector, submit-ting to humiliating conditions to access income, with no protec-tion and no coverage in terms of welfare, not even being con-sidered as proper discussion partners for the current labour reforms. Now, they have come together to entirely rethink cul-tural production.MACAO is a new center for art, culture and research in Mi-lan. This initiative started when a group of workers from the arts and entertainment started to promote assemblies about their working conditions. With the occupation of 33 floors of the abandoned Torre Galfa in Milan in May 2012, the move-ment gained recognition. Since the eviction, MACAO has been housed in the abandoned trade exchange building of Milan’s slaughterhouse terrain. IN THE EXHIBITION: a constel-lation of tables, paramount for the organisation of the deci-sion-making and the delegation of activities at MACAO, cur-rently with 18 different “tables”. On the tables, MACAO’s organ-isational diagrams, along post-cards and video fragments of their activities.

www.macao.mi.it

cittadinanza (attiva)(active) citizenship

produzione (coLLettiva)(collective) production

La strategia R-Urban iniziata dall’Atelier d’Architecture Au-togérée (AAA, Parigi) esplora e mette in pratica alternative agli attuali modelli di vita, produzio-ne e consumo. R-Urban si basa sull’idea che un cambiamento ra-dicale nel nostro modo di gestire e usare lo spazio implichi una ri-appropriazione e una reinvenzio-ne del nostro terreno comune, o in altre parole, una cultura di collaborazione e di condivisione dal basso verso l’alto. affinché questo accada sono necessarie nuove categorie e nuove istitu-zioni, nuove forme di gestione e governo, nuovi spazi e operato-ri – così come un collegamento attivo tra urbano e rurale. Questo progetto a lungo termine ha tre strutture fulcro gestite da resi-denti a Colombes, un quartiere nel nord-est di Parigi con 80.000 abitanti, dove R-Urban incorag-gia una vera partecipazione e un’amministrazione democratica da parte della gente locale in vari

(re-inventando) comunità urbane(re-inventing) urban commons

processi, dal riciclaggio alle fat-torie urbane.Atelier d’Architecture Au-togérée (studio per l’architettu-ra autogestita) è una piattaforma collettiva che agisce attraverso “tattiche urbane”: incoraggiando la partecipazione degli abitanti all’autogestione di spazi urbani in disuso, oltrepassando contrad-dizioni e stereotipi, attraverso la proposta di progetti mobili e non permanenti, iniziando pratiche interstiziali che esplorano il poten-ziale delle città odierne.In mosTra: un elenco dei co-muni sviluppati da AAA nell’arco degli ultimi 10 anni, assieme a una mappa su larga scala in cui si mostrano i vari siti di intervento di R-Urban e uno slideshow con le strategie di R-Urban a Colombes.

The R-Urban strategy initiated by Atelier d’Architecture Auto-gérée (AAA, Paris) explores and implements alternatives to the current models of living, produc-

ing and consuming. R-Urban is based on the idea that radical change in our ways of manag-ing and using space implies re-appropriation and re-invention of our commons, or in other words: bottom-up cultures of collabora-tion and sharing. For this, new categories and new institutions, new forms of management and governance, new spaces and ac-tors are necessary – as well as an active linking of the urban and the rural. This long-term project start-ed three experimental residents-run hub facilities in Colombes, a northwestern suburb of Paris with 80 000 inhabitants, where R-ur-ban encourages real participation and democratic governance by local people in various processes, from recycling to urban farming. Atelier d’Architecture Au-togérée (studio for self-man-aged architecture) is a collec-tive platform that acts through “urban tactics”; encouraging the participation of inhabitants

ernmental organisation with the goal to promote and educate the public on media culture, socially inflected approaches to new technologies and the newest developments in social theory. Its works bring together political activists, media artists, electronic music makers, theo-rists, hackers and free software developers, gay and lesbian support groups, up to the an-ime community.

IN THE EXHIBITION: large photos, depicting the various clever, per-formative and visually attractive public actions of Pravo na grad over recent years, at times sup-ported by tens-of-thousands of Zagreb’s citizens, and media re-ports which show the impact these actions had on the public debate.

www.pravonagrad.orgwww.mi2.hr

at the self-management of dis-used urban spaces, overpass-ing contradictions and stereo-types by proposing nomad and reversible projects, initiating interstitial practices which ex-plore the potential of contem-porary city. IN THE EXHIBITION: a catalogue of commons developed by AAA during the last 10 years, along a large-scale map in which the vari-ous sites of R-Urban interventions can be seen and a slideshow with R-Urban strategy in Colombes.

http://r-urban.net www.urbantactics.org

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20124

In the exhibition, the Hub takes a special position. The Hub, first of all, is the meeting space around which the symposium of A Life in Common is taking place. Apart from this practical aspect, it has also a symbolic function: to show that the initiatives and examples featured in the exhibition need to be taken into debate also at (and by) Cittadellarte itself, as we are looking here at a change in the field of art and culture that needs constant reflection from those involved.The Hub carries two recent examples of Cittadellarte’s involvement in setting the urban agenda. In 2011, Michelangelo Pistoletto / Cit-tadellarte has been the artistic director of the urban biennial Evento in Bordeaux. Under the motto “art for an urban (re-)evolution”, Evento 2011 reached out to include, apart from a large number of artists, the local inhabitants and visitors in the production of ideas and creative projects at the heart of the city. A number of these works have left a tangible imprint on Bordeaux’ urban future. In The Hub, a large diagram, publications documenting selected realised projects and a photo archive from Evento can be seen.The second outreach of Cittadellarte in re-imagining the city fo-cuses on Sanremo’s dilapidated and socially complex historic core la Pigna. This year, for the third time, Cittadellarte has in-volved the capacities of the UNIDEE residents to engage with this area of the city and with its inhabitants. The challenge here is how this largely isolated and neglected part of Sanremo can be reconstituted within the city, without selling out its unique make-up of population and social relations. For the first time during this year’s expedition to la Pigna, the UNIDEE residents de-clared themselves a team working on one common project. They established an international collective called UNIDESCO that addresses themes regarding an alternative concept of common and immaterial heritage, challenging the postulates of UNESCO. In the exhibition UNIDESCO’s portfolio, a documentary made in la Pigna and UNIDESCO’s “uniforms” can be seen.Apart from these works and documents, The Hub also contains one remarkable architectural element: pieces of the WikiHouse, recognizable as the carefully crafted wooden frames in The Hub’s structure. The WikiHouse is an open source construction set. Its aim is to allow anyone to design, download, and “print” CNC-milled house components, which can be assembled with minimal building skills or training. Here one of the WikiHouse prototypes (Milan Pop-up) has been taken – and taken apart, to support The Hub’s structure.

http://unidee2012.wordpress.com/sanremowww.wikihouse.cc

a Life in common

Il progetto Shadow City (Rey-kjavík) è il risultato di un tentativo da parte degli attivisti mediatici di revisionare – o democratizzare – la democrazia dell’Islanda a seguito del collasso finanziario del 2008, che ha avuto ripercussioni su tut-ta la sua popolazione (320.000 abitanti) e ha portato a un’au-to-indagine collettiva da parte degli Islandesi. Con il progetto The Shadow City e l’elezione di un nuovo sindaco che ha cercato un modo diverso di far politica, il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali a riguardo di reykjavík ha fatto una svolta ra-dicale. Rilanciato dalla città sotto il nuovo nome di Betri Reykjavík (reykjavík migliore), attraverso il sito internet e i social media, i cittadini stanno dando voce, di-battendo e dando un ordine di priorità alle idee per migliorare la loro città. In cambio, la città si è

the hub

(democratizzando) Le poLitiche(democratising) politics

impegnata ad attuare le proposte centrali nella discussione.Smári mcCarthy è uno svi-luppatore di software, scrittore, hacker e combattente per la li-bertà. nei vari ruoli e nelle po-sizioni che ha ricoperto (come ad esempio quella di direttore esecutivo di IMMo, Icelandic Modern Media Institute) ha du-ramente lottato con i governi e ha costruito infrastrutture tecni-che, politiche e sociali.The Citizens foundation è un’organizzazione no-profit con la missione di far incontrare le persone e di farle discutere, allo scopo di rendere prioritarie idee innovative che migliorino la vita delle loro comunità. The Citi-zens Foundation ha sviluppato la piattaforma Betri Reykjavík, che ha ricevuto nel 2011 un pre-mio, vincendo gli European e-Democracy Awards.

With The Shadow City project, and the election of a new mayor seeking a different way of do-ing politics, the involvement of citizens in the decision-making about Reykjavík has made a radi-cal breakthrough. Re-launched by the City under the new name Betri reykjavík (Better Reykjavík), through this website and social media, citizens are voicing, de-bating and prioritising ideas to improve their city. In turn, the city has committed itself to execute the most discussed proposals.Smári McCarthy is a software developer, writer, hacker, freedom fighter. In his varies roles and po-sitions (like executive director of the Icelandic Modern Media Insti-tute, IMMO), he wrestles with gov-ernments and builds technical, political and social infrastructure. The Citizens Foundation is a non-profit with the mission to bring people together to debate and prioritize innovative ideas to improve their communities. The Citizens Foundation devel-oped the Betri reykjavik plat-form, for which it was awarded in 2011, winning the European e-Democracy Awards. IN THE EXHIBITION: a PR cam-paign videos for Betri reykjavík launched by mayor Jon Gnarr. In the videos a citizen named Thran-dur engages in surreal dialogues with the mayor about the e-vot-ing. Also, videos that explain the working of Betri reykjavík (by the Citizens Foundation) and Smári McCarthy speaking about ways to democratize democracy.

http://betrireykjavik.iswww.smarimccarthy.is http://citizens.is

In mostra, il centro assume un ruolo ben preciso. The Hub è in-nanzitutto lo spazio di incontro attorno a cui sta avendo luogo il simposio di A life in Common. Al di là di questo aspetto pratico, assume anche una funzione simbolica: mostrare che gli esempi e le iniziative presentate nella mostra hanno bisogno di essere di-scusse anche a (e da) Cittadellarte stessa, dato che stiamo qui assistendo a un mutamento nel campo dell’arte e della cultura che necessita di una riflessione costante da parte dei soggetti coinvolti.The Hub porta due recenti esempi del coinvolgimento di Citta-dellarte nella preparazione dell’agenda urbana. nel 2011, Miche-langelo Pistoletto e Cittadellarte sono stati direttori artistici della biennale d’arte urbana di Bordeaux Evento. Sotto il motto “arte per una ri-evoluzione urbana”, evento 2011 è riuscito a include-re, al di là del grande numero di artisti, gli abitanti del luogo e i visitatori, nella produzione di idee e progetti creativi nel cuore della città. numerosi lavori hanno lasciato un’impronta tangibile nel futuro urbano di Bordeaux. In The Hub si trovano un grande diagramma, pubblicazioni che documentano progetti selezionati svolti e un archivio fotografico di evento.La seconda estensione di Cittadellarte nel re-immaginare la cit-tà, si concentra su la Pigna di Sanremo, centro storico degra-dato e socialmente complesso. Quest’anno, per la terza volta, Cittadellarte ha coinvolto i residenti di UNiDee perché con le loro capacità si impegnassero a lavorare con tale area della città e con i suoi abitanti. la sfida è quella di pensare come un luogo largamente isolato e trascurato di Sanremo possa essere “ri-portato” nella città, senza svendere la sua composizione unica di popolazione e di rapporti sociali. Per la prima volta quest’an-no, durante la spedizione alla Pigna, i residenti UnIDEE hanno costituito una squadra lavorando su un progetto comune. I re-sidenti hanno costituito un collettivo internazionale chiamato UNiDeSCo, che affronti temi riguardanti un concetto diverso di patrimonio comune e immateriale, sfidando i presupposti dell’U-nESCo. In mostra sono presenti il portfolio di UnIDESCo, un documentario prodotto alla Pigna e “le uniformi” di UnIDESCo.A parte questi lavori e documenti, The Hub contiene un elemento architettonico notevole: parti della Wikihouse, riconoscibile nelle accurate strutture di legno all’interno di quella generale di The Hub.la Wikihouse è un set da costruzione open source, con lo scopo di permettere a chiunque di disegnare, scaricare e “stampare” componenti per abitazioni (realizzati attraverso un taglio a con-trollo numerico), che possono essere assemblati con minime conoscenze o competenze tecniche costruttive. Qui è stato por-tato uno dei prototipi di Wikihouse, poi smontato per supportare la struttura di The Hub.

La Row House Community Development Corporation (Corporazione per lo Sviluppo della Comunità di Row House, Third Ward, houston) è stata istituita nel 2003 per trasferire famiglie da condizioni di vita inadeguate, in uno dei quar-tieri più carenti di Houston, a nuove accessibili unità abi-tative in affitto. nel frattempo si sta impegnando per fornire case eventualmente occupate dai proprietari in quest’area. La Row House CDC è una notevole progenie di ciò che una deca-de prima era cominciata come l’iniziativa artistica Progetto Row House (PRH), nata dalla volontà di artisti afroamericani di stabilire una presenza positiva e creativa nella loro stessa comunità.La Row House Community Development Corporation (Row House CDC) è nata nel 2003 come organizzazione so-rella di Project Row House (iniziato nel 1993 da rick lowe, artista e attivista nella comunità, con altri artisti afroamericani), con lo scopo di concentrarsi esclusivamente sulla sfida re-lativa ad abitazioni economica-mente accessibili nell’area Third Ward di houston.In mosTra: una mappa dell’a-rea Third Ward di houston, dove si incentrano le attività di Row House CDC, con documenta-zione delle case realizzate, com-prendenti disegni architettonici delle case da due e tre camere da letto, ed estratti video a pro-posito del progetto.

The Row House Communi-ty Development Corpora-tion (Third Ward, Houston) has been set up in 2003 to relocate families from substandard liv-ing conditions in one of Hous-ton’s most challenged neigh-bourhoods, into new affordable rental units. Meanwhile, it is working its way toward provid-ing owner-occupied homes in the area. Row House CDC is a remarkable offspring of what a decade prior had started as the artistic initiative Project row House (PRH), which resulted from the drive among African-American artists to establish a positive, creative presence in their own community.The Row House Communi-ty Development Corpora-tion (Row House CDC) formed in 2003 as a sister organization to Project row house (initiated in 1993 by artist and commu-nity activist Rick lowe and fel-low African-American artists), in order to solely focus on the issue of affordable housing in Houston’s Third Ward area. IN THE EXHIBITION: a map of Houston’s Third Ward area where the activities of the Row House CDC are centred, along with documentation of the re-alised houses including archi-tectural drawings of the two and three bedroom homes, and vid-eo fragments about the project.

www.rowhousecdc.org

(inventare) abitazioni(devising) housing

In mosTra: una campagna di video promozionali a favore di Betri Reykjavík, lanciata dal sindaco Jon Gnarr. nei video un cittadino di nome Thrandur si impegna in dialoghi surreali con il sindaco sul tema del voto telematico. Inoltre, video che presentano i lavori di Betri Rey-kjavík (di The Citizens Founda-tion) e Smári McCarthy che parla a proposito delle vie per democratizzare la democrazia.

The Shadow City project (Reyk-javík) is the result of a quest by media activists to overhaul – or democratise – Iceland’s de-mocracy in the aftermath of the financial collapse of Iceland in 2008, which sent shock waves through its 320.000 inhabitants’ society, and has been leading to a collective self-investigation by the Icelanders themselves.

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2012 5artinreti

artinretiartistic practices and urban transformation in piedmont

ARTInRETI è dedicata al tema dell’arte nel contesto sociale con l’intento di stimolare una profonda riflessione sul concetto di trasformazione,

termine tanto usato da essere diventato vago e confuso. Che cosa significa trasformazione? Quali sono gli agenti che operano la trasformazione? Qual è il ruolo dell’arte? Può l’arte interagire con le altre forme di conoscen-za? Come gli artisti possono attivare processi trasformativi? I progetti, le azioni e le ricerche presenti in mostra propongono delle risposte a questi interrogativi, indagando in maniera critica e problematica sul senso di re-sponsabilità dell’artista che decide di lavorare nello spazio pubblico, sugli strumenti di cui egli dispone per sintonizzarsi con i bisogni e le abitudini di una comunità, sulla sperimentazione di modi partecipativi, sulla possibilità dell’intervento di avere un impatto sul territorio.arTInreTI fa riferimento sia alla costituzione di un network di istituzioni e as-sociazioni indipendenti – alcune storiche, altre più giovani – operanti in Pie-monte con progetti conclusi o in corso particolarmente significativi sul tema, sia all’attività di networking con soggetti, situazioni e realtà diverse che lo svi-luppo degli stessi progetti richiede o determina. Reti nate da dinamiche di re-lazioni che si espandono in maniera orizzontale e che sono visualizzate su una parete dello spazio espositivo nella forma di una vera e propria costellazione.ARTInRETI proviene da un’idea e da un’azione di messa-in-relazione di prati-che artistiche i cui attivatori – artisti, curatori, operatori culturali – condividono una stessa visione e i medesimi quesiti sul senso dell’arte e della sua funzio-ne sociale oggi. Pur nella loro eterogeneità e nelle loro differenze, i progetti in mostra si richiamano l’un l’altro nelle modalità e negli obiettivi, in una continua interconnessione che crea un ambiente comunicativo comune. Rete che, nel rispetto delle singolarità dei suoi partecipanti, si propone come una “massa cri-tica” presente e attiva nel territorio, in grado di dialogare con le amministrazioni pubbliche per la proposizione e la discussione di politiche culturali di valore. Come dice il sottotitolo, la mostra focalizza le esperienze artistiche del Piemonte, perché questa regione, prima fra tutte e da numerosi anni, ha promosso riflessioni teoriche e progettualità innovative sulla relazione tra arte e contesto pubblico. Tuttavia, si tratta del primo passo di un progetto culturale più grande e dal contenuto in fieri, che mira a superare la dimen-sione regionale e, secondo un movimento centrifugo che va dal Piemonte verso l’esterno, diventare un osservatorio permanente sul rapporto tra le pratiche artistiche e la trasformazione urbana operanti nel nostro Paese.

ARTInRETI is dedicated to the topic of art in the social context with the aim at stimulating deep insights into the concept of transformation, a term

so abused to have become vague and confused. What does transformation mean? Who are the actors that carry out the transformation? What is the role of art? Can art interact with other forms of knowledge? How can artists acti-vate transformation processes? The projects, the actions and the researches shown in the exhibition suggest answers to these questions, critically and problematically investigating the sense of responsibility of the artist that de-cides to work with the public space, the instruments he has to tune in with the needs and the habits of a community, the experimentation of participative methods, the chances of impacting the territory the intervention has.ARTInRETI refers to both the establishing of a network of institutions and independent associations – some historical, other younger – which have been operating in Piedmont with particularly significant past or current projects, and the networking activities with different subjects, situations and realities required or determined by the development of the projects themselves. Networks born from dynamics of horizontally expanding relationships, visualized on a wall of the exhibition space in the form of a constellation.ARTInRETI comes from an idea and an action of establishing a connection among artistic practices whose activators – artists, curators, cultural ac-tors – share the same vision and the same questions about the sense of art and its social function today. In spite of their variety and their differences, the projects in the exhibition remind one of the other in their modalities and their objectives, in a continuous interconnection which creates a common communicative “environment”. A network that, in respect of the unique-ness of its participants, presents itself as a “critical mass” present and ac-tive in the territory, able to have a dialogue with the public administrations for the proposition and the discussion of valuable cultural politics.As the subtitle says, the exhibition focuses on artistic experiences from Piedmont, because this region, first among all and for several years, has promoted theoretical thinking and innovative planning on the rela-tionship between art and public context. However, it is the first step of a bigger cultural project, whose content is still in fieri, aiming at going beyond the regional dimension and, moving centrifugally from Pied-mont, becoming a permanent observatory on the relationship between artistic practices and the urban transformation in act in our country.

6secondsTo è un’associazio-ne culturale costituita nel giugno 2010 a Torino da un gruppo di giovani torinesi, professionalmen-te attivi nel settore della comu-nicazione, che hanno deciso di sperimentare se stessi nel coin-volgimento di chi crede si possa dire, fare, agire all’interno della società attuale, proponendo atti-vamente soluzioni e metodologie anche differenti rispetto a quel-le avanzate di solito. L’obiettivo prioritario dell’associazione è di incoraggiare la partecipazione democratica, l’interesse, la con-sapevolezza della popolazione e, in particolare, dei ragazzi, sti-molandone la riflessione e l’os-servazione critica delle abitudini umane e del mondo, a partire dai luoghi che quotidianamente fre-quentano, ma spesso non vivono. 6secondsTO è nata per sviluppa-re progetti che siano condivisibili da un gruppo sempre più ampio di persone accomunate da valori simili e dall’interesse a sottoporre all’attenzione dell’opinione pub-blica un’azione comune, volta a supportare, grazie al sostegno dei soci e alle risorse dell’associa-zione, la cultura, l’arte e il senso civico in tutte le loro declinazioni.

a.titolo è un collettivo che opera a partire dalla relazione tra arte e società con un’at-tenzione specifica rivolta alle nozioni di sfera pubblica e di comunità. La costituzione del gruppo, nato a Torino nel 1997 e composto da Giorgina Berto-lino, Francesca Comisso, nico-letta Leonardi, Lisa Parola e Lu-isa Perlo, si fonda sull’esigenza di sperimentare, con continuità progettuale, pratiche curatoriali basate sulla messa in comune di idee e competenze, e alimen-tate dal confronto e dalla di-scussione. Una delle linee guida dell’attività di a.titolo è costitui-ta da un’accezione di spazio pubblico come complesso di relazioni nel quale l’arte può co-stituire un veicolo di azione cul-turale, politica e sociale, l’esito di processi di progettazione condivisa e un dispositivo per la lettura e il “ridisegno” del terri-torio. In quest’ambito, accanto a opere permanenti, a.titolo ha ideato e curato interventi tem-poranei e workshop finalizzati alla creazione e alla ricogni-zione di geografie cognitive ed emotive, in collaborazione con istituzioni, associazioni e gruppi informali. Dal 2010 il collettivo ha assunto la direzione artistica del CESAC Centro Sperimen-tale per le Arti Contemporanee di Caraglio (Cn) e ha realizza-to, con Maurizio Cilli, situa.to, un progetto di formazione che ha coinvolto 30 giovani ricer-catori, artisti e creativi.

a.titolo is a collective which operates starting from the re-lationship between art and so-ciety, with a specific attention to the notions of public sphere and community. The institution of the group, born in Turin in

ARTinReTi pratiche artistiche e trasformazione urbana in piemonte / artistic practices and urban transformation in piedmont ricerca a cura di / research by Cecilia Guidacoordinamento / coordination e / and concept Juan Sandoval, Paolo naldini partecipanti / participants: 6secondsTo (Turin/Torino), a.titolo (Turin/Torino), Acting out (Turin/Torino), Asilo Bianco (Ameno), Banca della Memoria (Chieri), Eco e narciso (Turin/Torino), Kaninchenhaus (Turin/ Torino), Par coii bsgna semnà / Chi semina rac-coglie (Frassineto Po), PAV-Parco Arte Vivente (Turin/Torino), Progetto Diogene (Turin/Torino), URBE-Rigenerazione Urbana (Turin/Torino)

pratiche artistiche e trasformazione urbana in piemonte

6secondsTO is a cultural as-sociation instituted in July 2010 in Turin by a group of young local people, professionally active in the communication sector, who decided to experiment them-selves the involvement peculiar to whomever believes one can say, do, act in the present society, actively proposing even solutions and methodologies different from the ones usually put forward. The association’s main objective is to encourage democratic participa-tion, interest, citizens’ and in par-ticular young people’s awareness, stimulating a reflection and a criti-cal observation of men’s and the world’s habits, starting from the places they attend daily, but they often do not live. 6secondsTo was born to develop projects that can be shared by a wider and wider group of people united by similar values and by the interest in pre-senting a common action aimed at promoting culture, art and civic sense in all their declinations to the public opinion, thanks to the members’ support and to the as-sociation’s resources.

www.6secondsto.it

1997 and composed by Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Nicoletta leonardi, lisa Parola and luisa Perlo, is founded on the need to experiment, with a projectual continuity, curatorial practices based on the sharing of ideas and skills, and fed by comparison and discussion. One of the guiding lines of a.titolo’s activity consists in a definition of the public space as a complex of relationships where art can build a medium of cultural, political and social action, the result of shared planning processes and an instrument for the interpre-tation and the “redesign” of the territory. In this area, along per-manent works, a.titolo created and curated temporary interven-tions and workshops aiming at the realization and recognition of cognitive and emotional ge-

6secondsto

a.titolo

ographies, in collaboration with institutions, organizations and informal groups. Since 2010 the collective has assumed the artis-tic direction of the CESAC Cen-tro Sperimentale per le Arti Con-temporanee di Caraglio (Cn) and

has created, with Maurizio Cilli, situa.to, a training project involv-ing 30 young researchers, artists and creatives.

www.atitolo.it

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20126 artinreti

Banca della memoria onlus è un’associazione cultu-rale nata nel giugno 2009 a Chieri (To) che si occupa principalmen-te di attività volte alla raccolta, alla valorizzazione e alla diffusione del concetto di “memoria diffusa”, ovvero dell’insieme di esperienze,

eco e Narciso, avviato nel 2003 e promosso dalla Provin-cia di Torino, è un programma di arte pubblica nomadico, articolato in edizioni dedicate alle diverse discipline artistiche. opera invi-tando artisti, designer, fotografi,

Par coii bsgna semnà/Chi semina raccoglie è un progetto di arte visiva rivolto a Frassineto Po (AL) e ai suoi abi-tanti che, attraverso l’arte, pratica forme inedite di costruzione del

tradizioni e saperi conservati dal-le persone, e, in particolar modo, dagli anziani. L’associazione vuo-le, infatti, restituire a questi ultimi il ruolo di possessori di esperienze e di conoscenze che hanno avu-to nel passato e che oggi è stato loro tolto, trasformandoli in sog-

scrittori e musicisti a lavorare in relazione con le comunità loca-li, partendo dalle specificità del contesto per giungere alla rea-lizzazione di opere site-specific. Dallo zoom in sui contesti pun-tuali, allo zoom out che abbrac-

tessuto sociale e propone nuovi modelli di produzione culturale. Il progetto nasce nel 2010 dall’in-contro fra il comune di Frassineto Po – nella sua volontà di va-

eco e narciso

banca della memoria

par coii bsgna semnà

L’associazione culturale Asilo Bianco di Ameno (no), sul Lago d’orta, è un osservatorio permanente sulla cultura contempo-ranea, un laboratorio di sperimentazione artistica e uno spazio aperto alle esperienze e alla riflessione, alla ricerca e al confron-to sui temi della contemporaneità. Un luogo dove le idee trovano “asilo”, dove i colori delle molteplici esperienze sono contenuti nel “bianco”, il colore dell’utopia e della luce. nato nel 2005 dalla volontà di un gruppo di artisti e di scrittori, che con passione e dedizione hanno dato inizio a un progetto dinamico, vivo e in con-tinua evoluzione, Asilo Bianco organizza eventi culturali, incontri, esposizioni, residenze e laboratori didattici legati alle tematiche dell’arte contemporanea, del cinema e della letteratura. L’associa-zione è, inoltre, capofila del progetto Cuore Verde tra Due laghi, una rete culturale di oltre 10 comuni per la tutela e la promozione del territorio compreso tra il Lago Maggiore e il Lago d’orta, che dal 2008 opera sinergicamente per la valorizzazione del patrimo-nio storico-artistico, architettonico e ambientale, promuovendo attività di ricerca, informazione ed eventi culturali.

The cultural association Asilo Bianco, in Ameno (NO), on lake Orta, is a permanent observatory on contemporary culture, a labo-ratory of artistic experimentation and a space open to experience and reflection, research and comparison on topics of contempo-raneity. A place where ideas find an asylum, where the shades of the various experiences are contained in the colour white, symbol of utopia and light. Born in 2005 from the will of a group of artists and writers, who started a dynamic, lively and continually evolving project with passion and commitment, Asilo Bianco organizes cul-tural events, meetings, expositions, residences and didactic labora-tories related to topics of contemporary art, cinema and literature. The association is also leader of the project Cuore Verde tra Due Laghi (Green Heart between Two lakes), a cultural network of over ten municipalities for the safeguard and promotion of the territory encompassed between lake Maggiore and lake Orta, which has been synergically operating since 2008 for the re-evaluation of the historical – artistic, architectural and environmental heritage, pro-moting research activities, information and cultural events.

www.asilobianco.it

asilo bianco

L’associazione culturale Acting out sostiene dal 2006 sul territorio piemontese i linguaggi emergenti e le espressioni contemporanee in tutte le loro forme (arte, cinema, musica, teatro, ecc.), attraverso pro-getti aggregativi, editoriali, didattici, espositivi e di produzione video. Acting Out si caratterizza per un team giovane, dinamico e altamente qualificato nella produzione e realizzazione di prodotti audiovisivi. nel

acting out

corso degli anni, l’associazione ha ideato ed eseguito numerosi spot, cortometraggi, videoclip musicali, video istituzionali e virali, per enti sia pubblici sia privati (Corti in Provincia, Cavour. l’uomo che creò l’Italia, Sport 2.0, ecc.). oltre alla produzione video, Acting Out ha creato ac-tingoutmag, un periodico online d’informazione e di approfondimento culturale della città di Torino e della provincia, punto di riferimento sul territorio per la promozione di eventi e di giovani artisti. L’associazione organizza, inoltre, eventi multidisciplinari, mostre, proiezioni, concerti, esposizioni e videoproiezioni in locali, spazi culturali e di aggregazione.

Since 2006 the cultural association Acting Out has been supporting Piedmont’s emerging languages and contemporary modes of expres-sion in all their forms (art, cinema, music, theatre, etc.), through aggre-gate, editorial, didactic, exhibition and video production projects. Acting out is characterized by a young and dynamic team, highly qualified in the production and realization of audio-visual works. Through the years the association has created and realized numerous commercials, short films, music videos, institutional and viral videos, both for public and for private organizations (Corti in Provincia, Cavour. L’uomo che creò l’Italia, Sport 2.0, etc.). Besides the video production, Acting out ha created actingoutmag, an online magazine of cultural information and analysis of the city of Turin and its province, a point of reference on the territory for the promotion of events and young artists. The association also orga-nizes multidisciplinary events, exhibitions, screenings, concerts, exposi-tions and video showings in local cultural and meeting places.

www.actingoutmag.com

cia l’intera provincia di Torino, una delle motivazioni che ha sol-lecitato la nascita di Eco e Nar-ciso è stata la constatazione che l’arte contemporanea, pur aven-do rivestito un ruolo importante nella ridefinizione dell’identità pie-montese, venisse percepita solo all’interno del ristretto “sistema dell’arte”. L’intento è stato, quindi, di avvicinare ai linguaggi artistici chi usualmente ne era distante, invitandolo a partecipare al farsi dell’arte, intendendo le arti come categorie sensibili capaci di pene-trare nelle situazioni, coniugando conoscenza e coscienza. Un’ac-cezione che confida nella loro possibilità di fornire strumenti di riflessione rilevanti per la definizione di modelli di svi-luppo sostenibile.

Eco e Narciso, started in 2003 and promoted by the Provincia di Torino, is a travelling public art programme, divided in editions dedicated to different artistic dis-ciplines. It operates inviting art-ists, designers, photographers,

lorizzare il carattere sociale del territorio – e la curatrice indipendente Daria Carmi, con l’intento di lavorare paral-lelamente sull’arte e sulla co-munità locale, nel rispetto dei

suoi valori, delle sue abitudini e delle relazioni sociali che la caratterizzano. A questo è se-guito il desiderio di costruire, in maniera cooperante, una

pratica personale e collettiva che possa funzionare come porta d’accesso al paese, an-che per chi non è del posto, e sia soprattutto in grado di avviare, dal basso, modelli

innovativi di condivisione, di gestione del comune e di ac-cesso all’arte e alla cultura, in termini di produzione e di fru-izione.

Par coii bsgna semnà/Chi semina raccoglie (He who sows will reap) is a visual art project dedicated to Frassineto Po (Al) and its in-habitants, which practices un-edited forms of construction of the social fabric and proposes new models of cultural produc-tion. The project was born in 2010 from a meeting between the municipality of Frassineto Po, in its will to re-evaluate the social character of the territory, and the independent curator Daria Carmi, with the intent to work in parallel on art and on the local community, in respect of its values, its customs and its peculiar social relationships. This was followed by the desire to build, in a cooperative way, a personal and collective practice able to work as an access door to the village, even for outsid-ers, and above all to start, from below, innovative models of sharing, of management of the communal and of access to art and culture in terms of produc-tion and fruition.

www.parcoii.org

writers and musicians to work in connection with local communi-ties, starting from the specifics of the context to end up with the realization of site-specific works. From the zooming into the spe-cific contexts to the zooming out to embrace the entire province of Turin, one of the motivations that urged the creation of Eco e nar-ciso was the realization that con-temporary art was perceived only within the closed art system, even if it had had an important role in redefining the Piedmontese iden-tity. The object has therefore been to draw people who were usually detached from artistic languages to them, inviting them to take part in the art making process, con-sidering arts as sensitive catego-ries able to penetrate situations combining knowledge and con-science. A definition that relies on the possibility for them to supply instruments of reflection relevant for the delineation of models of sustainable development.

www.ecoenarciso.itgetti passivi della società. Banca della Memoria Onlus si rivolge, inoltre, alle generazioni più giova-ni, cercando, attraverso progetti immaginati per attirare la loro at-tenzione e con l’uso di tecnologie all’avanguardia, di far compren-dere loro sia il prezioso patrimo-nio custodito dagli anziani, sia la loro stessa importante funzione di destinatari della memoria e di custodi dell’esperienza.

Banca della Memoria Onlus is a cultural association born in June 2009 in Chieri (TO), which is mainly concerned with activities aiming at gathering, re-evaluating and spreading the con-cept of “diffused memory”, as the set of experiences, tradition and knowledge stored by people and

particularly by the elderly. In fact, the association wants to give the latter back the role they had had in the past of possessors of experi-ence and knowledge, which has nowadays been taken away from them, turning them into passive subjects of the society. Besides, Banca della Memoria onlus ad-dresses the younger generations, trying to make them understand both the precious heritage guard-ed by the elderly and their equally important function of receivers of memory and custodians of expe-rience, through projects devised to capture their attention and us-ing vanguard technologies like the Internet.

www.memoro.org

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2012 7artinreti

Il PAV - Parco Arte Vivente, inaugurato nel 2008 in un’area ur-bana in trasformazione della città di Torino, si delinea quale luogo di scambio, d’incontro e di ricerca sulle istanze artistiche contempo-ranee intorno all’Arte del vivente, intese in questa cornice quali vet-tori sociali per la comprensione della biosfera in cui siamo immersi. oltre alle esposizioni temporanee, che coinvolgono artisti italiani e internazionali, spesso con la collaborazione di ricercatori e biotec-nologi, il nucleo delle opere permanenti è costituito da Bioma, in-stallazione ambientale interattiva di Piero Gilardi, da Trèfle, organi-smo vegetale di Dominique Gonzalez-Foerster, da Pedogenesis di andrea Caretto e raffaella spagna, orto urbano, in una dimensione tra pubblico e privato, coltivato da un gruppo di cittadini, da Jardin Mandala, percorso botanico del paesaggista Gilles Clément, e da Corpo Vegetale e Focolare, installazioni vincitrici delle due edizioni del concorso PremIo PaV. laboratori, workshop, percorsi e incon-tri proposti al pubblico indagano il campo etico-estetico del “viven-te”: concepiti come approfondimenti delle opere esposte con il fine di facilitarne la comprensione e la contestualizzazione, queste atti-vità possono essere vissute come vere e proprie esperienze sociali.

Il gruppo Diogene nasce a Torino nel 2007 dall’incontro e dalla collaborazione di identità artistiche autonome, che scel-gono di lavorare insieme alla costruzione di un luogo di rifles-sione, di ascolto e di scambio circa i temi e le modalità della pratica artistica contempora-nea. Guidati dalla necessità e dalla volontà di scavare all’in-terno dei propri lavori e di con-dividere determinate problema-tiche nella discussione con altri artisti e con il pubblico, il grup-po Diogene inizia a pensare a un processo di scambio con realtà vicine per comunanza di intenti, mostrando i meccanismi del lavoro artistico e cercando di definire, nel presente, il ruolo dell’artista. La residenza inter-nazionale per artisti Diogene Bivaccourbano, il primo proget-to promosso e portato avanti con continuità dal gruppo, na-sce con l’intenzione di abitare e di lavorare sfruttando lo spazio pubblico della città. A esso si sono affiancati nel tempo altri progetti che permettono di am-pliare lo spettro di azione e di indagine di Diogene, allargan-do il confronto ad altri soggetti e ambiti della conoscenza.

URBe-Rigenerazione Urbana è un’associazione culturale nata nel giugno 2011 a Torino. Creata da un gruppo di giovani creativi (artisti, foto-grafi, architetti e operatori cul-turali), essa si pone l’obiettivo di intervenire sul tessuto urbano, reinterpretando in chiave artisti-ca il tema della riqualificazione urbana, fisica e sociale. URBE individua aree residuali in fase di trasformazione, scegliendo i propri interlocutori, sia nel pub-blico sia nel privato; si installa al loro interno con azioni e ma-nifestazioni temporanee che, spaziando dall’architettura alle arti visive in genere, diventano contenitori per eventi culturali, performance, installazioni, ecc.; reinterpreta la città e propone esperienze “a scadenza”, itine-ranti, adottando nei suoi progetti un approccio artistico e parteci-pativo. URBE intende, quindi, l’arte come fenomeno creativo spontaneo e indipendente, che si libera dai circuiti ufficiali e in-vade spazi non convenzionali, per trasformare i vuoti urbani e risvegliare, in modo spontaneo, il coinvolgimento attivo dei citta-dini, diventando così veicolo di rigenerazione della città.

The PAV - Parco Arte Vivente, opened in 2008 in an urban area in transformation in the city of Turin, defines itself as a place of exchange, meeting and research on contemporary artistic needs surrounding the living Art, meant as social vectors for the under-standing of the biosphere we are immersed in. Besides the tempo-rary exhibitions involving Italian and international artists, often with the collaboration of researchers and bio technicians, the core of the permanent collection consists of Bioma, an interactive environmen-tal installation by Piero Gilardi, Trèfle, a vegetable organism by Dom-inique Gonzalez-Foerster, Pedogenesis by Andrea Caretto and Raf-faella Spagna, an urban vegetable garden, in a dimension between public and private, grown by a group of citizens, Jardin Mandala, a botanical route by landscape artist Gilles Clément, and Corpo Veg-etale e Focolare, the winning installations of the two editions of the PREMIO PAV competition. laboratories, workshops, courses and meetings offered to the public investigate the ethical-esthetical field of the living: conceived as analysis of the works exhibited with the aim to facilitate the understanding and the contextualization, these activities can be lived as true social experiences.

URBE-Rigenerazione Urbana is a cultural associa-tion born in June 2011 in Turin. Created by a group of young cre-atives (artists, photographers, ar-chitects and cultural operators), it set as its objective to intervene on the urban fabric, reinterpret-ing the theme of physical and so-cial urban requalification from an artistic point of view. URBE iden-tifies residual areas in phase of transformation, choosing its in-

terlocutors both in the public and in the private sector; it installs itself inside them with temporary actions and festivals which, rang-ing from architecture to visual arts in general, become recep-tacle of cultural events, perfor-mances, installations, etc.; it re-interprets the city and proposes experiences with an expiry date, travelling, adopting in its projects an artistic and participative ap-proach. URBE sees therefore art

The Diogene group was born in Turin in 2007 from a meet-ing and a collaboration among independent artistic identities, choosing to work together to build a place of reflection, listen-ing and exchange about topics and modalities of the contempo-rary artistic practice. led by the need and the will to dig inside their works and to share certain problematics in the discussion with other artists and the pub-lic, the Diogene group starts to think about a process of ex-change with realities which felt close because of a communion of intents, showing the mecha-nisms of the artistic work and

kaninchenhaus

progetto diogene

pav - parco arte vivente

urbe-rigenerazione urbana

as a spontaneous and indepen-dent creative phenomenon, free from the official circuits and in-vading non conventional spaces to transform urban gaps and spontaneously awake the active involvement of the citizens, thus becoming a means of regenera-tion of the city.

www.associazioneurbe.com

Kaninchenhaus è un’organizzazione no-profit costituita nell’otto-bre 2009 con sede a Torino nel quartiere di Porta Palazzo e attiva, sia a livello locale sia internazionale, nell’ambito dell’arte contemporanea e della cultura con esposizioni artistiche, pubblicazioni, corsi di forma-zione e programmi di residenza. Il nucleo principale dell’associazione è costituito da autori che hanno scelto di non limitare la propria attività e identità alla “creazione di opere”, ma di lavorare proattivamente – e in maniera indipendente – per l’attivazione di processi condivisi e la ridefinizione del ruolo dell’artista nella società. Kaninchenhaus (letteral-mente “casa del coniglio” o “conigliera”) nasce da un’idea di ospitalità e di condivisione, e mira a creare un luogo simbolico dove l’esperienza e il percorso individuale siano messi da parte per fare spazio all’elabo-razione di una strategia di gruppo e alla tessitura di una rete di perso-ne, capace di relazionarsi dialetticamente con le istituzioni, mettendo in discussione modelli e pratiche consolidate, con l’intento di produrre riflessi concreti sulla comunità.

Kaninchenhaus is a non-profit organization instituted in 2009, based in Turin in the Porta Palazzo area, and active, both locally and internationally, in the contemporary art and culture fields, with artistic expositions, publications, training courses and residence programmes. The core of the association is constituted by authors who have chosen not to limit their activity and identity to the “creation of works of art”, but to work proactively – and independently – to activate shared processes and to redefine the role of the artist in society. Kaninchenhaus (literally, “the house of the rabbit”) was born from an idea of hospitality and shar-ing, and aims at creating a symbolic place where the experience and the individual path are set aside in order to make room for the elabo-ration of a group strategy and for the weaving of a network of people able to relate with the institutions in an argumentative way, questioning consolidated models and practices, with the intent to produce practical reflections on the community.

www.kaninchen-haus.co.nr

trying to define the role of the artist today. The international residence for artists Diogene Bivaccourbano, the first proj-ect promoted and consistently carried out by the group, was born with the intention to live and work exploiting the city’s public space. It has run along-side other projects developed in the meantime, which allow Diogene’s spectrum of action and investigation to be extend-ed, widening the comparison with other subjects and fields of knowledge.

www.progettodiogene.eu

www.parcoartevivente.it

Page 8: Arte al Centro 2012, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto | catalog

20128 memory and pLace discLosed

memory and pLace discLosed

Il FRAC Piemonte, nato nel 2007, rappresenta una scelta unica che pone la regione Pie-monte all’avanguardia in Italia nelle politiche culturali di soste-gno all’arte contemporanea. Il Fondo è finalizzato all’acquisto di opere di giovani artisti, sele-zionate nell’ambito di Artissima, la fiera internazionale d’arte con-temporanea di Torino. Il Fondo è indirizzato in particolare alle giovani generazioni e sviluppa per questo motivo un percorso didattico e culturale che pre-

Sam Durant Hand to Eye to Mouth, 2006.TECnICA MISTA, InSTALLAzIonE DIMEnSIonI VARIABILI / MIXED TECHNIqUE, VARIABlE DIMENSION INSTAllATION

Jimmie DurhamRadio Vacuum Tube and Bones from Several Animals Along with Bright Plastic and Glass Elements, 2006.MATERIALI MISTI / VARIOUS MATERIAlS,APPRoX. 42X30X25 CM

Robert Kuśmirowski KT 13, 2007/2008.FoToGRAFIE / PHOTOGRAPHS, DIMEnSIonI VARIABILI / VARIABlE DIMENSIONS

Lisa oppenheimKilled Negatives: After Walker Evans (Erosion), 2007.FoToGRAFIE B/n E CoLoRI / B/W AND COlOUR PHOTOGRAPHS

Reena SpaulingsBlack Flag, 2008.SERIGRAFIA SU TELA / SERIGRAPHy ON CANVAS233X162 CM

Tobias Buche o.T., 2007.InSTALLAzIonE (FoToCoPIE, FoToGRAFIE, CoLLAGE, STAMPE SU PLEXIGLASS) / INSTAllATION (PHOTOCOPIES, PHOTOGRAPHS, COllAGE, PRINTS ON PlEXIGlASS), 190X200X100 CM

Come parla l’arte contemporanea allo spetta-tore? Chi è lo spettatore? Come si possono

condividere processi creativi con una comunità? Cos’è una comunità? Come si può far risuonare un’opera d’arte al di fuori del mondo del circuito gallerie-collezioni-fiere d’arte? Qual è il ruolo di un’istituzione d’arte impegnata in una “trasfor-mazione responsabile” della società?Per la terza volta, la collezione del Fondo Re-gionale d’Arte Contemporanea (FRAC) della Regione Piemonte è in mostra alla Fondazione Pistoletto. A partire dal giugno 2012, la curatri-ce di quest’anno Lucrezia Cippitelli, insieme ai residenti di UnIDEE, ha iniziato un processo di spacchettamento della collezione, facendo do-mande per reinterpretare e rielaborare le opere stesse. L’approccio critico è continuato mettendo ulteriormente in discussione il ruolo dell’arte con-temporanea in senso più ampio, focalizzandosi su come estendere il potenziale di una particolare opera a un’audience più ampia e più differenzia-ta, e su come riconcettualizzare il modo in cui le opere vengono interpretate dai soliti sospetti.Sovvertendo il sistema curatoriale standard che generalmente organizza opere d’arte selezionate secondo un tema predefinito – come atto di indu-zione – la mostra del FRAC di quest’anno è stata guidata da una pratica collettiva di dialogo e inter-pretazione. Il risultato è una prospettiva curatoria-le sviluppata come deduzione: dopo una profonda analisi collettiva, i lavori selezionati some emersi come una scelta necessaria, legata alla ricerca di ogni individuo del gruppo curatoriale, ma unita a una volontà di connessione con contesti sociali più ampi.la selezione finale delle opere converge nel tema “memoria e luogo svelati”. Memorie e luoghi sono i frammenti di storie e storia che artisti come Kuśmirowski, Campbell, oppenheim, Buche (e altri) esplorano e raccontano nei loro lavori. Lo “svelare” si riferisce al processo aperto di inter-pretazione collettiva di queste opere e al tentativo di condividerle con un pubblico più ampio e in molteplici modi. Il “luogo svelato” rivela anche i processi di reinscenamento, in cui elementi delle opere del FRAC diventano parte o alimentazione del processo creativo dei residenti di UnIDEE.Memory and place disclosed presenta l’atto di svelare e spacchettare come una mostra, facen-do confluire opere della collezione del FRAC, la-vori dei residenti UnIDEE e un documentario che mostra questo processo complesso.

H ow does contemporary art speak to the spec-tator? Who is the spectator? How can you

share creative processes with a community? What is a community? How can you make an artwork resound beyond the world of the circuit galleries-collections-art fairs? What is the role of an art in-stitution engaged with a “responsible transforma-tion” of society?For the third time, the collection of the Fondo Regio-nale per l’Arte Contemporanea (FRAC) of the Pied-mont Region is exhibited in the Fondazione Pistoletto.Starting in June 2012, this year’s curator lucrezia Cippitelli, together with the residents of UNIDEE, began a process of unpacking the collection, asking questions to reinterpret and rework the works themselves. This critical approach conti-nued further questioning the role of contemporary art at large, focusing on how to extend the poten-tial of a given work to wider and different audien-ces, and to reconceptualise how works are read by the usual suspects. Deconstructing a standard curatorial system which generally organises selected artworks under a predefined theme – as an act of induction – this year’s FRAC exhibition has been driven by a collective practice of dialogue and interpretation. The result is a curatorial perspective developed as deduction: after a deep cooperative analysis, the selected works emerged as a necessary choice, linked to the research of each individual of the curatorium but joined by a quest for a connection with wider social contexts.The final selection of artworks converges under the subject “Memory and place disclosed”. Me-mories and places are the fragments of stories and history which artists like Kuśmirowski, Campbell, Oppenheim, Buche (and others) explore and nar-rate in their works. Disclosure refers to the open process of collective interpretation of these works

and to the attempt to share them with a wider pu-blic and in multiple ways. Place disclosed also un-packs processes of reenactment, where elements of the FRAC works become part of, or fuel for, the creative process of the residents of UNIDEE.Memory and place disclosed presents the act of di-sclosing and upacking as an exhibition, merging wor-ks of the FRAC collection, works of UNIDEE residents and a documentary revealing this complex process.

senti al pubblico le nuove ten-denze dell’arte contemporanea. Dal 2011 il FRAC Piemonte ha la sua sede permanente di con-servazione, deposito ed espo-sizione presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.

FRAC Piemonte, born in 2007, is a unique and innovative choice that puts Piemonte Region as an avant-guard in Italian cultural policies that support contem-porary art. The Fund is finalized

at purchasing of works by inter-national young artists who have been selected to take part in Ar-tissima, the international fair of contemporary art in Turin.The Fund is aimed at making the public, and in particular the younger generations, aware of the new trends of contempo-rary art, through a cultural and didactical activities program.Since 2011 Frac Piemonte has in Cittadellarte - Fondazione Pisto-letto a permanent base for pres-ervation, storage and exhibiton

memoRy AND PLACe DiSCLoSeD mostra curata da / exhibition curated by Lucrezia Cippitelli artisti / artists: lara almarcegui, Tobias Buche, Duncan Campbell, Sam Durant, Jimmie Durham, robert Kuśmirowski, Lisa oppenheim, Reena Spauling (FRAC). Ayman Alazraq, Lindsay Benedict, angela henderson, Dina Karaman, Karl logge and marta romani, alecia neo, Meghna Singh (UnIDEE).frac-lab: ayman alazraq, lindsay Benedict, Angela Henderson, Dina Karaman, Karl logge, hektor mamet, Alecia neo, Marta Romani, zaman Shah, Meghna Singhdesign della mostra / exhibition design: Dina Karamandocumentario Back to the people, di / by Ayman Alazraq (regista/director), angela henderson, Karl logge, hektor mamet (concept)

Lara Almarcegui Guide to al khan, 2007. 80 DISPoSITIVE + LIBRI / 80 SlIDES AND BOOKS

Duncan Campbell Untitled, 2008. CoLLAGE SU FoToGRAFIA / COllAGE ON PHOTOGRAPH, DUE ELEMEnTI / TWO ElEMENTS 80X60 CM

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2012 9unidee in progress

2012

UnIDEE – Università delle Idee di Cittadellarte è il polo internazionale di formazione e scambio tra saperi e problematiche diverse, aperto a gruppi eterogenei e multidisciplinari di creativi, professionisti e studenti. L’arte abbandona qui i canoni e i luoghi convenzionali per integrarsi con la società e con le altre disci-pline: comunicazione, produzione, economia, politica, architettura, de-sign, letteratura, musica, spirituali-tà, ecologia, nutrimento. UnIDEE in Residence realizza un programma di quattro mesi di resi-denza – da giugno a ottobre – per esplorare il rapporto tra arte e so-cietà e indagare metodologie d’in-tervento creativo in grado di attivare progetti per un cambiamento re-sponsabile della società. UnIDEE in Residence forma una nuova professionalità: quella del-l’“attivatore” di progetti per una Tra-sformazione Sociale Responsabile, che riunisce le caratteristiche e le competenze dell’artista, del curato-re, dell’imprenditore e del manager di progetti culturali. I residenti acquisiscono a Cittadel-larte una dimensione professionale creativa, produttiva e socialmente rilevante, in grado di confrontarsi responsabilmente con le problema-tiche della società attuale e offrire proposte innovative ad aziende e amministrazioni nei diversi contesti. Il programma UnIDEE si svolge in di-retta sinergia con le attività di Citta-dellarte, interagendo con le mostre, le ricerche e i progetti attivati dagli Uffizi nell’ambito dell’architettura ecologi-ca (Ufficio architettura), del design sostenibile (Ufficio Produzione), delle economie alternative (Ufficio econo-mia), del dialogo interculturale (Ufficio Politica e Progetto love Difference), della moda sostenibile (Ufficio moda), della comunicazione creativa (Ufficio Comunicazione), dell’arte e il cam-biamento sociale (Ufficio arte) e della spiritualità dell’arte (Ufficio spirituali-tà). I residenti hanno l’opportunità, in questo modo, di entrare in contatto e collaborare con le diverse realtà del territorio e con le aziende e le istitu-zioni partner di Cittadellarte. Vengono organizzati numerosi incontri, lecture, workshop con esperti del mondo del-la cultura, dell’impresa, dell’arte che condividono con i residenti la loro esperienza e conoscenza.

PARTnERS UnIDEE 2012

unidee in progress 2012

UNIDEE – University of Ideas is Cittadellarte’s international pole of formation and exchange between knowledge and diverse problemat-ics, open to a varied and multidis-ciplined group of creatives, profes-sional people and students.Here art abandons the conventional canons and instead places itself to integrate with society and with other disciplines: communication, produc-tion, economics, politics, architec-ture, design, literature, music, spiri-tuality, ecology and nourishment. UNIDEE in Residence runs for four months - from June to October - to explore the rapport between art and society and to investigate methodol-ogies of creative interventions able to activate projects for a socially re-sponsible change in society. Unidee in residence forms a new professional skill: that of “activator” of projects for a Responsible Trans-formation of Society, which reunites the characteristics and skills of the artist, curator, cultural enterpreneur and social-projects manager. At Cittadellarte the residents acquire a professional creative dimension that is productive and socially relevant, capable of responsibly confronting the problematics of real society and that offers innovative proposals to companies and administrations in dif-ferent contexts. The UNIDEE programme develops in direct synergy with the activities of Cittadellarte, interacting with the exhibitions, research and projects of the Uffizi, in the areas of ecological ar-chitecture (Architecture Office), sus-tainable design (Production Office), of economic alternatives (Econom-ics Office), of intercultural dialogue (Politics Office and love Difference Project), of sustainable fashion (Fash-ion Office), of creative communica-tion (Communication Office), of art and social change (Art Office) and of the spirituality of art (Spirituality Of-fice). The residents in this way have the opportunity to enter into contact and collaborate with the diverse re-alities of the territory and with the businesses and institutional partners of Cittadellarte. Numerous meetings, lectures and workshops are organ-ised with experts from the creative world, business and art, who share with the residents their experience and knowledge.

open studio

Ayman Alazraq - Palestinelets talk about football and women / Parliamo di calcio e donne

Hektor mamet - Switzerland / PolandThe political citadel / la cittadella politica

Hektor mamet Switzerland / Poland

Alecia Neo - Singapore. Made in Italy - lessons with Mao

Alecia Neo Singapore

marta Romani (aka meLmARTiTA) - italy. TRA-MI-TE

marta Romani (aka meLmARTiTA) Italy

Shah Zaman - Pakistan. A being unresolved

Shah Zaman Pakistan

meghna Singh - indiala Tomba dell’Ignoto / The Tomb Of The Unidentified

meghna Singh India

Ayman Alazraq Palestine

t w o f o l d l a b o r

c o m m o d i t y

Abstract labor

Exchange value

Concrete labor

Use value

Lindsay Benedict - USA CA$HMERE & CA$H

Angela Henderson - CanadaInno al Pane

Karl Logge - Australia The Target in Darkness (2012)

Karl Logge Australia

Dina Karaman - Russia. Interlunation.Dominic vuole raccontare storie / Dominic wants to tell stories

Dina Karaman Russia

Angela Henderson Canada

Lindsay Benedict - USA

Page 10: Arte al Centro 2012, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto | catalog

201210 ri-partire daLLa pagLia

L a sostenibilità di un prodotto si definisce in relazione alla riduzione ai minimi termini del suo impatto ambientale riferito all’intero ciclo

di vita. In estrema sintesi, un prodotto è tanto più sostenibile, sia nel minore dispendio di energia, sia nella produzione di rifiuti necessari per l’estrazione delle materie prime per la sua realizzazione, per i cicli intermedi di lavorazione, per l’imballaggio, il trasporto e la distribuzio-ne, per l’applicazione, l’uso e il consumo e per l’eventuale riutilizzo o riciclo, e infine per la sua dismissione o smaltimento.Il progetto parte da questi presupposti per ritornare alla coltivazio-ne del riso e all’utilizzo della paglia come materiale da costruzione, attivando un processo virtuoso dal punto di vista sociale, economi-co, ambientale, agricolo e architettonico.la paglia di riso è una materia prima diffusa in tutto il globo ed è in-trinsecamente collegata agli aspetti sopra citati. La coltura del riso è essenziale per la sicurezza alimentare e per l’alleviamento della pover-tà. Il riso rappresenta il nutrimento principale per oltre la metà della po-polazione mondiale: solo in asia oltre 2 miliardi di persone assumono dal riso e dai suoi derivati dal 60% al 70% del loro fabbisogno calorico; in Africa è la fonte alimentare a crescita più rapida e in numerosi altri paesi poveri colpiti da deficit alimentare è di importanza significativa per la sicurezza alimentare. nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo, i sistemi produttivi basati su colture risicole e l’insieme delle attività post-raccolto a queste associate forniscono lavoro a quasi 1 miliardo di persone e circa 4/5 di tutto il riso mondiale proviene dalle attività di piccole aziende agricole di paesi poveri.Per queste ragioni i sistemi efficienti e produttivi basati su colture del riso sono da considerarsi essenziali per lo sviluppo economico e per il miglioramento della qualità della vita, soprattutto nelle aree rurali.Il riso è il fulcro intorno al quale ruotano relazioni fra loro interdipen-denti come l’agricoltura, la sicurezza del cibo, la nutrizione, l’agrobio-diversità, l’ambiente, la gestione delle acque e del terreno, la cultura, l’economia, la scienza, l’identità sessuale e il lavoro.Il ciclo di vita di questo cereale non si conclude con la parte nobile: l’ap-proccio architettonico biosostenibile permette di dare onore a quello che viene considerato dai più lo scarto di produzione, cioè la paglia.L’utilizzo di questo materiale per costruire risale agli albori dell’umanità e caratterizza tecniche costruttive proprie di culture anche molto diverse e distanti fra di loro. Dal tardo ’800, è stata messa a punto la tecnologia per imballare e comprimere in forme rettangolari la paglia. Da quel momento divenne naturale usare direttamente queste “balle” come mattoni.Ma perché usare la paglia?La paglia, oltre ad essere molto più economica di mattoni e cemento, è ottima per il conseguimento dell’efficienza energetica. la balla ha, infatti, un basso valore di trasmittanza termica, pari circa a 0,04 W/m2K (paragonabile a legno, sughero e materiali isolanti di origine chimica), che si traduce in pratica in una forte capacità isolante. Ma è anche un elemento costruttivo capace di portare carichi. Essa garantisce, inoltre, la perfetta traspirabilità delle pareti in cui viene utilizzata ed evi-ta pertanto fenomeni di condensa superficiale assicurando un ottimo comfort negli spazi abitativi e un ambiente di vita più sano. La paglia è materiale biodegradabile, annualmente rinnovabile, maneggiabile con facilità e il suo costo in termini di energia combustibile per la raccolta, l’imballaggio e il trasporto in cantiere (energia “grigia”) è di gran lunga più basso di qualsiasi altro materiale utilizzato in edilizia; inoltre, poi-ché le piante assorbono l’anidride carbonica, è un materiale capace di ridurre le emissioni nell’atmosfera. La paglia di riso è un prodotto se-condario della produzione risicola, il che aggiunge valore al progetto, impiegando un prodotto considerato di scarto e dandogli un utilizzo. Queste caratteristiche fanno della paglia il materiale ideale per una nuova idea di costruire sensibile ai parametri di sostenibilità e ri-sparmio energetico volte al benessere dell’uomo intendendo l’invo-lucro edilizio come terza pelle. L’intervento progettuale inoltre con-sente un salto rispetto alle case passive, concependo abitazioni non solo a emissioni zero, ma a impatto zero. Rispetto ad una casa pas-siva, la casa attiva è in grado, come suggerisce il nome, di catturare

o produrre più energia rispetto a quella necessaria agli occupanti.In trent’anni può generare tanta energia quanta ne è stata necessaria per la sua costruzione, lasciando un’impronta inesistente sulla terra. Una casa attiva realizza un processo sostenibile da un punto di vista sociale, economico e ambientale. L’interesse di sviluppare tale attività sul territorio biellese è collegato alla storica cultura del riso nelle zone di Biella e Vercelli. Purtroppo, però, negli ultimi anni le economie di mer-cato globale stanno mettendo in crisi i coltivatori della zona che trovano più proficua la coltivazione del mais, perché più semplice da coltivare e soprattutto in seguito al crescente business della biomassa. Un’agricoltura locale rivolta alla produzione di combustibile e non più volta al sostentamento delle popolazioni diventa un fenomeno che ri-schia di mettere in crisi un sistema legato alla tradizione del luogo, forzandolo a una trasformazione infrastrutturale dagli alti costi.Allo stesso modo a migliaia di chilometri di distanza, le politiche econo-miche dei paesi occidentali, a partire dagli anni ’80, hanno distrutto la capacità produttiva dei coltivatori di riso haitiani a favore di un mercato per il riso statunitense, i cui produttori godono di enormi sovvenzioni. Trent’anni fa Haiti produceva praticamente tutto il riso che consuma-va. L’apertura delle frontiere commerciali ha permesso l’importazione indiscriminata del riso sovvenzionato dagli Stati Uniti, venduto a un prezzo molto inferiore di quello al quale potevano produrlo gli agricol-tori locali. nel giro di qualche anno la produzione locale è crollata e i contadini, incapaci di fronteggiare la concorrenza del riso importato, hanno abbandonato le loro colture e sono emigrati nelle città. Haiti è diventato uno dei maggiori importatori di riso dagli USA.Questo genere di politiche non solo ha smantellato un sistema au-toctono di produzione agricola, di allevamento e di alimentazione, ma ha anche eliminato ogni protezione delle comunità, delle indu-strie e dei servizi pubblici.In seguito al terribile terremoto del gennaio 2010, ad Haiti più di un mi-lione di persone vive in tende e alloggi temporanei. Uno dei problemi è la reperibilità di materiale da costruzione, dal momento che la maggior parte dei prodotti per l’edilizia vengono importati ad alto prezzo.L’utilizzo della paglia come materiale da costruzione, ridurrebbe in ma-niera considerevole i costi di realizzazione e potrebbe portare a un nuo-vo sviluppo dell’economia locale, rilanciando la coltivazione del riso.Un processo che, coinvolgendo tutte le attività principali dell’uomo, a partire dall’agricoltura e dall’alimentazione, possa portare a costruire case utilizzando i sottoprodotti della coltivazione.Il collegamento virtuale che lega realtà così lontane e investite da pro-blematiche così diverse, come Biella e Haiti, attribuisce al progetto un valore unico di risposta a problemi di carattere locale, ma a valore globale, esportabile in quel carattere di glocalità che porta, in ultima analisi, l’uomo al centro di ambiti quali: salute, economia, agricoltura, architettura, società e arte.

T he sustainability of a product is defined in terms of the reduction of the environmental impact to the minimum, in relation to the entire

cycle of life. In extreme synthesis, a product is most sustainable in re-gards to the least waste of energy, the amount of wastage necessary in extracting the raw materials and in processing them, the stages of the

ri-partire daLL a pagLiaproduction cycle, the packaging, the transport and distribution, the ap-plication, the use and consumption and the eventual reuse or recycle, and finally its disposal.The project starts from these assumptions to return to rice farming and to the use of straw as a building material, setting up a virtuous process from a social, economical, environmental, agricultural and architectural point of view.Rice straw is raw material present all over the world and intrinsically linked to the aspects quoted above. Rice growing is essential for ali-mentary safety and for the alleviation of poverty. Rice represents the main nourishment for over half the world’s population: in Asia alone, over two billion people get 60-70% of their calorie needs from rice and its derivatives, it is the food source with the fastest growth in Africa, and it has a relevant importance for alimentary safety in numerous other countries suffering from alimentary deficit.In the rural areas of the developing countries, the productive systems based on rice cultivation and all the relative post harvest activities pro-vide work for almost a billion people, and about four fifths of the world rice come from small agricultural companies in poor countries.For these reasons the efficient and productive systems based on rice cultivation need to be considered essentials for an economic develop-ment and an improvement of the quality of life, especially in rural areas.Rice is the hub around which interdependent relations revolve, like agriculture, food safety, nutrition, agrobiodiversity, environment, water and ground management, culture, economy, science, sexual identity and work.The cycle of life of this cereal does not end with its noble side: a bio-sustainable architectural approach allows us to give credit to what is considered production waste, i.e. the straw.Its use as a building material goes back to the dawn of humanity and characterizes building techniques typical of cultures sometimes very different and far apart from each other.The technology to bale and press straw into rectangular shapes was developed in the late 1800s. It has since become natural to use these “bales” directly as bricks.But why straw?Straw, besides being much more economical than bricks and ce-ment, is excellent in maximizing energy efficiency. The bale has in fact a low thermal transmittance value, equal to about 0,04 W/m2K (as i.e. wood, cork, chemical isolating materials), which translates into a strong insulation capacity.But it is a building element able to bear loads as well.It also guarantees perfect perspiration of the walls made from it, hence preventing surface condensation phenomena, ensuring maximum comfort in the living spaces and a healthier life environment. Further-more, straw is a biodegradable material, renewable on an annual ba-sis, easy to handle and its cost in terms of combustible energy for the harvesting, the baling and the transport to the site (“grey” energy) is far lower than any other material employed in the building trade; besides, since the plants absorb carbon dioxide, it is a material able to reduce emissions into the atmosphere. Rice straw is a secondary product of rice cultivation and that gives even more value to the project, since us-ing a material usually considered as a waste.These characteristics make straw the ideal material for a new concept of building, sensitive to sustainability parameters and energy saving, fa-vourable to man’s well being, considering the built shell as a third skin.The planning intervention allows a leap forward from passive houses, conceiving not only zero emission but zero impact houses.In respect to a passive house, the active house, as the name suggests, can capture or generate more energy than needed by the occupants. In particular, in thirty years it can generate as much energy as needed to build it, leaving a nonexistent footprint on the planet. An active house completes the entire sustainable process from both a socio economi-cal and environmental point of view.The interest in developing this activity in the Biella region is clearly linked to the historical rice culture of the Biella and Vercelli areas. Un-fortunately in the last few years pressing market economies have put local farmers in a difficult position, as they find products like corn more profitable, since easier to grow, and above all because of the wrongs caused by the biomass business. A local agriculture dedicated to the production of combustible and not to the sustenance of the population anymore, becomes an accepted and convenient phenomenon which risks to make a system linked to a local tradition collapse, forcing peo-ple towards an high cost infrastructural transformation.In the same way, thousands of miles away, since the ’80s, the eco-nomical politics of the western countries have been destroying the pro-duction capacity of rice farmers in Haiti in favour of a US rice market, whose producers receive huge grants. Thirty years ago Haiti basically produced all the rise it consumed.The opening of the economic frontiers has allowed the indiscriminate import of subsidized rice from the US, sold at a much lower price than local farmers could produce it for. In a few years local rice production has collapsed and the farmers, unable to face the competition with the imported rice, have left their fields and moved to the cities. Haiti has become one of the major rice importers from the US.In the course of the last few years this kind of policies has not only dis-mantled an autochthonous system of agricultural production, farming and nutrition, but it has also eliminated every protection of the com-munities, of the companies and of the public services.Following the terrible earthquake of January 2010, in Haiti more than a million people live in tents and makeshift shelters. One of the problems is the availability of construction material, since most building products are imported at very high prices. Using straw as a building material could lead to a new development of the local economy, thanks to its excellent characteristics, considerably reducing realization costs.A process which, involving all man’s main activities, from agriculture to nourishment, can lead to building houses using byproducts from farming.The virtual link which binds two realities as far apart and dealing with problems as different as Biella and Haiti gives the project a unique value as a response to issues of a local nature but with a global relevance, exportable because of its glocal quality which ultimately puts man at the centre of health, economy, agriculture, architecture, society and art.

Con Il PaTroCInIo DI: / UNDER THE PATRONAGE OF:

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2012 11ri-partire daLLa pagLia

Questa struttura sperimentale ideata per la ricostruzione ad Haiti, è stata realizzata nell’otti-ca dell’utilizzo di materiali locali e dal costo contenuto.Le pareti portanti sono intera-mente in paglia di riso pressata in balle. La struttura del tetto è in bambù, mentre le fondazioni presentano un particolare si-stema pensato per l’isolamento sismico, che sfrutta l’elasticità dei copertoni usati delle auto.Il progetto è il risultato concre-to di una tesi di laurea svolta da due studenti di architettura del Politecnico di Torino, Matteo Restagno e Gian nicola Ricci, recatisi un mese ad Haiti per analizzare le tecniche costrut-tive maggiormente praticate sull’isola, visitando una dozzina di cantieri di ricostruzione in se-guito al terremoto del 2010.Il viaggio è diventato occasione per entrare in contatto con la re-altà socio-economica in cui ver-sa Haiti e innescare una rete di contatti con associazioni locali ed internazionali che lavorano per lo sviluppo del paese.Tra queste, RAKPABA, un’as-sociazione di agronomi haitiani che raccoglie più di 2000 pic-coli produttori di riso nella valle dell’Artibonite e li aiuta a svilup-pare il loro raccolto, soffocato dalla concorrenza straniera.Da questo incontro nasce la con-ferma dell’utilizzo della paglia di riso come materiale da costruzio-

L’obiettivo del progetto è quello di approfondire e sperimentare la tecnologia costruttiva della paglia da riso attraverso la re-alizzazione di un padiglione co-struito con balle di paglia. Questo intervento ricade nell’am-bito dello sviluppo di nuove tec-nologie per l’architettura, con particolare attenzione alla so-stenibilità sociale, economica e ambientale.Il progetto promuove in que-sto modo un ritorno alla col-tivazione del riso e all’utilizzo della paglia come materiale da costruzione, attivando un pro-cesso virtuoso dal punto di vista sociale, economico, ambientale, agricolo e architettonico. Il progetto prevede la realiz-zazione di un prototipo archi-tettonico di un padiglione ac-cessorio agli stabili della della Fondazione Pistoletto. Il nucleo principale è un paralle-lepipedo di 6 x 4 m internamen-te e un’altezza di 2.8 m, con pa-reti edificate con balle di paglia di 100 x 50 x 35 cm. I due lati lunghi presentano caratteristiche opposte: quel-lo sud-est ospita una grande vetrata a tutta altezza, interrot-ta solamente da una porta di accesso, mentre quello nord-ovest non presenta aperture. I serramenti esterni sono costitu-iti da una struttura di legno con interposta tripla camera e tutte

ne, attualmente uno scarto della produzione agricola, ma dalle grandi potenzialità di riutilizzo.Il prototipo ha permesso di stu-diare la tecnologia costruttiva in balle di paglia di riso portanti attraverso la realizzazione di una vera “fetta” di edificio, così come si potrebbe costruire ad Haiti.La paglia di riso e il bambù sono i materiali più facilmente reperi-bili ad Haiti e costituiscono l’os-satura principale del prototipo. Viene ridotto al minimo l’utilizzo di altri materiali dai costi mag-giori, come il legno, utilizzato per il solaio inferiore.La massa dell’intero edificio poggia su fondazioni in coper-toni riempiti con terra pressata. Questi ultimi poggiano su di un cordolo in calcestruzzo inserito nel terreno e fungono da smor-zatori, riducendo il periodo pro-prio di oscillazione dell’edificio durante un’evento sismico.Le fondazioni sono ulteriormen-te rese solidali all’edificio trami-te barre metalliche annegate nel cordolo in calcestruzzo, queste attraversano i copertoni per poi ancorarsi al solaio inferiore su cui si sviluppano i muri in paglia.Importare ad Haiti una nuova tecnologia costruttiva compor-ta la riorganizzazione di un iter progettuale. L’utilizzo di materiali diversi da quelli comunemente impiegati e lavorazioni differenti rispetto a quelle tradizionali de-vono quindi essere insegnate

le finiture, trattate con materiali naturali, garantiscono un valore estremamente ridotto per tra-smittanza termica verso l’ester-no (0,64 W/m2k). All’interno le pareti sono intona-cate di argilla, mentre all’ester-no l’intonaco è a base di calce naturale. Questo piccolo corpo chiuso è dotato di solaio supe-riore calpestabile. La struttura della copertura è costituita da quattro portali sdoppiati che coprono una luce di 9 m e sorreggono la lamiera, dando origine così ad un tetto a doppia falda con altezze di gronda differenti. Gli stessi por-tali che sorreggono la copertu-ra fungono da supporto ad una serie di frangisole in legno sul lato sud che si infittiscono in corrispondenza della copertu-ra. A livello del terreno l’intera area delimitata dalla struttura della copertura è pavimentata con un tavolato in legno di pino termocotto adatto all’ambiente esterno e che corrisponde alla stessa essenza lignea utilizzata nei frangisole. Tale perimetro si connette alla strada attraverso una pedana, anch’essa costi-tuita da un tavolato di legno, ri-alzata e per metà composta da una rampa per disabili. La pedana centrale si allunga e si trasforma in una piccolo baci-no dove verrà mantenuta un’a-rea umida per la coltivazione del riso, elemento significativo dal punto di vista agro-alimentare, ma anche ispiratore del proget-to educativo che ne consegue.

alle persone, che possono così acquisire nuove conoscenze.

This experimental structure for reconstruction in Haiti was real-ized in order to use local materi-als at reduced costs.The bearing walls are entirely made of rice straw pressed in bales. The roof structure is made of bamboo, while the founda-tions present a particular system devised for a seismic insulation which exploits the elasticity of car tyres.The project is the tangible result of a graduation thesis written by two architecture students from the Politecnico di Torino, Matteo Re-stagno and Gian Nicola Ricci, who were in Haiti for a month to ana-lyze the most common building techniques of the island, visiting a dozen construction sites rebuild-ing after the 2010 earthquake.The journey became also the chance to get in touch with Haiti’s socio-economic reality and to ac-tivate a contact network with lo-cal and international associations working to develop the country.Among these is raKPaBa, an as-sociation of Haitian agronomists gathering more than two thou-sand small rice producers from the Artibonite valley and helping them to develop their harvest sti-fled by foreign competition. This meeting validates the use of rice straw as a construction

material, currently a waste of the farming process but with a big potential.The prototype has allowed the study of the construction tech-nology of bearing rice straw bales through the realization of a real “slice” of a building as it might be built in Haiti.Rice straw and bamboo are read-ily available materials in Haiti and represent the main framework of the prototype. The employment

of other more expensive materi-als like wood, used for the lower loft, is reduced to a minimum.The mass of the whole building sits on foundations made of tyres filled with pressed earth. These rest on a concrete layer and function as shock absorbers, reducing the pe-riod of oscillation of the building in case of a seismic event.The foundations are further joined to the building through metal bars drowned in the con-

The objective of the project is to examine and experiment the constructive technology of rice straw through the realization of a pavilion built with straw bales. This intervention falls into the area of development of new ar-chitectural technologies, with particular attention to social, economic and environmental sustainability.This project thus promotes a return to rice cultivation and the use of straw as a building mate-rial, starting a virtuous process from a social, economic, envi-ronmental, agricultural and ar-chitectural point of view.The project contemplates the realization of an architectonic prototype of a pavilion as an an-cillary building in the premises of the Fondazione Pistoletto. The main core is a parallelepiped in-ternally measuring 6 x 4 m. and 2.8 m. high, with walls built with 100 x 50 x 35 cm. straw bales.The two long sides present op-posite features: the one facing south-east is a full length win-dow interrupted by an access door only, while the one facing north-west does not have any openings. The external doors and windows consist in wooden structures with an interposed triple chamber and all the finish-ings, treated with natural mate-rial, guarantee extremely low transmittance values towards the outside (0,64 W/m2k).The internal walls are plastered with clay, while on the outside the plaster is natural lime based.

This little closed body is pro-vided with a treadable upper loft.The structure of the roofing consists of four split portals covering a 9 m span and sup-porting the metal sheet, this way originating a roof with two slopes having different eaves height. On the south side the

prototipo haitihaiti prototype

padigLione di svoLta, bieLLaturning point pavilion, biella

crete layer which run through the tyres to anchor themselves to the lower loft on which the straw walls develop.Importing to Haiti a new building technology entails a re-organi-zation of a new planning proce-dure. The use of materials dif-ferent from the ones commonly used and techniques different from the traditional ones have to be taught to people, who can thus acquire new skills.

same portals sustaining the roof support a series of wood-en sunscreens getting closer to each other where the opening is. At ground level the whole area outlined by the structure of the roofing is floored with a wooden planking of thermo-wood pine, raised and with a

half made into a disabled ac-cess ramp.The central platform stretches and turns into a small basin which will be kept humid for the growing of rice, a significative element from the agro-alimentary point of view, but also the inspiration for the subsequent educational project.

SPonSoRS

SPonSoR TECnICI / TECHNICAl SPONSORS

impresa scoleri srl a.m. impianti

Page 12: Arte al Centro 2012, Cittadellarte - Fondazione Pistoletto | catalog

201212 MiniMuM Prize

CITTADELLARTE EDIzIonI, BIELLA, 2012.STAMPA SU CARTA CERTIFICATA / PRInTED on PAPER CERTIFIED F.s.C. ForesT sTeWarDshIP CoUnCIl, E.C.F. ELEMEnTAL CHLoRInE FREE

oRARi Di APeRTURA moSTRe / ExHIBITION OPENINg TIME: DAL MARTEDì AL VEnERDì SU PREnoTAzIonE / FROM TUESDAy TO FRIDAy By BOOKING IN ADVANCE: +39 015 0991461 - [email protected] (Dalle 10.00 alle 17.00 / FROM 10 AM TO 5 PM) SABATo E DoMEnICA DALLE 11.00 ALLE 19.00 / SATURDAy AND SUNDAy FROM 11 AM TO 7 PM. LUnEDì CHIUSo / ClOSED ON MONDAy

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È un laboratorio creativo fondato da Michelangelo Pisto-letto a Biella nel 1998 con sede in un complesso di arche-ologia industriale, una ex manifattura laniera.Il nome rimanda allo stesso tempo all’idea di “cittadella”, luogo in cui l’arte è protetta e difesa, e a quello di “città”, spazio aperto, in relazione complessa con il mondo. Questa esperienza si sviluppa a partire dal Manifesto Progetto Arte del 1994, in cui veniva indicata la necessità di un nuovo specifico ruolo per l’artista: mettere l’arte in diretta interazione con tutti gli ambiti dell’attività umana che formano la società.obiettivo di Cittadellarte è quindi “collocare l’arte al centro del processo responsabile di trasformazione della socie-tà”, stimolando la partecipazione attiva della cittadinanza. Questo obiettivo di fondo viene realizzato attraverso col-laborazioni con enti pubblici e privati e l’organizzazione di molteplici attività: mostre, eventi, corsi di formazione, laboratori, residenze, conferenze.Cittadellarte è una comunità aperta in cui le energie individuali e collettive sono attivate, verso la realizza-zione del bene comune, nei diversi settori che costitu-iscono la struttura sociale: dall’architettura e urbani-stica alla moda sostenibili, dal design e produzione industriale allo sviluppo dell’artigianato, dalle relazioni di politica internazionale alla comunicazione, al nu-trimento e alla spiritualità.

PresidentGiuliana Carusi Setari

Vice Presidentmaria Pioppi

Artistic Directormichelangelo Pistoletto

DirectorPaolo Naldini

Project research and exhibition coordinationJuan esteban Sandoval assistant elisabetta Rattalino

exhibition Project managerAlessandro Lacirasella

Press and Communications officemargherita Cugini

Graphic Design Liudmila ogryzko

Editor Luca furlan

Web Daniele Garellaweb community marcello Venturinisystem administration Andrea oitana

architecture office | n.o.v.a civitasemanuele BottigellaTiziana monterisi Armona Pistoletto

education office | UnIDEELinda mercandinoartists’ curator margarita Vazquez Ponteassistant elisabetta Rattalino

Cittadellarte – Fondazione Pistoletto VIA SERRALUnGA 27 - 13900 BIELLA - ITALy

2012

m i n i m u m p r i z e

euro 0,50

Cittadellarte è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, riconosciuta dalla Regione Piemonte e con essa convenzionata. Ha sede a Biella in un’ex manifattura la-niera (sec. XIX), complesso di archeologia industriale, tu-telato dal Ministero dei Beni Culturali.

It’s a creative laboratory founded by Michelangelo Pisto-letto in Biella in 1998, situated in an industrial archaeologi-cal complex, a former wool factory.The name incorporates two meanings: that of the citadel or rather an area where art is protected and well defend-ed, and that of the city, which corresponds to the idea of openness and interrelational complexities with the world. This experience develops from 1994 Progetto Arte Mani-festo, pointing at the need for a new specific role for the artist: that of placing art in direct interaction with all the areas of human activity which form society. Cittadellarte’s objective is therefore “to place art in the centre of the process of a responsible transformation of society”, encouraging the citizens’ active participation. This basic objective is achieved through collaborations with private corporations and public authorities, and the organization of various activities: exhibitions, events, for-mation courses, workshops, residences, conferences.Cittadellarte is an open community where individual and collective energies get activated towards the achieve-ment of a common good in the different areas that con-stitute the social structure: from sustainable architecture and town planning to sustainable fashion, from indus-trial design and production to the development of crafts-manship, from international political relations to com-munication, nourishment and spirituality.Cittadellarte is a non-profit organization of social utility, recognized by and under the patronage of the Region of Piedmont. Its headquarters are in Biella, in a 19th Century former wool mill, itself a piece of industrial archeology and protected by the Ministry of Cultural Assets.

Fashion officeCittadellarte Fashion BESTolga Pirazzi

Politics office | lovedifferencefilippo fabbricaemanuela Baldi

Production and Design office Armona Pistoletto

Administrationelisa CiceroLuciana friagliaAnnalisa marchioroRoberto melis

Archivemarco farano

Storeelena Pasquali

FacilitiesSalvatore falconeSandra ottino

In partnership withRegione Piemonte, Compagnia di San Paolo, fondazione CRT

ringraziamenti / acknowledgmentsillycaffèLauretanaPiccoli Produttori Biellesi

CittadellarteSharing

transformation

29.09.2012 – 20.01.2013

Kunsthaus Graz,UniversalmuseumJoanneum

FoTo DI ALCUnE FASI DI ALLESTIMEnToPHOTOS OF THE EXHIBITION BEING SET UP

Il minimum Prize è un premio che si pone al minimo grado rispetto ai massimi premi destinati ai grandi personaggi che hanno dedicato la loro vita alla causa della pace o del progresso civile nel mondo. Il Minimum Prize vuole essere alla base della ricerca, lo stimolo e il movente di un processo che punta ad un traguardo di valori nelle nuo-ve prospettive di civiltà. È un pre-mio di partenza anziché di arrivo. È un riconoscimento che celebra chi si fa promotore di una trasforma-zione sociale responsabile.È inteso come rapporto prima-rio tra le persone che, attraver-so l’interazione delle differenti singolarità, produce la grande svolta della civiltà umana.Minimum come embrione, come principio generativo di nuova società, come chiave d’ingres-so ad uno stadio evolutivo in cui la creatività e la scienza umana

miNimUm PRiZe eDiTioNS:

2001 i edition Sislej Xhafa con / with DiAfA

2002 ii edition Tal Adler2003 iii edition progettozingonia2004 iv edition Jamil Hilal

e / and ilan Pappe2005 v edition Richard Stallman2006 vi edition Remida2009 vii edition Dipartimento

educazione Castello di Rivoli

2012 viii edition Jeanne van Heeswijk

trovano i modi per convivere con l’intelligenza della natura.Giunto alla ottava edizione, il Minimum Prize viene assegna-to quest’anno a Jeanne van heeswijk

moTiVAZioNiJeanne van Heeswijk porta la propria opera nella sfera so-ciale riuscendo a connettere la dimensione individuale con una visione politica improntata alla complessità della vita collettiva.Le opere di Jeanne van He-eswijk sono concrete realizza-zioni che espandono e approfon-discono la vita democratica delle nostre società, sperimentando, nella dimensione fattiva e nella partecipazione attiva, metodi e modi di convivenza umana.La sua arte crea nuovi rapporti tra le persone e tra le persone e gli ambienti in cui esse vivono, por-

tando gli individui e le comunità a intraprendere percorsi di ap-prendimento collettivo del vivere insieme, praticando con consa-pevolezza e creatività la propria responsabilità.

The Minimum Prize is a pri-ze placed at the minimum level compared to the ones destined to big personalities who have dedicated their lives to the pe-ace or the civil progress cause. The Minimum Price wants to be at the basis of the research, the incentive and the motive of a process aiming at the values of new civilization perspectives as an objective. It is a starting rather than an achievement award. It is an acknowledgement ce-lebrating who promotes a re-sponsible social transformation.It is meant as a primary relationship

among people producing a big change in human civilization throu-gh the interaction of single units.Minimum like an embryo, like a principle generating a new socie-ty, like an access key to an evolu-tionary stage where creativity and human science find ways to live with the intelligence of nature.This year at the 8th edition, the prize is awarded to Jeanne van Heeswijk.

MOTIVATIONJeanne van Heeswijk works on the social sphere managing to link an individual dimension with a political vision which takes into account the complexity of collec-tive life.Jeanne van Heeswijk’s works are concrete achievements which ex-pand and elaborate the democra-tic life of our societies, experimen-ting, in a doer’s dimension and in an active participation, methods and modes of human cohabitation.Her art creates new relationships among people and among peo-ple and the contexts they live in, leading individuals and commu-nities to start a journey of collecti-vely learning how to live together, practising one’s responsibility with awareness and creativity.

Jeanne Van heesWIJK, lE GRAND DEBAllAGE DE lA VIE ASSOCIATIVE, PHoTo / FOTO: PIerre PlanChenaUlT, 2011