Upload
dinhhuong
View
243
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Controlli automatici
Complementi di automatica
Prof. Paolo Rocco ([email protected])
Politecnico di Milano
Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria
Introduzione
In queste lezioni verranno ripresi e approfonditi alcuni elementi di Automatica, con
particolare riferimento alla descrizione dei sistemi dinamici nel dominio del tempo e
della trasformata di Laplace
I concetti e metodi qui esposti consentono di modellare i sistemi fisici, studiarne le
proprietà, ed eventualmente progettare i relativi sistemi di controllo, prescindendo
dalla natura (meccanica, elettrica, idraulica, ecc..) del sistema in esame
Questa astrazione dal contesto fisico è consentita dalla introduzione del concetto
cardine di sistema dinamico
Prima di procedere a questa definizione è tuttavia utile richiamare gli elementi di un
problema di controllo e gli schemi di principio dei sistemi di controllo automatico
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [2]
Elementi di un problema di controllo
Un problema di controllo nasce nel momento in cui si vuole imporre ad un “oggetto”
un comportamento desiderato, per mezzo di opportune azioni esercitate sull’oggetto
stesso
Nel controllo automatico tali azioni vengono esercitate senza l’intervento dell’uomo
Gli elementi del problema di controllo sono quindi due:
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [3]
Sy° u y
d
Andamento desiderato
delle variabili controllate
Sistema sotto controllo
u: variabili di controllo
d: eventuali disturbi
y: variabili controllate
Posizione di un problema di controllo
Problema di controllo: determinare, ad ogni istante, il valore delle variabili di
controllo u in modo tale che le variabili controllate y
assumano un andamento quanto più possibile simile
all’andamento desiderato y°, qualunque siano, tra quelli
ritenuti ragionevoli, gli andamenti dei riferimenti y° e dei
disturbi d
Controllore: oggetto che determina ed esercita l’azione di controllo
Legge di controllo: criterio secondo cui agisce il controllore
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [4]
Sy° u y
d
Controllo in anello aperto e chiuso
Controllo in anello aperto: non viene eseguita alcuna misura sulle variabili del
sistema, oppure le eventuali variabili misurate, e
utilizzate nella legge di controllo, non dipendono dai
valori assunti dalla variabile di controllo u
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [5]
Sy° u y
d
C
Controllo in anello chiuso: l’azione di controllo viene esercitata sulla base di
misure di grandezze il cui valore dipende anche dal
valore assunto dalla variabile u
Sy° u y
d
C
feedforward
feedback
Sy° u y
d
C
Modellistica del sistema sotto controllo
Che tipo di modelli occorre usare per descrivere il comportamento del sistema
sotto controllo?
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [6]
Modelli statici?
Mu
y
K
D
u
y
KyKu
Modelli dinamici? yMyDyKu
Ruolo della dinamica
Consideriamo il caso di un nastro trasportatore.
Si vuole mantenere la portata in uscita costante a un dato valore, nonostante le
perdite, agendo sulla portata in ingresso.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [7]
È abbastanza evidente che a fronte di una variazione, per esempio di yo o delle
perdite p, se l’azione di controllo è troppo energica, il sistema diventa instabile.
Questo comportamento è catturato da un modello dinamico del sistema, che
tenga conto del ritardo esistente tra il comando di portata all’ingresso e la misura
di portata in uscita.
u y
p
v
C
yo
Il sistema dinamico
Un sistema dinamico si interfaccia con il “resto del
mondo” per mezzo di una serie di variabili, che
definiremo di ingresso, ed altre che definiremo di
uscita.
Definiamo di ingresso le variabili con cui dall’esterno si influenza il comportamento del
sistema, di uscita quelle che caratterizzano il comportamento del sistema e sulle quali
soffermiamo il nostro interesse (tipicamente perché costituiscono l’obiettivo del
controllo).
La relazione che sussiste tra variabili di ingresso e di uscita è di causa-effetto e non
ha nulla a che vedere con relazioni di afflusso ed efflusso di materia o energia (la
portata di uscita in un serbatoio può essere variabile di ingresso per il sistema, se per
esempio è comandata da una pompa).
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [8]
Su y
variabilidi ingresso
variabilidi uscita
L’ordine del sistema
E’ sufficiente descrivere il comportamento
dinamico di un sistema mediante relazioni
algebriche tra i suoi ingressi e le sue uscite?
Quasi sempre no per due motivi: occorre
conoscere i valori assunti dalle variabili di
ingresso a partire dall’istante iniziale ed occorre
conoscere una o più condizioni iniziali.
ingresso: u = i
uscita: y = v
C
i v
t
t
duC
tytytutyC
0
10
Occorre quindi conoscere il valore iniziale della tensione e
l’andamento della corrente dall’istante iniziale.
Il numero minimo di condizioni iniziali che occorre assegnare per
determinare tutte le uscite del sistema, noti gli andamenti degli
ingressi a partire dall’istante iniziale, prende il nome di ordine del
sistema: lo si indica con n .
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [9]
Su y
variabilidi ingresso
variabilidi uscita
Lo stato
Lo stato del sistema ad un dato istante riassume tutta la storia passata del
sistema fino a quell’istante ed è quindi quanto occorre conoscere per calcolare le
uscite da quell’istante in poi, noti gli ingressi.
Per quanto affermato sopra, lo stato si può esprimere per mezzo di n variabili,
indicate con i simboli x1, x2, ... , xn, che prendono il nome di variabili di stato.
Sia m il numero delle variabili di ingresso e p il numero di variabili di uscita.
Si introducono i tre vettori:
pmn y
y
y
u
u
u
x
x
x
2
1
2
1
2
1
,, yux
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [10]
Definizione di sistema dinamico
Introdotte le due funzioni vettoriali:
la formulazione vettoriale del sistema dinamico è la seguente :
tuuuxxxg
tuuuxxxg
tuuuxxxg
t
tuuuxxxf
tuuuxxxf
tuuuxxxf
t
mnp
mn
mn
mnn
mn
mn
,,...,,,,...,,
,,...,,,,...,,
,,...,,,,...,,
,,
,
,,...,,,,...,,
,,...,,,,...,,
,,...,,,,...,,
,,
2121
21212
21211
2121
21212
21211
uxg
uxf
tttt
tttt
,,
,,
uxgy
uxfx
p
mn
y
ux
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [11]
Il sistema dinamico: esempi
Induttore:
ingresso: u = v
uscita: y = i
var. di stato: x1 = i
Condensatore:
ingresso: u = i
uscita: y = v
var. di stato: x1 = v
L
i v
txty
tuL
tx
1
1
1
C
i v
txty
tuC
tx
1
1
1
dt
tdiLtv
dt
tdvCti
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [12]
Il sistema dinamico: esempi
Serbatoio:
ingresso: u = qi
uscita: y = h
var. di stato: x1 = h
Serbatoio con efflusso:
txty
tuA
txS
1
1
1
h
qi
AS
dt
tdhAtq Si
thkAdt
tdhAtq vSi
h
q
q
i
u
AS
Av
ingresso: u = qi
uscita: y = h
var. di stato: x1 = h
txty
tuA
txA
Aktx
SS
v
1
11
1
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [13]
Il sistema dinamico: esempi
Oscillatore meccanico:
ingresso: u = F
uscita: y = p
var. di stato: x1 = p, x2 = v
MF
p
K
D
txty
tutDxtKxM
tx
txtx
1
212
21
1
Pendolo:
mg
l
ingresso: u =
uscita: y =
var. di stato: x1 = , x2 = w
txty
tuml
txl
gtx
txtx
1
212
21
1sin
tKptDvtvMtF
tmgltmlt w sin2
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [14]
Il sistema dinamico: classificazioni
SISO (Single Input Single Output): sistemi per cui m=p=1
MIMO (Multiple Input Multiple Output): gli altri
Strettamente propri : sistemi in cui la funzione g non dipende dall’ingresso u
Propri: gli altri
Lineari : sistemi in cui tutte le equazioni di stato e tutte le trasformazioni di uscita
sono funzioni lineari delle variabili di stato e delle variabili di ingresso
Non lineari : gli altri
Tempo invarianti: sistemi in cui nessuna equazione dipende esplicitamente dal
tempo
Tempo varianti: gli altri
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [15]
Movimento
Assegnata una condizione iniziale all’istante t0:
e una funzione di ingresso a partire da t0:
definiamo:
movimento dello stato :
movimento dell’uscita:
00 xx t
0, tttt uu
nt x 00
,,
xx
uxfx
t
tttt
tttt ,,uxgy
tttt
tttt
,,
,,
uxgy
uxfx
p
mn
y
ux
Consideriamo un generico sistema dinamico;
pt y
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [16]
Equilibrio
I particolari movimenti costanti nel tempo, associati a ingressi costanti, prendono il
nome di equilibri.
Consideriamo un sistema tempo-invariante:
0, uxf
ttt
ttt
uxgy
uxfx
,
,
p
mn
y
ux
Assegniamo un ingresso costante:
uu t
Stato di equilibrio: tt ,: xxx
Uscita di equilibrio: tt ,: yyy
Ricerca degli stati di equilibrio:
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [17]
Equilibrio: esempi
Pendolo:
mg
l
01
sin
0
21
2
uml
xl
g
x
Se si hanno i punti
di equilibrio:0u
0
0
2
1
x
x
02
1
x
x
Oscillatore meccanico:
ingresso: u = F
uscita: y = p
var. di stato: x1 = p, x2 = v
MF
p
K
D
0
0
21
2
uxDxK
x
Si ha il punto di equilibrio:
02
1
x
K
ux
ingresso: u =
uscita: y =
var. di stato: x1 = , x2 = w
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [18]
Stabilità
La stabilità è la proprietà di un sistema di reagire a perturbazioni ritornando
alla condizione preesistente alla perturbazione, o quantomeno non
allontanandosene indefinitamente.
In questo corso adotteremo la definizione di stabilità alla Lyapunov.
In questa definizione:
la stabilità è una proprietà del singolo movimento
la perturbazione è assegnata sullo stato iniziale
Faremo riferimento esclusivamente a sistemi tempo invarianti.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [19]
Movimento nominale e perturbato
Consideriamo un sistema dinamico tempo invariante.
Sia:
x0n : stato iniziale nominale
x0p : stato iniziale perturbato
xn(t): movimento che origina da x0n con ingresso : movimento nominale
xp(t): movimento che origina da x0p con ingresso : movimento perturbato
tt uu
tu
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [20]
tu
Movimento stabile
Il movimento xn(t ) si dice stabile se:
e > 0, esiste un valore de > 0, tale che x0p che soddisfi la condizione:
ed np 00 xx
risulti:
.0, e ttt np xx
x
t
movimento
perturbato
movimento
nominale
x0n
e
de
Perturbando lo stato iniziale del
sistema il movimento
perturbato non si allontana
indefinitamente dal movimento
nominale
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [21]
Movimento instabile
Il movimento xn(t ) si dice instabile se non è stabile.
Perturbando lo stato iniziale del
sistema il movimento
perturbato può allontanarsi
indefinitamente dal movimento
nominale
x
t
movimento
perturbato
movimento
nominale
x0n
e
de
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [22]
Movimento asintoticamente stabile
Il movimento xn(t ) si dice asintoticamente stabile se è stabile e risulta:
e
d nppnpt
tt 000 :,0lim xxxxx
x
t
movimento
perturbato
movimento
nominale
x0n
e
de
Perturbando lo stato iniziale del
sistema il movimento
perturbato non si allontana
indefinitamente dal movimento
nominale e tende
asintoticamente ad esso
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [23]
Stabilità degli equilibri
La nozione di stabilità si applica anche agli stati di equilibrio (che sono movimenti
particolari).
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [24]
Pendolo fermo rivolto verso il basso:
Stato di equilibrio stabile (asintoticamente in presenza di attrito)
Pendolo fermo rivolto verso l’alto:
Stato di equilibrio instabile
Sistemi lineari tempo invarianti
Nei sistemi LTI (Lineari Tempo Invarianti) tutte le equazioni del sistema
sono lineari nelle variabili di stato e di ingresso.
tubtubtubtxatxatxatx
tubtubtubtxatxatxatx
tubtubtubtxatxatxatx
mnmnnnnnnnn
mmnn
mmnn
......
......
......
22112211
222212122221212
121211112121111
......
......
......
22112211
222212122221212
121211112121111
tudtudtudtxctxctxcty
tudtudtudtxctxctxcty
tudtudtudtxctxctxcty
mpmppnpnppp
mmnn
mmnn
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [25]
Sistemi lineari tempo invarianti
Definite quattro matrici:
pmpp
m
m
pnpp
n
n
nmnn
m
m
nnnn
n
n
ddd
ddd
ddd
ccc
ccc
ccc
bbb
bbb
bbb
aaa
aaa
aaa
21
22221
11211
21
22221
11211
21
22221
11211
21
22221
11211
,
,
DC
BA
Rappresentiamo il sistema LTI in forma vettoriale:
ttt
ttt
DuCxy
BuAxx
p
mn
y
ux
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [26]
Esempio di sistema LTI
Oscillatore meccanico:
MF
p
K
D
txty
tutDxtKxM
tx
txtx
1
212
21
1
0,01
1
0
,
10
DC
BA
MM
D
M
K
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [27]
Cambiamento di variabili di stato
In un sistema LTI, il passaggio da una rappresentazione in variabili di stato ad una
rappresentazione alternativa si ottiene sempre moltiplicando il vettore di stato
originario per una matrice (nn) non singolare:
ttt
ttt
DuCxy
BuAxx
Potremo quindi esprimere anche il vecchio vettore di stato in termini del nuovo
attraverso l’inversa della matrice T:
0det,ˆ TTxx tt
tt xTx ˆ1
Sostituendo questa espressione nelle equazioni che definiscono il sistema
dinamico in x, e premoltiplicando entrambi i membri dell’equazione vettoriale di
stato per la matrice T, si ottiene:
ttt
ttt
uDxCy
uBxAx
ˆˆˆ
ˆˆˆˆ
DDCTCTBBTATA ˆ,ˆ,ˆ,ˆ 11
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [28]
Una proprietà del sistema che non dipenda dalla
scelta delle variabili di stato si dice strutturale.
Equilibrio nei sistemi LTI
Consideriamo un sistema LTI:
ttt
ttt
DuCxy
BuAxx
con ingresso costante:
uu t
Gli stati di equilibrio sono soluzioni dell’equazione:
0 uBxA
Se la matrice A è non singolare si ha uno e uno solo stato di equilibrio:
uBAx 1
Pertanto:
uy s DBCA 1s guadagno statico
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [29]
Movimento nei sistemi LTI
Consideriamo un sistema LTI:
ttt
ttt
DuCxy
BuAxx
con ingresso:
0, ttuu
e stato iniziale:
00 xx
Vogliamo scrivere l’espressione del movimento dello stato e dell’uscita.
p
mn
y
ux
Ci occorre per questo una definizione matematica…
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [30]
Esponenziale di matrice
Siano date una matrice A e uno scalare .
Definiamo esponenziale di matrice :
!3!2!
3322
0
AAAI
AA
k
k
ke
AA AAA
AIAAA
A0 eed
d
!3!2!33
!22
3322232
nidiag i ,,1,ˆ 1 TATA
TTTT
TAAITTATTATTATI
A
ATA
iediage
ee T
1ˆ1
221
2111ˆ
!2ˆˆ
!2ˆˆˆ
1
La regola di derivazione è la stessa dell’esponenziale di scalare:
Se la matrice è diagonalizzabile:
l’esponenziale si calcola facilmente:
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [31]
Movimento nei sistemi LTI
Siamo ora in grado di scrivere le espressioni del movimento dello stato e dell’uscita:
tdeet
deet
t
tt
t
tt
DuBuCxCy
Buxx
AA
AA
0
0
0
0 Formula di Lagrange
Le espressioni si giustificano facilmente per sostituzione diretta nelle equazioni del
sistema, tenendo conto della formula di derivazione sotto segno di integrale:
ttdtdt
ddt
dt
dt
t
t
t
,,,
00
dove come funzione va presa la seguente:
BuA tet
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [32]
Moto libero e forzato
Le espressioni del movimento (moto) dello stato e dell’uscita si possono suddividere
in due componenti:
Moto libero
Dipende dallo stato iniziale
Non dipende dall’ingresso
tdeet
deet
t
tt
t
tt
DuBuCxCy
Buxx
AA
AA
0
0
0
0
Moto forzato
Non dipende dallo stato iniziale
Dipende dall’ingresso
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [33]
Stabilità nei sistemi LTI
La stabilità alla Lyapunov è una proprietà dei singoli movimenti.
In generale non è estendibile all’intero sistema.
Consideriamo ora un sistema LTI:
.0, 0xxxAx dddd tt
.:,: 000 npnp ttt xxxxxx dd
con:
ttt BuAxx
.0,
,0,
0
0
pppp
nnnn
ttt
ttt
xxuBAxx
xxuBAxx
e un movimento nominale e il corrispondente movimento perturbato:
Sottraendo membro a membro le equazioni si ha:
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [34]
Stabilità nei sistemi LTI
.0, 0xxxAx dddd tt
L’analisi di stabilità di qualunque movimento nominale del sistema LTI
conduce quindi sempre allo studio delle soluzioni dell’equazione:
al variare della condizione iniziale.
Il risultato di questa analisi è ovviamente lo stesso qualunque sia il
movimento xn di cui si studia la stabilità.
Quindi:
in un sistema dinamico LTI i movimenti sono tutti stabili, o tutti instabili o tutti
asintoticamente stabili.
Si può allora parlare di stabilità del sistema.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [35]
Stabilità nei sistemi LTI
.0, 0xxxAx dddd tt
Le soluzioni dell’equazione:
sono i moti liberi del sistema:
La stabilità dipende quindi solo dalla matrice A.
Inoltre:
se tutti i moti liberi sono limitati il sistema è stabile
se tutti i moti liberi sono limitati e tendono asintoticamente a zero il
sistema è asintoticamente stabile
se almeno un moto libero non è limitato il sistema è instabile
0xx A dd tet
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [36]
Stabilità e autovalori
Studiamo i moti liberi del sistema:
0xx A dd tet
nell’ipotesi semplificativa in cui la matrice A sia diagonalizzabile:
nidiag i ,,1,ˆ:0det, 1 TATATT
dove i sono gli autovalori della matrice A.
In questo caso risulta:
01
0
ˆ10
ˆ
0
2
1
1
TxTTxTxxx AATA
t
t
t
tTttl
ne
e
e
eeet
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [37]
Stabilità e autovalori
I moti liberi sono quindi combinazioni lineari delle funzioni:
tie
modi del sistema
in presenza di un autovalore non reale, si ha:
iiii
iittjtt
tjteeee iiii
Im,Re
,sincos
In questo caso ovviamente il termine immaginario si eliderà con quello
associato al complesso coniugato.
Avremo quindi i termini:
te
e
it
t
i
i
cos
con i, i numeri reali.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [38]
Stabilità e autovalori
te
e
it
t
i
i
cos
Possiamo fare le seguenti considerazioni:
se tutti gli autovalori di A hanno parte reale negativa (i < 0), tutti gli
esponenziali sono limitati nel tempo e tendono a zero, mono-
tonicamente se i = 0, oscillando se i ≠ 0
se tutti gli autovalori di A hanno parte reale negativa o nulla (i ≤ 0), e
vi è almeno un autovalore a parte reale nulla, tutti gli esponenziali sono
limitati nel tempo ma quelli associati agli autovalori a parte reale nulla
non convergono a zero, rimanendo costanti per i = 0, e oscillando
permanentemente se i ≠ 0
se esiste almeno un autovalore di A a parte reale positiva (j > 0), c’è
almeno un termine esponenziale che diverge (non è limitato nel tempo)
modi:
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [39]
Criterio degli autovalori
Sulla base della precedente discussione si possono trarre le seguenti
conclusioni (valide per matrice A diagonalizzabile).
Un sistema dinamico LTI è:
asintoticamente stabile: se e solo se tutti gli autovalori di A hanno parte
reale negativa
stabile:se e solo se tutti gli autovalori di A hanno parte reale negativa o
nulla e ne esistono a parte reale nulla
instabile: se e solo se esistono autovalori di A a parte reale positiva
L’analisi di stabilità di un sistema LTI si conduce quindi studiando la
posizione nel piano complesso degli autovalori della matrice A.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [40]
Stabilità e cambio di variabili di stato
A seguito di un cambiamento di variabili di stato descritto da una matrice
di trasformazione T , la matrice A del sistema si trasforma secondo una
relazione di similitudine:
Poiché matrici simili hanno gli stessi autovalori, la stabilità è del tutto
indipendente dalla scelta delle variabili di stato, ossia è una proprietà
strutturale del sistema dinamico.
1ˆ TATA
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [41]
Matrice A non diagonalizzabile
Se la matrice A non è diagonalizzabile, può essere messa in relazione di
similitudine con una forma canonica (forma di Jordan).
Definiamo:
Con la forma di Jordan si dimostra che se vi sono autovalori multipli a
parte reale nulla (e non vi sono autovalori a parte reale positiva), il
sistema è instabile se per almeno uno degli autovalori a parte reale nulla
la molteplicità geometrica è inferiore alla molteplicità algebrica
molteplicità algebrica di un autovalore : molteplicità con cui l’autovalore è
radice del polinomio caratteristico
molteplicità geometrica di un autovalore : numero di autovettori linearmente
indipendenti associati all’autovalore
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [42]
Matrice A non diagonalizzabile
Esempio:
00
10A
Autovalore = 0
Molteplicità algebrica = 2
Molteplicità geometrica = 1
2A
0
*v
un solo autovettore
lin. indipendente
Il sistema è quindi instabile. Infatti:
10
1
00
00
00
0
10
01
!3!2
3322 ttttte t
AAAIA
02
0201
0x
txxet t
l xx AÈ sufficiente scegliere lo stato iniziale con
componente x02 diversa da zero per
generare un moto libero non limitato
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [43]
Stabilità: analisi della matrice A
Esistono alcuni semplici criteri per studiare la stabilità di un sistema, nota
la matrice A, senza calcolarne gli autovalori.
1) Se A è triangolare, gli autovalori sono sulla diagonale della matrice (e
quindi l’analisi di stabilità è immediata)
2) Se la traccia di A è positiva o nulla il sistema non è asintoticamente
stabile ed è senz’altro instabile se la traccia è positiva.
Infatti:
n
i
i
n
i
i
11
Retr A
3) Se il determinante di A è nullo il sistema non è asintoticamente stabile.
Infatti:
n
i
i
1
det A
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [44]
Analisi del polinomio caratteristico di A
Conclusioni circa la stabilità del sistema si possono trarre anche
dall’analisi del polinomio caratteristico della matrice A.
nnnn 2
21
10AI
Condizione necessaria affinché il sistema sia asintoticamente stabile è
che tutti i coefficienti del polinomio siano non nulli e dello stesso segno.
123
123
123
non asintoticamente stabile
non asintoticamente stabile
non si possono trarre conclusioni
Esiste anche una condizione necessaria e sufficiente…
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [45]
Criterio di Routh
Si consideri di nuovo il polinomio caratteristico della matrice A.
nnnn 2
21
10AI
Costruiamo la tabella di Routh:
321
321
321
531
420
righe1
lll
kkk
hhhn
coefficienti di presi uno sì e uno no
altri coefficienti di
1
111
11
11
1
det1
k
khh
kk
hh
kl i
i
i
i
i
regola per formare la generica riga sulla
base delle due precedenti:
Condizione necessaria e sufficiente affinché il sistema sia asinto-
ticamente stabile è che tutti gli elementi della prima colonna siano non
nulli e dello stesso segno.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [46]
Criterio di Routh: esempio 1
Tabella di Routh:
elementi della prima colonna tutti positivi
254 23
1
21
024
051
h
kk
224
det1
004
01det
4
1,5.4
24
51det
4
1
2111
21
kkkh
kk
calcolo dei coefficienti:
Quindi:
2
05.4
024
051
sistema asintoticamente stabile
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [47]
Criterio di Routh: esempio 2
Tabella di Routh:
elementi della prima colonna tutti positivi
calcolo dei coefficienti:
Quindi:
sistema asintoticamente stabile
a 234 2
1
21
21
012
11
l
hh
kk
a
ahh
kk
hl
kkha
a
kkkh
aa
kk
21
21
11
112
2111
21
det1
00
02det
1,41
5.0
25.012det
1
02
1det
2
1,5.0
12
11det
2
1
a
a
a
a
041
5.0
012
11
4
10 a
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [48]
Stabilità degli equilibri
Si consideri un sistema non lineare tempo invariante di equazioni di stato :
In corrispondenza dell’ingresso costante esista lo stato di equilibrio .
ttt uxfx ,
u x
Come si studia la stabilità dello stato di equilibrio?
Un modo prevede di passare dal sistema linearizzato…
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [49]
Sistema linearizzato
Dato il sistema non lineare:
ttt
ttt
uxgy
uxfx
,
,
p
mn
y
ux
consideriamo l’equilibrio caratterizzato da:
tttt yyxxuu ,,
Il comportamento del sistema nell’intorno dello stato di equilibrio è
approssimabile con il sistema linearizzato:
ttt
ttt
uDxCy
uBxAx
ddd
ddd.
xxx d tt uuu d tt
yyy d tt
dove:
uxuxuxux u
gD
x
gC
u
fB
x
fA
,,,,
,,,
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [50]
Stabilità degli equilibri
Si consideri dunque la matrice A del sistema linearizzato nell’intorno dello
stato di equilibrio:
uxx
fA
,
Si dimostrano i seguenti risultati:
Se la matrice A ha tutti autovalori a parte reale negativa (ossia se il
sistema linearizzato è asintoticamente stabile) lo stato di equilibrio è
asintoticamente stabile
Se la matrice A ha almeno un autovalore a parte reale positiva lo stato
di equilibrio è instabile
Se la matrice A ha autovalori a parte reale nulla e non ne ha a parte
reale positiva, occorrono approssimazioni del sistema dinamico di ordine
superiore rispetto al sistema linearizzato.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [51]
Funzione di trasferimento
Si consideri un sistema LTI :
È noto che una rappresentazione alternativa del sistema si ottiene
introducendo i vettori U(s) e Y(s), rispettivamente vettori delle trasformate
di Laplace degli ingressi e delle uscite del sistema dinamico.
ttt
ttt
DuCxy
BuAxx
u(t)
y(t)
U(s)
Y(s)
eq. differenziali eq. algebriche
trasformata
antitrasformata
Assunto lo stato iniziale del sistema nullo, il legame tra i due vettori è
espresso dalla funzione di trasferimento (matrice pm):
DBAICG 1
nss
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [52]
Invarianza della funzione di trasferimento
Si supponga di effettuare un cambiamento di variabili di stato :
Il sistema nelle nuove variabili di stato ha come matrici:
Calcolando la funzione di trasferimento per il nuovo sistema:
0det,ˆ TTxx tt
DDCTCTBBTATA ˆ,ˆ,ˆ,ˆ 11
ss
ss
sss
n
nn
n
GDBAIC
DTBTAITCTDTBTAITCT
DTBTATTTCTDBAICG
1
111111
11111 ˆˆˆˆˆ
si conclude che l’espressione della funzione di trasferimento non muta al
variare della rappresentazione di stato, ed è quindi proprietà strutturale
del sistema dinamico.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [53]
Calcolo della funzione di trasferimento
Dal sistema (SISO) in t ...
tdutxctxctxcty
tubtxatxatxatx
tubtxatxatxatx
tubtxatxatxatx
nn
nnnnnnn
nn
nn
...
...
...
...
2211
2211
222221212
112121111
… al sistema in s
sdUsXcsXcsXcsY
sUbsXasXasXassX
sUbsXasXasXassX
sUbsXasXasXassX
nn
nnnnnnn
nn
nn
...
...
...
...
2211
2211
222221212
112121111
Si risolve il sistema in s: sU
sYsG funzione di trasferimento
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [54]
Struttura della funzione di trasferimento
sD
sNsG
La funzione di trasferimento è razionale (rapporto di polinomi):
Numeratore:
Grado n se sistema non strettamente proprio
Grado < n se sistema strettamente proprio
Denominatore: Grado n (coincide con polinomio caratteristico di A)
Tutto a meno di cancellazioni nel formare la funzione di trasferimento
Poli: radici del denominatore (in numero = n) ≡ autovalori della matrice A
Zeri: radici del numeratore (in numero ≤ n)L’analisi di stabilità può essere
condotta anche sui poli della f.d.t.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [55]
Rappresentazioni della f.d.t.
nnn
nnn
ss
ss
sD
sNsG
1
1
110 Coefficienti di numeratore e
denominatore
ii
ii
ps
zssG
: costante di trasferimento
zi: zeri (eventualmente c.c.)
pi: poli (eventualmente c.c.)
ww
ww
i inpinpipii
inzinzizi
ii
ssps
sszssG
22
22
2
2 wnzi: pulsazioni naturali zeri c.c.
zi: smorzamenti zeri c.c.
wnpi: pulsazioni naturali poli c.c.
pi: smorzamenti poli c.c.Im
Re
w
w
cos()
n
n pulsazione naturale e smorzamento
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [56]
Rappresentazioni della f.d.t.
ii
ii
g sT
s
ssG
1
1
w
w
w
w
i inpinpi
pii
i inzinzi
zii
gs
ssT
sss
ssG
2
2
2
2
211
211
: guadagno
g: tipo
Ti, i: costanti di tempo (event. c.c.)
Il tipo g (numero intero) conta il numero di poli
(se positivo) o di zeri (se negativo) in s = 0.
ss
DGsG
BCA 1
00lim
Se g = 0 risulta:
Il guadagno della f.d.t. coincide con
il guadagno statico del sistema.
Rappresentazione con solo
parametri reali
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [57]
Esempi di sistemi del 1° ordine
sT
sG
1
Im
Re
1/T
T > 0
y
tT
T > 0Risposte allo scalino
sT
ssG
1
Im
Re
1/T
t
y
T
/T
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [58]
Esempi di sistemi del 2° ordine
22
2
2 nn
n
sssG
ww
w
Im
Re
w
w
cos()
n
n
y
2
t
T = 2wn
1e w t
n
*
1e w t
n
yM
Risposte allo scalino
21 11 sTsT
sG
Im
Re
1/T1 1/T2
t
y
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [59]
Dinamiche nascoste
Nel formare l’espressione della funzione di trasferimento a partire dalle
matrici del sistema dinamico espresso nel dominio del tempo, possono
intervenire cancellazioni tra termini a numeratore e denominatore.
Esempio 1
21
212
11
32
2
xxy
uxxx
xx
1
3
12
23
sss
ss G
Esempio 2
2
22
211
xy
uxx
uxxx
1
1
1
12
ss
ss G
In questi sistemi ci sono
dinamiche nascoste, che
non compaiono nel legame
ingresso-uscita.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [60]
Raggiungibilità e osservabilità
La presenza di dinamiche nascoste in un sistema, che non si
manifestano nel legame ingresso-uscita, può essere formalizzata
ricorrendo alla teoria della raggiungibilità e dell’osservabilità.
Raggiungibilità
Un sistema dinamico lineare tempo invariante è (completamente)
raggiungibile se è possibile trasferire lo stato del sistema dall’origine a
qualsiasi punto in n, con un’opportuna scelta dell’ingresso, in un tempo
finito arbitrario.
Osservabilità
Un sistema dinamico lineare tempo invariante è (completamente)
osservabile se qualunque sia il vettore in n che costituisce lo stato
iniziale, l’uscita libera che origina da tale punto differisce, su qualunque
intervallo di tempo finito arbitrario, dall’uscita identicamente nulla.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [61]
Scomposizione canonica
Un qualsiasi sistema LTI può essere messo, con un opportuno
cambiamento di variabili di stato, in una forma canonica, in cui sono
poste in evidenza quattro parti, raggiungibili e no, osservabili e no,
eventualmente vuote.
Scomposizione canonica di Kalman:
u
RO
yRO
RO
RO
Nel percorso tra ingresso e uscita del sistema interviene solo la parte
raggiungibile ed osservabile del sistema, ovvero la funzione di
trasferimento del sistema coinvolge solo la parte raggiungibile ed
osservabile.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [62]
Test di raggiungibilità
Si costruisca la matrice di raggiungibilità (a n righe e nm colonne):
BABAABBK 12 nr
Il sistema è completamente raggiungibile se e solo se la matrice di
raggiungibilità Kr ha rango n.
Se il sistema è a singolo ingresso (m=1), il test si riduce a verificare che
la matrice Kr sia non singolare.
Esempio 1
Esempio 2
0det11
00
rr KABBK
0det11
01
rr KABBK
non raggiungibile
raggiungibile
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [63]
Test di osservabilità
Si costruisca la matrice di osservabilità (a n righe e np colonne ):
Il sistema è completamente osservabile se e solo se la matrice di
osservabilità Ko ha rango n.
Se il sistema è a singola uscita (p=1), il test si riduce a verificare che la
matrice Ko sia non singolare.
Esempio 1
Esempio 2
osservabile
non osservabile
TnTTTTTT
o CACACACK12
0det33
12
o
TTTo KCACK
0det11
00
o
TTTo KCACK
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [64]
Raggiungibilità e cambio di variabili
Si supponga di effettuare un cambiamento di variabili di stato:
0det,ˆ TTxx tt
La matrice di raggiungibilità per il sistema nelle nuove variabili di stato
sarà quindi:
rn
nr
TKBABAABBT
TBTATTATTATTBTATTATTBTATTB
BABABABK
12
111111
12 ˆˆˆˆˆˆˆˆ
Poiché T è non singolare, il rango di coincide con il rango di Kr.
Pertanto il sistema nelle nuove variabili di stato è completamente
raggiungibile se e solo se lo è quello nelle variabili di stato originarie,
ovvero la raggiungibilità è proprietà strutturale.
rK̂
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [65]
Osservabilità e cambio di variabili
Si supponga di effettuare un cambiamento di variabili di stato :
0det,ˆ TTxx tt
La matrice di osservabilità per il sistema nelle nuove variabili di stato sarà
quindi:
Poiché T è non singolare, il rango di coincide con il rango di Ko.
Pertanto il sistema nelle nuove variabili di stato è completamente
osservabile se e solo se lo è quello nelle variabili di stato originarie,
ovvero l’osservabilità è proprietà strutturale.
oTTnTTTTTTT
TTTTTTTTTTT
TTTTTTTTTTTTTTT
TnTTTTTTo
KTCACACACT
CTTATTATTAT
CTTATTATCTTATCT
CACACACK
12
12 ˆˆˆˆˆˆˆˆ
oK̂
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [66]
Realizzazione
Si definisce realizzazione la scrittura di un sistema dinamico nel dominio
del tempo (equazioni di stato e trasformazioni di uscita) che ammetta
come funzione di trasferimento quella data.
È evidente che il problema di realizzazione ammette infinite soluzioni.
Tra tutte le soluzioni, quelle nelle quali la matrice A ha dimensioni uguali
al denominatore della funzione di trasferimento prendono il nome di
realizzazioni minime.
Le realizzazioni minime sono costituite da sistemi dinamici LTI
completamente raggiungibili e osservabili.
ttt
ttt
DuCxy
BuAxx
sG
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [67]
Forma canonica di controllo
Data la f.d.t. di un sistema SISO strettamente proprio:
La forma canonica di raggiungibilità (anche nota come forma canonica di
controllo) è la seguente realizzazione minima:
12
21
1
122
11
asasasas
bsbsbsbsG
nn
nn
n
nn
nn
n
n
bbbb
aaaa
321
321
,
1
0
0
0
,
1000
0100
0010
C
BA
Questa forma canonica è
sempre raggiungibile per
costruzione.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [68]
Forma canonica di osservazione
Data la f.d.t. di un sistema SISO strettamente proprio:
La forma canonica di osservabilità (anche nota come forma canonica di
osservazione) è la seguente realizzazione minima:
12
21
1
122
11
asasasas
bsbsbsbsG
nn
nn
n
nn
nn
Questa forma canonica è
sempre osservabile per
costruzione. .1000~
,~
1000
010
001
000
~3
2
1
3
2
1
C
BA
nn b
b
b
b
a
a
a
a
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [69]
Dualità
Dato un sistema SISO strettamente proprio di matrici (A, B, C), la sua
funzione di trasferimento, scalare, coinciderà ovviamente con la sua
trasposta:
TTn
T
TTn
TT
nT
n
s
sssGssG
CAIB
CAIBBAICBAIC
1
11
TTT BCCBAA ~
,~
,~
BAIC~~~ 1
nssG
Posto allora:
risulta:
(sistema duale)
Il sistema duale è quindi una realizzazione alternativa della f.d.t.
La forma canonica di osservazione è il sistema duale della forma
canonica di controllo.
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [70]
Passaggio in forma canonica
Dato un sistema raggiungibile, come effettuare il cambiamento di variabili
di stato per portarlo in forma canonica di controllo?
Algoritmo
Data (A,B) coppia raggiungibile:
Calcolare
Ricavare la coppia ( ) dai coefficienti ai
Calcolare le matrici di raggiungibilità
Calcolare
122
11det asasasass n
nn
nn
AI
BA ˆ,ˆ
rr KK ˆe
1ˆ rr KKT
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [71]
Passaggio in forma canonica - esempio
Calcolo polinomio caratteristico:
1
0
0
,
201
101
011
BA
1331221
201
11
011232
sssssss
s
s
s
s AI
Calcolo forma canonica di controllo:
1
0
0
ˆ,
331
100
010
ˆ BA
Calcolo matrici di raggiungibilità:
631
310
100
ˆˆˆˆˆˆ,
421
210
10022 BABABKBAABBK rr
Calcolo matrice T:
110
011
001
001
012
120
631
310
100
ˆ 1rr KKT
Controlli automatici – Complementi di automatica - P. Rocco [72]