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MASSAGGIATORE E OPERATORE DELLA SALUTE II ANNO CORSO DI ANATOMIA E FISIOLOGIA Dott. Gianni De Angelis Specialista in Chirurgia Vascolare Dirigente Medico I° Livello Divisione di Chirurgia Vascolare Ospedale San Carlo Borromeo (Mi) L’APPARATO DIGERENTE

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MASSAGGIATORE E OPERATORE DELLA SALUTE

II ANNO

CORSO DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

Dott. Gianni De Angelis Specialista in Chirurgia Vascolare

Dirigente Medico I° Livello Divisione di Chirurgia Vascolare

Ospedale San Carlo Borromeo (Mi)

L’APPARATO DIGERENTE

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L'apparato digerente è l'insieme di organi e di strutture che permettono l'assunzione degli alimenti e la loro trasformazione

L’ apparato dell’uomo L’apparato degli animali

L’APPARATO DELL’UOMO L’ apparato digerente nell’uomo inizia dalla bocca,dove il cibo viene triturato dai denti e mescolato con la saliva, formando una pallottola morbida chiamata BOLO. Esso, passa in una cavità della bocca, chiamata la FARINGE dove raggiunge l’ESOFAGO,un organo a forma di tubi che spingono il bolo nello stomaco. Lo STOMACO,è un organo a forma di sacco che mescola il bolo fino a farlo diventare un liquido bianco detto CHIMO. All’interno dello stomaco ci sono delle ghiandole che producono il SUCCO GASTRICO,esso è molto importante per la digestione. Così il chimo può entrare nell’INTESTINO

L’INTESTINO DELL’UOMO L’intestino è un lungo e contorto tubo che si trova nella cavità addominale che si distingue in due parti: l’intestino TENUE e CRASSO. Nell’intestino tenue, viene mescolato il chimo con due liquidi:la BILE, prodotta dal FEGATO e il SUCCO PANCREATICO, prodotto dal PANCREAS, trasformando il chimo in CHILO. I VILLI INTESTINALI, assorbono direttamente le sostanze semplici e le emettono nel sangue. Nell’intestino crasso passano nel sangue sali minerali, vitamine e acqua, rimangono solo le sostanze di rifiuto, vengono espulse come FECI attraverso l’ANO.

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APPARATO DIGERENTE L’apparato digerente inizia nella faccia, con la bocca cui segue la cavità orale, che si estende dalla rima buccale fino all’istmo delle fauci.

La bocca si estende dalla rima buccale fino all’istmo delle fauci. Si distinguono un vestibolo, spazio compreso fra guance, labbra e denti e una cavità orale in senso stretto. Bocca e Cavità orale La bocca è rivestita da una mucosa di epitelio squamoso ed è delimitata: in avanti dalle labbra, superiore e inferiore; segue la cavità orale definita lateralmente dalle guance, in basso principalmente dalla lingua, in alto dal palato duro, e dal palato molle che continua con l’ugola. LABBRA Le labbra sono due pieghe cutaneo-mucose, superiore e inferiore che circoscrivono la rima orale o buccale; sono rivestite da cute esternamente, e da tonaca mucosa internamente, di color rosa, vascolarizzata e priva di pigmentazione; nella sottomucosa sono presenti delle ghiandole salivari. Fra i due rivestimenti è presente uno strato muscolare (m. striati). Le labbra sono dotate di notevole motilità funzionale per la presa del cibo, l’articolazione del linguaggio e possiedono una notevole attività sensitiva. BOCCA La bocca è delimitata dalle labbra. Nella cavità orale sono localizzati:

- i denti - la lingua, - le ghiandole salivari - le tonsille palatine

I denti sono organi molto duri e resistenti deputati alla masticazione infissi nei processi alveolari della mascella e della mandibola; formano due file concave posteriormente, dette arcate dentali, l’una superiore e l’altra inferiore rivestite da una tonaca mucosa, la mucosa gengivale. Nel dente sono riconoscibili tre parti: corona, parte sporgente nella bocca; radice, infissa nell’alveolo; colletto, zona di confine fra le due precedenti, in rapporto con la gengiva. Ciascun dente è composto da: dentina, rivestita da smalto nella parte sporgente e da cemento nella parte infissa; al suo interno presenta una cavità che contiene la polpa dentaria, connettivo con vasi sanguigni e fibre nervose.

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Componenti dure del dente Smalto: sostanza molto dura composta da prismi di materiale altamente calcificato, cementati da una matrice altrettanto calcificata; è prodotto da adamantoblasti; Dentina: è un tessuto osseo composto da una matrice organica calcificata per la deposizione di sali di calcio che formano cristalli di idrossiapatite; è prodotta dagli odontoblasti; Cemento: tessuto calcificato, in cui sono ancorate le fibre collagene della membrana periodontale che si addentrano nel cemento e nell’osso dell’alveolo. L’uomo è eterodonte, cioè possiede tipi diversi di denti. Negli incisivi (I) la corona è appiattita, con bordi taglienti, nei canini (C) la corona è di forma conica appuntita. Ciascuno di essi presenta una radice e sono denti per la presa e per mordere. Premolari (Pr) e

molari (M) sono denti grossi, presentano una corona a più cuspidi e 2 o più radici e servono per masticare. Nel corso della vita l’uomo sviluppa due serie distinte di denti: i denti di latte o decidui in numero di 20, cioè 5 per emiarcata: 2 incisivi, 1 canino, e 2 molari; si sviluppano entro i primi due anni di vita. I denti permanenti in numero di 32, cioè 8 per emiarcata: 2 incisivi, 1 canino, 2 premolari, 3 molari. La lingua

E’ un organo muscolare impari, mediano e mobile; occupa la cavità orale ed è fissata ad essa, è rivestita da una mucosa che presenta dei rilievi, le papille linguali; contiene i recettori gustativi e ghiandole mucose. Le sue funzioni riguardano:

la masticazione,

la digestione,

la sensibilità gustativa,

la deglutizione,

la fonazione

La lingua è divisa in:

radice, posteriore ancorata all’osso ioide, e in corpo con apice, che rappresenta la parte mobile e in cui si riconoscono una faccia superiore e una faccia inferiore con una piega mucosa, il frenulo che la ancora al pavimento della bocca, e due bordi laterali. Nella lingua si descrivono due gruppi di muscolari: A- Muscoli intrinseci che iniziano e terminano nella lingua, responsabili dei cambiamenti di forma e delle posizioni del cibo in rapporto alla lingua; B- Muscoli estrinseci che hanno inserzione al di fuori della lingua e che terminano dentro di essa e sono importanti per la deglutizione e la fonazione. I muscoli estrinseci della lingua trovano inserzione sulla mandibola, sull’osso ioide e sui processi stiloidei del temporale.

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Struttura della lingua: tessuto muscolare striato in cui è presente uno scheletro fibroso, avvolto da una mucosa, caratterizzata da rilievi di forma diversa che sono le papille gustative distinguibili in: filiformi o corolliforme

fungiformi

vallate foliate (laterali) Le papille vallate sono le più grandi e con le foliate sono quelle più ricche di recettori gustativi. Un bottone gustativo presenta: cell. basali cell. di sostegno cell. gustative PAPILLE GUSTATIVE Nelle papille sono localizzati i recettori gustativi specifici per discriminare le sensazioni gustative

primarie. L’uomo è in grado di distinguere 4 gusti fondamentali: dolce, acido, amaro, salato, ciascuno corrispondente alla stimolazione di gemme gustative presenti in 4 settori differenti della lingua. Le cellule sensitive gustative sono cellule epiteliali modificate che stabiliscono sinapsi con fibre

nervose afferenti gustative,inoltre sia le gustative che quelle di sostegno hanno dei microvili apicali sede dei recettori del senso del gusto che stimolati, determinano l’emissione di neurotrasmettitori che eccitano le fibre nervose. Ghiandole salivari Nella mucosa buccale e linguale sono presenti numerose Ghiandole salivari, il cui secreto, la saliva, ha la funzione di imbibire il cibo durante la masticazione per facilitare la formazione del bolo alimentare e consentire la stimolazione dei recettori gustativi, di digerire gli amidi con l’amilasi, e ha funzione antibatterica. La saliva è formata al 99,5% da acqua, e poi da ptialina, mucina, globuline, sali inorganici; la sua produzione giornaliera varia tra 1/1,5 l. Le ghiandole salivari sono tubulo acinose composte, costituite da cellule sierose o mucose, con possibile prevalenza dell’uno o dell’altro tipo. In generale le ghiandole salivari si distinguono in: minori, disperse nella mucosa orale e che secernono in continuazione e maggiori, cioè le gh. parotidi, sottomandibolare e sottolinguale che sono attive solo sotto stimolazione opportuna e si distinguono per la localizzazione e per il tipo di secreto. Il secreto delle diverse GS varia da sieroso a misto o mucoso in base alla composizione dell’ epitelio ghiandolare

G. parotidi- secreto sieroso, i loro dotti si aprono in corrispondenza del 2° molare sup. G. sottolinguali e G.sottomandibolari - secreto misto I loro dotti si aprono in corrispondenza del pavimento del cavo orale, al di sotto della lingua.

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PALATO

Costituisce la volta della cavità orale e la separa dalle fosse nasali Si distinguono: Palato duro costituito da scheletro osseo, rivestito dalla tonaca mucosa Palato molle o velo palatino è una lamina muscolo- mucosa, che segue al palato duro, il cui margine inferiore presenta una sporgenza, l’ugola libera verso le fauci.; è mobile e coinvolto nella deglutizione e nella fonazione. L’ugola (U) è una formazione conica che sporge dal palato molle da cui si dipartono 2 pieghe che delimitano due nicchie in cui sono collocate le tonsille palatine (tp), ammassi di tessuto linfoepiteliale, che insieme alle tonsille linguale, faringea e tubariche, formano l’anello linfatico di Waldeyer primo dispositivo anatomico atto alla difesa immunitaria. L’istmo delle fauci (IF) è un passaggio attraverso il quale la bocca comunica con la faringe delimitato in altodal palato molle, in basso dalla radice della lingua, ai lati dagli archi palatini.

MASTICAZIONE

DEGLUTIZIONE Il processo della deglutizione è complicato perché la faringe assolve alla funzione della deglutizione solo per pochissimo tempo, mentre è coinvolta nella respirazione. È importante quindi che la funzione respiratoria non venga compromessa dalla funzione della deglutizione. Si divide in tre fasi: fase volontaria che inizia il processo

fase faringea, involontaria (dalla faringe all’esofago)

fase esofagea (dall’esofago allo stomaco)

Quando il bolo è pronto per essere deglutito esso è spinto volontariamente indietro con movimenti della lingua. Da questo punto in poi la deglutizione diviene automatica e non può essere bloccata.

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Anatomia: (nell’uomo) bocca, faringe, esofago, stomaco, intestino Stomaco: fondo, corpo, antro-pilorico Intestino:tenue (duodeno, digiuno, ileo) crasso (cieco, colon, sigma, retto) Lunghezza: 5 –6metri (3 per l’intestino tenue) Motilità:muscolatura liscia; striata (bocca; faringe; tratto esofago) Sfinteri:cardias (esofago-stomaco); piloro(stomaco-duodeno); valvola ileo-ciecale (ileo-cieco); sfintere anale Ghiandole: Salivari (parotide; sub-linguale; sottomandibolare- Pancreasesocrino- Fegato -Gastriche; Intestinali (cripte del Lieberkuhn) distribuite nella mucosa Apparato

FARINGE L’intestino cefalico continua con la FARINGE, organo cavo, impari mediano, muscolo-membranoso pertinente sia all’apparato digerente (tratto tra cavità orale ed esofago) che all’apparato respiratorio (tratto tra cavità nasale e laringe) La faringe è rivestita da una mucosa il cui epitelio è batiprismatico composto ciliato nel rinofaringe pavimentoso composto nelle altre due porzioni. La parete consta di uno scheletro fibroso e di muscoli striati i costrittori ed elevatori FARINGE - ANATOMIA Nella faringe si distinguono tre parti: 1-rinofaringe, posteriormente alle fosse nasali, 2- orofaringe, dietro le fauci, 3- ipofaringe, posta dietro alla laringe La faringe comunica:

1- con le fosse nasali attraverso le coane, 2- con l’orecchio medio di ciascun lato attraverso gli osti delle tube uditive, 3-con la cavità buccale attraverso le fauci 4- con la laringe attraverso l’ostio laringeo

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ESOFAGO

Digestione: una visione di insieme Gli alimenti in generale non possono essere utilizzati così come assunti ma devono essere prima essere scomposti chimicamente Il processo di scomposizione viene accelerato dalla presenza di enzimi secreti da opportuni organi. L’apparato digerente comprende: la bocca, l’esofago, lo stomaco, l’intestino tenue e l’intestino crasso, fegato, cistifellea e pancreas Il peritoneo e’ un tessuto connettivo che riveste la cavità addominale. Gli organi dell’apparato digerente sono sostenuti e tenuti in sede da pieghe del peritoneo dette mesenteri I mesenteri sono riccamente innervati, vascolarizzati e pieni di vasi linfatici

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La bocca

Nella bocca la funzione meccanica è determinata dai denti che tritano i cibi e dalla lingua che li impasta. Nella saliva esiste un enzima, la ptialina che inizia la digestione

dell’amido cotto: uno zucchero presente soprattutto nella farina (es. polenta, riso,

pasta…) il quale è fondamentale per la nostra

alimentazione. Il cibo impastato viene chiamato bolo

alimentare.

ESOFAGO – ANATOMIA MACROSCOPICA L'esofago è un tratto del canale alimentare che decorre rettilineo dall’alto verso il basso e leggermente da destra verso sinistra, dalla 6° vertebra cervicale fino alla 10° toracica, per una lunghezza complessiva di circa 25 cm, facendo seguito alla faringe e andando a terminare nello stomaco attraverso un orifizio chiamato cardias. Viste le regioni attraversate si può dividere in un tratto cervicale (lungo 4-5 cm), uno toracico (16 cm), uno diaframmatico (1-2 cm) ed uno addominale (3 cm). Il lume esofageo è una cavità virtuale. Infatti a riposo si presenta di forma stellata per la presenza di pliche longitudinali, ossia dei sollevamenti della tonaca mucosa e della sottostante sottomucosa. Il lume diventa reale al passaggio del bolo alimentare. La tonaca mucosa esofagea è costituita da un epitelio di rivestimento pavimentoso pluristratificato non cheratinizzato; esternamente alla mucosa è presente una tonaca sottomucosa formata da connettivo lasso che partecipa alla formazione delle pliche. Ancora più esternamente è presente una tonaca muscolare costituita da fasci di fibre longitudinali e circolari; queste sono responsabili dei movimenti peristaltici di contrazione e allungamento. ESOFAGO – ANATOMIA MICROSCOPICA Le pareti dell’esofago sono formate da strati, o tuniche, sovrapposte: mucosa, sottomucosa, tonaca muscolare e tonaca avventizia. La mucosa è, a sua volta, costituita da tre strati: epitelio di rivestimento (di tipo pavimentoso stratificato non cheratinizzato), tonaca propria e muscolaris mucosae. Lo strato più esterno della parete esofagea, è muscolare (muscolaris propriae), ed è costituito da tessuto muscolare liscio involontario organizzato in due strati: uno con fibre ad andamento circolare (più interno) ed uno con fibre ad andamento longitudinale (più esterno); durante la deglutizione questi muscoli si contraggono, spingendo il cibo nello stomaco (peristalsi). Nello strato intermedio, invece, si trovano le ghiandole esofagee (ghiandole cardiali), che versano la loro secrezione nel lume dell'esofago. Questo secreto permette di mantenere umido l'esofago. Nella sottomucosa si trovano plessi nervosi ed un gran numero di vasi sanguigni e linfatici.

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STOMACO

Qui i cibi vengono mescolati e impastati con l’acido cloridrico che viene costruito dallo stomaco. È presente anche un enzima, la pepsina, che viene attivata dall’acido e agisce sulle proteine e ne rompe le catene in pezzi più piccoli: i peptoni. Lo stomaco è protetto da uno strato di muco, poiché l’acido è dannoso e potrebbe provocare una gastrite o un ulcera (un buco nella parete dello stomaco). Nello stomaco inizia inoltre la digestione dei grassi grazie alla lipasi gastrica e quella del latte.

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Lo stomaco è lungo circa 25 cm e viene suddiviso anatomicamente nelle seguenti parti: il fondo, disposto superiormente ed a sinistra della giunzione tra esofago e stomaco (esofago-gastrica); il cardias,corrispondente alla giunzione esofago-gastrica; il corpo, che rappresenta la porzione maggiore dello stomaco, e che si trova tra il fondo e l’antro; l’antro, porzione finale dello stomaco, che si estende dalla piccola curvatura sino al piloro; il piloro, che rappresenta il confine tra lo stomaco ed il duodeno. STOMACO – ANATOMIA MACROSCOPICA Cardias

– rappresenta la zona di passaggio tra stomaco ed esofago, non è ricoperto da peritoneo; viene erroneamente indicato come sfintere dello stomaco stomaco, ma non presenta alcun ispessimento della tonaca muscolare.

Fondo – è la porzione più alta dello stomaco, situata sopra un piano passante per l'incisura

cardiale. Presenta una forma a cupola, che si adatta alla concavità del diaframma; corrisponde radiologicamente alla bolla gastrica, ossia alla parte dello stomaco piena d'aria e pertanto radiotrasparente, in quanto non raggiunta dal contrasto radiologico. La funzione della bolla gastrica è quella di impedire il reflusso del contenuto gastrico nell'esofago. La sua proiezione sulla parete toracica prende il nome di Spazio semilunare di Traube, delimitato inferiormente dal margine della 9° cartilagine costale e dal processo xifoideo dello sterno, superiormente dalla 5°-6° costa, lateralmente da una linea tesa tra la 5° e la 9° costa, qualche centimetro a sinistra dell'emiclaveare.

Corpo – è la porzione più ampia, di forma cilindrica ad asse verticale, leggermente ristretta in

basso; in condizioni di vacuità presenta sulla superfice interna le pieghe gastriche, ampiamente anastomizzate tra loro tranne che lungo la piccola curvatura. dove esse costituiscono la via gastrica breve: queste formazioni scompaiono a seguito della dilatazione dell'organo durante i pasti, ed hanno lo scopo di aumentarne la superficie funzionale a parità di volume complessivo dell'organo.

Piloro – ha forma conica ad asse orizzontale, diretto in alto, a destra e posteriormente; può

essere distinto da un solco incostante in antro pilorico e canale pilorico. Corpo e zona pilorica sono divise da una linea passante per l'incisura angolare (sulla piccola curvatura) ed il ginocchio gastrico (sulla grande curvatura).

Lo stomaco, come pure gli altri organi addominali, è rivestito dal peritoneo, che è una struttura sierosa e fibrosa che ha la funzione di proteggerlo e di tenerlo adeso alla parete addominale ed agli organi a lui vicini. La parete gastrica è costituita da quattro strati fondamentali, partendo dall’esterno ed andando vero l’interno: il rivestimento sieroso del peritoneo viscerale (quella porzione di peritoneo adesa all’organo); lo strato muscolare, che presenta tre strati concentrici di fibre (dall’esterno verso l’interno: oblique, longitudinali e circolari); la sottomucosa, ricca di piccoli vasi sanguigni e linfatici; la muscularis mucosae, piccolo strato di tessuto muscolare che separa la mucosa dalla sottomucosa; la mucosa, che è lo strato più interno dello stomaco, è formata da una grande varietà di cellule: quelle mucipare, a secrezione mucosa, quelle parietali, che producono acido cloridrico, quelle principali, che secernono pepsinogeno, e le cellule G che producono gastrina.

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STOMACO E DUODENO Il piloro si continua col duodeno, che è il primo tratto dell’intestino tenue. È lungo circa 30 cm e la sua parete è costituita da 5 strati concentrici. A partire dall’esterno verso l’interno si distinguono: la tonaca sierosa, rappresentata dal peritoneo viscerale; la tonaca muscolare, costituita da due strati concentrici di cellule muscolari lisce (lo strato esterno a decorso longitudinale e quello interno a decorso circolare); la tonaca sottomucosa, composta prevalentemente da fibre elastiche, tra le quali si localizzano le ghiandole duodenali secernenti muco debolmente alcalino (basico) e pepsinogeno. la muscularis mucosae; la tonaca mucosa, costituita dalle cellule epiteliali. L’epitelio duodenale è composto da una popolazione cellulare molto varia: gli enterociti (cellule intestinali assorbenti i nutrienti) rappresentano l’elemento cellulare prevalente; tra di essi si localizzano cellule mucipare, producenti muco, cellule immunitarie e cellule endocrine. STOMACO - ANATOMIA Nell'uomo lo stomaco ha un volume di 0,5 L se vuoto, ed ha una capienza media, se completamente pieno, di circa 1-1,5 litri. Dopo un pasto normale, generalmente si espande per contenere circa 1 l di bolo, ma può anche arrivare a dilatarsi per contenerne fino a 4 l ed oltre, comprimendo però gli altri organi della cavità addominale, e spesso anche del torace. Le pareti dello stomaco sono costituite da quattro strati: la tunica sierosa, la quale avvolge l'organo ed è costituita dal peritoneo viscerale; la tunica muscolare, la quale è composta da tre strati di fibre muscolari, uno longitudinale, uno orizzontale e l'altro obliquo che si apre a ventaglio dalla piccola curvatura alla grande curvatura, e che provvede tramite la sua contrazione a spostare il bolo medialmente, favorendo la progressione del cibo verso la porzione pilorica (è responsabile della peristole); la tunica cellulare o sottomucosa, la quale contiene un intreccio di filamenti nervosi; ed infine la tunica mucosa, la quale riveste la superficie interna dello stomaco, formata da un unico strato di cellule epiteliali e dalle ghiandole sottostanti. La tunica mucosa, a organo vuoto, si presenta sollevata in numerose pieghe, dette per l'appunto pieghe gastriche, anastomizzate fra loro. Solo in una stretta regione prossima alla piccola curvatura, le pieghe non sono normalmente presenti, costituendo così la cosiddetta via gastrica breve, che congiunge il cardia al piloro. Ad organo disteso le pieghe gastriche non sono più visibili, ma permangono dei solchi, solchi permanenti, che delimitano piccole regioni di forma variabile dette areole gastriche, in cui si aprono numerosi gli sbocchi delle cripte da dove il secreto delle ghiandole raggiunge la cavità dello stomaco. STOMACO – ANATOMIA MICROSCOPICA La tonaca mucosa è costituita da cellule epiteliali batiprismatiche con un evidente orletto a spazzola, determinato dalla presenza di microvilli. Tali cellule presentano un apparato del Golgi molto sviluppato in posizione perinucleare e un nucleo centrale. Dal lato dell‘ apparato del Golgi, si trovano numerose vescicole di protosecreto, contenenti i proteoglicani neutri caratteristici della secrezione mucosa di queste cellule. Tali proteoglicani svolgono la funzione di proteggere l'epitelio della mucosa dall'azione degli enzimi dei succhi gastrici e dal loro Le ghiandole gastriche che riversano il loro secreto nelle cripte delle areole gastriche, sono distinte in diversi tipi a seconda della posizione e della loro struttura. Ghiandole cardiali

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Cellule Delomorfe Le cellule delomorfe si trovano spesso sporgenti all'esterno del tubulo ghiandolare, cui sono comunque connesse da un'estensione citoplasmatica. Caratteristica di queste cellule è quella di possedere un esteso sistema di tubuli intracellulari direttamente in comunicazione con il lume del tubulo e che sono detti tubuli di secrezione. Questi tubuli hanno la funzione di aumentare la superfice utile alla produzione del principale secreto di questo tipo di cellule, ossia l'acido cloridrico (HCl), principale responsabile del pH fortemente acido dei succhi gastrici. Cellule Endocrine Le cellule endocrine presenti nelle ghiandole gastriche propriamente dette, sono enterocromaffini o argentaffini e producono soprattutto gastrina e serotonina, che hanno rispettivamente la funzione di incentivare la produzione di HCl da parte delle cellule delomorfe e di stimolare la contrazione della muscolatura liscia dello stomaco.

Tonaca Sottomucosa La tonaca sottomucosa dello stomaco è costituita prevalentemente di connettivo lasso, con numerose fibre elastiche e fibre collagene. Sono presenti macrofagi, granulociti eosinofili, linfociti, plasmacellule e fibroblasti. Gli elementi del sistema immunitario possono talvolta aggregarsi fino a formare dei veri e propri follicoli linfoidi con tanto di centro germinativo.

Tonaca Muscolare La tonaca muscolare dello stomaco è formata da elementi muscolari lisci, involontari. La muscolatura si dispone in tre stati che, dall'esterno all'interno, sono lo strato longitudinale, lo strato circolare e lo strato obliquo. Lo strato circolare presenta un forte ispessimento a livello del piloro, definito sfintere pilorico. Lo strato obliquo non è presente in tutta la parete dello stomaco; esso si presenta come un ventaglio che origina a livello dell'incisura cardiale e si espande verso la grande curvatura, risultando pertanto assente lungo la piccola curvatura. Tonaca Sierosa La tonaca sierosa è formata dal peritoneo viscerale che si dispone a coprire completamente lo stomaco. Essa è pertanto costituita da mesotelio e da uno strato sottomesoteliale di connettivo lasso con fibre elastiche e fibre collagene. STOMACO UMANO

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Le cellule principali o adelomorfe o zimogeniche sono le più numerose e producono enzimi: pepsinogeno e renina (nei lattanti poligastrici)

Le cellule parietali o delomorfe o ossintiche elaborano HCl

L’HCl elaborato dalle cellule parietali abbassa il pH dello stomaco ed esplica diverse funzioni: inibisce la proliferazione dei batteri, denatura le proteine, attiva il pepsinogeno a pepsina

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Il tempo richiesto dalla digestione gastrica varia soprattutto a seconda della natura del bolo alimentare; generalmente ci vogliono 4 ore perché lo stomaco si svuoti completamente dopo un pasto bilanciato, di più se il pasto è particolarmente ricco di grassi. A seguito della digestione gastrica si forma una massa fluida, il chimo che poco per volta viene trasferito nel primo tratto dell’intestino tenue. In conclusione, lo stomaco trattiene il cibo finchè non è stato parzialmente digerito, quindi serve da organo di accumulo temporaneo, e solo dopo trasformazione in chimo, il cibo viene inoltrato a piccoli volumi, nel tenue. STRUTTURA CANALE ALIMENTARE

L’intestino tenue Lo stomaco è collegato all’intestino attraverso una valvola: il piloro. L’intestino tenue è lungo più di 10 metri ed è formato da tre parti: duodeno, digiuno ed ileo.

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L’intestino tenue - la bile Nell'intestino arriva la bile, prodotta dal fegato, che serve ad emulsionare i grassi, cioè a dividerli in goccioline finissime in modo che possano essere più facilmente digeriti.

L’intestino tenue - gli enzimi Nell’intestino tenue alcuni enzimi terminano la digestione degli alimenti. Questi enzimi sono - le lipasi, per digerire i grassi, separandoli in catene di acidi grassi e glicerolo, - l’amilasi pancreatica, che continua l’azione iniziata dalla saliva sull’amido e

- la tripsina, che termina la digestione delle proteine trasformandole in amminoacidi.

LE 4 TONACHE DEL CANALE ALIMENTARE

DAL LUME:

MUCOSA,

SOTTOMUCOSA,

MUSCOLARE,

SIEROSA

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INTESTINO TENUE

L’intestino tenue fa seguito allo stomaco, è un tratto del TD estremamente convoluto (da 6 a 7 mt) le cui anse sono ammassate nella regione centrale della cavità addominale incorniciato sui due lati e in alto dall’intestino crasso. L’intestino tenue e buona parte del crasso sono avvolti dal mesentere, (porzione del peritoneo) una sierosa che li avvolge, si raccoglie in pieghe applicandosi poi alla parete posteriore dell’addome lungo una linea piuttosto corta, il che conferisce al mesentere un aspetto a ventaglio. Ogni ansa del tenue presenta un margine libero e un margine di inserzione al mesentere. Suddivisioni dell’intestino tenue

Duodeno: breve tratto (25 cm) che segue al piloro, dove uno sfintere ne regola la comunicazione, assume poi la forma di C, abbracciando il pancreas; è l’unico tratto retroperitoneale; Digiuno e Ileo che insieme costituiscono l’intestino mesenterico, così definito perché a differenza del duodeno viene avvolto dal mesentere che lo fissa alla parete posteriore, lasciandone però ampia mobilità; Data la sua notevole lunghezza. (ca 6mt) l’intestino mesenterico si ripiega su se stesso formando le anse intestinali. L’ampia ansa del duodeno abbraccia la testa del pancreas da cui riceve gli enzimi digestivi in corrispondenza di una papilla –ampolla di Vater- Sollevando il grande omento si osserva l’intestino mesenterico distinto in due parti : il digiuno, dove avvengono gran parte dei processi digestivi e di assorbimento, e l’ileo; non vi è un confine evidente fra le due parti.

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La superficie interna del tenue è sollevata in: 1-pliche circolari disposte perpendicolarmente all’asse intestinale, molto fitte nel primo tratto, meno numerose nella parte terminale: la superficie delle pliche presenta dei 2- villi, il cui rivestimento è formato da cellule con 3- microvilli apicali; Le pieghe dell’intestino tenue non sono distensibili, a differenza di quelle dello stomaco.

Sezione istologica di villi intestinali

MUCOSA INTESTINO TENUE Nell’intestino tenue la mucosa si estroflette, a formare i villi, e si introflette formando le cripte che vengono definite anche ghiandole intestinali. L’epitelio che delimita la mucosa è batiprismatico semplice; le cellule sono dette enterociti e presentano estroflessioni della membrana plasmatica apicale: i microvilli. Tra gli enterociti sono intercalate le cellule mucipare caliciformi che elaborano muco atto a lubrificare il canale alimentare.

Parete intestino tenue

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Parete intestino tenue

Villi e microvilli costituiscono un espediente per aumentare la superficie di assorbimento. Gli enterociti sono tenuti insieme da giunzioni, quelle più vicine al lume sono del tipo occludente e impediscono il passaggio di materiale negli spazi intercellulari. Tutto ciò che viene assorbito deve passare attraverso la membrana plasmatica che seleziona essendo caratterizzata da permeabilità selettiva. La mucosa dell’intestino crasso presenta le cripte ma manca dei villi. Le cellule mucipare sono più numerose rispetto al tenue. Nella sottomucosa dell’intestino tenue, in particolare nel duodeno, sono presenti le ghiandole duodenali o di Brunner. Elaborano prevalentemente muco. La muscolare è formata da due strati: circolare interno e longitudinale esterno. La sierosa è il foglietto viscerale del peritoneo DIGESTIONE INTESTINO TENUE Le ghiandole intestinali hanno caratteristiche diverse nel duodeno, rispetto al digiuno: le ghiandole di Brunner del duodeno si trovano nella sottomucosa e producono muco; le ghiandole di Galeazzi-Lieberkun del digiuno producono muco ed enzimi: cellule di Paneth. Si aprono alla base dei villi. Alcune cellule dell’epitelio producono ormoni che stimolano l’attività secretiva di segmenti intestinali e delle ghiandole annesse. Il prodotto dell’attività delle ghiandole intestinali costituisce il succo

enterico, contenente muco oltre ad importanti enzimi che sono: aminopeptidasi, carbossipeptidasi, dipeptidasi che agiscono sugli AA; maltasi e lattasi e saccarasi che agiscono su zuccheri, amido; nucleasi, che scindono gli acidi nucleisi enterochinasi che attiva la tripsina prodotta dal pancreas. Complessi movimenti peristaltici dell’intestino tenue tengono a stretto contatto le particelle alimentari alla parete, stimolano la secrezione e attivano la circolazione sanguigna locale.

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La digestione nell’intestino tenue Nell’intestino tenue arriva il chimo proveniente dallo stomaco, composto da materiale in gran parte non ancora digerito. Nel lume del tenue il chimo subisce una digestione

completa grazie a: movimenti peristaltici,

azione del secreto delle ghiandole intestinali, del

succo pancreatico prodotto dal pancreas , e della bile prodotta dal fegato. Infatti la digestione nell’intestino è in gran parte dovuta al contributo di queste due ghiandole annesse all’apparato digerente: pancreas e fegato. L’assorbimento nell’intestino tenue L’assorbimento di acqua e dei prodotti terminali della digestione avviene lungo tutto l’intestino

tenue: attraverso gli enterociti i nutrienti raggiungono l’asse del villo dove vengono raccolti dai vasi sanguigni e raggiungono la vena porta, ad eccezione dei lipidi che vengono raccolti dai vasi

chiliferi, e poi versati nel circolo sanguigno. TRASPORTO ATTRAVERSO L’EPITELIO INTESTINALE (TENUE) 2 vie di passaggio attraverso l’epitelio: Attraverso la membrana cellulare Attraverso le giunzioni strette L’ACQ UA può seguire entrambe le vie, mentre molecole più grandi (aminoacidi, glucosio) N O N possono attraversare le giunzioni strette. L’epitelio intestinale non e’ omogeneo dal punto di vista funzionale Gradiente di PERMEABILITA’ procedendo lungo l’intestino tenue (presenza di PORI di dimensioni decrescenti) l’acqua diffonde piu’facilmente nelle parti prossimali, ma l’assorbimento di acqua e’ comunque M AGGIO RE nelle parti distali. ASSORBIMENTO DI ACQUA ED ELETTROLITI (INTESTINO TENUE) L’intestino deve riassorbire massive quantita’ di acqua (liquido ingerito: 1-2 litri/die nell’uomo, 6-7 litri secreti nel tubo gastroenterico). Circa l’80% di questo assorbimento avviene nell’intestino tenue. L’ASSORBIMEN TO DI ACQUA E’ STRETTAMENTE DIPENDENTE DALL’ASSORBIMEN TO DI SOLUTI (in particolare di SODIO ) Il sodio viene assorbito dalla cellula soprattutto mediante un corasporto con GLUCOSIO ed AMINOACIDI Il sodio viene rapidamente ESTRUSO grazie alla pompa del sodio Nel comparto intercellulare si stabilisce una ELEVATA OSMOLARITA’ L’acqua diffonde nel comparto intercellulare per gradiente osmotico Acqua e sodio diffondono nei capillari sanguigni dei villi

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PRINCIPI GENERALI DELL’ASSORBIMENTO NELL’INTESTINO TENUE Nell’intestino tenue vengono assorbiti: quasi tutti i nutrienti presenti nella dieta Acqua ed elettroliti La pompa Na+/K+ trasporta 3 ioni Na+ fuori dalla cellula contro 2 ioni K+ dentro la cellula In questo modo 4,5 bilioni di ioni sodio vengono estrusi da ogni enterocita ogni minuto QUESTO CONDIZIONA IL RIASSORBIM EN TO DI ACQUA, AMINOACIDI ED ELETTROLITI REGOLAZIONE DELLA MOTILITA’ INTESTINALE (TENUE) CONTROLLO NERVO SO Sistema Nervoso Enterico (plesso mienterico e sottomucoso) sistema nervoso autonomo CONTROLLO UMORALE fattori stimolatori (gastrina, CCK, insulina, serotonina, sostanza P) fattori inibitori (secretina, glucagone) Il PASTO rappresenta uno stimolo molto potente INTESTINO CRASSO Il colon o grosso intestino o intestino crasso si estende dallavalvola ileociecale all‘ano. Si individuano diversi tratti: cieco, colon ascendente, flessura epatica, colon trasverso, flessura splenica, colon discendente, sigma, retto. Nel colon sono presenti numerosi Batteri che formano la flora batterica intestinale. Questi Batteri svolgono funzioni utili per l‘uomo: sono in grado di sintetizzare alcune vitamine (gruppo B,K),limitano la crescita di Batteri dannosi e in cambio si nutrono delle sostanze presenti nell'intestino. Più corto e con diametri maggiori rispetto al piccolo intestino, il grosso intestino si differenzia da questi anche per la presenza delle haustrature e delle tenie, tre fasci muscolari longitudinali. Inoltre, la mucosa dell'intestino crasso si differenzia da quella del tenue in quanto non sono presenti i villi intestinali. Al contrario, vi sono diverse ghiandole secernenti grandi quantità di muco, la cui funzione consiste nella formazione delle feci, per garantirne il passaggio nel retto e la successiva espulsione. Nell'intestino crasso vengono assorbiti sali e acqua. Il fegato Tutte le sostanze assorbite dai villi intestinali passano nel fegato; infatti il sangue dei capillari dell'intestino confluisce nella vena porta che arriva al fegato.

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Il fegato è una GHIANDOLA localizzata principalmente nell‘ IPOCONDRIO destro e in parte nell‘ EPIGASTRIO e nell‘IPOCONDRIO sinistro. È l'organo più voluminoso del corpo umano dopo la cute. Gioca un ruolo fondamentale nel METABOLISMO e svolge una serie di processi tra cui l'immagazzinamento del GLICOGENO, la sintesi delle PROTEINE del PLASMA e la purificazione del sangue. Inoltre produce la BILE, importante nei processi della DIGESTIONE. I termini medici relativi al fegato utilizzano spesso l'aggettivo "epatico" o il prefisso "epato-", dal nome in LINGUA GRECA del fegato, hepar, hepatos (ἣπαρ, ἣπατος) ; il suo nome in ITALIANO deriva invece dal LATINO iecur ficatum (fegato coi fichi), una ricetta in voga nell'antica ROMA, che consisteva nell'ingrassare, riempire o cuocere il fegato d'oca con dei FICHI.

Il fegato - le funzioni 1) produce la bile che serve ad emulsionare i grassi per facilitarne la digestione da parte degli enzimi. La bile viene conservata nella cistifellea, che si svuota ne duodeno ad ogni pasto; 2) con l'aiuto di alcuni enzimi utilizza il glucosio per fabbricare

il glicogeno: lo zucchero di riserva del fegato; 3) elimina gli amminoacidi in eccesso e li utilizza per produrre energia; in questo modo però si forma dell'azoto di scarto che il

fegato trasforma in urea 4) elimina e distrugge alcune sostanze tossiche introdotte nell'organismo attraverso l'alimentazione; 5) produce il fibrinogeno, una proteina indispensabile alla coagulazione del sangue, nel caso di ferite 6) distrugge i globuli rossi vecchi e recupera il ferro che contengono.

Fegato e pancreas sono due grosse ghiandole annesse all’apparato digerente che contribuiscono in maniera determinante alla digestione e alla elaborazione del cibo. Il pancreas è una ghiandola voluminosa posta dietro lo stomaco, contro la parete posteriore dell’addome, in posizione retroperitoneale; è in stretto rapporto con la prima parte del duodeno che l’avvolge strettamente; ha una forma allungata (lungo ca 15 cm). Il pancreas è suddiviso in tre parti: La testa, all’estremità destra che è la porzione più cospicua incastrata nella flessura del duodeno, Il corpo, piuttosto appiattito, La coda, che si allunga a sinistra che si spinge verso l’ipocondrio sin Il pancreas è attraversato da due dotti escretori che riversano il succo pancreatico nel duodeno, il cui contributo è di grande importanza nel concorrere alla funzione digestiva nel tenue.

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Il dotto principale – dotto di Wirsung - attraversa il pancreas dalla coda alla testa e in questa zona riceve il dotto coledoco proveniente da fegato/cistifellea; il breve condotto risultante dall’unione dei due sbocca nel duodeno. Un breve dotto accessorio di Santorini sbocca indipendentemente al di sopra dell’ampolla duodenale (stella). Il pancreas è una ghiandola “mista” a secrezione esocrina ed endocrina, la prima è la parte prevalente, essa produce il succo pancreatico che viene riversato nel duodeno. La componente endocrina, isole di Langerhans, è frammista a quella esocrina che forma gli acini pancreatici.

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Il pancreas esocrino è una ghiandola tubulo-acinosa composta di tipo sieroso; è rivestita da una sottile capsula di connettivo che penetrando all’interno la divide in lobuli; all’interno dei lobuli si formano gli acini pancreatici, l’unità funzionale del pancreas le cui cellule, ricche di RER e granuli di zimogeno producono il succo pancreatico. Le cellule contengono molti granuli di zimogeno (Z) e Rer, esse contornano il lume dell’acino in cui vengono secreti i loro rodotti. L’acino si continua con i dotti escretori intercalari Il succo pancreatico contiene oltre ad acqua, un’alta concentrazione di proteine enzimatiche; esso è a pH alcalino perché contiene anche una elevata concentrazione di ioni bicarbonato. Il succo pancreatico contiene diversi tipi di enzimi: Proteasi

Amilasi

Lipasi

Nucleasi

che, insieme agli enzimi del succo enterico, e alla bile completano la digestione nell’intestino tenue. La produzione del succo pancreatico è sotto controllo di ormoni prodotti principalmente da cellule endocrine del duodeno: colecistochinina e secretina.

Il pancreas endocrino è rappresentato dalle isole di Langerhans, costituite da aggregati di cellule sostenute da una fine trama reticolare in cui sono presenti numerosi capillari sanguigni, il tutto circondato da una sottile capsula di connettivo. Un maggior numero di isole è presente nella coda del pancreas. L’isola di Langerhans è costituita da tipi cellulari diversi (αααα, ββββ e δδδδ) che producono ormoni diversi, i più importanti, glucagone (α), insulina (β) regolano il metabolismo del glucosio e la glicemia, con azione tra loro antagonista, iperglicemizzante il glucagone, ipoglicemizzante l’insulina. Le cellule δ producono somatostatina che ha diversi effetti sul tratto gastrointestinale, in generale di tipo inibitorio. Sistema endocrino pancreo- gastro- intestinale

Comprende tutte quelle cellule presenti nell’epitelio dello stomaco e dell’intestino variabili nelle loro caratteristiche istochimiche e per secreto, il cui secreto viene versato in circolo, costituendo quindi un sistema endocrino diffuso. Il loro secreto può anche agire con meccanismo paracrino, su cellule limitrofe.

PANCREAS - ANATOMIA

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Istituto di Radiologia – Università di Parma

ANATOMIA

TC

Ams- a. mesenterica sup Vms- v.mesenterica sup Vs – v.splenica Vrs-v.renale sin A- aorta Vci- v.cava inf.

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L’intestino crasso

Le parti di cibo troppo grosse o che non possono essere digerite vanno a finire in una parte più dell'intestino che si chiama colon o crasso e qui vengono eliminate come feci. Altre funzioni del crasso sono le seguenti: - Assorbire acqua e Sali minerali - Produrre vitamine partendo da pro-vitamine presenti nei cibi

INTESTINO RETTO Parte del tubo digerente di circa 15 cm. Fa seguito al COLON PELVICO e termina con l’ ORIFIZIO ANALE. Inizia nella PICCOLA PELVI e prosegue il decorso nel PERINEO POSTERIORE. Si distinguono perciò: PORZIONE PELVICA (RETTO PELVICO), dilatata, che si definisce AMPOLLA RETTALE PORZIONE PERINEALE (RETTO PERINEALE), ristretta, o CANALE ANALE

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INTESTINO RETTO: PROIEZIONE FRONTALE

INTESTINO RETTO

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COLON ILEO-PELVICO e RETTO nel MASCHIO

COLON PELVICO e RETTO nella FEMMINA

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RAPPORTI

DEL RETTO

con il PERITONEO

INTESTINO RETTO: ASPETTI

ANATOMOTOPOGRAFICI nei DUE SESSI MASCHIO FEMMINA

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RETTO: RAPPORTI nel MASCHIO

RETTO: RAPPORTI nella FEMMINA

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STRUTTURA DEL RETTO PERINEALE CANALE ANALE Tonaca Mucosa: trapassa da EPITELIO CILINDRICO SEMPLICE ad EPITELIO PAVIMENTOSO COMPOSTO. In prossimità dell’ orifizio, CORNEIFICAZIONE e presenza PELI, GHIANDOLE SEBACEE e SUDORIPARE APOCRINE (CIRCUMANALI) TONACA SOTTOMUCOSA con PLESSO VENOSO EMORROIDARIO CANALE ANALE Tonaca Muscolare: MUSCOLATURA LISCIA con strato CIRCOLARE INTERNO e LONGITUDINALE ESTERNO. Particolare struttura presenta lo SFINTERE ANALE nel suo complesso SFINTERE ANALE È un complesso sistema che provvede alla sua CHIUSURA (TENUTA) verso l’ ambiente esterno. Consta di: M. SFINTERE INTERNO DELL’ ANO (più profondo), ispessimento dello strato circolare, attraversato da fascetti diretti obliquamente M. SFINTERE ESTERNO, associato alla muscolatura del pavimento pelvico (m. ELEVATORE dell’ ANO nella sua porzione PUBO-RETTALE) ed è connesso al RAFE ANOCOCCIGEO

RETTO: CONFORMAZIONE

INTERNA

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INTESTINO RETTO: VASCOLARIZZAZIONE SANGUIFERA AA. RETTALI: SUPERIORE (dalla MESENTERICA INFER.) MEDIA (dalla ILIACA INTERNA) INFERIORE (dalla PUDENDA INTERNA) VV. EMORROIDARIE: SUPERIORE MEDIA INFERIORE

CIRCOLO INTESTINALE

INTESTINO RETTO: DRENAGGIO LINFATICO

LINFONODI ANORETTALI e poi ai LINFONODI MESOCOLICI LINFONODI IPOGASTRICI LINFONODI INGUINALI

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RETTO: DRENAGGIO LINFATICO

CONTROLLO DELLA MOTILITA’ NELL’INTESTINO CRASSO Nei periodi tra i pasti il colon e’ quiescente. Dopo il pasto aumento della motilita’ da: riflesso gastro-colico riflesso duodeno-colico distensione del colon I movimenti di massa spingono le feci nel retto (stimolati dal riflesso gastro-colico) e la distensione del retto stimola il riflesso della defecazione MOTILITA’ INTESTINO CRASSO Movimenti di rimescolamento o di segmentazione Contrazioni peristaltiche e antiperistaltiche modulano il movimento delle ingesta lungo il colon. Movimenti di massa tipici dell’intestino crasso simili a contrazioni peristaltiche molto intense e prolungate. I movimenti peristaltici, di segmentazione e le austrazioni nel colon ascendente aiutano l’assorbimento di acqua, elettroliti e AGV che si formano in seguito alle fermentazioni nel cieco e nel grande colon INTESTINO CRASSO (FUNZIONI) Assorbimento acqua ed elettroliti (Na, Cl) secrezione bicarbonato formazione ed accumulo di feci fermentazioni microbiche (soprattutto nel cieco dei monogastrici) STRUTTURA: La mucosa e’ priva di villi e possiede NUMEROSE CRIPTE che si approfondano e si aprono su una superficie luminale piatta. Presenza di numerose cellule caliciformi secernenti muco.

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Assorbimento, secrezione e formazione di feci L’acqua viene assorbita grazie ad un gradiente osmotico. Il cloro viene assorbito mediante un meccanismo di scambio con i bicarbonato. La secrezione di muco avviene in risposta a stimoli meccanici e nervosi (vagali). Le feci sono composte per il 75% da acqua e il 25% da materiale solido ( batteri, materia organica indigerita, fibra) Presenti stercobilina e urobilina (degradazione batterica della bilirubina)

Secrezione di NaClda parte delle cripte del colon

Assorbimento di NaCl da parte delle cellule del colon