22
e-news UCIIM Lazio n.3/VI Marzo 2013 n.3/VI Marzo 2013 n.3/VI Marzo 2013 n.3/VI Marzo 2013 «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"» Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». (Luca, 23, 39-43)

enews UCIIM Lazio marzo 2013

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Bolletino informativo per i soci dell'UCIIM Lazio

Citation preview

e-news UCIIM Lazio n.3/VI Marzo 2013 n.3/VI Marzo 2013 n.3/VI Marzo 2013 n.3/VI Marzo 2013

«Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"»

Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

(Luca, 23, 39-43)

In questo numero...

La persona…

NDREA REGA 3

Progettare, realizzare, rendere conto: la scuola verso il bilancio sociale

LUCIA PRESILLA 6

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO Domenica delle Palme 10

Concorso Nazionale “Un ospedale con più Sollievo” 13

Corso di formazione MOODLE

Corso di formazione per IdR

Corso di formazione LIM

17 19 21

Sommario

Marzo 2013Marzo 2013Marzo 2013Marzo 2013 Numero 3/VINumero 3/VINumero 3/VINumero 3/VI

La persona...

FOCUS

M auro Laeng, insigne pedagogista attento al problema epistemolo-gico, definiva la pedagogia co-me consapevolezza riflessa

dell’evento educativo. Questa affermazione, profonda quanto breve, delinea la particolare struttura della disciplina pedagogica da inten-dersi come scienza autonoma che raccoglie in sé una speculazione teorica e un’attività prati-ca. Tuttavia, nella pedagogia, oltre al binomio teoria e prassi, si risolvono altri due momenti essenziali. Il primo è di carattere antropologi-co inerente lo studio dell’uomo com’è, a pre-scindere dell’intervento educativo intenziona-le, il secondo è teleologico cioè l’uomo come dovrebbe essere dopo la relazione educativa. Tra questi due grandi blocchi: aspetto antro-pologico, anche definibile situazione di par-tenza, e l’aspetto teologico, in altri termini si-tuazione d’arrivo, si instaura una fase interme-dia chiamata metodologia: “L’educazione vi-ve della tensione attiva fra i due poli. Non molto diversamente Kant diceva che il compi-to dell’educazione è condurre il piccolo dell’uomo dalla animalità alla umanità. Una versione più recente distingue tre momenti: lo studio del punto di partenza, ossia dell’uo-mo quale è e può divenire (antropologia pe-dagogica), quello del punto d’arrivo, ossia i fini e valori al quale promuoverlo e gli obietti-vi corrispondenti in cui tradurli concretamente (teleologia pedagogica), e quello del percor-so dall’uno agli altri, vale a dire dei mezzi e metodi con i quali attuare il processo (metodologia pedagogica). In tutti i casi il cor-pus teoretico della pedagogia come scienza autonoma sembra assicurato. Si può discutere se una scienza siffatta sia «soltanto» teoretica, ossia abbia per fine il mero conoscere. Que-sto sembra da escludere, in quanto è palese altresì il fine di guidare l’azione: è quindi scienza teorico-pratica e teorico-pragmatica (in quanto ha riflessi sulla vita morale e altresì sui risultati di interventi modificativi sulla real-

tà)”1. Per quanto concerne, poi, l’oggetto e il meto-do pedagogico dovranno essere enucleati a partire dal concetto di persona umana inteso sempre come principio e mai come funzione. Un tale assunto, soprattutto in prospettiva di un’azione educativa cristiana, è da intendersi a capo del discorso pedagogico: “La pedago-gia non può adempiere al suo compito di gui-da dello sviluppo umano finalizzato alla uma-nizzazione dell’uomo, se non facendo riferi-mento ad una idea di uomo che per essere adeguata deve essere frutto della conoscenza filosofico-religiosa, la quale permette l’indivi-duazione delle finalità educative, sulla cui ba-se le scienze possono indicare le modalità cui raggiungerle. Se deve essere a misura d’uo-mo, l’educazione deve avere dell’uomo una concezione adeguata: tale è la concezione che integra la conoscenza empiriologica, pro-veniente dalle scienze dell’uomo e dello svi-luppo, nella conoscenza ontologica, offerta dalla filosofia (che fa conoscere la natura me-tafisica dell’uomo) e dalla religione (che fa co-noscere la condizione esistenziale dell’uo-mo)”2. Il concetto di persona umana così come è sta-to declinato nella questione 29 del I libro del-la Somma Teologica di S. Tommaso D’Aqui-no: “quod persona significat id quod est per-fectissimus in tota natura, scilicet subsistens in rationali natura”3 è, sicuramente, un validissi-mo riferimento per intendere la radicale im-portanza del valore persona come stella pola-re della riflessione pedagogica e dell’agire educativo. In questa definizione si rintraccia assieme a una visione ontologica un’idea em-pirica della natura conoscitiva dell’uomo che è razionale. Quest’ultimo aspetto è, particolar-mente, significativo per definire la struttura della relazione educativa che per S. Tommaso è eteroeducativa e cioè rapporto tra maestro e educando. Il maestro promuove scienza nel discepolo in quanto stimola, accelera e guida il processo

4

FOCUS

di attuazione delle sue potenze mentali (rationali natura) proponendo al discepolo i signa (parole, scritti, esempi) lo fa pervenire a quelle stesse conclusioni che lui ha raggiunto in precedenza: “Secundum hoc unus alium docere dicitur, quod istum discursum rationis, quem in se facit ratione naturali, alteri exponit per signa: et sic ratio naturalis discipuli per huiusmodi sibi proposita (signa) sicut per quaedam instrumenta pervenit in cognitionem ignotorum”4. La pedagogia di S. Tommaso, reperibile in alcune sentenze della Somma Teologica, nel De Veritate e in particolar mo-

do nel De Magistro, giustappone tutti i diversi momenti educativi, senza eccessi né riduttivi-smi, al solo fine della promozione della perso-na dell’alunno, il quale è chiamato a uno svi-luppo olistico delle sue potenzialità: “In una tale prospettiva il discorso educativo risulta rispettato nella sua complessità, che riconosce la centralità dell’educando, in termini non

escludenti l’opera dell’educatore, e attraverso lui la funzione della società e della cultura”5. Inoltre, la definizione di persona del Dottore Angelico ponendo l’accento sulla natura razio-nale della persona restituisce il significato au-tentico della parola razionalità intendendo con questo termine una caratteristica insita nell’uomo e comprensiva delle capacità intel-lettuali, logiche e spirituali. La razionalità è consapevolezza di se stessi come una totalità e nondimeno riconoscimento dell’altro che è nostro simile in possesso, quindi, delle stesse nostre caratteristiche generali. Il fatto che la persona è un tutto autosufficiente non ne smentisce, tuttavia, l’esigenza sociale ed edu-cativa. La socialità è un’inclinazione legata alla capacità comunicativa che porta la persona umana a vivere la propria vita in relazione con gli altri; costoro diventano partecipi del suo sviluppo integrale, nella progressiva liberazio-ne della personalità e della conquista di sé. L’educazione si può intendere, quindi, come mezzo che conduce verso la perfezione della personalità, nella prospettiva di una piena realizzazione della persona umana: “non può essere fine a se stessa, una attività per l’attivi-tà; essa ha un contenuto a cui l’attività deve subordinarsi, ha cioè l’uomo come soggetto e fine del processo educativo”6. Conseguente-mente l’educazione, che è posta in essere dall’abilità relazionale e comunicativa dell’uo-mo, non è indispensabile alla natura prima della persona che pur in assenza di questa re-sta tale, almeno nel suo valore ontologico e metafisico. L’apporto educativo non è da in-tendersi in relazione con la fondazione metafi-sica della persona, sul piano ontologico, infat-ti, l’educazione non cambia il valore della per-sona che si definisce prima e indipendente-mente dall’intervento educativo. Quest’ultimo incide, invece, sul piano antropologico: sul concetto di uomo, sulla sua personalità, sulle sue capacità. “Non sembra possa invocarsi una ragione rigorosamente filosofica, che par-tendo dalla considerazione della natura meta-

fisica dell’uomo permetta di stabilire un nesso necessario con l’educazione. Si tratta soltanto di una necessità relativa, di fatto, […]. Normal-mente, per umanizzarsi l’uomo ha bisogno dell’intervento intenzionale di altri uomini. L’e-ducazione in senso formale è di fatto spesso necessaria all’esse dell’humanitas dell’uomo, nella quasi totalità dei casi al bene esse, asso-lutamente sempre al melius esse”7. Dalla ca-pacità della persona di vivere una dimensione sociale nasce la possibilità dell’educazione: “la persona deve integrarsi a un corpo di co-municazioni sociali senza il quale le è impossi-bile pervenire alla sua vita piena e al suo com-pimento. La società appare allora come tale da procurare alla persona le condizioni di esi-stenza e di sviluppo di cui essa ha precisamen-te bisogno. Non da sola essa può pervenire alla sua pienezza, ma in quanto riceve beni es-senziali dalla società”8. L’educazione in que-sta accezione si comprende come possibilità per l’uomo che vive all’interno di una dimen-sione sociale e dalla quale mutua una serie di comportamenti per giunta non liberamente scelti da lui, ma completamente eterodiretti. Il bambino appena nato è inserito in una fami-glia che a sua volta è in un contesto sociale, professa o non una determinata religione, ha una serie di abitudini e quant’altro; tutto que-sto insieme di variabili piombano sul bambino e gli sono nella totalità estranee, le vive sem-plicemente prima di sceglierle, prima di com-prenderle. Chiaramente il nostro contesto di significato pone l’interesse primario sull’auto-nomia della persona, ovvero principio di auto-determinazione e annesso concetto di libertà responsabile; il melius esse e la pienezza della persona si rintracciano in queste opportunità essenziali all’intervento educativo. Il concetto di persona, inoltre, porta con sé importanti riferimenti per l’educazione: alla convivenza civile e al rispetto dell’altro - indipendente-mente dall’appartenenza a una qualsivoglia etnia ma per quello che è anzi proprio perché è -, all’antirazzismo, alla dignità umana, alla

FOCUS

spiritualità9. In questa idea vi è contenuto il principio di au-todeterminazione dell’uomo che ritorna capa-ce di costruire la sua vita e ne è padrone come singolarità inestimabile e irripetibile in conti-nua tensione verso il trascendente. Il concetto di persona e gli altri valori che da questo sca-turiscono oltre a rappresentare una unica e grande vetta del pensiero occidentale sono per gli educatori il punto fondante del loro operare e il fine al quale tendere. Andrea Rega Andrea Rega Andrea Rega Andrea Rega (Scuola internazionale di dottorato in Forma-zione della persona e mercato del lavoro Università degli Studi di Bergamo) 1. Laeng M., La filosofia dell’educazione, in (diretto da) Laeng M., Atlante della pedagogia, Vol. I, Le Idee, Napoli, Tecnodid, 1990, p. 26. 2. G. Galeazzi, Jacques Maritain filosofo dell’edu-cazione, in J. Maritain, Per una filosofia dell’edu-cazione, Brescia, La Scuola, 2001, p. 13. 3. S. Tommaso, La Somma Teologica, s.l., Casa Editrice Adriano Salani, 1958, p. 85. 4. S. Tommaso, De Veritate, q. XI, a. 1, resp. 5. G. Galeazzi, Jacques Maritain filosofo del’edu-cazione, Op. cit., p.13. 6. Viotto P., Introduzione, in Maritain J., L’educa-zione della persona, op .cit , p. 6. 7. Braido P, Elementi di filosofia dell’educazione, in Braido P. et al., Enciclopedia delle scienze dell’educazione. Educare, Vol. I, Roma, Istituto Su-periore di Pedagogia del Pontificio Ateneo Sale-siano, 1962, p. 190. 8. Maritain J., La persona e il bene comune, Bre-scia, Morcelliana, 1948, pp. 29-30. 9. Cfr. Chistolini S., Educare per la pace, Milano, FrancoAngeli, 2002; Chistolini S., Dal pluralismo alla cittadinanza negli studi pedagogici sui principi costitutivi della socie-tà, “Orientamenti pedagogici”, Vol. 54 - n°2, mar-zo-aprile 2007, pp.305-310.

6

RIFLESSIONE

Progettare, realizzare, rendere conto: la scuola

verso il bilancio sociale Per una leadership condivisa

Le innovazioni che hanno investito la scuola negli ultimi quindici anni hanno conferito un nuovo status anche al capo d’istituto, il quale ha assunto la qualifica dirigenziale - “contestualmente all’acquisto della personali-tà giuridica e dell’autonomia da parte delle singole istituzioni scolastiche” (art. 21, L 59/1997) - insieme all’obbligo di rispondere in ordine ai risultati conseguiti. Ciò ha determi-nato un ampliamento degli spazi di manovra e insieme una dilatazione delle responsabilità a tutti i livelli. Il Dirigente scolastico si configura come un leader educativo, ossia come perso-na in grado di influenzare i suoi followers, che hanno di rimando la facoltà di condizionare, seppure in minor misura, le sue scelte e le sue decisioni. In letteratura appare attualmente molto dibattuto lo stesso concetto di leader-ship, rispetto al quale gli studiosi si sono pro-dotti in una variegata serie di classificazioni, ora centrate sui tratti caratterizzanti la figura del leader, ora focalizzandosi sulle relazioni intercorrenti tra questi e il gruppo che dirige, ora evidenziando le forze che ne condizionano l’agire, elementi strutturali, sociali, interperso-nali o legati al contesto. In realtà non è possi-bile delimitare uno schema dotato di maggio-re validità interpretativa rispetto agli altri: le variabili da prendere in esame, in un’organiz-zazione complessa come quella scolastica, so-no tali e tante che si può parlare di differenti stili di leadership riferiti a un medesimo indivi-duo, il quale ne stabilisce l’applicazione adat-tandola a momenti e contesti diversi. In una fase di rapida evoluzione come quella attuale, nella quale si richiede alla scuola di mettere a regime una ristrutturazione globale attraverso una profonda riforma delle sue ca-ratteristiche essenziali, è importante che il lea-der sappia interagire democraticamente ed instaurare un rapporto di serena collaborazio-ne con tutti i componenti dell’istituto, moti-vandoli, ampliando la loro visione delle cose, accogliendone le proposte, soprattutto rico-noscendo il valore del loro contributo allo svi-

luppo complessivo dell’istituzione scolastica. Per affrontare il cambiamento, il capo d’istitu-to deve saper mantenere autorevolezza e di-mostrare al contempo accoglienza e parteci-pazione, indirizzare e motivare i propri colla-boratori, convogliare le molteplici energie in campo verso un obiettivo comune che è la realizzazione della mission dell’istituto. A tale scopo appare fondamentale giungere a una leadership condivisa, grazie alla quale ognuno – all’interno della comunità – possa sentirsi responsabile e parte integrante dell’insieme, in grado di dare il proprio contributo senza riserve. Il significato di una “cultura della progettazio-ne d’istituto” Ma verso quali obiettivi dovrebbe muovere l’istituzione scolastica? Cosa ci si aspetta da un leader nella scuola dell’autonomia? Le ri-forme succedutesi a partire dalla fine degli anni Novanta (dalla L 59/1997 improntata al principio della sussidiarietà al DPR 275/1999, cosiddetto Regolamento dell’Autonomia, dal-la riforma del Titolo V della Costituzione con-tenuta nella L 3/2001 alla riforma Moratti inau-gurata dalla L 53/2003) hanno delineato un panorama affatto diverso dal precedente: alla struttura centralizzata, gerarchica, fondata sul rispetto di ordini impartiti dall’alto e incentra-ta su rapporti formali e burocratici è succedu-ta una struttura decentrata e policentrica, ba-sata su un tessuto reticolare di rapporti di tipo orizzontale, nella quale le parole d’ordine so-no divenute l’autonomia, la flessibilità, l’inte-razione con il contesto. La scuola si è trasfor-mata in centro di erogazione di servizi, un soggetto protagonista che progetta, pro-gramma percorsi didattici, elabora nuovi me-todi e fa ricerca e sperimentazione. Accanto al consueto approccio di tipo normativo – che trova esplicazione nell’esecuzione di ordini e direttive – si profila la possibilità di un approc-cio progettuale, dinamico, aperto nei confron-ti dell’esterno, per certi versi più instabile ma

RIFLESSIONE

anche maggiormente proiettato verso l’inno-vazione. Compito del Dirigente scolastico, secondo questa nuova prospettiva, appare quello di “promuovere e governare una cultura della progettazione d’istituto”, attraverso l’elabora-zione congiunta di un Piano dell’Offerta For-mativa (che costituisce l’identità culturale e progettuale dell’istituto, secondo l’art.3, DPR 275/1999) e di un Programma annuale (che ne rappresenta “l’interfaccia finanziario”, regolato dal DI 44/2001). La chiave di volta per una cor-retta gestione ed efficace articolazione di un compito di tale portata si individua nell’inte-grazione e reciproca corrispondenza tra i due fondamentali documenti appena ricordati: agli obiettivi dichiarati nel POF devono connettersi risultati misurabili e dati rinvenibili nel piano finanziario attraverso l’esame delle voci di spe-sa; analogamente, ogni progetto troverà equi-valenza nel documento contabile nella detta-gliata scheda finanziaria ad esso corrisponden-te. La scuola assume dunque la veste di agenzia di formazione che eroga servizi al territorio servendosi di un confronto serrato con i po-tenziali portatori di interesse rispetto alla pro-pria missione istituzionale : la logica del pro-getto significa in altre parole assumere su di sé i bisogni del territorio, interpretarli, farsene carico e tradurli operativamente in un’offerta che sappia rispondere ad essi nel modo più adeguato. Significa anche pianificare le attività per tempo e in modo continuativo, assicurare unitarietà e visione d’insieme, coordinare e concertare persone, ruoli, funzioni in vista di uno scopo comune, predisporre strategie con-divise sia all’interno che all’esterno dell’istitu-to. Senza dimenticare il fine ultimo, il centro pulsionale della scuola, che è lo studente e lo sviluppo delle sue conoscenze, capacità e competenze (“il principio educativo della scuola è dato dalla centralità del soggetto che apprende, con la sua individualità e con la rete di relazioni che lo legano alla famiglia e ai di-

versi ambiti sociali, regionali ed etnici”, dalla L 53/2003). Il percorso che conduce a garantire agli studenti il successo formativo “si sostan-zia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istru-zione mirati allo sviluppo della persona uma-na” (art. 1 del DPR 275/1999, sottolineatura mia): la cultura del progetto è perciò il punto focale su cui imperniare tutta la politica di in-tervento della scuola, la pianificazione strate-gica necessaria al miglioramento continuo dell’organizzazione nel suo cammino verso l’eccellenza – anche secondo quanto suggeri-to a livello europeo dall’EFQM, European Foundation for Quality Management. Il disegno strategico: controllo della qualità, valorizzazione delle risorse umane, migliora-mento dell’offerta Dapprima con la L 241/1990 per la trasparen-za amministrativa, quindi con il DLgs 29/1993 sulla razionalizzazione dell’organizzazione del-le amministrazioni pubbliche, si è introdotto il principio della qualità nei servizi pubblici. A seguito del DLgs 29/1993 è stata emanata la Direttiva del PCM 27/1/1994 relativa ai Princi-pi sull’erogazione dei servizi pubblici, che ha fissato i principi basilari secondo i quali eroga-re un pubblico servizio e ha giuridicizzato il principio di qualità attraverso l’obbligo di emanazione della Carta dei servizi. A stretto giro è intervenuto, per la scuola, il DPCM 7/6/1995, inerente appunto la Carta dei servi-zi scolastici. Questo breve excursus normativo consente di precisare l’idea che una scuola, per funzionare a dovere, debba puntare a qualificare sotto ogni aspetto – didattico, or-ganizzativo, gestionale, finanziario – il proprio operato. Un simile assunto si traduce nella pratica in un controllo di qualità esteso all’intero ambito di attività e ad ogni livello di prestazione, e ri-chiede un considerevole cambiamento, anche di mentalità, da parte del personale coinvolto. Se il Dirigente scolastico deve rispondere in ordine ai risultati, questi devono essere di-

8

RIFLESSIONE

chiarati, certi, misurabili. Deve essere possibi-le intervenire nel processo in corso per aggiu-stamenti e modifiche. Si devono poter rintrac-ciare a ritroso i passaggi e le procedure che hanno condotto a un certo esito al fine di identificare i punti deboli e superarli. Ciò ri-chiede innanzi tutto la messa a punto di un approccio per processi al posto del tradizio-nale approccio “funzionale”: le funzioni attri-buite ai docenti non sono più compartimenti stagni, collegati solo in senso verticale al gan-glio centrale, ma si pongono in senso trasver-sale rispetto alla struttura. Le attività si dispie-gano in sequenze ordinate e ne viene eviden-ziata la griglia di reciproche interazioni. Sul percorso individuale prevale il gioco di squa-dra: tutto insieme, il personale coopera orien-tato all’obiettivo comune. Si tratta di utilizzare sistematicamente nelle attività messe in cam-po dall’istituzione scolastica il ciclo PDCA (acronimo di Plan Do Check Act = pianificare fare controllare agire), ossia individuare il pro-blema, pianificare l’intervento, elaborare pro-ve per confermare o meno l’esattezza del di-segno ipotizzato, confrontare i risultati ottenu-ti con quanto in precedenza preventivato, in-tervenire con modifiche in caso di risultato negativo o rendere stabile il risultato, laddove si dimostri positivo. Una simile impostazione porta con sé una se-rie di azioni conseguenti, tra le quali la neces-sità di documentare i vari passaggi, standar-dizzare le operazioni, consentirne il monito-raggio in itinere e produrre continui feed-back. Non è difficile prefigurare le problema-tiche connesse a questo tipo di approccio: il personale può lamentare l’apparente compli-carsi delle attività legato alla crescente produ-zione di documenti, aspetto che può essere facilmente scambiato per un ritorno al caotico affastellarsi di carte tipico della burocrazia. Inoltre l’approccio per processi può risultare “freddo” dal punto di vista della temperatura emotiva e suscitare reazioni negative, perché si tratta pur sempre di ragionare, quanto più

possibile, per fatti e dati, chiarire gli obiettivi, tradurli in indicatori certi. La scuola, si sa, co-me istituzione centrata sulle risorse umane, appare costituita da una moltitudine di varia-bili difficilmente misurabili e assai poco og-gettive. In realtà il sistema incentrato sul ciclo PDCA appare rispettoso delle relazioni inter-personali, anzi, se possibile, tende a imple-mentarle ancora di più. Infatti richiede con-nessione tra le parti, comunicazione fluida e regolare, decisioni condivise, mentre rigetta la logica delle decisioni top-down, calate dall’al-to e soddisfatte in maniera meccanica con comportamenti adempitivi. Sta al Dirigente scolastico comunicare al personale in maniera opportuna i vantaggi di un sistema di gestio-ne improntato alla qualità, i cui effetti positivi si leggono meglio sul lungo periodo. E’ suo compito precipuo aiutare lo staff a compren-dere il maggior valore in termini di economici-tà, efficienza ed efficacia dell’azione formativa. Con quest’ultima considerazione si passa al secondo punto del disegno strategico ideale di una scuola che ha fatto propria la cultura della progettazione: la valorizzazione delle ri-sorse umane. Il Dirigente scolastico, nel suo ruolo di leader educativo, deve stimolare il commitment, l’investimento psico-affettivo da parte dei propri collaboratori, attraendoli nella propria visione del futuro. Certamente un’in-combenza ragguardevole, tenuto conto della tendenza individualistica peculiare alla profes-sione docente. Egli deve creare opportunità progettuali in cui le competenze degli inse-gnanti, in connessione con il Piano dell’Offer-ta Formativa, possano trovare la migliore valo-rizzazione. Il corpo docente deve porsi in ma-niera motivata, consapevole e partecipe verso la costruzione di una comune filosofia del ser-vizio scolastico, prestando attenzione agli sco-pi del proprio lavoro e alle relazioni, cercando di sviluppare una logica progettuale. Concor-re alla realizzazione di tale obiettivo una co-municazione efficace e non ridondante tra i membri della scuola, che è possibile mettere

in pratica attraverso un alto livello di organiz-zazione formale. Da questa prospettiva, il ca-po d’istituto deve assumere le vesti di un lea-der trasformazionale, in grado di traghettare l’intero team di collaboratori verso il cambia-mento. Il percorso di valorizzazione del capita-le umano si attua per mezzo dello sviluppo delle competenze professionali – attraverso la proposizione costante di corsi di formazione e aggiornamento – parimenti allo sviluppo delle dimensioni relazionali. Gestione della qualità e rivalutazione delle ri-sorse umane convergono verso il migliora-mento dell’offerta formativa, attraverso un ser-vizio scolastico flessibile, diversificato, che in-tegra e utilizza al meglio risorse e strutture, che impiega tecnologie innovative ed appare in grado di coordinarsi con il contesto territo-riale. La scuola, nella sua qualità di agenzia di servizi, deve porre attenzione all’utenza diretta e indiretta, cercando di soddisfarne desideri e bisogni e di anticipare le aspettative dei possi-bili “clienti”. Se un maggiore coinvolgimento degli stakeholder appare, oltreché fortemente auspicabile, anche possibile attraverso la pre-disposizione di questionari di gradimento, in-contri periodici, focus group, interviste che consentono di circoscriverne i requisiti allo scopo di un soddisfacimento ottimale, più ar-duo appare tradurre in concreto un amplia-mento e miglioramento dei servizi in relazione al territorio. In effetti una progettazione di questo tipo richiede sovente di estendere la flessibilità oraria, di rimodulare i percorsi for-mativi, di riorganizzare più in generale le attivi-tà scolastiche in senso curricolare ed extracur-ricolare. Tutte condizioni che possono non in-contrare il favore dei docenti, chiamati a scar-dinare abitudini da tempo acquisite e modali-tà consolidate, nonché ad offrire maggiore di-sponibilità e impegno rispetto alle attività pro-poste dalla scuola. Altro punto critico, certo di non facile e immediata soluzione, appare il rapporto con gli Enti locali e le altre realtà isti-tuzionali del territorio, anche a causa della

mancanza di una governance ben definita in base alla quale siano ripartite titolarità e re-sponsabilità per una coprogettazione condivi-sa degli obiettivi da raggiungere. L’autonomia scolastica, ancorché dichiarata sulla carta, si presenta ancora con margini di indefinitezza e imperfezione, stante ad esempio la determi-nazione da parte dell’Amministrazione centra-le delle risorse fondamentali (umane e finan-ziarie) con cui gli istituti devono attuare il pro-prio programma. Una determinazione che tra l’altro avviene a senso unico sulla base di cal-coli e grandezze prestabilite, senza alcuna in-terlocuzione con le scuole. La sussidiarietà, d’altro canto, presuppone una sinergia opera-tiva tra le varie realtà, che nella pratica viene spesso a mancare. In quest’ottica la funzione di raccordo esercitata dal Dirigente scolastico si rivela cruciale: a lui è demandata l’imposta-zione di un dialogo proficuo e produttivo con il territorio, lo sviluppo di rapporti di partner-ship che incrementano il valore delle attività, la determinazione degli obiettivi, la coerenza e capacità di ispirare il comportamento altrui. Verso il bilancio sociale Esito finale e quasi inevitabile di una nuova visione dell’istituzione scolastica orientata al risultato, alla qualità, al successo formativo degli allievi diventa il bilancio sociale: un do-cumento che la scuola ha facoltà di produrre volontariamente per rendere conto del pro-prio operato e comunicare all’esterno com-portamenti, risultati e impatti delle proprie scelte e del proprio agire in rapporto alla mis-sione e ai valori etici posti a fondamento dell’attività istituzionale. Con il bilancio sociale la scuola si pone sul piano della trasmissione di valori dichiarata e consapevole, attiva e coinvolge gli stakeholder nella creazione di un valore duraturo, destinato a modificare in sen-so positivo la società.

Lucia PresillaLucia PresillaLucia PresillaLucia Presilla Dirigente scolasticoDirigente scolasticoDirigente scolasticoDirigente scolastico

RIFLESSIONE

10

SPIRITUALITÀ

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Domenica delle Palme Piazza San Pietro 24 marzo 2013 XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù

1. Gesù entra in Gerusalemme. La folla dei discepoli lo accompagna in festa, i mantelli sono stesi davanti a Lui, si parla di prodigi che ha compiuto, un grido di lode si leva: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli» (Lc 19,38). Folla, festa, lode, benedizione, pace: è un clima di gioia quello che si respira. Gesù ha risvegliato nel cuore tante spe-ranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie uma-ne, ha mostrato il volto di misericordia di Dio e si è chinato per guarire il corpo e l’anima. Questo è Gesù. Questo è il suo cuore che guarda tutti noi, che guarda le no-stre malattie, i nostri peccati. E’ grande l’amore di Gesù. E così entra in Gerusa-lemme con questo amore, e guarda tutti noi. E’ una scena bella: piena di luce - la luce dell’amore di Gesù, quello del suo cuore - di gioia, di festa. All’inizio della Messa l’abbiamo ripetuta anche noi. Abbiamo agitato le nostre palme. Anche noi abbiamo accolto Ge-sù; anche noi abbiamo espresso la gioia di accompagnarlo, di saperlo vicino, pre-sente in noi e in mezzo a noi, come un amico, come un fratello, anche come re, cioè come faro luminoso della nostra vi-ta. Gesù è Dio, ma si è abbassato a cam-minare con noi. E’ il nostro amico, il no-stro fratello. Qui ci illumina nel cammino. E così oggi lo abbiamo accolto. E questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia!

Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non la-sciatevi prendere mai dallo scoraggia-mento! La nostra non è una gioia che na-sce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammi-no della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, masche-rato da angelo tante volte, e insidiosa-mente ci dice la sua parola. Non ascolta-telo! Seguiamo Gesù! Noi accompagnia-mo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sap-piamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in que-sto nostro mondo. E, per favore, non la-sciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù

2. Seconda parola. Perché Gesù entra in Gerusalemme, o forse meglio: come en-tra Gesù in Gerusalemme? La folla lo ac-

RIFLESSIONE

clama come Re. E Lui non si oppone, non la fa tacere (cfr Lc 19,39-40). Ma che tipo di Re è Gesù? Guardiamolo: cavalca un puledro, non ha una corte che lo se-gue, non è circondato da un esercito simbolo di forza. Chi lo accoglie è gente umile, semplice, che ha il senso di guar-dare in Gesù qualcosa di più; ha quel senso della fede, che dice: Questo è il Salvatore. Gesù non entra nella Città Santa per ricevere gli onori riservati ai re terreni, a chi ha potere, a chi domina; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, come preannuncia Isaia nel-la Prima Lettura (cfr Is 50,6); entra per ricevere una corona di spine, un basto-ne, un mantello di porpora, la sua regali-tà sarà oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legno. E al-lora ecco la seconda parola: Croce. Ge-sù entra a Gerusalemme per morire sulla Croce. Ed è proprio qui che splende il suo essere Re secondo Dio: il suo trono regale è il legno della Croce! Penso a quello che Benedetto XVI diceva ai Car-dinali: Voi siete principi, ma di un Re crocifisso. Quello è il trono di Gesù. Ge-sù prende su di sé... Perché la Croce? Perché Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericor-dia, con l’amore di Dio. Guardiamoci in-torno: quante ferite il male infligge all’u-manità! Guerre, violenze, conflitti econo-mici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, che poi nessuno può portare con sé, deve lasciarlo. Mia non-na diceva a noi bambini: il sudario non ha tasche. Amore al denaro, potere, cor-

ruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E anche - cia-scuno di noi lo sa e lo conosce - i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione. E Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell’amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione. Questo è il bene che Gesù fa a tutti noi sul trono della Croce. La croce di Cristo abbraccia-ta con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioia di essere salvati e di

fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte. 3. Oggi in questa Piazza ci sono tanti gio-vani: da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della Gioventù! Ecco la ter-za parola: giovani! Cari giovani, vi ho vi-sto nella processione, quando entravate; vi immagino a fare festa intorno a Gesù, agitando i rami d’ulivo; vi immagino men-tre gridate il suo nome ed esprimete la vostra gioia di essere con Lui! Voi avete

12

RIFLESSIONE

una parte importante nella festa della fe-de! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giova-ne, anche a settanta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invec-chia mai! Però tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci in-segna a servire, ad amare. E voi non ave-te vergogna della sua Croce! Anzi, la ab-bracciate, perché avete capito che è nel dono di sé, nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha la vera gioia e che con l’amore di Dio Lui ha vinto il male. Voi portate la Croce pellegrina attraverso tut-ti i continenti, per le strade del mondo! La portate rispondendo all’invito di Gesù «Andate e fate discepoli tutti i popo-li» (cfr Mt 28,19), che è il tema della Gior-nata della Gioventù di quest’anno. La portate per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell’inimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace. Cari amici, anch’io mi metto in cammino con voi, da oggi, sulle orme del beato Gio-vanni Paolo II e di Benedetto XVI. Ormai siamo vicini alla prossima tappa di que-sto grande pellegrinaggio della Croce. Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparate-vi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro sia un segno di fede per il mondo intero. I giovani devono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è buono

uscire da se stessi, alle periferie del mon-do e dell’esistenza per portare Gesù! Tre parole: gioia, croce, giovani. Chiediamo l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo se-guire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita. Così sia.

ESPERIENZE

Concorso Nazionale

“Un ospedale con più Sollievo” organizzano Fondazione Gigi Ghirotti - UCIIM - Fondazione Alessandra Bisceglia – W ALE

Regolamento Regolamento Regolamento Regolamento Art.1 Art.1 Art.1 Art.1 Lo scopo del concorso è quello di sen-sibilizzare gli alunni di tutte le età, i do-centi e le famiglie sul tema del Sollievo, inteso non come la negazione definitiva del dolore fisico, ma piuttosto come so-stegno sollecito ed amorevole nel dolo-re fisico, psicologico e spirituale al ma-lato specie se cronico in evoluzione di malattia. La partecipazione al concorso, come momento importante di crescita nella coscienza collettiva del valore insosti-tuibile del sollievo, si propone come strumento per favorire un percorso for-mativo alla scoperta del mondo della sofferenza e quindi del sollievo, insieme ai propri insegnanti e alle proprie fami-glie. In particolare, per i concorrenti più piccoli, l’obiettivo primario è sensibiliz-zare i bambini alla scoperta e quindi all'accettazione del malato, dell'anziano

e in genere delle persone in difficoltà. E’ noto che l’assistenza agli infermi na-sce da iniziative di carità e volontariato rivolte a pellegrini e/o a persone che, dato il loro basso ceto sociale, non po-tevano permettersi le spese per le cure. Infatti i primi ospedali, nascono come assistenza ai pellegrini in viaggio verso luoghi particolarmente significativi per i credenti (Roma, Loreto, Terra Santa…). Da qui la proposta rivolta agli studenti universitari di riflettere, attraverso un percorso di ricerca autonomo, sul signi-ficato dell’assistenza sanitaria come ini-ziativa gratuita di solidarietà allo scopo di donare sollievo. Art.2 Art.2 Art.2 Art.2 Il concorso è riservato esclusivamente agli alunni/studenti di: Ultimo anno delle sezioni della scuola dell’infanzia V classe della scuola primaria. III classe della scuola secondaria di pri-mo grado. Classi del primo biennio della scuola superiore. Classi delle sezioni ospedaliere di ogni ordine e grado. Corsi di laurea triennale e specialistica. Art.3 Art.3 Art.3 Art.3 Gli elaborati devono riguardare la te-matica del sollievo e consistono in: Ultimo anno delle sezioni della scuola dell’infanzia: un plastico o un poster. V classe della scuola primaria: prodotto

14

ESPERIENZE

iconografico o testo. III classe della scuola secondaria di pri-mo grado: un prodotto iconografico con didascalie esplicative oppure un fu-metto. Primo biennio della scuola superiore: videoclip. Per la scuola ospedaliera: prodotto ico-nografico o testo o videoclip. Per la sezione universitaria, l’elaborato scritto e iconografico da produrre può essere rappresentato: da una ricerca sui luoghi storici di assistenza sanitaria di una città e/o una regione italiana, fina-lizzata a promuoverne lo sviluppo; op-pure da un testo narrativo incentrato su esperienze relazionali che valorizzano il significato della solidarietà all’interno di luoghi assistenziali e situazioni persona-li, reali o immaginate. In entrambi i casi il testo prodotto può essere arricchito da immagini e testimonianze Art.4 Art.4 Art.4 Art.4 Caratteristiche degli elaborati che pos-sono essere individuali o di gruppo: Il plastico o il poster: Il plastico o il poster: Il plastico o il poster: Il plastico o il poster: può essere utiliz-zato qualsiasi tipo di materiale e/o tec-nica artistica. E' opportuno far pervenire il prodotto accompagnato da una breve descrizione. Il lavoro deve essere realiz-zato da tutti i componenti della sezione e dovrà avere uno dei seguenti titoli: X Un abbraccio, una carezza o un sorriso per esserti vicino ed alleviare il tuo do-lore. X Ti aiutiamo con la nostra gioia ad es-sere coraggioso per superare le tue dif-

ficoltà. X Il linguaggio del cuore, la bontà e la comprensione saranno capite in ogni situazione di disagio. Il prodotto iconografico Il prodotto iconografico Il prodotto iconografico Il prodotto iconografico può essere un disegno o una composizione arricchita da ritagli di giornali, illustrazioni, foto-grafie, fumetti. Può essere accompa-gnato da una breve descrizione dell’ela-borato. Il testo Il testo Il testo Il testo (poesia, prosa, filastrocca, altro) non deve superare i 600 caratteri 600 caratteri 600 caratteri 600 caratteri (spazi esclusi). Il videoclip: Il videoclip: Il videoclip: Il videoclip: deve essere in formato vi-deo-DVD (16/9 o 4/3) della durata mas-sima di 1,5 minuti (compresi l’introdu-zione e i titoli di coda). il videoclip deve essere un video sceneggiato o con ani-mazioni digitali. Non verranno presi in considerazione quei videoclip che con-tengono sequenze di fotografie o im-magini fisse accompagnate da testi scritti.

Le scuole ospedaliere Le scuole ospedaliere Le scuole ospedaliere Le scuole ospedaliere dovranno invia-re, insieme all’elaborato, insieme all’elaborato, insieme all’elaborato, insieme all’elaborato, un elenco di materiale o attrezzature finalizzate al mi-glioramento dell’attività didattica.

La ricerca/testo narrativo La ricerca/testo narrativo La ricerca/testo narrativo La ricerca/testo narrativo non deve su-perare le 10 pagine A4 scritte con ca-rattere Times New Roman 10. Art.5 Art.5 Art.5 Art.5 È obbligatorio partecipare al concorso con un solo elaborato per sezione, un solo elaborato per sezione, un solo elaborato per sezione, un solo elaborato per sezione, classe classe classe classe scolastica o per studente uni-studente uni-studente uni-studente uni-versitarioversitarioversitarioversitario. Art.6 Art.6 Art.6 Art.6 Gli elaborati dovranno pervenire, entro

ESPERIENZE

e non oltre l’ 8 aprile 2013 (prorogato 8 aprile 2013 (prorogato 8 aprile 2013 (prorogato 8 aprile 2013 (prorogato al 25 aprile 2013)al 25 aprile 2013)al 25 aprile 2013)al 25 aprile 2013), a: Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti” Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti” Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti” Fondazione Nazionale “Gigi Ghirotti” Via Fratelli Ruspoli, 2 Via Fratelli Ruspoli, 2 Via Fratelli Ruspoli, 2 Via Fratelli Ruspoli, 2 00198 Roma 00198 Roma 00198 Roma 00198 Roma Art.7 Art.7 Art.7 Art.7 Il videoclip dovrà essere spedito per posta ordinaria, masterizzato su suppor-ti ottici DVD o CD. Art.8 Art.8 Art.8 Art.8 Il plico degli elaborati non deve essere firmato, né deve evidenziare il nome dei concorrenti o della Scuola di prove-nienza. Esso dovrà contenere una in Esso dovrà contenere una in Esso dovrà contenere una in Esso dovrà contenere una in busta chiusa non intestata conbusta chiusa non intestata conbusta chiusa non intestata conbusta chiusa non intestata con: una scheda indicante i riferimenti della Scuola che partecipa al concorso (Denominazione, Via, Città, C.A.P., Tele-fono), del dirigente scolastico, dell’inse-gnante che ha guidato gli alunni nell’e-laborazione dei lavori (Cognome e no-me, Via, Città, C.A.P., telefono) e l’elen-co degli alunni che hanno partecipato al lavoro (come scheda allegata in ulti-ma pagina); nominativo dello studente universitario, corso ed anno di laurea frequentato, università d’appartenenza e recapito telefonico. Art. 9 Art. 9 Art. 9 Art. 9 Il giudizio della giuria, che è composta da rappresentanti delle organizzazioni promotrici, è insindacabile. Art.10 Art.10 Art.10 Art.10 Sono posti in palio sei premi, cinque of-ferti dalla Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti, uno dalla Fondazione Alessan-dra Bisceglia, da assegnare come se-gue: 1 premio di € 500,00 al miglior elabora-

to prodotto dagli alunni della scuola dell’infanzia; 1 premio di € 500,00 al miglior elabora-to prodotto dagli alunni della V classe della scuola primaria; 1 premio di € 500,00 al miglior elabora-to prodotto dagli alunni della III classe della scuola secondaria di primo grado; 1 premio di € 500,00, intitolato a “Anna Maria Verna”, al miglior elaborato pro-dotto dagli alunni del primo biennio della scuola superiore. 1 premio di € 500,00 massimo, destina-to esclusivamente all’acquisto del mate-riale o delle attrezzature indicate nell’e-lenco di cui all’art.4, per il miglior ela-borato iconografico o testuale o video prodotto dagli alunni della scuola ospe-daliera. 1 premio di € 500,00, intitolato ad “Alessandra Bisceglia”, destinato alla migliore ricerca/testo narrativo sugli an-tichi luoghi di cura del nostro Paese, prodotta da uno o più studenti universi-tari. Ad eccezione del premio che sarà asse-gnato allo studente vincitore nella se-zione universitaria, i premi premi premi premi destinati alle altre sezioni di concorso sono attribuiti all’intera classe all’intera classe all’intera classe all’intera classe e non ai singoli stu-denti esecutori dell’elaborato. Targhe e medaglie sono offerte Targhe e medaglie sono offerte Targhe e medaglie sono offerte Targhe e medaglie sono offerte dall’UCIIM. dall’UCIIM. dall’UCIIM. dall’UCIIM. Alle scuole di appartenenza degli alunni vincitori verranno assegnate le targhe per il miglior elaborato. Agli insegnanti che hanno curato gli elaborati dei vinci-

16

ESPERIENZE

tori verrà attribuita una medaglia di ri-conoscimento. A tutti gli studenti che parteciperanno al concorso verrà rila-sciato il diploma di partecipazione. Alla scuola che avrà partecipato con più elaborati verrà consegnata una targa di riconoscimento. I premi, le targhe, le medaglie e i di-I premi, le targhe, le medaglie e i di-I premi, le targhe, le medaglie e i di-I premi, le targhe, le medaglie e i di-plomi si ritirano personalmente du-plomi si ritirano personalmente du-plomi si ritirano personalmente du-plomi si ritirano personalmente du-rante la celebrazione della Giornata rante la celebrazione della Giornata rante la celebrazione della Giornata rante la celebrazione della Giornata Nazionale del Sollievo a Roma, pres-Nazionale del Sollievo a Roma, pres-Nazionale del Sollievo a Roma, pres-Nazionale del Sollievo a Roma, pres-so il “Policlinico Agostino Gemelli”so il “Policlinico Agostino Gemelli”so il “Policlinico Agostino Gemelli”so il “Policlinico Agostino Gemelli”. Art.11 Art.11 Art.11 Art.11 Le buste contenenti le schede di parte-cipazione verranno aperte a premio as-segnato e verrà data notizia dell’esito agli organi di informazione ed agli inte-ressati con lettera personale. Art.12 Art.12 Art.12 Art.12 Gli elaborati pervenuti resteranno di proprietà della Fondazione Gigi Ghirot-ti, dell’U.C.I.I.M. e dell’Associazione Culturale Attilio Romanini, che si riser-vano la possibilità di pubblicarli succes-sivamente. Art.13 Art.13 Art.13 Art.13 La cerimonia di premiazione avrà luogo al Policlinico “Agostino Gemelli” duran-te la celebrazione della XII Giornata Na-zionale del Sollievo (26 maggio 2013). Art.14 Art.14 Art.14 Art.14 La partecipazione al concorso comporta l’incondizionata accettazione di tutti gli articoli del presente regolamento.

In collaborazione con In collaborazione con In collaborazione con In collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuo-

re Associazione Culturale Attilio Ro-

manini A.I.I.R.O.

Associazione Italiana Infermieri di Radioterapia Oncologica

MIUR – Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Parteci-

pazione e la Comunicazione Con il patrocinio Con il patrocinio Con il patrocinio Con il patrocinio

Ministero della Salute Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-

versità e della Ricerca

PROPOSTE

Finalità:

L’UCIIM Lazio si prone di offrire una formazione che vada dall’ideazione all’implementazio-ne di corsi da utilizzare come integrazione o come supporto alla didattica in classe, con strumenti opensource (gratuiti e liberi), al fine di promuovere quelle competenze sempre più richieste sia dal mondo istituzionale della Scuola sia dalle esigenze culturali e sociali de-gli alunni.

Obiettivi:

Esplorare le principali potenzialità didattiche della piattaforma MOODLE

Conoscere e usare le principali risorse e attività

Costituire un gruppo di lavoro che utilizzi e verifichi le potenzialità di MOODLE per inte-grare la didattica curricolare ed extracurricolare

Utilizzare MOODLE come ambiente di sperimentazione, collaborazione e condivisione di esperienze fra i docenti

“L’e-learning nella scuola nasce dall’esigenza di introdurre le nuove tecnologie della multimedialità e delle reti per migliorare le moda-lità di insegnamento e i processi di apprendimento, sulla base di un’idea generale di maggiore attenzione alla qualità dell’apprendi-mento. L’e-learning è visto soprattutto come supporto alla didattica in presenza e non come sostitutivo dell’attività in aula e in laborato-rio. Esso consente l’accesso dello studente secondo tempi e ritmi propri, in particolare per le attività di recupero e rinforzo. Partico-larmente importante appare l’uso dell’e-learning per gestire inter-venti di recupero nei mesi estivi. I risultati attesi riguardano so-prattutto la possibilità di personalizzazione dell’insegnamento e la

MOODLE: e-learning a scuola Corso di formazione on line per l’utilizzo della piattaforma MOODLE in ambito didat-

tico

A seguito della riunione del Consiglio Regionale del 27 marzo 2013, questo corso sarà

GRATUITO per tu% i soci in regola con l’iscrizione per l’anno 2013!

La decisione è stata presa in considerazione della situazione economica del momento e

della *pologia di soci che ne hanno fa-o richiesta.

Coloro che hanno versato la quota precedentemente richiesta verranno completamen-

te rimborsa*.

18

PROPOSTE

Programma:

Filosofia di Moodle - Instrutional design: la progettazione della formazione on line

Sito e community di riferimento

La struttura di Moodle: parti, componenti e blocchi

Tipologie di corsi: relazionali, argomenti, settimanali

Organizzazione di un corso: utenti e ruoli

Le risorse

Le attività

Ogni corsista sarà poi docente in un corso costruito per i propri colleghi al fine di mettere in pratica e riflettere sulle strategie adottate.

Saranno previsti anche approfondimenti sull’uso degli SCORM e di alcuni software autori.

Modalità di partecipazione e informazioni

Il corso è rivolto a tutti i soci UCIIM in regola con l’adesione all’Associazione per l’anno 2013. Chi non fosse già iscritto lo può fare contestualmente, all’iscrizione al corso. Il costo del corso per i soci è di 20 Euro, per i non soci diventa 55 Euro, compresa la quota di adesione. Tempi: Il corso durerà 5 mesi: da aprile a settembre 2013. Le iscrizioni devono pervenire entro il 15 aprile 2013 a [email protected]

Ogni partecipante al corso inoltre ha uno sconto del 30% sull’acquisto di un servi-zio di hosting presso Ergonet.it per avere un dominio personale su cui installare Moodle o creare un sito proprio.

PROPOSTE

Corso di formazione per docenti di

Religione Cattolica

La Parola che cura, la Parola che orienta: “L’arte educativa di GesùLa Parola che cura, la Parola che orienta: “L’arte educativa di GesùLa Parola che cura, la Parola che orienta: “L’arte educativa di GesùLa Parola che cura, la Parola che orienta: “L’arte educativa di Gesù””””

L’azione formativa promossa dall’UCIIM - Lazio ha la finalità di identificare strumenti e metodologie che hanno l’obiettivo di ac-crescere le competenze relazionali e metodologiche dei docenti di Religione Cattolica in vista della nascita di una comunità di pratica professionale. Vogliamo dar vita ad un luogo che sia una “esperienza di condivi-sione di conoscenze e di esperienze professionali” sull’insegna-mento della Religione Cattolica, dove ciascun insegnante ha la possibilità di apprendere e fare Comunità nel web e avere specifici momenti di formazione. L’idea di fondo della comunità di pratica è tanto semplice quanto efficace: se ho un problema, chiedo aiuto a chi probabilmente lo ha già affrontato (un collega o un gruppo di colleghi); se mi viene data una soluzione e la comprendo, ho imparato una cosa nuova; se non mi viene data, provo a cercarla insieme ad altri che hanno (o potrebbero avere in futuro) il mio stesso problema.

Gli obiettivi :

rafforzare la percezione di Sépercezione di Sépercezione di Sépercezione di Sé e del proprio ruolo, del lavoro svolto e le modalità di relazio-narsi con gli altri siano essi studenti, dirigente scolastico, colleghi;

concentrarsi sulla missione professionalemissione professionalemissione professionalemissione professionale ed acquisire strumentiacquisire strumentiacquisire strumentiacquisire strumenti capaci di ridurre lo stress e a contenere situazioni di disagio;

motivare i docenti sul tema dell’educazione integrando l’esperienza personale, il magistero dei vescovi italiani, l’insegnamento di Gesualdo Nosengo.

I contenuti

Il corso di formazione intende cogliere aspetti centrali nell’azione educativa della scuola, in par-ticolare si sofferma sul “ruolo di docente”, sulle difficoltà e le risorse personali e comunitarie, sulla “qualità dell’azione educativa”. Ampio spazio è offerto alla percezione dei compiti da svol-gere e attuare per realizzare la “missione” di educatore propria di ogni docente. Accanto al per-corso denso di contenuti sono offerti testi (documenti e scritti di educatori cattolici) che permet-tono la maturazione e la riflessione personale e tra docenti, oltre all’acquisizione di conoscenze e competenze specifiche.

Il corso di formazione si svolge in modalità “blended learning” con momenti formativi in aula

20

PROPOSTE

(12 ore) e on line (24ore) con la piattaforma e-learning, per un totale di 36 ore di formazione

I percorsi formativi e i laboratori verranno attivati se si raggiuge il numero minimo di 12 allievi (nelle singole diocesi e nelle zone UCIIM)

Per partecipare inviare un e-mail a: [email protected]@[email protected]@gmail.com oppure [email protected]@[email protected]@uciim.lazio.it.

Le quote di partecipazione sono: Iscritti all’UCIIM 60,00 e Non iscritti all’UCIIM € 90,00 (È com-presa la quota associativa per l’anno 2013)

Comitato scientifico: Prof.ssa Maria Rita Tarquini (docente di laboratorio/aula), Prof. Luca Utili (docente e-learning), Prof. Massimo Angeloni (Direttore del Corso)

La scheda di iscrizione si trova sul sito http://www.uciim.lazio.it

L’UCIIM È SOGGETTO QUALIFICATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DM 177/2000 e DM 05.07.2005, Prot. n. 1229

Laboratorio E-learning

1) Una lettura del vivere la professione docen-te di IRC

1. Analisi dei compiti: sono un insegnante;

2. La vocazione educativa: “essere” docente.

2) La “missione educativa”: gli obiettivi di sviluppo professionale

1. Cultura e insegnamento dell’IRC;

2. Il senso della missione educativa;

3. La responsabilità dell’educare

3) La “Visione” dell’IRC: imparare ad identifi-care le risorse, le opportunità senza dimenti-care le debolezze.

1. Emmaus: la ricerca di un modello

2. Urgenze e priorità;

3. Dio il primo educatore del suo popolo;

4) La “progettazione” : capacità di mediazio-ne tra istanze educative e interessi

1. Interrogare e lasciarsi interrogare;

2. Chiesa madre e maestra;

5) Lo “stile educativo”: ideazione del percorso di sviluppo personale e professionale

1. La vita dello spirito;

2. Verso il modello “Gesù di Nazareth”

6) La “valutazione”: uno sguardo che va verso il futuro

1. Avvio della comunità di prativa.

PROPOSTE

Corso di Formazione e Aggiornamento sulla Didattica, attraverso la Nuova Tecnologia del-Corso di Formazione e Aggiornamento sulla Didattica, attraverso la Nuova Tecnologia del-Corso di Formazione e Aggiornamento sulla Didattica, attraverso la Nuova Tecnologia del-Corso di Formazione e Aggiornamento sulla Didattica, attraverso la Nuova Tecnologia del-la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM)la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM)la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM)la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM)

Il Corso di Formazione e Aggiornamento è destinato agli insegnanti di ogni ordine e grado che aspirino ad acquisire competenze meto-dologiche, didattiche e tecnologiche nella progettazione di conte-progettazione di conte-progettazione di conte-progettazione di conte-nuti digitalinuti digitalinuti digitalinuti digitali attraverso uno strumento digitale come la lavagna inte-rattiva multimediale. La facilità di approccio, l’utilizzo di più canali comunicativi, da quel-lo visivo a quello verbale, fanno della LIM uno strumento innovativo con notevoli benefici sia per i docenti sia per gli alunni

Obiettivi del CorsoObiettivi del CorsoObiettivi del CorsoObiettivi del Corso Il corso ha come obiettivi l’acquisizione di competenze necessarie a: Progettare contenuti digitali di insegnamento Ricercare, catalogare e salvare risorse didattiche disponibili on-line attraverso la LIM Organizzare un modello di lavoro didattico per la propria disciplina in ambiente e-learning con

la LIM Realizzare percorsi didattici per le discipline coinvolte (Italiano, Matematica, Scienze, etc.) che

sfruttino un ambiente di apprendimento collaborativo e gli oggetti multimediali Integrare nella didattica quotidiana le potenzialità della LIM con l’ausilio di nuovi strumenti tec-

nologici e risorse multimediali (Learning Objects) Sperimentare semplici strumenti per la realizzazione di contenuti digitali per la didattica Valorizzare le competenze del personale docente in termini di didattica con le nuove tecnologie Sviluppo di esperienze Modulo base (1 incontro)Modulo base (1 incontro)Modulo base (1 incontro)Modulo base (1 incontro)

Tipologie di LIM: dalla Smartboard alla WiiLD LIM intesa come strumento quotidiano di lavoro: processi educativi quotidiani da attivare at-

traverso la LIM. Strumenti di interazione: software proprietari e opensource

Modulo 1 (2 incontri)Modulo 1 (2 incontri)Modulo 1 (2 incontri)Modulo 1 (2 incontri)

Piano di ricerca, elaborazione e presentazione di informazioni ai fini di approfondimenti te-matico/disciplinari.

Impostare e gestire attività didattiche con gli strumenti di interazione Software per costruire Learning Object interattivi

Modulo 2 (1 incontro)Modulo 2 (1 incontro)Modulo 2 (1 incontro)Modulo 2 (1 incontro)

Condivisione sul web del materiale Trasformare l’idea didattica in progetto didattico Strumenti tecnologici a supporto del progetto didattico e delle metodologie Proporre e gestire attività didattiche con l’uso delle tecnologie.

MULTIMEDIALITÀ TRA COMPUTER E LIM

22

PROPOSTE

Docente del corsoDocente del corsoDocente del corsoDocente del corso: prof. Massimo AngeloniMassimo AngeloniMassimo AngeloniMassimo Angeloni, Progettista di learning object ed e-learning Sede del Corso: A RICHIESTA NELLE SCUOLE O NELLE SEZIONI Sede del Corso: A RICHIESTA NELLE SCUOLE O NELLE SEZIONI Sede del Corso: A RICHIESTA NELLE SCUOLE O NELLE SEZIONI Sede del Corso: A RICHIESTA NELLE SCUOLE O NELLE SEZIONI Struttura e durata del CorsoStruttura e durata del CorsoStruttura e durata del CorsoStruttura e durata del Corso Il Corso si sviluppa in quattro incontri di due ore ciascuno per un totale di 8 ore in presenza 8 ore in presenza 8 ore in presenza 8 ore in presenza e 12 ore on line 12 ore on line 12 ore on line 12 ore on line (Totale 20 ore). La metodologia didattica si baserà su attività laboratoriali e finestre pedagogiche tese a forma-re nel corsista le competenze all’uso di ambienti didattici, come la LIM, nei processi di insegna-mento/apprendimento Modalità di partecipazioneModalità di partecipazioneModalità di partecipazioneModalità di partecipazione Tutto il materiale del corso sarà messo a disposizione dei corsisti (soci UCIIM) sulla piattaforma piattaforma piattaforma piattaforma di UCIIM Laziodi UCIIM Laziodi UCIIM Laziodi UCIIM Lazio, alla quale i corsisti possono accedere tramite account fornito durante il corso. Il Corso si concluderà con l’elaborazione ad opera dei corsisti di un lavoro finale (Project Work). Attestazione diAttestazione diAttestazione diAttestazione di partecipazione al corsopartecipazione al corsopartecipazione al corsopartecipazione al corso Ai partecipanti sarà rilasciato attestato di partecipazione dall’UCIIM quale Ente riconosciuto Ente riconosciuto Ente riconosciuto Ente riconosciuto dal MIUR come soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola (ai sensi dal MIUR come soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola (ai sensi dal MIUR come soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola (ai sensi dal MIUR come soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola (ai sensi del D.M. n. 177 del 10/07/2000, del D.M. del 23/5/2002 e del D.M. del 5/7/2005).del D.M. n. 177 del 10/07/2000, del D.M. del 23/5/2002 e del D.M. del 5/7/2005).del D.M. n. 177 del 10/07/2000, del D.M. del 23/5/2002 e del D.M. del 5/7/2005).del D.M. n. 177 del 10/07/2000, del D.M. del 23/5/2002 e del D.M. del 5/7/2005).