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CIRCOLO DIDATTICO “G. CAPPONI” - CATANIA Conosciamo le pietre e i minerali del nostro ambiente CON IL CONTRIBUTO DEL MIUR NELL’AMBITO DEI PROGRAMMI PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA SCIENTIFICA “Le rocce non rendono accetta la terra al contadino che lavora i campi, ma a coloro che mietono raccolti d’altro tipo - l’artista, il poeta, il camminatore , lo studente, l’amante di tutte le cose primitive che si trovano in natura.The friendly Rocks, John Burroughs (1837- 1921) naturalista e poeta americano

Conosciamo le pietre e i minerali del nostro ambiente...Particelle di rocce, minerali, conchiglie e ossa di creature marine si depositano a strati e poi nel corso dei secoli si solidificano

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CIRCOLO DIDATTICO “G. CAPPONI” - CATANIA

Conosciamo le pietre e i minerali del nostro ambiente

CON IL CONTRIBUTO DEL MIUR NELL’AMBITO DEI PROGRAMMI PER LA

DIFFUSIONE DELLA CULTURA SCIENTIFICA

“Le rocce non rendono accetta la terra al contadino che lavora i campi, ma a coloro che mietono raccolti d’altro tipo - l’artista, il poeta, il camminatore , lo studente, l’amante di tutte le cose primitive che si trovano in natura.”

The friendly Rocks,

John Burroughs (1837- 1921)

naturalista e poeta americano

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DOPO QUESTA OMOGENEIZZAZIONE LA TERRA SI RAFFREDDÒ LENTAMENTE

E GLI ELEMENTI CHIMICI MENO LEGGERI SI COMBINARONO PER FORMARE

DEI MINERALI CHE SOTTO L'EFFETTO DELLE FORZE GRAVITAZIONALI SI

RAGGRUPPARONO SECONDO LA LORO DENSITÀ PER FORMARE IL NUCLEO, IL

MANTELLO E LA CROSTA TERRESTRE.

LA TERRA È COSÌ DIVENTATO UN PIANETA DIFFERENZIATO.

NESSUNO È STATO TESTIMONE DEGLI AVVENIMENTI STRAORDINARI CHE SI SONO

SVOLTI ATTORNO AL SOLE NASCENTE CIRCA 4,5 MILIARDI DI ANNI FA.

TUTTAVIA GLI SCIENZIATI SONO GIUNTI A RICOSTRUIRE QUEGLI AVVENIMENTI E A

RINTRACCIARE LA STORIA PRIMITIVA DEL NOSTRO PIANETA.

LA TERRA IN FORMAZIONE ERA

CALDA E SI RISCALDÒ ANCOR PIÙ

POICHÉ RACCHIUDEVA ELEMENTI

RADIOATTIVI, I QUALI PER

DISGREGAZIONE LIBERARONO

CALORE E DETERMINARONO LA

FUSIONE E L’OMOGENEIZZAZIONE

DI TUTTO IL PIANETA.

LA TERRA SI È FORMATA INIZIALMENTE

ATTRAVERSO L'AGGREGAZIONE DI POLVERI

IN PICCOLI CORPI CHIAMATI PIANETINI, POI

PER ASSEMBRAMENTO GRAVITAZIONALE.

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“Di roccia in roccia. Conosciamo le pietre e i minerali del nostro ambiente”

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LA CROSTA

TERRESTRE

Esistono due tipi di crosta, che sono diverse sia per la natura e la struttura

delle rocce che li costituiscono, sia per l'età, sia per il livello medio della loro

superficie.

La CROSTA CONTINENTALE o SIAL perché formata prevalentemente da

minerali di SILICIO e di ALLUMINIO comprende sia la piattaforma

continentale, sia parte della vicina scarpata continentale (la parte che scende

in mare) ed è composta da rocce magmatiche, metamorfiche e sedimentarie.

La CROSTA OCEANICA o SIMA, costituita da minerali di SILICIO e di

MAGNESIO costituisce la base dei bacini oceanici e presenta una struttura a

strati molto costante.

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IL LIVELLO MEDIO DELLA SUPERFICIE DELLA CROSTA CONTINENTALE

SUPERA DI OLTRE 4000 METRI QUELLO DELLA CROSTA OCEANICA.

LA TERRA È NATA PIÙ DI QUATTRO MILIARDI DI ANNI FA ED È PASSATA

MOLTO LENTAMENTE DALLO STATO GASSOSO A QUELLO SOLIDO.

AVEVA CIRCA UN MILIARDO DI ANNI QUANDO COMINCIÒ A PRENDERE UNA

STRUTTURA A STRATI, SIMILE AD UNA CIPOLLA: IL FERRO FUSO ANDÒ A

FORMARE UN NUCLEO INTERNO, DOTATO DI CALORE, E I MATERIALI PIÙ

LEGGERI SI RACCOLSERO VERSO L’ESTERNO, RAFFREDDANDOSI E

FORMANDO UNA CROSTA, CIOÈ L’INVOLUCRO ESTERNO.

TRA IL NUCLEO E LA CROSTA SI FORMÒ UNO STRATO DI TRANSIZIONE,

CHIAMATO MANTELLO.

LA CROSTA E IL MANTELLO FORMANO LA LITOSFERA.

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LA “DERIVA DEI CONTINENTI" È UNA

TEORIA GEOLOGICA, ELABORATA DAL

GEOFISICO TEDESCO ALFRED WEGENER,

SECONDO LA QUALE 200 MILIONI DI ANNI

FA, LE TERRE FORMAVANO UN UNICO

BLOCCO , CHIAMATO PANGEA,

CIRCONDATO DALLA PANTALASSA, UN

UNICO OCEANO.

LA PANGEA SI SPEZZÒ IN DUE GRANDI

BLOCCHI, CHE DIEDERO POI ORIGINE

AI CONTINENTI: LA PARTE

MERIDIONALE, GONDWANA, E LA PARTE

SETTENTRIONALE, LAURASIA.

QUESTI LENTAMENTE SI

ALLONTANARONO L'UNO DALL'ALTRO

FINO A RAGGIUNGERE LA DISPOSIZIONE

ATTUALE.

Per molti decenni la teoria della deriva dei continenti di

Wagener non incontrò molti consensi. Fu ripresa negli anni

sessanta, quando le nuove tecnologie consentirono di

ampliare le conoscenze sui fondali oceanici.

Con le ecosonde si è tracciata una mappa delle immense

dorsali oceaniche e si è elaborata la teoria della “

TETTONICA A ZOLLE o A PLACCHE”, secondo la quale la

litosfera risulta suddivisa in sei zolle principali:

euroasiatica, africana, antartica, americana, pacifica e

indoaustraliana.

Le zolle o placche terrestri sono grandi blocchi di crosta

terrestre che si muovono come zattere galleggianti (ad

una velocità non percepibile all’uomo) su una base di rocce

più fluide.

Le grandi zolle, con il loro movimento, hanno provocato il

distacco dei continenti, ma, sui loro margini, la forza delle

spinte hanno determinato la formazione delle catene

montuose.

Pantalassa

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LA TEORIA DELLA

“TETTONICA A

ZOLLE” SPIEGA,

INOLTRE, IN MODO

CONVINCENTE GRAN

PARTE DEI

FENOMENI ALLA

BASE DELLE

ATTIVITÀ SISMICHE

E VULCANICHE.

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LA SCIENZA CHE STUDIA LE ROCCE SI CHIAMA PETROLOGIA O LITOLOGIA.

LA MINERALOGIA STUDIA I MINERALI DI CUI SONO COMPOSTE LE ROCCE.

L’ASPETTO E LE CARATTERISTICHE CHIMICHE E FISICHE DELLE ROCCE DIPENDE DALLA

DIVERSA COMBINAZIONE DEI MINERALI CON L’OSSIGENO.

INOLTRE I MINERALI POSSONO AGGREGARSI DANDO LUOGO A FORMAZIONI ROCCIOSE CHE

IN SUPERFICIE, A CONTATTO CON L’ARIA E L’ACQUA, SI PRESENTANO CON VARIE FORME E

COLORI: AD ESEMPIO LE ROCCE PALLIDE SULLE DOLOMITI O QUELLE NERE VICINO AI

VULCANI.

IN RELAZIONE ALLA LORO STORIA E

ALL’ORIGINE, LE ROCCE SI DIVIDONO IN: ROCCE IGNEE

provenienti dalle eruzioni vulcaniche. ROCCE SEDIMENTARIE

che derivano dall’accumulo di depositi

di sabbia, fanghi, detriti rimossi dal

mare o portati dal vento, che vengono

compressi e cementati dal peso degli

strati superiori.

ROCCE METAMORFICHE

che hanno subìto forti trasformazioni dalle

pressioni e dal calore interno della Terra.

SCISTO

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OGNI ROCCIA

È L’AGGREGAZIONE DI UNO O PIÙ

MINERALI IN GRADO DI FORMARE

CORPI GEOLOGICI DI NOTEVOLE

ESTENSIONE.

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LE ROCCE IGNEE HANNO ORIGINE NELLE PROFONDITÀ

DELLA TERRA SOTTO FORMA DI MAGMA.

LA PAROLA IGNEO SIGNIFICA “DI FUOCO”.

IL MAGMA SALE VERSO LA SUPERFICIE, DOVE PUÒ

ERUTTARE DA UN VULCANO COME LAVA, O PUÒ

INDURIRSI ALL’INTERNO DELLA CROSTA TERRESTRE.

LE ROCCE IGNEE CHE FUORIESCONO IN SUPERFICIE SI CHIAMANO “ESTRUSIVE”, MENTRE

QUELLE CHE SOLIDIFICANO NEL SOTTOSUOLO SI CHIAMANO “INTRUSIVE”.

LE ROCCE IGNEE SONO FORMATE DA

UNA MASSA DI CRISTALLI

STRETTAMENTE LEGATI FRA LORO,

PERCIÒ SONO PIETRE DA COSTRUZIONE

MOLTO ROBUSTE.

LE DIMENSIONI DEI CRISTALLI DIPENDE

DALLA VELOCITÀ DI RAFFREDDAMENTO

DEL MAGMA: LA LAVA CHE SI

RAFFREDDA VELOCEMENTE HA

CRISTALLI PICCOLI, LE ROCCE

INTRUSIVE SOLIDIFICANO LENTAMENTE

ED HANNO CRISTALLI PIÙ GRANDI.

LA LAVA PIÙ COMUNE, IL BASALTO, COSTITUISCE GRAN PARTE DELLA CROSTA OCEANICA;

MENTRE IL GRANITO, UNA COMUNE ROCCIA INTRUSIVA, FORMA, NELLA CROSTA

CONTINENTALE, I COSIDDETTI “PLUTONI”, CIOÈ DEI TAPPI ENORMI SPESSI E LARGHI

ALCUNI CHILOMETRI, CHE SI TROVANO SOTTO I MONTI PIÙ ALTI, COME LE ALPI E

L’HIMALAYA.

Ossidiana

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LA PAROLA METAMORFICO SIGNIFICA “TRASFORMATO”.

Alcuni dei minerali tipici:

CLORITE,GRANATO,CIANITE,AL

BITE,ALMANDINO,...

GNEISS

Le rocce metamorfiche si suddividono in due grandi categorie fondamentali

sulla base dell’ambiente in cui è avvenuta la loro trasformazione:

METAMORFISMO DI CONTATTO

Nel “metamorfismo da contatto” il

magma rovente scalda le rocce

circostanti, trasformandole.

METAMORFISMO REGIONALE

Nel “metamorfismo regionale” gli strati più profondi delle

rocce subiscono cambiamenti quando due sezioni di crosta

terrestre si scontrano.

Nelle zone in cui avviene la collisione, il calore e la

pressione determinano la fusione di rocce, appaiono nuovi

minerali e gli strati delle rocce assumono forme strane.

Rocce tipiche:

GNEISS, QUARZITI,

MARMI, ARDESIA,...

ALBITE

ALMANDINO

GRANATO

MARMO

LE ROCCE METAMORFICHE SI FORMANO

QUANDO LE ROCCE IGNEE O QUELLE

SEDIMENTARIE VENGONO SOTTOPOSTE AD ALTE

TEMPERATURE O SONO SCHIACCIATE DA

ENORMI PRESSIONI SOTTERRANEE.

QUESTE FORZE CAMBIANO LE PROPRIETÀ E

L’ASPETTO DELLE ROCCE: PER ESEMPIO IL

CALCARE, UNA ROCCIA SEDIMENTARIA, DIVENTA

MARMO, CHE HA UNA CONSISTENZA DIVERSA E

CONTIENE MINERALI NUOVI RISPETTO AL

CALCARE ORIGINARIO.

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MOLTE DELLE ROCCE CHE VEDIAMO

ATTORNO A NOI SONO DETTE

“SEDIMENTARIE”.

LE ROCCE SEDIMENTARIE SI CHIAMANO

ANCHE “LITIFICATE”, CIOÈ

TRASFORMATE IN PIETRA; QUESTA

PAROLA DERIVA DAL GRECO LITHOS (

“PIETRA”).

LA PARTE SOLIDA DELLA TERRA SI

CHIAMA INFATTI LITOSFERA.

Particelle di rocce, minerali, conchiglie e ossa di

creature marine si depositano a strati e poi nel

corso dei secoli si solidificano e diventano

roccia.

Le particelle di roccia si formano per erosione di altre rocce da parte degli

agenti atmosferici e vengono trasportate dal vento, dai fiumi o dagli strati di

ghiaccio.

Quando vengono scaricate si fermano e diventano sedimenti che si possono

depositare nei delta dei fiumi, nei laghi, nel mare.

Le particelle più grandi si chiamano CONGLOMERATI

(ciottoli grandi cementati insieme); quelli di media

grandezza formano la SABBIA, quelle molto piccole

costituiscono l’ARGILLA.

Alcuni sedimenti sono composti solo di conchiglie; altri

si formano quando l’acqua evapora e crea un deposito

detto “EVAPORITE”: il sale da cucina si ottiene da una

roccia sedimentaria.

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I MINERALI SONO SOSTANZE CHIMICHE NATURALI CHE COSTITUISCONO LE

ROCCE.

Ossigeno

Altri elementi

Alluminio

Silicio

Ferro

Calcio

Sodio

Potassio Magnesio

4

TUTTE LE ROCCE SONO UNA

MISCELA DI MINERALI: SOLO OTTO

ELEMENTI COSTITUISCONO TUTTI I

MINERALI DELLA TERRA.

Ametista

Pirite

Feldspato

I MINERALI HANNO UN PUNTO DI

FUSIONE PRECISO, UNA DENSITÀ

PRECISA, FORMANO FIGURE

GEOMETRICHE DETTE CRISTALLI E

HANNO TANTE ALTRE PROPRIETÀ

CARATTERISTICHE DEI SOLIDI.

Grafite

QUANTI SONO?

ESISTONO QUASI 4000 SPECIE MINERALOGICHE

DIVERSE, INSIEME AD ALTRETTANTE VARIETÀ.

Calcite

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Sale

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LA LUCENTEZZA

E’ la proprietà di riflettere la

luce e varia da un minerale

all’altro: vi sono minerali molto

lucenti, mentre altri sono

opachi.

LA DUREZZA

Viene misurata mediante una

scala, detta “SCALA di MOHS”.

I minerali più teneri sono il

TALCO e il GESSO; il più duro è

il DIAMANTE.

IL COLORE

E’ la proprietà più

appariscente e più variabile,

si passa da minerali

totalmente incolori ad altri

caratterizzati da tonalità

molto intense come azzurro,

verde, rosso, giallo.

LA SFALDATURA

è il modo, caratteristico di

ogni minerale, di rompersi o

sfaldarsi non perfettamente

o secondo particolari forme

e piani .

LE PROPRIETÀ MAGNETICHE

Molti minerali sono ricchi di

ferro (come l’ematite e la

magnetite) e pertanto vengono

attratti da una calamita.

PROPRIETÀ ELETTRICHE

In relazione alla diversa composizione chimica, i minerali conducono la corrente

elettrica con maggiore o minore facilità.

LE PROPRIETÀ RADIOATTIVE

Alcuni minerali contengono materiali radioattivi

(uranio,torio,..) che in particolari condizioni sono in grado

di produrre grandi quantità di energia sotto forma di

radiazioni. Questa caratteristica, assieme a quelle

magnetiche, è utile anche perché permette agli scienziati

di stabilire l’età dei minerali.

Quarzo

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Malachite

Calcite

Magnetite

Galenite

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La maggior parte dei minerali presenti nelle rocce si

trova sotto forma di cristalli che sono apprezzati per

la loro brillantezza e la varietà dei colori.

Le rocce ignee di solito sono composte di cristalli

uniti che si formano quando il magma incandescente

si raffredda.

I cristalli migliori si trovano nelle vene,dove si trova

acqua mineralizzata bollente che sale attraverso la

terra: quando il liquido si raffredda compaiono i

cristalli.

Questi possono anche svilupparsi quando l’acqua sulla

superficie terrestre evapora.

Berillo

Quarzo rosa

Fluorite

Ogni varietà di minerale ha cristalli di forma caratteristica.

Questa è determinata dalla posizione degli atomi al suo

interno: infatti si legano insieme formando una struttura

tridimensionale chiamata “ reticolo cristallino”.

Calcite

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Zaffiro

Malachite

Lapislazzuli

Topazio

I MINERALI PIÙ APPREZZATI PER LA LORO BELLEZZA SONO CHIAMATI “GEMME”.

Sono usati principalmente in gioielleria o per realizzare decorazioni, ma alcuni vengono

utilizzati nell’industria.

L’utilizzo delle gemme risale alla preistoria, ad un tempo in cui ornamenti e monili

precedettero l’uso degli indumenti.

LA BELLEZZA CONSISTE NEL

VALORE ESTETICO CHE SI

RISCONTRA NELLA PIETRA E

DIPENDE DALLE PROPRIETÀ

OTTICHE DI ESSA, CIOÈ COLORE,

TRASPARENZA, LUCENTEZZA,

BRILLANTEZZA, INDICE DI

RIFRAZIONE E DISPERSIONE ( LA

CAPACITÀ DI SUDDIVIDERE LA

LUCE BIANCA NEI COLORI DELLO

SPETTRO).

Le gemme si caratterizzano per tre qualità fondamentali:

BELLEZZA, DUREVOLEZZA e RARITÀ.

LA DUREVOLEZZA È LA CAPACITÀ

DELLA PIETRA DI RESISTERE

ALL’USURA DEL TEMPO.

LA RARITÀ È LA QUALITÀ ESSENZIALE

DELLE PIETRE PREZIOSE RISPETTO ALLE

PROPRIETÀ FISICHE.

Delle 3600 specie di minerali noti alla scienza solo un centinaio possiedono gli attributi delle

gemme. Il

DIAMANTE, il RUBINO, lo ZAFFIRO, lo SMERALDO e l’OPALE sono considerate gemme preziose

per eccellenza e vengono distinte da altre come TOPAZIO, ACQUAMARINA, GRANATO,

TORMALINA.

VI SONO PIETRE CHE NON POSSIEDONO I REQUISITI DI

TRASPARENZA, DUREVOLEZZA E RARITÀ, MA SONO

APPREZZATE PER GLI STRAORDINARI COLORI E SONO

DENOMINATE “PIETRE ORNAMENTALI O PIETRE DURE”: IL

DIASPRO, L’ONICE, LA GIADA, LA MALACHITE, LA RODONITE

E IL LAPISLAZZULI.

Occhio di tigre

Smeraldo

Diaspro

Diamante

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La morfologia dell'Etna è inoltre complicata dalla

presenza di aree con frequenti attività eruttive, come la

crepa di Nord- Est che forma una distinta catena

cosparsa di coni eruttivi tagliata da numerose fessure

aperte.

Centinaia di coni piroclastici minori sono sparsi tutti

intorno ai fianchi della montagna, alcuni dei quali

sembrano loro stessi dei piccoli vulcani, con altezze che

raggiungono diverse centinaia di metri, mentre molti

altri sono molto più piccoli, con altezze di poche decine

di metri.

La bomba lavica è un grosso frammento di lava allo stato plastico, lanciato da

un vulcano nelle fasi iniziali di un’eruzione esplosiva.

Le bombe laviche sono rocce piroclastiche

essenzialmente vetrose, di colore scuro con una

caratteristica forma a fuso, subsferica o schiacciata (“a

focaccia”) per l’impatto col terreno.

«L'Etna tuona con spaventose rovine; a volte erutta sino al cielo una nube nera, spire di fumo e di cenere ardente, leva globi di fiamme a lambire le stelle; a volte scaglia macigni, strappando via di slancio le viscere del monte, travolgendo nell'aria con un gemito rocce liquefatte, bollendo nel fondo del suo cuore.» ( Virgilio )

Contrariamente alle credenze comuni, l'Etna non è

un semplice vulcano a scudo o uno stratovulcano. La

sua forma e struttura è molto asimmetrica e

irregolare perché non è cresciuta come un unico

grande cono, ma come una successione di edifici

vulcanici. Molte caldere si possono ancora

morfologicamente esaminare: la più impressionante

è quella della Valle del Bove sul fianco orientale del

vulcano, i cui fianchi franarono alcuni migliaia di

anni fa.

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LE CATENE MONTUOSE, ALPI E

APPENNINI ED I VULCANI

DELL'ITALIA (L’ETNA, LE ISOLE

EOLIE, IL VESUVIO ), CHE OCCUPANO

LA MAGGIOR PARTE DELLA

SUPERFICIE DEL TERRITORIO

NAZIONALE, SONO TESTIMONIANZA

DEI MOVIMENTI DELLA CROSTA

TERRESTRE NELL'AREA

MEDITERRANEA DOVE QUI, PIÙ

PRECISAMENTE, SI TROVANO

COINVOLTE LE PLACCHE

CONTINENTALI EURO - ASIATICA E

AFRICANA.

I MONTI PIÙ ELEVATI NELLA SICILIA SETTENTRIONALE (VETTE DI 1400-2000 M )

COSTITUISCONO UNA DORSALE ESTESA DA MESSINA FINO A CEFALÙ: I PELORITANI, I

NEBRODI E LE MADONIE, DI NATURA GEOLOGICA VARIA E DIVERSIFICATA.

A CONTATTO CON IL VERSANTE MERIDIONALE DEI PELORITANI E DEI NEBRODI, L'ETNA È LA

CIMA PIÙ ELEVATA DELLA SICILIA (CIRCA 3300M ).

LA PARTE COMPRESA TRA PALERMO E TRAPANI, SI PRESENTA ACCIDENTATA CON RILIEVI

MONTUOSI, SUPERIORI A 1000 M, LOCALIZZATI LUNGO LA FASCIA COSTIERA E VERSO

L'INTERNO.

QUESTE MONTAGNE, TALORA ISOLATE, SONO COSTITUITE DA CALCARI E DOLOMIE.

PELORITANI

ROCCE: silicee (gneiss, scisti e

graniti)

NEBRODI

ROCCE: arenarie e argille scagliose

MADONIE

ROCCE: calcari, dolomie, argille

marnose e quarzareniti

FRA LA SICILIA SETTENTRIONALE E GLI IBLEI SI TROVA UNA VASTA AREA SEDIMENTARIA,

COSTITUITA PRINCIPALMENTE DA ROCCE DELLA SERIE GESSOSO-- SOLFIFERA

MESSINIANA (ARGILLE, MARNE, CALCARENITI, SABBIE E GESSI).

IBLEI

ROCCE: calcari, argille marnose

LA PARTE SUD-ORIENTALE

DELL'ISOLA È IN MASSIMA PARTE

OCCUPATA DAI MONTI IBLEI, AMPI

TAVOLATI INCISI DA NUMEROSE

VALLI FLUVIALI, CHIAMATE

LOCALMENTE CAVE.

LA SICILIA E LA PENISOLA ITALIANA, ESCLUSA LA SARDEGNA, HANNO UNA STORIA

GEOLOGICAMENTE RECENTE E SIMILE.

Rocce calcaree

(Milazzo)

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FIN DALL’ANTICHITÀ, L’UOMO HA UTILIZZATO LE

ROCCE DELL’AMBIENTE IN CUI VIVE PER REALIZZARE

OPERE ARCHITETTONICHE CHE RESISTESSERO

ALL’USURA DEL TEMPO E DELLE AVVERSE CONDIZIONI

CLIMATICHE. ANCORA OGGI POSSIAMO AMMIRARE

BELLEZZE ARTISTICHE CHE RISALGONO AL TEMPO IN

CUI I GRECI ABITARONO LA SICILIA (VIII SEC.a.C) E DA

CUI POSSIAMO COMPRENDERE LA LORO CIVILTÀ.

UNA RISORSA PREZIOSA DEI SICILIANI SONO I

BASALTI PROVENIENTI DALLA LAVE DELL’ETNA

E DEI MONTI IBLEI CON CUI SONO STATE E

SONO REALIZZATE MOLTE DECORAZIONI

ARCHITETTONICHE.

Randazzo

Agrigento

Siracusa

I TEMPLI DI AGRIGENTO E SEGESTA, IL TEATRO GRECO DI

SIRACUSA , DI CATANIA, DI PALAZZOLO ACREIDE FURONO

COSTRUITI UTILIZZANDO LA ROCCIA CALCAREA

(CALCARENITE) CIRCOSTANTE CHE SPESSO VENIVA RIVESTITA

CON I MARMI ED INTONACI PER ESALTARNE LA BELLEZZA E

DARE RESISTENZA ALLE COSTRUZIONI.

Catania

La Rupe di Acicastello e le isole dei Ciclopi, di fronte ad

Acitrezza, sono caratterizzate dalla presenza di

formazioni vulcaniche submarine di età antecedente

all’attività eruttiva dell’Etna.

Si tratta di rocce basaltiche, costituite da brecce

esplosive, lave a cuscino e ialoclastiti.

Ad Acicastello, come alle isole dei Ciclopi, i minerali più

frequenti sono rappresentati da varie zeoliti. La specie

più notevole è l’analcime, che si può rinvenire in

esemplari tondeggianti, sfaccettati, limpidissimi e sempre

incolori.

SOLFARE DELLA SICILIA

La formazione gessoso - solfifera affiora in Sicilia per un’estensione

di circa 5000 metri quadrati distribuiti nelle province di Enna,

Caltanissetta, Agrigento. I minerali delle solfare non sono molti, ma

hanno caratteristiche fisiche spettacolari. Per primo viene lo zolfo,

che si presenta in cristalli e strettamente legato ad esso vi è la

celestina, per lo più trasparente, incolore, oppure bianco - lattea

opaca.Altri tipici minerali delle solfare siciliane sono l’ aragonite, la

calcite e il gesso.