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economia e turismo nel NORD SARDEGNA 2009

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economia e turismonel NORD SARDEGNA

2009

Indice

Presentazione 5

Cenni introduttivi 7

PARTE PRIMA

IL NORD SARDEGNA NEL CONTESTO REGIONALE

Gli abitanti 15

Le forze di lavoro 19

Le imprese 23

La produzione 27

L’export e l’import 30

L’industria turistica 34

Dinamica della domanda nel periodo recente

Alcune caratteristiche della domanda

Struttura dell’offerta ricettiva

PARTE SECONDA

UNA ANALISI COMUNALE

La popolazione 51

Aree costiere e aree interne

Quozienti demografici

Il prodotto interno lordo pro capite 56

La struttura dell’offerta ricettiva 60

Alberghi

Esercizi complementari

Le presenze turistiche 68

PARTE TERZA

ECONOMIA E TURISMO NEL NORD SARDEGNA

Premessa 73

Una stima preliminare della spesa turistica 75

Una indagine sul campo 79

APPENDICE

MODELLO DI RILEVAZIONE 85

La Camera di Commercio di Sassari – da sempre consapevole del ruolo svolto dal comparto del

turismo nell’economia regionale e, ancor più, nel sistema produttivo del Nord Sardegna – ha manifestato

una costante attenzione nei confronti del settore sia con specifiche iniziative promozionali sia con

indagini conoscitive mirate.

Nell’ambito di queste ultime si colloca l’analisi dedicata a “Economia e Turismo nel Nord Sardegna”

che l’Ente camerale ha di recente realizzato, avvalendosi della preziosa collaborazione dell’Istituto G.

Tagliacarne, e di cui intende ora diffondere i risultati con la presente pubblicazione.

Il comparto turistico alberghiero del Nord Sardegna ha dimostrato di reagire positivamente alla crisi

che negli ultimi tempi ha contraddistinto l’economia internazionale e italiana. Nondimeno, mentre la

fase recessiva del ciclo ha comunque esercitato un effetto frenante sui flussi dei vacanzieri, il mercato

del turismo a livello mondiale è interessato da profondi mutamenti strutturali, destinati a tradursi in più

spinte pressioni competitive tra paesi, regioni ed operatori.

Da qui l’esigenza, avvertita dalla Camera di Commercio, di disporre di un quadro statistico dettagliato

sul fenomeno turistico con riferimento alla realtà locale, nonché delle conseguenti valutazioni. In tal

senso il presente Rapporto vuol essere – negli auspici dell’Ente camerale – una base conoscitiva atta a

stimolare un confronto e un dibattito tra tutti coloro che sono interessati alle prospettive del settore nel

Nord Sardegna e, in particolare, tra gli operatori del comparto ricettivo e alberghiero.

Il PresidenteDr. Gavino Sini

Presentazione

7

Quando si costruiscono progetti per il futuro si è naturalmente spinti a guardare indietro, a riflettere

sul passato e a valutarlo criticamente. Chi ritiene questo esercizio poco utile, finisce per non sapere

come progettare il domani. Il passato diviene pertanto il presupposto essenziale del presente e del

futuro. Ecco perché si chiede quasi sempre alla statistica un aiuto nella ricerca delle informazioni sugli

ambiti da indagare, ma non si deve pensare che questa comunichi delle verità da recepire passivamente

e dogmaticamente. Quel che la statistica può fare è fornire semplicemente degli indicatori per capire,

analizzare, riflettere. Poi ciascuno è chiamato a trarre le proprie conclusioni, a fissare i propri obiettivi e

ad elaborare i programmi ritenuti più efficaci per raggiungerli. I mutamenti nella società e nell’economia

corrono molto rapidamente, e diviene perciò inevitabile conoscere il passato per decidere che cosa si

vuole conservare e che cosa cambiare.

Questa esigenza appare pressante anche per l’industria turistica, per l’effetto frenante che la fase

recessiva tuttora in corso potrebbe avere sui flussi dei vacanzieri e quindi per le ripercussioni negative sulla

crescita dell’economia. Come è ben noto, il collasso nei centri finanziari ha avuto conseguenze nefaste

sull’economia mondiale, e ancor più su quella europea e italiana già alle prese – prima dell’esplosione

della bolla del credito – con una congiuntura quasi del tutto stagnante. Il subbuglio provocato dai prestiti

di sempre più cattiva qualità, erogati dalle banche americane, ha scosso infatti la fiducia delle famiglie e

delle imprese riflettendosi in un drastico contenimento della spesa di consumo e d’investimento. Questa

concomitanza di crescenti turbative finanziarie e di forte cedimento della domanda ha avuto ovunque

ricadute pesanti sul mercato del lavoro, e quindi sul reddito spendibile delle famiglie. In un primo tempo

si era ritenuto che lo smottamento nel settore dei mutui sub prime sarebbe stato nel complesso limitato,

e che l’economia non ne avrebbe risentito in misura significativa. Nei fatti, nessuna di queste due

aspettative si è rivelata realistica. Le istituzioni finanziarie sono state trascinate in un vortice senza fine

e nel corso del 2008 l’economia reale è entrata in recessione.

Guardando avanti nel tempo, inoltre, vi è una considerevole incertezza sullo spessore e il decorso

della crisi. Se le famiglie decidessero di ridurre ancora di più i consumi, nel cui ambito rientrano

Cenni introduttivi

8

ovviamente le spese per il turismo, il risultato finale sarebbe il crollo dell’occupazione e un’impennata

della disoccupazione. Se invece l’umore del mercato inizierà a mutare quanto prima in modo positivo,

c’è la speranza che i danni possano essere gradatamente riscattati e che la recessione ceda il posto già

nel 2010 ad un nuovo ciclo di sviluppo. Ad oggi non vi sono evidenze su quale delle due ipotesi possa

concretamente realizzarsi. Di fronte ad una prospettiva così aleatoria fare previsioni diventa perciò un

compito arduo.

D’altra parte, l’economia al pari della sociologia non è una scienza esatta. Entrambe spiegano

magnificamente quello che è già accaduto, ma in quanto a previsioni non sempre riescono a decifrare

quel che avverrà domani. Se si sperimenta una fase recessiva, si è indotti ad aspettarsi il proseguimento

della semionda discendente, e viceversa se è in atto una fase ciclica espansiva. Una pratica questa che a

volte si avvera e altre volte no. Perché il comportamento dei consumatori e dei produttori è massimamente

emotivo ed è alimentato da una infinità di variabili di difficile individuazione e valutazione.

Indubbiamente, anche le notizie ansiogene sulla evoluzione in atto – andamento altalenante delle

borse, fallimenti, smobilitazione di forza lavoro ed escalation della disoccupazione, massiccio ricorso

alla CIG, chiusura di fabbriche, tagli alla produzione, ecc. – concorrono ad alimentare nella gente una

sorta di sentiment emotivo che frena la propensione a spendere. Se i consumatori tireranno ancora

di più la cinghia c’è il pericolo che la recessione assuma la forma a L, rappresentata da una discesa

verticale della produzione e dell’occupazione cui seguirebbe un appiattimento sul fondo del ciclo a sua

volta prologo di ulteriori cadute. Al contrario, se l’insicurezza e lo spavento si dissolveranno in tempi

relativamente brevi, c’è la probabilità che la recessione assuma una forma a U, costituita da una discesa

della domanda seguita da un andamento stagnante di media durata cui subentrerebbe, infine, una fase

di progressivo rilancio. Per il momento, però, gli scostamenti dalle normali condizioni di mercato non

consentono di definire in modo credibile le performance a breve/medio termine. L’unica convinzione è

che il quadro economico mondiale resterà offuscato almeno fino all’autunno 2010, quando – secondo

i più accreditati centri di ricerca – potrebbe mettersi in moto un processo di lento recupero destinato

verosimilmente a consolidarsi solo dopo qualche anno.

Tra i settori colpiti dalla crisi potrebbe rientrare naturalmente anche il turismo, il cui andamento

risentirebbe – oltre che dei condizionamenti provenienti dall’avversa congiuntura – anche di latenti

mutamenti strutturali dei meccanismi che fin qui ne hanno alimentato lo sviluppo. Sembra infatti che

i segnali contraddittori provenienti dal contesto economico/sociale abbiano favorito l’emergere di

aspettative decrescenti dei modelli di vita, e indotto il formarsi – nell’immaginario collettivo – di un

clima psicologico e socioculturale meno propenso all’espansione della spesa di consumo e di quella

turistica.

9

Se queste sono le previsioni, c’è da attendersi una ulteriore accelerazione delle pressioni competitive

tra paesi e regioni per attrarre flussi di vacanzieri. In conseguenza, è destinata ad aumentare fortemente

l’esigenza di disporre di un quadro statistico dettagliato sul fenomeno, per meglio calibrare gli interventi

delle amministrazioni pubbliche e degli operatori privati. Tale esigenza si scontra purtroppo nella realtà

italiana (ma non solo) con una serie di statistiche poco aggiornate, grossolane, parziali e spesso

discordanti che consentono di delineare solo per grandi linee i contorni di un fenomeno – quale è

appunto l’industria turistica – che sta diventando tra le più rilevanti attività economiche a livello mondiale.

Sporadici tentativi compiuti dall’Istituto nazionale di statistica, con riferimento ad alcuni aspetti specifici

del cosiddetto Conto satellite del turismo in Italia, non hanno fin qui condotto a risultati apprezzabili a

causa della carenza dei dati di base, soprattutto di quelli a scala territoriale, e per i costi richiesti per

avviare nuove indagini riguardanti tutte le regioni e province italiane.

In questa sede sono passati in rassegna gli indicatori statistici ufficiali disponibili, per individuare

le traiettorie di sviluppo della domanda e dell’offerta e definire il ruolo che svolge il turismo nell’area

settentrionale. Nonostante la nuova configurazione assunta dalla Sardegna a seguito della legge regionale

numero 9 del 2001, a tutt’oggi alcune statistiche sono disponibili secondo la versione a otto province

ed altre ancora sulla base della variante a quattro province. Quando è stato possibile, alcune serie

statistiche a otto limitate agli ultimissimi anni, sono state ricostruite per gli anni precedenti in modo da

permettere una analisi di più lungo periodo. Pertanto, l’esame che segue risente inevitabilmente delle

predette carenze nella disponibilità di dati omogenei nel tempo e nello spazio.

La prima parte del lavoro analizza i fenomeni di riferimento del contesto demografico ed economico

entro cui si svolge l’attività turistica, nel tentativo di cogliere il ruolo trainante da essa effettivamente

assunto nella creazione della ricchezza locale. Sono pertanto esaminati i dati sulla popolazione, sul

mercato del lavoro, sulle esportazioni, sul prodotto interno lordo per rami di attività economica, nonché

quelli sulle strutture ricettive e sui flussi turistici soggiornanti nell’area. Il tutto integrato con un insieme di

tabelle e grafici ritenuto in grado di cogliere eventuali differenziazioni della realtà territoriale al confronto

della media regionale e/o nazionale. Nella seconda parte l’attenzione si sposta a livello dei comuni che

innervano il territorio, con lo scopo di misurare il grado di attrazione che esercitano le singole destinazioni

turistiche. Anche in questo caso, sono riportate una serie di tabelle che nelle intenzioni dovrebbero

agevolare e rendere immediati i confronti territoriali, con particolare riguardo alla profonda spaccatura

esistente tra la situazione delle aree interne e quella dei comuni costieri, tra Sassari e Olbia/Tempio.

In una terza parte si adombrano alcune considerazioni sulla capacità del turismo di creare benefici

economici ben oltre il comparto alberghi/ristoranti, cui di solito si pensa quando ci si riferisce all’offerta

vacanziera. Si riportano quindi i risultati di una indagine campionaria presso le strutture ricettive (e

attività collaterali) del nord Sardegna, il cui scopo è stato quello di acquisire gli elementi e i dati ritenuti

utili per catturare con un discreto margine di affidabilità la quota dei ricavi turistici che rimane in loco,

10

articolata per settori di attività economica, e la quota che invece viene dirottata al di fuori del territorio.

Alla luce di quanto in precedenza detto, è probabile che nell’immediato futuro l’andamento

dell’attività turistica sul nostro territorio subisca un temporaneo ridimensionamento, o tutt’al più una

battuta d’arresto lungo un trend di fondo che comunque potrebbe rimanere positivo. D’altro lato,

le prime avvisaglie si sarebbero già manifestate nel corso del 2008, anno in cui – secondo parziali

valutazioni – si stima per l’intera regione un incremento attorno a +1 per cento, in forte rallentamento

rispetto agli sviluppi precedenti. Il turismo balneare ha costituito ancora – né potrebbe essere altrimenti

– il segmento più forte di tutto il comparto turistico locale, e ciò ha contemporaneamente delle luci

e delle ombre. E’ positivo il fatto che in un anno di crisi dell’economia globale abbia tenuto bene; è

preoccupante invece il fatto che si tratti di un segmento turistico in cui c’è la maggiore competizione a

livello mondiale. Oggi i principali concorrenti sono, per citare i paesi a noi più vicini, oltre alla Spagna, la

Croazia, l’Albania, la Grecia, quindi l’intera costa che da Trieste si snoda lungo l’Adriatico e lo Ionio fino

all’isola di Corfù e oltre, dove una natura in gran parte incontaminata e un livello dei prezzi abbordabile

rendono conveniente la vacanza.

(Anni 2000 – 2008)

Cifre assolute

Indici base 2000=100

Fonte: elaborazioni Istituto Tagliacarne su dati Assaeroporti

11

Per conservare e magari accrescere l’importanza dell’attività turistica locale, in un quadro connotato

da una sfida sempre più agguerrita tra competitor, sembra necessario concentrarsi su alcuni aspetti

tra cui: qualificare ancor più l’offerta, puntando oltre che alle strutture ricettive anche ai settori ad esso

direttamente collegati; ottimizzare la realizzazione di corsi di formazione degli addetti per accrescerne

la professionalità e rafforzare la cultura dell’ospitalità; presentare un’offerta integrata, che insieme agli

aspetti strettamente ricettivi metta a disposizione nuove proposte di utilizzo del tempo libero degli ospiti

(manifestazioni sportive e culturali, valorizzazione degli aspetti enogastronomici del luogo, e così via);

favorire l’innovazione e l’introduzione di nuove tecnologie, in modo da innalzare l’efficienza dei servizi;

promuovere una distribuzione dei flussi meno ammassata nel tempo e nello spazio, magari mirando

allo sviluppo del turismo cosiddetto sociale/assistenziale e a quello rurale; salvaguardare l’ambiente

naturale orientando il turista alla fruizione e al rispetto delle risorse non rigenerabili; tendere ad equilibrare

il rapporto qualità/prezzo dell’offerta turistica; porre grande attenzione al marketing, valorizzando gli

elementi più forti e capaci di attirare maggiormente l’attenzione del turista, sollecitargli bisogni che da

solo forse non riesce a percepire.

Graf. I – Traffico aereo passeggeri

Alghero Cagliari

Olbia ITALIA

1,710,0 6,9 5,5

10,1

-1,8-2,4

8,7

0,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080,0

50,0

100,0

150,0

200,0

Variazione % Numero indice

2,5

12,2

2,0 5,4

-1,7

0,21,1

9,6

0,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 20080,0

50,0

100,0

150,0

200,0

Variazione % Numero indice

12,55,9

-1,1

3,27,2 9,7

-6,3

5,8

-

0,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

Variazione % Numero indice

2,6

18,110,4 12,4

8,1

21,5

6,2

-0,90,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

0,0

50,0

100,0

150,0

200,0

Variazione % Numero indice

12

Un’attenzione particolare meritano le infrastrutture, la cui dotazione colloca la provincia nel drappello

delle aree meno attrezzate d’Italia. Con riguardo alle differenti categorie di opere, i dati stimati dall’Istituto

Tagliacarne mostrano un sistema di trasporti sfilacciato, con una rete stradale che sta scoppiando

sotto l’incalzare dell’espansione automobilistica e dell’autotrasporto, e una rete ferroviaria agonizzante

e scollegata dalla domanda di mobilità delle persone e delle merci. Relativamente alle strutture viarie,

l’unica strada in qualche modo adeguata è quella che collega Cagliari con Sassari mentre il progetto di

ampliamento della Sassari/Olbia – inserito tra le opere prioritarie da realizzare in previsione del G8 poi

dirottato a L’Aquila – è stato rinviato per carenza di fondi. Peraltro, l’evidenza empirica suggerisce che

spesso la rete infrastrutturale e il potenziale turistico di determinate località sono stati rafforzati proprio

dalla realizzazione di eventi di portata mediatica mondiale, tra cui anche l’organizzazione di riunioni

politiche ai massimi livelli.

parte prima

il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

14

15parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Le persone sono al tempo stesso fattore di offerta della forza lavoro a cui compete la funzione di

produzione, e fattore di domanda a cui spetta la funzione di consumo. La loro distribuzione sul territorio,

i loro comportamenti sono decisivi nel disegnare lo scenario socio/economico circostante. Un esame

sia pure breve della struttura e dinamica della popolazione sembra quindi essenziale per valutare con

discreta approssimazione lo stadio di sviluppo di un’area. I mutamenti nel tempo degli eventi demografici

hanno generato atteggiamenti sempre più complessi e difficili da decifrare con il ricorso alle statistiche

tradizionali. Nel caso specifico del territorio d’indagine, alle difficoltà interpretative si sommano i problemi

derivanti dalla carenza dei dati di base. Sebbene la nuova configurazione provinciale sia stata tratteggiata

dalla legge regionale numero 9 del 2001, è solo a partire dalla metà del 2005 che si è data operatività ad

alcune delle modifiche introdotte. Sul versante delle statistiche, l’Istituto nazionale di statistica – ultimato

alla fine di quell’anno il processo di ricodifica dei comuni coinvolti – ha avviato da gennaio 2006 la

diffusione dei dati sulla popolazione delle nuove province. Purtroppo, il problema non è circoscritto ai

dati demografici ma investe molti altri fenomeni ed enti, alcuni dei quali continuano a produrre statistiche

riguardanti 103 e non 107 province. Per esempio, con riferimento al mercato del lavoro, mentre l’Istituto

di statistica ha esteso dal 2008 l’indagine continua sulle forze di lavoro alle nuove province, l’Inps

viceversa continua a produrre alla vecchia maniera i dati sulla Cassa Integrazione Guadagni.

Gli abitanti

16parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Presso lo stesso Istat, alcune statistiche provinciali esposte secondo la nuova classificazione sono

disponibili per gli ultimissimi anni ed altre invece si riferiscono a periodi più lunghi, com’è il caso delle

serie del valore aggiunto stimate dal 2001.

In questa sede, per fornire elementi di analisi aggiuntivi, si è provveduto alla ricostruzione della

popolazione residente nelle otto province per il quinquennio da inizio 2002 a inizio 2006, con il ricorso ai

codici dei comuni messi a disposizione dall’Istat. Sulla base dei dati ottenuti, quella di Sassari è dal punto

di vista demografico tra le più grandi province della Sardegna – preceduta solo da Cagliari – contando

a inizio 2008 quasi 335 mila abitanti, che rappresentano il 20,1 per cento dell’intera componente

demografica regionale. Anche la densità media per unità di superficie territoriale è tra le più alte, con un

indice di 78 abitanti per chilometro quadrato, a fronte di un valore regionale di circa 69 residenti per kmq

(198 abitanti la media italiana). La serie ricostruita a partire da inizio 2002 descrive una tendenza alla

crescita di poco superiore alla media regionale, con il territorio che nell’arco del sessennio ha registrato

un tasso d’incremento cumulato del 3,9 per cento per cento, contro aumenti del 2,1 per cento a livello

dell’intera Sardegna e del 4,6 per cento su scala nazionale.

Tab. 3 – Principali indicatori demografici per provincia(Numeri indice al 1° Gennaio 2008)

Indice didipendenzastrutturale(1)

Indice didipendenzagiovanile(2)

Indice didipendenzaanziani(3)

Indice divecchiaia(4)

Indice distruttura(5)

Indice diricambio(6)

Sassari 45,5 18,5 27,0 146,4 105,8 114,1Olbia-Tempio 42,7 18,9 23,7 125,4 103,6 118,8Sardegna Nord 44,6 18,6 26,0 139,6 105,1 115,5Cagliari 42,1 17,7 24,3 137,4 105,5 115,2Carbonia Iglesias 43,0 16,0 27,0 169,4 114,8 114,1Medio Campidano 46,0 17,4 28,6 164,4 104,7 110,9Nuoro 48,8 20,0 28,8 143,6 105,6 104,7Ogliastra 48,4 19,5 28,9 148,5 101,9 101,2Oristano 48,8 17,5 31,3 178,2 108,3 118,2Nuoro 48,8 20,0 28,8 143,6 105,6 104,7Sardegna 44,6 18,1 26,6 146,9 106,2 113,6ITALIA 51,7 21,3 30,4 142,8 107,1 114,8(1) rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva e la popolazione in età attiva(2) rapporto percentuale tra la popolazione di età 0-14 anni e la popolazione in età attiva(3) rapporto percentuale tra la popolazione di età 65 anni e più e la popolazione in età attiva(4) rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni(5) rapporto tra la popolazione compresa tra 40 e 64 anni e la popolazione compresa tra 15 e 39 anni(6) rapporto tra quelli che stanno per uscire dal lavoro e coloro che stanno per entrare

Fonte: elaborazioni Istituto Tagliacarne su dati Istat

17parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Tra le altre province si sono segnalate Olbia/Tempio per una espansione demografica molto robusta

(poco più di 151 mila i residenti a inizio 2008 e +9,4 per cento il tasso registrato nell’arco del periodo

considerato) e Medio Campidano e Nuoro per le flessioni più apprezzabili (-1,8 per cento la prima e

-1,5 per cento l’altra). I bambini nati a Sassari nel 2007 sono stati 2.749 pari a un incremento rispetto

all’anno precedente del 3,2 per cento (13.383 il dato regionale, +1,0 per cento e 563.933 quello

nazionale, +0,7 per cento). Nella provincia di Olbia/Tempio il numero delle nascite si è incrementato

tra il 2006 e il 2007 del 9,4 per cento. L’indice di natalità calcolato sulla popolazione a inizio anno ha

toccato quota 8,2 per mille a Sassari e 9,9 per mille a Olbia/Tempio, livelli non molto discosti dall’indice

regionale (8,1 per mille) e dalla media italiana (9,5 per mille).

La fase di contrazione dei flussi di rinnovo della popolazione degli ultimi decenni ha alleggerito

numericamente le nuove generazioni, innescando anche nelle province della Sardegna un processo

d’invecchiamento dapprima titubante e poi sempre più accelerato, le cui modalità non risultano molto

differenti dagli schemi evolutivi di altre aree dell’Italia. Il fenomeno è stato inoltre alimentato da un

allungamento della vita dovuto alla flessione della mortalità infantile, al crescente accesso alle cure

mediche, ai progressi nelle condizioni igieniche, agli avanzamenti della medicina, ecc..

Graf. II – Indici di vecchiaia per provincia

0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 100,0 120,0 140,0 160,0 180,0

Oristano

Carbonia I glesias

Medio Campidano

Ogliastra

Sardegna

Sassar i

Nuoro

Cagliar i

Tempio

ITAL IA

18parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

I dati appositamente elaborati hanno evidenziato che la vita media (altrimenti definita speranza di

vita alla nascita) da noi è molto simile alla media nazionale, ed è tra le più lunghe del mondo. Nel 2008

gli uomini vivono in media 79 anni circa e le donne 85 anni con un allungamento di circa 20 anni rispetto

al secondo dopoguerra. Sempre nel corso degli ultimi decenni si sono modificate le piramidi dell’età,

con il progressivo rafforzamento delle componenti demografiche meno giovani a scapito di quelle

giovanili. Per rendere più chiaro il processo che stiamo vivendo, si può esaminare l’indice di vecchiaia

– dato dal rapporto percentuale tra le persone che hanno superato i 64 anni ed i ragazzi che non hanno

raggiunto i 15 – che ha toccato nel 2008 quota 146 a Sassari e quota 125 a Olbia/Tempio, denunciando

in quest’ultima area una sofferenza demografica meno grave rispetto al resto dell’Italia (143).

Fig. A – Densità abitativa per provincia

Oltre 100 abitanti per kmq

Tra 75 e 100 abitanti per kmq

Tra 50 e 75 abitanti per kmq

Meno 50 abitanti per kmq

19parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

L’immagine che emerge dai dati sul mercato del lavoro è quella di un territorio che oscilla tra

modernità e arretratezza, che ondeggia tra luci e ombre. Un territorio che si è lasciato alle spalle gli

squilibri storici tra domanda e offerta di lavoro che affliggono larghe aree del Mezzogiorno, ma tuttora

lontano dai modelli vigenti a livello nazionale, e soprattutto da quelli in atto nel Centro/Nord. Sulla base

dei risultati delle indagini continue sulle forze di lavoro, condotte dall’Istituto nazionale di statistica, nel

2007 il numero degli occupati nella provincia di Sassari (nella versione storica, giacché è solo dal 2008

che sono state iniziate le rilevazioni nelle nuove province) si è aggirato attorno a 176.500 unità, con un

aumento rispetto a tre anni prima del 3,0 per cento, di poco inferiore ai contestuali incrementi registrati

a livello regionale (+3,3 per cento il tasso cumulato rispetto al 2004) e nazionale (+3,6 per cento).

Tra le restanti province, invece, sono stati segnalati consistenti ripiegamenti a Nuoro e Oristano ed

una più che positiva performance a Cagliari. Durante il triennio osservato (per il quale si dispone come

detto di dati omogenei nella variante a quattro province) la crescita dell’occupazione di Sassari è derivata

quasi del tutto dal ramo dei servizi, che ha messo a segno una espansione del 9,4 per cento – un tasso

quasi doppio del dato nazionale – a fronte della smobilitazione avvenuta nell’industria in senso stretto

(-8,6 per cento) e nelle costruzioni. In conseguenza di detti andamenti, il baricentro dell’economia si è

spostato ancora di più sul terziario. In appena tre anni, la quota di occupazione dei servizi è aumentata

di quattro punti (dal 70 per cento del 2004 al 74 per cento nel 2007), contro l’aumento di un punto

su scala nazionale. L’industria in senso stretto ha compiuto nello stesso tempo un percorso inverso,

scendendo dalla già modesta quota del 12,5 per cento a 11 per cento, che corrisponde alla metà del

dato medio nazionale.

Le forze di lavoro

20parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

L’attitudine dell’economia ad ampliare la base produttiva, allargando i confini del mercato del lavoro,

può essere evidenziata dal livello del tasso di occupazione – dato dal rapporto tra gli occupati e la

popolazione in età compresa tra 15 e 64 anni – che esprime la capacità di un sistema territoriale di

fornire una opportunità d’impiego a tutte le persone potenzialmente in grado di lavorare. Tale indicatore

– disponibile dal 2008 nella versione a otto province, avendo l’Istat esteso da quell’anno l’indagine

alle nuove realtà – ha assunto lo scorso anno nell’Isola un valore (52,5 per cento) che può essere

considerato favorevolmente se confrontato con gli standard del Mezzogiorno, ma inferiore alla media

italiana (58,7 per cento).

21parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

A livello provinciale la situazione appare differenziata, con Sassari che registra il peggior tasso tra le

otto province (46,7 per cento) e Olbia/Tempio che invece riporta l’indicatore migliore (60,7 per cento).

Un semplice esercizio di stima, compiuto ipotizzando per la provincia di Sassari un innalzamento del

tasso di occupazione al livello medio nazionale indicherebbe l’esistenza nella provincia di un deficit

occupazionale di circa 50.000 mila unità, che rappresentano quasi il 50 per cento in più dei lavoratori

impiegati nel 2008 (meno di 110 mila).

Un fattore che mantiene alta la tensione all’interno del mercato del lavoro locale è rappresentato

dalla disoccupazione in generale e da quella giovanile in particolare. Tutti gli studi sull’argomento hanno

evidenziato le difficoltà dei giovani a trovare un impiego, possibilmente in linea con le aspirazioni e i

livelli d’istruzione. La presenza tra questi di un’alta percentuale di persone dotate di titolo di studio

superiore, se per un verso aumenta la probabilità di trovare lavoro (si è appurato che questa cresce con

il crescere degli anni di studio) dall’altro incoraggia costoro a premere assiduamente sul mercato del

lavoro pur incontrando persistenti difficoltà. La disoccupazione giovanile è un problema che preoccupa

l’intera regione (36,8 per cento il tasso specifico del 2008, contro una quota del 21,3 per cento a livello

nazionale) ma che assume maggiore rilevanza in numerose aree sub territoriali. Tra le otto province,

stanno peggio di tutti i giovani (tra i 15 e i 24 anni) residenti a Sassari dove il relativo tasso sale al 51,5

per cento, seguiti da quelli di Carbonia/Iglesias (43,1 per cento).

Tab. 5 – Indicatori del mercato del lavoro per provincia

22parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

La provincia di Olbia/Tempio si conferma la più progredita, raggiungendo un tasso (19,7 per cento)

inferiore anche alla media nazionale. L’articolazione per sesso raffigura nel mercato del lavoro giovanile

una sorta di Giano bifronte. Su scala regionale, la componente maschile possiede un tasso (30,0 per

cento) relativamente lontano dal dato nazionale (18,9 per cento), mentre l’indice di disoccupazione della

componente femminile svetta a quota 46,2 per cento: esattamente 21,5 punti in più del livello italiano.

Una peculiarità della provincia di Sassari è quella di usufruire di tassi di disoccupazione troppo alti in

entrambi i casi, così come Olbia/Tempio esprime livelli incomparabilmente minori.

Graf. III – Tassi di disoccupazione giovanile per provincia

51,5

43,1

38,1 36,8 36,4 35,1

31,1

26,6

21,319,7

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Sassari Carbonia-Iglesias

MedioCampidano

SARDEGNA Oristano Cagliari Ogliastra Nuoro ITALIA Olbia-Tempio

23parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Il tessuto imprenditoriale della provincia di Sassari (nella versione regionale a quattro province) si

caratterizza per la presenza di una miriade di micro imprese a mercato prevalentemente locale, per lo più

concentrate nel commercio, nelle attività direttamente collegate al turismo e nel settore agroalimentare.

I dati statistici raccolti da InfoCamere – la società consortile di informatica delle Camere di commercio

– delineano una struttura produttiva in cui assume un ruolo predominante l’eterogeneo ramo dei servizi

a scapito dell’industria manifatturiera, la cui presenza nel contesto produttivo resta marginale. Va

comunque ricordato, prima di procedere oltre, che non sempre un consistente numero d’imprese del

terziario iscritte alla Camera di commercio riflette una situazione di sviluppo imprenditoriale, palesandosi

talora – in particolare nell’Italia meridionale e insulare – come scelta di auto impiego in un territorio dove

trovare un lavoro resta un’impresa veramente ardua. Nella realtà, infatti, la terziarizzazione dell’economia

può assumere connotati differenti a seconda del livello quantitativo e qualitativo raggiunti dalle attività

agricole e industriali. Può essere un fenomeno fisiologico nelle aree dove la produttività dei settori

che producono beni è cresciuta abbastanza da creare le premesse per l’allocazione di forza lavoro

nei settori dei servizi. Può rappresentare invece un fenomeno patologico nelle aree in cui i progressi

dell’agricoltura e dell’industria non si sono pienamente manifestati. In queste economie, il ramo dei

servizi si configurerebbe piuttosto come un’attività residuale e difensiva, che tende ad attrarre forza

lavoro altrove non impiegabile.

Tenuto conto dei limiti interpretativi appena ricordati, si può rilevare che in chiusura del 2008 il

numero delle imprese attive iscritte nei registri della Camera di commercio di Sassari è di 46.358 unità,

pari ad una quota regionale del 30,7 per cento e ad una incidenza sul totale nazionale dello 0,9 per cento.

Scorrendo la classificazione per tipologia di attività si può osservare che la presenza più consistente

è localizzata nel commercio, con 12.292 unità che rappresentano oltre un quarto (esattamente il 26,5

per cento) dell’intero universo delle imprese attive nella provincia. Seguono in seconda posizione le

imprese attive nel ramo dell’agricoltura: 9.910 unità, il 21,4 per cento del dato complessivo. Il terzo

posto per numero d’imprese è di pertinenza del ramo delle costruzioni, in cui si raggiungono le 8.072

unità corrispondenti al 17,4 per cento del totale. L’industria manifatturiera può contare su 4.773 imprese

Le imprese

24parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

attive per una quota del 10,3 per cento, contro aliquote del 9,9 per cento a livello regionale e del 12,1

per cento a scala nazionale.

Nell’ambito delle attività di trasformazione, un ruolo importante è svolto dalle industrie alimentari,

con 1.206 imprese che incidono sul totale per il 2,6 per cento (2,7 per cento il dato della Sardegna e

2,0 per cento quello dell’Italia). Nel ramo degli alberghi e ristorazione operano 3.045 unità produttive

equivalenti al 6,6 per cento dell’universo delle imprese attive nella provincia, a fronte di quote del 5,6

per cento nell’intera regione e del 5,2 per cento in Italia. Negli anni dal 2002 al 2008, il numero totale

delle imprese attive è aumentato del 12,3 per cento a fronte di un incremento del 7,6 per cento a livello

regionale. Le unità del comparto alberghi e ristorazione hanno registrato una dinamica superiore alla

media e pari al 16,2 per cento.

Passando all’esame della distribuzione delle imprese attive per tipologia giuridica, si vede che a

Sassari le aziende costituite sotto forma di società di capitali rappresentano una quota del 12,2 per

cento, contro aliquote del 10,5 per cento a livello regionale e del 16,5 per cento su scala nazionale.

Nell’industria manifatturiera lo stesso indice è pari a 14,3 per cento nella provincia, superiore al dato

regionale (13,8 per cento), ma sensibilmente più basso del livello medio italiano (24,5 per cento). Per

quanto riguarda il settore degli alberghi e della ristorazione, la situazione locale appare relativamente più

favorevole, evidenziando una quota del 15,8 per cento che si confronta con indici del 12,8 per cento in

Sardegna e del 13,7 per cento nel contesto nazionale.

25parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Nell’arco degli anni dall’introduzione fisica della moneta unica, la situazione è nettamente migliorata

in tutte le aree del Paese. Ad esempio, la quota degli alberghi e ristorazione organizzati sotto forma di

società di capitali è cresciuta di oltre 6 punti (era uguale a 9,7 per cento a fine dicembre 2001), e quella

Tab. 7 – Imprese manifatturiere attive per comparti

SARDEGNA ITALIA

NumeriQuote%

Var.%2002 Numeri

Quote%

Var.%2002 Numeri

Quote%

Var.%2002

Alimentari 1.206 25,3 23,6 4.014 26,9 20,9 106.520 16,6 15,7Tessile 117 2,5 3,5 334 2,2 -6,7 28.126 4,4 -15,4Vestiario 130 2,7 1,6 429 2,9 -9,7 45.956 7,2 -9,7Concia e pelletteria 40 0,8 -14,9 99 0,7 -17,5 23.478 3,7 -9,8Legno (esclusi mobili) 743 15,6 -13,2 1.975 13,2 -9,9 45.961 7,2 -15,6Carta 9 0,2 -10,0 42 0,3 13,5 4.906 0,8 -3,3Stampa 197 4,1 12,6 713 4,8 6,6 33.008 5,1 5,0Prodotti petroliferi 3 0,1 -66,7 9 0,1 -43,8 432 0,1 -31,5Chimica 36 0,8 33,3 124 0,8 10,7 7.564 1,2 -3,7Gomma e plastica 35 0,7 -30,0 146 1,0 0,0 13.133 2,0 -1,2Minerali non metalliferi 376 7,9 6,8 1.278 8,6 9,0 29.756 4,6 -1,2Produzione di metalli 7 0,1 -46,2 57 0,4 -5,0 4.254 0,7 -16,1Lavorazione metalli 587 12,3 14,2 2.187 14,7 5,5 113.977 17,7 2,5Meccanica 263 5,5 19,5 620 4,2 8,0 49.141 7,6 4,2Macchine per uffici 44 0,9 46,7 189 1,3 18,9 3.579 0,6 10,2Apparecchi elettronici 67 1,4 -25,6 237 1,6 -15,1 19.061 3,0 -8,5Apparecchi radiotelevisivi 20 0,4 -45,9 97 0,6 -41,6 5.804 0,9 -30,6Apparecchi medicali 224 4,7 5,7 691 4,6 10,6 28.973 4,5 1,3Autoveicoli 5 0,1 25,0 36 0,2 5,9 3.392 0,5 12,0Altri mezzi di trasporto 198 4,1 52,3 347 2,3 48,3 8.419 1,3 40,4Mobili ed altre manifatturiere 449 9,4 13,7 1.231 8,2 10,6 64.007 10,0 -4,5Riciclaggio 17 0,4 54,5 73 0,5 15,9 3.260 0,5 29,4TOTALE 4.773 100,0 8,5 14.928 100,0 6,6 642.707 100,0 -0,8

Graf. IV - Imprese attive per tipologia

ITALIA

26parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

dell’industria manifatturiera di 4 punti percentuali. Se si escludono alcune iniziative del comparto degli

esercizi alberghieri e ristorazione, se ne può desumere che la struttura produttiva locale resta dominata

dalla prevalenza della forma familiare, incentrata su un governo informale della gestione aziendale. E in

effetti, elaborazioni effettuate dall’Istituto Tagliacarne e riportate nel Rapporto 2008 dell’Unioncamere

sulle piccole e medie imprese nell’economia italiana, documentano che a Sassari l’incidenza delle PMI

nel processo di produzione della ricchezza del settore manifatturiero è pari a 84 per cento, a fronte di

un valore medio nazionale prossimo a 70/75 per cento. Lo stesso Rapporto stima inoltre il grado di

vocazione manifatturiera delle 103 province italiane, da cui risulta che la nostra provincia si colloca nelle

retrovie della classifica (all’85° posto) con un indice di 120, nettamente più basso rispetto al dato (384)

della prima classificata (Prato).

27parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

La struttura dell’economia a livello provinciale può essere delineata ricorrendo alle stime del

prodotto interno lordo, elaborate dall’Istat e dall’Istituto Tagliacarne. La pubblicazione di questi dati da

parte dell’Istituto di statistica avviene di solito alla fine di ogni anno, con un ritardo di circa 24 mesi

rispetto all’ultimo anno di riferimento della serie. Al momento in cui è stata compilata la presente nota

si dispone delle valutazioni ufficiali dal 2001 al 2006, pubblicate dall’Istat nel mese di gennaio 2009,

e di dati preliminari fino al 2008 stimati secondo la versione a prezzi correnti dall’Istituto Tagliacarne

nell’esercizio delle sue funzioni di monitoraggio delle economie locali. Più in particolare, si dispone delle

stime provinciali al 2008 del Prodotto Interno Lordo totale e di quello per abitante e dell’analisi del valore

aggiunto provinciale per grandi rami di attività economica.

I dati del valore aggiunto prodotto dalle attività economiche localizzate nella provincia di Sassari

danno conto di una struttura in cui il ruolo dei settori che erogano servizi appare dominante nei confronti

dei settori che producono beni. Nel 2008 il contributo dei servizi pubblici e privati alla formazione del

valore aggiunto complessivamente prodotto ha raggiunto il 78,9 per cento a Sassari nuova e il 78,3 per

cento a Olbia/Tempio, quote pressoché analoghe al dato regionale ma superiori alla media nazionale

(71,0 per cento). Tra i settori che producono beni, l’industria in senso stretto assorbe l’11,5 per cento

a Sassari (e il 12,8 per cento a Olbia/Tempio) e le costruzioni il 5,5 per cento (7,2 per cento nell’altra

provincia in esame), mentre il settore dell’agricoltura e la zootecnia e pesca fa propria la restante quota

del 4,1 per cento a Sassari e dell’1,7 per cento a Olbia/Tempio. Da rilevare che nell’ambito dei servizi

assumono un peso relativamente elevato, e nettamente più alto dell’aliquota nazionale, le cosiddette Altre

attività di servizi comprendenti – nelle classificazioni dell’Istat – le amministrazioni pubbliche centrali

e locali e le istituzioni collegate, nonché gli enti privati che prestano servizi sanitari e dell’istruzione. La

quota di valore aggiunto di pertinenza di queste attività – valutate per gran parte sulla base del costo del

lavoro degli impiegati pubblici, non essendo possibile misurare in sede contabile tali servizi ai prezzi di

mercato – è superiore di circa otto punti percentuali a Sassari e di circa un punto a Olbia/Tempio rispetto

alla media italiana (21 per cento). Si può inoltre annotare che nelle due province il settore manifatturiero

ha una dimensione modesta – con una quota di valore aggiunto inferiore di 10 punti circa a Sassari

La produzione

28parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

(e di 8 punti a Olbia/Tempio) rispetto all’industria di trasformazione italiana (20,8 per cento) – e pari a

meno della metà di quella dei servizi pubblici e attività collaterali, e che nel resto dell’Italia il loro peso

è bilanciato. La quota detenuta dalle Altre attività di servizi assume proporzioni ancora più ampie nelle

province di Nuoro, Oristano e Ogliastra, dove si aggira attorno ad un terzo del valore aggiunto prodotto

da tutte le attività che innervano l’economia, confrontandosi con un minimo del 22 per cento circa di

Olbia/Tempio. La provincia di Olbia/Tempio ospitando il potente magnete rappresentato dal turismo,

si configura come un sistema economico in cui predomina una rete alberghiera di prim’ordine e un

insieme di attività collegate che svolgono la parte del leone rispetto al resto dell’economia. In virtù

della forza di attrazione esercitata nei confronti dei flussi di vacanzieri incoming e domestici, il peso del

valore aggiunto prodotto dal Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni

supera di oltre 10 punti percentuali il dato regionale (23 per cento circa) e quello medio nazionale (22

per cento).

E’ da questo intreccio di situazioni che trae origine lo stadio di sviluppo dell’economia locale e il

differenziale con la media nazionale. Il prodotto interno lordo per abitante, stimato dall’Istituto Tagliacarne

per il 2008, pone la provincia di Sassari in quarta fila in Sardegna preceduta al primo posto da Olbia/

Tempio, al secondo da Cagliari e al terzo posto da Nuoro, e seguita dalle restanti province con Carbonia/

Tab. 8 – Valore aggiunto prodotto per ramo di attività - Anno 2008

Cifre assoluteAgricoltura Industria Costruzioni Servizi TOTALE

Sassari 217,9 615,4 296,9 4.237,5 5.367,7Olbia-Tempio 57,6 447,1 249,7 2.726,3 3.480,6

Nuoro 111,2 412,3 130,9 1.993,7 2.648,0Cagliari 237,0 1.400,9 645,6 9.444,2 11.727,7Oristano 207,9 241,1 161,0 2.070,7 2.680,7Ogliastra 21,6 72,7 72,3 716,8 883,4Medio Campidano 96,0 417,7 81,7 903,5 1.498,8Carbonia-Iglesias 72,1 311,5 75,4 1.137,8 1.596,8

Quote %Agricoltura Industria Costruzioni Servizi TOTALE

Sassari 4,1 11,5 5,5 78,9 100,0Olbia-Tempio 1,7 12,8 7,2 78,3 100,0

Nuoro 4,2 15,6 4,9 75,3 100,0Cagliari 2,0 11,9 5,5 80,5 100,0Oristano 7,8 9,0 6,0 77,2 100,0Ogliastra 2,4 8,2 8,2 81,1 100,0Medio Campidano 6,4 27,9 5,4 60,3 100,0Carbonia-Iglesias 4,5 19,5 4,7 71,3 100,0

29parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Iglesias collocata in coda alla graduatoria. In particolare, la provincia di Olbia/Tempio – nonostante i

consistenti introiti dovuti all’attività turistica – sfiora appena i 26 mila euro (sono esattamente 25.820),

denunciando un divario negativo di circa 6.000 euro rispetto al dato dell’Italia (31.825 euro a testa). Il

capoluogo regionale, con 23,8 mila euro a testa, evidenzia a sua volta un distacco ancora maggiore,

mentre i 18,1 mila euro stimati per la provincia di Sassari esibiscono un differenziale negativo del 43

per cento sul Pil pro capite nazionale. L’ultima postazione occupata da Carbonia/Iglesias, in virtù di

un prodotto per abitante che raggiunge i 13,9 mila euro, certifica infine l’esistenza di un disparità di

sviluppo abnorme rispetto al valore medio della regione (20,3 mila euro, -32 per cento), e ancor più al

confronto con il livello nazionale (-56 per cento).

Le cifre menzionate sono il risultato di una dinamica del prodotto nel corso degli ultimi anni

fortemente rallentata, e apparsa meno favorevole a livello locale rispetto al contesto nazionale. Nell’arco

degli anni dal 2001 al 2008 il tasso di crescita cumulato in termini reali del prodotto interno lordo totale

della Sardegna è stato stimato dall’Istituto Tagliacarne pari al 2,8 per cento contro il 5,3 per cento

del Pil italiano. A loro volta, i dati provinciali deflazionati con gli indici concatenati dei prezzi impliciti

della regione mostrano evoluzioni territoriali differenziate, con Olbia/Tempio che riporta nel periodo

2001/2008 un tasso di sviluppo cumulato in termini reali (del 20,0 per cento) superiore alla media

regionale (e nazionale) e Sassari che invece arretra di un 3,9 per cento. Il ventaglio dei tassi di variazione

delle restanti province segnala l’esistenza di difficoltà nelle aree di Carbonia/Iglesias, Nuoro e Cagliari, a

fronte delle più positive performance di Ogliastra, Oristano e Medio/Campidano.

Graf. V – Pil pro capite – Anno 2008

30parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

La presenza dei prodotti made in Sassari nuova sui mercati esteri è nel complesso marginale.

L’apposito indicatore stimato dal rapporto tra l’ammontare delle esportazioni e il prodotto interno lordo si è

posizionato nel 2008 a quota 6,1 per cento, molto al disotto del dato regionale (17,1 per cento) e ancor più di

quello medio nazionale (23,3 per cento). Nella provincia di Olbia/Tempio lo stesso indicatore scende ad appena

il 2,6 per cento. Per avere un quadro completo delle relazioni commerciali, bisognerebbe ovviamente tener conto

anche delle operazioni sui beni intrattenute con le altre province della Sardegna e dell’Italia, nonché degli scambi

di servizi con il resto del mondo fra cui le entrate turistiche rappresentano la quota più elevata. Sempre nel 2008, il

valore dell’export di Sassari ha toccato i 388,9 milioni di euro segnando una flessione del 22,9 per cento rispetto al

2007, contro un incremento del 22,4 per cento a livello regionale e una sostanziale stazionarietà dell’intero export

dell’Italia (+0,3 per cento). Per una valutazione più accurata è utile porre attenzione alla struttura delle vendite

all’estero di ciascuna area, e in particolare al peso dei prodotti petroliferi, le cui quotazioni subiscono ricorrenti

oscillazioni. Nella provincia di Sassari i prodotti energetici, quasi del tutto petrolio raffinato, incidono per una quota

trascurabile (0,6 per cento nel 2008), mentre nell’ambito dell’export regionale superano i tre quarti del totale (4,6

per cento il dato dell’Italia, che oltre a prodotti della raffinazione esporta piccole quantità di minerali energetici e

energia elettrica). Il prezzo fob del greggio ha raggiunto nel 2008 i 96 dollari a barile aumentando mediamente –

nonostante il calo della seconda metà dell’anno – del 40 per cento circa. Considerato il rafforzamento della moneta

unica sul dollaro (circa il 7 per cento), l’incremento del prezzo è stato tuttavia di poco superiore al 30 per cento.

L’export e l’import

Tab. 9 – Export per provincia

Cifre assolute Variazioni % Quote %

Sassari 450.339 504.094 388.897 11,9 -22,9 6,7Olbia-Tempio 17.616 35.936 93.588 104,0 160,4 1,6

Cagliari 3.538.152 3.744.016 4.985.876 5,8 33,2 86,2Carbonia-Iglesias 188.903 210.440 153.781 11,4 -26,9 2,7Medio Campidano 216 171 21.917 -20,6 - 0,4Nuoro 88.906 77.713 72.159 -12,6 -7,1 1,2Ogliastra 18.519 116.998 30.798 531,8 -73,7 0,5Oristano 33.493 35.840 37.295 7,0 4,1 0,6

ITALIA 332.012.885 364.743.919 365.806.090 9,9 0,3 -

31parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Nel 2008 le esportazioni di prodotti energetici sono cresciute del 37,7 per cento in Sardegna

e del 19,5 per cento sull’intero territorio italiano, mentre sarebbero crollate del 63,0 per cento nella

provincia di Sassari. Al netto di tale voce, la dinamica dell’export regionale registra una netta inversione

di segno (-9,8 per cento) e quella della provincia sassarese subisce una lieve limatura (-22,3 per

cento) conformemente al dato dell’Italia (-0,5 per cento). Il peso debordante delle lavorazioni petrolifere

(localizzate pressoché totalmente sul territorio cagliaritano) nell’ambito delle esportazioni regionali

comprime significativamente il contributo dell’area settentrionale a solo l’8,3 per cento del totale, mentre

escludendo i prodotti energetici la quota sale al 35 per cento.

Assodato che a livello globale la propensione dell’economia locale a presentarsi sui mercati esteri

è alquanto modesta, dai dati per gruppi merceologici si ricava che l’export dell’area settentrionale è

fortemente polarizzato sulla chimica, che ha assorbito nel 2008 il 49,4 per cento del totale, seguita

a distanza dagli alimentari con una quota del 14,8 per cento. Come si può vedere, questi due settori

hanno rappresentato oltre i tre quinti dell’intero flusso di vendite all’estero, nonostante abbiano accusato

rispetto all’anno prima flessioni pari al 34,7 per cento i chimici e al 3,0 per cento gli alimentari. Quasi

Tab. 10 – Export per settori

Cifre assolute Quote %

Sardegna ITALIA Sardegna ITALIA

Agricoltura e pesca 162 3.302 5.204.245 0,0 0,1 1,4Attività estrattiva 5.259 75.419 1.719.879 1,1 1,3 0,5Industria manifatturiera 475.044 5.697.524 350.195.137 98,5 98,5 95,7

Utilities 0 0 342.674 0,0 0,0 0,1Servizi 58 172 431.048 0,0 0,0 0,1Provviste di bordo 1.961 7.893 7.913.107 0,4 0,1 2,2TOTALE 482.485 5.784.310 365.806.090 100,0 100,0 100,0Totale al netto energetici 480.135 1.371.716 350.255.155 99,5 23,7 95,7

32parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

la metà dei prodotti dell’industria chimica regionale che hanno preso la via per l’estero è attribuibile

alla provincia di Sassari (239 milioni di euro su un totale di 495 milioni). Per i prodotti dell’industria

alimentare (69 milioni di euro) l’aliquota supera il 50 per cento.

Gli acquisti all’estero da parte di operatori locali sono saliti, nel 2008, a 718,4 milioni di euro,

segnando un incremento (dell’8,9 per cento) più elevato del dato nazionale (+1,1 per cento), ma

inferiore alla dinamica dell’intera Isola (+25,2 per cento). Anche su questo versante il confronto con

la regione è influenzato dai flussi dell’energia (minerali energetici, prodotti petroliferi raffinati, energia

elettrica), che costituiscono una quota del 45,1 per cento su scala locale e dell’83,4 per cento a livello

regionale. A Sassari questo gruppo ha avuto un incremento del 3,7 per cento e nella regione una

espansione del 32,2 per cento.

Tab. 11 – Import per provincia

Cifre assolute Variazioni % Quote %

Sassari 456.571 614.094 646.140 34,5 5,2 6,7Olbia-Tempio 31.640 45.307 72.267 43,2 59,5 0,7

Cagliari 6.184.891 6.415.706 8.271.626 3,7 28,9 85,6Carbonia-Iglesias 332.873 452.941 426.226 36,1 -5,9 4,4Medio Campidano 4.444 1.317 78 -70,4 -94,1 0,0Nuoro 76.232 34.385 39.718 -54,9 15,5 0,4Ogliastra 2.277 16.685 22.687 632,7 36,0 0,2Oristano 143.932 138.886 187.336 -3,5 34,9 1,9

ITALIA 352.464.683 373.339.814 377.283.956 5,9 1,1 -

Fig. B – Export per abitante

Oltre 10.000 euro pro capite(Cagliari)

Tra 3.000 e 10.000 euro pro capite(Sassari)

Tra 1.000 e 3.000 euro pro capite (Nuoro,Carbonia-Iglesias)

Meno di 1.000 euro pro capite (Oristano, MedioCampidano,

Olbia-Tempio, Ogliastra)

33parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Le importazioni al netto dell’energia hanno quindi dato luogo ad una evoluzione positiva (+13,6

per cento) a fronte di un aumento regionale del 26,7 per cento. La Sardegna ha importato l’anno

scorso circa l’11 per cento dell’intero approvvigionamento di prodotti energetici del Paese, di cui solo

una piccola frazione è andata a Sassari e Olbia/Tempio. Pertanto, il contributo delle due province nel

quadro dell’import regionale ha raggiunto a malapena il 7,4 per cento, mentre scende al 4,3 per cento

escludendo dal computo il settore dell’energia.

Si può dedurre dalle poche cifre riportate che il grado di apertura dell’economia locale sul mondo,

se misurato con i dati del commercio con l’estero, è assai modesto. L’indice ottenuto dal rapporto tra

l’interscambio complessivo e il valore aggiunto a prezzi base prodotto nel nord dell’Isola ha toccato

nel 2008 un livello di 15 per cento circa, contro il 52 per cento raggiunto sia su base regionale che

nazionale.

34parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Dinamica della domanda nel periodo recente

Da quando è esplosa la crisi finanziaria sotto il peso dei titoli spazzatura, gli indicatori sulla

congiuntura internazionale hanno cominciato a slittare drammaticamente verso il basso, qualificando

l’attuale fase recessiva dell’economia come la più profonda – e forse una delle più durature – del

dopoguerra. Con il passare dei mesi l’interazione tra il corto circuito della finanza e l’economia reale

si è rafforzata ulteriormente, sicché nel 2008/2009 il quadro congiunturale è peggiorato ovunque.

L’indebolimento della capacità di spesa delle famiglie e la scarsa disponibilità del sistema bancario

a concedere finanziamenti si sono riflesse in una minore propensione a spendere, anche per l’acuirsi

dei timori materiali di riduzione del reddito e perdita del posto di lavoro. Per il momento l’impatto della

crisi economico/finanziaria sul turismo in Sardegna è apparso relativamente contenuto, riflettendosi

in una drastica decelerazione dei flussi. In base a valutazioni ancora provvisorie, nel 2008 le presenze

turistiche nella regione sarebbero aumentate di circa l’1 per cento rispetto al 2007.

L’entità del rallentamento può essere valutata ricordando che nel 2007 la regione ha registrato una

espansione delle presenze totali (+12,5 per cento) tra le più elevate in Italia (+2,7 per cento), dovuta

in parte ad un effetto statistico connesso con il migliore grado di copertura assicurato alla rilevazione,

ma anche per la crescita del low cost e la conseguente riduzione delle difficoltà e dei costi del trasporto.

I dati articolati per le otto aree provinciali segnalano exploit molto apprezzabili soprattutto nell’ambito

delle province di nuova costituzione.

L’industria turistica

35parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

A Ogliastra sarebbe stato rilevato un aumento addirittura pari al 58,1 per cento e a Carbonia/Iglesias

un incremento del 19,7 per cento, mentre Sassari, Olbia/Tempio e Medio Campidano hanno realizzato

ritmi di crescita in ogni caso prossimi al 15,5 per cento. Per le restanti province, le dinamiche positive

sono andate da un +11,3 per cento di Nuoro ad un +2,6 per cento di Cagliari, con un’unica eccezione

costituita da Oristano dove sarebbe stata segnalata una flessione del 5,7 per cento.

I dati statistici ordinati per tipologia di esercizio assegnano la migliore performance alle strutture

complementari regionali, che hanno messo a segno un aumento delle presenze del 17,4 per cento,

comunque incalzate dagli alberghi dove le dinamiche sono risultate altrettanto apprezzabili. A scala

provinciale, i tassi di variazione rispetto all’anno precedente sono oscillati da 150,7 per cento in più di

Ogliastra a 1,1 per cento in meno di Cagliari; nella provincia di Sassari il ritmo di crescita dei soggiorni

(+33,9 per cento) è stato di quasi tre volte superiore a quello di Olbia/Tempio (+12,9 per cento). A loro

volta, gli esercizi alberghieri dell’Isola hanno totalizzato un numero di presenze superiore del 10,7 per

Tab. 12 – Flussi turistici per provincia – Anno 2007

Italiani Stranieri TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Sassari 223.584 890.094 176.343 737.089 399.927 1.627.183Olbia-Tempio 505.290 3.238.152 287.148 1.560.890 792.438 4.799.042Sardegna Nord 728.874 4.128.246 463.491 2.297.979 1.192.365 6.426.225Nuoro 115.325 764.006 77.732 410.062 193.057 1.174.068Oristano 79.867 282.095 39.231 123.392 119.098 405.487Ogliastra 72.242 481.216 34.375 175.298 106.617 656.514Medio Campidano 25.355 107.601 6.662 23.380 32.017 130.981Cagliari 425.045 2.036.748 156.245 795.745 581.290 2.832.493Carbonia-Iglesias 43.940 191.907 11.789 33.538 55.729 225.445Sardegna 1.490.648 7.991.819 789.525 3.859.394 2.280.173 11.851.213ITALIA 53.276.961 213.176.071 42.873.122 163.465.680 96.150.083 376.641.751Fonte: elaborazioni Istituto Tagliacarne su dati Istat

Tab. 13 – Dinamica dei flussi turistici

Ital iani Stranieri TOTALEArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Sassari 18,3 5,4 37,8 30,8 26,2 15,6Olbia-Tempio 21,6 18,3 13,1 9,7 18,4 15,3

Nuoro 9,2 2,0 31,5 33,9 17,2 11,3Oristano -2,7 -6,2 11,7 -4,5 1,6 -5,7Ogliastra 49,7 41,8 166,8 131,6 74,3 58,1Medio Campidano -14,6 14,0 -8,3 21,5 -13,4 15,3Cagliari 2,2 -1,4 13,2 14,7 5,0 2,6Carbonia-Iglesias 8,7 21,7 6,6 9,4 8,3 19,7

ITALIA 2,8 1,6 4,1 4,2 3,3 2,7

36parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

cento rispetto a quelle di un anno prima, quale sintesi di andamenti anche qui fortemente differenziati

a livello provinciale. Ogliastra, avendo protocollato un 20,3 per cento in più di soggiorni si è fregiata

ancora una volta del titolo di provincia più dinamica del gruppo, seguita a ruota da Carbonia/Iglesias

(+17,1 per cento) e da Olbia/Tempio con un +16,6 per cento. Nella provincia di Sassari l’entità del

tasso di incremento (+10,3 per cento) è apparsa convergente sul dato medio regionale.

In corso d’anno la crescita degli arrivi e delle presenze di clientela estera nelle strutture ricettive

della Sardegna è stata sensazionale, rispettivamente +22,4 e +19,1 per cento, tenuto conto che nel

resto del Paese questa componente non è andata molto oltre un incremento del 4 per cento. Se si esclude

la solita Ogliastra, in cui le presenze di turisti di nazionalità non italiana sarebbero sorprendentemente

aumentate di circa 100.000 unità (da 76 mila a 175 mila), nelle altre province le variazioni hanno

spaziato tra un -4,5 per cento di Oristano ed un +33,9 per cento di Nuoro, transitando da un aumento

del 30,8 per cento di Sassari ad un +9,7 per cento di Olbia/Tempio. I soggiorni dei turisti provenienti

dall’estero che hanno preferito dimorare presso le strutture complementari della regione hanno avuto

un incremento del 28,9 per cento, che si confronta con un aumento del 3,0 per cento a livello nazionale.

Le rilevazioni su base provinciale mostrano una netta performance quasi ovunque, ad esclusione di

Carbonia/Iglesias e Oristano che hanno accusato cedimenti. In particolare, gli esercizi della provincia di

Ogliastra hanno realizzato le migliori performance, ma non sono stati da meno quelli ubicati sui territori

di Sassari (+51,3 per cento) e Olbia/Tempio in cui il tasso di sviluppo si è posizionato a quota 16,1

per cento. I turisti stranieri che hanno preferito scendere negli alberghi della Sardegna hanno invece

totalizzato un numero di presenze superiore del 15,9 per cento rispetto ai livelli dell’anno prima, contro

un aumento su scala nazionale del 4,8 per cento. Rispetto a Ogliastra che ha svolto la parte del leone,

non hanno assolutamente sfigurato la provincia di Nuoro (+33,9 per cento) e nemmeno quella di

Tab. 14 – Flussi turistici negli esercizi alberghieri e complementari- Anno 2007

Cifre assolute Variazioni % rispetto al 2006Esercizi

alberghieriEsercizi

complementariEsercizi

alberghieriEsercizi

complementariArrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze

Sassari 327.312 1.203.351 72.615 423.832 24,2 10,3 35,5 33,9Olbia-Tempio 589.769 3.211.768 202.669 1.587.274 19,4 16,6 15,4 12,9

Nuoro 160.219 977.507 32.838 196.561 15,9 11,7 24,1 9,0Oristano 86.100 250.120 32.998 155.367 4,4 -8,8 -5,0 -0,1Ogliastra 63.493 354.792 43.124 301.722 64,0 20,3 92,2 150,7Medio Campidano 25.847 106.697 6.170 24.284 -16,2 11,0 0,7 38,9Cagliari 490.687 2.217.772 90.603 614.721 5,7 3,7 1,2 -1,1Carbonia-Iglesias 43.566 167.395 12.163 58.050 9,2 17,1 5,1 27,9

ITA�IA 78.051.422 254.328.742 18.098.661 122.313.009 2,7 2,4 6,4 3,2

37parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Sassari che ha chiuso l’anno con una crescita del 24,1 per cento. In questo contesto di apprezzabile

crescita si sono distinte, Oristano per una flessione del 6,7 per cento e Olbia/Tempio, che sebbene abbia

incamerato il tasso d’incremento più basso dell’Isola (+7,3 per cento) ha comunque messo in conto

un risultato migliore rispetto alla media nazionale.

I turisti che si fermano nell’Isola per trascorrere le vacanze, vi soggiornano per periodi relativamente

più lunghi rispetto alla media nazionale. Nel 2007 la permanenza media nel complesso delle strutture

ricettive in esercizio sul territorio regionale è stata di 5,4 giornate per i connazionali (4,0 giorni il dato

dell’Italia) e di 4,9 per la componente estera (3,8 per cento la media nazionale). A livello provinciale

la durata del soggiorno da parte della clientela italiana oscilla tra le 6/7 giornate di Ogliastra, Nuoro e

Olbia/Tempio, e le 4/5 delle restanti aree (4,0 giorni a Sassari). Per la clientela estera, invece, l’arco di

tempo varia tra le 3-4 giornate di Carbonia/Iglesias, Oristano, Medio Campidano, Sassari (4,2 giorni) e

gli oltre 5 delle restanti province (Olbia/Tempio: 5,4). Nell’ambito delle differenti strutture di ospitalità,

quelli che si fermano più a lungo sono i turisti italiani che soggiornano negli esercizi complementari di

Olbia/Tempio (8,6 giorni), mentre tra coloro che sostano per brevi periodi si segnalano in particolare gli

stranieri che soggiornano negli esercizi ricettivi di Carbonia/Iglesias.

Nella provincia di Sassari, dove la componente turistica estera è relativamente più numerosa rispetto

a quanto è dato osservare a Olbia/Tempio, il maggiore flusso di presenze proviene dal Regno Unito con

una quota sul totale dei soggiorni nelle strutture ricettive locali del 12,0 per cento; seguono in seconda

posizione i cittadini di nazionalità tedesca con un numero di presenze che costituiscono il 9,3 per cento

del totale; la terza postazione è invece prerogativa degli svedesi (4,0 per cento) e la quarta dei francesi

con il 3,1 per cento; il quinto posto in questa classifica decrescente spetta agli irlandesi (2,6 per cento)

Esercizi alberghieri Esercizi complementari TOTALEItaliani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri

Sassari 3,5 3,9 6,8 5,1 4,0 4,2Olbia-Tempio 5,6 5,1 8,6 6,4 6,4 5,4

Nuoro 6,5 5,5 7,3 4,2 6,6 5,3Oristano 2,8 3,0 5,7 3,3 3,5 3,1Ogliastra 6,1 4,4 7,5 6,0 6,7 5,1Medio Campidano 4,2 3,6 4,4 3,3 4,2 3,5Cagliari 4,3 5,0 7,4 5,3 4,8 5,1Carbonia-Iglesias 4,1 2,8 5,3 2,9 4,4 2,8

ITALIA 3,3 3,3 7,2 6,2 4,0 3,8

38parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

e il sesto agli spagnoli con il 2,4 per cento. Le presenze di turisti venuti dalla Danimarca costituiscono

l’1,8 per cento del totale e quelle di cittadini residenti in Svizzera l’1,6 per cento. I soggiorni di vacanzieri

arrivati dai Paesi Bassi incidono per l’1,4 per cento mentre i flussi di origine norvegese rappresentano

l’1,3 per cento del totale dei soggiorni nelle strutture ricettive sassaresi. Questi dieci paesi messi insieme

hanno assicurato nel 2007 quasi il 40 per cento delle presenze nell’industria turistica locale. La maggior

parte dei villeggianti provenienti da paesi esteri preferisce l’albergo ad altre tipologie ricettive. Ogni 100

inglesi che nel 2007 hanno scelto una vacanza nella provincia di Sassari quasi 90 hanno soggiornato

in esercizi alberghieri. Spagnoli, svedesi e irlandesi hanno superato la soglia dell’80 per cento, mentre

svizzeri e francesi sono andati oltre il 60 per cento. Tedeschi e danesi si dividono tra gli alberghi e le altre

strutture ricettive, mentre 7 olandesi ogni 10 privilegiano il soggiorno negli esercizi complementari.

Nella provincia di Olbia/Tempio, in cui la componente straniera è minoritaria rispetto a quella italiana,

il flusso turistico estero più consistente proviene dalla Germania (10,3 per cento delle presenze totali

Tab. 16 – Quote % dei flussi turistici per nazionalità

Sassari Olbia-Tempio Sardegna Nord SARDEGNAITALIA 54,7 67,5 64,2 67,4Germania 9,3 10,3 10,1 9,6Regno Unito 12,0 3,7 5,8 4,7Francia 3,1 5,4 4,8 3,7Spagna 2,4 0,9 1,3 0,9Svezia 4,0 0,3 1,2 0,7Paesi Bassi 1,4 1,1 1,2 1,3Austria 0,6 1,3 1,1 1,2Irlanda 2,6 0,2 0,8 0,5Danimarca 1,8 0,2 0,6 0,4Belgio 0,4 0,7 0,6 0,6

1,5UNIONE EUROPEA 94,1 93,0 93,2 92,9Svizzera 1,6 4,0 3,4 3,6Russia 0,1 0,6 0,5 0,9Norvegia 1,3 0,1 0,4 0,2

0,5ALTRI PAESI EUROPEI 3,8 5,1 4,8 5,2Stati Uniti d'America 0,5 0,7 0,7 0,5Australia 0,2 0,1 0,1 0,1Canada 0,1 0,1 0,1 0,1Brasile 0,0 0,1 0,1 0,1Argentina 0,1 0,1 0,1 0,1Giappone 0,1 0,1 0,1 0,1

0,7

PAESI EXTRAEUROPEI 2,1 2,0 2,0 1,9TOTALE PAESI ESTERI 45,3 32,5 3,6 32,6TOTALE GENERALE 100,0 100,0 100,0 100,0

39parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

nelle strutture ricettive locali); seguono quindi in seconda posizione i francesi con una quota del 5,4 per

cento, e in terza gli svizzeri in virtù di una aliquota del 4,0 per cento. La collocazione al quarto posto

degli inglesi deriva da una quota del 3,7 per cento, mentre solo austriaci (1,3 per cento) e olandesi (1,1

per cento) superano a malapena il punto percentuale. Queste sei nazionalità assicurano circa un quarto

dell’intero flusso dei soggiorni contabilizzati nel 2007 nella provincia di Olbia/Tempio. Più di 80 ogni

100 francesi e inglesi che scendono a Sassari per turismo soggiornano in albergo; più del 60 per cento

gli svizzeri, austriaci e olandesi, mentre i turisti tedeschi si distribuiscono quasi equamente tra le due

differenti strutture ricettive.

Alcune caratteristiche della domanda

La Sardegna ha un numero di abitanti che rappresentano il 2,8 per cento dell’intera componente

demografica italiana, possiede una struttura turistica in termini di posti letto pari al 4,2 per cento della

ricettività totale dell’Italia, ospita ogni anno circa il 2,4 per cento dei turisti che visitano il nostro Paese

per un numero di soggiorni che supera di poco il 3 per cento. Da queste poche cifre potrebbe dedursi

che l’Isola possiede un grado di turisticità in qualche modo convergente sulla situazione mediamente

rilevabile nel resto dell’Italia. Se invece si considerano l’estensione della superficie territoriale, pari

all’8 per cento del suolo italiano, la varietà e la bellezza del paesaggio, la ricchezza del patrimonio

artistico e culturale, le condizioni climatiche favorevoli per gran parte dell’anno, la lunghezza delle coste

e gli scenari inconsueti, si potrebbe forse ritenere che l’Isola non è una destinazione sufficientemente

affermata sebbene possieda un potenziale di crescita turistica straordinario. In realtà, la regione non

è un territorio omogeneo, associando al proprio interno aree ad elevata vocazione vacanziera ad aree

in cui il turista è un soggetto quasi del tutto sconosciuto. Insomma, nonostante lo stretto legame di

parentela, le province sarde in tema di turismo – ma lo stesso discorso vale ovviamente per altre attività

e per altre regioni – non si somigliano affatto.

E risaputo che la parte del leone è appannaggio di Olbia/Tempio, che si colloca al quarto posto

nell’Isola per dimensione demografica, ma dispone di una struttura ricettiva di riguardo e del flusso

turistico più imponente di tutta la Sardegna. La provincia detiene il 9 per cento della popolazione

residente nella regione e dispone del 40 per cento delle strutture turistiche (in termini di letti). Qui trovano

abitualmente accoglienza oltre un terzo degli ospiti che giungono nell’Isola per un totale di circa due

quinti delle giornate di soggiorno trascorse nella regione. La provincia di Sassari, collocata in seconda

posizione sulla base del numero di abitanti, si piazza al 3° dal punto di vista turistico, disponendo di

un’offerta ricettiva che incide per il 14,5 per cento e di un flusso di vacanzieri che rappresentano il

18 per cento circa in termini di teste e il 14 per cento per ammontare di soggiorni. Come si vede,

40parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

queste due province detengono da sole più della metà delle presenze negli esercizi ricettivi, mentre

accolgono un numero di abitanti che non raggiunge il 30 per cento dei residenti nella regione. Se inoltre

si considerano i soggiorni nella provincia di Cagliari, pari al 24 per cento circa del totale, ne discende una

concentrazione nelle tre aree esaminate che sfiora l’80 per cento dell’intero flusso turistico regionale.

Nelle rimanenti cinque province, dove si concentra il 37,3 per cento della popolazione sarda, trovano

pertanto ospitalità 2 turisti ogni 10 che visitano la Sardegna.

Sulla base dei dati ufficiali di fonte Istat al momento disponibili, nel 2007 sarebbero arrivati in

Sardegna quasi 2 milioni e 300 mila turisti per un numero di soggiorni che ha sfiorato i 12 milioni di

presenze. Per avere un indicatore di riferimento, che consenta in qualche modo di apprezzare queste

cifre, basti ricordare che nella piccola provincia di Rimini sono state contabilizzare nel 2007 ben 15

milioni e 700 mila presenze, il 32,5 per cento in più di quante ne sono state rilevate nell’Isola. Se poi si

esaminano i dati provinciali, si scopre che Olbia/Tempio pur avendo un numero di abitanti pari alla metà

dei residenti nella provincia di Rimini riceve annualmente un flusso turistico che raggiunge a malapena

un terzo delle presenze ospitate nella località romagnola. Nel caso di Sassari lo stesso accostamento

evidenzia una situazione ancora meno favorevole: infatti, sebbene Sassari abbia un numero di residenti

superiore del 12 per cento rispetto alla popolazione riminese, può contare correntemente su un numero

di presenze inferiore del 90 per cento circa.

La graduatoria decrescente delle 107 province italiane, compilata sulla base del numero degli arrivi

in rapporto alla popolazione residente, vede al primo posto il territorio di Bolzano con 1.069 unità ogni

100 abitanti, distante anni luce dal dato medio nazionale (161). Tra le province della Sardegna, Olbia/

Tempio si piazza molto bene (al 7° posto con 524 turisti), seguita a distanza da Ogliastra al 28°(184).

Sassari si colloca al 49° disponendo di un indicatore (120 arrivi per 100 residenti) più basso della media

nazionale, Nuoro al 50° con 119 e Cagliari al 55° posto con 104 turisti ogni cento abitanti. Scendono a

livelli modesti le province di Oristano al 75° (71), Carbonia/Iglesias al 96° con un indice di 43 e Medio

Campidano al 103° posto con 31 turisti per cento abitanti.

La scomposizione dei flussi turistici per paese di origine dei vacanzieri evidenzia la maggiore

attrazione esercitata dalla provincia di Sassari nei confronti della componente estera. Le presenze di

turisti di nazionalità non italiana hanno toccato nel 2007 quota 737 mila unità corrispondenti al 45,3 per

cento del totale dei soggiorni sul territorio provinciale. Da tale punto di vista, la nostra provincia assume

la posizione di vertice nel panorama regionale, in cui il peso delle componenti estere (32,6 per cento)

appare troppo basso rispetto a quanto è dato rilevare a livello nazionale (43,4 per cento). Sul versante

geografico del nord/est, la provincia di Olbia/Tempio ha totalizzato 1 milione e 561 mila unità con una

incidenza sul totale delle presenze nell’area pari al 32,5 per cento. Nelle altre province, le quote oscillano

tra il 34,9 per cento di Nuoro, posizionata al secondo posto nella graduatoria decrescente (dopo Sassari

41parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

e prima di Olbia/Tempio), e il 14,9 per cento di Carbonia/Iglesias.

Ogni 100 cittadini stranieri che decidono di passare le vacanze in Sardegna, il 74 per cento (69

per cento la media italiana) preferisce un soggiorno alberghiero e solo il 26 per cento sceglie una

sistemazione diversa. La provincia di Sassari e quella di Olbia/Tempio sono accomunate da quote in

entrambi i casi uguali e pari al 71,4 per cento per quanto riguarda le presenze negli alberghi e al 28,6 per

cento nelle altre ricettività. Nuoro si caratterizza per una invero modesta presenza di stranieri presso gli

esercizi complementari, al contrario di Ogliastra in cui la scelta di una sistemazione presso tali strutture

da parte di turisti esteri prevale sulla componente alberghiera.

Dalla disaggregazione dei dati sulle presenze per tipologia degli esercizi ricettivi, si evince che nella

provincia di Sassari il numero dei soggiorni presso gli alberghi si è aggirato a poco più di 1 milione

e 200 mila unità, il 74,0 per cento dell’intero flusso turistico ospitato sul territorio, e quello presso le

strutture complementari ha sfiorato le 425 mila presenze con una quota quindi del 26,0 per cento. I

dati documentano un maggiore orientamento della clientela che sceglie la Sardegna dove passare le

vacanze a privilegiare un soggiorno presso gli esercizi alberghieri (71,6 per cento la media regionale

del 2007) rispetto al resto dell’Italia, dove le presenze negli alberghi si fermano al 67,5 per cento. A

Olbia/Tempio i turisti scesi negli alberghi vi hanno passato più di 3 milioni e 200 mila notti per una quota

sul totale (66,9 per cento) inferiore sia al dato regionale che a quello nazionale. In assoluto, comunque,

il cliente che predilige l’albergo ad altre sistemazioni è quello che si ferma a Nuoro (83,3 per cento)

mentre Ogliastra si caratterizza per un maggiore equilibrio tra le differenti collocazioni (il 54 per cento

opta per il soggiorno in albergo e il 46 per cento si indirizza verso gli esercizi complementari).

Tra la clientela che si ferma a dormire presso gli esercizi alberghieri della regione, circa un terzo

(33,5 per cento) è costituito da cittadini stranieri e il rimanente da persone di nazionalità italiana, mentre

sull’intero territorio nazionale la componente estera è relativamente più numerosa (44,4 per cento). La

provincia di Sassari si distingue dal resto della regione per la quota più elevata di presenze non italiane

(43,7 per cento), di gran lunga superiore al dato di Olbia/Tempio che scende al 34,7 per cento. Nelle

restanti province le aliquote vanno dal 36,2 per cento di Nuoro al 13,6 per cento di Medio Campidano.

Il cosiddetto indice di operatività – ottenuto dal rapporto tra le presenze e il numero dei posti letto

disponibili nell’arco dell’anno – denuncia il basso utilizzo delle strutture ricettive in tutte le province

sarde. Con riferimento all’intera rete dell’ospitalità, si registra un indice di utilizzo del 17,2 per cento

nella media regionale a fronte del 23,0 per cento a scala nazionale. Tra le otto entità provinciali, i valori

relativamente più elevati si riscontrano nel capoluogo regionale (20,9 per cento) e a Nuoro (20,7 per

cento) e quelli più bassi nelle province di Ogliastra (12,6 per cento), Medio Campidano (12,5 per cento),

Carbonia/Iglesias (12,2 per cento) e Oristano (10,2 per cento). La provincia di Olbia/Tempio (17,3 per

42parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

cento) e quella di Sassari (16,2 per cento) si collocano intorno ai livelli di operatività medi della regione,

e comunque al disotto dell’indicatore nazionale.

La distribuzione del flussi turistici nell’arco dell’anno conferma l’eccessiva concentrazione nel

periodo estivo, in cui si registra la massima affluenza. Gli italiani che soggiornano nelle strutture turistiche

sarde continuano a preferire i mesi di luglio e agosto per trascorrere le vacanze. Per di più, trattandosi di

turismo prevalentemente balneare è naturale che si scelgano i mesi più caldi per la villeggiatura. Quasi

i tre quarti (73,4 per cento) dei connazionali che sono scesi nelle strutture ricettive della provincia di

Sassari nel corso del 2007 vi si sono fermati nei mesi di luglio/agosto, e una analoga incidenza è stata

rilevata nella provincia di Olbia/Tempio (74,5 per cento). La media regionale e quella nazionale risultano

moderatamente più elevate e pari rispettivamente a 81,1 e 77,2 per cento.

Emergono tuttavia delle differenze tra i diversi tipi di alloggio. Ogni 100 italiani che hanno preferito

una sistemazione negli alberghi di Sassari, 44 vi hanno soggiornato in quel bimestre (43 il dato italiano);

a Olbia/Tempio la stagionalità è molto più elevata con una aliquota che sale al 56 per cento, analoga alla

media regionale. Per i connazionali che preferiscono gli esercizi complementari l’affluenza nel bimestre

è di gran lunga minore: 32 vacanzieri su 100 a Sassari e 40 a Olbia/Tempio, a fronte di 23 ogni 100

nella media regionale e 36 a scala nazionale. Per i turisti che soggiornano in strutture complementari la

scelta prevalente è per i mesi di giugno e settembre che insieme detengono a Sassari una quota annuale

del 33,4 per cento e a Olbia/Tempio una aliquota del 37,8 per cento (35,7 per cento il dato regionale e

23,9 per cento quello nazionale).

Le abitudini sulla scelta del periodo di vacanza cambiano radicalmente per i turisti di nazionalità

estera. I vacanzieri provenienti dell’estero che soggiornano nelle strutture ricettive della provincia di

Sassari, nel bimestre luglio/agosto, rappresentano infatti esattamente la metà dei visitatori arrivati

nell’arco dell’anno 2007. A Olbia/Tempio l’aliquota si riduce al 44,3 per cento, in linea con i dati regionali

e nazionali. Se inoltre si passa all’esame delle cifre riguardanti le differenti tipologie di alloggio, si vede

che – al contrario di quanto osservato per i turisti italiani – la propensione alla vacanza estiva mentre

è molto bassa per gli stranieri che scendono negli alberghi, diviene abbastanza elevata per coloro che

si indirizzano verso le strutture complementari. E in effetti, l’affluenza negli alberghi di turisti stranieri

durante il bimestre luglio/agosto incide nella provincia di Sassari per il 25,3 per cento delle presenze

dell’intero anno ed a Olbia/Tempio per il 33,2 per cento, contro un 18,7 per cento in Sardegna e 24,7

per cento sull’intero territorio nazionale. Sotto questo aspetto, le presenze risultano molto spalmate nel

periodo primaverile e autunnale. Nei due mesi di giugno e settembre, per esempio, gli alberghi sassaresi

contabilizzano il 32,1 per cento delle presenze di cittadini stranieri dell’intero anno e quelli di Olbia/

Tempio il 36,2 per cento; a fronte, l’aliquota della regione è uguale al 34,4 per cento mentre per l’Italia si

ferma al 24,3 per cento. L’orizzonte temporale del turismo alberghiero, da parte di cittadini di nazionalità

43parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

non italiana, si allarga in realtà anche ai mesi di maggio per quanto attiene le località sarde, e ottobre

soprattutto per il resto del Paese. Nel bimestre luglio/agosto gli stranieri che sostano negli esercizi

complementari di Sassari rappresentano il 66,4 per cento del totale annuo e coloro che soggiornano a

Olbia/Tempio costituiscono il 67,7 per cento, contro quote del 71,0 per cento in Sardegna e del 68,5

per cento in Italia.

Struttura dell’offerta ricettiva

A inizio 2008 la Sardegna dispone di un totale di 2.721 esercizi ricettivi – equivalenti al 2,1 per cento

della dotazione globale italiana – e di 189.239 posti letto, che rappresentano il 4,2 per cento del dato

nazionale. Trattasi come si può facilmente rilevare di strutture con una dimensione media più grande

rispetto al resto del Paese: il numero dei posti letto per esercizio è di 69 unità contro le 34 unità degli

esercizi esistenti sull’intero territorio italiano. Su base provinciale, gli esercizi di dimensione maggiore si

trovano sul territorio di Olbia/Tempio con un indice pari a 124 posti letto per unità, tallonata da Ogliastra

che dispone di strutture con una media di 80 posti letto. Nelle altre province l’indicatore assume livelli

inferiori al dato regionale, con una sequenza che vede Cagliari collocarsi in terza posizione (67 posti

letto), Nuoro al 4° con un indice di 64 e Sassari sistemarsi al 5° posto grazie ad un valore unitario uguale

a 57 letti. Chiudono l’elenco con indici più bassi della media nazionale, la provincia di Oristano (32

unità), Carbonia/Iglesias (29 posti letto) e all’8° Medio Campidano con 22 letti.

Tab. 17 - Esercizi ricettivi per provincia

Esercizialberghieri

Esercizicomplementari

TotaleEsercizi

alberghieri

Esercizicomplementari

Totale

Sassari 119 367 486 24,5 75,5 100,0Olbia-Tempio 262 351 613 42,7 57,3 100,0

Nuoro 103 140 243 42,4 57,6 100,0Oristano 52 290 342 15,2 84,8 100,0Ogliastra 61 117 178 34,3 65,7 100,0Medio Campidano 33 96 129 25,6 74,4 100,0Cagliari 161 394 555 29,0 71,0 100,0Carbonia-Iglesias 55 120 175 31,4 68,6 100,0

ITALIA 34.058 96.991 131.049 26,0 74.0 100,0

Tab. 18 - Posti letto negli esercizi per provincia

Esercizialberghieri

Esercizicomplementari

TotaleEsercizi

alberghieri

Esercizicomplementari

Totale

Sassari 15.722 11.809 27.531 57,1 42,9 100,0Olbia-Tempio 37.943 38.071 76.014 49,9 50,1 100,0

Nuoro 9.094 6.409 15.503 58,7 41,3 100,0Oristano 3.380 7.473 10.853 31,1 68,9 100,0Ogliastra 3.269 11.039 14.308 22,8 77,2 100,0Medio Campidano 1.678 1.187 2.865 58,6 41,4 100,0Cagliari 23.450 13.655 37.105 63,2 36,8 100,0Carbonia-Iglesias 2.622 2.438 5.060 51,8 48,2 100,0

ITALIA 2.142.786 2.342.795 4.485.581 47,8 52,2 100,0

44parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Gli esercizi alberghieri censiti nell’Isola alla stessa data del primo gennaio 2008 ammontano a 846

unità, il 2,5 per cento del totale nazionale, con una disponibilità di 97.158 posti letto che costituiscono

il 4,5 per cento del dato italiano. In questo segmento ricettivo la dimensione media sale sensibilmente,

sia a livello regionale (115 posti letto per esercizio) sia a scala nazionale (63 letti), producendo un

rimescolamento della graduatoria decrescente delle otto province.

Tab. 19 – Esercizi alberghieri per provincia

Numero Letti Camere BagniSassari 119 15.722 6.454 6.423Olbia-Tempio 262 37.943 14.987 14.928

Nuoro 103 9.094 4.178 4.124Oristano 52 3.380 1.534 1.518Ogliastra 61 3.269 1.387 1.381Medio Campidano 33 1.678 747 759Cagliari 161 23.450 9.876 9.948Carbonia-Iglesias 55 2.622 1.316 1.302

ITALIA 34.058 2.142.786 1.058.910 1.048.694

Numero Letti Camere BagniSassari 14,1 16,2 15,9 15,9Olbia-Tempio 31,0 39,1 37,0 37,0

Nuoro 12,2 9,4 10,3 10,2Oristano 6,1 3,5 3,8 3,8Ogliastra 7,2 3,4 3,4 3,4Medio Campidano 3,9 1,7 1,8 1,9Cagliari 19,0 24,1 24,4 24,6Carbonia-Iglesias 6,5 2,7 3,3 3,2

Sardegna su Italia 2,5 4,5 3,8 3,9

Tab. 17 - Esercizi ricettivi per provincia

Esercizialberghieri

Esercizicomplementari

TotaleEsercizi

alberghieri

Esercizicomplementari

Totale

Sassari 119 367 486 24,5 75,5 100,0Olbia-Tempio 262 351 613 42,7 57,3 100,0

Nuoro 103 140 243 42,4 57,6 100,0Oristano 52 290 342 15,2 84,8 100,0Ogliastra 61 117 178 34,3 65,7 100,0Medio Campidano 33 96 129 25,6 74,4 100,0Cagliari 161 394 555 29,0 71,0 100,0Carbonia-Iglesias 55 120 175 31,4 68,6 100,0

ITALIA 34.058 96.991 131.049 26,0 74.0 100,0

Tab. 18 - Posti letto negli esercizi per provincia

Esercizialberghieri

Esercizicomplementari

TotaleEsercizi

alberghieri

Esercizicomplementari

Totale

Sassari 15.722 11.809 27.531 57,1 42,9 100,0Olbia-Tempio 37.943 38.071 76.014 49,9 50,1 100,0

Nuoro 9.094 6.409 15.503 58,7 41,3 100,0Oristano 3.380 7.473 10.853 31,1 68,9 100,0Ogliastra 3.269 11.039 14.308 22,8 77,2 100,0Medio Campidano 1.678 1.187 2.865 58,6 41,4 100,0Cagliari 23.450 13.655 37.105 63,2 36,8 100,0Carbonia-Iglesias 2.622 2.438 5.060 51,8 48,2 100,0

ITALIA 2.142.786 2.342.795 4.485.581 47,8 52,2 100,0

45parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Sotto questo aspetto, è il capoluogo di regione a collocarsi in prima linea con una dimensione

alberghiera unitaria di 146 posti letto, a scapito di Olbia/Tempio che retrocede in seconda posizione

con 145 letti per esercizio. Il 3° posto in cui si trova la provincia di Sassari è occupato grazie ad un

indice di 132 letti per albergo. Nelle altre province la dimensione è in ogni caso più piccola rispetto

agli standard regionali: Nuoro, con un indicatore che raggiunge il livello unitario di 88, e Oristano dove

si dispone in media di 65 posti letto per albergo presentano comunque indici più alti rispetto al dato

nazionale. Pertanto, sono solo gli alberghi di Ogliastra (54 letti per unità) e Carbonia/Iglesias (48 posti)

a denunciare dimensioni inferiori al tipico albergo italiano.

L’offerta alberghiera di livello superiore, in prima approssimazione costituita dagli alberghi a quattro

e più stelle, è rappresentata in Sardegna da 213 esercizi (4,7 per cento del dato nazionale) per una

copertura di 46.898 posti letto (7,4 per cento della disponibilità totale italiana). La dimensione unitaria

di tali esercizi è nell’Isola pari a 220 posti letto a fronte di 141 letti della dotazione nazionale.

Le grandi strutture si trovano prevalentemente localizzate nel capoluogo regionale di Cagliari, che

mette a disposizione della clientela una struttura alberghiera di alta qualità con una dimensione media

di circa 305 posti letto per unità. Il secondo posto di questa graduatoria e appannaggio della provincia

di Nuoro che si fregia di un livello unitario di 268 letti; la terza postazione in cui si situa la provincia di

Sassari deriva invece da un indicatore che raggiunge un indice di 254 letti per esercizio. Da qui in poi,

le dimensioni nelle altre province scendono a livelli più bassi della media regionale con Olbia/Tempio

che assume un valore di 199 e Oristano un livello di 152 posti letto per esercizio alberghiero. Restano

da citare le province di Ogliastra (125 letti per unità), Carbonia/Iglesias (81 posti) e Medio Campidano

(73 posti letto per albergo di categoria superiore) che registrano livelli dimensionali inferiori alla media

dell’Italia.

Tab. 20 - Offerta alberghiera di categoria superiore per provincia

Alberghi a 4 o più stelle Quote % Indice di specializzazione(Italia=100)

Numero Posti letto Numero Posti letto Numero Posti lettoSassari 24 6.091 20,2 38,7 152,2 130,4Olbia-Tempio 92 18.273 35,1 48,2 264,9 162,1

Nuoro 15 4.021 14,6 44,2 109,9 148,8Oristano 10 1.524 19,2 45,1 145,1 151,7Ogliastra 10 1.252 16,4 38,3 123,7 128,9Medio Campidano 4 293 12,1 17,5 91,5 58,8Cagliari 48 14.639 29,8 62,4 224,9 210,1Carbonia-Iglesias 10 805 18,2 30,7 137,2 103,3

ITALIA 4.514 636.785 13,3 29,7 100,0 100,0

46parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

Nell’Isola si contano a inizio 2008 1.875 esercizi complementari, l’1,9 per cento dell’intera disponibilità

italiana, per un totale di 92.081 posti letto corrispondenti al 3,9 per cento della dotazione nazionale. Qui la

dimensione media si riduce a 49 posti letto per struttura in Sardegna e a 24 nella media del Paese. Da questo

punto di vista, la provincia di Olbia/Tempio detiene il primo posto con un livello unitario di 108 letti, affiancata

da Ogliastra, che dispone di unità di servizio con una media di 94 letti per struttura. Nelle altre sei province

Tab. 22 – Esercizi complementari per provincia

Campeggi e villaggi Alloggi in affitto Alloggi agro-turisticiNumero Letti Numero Letti Numero Letti

Sassari 10 8.769 28 1.025 0 0Olbia-Tempio 29 23.531 101 12.691 100 1.215

Nuoro 9 5.604 11 131 0 0Oristano 11 5.797 18 232 0 0Ogliastra 18 10.156 7 165 15 169Medio Campidano 2 507 11 207 15 66Cagliari 14 9.573 60 2.403 0 0Carbonia-Iglesias 6 1.620 16 332 0 0

ITALIA 2.587 1.331.879 61.810 571.933 13.941 168.595Bed & Breakfast Altri esercizi ricettivi TOTALE

Numero Letti Numero Letti Numero LettiSassari 323 1.614 6 401 367 11.809Olbia-Tempio 120 612 1 22 351 38.071

Nuoro 118 597 2 77 140 6.409Oristano 257 1.334 4 110 290 7.473Ogliastra 65 326 12 223 117 11.039Medio Campidano 67 311 1 96 96 1.187Cagliari 311 1.356 9 323 394 13.655Carbonia-Iglesias 97 469 1 17 120 2.438

ITALIA 15.094 76.701 3.559 193.687 96.991 2.342.795

Tab. 21 – Dimensione media delle strutture ricettive

Esercizialberghieri

Esercizialberghieri a 4 o

più stelle

Esercizicomplementari

Campeggi evillaggituristici

Totaleeserciziricettivi

Sassari 132 32 57Olbia-Tempio 145 108 124

Nuoro 88 46 64Oristano 65 26 32Ogliastra 54 94 80Medio Campidano 51 12 22Cagliari 146 35 67Carbonia-Iglesias 48 20 29

ITALIA 63 141 24 515 34

47parte prima il NORD SARDEGNA nel CONTESTO REGIONALE

l’ampiezza si restringe sensibilmente scendendo al disotto del dato regionale. Più in particolare, a Nuoro si

rileva una dimensione di 46 posti letto e a Sassari e Oristano livelli rispettivamente pari a 32 e 26 letti per

esercizio. Si registrano livelli dimensionali più bassi rispetto al dato nazionale solo nella provincia di Carbonia/

Iglesias (20 posti in media) e in quella di Medio Campidano, che sconta una dimensione (12 letti per struttura)

esattamente uguale alla metà della già modesta ampiezza media degli esercizi complementari italiani.

L’offerta di esercizi complementari costituiti da una grande struttura dimensionale, rappresentati in prima

approssimazione dai campeggi e villaggi turistici, è descritta nell’Isola da 99 unità di servizio (il 3,8 per cento del

totale dell’Italia) dove sono disponibili circa 65.557 posti letto con una incidenza sul dato nazionale del 4,9 per

cento. Il numero dei letti offerti in media dalle unità che operano in Sardegna ruota intorno a 662 posti letto per

struttura, quasi 150 in più dell’offerta a livello nazionale (515 posti). I campeggi e villaggi turistici più grandi della

Sardegna si trovano a Sassari, che può contare su una dimensione media di 877 posti letto per unità, e a Olbia/

Tempio dove si trovano esercizi con un numero di letti che supera in media le 810 unità. La terza postazione in

cui si trova Cagliari discende da un indice dimensionale che ruota attorno a una media di 684 posti. Nelle restanti

cinque province i livelli si comprimono di misura, scendendo al disotto della media regionale.

Tab. 23 – Quote % degli esercizi complementari per tipologia e provincia

Campeggi evillaggi

Alloggi in affitto Alloggi agro-turistici

Bed &Breakfast

Altri eserciziricettivi

Totale

Sassari 2,7 7,6 0,0 88,0 1,6 100,0Olbia-Tempio 8,3 28,8 28,5 34,2 0,3 100,0

Nuoro 6,4 7,9 - 84,3 1,4 100,0Oristano 3,8 6,2 - 88,6 1,4 100,0Ogliastra 15,4 6,0 12,8 55,6 10,3 100,0Medio Campidano 2,1 11,5 15,6 69,8 1,0 100,0Cagliari 3,6 15,2 0,0 78,9 2,3 100,0Carbonia-Iglesias 5,0 13,3 0,0 80,8 0,8 100,0

ITALIA 2,7 63,7 14,4 15,6 3,7 100,0

Campeggi evillaggi

Alloggi in affitto Alloggi agro-turistici

Bed &Breakfast

Altri eserciziricettivi

Totale

Sassari 74,3 8,7 0,0 13,7 3,4 100,0Olbia-Tempio 61,8 33,3 3,2 1,6 0,1 100,0

Nuoro 87,4 2,0 - 9,3 1,2 100,0Oristano 77,6 3,1 - 17,9 1,5 100,0Ogliastra 92,0 1,5 1,5 3,0 2,0 100,0Medio Campidano 42,7 17,4 5,6 26,2 8,1 100,0Cagliari 70,1 17,6 0,0 9,9 2,4 100,0Carbonia-Iglesias 66,4 13,6 0,0 19,2 0,7 100,0

ITALIA 56,9 24,4 7,2 3,3 8,3 100,0

parte seconda

una ANALISI COMUNALE

51parte seconda una ANALISI COMUNALE

Aree costiere e aree interne

Le fasce di territorio costiero costituiscono generalmente la localizzazione preferita per tutte le

funzioni umane, poiché le attività economiche e la mobilità delle persone sono più agevoli – ovviamente

– in zone di pianura piuttosto che in quelle di montagna o collinari. Ciò spiega la forte concentrazione

degli abitati lungo le litoranee, in passato destinate ad attività agricole, o di pesca e di allevamento

zootecnico. Si consideri inoltre che le attività ricettive, balneari e nautiche sono quelle che attirano la

quota più elevata di turisti che soggiornano dalle nostre parti. Esse si concentrano quindi prevalentemente

lungo la fascia costiera, che negli ultimi decenni ha subito un robusto processo di antropizzazione. La

costruzione di strutture edilizie e infrastrutture in un territorio unico per la ricchezza di biodiversità ha

prodotto, in alcuni casi, problemi di degrado e generato una serie di pressioni ambientali che superano

in determinati periodi dell’anno le capacità di carico dei territori. Lungo la costa si può osservare ormai

un insediamento residenziale quasi continuo, in cui le costruzioni residenziali si integrano e si fondono

con quelle turistiche.

Il fenomeno della urbanizzazione delle coste è andato aumentando negli anni, ed ha interessato

una larga parte di territorio del nord Sardegna. Con riferimento alla provincia di Sassari, secondo la

precedente configurazione regionale a quattro aree provinciali, si può vedere che all’inizio del secolo

scorso la popolazione residente nei comuni della costa raggiungeva il 38,5 per cento e quella residente

nei comuni dell’interno toccava il restante 61,5 per cento. Il predominio di questi ultimi dal punto di vista

demografico si è mantenuto ininterrottamente fino agli anni cinquanta. A partire dagli anni sessanta

la quota di popolazione detenuta dai comuni costieri ha superato il 50 per cento del totale provinciale

con un crescendo che si è protratto nel periodo recente. Nell’intervallo compreso tra il censimento

del 1901 e quello del 1951 gli abitanti residenti in comuni litoranei sono aumentati del 77,3 per cento

e quelli dei comuni interni sono cresciuti del 29,3 per cento. Nel dopoguerra, tra il 1951 e l’inizio del

2008, la popolazione vivente sulla costa è quasi raddoppiata (+95,6 per cento l’incremento cumulato)

contestualmente ad una flessione del 14,4 per cento dei residenti nelle zone interne. In conseguenza di

La popolazione

52parte seconda una ANALISI COMUNALE

tali andamenti, la quota demografica delle aree situate in prossimità del mare è salita dal 46,2 per cento

del 1951 al 66,2 per cento, a scapito della quota di pertinenza delle aree più distanti dalla costa.

Limitando l’esame agli ultimi anni, si può osservare che la tendenza di fondo di lungo periodo è

rimasta quasi del tutto immutata, con gli abitanti nei comuni rivieraschi aumentati – negli anni dal 2002

al 2008 – dell’8,9 per cento, a fronte di un cedimento dell’1,1 per cento nel numero dei residenti delle

zone più interne.

Puntando l’obiettivo all’intera compagine dei comuni collocati nelle province di Sassari e Olbia/

Tempio, si può rilevare che – sia pure con dinamiche di differente intensità – tutte le realtà locali situate

lungo la costa hanno registrato tra il 2002 e il 2008 un tasso di crescita elevato, ad esclusione del

comune di Villanova Monteleone che ha accusato un calo demografico del 4,2 per cento. Nell’insieme

dei comuni con la dinamica demografica maggiormente apprezzabile, si sono distinti Loiri Porto San

Paolo (+30,1 per cento), San Teodoro (+29,3 per cento), Palau (+24,5 per cento), Budoni (+20,2

per cento). Sull’altro versante, riguardante le aree collocate nell’entroterra, si sono avute evoluzioni

alquanto contrastanti e lontane dal tasso medio di variazione dell’intero raggruppamento. Per esempio,

nell’ambito dei piccoli comuni in fase di spopolamento sono stati segnalati consistenti cedimenti a

Semestene (-17,8 per cento), Mara e Giave (-12,2 per cento ciascuno), Cheremule (-11,7 per cento),

Anela (-10,1 per cento). A fronte, sono risultati in controtendenza i robusti incrementi demografici di

Olmedo (+20,3 per cento), Tissi (+16,9 per cento), Usini (+9,4 per cento), Telti (+5,4 per cento).

Tab. 24 – Popolazione nei comuni costieri e in quelli interni di Sassari

Anno Comuni costieri % Comuni interni % Totale Totale

1901 91.110 38,5 145.691 61,5 236.801 100,01911 104.259 40,0 156.391 60,0 260.650 100,01921 108.697 41,2 155.133 58,8 263.830 100,01931 125.380 43,0 166.149 57,0 291.529 100,01936 131.894 43,6 170.468 56,4 302.362 100,01951 161.567 46,2 188.386 53,8 349.953 100,01961 194.099 50,9 187.092 49,1 381.191 100,01971 230.669 58,0 167.222 42,0 397.891 100,01981 265.482 61,2 168.360 38,8 433.842 100,01991 286.362 62,9 168.542 37,1 454.904 100,02001 290.315 64,0 163.313 36,0 453.628 100,02008 316.090 66,2 161.172 33,8 477.262 100,0

53parte seconda una ANALISI COMUNALE

Quozienti demografici

I dati appositamente raccolti ed elaborati sotto forma di quozienti demografici forniscono un quadro

dei comuni variegato, con caratteristiche della popolazione alquanto differenziate non solo tra i paesi

e le città della costa rispetto alle zone interne, ma anche tra località situate nelle vicinanze: insomma,

Tab. 25 – Graduatoria dei comuni del Nord Sardegna per crescita popolazione

Cifre assolutePos C/I Comune2002 2007 2008

Var. %2008-‘02

Quote %2008

54parte seconda una ANALISI COMUNALE

nonostante lo stretto legame di parentela, le strutture della popolazione residente nei centri abitati del

nord Sardegna non si somigliano affatto.

L’invecchiamento costituisce indubbiamente uno degli eventi che più hanno segnato le storia

demografica degli ultimo decenni su tutto il territorio nazionale. Poche cifre sono sufficienti per dar conto

del peso consistente raggiunto dagli anziani nel panorama generale. L’indice di vecchiaia – costituito

com’è noto dal numero degli ultra sessantaquattrenni ogni 100 minori che hanno meno di 15 anni

– si aggira in media attorno a 146,4 nella provincia di Sassari e a 125,4 in quella di Olbia/Tempio,

a fronte di un livello di 142,8 del dato medio dell’Italia. Sono tanti i fattori che hanno contribuito ad

acuire ovunque il fenomeno dell’invecchiamento. Tra questi, la riduzione della fecondità aggravando gli

squilibri nella struttura per età ha impoverito le classi di età giovanili e prodotto quello che i demografi

chiamano invecchiamento dal basso della piramide della popolazione. Ad essa si è accompagnato il

miglioramento della qualità della vita, che permettendo ad un numero sempre maggiore di individui

di raggiungere le età estreme ha prodotto un invecchiamento dall’alto. Va ricordato che a contenere il

fenomeno ha contribuito in piccola parte negli ultimi anni l’apporto positivo dei flussi migratori, anche

se non in misura tale da evitare un netto mutamento delle proporzioni tra le diverse fasce di età. Si può

vedere dalla graduatoria in ordine decrescente che gli indici di vecchiaia più alti si hanno naturalmente

nelle comunità in via di spopolamento situate nelle aree interne. Nella provincia di Sassari il record

assoluto è toccato da Semestene, mentre Muros si caratterizza per essere il comune più giovane, con

un indice di 84,6. Nella provincia di Olbia/Tempio la situazione risulta meno dispersiva, con un insieme

di indici di vecchiaia che oscilla tra 397,1 di Bordigiadas e 87,5 di Olbia.

Date le condizioni attuali di fecondità e mortalità è normale che il numero delle persone anziane

sopravanzi quello della popolazione in età attiva, come mostra l’indice di dipendenza degli anziani. Tale

indicatore, che misura il carico delle persone in età non più attiva (65 anni e oltre) sulla popolazione

in età lavorativa (tra i 15 e 64 anni), raggiunge un livello più favorevole nella provincia di Olbia/Tempio

(23,7) rispetto a Sassari (27,0) e ancor più nel confronto con la media italiana (30,4). Com’è ovvio,

la graduatoria dei comuni ricalca grosso modo quella dell’indice di vecchiaia con scostamenti nel

complesso contenuti.

55parte seconda una ANALISI COMUNALE

L’indice di dipendenza strutturale, a sua volta ottenuto dal rapporto tra la popolazione in età non

attiva e quella in età lavorativa, conserva livelli più bassi a Olbia/Tempio (42,7) rispetto a Sassari (45,5)

e la media nazionale (51,7). Anche su questo versante gli indici più robusti si riscontrano nelle piccole

comunità dell’interno e quelli più bassi soprattutto nei comuni situati sulla costa.

Un indicatore che fornisce una misura generica dei problemi che travagliano il mercato del lavoro

è il cosiddetto indice di ricambio – costituito dalle persone che data l’età si trovano in fase di uscita

dal lavoro (60/64 anni) per 100 individui che sarebbero teoricamente pronti ad entrare nel mondo

del lavoro – pari a 114,1 nella provincia di Sassari e 118,8 a Olbia/Tempio, contro un 114,8 medio

nazionale. Nell’area sassarese l’indice più elevato appartiene al comune di Cheremule e quello più

basso al comune di Erula, mentre nell’altra provincia è Golfo Aranci a registrare il livello più rilevante e

Padru quello più modesto.

Tab. 26 – Indicatori demografici dei comuni con oltre 3.000 abitanti – Anno 2008

Pos Prov ComuneIndice di

dipendenzastrutturale

Indice didipendenzagiovanile

Indice didipendenzaanziani

Indice divecchiaia

Indice distruttura

Indice diricambio

1 SS Sassari 43,0 18,1 24,9 137,4 110,2 120,02 OT Olbia 36,6 19,5 17,1 87,5 97,7 103,33 SS Alghero 44,7 16,9 27,8 164,2 106,3 121,44 SS Porto Torres 40,3 18,7 21,6 115,9 97,6 119,95 SS Sorso 42,0 19,7 22,4 113,8 92,8 111,16 OT Tempio Pausania 46,1 18,8 27,4 145,8 103,6 124,07 OT Arzachena 39,3 18,7 20,6 110,3 104,4 129,18 OT La Maddalena 45,4 18,4 27,0 147,3 109,9 148,19 SS Ozieri 46,4 20,2 26,2 129,5 98,1 107,110 SS Ittireddu 55,1 18,4 36,7 200,0 113,6 144,811 SS Sennori 42,9 19,3 23,6 122,3 93,3 88,812 SS Ossi 42,5 20,4 22,1 108,8 97,4 91,513 SS Castelsardo 43,3 16,7 26,6 159,2 102,8 123,214 OT Santa Teresa di Gallura 43,3 16,1 27,2 168,7 124,4 163,815 SS Ploaghe 44,9 19,4 25,5 131,3 95,9 87,016 OT Budoni 41,0 18,9 22,1 116,6 106,2 102,317 OT Calangianus 48,3 18,2 30,1 165,0 96,0 98,418 OT Palau 39,1 16,5 22,6 136,7 120,3 154,519 SS Usini 47,6 22,1 25,6 116,0 92,8 111,220 OT Buddussò 53,7 24,0 29,7 123,6 91,3 89,221 SS Valledoria 41,6 15,8 25,8 163,9 115,2 124,722 OT San Teodoro 44,3 21,0 23,4 111,5 110,8 150,523 OT Borchidda 56,6 18,7 37,9 202,5 99,8 98,824 SS Bonorvo 58,3 19,1 39,2 205,2 115,3 99,525 OT Oschiri 56,5 19,2 37,3 194,3 110,9 142,4Sassari 45,5 18,5 27,0 146,4 105,8 114,1Olbia-Tempio 42,7 18,9 23,7 125,4 103,6 118,8

ITALIA 51,7 21,3 30,4 142,8 107,1 114,8

56parte seconda una ANALISI COMUNALE

Nell’ambito del filone di ricerca sulla misurazione del contributo fornito dalle economie locali alla

formazione del prodotto, l’Istituto Tagliacarne ha effettuato una stima del valore aggiunto per ramo di attività

e del PIL per abitante dei 92 comuni del nord Sardegna, riguardante l’anno 2008. La procedura di valutazione

seguita è, in linea generale, pressoché conforme a quella adottata in sede ufficiale per le stime sugli aggregati

economici a scala provinciale. A causa della rarefazione dei dati statistici, passando dal livello provinciale a

quello comunale, in specifici casi si è tuttavia fatto ricorso a indicatori indiretti, che comunque si ritiene non

abbiano comportato forti scostamenti rispetto alla reale dimensione dei fenomeni indagati.

È appena il caso di ricordare che le valutazioni in oggetto non hanno la pretesa di cogliere totalmente

i differenti aspetti della vita economica e sociale di un’area territoriale. Le modalità di calcolo del valore

aggiunto e del PIL sono infatti il risultato di convenzioni, e come tali possono essere soggette a opinioni

diverse. Per esempio, la Commissione sulla “Misura della performance economica e del progresso sociale”

istituita dal Presidente francese ha come obiettivo di costruire un indicatore in cui il PIL è integrato da una

serie di parametri che vanno dal livello d’istruzione, alla disponibilità di acqua, dalla sanità al sistema fognario,

dall’aspettativa di vita alla qualità dell’ambiente, al tasso di criminalità, ecc.. Tutto questo perché sembra

ormai acquisito che un aumento del reddito non costituisce di per sé un miglioramento della qualità della

vita. Nell’attesa degli sviluppi di questo nuovo indirizzo di ricerca, i dati sul prodotto interno lordo restano lo

strumento più idoneo al momento disponibile per misurare il grado di sviluppo economico di un territorio.

Passando all’analisi dei dati, si può osservare che nel 2008 il valore aggiunto complessivamente prodotto

nelle due province di Sassari e Olbia/Tempio ha sfiorato la cifra di 8.850 milioni di euro, corrispondente ad

una quota del 29,6 per cento del totale regionale. Tenuto conto che la popolazione residente costituisce

il 29,2 per cento dell’intera componente demografica della Sardegna, ne discende un livello per abitante

relativamente superiore. Infatti, il prodotto interno lordo pro capite – che rappresenta l’indicatore sintetico

per eccellenza della capacità produttiva unitaria posseduta da un territorio – si è commisurato pari a 18.118

euro contro una media regionale di poco inferiore (17.913 euro). La graduatoria in ordine decrescente del

PIL per abitante nei 92 comuni che compongono le due province assegna il 1° posto a Golfo Aranci, che

Il prodotto interno lordo pro capite

57parte seconda una ANALISI COMUNALE

si fregia di un valore di 33.277 euro a testa: l’83,7 per cento in più del livello dell’intera area settentrionale

sarda, l’85,8 per cento in più della regione e il 40,9 per cento del dato italiano.

Tab. 27 – Graduatoria dei comuni del Nord Sardegna per PIL pro capite

Pos ComuneCifre

assoluteN.I. Pos Comune

Cifreassolute

N.I.

58parte seconda una ANALISI COMUNALE

Il 2° posto occupato da Arzachena deriva da un prodotto pro capite di 32.008 euro ed il 3° di San

Teodoro da un livello di 31.630 euro. Seguono quindi in 4.a posizione i comuni di Trinità D’Agultu e

Vignola (29.300 euro) e al 5° Santa Teresa di Gallura con 29.229 euro a testa. Come si vede, ai primi

cinque posti si trovano saldamente ormeggiati cinque comuni della provincia di Olbia/Tempio.

Il primo comune della provincia di Sassari che s’incontra nella graduatoria decrescente è Stintino al

6°, in virtù di un ammontare di 26.496 euro a persona, inferiore del 20,4 per cento rispetto al 1° (Golfo

Aranci) ma ben più alto dei valori della regione (+47,9 per cento) e dell’Italia in complesso (+12,2 per

cento).

Stintino è comunque l’unico comune sassarese a figurare nella classifica dei primi 10, dato che

dal 7° al 10° s’incontrano quattro comuni ancora appartenenti all’altra provincia: nell’ordine, Olbia

(25.345 euro), Palau (24.115), Badesi (23.223), Calangianus (21.481 euro). Con Palau, collocato

in 8.a posizione, si chiude l’elenco dei comuni che hanno un livello pro capite superiore alla media

nazionale. Si nota facilmente che nel gruppo dei primi dieci solo Calangianus (al 10°) – che fa parte

della schiera di paesi che accerchia l’antica capitale gallurese, Tempio Pausania – non è situato sulla

costa. Com’è noto, il livello relativamente elevato del PIL pro capite di questo comune trae origine dalla

robusta presenza di attività nel settore industriale, e dal fatto di rappresentare il maggiore centro italiano

per l’estrazione e la lavorazione del sughero. Allargando l’esame ai primi venti comuni della graduatoria

si scopre che 15 sono collocati sul mare e 5 nell’entroterra, e inoltre che 14 appartengono alla provincia

di Olbia/Tempio e 6 fanno parte di quella di Sassari.

Scorrendo l’elenco e mirando verso il basso si può vedere che i dieci comuni collocati in coda alla

classifica sono tutti della provincia di Sassari; che nel gruppo degli ultimi venti vi è solo un comune

appartenente alla provincia di Olbia/Tempio (Alà Dei Sardi al 74°); che nell’insieme degli ultimi trenta

ve ne sono tre (oltre Alà Dei Sardi, Luras al 66° e Telti al 67°); negli ultimi quaranta se ne contano

quattro (con Padru posizionato al 56°) , e così via. Inoltre, dalla 44.a postazione in poi figurano comuni

esclusivamente dell’entroterra.

Il confronto tra i livelli di PIL per abitante dei comuni sistemati in testa alla classifica e quelli dei

comuni disposti nelle retrovie consente di rilevare l’esistenza di divari di notevole ampiezza: la forbice

tra i primi cinque e gli ultimi cinque oscilla da 1 a 4 circa. Il differenziale relativo tra comuni risulterebbe,

sulla base delle stime, più accentuato nella parte alta della classifica rispetto a quella più bassa: tra il

livello del 30° e quello del 1° esiste un distacco attorno al 65 per cento; tra il livello del comune 63° e

l’ultimo il divario è del 40 per cento.

Il contributo dei rami di attività economica alla formazione del valore aggiunto appare variegato,

59parte seconda una ANALISI COMUNALE

con un gruppo di comuni in cui la presenza del terziario di servizi è esorbitante e comuni dove invece

dominano i rami che producono beni. Nell’intero nord Sardegna la quota dei servizi nel quadro della

formazione del valore aggiunto si aggira attorno al 78,9 per cento, a fronte del 77,7 per cento a livello

regionale e del 71,0 per cento a scala nazionale. Dei 92 comuni in esame, 27 esibiscono una quota

superiore alla media dell’area e 54 un valore più elevato del dato italiano. La graduatoria comunale

decrescente basata sull’apporto del ramo dei servizi, assegna il 1° posto a Stintino con una quota

attorno al 90 per cento, seguito a ruota da Golfo Aranci e poi da Monteleone Rocca Doria. A fronte, le

quote scendono su livelli inferiori al 60 per cento in cinque comuni, tra cui chiude l’elenco con il valore

più basso il comune di Calangianus, con appena il 55 per cento circa.

Nel comune di Calangianus l’industria in senso stretto fornisce un contributo di tutto rispetto (37,0

per cento del totale valore aggiunto), aggiudicandosi un posto di rilievo nel panorama non solo locale

(12,0 per cento), ma anche regionale (13,1 per cento) e nazionale (20,8 per cento il dato medio dell’Italia).

La partecipazione del settore manifatturiero risulta parimenti apprezzabile nei comuni di Porto Torres,

Muros, Berchida con aliquote superiori al 30 per cento. Il concorso del manifatturiero è per contro del

tutto marginale in dieci paesi, dove atterra al disotto del 5 per cento, con i più piccoli comuni in assoluto

(Semestene e Monteleone) in cui si hanno aliquote marginali.

Il peso dell’agricoltura si aggira nell’area del nord e nell’intera Isola attorno ad un valore medio

del 3 per cento (2,0 per cento il dato italiano), ma sale a più del 20 per cento in venti comuni, con le

località minori di Ittireddu, Nule, Nughedu San Nicolò che confermano sostanzialmente una spiccata

vocazione per la terra. Al contrario, la presenza dell’agricoltura è del tutto trascurabile a La Maddalena,

San Teodoro, Muros, Olbia, Budoni, Arzachena.

L’apporto del ramo delle costruzioni nell’area è prossimo al 6 per cento, quindi non discosto dal

dato regionale e da quello nazionale. Assume comunque livelli molto elevati soprattutto nel comuni di

Sant’Antonio di Gallura, Alà dei Sardi, Luogosanto e, per contro, aliquote irrilevanti a Cargeghe, Giave,

Stintino.

60parte seconda una ANALISI COMUNALE

Alberghi

L’offerta alberghiera del nord Sardegna è quasi del tutto concentrata presso i comuni situati lungo la

costa, e in particolar modo nell’area nord orientale. Secondo i dati diffusi dall’Istat e relativi al 31 dicembre

2007, l’offerta alberghiera locale è condensata per circa la metà in soli quattro comuni, di cui tre appartenenti

alla provincia di Olbia/Tempio e uno a Sassari. Il comune di Arzachena, collocato al 1° posto nella graduatoria

decrescente, dispone di 66 alberghi con quasi 9 mila posti letto pari ad una dimensione di 133 letti per struttura,

contro una disponibilità media di 141 letti dell’intera area. In pratica, quasi un quarto dell’offerta alberghiera di

Olbia/Tempio (esattamente il 23,2 per cento in termini di posti letto) è localizzato nel solo comune di Arzachena

che rispetto all’intero territorio del nord rappresenta la cifra altrettanto ragguardevole del 16,4 per cento.

La struttura dell’offerta ricettiva

Tab. 28 – Alberghi per categoria nei principali comuni del Nord Sardegna

Superiore(oltre 3 stelle)

Media(3 stelle)

Turistica(meno 3 stelle) Totale

Pos Prov ComuneN.ro Letti N.ro Letti N.ro Letti N.ro Letti

1 OT Arzachena 34 4.965 22 1.899 10 1.928 66 8.7922 SS Alghero 11 3.484 21 2.174 9 1.077 41 6.7353 OT Olbia 22 3.549 16 946 6 1.093 44 5.5884 OT Santa Teresa di Gallura 7 1.226 14 3.487 6 727 27 5.4405 OT Palau 6 1.881 7 575 2 1.102 15 3.5586 OT Budoni 4 887 8 1.925 7 670 19 3.4827 OT San Teodoro 5 979 12 1.035 2 732 19 2.7468 SS Stintino 2 431 7 972 6 1.315 15 2.7189 SS Sorso 2 1.240 4 681 1 20 7 1.941

10 OT Badesi 2 1.476 2 86 4 162 8 1.72411 OT Golfo aranci 4 1.221 4 265 3 224 11 1.71012 SS Castelsardo 4 366 6 728 4 258 14 1.35213 SS Sassari 2 342 7 914 2 59 11 1.31514 SS La Maddalena 2 808 7 402 3 91 12 1.30115 SS Trinita d'Agultu e Vignola 2 932 8 289 1 17 11 1.23816 SS Aglientu - - 3 786 1 22 4 80817 SS Valledoria - - 4 197 5 539 9 73618 OT Tempio Pausania 1 124 6 428 - - 7 55219 OT Loiri Porto San Paolo 1 171 3 152 2 165 6 48820 SS Porto Torres 2 214 1 50 2 40 5 304

Sassari 24 6.091 59 6.107 36 3.524 119 15.722Olbia-Tempio 92 18.273 119 12.572 51 7.098 262 37.943

61parte seconda una ANALISI COMUNALE

Il 2° posto è prerogativa della città di Alghero, dove i 41 alberghi in esercizio sono dotati di 6,7 mila

posti letto che costituiscono il 42,8 per cento dell’equipaggiamento totale della provincia di Sassari e il

12,6 per cento del nord.

I comuni di Olbia al 3° posto e di Santa Teresa di Gallura al 4°, sebbene abbiano in dote un analogo

numero di posti letto alberghieri (attorno a 5 mila e 500 ciascuno), si differenziano per la dimensione

media delle strutture: 127 letti in media quelle di Olbia e 201 quelle di Santa Teresa. Nei quattro comuni

menzionati si trova dunque una dotazione alberghiera che può contare su quasi 27.000 posti letto,

pari al 49,5 per cento dell’offerta ricettiva dell’area esaminata. Proseguendo nell’analisi, si rileva che la

5.a postazione di Palau è dovuta all’esistenza sul suo territorio di 15 unità con quasi 3.600 posti letto,

corrispondenti ad una dimensione di 237 letti per unità. Budoni al 6° esprime invece una ricettività

turistica di 19 alberghi e circa 3.500 letti. San Teodoro e Stintino, collocati su sponde diverse, possiedono

un’offerta che in entrambi i casi si aggira attorno al 5 per cento del totale settentrionale.

Tab. 29 – Quote % degli alberghi nei principali comuni del Nord Sardegna

Superiore(oltre 3 stelle)

Media(3 stelle)

Turistica(meno 3 stelle) Totale

Pos Prov ComuneN.ro Letti N.ro

LettiLettiosti

N.ro Letti N.ro Letti

1 OT Arzachena 29,3 20,4 12,4 10,2 11,5 18,2 17,3 16,42 SS Alghero 9,5 14,3 11,8 11,6 10,3 10,1 10,8 12,63 OT Olbia 19,0 14,6 9,0 5,1 6,9 10,3 11,5 10,44 OT Santa Teresa Gallura 6,0 5,0 7,9 18,7 6,9 6,8 7,1 10,15 OT Palau 5,2 7,7 3,9 3,1 2,3 10,4 3,9 6,66 OT Budoni 3,4 3,6 4,5 10,3 8,0 6,3 5,0 6,57 OT San Teodoro 4,3 4,0 6,7 5,5 2,3 6,9 5,0 5,18 SS Stintino 1,7 1,8 3,9 5,2 6,9 12,4 3,9 5,19 SS Sorso 1,7 5,1 2,2 3,6 1,1 0,2 1,8 3,610 OT Badesi 1,7 6,1 1,1 0,5 4,6 1,5 2,1 3,211 OT Golfo Aranci 3,4 5,0 2,2 1,4 3,4 2,1 2,9 3,212 SS Castelsardo 3,4 1,5 3,4 3,9 4,6 2,4 3,7 2,513 SS Sassari 1,7 1,4 3,9 4,9 2,3 0,6 2,9 2,514 SS La Maddalena 1,7 3,3 3,9 2,2 3,4 0,9 3,1 2,415 SS Trinità d'Agultu 1,7 3,8 4,5 1,5 1,1 0,2 2,9 2,316 SS Aglientu - - 1,7 4,2 1,1 0,2 1,0 1,517 SS Valledoria - - 2,2 1,1 5,7 5,1 2,4 1,418 OT Tempio Pausania 0,9 0,5 3,4 2,3 - - 1,8 1,019 OT Loiri Porto San Paolo 0,9 0,7 1,7 0,8 2,3 1,6 1,6 0,920 SS Porto Torres 1,7 0,9 0,6 0,3 2,3 0,4 1,3 0,6

Sassari 20,7 25,0 33,1 32,7 41,4 33,2 31,2 29,3Olbia-Tempio 79,3 75,0 66,9 67,3 58,6 66,8 68,8 70,7

62parte seconda una ANALISI COMUNALE

Chiudono infine l’elenco dei primi dieci i comuni di Sorso e Badesi, l’uno con un contributo del 3,6

per cento e l’altro con il 3,2 per cento. Con circa 43.000 posti letto disponibili negli alberghi locali, i

dieci comuni appena ricordati detengono i quattro quinti (79,6 per cento) della totale offerta alberghiera

dell’area settentrionale sarda. Scorrendo la graduatoria decrescente verso il basso e osservando i dati

dell’altra metà della classifica, emerge un discreto numero di comuni appartenenti alla provincia di

Sassari, con pesi tuttavia nettamente inferiori a quelli della fascia superiore: mentre nel primo gruppo i

comuni sassaresi erano tre, nel secondo gruppo salgono a quattro. In termini relativi, l’offerta alberghiera

complessiva dei dieci comuni minori, esprime un contributo al totale delle due aree provinciali (18,3 per

cento) solo di poco superiore all’apporto fornito dal solo territorio di Arzachena.

L’esame della ricettività alberghiera disponibile a livello locale deve tener conto del rapporto che

intercorre tra la stessa e la popolazione che vive nella medesima area. Si ottengono così i cosiddetti

indici di densità turistica o di funzione alberghiera, dati dal rapporto tra il numero dei posti letto e

l’ammontare della popolazione residente. Si vede in tal caso che l’indice di funzione alberghiera del nord

Sardegna è pari a 110 posti letto per 1.000 abitanti, con livelli nettamente più elevati nella provincia

di Olbia/Tempio (251) rispetto a Sassari (47 per mille). La classificazione dei venti comuni in cui è

ammassata la ricettività colloca al 1° posto – in posizione solitaria – Stintino, con un indice di 2.115 che

sconta la presenza sul territorio di un consistente numero di strutture alberghiere a fronte della ridotta

componente demografica locale. Al 2° posto si trova Santa Teresa di Gallura in virtù di un indice (1.077)

dieci volte superiore alla media delle due province. Prendendo a riferimento il livello medio dell’intera

area settentrionale, si può notare che sedici comuni si collocano su valori superiori e quattro su valori

Graf. VI – Quote % dell’offerta di posti letto alberghieri nei comuni del Nord Sardegna

63parte seconda una ANALISI COMUNALE

inferiori. Il 17° posto in cui si trova la città di Olbia sconta l’esistenza di una apprezzabile offerta turistica

alberghiera in un’area popolata da oltre 52 mila abitanti. Dal 18° al 20° (Tempio Pausania, Porto Torres,

Sassari) l’indice scende a livelli invero modesti, confrontandosi una bassa dotazione ricettiva con una

elevata consistenza abitativa.

I risultati appena descritti trovano conferma negli indici cosiddetti di specializzazione, o di

localizzazione, dati dal rapporto tra l’indice di funzione turistica del singolo comune e quello dell’intero

territorio di riferimento costituito dal nord Sardegna. Si noti come l’indice di specializzazione oscilli tra

19,2 di Stintino e 0,4 di Tempio Pausania, 0,1 di Porto Torres e Sassari, e come La Maddalena e Olbia

siano totalmente allineati alla media del territorio settentrionale con un livello uguale a 1. Prendendo

come riferimento l’indice di funzione alberghiera della provincia di Olbia/Tempio, area che può essere

considerata a ragione ad alta vocazione turistica, si rileva che il livello di specializzazione superiore ad

1 è appannaggio di soli 10 comuni, che pertanto possono essere qualificati ad alto grado di turisticità

alberghiera.

Tab. 30 – Graduatoria dei comuni del Nord Sardegna per densità turisticadegli esercizi alberghieri

Pos ComuneIndice didensità

Pos ComuneIndice didensità

1 Stintino 2.115 22 Tempio Pausania 392 Santa Teresa di Gallura 1.077 23 Santa Maria Coghinas 333 Badesi 917 24 Berchidda 334 Palau 826 25 Tergu 315 Budoni 738 26 Pattada 276 Golfo Aranci 732 27 Monti 267 Arzachena 704 28 Bortigiadas 248 Aglientu 689 29 Bultei 239 San Teodoro 683 30 Buddusò 2110 Trinità d'Agultu 580 31 Codrongianos 1411 Castelsardo 236 32 Porto Torres 1412 Valledoria 182 33 Sassari 1013 Loiri Porto San Paolo 170 34 Thiesi 1014 Alghero 165 35 Mores 1015 Sorso 133 36 Padru 816 La Maddalena 112 37 Luras 717 Olbia 107 38 Pozzomaggiore 618 Viddalba 70 39 Bono 519 Luogosanto 67 40 Ozieri 520 Benetutti 67 41 Oschiri 421 Sant'Antonio Gallura 42 42 Ittiri 2

Sassari 47Olbia-Tempio 251

64parte seconda una ANALISI COMUNALE

Esercizi complementari

Accanto agli alberghi si sono sviluppate nel tempo numerose forme di ricettività integrativa, tipologie

di ospitalità meno strutturate che consentono di risparmiare sul personale e di offrire un livello dei prezzi

relativamente più contenuto. Si è andato espandendo il mercato degli agriturismi, quello dei residences

e dei villaggi turistici, il segmento della multiproprietà e quello dei bed & breakfast, il settore degli

appartamenti/vacanza all’interno di antichi borghi storici. Nel contempo, è aumentato fortemente il

numero dei possessori di abitazioni utilizzate per vacanza e quelle intestate come prima casa a familiari,

per evitare il pagamento di tasse più elevate. Sarebbe cresciuta negli anni recenti – in particolare nelle

cittadine di media dimensione – anche l’offerta di alloggi in appartamento per affitti di breve periodo,

veicolata da Internet, in parte sostitutiva della domanda diretta agli alberghi e ai B.&B.

Lo sviluppo di iniziative minori, di carattere meramente familiare e quindi in larga parte catalogate

nel segmento cosiddetto dell’albergatore fai-da-te, è incentivato dalla crescita della domanda di prezzi

più bassi, oltre che dalla circostanza di avere un rapporto più diretto con la realtà locale. Dal lato

dell’offerta, la motivazione potrebbe essere fra l’altro ricercata nella possibilità di integrare il reddito

familiare con l’attivazione di servizi ridotti e di poco impiccio. In termini di posti letto, l’insieme degli

esercizi complementari esprime nel nord Sardegna la metà (48,2 per cento) dei letti offerti in totale, per cui

ne discende l’opportunità di studiare anche la distribuzione territoriale degli esercizi che non forniscono

servizi alberghieri in senso stretto, ma che comunque soddisfano uno dei bisogni fondamentali del

turista, quello del pernottamento.

Sulla base dei dati più recenti pubblicati dall’Istat, riferiti al 31 dicembre 2007, più della metà dei letti

disponibili presso gli esercizi complementari è raggruppata in cinque comuni, i tre quarti in nove comuni e

la quasi totalità (97,1 per cento) in venti comuni. Le aree costiere fanno la parte del leone con una offerta

di letti che supera il 95 per cento del totale. La compagine dei comuni della provincia di Olbia/Tempio

contribuisce con una quota del 76,3 per cento e la provincia di Sassari con il restante 23,7 per cento.

Pertanto, nell’elenco dei venti comuni esaminati prevalgono le località della costa orientale (16 su 20).

65parte seconda una ANALISI COMUNALE

Nel comune di Palau, collocato al vertice della graduatoria decrescente per numero di posti letto, le

strutture extralberghiere assicurano un’offerta di circa 7 mila 800 letti corrispondenti al 15,6 per cento

del totale dell’area settentrionale dell’Isola, ed oltre un quinto (20,4 per cento) del totale della provincia

di appartenenza. Il 2° posto in cui è insediato il comune di Alghero deriva da una disponibilità di circa

5 mila 300 posti letto, che rappresentano il 10,6 per cento del dato complessivo e il 44,7 per cento

dell’offerta extralberghiera della provincia sassarese. Già questi due comuni detengono più di un quarto

del totale; se ad essi si aggiungono i posti letto rilevati nel comuni di Arzachena al 3° posto, Aglientu

al 4° e Santa Teresa di Gallura al 5°, si perviene ad una aliquota del 51,8 per cento. Sul totale dei 92

comuni delle province di Sassari e Olbia/Tempio, dunque, cinque assicurano più della metà dell’offerta

complementare del territorio e 87 offrono il restante 48,2 per cento. Guardando alle cifre, emergono

quattordici comuni che registrano un numero di posti letto superiore a mille unità.

Tab. 31 – Esercizi complementari nei principali comuni del Nord Sardegna

Campeggi eVillaggi

Bed & Breakfast Altre tipologie TotalePos Prov Comune

N.ro Letti N.ro Letti N.ro Letti N.ro Letti1 OT Palau 4 5.673 5 24 12 2.063 21 7.7602 SS Alghero 4 3.990 137 655 13 637 154 5.2823 OT Arzachena 2 3.400 12 72 25 1.106 39 4.5784 OT Aglientu 3 4.218 - - 11 274 14 4.4925 OT Santa Teresa Gallura 2 1.320 6 28 20 2.354 28 3.7026 OT Budoni 4 2.894 4 16 12 722 20 3.6327 OT San Teodoro 3 1.860 17 89 13 889 33 2.8388 OT Olbia 1 644 21 103 31 2.041 53 2.7889 SS Valledoria 3 2.400 3 12 5 308 11 2.72010 SS Sorso 2 2.028 10 56 2 32 14 2.11611 OT Trinita d'Agultu - - 11 48 4 1.899 15 1.94712 OT Badesi 1 500 - - 9 1.089 10 1.58913 OT La Maddalena 5 1.510 10 54 1 10 16 1.57414 OT Loiri Porto San Paolo 1 1.000 2 12 2 40 5 1.05215 OT Golfo aranci - - 1 6 6 759 7 76516 SS Castelsardo 1 351 17 94 3 303 21 74817 OT Berchidda 2 372 3 14 1 10 6 39618 SS Sassari - - 54 267 3 34 57 30119 OT Monti 1 140 1 4 7 71 9 21520 OT Padru - - 1 4 11 149 12 153

Sassari 10 8.769 323 1.614 34 1.426 367 11.809Olbia-Tempio 29 23.531 120 612 202 13.928 351 38.071

66parte seconda una ANALISI COMUNALE

Tab. 32 – Quote % degli esercizi complementari per tipologia

Campeggi eVillaggi

Bed &Breakfast

Altre tipologie TotalePos Prov Comune

N.ro Letti N.ro Letti N.ro Letti N.ro Letti

Graf. VII – Quote % dell’offerta di posti letto complementari dei comuni del Nord Sardegna

67parte seconda una ANALISI COMUNALE

L’esame della ricettività complementare locale può essere integrato confrontando i dati sulla capacità

espressa dal numero dei posti letto con la consistenza della componente demografica insediata sul territorio.

Seguendo questo approccio si nota che il nord Sardegna è dotato di 103 posti letto extralberghieri ogni 1.000

abitanti residenti, sintesi di livelli pari a 251 nella provincia di Olbia/Tempio e 35 in quella di Sassari. L’indice

di funzione extralberghiera calcolato a scala comunale conferma l’esistenza di una forte polarizzazione di

questa tipologia ricettiva, con Aglientu che supera i 3.800 posti letto ogni 1.000 abitanti e Palau che tocca

quota 1.800 unità. I comuni che superano la soglia del nord Sardegna (103) sono 16 e quelli che superano il

valore medio di Olbia/Tempio sono 11 in tutto. L’indice di localizzazione calcolato prendendo come termine di

riferimento il valore medio dell’intera area settentrionale, assegna – ovviamente – i valori più elevati ai comuni

di Agientu (37,3) e Palau (17,6) e quelli più bassi al comuni di Luogosanto (0,6) e Olbia (0,5).

Tab. 33 – Graduatoria dei comuni del Nord Sardegna per densità turisticadegli esercizi complementari

Pos Comune Indice didensità

Pos Comune Indice didensità

1 Aglientu 3.829 33 Banari 212 Palau 1.800 34 Villanova Monteleone 193 Trinita d'Agultu 912 35 Bortigiadas 184 Badesi 845 36 Oschiri 165 Budoni 769 37 Siligo 116 Santa Teresa Gallura 733 38 Tempio Pausania 107 San Teodoro 706 39 Bonorva 98 Valledoria 674 40 Ittireddu 99 Arzachena 367 41 Luras 810 Loiri Porto San Paolo 366 42 Padria 811 Golfo Aranci 327 43 Erula 812 Monteleone Rocca 168 44 Buddusò 713 Sorso 145 45 Ardara 714 LaMaddalena 135 46 Tula 715 Berchidda 134 47 Pozzomaggiore 616 Castelsardo 130 48 Torralba 617 Alghero 129 49 Thiesi 618 Monti 86 50 Nulvi 519 Padru 72 51 Cossoine 520 Luogosanto 68 52 Codrongianos 521 Olbia 54 53 Bono 322 Aggius 43 54 Porto Torres 323 Giave 35 55 Ittiri 224 Telti 33 56 Calangianus 225 Santa Maria Coghinas 32 57 Usini 226 Martis 28 58 Perfugas 227 Tergu 28 59 Benetu tti 228 Sant'Antonio Gallura 27 60 Sassari 229 Olmedo 26 61 Ozieri 230 Cheremule 26 62 Osilo 231 Bonnanaro 24 63 Ploaghe 132 Stintino 23 64 Ossi 1

Sassari 35Olbia-Tempio 251

68parte seconda una ANALISI COMUNALE

Com’è noto, i dati statistici sui flussi del turismo – raccolti a cura degli enti locali e successivamente

sottoposti in sede Istat a procedure di validazione (e ove necessario di integrazione) tendenti a consentirne

la comparabilità nello spazio e nel tempo – sono di consueto diffusi con una disaggregazione geografica

che non va oltre la provincia e le circoscrizioni locali più importanti dal punto di vista turistico. Nel caso

specifico della provincia di Sassari, i dati sulle presenze vengono riportati per i soli comuni di Alghero

e Sassari e per l’insieme degli altri 64 comuni; per la provincia di Olbia/Tempio si dispone di una

disaggregazione maggiore, potendo disporre del numero delle presenze rispettivamente dei comuni di

Arzachena, Olbia, Santa Teresa di Gallura, La Maddalena/Palau e per il totale dei restanti comuni. Limitare

l’esame ai dati ufficiali disponibili, rischierebbe di offrire un contributo di conoscenza poco significativo

su un fenomeno che spesso travalica i confini amministrativi delle località di soggiorno. Pertanto, in

questa sede si è ritenuto di utilizzare i dati delle presenze turistiche articolati al livello dei 92 comuni che

compongono il nord Sardegna, stimati dall’Istituto Tagliacarne con appositi correlati empirici e contenuti

nella banca dati Geo Web Starter – Sistema Informativo Statistico Territoriale Georeferenziato.

Sulla base dei dati riferiti al 2007 (ultime stime ufficiali al momento disponibili), trovano conferma – né

potrebbe essere altrimenti – le considerazioni espresse nel paragrafo precedente, secondo cui il turismo

nel nord dell’Isola non investe in modo uniforme tutto il territorio ma è invece fortemente focalizzato su

una sola provincia e soprattutto su un numero ristretto di località. La provincia di Olbia/Tempio assorbe

infatti i tre quarti (esattamente il 74,7 per cento) dell’intero movimento turistico dell’area settentrionale,

con un ammontare di 4,8 milioni di presenze contabilizzate nel corso dell’anno considerato. Si tratta di

un livello pari a quasi tre volte quello dell’intera provincia di Sassari, dove il flusso dei vacanzieri supera

di poco 1,6 milioni di presenze. Se poi si passa all’esame dei dati riguardanti i comuni, si vede che

la metà dell’intero movimento si raccoglie in quattro comuni e oltre il 96 per cento in diciotto comuni

tutti ubicati sulla costa, a dimostrazione che la domanda turistica dell’area è quasi esclusivamente

riconducibile ad attività balneari.

Il comune di Arzachena è il 1° della graduatoria decrescente stilata sulla base dell’entità delle

Le presenze turistiche

69parte seconda una ANALISI COMUNALE

presenze, contando sul maggior numero in assoluto di pernottamenti da parte di turisti (quasi 1 milione

e 100 mila) che costituiscono il 17,0 per cento del totale dell’area settentrionale e il 22,8 per cento

della provincia di appartenenza. Alghero, collocata in 2.a posizione, si fregia di quasi 900 mila presenze

che incidono sul totale per una aliquota altrettanto apprezzabile sia con riferimento al totale dell’area

settentrionale (13,9 per cento) che nei confronti della provincia di pertinenza (55,0 per cento). Quasi un

terzo del movimento turistico annuale sceso nelle località settentrionali è pertanto contabilizzato in due

comuni ubicati su sponde opposte.

1 OT Arzachena 1.092.662 17,0 17,0 12.484 87,52 SS Alghero 894.723 13,9 30,9 40.802 21,9

3 OT Olbia 622.689 9,7 40,6 52.062 12,04 OT Palau 593.069 9,2 49,8 4.310 137,6

5 OT Santa Teresa Gallura 492.749 7,7 57,5 5.052 97,56 OT Budoni 464.113 7,2 64,7 4.720 98,3

7 OT San Teodoro 354.210 5,5 70,2 4.020 88,18 OT Aglientu 232.751 3,6 73,9 1.173 198,4

9 SS Sorso 199.138 3,1 77,0 14.613 13,610 OT LaMaddalena 197.810 3,1 80,0 11.668 17,0

11 OT Badesi 196.834 3,1 83,1 1.881 104,612 OT Golfo Aranci 178.233 2,8 85,9 2.336 76,3

13 SS Stintino 144.637 2,3 88,1 1.285 112,614 OT Trinità d'Agultu 130.968 2,0 90,2 2.134 61,4

15 SS Valledoria 116.356 1,8 92,0 4.034 28,816 SS Castelsardo 114.996 1,8 93,8 5.739 20,017 OT Loiri Porto San Paolo 86.271 1,3 95,1 2.873 30,0

18 SS Sassari 74.549 1,2 96,3 129.086 0,619 OT Tempio Pausania 62.326 1,0 97,2 14.212 4,4

20 SS Porto Torres 23.876 0,4 97,6 22.081 1,121 OT Berchidda 23.841 0,4 98,0 2.963 8,0

22 OT Luogosanto 17.178 0,3 98,3 1.901 9,023 OT Monti 14.089 0,2 98,5 2.491 5,7

24 SS Benetu tti 10.628 0,2 98,6 2.077 5,125 OT Buddusò 9.786 0,2 98,8 4.042 2,4

26 SS Viddalba 8.991 0,1 98,9 1.689 5,327 OT Sant'Antonio Gallura 8.814 0,1 99,1 1.658 5,3

28 OT Padru 7.183 0,1 99,2 2.138 3,429 SS Pattada 6.951 0,1 99,3 3.364 2,1

30 SS Ozieri 4.281 0,1 99,4 11.048 0,4Sassari 1.627.183 25,3 334.659 4,9Olbia/Tempio 4.799.042 74,7 151.346 31,7

ITALIA 6,3

70parte seconda una ANALISI COMUNALE

Con Olbia situata al 3°, in virtù di un flusso di oltre 600 mila soggiorni (9,7 per cento), e Palau in

4.a postazione con quasi 600 mila presenze (9,2 per cento del totale) si chiude l’elenco dei comuni

che detengono ognuno più di mezzo milione di pernottamenti. Queste quattro località assorbono

complessivamente il 49,8 per cento del movimento totale dei turisti rilevato nel 2007 nella parte a nord

della regione. Dal 5° all’8° continuano a scorgersi luoghi appartenenti alla provincia di Olbia/Tempio

(Santa Teresa di Gallura, Budoni, San Teodoro, Aglientu), con un assorbimento complessivo del 24,0

per cento. Si nota agevolmente che i primi otto della lista vantano un numero di pernottamenti pari ai

tre quarti della cifra totale (73,9 per cento). Procedendo verso il basso l’ammontare delle presenze si

riduce gradatamente fino a scendere al disotto delle 100 mila unità a partire dal 17° posto e a meno di

10 mila dal 25° in giù. Si noti che tra i comuni situati nell’entroterra, l’unico a registrare un numero di

presenze di una qualche entità è Tempio Pausania, con una dotazione superiore a 60 mila pernottamenti

pari all’1,0 per cento del totale.

Oltre a guardare all’ordinamento basato sulla consistenza dei flussi e sulle quote percentuali, un altro

versante di osservazione può essere costituito dal rapporto tra il numero delle presenze complessive e

la popolazione, il quale può in qualche modo fornire una indicazione grossolana del grado di pressione

ambientale esercitata dal turismo. In tal modo, la graduatoria comunale risulta modificata rispetto alla

semplice sequenza risultante dalle aliquote precedenti. Da tale punto di vista, il comune con l’indicatore

di pressione più alto è Aglientu, dove insistono quasi 200 pernottamenti ogni abitante residente a fronte

di un rapporto di 13,2 dell’intera area settentrionale. Al 2° posto di questa ipotetica classifica si pone

il comune di Palau (che raggiunge quota 138), seguito a ruota da Stintino (113 presenze per abitante)

e poi da Badesi con una quota di 105 pernottamenti unitari. Trattasi, come si può vedere, di comunità

scarsamente abitate che scontano un impatto alquanto massiccio, ove si consideri la forte stagionalità

del turismo e la gran massa di presenze concentrata quasi del tutto nel periodo estivo. Con questi

quattro comuni si esaurisce l’elenco delle località con un indice di pressione superiore a 100. Tra

le restanti località esaminate, l’indice oscilla all’interno di un ventaglio compreso tra il livello di 98

presenze per abitante di Budoni e Santa Teresa di Gallura e le cifre realmente modeste di Sassari e Porto

Torres, entrambi interessati da un discreto numero di pernottamenti cui corrisponde un ammontare di

popolazione relativamente apprezzabile se confrontato con il panorama demografico circostante.

parte terza

ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

73parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

Il turismo come fattore di crescita socio economica, soprattutto nelle aree territoriali meno sviluppate

dal punto di vista industriale, è un fenomeno poco indagato nel nostro Paese. Tra le motivazioni di questa

scarsa attenzione vi sarebbero tra l’altro taluni condizionamenti culturali e la carenza di dati statistici

di base. Le prime troverebbero in parte spiegazione nella presunzione che, date le bellezze naturali/

artistiche/climatiche di cui beneficiamo, il turismo non necessita di approfondimenti particolari, tenuto

conto anche della sua ininterrotta espansione dal dopoguerra in poi. Per quanto riguarda le informazioni

statistiche disponibili, è ormai abbastanza evidenziata la carenza (e gli abnormi ritardi) di dati ufficiali

forniti dal Sistema Statistico Nazionale, che impedisce una analisi sia pure grossolana e tempestiva del

settore.

La forte decelerazione della domanda turistica indotta della crisi economico finanziaria in atto ormai

dalla metà del 2007, le profonde incertezze che permeano le previsioni sul punto di svolta inferiore

della congiuntura, la sempre più spinta concorrenza di paesi ed aree emergenti per accaparrarsi quote

crescenti di vacanzieri sembrano sollecitare una maggiore attenzione per un settore come quello in

esame, in grado di creare posti di lavoro in una vastissima gamma di settori che producono beni e

servizi e di assecondare quindi lo sviluppo dell’intera economia locale.

Tra le attività direttamente (e prevalentemente) collegate con il turismo possono essere comprese

quelle che forniscono al viaggiatore i servizi essenziali: strutture alberghiere ed extralberghiere, agenzie

di viaggio, tour operator, stabilimenti balneari, impianti per la nautica da diporto, ecc. A fronte, nell’ambito

dei settori collegati indirettamente figurano molte attività di cui usufruiscono sia la popolazione residente

e sia la clientela non residente: ristoranti, bar, campi da golf e da tennis, piscine, parchi naturali, musei,

ecc.. Bisogna inoltre considerare alcuni settori che producono beni e servizi impiegati come input

dalle imprese che soddisfano la domanda turistica. Si tratta di input intermedi e d’investimento, e i

settori che li forniscono non vengono direttamente in contatto con il turista. Si pensi ad esempio ai

prodotti dell’agricoltura e dell’industria alimentare, a quelli dell’industria tessile e dell’arredamento, alla

produzione di impianti e attrezzature in funzione turistica, all’industria delle costruzioni, e così via.

Premessa

74parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

Nel caso del nord Sardegna, si troverebbe in una situazione particolarmente importante il ramo

dell’agricoltura/allevamenti/pesca, per il sostegno offerto dal turismo. L’ingente massa di turisti che

affollano le aree costiere assicura, infatti, una domanda aggiuntiva di prodotti della terra contribuendo

in tal modo sia alla valorizzazione della campagna attraverso un aumento della produzione agricola e

zootecnica, sia ad arginare l’emigrazione dall’entroterra.

La capacità di attivazione del turismo non è quindi limitata al solo comparto alberghiero/ristorazione,

cui di solito si pensa quando si parla dell’offerta turistica. Essa si addentra in una miriade di tipologie

di offerta che come abbiamo visto spaziano dalla rete commerciale all’artigianato, dal comparto degli

spettacoli e della cultura in genere a quelli dei prodotti dell’agricoltura, dell’industria e dei servizi. Pertanto,

se ne può dedurre che il settore del turismo, pur essendo classificato nel quadro dei conti economici

nell’ambito del ramo dei servizi, presenta effettivamente una ramificazione che viene a incidere sull’intero

sistema economico e sociale. Da questa premessa appare chiaro che l’attività turistica produce effetti

positivi sul mercato del lavoro e sul reddito complessivamente prodotto nell’area geografica nella quale

si offre il servizio. Stante la numerosità dei settori coinvolti direttamente e indirettamente dal turismo, e

tenuto conto della carenza delle statistiche disponibili, risulta tuttavia problematico valutare anche per

grandi linee l’entità dell’impatto e quindi gli effetti d’irradiazione dell’attività turistica sul contesto socio/

economico di riferimento. Alcuni studiosi, per esempio, hanno sostenuto che le ricadute potrebbero

essere abbastanza consistenti soprattutto nei luoghi che hanno già sperimentato uno sviluppo industriale,

e dove si possono offrire prodotti e servizi locali, senza ricorrere se non in minima parte ad acquisti

in località esterne all’area. Nel caso di un ambiente economico asfittico e poco sviluppato, quindi con

una scarsa presenza dell’industria manifatturiera, potrebbe esserci invece la concreta probabilità che

una parte non trascurabile dei benefici defluisca verso altre aree territoriali più o meno lontane. Su

questi temi è sembrato utile avviare una specifica riflessione, operando da un lato sui dati statistici già

disponibili ed effettuando dall’altro una prima indagine ad hoc presso un campione rappresentativo

dell’universo delle imprese turistiche che operano sul territorio settentrionale della Sardegna.

75parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

Prima di inoltrarsi nell’analisi dei risultati dell’indagine on the field e delle relative elaborazioni, è

sembrato di un qualche interesse procedere ad un calcolo on the desk basato su dati già a disposizione,

tendente a stimare l’ammontare della spesa complessivamente sostenuta sul territorio dai turisti che

soggiornano negli alberghi e nelle strutture complementari dell’area sotto osservazione. Il computo non

tiene conto delle seconde case, delle persone che passano le vacanze presso parenti o amici, degli

ospiti degli alloggi in affitto non iscritti al REC, dei diportisti, degli escursionisti dai comuni dell’interno

che nell’insieme assorbono una quota non trascurabile dei flussi di vacanzieri. Si tratta quindi di una

stima del valore aggiunto e delle unità di lavoro attivati direttamente e indirettamente dall’attività turistica

in senso stretto. Allo scopo sono state utilizzate le informazioni statistiche sul movimento turistico

per provincia, quelle sui conti economici nazionali e le stime dei principali aggregati macroeconomici

(valore aggiunto e occupazione) a scala provinciale, nonché i risultati dell’indagine campionaria

dell’Osservatorio Economico della Sardegna effettuata nel mese di settembre 2007, sul comportamento

di vacanza del turista in Sardegna, sul gradimento dell’esperienza di vacanza e sull’ammontare della

spesa complessivamente sostenuta durante il soggiorno.

L’indagine dell’Osservatorio, come noto, è stata condotta su un campione di 3.349 turisti, in

partenza dai porti e dagli aeroporti della Sardegna dopo aver trascorso un periodo di vacanza sull’Isola.

Ai nostri fini, uno dei punti qualificanti dell’indagine è rappresentato dalla quantificazione della spesa

totale e a persona sostenuta durante il soggiorno. Essendo stata condotta in settembre, l’indagine

si riferisce ai turisti che hanno scelto di fare la vacanza tra la fine d’agosto e i primi di settembre, un

elemento questo che può aver condizionato – almeno in parte – i risultati ottenuti, più di tutto quelli sulla

spesa, che possono non riflettere adeguatamente il livello degli esborsi nel pieno della stagione estiva.

Sulla base dei risultati dell’indagine, la spesa mediamente sostenuta è stata stimata pari a 150 euro al

giorno a persona. La cifra si riferisce al costo della vacanza tutto compreso, incluse le spese di viaggio

e soggiorno, ma anche le spese nei ristoranti e bar, nei negozi, per attività sportive e ricreative, le spese

per acquisti di prodotti dell’artigianato locale, per gli spostamenti con mezzi pubblici e privati.

Una stima preliminare della spesa turistica

76parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

Il costo della vacanza, così definito, risulta differente a seconda della struttura ricettiva utilizzata.

Per i turisti che hanno soggiornato negli alberghi o RTA a 4 o 5 stelle la spesa media si sarebbe aggirata

attorno a 247 euro al giorno; viceversa, l’esborso più basso è stato indicato da coloro che hanno

trascorso il periodo di vacanza in una casa di proprietà o come ospiti di parenti e amici (91 euro a

testa). Differenze si riscontrano anche in funzione del mezzo di trasporto utilizzato: per chi ha scelto la

nave la spesa sarebbe stata di 121 euro al giorno, mentre per chi ha preferito l’aereo è risultata pari a

299 euro a testa.

L’importanza di questi dati per valutare sia pure a grandi linee il contributo del turismo nell’ambito

economico locale è innegabile, anche se per gli scopi prefissati sarebbe necessaria una sostanziale

ripulitura delle stime. In primo luogo, l’indagine si riferisce all’intera Sardegna e non alla sola area

settentrionale. Essendo stata effettuata in settembre, può aver catturato livelli di spesa inferiori a quelli

del periodo di punta, in cui è richiesta la tariffa massima; ma è anche vero che le cifre rilevate potrebbe

forse risultare prossime al valore medio dell’intero arco dell’anno, compresa quindi la bassa stagione.

Dato per scontato che i turisti stranieri spendono più degli italiani (in particolare per quanto riguarda

il viaggio), il valore medio fornito dall’indagine potrebbe non rispecchiare fedelmente la situazione

dell’area settentrionale, dove la quota degli stranieri è superiore alla media regionale. L’indagine è estesa

anche ai turisti dimoranti in casa di proprietà o in casa di parenti, che in questa sede non sono presi

in considerazione. L’elenco degli interventi e modifiche da apportare alle cifre offerte dall’indagine, nel

tentativo di pervenire ad una stima più prossima a quelle che sono le peculiarità del turismo locale,

potrebbe continuare a lungo. Si tratterebbe di risoluzioni coerenti con lo scopo dello studio, ma che

possono non trovare alcun supporto sul piano empirico. In definitiva, dopo avere interpellato un gruppo

di operatori per una loro valutazione sui problemi prospettati, si è optato per la soluzione più elementare:

infatti, si sono ritenute in qualche modo congrue le spese giornaliere a persona ottenute con l’indagine.

Una unica annotazione riguarda le spese di viaggio, che sono state decurtate interamente dal computo.

In pratica, si è ritenuto che ogni turista abbia sostenuto per il viaggio di andata e ritorno un esborso in

media pari a 150 euro. Quanto invece al movimento, è stato ritenuto valido il numero degli arrivi così

Strutture Spesa giornaliera in euro a personaAlbergo o RTA, da 4 a 5 stelle 247,00Albergo o RTA, da 1 a 3 stelle 180,00Villaggio turistico, campeggio 152,00Agriturismo 145,00Case in affitto, B&b, affittacamere 137,00Case di proprietà, ospite parenti e amici 91,00

77parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

come riportato dalle statistiche ufficiali, mentre i dati sulle presenze sono stati giudicati non del tutto

rappresentativi dell’universo di riferimento. A giudizio unanime sembra infatti che il grado di evasione

sulla durata del soggiorno sia quasi del tutto inesistente presso le categorie ricettive di livello superiore,

mentre nelle aziende alberghiere di dimensione inferiore e nel comparto complementare il fenomeno

dovrebbe essere diffuso. Ciò considerato, si è ritenuto di maggiorare le presenze delle suddette tipologie

di circa il 20 per cento.

Moltiplicando quindi la spesa media giornaliera per persona e categoria ricettiva con il numero delle

relative presenze, si perviene per l’anno 2007 ad una spesa complessiva direttamente e indirettamente

generata dai turisti in senso stretto di circa 1.380 milioni di euro, di cui 1.030 imputabili alla provincia di

Olbia/Tempio e 350 milioni a quella di Sassari. Al netto del costo sostenuto per il viaggio, l’ammontare

della spesa si ridimensiona a 1.200 milioni di euro per il totale delle due aree provinciali (910 milioni

ad Olbia/Tempio e 290 a Sassari). A questo punto si è reso necessario passare dalla produzione al

valore aggiunto. Per effettuare l’operazione è giocoforza ricorrere ad alcune valutazioni disponibili solo

nell’ambito dei conti economici nazionali. In questa circostanza il problema era quello di scegliere – con

riferimento all’economia italiana – se utilizzare la quota dei costi intermedi sulla produzione complessiva

dell’intero sistema, oppure concentrarsi sul comparto degli “Alberghi e ristorazione”. Riferendosi le

stime in questione all’intero accumulo di spesa turistica si è ritenuto di utilizzare l’aliquota di costo

dell’intero sistema economico nazionale. Così operando si perviene ad un valore aggiunto a prezzi base

attorno a 540 milioni di euro, di cui 410 di pertinenza della provincia di Olbia/Tempio e 130 milioni di

spettanza di Sassari. Avendo come di riferimento il valore aggiunto totale prodotto nell’area settentrionale

(l’ultima stima ufficiale, riguardante il 2006, è di euro 8.486), si ricava un contributo superiore al 6 per

cento (esattamente, 6,4 per cento: 13,3 per cento nella provincia di Olbia/Tempio e 2,4 per cento in

quella di Sassari), a fronte di una quota a livello regionale del 3,5 per cento (1.000 milioni di euro

circa rispetto a 28.479 milioni di valore aggiunto prodotto nel 2006 dall’intera economia dell’Isola). Se

inoltre si ipotizza che ogni unità di lavoro collegata direttamente e indirettamente al turismo produca un

ammontare di valore aggiunto unitario conforme alla media della stessa provincia (circa 46 mila euro

Tab. 36 - Produzione valore aggiunto unità di lavoro generati dall’attività degli alberghied esercizi complementari nel Nord Sardegna (Stime anno 2007, s.d.i.)

Sassari Olbia-Tempio Nord Sardegna SardegnaProduzione (milioni di euro) 290,00 910,00 1.200,00 2.230,00Valore aggiunto (milioni di euro) 130,00 410,00 540,00 1.000,00Unità di lavoro (unità) 2.800 9.650 12.450 21.710

Quote % sull'intera economiaValore aggiunto (milioni di euro) 2,4 13,3 6,4 3,5Unità di lavoro (unità) 2,5 13,4 6,6 3,6

: I dati sul valore aggiunto e sulle unità di lavoro, presi come riferimento per il calcolo delle quote % si riferiscono al2006, ultimo anno al momento disponibile.

78parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

il dato del nord Sardegna nel 2006), se ne deduce l’attivazione nell’area settentrionale di quasi 12.500

unità di lavoro (più precisamente, sarebbero all’incirca 12.450 di cui 9.650 unità ad Olbia/Tempio e

2.800 nella provincia di Sassari). In definitiva, mentre le unità di lavoro impiegate nell’intera economia

del nord Sardegna costituiscono il 30 per cento circa della totale domanda dell’intera regione, quelle

direttamente e indirettamente coinvolte nelle attività collegate al turismo in senso stretto (alberghi ed

esercizi complementari) rappresentano il 57 per cento.

79parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

I tempi richiesti per la progettazione e realizzazione di una indagine innovativa come quella condotta

sono stati relativamente lunghi, dovendo dapprima individuare un campione di imprese rappresentativo

dell’universo di riferimento; formulare e testare poi un questionario in cui la ricchezza delle domande

e la facilità delle risposte dovevano consentire di ottenere le informazioni che effettivamente servono;

inoltre, scegliere il veicolo più conveniente per la conduzione (invio del questionario per posta e/o via

web, somministrazione faccia a faccia, indagine telefonica).

Le fasi preparatorie appena descritte sono state affrontate ed elaborate presso l’Istituto Guglielmo

Tagliacarne nel corso dell’estate. In particolare, è stato deciso di indagare sia sulle attività direttamente

attinenti al turismo (comparto alberghiero e degli esercizi complementari), sia presso attività collaterali

fortemente collegate, come il comparto della ristorazione e quello del trasporto e noleggio di mezzi

di trasporto. Quanto al questionario, è stato costruito in modo da ottenere informazioni di carattere

generale relative all’azienda – forma giuridica, sede legale, addetti, classe di fatturato, ecc. – e dati più

specifici riguardanti alcune modalità di acquisto a cui l’azienda ricorre abitualmente per la conduzione

dell’attività. Per ciascuna tipologia di prodotto e servizio è stato chiesto all’intervistato di segnalare la

località di rifornimento (se in provincia, in regione, o fuori regione), con la relativa quota percentuale

se gli acquisti sono effettuati presso più fornitori residenti in luoghi diversi. Ovviamente, il responsabile

aziendale può conoscere direttamente il fornitore ma non la fabbrica e il luogo di provenienza del

prodotto/servizio (ad esempio, per l’acquisto di mobili e elementi di arredamento il venditore può essere

un’azienda locale che si approvvigiona da un produttore residente altrove; la carne, il vino acquistati in

zona potrebbero provenire anche dal nord o dall’estero, ecc.). Ai fini della ricerca è sembrato comunque

sufficiente avere l’informazione sul territorio in cui è effettuata la transazione, sia per le enormi difficoltà

ad acquisire dati attendibili su quell’altro versante, sia in considerazione del fatto che una quota tangibile

dell’esborso continuerà a circolare nell’ambito locale, con ricadute significative sull’intera economia.

Le interviste sono state condotte telefonicamente, contattando direttamente il titolare o comunque

un responsabile informato circa le modalità di acquisto operate a livello aziendale. Data la possibilità

Una indagine sul campo

80parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

di coniugare la realizzazione dei colloqui con l’uso del computer, si è optato per la tecnica cosiddetta

CASIC (Computer Assisted Survey Information Collection). Adottando tale procedura il questionario è

stato registrato nel computer, per cui le domande sono state poste così come compaiono sullo schermo

e le risposte annotate direttamente su supporto magnetico, con la possibilità di inserire controlli/verifiche

da poter utilizzare nel momento della compilazione del modello.

Trattandosi di una inchiesta propedeutica, e quindi preparatoria di uno studio più dettagliato, non

è stato ritenuto necessario per il momento un intervento della Camera di commercio di Sassari presso

le imprese selezionate, da effettuarsi per esempio mediante una lettera di presentazione contenente

le finalità e quindi l’utilità dell’indagine per la conoscenza del territorio. Il coinvolgimento dell’ente

camerale potrebbe essere invece necessario nella seconda tappa, quando dovrebbero essere richieste

agli operatori maggiori e più dettagliate informazioni anche di carattere quantitativo.

L’indagine – avviata nella seconda metà di settembre 2009 e conclusa nella prima settimana di ottobre

– è stata rivolta ad un campione rappresentativo di 240 aziende operanti nei comparti degli alberghi e

esercizi complementari, ristorazione, trasporto e noleggio di automezzi. Considerando il limitato arco

temporale in cui è stata effettuata, la collaborazione all’indagine è da ritenere nel complesso positiva,

con un ritorno di 150 questionari compilati rigorosamente per una quota del totale pari al 63 per cento.

Quasi la metà delle aziende che hanno risposto rientra nel comparto del trasporto, noleggio e connessi

(47 per cento), il 38 per cento nella ristorazione, il 15 per cento nel comparto alberghiero/ricettivo. Per

quanto riguarda la forma giuridica, nel 26 per cento dei casi si tratta di società di persone, per il 35

per cento di società di capitali e per il restante 39 per cento di ditte individuali e altre forme. La quota

delle società di capitali sul totale delle imprese intervistate è massima nelle attività alberghiero/ricettivite

(78 per cento), mentre scende al 38 per cento nei trasporti, noleggio e attività connesse, fino a ridursi

attorno al 14 per cento nella ristorazione. I due terzi hanno affermato di rientrare nella classe di fatturato

fino a 300 mila euro l’anno, un quarto del totale si situa nell’intervallo tra 301 mila e 1 milione di euro e

poco meno di una azienda ogni dieci fatturerebbe da 1 a 5 milioni annui.

Nella maggior parte dei casi si tratta di aziende di dimensione medio/piccola: il 64 per cento occupa

da 1 a 5 addetti, quattro aziende su cinque impegnano meno di 10 addetti. Solo una azienda su tre ha

dichiarato di utilizzare nei periodi di picco un maggior numero di addetti: nel comparto alberghiero una

su due. L’esigenza dei rinforzi si traduce nella richiesta temporanea di un addetto ogni due occupati

in periodi normali. Richiesto di indicare l’incidenza dei costi totali sul fatturato aziendale gli operatori

hanno segnalato una quota media di poco superiore al 75 per cento. Quanto invece alla scomposizione

degli stessi per tipologia, risulterebbe che le spese di personale incidono relativamente più delle altre

componenti, almeno nella media delle situazioni: 42 per cento, a fronte del 34 per cento per gli acquisti

di materie prime e beni intermedi e del 24 per cento delle restanti voci (profitti, dividendi, ecc.). Nel

81parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

comparto dei trasporti, noleggio e attività connesse, le spese di personale rappresentano oltre la metà

del totale.

Relativamente al comparto alberghiero/ricettivo, le aziende interpellate hanno indicato di disporre

mediamente di un’offerta di 67 stanze e 140 letti, e di avere ospitato nell’anno 2008 circa 2.900 clienti

per 5.330 soggiorni. Poco più della metà ha inoltre segnalato di effettuare un’apertura solo stagionale.

Tra gli obiettivi principali dell’indagine vi era poi quello di accertare la provenienza degli acquisti di

beni e servizi effettuati dalle aziende, per disporre di elementi di valutazione dell’apporto che le attività

turistiche sono in grado di dare allo sviluppo generale del territorio, generando un indotto nei confronti

degli altri operatori locali.

L’indagine ha appurato che sia per molte tipologie di prodotti industriali sia anche per l’alimentare,

una buona parte degli acquisti viene effettuata al di fuori dell’area provinciale. Tra i beni e servizi le cui

compere in loco superano quota 50 per cento figurano soltanto i servizi di lavanderia, la carta e i prodotti

dell’editoria, i prodotti per l’igiene e la cura della persona, il vino, l’acqua minerale e altre bevande, ecc.

La quota degli alimentari freschi acquistati nel luogo si attesta a malapena attorno al 40 per cento.

E però da annotare che quasi tutto il resto proviene dalla regione, presumibilmente da zone appena

fuori dai confini provinciali. Per alcune tipologie di prodotto la quota degli acquisti al di fuori della regione

appare piuttosto ampia, con gli impianti termici che superano il 60 per cento. Tra i beni comprati per

più di un terzo presso fornitori residenti fuori dalla regione vi sono i prodotti per l’igiene e la cura della

(In % delle risposte ponderate)

1 Prodotti dell’industria tessile 32,0 63,0 5,02 Mobilio e prodotti dell’arredamento 35,0 47,0 18,03 Prodotti per l’igiene e la cura della persona 63,0 3,0 34,04 Carta e prodotti dell’editoria 65,0 1,0 34,05 Apparecchi telefonici e per telecomunicazioni 34,0 34,0 32,06 Apparecchi elettrici ed elettronici 49,0 48,0 3,07 Impianti termici 34,0 5,0 61,08 Impianti frigoriferi 34,0 36,0 30,09 Ceramiche, vasellami, bicchieri ecc. 35,0 48,0 17,010 Alimentari freschi 40,0 59,0 1,011 Alimentari surgelati 33,0 35,0 32,012 Alimentari inscatolati 36,0 31,0 33,013 Acqua minerale, vino, altre bevande 60,0 39,0 1,014 Servizi di lavanderia 65,0 32,0 3,0

*comprende la quota (trascurabile) delle aziende che dichiarano di non fare approvvigionamento.Fonte: elaborazioni Istituto Tagliacarne su dati dell’Indagine presso gli operatori turistici delNord Sardegna, condotta in Settembre/Ottobre 2009

82parte terza ECONOMIA e TURISMO nel NORD SARDEGNA

persona, carta e prodotti dell’editoria, apparecchi telefonici e per telecomunicazioni, impianti frigoriferi,

alimenti surgelati, alimenti in scatola.

Sebbene l’indagine non si sia soffermata sulla motivazione prevalente dell’acquisto, si può ritenere

che spesso è la qualità a determinarne la localizzazione, anche se altrettanto spesso le aziende si

approvvigionano in un luogo anziché in un altro per la convenienza sul prezzo, oppure a causa della

mancanza di imprese specializzate. Non è raro poi il caso di chi effettua i propri acquisti in provincia

perché, a conti fatti, preferisce evitare le spese di stoccaggio e di immagazzinamento.

Nel comparto della ristorazione il numero dei coperti per azienda contattata è di quasi 80 unità,

con la maggioranza degli esercizi aperti tutto l’anno. Qui sembrano prevalere nettamente gli acquisti

presso fornitori locali, soprattutto per quanto riguarda gli alimentari freschi, servizi di lavanderia, vino,

acqua minerale e altre bevande, ma anche impianti frigoriferi e termici, prodotti dell’industria tessile. A

fronte, risulterebbe trascurabile l’acquisto di alimenti surgelati e inscatolati, quello di mobili e prodotti di

arredamento, ecc., così come risulta limitato l’orientamento generale a rivolgersi a operatori nel resto

della regione o altrove.

In definitiva, l’indagine ha consentito di evidenziare il ruolo potenziale di sviluppo economico delle

unità alberghiere, e dei comparti direttamente coinvolti nell’attività turistica, in rapporto al territorio.

Peraltro, l’esistenza di un polo alberghiero tende non solo a costituire un cliente affidabile per le strutture

produttive locali, ma sostanzialmente le costringe ad acquisire un più alto standard qualitativo dei prodotti

e dei servizi. Purtroppo, una quota rilevante del turismo della costa settentrionale della Sardegna ha

carattere stagionale, ciò che costituisce di fatto un freno allo sviluppo locale delle attività produttive

e alla stabilizzazione dell’occupazione. Può accadere, infatti, che ad un alto livello dell’occupazione

nella stagione estiva faccia seguito, nella stagione morta, un aumento della disoccupazione, e che un

grado di dipendenza economica dall’esterno anche solo moderatamente elevato renda meno efficaci gli

effetti della trasversalità. Con riferimento all’intera area settentrionale dell’Isola, una stima di massima

dell’effetto moltiplicatore del turismo sull’attività degli altri settori dell’economia locale, è stata ottenuta

confrontando i dati riportati nel paragrafo precedente con una apposita valutazione del fatturato degli

alberghi/ricettività: quest’ultimo, acquisito sulla base di specifiche elaborazioni condotte integrando alcuni

dati sui bilanci aziendali contenuti nell’archivio cosiddetto ASIA curato dall’Istat con analoghe statistiche

ricavate dall’archivio Infocamere. Rapportando il fatturato degli alberghi/ricettività così conseguito

(poco più di 560 milioni), che rappresenta l’effetto diretto dell’attività turistica in senso stretto del nord

Sardegna, con l’ammontare della produzione stimato in precedenza, che incorpora – come già visto – gli

effetti sia diretti che indiretti, emerge un moltiplicatore (di quasi 1,5) in base al quale ad ogni 1.000 euro

prodotti direttamente dal solo turismo alberghiero e complementare corrisponderebbe – grosso modo

– un indotto aggiuntivo di produzione prossimo a 500 euro nei restanti settori dell’economia locale.

appendice

MODELLO di RILEVAZIONE

87

DATI STRUTTURALI

A. In quale delle seguenti attività economiche opera PREVALENTEMENTE la Sua Azienda?Alberghiero - Ricettività 1 1

Ristorazione – Esercizi pubblici 2 1

Trasporto, noleggio e attività connesse 3 1

B. Forma giuridica AziendaSocietà di persone 1 1

Società di capitali 2 1

Ditta individuale e altre forme 3 1

C. Classe di fatturato 2008

Fino a 300 mila euro 1 1

Da 301 a 1 milioni di euro 2 1

Da 1 a 5 milioni di euro 3 1

Oltre 5 milioni di euro 4 1

INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Dom. 1 - Dove si trova la sede legale dell’azienda ?In provincia 1 1

In regione 2 1

Al di fuori della regione 3 1

Non sa, non indica 4 1

Dom. 2 - Qual è il numero degli addetti impiegati in media nel 2008 ?N.........................

Dom. 3 - Nei periodi di picco dell’attività, l’azienda utilizza un maggior numero di addetti rispetto al dato prima fornito?SI 1 1

NO 2 1

Dom. 4 - Mi può indicare l’aumento in termini percentuali ?%.........................

88

Dom. 5 - Secondo Sue valutazioni, quanto incidono in percentuale i Costi totali sul Fatturato aziendale ?

%.........................

Dom. 6 - Con riferimento ai Costi totali dell’azienda, mi può indicare le quote percentuali riguardanti le principali componenti ?Acquisto di materie prime, beni intermedi ...........%

Spese di personale ...........%

Altro (profitti, dividendi, etc.) ...........%

TOTALE 100,0

INFORMAZIONI SPECIFICHE (Settore Alberghiero-Ricettivo)

Dom.A.1 - Può indicare il tipo di attività della Sua azienda ?Albergo 1 1

Villaggio turistico 2 1

Altro (Specificare_______________) 3 1

Non sa, non indica 4 1

Dom.A.2 - Può indicare il numero delle stanze e dei letti disponibili ?Stanze N...........

Letti N...........

Dom.A.3 - Può indicare Numero dei clienti e relative presenze nell’arco dell’anno 2008 ?Clienti N...........

Presenze N...........

Dom. A.4 - Il periodo di apertura è annuale o stagionale ?Annuale 1 1

Stagionale 2 1

Dom. A.5 - Relativamente ai seguenti beni e servizi acquistati dalla Sua azienda, vorremmo avere Sue indicazioni sul luogo, o i luoghi, in cui è avvenuto l’approvvigionamento

Provincia Regione Fuori regione

1 Prodotti dell’industria tessile %........... %........... %...........

2 Mobilio e prodotti dell’arredamento %........... %........... %...........

3 Prodotti per l’igiene e la cura della persona %........... %........... %...........

89

Provincia Regione Fuori regione

4 Carta e prodotti dell’editoria %........... %........... %...........

5 Apparecchi telefonici e per telecomunicazioni %........... %........... %...........

6 Apparecchi elettrici ed elettronici %........... %........... %...........

7 Impianti termici %........... %........... %...........

8 Impianti frigoriferi %........... %........... %...........

9 Ceramiche, vasellami, bicchieri ecc. %........... %........... %...........

10 Alimentari freschi %........... %........... %...........

11 Alimentari surgelati %........... %........... %...........

12 Alimentari inscatolati %........... %........... %...........

13 Acqua minerale, vino, altre bevande %........... %........... %...........

14 Servizi di lavanderia %........... %........... %...........

INFORMAZIONI SPECIFICHE (Ristorazione e pubblici esercizi)

Dom. B.1 - Mi può indicare il numero di coperti disponibili nella Sua azienda ?Coperti N...........

Dom. B.2 - Il periodo di apertura è annuale o stagionale ?Annuale 1 1

Stagionale 2 1

Dom. B.3 - Relativamente ai seguenti beni e servizi acquistati dalla Sua azienda, vorremmo avere Sue indicazioni sul luogo, o i luoghi, in cui è avvenuto l’approvvigionamento

Provincia Regione Fuori regione

1 Prodotti dell’industria tessile ...........% ...........% ...........%

2 Mobilio e prodotti dell’arredamento ...........% ...........% ...........%

3 Impianti termici ...........% ...........% ...........%

4 Impianti frigoriferi ...........% ...........% ...........%

5 Alimentari freschi ...........% ...........% ...........%

6 Alimentari surgelati ...........% ...........% ...........%

7 Alimentari inscatolati ...........% ...........% ...........%

8 Acqua minerale, vino, altre bevande ...........% ...........% ...........%

9 Servizi di lavanderia ...........% ...........% ...........%

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2009

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