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Centro Studi C.N.I. - 11 aprile 2012

Centro Studi C.N.I. - 11 aprile 2012 · Sole 24 Ore 11/04/12 P. 20 L'Europa cerca il futuro su Internet Neelie Kroes 14 ... convivere ancora per un po' le regole attuali con la pratica

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Centro Studi C.N.I. - 11 aprile 2012

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 11 aprile 2012

Pagina I

RIFORMA ORDINI

Futuro tirocinio per gli architetti Le novitàSole 24 Ore 11/04/12 P. 24 Francesca Milano 1

COMPETENZE GEOMETRI

Geometri, competenze limitateSole 24 Ore 11/04/12 P. 24 AlessandroGalimberti

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NORME ANTINCENDIO

Ospedali fuori norma per l'antincendioSole 24 Ore 11/04/12 P. 24 Flavia Landolfi 3

DECRETO LAVORO

Partite Iva e contratti, pressing al SenatoCorriere Della Sera 11/04/12 P. 8 Roberto Bagnoli 4

Disegno di legge al Senato, percorso sprintSole 24 Ore 11/04/12 P. 11 Claudio Tucci 6

APPALTI PUBBLICI

Appalti semplificati, cosa cambiaItalia Oggi 11/04/12 P. 23 Andrea Mascolini 8

Appalti con regole uniformiItalia Oggi 11/04/12 P. 24 Andrea Mascolini 9

TAV

La Tav avanza e prende le areeSole 24 Ore 11/04/12 P. 41 Maria Chiara Voci 10

SOCIAL HOUSING

Social housing, mancano 580 mila case popolariSole 24 Ore 11/04/12 P. 43 Massimo Frontera 12

FISCO E PROFESSIONISTI

Obbligato a pagare il professionista con collaboratoriSole 24 Ore 11/04/12 P. 22 13

AGENDA DIGITALE

L'Europa cerca il futuro su InternetSole 24 Ore 11/04/12 P. 20 Neelie Kroes 14

INNOVAZIONE E RICERCA

Puntare sulla ricerca per crescereSole 24 Ore 11/04/12 P. 20 Diana Bracco 15

ARCHITETTI

«Casa e città, una sola politica di recupero»Sole 24 Ore 11/04/12 P. 43 Giorgio Santilli 16

CARCERI

Piano carceri a caccia di privatiItalia Oggi 11/04/12 P. 20 Julia Giavi Langosco 17

ABROGAZIONE NORMATIVE

Per cancellare una legge bisogna abrogarla due volteSole 24 Ore 11/04/12 P. 23 Giorgio-Costa 18

MEDIAZIONE

Una media scolasticaMondo 13/04/12 P. 54 Franco Stefanoni 19

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L'accesso . Anche gli ingegneri pensano di introdurre la pratica

Futuro tirocinio per gli architetti Le novità

Francesca MilanoMILANO

Non sarà un cambiamen-to radicale dall'oggi al doma-ni, ma un passaggio gradualeche porterà nei prossimi annianche gli ingegneri a passareattraverso il tirocinio per en-trare nel mondo professiona-le. Il «sistema duale» che faràconvivere ancora per un po'le regole attuali con la praticaè contenuto nel Dpr che gli in-gegneri hanno elaborato e pre-sentato al ministero della Giu-stizia. «Al momento - spiegail presidente del Consiglio na-zionale degli ingegneri, Ar-mando Zambrano - non abbia-

mo l'obbligo di svolgere un ti-rocinio. E per un po' intendia-mo continuare così, ancheperché c'è la crisi e vogliamoevitare che i giovani venganoimpiegati impropriamente ne-gli studi o nelle amministra-zioni». Tra qualche anno, pe-rò, le cose potrebbero cambia-re. «Il tirocinio - afferma Zam-brano - permetterà una proce-dura semplificata per l'esamedi Stato: in`sostanza, chi avràsvolto la pratica potrà sostene-re solo la prova orale, saltan-do le tre prove scritte».

In base alle nuove regole con-tenute nel decreto liberalizza-zioni, il tirocinio non potrà su-

perare ii8 mesi, sei dei qualipo-tranno essere svolti ancheall'interno degli atenei.

In attesa che il Dpr presen-tato alla Giustizia venga ap-provato (entro il 13 agosto), leprofessioni tecniche stannogià studiando i regolamenti at-tuativi che saranno distintiper categoria.

Pensano all'istituzione delti-rocinio anche gli architetti,che hanno già chiesto al mini-stero dell'Università di attiva-re una convenzione-quadro na-zionale. Anche in questo casoil tirocinio diventerebbe sosti-tutivo di tre prove d'esame.«Per fare questo - spiega il pre-sidente del Consiglio naziona-le degli architetti LeopoldoFreyrie - bisogna modificare ilDpr 328/20oi. Non che la cosanon si possa fare, ma ora è piùurgente completare la riformadelle professioni perché siamoin un momento di stallo». Se-condo Freyrie, infatti, mezza ri-forma è stata fatta con il decre-to-liberalizzazioni, ma l'altrametà resta ancora da fare.«L'intenzione del Governo -dice il presidente degli archi-tetti - era quella di presentarciun Dpr entro fine marzo, manon abbiamo ancoravisto nien-te. E visto che l'iter è lungo e itempi sono stretti (il Dpr va ap-provato entro agosto, ndr), oc-corre accelerare».

[email protected]

011 LA DURATA11 decreto liberalizzazioni hastabilito che i tirocini perleprofessioni regolamentate nonpossono durare più di 18 mesi.Non ne ha peròimpostol'obbligo

021 IL RIMBORSOCon il decreto è stata ancheintrodotta la regola delrimborso spese forfettario dopoi primi sei mesi di tirocinio

031 LE CONVENZIONIIn presenza di convenzioni congli atenei, il tirocinio puòessere svolto persei mesi ancheall'università

Riforma ordini Pagina 1

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Profession i. Un lodo arbitrale ribadisce il divieto di incarico per opere in cemento armato

Geometri, competenze limitateIl contratto «esorbitante» è nullo e la parcella diventa inesigibile

Alessandro GalimbertiMILANO

Ilprogetto redatto daunge-ometra in un campo esorbitan-te dalle sue prerogative profes-sionali «è e rimane illegittimo,anche se controfirmato o vista-to da un ingegnere e anche seun ingegnere esegua calcoli delcemento armato e diriga le rela-tive opere».

Con questa motivazione, con-tenutainun lodo arbitrale, il Co-mune di Mezzegra, paese sullesponde occidentali del Lago diComo, si è visto confermare lanullità dell'incarico di un pro-fessionista con il conseguenteazzeramento di tutte le penden-ze collegate. Il geometra dalcanto suo rivendicava il paga-mento del compenso - circa 31mila euro più interessi - per ilprogetto preliminare e poi defi-nitivo di un chiosco aduso com-merciale all'interno del parcopubblico del paese, realizzatisulla base di due delibere con-formi di Giunta risalenti al2008. Il contenzioso era sortodopo che il Comune aveva so-speso la progettazione esecuti-va, rifiutandosi di pagare qualsi-asi compenso al geometra.

La questione, come al solito,verteva sull'interpretazionedell'articolo 16 del regolamento

unica eccezione, la realizzazio-ne di piccole costruzioni acces-sorie nell'ambito degli edificirurali o destinati alle industrieagricole'che, per la loro destina-zione, non comportino perico-lo perle persone.

Secondo il collegio arbitrale(presidente Claudio Bocchiet-ti, Daniela Corengia, Sergio Sar-tori) il divieto di utilizzo del ce-mento armato per i geometrinelle costruzioni civili è confer-mato nel Dpr 26/08/1959 che, inaccoglimento del ricorso straor-dinario al Capo dello Stato pro-posto dall'Ordine degli ingegne-ri di Venezia, aveva annullatouna circolare del ministro deiLavoripubblici che apriva qual-che spiraglio per l'attività dei ge-ometri in questo ambito.

Il collegio ha respinto comeinfondata anche la comanda delprofessionista di salvare (il di-ritto al pagamento per) la pro-gettazione di massima e quelladefinitiva, dovendosi ritenere il-

legittima la sola progettazioneesecutiva dell'opera in cemen-to armato: il lodo taccia di nulli-tà l'intero contratto negando«qualunque competenza pro-gettuale» in materia di cementi.

Inultimo, la decisione del col-legio respinge anche la doman-da residuale di un'azione di ar-ricchimento senza causa (delComune) poiché il diritto alcompenso nascerebbe comun-que da una prestazione profes-sionale abusiva.

La decisione del collegio arbi-tralelariano si inserisce nel filo-ne giurisprudenziale anche piùrecente sul punto.

La Seconda civile della Cassa-zione, ile settembre scorso (sen-tenza 18038/n), aveva statuitoche il professionista non ha di-ritto a ottenere il compenso perprestazioni per le quali non èabilitato, anche se queste sianostate inserite non contestate

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

APPROFONDIMENTO ON LINE

nella fattura . Stessa decisione Il testo del lodo arbitrale sul sito

nella sentenza 6402 del marzo wr v. ilsole24ore .coni/norme

2011, che esclude il diritto alcompenso se la prestazionenon si attiene alla competenzastretta dei geometri, definitadal regolamento professionale.

Secondo il presidente dellacategoria, Fausto Savoldi,«spesso i giudici non tengonoconto che il nostro ordinamen-to professionale è del 1929,quando il cemento armato eraaglialbori. I tempi sono cambia-ti. E diversa la progettazione esono differenti anche i sistemidi calcolo: ora c'è il computer.Un regolamento di ottant'annifa non può rispecchiare l'attua-le professione. Dobbiamo ag-giornare quelle regole. Del re-sto la legge di stabilità dice chetutte le attività che non sono vie-tate devono ritenersi libere».

IL FASCICOLOAl tecnicoera stata commissionatala realizzazionedi un chiosconel parco municipale...........................................................................

professionale (Rd 274/1929)che limitala competenza delge-ometra alla progettazione, dire-zione e vigilanza di «modestecostruzioni civili» con esclusio-ne di quelle che comportinol'adozione anche parziale distrutture in cemento armato;

Competenze geometri Pagina 2

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Sanita. I problemi delle grandi strutture

Ospedali fuori normaper l'antincendioFlavia Landolfi

L'allarme è tutto in un dato:l'8o% degli ospedali e delle Aslcon una superficie superiore ai550 mgnon èinregola conlenor-me antincendio . Il Dm i8 set-tembre 2002 con cui il Governoera intervenuto permettere in si-curezza gliimmobili della sanitàè rimasto nella stragrande mag-gioranza dei casi lettera morta.Risultato: i cinque anni ditempoconcessi nel provvedimentoper adeguarsi alla regola tecnicasono passati (e scaduti nel di-cembre 2007) praticamente in-

vano. Di qui la presa in caricodella questione da parte dellaConferenza delle Regioni chenella seduta del 4 aprile si èespressa a favore di un pianostraordinario (peri dettagli sive-da l'ultimo numero del So-le-24Ore Sanità).

Il "programma" è innanzitut-to quello di salvare l'esistente: lestrutture sanitarie-recitala rela-zione della Conferenza - che alladata di entrata in vigore del Dmdel 2002 avevano ottenuto l'ap-provazione del progetto antin-cendio daparte dei Vigili del fuo-

co, devono essere messe in con-dizione di ultimare i lavori.Quindi devono poter disporredi sufficienti risorse per provve-dere alla messa in sicurezza deilocali. Un dettaglio non da poco,visto che la Commissione Salu-te della Conferenza che ha esa-minato la questione si è racco-mandata dipredisporre un «pia-no finanziario nazionale». Co-me a dire che il primo vero osta-colo per le strutture sanitarie èquello del deficit di cassa. Servi-rà anche un intervento legislati-vo direvisione della regolatecni-caper ipiani antincendio: quellain vigore - dicono i tecnici dellaCommissione - è di difficile ap-plicazione. Ora il provvedimen-to è sul tavolo della ConferenzaStato-Regioni per un ulteriorepassaggio prima che imbocchile "vie" del Governo.

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Norme antincendio Pagina 3

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Partïte -V- o e pressïng'

Vertice tra le imprese sulle Ïìl() o"chem «Wall 5trcct Journal»: testo annacqualoROMA - Parte oggi al Se-

nato la grande corsa per il vialibera alla riforma del lavoro.Con il fantasma dello spreadche torna a salire minaccioso.Il Parlamento dovrà così cer-care dì modificare la convin-zione ormai diffusa sui merca-ti che il governo Monti «hadovuto annacquare la riformadell'articolo i8, costretto a uncompromesso», come scriveRichard Barley sulla paginadelle opinioni del Wall StreetJournal. Il quotidiano econo-mico statunitense, che giàqualche giorno fa aveva criti-cato il governo meritandosi lareplica di Palazzo Chigi, sichiede «se le concessioni ac-cordate siano ancora in gradodì favorire le assunzioni alleimprese». Proprio su questopunto si svolgerà oggi il sum-mit tra le varie associazioniimprenditoriali per trovareuna linea comune sulle richie-ste da portare in Parlamento.

«Nessuno di noi ha chiestodi stravolgere tutto», ha preci-sato ieri iI presidente di Con-findustria Emma Marcega-glia, raccogliendo anche l'invi-to di Marco Tronchetti Prove-ra (Pirelli) di «evitare scon-tri» perché «la riforma è co-raggiosa», però, prosegueMarcegaglia, «ci sono alcunipunti specialmente sulla fles-sibilità che se non dovesseroessere cambiati sì rischia dì ri-durre l'occupazione anzichéaumentarla». Appena più mor-bida la posizione confindu-striale sull'articolo Y8 - an-che se per la Marcegaglia la«soluzione raggiunta con l'ac-cordo del 23 marzo era buo-na» - visto che ha riconosciu-to un avanzamento anche conle modifiche volute dalla Cgil«perché un domani il giudicepotrà scegliere tra reintegro oindennizzo anche nel caso dilicenziamento illegittimo».

Uno snodo questo crucialesul quale ha voluto interveni-re anche il segretario generale

della Cgil Susanna Camusso,al termine di una riunione al-largata delle segreterie, ricor-dando come la «possibilità direintegro nei licenziamentiper motivi economici sia unconcreto passo in avanti».

Oggi pomeriggio i rappre-sentanti delle principali partisociali saranno sentiti in audi-zione al Senato. Il presidentedella commissione Lavoro diPalazzo Madama PasqualeGiuliano (Pdl), 7o anni ed exmagistrato di Cassazione, hadeciso una due-giorni dì audi-zioni a rotazione per lasciare

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liberi i senatori nella giornatadi venerdì per seguire la cam-pagna elettorale in vista delleamministrative. Oggi da par-te del ministro al Welfare ElsaFornero solo un probabile sa-luto di introduzione mentreun suo intervento vero e pro-prio è atteso per la fine delleaudizioni.

Dai partiti si avanzano in-1,91

ElsaFornero

tanto schemi di modifiche. Aentrare nel dettaglio delle ri-chieste PdI è Giuliano Cazzo-la. «Cambiamenti sono neces-sari - spiega il vice presiden-te della commissione Lavorodella Camera - per quanto ri-guarda i titolari di partite Ivae i collaboratori (di cui vannosalvaguardate le effettive pro-fessionalità), i contratti a ter-mine, in particolare se svoltiin regime di somministrazio-ne, i vincoli per l'apprendista-to». Per l'esperto del PdI, inquesto caso trovandosi d'ac-cordo con le richieste del Pd,«va poi riesaminata la stanga-ta contributiva prevista entroil 2o18 per gli iscritti alla ge-stione separata dell'Inps, sen-za che siano indicate nuovemisure dì protezione socia-le». Per Cazzola «il clima sem-bra buono» e il governo è di-sponibile ad accogliere le pro-poste di modifica dei partiti.Tiziano Treu (Pd) torna ad in-vocare la fretta «se vogliamochiudere entro l'estate» men-tre il senatore FIi Giuseppe Val-ditara nota che «il testo in arri-vo è deludente rispetto alle at-tese, va migliorato introducen-do maggiore flessibilità».

Roberto Bagnoliv RIPRDDL71ONE RISERVATA

Decreto lavoro Pagina 4

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Come a ia le norme sui lic zi iLa riforma progettata dal governo Monti facilita ilicenziamenti giustificati per motivi economici. Ma,con una successiva modifica dopo l'accordo del 23marzo, l'esecutivo ha reintrodotto la possibilitàche il giudice stabilisca anche il reintegro - inalternativa a una indennità tra 12 e 24 mensilità- nel caso il lavoratore dimostri si tratti in realtàdi un licenziamento illegittimo.

L'apprend istato sarà la strada princ ipaleLa flessibilità in entrata è stata ridotta favorendodal punto di vista contributivo i contratti a tempoindeterminato. L'apprendistato inoltre diventerà ilcanale privilegiato per l'accesso dei giovani (fino a35 anni di età) al mondo del lavoro. Però in aziendanon si potrà superare il rapporto di 3 a 2 rispetto aicontratti «normali». Le partite Iva «false» sarannotrasformate in collaborazione subordinata.

Indenn ità per autonom i e app rend istiLa parte più significativa della riforma voluta dallaFornero riguarda la definizione di un nuovo quadrodi ammortizzatori sociali che andranno a regimeentro il 2018.1 vecchi assegni di disoccupazionesaranno sostituiti dall'assicurazione sociale perl'impiego (Aspi) che sarà estesa a tutti i lavoratoricompresi gli autonomi e gli apprendisti ma conalmeno due anni di anzianità contributiva.

Decreto lavoro Pagina 5

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ti. Audizioni al via, oggi a Palazzo Madama i leader dei sindacati e della Confindustria

Disegno di legge al Senato, percorso sprintClaudio TucciROMA_

a riforma Fornero iniziastamane l'esame in coni-

¿missione Lavoro del Sena-to.I lavori saranno aperti dagliinterventi dei due relatori alDdl, Tiziano Treu (Pd) e Mau-rizio Castro (Pdl), alla presen-za del ministro del Welfareche potrebbe essere ascoltatanei prossimi giorni.

Poi, a partire dalle ore 15, siterranno le prime audizioni del-le parti sociali, secondo una"road map" decisa ieri seradall'ufficio di presidenza dellaCommissione Lavoro di palaz-zo Madama. I senatori ascolte-ranno, nell'ordine, le ragioni diCgil, Cisl, Uil, Ugl e Confindu-stria per poi entrare nel vivodell'esame forse già a partiredalla prossima settimana.

«Le consultazioni sarannomolto approfondite», ha assicu-rato uno dei due relatori, Mauri-zio Castro. Ma l'esame dellarifor-ma del lavoro dovrà viaggiare«in tempi assolutamente celeri»ha detto il presidente della Com-missione Lavoro del Senato, Pa-squale Giuliano. Le audizioni(oggi si stilerà il calendario di gio-vedì) si dovranno chiudere en-tro il i8 aprile. Mentre la discus-sione generale e il voto sull'arti-colato è previsto per fine mese,con l'approdo in aula del Ddl indi-cato per i primi di maggio.

Senza sosta è però il pres-sing dei partiti per ulteriorimodifiche. Il Pdl contiñua achiedere innovazioni sul fron-te della flessibilità in entrata,mentre il Pd guarda agli am-mortizzatori sociali.

Pronte a dare battaglia anchele opposizioni: l'Italia dei Valoriè tentata dall'ostruzionismo. Ela Lega che in commissione La-

fiip". á.;

Per Raffaele Bonanni (Cisl):«Occorre unificare gli sforziper convincere il Governo adaprire il capitolo delle tasse edella crescita»

voro a palazzo Madama contatra le proprie fila Rosy Mauro,potrebbe cercare di dare filo datorcere durante i lavori conl'obiettivo di distogliere il pro-prio elettorato dalle questionigiudiziarie che stanno tenendosotto assedio il Carroccio.

Se tutti, Governo compreso,sembrano aprire alla possibilitàdi modifiche, seppure di portataridotta in modo da non toccarel'impianto complessivo delprov-vedimento, quasi nessuno fa pe-rò mostra (almeno non ancora)di voler mettere mano all'intesasull'articolo i8. Anche TizianoTreu, ex ministro del Lavoro eorarelatore al DdlFornero, hari-badito come l'intesa sull'art. i8«non dovrà essere toccata».

Si aprono invece alcuni spira-gli per modificare le norme suicontratti d'ingresso nel mondodel lavoro. «Il clima sembrabuo-no» ha detto Giuliano Cazzola(Pdl) che ha chiesto interventiad hoc per escludere i periodi disomministrazioñe dal tetto dei36 mesi di durata massima dei

contratti a tempo determinato eper tutelare il vero lavoro auto-nomo (partite Iva e collaborazio-ni). Nel mirino, secondo Cazzo-la, anche quella sorta di «imponi-bile di manodopera» che esistenel caso di assunzione di appren-disti: «Non si capisce - ha detto -perché vi debbano essere deivin-coli assuntivi sia pure del 30%nei primi tre anni».

Cesare Damiano (Partito de-mocratico) ha annunciato inve-ce la presentazione di proposte«che rendano gli ammortizzato-ri sociali maggiormente inclusi-vi per i lavoratori flessibili. Cisembra sproporzionata - ha evi-denziato - la richiesta di aumen-to dei contributi previdenziali fi-no al 33% per i lavoratori aproget-to a fronte di una tantum di po-che migliaia di curo l'anno in ca-so di disoccupazione». Eper igio-vani che vengono utilizzati con ti-rocini e stage, ha aggiunto Da-miano, «va previsto un compen-so mensile a partire dell'iniziodella loro attività, se vogliamosconfiggere la logica dell'utiliz-

zo gratuito nel lavoro delle giova-ni generazioni».

Sul fronte sindacale, da segna-lare, come la Cgil, che ieri ha riu-nito la segreteria allargata ai lea-der delle categorie e dei territo-ri, intenda «presidiare» la di-scussione sul Ddl Fornero al fi-ne di «migliorarlo» a partire daprecarietà e ammortizzatori.Non bisogna «smobilitare», néabbassare la guardia, è la posizio-ne ribadita dalla leader, SusannaCamusso. Che come Cisl, Uil eUgl punta il dito anche sulla cre-scita e sul fisco, chiedendo la ri-duzione delle tasse sui lavorato-ri dipendenti e i pensionati; ol-tre a ottenere provvedimentiper la crescita e l'occupazione.«Occorre unificare gli sforzi perconvincere il Governo ad aprireil capitolo delle tasse e della cre-scita», ha insistito il numero unodella Cisl, Raffaele Bonanni. Esu' questo «come sindacato sia-mo pronti amobilitarci per otte-nere questa svolta nella politicaeconomica», ha aggiùnto.

CI RIPRODUZIONE RISERVATA

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I nodi sul tappeto

Oltre al•reintegro per«manifesta insussistenza» leimprese contestano anche che,se si concilia, non sia previstoche il licenziamentoeconomico abbia effetto dallacomunicazione

In tema di ammortizzatori gliindustriali stanno riflettendosull'eventualità diprolungare la mobilità e dirazionalizzare i fondi chedevono garantire la Cig a chinon ce l'ha

Le presunzioni sugli abusiandrebbero utilizzate perfarei controlli e punire lesituazioni false. E non perdeterminareautomaticamente un rapportodi lavoro subordinato

Sui contratti a termine poi ilfaro delle imprese è puntatoanche sulla modifica -cheinciderà sui procedimentigiurisdizionali - del termine diimpugnazione che è statoallungato da 60 a 120 giorni

Sui contratti a progetto leaziende contestano che ilrecesso sia limitafo alla solagiusta causa. E la formulatroppoampia periilavoratore a progetto«subordinato»

Le aziende chiedono di nonpenalizzare la stagionalitàcon l'aumento dellacontribúzione e di definire lecasistiche del lavorostagionale facendoriferimento ai contratti attuali

Decreto lavoro Pagina 7

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Le novità Che entr°Cratlno ire rigore da gentraio )013 er- effetto della legge emplificu Italia

Appalti • á'é* • •

sempliiicati, cosa cambiaistituire la banca nazionale dei

DI ANDREA MASCOLINI

al1° gennaio 2013 garedi appalto semplificatecon i controlli effettua-ti tramite la Banca dati

nazionale dei contratti pubblici.Le stazioni appaltanti dovrannoverificare i requisiti dei parteci-panti alle gare soltanto tramitela banca dati e non potrannopiù chiedere documenti. Inoltre,ci sarà maggiore trasparenza ecertezza nei certificati relativiai lavori svolti all'estero e unanuova disciplina sulla scelta de-gli sponsor per la realizzazionidi interventi di restauro oltreche la responsabilità solidalenegli appalti fra committente-datore di lavoro e appaltatoreper i contributi dei lavoratori.Sono questi alcuni dei contenu-ti della legge cosiddetta «Sem-plifica Italia» (legge 4 aprile2012, n. 35, di conversione deldecreto legge 9 febbraio 2012, n.5, recante disposizioni urgentiin materia di semplificazionee sviluppo, pubblicata sullaGazzetta Ufficiale del 6 aprile2012) che contiene diverse mo-difiche al Codice dei contrattipubblici.

Banca dati nazionale deicontratti pubblici

Una delle maggiori novitàè rappresentata dall'istitu-zione, presso l'Autorità per lavigilanza sui contratti pubblicipresieduta da Sergio Santoro,della Banca dati nazionale deicontratti pubblici (Bdncp) che,dal primo gennaio 2013, diven-terà il contenitore di tutta ladocumentazione relativa allaprova dei requisiti di capacitàeconomico-finanziaria e tecnicoorganizzativa dei partecipantialle gare di appalto e conces-sioni. All'obbligo di acquisizio-ne della documentazione daparte della Bdncp è correlatol'obbligo per i committenti diverifica dei requisiti di capacitàdei concorrenti esclusivamenteattraverso la banca dati, senzaquindi più chiedere documentiai partecipanti alle gare. L'Au-torità avrà il potere-dovere dimettere a punto, con propriadeliberazione, i termini e leregole tecniche per l'acquisi-zione, l'aggiornamento e laconsultazione dei dati conte-nuti nella predetta Banca dati.

A quest'ultima entro l'iniziodel prossimo anno, dovrannoquindi affluire, da parte dellestazioni appaltanti e da partedei soggetti privati, i dati e i do-cumenti rilevanti ai fini dellaprova dei requisiti di parteci-pazione; si avrà quindi un si-stema dinamico e costantemen-te aggiornato sulla situazionedi ogni impresa e professioni-sta. Fino al 1° gennaio 2013 sicontinuerà, però, con il sistemaattuale in cui scatta sempre lanecessità di produrre documen-ti in caso di aggiudicazione delcontratto o di verifica a campio-ne (sul 10% dei partecipanti).Successivamente all'attivazio-ne della banca dati saranno isingoli operatori economici adaggiornare la propria posizio-ne trasmettendo, ad esempio,i certificati delle forniture odei servizi svolti ottenuti daicommittenti pubblici e privati.Per altri dati invece saranno lestazioni appaltanti a collegarsicon le altre banche dati pubbli-che per acquisire i documenti oper verificarli.

Certificazione dei lavoriall'estero

con tratti pubb liciAll'articolo 20, sostituendo

l'articolo 84 del regolamentodel Codice, si è previsto che icertificati, da produrre allaSoa, debbano essere redatti da«tecnico di fiducia del consolatoo del Mae», con spese a caricodell'impresa, e debbano corri-spondere a modelli predispostidall'Autorità. La norma, fra lealtre cose, precisa anche che,in caso di subappalto, il subap-paltatore dell'impresa italianapossa utilizzare il certificato ri-lasciato all'appaltatore italianoo richiederlo al posto dell'appal-tatore se quest'ultimo non lo hafatto. Si prevede inoltre che sel'interessato non ha più unasede all'estero o vi siano difficol-tà ad operare all'estero, si possafare riferimento alle strutturedel Mae nel paese interessato(consolati, ambasciate).

Disciplina delle sponso-rizzazioni

La legge prevede una articola-ta disciplina sulle sponsorizza-zioni (si prevede anche l'obbligodi indicare in programmazionetriennale quali interventi sa-ranno oggetto di sponsorizza-zioni), con ricerca dello sponsor

mediante bando pubblicato sulsito istituzionale dell'ammini-strazione procedente per alme-no trenta giorni e richiesta diofferte in aumento sull'importodel finanziamento minimo in-dicato. L'amministrazione pro-cederà, quindi, alla stipula delcontratto di sponsorizzazionecon il soggetto che avrà offertoil finanziamento maggiore, incaso di sponsorizzazione pura,o che avrà proposto l'offertarealizzativa giudicata miglio-re, in caso di sponsorizzazionetecnica.

Responsabilità in solidoper appalti di opere o diservizi

La legge 35 prevede la re-sponsabilità in solido del com-mittente imprenditore o datoredi lavoro con l'appaltatore, non-ché con ciascuno degli eventualisubappaltatori entro il limitedi due anni dalla cessazionedell'appalto, per il pagamen-to di trattamenti retributivi,compreso il tfr, e i contributiprevidenziali dovuti in relazio-ne al periodo di esecuzione delcontratto di appalto.-CO© Riproduzione rise

Appalti pubblici Pagina 8

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E illegittimo rinviare al regolamento provinciale secondo la Consulta

Appalti con regole uniformiNessuna deroga per le regioni a statuto speciale

DI ANDREA MASCOLINIA

illegittimo rinviare aun regolamento provin-ciale la disciplina sullemodalità di stipula del

contratto di appalto di lavori;il legislatore provinciale deverispettare la norma statale an-che per garantire uniformità diregole su tutto il territorio na-zionale. E quanto ha affermatola Corte costituzionale con lasentenza del 30 marzo 2012n. 74 che si è pronunciata sulricorso presentato dal governoin ordine alla legittimità dellalegge della Provincia autono-ma di Trento 7 aprile 2011, n.7 che reca modifiche alla prece-dente legge provinciale 3/2006.

Il primo problema che la Corteaffronta è quello dei limiti dellacompetenza legislativa rispet-to alle province autonome; atale proposito la Corte affermache gli stessi statuti specialiprevedono limiti che si appli-cano anche alle competenzelegislative primarie. E questoil caso dello statuto della Pro-vincia autonoma di Trento chenell'ambito dei lavori pubblicidi interesse regionale richia-ma il legislatore al rispettodei «principi dell'ordinamentogiuridico della Repubblica». Ve-nendo quindi al caso concreto,che riguarda una norma dellalegge del 2011, in cui si rinvia aun regolamento provinciale perla determinazione delle moda-

lità di stipula dei contratti diappalto , senza far riferimentoai limiti all'autonomia nego-ziale prestabiliti dal legislatorestatale, la sentenza afferma cheil limite del rispetto dei prin-cipi dell'ordinamento giuridicodella Repubblica deve essereinteso come riferito anche aiprincipi dell'ordinamento civi-le. In passato la Corte, con sen-tenza n. 114 del 2011, ha giàavuto modo di precisare che illegislatore regionale e provin-ciale «deve rispettare i principidell'ordinamento giuridico del-la Repubblica , tra i quali sonoricompresi quelli afferenti ladisciplina di istituti e rapportiprivatistici relativi , soprattutto,alle fasi di conclusione ed ese-

cuzione del contratto di appal-to, che devono essere uniformisu tutto il territorio naziona-le». Nel caso specifico trattatodalla Corte , si verifica quindiuna violazione di tali limiti: lanorma, infatti , incidendo sulladisciplina della determinazionedel prezzo della prestazione -a corpo » o «a misura», e quin-

di sul contenuto del contratto,interviene direttamente in unamateria attinente al rapportonegoziale fra stazione appal-tante e appaltatore rientrantenell'ambito dell'ordinamento ci-vile, competenza esclusiva dellostato. Da ciò l'illegittimità dellanorma che dispone il rinvio alregolamento provinciale.

-O Riproduzione riseroatn

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Alta velocità. Al via da questa mattina le operazioni sui terreni interessati - I No Tav preannunciano resistenza

La Tav avanzct e F en-de, le, cotreeÈ il primo passaggio per determinare le indennità - Il cantiere durerà 55 mesi

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Maria Chiara VociTORINO

Leoperazìonìdìoccupazio-ne temporanea dei terreni, aChiomonte, nel cantiere del tun-nel esplorativo della Torino-Li-one, inizieranno alle nove diquesta mattina. Ma, già nei gior-ni scorsi sono ripresi in Valsusagli atti dimostrativi dei militan-ti No Tav, che dopo l'assembleae la fiaccolata di ieri sera, oggipromettono una dura resisten-za non solo intorno alle recin-zioni, ma con blitz in tutta Ita-lia. Mentre, nel pomeriggio di ie-ri, una ventina di manifestanti èentrata nella sede del Corrieredella Sera occupando per qual-che minuto il primo piano e haesposto uno striscione control'Alta velocità.

Alla Maddalena, dove devepartire l'opera, sono stati convo-cati una sessantina diproprieta-ri, che potranno presentarsi ac-compagnati da un legale e da untecnico. Atutti (molti sono espo-nenti dello stesso Movimentoche si oppone al treno veloce)Ltf, la società che gestisce lapro-gettazione della Tav, ha inviatoun mese fa la comunicazioneper la presa in consegna dei ter-reni: un ettaro e mezzo malcon-tato, cioè circai5mila metri qua-dri, frazionati in 39 piccole parti-celle e che si aggiungono ai 5 et-tari e mezzo di proprietà di Si-taf, occupati dall'estate scorsa,dove sono già partiti iaavori. Lot-ti, anche questi ultimi privati,che sono già stati recintati loscorso 27 febbraio dalle forze

LA PROTESTAOccupata per pochi minutida No Tav la sede milanesedel Corriere della Sera,esposti striscioni e lanciativolantini contro l'opera

dell'ordine, per effetto di un'or-dinanza della Prefettura. Maproprio in quell'occasione, duemesi fa, l'allargamento del sitostrategico nazionale per far par-tire la Torino-Lione aveva cau-sato una settimana di azioni e pa-ralisi in tutta Italia, dopo che Lu-ca Abbà, fra i leader del Movi-mento, era caduto da un tralic-cio dell'alta tensione neltentati-vo di opporsi all'occupazione.

Il passaggio burocratico diquesta mattina arriva dopo la di-chiarazione di pubblica utilitàdell'area di Chiomonte e l'emis-sione da parte di Rfi dei decretiper le occupazioni temporanee:non sì tratta, infatti, di espropri,visto. che terminati gli scavi lospazio sarà restituito. Lo stafftecnico di Ltf effettuerà, con iproprietari che si presenteran-no stamane, una semplice con-statazione dello stato dell'artedei luoghi, non per trattare sulprezzo, ma «per verificare -spiega inuna notala stessa socie-tà - le condizioni dei terreni, se-condo l'articolo 49 del dpr 327delaooi, e determinare le inden-nità». Le aree in causa, che com-prendono quella su cui è costrui-ta la baita abusiva della Val Cla-rea, simbolo dei No Tav, sonoprincipalmente boschive e nonsono coltivate a vigneto: il valo-re medio si aggira intorno ai 4/5euro al metro quadrato, ai qualisi aggiunge un'ulteriore cifranel caso di presenza di castagni.Siccome si parla di occupazionie non di espropri, lo Stato rico-noscerà poi una cifra pari a undodicesimo delvaloré dei terre-ni per ogni anno di occupazio-ne: il cantiere durerà, secondole previsioni, 55 mesi.

Un'operazione quella di sta-mane che, normalmente, impe-gnerebbe non più di poche ore,ma che oggi potrebbe trasfor-marsi in una nuova guerrigliafra manifestanti e forze dell'or-dine. Per questo è altissima l'al-lerta, visto che da giorni sui sitino Tav si rincorrono appelli allaprotesta non solo contro la Tori-

no-Lione, ma contro tutti i pro-blemi che affliggono il Paese.

Una volta perfezionata l'im-missione in possesso dei luoghi,Ltfpotrà consegnare da giovedìil sito alla cordata guidata daCmc, che nel 2005 sieraaggiudi-cata i lavori per il tunnel di Ve-naus, poi interrotto dopo la mo-bilitazione dellapopolazione lo-cale. Gli operai dovranno dormi-re in alberghi della valle, non incontainer ad hoc, come prescri-ve la delibera di approvazionedell'opera, e mangiare in risto-ranti del luogo: per questo sarànecessario garantire anche a lo-ro, nei prossimi giorni, massimasicurezza nelle trasferte. Le pri-me operazioni attese i rilievi to-pografici, indispensabili perconcludere la fase di progetta-zione del tunnel della Maddale-na: lo scavo sarà invece avviatosolo fra qualche mese. I primi25o metri saranno bucati conl'esplosivo, prima dell'arrivodella talpa meccanica.

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Non sì tratta di espropriLe operazioni di occupazione

dei terreni comincerannoquesta mattina atte nove.Terminati gli scavi, lo spazioverrà restituito. L'incontro dioggi servirà perverificare lecondizioni dei terreni e.determinare le indennità

Zone boschiveLeareein causa sono

principalmente boschivée noncoltivate a vigneto. Il valoremedio si aggira attorno ai 4-5euro al metro quadro

Possibili disordiniI.= L'operazione potrebbedurare poche ore, ma potrebbeanche trasformarsi in unaoccasione di guerriglia tra imanifestanti No Tav e leforzedell'ordine, visto che da giornisui siti NoTavsi rincorronoappelli alla protesta

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Alla Maddalena. Punto dal quale deve partire l'opera

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mila ! me i15 AdluMetri quadri Lo scavoL'estensione dell'area interessata Saranno forati con l'esplosivo,alla presa in consegna prima dell'uso della talpa meccanica

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Nuovà stima della domanda

Social housing,mancano 580m11acase popolari

Massimo FronteraROMA

Cresce la domanda di al-loggi a basso costo ma cresceanche l'offerta di alloggi inven-duti sul mercato libero.

L'ultima cifra che arriva daFedercasa indica circa 583mi-la domande in Italia per un al-loggio popolare. In prima filale maggiori città, da Roma(29.300) a Milano (2o.uo), daTorino (9.965) a Palermo(9.578), da Genova (3.297) aBo-logna (9.525). La ricognizioneè stata fatta sulle graduatoriedi Ater, Aziende casa ed ex-Iacp. I numeri documentano ilfortissimo squilibrio tra do-manda e offerta di case econo-miche, con varie sfaccettaturea seconda delle Regioni, comemostra l'inchiesta pubblicataquesta settimana da «Ediliziae Territorio» nello SpecialeSocial housing (anche sul sitodella rivista). «Penso cheavremmo un'ulteriore impen-nata delle domande - prevedeEttore Isacchini, presidente diFedercasa, l'associazione dei107 enti regionali per la casa -.Le famiglie con redditi sotto iiomila euro l'anno sono il 34%di quelle residenti; e questepercentuali sono in costantecrescita, a causa della crisi».

Ma la richiesta di alloggi po-polari è solo una componentedella domanda di social hou-sing. A questa si deve aggiun-gere quella delle nuove fascesociali senza più imezziper ac-cedere al mercato libero. Unadomanda che resta ancora in-def nitanei numeri e nella seg-mentazione, ma che è anch'es-sa in forte ascesa, "grazie" allaprogressiva contrazione delreddito delle famiglie.

Intanto, sul fronte dell'otter-ta, si profila una novità per sti-molare l'attività dei fondi im-mobiliari dedicati al socialhousing. La soluzione indivi-duata sta in un aumento dal 40al 60% degli investimenti delmaxifondo da 2 miliardi gesti-to dalla Sgr della Cassa deposi-ti e prestiti nei fondi locali disocial housing. «L'ho chiestoal presidente del Consiglio,Mario Monti», ha detto lo stes-so presidente dell'Acri, Giu-seppe Guzzetti, principale "ar-chitetto" del sistema di fondiimmobiliari nato nel 2008all'interno del più ampio pia-no casa nazionale. Dal sistemadei fondiper le case a basso co-sto si attendono circa 45milaalloggi, secondo la recente sti-ma del viceministro per le In-frastrutture, Mario Ciaccia.

Si tratta però di alloggi qua-si tutti da realizzare. Intanto ladomanda preme. Da qui l'ideadi accelerare i tempi consen-tendo a Cdp di entrare mag-giormente nell'equity dei fon-di immobiliari al posto di sot-toscrittori locali che latitano.La novità - che richiede unDpcm - riguarderebbe solo inuovi fondi immobiliari e nongli attuali 14 dove Cdp Investi-menti è giàpresente con un ca-pitale pari al 40 per cento delvalore del fondo.

Tra i beneficiari della novi-tà, se venisse approvata, cipo-trebbe essere il nascente Fon-do Housing Sociale Trentino,promosso dalla Provincia, dicui staperuscire il bando diga-ra per selezionare la Sgr. Sitratta di realizzare 2mila allog-gi, partendo con una primatranche di 500, per un valore

di zoo milioni. L'ente autono-mo ci mette i soldi come inve-stitore-sottoscrittore (fino al20%) ma dà anche un contribu-to sull'affitto e si accolla - neicasi gravi - il rischio morosità.

Il paradosso della forte do-manda, non corrisposta, di al-loggi diventa concreta nellecittà dove è stata realizzatamolta edilizia libera, che oraalimenta lo stock di invendu-to. Il fenomeno è sentito in

Sempre più famiglienon possono permettersidi accedere al mercatolibero: aumentano quindigli alloggi invenduti

Per il Politecnico di Milano,nel 2018, in Lombardiaci saranno 367mi[aalloggi in esuberoin edilizia libera.......................................................................

Lombardia, dove la Regione(attraverso Finlombarda) stacontribuendo al progetto diun fondo immobiliare apposi-to per le case senza acquirenti.

A mettere una lente sul feno-meno lombardo è stato il Poli-tecnico di Milano, che quantìfi-caun esubero di 367mila allog-gi di edilizia libera all'alba del2018. il dato - che non convin-ce i costruttori lorribardi ade-renti all'Ance - ha il pregio ditentare una stima della doman-da "complessa" di social hou-sing, quantificata in 92omila al-loggi. E segnalando condèinu-meri shock il paradosso di unmercato residenziale che sem-bra andare dalla parte oppostadella domanda.

Social Housing Pagina 12

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Alla ltice dettai Cassazione. L'auto-esame

Obbligato a pagareil professionistacon collaboratori

Chi ritiene di non avere tut-ti i requisiti necessari per paga-rel'Irap deve astenersi daversa-menti e presentazione della di-chiarazione; ma se le Entratenon sono d'accordo si rischial'avviso di accertamento consanzione per omessa dichiara-zione (dal i2o al 240% del tribu-to), contestazione che, presumi-bilmente, interesserebbe piùperiodi d'imposta. Il silenziodel legislatore e la ritrosiadell'Agenzia sui requisiti rendo-no il dilemma complicato dasciogliere.

La Cassazione continua aconfermare il suo pensiero; perindividuare il soggetto passivoi punti fondamentali da verifi-care sono i seguenti: il contri-buente a) deve essere ilrespon-sabile dell'organizzazione enon essere, quindi, inserito instrutture organizzative riferibi-li ad altrui responsabilità ed in-teresse; b) deve impiegare benistrumentali eccedenti il mini-mo indispensabile per l'eserci-zio dell'attività in assenzadell'organizzazione, o avvaler-si in modo non occasionale dilavoro altrui.

Premesso che le società do-vrebbero, diper sé, rivestire sta-bilmente il ruolo di soggettipas-sivi, l'analisi dell'imprenditoreo del professionista desiderosodi evitare il tributo deve quindi,secondo l'insegnamento dellaSuprema Corte sintetizzato,uscire indenne da questa verifi-ca. Ma come compiere questaauto-analisi? In primo luogo, ilcontribuente deve chiedersi seè, sotto qualsiasi forma, il "domi-nus" dell'organizzazione o se,invece, èluistesso ad essere ele-mento di una struttura più am-pia. Quest'ultima è la situazionepiù comune nel mondo delleprofessioni (si pensi al giovanegeometra, formalmente autono-mo, ma che ha come unico clien-

te lo studio di ingegneria pressocui si reca a prestare la propriaattività). Normalmente, in pre-senza di impresa, così non è, manon è da escludere che nelvarie-gato mondo delle partite Iva visiano posizioni autonome più"sulla carta" che di fatto.

Superato questo primo esa-me, l'attenzione si deve concen-trare sull'apporto lavorativo.Nonostante l'articolo 2083 delCodice civile individui il picco-lo imprenditore come colui cheorganizza l'attività "prevalente-mente" con il lavoro proprio edei familiari, dalle sentenze del-la Cassazione sull'Irap sembraemergere un concetto di esclusi-vità dell'opera del titolare taleda rendere soggetto passivochiunque si avvalga stabilmen-te di dipendenti o collaboratori.Attenzione anche al ruolo deisoggetti esterni: un professioni-sta privo di dipendenti ma chericeve mensilmente fatture dacolleghi che lo aiutano stabil-mente nell'attività, dovrebbeorientarsi verso il pagamento.

Se così non è, resta l'ultimo"paletto": i beni utilizzati persvolgere l'attività sono gli stessiche un ipotetico dipendenteaziendale avrebbe ordinaria-mente a propria disposizione,oppure la struttura messa incampo èpiù articolata? Laverifi-ca, passa inevitabilmente dalre-gistro dei beni ammortizzabili,e più esso è corposo rispettoagli "standard minimi necessa-ri" per l'attività prescelta, più èdifficile poter aspirare ad unaesclusione dal tributo regiona-le.Anche, qui, inoltre, nonvatra-lasciato l'esame delle struttureformalmente esterne ma in real-tà sotto il dominio del soggetto,come ad esempio la società diservizi per il professionista.

Gi. Ga.Gi. V.

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Fisco e professionisti Pagina 13

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L'Europacerca il futu-osu Internetdi Neelie Kroes

Europa attraversaunperiodo de-licato, male schiarite non mancano. E nulla brilla più dell'econo-mia digitale c on le sue potenziali-

tà. Se saremo all'altezza della sfida, Inter-net potrà diventare il nuovo pilastrodell'economia.

Le potenzialità sono reali. Se l'econo-mia digitale europea fosse un Paese la suaperformance le varrebbe la partecipazio-ne al G-2o. Il suo tasso di crescita del 12%annuo supera quello cinese e per ogni po-sto di lavoro eliminato ne vengono creatialtri due. Internet consente àlle piccole im-prese di raddoppiare crescita ed'export; in-numerevoli studi evidenziano che la rapi-da espansione di Internet fa da traino allacompetitività. Inoltre quasi un milione diposti di lavoro in Europa gravita attorno alcloud computing. Iservizi che ricorrono al-lo spettro radio, dalle connessioni Internetsenza fili alle apparecchiature mediche,danno lavoro ad altri 3,5 milioni di persone.

Mentre negli ultimi anni,la performan-ce della Rete è stata superiore alle aspetta-tive sotto ilprofilo economico e sociale, haarrancato a livello politico.

Non si tratta solo della Primavera arabae di altri tentativi delle comunità di inter-nauti di dimostrare quanto tengano alle li-bertà legate a Internet. Bisogna interveni-re per promuovere il mondo digitale e col-legare traloro tutti i livelli governativi e de-cisionali. Per questo la Commissione euro-pea ha invitato i Governi dei Paesi membria costruire nuovi ponti tra il mondo politi-co, il.settore tecnologico e i cittadini desi-gnando un'élite del mondo digitale, il"cam-pione digitale". Sulla scia dell'impegno delRegno Unito per dare visibilità alle possibi-lità di Internet, lavoriamo per far capire ivantaggi del digitale agli europei.

L'impegno deve essere suggellato daconnessioni Internet più rapide. Non èpossibile che un'impresa di animazionida premio Oscar come Aardman Anima-tions debba sprecare due settimane perspedire in Rete un cartone animato di 30minuti dal Regno Unito agliUsa. L'espan-siope mondiale del traffico Internet rad-doppia ogni due anni. La crescita delle co-municazioni a banda larga mobile è an-cor più rapida. Entro i12015 il traffico mo-bile in banda larga raggiungerà 1.500 mi-

Bardi di megabyte al mese.Alla fine spesso la soluzione ai proble-

mi è nella semplicità. Fino all'8o% dei co-sti degli investimenti nella banda larga so-no legati a nuovi scavi e a processi diauto'rizzazione farraginosi. Il riutilizzo di con-dutture o l'accelerazione delle autorizza-zioni potrebbe ridurre i costi del 30 percento. Queste opportunità van colte e laUe si impegna. Le esigenze non si fermanoa cavi e satelliti. Abbiamo bisogno anchedi capitale umano. Negli ultimi anni la ri-chiesta di specialisti in tecnologie dell'in-formazione e delle comunicazioni (Tic) èstata superiore al numero di laureati. En-tro il 2015 potrebbe esserci un surplus di700milaposti di lavoro nelle Tic.

Tuttavia,mentreperil9o% deinuovipo-sti di lavoro presto saranno necessarie al-meno conoscenze informatiche di base, il25% degli adulti in Europa non ha mai usa-.to Internet. Il rischio di esclusione socio-economicapotrebbe riguardare molte per-sone e queste opportunitàmancatenonpo-tranno che aumentare in futuro.

Gli imprenditori imp egnati a svilupparesul Web la prossima applicazione rivolu-zionaria sarebbero felici se non dovesserodistricarsi tra 27 diversi sistemi di licenze epagamento che tarpano le ali. Il mercatounico è il fiore all'occhiello dell'Europa, ecome ha sottolineato Mario Montinellare-lazione del 2010, oggi ne abbiamo più chemai bisogno. Per rilanciare l'economiadobbiamo estenderlo a nuovi settori. Co-me dimostra un recente studio, il completa-mento del mercato unico delle comunica-zioni elettroniche apporterebbe all'econo-mia europea fino a no miliardi di euro sup-plementari, pari all'o,8% del Pil. Bisognadare ai nostri mercati il massimo grado dicompetitività possibile e agli imprenditoriun mercato unico e comunicazioni elettro-niche standardizzate. Internet non devefarei paura enonlo possiamo ignorare, per-ché ne va del no s tro futura. È un' opp ortuni-tà per creare posti di lavoro e rafforzare iltessuto sociale. Internet è un potente sti-molo per un'economiastanca, oltre a costi-tuire una grande occasione per un cambia-mento dirotta in Europa.

Neelie Kroes è commissario europeo

.per l'agenda digitale

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Agenda digitale Pagina 14

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5'5 PATEG':`'á DI SVILUPPO

Puntare sulla ricerca per crescereMisure più efficaci e meno burocrazia a sostegno dell'innovazione

di Diana Bracco

a ,crescita, diffusa e sostenibile,deve essere oggi l'imperativo ditutti: Governo, imprese, forzesociali. E per tornare a crescere

è essenziale che Ricerca & Innovazio-ne vengano messe al centro di un Pro-gramma di sviluppo del Paese. Unastrategia che sappia valorizzare e po-tenziare le tante competenze esistenti,eliminare ritardi amministrativi e buro-cratici, far crescere l'attrattività inter-nazionale dell'Italia.

È importante elevare il contenuto diR&I in tutte le imprese (di ogni settore edimensione) e rafforzare le specializza-zioni tecnologiche attraverso grandiprogetti sovra-territoriali, che consoli-dino le filiere, promuovendo nel con-tempo la collaborazione tra imprese e si-stema pubblico della ricerca e la nascitadi nuove imprese hightech. Vaassicura-to un uso efficiente delle risorse pubbli-che, che vanno aumentate insieme aquelle private, e va attivato il sistema fi-nanziario privato. È questa la direzioneche ha tracciato l'Unione europea conla nuova strategia di Europa 2020.

Una strategia che - come Confmdu-striaha evidenziato datempo - deveba-sarsi su po chi strumenti chiari ed effica-ci. Alcune prime misure importanti so-no státe introdotte con il Decreto leggesulle semplificazioni; ora, è tempo diprocedere a un'iniziativa più comples-siva e radicale, che guardi alla Ricercae Innovazione in modo organico e non.si limiti a ridefmire le leggi di interven-to ma semplifichi anche le proceduredi valutazione e gestione. La riorganiz-zazione che il sistema delle imprese au-spica deve mirare a: ridurre il numerodegli strumenti puntando a rispondereprecisamente ai diversibisogni di inter-vento; semplificare e accorciare le pro-cedure in modo davelocizzare iproces-si (anche attraverso un massiccio utiliz-zo dell'e-government); uniformare glistrumenti a livello regionale e naziona-le, in modo da agevolare collaborazio-ni e interrelazioni tra diversi enti; e assi-curare piena integrazione e comple-mentarità con gli strumenti europei.

Si tratta di un intervento a costo zeroche, come Confindustria evidenzia datempo, potrebbe farcirecuperare posi-zioni nelle tante classifiche di competi-tività internazionale.

Il processo di semplificazione e ra-zionalizzazione degli strumenti a cui iMinisteri stanno lavorando dovreb-be, anche alla luce delle migliori espe-rienze degli altri Paesi, prevedere lacombinazione di uno strumento auto-matico (Credito d'imposta per R&I -sia per investimenti intra muros siaper commesse di R&I al sistema di ri-cerca pubblico e no profit) con unostrumento a selezione per i grandi pro-getti strategici e di uno strumento perfavorire le start up intervenendo sulseed e venture capital.

Per facilitare l'accesso concreto del-le imprese, in particolare Pini, è neces-sario inoltre prevedere anche per i pro-getti di R&I promossi construmentina-zionali e regionali uno strumento di ga-ranzia (es. Fondo di Garanzia) che supe-ri la necessità di fidejussioni per la ge-stione dei progetti finanziati. Va inoltreconsiderato parte attiva degli strumen-tia supporto dellaR&IilPublicprocure-ment per l'innovazione nelle sue appli-cazioni più ampie richiamate con forzain Europa 2020.

Per compiere rapidamente un impor-tante passo inavanti nella direzione del-la crescita bisogna fare un salto cultura-le e operare in una logica europea dive-ra partnership pubblico-privato. Le im-prese sono pronte e possono dare uncontributo concreto in questa fonda-mentale azione di razionalizzazione de-

gli strumenti di supporto alla R&I avvia-ta dal ministro dell'Istruzione, universi-tà e ricerca, Francesco Profumo e dalministro per lo Sviluppo economicoCorrado Passera. Il nostro sistema, in-fatti, ha provato sulla propria pelle tuttigli strumenti sperimentati in Italia nelcorso degli anni e conosce direttamen-te anche quelli degli altri Paesi in cuiopera. Lavorando insieme si potrà dav-vero e rapidamente rinnovare questoimportante tassello del sistema Paese ecostruire uno scenario chiaro che favo-risca il consolidamento e l'aumento de-gli investimenti in R&I, pubblici e priva-ti, unica vera strada per lo sviluppo.

Diana Bracco è presidentedel Progetto speciale "Ricerca & Innovazione

ed Expo 2015" di Confindustria

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Innovazione e ricerca Pagina 15

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ISTA Leopoldo Freyrie Presidente Cna.............................................................................................................................................................................................................................. -.......................................................................................

«Casa e città, una sola politica di recupero»Giorgio SantiniROMA

«In questo momento il ve-ro tema è un'alleanza fra pro-gettisti e costruttori che sia ca-pace di tenere insieme la que-stione del patrimonio abitati-vo con la questione urbana.Occorre una politica unicasul riuso che risponda da unaparte all'interesse del cittadi-no che vede rapidamente de-teriorati la qualità e il valoredella propria casa, dall'altraall'interesse generale dellosviluppo urbano».

Casa e città, valori immobi-liari e sviluppo urbano: ilpresi-dente del Consiglio nazionaledegli architetti, LeopoldoFreyrie, è convinto che si pos-sano tenere insieme con un Cna. Il presidente Leopoldo Freyrie

mix di politiche ambientali, distrumenti finanziari e di stru-menti urbanistici. È questomix di politiche che chiede alGoverno insieme all'Ance e al-la sua organizzazione di filie-ra, Federcostruzioni. Non ser-vono necessariamente stru-menti nuovi, possono funzio-nare anche molti strumentiuti-lizzati in passato purché indi-rizzati agli obiettivi del riuso,del risparmio energetico, del-la sicurezza antisismica.

«Faccio l'esempio - diceFreyrie - dei vecchi "contrattidi quartiere" che sono stati ri-lanciati nel nostro primo se-minario sul riuso urbano dalviceministro Ciaccia: dopoanni di strumentazione urba-nistica, finirono nel nulla, ma

sono ancora nella legge ed èsufficiente rivitalizzarli connuove risorse per farli funzio-nare ancora».

Ovviamente la sfida del riu-so non riguarda soltanto co-struttori e progettisti, che pu-re hanno animato l'iniziativa.

Nella seconda puntata delseminario sul riuso, che si ter-rà a Milano il zo-zi aprile, ci sa-rà Giuseppe Guzzetti, presi-dente dell'Acri, l'associazionedelle fondazioni bancarie, maci saranno anche la Cassa de-positi e prestiti, i comuni e laLegambiente. «Ecco appuntola necessità di una politicacomplessiva composta da am-biente, risparmio energetico,finanziamenti, urbanistica».

In questo percorso è neces-sario «rendere consapevoli icittadini dello stato in cui ef-fettivamente versa oggi il pa-trimonio immobiliare». Mol-ti cittadini comuni - diceFreyrie - «sono convinti di vi-vere in abitazioni conformi al-la normativa antisismica,mentre non è così».

Il compito dei professioni-sti sarà anche quello di diffon-dere questa consapevolezzapresso i cittadini e fornire datisullo stato reale delle abitazio-ni. Le politiche, nazionali e re-gionali, dovrebbero andare an-che in questa direzione.

«Questa consapevolezza -dice ancora Freyrie - che ri-guarda anche l'efficienza ener-getica degli edifici o il valoredella manutenzione o il temadella sicurezza, aiuta a conci-liare le politiche dell'abitazio-ne con quella del riuso della cit-tà e dello sviluppo urbano».

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Architetti Pagina 16

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Il project finartcirrg attribuisce ai prorrroCorz tutti i serr'i?i tranne lu custodia cleï detenuti

Piano carceri a caccia di privatiLa gestione troppo onerosa potrebbe scora 'are gli investitori

DI JULIA Gravi LANGOSCO

1 piano carceri c'è e dovràessere realizzato con il con-corso dei capitali privati.Ma l'interesse dei possibili

investitori è ancora tutto da di-mostrare anche perché le regoledel project financing consegna-no ai promotori non soltantol'onere della costruzione dellecarceri, ma altresì la loro gestio-ne, che in questo caso assumeuna complessità ben superiorerispetto per esempio ai parcheg-gi o gli ospedali. Molte le gare diproject financing per la realiz-zazione degli ospedali che sonoandate deserte. Il problema èla remunerazione del capitale.Nel caso delle carceri soltantola sorveglianza dei detenutiviene sottratta alla gestionedei privati secondo quanto pre-visto dall'articolo 43 della leg-ge in cui si parla di «equilibrioeconomico-finanziario dell'in-vestimento». Per assicurarlo alconcessionario è riconosciuta,a titolo di prezzo, una tariffaper la gestione della strutturacarceraria e dei servizi connes-si, a eccezione della «custodia».In pratica lo stato fornirà solola polizia penitenziaria. Tuttoil resto, cucine, pulizia, assi-stenza medica, infermieristica,attività formative, laboratori

per attività produttive e persi-no l'assistenza psicologica peril recupero sociale dei detenuti,insomma proprio tutto fuorchéi secondini, sarà responsabi-lità dei concessionari privati.Funzionerà? «A occuparsenepotrebbero essere le fondazionibancarie», ha suggerito Luigi LiGotti, in quota Italia dei Valori,ex sottosegretario alla giustizianel governo Prodi, con delegaproprio per il piano carceri.Ma le fondazioni bancarie han-no però già parecchia carne alfuoco con l'housing sociale, leresidenze per anziani e gli in-vestimenti per la ricerca scien-tifica e le erogazioni culturali.Si tratta di vedere se GiuseppeGuzzetti, appena riconfermatoalla presidenza dell'Acri, e glialtri esponenti del direttoriodelle Fondazioni riterranno difar rientrare un comparto bol-lente come quello delle carcerinegli investimenti istituzionalidelle loro rappresentate.

Il piano carceri è stato infilatofortunosamente nella legge sul-le liberalizzazioni, la n. 24 del2012, approvata giusto in tempoper garantire la chiusura parla-mentare della Settimana Santa.Ora che il decreto liberalizza-zioni è diventato legge, Li Got-ti continua a manifestare fortiperplessità. Il dispositivo per la

realizzazione di nuovi istituti dipena, indifferibili, parte in real-tà con lacci complessi. L'aspettopiù intricato riguarda proprio ilproject financing. Invocato neisempre più numerosi settori incui l'amministrazione pubblicanon riesce a trovare i fondi perrealizzare opere e servizi disua naturale competenza, nelcaso delle carceri ai privati ilpartenariato pubblico-privatoattribuisce compiti più delicatidi quelli che normalmente ac-compagnano questa soluzionefinanziaria. Gli assegnatari de-gli incarichi non si limiterannoa costruire edifici adeguati e agarantirne la conduzione e larispondenza nel tempo. Do-vranno provvedere a tutta lagestione carceraria. «Il proble-

ma», ha sostenuto Li Gotti, «stanell'ammortamento dell'inve-stimento, che ovviamente iprivati vogliono raggiungerein tempi ragionevoli». Presu-mibilmente assai prima delloscadere dei 20 anni previstiper la durata della gestionecarceraria in concessione. Al-trimenti non c'è remunerazio-ne del capitale. Ed è appunto laquestione della remunerazionedel capitale che più impensieri-sce Li Gatti. «Con un impegnogestionale così vasto», ha det-to, «comprensivo addiritturadella rieducazione sociale, dauna parte si crea una perico-losa commistione e dall'altrasi rende assai complesso per iconcessionari garantirsi la re-munerazione del capitale». Ilproblema della remunerazio-ne del capitale, in effetti, eragià emerso, quando lo stesso LiGatti aveva seguito la questio-ne carceraria con Prodi. Allora,come potenziale partner, percosì dire, privato, si era fattoavanti l'Inail, dotato di forte

Il carcere di San Vittore a Milano

liquidità. E adesso?© Riproduzione riservata

Supplemento a curadL SIMONETTA SCARANE

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Carceri Pagina 17

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Per cancellare una leggebisogna abrogarla due volte

di Giorgio Costa

ifapresto.adire abrogazio-ne, ma in Italia per cancel-

_. lare effettivamente, e nonsolo sulla carta, una norma ol-tre io anni non sono sufficienti.Basta scorrere la legge 35 (Sem-plificazioni, per l'appunto, pub-blicata sulla Gazzetta ufficialenumero 82, supplemento ordi-nario numero 69) e rendersiconto di una cosa all'apparenzaassurda. E cioè la necessità dicancellare due volte una normaper cancellarla davvero.

Per esempio il Dlgs 68/2001aveva cancellato l'articolo 4del regio decreto 3 gennaio1926 numero 126 in materia diorganico della Guardia di fi-nanza, eliminando, sulla carta,i poteri del comandante gene-rale in fatto di organizzazionedel personale. Sulla carta, per-ché lo stesso Dlgs prevedevasì l'abrogazione della normama a decorrere dall'entrata invigore di un nuovo regolamen-to organico del Corpo.

Naturalmente, il nuovo rego-lamento organico del Corponon ce l'ha fatta a vedere la lucenel breve lasso di tempo dito an-ni e allora il legislatore ha dovu-to abrogare una seconda voltala stessa norma (in attesa di unregolamento a questo puntoinutile, sembra di capire) perevitare «che nelle moredell'adozione del regolamento,

si alimentino sia il contenziosoche i dubbi già sorti in sede ap-plicativa».

Ma non finisce qui. ISopoaver imparato che per abroga-re una norma bisogna abrogar-la due volte, sempre in materiadi Guardia di finanza, si ap-prende che due abrogazioniimplicite dei commi 1, 2 e3dell'articolo 7 della legge833/1961 (in materia di anziani-tà dei finanzieri) operate dallalegge 53/1989 e dal Dlgs199/1995 non sono sufficienti,

Anche in questo caso, «perevitare l'insorgere di eventualidubbi in sede applicativa e il for-marsi di ulteriore contenzioso»la nuova legge sulla semplifica-zione opera finalmente, era evi-dentemente necessario, unaabrogazione espressa. Così cheavvocati e finanzieri capiscanobene la portata della norma e

nonpartano altri contenziosi.Sono queste solo due, le pri-

me due, delle 297 abrogazionieffettuate dalla legge 35; abro-gazioni che però, se volete vi-sionarle dipersona, nontrova-te nel corpo della legge manell'allegato A della medesi-ma legge che potrete comoda-mente scaricare, un pdf allavolta per 34 pagine, in non me-no di mezz'ora, cercando dinon perdere il filo delle pagineperché, ovviamente, il nume-ro del pdf non coincide conquello della pagina.

Nell'impossibilità per il gior-nalista di verificare in una solagiornata di lavoro tutte le nor-me semplificate (che vanno daobsoleti statuti di atenei a prov-videnze per i cittadini italianirimpatriati dalla Libia nel 1970,dallo smaltimento dei vini allasoppressione della delegazionepresso l'ambasciata italiana aWashington e dell'annessa se-zione acquisti) basti al lettoresapere che questa non è che l'ul-tima (e la più blanda, almenosotto il profilo dei numeri) diuna serie impressionante disfoltiture all'apparato normati-

vo italiano; nel 20o8 ilDln2 ave-va abrogato ben 3.370 disposi-zioni e, nello stesso anno, il Dl200 aveva cancellato altre28.889 tra norme e intere leggi.Poi, con il cosiddetto salva-leg-gi (Dlgs 179/09), tutte le normepubblicate anteriormente al1970 e non contenute nel prov-vedimeríto in questione sonostate oggetto di una abrogazio-ne automatica (cosiddetto effet-to ghigliottina).

Aseguito di questo interven-to, il totale delle leggi anteriorial197o rimaste invigore è dimi-nuito da circa 5omila a 2.400.Poi il Dlgs 212/2010 ha dispostol'abrogazione espressa di circa35mila atti di rango primario ein totale questi interventi disemplificazione hanno ridotto- come spiega l'Unita per laSemplificazione e la qualità del-la regolazione presso la presi-denza del Consiglio dei mini-stri - il numero delle leggi at-tualmente in vigore (sia ante-riori che posteriori al 1970) apoco più di iomila. Ma, per co-me lavora il Parlamento, sem-bra davvero la fatica di Sisifo.

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lA. FA L lt

Non sono bastatidieci anniper mandare in soffittala vecchia disciplinasugli organici della Gdf

Abrogazione normative Pagina 18

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BUSINESS MANCATI IL RUOLO DEL MEDIATORE, CHE DOVEVA SBLOCCARE LA LENTEZZA DELLA GIUSTIZIA, NON DECOLLA

Una media. scolasticaÈ boom dei (costosi) corsi eli preparazione. Avvocati soddisfatti per il mancato exploit, ma...Promozioni e pubblicità ingannevo-

li, l'illusione di rapidi e lauti gua-dagni, docenti chiamati in causasenza nemmeno saperlo. C'è an-

che questo nel business della formazioneper chi intende diventare mediatore nellecontroversie civili. In un anno gli enti for-matori accreditati dal ministero della Giu-stizia sono passati da una manciata a 270,quelli che provvedono alla mediazione dacirca 150 sono arrivati a quota 800. Infatti, per società e cittadini, da metà marzo

2011 il tentativo di conciliazione è obbli-gatorio in materie come respon-sabilità medica, eredità, contrat-ti bancari e assicurativi, patti difamiglia, locazioni. È da qui chesi deve passare prima di bussa-re alla porta del giudice. Obiet-tivo: sfoltire in tempi rapidi lamassa di cause civili dalla dura-

ta pluriennale (quelle pendentisono circa 6 milioni). Una levaben più efficace che la riformadell'articolo 18 dello Statuto deilavoratori, è il parere di molti.W ora ministro della Giustizia,Angelino Alfano, aveva parla-to di 1 milione di procedimentiche da giudiziali sarebbero pas-sati stragiudiziali. Dopo un an-no il bilancio appare assai piùmagro: 80 mila iscrizioni, di cui50 mila definite, di cui 17.800con le controparti che siedonoal tavolo, di cui meno di 9 milaconcluse con un accordo. In tut-ti gli altri casi la pratica è dovu-ta tornare dal giudice ordinario.A rilanciare la mediazione do-vrebbe ora essere l'allargamen-to dell'obbligatorietà alle liti dicondominio e rc auto. Un merca-

to da 300 mila cause annue, dicono. Quelche è più probabile appare l'ulteriore in-cremento del giro d'affari di chi prepara i

futuri mediatori o gestisce la conciliazione.Poi è prevista una selezione del mercato.Non sempre la qualità dei mediatori è sta-ta all'altezza. Mario Barbuto, presidentedella corte di appello di Torino e sostenito-re ante litteram della mediazione civile, laracconta così: «Ricordo una pubblicità ra-diofonica che spingeva sulla conciliazio-ne come opportunità di profitto peri giovani in cerca di lavoro. Mi ha

Lorenza Morello.Al centro,Maurizio de Tilla.In alto, Mario Barbuto

preoccupato. Ora, chepiaccia o no, la media-zione obbligatoria esistee cerca di espandersi. Inuna cosa, però, non va tra-sformata: in un puro business.Bisogna vigilare, specie sullaformazione, altrimenti ci vannodi mezzo i cittadini». La qualitàdei mediatori è decisiva, poichésempre di giustizia si parla.

TROPPA IMPROVVISAZIONEAllarmati sono anche gli enti dipiù lunga tradizione in campoformativo. Per Lorenza Morel-lo, fondatrice della società For-mamed e presidente dell'asso-ciazione Avvocati per la media-zione: « Laumento tumultuosodegli enti che hanno scopertola conciliazione nasconde deirischi. Esistono corsi a prez-zi stracciati, docenti che s'im-provvisano, spot che prometto-no carriere. E poi: il ministeroha vietato corsi online, eppurese ne trovano». Morello ha an-che inserito il proprio nome inliste di docenti in organismi a

lei sconosciuti. Si è venuti a sapere li le-zioni allestite in sottoscala, iniziative scher-mate da fondazioni che solo apparentemen-te non sono a scopo di lucro. La qualità puòfar desiderare anche tra chi alla fine operacome conciliatore. Su 800 enti accreditati,un centinaio è in grado di esercitare a li-velli qualitativi apprezzabili, appena quat-tro o cinque sono quelli che raggiungonola vetta più alta.Per questo suona un campanello di allar-me. Tra le proposte di formazione, se netrovano di costose, oppure di scontatissime.Alcune arrivano a 2.500-3 mila euro perallievo, altre precipitano a 150 euro. Questoquando, in media, il prezzo per affrontarele 50 ore standard di corso più quattro diesame finale si aggira tra 650 e 900 euro.Se costano troppo è perché si paga il do-cente di prestigio, oppure perché si vuolspillare soldi ai candidati (è sufficiente una

54. IL MONDO 13 aprile 2012

Mediazione Pagina 19

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La previsione di 1 milione di mediazioni aveva illuso. I difensori spiegano che il risultato era previstosolo dopo alcuni anni, includendo ricorsi obbligatori e volontari, accordi contrattuali e decisioni sudelega dei giudici (che invece sono oggi appena il 2% del totale). Nel computo c'erano inoltre liticondominiali e rc auto, poi stralciate e rinviate. II risultato dì 80 mila ricorsi sembra scarso: 15% inCampania , 12,3% in Lombardia , 9,7% in Emilia Romagna, 9% in Sicilia. Pochissimi i tentativiavviati in Trentino Alto Adige, Umbria, Molise, Valle d'Aosta, Sardegna. Dalla direzione generale distatistica del ministero della Giustizia fanno sapere che la mediazione «sotto il profilo culturale hafunzionato, anche se nella pratica il filtro per evitare il tribunale è ancora poco efficace». Il ritmo oggiè di 10 mila nuovi ricorsi al mese, ma con l'obbligatorietà per rc auto e liti di condomini è atteso unincremento. A febbraio 2012, il 77% dei totale delle mediazioni richieste è di tipo obbligatorio, il20% è volontario. Per il 20% si tratta di contenziosi su diritti reali, 12% locazioni, 9% contrattibancari, 8% contratti assicurativi. II valore medio della lite è di 93 .700 euro, con punte di 280 milaper le eredità e minimi di poche migliaia di curo per le locazioni. I tempi: se l'accordo non si raggiunge,

in media passano 69 giorni, mentre se l'accordo si trova ne trascorrono 57.

laurea triennale per partecipare). Se costa-no troppo poco, è facile immaginare chel'insegnamento possa lasciare a desidera-re. Al Nord, secondo l'Organismo unitariodell'avvocatura (Oua), una sessione che in-cassa 25 mila euro da una trentina di aspi-ranti mediatori, ne può costare agli orga-nizzatori 5 mila, procurando un guadagnodi 20 mila euro. Esagerato? «Sì», rispondeMorello, «sono fandonie, chi lavora in mo-do onesto riesce a malapena a pareggiare ibilanci. Non ci arricchiamo di certo».Il dicastero della Giustizia, oggi guida-to da Paola Severino, dispone di sole trepersone dedicate al controllo di chi operanel campo della mediazione, sicché non siriesce a fare molto. Parte degli accredita-menti sono stati autorizzati con il silenzio-assenso. «In futuro abbiamo intenzione diaumentare i filtri e le verifiche», fanno sa-pere al ministero. Per spiegare che cos'è e

come funziona la mediazione obbligatoria,i principali. operatori hanno adesso inten-zione di finanziare una campagna di co-municazione (si parla di una spesa di 1,2milioni). Intanto, avvertono, chi intendediventare mediatore dovrebbe diffidare dienti con docenti dai curricula incerti, pro-grammi dei corsi dilatati, accreditamento

raggiunto solo sull'onda dello sviluppo delsettore, da enti privi di background. Comedice l'avvocato forlivese Maria GabriellaDi Pentima, formatrice di lungo corso emediatore in tre enti: «Tanti comincianosenza avere un bagaglio giuridico e psico-logico. Penso all'ambito della responsabili-tà medica, complesso e delicato. In giro disicuro c'è dell'improvvisazione».Una volta portato a termine la formazione,i mediatori possono entrare in esercizio. Glielenchi di formatori ed enti di mediazionesono costituiti da ordini e studi professio-

nali, associazioni, società private e camere

di commercio. Chi ha il polso della situa-zione lamenta che è nei confronti di queste

ultime che giunge il maggior numero dilamentele riguardo alla qualità dell'opera.Gli ordini coinvolti sono soprattutto quelli

di commercialisti, avvocati e notai: ma so-no in realtà le iniziative private che copronoil grosso dell'offerta, alcune con diramazio-ni in tutt'Italia. Gli operatori hanno dovu-to tuttavia constatare che il boom di me-diazioni non c'è stato. Così una parte degliaddetti ai lavori ha rivisto i budget. Infat

ti, i mediatori guadagnano di più (bonusaggiuntivo fino al 30% della tariffa) solose la conciliazione va in porto, mentre seuna controparte non si presenta sono pre-visti sconti. Le tariffe, se gli organismi so-no pubblici, vanno da 65 a 9.200 euro se

la lite vale oltre 5 milioni.

TOGHE IN TRINCEAAnche se molti enti si dicono comunquesoddisfatti, nel 2011 il numero contenutodi conciliazioni ha portato acqua al muli-no degli avvocati, in maggioranza contra-

ri all'obbligo della mediazione, considera-ta costosa e dannosa per i cittadini. A farandare in collera le toghe è stato anche ilfatto che non è per forza necessario che uniscritto all'albo forense assista chi affrontauna conciliazione. In realtà, risulta che gliavvocati nell'85% dei procedimenti iscrit-ti siano presenti alle conciliazioni, anche se

i pasdaran del no sorvolano. La categoria,

a cominciare dal Consiglio nazionale fo-rense (Cnf) e dall'Oua, non fa che ripetereche l'obbligo va cancellato. Parlano di tra-dimento della giustizia, della sua privatiz-zazione, di arricchimenti e speculazioni. t,inoltre attesa la sentenza della Corte costi-tuzionale che stabilirà la legittimità del-la legge che ha introdotto l'obbligatorietà.Maurizio de Tilla, a capo dell'Oua, è tra ipiù tranchant: «La mediazione obbligatoriaha fallito, la formazione ha illuso, il mer-cato non c'è». Sono seguite manifestazionie scioperi. L'ultima minaccia ha riguarda-to i parlamentari iscritti all'ordine forense:«Siete indegni, cancellatevi dall'albo».

Franco Stefanoni

Mediazione Pagina 20