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funzione e adattamento nella teoria dell’evoluzione

Funzione e adattamento nella teoria dell’evoluzione

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Page 1: Funzione e adattamento nella teoria dell’evoluzione

funzione e adattamento nella teoria dell’evoluzione

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Siamo scimpanzè o bonobo?

cfr. F. de Waal, La scimmia che siamo. Il passato e il futuro della natura umana, Garzanti, Milano, 2006

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adattamento

un carattere costruito dalla selezione naturale

per la funzione cui esso adempie

un carattere che migliora le capacità di sopravvivenza attuale

indipendentementedalla sua origine

criterio della genesi storica

criterio della utilità attuale

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il programma adattamentista

1. si scinde un organismo in “tratti”, spiegati come strutture modellata dalla selezione naturale per le loro funzioni

2. se l’ottimizzazione per “tratti” falliisce, si fa uso della nozione di “compromesso” (un organismo non può ottimizzare ciascuna parte senza imporre costi ad altre)

da: Stephen Jay Gould / Richard C. Lewontin, I pennacchi di San Marcoe il paradigma di Pangloss. Critica del programma adattazionista, (1979, Proceedings of the Royal Society of London; 2001 Einaudi., Torino)

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il programma adattamentistamodo di argomentare

3. enfatizza l’utilità immediata e escludi altri attributi di forma

1. se una giustificazione adattativa viene meno, cercane un’altra

2. se una giustificazione adattativa viene meno, ne esisterà un’altra

da: Stephen Jay Gould / Richard C. Lewontin, I pennacchi di San Marcoe il paradigma di Pangloss. Critica del programma adattazionista,

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il programma adattamentistamodo di argomentare

3. enfatizza l’utilità immediata e escludi altri attributi di forma

(a che serviranno le minuscole zampe anteriori del Tyrannosaurus rex?)

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«Le estremità anteriori sono un rompicapo: come Tyrannosaurus le usasse è un problema; erano addirittura troppo corte per raggiungere la bocca. Forse erano usate dall’animale per alzarsi da una posizione distesa».

(Abbiamo volontariamente scelto un esempio che si basa sull’impatto pubblico della scienza per mostrare come si estendanole abitudini del programma adattazionista.). Non dubitiamo che il tirannosauro usasse le sue zampette anteriori per qualcosa. Se si fossero formate de novo incoraggeremmo la ricerca di qualche ragione adattativa immediata. Ma esse, dopo tutto, sono il prodotto di una riduzione di omologhi funzionali normali negli antenati (ad esempio lezampe più lunghe degli allosauri). In questo modo non abbiamobisogno di una spiegazione adattativa esplicita per la riduzione in quanto tale: si tratta probabilmente del risultato di una correlazione di campi allometrici per uno sviluppo relativo della testa e delle zampe posteriori.

da: Stephen Jay Gould / Richard C. Lewontin, I pennacchi di San Marcoe il paradigma di Pangloss. Critica del programma adattazionista,

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attamento

un carattere costruito dalla selezione naturale

per la funzione cui esso adempie

un carattere che migliora le capacità di sopravvivenza attuale

indipendentementedalla sua origine

criterio della genesi storica

criterio della utilità attuale

adattamento ex-aptation

proposta di Stephen J. Gould

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ad - aptus

rispondente ad una DETERMINATA funzione

caratteristiche presenti per altre ragioni

che sono utili in virtù della (ex)

loro forma, e vengono dunque “cooptate”

adattamento ex-aptation

proposta di Stephen J. Gould

ex - aptus

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contro il “paradigma panglossiano”

«Le cose non possono essere in altro modo che come sono [...]. Ogni cosa è fatta per lo scopo migliore. I nostri nasi sono fatti per portare gli occhiali. Le gambe sono chiaramente fatte per portare le brache, e noi le portiamo»Dottor Pangloss, da Voltaire

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L’esempio dei pennacchi di San Marco

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L’esempio dei pennacchi di San Marco

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L’esempio dei pennacchi di San Marco

La grande cupola centrale della Cattedrale di San Marco a Venezia presenta nei suoi mosaici un’iconografia dettagliata che esprime i punti centrali della fede cristiana. Tre circoli di figure irradiano dall’immagine centrale del Cristo: angeli, discepoli e virtù. Ogni circolo è suddiviso in quadranti, anche se la cupola stessa è una struttura a simmetria radiale. Ogni quadrante incontra uno dei quattro pennacchi negli archi sotto la cupola. I pennacchi, gli spazi a forma di triangolo allungato formati dall’intersezione di due archi postiad angolo retto, sono dei sottoprodotti architettonici necessari quando una cupola è inserita su archi tondi. Ogni timpano contiene un disegno splendidamente adattato allo spazio che si restringe. Un evangelista siede nella parte superiore accanto alle città celesti. Sotto, una figura umana che rappresenta uno dei quattro fiumi biblici (Tigri, Eufrate, Nilo e Indo) lascia cadere acqua da una brocca nello stretto spazio sotto ai suoi piedi.

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L’esempio dei pennacchi di San Marco

Il disegno è così elaborato, armonico e finalizzato, che sisarebbe tentati di prenderlo come punto di partenza dell’analisi– la causa, si potrebbe dire – dell’architettura circostante.Questo, tuttavia, invertirebbe il senso dell’analisi: il sistemainizia con una limitazione architettonica, la presenzadei quattro pennacchi e la loro forma a triangolo rastremato.Questi hanno fornito uno spazio nel quale ha lavorato ilmosaicista, e stabilito la simmetria quadripartita della cupolasovrastante.

da: Stephen Jay Gould / Richard C. Lewontin, I pennacchi di San Marcoe il paradigma di Pangloss. Critica del programma adattazionista,

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