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7 7 Equilibrio nel modello a prezzi flessibili Quando i salari e i prezzi sono flessibili, quali forze economi- che fanno sì che la produzione totale rimanga uguale alla domanda aggregata? Perché il flusso di fondi attraverso i mercati finanziari deve essere equilibrato? Quali sono le componenti del risparmio che affluiscono nei mercati finanziari? Che cos’è la statica comparata come metodo di analisi? Che cosa sono gli shock dal lato dell’offerta? Che cosa sono i cicli economici reali? cap_007 221-258 III.qxd:cap_07 XPress4.0(221-258) III.qxd 06/04/12 14.02 Page 221

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77

Equilibrio nel modelloa prezzi flessibili

Quando i salari e i prezzi sono flessibili, quali forze economi-che fanno sì che la produzione totale rimanga uguale alladomanda aggregata?

Perché il flusso di fondi attraverso i mercati finanziari deveessere equilibrato?

Quali sono le componenti del risparmio che affluiscono neimer cati finanziari?

Che cos’è la statica comparata come metodo di analisi?

Che cosa sono gli shock dal lato dell’offerta?

Che cosa sono i cicli economici reali?

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222 CAPITOLO 7

7.1 L’equilibrio di piena occupazione

7.1.1 Equilibrio e tasso di interesse reale

Nel primo paragrafo del Capitolo 6 abbiamo mostrato che, sotto le ipotesi classiche deiprezzi flessibili e della piena occupazione, il PIL e il reddito nazionale Y sono ugualialla produzione potenziale Y*:

Y = Y*

Nel resto del Capitolo 6 abbiamo esposto le determinanti di ciascuna delle componentidella spesa totale. Abbiamo visto che il tasso di cambio è una funzione (a) del differen-ziale fra il tasso di interesse reale interno e il tasso di interesse reale estero e (b) delleopinioni degli operatori sui tassi di cambio:

ε = ε0 – εr × (r – r f)

Abbiamo visto le determinanti della spesa in consumi:

C = C0 + Cy × (1 – t) × Y

della spesa in investimenti:

I = I0 – Ir × r

e delle esportazioni nette:

NX = (Xf × Yf) + (Xε × ε0) – (Xε × εr × r) + (Xε × εr × r f) – (IMy × Y)

Lasciamo agli scienziati politici lo studio delle determinanti della spesa pubblica:

G = G

La somma di queste quattro componenti è uguale alla domanda aggregata, o alla spesatotale, che possiamo denotare con E (iniziale di expenditure, “spesa” in inglese) sevogliamo porre in risalto che, da un punto di vista concettuale, la domanda non è iden-tica al PIL reale Y. Però, il principio del flusso circolare assicura che, all’equilibrio, ladomanda aggregata E sarà uguale al PIL reale Y:

C + I + G + NX = E = Y

Ma le determinanti di ciascuna delle componenti della spesa totale E non sembranoave re nulla a che fare con la funzione di produzione che determina il livello del PILreale Y. In che modo la domanda aggregata (la somma di tutte le componenti dellaspesa totale) è uguale alla produzione potenziale? Possiamo essere certi che tutta laproduzione che le imprese pensano di essere in grado di vendere quando assumonolavoratori addizionali sarà venduta effettivamente? La risposta è che, nel modelloclassico a prezzi flessibili e con piena occupazione di questo paragrafo, il tasso di

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223Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

interesse reale r svolge un ruolo di bilanciamento essenziale nell’assicurare che ilsistema economico raggiunga un equilibrio e vi permanga.

Se consideriamo le determinanti di tutte le componenti della spesa totale, essedipendono da quattro serie di fattori:

• Fattori interni che derivano delle scelte degli operatori del sistema nazionale diriferimento (quali il livello autonomo della spesa dei consumatori C0 e degli inve-stitori I0 e gli acquisti pubblici G).

• Fattori che non dipendono dal sistema nazionale di riferimento, ma che sonodeterminati dalle scelte degli operatori esteri (quali il PIL reale estero Yf e l’opi-nione degli speculatori sui cambi riguardo al valore “fondamentale” di lungoperiodo del tasso di cambio ε0).

• Lo stesso livello del PIL reale Y (che determina sia la spesa per beni di consumosia il livello delle importazioni).

• Il tasso di interesse reale.

Di tutti questi fattori, soltanto uno – il tasso di interesse reale – è un prezzo determinatodalla domanda e dall’offerta interne. Perciò, se le forze di mercato devono far sì che lasomma delle componenti della spesa totale sia pari al PIL reale, esse devono agireattraverso il tasso di interesse.

Per comprendere attraverso quali meccanismi la domanda aggregata eguaglia laproduzione potenziale, dobbiamo esaminare il mercato in cui il tasso di interesse fun-ziona come prezzo. Questo mercato è quello dei fondi mutuabili. Quando concedetedenaro in prestito, il tasso di interesse è il prezzo che voi ricevete e che paga colui cheha preso a prestito. Occorre, pertanto, considerare il flusso di fondi mutuabili che passaattraverso i mercati finanziari, in cui confluiscono i flussi di risparmio provenienti dallefamiglie e le richieste di fondi da parte delle imprese per finanziare i loro progetti diinvestimento. I flussi in entrata (risparmi) e quelli in uscita verso le imprese (investi-menti) devono bilanciarsi. L’equilibrio che cerchiamo è lo stato in cui l’offerta di fondimutuabili è uguale alla domanda nei mercati finanziari. Secondo il principio del flussocircolare, se i mercati finanziari sono in equilibrio, allora la somma di tutte le compo-nenti della spesa è uguale al PIL reale.

7.1.2 Il flusso di fondi attraverso i mercati finanziari

Il principio del flusso circolare assicura che, se l’offerta è uguale alla domanda nelflusso di fondi attraverso i mercati finanziari, allora l’offerta aggregata (il PIL realeY, uguale alla produzione potenziale Y*) è uguale alla domanda aggregata (la sommadi tutte le componenti della spesa totale: C + I + G + NX). Per verificarlo, comincia-mo col supporre che il PIL reale sia uguale alla produzione potenziale Y* e che siavalido il principio del flusso circolare, secondo cui il PIL reale è uguale alla domandaaggregata:

Y* = Y = C + I + G + NX

Riscriviamo questa espressione trasportando nel primo membro tutti i termini tranne laspesa in investimenti I:

Y* – C – G – NX = I

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224 CAPITOLO 7

Ora includiamo nel primo membro le imposte T addizionandole e sottraendole:

(Y* – C – T) + (T – G) – NX = I

È importante notare che il secondo membro è semplicemente l’investimento, il flussonetto in uscita di potere d’acquisto dai mercati finanziari quando le imprese raccolgonofondi per costruire fabbriche e strutture e accrescere la loro capacità produttiva. Ilprimo membro è uguale al risparmio totale: l’afflusso di potere d’acquisto nei mercatifinanziari quando le famiglie, la pubblica amministrazione e gli stranieri cercano dirisparmiare collocando il loro denaro nell’acquisto di attività finanziarie redditizieall’interno del Paese considerato (si veda Figura 7.1). Si può quindi notare che, quandoil principio del flusso circolare è valido, anche l’offerta e la domanda di fondi mutuabi-li attraverso l’operare dei mercati finanziari risultano essere in equilibrio. (Si noti nelBox 7.1 che la relazione non è diretta.)

L’espressione Y* – C – T nella relazione precedente rappresenta il risparmio pri-vato. Poiché il reddito nazionale è uguale alla produzione potenziale, Y* è semplice-mente il reddito totale delle famiglie. Se dal reddito si sottraggono la spesa in consumie le imposte, ciò che rimane è il risparmio privato: il flusso di potere d’acquisto dallefamiglie ai mercati finanziari.

L’espressione T – G entro la seconda coppia di parentesi rappresenta invece il ri -spar mio pubblico. Esso può essere positivo quando c’è un avanzo di bilancio (T – G > 0),ma può anche essere negativo nel caso di disavanzo del bilancio pubblico (T – G < 0). Sitratta del flusso di fondi dalla pubblica amministrazione ai mercati finanziari.

L’ultimo termine (le esportazioni nette prese con il segno negativo, –NX) rappre-senta l’afflusso di capitale, il flusso netto di potere d’acquisto che gli stranieri con-vogliano nei mercati finanziari interni. Come è illustrato nella Figura 7.2, le esporta-

FIGURA 7.1Il flusso di fondiattraverso i mer-cati finanziari.

Domanda di investimenti

Risparmio internazionale: –NX

Risparmio pubblico: T – G

Risparmio privato: Y* – C – T

Mercati finanziari

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225Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

FIGURA 7.2 Importazionime no esporta-zioni lordeugua le afflussodi capitale: ilcaso degli StatiUniti.

Resto del

mondo Dollari ricevuti dagli stranieri: IM

Dollari pagati dagli stranieri per le esportazioni: GX

Beni importati

Beni esportati

L’unico impiego che resta per questi dollari è quello nei mercati finanziari per comprare quote di società e di proprietà statunitensi

Eccesso di dollari ricevuti dagli stranieri sui dollari spesi dagli stranieri in esportazioni verso il loro Paese: = (IM – GX) = –NX

Risparmio degli stranieri collo- cato nei mercati finanziari statunitensi

zioni nette prese con il segno negativo sono l’eccesso di euro ricevuto dagli stranieriche vendono beni di importazione in Europa rispetto alla quantità di euro di cui glistranieri abbisognano per comprare beni di esportazione prodotti nei Paesi dell’areadell’euro. Se le esportazioni nette sono negative (minori di zero), gli stranieri si ritro-vano con un eccesso di euro. Si pone, pertanto, il problema di come utilizzarli.

Gli stranieri trovano utili gli euro soltanto per due scopi: per comprare beni di espor-tazione prodotti nei Paesi europei (però, se le esportazioni nette sono negative, non vi so -no beni di esportazione sufficienti per assorbire tutti gli euro che ricevono) e per compra-re attività patrimoniali nei Paesi dell’area dell’euro: terra, edifici, azioni, obbligazioni.

Quest’ultimo termine è il flusso netto di potere d’acquisto in entrata nei mercatifinanziari interni per opera degli stranieri che desiderano investirvi una parte del lororisparmio. Quando le esportazioni nette sono positive, esse rappresentano l’ammon-tare netto di risparmio interno convogliato nei mercati finanziari esteri.

7.1.3 Equilibrio nel flusso di fondi

Abbiamo stabilito che i tre termini nel primo membro dell’equazione:

(Y* – C – T) + (T – G) – NX = I

sono i tre flussi di potere d’acquisto in entrata nei mercati finanziari: risparmio privato,risparmio pubblico e risparmio internazionale. La loro somma costituisce l’offerta di

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226 CAPITOLO 7

fondi mutuabili. La domanda di fondi mutuabili è semplicemente la spesa in investi-menti. Il prezzo dei fondi mutuabili è il tasso di interesse reale, come illustrato nellaFigura 7.3.

Che cosa accade se il flusso di fondi non è in equilibrio. Se, cioè, dato il tasso diinteresse reale corrente a lungo termine r, l’afflusso di risparmio nei mercati finanziariè maggiore della domanda di potere d’acquisto da parte delle imprese (e di eventualialtri richiedenti) per finanziare gli investimenti? Se il primo membro dell’equazione èmaggiore del secondo membro, alcune istituzioni finanziarie – banche, fondi comunid’investimento, venture capitalist, compagnie di assicurazione ecc. – sperimenterannoun accumulo di potere d’acquisto poiché la quantità di fondi che affluisce nei loro contiè maggiore della quantità che riescono a collocare attraverso l’acquisto di titoli attraentie altri veicoli di investimento cui affidarli.

Tenteranno di sottrarre ai concorrenti il privilegio di concedere denaro in prestito odi comprare capitale azionario in alcuni particolari insiemi di progetti di investimento.In che modo essi raggiungono questo scopo? Offrendo i fondi a un tasso di interesseinferiore al tasso di interesse di mercato r, un fenomeno noto come underbidding.Perciò, se il flusso di risparmio è superiore al flusso di investimenti, il tasso di interesser diminuisce. Al diminuire di r, aumenta il numero e il valore dei progetti di investi-mento che le imprese e gli imprenditori ritengono meritevoli di essere intrapresi (siveda Figura 7.4).

Il processo si arresterà quando il tasso di interesse r si sarà aggiustato in modo dacreare l’equilibrio nel mercato dei fondi mutuabili. Il flusso di risparmio che entra neimercati finanziari sarà allora uguale al flusso di potere d’acquisto che esce dai mercatifinanziari e affluisce nelle mani di imprese e imprenditori che lo impiegano per finan-ziare gli investimenti.

BOX

7.1

TRANSAZIONI FINANZIARIE E FLUSSO DI FONDI: DETTAGLI

È im portante notare che la relazione tra il flusso di fondi che entra nei mercati finanziari equello che ne esce è indiretta. Quando la pubblica amministrazione presenta un avanzo,essa non presta direttamente denaro a un’impresa che desideri costruire una nuova fabbri-ca. Invece, impiega l’avanzo per riacquistare alcuni dei titoli che aveva emesso precedente-mente. Successivamente, la banca che possedeva quei titoli prende il contante e lo impiegaper comprare qualche altra attività finanziaria, forse obbligazioni emesse da una società dicapitali. La ca tena di transazioni nei mercati finanziari si arresta soltanto quando qualchepartecipante con cede un prestito a una società investitrice o compra un’obbligazione oun’azione di nuo va emissione, trasferendo così potere d’acquisto alla società che intrapren-de effettivamente un investimento.Analogamente, le famiglie o gli stranieri che usano i mercati finanziari per risparmiare

comprano raramente obbligazioni o azioni societarie di nuova emissione che facciano partedi un’offerta iniziale al pubblico e trasferiscano potere d’acquisto direttamente a una societàche si accinga a investire. Invece, comprano di solito titoli già esistenti o depositano sempli-cemente il loro patrimonio in banca. La relazione tra il flusso di fondi che entra nei mercatifinanziari e quello che ne esce è indiretta, ma molto reale.

u

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FIGURA 7.3Equilibrio nelflusso di fondi.Tasso di interesse reale

r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

= Risparmio totale

Più –NX Risparmio internazionale

Più Y* – C – T Risparmio privato

T – G Risparmio pubblico

Domanda di investimenti

Tasso di interesse reale di equilibrio

Livello di equilibrio

degli investimenti

FIGURA 7.4Eccesso di offer-ta di risparmionel flusso difondi. Quando il tasso di inte-resse è tale chevi sia un eccessodi offerta dirisparmio, alcunirisparmiatorisaranno dispostiad accettare untasso di interes-se più basso, e il tasso di inte-resse diminuirà.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Più Risparmio privato

Risparmio pubblico

Più Risparmio internazionale = Risparmio totale

Domanda di investimenti

Eccesso di risparmio

Tasso di interesse di non equilibrio

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228 CAPITOLO 7

7.1.3.1 Soluzione del modello

In corrispondenza di quale livello del tasso di interesse reale il flusso di fondi attraver-so i mercati finanziari sarà in equilibrio? In corrispondenza di quale livello il tasso diinteresse reale sarà stabile? Per determinare l’equilibrio nel mercato dei fondi, conside-riamo più attentamente l’offerta e la domanda. In primo luogo, consideriamo le deter-minanti dell’offerta di risparmio privato:

Y* – C – T = [1 – t – (1 – t)Cy]Y* – C0

In secondo luogo, consideriamo le determinanti del risparmio pubblico:

T – G = tY* – G–––

In terzo luogo, consideriamo le determinanti del risparmio internazionale:

–NX = IMyY* + Xεεrr – XfYf – Xεε0 – Xεεrr

f

Questi tre gruppi di determinanti costituiscono insieme l’offerta di risparmio nel flussodi fondi. È importante notare che nelle Figure 7.3 e 7.4 l’offerta di risparmio è inclinataverso l’alto (ha pendenza positiva): quando il tasso di interesse r aumenta, il flusso dirisparmio totale aumenta. Un aumento del tasso di interesse reale attrae capitale esteronei mercati finanziari interni.

La domanda nel mercato dei fondi è semplicemente la funzione di investimento:

I = I0 – Irr

L’equilibrio, ovviamente, si situa nel punto di intersezione tra la curva di offerta e lacur va di domanda: vale a dire nel punto in cui l’offerta di risparmio è uguale alla do -manda di investimenti. Qual è il tasso di interesse di equilibrio? È il livello in corri-spondenza del quale l’offerta di risparmio è uguale alla domanda di investimenti. Perot tenere un’espressione esplicita per il tasso di interesse, cominciamo con lo scrivere ledeterminanti di tutti gli elementi che concorrono al risparmio:

{[1 – t – (1 – t)Cy]Y* – C0} + (tY* – G–––

) + (IMyY* + Xεεrr – XfYf – Xεε0 – Xεεrr

f) = I0 – Irr

Raggruppiamo a sinistra nel primo membro tutti i termini che dipendono da Y*, nelcentro del primo membro tutti i termini che sono costanti e a destra nel primo membrotutti i termini che dipendono da fattori internazionali, e trasportiamo nel secondo mem-bro tutti i termini che contengono il tasso di interesse reale r:

{1 – [(1 – t)Cy – IMy]}Y* – (C0 + I0 + G–––

) – (XfYf + Xεε0 + Xεεrr

f) = – (Ir + Xεεr)r

Dividiamo entrambi i membri per – (Ir + Xεεr) per determinare il tasso di interesse realedi equilibrio r:

r = [(C0 + I0 + GG

–––) + (XfY

f + Xεε0 + Xεεrrf) – {1 – [(1 – t)Cy – IMy]}Y*]

�������(Ir + Xεεr)

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229Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

Il Box 7.2 illustra come si usa questa equazione per trovare il tasso di interesse realedi equilibrio dati i valori dei parametri di questo modello macroeconomico a prezziflessibili.

BOX

7.2

SOLUZIONE E VERIFICA DEL TASSO DI INTERESSE REALE DI EQUILIBRIO: UN ESEMPIO

Dati i parametri del modello a prezzi flessibili e il valore del PIL potenziale, è semplice calcola-re il tasso di interesse reale di equilibrio, r, sostituendo i parametri nella formula:

r =

Per esempio, quando i parametri hanno i seguenti valori:

Produzione potenziale Y* = € 10000 miliardi

Livello di base dei consumi C0 = € 3000 miliardi

Livello di base degli investimenti I0 = € 1000 miliardi

Acquisti pubblici G = € 2000 miliardi

Aliquota d’imposta t = 25%

Propensione marginale al consumo Cy = 0.67

Propensione alle importazioni IMy = 0.2

All’estero, Xf = 0.1 e Yf = € 10000 miliardi

Aspettative di lungo periodo degli speculatori sui cambi ε0 = 100

Sensibilità delle esportazioni al tasso di cambio Xε = 10

Sensibilità degli investimenti al tasso di interesse Ir = 9000

Sensibilità del tasso di cambio al tasso di interesse εr = 600

Sostituendo a ciascuno dei parametri il suo valore, otteniamo:

r = =

= 6000 + 2000 – 0.7 × �1

1

0

5

0

0

0

0

0

0�

=�1

1

5

0

0

0

0

0

0� = 0.0667

Il tasso di interesse reale di equilibrio è pari al 6.67% all’anno.Il sistema economico è effettivamente in equilibrio quando il tasso di interesse reale è

pari al 6.67% all’anno? Sì. A quel livello del tasso di interesse:

(3000 + 1000 + 2000) + (0.1 × 10 000 + 10 × 100) – {1 – [(1 – 0.25) × 0.67 – 0.2]} × 10 000����������

9000 + 600 × 10

(C0 + I0 + G–––) + (XfYf + Xεε0 + Xεεrrf) – {1 – [(1 – t)Cy – IMy]}Y*

�������Ir + Xεεr

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230 CAPITOLO 7

Riepilogo EquILIbrIO dI PIEnA OCCuPAzIOnE

Nel modello a prezzi flessibili il PIL reale è uguale alla produzione potenziale.Ma il PIL reale è anche uguale alla domanda aggregata, la somma dei consumi, degli inve-stimenti, degli acquisti pubblici e delle esportazioni nette. Le determinanti della domandaaggregata sembrano dipendere da una serie di fattori che nulla hanno a che fare con la pro-duzione potenziale. Che cosa fa sì che la domanda aggregata ammonti al potenziale produtti-vo del sistema economico? La chiave per rispondere a questa domanda è che nel modello aprezzi flessibili il tasso di interesse reale è il prezzo che si aggiusta per mantenere il PILreale uguale alla domanda aggregata e alla produzione potenziale. Il tasso di interesse realeè il prezzo che equilibra il mercato dei fondi mutuabili.

• Il risparmio privato è pari a –€ 500 miliardi (sì, è negativo: le famiglie attingono al loropatrimonio per finanziare i consumi correnti elevati), come si può vedere sostituendo ivalori dei parametri nell’equazione che determina il risparmio privato:

Y* – C – T = [1 – t – (1 – t)Cy]Y* – C0

• Il risparmio pubblico è pari a € 500 miliardi, come si può vedere sottraendo gli acquistipubblici dalle imposte.

• L’afflusso di capitale dall’estero – le esportazioni nette prese con il segno negativo – èpari a € 400 miliardi, come si può vedere sostituendo i valori dei parametri e un tasso diinteresse reale pari al 6.67% nell’equazione che determina le esportazioni nette:

–NX = IMyY* + Xεεrr – XfYf – Xεε0 – Xεεrrf

• La somma di queste tre componenti del risparmio dà € 400 miliardi.

• Gli investimenti sono pari a € 400 miliardi.

Ne consegue che il flusso di fondi attraverso i mercati finanziari è in pareggio.Considerando le componenti del PIL reale:

• La spesa in consumi è pari a € 8000 miliardi.

• La spesa in investimenti è pari a € 400 miliardi.

• Gli acquisti pubblici sono pari a € 2000 miliardi.

• Le esportazioni nette sono pari a –€ 400 miliardi.

• La somma di tutte queste componenti è pari a € 10000 miliardi: il livello di produzionepotenziale.

La spesa totale – la domanda aggregata – è effettivamente uguale al PIL reale.

u

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231Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

7.2 Impiego del modello

7.2.1 La statica comparata come metodo di analisi

Il modello a prezzi flessibili e con piena occupazione che abbiamo costruito ci per-mette di determinare il livello e la composizione del PIL reale e del reddito naziona-le. Se conosciamo l’ambiente economico e la politica economica, possiamo usare ilmodello per determinare il tasso di interesse reale di equilibrio. Ciò può essere fattosia risolvendo le equazioni algebriche sia rappresentando il diagramma del flusso difondi e cercando il punto in cui l’offerta equilibra la domanda; oppure facendoentrambe le cose. Siamo quindi in grado di calcolare i valori di equilibrio di numero-se variabili economiche: il PIL reale, la spesa in consumi e la spesa in investimenti,le importazioni e le esportazioni, il tasso di cambio reale, e altro. In effetti, tre dellesei variabili economiche chiave – il PIL reale, il tasso di cambio e il tasso di interes-se reale – discendono direttamente dal modello. (Nel Capitolo 8 vedremo come sicalcolano il livello dei prezzi e il tasso di inflazione.) In un modello a prezzi flessibi-li come questo, il tasso di disoccupazione non è rilevante in quanto il sistema econo-mico è sempre in grado di realizzare la piena occupazione. Abbiamo visto che il mer-cato azionario, essendo proporzionale alla spesa in investimenti, rappresenta un indi-catore chiave di quest’ultima.

Il modello che abbiamo illustrato ci permette di calcolare non soltanto l’attualeposizione di equilibrio del sistema economico, ma anche come l’equilibrio varierà inreazione a variazioni dell’ambiente economico o della politica economica. A questoscopo, usiamo un metodo di analisi che gli economisti chiamano statica comparata. Lareazione del sistema economico a qualche particolare variazione dell’ambiente econo-mico o della politica economica può essere analizzata in tre fasi. Per prima cosa, consi-deriamo la posizione di equilibrio iniziale del sistema economico in assenza dellavariazione dell’ambiente o della politica; poi consideriamo la posizione di equilibriodel sistema economico successivamente alla variazione; infine confrontiamo le dueposizioni di equilibrio e identifichiamo la loro differenza come variazione del sistemaeconomico in reazione alla variazione dell’ambiente o della politica.

Useremo il modello per analizzare le conseguenze di tre perturbazioni del siste-ma economico: (a) variazioni della politica fiscale, dei programmi di imposizionefiscale e di spesa della pubblica amministrazione, (b) variazioni dell’ottimismo relati-vo degli investitori e (c) variazioni dell’ambiente economico internazionale.

7.2.2 Variazioni della politica fiscale

Supponiamo che il sistema economico sia in equilibrio quando i responsabili dellapolitica economica decidono di aumentare della quantità ∆G gli acquisti pubbliciannui. (Come prima, il simbolo ∆, lettera delta maiuscola dell’alfabeto greco, significa“variazione di”). Consideriamo ciò che accade alle componenti della domanda aggre-gata, esaminandole una a una.

La variazione degli acquisti pubblici non ha alcun effetto sui consumi. Poiché laproduzione potenziale non varia, il reddito nazionale non varia. Non variano né ilreddito nazionale, né il livello autonomo dei consumi, né l’aliquota d’imposta, né lapropensione marginale al consumo, cosicché è nullo l’effetto sulla funzione del con-sumo:

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232 CAPITOLO 7

C = C0 + Cy(1 – t)Y

Ne consegue che:

∆C = 0

Anche se la variazione degli acquisti pubblici non ha un effetto diretto sugli investi-menti, eserciterà un effetto indiretto. Gli investimenti dipendono dal tasso di interesse,e questo varierà per effetto della variazione degli acquisti pubblici. Perciò, dalla fun-zione di investimento:

I = I0 – Irr

possiamo trarre la conclusione che il livello di spesa in investimenti varierà di:

∆I = –Ir ∆r

Cioè, la variazione della spesa in investimenti sarà uguale alla sensibilità degli investi-menti al tasso di interesse moltiplicata per la variazione del tasso di interesse reale diequilibrio.

Nell’ambiente economico internazionale non si hanno variazioni. Ugualmente nonsi hanno variazioni nel livello di produzione potenziale. Considerando la funzione delleesportazioni nette:

NX = XfYf + Xεε0 – Xεεrr + Xεεrr

f – IMyY

si vede chiaramente che ci sarà una variazione proporzionale in risposta alla variazionedel tasso di interesse reale di equilibrio:

∆NX = –(Xεεr ∆r)

Infine, il PIL reale non varia perché la produzione potenziale non varia. Si ricordi chesiamo in presenza di un modello di piena occupazione con il PIL reale sempre ugualealla produzione potenziale:

∆Y = ∆Y* = 0

Abbiamo raggruppato le componenti pertinenti della domanda aggregata in forma di“variazioni”. Possiamo rappresentare le variazioni conseguenti alla variazione degliacquisti pubblici con la seguente relazione:

∆Y = ∆I + ∆G + ∆NX

Essendo la variazione ∆Y = 0, si ha che:

0 = –Ir ∆r + ∆G – Xεεr ∆r

Trasportando nel primo membro dell’equazione il tasso di cambio reale e nel secondomembro tutto il resto, scopriamo che la variazione degli acquisti pubblici comporta unavariazione del tasso di interesse reale di equilibrio pari a:

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233Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

∆r = �Ir +

∆G

Xεεr

Per capire questa soluzione, esaminiamo il diagramma del flusso di fondi nella Figura7.5. Un aumento degli acquisti pubblici significa una diminuzione del risparmio pub-blico. Questa carenza di risparmio crea un gap tra la domanda di investimenti e l’offer-ta di risparmio. Essendo l’offerta di risparmio inferiore alla domanda di investimenti, iltasso di interesse tenderà ad aumentare.

L’aumento del tasso di interesse fa diminuire la quantità di fondi domandata per ilfinanziamento degli investimenti e fa aumentare il risparmio internazionale che afflui-sce nei mercati finanziari interni.

Il mercato del flusso di fondi raggiunge l’equilibrio in corrispondenza di un nuovotasso di interesse di equilibrio r, più alto, con un nuovo livello degli investimenti, piùbasso.

Nel diagramma del flusso di fondi, l’aumento degli acquisti pubblici e la conse-guente diminuzione del risparmio pubblico hanno spostato verso sinistra la curva diofferta del flusso di fondi. La posizione di equilibrio nel diagramma si è mossa versol’alto e verso sinistra lungo la curva degli investimenti.

Dopo che si è calcolata la variazione del tasso di interesse di equilibrio, è sempli-ce determinare ciò che accade al resto dell’economia. Occorrerà sostituire la variazionedel tasso di interesse di equilibrio nelle relazioni comportamentali del modello e calco-

FIGURA 7.5Flusso di fondi:un aumentodegli acquistipubblici.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Domanda di investimenti

Un aumento degli acquisti pubblici riduce il risparmio pubblico e sposta verso sinistra la retta dell’offerta di risparmio...

E un aumento dell’afflusso di capitale dall’estero

Una diminuzione della spesa in investimenti...

Genera un aumento del tasso di interesse reale...

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234 CAPITOLO 7

lare le variazioni dei livelli di equilibrio delle componenti del PIL e del livello di equi-librio del tasso di cambio reale. Non si esercita alcun effetto sul livello del PIL reale Yo sulla spesa in consumi C:

∆Y = 0

∆C = 0

La variazione degli acquisti pubblici G è uguale a se stessa. Questa variazione è statal’innesco che ha fatto muovere la posizione di equilibrio dell’economia:

∆G = ∆G

La variazione della spesa in investimenti è ottenuta moltiplicando il parametro cheesprime la sensibilità degli investimenti al tasso di interesse, Ir, per la variazione deltasso di interesse reale di equilibrio, che abbiamo già calcolato:

∆I = –Ir × ∆r = �Ir +

–I

X

r

εεr

� ∆G

La variazione delle esportazioni nette e quella relativa al tasso di cambio sono anch’es-se uguali ai parametri che misurano le rispettive sensibilità al tasso di interesse reale

moltiplicati per la variazione del tasso di interesse reale di equilibrio: �∆r = �Ir +

∆G

Xεεr

��:

∆NX = �Ir

+

X

X

εε

ε

r

εr

� ∆G

∆ε = �Ir +

–εX

r

εεr

� ∆G

Il quadro complessivo delle variazioni generate dall’aumento degli acquisti pubblici èora abbastanza chiaro: l’aumento degli acquisti pubblici ha determinato una carenza dirisparmio e un aumento dei tassi di interesse reali. L’aumento dei tassi di interesse realiha determinato una diminuzione degli investimenti e un apprezzamento della valutainterna: una diminuzione del livello di ε. Questo apprezzamento del tasso di cambio hadeterminato una diminuzione delle esportazioni nette. La somma della diminuzionedelle esportazioni nette e della diminuzione della spesa in investimenti è uguale all’au-mento degli acquisti pubblici, cosicché il livello del PIL resta invariato e continua aessere uguale alla produzione potenziale: come abbiamo supposto che sia.

È importante notare che la diminuzione degli investimenti non è tanto grande (invalore assoluto) quanto l’aumento degli acquisti pubblici. L’aumento degli acquistipubblici ha ridotto l’afflusso di risparmio interno nei mercati finanziari, ma l’aumentodell’afflusso di capitale di proprietà estera nei mercati finanziari ha compensato inparte questa riduzione. Il risparmio addizionale proveniente dall’estero ha impeditoche la diminuzione degli investimenti fosse tanto grande quanto l’aumento degliacquisti pubblici, come è mostrato nella Figura 7.6. Il Box 7.3 presenta un esempionumerico di questo processo.

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235Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

Tasso di interesse

reale

Flusso di fondi

Domanda di investimenti

–NX = Risparmio internazionale

Risparmio totale

Risparmio pubblico più risparmio privato

Tasso di interesse

reale

Tasso di cambio

Esportazioni nette

Tasso di cambio

Esportazioni nette come funzione del tasso di cambio

Tasso di cambio come funzione del tasso di interesse interno

0

FIGURA 7.6 Il tasso di interesse, il tasso di cambio e l’afflusso di capitale. Perché un aumento del tasso di interesse interno fa aumentarel’afflusso di risparmio nel mercato dei fondi mutuabili? Partiamo dalla parte superiore sinistra della figura, in cui la curva dirisparmio totale e la curva di domanda di investimenti si intersecano per determinare il livello di equilibrio della spesa in investimenti e il tasso di interesse reale. Il tasso di interesse reale aiuta poi a determinare il tasso di cambio reale, come èmostrato nella parte superiore destra della figura: più alto è il tasso di interesse reale, più basso è il tasso di cambio reale. Il tasso di cambio reale aiuta, a sua volta, a determinare le esportazioni nette, come è mostrato nella parte inferiore destradella figura. E il valore delle esportazioni nette è l’inverso del risparmio internazionale, l’afflusso di capitale nel flusso difondi. Perciò la curva di risparmio totale è inclinata verso l’alto (ha pendenza positiva): più alto è il tasso di interesse, piùbasso è il tasso di cambio, e più basse sono le esportazioni nette, maggiore è l’afflusso di risparmio internazionale nei mercati finanziari interni.

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236 CAPITOLO 7

Tasso di cambio reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Domanda di investimenti

Un aumento di € 150 miliardi degli acquisti pubblici riduce il risparmio pubblico e sposta verso sinistra la retta dell’offerta di risparmio...

Genera un aumento dell’1% del tasso di interesse reale...

E un aumento di € 60 miliardi dell’afflusso di capitale dall’estero

Una diminuzione di € 90 miliardi della spesa in investimenti...

FIGURA 7.7 Flusso di fondi: un aumento di € 150 miliardi degli acquisti pubblici.

BOX

7.3

IL BOOM DEGLI ACQUISTI PUBBLICI: UN ESEMPIO

Supponiamo che i parametri del modello abbiano i seguenti valori:

t = 0.33 L’aliquota d’imposta è pari a 1/3 del reddito.

Ir = 9000 Una diminuzione di 1 punto percentuale del tasso di interesse fa aumentare di€ 9000 miliardi all’anno la spesa in investimenti.

Cy = 0.75 La propensione marginale al consumo è pari a 3/4.

εr = 10 Con un valore iniziale del tasso di cambio reale ε fissato al valore indicizzato tra-dizionale pari a 100, una variazione di 1 punto percentuale della differenza deltasso di interesse nazionale rispetto a quello estero genera una variazione del10% del tasso di cambio.

Xε = 600 Una variazione dell’1% del tasso di cambio determina una variazione di € 600miliardi delle esportazioni.

Supponiamo che avvenga un improvviso aumento degli acquisti pubblici, pari a € 150 mi -liar di all’anno. Questo boom della spesa aumenta di 1 punto percentuale il tasso di interessereale di equilibrio:

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237Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

∆r = �Ir +

∆G

Xεεr� = �

9000 +

15

6

0

00 × 10� = �

15

15

0

0

00� = 0.01 = 1%

Di conseguenza, i valori di equilibrio delle altre variabili nel sistema economico varieranno di:

∆G = ∆G = + € 150 miliardi

∆I = �Ir +

X

Ir

εεr� ∆G = �

9000

+

90

6

0

0

0

0 × 10� € 150 miliardi = € 90 miliardi

∆C = 0

∆NX = �Ir

+

X

Xεε

ε

r

εr� ∆G = �

900

–(

0

60

+

0

6

×00

10

×)

10� € 150 miliardi = –€ 60 miliardi

∆ε = �Ir +

–εXr

εεr� ∆G = �

9000 +–16000 × 10� € 150 miliardi = –0.1 = variazione del –10%

Tasso di interesse reale r

Tasso di cambio: il valore della

valuta estera e

Un aumento dell’1% del tasso di interesse reale interno produce...

Un apprezzamento della valuta interna: una riduzione del 10% del tasso di cambio, cioè, del valore della valuta estera

FIGURA 7.8 L’effetto di una variazione del tasso di interesse interno sul tasso di cambio.

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238 CAPITOLO 7

7.2.3 Shock dal lato degli investimenti: cambiamenti dell’ottimismo degli investitori

Supponiamo che il sistema economico sia in equilibrio e che, per una qualche ragione, leimprese interne diventino più ottimiste sul futuro e decidano di aumentare l’ammontareche desiderano spendere in nuovi impianti e in nuove attrezzature. Quale sarebbe l’effettodi questo cambiamento sul sistema economico? Produrrebbe un boom degli investimentiinterni, ossia un aumento pari a ∆I0 del valore di I0 nell’equazione per gli investimenti:

I = I0 – Irr

Anche se l’aumento dell’ottimismo degli investitori fa aumentare la domanda di inve-stimenti, a essa sarà associato un aumento dei tassi di interesse, cosicché la spesa totalein investimenti aumenterà di una quantità minore dell’aumento di I0:

∆I = ∆I0 – Ir × ∆r

L’aumento del tasso di interesse interno farà variare il tasso di cambio e le esportazioninette, ma le altre variabili presenti nel modello resteranno invariate. La spesa pubblicae la spesa in consumi restano invariate; il reddito estero, i tassi di interesse esteri e leaspettative di lungo periodo degli operatori sui mercati dei cambi restano invariati. Per -ciò le variazioni nell’identità del reddito nazionale sono semplici:

∆I + ∆NX = 0

(∆I0 – Ir × ∆r) + (–Xεεr × ∆r) = 0

Riassumendo, l’aumento di € 150 miliardi degli acquisti pubblici annui fa variare l’equilibriodel sistema economico aumentando dell’1% il tasso di interesse reale. Questo aumento deltasso di interesse reale implica una diminuzione del 10% del tasso di cambio. L’aumento deltasso di interesse riduce di € 90 miliardi all’anno la spesa in investimenti. La diminuzione deltasso di cambio (apprezzamento) riduce di € 60 miliardi all’anno le esportazioni nette.Si possono approfondire i concetti presentati in questo esempio esaminando il diagram-

ma del flusso di fondi nella Figura 7.7. L’aumento della spesa pubblica sposta verso sinistradi € 150 miliardi la curva di offerta di fondi mutuabili. Date la pendenza della curva di offer-ta di fondi mutuabili e la pendenza della curva di domanda di in vestimenti, il risultato diquesto spostamento verso sinistra è una diminuzione di € 90 miliardi degli investimentiannui, e un aumento di 1 punto percentuale del tasso di interesse reale.Dato questo aumento di 1 punto percentuale del tasso di interesse reale, è semplice deter-minare la conseguente variazione del tasso di cambio, come è illustrato nella Figura 7.8, equindi la variazione delle esportazioni nette. Che cosa sarebbe accaduto se il sistema econo-mico di questo modello avesse subito una variazione non della spesa pubblica bensì delle ali-quote d’imposta? Un suggerimento: gli ef fetti di una riduzione delle aliquote d’impostasono molto simili, ma non identici, a quelli di un aumento della spesa pubblica. Una riduzio-ne delle imposte aumenta i redditi delle fa mi glie, e queste poi suddividono i loro maggioriredditi disponibili, spendendo una parte dell’aumento in consumi e risparmiando il resto.

u

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239Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

Affinché questa equazione sia soddisfatta, la variazione del tasso di interesse reale diequilibrio deve essere:

∆r = �Ir +

∆I

X0

εεr

Come mostra la Figura 7.9, il boom di investimenti ha spostato verso destra la curva dido manda di fondi mutuabili e ha aumentato il tasso di interesse reale di equilibrio.L’au mento del tasso di interesse di equilibrio non determina alcuna variazione dellaspesa in consumi o degli acquisti pubblici; determina una diminuzione del tasso dicambio (un apprezzamento) e un calo delle esportazioni nette, come è mostrato nellaFigura 7.10. Ciononostante, la spesa in investimenti aumenta:

∆C = 0

∆G = 0

∆ε = �I

r

ε+

r

X

ε

I

ε0

r

∆NX = �–

I

X

r +εε

X

r ∆

εεI

r

0�

∆I = ∆I0 – Ir × �Ir +

∆I

X

0

εεr

� = �I

X

r

ε

+

εr

X

εεI0

r

FIGURA 7.9Flusso di fondi:un boom di in ve -stimenti. Unboom di investi-menti spostaver so destra lacur va di doman-da di investimen-ti. Il nuovo equi-librio nel merca-to del flusso difondi ha un piùalto tasso di in -teresse reale eun più alto li vel -lo di spesa in in -vestimenti. Si no -ti che la spesa ininvestimenti nonau menta di unaquantità pa riall’intero sposta-mento della cur -va di domandadi in ve sti men ti. Itas si di interessepiù alti “spiazza-no” una partedel l’au men todel la spe sa ininvestimenti.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Risparmio totale

Finanziato da un aumento dell’afflusso di capitale dall’estero

Un aumento della spesa in investimenti...

Un boom di investimenti sposta verso destra la retta della domanda di fondi mutuabili...

Genera un aumento del tasso di interesse reale...

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240 CAPITOLO 7

7.2.4 Perturbazioni internazionali

7.2.4.1 Un aumento dei tassi di interesse internazionali

Consideriamo ora una perturbazione proveniente dall’estero: un balzo in alto, di unaquantità ∆r f, del tasso di interesse reale estero r f. Questo aumento ha un impatto imme-diato sul tasso di cambio, facendolo variare in misura di:

∆ε = –εr(∆r – ∆r f)

Tasso di interesse

reale

Flusso di fondi

La domanda di investimenti si sposta verso l’esterno...

–NX = Risparmio internazionale

Risparmio totale

Il tasso di interesse reale aumenta...

L’afflusso di capitale estero per finanziare gli investimenti interni aumenta...

Risparmio pubblico più risparmio privato

Tasso di interesse

reale

Tasso di cambio

Esportazioni nette

Tasso di cambio

0

Il tasso di cambio reale diminuisce...

FIGURA 7.10Le conseguenze internazionali di un boom di investimenti. Un cambiamento dell’ottimismo dei manager aziendali che spostaverso destra la curva di domanda di investimenti induce un aumento del tasso di interesse reale, una diminuzione del tasso di cambio, una diminuzione delle esportazioni nette e un aumento del finanziamento degli investimenti interni da parte deglistranieri. Perciò, l’aumento del tasso di interesse interno spinge nel Paese fondi esteri per finanziare più alti investimentiinterni.

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241Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

Di conseguenza, le esportazioni nette variano di:

∆NX = –Xεεr(∆r – ∆r f)

Quando le esportazioni nette aumentano, diminuisce l’afflusso di fondi esteri per finan-ziare gli investimenti interni. L’offerta di risparmio nel diagramma del flusso di fondisi sposta verso sinistra, e il tasso di interesse interno aumenta.

La spesa in consumi e gli acquisti pubblici non saranno influenzati dall’aumentodei tassi di interesse esteri, dal deprezzamento della valuta nazionale e dall’aumentodel tasso di interesse interno che lo shock provoca. Non è accaduto alcunché cheinfluenzi qualcuna delle determinanti della spesa in consumi e degli acquisti pubblici.La spesa in investimenti, però, sarà influenzata dalla variazione del tasso di interesseinterno. Quando l’economia reagisce a questa variazione, le variazioni nell’identità peril reddito nazionale saranno:

∆I + ∆NX = 0

–Ir ∆r – Xεεr(∆r – ∆r f) = 0

Perciò, la variazione del tasso di interesse reale interno di equilibrio, r, è:

∆r = �I

X

r

ε

+

εr

X

ε

r

εr

f

In base a questa variazione del tasso di interesse interno e al valore ∆rf della variazionedel tasso di interesse estero, si possono calcolare le variazioni dei valori di equilibriodelle componenti del PIL e del tasso di cambio reale di equilibrio. Come abbiamovisto, sono nulle le variazioni della spesa in consumi o degli acquisti pubblici:

∆C = 0

∆G = 0

Gli investimenti diminuiranno di una quantità pari alla sensibilità della spesa in investi-menti al tasso di interesse moltiplicata per la variazione del tasso di interesse reale diequilibrio:

∆I = –Ir × �I

X

r

ε

+

εr

X

ε

r

εr

f

La variazione del tasso di cambio sarà proporzionale alla differenza tra la variazionedel tasso di interesse interno e la variazione del tasso di interesse estero; la variazionedelle esportazioni nette sarà proporzionale alla variazione del tasso di cambio:

∆ε = �Ir +

–εX

r

εεr

� Xεεr ∆r f + εr ∆r f = �I

I

r

rε+

r

X

ε

r

ε

f

r

∆NX = �Ir

+

X

X

εε

ε

r

εr

� Xεεr ∆r f + Xεεr ∆r f = �I

I

r

r

X

+εε

X

r ∆

εεr

r

f

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242 CAPITOLO 7

Di nuovo, il modo più rapido per capire il movimento dell’equilibrio del sistema eco-nomico è usare il diagramma del flusso di fondi. L’aumento del tasso di interesse este-ro riduce la quantità di capitale che gli stranieri desiderano destinare agli investimentiinterni. Sposta verso sinistra la curva di offerta di flusso di fondi, come è mostratonella Figura 7.11. Di conseguenza, l’equilibrio del sistema economico si muove versol’alto e verso sinistra lungo la curva di domanda di investimenti. Il nuovo equilibrio haun più alto tasso di interesse interno e un più basso valore degli investimenti.

Il PIL resta uguale alla produzione potenziale. Il tasso di interesse interno aumentameno della variazione del tasso di interesse estero, aumentando il tasso di cambio realecome è mostrato nella Figura 7.12. Perciò il livello di esportazioni nette dell’economiacresce tanto quanto decresce il livello di investimenti interni.

7.2.4.2 Un declino della fiducia nella valuta

Supponiamo che, quando il sistema economico è in equilibrio, si verifichi un cambia-mento della fiducia nella valuta da parte degli speculatori sui cambi e quindi del valoredi lungo periodo del tasso di cambio ε0. Che cosa accadrà? La variazione del tasso dicambio sarà:

∆ε = ∆ε0 – εr ∆r

poiché il tasso di cambio è influenzato non soltanto dalle opinioni degli speculatori suicambi ma anche dal tasso di interesse reale interno, e il tasso di interesse internovarierà in quanto la variazione del tasso di cambio modificherà il flusso di fondi attra-verso i mercati finanziari. La variazione delle esportazioni nette, e quindi dell’afflussodi capitale, sarà direttamente proporzionale alla variazione del tasso di cambio:

∆NX = Xε ∆ε0 – Xεεr ∆r

La variazione del tasso di interesse interno farà variare anche il livello della spesa ininvestimenti. Perciò le variazioni pertinenti nell’identità del reddito nazionale sono:

∆I + ∆NX = 0

–Ir ∆r + (Xε ∆ε0 – Xεεr ∆r) = 0

Ciò significa che la variazione del tasso di interesse interno di equilibrio, r, è:

∆r = �Ir

X

+ε ∆X

ε

εε0

r

Usando questa formula, possiamo calcolare la variazione del valore di equilibrio dellecomponenti del PIL reale e la variazione del valore del tasso di cambio. Ancora unavolta, la spesa in consumi e gli acquisti pubblici restano invariati:

∆C = 0

∆G = 0

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243Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

FIGURA 7.11Flusso di fondi:un aumento deitassi di interesseall’estero. Unaumento deitassi di interessiesteri diminuiscela disponibilitàdegli stranieri afinanziare inve-stimenti internie sposta versosinistra la curvadi offerta di ri -sparmio nel flus-so di fondi.L’equilibrio delsistema econo-mico si muoveverso l’alto everso sinistralungo la curva di domanda diinvestimenti. Ilnuovo equilibrioha un tasso diinteresse rea lepiù alto e unaspesa in inve -stimenti piùbassa.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Domanda di investimenti

Un aumento dei tassi di interesse esteri riduce i fondi che gli stranieri desiderano collocare nei mercati finanziari all’interno del Paese e sposta verso sinistra la retta del risparmio totale...

E l’aumento dei tassi di interesse interni riporta una parte del capitale di proprietà estera nel mercato interno

Una diminuzione della spesa in investimenti...

Genera un aumento del tasso di interesse reale...

FIGURA 7.12Il tasso di cam-bio reale e i tassidi interesse in -terni. Un au -men to dei tassidi interesse realiesteri aumenta il valore deltasso di cambio,ma non nellamisura che ci siattende dallavariazione deisoli tassi di inte-resse esteri. Au -mentano anche i tassi di interes-se interni, e l’au-mento compen-sa in parte l’ef-fetto della varia-zione dei tassi di interesseesteri sul tassodi cambio.

Tasso di interesse reale r

Tasso di cambio: il valore della valuta estera

Un aumento dei tassi di interesse esteri aumenta il valore della valuta estera per ogni dato livello del tasso di interesse interno...

E l’aumento dei tassi di interesse interni riduce l’entità dell’aumento del valore di equilibrio della valuta estera

Ma la diminuzione dell’afflusso di capitale aumenta i tassi di interesse interni...

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244 CAPITOLO 7

La variazione della spesa in investimenti è uguale alla sensibilità della spesa al tasso diinteresse moltiplicata per la variazione del tasso di interesse reale:

∆I = �Ir +

–I

X

r

εεr

� Xε ∆ε0

La variazione del tasso di cambio reale è generata sia dalla variazione delle aspettativedegli speculatori sui cambi sia dalla variazione del tasso di interesse di equilibrio; lavariazione delle esportazioni nette è proporzionale alla variazione del tasso di cambioreale:

∆ε = �Ir +

–εX

r

εεr

� Xε ∆ε0 + ∆ε0 = �Ir

I

+r ∆

X

ε

ε

0

εr

∆NX = �Ir

+

X

X

εε

ε

r

εr

� Xε ∆ε0 + Xε ∆ε0 = �I

I

r

rX

X

ε

εε0

r

Perché una diminuzione della fiducia a lungo termine degli speculatori sui cambi – inquanto un aumento di ε0 lascia sperare che il valore a lungo termine della valuta saràpiù basso – ha questi effetti? Il cambiamento della fiducia significa che, al tasso dicambio e al tasso di interesse correnti, gli speculatori sui cambi desiderano disinvestireil loro denaro dalla valuta interna (nazionale): non sono felici di usare il loro denaro perfinanziare investimenti interni. Perciò, nel diagramma del flusso di fondi nella Figura7.13, la curva di offerta di risparmio si sposta verso sinistra. Ancora una volta, il puntodi equilibrio si muove verso l’alto e verso sinistra lungo la curva di domanda di investi-menti. Il sistema economico si stabilizza in un punto caratterizzato da un tasso di inte-resse interno più alto e un valore degli investimenti più basso. Il valore di equilibrio deltasso di cambio è più alto, ed è più alto il valore delle esportazioni nette. Il Box 7.4 pre-senta un esempio numerico di questo processo.

I quattro casi che abbiamo analizzato qui non sono esaurienti. Esistono molti altricambiamenti dell’ambiente economico o della politica economica che si possono ana-lizzare usando il modello a prezzi flessibili. Questi quattro casi devono essere conside-rati come esempi del metodo della statica comparata. Dapprima si identificano le com-ponenti del PIL reale che potrebbero subire delle variazioni, poi si determina la varia-zione del tasso di interesse reale di equilibrio e infine si usa la variazione di quel tassodi interesse per valutare lo stato del sistema economico dopo il cambiamento.

BOX

7.4

L’EFFETTO DI UN CALO DELLA FIDUCIA NELLA VALUTA: UN ESEMPIO

Supponiamo che i parametri che descrivono il sistema economico siano i seguenti:

t = 0.33 L’aliquota d’imposta è pari a 1/3 del reddito.

Ir = 9000 Una diminuzione di 1 punto percentuale (una diminuzione dello 0.01) del tassodi interesse annuo fa aumentare di € 9000 miliardi all’anno la spesa in investi-menti.

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245Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

FIGURA 7.13Flusso di fondi:un calo dellafiducia nel tassodi cambio. Se glioperatori incambi perdonofiducia nel valo-re a lungo termi-ne della valutainterna, glieffetti sull’eco-nomia internasono assai similia quelli di unaumento deitassi di interesseesteri. Il valoredel tasso di cam-bio aumenta e lacurva di offertadi risparmio sisposta versosinistra.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Domanda di investimenti

Un aumento della fiducia degli speculatori sui cambi nel valore “fondamentale” a lungo termine della valuta estera riduce l’afflusso di risparmio internazionale nei mercati finanziari interni...

Genera un aumento del tasso di interesse reale...

E l’aumento dei tassi di interesse interni riporta una parte del capitale di proprietà estera nei mercati finanziari interni

Una diminuzione della spesa in investimenti...

Cy = 0.75 La propensione marginale al consumo è pari a 3/4.

ε0 = 100 Quando il tasso di interesse interno e quello estero sono uguali, il valore inizialedel tasso di cambio è 100.

εr = 1000 Una variazione di 1 punto percentuale (una variazione dello 0.01) della differenzafra il tasso di interesse interno e il tasso di interesse estero genera una variazionedi 10 unità del tasso di cambio (mille).

Xε = 6 Una variazione di 1 unità del tasso di cambio determina una variazione di € 6miliardi all’anno delle esportazioni.

Inoltre, supponiamo che, inizialmente, i tassi di interesse interni siano uguali ai tassi di in -teresse esteri. Che cosa accade se questo sistema economico è colpito da un’improvvisa per-dita di fiducia nel valore di lungo periodo della sua valuta, un aumento di ε0 da 100 a 120?I consumi e gli acquisti pubblici restano invariati e quindi le variazioni pertinenti nell’iden-

tità del reddito nazionale sono:

∆Y* = 0 = ∆I + ∆NX

La variazione degli investimenti e quella delle esportazioni nette sono, rispettivamente:

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246 CAPITOLO 7

∆I = –Ir × ∆r

∆NX = Xε × ∆ε = Xε × (∆ε0 – εr∆r)

Con questi particolari valori dei parametri:

∆I = –9000 × ∆r

∆NX = 6 × (20 – 1000 × ∆r)

0 = ∆I + ∆NX

Sostituendo nella terza equazione i valori ricavati dalle prime due equazioni, otteniamo:

0 = –9000 ∆r + 120 – 6000 ∆r

15000 ∆r = 120

∆r = 0.008 = 0.8%

Il tasso di interesse reale aumenta di 8/10 di 1 punto percentuale. Perciò gli investimenti di -mi nuiscono di € 72 miliardi e le esportazioni nette aumentano di € 72 miliardi:

∆I = –9000 × 0.8% = –72

∆NX = 6 × 20 – 6 × 1000 × 0.8% = 120 – 48 = 72

e la variazione del valore di equilibrio del tasso di cambio reale, il valore della valuta estera, è:

∆ε = ∆ε0 – εr ∆r = 20 – 1000 × 0.8% = 12

L’aumento del tasso di interesse compensa la perdita di fiducia nella valuta, e quindi il tassodi cambio – il valore della valuta estera – aumenta di poco più della metà del valore dellaperdita di fiducia degli operatori in cambi.

u

BOX

7.5

LE CRISI FINANZIARIE DEL MESSICO E DEL SUD-EST ASIATICO: PROBLEMI DI POLITICA ECONOMICA

Alla fine del 1994, gli operatori in cambi e gli investitori internazionali persero fiducia nelpeso messicano. Alla metà del 1997, persero fiducia in quasi tutte le valute delle economiein rapida crescita dell’Asia orientale. In entrambe le crisi, si ebbero rapidi aumenti dei tassi di interesse reali, diminuzioni

degli investimenti interni e diminuzioni del valore delle valute interne interessate. Alcuni

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247Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

Riepilogo ImPIEgO dEL mOdELLO

L’utilizzo del modello a prezzi flessibili per comprendere il sistema economicorichiede la costruzione del diagramma del flusso di fondi e la determinazione del tasso di inte-resse reale di equilibrio. Si possono usare il tasso di interesse reale di equilibrio e la conoscenzadell’ambiente economico per calcolare i valori di equilibrio di numerose variabili economiche:PIL reale, spesa in consumi e spesa in investimenti, importazioni ed esportazioni, tasso di cam-bio reale e altre variabili. Si può usare il modello anche per calcolare come varierà l’equilibriodel sistema economico in reazione a variazioni dell’ambiente economico o della politica econo-mica. A questo scopo, si impiega un metodo denominato statica comparata. L’assunzione inizia-le è che il sistema sia in una posizione di equilibrio. Successivamente si considera la posizionedi equilibrio del sistema economico in presenza di shock esogeni, sia dell’ambiente economicosia della politica economica. Si identifica, infine, la differenza tra le due posizioni di equilibriocome la variazione dinamica del sistema economico in risposta a quelle variazioni.

commentatori inveirono contro questi cambiamenti. Da destra, l’editoriale del Wall StreetJournal, per esempio, censurò il Fondo monetario internazionale (FMI) e il Tesoro degli StatiUniti per avere consigliato ai Paesi interessati di deprezzare il valore delle loro valute internee di aumentare il valore delle valute estere contro le valute interne, ossia il tasso di cambio.Da sinistra, altri economisti censurarono l’FMI e il Tesoro degli Stati Uniti per avere consiglia-to ai Paesi interessati di lasciare aumentare il tasso di interesse reale.La gestione di una crisi implica la risoluzione di problemi complessi e delicati. Però, la

nostra analisi delle conseguenze di un crollo della fiducia nella valuta degli operatori incambi dovrebbe renderci scettici su entrambe le posizioni. La nostra analisi indica in modopersuasivo che sia il Wall Street Journal, che attaccava l’FMI da destra, sia gli economisti chel’attaccavano da sinistra, sbagliavano. Nel nostro modello a prezzi flessibili, la caduta dellafiducia nel tasso di cambio e la conseguente diminuzione degli investimenti internazionalideve determinare un aumento dei tassi di interesse interni e una diminuzione degli investi-menti. Non esiste alcun equilibrio alternativo in cui ciò non accada. La caduta della fiducianel tasso di cambio e la diminuzione degli investimenti internazionali devono anche determi-nare un aumento del tasso di cambio e un aumento delle esportazioni nette. Non esistealcun equilibrio alternativo in cui ciò non accada.Secondo una leggenda, i consiglieri del Re Canuto [King Knut, re di Inghilterra, Da ni mar -

ca e Norvegia (994-1035). N.d.T.] gli dissero che era così potente che poteva comandare allemaree di arrestarsi. La nostra analisi delle conseguenze del crollo della fiducia nel tasso dicambio indica che, salvo che la fiducia non venga ripristinata, coloro che chiedono che unacrisi del genere venga risolta senza un aumento del tasso di cambio e un aumento dei tassidi interesse interni forniscono consigli tanto buoni quanto quelli offerti al Re Canuto.

u

7.3 Shock dal lato dell’offerta

Finora abbiamo supposto che il livello di produzione potenziale sia fisso. In questo ca -so, gli eventuali shock che possono aver colpito il sistema economico non hanno avu toalcun effetto sull’offerta aggregata, nessun effetto sulla produzione potenziale. Ma vi

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248 CAPITOLO 7

sono shock, anche in un modello con prezzi flessibili e piena occupazione, che possonovariare l’offerta aggregata. Gli shock dal lato dell’offerta, come la triplicazione deiprezzi mondiali del petrolio avvenuta nel 1973, riducono la produzione potenziale. Leinvenzioni e le innovazioni possono essere invece considerati shock positivi alla pro-duttività che aumentano il livello di produzione potenziale.

Possiamo usare il modello di piena occupazione per analizzare gli effetti di unoshock dal lato dell’offerta sul sistema economico. Però, gli effetti di uno shock dal latodell’offerta sono diversi sotto un importante aspetto dagli effetti degli shock dal latodella domanda o degli shock internazionali che abbiamo analizzato precedentemente.In reazione a uno shock dal lato dell’offerta il livello del PIL reale varia – anche inquesto capitolo che contempla la piena occupazione – perché varia il livello del PILpotenziale. In ogni caso, denotiamo con ∆Y* la conseguente variazione della produzio-ne potenziale indotta dallo shock dal lato dell’offerta.

7.3.1 Shock petroliferi e altri shock dal lato dell’offerta

Nel 1973, il prezzo mondiale del petrolio si triplicò. In reazione alla Guerra arabo-israe liana del 1973, l’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries) esercitòil suo potere di mercato per restringere l’offerta di petrolio su scala mondiale e far sali-re il prezzo. I processi produttivi a impiego intensivo di capitale e di energia che eranostati ragionevoli e redditizi quando il petrolio costava meno di 3 dollari al barile diven-tavano improduttivi e non redditizi quando il petrolio costava 10 dollari al barile. Laproduzione potenziale scese in seguito all’impiego di tecnologie che eco nomizzavanol’utilizzazione del petrolio facendo uso intensivo di altri fattori di pro duzione come illavoro. L’efficienza del lavoro E nella funzione di produzione diminuì anch’essa. Con -si derando le variazioni nell’identità del reddito nazionale:

∆C + ∆I + ∆G + ∆NX = ∆Y*

vediamo che sono più complesse di quelle nel caso degli shock dal lato della domanda,perché la variazione del PIL reale non è nulla. Se sviluppiamo l’identità del reddito na -zio nale espressa sotto forma di variazioni, sostituendo a ciascuna componente del PILl’equazione per le sue determinanti, otteniamo:

[Cy(1 – t) ∆Y*] – Ir ∆r + (–Xεεr ∆r – IMy ∆Y*) = ∆Y*

Riordinando e risolvendo questa equazione rispetto alla variazione ∆r del tasso di inte-resse di equilibrio, otteniamo:

∆r = – ��1 – C

I

y

r

(1

+

X

t

ε

)

εr

+ IMy� ∆Y*�

Un valore negativo di ∆Y* – uno shock avverso dal lato dell’offerta, il quale faccia di -mi nui re il livello di produzione potenziale e il livello del PIL – genera un aumento deltas so di interesse reale interno. Perché? Perché una diminuzione del PIL causata da unau men to del prezzo del petrolio o da qualche altro shock avverso dal lato dell’offertariduce l’afflusso di risparmio privato nei mercati finanziari. (Sebbene una diminuzione

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249Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

del reddito implichi una diminuzione dei consumi e delle esportazioni nette, questediminuzioni non sono uguali alla diminuzione del reddito e quindi il risparmio internodiminuisce.)

Come è mostrato nella Figura 7.14, la diminuzione del risparmio interno spostaverso sinistra la curva di offerta di risparmio, facendo aumentare il tasso di interessereale e diminuire gli investimenti. Come prima, l’aumento del tasso di interesse realeinterno rende gli stranieri più disposti a investire all’interno. Ciò comporta un aumentodel flusso di risparmio estero (il che compensa in parte lo spostamento verso sinistradel la curva di offerta di risparmio), un apprezzamento del tasso di cambio (riduzionedel valore della valuta estera) e una riduzione delle esportazioni nette.

A questo punto, a quanto pare, ogni shock che influenzi un sistema economico conpiena occupazione provocherà uno dei seguenti effetti:

• Spostamento verso sinistra della curva di offerta di risparmio (con aumento deitassi di interesse interni e diminuzione degli investimenti).

• Spostamento verso destra della curva di offerta di risparmio (con diminuzione deitassi di interesse interni e aumento degli investimenti).

• Spostamento verso sinistra della curva di domanda di investimenti (con aumentodegli investimenti e dei tassi di interesse interni).

• Spostamento verso destra della curva di domanda di investimenti (con aumentodegli investimenti e dei tassi di interesse interni).

FIGURA 7.14Flusso di fondi:uno shockavverso dal latodell’offerta. Unoshock avversodal lato dell’of-ferta diminuirà il risparmio,aumenterà iltasso di interes-se reale e dimi-nuirà gli investi-menti.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Domanda di investimenti

Una riduzione della produzione potenziale riduce i redditi e quindi riduce il risparmio...

Genera un aumento del tasso di interesse reale...

E l’aumento dei tassi di interesse interni riporta una parte del capitale di proprietà estera nei mercati finanziari interni

Una diminuzione della spesa in investimenti...

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250 CAPITOLO 7

E questo è proprio quanto accade. Ogni shock che investa un sistema economico in -fluenzerà il flusso di fondi in uno dei quattro modi indicati. L’analisi dell’effetto di unoshock sul risparmio e sugli investimenti è essenziale per comprendere il suo impatto alivello di sistema economico.

Fuori del flusso di fondi, però, differenti tipi di shock esercitano altri effetti, piùspecifici. Sulla base della variazione del livello del PIL e della variazione del tasso diin teresse, è semplice calcolare l’effetto dello shock dal lato dell’offerta sulle altrevariabili economiche:

∆C = Cy(1 – t) ∆Y*

∆I = Ir ��1 + IM

Ir

y

+

X

C

εεy(

r

1 – t)� ∆Y*�

∆G = 0

∆NX = �Xεεr ��1 + IM

Ir

y

+

X

C

εεy(

r

1 – t)�� – IMy� ∆Y*

∆ε = εr ��1 + IM

Ir

y

+

X

C

εεy(

r

1 – t)� ∆Y*�

Uno shock avverso dal lato dell’offerta – un valore negativo di ∆Y* – determina unadi minuzione dei consumi, degli investimenti e delle esportazioni nette; determina unap prezzamento della valuta interna (nazionale) e quindi un deprezzamento della valutaestera, ossia una diminuzione del tasso di cambio. Determina anche un aumento del li -vello dei prezzi e un’accelerazione dell’inflazione (argomenti che saranno trattati nelca pitolo seguente).

7.3.2 Cicli economici reali

L’economista austriaco Joseph Alois Schumpeter [(1883-1950), docente dal 1932 allaHarvard University negli Stati Uniti. N.d.T.], fu il più influente esponente della conce-zione secondo cui i cambiamenti della tecnologia sono la principale forza propulsivadei cicli economici. Secondo Schumpeter, il progresso tecnologico aveva un andamen-to intrinsecamente discontinuo. Vi erano periodi di 5 anni durante i quali una grandequantità di nuova tecnologia si diffondeva rapidamente in tutto il sistema economico.Questi erano periodi di boom. Vi erano, altresì, periodi di 5 anni durante i quali il ritmodell’innovazione tecnologica e della sua diffusione erano molto più lenti. Questi eranoperiodi di relativa stagnazione. Secondo Schumpeter, la caratteristica essenziale delciclo economico era rappresentata dai comovimenti della produzione, dell’occupazio-ne, degli investimenti e dei tassi di interesse. Tutte queste variabili economiche presen-tavano valori crescenti durante le fasi di espansione del ciclo (boom) e assumevanovalori bassi o decrescenti (rispetto al trend) durante una recessione.

È facile vedere come ritmi discontinui di invenzione e di innovazione siano ingrado di generare cicli economici reali: ovvero cicli economici la cui causa fonda-

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251Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

mentale è da attribuire alla dinamica tecnologica che caratterizza un sistema econo-mico. Supponiamo che il cambiamento tecnologico più comune implichi (a) unaumento improvviso dell’efficienza del lavoro, accompagnato da (b) un aumentoimprovviso della domanda di investimenti, poiché diventa più redditizio per un’im-presa aumentare il suo stock di capitale. Questo shock ha una componente di offerta(un aumento ∆Y* della produzione potenziale nell’anno corrente) e una componentedi domanda di investimenti (un aumento ∆I0 della domanda di investimenti nell’annocorrente).

Come varia l’equilibrio di piena occupazione del sistema economico in reazione auno shock combinato del genere? Semplicemente si sommano tra loro gli effetti di unoshock dal lato dell’offerta, descritti a grandi linee appena sopra, e gli effetti di un boomdegli investimenti spinto dal crescente ottimismo degli investitori, descritti a grandilinee nel paragrafo precedente. La variazione del tasso di interesse reale interno diequilibrio causata da uno shock dal lato dell’offerta è:

∆r = – ��1 – C

I

y

r

(1

+

X

t

ε

)

εr

+ IMy� ∆Y*�

La variazione causata da uno shock dal lato della domanda di investimenti è:

∆r = �Ir +

∆I

X

0

εεr

Sommando insieme le due variazioni si ottiene la variazione del tasso di interesse diequilibrio dovuta a questo cambiamento schumpeteriano della tecnologia:

∆r = – ∆Y* + �Ir +

∆I

X

0

εεr

L’aumento della redditività degli investimenti espande la domanda di investimenti,spostando verso destra la curva di domanda di investimenti. Ma lo shock positivo dallato della tecnologia non si limita a rendere più redditizi gli investimenti, bensì aumen-ta anche l’efficienza corrente del lavoro. Un aumento della produttività significa unaumento dei redditi, e quindi anche un aumento del risparmio, che sposta verso destraanche la retta del risparmio totale. L’aumento della domanda di investimenti tende adaccrescere il tasso di interesse, mentre l’aumento del risparmio causato dall’aumentodei redditi tende a farlo diminuire.

Quale dei due effetti predomina? Supponiamo che predomini l’effetto dovutoall’incremento della domanda di investimenti. Questo significa che la domanda diinvestimenti si sposta maggiormente (reagisce di più allo shock) rispetto alla variazio-ne del risparmio. In tal caso, il tasso di interesse reale interno aumenterà, come mostrala Figura 7.15.

È allora semplice calcolare le variazioni delle componenti della domanda aggre-gata:

∆C = Cy(1 – t) ∆Y*

[1 – Cy(1 – t) + IMy]���

Ir + Xεεr

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252 CAPITOLO 7

∆I = �Ir

X

X

εr

εεr

� ∆I0 + Ir ∆Y*

∆G = 0

∆NX = �Xεεr – IMy� ∆Y* – �I

X

r

ε

+

εr

X

εεI0

r

La variazione del livello di equilibrio del tasso di cambio è:

∆ε = �εr – IMy� ∆Y* – �Ir

ε+r ∆X

I

ε

0

εr

Purché lo shock sposti verso destra la curva di domanda di investimenti nella Figura 7.15più di quanto sposti la retta del risparmio totale, il valore del tasso di cambio diminuirà.

[1 – Cy(1 – t) + IMy]���

Ir + Xεεr

[1 – Cy(1 – t) + IMy]���

Ir + Xεεr

[1 – Cy(1 – t) + IMy]���

Ir + Xεεr

FIGURA 7.15Flusso di fondi:uno shock schum -peteriano combi-nato alla produt-tività e agli inve-stimenti. Un au -mento della pro-duttività nel pre-sente e l’ottimi-smo ri guardo aglisviluppi tecnolo-gici nel futuro in -fluenzano sia lacurva di offertasia la curva di do -manda nel merca-to dei fon di mu -tuabili. È plausibi-le trarre la conclu-sione che l’econo-mia entrerà inuna fase di boom,in cui crescono ilPIL reale e gli in -vestimenti, au -mentano i tassi diin teresse reali in -terni, diminuisceil tasso di cambio(apprezzamento)e affluisce capita-le per finanziareinvestimenti in -terni. Questoschema è quellostandard che siosserva in unafase di boom delciclo economico.

Tasso di interesse reale r

Flusso di fondi attraverso i mercati

finanziari

Un aumento della redditività degli investimenti sposta verso destra la domanda di investimenti...

Ma l’aumento della produttività nel presente aumenta i redditi e aumenta anche il risparmio...

Se l’effetto della domanda di investimenti predomina, il tasso di interesse reale aumenta...

Domanda di investimenti

e la spesa in investimenti aumenta...

Di una quantità maggiore della variazione del risparmio perché l’aumento dei tassi di interesse interni porta una maggiore quantità di capitale di proprietà estera nei mercati finanziari interni

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253Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

In sistesi, questo shock positivo dovuto alla tecnologia, che interessa sia l’efficienzadel lavoro sia la redditività degli investimenti, ha generato:

• Un aumento del livello di produzione.• Un rapido aumento degli investimenti.• Un apprezzamento del tasso di cambio: una diminuzione del valore della valuta

estera e un aumento del valore della valuta interna.• Una diminuzione delle esportazioni nette: un aumento dell’afflusso di capitale

estero nel Paese per finanziare gli investimenti interni.

Questi cambiamenti del sistema economico si riscontrano tipicamente in una fase diespansione del ciclo economico. Tali forze schumpeteriane sono forse la causa princi-pale dei boom e delle recessioni che si osservano nell’economia statunitense.

La maggior parte degli economisti, però, sarebbe scettica riguardo all’affermazio-ne che la quasi totalità dei cicli economici statunitensi siano cicli economici realicome quelli descritti. C’è una caratteristica della fase di boom del ciclo economicodefinito da Schumpeter che il modello non è in grado di generare: un calo della disoc-cupazione. Il modello presentato in questo capitolo, dopo tutto, è un modello in cui ilsistema economico si trova sempre in una posizione di piena occupazione: comepotrebbe quindi il modello generare un aumento dell’occupazione correlato con ilboom innescato dalla tecnologia?

Alcuni economisti ipotizzano che l’andamento della disoccupazione che si osservanel ciclo economico sia dovuto a movimenti del livello dei salari reali. Quando i salarireali sono più alti del livello atteso o del livello medio, aumenta il numero delle perso-ne disposte a svolgere un lavoro retribuito. Quando i salari reali sono temporaneamentepiù bassi del loro livello medio, alcuni lavoratori scelgono di rinunciare a lavorare perun mese o per una stagione o per un anno. Secondo questo approccio, la disoccupazio-ne è alta quando una frazione rilevante dei componenti della forza lavoro ha esaminatole opportunità di occupazione, ha constatato che esse offrivano salari insolitamentebas si e ha deciso di fare per un po’ di tempo qualcos’altro che non sia lavorare.

Questo approccio, però, solleva un problema di difficile risoluzione. Pochi deilavoratori interessati da disoccupazione ciclica in una fase di slump (congiuntura bassa)del ciclo economico sceglierebbero di qualificarsi come “volontariamente disoccupati”.Essi si considerano non come persone che prendono una decisione economica raziona-le di trascorrere molto più tempo libero, bensì come persone che desiderano lavorare –che sarebbero bramose di lavorare se qualcuno le assumesse ai salari con cui vengonoretribuite altre persone – ma che non sono in grado di lavorare perché nel mercato dellavoro vi è un eccesso di offerta.

Un secondo problema è che la teoria dei cicli economici reali spiega i boom – i ra -pidi aumenti del livello di produzione – in conseguenza della rapida diffusione dellatec nologia e del rapido aumento dell’efficienza del lavoro. Ma come riesce a descriverele recessioni o le depressioni, durante le quali il livello di produzione non aumenta af -fat to, bensì diminuisce? L’efficienza del lavoro diminuisce forse a causa di un regressotecnologico? Crediamo forse che il livello di produzione negli Stati Uniti sia stato piùbasso nel 1991 che nel 1990 perché le imprese avevano dimenticato come impiegare iloro metodi operativi più produttivi? Questa possibilità sembra improbabile. Perciò,l’ap proccio schumpeteriano può benissimo fornire una teoria corretta delle fasi espansi-ve del ciclo economico, almeno di alcune. Più difficile è vedere come potrebbe fornireuna spiegazione accurata delle recessioni e delle depressioni o degli elevati livelli didisoccupazione ciclica che si osservano nei periodi di recessione e di depressione.

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254 CAPITOLO 7

7.4 Conclusioni

In questo capitolo abbiamo analizzato un sistema macroeconomico a prezzi flessibilinel breve periodo: un intervallo di tempo in cui né il lavoro né lo stock di capitalehanno opportunità di variare. Abbiamo “scattato un’istantanea” al sistema economico inequilibrio in un certo momento. Ci siamo chiesti come sarebbe diverso l’equilibrio sel’ambiente economico o la politica economica subissero dei mutamenti. Tal volta abbia-mo parlato implicitamente dell’evoluzione dinamica del sistema economico nel breveperiodo descrivendo il passaggio del sistema economico da un equilibrio a un altro inreazione a un cambiamento dell’ambiente economico o della politica economica.

Il modello a prezzi flessibili presentato qui è molto potente. Ci permette di diremolto sul modo in cui vari tipi di shock influenzano il sistema economico e la compo-sizione della spesa totale e della produzione totale purché sia mantenuta la piena occu-pazione. L’esame degli shock dal lato dell’offerta e dei cicli economici reali schumpe-teriani ci ha permesso di analizzare in profondità non soltanto le variazioni della com-posizione della domanda ma anche le variazioni del livello di produzione.

Ciononostante, vale la pena di porre in rilievo ciò che questo capitolo non ha fatto:

• Non ha esaminato l’impatto dei cambiamenti dell’ambiente economico e dellapolitica economica sulla crescita economica; ciò è stato fatto nella Parte II,Capitoli 4 e 5. Si faccia riferimento a quei capitoli per analizzare come le variazio-ni del risparmio influenzino in definitiva la produttività e il tenore di vita materialenel lungo periodo.

• Ha ignorato completamente il lato finanziario nominale del sistema economico:moneta, prezzi e inflazione. Questo argomento verrà trattato nel Capitolo 8.

• Ha mantenuto l’ipotesi della piena occupazione: questa ipotesi verrà attenuatanella Parte III, a partire dal Capitolo 9.

Riepilogo ShOCk dAL LATO dELL’OffErTA

Un sistema macroeconomico a prezzi flessibili è soggetto a shock che fanno varia-re il livello di produzione potenziale. Per esempio, nel 1973 il prezzo mondiale del petrolio sitriplicò, e i processi produttivi a impiego intensivo di capitale e di energia che erano statiragionevoli e redditizi da un punto di vista economico quando il petrolio costava meno di 3dollari al barile diventarono improduttivi e non redditizi quando il prezzo del petrolio salì a 10dollari al barile. Perciò il livello di produzione potenziale diminuì. Uno shock avverso dal latodell’offerta ridurrà la produzione potenziale, molto probabilmente farà aumentare i tassi diinteresse reali e probabilmente farà salire anche il livello dei prezzi.

Un altro tipo di shock che fa variare il livello di produzione potenziale è uno shock tecno-logico. L’economista Joseph Schumpeter fu il più influente esponente della concezione secon-do cui i cambiamenti della tecnologia sono la principale forza propulsiva dei cicli economici.È facile vedere come ritmi non uniformi di invenzione e innovazione potrebbero generare ciclieconomici reali. La spiegazione sta nelle reazioni dei produttori e degli investitori ai cambia-menti della tecnologia e delle opportunità di investimento. Più difficile è vedere come i cam-biamenti della tecnologia possano causare disoccupazione su vasta scala o il declino della pro-duzione che osserviamo durante le fasi di recessioni e nelle depressioni.

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255Equilibrio nel modello a prezzi flessibili

Riassunto del capitolo

1. Quando il sistema economico è in una posizione di piena occupazione, il PIL realeè uguale alla produzione potenziale.

2. In un sistema economico a prezzi flessibili e con piena occupazione, il tasso diinteresse reale varia in reazione ai cambiamenti dell’ambiente economico o della politi-ca economica in modo da mantenere il PIL reale uguale alla produzione potenziale.

3. Il tasso di interesse reale bilancia l’offerta di fondi mutuabili affidati ai mercatifinanziari dai risparmiatori con la domanda di fondi per finanziare gli investimenti. Ilprincipio del flusso circolare assicura che, quando l’offerta di risparmio è uguale agliinvestimenti, la domanda aggregata e il PIL reale saranno uguali alla produzione poten-ziale.

4. Gli shock dal lato dell’offerta sono variazioni improvvise, rapide, dei costi – comel’aumento del prezzo mondiale del petrolio nel 1973 – che fanno variare l’efficienzadel lavoro in quanto la variazione dei prezzi dei fattori produttivi induce le imprese aeconomizzare il fattore o a farne un uso intensivo.

5. La teoria dei cicli economici reali tenta di impiegare il modello presentato in que-sto capitolo per spiegare le variazioni non soltanto della composizione di breve periododel PIL reale, ma anche del livello di breve periodo del PIL reale. Questa teoria potreb-be forse fornire una buona spiegazione dei boom, o di alcuni boom, ma è difficilevedere come potrebbe mai essere una spiegazione adeguata delle recessioni o delledepressioni.

Esercizi analitici

1. Supponete che nel modello a prezzi flessibili e con piena occupazione il Governoaumenti di un uguale ammontare le imposte e gli acquisti pubblici. Che cosa acca-de qualitativamente (indicate soltanto la direzione delle variazioni) agli investi-menti, alle esportazioni nette, al tasso di cambio, al tasso di interesse reale e allaproduzione potenziale?

2. Che cosa accade, secondo il modello a prezzi flessibili e con piena occupazione, sel’intercetta C0 della curva rappresentativa della funzione di consumo sale?Spiegate qualitativamente (indicate soltanto la direzione della variazione) cosaaccade ai consumi, agli investimenti, alle esportazioni nette, al tasso di cambio, altasso di interesse reale e alla produzione potenziale.

3. Spiegate qualitativamente la direzione in cui i consumi, gli investimenti, gli acqui-sti pubblici, le esportazioni nette, il tasso di cambio, il tasso di interesse reale e illivello di produzione potenziale si muovono nel modello a prezzi flessibili e conpiena occupazione se il Governo aumenta le imposte.

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256 CAPITOLO 7

4. Fate tre esempi di cambiamenti della politica economica o dell’ambiente economi-co che sposterebbero verso sinistra la curva di risparmio totale nel diagramma delflusso di fondi.

5. Fate tre esempi di cambiamenti dell’ambiente economico o della politica economi-ca che farebbero aumentare il tasso di cambio reale di equilibrio.

Esercizi di politica economica

1. Supponete che i parametri pertinenti del sistema economico siano:

t = 0.33 L’aliquota d’imposta è pari a 1/3 del reddito.

Ir = 90 Una diminuzione di 1 punto percentuale del tasso di interesse faaumentare di € 90 miliardi all’anno la spesa in investimenti.

Cy = 0.75 La propensione marginale al consumo è pari a 3/4.

εr = 10 Con un valore iniziale del tasso di cambio reale ε fissato al valore indi-cizzato tradizionale pari a 100, una variazione di 1 punto percentualedella differenza del tasso di interesse nazionale rispetto a quello esterogenera una variazione del 10% del tasso di cambio.

Xε = 6 Una variazione dell’1% del tasso di cambio determina una variazione di€ 6 miliardi delle esportazioni.

E supponete che un’esuberanza irrazionale causi un boom del mercato azionarioche induce i consumatori ad aumentare di € 200 miliardi la loro spesa a un livellocostante di reddito disponibile. Quale sarebbe l’aumento dei tassi di interesse inreazione a questo boom dei consumi indotto da tale esuberanza?

2. Nel sistema economico presentato nell’esercizio 1, supponete che il PIL totale siapari a € 10 000 miliardi e che il Governo non voglia che i tassi di interesse realiaumentino e gli investimenti diminuiscano in reazione al boom dei consumi gene-rato dal mercato azionario. Che tipi di politiche economiche può adottare il Go ver -no? Che successo avranno?

3. Quando il presidente Bill Clinton assunse la sua carica, spese quasi tutto il suocapitale politico nello sforzo del primo anno di aumentare le imposte e tagliare laspesa di $ 300 miliardi all’anno in un’economia con un PIL annuo di $ 6000miliardi. Secondo il modello a prezzi flessibili e con piena occupazione qualiavrebbero dovuto essere, qualitativamente e quantitativamente, le conseguenze diqueste politiche economiche se i parametri pertinenti del sistema economico fosse-ro stati quelli indicati nell’esercizio 1?

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4. Considerate due sistemi economici. In uno dei due, i parametri pertinenti sono iseguenti:

Y* = 10 000 miliardi La produzione potenziale è pari a € 10 000 miliardi.

t = 0.33 L’aliquota d’imposta è pari a 1/3.

Ir = 90 Una diminuzione di 1 punto percentuale del tasso di interes-se fa aumentare di € 90 miliardi all’anno la spesa in investi-menti.

Cy = 0.75 La propensione marginale al consumo è pari a 3/4.

εr = 10 Con un valore iniziale del tasso di cambio reale ε fissato alva lore indicizzato tradizionale pari a 100, una variazione di1 punto percentuale della differenza del tasso di interessena zionale rispetto a quello estero genera una variazione del10% del tasso di cambio.

Xε = 6 Una variazione dell’1% del tasso di cambio determina unava riazione di € 6 miliardi all’anno di esportazioni.

Nel secondo sistema economico i parametri pertinenti sono i seguenti:

Y* = 10 000 miliardi La produzione potenziale è uguale a € 10 000 miliardi.

t = 0.33 L’aliquota d’imposta è pari a 1/3 del reddito.

Ir = 90 Una diminuzione di 1 punto percentuale del tasso di interes-se fa aumentare di € 90 miliardi all’anno la spesa in investi-menti.

Cy = 0.5 La propensione marginale al consumo è pari a 1/2.

εr = 10 Con un valore iniziale del tasso di cambio reale ε fissato alva lore indicizzato tradizionale pari a 100, una variazione di1 punto percentuale della differenza del tasso di interessena zionale rispetto a quello estero genera una variazione del10% del tasso di cambio.

Xε = 6 Una variazione dell’1% del tasso di cambio determina unavariazione di € 6 miliardi all’anno delle esportazioni.

Confrontate gli effetti di un aumento di € 100 miliardi di acquisti pubblici su que-sti due sistemi economici. In quale dei due i tassi di interesse aumentano di più? Inquale dei due gli investimenti diminuiscono di più?

5. Durante la campagna presidenziale del 2000, il candidato George W. Bush proposedi usare l’avanzo del bilancio federale per finanziare tagli alle imposte mentre ilcandidato Albert Gore propose di usare l’avanzo del bilancio federale per ritirareparti del debito nazionale. Quale politica economica di quale candidato sembravacapace di ridurre i tassi di interesse? Di aumentare la spesa in investimenti? Diabbassare il valore del tasso di cambio?

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