22
Anno XXIV n. 4/207 - Maggio2011 Fondato nel 1988 da GEROLAMO GRASSI Euro 1.25 Editore: Coop. Radio Terlizzi Stereo - Direttore Responsabile: Maria Teresa De Scisciolo n. 239 reg. stampa Tribunale di Trani - Spedizione in Abbonamento Postale 70% autoriz. Filiale di Bari Riconoscere la bellezza non è da tutti. Abbiamo mani per toccare, occhi per guardare e orecchie per ascoltare, ma quanto ‘mondo’ ci passa accanto, senza che lo sfioria- mo? Quanta luce ci illumina, senza farci vedere? Quanti spartiti suona- no una musica che non sentiamo? Nulla è palese, se non ci offriamo a percepirlo. Vogliamo, con le poche righe che seguono, unire il nostro appello a quello di un concittadino che, con umiltà, ha manifestato il desiderio di offrire il frutto del suo animo sen- sibile: i suoi quadri, la sua arte, alla città natia, Terlizzi. Più volte, tra le colonne dei nostri giornali, abbiamo dato spazio alla attività artistica del maestro Anto- nioVolpe. Più volte abbiamo pubbli- cato immagini della sua Saletta delle Esposizioni in corso Vittorio Emanuele, per l’inaugurazione an- nuale della sua ‘personale’, alla pre- senza di amministratori comunali, provinciali, regionali, nazionali… alla presenza del primo cittadino di Terlizzi, il Sindaco ing. Vincenzo di Tria. Quegli stessi amministratori che, ad oggi, non hanno ancora dato rispo- sta alla proposta del maestro Volpe. Una proposta semplice, che espri- me il desiderio di realizzare un sogno tenuto per troppo tempo nel cassetto: “Sto arrivando al traguardo della vita. Desidero che si realizzasse il sogno della mia adolescenza: vede- re i miei quadri nella Pinacoteca De Napoli, che considero la mia seconda casa, il luogo della mia crescita umana ed artistica”. Si evince, da queste semplici parole, come Volpe metta al di sopra di tutto la sua umanità, non le compe- tenze artistiche. Eppure, va rilevato che, pur non provenendo da am- bienti accademici, annovera tra i suoi riconoscimenti: titoli, medaglie d’oro, diplomi, onorificenze…che non staremo qui ad elencare. La questione è focalizzata sul pre- sappochismo con cui i cittadini ven- gono trattati, prima ancora che sta- bilire se la richiesta-dono di Anto- nio Volpe abbia la possibilità di es- sere accolta. Per ciò che ci riguarda, la nostra in- tenzione è manifestare come que- st’uomo, prima ancora che artista, sia un cittadino terlizzese che ha contribuito a raccontare, attraverso la sua vita e la sua espressione arti- stica, il proprio paese. Un uomo che ha vissuto la prigionia in Polonia durante la seconda guerra mondia- le. Un uomo che ha espresso la bel- lezza dei suoi ricordi di fanciullo, e dei suoi sogni di adulto, attraverso la pittura. Un autodidatta, certo, ma non per questo di minore valore. L’arte è espressione dell’anima, un’anima nobile e ricca, pronta a mettersi in gioco e a raccontarsi con i colori sfumati di un tramonto sul mare fluttuante, dei pensieri di un giovane fanciullo o attraverso le pennellate che disegnano petali va- riopinti, paesaggi ameni…quasi un rifugio per lo spirito irrequieto. L’espressione artistica di Antonio Volpe non vuole mandare messaggi al mondo, ma avvolge nelle pieghe del colore, immagini che appaiono come metafora della vita. Rose sgargianti, mimose impalpabili come i profili dei nudi, dispiegano il senso della profonda compenetra- zione dell’uomo con la natura, di cui si evince la forza generatrice. E’ inutile tirare in ballo esempi cla- morosi, dalla storia dell’arte, di arti- sti autodidatti. Sbaglia chi immagi- na che il genio e il talento possano essere coltivati solo in ambienti ac- cademici. Ciò che vogliamo ribadire con forza, è che ognuno ha il diritto di espri- mersi, senza dover tener conto dei titoli che possiede, ma solo dei pro- pri meriti e delle proprie capacità. Un pittore autodidatta unisce il puro istinto alla riflessione, è spinto dal desiderio di scoprire e speri- mentare e per questo si distingue per l’originalità, al di fuori della massa. Anche ciò che sembra abbozzato, in Volpe, è frutto di una indagine pon- derata e introspettiva. Così, attra- verso le sue opere riesce a comuni- care amore, bellezza, vita e morte, in un simbolico gioco di emozioni, che si estendono al di là della tela. Comprendiamo che questo possa essere condivisibile o meno. Invece, insindacabili e degne di valore sono la sensibilità artistica e la sensibilità umana. Quanta arte sarebbe smarrita senza autodidatti? Pensate che tristezza, se a scrivere poesie fossero solo i professori di italiano e a dipingere i maestri della Accademie d’Arte. Per fortuna, l’arte non pone regole. E in genere segue i percorsi più inediti. Franza Kafka, semplice impiegato di una società di assicurazioni, morì senza saper che fine avrebbero fatto i suoi libri. E Van Gogh morì matto, dopo esse- re stato solo alla scuola dell’assen- zio. Antonio Volpe può ancora esprime- re la sua vivace interiorità, che meri- ta di essere riconosciuta. Antonio Volpe chiede di donare la sua arte …ai cittadini l’ardua sentenza editoriale/Maria Teresa De Scisciolo e Laura Giovine Antonio Volpe. Autoritratto / Foto di Michelangelo Vino

il confronto maggio

Embed Size (px)

DESCRIPTION

il confronto maggio

Citation preview

Page 1: il confronto maggio

Anno XXIV n. 4/207 - Maggio2011

Fondato nel 1988 da GEROLAMO GRASSI

Euro

1.2

5

Editore: Coop. Radio Terlizzi Stereo - Direttore Responsabile: Maria Teresa De Scisciolon. 239 reg. stampa Tribunale di Trani - Spedizione in Abbonamento Postale 70% autoriz. Filiale di Bari

Riconoscere la bellezza non è datutti. Abbiamo mani per toccare,occhi per guardare e orecchie perascoltare, ma quanto ‘mondo’ cipassa accanto, senza che lo sfioria-mo? Quanta luce ci illumina, senzafarci vedere? Quanti spartiti suona-no una musica che non sentiamo?Nulla è palese, se non ci offriamo apercepirlo.Vogliamo, con le poche righe cheseguono, unire il nostro appello aquello di un concittadino che, conumiltà, ha manifestato il desideriodi offrire il frutto del suo animo sen-sibile: i suoi quadri, la sua arte, allacittà natia, Terlizzi.Più volte, tra le colonne dei nostrigiornali, abbiamo dato spazio allaattività artistica del maestro Anto-nioVolpe. Più volte abbiamo pubbli-cato immagini della sua Salettadelle Esposizioni in corso VittorioEmanuele, per l’inaugurazione an-nuale della sua ‘personale’, alla pre-senza di amministratori comunali,provinciali, regionali, nazionali…alla presenza del primo cittadino diTerlizzi, il Sindaco ing. Vincenzo diTria. Quegli stessi amministratori che, adoggi, non hanno ancora dato rispo-sta alla proposta del maestro Volpe.Una proposta semplice, che espri-me il desiderio di realizzare unsogno tenuto per troppo tempo nelcassetto: “Sto arrivando al traguardodella vita. Desidero che si realizzasseil sogno della mia adolescenza: vede-re i miei quadri nella Pinacoteca DeNapoli, che considero la mia secondacasa, il luogo della mia crescitaumana ed artistica”.Si evince, da queste semplici parole,come Volpe metta al di sopra ditutto la sua umanità, non le compe-tenze artistiche. Eppure, va rilevatoche, pur non provenendo da am-bienti accademici, annovera tra isuoi riconoscimenti: titoli, medaglied’oro, diplomi, onorificenze…chenon staremo qui ad elencare.La questione è focalizzata sul pre-sappochismo con cui i cittadini ven-gono trattati, prima ancora che sta-

bilire se la richiesta-dono di Anto-nio Volpe abbia la possibilità di es-sere accolta.Per ciò che ci riguarda, la nostra in-tenzione è manifestare come que-st’uomo, prima ancora che artista,sia un cittadino terlizzese che hacontribuito a raccontare, attraversola sua vita e la sua espressione arti-stica, il proprio paese. Un uomo cheha vissuto la prigionia in Poloniadurante la seconda guerra mondia-

le. Un uomo che ha espresso la bel-lezza dei suoi ricordi di fanciullo, edei suoi sogni di adulto, attraversola pittura. Un autodidatta, certo, manon per questo di minore valore.L’arte è espressione dell’anima,un’anima nobile e ricca, pronta amettersi in gioco e a raccontarsi coni colori sfumati di un tramonto sulmare fluttuante, dei pensieri di ungiovane fanciullo o attraverso lepennellate che disegnano petali va-

riopinti, paesaggi ameni…quasi unrifugio per lo spirito irrequieto.L’espressione artistica di AntonioVolpe non vuole mandare messaggial mondo, ma avvolge nelle pieghedel colore, immagini che appaionocome metafora della vita. Rosesgargianti, mimose impalpabilicome i profili dei nudi, dispiegano ilsenso della profonda compenetra-zione dell’uomo con la natura, dicui si evince la forza generatrice.E’ inutile tirare in ballo esempi cla-morosi, dalla storia dell’arte, di arti-sti autodidatti. Sbaglia chi immagi-na che il genio e il talento possanoessere coltivati solo in ambienti ac-cademici.Ciò che vogliamo ribadire con forza,è che ognuno ha il diritto di espri-mersi, senza dover tener conto deititoli che possiede, ma solo dei pro-pri meriti e delle proprie capacità. Un pittore autodidatta unisce ilpuro istinto alla riflessione, è spintodal desiderio di scoprire e speri-mentare e per questo si distingueper l’originalità, al di fuori dellamassa.Anche ciò che sembra abbozzato, inVolpe, è frutto di una indagine pon-derata e introspettiva. Così, attra-verso le sue opere riesce a comuni-care amore, bellezza, vita e morte,in un simbolico gioco di emozioni,che si estendono al di là della tela.Comprendiamo che questo possaessere condivisibile o meno. Invece,insindacabili e degne di valore sonola sensibilità artistica e la sensibilitàumana.Quanta arte sarebbe smarrita senzaautodidatti? Pensate che tristezza, se a scriverepoesie fossero solo i professori diitaliano e a dipingere i maestri dellaAccademie d’Arte. Per fortuna, l’artenon pone regole. E in genere seguei percorsi più inediti. Franza Kafka,semplice impiegato di una societàdi assicurazioni, morì senza saperche fine avrebbero fatto i suoi libri.E Van Gogh morì matto, dopo esse-re stato solo alla scuola dell’assen-zio. Antonio Volpe può ancora esprime-re la sua vivace interiorità, che meri-ta di essere riconosciuta.

Antonio Volpechiede di donarela sua arte …ai cittadinil’ardua sentenza

editoriale/Maria Teresa De Sciscioloe Laura Giovine

Antonio Volpe. Autoritratto / Foto di Michelangelo Vino

Page 2: il confronto maggio

il confronto delle ideemensile di informazione fondato nel 1988 da Gerolamo GrassiCorso Dante, 31 - Tel. 080.3513871 (c/o Studio Berardi) - Registro Stampa n. 239 del Tribunale di Trani

Anno XXIV - numero 4/207 - Maggio 2011

Società Editoriale: Cooperativa Culturale R.T.S. fondata nel 1978 e titolare: · di Testata Giornalistica “Paese vivrai” - Locorotondo, · di Testata Giornalistica Radiofonica registrata al n. 221 del Tribunale di Trani, anno 1978.Direttore Responsabile: Maria Teresa De SciscioloCaporedazione: Antonio GattulliPresidente: Cav. Vincenzo ColasantoConsiglio di Amministrazione: Michele Grassi, Renato BerardiCultura: Paolo De Ruvo, Giuseppe Grassi, Pietro Porfilio, Adriana Gesmundo

Politica: Nicolò Ceci, Barbara De Robertis, Paolo Alessandro GriecoSanità: Pasquale De Palma, Giuseppe GragnanielloSesto San Giovanni: Michele VinoSport: Antonio GattulliSociale: Brigida SaltarelliArchitettura: Francesco MarzulliServizi fotografici: Michelangelo Vino, Vincenzo VinoGrafica e Impaginazione: CREO adv di Nicola Cantatore (www.creoadv.com)Fotolito e Stampa: Centro Stampa - LitograficaLa collaborazione al giornale è gratuita. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si resti-tuiscono. Tutti i diritti sono riservati. Gli articoli pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori e non vincolano inalcun modo la linea di condotta della società editrice e del direttore respon-sabile di questo periodico. Ladirezione si riserva la facoltà di condensare e modificare, se-condo le esigenze e senza alterarne la sostanza,gli scritti a sua disposizione. Per eventuali recensioni, inviare i volumi in duplice copia.Senza il consenso scritto dell’Editore è vietato riprodurre, con qualsiasi mezzo, il giornale o sue parti.

Franco: 348.5123152Armando: 347.1946350

Agenzia:Piazza IV Novembre, 20 - Tel. 080.3517049

Abitazione:Via Genova, 26 - Tel. 080.3517932T E R L I Z Z I (Bari)

Page 3: il confronto maggio

cultura

3

maggio 2011

Pietro De Scisciolo è nato a Terlizzi(BA) il 17 giugno 1967, si è diplomatopresso l'Istituto d'Arte di Corato (BA),con la qualifica di Maestro d'Arte se-zione ceramica. Ha studiato sculturapresso l'Accademia di Belle Arti diBari. Numerosi i consensi e i ricono-scimenti in mostre collettive e perso-nali. Ha vinto diversi concorsi d'arte el’assegnazione di monumenti pub-blici. Sue opere sono presenti in moltiedifici di culto e collezioni private. Lasua ricerca artistica si orienta versolo studio e l'analisi della figuraumana, ritenendoli fonte inesauribi-le di ispirazione e un mondo ancorada esplorare.

Come nasce il rapporto di colla-borazione tra te e il ComitatoVite Esemplari, per la realizzazio-ne del monumento in memoriadi don Pietro Pappagallo e delprof. Gesmundo?Elaborai un bozzetto in terracottapatinata pensando a un ipoteticomonumento che onorasse i martirialle Fosse Ardeatine senza una pre-cisa destinazione. Un giorno incon-trai Renato Brucoli e parlando deimiei progetti gli feci presente cheavevo in mente qualcosa d’interes-sante. Lo stesso giorno, o forse ilsuccessivo, mi recai presso il suostudio e gli mostrai l’opera. Ne ri-mase affascinato e mi propose lacostituzione di un comitato chepotesse farsi carico della realizza-zione di un monumento ai duemartiri sulla base del mio bozzetto.L’idea piacque molto ai parenti deimartiri che decisero di sostenerla.La fase successiva fu quella di met-tere insieme gli altri componenti ecostituirci legalmente presso unnotaio.Le persone hanno visionato ilprodotto finito. Possiamo spie-gare loro quali sono i passaggiche trasformano l’idea, il dise-gno, in opera plastica?Sin dall’inizio c’è stata solo la vo-lontà di realizzare una scultura cheomaggiasse i due martiri per la ca-pacità di perseguire valori libertarie di rispetto della persona e delladignità umana. Per questo ho tra-sferito l’idea mentale direttamentesulla materia, senza mediarla con ildisegno preparatorio. In questomodo, tutto l’impeto e il drammache intendevo esprimere sono riu-scito a infonderlo immediatamen-te e con successo.Poi, prima di passare al prototipoper la fusione in bronzo, ho prodot-

to alcuni studi preparatori, soprat-tutto ritratti dei due martiri.L’esecuzione dell’opera è avvenutasenza lasciarmi condizionare danulla: è nata senza pensare che sa-rebbe diventata un monumento,ma lasciandomi trasportare dall’e-mozioni e dalla creatività.In occasione della presentazionedel monumento, il 24 marzoscorso, hai ribadito che nel tuolaboratorio hai lavorato a porteaperte, cosa vuol dire?Tengo a precisare che non si tratta-va del mio laboratorio ma di un lo-cale messo a disposizione dal com-pianto primo presidente del Comi-tato, Franco Pappagallo, sul corsoVittorio Emanuele, in luogo centra-le e molto frequentato.

In sostanza credo di essere stato ilbraccio che ha dato vita all’opera,ma l’anima gliel’ha data la gente,perciò ritengo che la realizzazionesia frutto di tutti i terlizzesi.L’opera finita è in bronzo. Conquale materia lavori prima dipassare alla fusione?Personalmente preferisco modella-re la creta, perché la ritengo unamateria viva, che rende il prodottofinito carico di vibrazioni tattili e vi-sive.Poi l’opera viene tradotta in cera(cera persa): si continua a dareforma e volume qualora lo richie-desse, e successivamente la fusio-ne vera e propria di bronzo. Ci descrivi, in sintesi, il significa-to dell’opera?

qualcosa e perché piangesse. Mi harisposto che l’opera era talmentedrammatica e carica di patos che ilsuo primo istinto era stato quello dipiangere, pensando a chi si era im-molato per i valori civili e religiosirichiamati nell’opera e oramai di-menticati.Quel pianto è stato il miglior com-plimento, perché in quel momentoho capito che l’opera aveva un’ani-ma pulsante.La critica più aspra?Diciamo che non ci sono state criti-che negative, o che per lo menonon sono mai state dirette ma sub-dole. Invece, anche con chi ha dis-sentito, avrei preferito dialogare,per cercare magari nuove soluzio-ni.Quanto tempo hai lavorato almonumento Memoria e Iden-tità?Per il modellato ho impiegato circatre mesi, mentre la fusione è duratacinque mesi.Con chi ti sei rapportato del Co-mitato Vite Esemplari, durante illavoro?Seppure in misura diversa, direicon tutti i componenti. Il confrontoe il coinvolgimento è stato più ser-rato con Franco Pappagallo, il pre-sidente prematuramente scompar-so, che in alcune occasioni ha posa-to anche per la figura di suo zioprete per coglierne la fisicità e il ri-tratto (alcune foto lo ritraggonocon la tonaca ed è impressionantela somiglianza con don Pietro Pap-pagallo) e con Gioacchino Ge-smundo subentrante. Fin dal primomomento, hanno avuto piena con-sapevolezza di ciò che si andava arealizzare. Ci hanno creduto subitoe fino in fondo. Poi, se proprio devofare un altro nome, indicherei quel-lo di Renato Brucoli, fonte inesauri-bile di attività, di contatti, di consu-lenza. Credo sia la persona che hapiù sofferto l'intera vicenda fino alsuo esito finale, manifestando, altempo stesso, equilibrio e passio-ne. Infine, ma non in ultimo, segna-lerei l’apporto fondamentale del-l’on. Gero Grassi, socio onorario delComitato, che non solo ha saputoorientare il cospicuo finanziamen-to della Camera dei Deputati, deci-sivo per il completamento dell’o-pera, ma anche l’attenzione delPresidente della Repubblica, chenel 67° anniversario delle Fosse Ar-deatine, giorno inaugurale delgruppo scultoreo nella sua provvi-soria collocazione presso la Pinaco-teca De Napoli, ha fatto pervenireun significativo messaggio sullacentralità della figura dei martiri.Che giudizio senti di esprimeresul Comitato?Eccellente. Non ci sono parole peresprimerne l’operato. Non credoche un’amministrazione pubblica

/Maria Teresa De Scisciolo

Autore dell’opera in memoria del prof. Gesmundo e don Pappagallo

segue a pag. 4 >>

Lo scultore Pietro De Scisciolo con l’artista Kounellis

A me e al Comitato piaceva l’ideache la gente a cui chiedevamo lasottoscrizione vedesse nascerequesto monumento, che ne fossepartecipe ed esprimesse le proprieidee.All’inizio, non nascondo una certadifficoltà nel conciliare il lavoro conla presenza di persone che entrava-no e uscivano tranquillamente dallocale-laboratorio, a cui bisognavadare soddisfazione, ma poi è diven-tato tutto così naturale da sembra-re che il monumento veramentenascesse solo con la presenza deivisitatori.Si alternavano amici, pittori, sculto-ri, poeti, scolaresche, chiunque vo-lesse vedere e toccare con mano larealtà.È una metodologia che suggerireinon solo in campo artistico maanche a chi amministra la comu-nità: la compartecipazione rendepiù significativo il perseguimentodi obiettivi comuni e rafforza lacoesione sociale.

È un inno alla libertà nel momentodella negazione. È l'elogio delsenso di umanità che alberga inpersone semplici ma capaci di do-nare la propria vita per impedireche l’ideologia o il fanatismo sop-prima quella altrui.È la sottolineatura che culture di-verse possono incontrarsi nella tu-tela e nel perseguimento del benecomune.Ed esprime un grande desiderio dipace.Il più bel complimento che hai ri-cevuto?Ne ho ricevuti tanti, ma quello a cuisono più legato è personalissimo!Ero nello studio, nel primo pome-riggio, a ritoccare la parte inferioredell’opera, perciò ero piegato sulleginocchia, quando a un trattosento dietro di me un respiro affan-noso e ansimante. Nel girarmi vedouna donna con un sacchetto in unamano e con l’altra intenta ad asciu-garsi le lacrime.Le ho chiesto se avesse bisogno di

Page 4: il confronto maggio

cultura

4

sarebbe stata tanto efficiente comelo è stato il comitato in tutti i suoimembri.Spazi e prospettive: a quali re-quisiti deve rispondere il luogodestinato a ospitare il Monu-mento?Parliamo di due figure “centrali”,che hanno fatto la storia civile e re-ligiosa di Terlizzi e del nostro Paese,dando la propria vita per valori ele-vatissimi. Perciò, perché non rico-noscere loro uno spazio “centrale”?Non ho grandi pretese, perché lascultura si sviluppa piuttosto in al-tezza, quindi è posizionabile anchein ambiti non eccessivamente spa-ziosi, ma facilmente individuabili e“centrali”!Una tua proposta?Ne avrei diverse, ma la vedrei collo-cata proprio nell'isola pedonale an-tistante il Palazzo di Città, a ridossodi una delle palme che caratteriz-zano quello spazio, con la quinta ri-volta al palazzo della meridiana elo sguardo verso il borgo. Se te ne venisse offerta la possi-bilità, a quale personaggio illu-stre di Terlizzi dedicheresti unbusto e perché?Dedicherei un’opera alla “gente co-mune”, a coloro che ogni giornofanno fatica a portare un pezzo dipane a casa per sfamare i proprifigli. Ecco, tutti pensano che sologli “illustri” possano essere immor-talati in un’opera che li ricordi neltempo, mentre nessuno ricordachi, pur vivendo semplicemente,magari con il lavoro quotidiano, fa

la storia del proprio paese.So che stai lavorando ad unascultura dedicata a Don Tonino,da collocare in Alessano. Cosapuoi dirci a tal proposito?Sono vincitore del concorso indet-to dal Comitato “Una statua perdon Tonino”: il Comune di Alessa-no, la Fondazione don Tonino Belloe la diocesi di Ugento, a cui sonostati invitati 12 scultori, per lo piùdel leccese e solo due della nostradiocesi, tra cui io.Sinora ho prodotto il bozzetto delmonumento e lo studio del ritrattodi don Tonino Bello.Sono in attesa di stipulare il con-tratto che darà il via all’esecuzionedel monumento. È inutile dire chesono davvero onorato e non na-scondo la mia emozione per un in-carico così importante.Tuoi sono i bozzetti per la realiz-zazione dei portali della Catte-drale. Cosa ne è stato di quel pro-getto?Il progetto è tutt’altro che accanto-nato, anche se il primo bozzetto ri-sale al 1999. Si sa che certe operehanno bisogno di lunghi periodi didecantazione dovuti a lungagginiburocratiche e scontri di opinioni.Ad oggi c’è l’approvazione dell’Uffi-cio Diocesano d’Arte Sacra e dellaSoprintendenza di Bari, mentreaspettiamo l’esito favorevole dalMinistero dei Beni Culturali primadi dar inizio al lavoro.Cosa rappresentano i bozzetti?Insieme a don Michele Cipriani ab-biamo elaborato tre porte cheesprimessero un vero e propriocammino di catechesi.

In quella centrale si riprende l’ideadel Portale di Anseremo da Trani, incui primeggia centralmente “l’ulti-ma cena” e quattro ante che rap-presentano “l’annunciazione”, “lacrocifissione”, “la pentecoste” e“Giovanni Paolo II che indica la stra-da del III millennio”.Le due porte laterali rappresenta-no i Santi Patroni di Terlizzi, “la Ma-donna di Sovereto” e “San MicheleArcangelo” accostati a “San Pietro”e “San Paolo”, mentre nelle partisottostanti “le virtù teologali” e “levirtù cardinali”.Scultori si nasce o si diventa?Non lo so! Però posso dire conmolta franchezza e onestà di averavuto due genitori che mi hannosempre incoraggiato e sostenuto.In particolare mio padre Giovanniche mi ha immerso completamen-te, sin da piccolo, nella materiascultorea, essendo lui scalpellino diprofessione, e mi ha fatto frequen-tare lo studio di altri scultori.Oggi, se rinascessi, non avreidubbi… farei lo scultore!Lavorare per commissione ti ap-paga? Mi stimola! Credo che sia fonda-mentale, per uno scultore, lavorareper la committenza pubblica e pri-vata: ci credo moltissimo. L’unicoinconveniente sta nel dover a volteaccettare i compromessi che limi-tano la libertà d’espressione, ma faparte del gioco e personalmentesono sempre riuscito a far accetta-re le mie idee che poi si sono rivela-te sempre giuste.Tecnica, fantasia, applicazione.Cosa è più importante in scultu-

ra?Sono convinto che un’idea la sipossa esprimere se alla base si co-nosce la tecnica. Come avrei potu-to esprimere il dramma e la soffe-renza che si evincono dal grupposcultoreo se non sapessi comefare?Se dovessi proporre un’operad’arte per abbellire la città di Ter-lizzi, cosa proporresti?Ne proporrei tante e di artisti diver-si. Mi spiego: in molte città del no-stro Paese si organizzano i “Simpo-si”. Si tratta di laboratori a cieloaperto, visitabili, dove, sulla base diprogetti selezionati preventiva-mente, si ospitano artisti prove-nienti da più parti che produconoopere d’arte che alla fine vanno adabbellire artisticamente la città cheospita la manifestazione.A Terlizzi c’è la tradizione della lavo-razione della ceramica (terracotta).Propongo un “SIMPOSIO DI SCUL-TURA IN TERRACOTTA”.Terlizzi: città dei fiori. Ritieni pos-sibile creare un’opera per ricor-dare la fatica dei primi floricolto-ri della nostra terra?Parlavo di tradizioni e la floricolturaè la principale della nostra terra,quindi è giusto ricordarne i pionie-ri. Accolgo volentieri l’idea e, senon vi dispiace, mi propongo! Per concludere, l’arte testimoniaancora la grandezza di un popo-lo? Non mi piace il termine “grandez-za”: l’arte rappresenta il cuore, l’ani-ma del popolo!

continua da pag. 3

>>

Un viaggio verticale..sì io sarò vela al ventosì io sarò un'onda anomalasì io unirò insieme ancorae aquilonesì io sarò ala e immensitàClaudio Baglioni

Quando penso a Flavio.. mi tornain mente il testo di questa canzo-ne.L'11 Aprile una telefonata ina-spettata mi raggiungeva sulluogo di lavoro. Un amico miinformava che nel primo pome-riggio avrebbero avuto luogo, aTerlizzi, i funerali di Flavio Spa-gnoletti, venuto a mancare il 10maggio 2011.Io, purtroppo, ero a Bari.Un fulmine a ciel sereno.Sapevo che Flavio non stavamolto bene. Sapevo che avevasubito un delicato intervento,

ma continuavo a vederlo e incon-trarlo per le vie della città e questomi bastava.Gli ho parlato per l'ultima voltaquesto inverno. Ci siamo incontra-ti il 21 novembre 2010 al Palazzet-to dello Sport di Terlizzi, per la se-rata organizzata dalla Associazio-ne “Accoglienza Senza Confini”. Siesibivano giovani ballerini dellaBielorussia. Abbiamo apprezzatoentrambi le finalità dell'Associa-zione e la bravura dei bambini checantavano e ballavano. Sono tra-scorsi pochi mesi e Flavio non c'èpiù. Questo era scritto nel suo de-stino... e nessuno poteva immagi-narlo.Conoscevo Flavio da moltissimianni, anche se sono molto piùamica di suo fratello Massimiliano,con il quale ho condiviso e condi-vido momenti importanti dellamia vita. Sono stata molto vicina a

suo fratello Fulvio, negli anni delliceo e conosco anche suo fratelloDario.Flavio era il più grande dei fratelliSpagnoletti, entrati a far partedella mia vita. Era un ragazzo gen-tile e disponibile, come i suoi fra-telli, cordiale, sorridente, pacato.Avevamo collaborato insieme, peralcuni anni, nella versione on linedel giornale. Lui ed Arcangelo Cle-mente si erano resi disponibili,pubblicando nelle pagine del sito“Terlizzi on line”, da loro diretto, laversione digitale de “II Confrontodelle Idee”.Un successo! Moltissimi terlizzesiresidenti fuori, si congratulavanocon noi e si mettevano in contattocon la realtà editoriale appenascoperta, per ristabilire contatticon la città di origine.Poi, come spesso accade, il sognosi infrange sugli scogli... la voglia

di proseguire l'esperienza delsito collaborando con l'Ammini-strazione comunale che, invece,fa altre scelte. Quindi arriva lasofferta decisione di chiudere.Flavio se n'è andato in punta dipiedi, silenziosamente, senza ir-rompere nelle nostre vite con ilsuo dolore.Non lo dimenticherò... e scor-gerò la luce e la profondità deisuoi occhi, in quella dei suoi fra-telli. Sono certa che continuerà avivere nel ricordo non solo mio,ma di tutti quelli che lo hannoconosciuto.Ciao Flavio!

/Maria Teresa De Scisciolo

Flavio Spagnoletti

Page 5: il confronto maggio

cultura

5

maggio 2011

Dopo aver ascoltato il parere del M°Michele Visaggi, prosegue il nostro“osservatorio” sul Teatro “Vito Giu-seppe Millico”. Dal Palazzo di Città ci fanno sapereche ambiscono ad inaugurarlo nel2011; e quindi il nostro proposito èoffrire spunti, proposte e idee peruna sua gestione più virtuosa pos-sibile. Anche per supplire – congrande umiltà – alla disarmantemancanza di concertazione e pro-grammazione sull’argomento daparte dell’Amministrazione.Per questo mese ecco il punto divista di Luigi Dello Russo – da sem-pre impegnato nell’associazioni-smo culturale e artistico e grandeconoscitore delle risorse artistichedel nostro paese.

Qual è stata la grandezza di VitoGiuseppe Millico?Aver diffuso in tutta l'Europa lagrande musica napoletana del'700.L’Amministrazione promette laconsegna alla città del Teatro“Vito Giuseppe Millico” entroquest’anno. Ce lo auguriamo: l'ultimo “MillicoFestival” ha evidenziato la neces-sità di spazi più ampi per acco-gliere molti più spettatori e so-prattutto più idonei per le rappre-sentazioni teatrali.Si tratterà secondo lei solo diinaugurazione o di una vera epropria apertura?Certamente una grande 'inaugu-razione' seguita, per una serie dicause, da una piccola e disconti-nua 'apertura'.Soluzioni gestionali: pubblico,privato o un’ipotesi mista?Sicuramente, a mio parere, neces-sità mista!Quanto può esser virtuoso ilcampanilismo in scelte comequeste?Siamo in Europa..e dovremmo li-berarci dai campanilismi, chesono indizio di provincialismo cul-turale e interessi privati. Chi vedrebbe come DirettoreArtistico?Non sono favorevole ai 'monismi'ma favorevole ai 'pluralismi' ..evedrei bene quindi un comitatoristretto di operatori di teatro eappassionati esperti. Se lei ne fosse il Direttore, qualisono le prime tre cose che fa-rebbe?

Nominerei un comitato operativo,che stilerebbe un programmavario - per la musica (da quellaclassica al jazz); per il teatro(opere della tradizione ed altre diavanguardia) e senza trascurare ladanza, vera rivoluzione del secoloappena trascorso – e infine cer-cherei partner finanziari.Si può trarre qualche spuntopositivo dall’esperienza gestio-nale della Pinacoteca “Michelede Napoli”?La Pinacoteca è stata molto visita-ta nei primi mesi..ora langue ..nonsono state messi in atto nuovi in-terventi culturali per coinvolgerealtri o gli stessi visitatori iniziali...aRoma (fatte le dovute differenze)tutti ritornano perché vengonopresentate sempre nuove mostreo nuove sollecitazioni di cultura edi spettacolo.Quindi non vede spunti? Non ne vedo alcuno in quantonon c'è progettualità a medio o alungo termine.A quali modelli gestionali tea-trali si potrebbe allora far riferi-mento in Puglia?Si parla troppo di teatro..ma il fu-

turo Millico sarà soprattutto uncine-teatro..e poi la gestione do-vrebbe procedere - tenuto contosoprattutto della cittadinanza lo-cale - piuttosto empiricamente....In che modo Teatro e Pinacote-ca potrebbero essere una“nuova casa” per la cultura ter-lizzese?'Nuova'? Anche se con interventiminimi o medi, l'essenziale è offri-re cultura a un paese che ne ha bi-sogno!Quanto può fare la politica ter-lizzese per valorizzare a dovereil Teatro Millico?Partecipazione di tutti per sceltegestionali affidate non al solito'scherano' di partito ma a personecon un minimo di competenza edi correttezza.Qual è il rischio che Terlizzicorre, laddove non riuscisse acogliere quest’altra occasioneper rilanciarsi?Il rilancio di Terlizzi non dipende,o non dipenderebbe, solo dallacultura teatrale ma da una pro-gettualità più ampia, articolata ecomplessa in diversi settori tra diloro in connessione: floricoltura,ceramica e mostre d'arte, ricercamusicologica e ospitalità turistica,feste tradizionali ed enogastrono-mia...ma vedo e sento una classepolitica miope e in perenne con-flitto interno..per spartirsi le ulti-me spoglie di un paese semprepiù alla deriva, nonostante imega progetti edilizi dall'alto e gliautonomi vari tentativi più omeno modesti dal basso.

/Nicolò Marino Ceci

Il punto di vista del prof. Luigi Dello Russo

Il prof. Luigi Dello Russo

Page 6: il confronto maggio

cultura

6

È tempo di bilanci, aspettative eprevisioni di programmi futuri peril dott. Franco Barile, presidentedel Comitato Feste Patronali2011, tedoforo della tradizione, apochi giorni dal raggiunto “tra-guardo” della Festa della Madon-na di Sovereto.Commenti a caldo…Le aspettative non sono state de-luse, sia perché si è riusciti a ri-spettare il programma stilato, siaper merito delle condizioni at-mosferiche: il tempo per fortunasi è mostrato clemente. È statauna festa un po’ diversa dalle pre-cedenti, innovativa, se vogliamo,nel netto “distacco tra sacro eprofano”. Il Borgo antico di Sove-reto, infatti, è stato riservato pret-tamente allo svolgimento di atti-vità religiose: l’allestimento difioriere illuminate, che hannoconferito al sito un tocco sugge-stivo, ha consentito al flusso, or-dinato e spedito, di gente di con-fluire nel Santuario, ad omaggia-re la Madonna. Lo svolgimentodelle attività ludiche e civili, inve-

ce, si è tenuto sulla “falsa strada”parallela al borgo. Questa, credosia stata la mossa vincente.Dov’è stata l’innovazione?L’innovazione, in parte, è stata il ri-pristino della Fiera di S. Marco. L’al-lestimento di bancarelle di pro-dotti tipici locali, “nostrani”, artigia-nali, che valorizzassero i due ele-menti principalmente caratteristi-ci di Terlizzi: il fiore e la ceramica.Maestri ceramisti hanno lavoratoal tornio, in estemporanea, pro-prio come un centinaio d’anni fa,avveniva nelle antiche fornaci;maestri fioristi hanno realizzatocomposizioni floreali. Unica pecca:la coincidenza della ricorrenza diPasquetta con il “23 Aprile”…mapazienza!Straordinaria performance deifuochi d’artificio, quest’anno digran pregio e prestigio tecnico-ar-tistico, per sopperire all’inefficien-za dell’anno scorso, attribuita acause di forza maggiore, non im-putabili al Comitato. Cosa nepensa dello scellerato atto di de-turpare le aiuole allestite per la

Festa? Il Comitato Festa Patronale2011 denuncia lo scempio che si èconsumato nel borgo di Sovereto.“Terlizzi è il paese dei fiori... ag-giungeremmo rubati!» è la denun-cia del Comitato.Previsioni future?È inutile dire che la Festa Maggio-re è cosa ben diversa dalla Festadella Madonna di Sovereto, sia dalpunto di vista civile- religioso, siasotto l’aspetto più pratico ed orga-nizzativo. Sull’onda dell’anno scor-so, si pensa ad una festa in grande,di maggior durata…non tre giornisolo, ma ben due settimane (all’in-circa) di eventi religiosi e manife-stazioni ludiche. Si cercherà, guar-dando la cosa in prospettiva, dicollegare all’evento “Festa Mag-giore”, il programma dell’EstateTerlizzese: serate a tema al ParcoComunale, iniziative culturali, esi-bizioni musicali, spettacoli e “per-corsi” gastronomici che permetta-no, in tale occasione, a concittadi-ni ed ospiti stranieri in visita, di de-gustare un apprezzato prodottolocale: la “carne arrostita”. Si cer-cherà di dare espressione ancheall’Arte, nei suoi vari volti. Terlizzioffrirà tanto in quel periodo!!Quale momento si ripeterà?Sicuramente daremo continuità al“ritorno solenne” del Carro Trionfa-le al deposito, dopo quindici gior-ni di sosta in centro, come da tra-dizione…un evento che prima sisvolgeva in sordina e che invece èbello seguire con partecipazione ecuriosità. Il Comitato l’ha speri-mentato l’anno scorso, questo, el’iniziativa ha ricevuto parecchioconsenso: quasi sia una “secondafesta”. Non mancherà la lotteria,che prevederà un ricco elenco dipremi, in numero maggiore rispet-

to alla precedente esperien-za…e dunque più possibilità divincita.Eventuali eventi da “corre-do”…?Ci si augura che vada in porto laSfilata dei Carri Floreali, a curadell’Associazione Terlizzinfiore,con la quale il Comitato haavuto modo di “interagire” giàper l’allestimento delle aiuolefloreali nel Borgo di Sovereto.Non mancherà lo “streaming”,straordinario mezzo che per-metta a chiunque, impossibilita-to da distanze geo-fisiche, di se-guire in diretta la traslazione delCarro. Obiettivo auspicato è cheTerlizzi e la magia del CarroTrionfale venga scoperta anchefuori le mura del paese, magarigrazie anche al tramite di parti-colari mezzi di propaganda oprogrammi televisivi, a sfondonazionale, specializzati nel pro-muovere siti, paesaggi e tradi-zioni di tutti’Italia. Messaggio ai lettori…Il mio messaggio non è rivoltosolo ai lettori, ma ai cittadini ter-lizzesi tutti: l’invito è quello dicontribuire con entusiasmo enel rispetto delle proprie possi-bilità, alla realizzazione deglieventi, versando una volontaria,ma altrettanto onerosa, oblazio-ne simbolica, che faccia da tas-sello al ricco mosaico d’iniziativein cantiere per tutti. Dare un’of-ferta è essere protagonista, atti-vo e responsabile, della nostrafesta, perché nessuno sia “pub-blico passivo” o peggio ancora“critico attivo”!

/Giovanna Ruggieri

Maria SS di Sovereto. / Foto di Michelangelo Vino

“Dove vai questa sera?Vado sulla lunaPosso venire con te...Ma lassù piove...”

Con queste parole tratte da unacanzone intitolata “Cinema” diLucio Dalla, recitate dalla voce diMarcello Mastroianni, traiamo ilfine di questo pezzo: toccare ilmondo attraverso gli occhi del ci-nema in una piccola realtà comeTerlizzi e in piccolo cinema dalnome molto lungo!Questo apparente ossimoro dato

da un monosala di 100 posti e daun nome molto lungo che lo sole-nizza, rappresenta l'elemento ca-ratterizzante del nostro cinema:il "Piccolo osservatorio universaleGarzia!Come per una vera e propria poe-sia, decido di parafrasare questolungo titolo grazie all'intervista ri-lasciata da Francesco Binetti, ge-store del cinema insieme ad Ar-cangelo Fumarola, soci di “Atropi-na” s.n.c. .Il significato di “piccolo” si desumeda sé ed allude a diverse espe-

rienze di successo come “il picco-lo” di Milano; “osservatorio”descrive questo cinemacome un luogo di ag-gregazione all'inter-no del quale è pos-sibile sognare,emozionarsi, ri-cordare, critica-re, guardare ilmondo in conti-nuo movimentoda diversi puntidi vista; "univer-sale" sottolinea laportata generale diciò che viene propostoa tutta la cittadinanza,senza che si respiri un'ariaelitaria e un po'claustrofobica di

/Giorgia Tricarico

Una “piccola” e “grande” realtà per Terlizzi

Page 7: il confronto maggio

7

culturamaggio 2011

/Anna Dicanio

Sarebbe dovuta essere unanormale intervista. Mi era statodetto, chiama Lina De Palo, in-contrala e fatti raccontare del-l’esperienza con i disabili del-l’AIAS. Lei ha scritto una com-media per loro che è andata inscena il 3 e il 10 Aprile 2011 nelsalone della Chiesa santa Mariadella Stella.Come generalmente avvienecon tutte le novità, mi prendoun po’ di tempo per prendereconfidenza con il nuovo. LinaDe Palo per me era una perso-na nuova. A ridosso della sca-denza del termine di consegnadei nostri articoli…una mattinagrigia mi faccio pervadere dalcoraggio di comporre quel nu-mero e chiamo Lina. La incon-tro nello stesso pomeriggio… eun universo indefinito di emo-zioni mi ha pervasa.Una donna quieta, mi accoglienella sua casa, mi ospita nellasua cucina…proprio come sefossi una di famiglia e tuttoquello che nella mia menteaveva fatto capolino per orga-nizzare il discorso sulla comme-dia….svanisce di fronte allapassione che Lina mi trasmettementre parla delle sue poesie,della musica che suona nellasua anima e che lei traduce inpoesie.Si, io chiedo della sua comme-dia e lei mi parla di poesie!!!Hocapito subito che voleva pren-dermi per mano e giungere co-munque a parlare della com-media ma seguendo la via dellesue emozioni. E’ una bella sensazione quellache mi regala… Mi racconta

come nel “da fare” quotidianocome mamma le corde della suaanima iniziano a suonare… e adun certo punto le fanno mettereda parte la madia delle tagliatellee le regalano la gioia di scriverle.Il coraggio di saper riconoscerequesta sua sensibilità e accettaredi tradurla… è stato l’inizio dellasua esplosione di emozioni. Miracconta di don Tonino, dellepoesie e lettere scritte per lui e alui, delle donne, della vita, in tuttele sue sfaccettature che lei ha rac-contato per come l’ha sentita.Mi racconta del suo incontro coni disabili dell’AIAS e delle comme-die scritte per loro…“Ce sciurnat”;

“La lettera”, “La giusta decisione” e“Un albero senza radici” rappre-sentata quest’anno.“Un albero senza radici” affronta iltema dell’adozione. Un figlio chescopre di essere stato adottato edè in prima battuta pervaso dallarabbia. Inevitabile lo scontro tra igenitori adottivi e lui, ma poi difronte alle gioie che la vita gli re-gala, una moglie e un figlio in ar-rivo si rasserena e conferma il suoamore per i genitori con cui lui ècresciuto.Lina ha scritto e seguito i ragazzidell’AIAS in tutta la fase prepara-toria la commedia. La definisce“un’esperienza bellissima perché i

ragazzi hanno recitato noncome “diversi” ma come attori.Molte parti sono state pensatead hoc per ciascuno di loro.Tutti hanno avuto il loro giustospazio. Hanno regalato emo-zioni forti, vederli lì impegnati efieri di se stessi è stato la miapiù grande soddisfazione”.La tenerezza che Lina mi ha tra-smesso, mi ha fatto pensare aduna frase di Madre Teresa diCalcutta… “una matita nellemani del Signore”… lo siamoun po’ tutti per chi ha fede…ma talvolta ho la sensazioneche qualche matita segni untratto più marcato!!!!

intellettuali cinefili affezionati alloro isolazionismo; "Garzia" cele-bra l'auditorium nel quale è situa-to.Il logo, altrettanto poetico e sug-gestivo, è stato disegnato da Cin-zia Caradonna, la quale ha citatoelegantemente un disegno di An-toine de Saint-Exupèry ne "II pic-colo principe", in cui vediamo ilmondo osservato dalle lenti diun binocolo. L'occhio, quasi inun panopticon, domina metafo-ricamente tutta la sala perché difronte allo schermo è appesa unagigantografia in viola-ocra del fa-moso fotogramma di Stanley Ku-brick in “2001: Odissea nello spa-zio".Il cinema sotto casa nostra, che haripreso la sua attività quattro annifa, rientra nel circuito regionale

“D’AUTORE”, finanziato dalla Re-gione Puglia con le risorse deifondi europei dell'Asse IV FESR2007/2013, spalmati nel biennio2010-2011. Questo progetto ècoordinato da Apulia Film Com-mission.“Il bilancio per il 2010 è risultatopositivo grazie alla fidelizzazionedei clienti che frequentano assi-duamente il nostro cinema, regi-strando un numero di presenzepari a 4.475. Questo dato ci con-sente di fare molte riflessioni suciò che avviene nel nostro paese ea pochi chilometri di distanza,dove si sono consolidate grandirealtà commerciali che avrebberopotuto schiacciare il nostro picco-lo cinema!” Francesco Binetti sot-tolinea che non hanno mai avver-tito la concorrenza con i multisala,

perché sin dall'inizio della loro at-tività hanno sempre inteso sug-gerire un cinema di qualità conl'obiettivo di restituire al cinemad'autore lo spazio e l'attenzioneche merita. Per questo, hannosempre opportunamente selezio-nato nelle programmazioni filmitaliani e stranieri diversi da quellipiù commerciali di “Multiplex UciCinema”. Il circuito d'autore ha fa-vorito sicuramente il nostro cine-ma che si dimostra, nonostante ledimensioni familiari, tecnologica-mente fornito di un sito informati-vo dettagliato e di una pagina fa-cebook aggiornati settimanal-mente sulla programmazione edotato di uno schermo 2k in baseall'accordo con il network “Digi-ma”.Non solo, il “Piccolo osservatorio

universale Garzia” è un contenito-re di eventi culturali che possonoriguardare il teatro e la musica. Direcente si è conclusa la stagionegratuita di proiezione di concertijazz di musicisti come Keith Jarrete Pat Metheny; e riaprirà nel bi-mestre Ottobre-Novembre. Tra leprossime iniziative si annoveranel mese di agosto, in collabora-zione con il Comune, una rasse-gna di cinema per ragazzi all'aper-to.A Terlizzi non abbiamo moltecose, ma quelle che abbiamodobbiamo saperle valorizzare,promuovere ed accrescere conl'impegno e l'interesse di tutti. Ioal Garzia mi sento a casa.

La regista Lina De Palo insieme agli attori, al termine della rappresentazione teatrale.

Page 8: il confronto maggio

8

cultura

NUMERI UTILI

Carabinieri : 112-3510152Polizia Municipale:3516014Comune: 3517099Enel:5414009Acquedotto:3516973Guasti Gas Metano: 3518574Stazione Ferroviaria Bari-Nord: 3512424

SANITÀPronto Soccorso:3516024Guardia Medica:3510042Pubblica Assistenza:3513838Protezione Civile:3513838

VIGILANZA NOTTURNOCentralino:3517139Pronto Intervento:340.9778861Vigilanza Campestre:3516197

Il 29 Aprile, presso il Chiostro delleClarisse, si è svolto il saggio finaledel laboratorio “Vorrei uscire ma ètutto così beige”, condotto da “VicoChiuso Teatro” (Raffaella Giancipolie Aurora Tota) e organizzato daKunst Terlizzi, con il patrocinio delComune di Terlizzi.Un’ interessante dimostrazione dilavoro del corso di teatro, che hacoinvolto un gruppo ben affiatatodi 12 ‘allievi’ tra ragazzi e ragazze.Tema che ha fatto da sfondo, èstato quello dell’Ossessione. C’èstato chi ha ‘giocato’ con i numeri,chi con i colori, chi con l’assillodella perfezione del corpo. E poiancora: chi ha il timore delle bam-bole, chi è spaventato dal ‘mondo’,chi si ‘scontra’ con la ‘folla’ della‘villa’, chi sottolinea l’importanzadella ‘Verità’ nella cronaca dei fattie nella loro crudeltà, chi prova lasensazione di essere intrappolatoin una ‘gabbia’ e trova conforto nelsonno e nel sogno, chi riversa le

sue energie nella Musica, la qualeaccompagna ogni momento dellavita di ciascuno. E chi considera ilTempo una variabile unica e singo-lare, ponendo l’attenzione sullafrenesia che oggigiorno ci caratte-rizza, ma al contempo dando risal-to al fatto che c’è ‘un tempo peramare, uno per agire’.Ben si sa che la presentazione alpubblico rappresenta il momentoultimo di un percorso che allevolte è intrapreso non tanto peresibire le proprie capacità agliesterni, il che può comunqueavere effetti positivi, poiché con-sente di vincere la timidezza, non-ché la ‘paura’ del giudizio altrui epermette di ‘mettersi alla prova’ incircostanze sotto stress, quantoper una crescita interiore del pro-prio io.Partecipare ad un laboratorio tea-trale è l’occasione, per chi la sa co-gliere, di essere travolto in un’espe-rienza intensa, incisiva e significati-

va, che possa talvolta aiutare espronare la propria verve creativain un modo sano, costruttivo e sa-lutare. Quindi teatro come ‘Terapia’ diver-tente e metafora conoscitiva delproprio essere. E l’argomento alla base, appunto l’Ossessione, ha ben funto da filoconduttore giacché tutti noi ab-biamo delle manie che ci rendonounici: quindi perché no, riderci su;o meglio, valorizzarle rendendolequalità che ci distinguono e allostesso tempo ci accomunano aglialtri?E’ d’obbligo un ringraziamento atutti coloro che rendono possibileil realizzarsi di iniziative culturali,nel caso specifico teatrale, ma chepossono anche essere mostre d’ar-te, concerti, poiché fanno sentire lanostra Terlizzi un centro pulsantedi vita, che tenta spesso, anche sea fatica, di emergere dal grigioreche di tanto in tanto la insabbia.

/Vincenza Urbano“

“Concluso il nuovo laboratorio teatrale

“Vico Chiuso Teatro”

“La mia città non ha ancoradeciso a cosa assomigliare”(Federico Dragogna)1 Maggio 2011: la CGIL di Terliz-zi ricorda l'impegno dell'atti-vità sindacale ed i traguardiraggiunti in campo economicoma non solo dai lavoratori allafine del XIX secolo organizzan-do un corteo (al quale ha parte-cipato anche il comitato terliz-zese “2 Si per l'acqua bene co-mune” sfilando per le strade delcentro con un'enorme fontanacreata con bottiglie di plastica),uno spettacolo bandistico “Eu-roband - Città di Altamura”, unpubblico comizio sul tema“Giovani, lavoro, dignità” e, in-fine, un concerto in Piazza Ca-vour.Quest'ultimo evento ha vistocome protagonisti della scena ilocali “Broken Cords” e soprat-tutto la giovane band alternati-ve rock milanese “I Ministri”, ar-rivati alla pubblicazione delloro quarto album ed attual-mente in giro per l'Italia con illoro Fuori Tour.Sono gli acuti, critici, provoca-tori,ribelli, politically incorrected irriverenti cantori della supe-romistica, nomade gioventù;

un gruppo che ha fatto parlare disé sin dagli esordi.Io e Federico Dragogna,chitarri-sta e seconda voce del gruppo,siamo seduti a gambe incrociate,l'uno di fronte all'altro, su dei gra-dini sporchi.Come mai ritenete che la no-stra generazione soffra dimancanza di coraggio e dellasindrome del “non mi convie-ne puntare in alto”?E' una domanda importante. So-stanzialmente ritengo che ci siauna tendenza a dimenticare cheesista un normale scorrere deltempo secondo il quale tuttiquelli che hanno tra le mani ilmondo in questo momento,sono prossimi alla morte (tranneforse qualche supereroe). Ilmondo prima o poi sarà comun-que nostro, e questa secondome è una cosa alla quale sipensa troppo poco. Tutta questaroba qua, le case, i governi sarànecessariamente nostra. E bastacon il credere che qualsiasi spa-zio che uno voglia ottenere sia ilfrutto di una richiesta da fare alGenitore-non biologicamenteparlando-. Nel resto d'Europanon è così: vivo in un quartiere aMilano che è pieno zeppo di an-

ziani, mentre in città come Pari-gi o Berlino (frequenti nei nostripezzi), anche se statisticamenteparlando ce ne sono probabil-mente in ugual numero, non sene vedono. A Berlino fare un fi-glio a ventun anni è quasi la nor-malità, ricordo le passeggiatefatte al Mauerpark gremito digiovani coppiette con bambini;a Milano una cosa del genereviene considerata scandalo.Questo significa avere dellereali, concrete responsabilità.Trovo non abbia assolutamentealcun senso che parte delmondo, soprattutto in Italia,debba essere decisa e condizio-nata da tutta questa gente. Equesta è la cosa che dobbiamocapire prima di tutto, prima diriappropriarci di ciò che è sem-pre stato nostro.Per cosa credete che la vostramusica si distingua? Sonorità,testi o quant'altro?Dovrei innanzitutto partire dalpresupposto di esser consape-vole del fatto che la mia musicasi distingua, ma non sono cosìpresuntuoso. Credo che ascolte-rei i Ministri soprattutto per laloro onestà. Ogni nostra canzo-ne è il frutto di tantissimo lavo-

ro, non lasciamo nulla al caso.Pur crescendo e migliorandocostantemente come band,noi non siamo mai cambiati, ilnostro linguaggio non è maicambiato, non ci nascondia-mo, non facciamo i preziosi,non abbiamo momenti in cuici pieghiamo a delle futili logi-che.Che significato attribuite al1 Maggio nel contesto italia-no attuale?E' una data molto importanteper noi. Anni fa, quando anco-ra nessuno ci chiamava, andaia noleggiare un generatore efacemmo addirittura un con-certo abusivo a Milano in Piaz-za Castello. Non ti nascondoche ci ha fatto una gran tri-stezza vedere il 1 Maggio aRoma partire con Finardi checanta l'inno d'Italia: nel 2011,in un paese come il nostro,unpaese privo d'identità e coe-sione…Crediamo di esser ormai difronte ad un'Italia diversa,un'Italia fatta di gente chevuol lavorare, un'Italia fattanon necessariamente da soliitaliani. Il 1 Maggio dovrebbeessere la festa dei lavoratori, edal nome stesso già travalicala questione della nazionalità.E' per questo che siamo quioggi.

/Clara Valente

Page 9: il confronto maggio

maggio 2011 cultura

Per tutto il mese di aprile presso lasede “TNTpost” in via San GiorgioMartire, in Bari si è tenuta la rasse-gna dal titolo “Time Space Casua-lity”, organizzata dalla Galleria ter-lizzese “Omphalos” di Cinzia Ca-gnetta e curata dall’artista Giusep-pe Pinto.All’esposizione hanno partecipatoalcune delle figure più interessan-ti del panorama artistico contem-poraneo; alcuni di loro per laprima volta in Italia, presentando

Da una parte una selezione d’ope-re che hanno una concatenazioneretinica con l'idea del trasporto-spedizione: la grande busta dipin-ta di Franz Baumgartner racchiu-de in un immagine tutta la storia erappresenta non solo ciò che è vi-sibile, ma anche le sue vicissitudi-ni attraverso il tempo e lo spazio emolto altro ancora… "OUR UNDERSTANDING IS COR-RELATIVE TO OUR PERCEP-TION".Su un altro versante invece unaserie di lavori che hanno un lega-me più concettuale con un’idea di“spazio attraversato” e “tempo tra-scorso”.In "Video-Stadio" di Paola DiBello un pilone-percorso dello

/Nicolò Marino Ceci

Arte promossa da Cinzia Cagnettae Giuseppe Pinto

lavori fotografici e pittorici, scultu-re, installazioni, video e pellicole.Pauline Bastard, Franz Baumgart-ner, Kaya Behkalam, Fausto Berta-sa, David RaymondConroy, Guil-lermina De Gennaro, Anne DeVries, Esteban Pastorino Diaz,Paola Di Bello, Katerina Drzkova ,Flatform, Tim Knowles, RobertoGarzia Hernandez, Jean-Luc Go-dard, Bartolomeo Migliore, RiyoNemeth, Fredrik Norén, AndyParker, RadioMentale, Inês Rebelo,Helmut Smits, Maria Taniguchi,Maria Theodoraki, Edward Clyde-sdale Thomson, Antonio Trotta,Damon Zucconihanno raccontato l’esperienza deltempo e dello spazio, secondo ac-cezioni e forme visive all'interno diun luogo che accoglie "cose" mo-mentaneamente. Il progetto è stato strutturato indue differenti "sezioni tematiche".“WHAT YOU SEE IS WHAT YOUSEE”.

stadio di S. Siro di Milano viene ri-preso a camera fissa, non a caso,mentre i tifosi defluiscono ani-mando l'architettura con il loromovimento. L'immagine sceglie li-beramente il formato verticale nelrettangolo dell'inquadratura co-stringendoci ad un ennesimo re-focussing consistente nel girare fi-sicamente lo schermo televisivoper poter vedere l'immagine….. Impossibile, nelle colonne di que-sto giornale elencare i lavori ditutti gli artisti, le emozioni che tra-smettevano al fruitore. Ci piacesottolineare come una galleriad’arte terlizzese sia stata apprez-zata nel capoluogo pugliese, perla grande capacità organizzatricee l’innovativa formula espositrice.Ci auguriamo che anche la nostracittà, nel prossimo futuro, si apradi più all’arte, che in tutte le sueforme, affina lo spirito ed avvicinaalla bellezza del Creato.

Page 10: il confronto maggio

scuola

Riceviamo e pubblichiamo letteraaperta alla città Siamo gli alunni della Scuola Seconda-ria di I grado “Moro – Fiore” e frequen-tiamo la classe II C.In quest’ultimo periodo, guidati dai no-stri insegnanti, abbiamo analizzato unodei problemi più trattato dai massmedia: l’ambiente e, in particolare, l’in-quinamento. Questo argomento ci hamolto incuriositi e ci ha spinto a verifi-care sul nostro territorio le problemati-che affrontate. Siamo partiti dall’osservazione dellestrade urbane, delle aiuole, dei giardini,fino ad ampliare il nostro sguardo sullestrade extraurbane.Quando andiamo in giro non ci badia-mo molto alla condizione della nostracittà, siamo molto presi da altro e di-stratti, la visione delle foto scattate dainostri compagni e dalla nostra inse-gnante di scienze ci ha scioccati.Ci siamo chiesti: è questa la città chevogliamo? Noi cittadini amiamo vera-mente la nostra città? Siamo consape-voli che essere cittadini significa averenon solo diritti, ma anche doveri da ri-spettare? Ahinoi!!Pensiamo di aver dimenticato che è unnostro dovere, una responsabilità dinoi tutti rispettare l’ambiente in cui vi-viamo.Quante volte, pur avendo a disposizio-ne i cassonetti della spazzatura, lascia-mo i rifiuti ovunque e quante volte, di-menticando i cestini lungo la strada,buttiamo carte, fazzolettini, cicche di si-garetta per terra o, ancor peggio, na-scondiamo le cartacce nelle siepi, pen-sando che la strada sia il nostro “casso-netto della spazzatura” o il nostro “po-sacenere”Riteniamo sia arrivato il momento, pertutti, di “ VOLTARE PAGINA”, di sradicarequelle cattive abitudini che ci con-traddistinguono.Bastano pochi gesti: buttare le cicche inun pacchetto di sigarette vuoto, utiliz-zandolo come portacenere personaleda passeggio, gettare i fazzoletti nel ce-stino o tenerli in tasca, se compriamoqualcosa da mangiare, evitiamo di but-tare la confezione vuota ovunque citroviamo ma portiamola a casa se nontroviamo cestini sul nostro cammino. Non ci vuole molta fatica per rendereTerlizzi, la nostra città, una città piùbella e degna di noi cittadini.Se veramente amiamo la nostra città,un piccolo mattoncino nel puzzle piùgrande, qual è la TERRA, e desideriamorestituirla ai nostri figli come l’hanno ri-cevuta “in prestito” i nostri genitori,dobbiamo imparare anche a rispettar-la, partendo dai piccoli gesti e arrivan-do attraverso la raccolta differenziatafino al riciclaggio dei materiali.Tutto questo farebbe risparmiare unagrande quantità di materie prime e dienergia.Eppure, se dovessimo chiedere ai citta-dini terlizzesi quanti effettuano la rac-colta differenziata, pochi ci risponde-rebbero di si; molti, invece, ci direbberoche è scomoda, è inutile se è fatta soloda alcuni.A questi rispondiamo che quei pochi

potrebbero diventare centinaia e poimigliaia.Se così non fosse, anche la nostra cittàpotrebbe essere sommersa, come Na-poli, dalla spazzatura, dal fetore nau-seabondo e da materiali tossici lasciatisulle strade extraurbane come si vedenelle foto realizzate.Vorremmo forse che i nostri figli venis-sero soffocati dalla nostra stessa spaz-zatura e uccisi dalle sostanze nociveche giorno dopo giorno disperdiamonell’ambiente?Nella nostra attività abbiamo incontra-to l’Assessore alle politiche ambientalidi Terlizzi, Dottssa De Leo Gabriella, ab-biamo parlato e le abbiamo chiesto difare di più per questo problema.Se la città è sporca dipende molto daicomportamenti dei suoi cittadini.Forse, però, i cittadini vorrebbero sape-re meglio come stanno le cose a propo-sito di rifiuti, di raccolta differenziata, diraccolta dell’organico, di amiantoetc…, vorrebbero essere certi che illoro sacrificio porti a dei vantaggi per lacomunità e per se stessi; ci vorrebbepiù comunicazione/informazione,maggiore controllo e la possibilità dipremiare chi fa il proprio dovere e puni-re chi usa comportamenti sbagliati. Icestini ci sono ma non li usiamo. Pensa-te!!!Se realizzassimo il proverbio “l’unionefa la forza” e ai cittadini terlizzesi si unis-sero anche quelli di Bari e poi della Pu-glia, costruiremmo una vera e propriaoasi e diventeremmo, così, un modelloper il resto del Mondo (come la città diFriburgo in Germania).Pensate che sia impossibile? Noi voglia-mo crederci!A questo proposito, vogliamo citare iversi del poeta turco Nazim Hikmet:“NON VIVERE SU QUESTA TERRA COMEUN INQUILINO, VIVI IN QUESTOMONDO COME SE FOSSE LA CASA DITUO PADRE”, per imparare tutti adamare, rispettare e salvaguardare la na-tura in tutta la sua bellezza, perché è ilpiù bel dono che Dio ci ha fatto.Noi ragazzi siamo abituati a sognare,ma con l’impegno e la volontà di tutti, ilsogno potrebbe diventare realtà e allo-ra sì, saremmo orgogliosi di essere cit-tadini di questa città e del mondo.Abbiamo deciso di impegnarci a nonsporcare la città e a fare la raccolta dif-ferenziata nelle nostre famiglie. E voi?

I ragazzi per l’ambiente e la città puli-ta S.S.di I grado “Moro – Fiore” classeIIC

Page 11: il confronto maggio

11

il sottile filo dei ricordimaggio 2011

Alessano 18 marzo 1935 - Molfetta 20 aprile 1993Monsignor Antonio Bello, per tutti don Tonino, nasce adAlessano, un piccolo paese della Puglia, nel Salento, il 18marzo 1935. Figlio di un carabiniere e di una casalinga, tra-scorre l'infanzia nel paese natio e conosce da subito il do-lore provocato dalla perdita di persone care, a causa dellamorte dei fratellastri e del padre.Ben presto si fa strada nel suoanimo ‘la vocazione’. Intrapren-de gli studi teologici presso iseminari di Ugento e di Molfet-ta, è ordinato sacerdote l'8 di-cembre 1957. Comincia a muo-vere i primi passi nella diocesidi Ugento-Santa Maria diLeuca. Due anni dopo conse-gue la licenza in Sacra Teolo-gia, presso la Facoltà Teologicadell'Italia Settentrionale. Nel 1965 discute, presso laPontificia Università Latera-nense, la tesi intitolata: I con-gressi eucaristici e il loro signifi-cato teologico e pastorale.Nel frattempo gli viene affidatala formazione dei giovani,presso il seminario diocesanodi Ugento, del quale è per 22anni vicerettore. Dal 1969 è as-sistente dell'Azione Cattolica evicario episcopale per la pasto-rale diocesana. Nel 1978 il Ve-scovo Michele Mincuzzi lo no-mina amministratore della parrocchia Sacro Cuore diUgento. L'anno successivo è parroco della Chiesa Matricedi Tricase. Mostra particolare attenzione nei confronti degliindigenti e istituisce la Caritas promuovendo un osservato-rio delle povertà.Il 10 agosto 1982 è nominato Vescovo della diocesi di Mol-fetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi. Riceve l'ordinazione epi-scopale il 30 ottobre 1982 dalle mani di Mons. Mincuzzi,Arcivescovo di Lecce e già Vescovo di Ugento-Santa Mariadi Leuca, consacranti il Vescovo Aldo Garzia, che aveva la-sciato pochi mesi Molfetta e l'Arcivescovo Mario Miglietta,della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.Sin dagli esordi il Ministero Episcopale di Mons AntonioBello è caratterizzato dalla rinuncia a quelli che considera i‘segni del potere’. Si fa chiamare don Tonino. Utilizza un Pa-storale in legno. Veste semplicemente. Utilizza un’autoumile, che gli viene donata dai suoi fedeli. Accoglie pressoil Seminario i più bisognosi e non disdegna l’utilizzo di pa-role semplici, pur di arrivare al cuore della gente. Ha unacostante attenzione per gli ultimi. Promuove la costituzio-ne di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi.Fonda una Comunità per la cura delle tossicodipendenze aRuvo. Lascia sempre aperti gli uffici dell'Episcopio perchiunque voglia parlargli o abbia bisogno di un luogo pertrascorrere la notte. Questo suo agire non è condiviso appieno dalla Chiesa. Permolti è il ‘Vescovo scomodo’.Nel 1985 è indicato dalla Presidenza della Conferenza Epi-scopale Italiana a succedere a Mons. Luigi Bettazzi, Vesco-vo di Ivrea, nel ruolo di guida di Pax Christi, il movimentocattolico internazionale per la pace. In questa veste sispende instancabilmente per combattere l’idea della guer-ra. Lo scontro con gli uomini politici si fa durissimo durante gli

anni in cui è Presidente di Pax Christi, soprattutto quandocomincia la sua battaglia contro l’installazione degli F16 aCrotone e degli Jupiter a Gioia del Colle. Promuove unavera e propria campagna per il disarmo. Dopo i suoi inter-venti sulla guerra del Golfo, viene addirittura accusato diincitare alla diserzione.

A seguito dell'unificazione dellediocesi di Molfetta, Giovinazzo,Terlizzi e Ruvo, il 30 settembre1986 è nominato primo Vescovodella nuova circoscrizione eccle-siastica pugliese. Nel settembre1990 fonda a Molfetta, coadiu-vato dal movimento Pax Christi,la rivista mensile Mosaico diPace.La malattia comincia ad affac-ciarsi, con segni evidenti. E’ visi-bilmente sofferente in volto.Benché già operato di tumoreallo stomaco, il 7 dicembre 1992parte, insieme a circa cinque-cento volontari, da Ancona,verso la costa Dalmata, dallaquale inizia una marcia a piediche lo porta dentro la città di Sa-rajevo, da diversi mesi sotto as-sedio serbo a causa della guerracivile. L'arrivo nella città assedia-ta, tenuta sotto tiro da cecchiniserbi, sono un pericolo per i ma-nifestanti, è caratterizzato da

maltempo e nebbia. Don Toninoparla di ‘nebbia della Madonna’ celebrata, appunto, in data8 dicembre.La malattia si fa sempre più grave. Muore il 20 aprile 1993a Molfetta.Al funerale partecipano migliaia di fedeli. Per tutti don To-nino è il Vescovo destinato a diventare santo.Il 27 novembre 2007 la Congregazione per le Cause deiSanti avvia il processo di beatificazione. Il 30 aprile 2010 siè tenuta la prima seduta pubblica nella cattedrale di Mol-fetta, alla presenza di autorità religiose e civili, tra cui il Pre-sidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che è stato suoamico ed il Vescovo di Potenza Mons. Agostino Superbo.Moltissimi gli scritti che ci ha lasciato, tutti di contenutoprofondo, con riflessioni capaci di penetrare l’animo anchedei meno credenti.Ne citiamo solo alcuni: Alla finestra della speranza Ed. S.Paolo, Cinisello B., 1988. Sui sentieri di Isaia, La Meridiana,Molfetta, 1990. Scrivo a voi… lettere di un vescovo ai catechi-sti Dehoniane, Bologna 1992. Pietre di scarto La Meridiana,Molfetta, 1993 Stola e grembiule Ed. Insieme, Terlizzi, 1993.Scritti su don Tonino sono invece: Un pane ed una tenda pertutti. Don Tonino Bello presenza e profezia Tricase (Lecce),1993. Don Tonino Bello, servo di Cristo sul passo degli ultimi,Ed. Luce e Vita Molfetta 1994. Don Tonino, fratello vescovo,Ed. Paoline, Milano 1994. Rami d’ulivo. Recital per don Toni-no Bello Ed. Insieme Terlizzi, 1995.In rete sono moltissimi i siti web dedicati a don Tonino. La sua effige di uomo sorridente che trasmette pace e se-renità è sempre più presente nel mondo contemporaneo. Per chi lo ha conosciuto, don Tonino resta un fulgido esem-pio di uomo, che si è donato agli altri fino all’ultimo respi-ro. L’artista terlizzese Pietro De Scisciolo sta realizzando unascultura bronzea per la sua città natale, Alessano.

/Maria Teresa De Sciscioloe Gero Grassi

Page 12: il confronto maggio

12

scuola

“Minuti per la vita”. Ecco lo slo-gan del progetto a cui abbiamoaderito noi alunni delle terzeclassi della scuola secondaria diI° grado “Moro-Fiore” di Terlizzi. Èstato ideato e condotto, gratui-tamente, dai responsabili delpersonale infermieristico delS.E.U.S. 118 della postazione diTerlizzi, guidati dal Dott. DeManna F. Paolo.Il corso, finalizza-to alla promozio-ne e divulgazionedella cultura dellasalute e sicurezzasul lavoro, ha pre-visto attività for-mative per la ge-stione delle emer-genze di vita quo-tidiana.La durata com-plessiva è stata didieci ore distribui-te in orario anti-meridiano tra feb-braio e marzo. Leconoscenze teori-che e pratiche suelementi di primosoccorso come fe-rite, traumi, ustio-

ni, shok, congelamento, assidera-mento, colpo di sole, gli elementidi base di rianimazione cardio-pol-monare hanno arricchito il nostrocurricolo scolastico.Seguendo attentamente e ren-dendoci protagonisti abbiamo ap-plicato su alcuni manichini le no-zioni di pronto soccorso. È stato in-teressante visitare l’interno di

un’ambulanza ed usufruire dellestrumentazioni misurando lapressione del nostro corpo.Il giorno 16 aprile abbiamo rice-vuto l’attestato di partecipazio-ne alla presenza del Dott. F.P. DeManna e del Dott. T. Volpe chevogliamo ringraziare per la di-sponibilità e la pazienza profusa.La docente incaricata di Funzio-ne Strumentale pf.ssa TempestaRosa.Gli alunni delle classi terze

Alla ‘Moro-Fiore’ nozioni di salute e sicurezza

Dal 1 settembre 2010, con l’ iniziodel nuovo anno scolastico, il ruolodi dirigente della scuola elementa-re. S. G. Bosco di Terlizzi, non è piùricoperto dal prof. Vittorio Visaggi,ma dal prof. Giovanni De Nicolo.Ha 60 anni, laureato in ingegneria.Per 30 anni è stato docente e da unpaio d’anni ricopre il ruolo di diri-gente. L’anno scorso era in unascuola elementare di Bari, quartieres. Gerolamo.Qual è l’offerta formativa attua-le?Siamo in un periodo particolar-mente difficile, perché i tagli sonoabbastanza pesanti e ci hanno ri-dotto di parecchio, sia il temposcuola, che i docenti. Ad ognimodo, attualmente, si offre la pos-sibilità di scelta tra il tempo pienoe il tempo normale, anche se pur-troppo per quanto riguarda iltempo pieno ci sono difficoltà, inquanto al 90 % non riusciremo ametterlo in atto l’anno prossimo,

sempre per via dei tagli e lenuove classi saranno di temponormale. Offerta curriculare e progettiper gli alunni:Per l’offerta curriculare eseguia-mo quanto previsto dalle indica-zioni nazionali; mentre per l’extraabbiamo messo in atto diversiprogetti, tra i quali qualcuno fi-nanziato dalla Regione. Per esem-pio il progetto: “Diritti a scuola”che ci ha dato la possibilità diavere sei docenti aggiuntivi di ita-liano che affiancano i docenti cur-riculari, per migliorare le compe-tenze linguistiche dei ragazzi. Ab-biamo avuto anche tre collabora-tori scolastici con lo stesso pro-getto: è una risorsa in più inquanto per come è fatta questascuola a padiglioni, comporta unanotevole esigenza di collaborato-ri. Per l’anno prossimo non sap-piamo se il progetto verrà ripro-posto dalla regione, in tal caso la

nostra intenzione è di ripresenta-re la candidatura.Altri progetti finanziati dalla re-gione?Abbiamo avuto da qualche gior-no notizia che è stato approvato ilprogetto: “Cicli attivi”, sempre fi-nanziato dalla Regione, riguar-dante l’educazione alla mobilità.Dovrebbe considerarsi una riedi-zione del progetto Piedibus diqualche anno fa e sarà a cavallotra questo e il prossimo anno sco-lastico.E ancora…Abbiamo attivato altri progetti: ilprogetto carnevale al quale ab-biamo partecipato come scuola,ilprogetto majorettes e il progettocoro. Un po’ carenti siamo statinell’ambito dell’attività motoriaperché abbiamo avuto delle diffi-coltà nelle autorizzazioni comu-

nali ma per l’anno prossimo mi ri-prometto di recuperare per quan-to possibile. Infine è in corso unprogetto particolarmente svilup-pato dalla scuola dell’infanzia, dalplesso di Viale Pacecco, in collabo-razione con la FI.DA.PA. Questo èdenominato: “ L’albero dei sogni”.E per quanto riguarda i docen-ti?Vorrei sottolineare che da unpunto di vista formativo dei do-centi alcuni hanno frequentatoun corso sulla mobilità sull’educa-zione stradale, al quale si collegail progetto che faremo (Piedi bus).Sono due binari paralleli: da unlato cerchiamo di migliorare i ra-gazzi e dall’altro di ottimizzare leprofessionalità dei docenti. Alcu-ni docenti si sono iscritti al corsoper potenziamento di nuove co-noscenze e metodologie nellamatematica, altri stanno frequen-tando corsi di preparazione per lescienze: la scuola si sta muovendoin maniera abbastanza dinamica.La scuola materna ha frequentatocon una buona percentuale di do-centi il progetto: “Globalismo af-fettivo” riguardante una nuovametodologia didattica per impa-rare precocemente la letto- scrit-tura dei bambini dell’infanzia.Sempre nel l’ambito dell’infanziaè in atto il progetto nuoto, pressola piscina comunale di Molfetta.Voglio ricordare che molti proget-ti sono autofinanziati dai genitori,diversamente non avremmo po-tuto realizzarli. Per il prossimo anno cosa c’è incantiere?Per il prossimo anno stiamo predi-sponendo i progetti a finanzia-mento europeo per il migliora-mento delle attrezzature. Inten-diamo cioè creare un laboratoriodi scienze e matematica, uno lin-guistico, attrezzature multimedia-li come computer e affini, e un la-boratorio di musica al fine di in-crementare queste attività. Paral-lelamente stiamo predisponendoaltri progetti di formazione per idocenti sempre a finanziamentoeuropeo: una prima idea è di rea-lizzare un paio di corsi di informa-tica e un corso d’inglese (per do-centi e personale amministrativo).Per i ragazzi invece sono previsticorsi di formazione di italiano,matematica e scienze. Abbiamopensato, inoltre, di chiedere dipoter ottenere un finanziamentoper una proposta formativa checontiene un pacchetto di sei mo-duli dove gli obiettivi possono es-sere i più vari: musica e teatro adesempio. Attraverso queste atti-vità si cerca di migliorare la moti-vazione allo studio e di riflesso ot-tenere un miglior rendimento deiragazzi.

Dimostrazione di primo soccorso durante il corso

/Adriana Gesmundo

Page 13: il confronto maggio

maggio 2011 scuola

13

Il I Circolo Didattico “Don PietroPappagallo” di Terlizzi, direttodalla Prof.ssa Margherita AnnaBufi, ha organizzato tra i progettiextracurricolari, previsti per l’an-no scolastico 2010-2011, i corsi“Computer amico mio” per i bam-bini di cinque anni, delle scuoledell’infanzia appartenenti al Cir-colo. Nella Scuola dell’Infanzia si pon-gono le basi del successivo sape-re di ogni singolo individuo, percui anche la formazione allenuove tecnologie non può cheprendere avvio da questo ordinedi scuola. Obiettivo prefissato èstato quello di avviare i piccoli allaconoscenza di tecnologie multi-mediali rendendoli soggetti di unpercorso educativo con approc-cio creativo e non solo tecnologi-co. I corsi hanno permesso a ognialunno di esplorare direttamenteil computer e le docenti hannoelaborato percorsi e strategie chehanno avvalorato sul piano peda-gogico il mezzo informatico ac-compagnandone l’uso ad ade-guate forme di mediazione didat-tica. L’approccio attivo a questa

realtà virtuale ha visto gli alunniprotagonisti del processo di ap-prendimento, liberi di sperimen-tare, sbagliare e cercare nuove so-luzioni. Lo spazio dato all’usodelle nuove tecnologie non ha li-mitato i processi di socializzazio-ne anzi, il computer è diventatomomento di aggregazione. Dopole attività iniziali che hanno tesoalla familiarizzazione del compu-ter e delle sue periferiche, si è mi-rato all’uso del mouse e della ta-stiera, alla conoscenza dei pro-grammi Word e Paint che hannoofferto nuove e significative op-portunità per l’affinamento dellecapacità percettive plurisensorialie per lo sviluppo delle competen-ze creative. Tutto il percorso co-progettato fra insegnanti e bam-bini e fra bambini e bambini in iti-nere, è stato caratterizzato da ungrande entusiasmo che ha contri-buito al successo dell’esperienza.

COMPUTER AMICO MIO/Giovanna Volpe

Lunedì 9 Maggio si è tenuta, la seconda parte delprogetto: “L’albero dei sogni” a cura della Scuoladell’Infanzia “Viale Pacecco” II° Circolo di Terlizzi incollaborazione con la FI.DA.PA (Federazione Italia-na Donne Arti Professioni Affari) e la Sezione diTerlizzi- Distretto Sud-Est Commissine Carta dei Di-ritti della Bambina. L’incontro si è tenuto pressol’Aula Magna della Scuola Elementare S. G. Boscoin Via Millico,13. Hanno preso parte all’evento:Paola Rutigliano Presidente FIDAPA Sezione di Ter-lizzi, il Sindaco Vincenzo Di Tria, Lucia Moccia Pre-sidente Distretto Sud-Est FIDAPA. Ed ancora: Nicla Marangelli Respon-sabile Commissione Sud-Est Carta dei Diritti delle Bambine, GiovanniDe Nicolo Dirigente della Scuola S. G. Bosco, Nunzia Tarantini DirigenteScolastico Liceo “T. Fiore e Gabriella Vaglieri Responsabile CommissioneNazionale Carta dei Diritti delle Bambine e Rosa D’Onofrio Tesoriera Di-stretto Sud-Est Fidapa.

L’albero dei sogni/Adriana Gesmundo

E’ questo l’acrostico affisso sulla pa-rete del salone della Scuola dell’In-fanzia “Via Tripoli” di Terlizzi, che haaccolto il progetto di formazione“Globalismo affettivo: una nuova ri-sorsa metodologica-didattica” orga-nizzato il 26 marzo e il 2 aprile dal ICircolo Didattico Statale “Don PietroPappagallo” diretto dalla Prof.ssaMargherita Bufi in collaborazionecon il II Circolo Didattico “San Gio-vanni Bosco” di Terlizzi, il III CircoloDidattico “E. Fieramosca” di Corato eil Comune di Terlizzi – AssessoratoP.I.Il globalismo affettivo diretto aibambini di 4/5 della scuola dell’In-fanzia in continuità con la Scuola Pri-maria è un nuovo e affascinante me-todo di avvio alla letto-scrittura ela-borato dal Prof. Vito De Lillo.Il metodo, che abbraccia tutte lesfere della persona umana, l’alunnonella sua totalità, ha visto sino adoggi, coinvolte più di duecentoscuole e più di tremila bambini. E’ unmetodo flessibile: ogni docente hal’occasione di diversificarlo, in basealle esigenze dei singoli alunni, poi-ché può essere personalizzato e am-pliato nella misura in cui l’insegnan-te ci crede. Tramite tecniche specifi-che riesce anche a prevenire formedi disgrafia e dislalia. I bambini vivo-no attraverso le “storie delle lettere”una esperienza variegata e moltepli-ce. Per ogni lettera dell’alfabeto ilmetodo prevede una storia i cui per-sonaggi, dopo un succedersi diesperienze fantastiche, al terminedella stessa si trasformano nella spe-

cifica forma delle singole lettere.Dopo l’ascolto partecipativo che di-venta un momento in cui tutti i bam-bini possono intervenire, vi è la visio-ne della storia che dà consapevolez-za di quello che hanno vissuto ehanno già dentro di loro. Segue ladrammatizzazione del racconto, laverbalizzazione, la verifica della com-prensione, la rappresentazione grafi-co-pittorica, la compilazione delleschede, i giochi interattivi al compu-ter, il gioco del robot, la lettura e lascrittura del fonema, della sillabafino ad arrivare alla parola. Con il me-todo del globalismo affettivo ognilettera è interiorizzata e ricordataperché associata all’evento fantasti-co che l’ha generata. Esso favoriscela maturazione dei bambini sulpiano mimico-gestuale, emotivo ecognitivo, in quanto sono stimolaticontemporaneamente sul canaledell’ascolto e dell’autoascolto, affet-tivo, motorio, visivo, verbale e nonverbale. Tale metodo fonematico -informatizzato risulta affascinante einteressante, rispondente in ognimomento alle reali capacità appren-ditive dell’alunno e quindi senzadubbio formativo in una scuola chediventa altamente attraente che svi-luppa una fortissima motivazionesuscitando negli alunni interesse edesiderio di operare continuamentesino a raggiungere l’autonomia nellaletto-scrittura.

Una nuova risorsa metodologica didattica

Globalismo affettivo

/Giovanna Volpe

Che cosa è il “globalismo affettivo”?Giochi AttivitàLiberi FacilmenteObiettivi FlessibileBrillanti EAlfabetizzazione TantoLudica TantoImportante InteressanteSperimentazione VivaceMeravigliosa OperositàOpportunità

Page 14: il confronto maggio

14

scuola/storia

L’11 e 12 maggio è stato a Ter-lizzi Renzo Caponetti – Presi-dente dell’Associazione Anti-racket “Gaetano Giordano” diGela (Caltanissetta).Ad ospitarlo è stato il I Circolo“Don Pietro Pappagallo”, nel-l’ambito del PON dal titolo“LE(g)ALI Al SUD: un progettoper la Legalità in ogni scuola”,avente come partner l’Associa-zione “Libera – contro lemafie”. Secondo Margherita Bufi – Di-rigente Scolastico del I Circolo:“si tratta di una nuova tipolo-gia di Pon all’interno dellescuole primarie. Si articola indue anni e nel corrente anno

scolastico il progetto interessa23 bambini di 3° e 4° elementa-re”. Per quanto riguarda la ve-nuta di Caponetti, Bufi ha con-tinuato: “ il sig. Caponetti si ègià mostrato una personamolto attenta e disponibile;sono molto soddisfatta di que-sto progetto, che non è fine ase stesso ma anzi si colloca nel-l’ambito dei principi fonda-mentali della nostra scuola:educazione alla legalità e allaCostituzione; cittadinanza atti-va; rispetto degli altri, dei benicollettivi e delle istituzioni,sono tutti valori che vogliamotrasmettere ai nostri piccolialunni.”Imprenditore di lungo corso,Renzo Caponetti è stato unodei primi a ribellarsi alla tristelogica del pizzo nella Gela deglianni ’80, ostaggio della mafia edella “Stidda” – più nota come“mafia dei campi”. Nel 2005 hafondato l’Associazione Anti-racket e da allora ha portatooltre 100 imprenditori gelesi adenunciare gli esattori dellamafia, per un totale di oltre 900arresti. Oggi vive sotto scorta e si spo-sta di città in città, di scuola inscuola per raccontare la suapersonale esperienza e persensibilizzare i giovani alla vita,alla libertà e alla legalità.

/Nicolò Marino Ceci

Per un P.O.N. sulla Legalitàdella Scuola Pappagallo

Renzo Caponetti

Nasce a Terlizzi il 18 gennaio1896, da contadini. Conosce finda ragazzo il duro lavoro deicampi. Alterna lo studio e il lavo-ro, rinunciando al gioco e alla fre-quentazione di altri ragazzi finoall’età di 18 anni, quando ottieneun impiego nelle Ferrovie delloStato. Si iscrive alla facoltà di In-gegneria Industriale presso l’U-niversità di Napoli. Muore a Na-poli l’8 settembre 1966.A 19 anni perde il padre, per cuideve mandare una parte consi-

stente del proprio stipendio allafamiglia e ai fratelli, che subito fatrasferire a Napoli.Allo scoppio della Prima GuerraMondiale, Colasanto è inviato alfronte, dove a seguito di feriteviene riconosciuto ‘invalido per-manente’ per una grave meno-mazione all’udito.Per la sua convinta formazionecattolica, prende a frequentare silega al lavoro sindacale, con-fluendo nel 1918 nel CIL e dive-nendo membro del Consiglio

Nazionale. Diventa amico diAchille Grandi e di GiovanniGronchi, il futuro Presidentedella Repubblica Italiana.Nel 1921 è eletto Segretario Ge-nerale dell’Unione del lavoro diNapoli e designato Segretariodella Giunta Diocesana di AzioneCattolica. La sua funzione diprimo piano gli viene tranciatadal Fascismo che lo costringe arientrare nel privato.Appena liberata Napoli, divieneDirettore de ‘Il domani sociale’ ede ‘Il ferroviere’. Intanto si dà dafare per raccogliere le fila del‘Sindacalismo bianco’ e passanella Presidenza Nazionale ACLI.Alle elezioni del 18 aprile 1948 èeletto Deputato nella Circoscri-zione di Napoli per la D.C. conoltre 42 mila voti di preferenza eresta alla Camera riconfermatofino alla morte. Guidando la CISL dal 1948 al1958, nel lavoro parlamentare isuoi interventi riguardano ingran parte il Sindacato, figuran-do nella corrente D.C. di ‘ForzeNuove’. Ricopre l’incarico di Sot-tosegretario ai Trasporti nel Go-verno Segni.Il suo Sindacalismo è radicato inquella autentica tradizione po-polare e cristiana, che contrasse-gna l’opera di Don Luigi Sturzo,di Alcide De Gasperi e di AchilleGrandi.La chiave della sua politica per ilMezzogiorno fa perno sull’uomoe sta nell’inquadramento deiproblemi nelle categorie del co-stume. Persona ardente e bona-ria, coerente e generosa, oltreche tenace nel bene, l’on. Dome-nico Colasanto ha sempre ispira-to in vita universale simpatia.Per il concittadino il tema è sem-pre lo stesso: nel campo sindaca-le, in quello cooperativo e nell’a-gone politico egli si sente sem-pre votato alla causa della giusti-zia e al servizio dei poveri. Legenti del Sud, contadine e ope-raie, sono l’oggetto quotidianodelle sue preoccupazioni. Sì,anche quelle contadine: si ricor-dano i suoi interventi per i con-tratti agrari e per l’estensionedell’assistenza sanitaria ai Colti-vatori Diretti.“Non sono statalista, né antista-talista” dichiara nel discorso sullanazionalizzazione dell’energia, epiù avanti ammonisce che “ognistatalismo eccessivo abbassa ladignità e la libertà dell’uomo, e

anche solo per questo viola lagiustizia”.Ha la freschezza del fanciullo el’entusiasmo del ventenne.La sua fede religiosa è chiara esemplice, senza interrogativi esenza turbamenti: un dono, iopenso, conseguito come premioper del suo amore per il prossi-mo e specialmente per il povero. La sua vita, l’on. Domenico Cola-santo la vive in seno alla sua fa-miglia modesta, ma ricca ditanto affetto cristiano. Nato,come tanti di noi, da famiglia po-vera, non si arricchisce. Muorepovero.Perché nessuno dei terlizzesi ‘lodimentichi’, chiudiamo questosuo profilo ricordando un passod’un suo intervento alla Cameradei Deputati sul problema delsuo e nostro Mezzogiorno, quan-do egli si richiama al ‘Discorsodella Montagna’. E conclude così:“Cerchiamo il bene, operiamo ilbene. Il resto ci sarà dato pergiunta!”.Terlizzi gli ha dedicato una stra-da.Alla morte di Domenico Colasan-to, il Ministro Silvio Gava ha scrit-to per la casa editrice SPES unlibro che narra la sua vita.Nelle elezioni comunali del 1952Colasanto è invitato a scenderein lista nella DC di Terlizzi. Purnon vivendo a Terlizzi, accetta, fail capolista e risulta primo elettocon 750 preferenze. Frequentaanche il Consiglio Comunale du-rante ilk quadriennio in cui è Sin-daco monarchico il prof. AntonioLa Tegola.Quando l’on. Gero Grassi, con ilsen. Franco Marini, ha parlato diDomenico Colasanto già Segre-tario Nazionale CISL, questi cosìha ricordato il concittadino: “DonMimì, il Maestro mio e di tantissi-mi Cislini. Un grande Uomo.”

Fondatore della CISL del Mezzogiorno /prof. Giuseppe Grassi

L’on. Domenico Colasanto

Page 15: il confronto maggio

15

storia/politicamaggio 2011

Il Monastero di S. Anna, ogginoto come “Monastero delle Cla-risse” ha una storia remota, la cuiorigine risale al lontano 1599,anno in cui Hernando Escobar,facoltoso funzionario del gover-no, residente in Terlizzi, dettavale sue volontà testamentarie alnotaio Flamminio Marchio. Morendo senza figli, il de cuiusdevolveva “per rimedio dell’ani-ma sua” parte del suo asse eredi-tario all’erezione di un monaste-ro di monache. Infatti, nel 1618, sicompivano le volontà del testa-tore, per mezzo di Bisantia Bri-gazza, moglie del defunto Esco-bar, che di comune accordo coisuoi figli Antonio e Alvaro, face-va “assignamento di alcuni benistabili, annui censi, censamenti etaltri beni per l’edificazione di unMonastero di Moniche”. Ai fondiofferti dalla famiglia Escobar con-

correvano, all’edificazione delmonastero, le oblazioni volonta-rie di altri cittadini devoti…tutta-via non si è a conoscenza dellaprecisa data di edificazione dellostabile. La scelta del sito dovevagarantire la sicurezza delle mo-nache e pertanto ricadde entrole mura, con più precisione sullastrada principale che dal centrodella “civitas” dovesse condurrealla “porta del lago”.Completati i lavori d’edilizia delmonastero, perché fosse agibilein quanto tale, occorreva l’indi-spensabile decreto di erezionecanonica dello stesso da partedella Sacra Congregazione deiVescovi e Regolari, per concede-re l’istituzione della clausura.Solo dopo anni di vicissitudiniburocratiche, un atto ufficiale, ildecreto della S. Sede, rilasciòl’autorizzazione all’erezione ca-

nonica del monastero demanda-ta al vescovo di Bitonto. Il mona-stero veniva, così, sottoposto algoverno ed alla giurisdizione del-l’Ordinario pro tempore di Terliz-zi, ovvero il prelato- arciprete Ma-rino de Martino. A seguire, furo-no accolte nel monastero leprime dieci giovani donne, “am-messe all’abito con la sola dote diducati cinquanta”.Le monache, il cui numero agliinizi del ‘700 era andato aumen-tando, non avevano spazio suffi-ciente a condurre una vita digni-tosa: basti pensare all’assenza distanze singole, e all’adattamentoad un unico dormitorio. Le stessealte mura perimetrali dell’edificiomonastico, ideate ed esatte dal-l’ordine di clausura, non consen-tivano la normale areazione degliambienti, pertanto umidi e scar-samente illuminati.

Tale condizione abitativa preca-ria non permetteva alle monachedi avere condizioni di salute otti-mali che dunque, a lungo andare,avrebbero negato una continuitànel tempo alla “dinastia monasti-ca”. A tal proposito gli ammini-stratori del monastero procedet-tero all’acquisto di terreni “situatinel borgo” (oggi Piazza Cavour) alfine di costruire un monasteropiù ampio, più nuovo, più deco-roso…l’attuale “Monastero delleClarisse”. Fu il 29 Maggio del1713, infatti, che la nuova sede,molto più vasta della precedentee più adatta alla conduzione diuna vita equilibrata ed armonicavita monastica, venne istituita esuccessivamente munita di unanuova casa di Dio che avrebbedovuto tener conto delle esigen-ze delle religiose e dei bisognidella vita monastica.

Il 9 maggio l’Italia celebra il“Giorno della Memoria”, in ri-cordo di tutte le vittime del ter-rorismo, ai sensi della legge n.56 del 4/5/2007, votata all’una-nimità in Parlamento anche dalnostro deputato Gero Grassi. E’stata così fornita nuova linfa edun significato complessivo aquesto giorno, in cui ricorreanche il 33° anniversario del-l’uccisione dell’on. Aldo Moro.La rimozione di Moro (non lasua morte nel cuore degliamici, ma la morte del cuoredegli amici) iniziò già pochigiorni dopo il sequestro. E’ daallora che continuiamo a ricor-darlo. In un tempo in cui, so-prattutto in politica, avanzanosemplificazione e sganghera-tezza, riprendere un discorsodi Moro è salire sulle spalle diun gigante. Ricchezza del lin-guaggio, spessore culturale,ironia, sottigliezza, simmetria,lucidità, sono, tra glia altri, i va-lori persi anche nel lessico del“Palazzo”.

Tra i non molti che continua-no a coltivare la memoria diAldo Moro, ci siamo modesta-mente anche noi del ‘CentroStudi Aldo Moro’, che non vo-gliamo essere i vacui custodi diun simulacro, ma degli amici

che lo hanno conosciuto, seguitoed amato, che non si rassegnanoe che, soprattutto, non voglionodare pace a quanti lo hanno ri-mosso dalla propria coscienza.

Il Moro che abbiamo avuto lafortuna di conoscere e che ha se-gnato il nostro modo di vivere l’e-sperienza politica è il Moro delcoraggio e della lucidità. La sualezione etica e storica insieme èben sintetizzata nelle parole-chiave di “strategia dell’attenzio-ne”, “convergenze parallele” inte-se non riduttivamente in funzio-ne di un atteggiamento tatticoverso il P.C.I., bensì come capacitàdi dominare con l’intelligenza glieventi della storia umana, al di là

di pregiudizi di tipo ideologico omoralistico. “Più le masse popolari– egli diceva – avranno il sensodello Stato attraverso il proprio in-serimento, più la democrazia saràforte e le tentazioni autoritarie sa-ranno eluse”.Occorre oggi, più che mai, man-tenere vivo il ricordo di AldoMoro, e di tutte le vittime del ter-rorismo, non soltanto per evitareil riprodursi di fenomeni terrori-stici e riaffermare il principio dilegalità come criterio cardinedell’azione politica, ma ancheper favorire l’affermarsi di un’altaconcezione dell’impegno pubbli-co, il quale non parte da disegnipersonali di potere, ma da un’ele-

vata coscienza storica dellafunzione del ruolo di chi è chia-mato a perseguire l’interessegenerale. Il nostro auspicio è che il ricor-do dei Martiri di Via Fani e di viaCaetani alimenti sempre più emeglio il confronto costruttivo,non pregiudiziale e ideologico,tra maggioranza e opposizio-ne, a tutti i livelli istituzionalinon dimenticando mai che “èla società italiana che sceglie dasé il suo cammino, ed il governola guida e l’asseconda”. (AldoMoro).

/Vito de Leo

/Giovanna Ruggieri

Page 16: il confronto maggio

“Dantes: sono rimasto inascoltato

Votato nel 2008 nella lista SinistraArcobaleno, Michele Dantes, ope-raio in pensione, è subentrato adottobre 2010 al dimissionario Mi-chele De Palma.Nello scorso aprile, nel corso di unConsiglio Comunale, Dantes haletto una relazione con la quale hadichiarato che “[voterà] i punti cheverranno portati in Consiglio se-condo la coscienza di chi ha acuore il futuro di Terlizzi”, in quanto“[…] da oggi questo consiglierenon è più organico a questa mag-gioranza”. Ecco in quest’intervista spiegate lesue ragioni.Com’è maturato lo strappo conla maggioranza di centrosini-stra?In 5 mesi ho posto all’attenzionedi questa maggioranza tanti pro-blemi, che mi sarebbe piaciutoquanto meno affrontare.Faccia un esempio.Un ‘bagnotto’ dietro la posta, chemi sembra necessario, in quantola struttura dove si trova la Postanon ne è dotata. Ho proposto 14punti che necessitavano e neces-sitano ancor ora, di una risoluzio-ne.

E cosa le è stato risposto?Sono rimasto inascoltato; ed èper questo che sono giunto aquella lettera. Non sono più orga-nico a questa maggioranza.Perché tutto questo secondolei?Non ho idea: so soltanto che Ter-lizzi è diventato il “Paese dei ba-locchi”, a Natale, per esempio, ilComune ha speso 22 mila europer le illuminazioni, mentre nellostesso tempo mancano le struttu-re e abbiamo un Prg ancora tuttoda sbloccare e realizzare.Cos’è che vi interessa maggior-mente?La Pinacoteca, il Teatro rappre-sentano cultura, democrazia,emancipazione; ma con qualisoldi le gestiamo? Le casse delComune, a seguito dei tagli, riu-sciranno a sostenerle? Bisognasbloccare il piano regolatore: intal modo si darebbe lavoro e alcontempo potrebbero rimpin-guare le casse del Comune. Maormai quest’Amministrazionenon riuscirà più a sbloccarlo.La sua è una scelta irremovibi-le?Se le condizioni sono queste, co-

s’altro si può fare? I tempi sonoscaduti; se rientrassi, il mio com-portamento verrebbe strumenta-lizzato. Voterò i punti in Consigliocomunale, a condizione che sianouguali per tutti e nell’interessedella collettività; a maggior ragio-ne i punti urbanistici. Tutto peròdeve essere svolto nella più com-pleta trasparenza e rispetto delleregole.Cosa ci riserva il futuro?Non voglio che quest’Ammini-strazione cada e comunque nonvado a sindacare tra le questioniproprie dell’opposizione. Un pregio di quest’Amministra-zione.Di aver goduto di tanti finanzia-menti pubblici.Un difetto?Di non aver espletato appieno ilmandato, per risolvere i problemidei cittadini di Terlizzi. E’ questo ilfrutto di un’Amministrazionepoco presente sul territorio, mi ri-ferisco sia il Sindaco che agli As-sessori.Un pregio dell’attuale Giunta.So solo che ci sono stati parecchiproblemi con le cartelle pazze: lasituazione andava gestita diver-

samente e con più cautela, nel ri-spetto del regolamento comuna-le; se l’Ufficio non ha funzionato,perché prendercela con il cittadi-no? Il cittadino va trattato conpremura, quasi fosse un ammala-to.Un messaggio al Sindaco.Gliene ho fatti giungere già pa-recchi. Mi spiace solo che lui nonha fatto ciò che era nelle sue pos-sibilità fare in questo secondomandato. Nel corso del primo haoperato bene; ma questa volta,basti pensare alla possibile deci-sione da prendere sulla vicendadelle cartelle pazze, non ha presole decisioni più giuste, anche sedifficili. I terlizzesi sono moltoscontenti di questa situazione.Altro problema è stato quellodelle lampade votive al cimitero:proposi di fissare come quota tri-butaria per il 2011 un prezzo sim-bolico, visto che la crisi è per tutti;ma anche allora sono stato igno-rato.Auguro all’Amministrazione di ar-rivare a fine mandato, ma questonon dipende da me.Secondo lei cambierà rottaquesta maggioranza?Se i suonatori non cambiano, lamusica non cambierà. Me lo au-guro, ma non credo cambierà.

/Nicolò Marino CeciQueste le parole del consigliere eletto in Sinistra Arcobaleno, dopo lo “strappo”

16

politica/sanità

"Corruptissima republica, plu-rimae leges". (Tacito)“Per l’approfondimento profusoe l’indicazione di un metodo dilavoro, proporrò la presentazionedel testo ‘La Sanità italiana nelleLeggi Finanziarie’ nella Sala Fede-rico Zuccari del Senato della Re-pubblica”.Con queste parole il Sen. D’am-brosio Lettieri – CommissioneIgiene e Sanità – ha incorniciatola presentazione - lunedì 13 apri-le scorso - in Consiglio Regionaledel volume curato dall’avvocatoterlizzese Paolo Scagliola, cheha realizzato un’approfondita ri-cerca in materia di legislazionesanitaria nelle Finanziarie degliultimi 18 anni. In tale occasione ilgotha della sanità pugliese si èriunito per celebrare e discuteredi questo volume, alla presenzaanche dell’Assessore Regionalealla Sanità Tommaso Fiore, delPresidente del Consiglio Regio-nale Onofrio Introna e dell’On.Gero Grassi – Vice PresidenteCommissione Sanità.“La sanità italiana nelle leggi fi-

nanziarie – dal 1992 al 2010” è ilprimo esempio di antologia legisla-tiva in materia sanitaria: Corrado Al-legretta – Presidente TAR Puglia neha apprezzato la capacità di raccor-do e analisi legislativa che snellirà leoperazioni di consultazione per ap-plicare nelle aule di tribunale lanorma al caso concreto. Per questa sua peculiarità, il testo èstato inviato a tutte le Asl d’Italia,all’"I.R.C.C.S.", agli Enti Ecclesiastici, atutti i Presidenti dei Consigli Regio-nali, agli Assessorati Regionali allaSanità della penisola e al Ministerodella Salute. L’avv. Paolo Scagliola – 31 anni,occhi luminosi e sorriso di speranza– ha dichiarato:”credo che la pre-sentazione del testo rappresenti l’i-nizio di un serio dibattito sulla sem-plificazione normativa in Sanità.” E ha spiegato:”in materia di Sanità èsempre più difficoltosa la conoscen-za della normativa applicabile.Tanto a causa della pluralità dellefonti e la mancanza di coordina-mento tra le norme. Infatti, moltenorme sono in vigore ma dimenti-cate, altre sono implicitamente

abrogate ma formalmente vigenti,altre ancora difficilmente reperibilie alcune addirittura incomprensibi-li. Con il risultato finale che alle esi-genze del cittadino viene antepostoun dibattito dottrinale e giurispru-denziale infinito. In questo contestovariegato, il compito della politica èforse quello di cercare di governareil disordine.” Quale la soluzione a questo ma-rasma legislativo?L’adozione di un Testo unico che disci-plini in maniera organica la materiasanitaria e questo lavoro, da unpunto di vista metodologico, ne rap-presenta il passaggio obbligatorio inquanto costituisce un primo tentati-vo - seppur limitato alle sole leggi fi-nanziarie - di ricognizione dellenorme “vigenti”.Quindi?"La semplificazione normativa è oggipiù che un’esigenza: avere regolechiare significa avere servizi più ac-cessibili. Non a caso lo studio condot-to ha analizzato la legislazione finan-ziaria: nel corso della presentazionel’On. Grassi ha dichiarato che la rac-colta è una 'testimonianza di come

non bisogna legiferare'. Questo studio sulla sanità è unpermeante e implacabile spacca-to della nostra Italia sempre piùvittima dell’approssimazione edell'emergenza, delle lobby edella mancanza di una coscienzacivile forte. Anche in sanità ama-bili discrepanze e aporie, con-traddizioni e lungaggini. Tuttavia i latini ammonivanoanche “Leges bonae ex malis mo-ribus procreantur” (= le buoneleggi nascono dai cattivi costu-mi): è come dire che l'alba sorgesolo al mattino. Ma quanto du-rerà ancora questa "notte dellaRepubblica"?

/Nicolò Marino Ceci“La sanità italiana nelle Leggi Finanziarie

“Presentato in Consiglio Regionale il volume curato dall’avv. Paolo Scagliola

L’avv. Paolo Scagliola

Page 17: il confronto maggio

17

sanità/città

Ma, com’è noto, il precipitare deglieventi per l’impennata della spesaassistenziale, ha fatto sì che tuttorimanesse un bel sogno e nullapiù. Dovendosi fare i conti con unasituazione ancor più difficile diquella precedente (Asl Ba1di An-dria), e finendo con l’essere sem-pre più periferia dell’impero nellasproporzionata azienda provincia-le (Asl Bari).Negli ultimi anni, se l’Ospedale hacontato qualcosa quando gli èstato accorpato quello di Bitonto,certo è poi venuto a perdere unpo’ quando si è ritrovato sottoquello di Molfetta, ma soprattuttoandrà peggio ora che, con la chiu-sura definitiva di Ruvo, torna sottoil pesante giogo di Corato, delquale sarà sempre di più una de-pendance ove sono sistemati queiservizi che lì non trovavano spazio.Non si può assolutamente pensaread una “pari dignità” tra le duestrutture: a Corato vi sono tutte lespecialità indispensabili e qualifi-canti (medicina, chirurgia, gineco-logia e ortopedia), a Terlizzi invecegli optionals, se pur di pregio, che,c’è da crederci, finirebbero subitonell’ospedale principale, solo vifosse il posto! Anzi, meraviglia ilfatto che ancora sopravviva noncerto il laboratorio analisi bensì ilcentro trasfusionale, che sarebbeindispensabile dove vi sono atti-vità chirurgiche importanti e co-munque fin troppo vicino a quellodi Molfetta. Certo, a fronte di nuove chiusure,nel tempo non si è fatto alcunchéa livello regionale per costruireun’alternativa, soprattutto in ter-mini di assistenza territoriale. Iconsultori familiari e le attività am-bulatoriali lasciano il tempo chetrovano, languendo nella preca-rietà di sempre. In giro vi è la pro-messa diffusa, a mo’ di contentino,di residenze per anziani, per nonlasciare proprio sulla strada questefasce più deboli, ma forse perchéspinti pure da non trascurabili in-teressi privati, come i fatti hannogià ampiamente dimostrato. Sa-rebbero stati certamente meglio,se non fossero stati anch’essi can-cellati, gli ospedali di comunità, abasso costo, in quanto gestiti daimedici di famiglia. Ecco allora chesi palesa per il futuro non tantolontano una prospettiva tragica:tutti ad intasare uno o due ospe-dali per provincia, verso i quali an-dranno sempre più di corsa ambu-lanze, sperando che non si giungatroppo tardi…

Dalla pubblicazione degli ultimidocumenti giudiziari relativi alloscandalo della sanità puglieseviene fuori, sia pur marginalmente,l’Ospedale “M. Sarcone”. Né potevaessere diversamente, dato che Ter-lizzi è pur sempre la città del Go-vernatore, e quindi motivo di inte-resse per chi gli gravita attorno.Ben altre però sono le verità nasco-ste che sarebbero dovute emerge-re, in realtà solo in piccola parte ac-cennate. Da esse si potrebbe contutta probabilità ricavare il bando-lo di quella matassa intricata di mi-sfatti che ha portato alla penosa si-tuazione di oggi. Perché non ci si può chiedere,come invero si legge altrove, se ci sitrovi davanti al preludio di un de-clino, con un invito alla comunità averificarlo in un domani non speci-ficato. Semplicemente per il fattoche il declino per l’ospedale cittadi-no è iniziato molto tempo prima,quando, per motivi politici, giàaveva perso la funzione di guida,all’interno dell’unità sanitaria loca-le Terlizzi-Ruvo-Corato, anche dalpunto di vista materiale, con lospostamento della direzione am-ministrativa prima a Ruvo e poi aCorato. Fino al colpo di grazia, con-seguente al Piano Sanitario Fitto,con la perdita delle attività chirur-giche maggiori e la sciagurata ri-classificazione come “polo medico”,dipendente in tutto e per tutto daCorato. Un po’ di respiro e qualche speran-za si poteva intravvedere con lacreazione dell’azienda sanitaria“dei resti”, cioè messa insieme conquel che restava dopo la costitu-zione della sesta provincia insiemea qualcos’altro per raggiungereuna soglia di popolazione minimanel nord-barese che la giustificas-se. Sia per il fatto che gli altri paesiavevano una situazione sanitariaancor più disastrata, sia per la gen-tile concessione di una pianta or-ganica faraonica, sia per la posizio-ne centrale rispetto al territorio.

/Giuseppe Gragnaniello

maggio 2011

Non si tratta di progettare l’u-topia, né di lasciarsi andare asogni ecologici. L’intento non èquello di progettare la città im-possibile e irrealizzabile, ma diindividuare alcuni aspetti diuna “città ecosostenibile” chesia possibile proporre e realiz-zare in modo condiviso e par-tecipato.Si tratta, in pratica, di dare se-guito agli Istituti di partecipa-zione previsti dallo Statuto co-munale, alle dichiarazioni pro-grammatiche dell’Amministra-zione comunale e al dibattitotenuto nell’ultimo Consigliocomunale.In questa direzione va la nostraproposta d’istituzione delForum ambientale e della Con-sulta permanente per le pro-blematiche ambientali ed eco-logiche.Per Forum urbano ambienta-le intendiamo un sito chefunga da punto d’incontro: unluogo in cui scoprire cosa puòsignificare la protezione del-l’ambiente, uno spazio per di-battere e assumere iniziativeper collaborare con l’Ammini-strazione comunale che deveimpegnarsi sempre più su que-sto delicatissimo fronte.Con quali compiti? Offrireinformazioni alla cittadinanzasulla strategia del Comune peruno sviluppo sostenibile e suiprogrammi europei, nazionalee regionali di particolare rile-vanza per la città; stimolare ildibattito ed incoraggiare lacooperazione tra le diversecomponenti della cittadinanzaal fine di favorire lo svilupposostenibile della città; diffon-dere le informazioni sulle espe-rienze realizzate in altre città;comunicare agli organi prepo-sti gli sviluppi in atto nella cittàin relazione all’ambiente urba-no e allo sviluppo sostenibile.Tutte le iniziative devono averel’obiettivo di rivitalizzare il terri-torio, costruendo un’offerta diservizi che consenta ai suoi cit-tadini di viverlo, sradicando fe-nomeni di disagio che favori-scono la crescita della crimina-lità.L’avvio del processo partecipa-tivo sullo sviluppo ecososteni-bile e sul nuovo Piano d’Azione

Ambientale per il Nord barese ela contestuale intesa interistitu-zionale sono dunque tappe diun percorso comune che coin-volge le istituzioni e i cittadininella scrittura di nuove regolecondivise capaci di produrrecittà e paesaggi di qualità.L’approccio, pertanto, non puòessere basato solo su discorsi dicircostanza o semplici patrociniorganizzativi, ma su un’anima-zione perpetua, opportuna-mente regolamentata e previ-sta nello Statuto comunale. Sitratta, in conclusione, di realiz-zare un programma ammini-strativo portato avanti daun’Amministrazione comunalelungimirante e capace di inne-scare processi innovativi, anchegrazie al contributo culturaledegli operatori sociali, econo-mici e scolastici, che, volonta-riamente e con mezzi limitatis-simi, da sempre sono impegna-ti sul fronte dell’educazione al-l’osservazione dell’ambiente edel paesaggio.Il modo migliore di realizzarlo –a nostro avviso - è l’istituzionedi una Consulta cittadina per-manente sulle problematicheambientali, attraverso la qualel’Amministrazione abbia la pos-sibilità di ampliare l’analisi delleproblematiche esistenti sulcampo, annunciare le urgenzee le priorità d’intervento, con-cordare le metodologie, ap-profondire le verifiche, coglierepiù attentamente le tensioni ele tendenze dinamiche cheemergono dalla collettività,prevenire il degrado ambienta-le legato allo sviluppo econo-mico, che spesso non affiancaalla modernizzazione e alla tec-nologizzazione il rispetto dell’e-cosistema, dei suoi equilibri,della qualità della vita e dellasalute di tutti i cittadini.

/Vito De Leo

Ospedale Michele Sarcone.Foto di Michelangelo Vino

Page 18: il confronto maggio

18

città/comune

/Sara de Bartolo

Il giorno 4 aprile 2011 il Consiglio Comunale di Terlizzi ha deli-berato di approvare il progetto esecutivo, in variante a quantoapprovato con deliberazione di C.C. n.56/2008, per la realizza-zione di un sottopasso ferroviario funzionale alla soppressionedel passaggio a livello posto al Km 29 + 555,27 della linea ferro-viaria Bari-Nord in viale del Lilium.Tale progetto comporterà la soppressione di parte del ParcoComunale posto su via Sovereto.Questo Circolo di Legambiente intende porre in essere tutte leopportune iniziative avverso tale ignobile decisione, con la col-laborazione e partecipazione di tutte le forze sociali presentisul territorio.

Terlizzi, 2.5.2011

IL CIRCOLO LEGAMBIENTE DI TERLIZZIIL PRESIDENTE Avv. Giovanna de Leo

Il nostro borgo: punto di incontroda decenni per persone di tuttel’età. Ma oggi? Com’è possibilereinterpretare, rileggendolo inchiave moderna, il nostro centrostorico? Ad oggi sembra che si possascandire cronologicamente in tremomenti l’utilizzo dello stesso: almattino presto è il punto di ritro-vo dei lavoratori agricoli che, se-condo un’antica tradizione pae-sana, incontrano i loro dipenden-ti per stabilire paga e lavoro gior-nalieri. Nelle ore pomeridiane adoccuparlo sono automobili chesfrecciano in tutte le direzioni, incerca di chissà cosa. Solo a tardasera e, soprattutto dopo la mez-zanotte del sabato sera, diventatappa fissa per molti giovani checercano ristoro nei bar, che incor-niciano la maestosa Torre Nor-

manna, che sembra ergersi, comeuna sentinella, a vigilare su que-sto crocevia di vicoli antichi, attra-versato da roboanti autovetture.Ecco, bisognerebbe “partire”daqui e, senza avere presuntuoseprospettive ecologiste, si potreb-be cominciare a ipotizzare untraffico alternato, con fasce orarieda rispettare; magari multarequanti spaccano i loro e gli altruitimpani con l’audio dell’auto atutto volume e le improvvise e in-quinanti accelerate sgommanti. Terlizzi ha bisogno di centri socio-culturali, di poli di attrazione so-prattutto per i giovani e alloraperché non favorire l’apertura dicircoli ricreativi? Certo, a Terlizziabbiamo il nostro “cinema”, maperché non utilizzare la nostratorre per proiettare film o il no-stro borgo per mettere in scenarappresentazioni teatrali, propriocome se fossero un cinema o unteatro all’aperto? Consentiamo anche ai nostri pic-coli abitanti di sfruttare al meglioquesto luogo! Magari organiz-zando una volta a settimana ma-nifestazioni o incontri per coin-volgerli in previsione di quest’e-state in arrivo. Si tratta probabilmente di propo-ste bizzarre o difficili da attuare,ma si sa che con la volontà e l’im-pegno si può realizzare anche un“nuovo”antico borgo.

Torre dell’Orologio che si erge maestosa in Piaz-za Cavour / Foto di Michelangelo Vino

Dal 30 aprile al 2 maggio a Ter-lizzi si è tenuta la FIERA NAZIO-NALE DELL’AGRICOLTURA“Città di Terlizzi” promossa dal-l’Associazione Sviluppo dell’A-gricoltura col patrocinio di Re-gione Puglia, Provincia di Bari eComune di Terlizzi. L’esposizione di veicoli e attrez-zature agricole innovative e tec-nologiche si è tenuta lungocorso Dante e Piazza Cavour. La rassegna ha rappresentatoun’importante occasione per glioperatori agricoli, per verificare

quanto di innovativo offre l’in-dustria italiana, per aumentarela competitività nel mondoagricolo, non solo in termini distrumentazioni e macchine, maanche per costi e organizzazio-ne della produzione, in un set-tore vitale dell’economia, attra-versato da una pesante crisi.Un importante appuntamentoper l’agricoltura locale, motorepropulsore della nostra città.

/Anna Dicanio

A partire dal 24 Aprile 2011, pertutto il 2011, per due ore al gior-no, nelle piazze Cavour e 4 No-vembre è possibile accedere ininternet gratuitamente. Il servi-zio è attivato dal Comune di Ter-lizzi, Assessorato per l’Innova-zione Tecnologica.L’iniziativa è stata promossadalla rivista Wired e da Unidataper celebrare il 150° dell’Unitàd’Italia e per sensibilizzare leIstituzioni per “l’inclusione” digi-tale, sia di tipo infrastrutturale(larga banda e ultra-largabanda) e sia di tipo culturale,ovvero una maggiore diffusionedella conoscenza e della con-suetudine d’uso delle tecnolo-gie digitali per tutte le età e iceti sociali. Obiettivo del pro-getto – realizzato secondo glistandard dell’open source, crea-to dal Consorzio delle Universitàromane (il Caspur) per la Provin-cia di Roma – è la creazione diuna “rete di reti”, dove, con ununico account e un’unica pas-sword, tutti possono navigaregratis in tutti i luoghi coperti dalsegnale wi-fi.Il sindaco di Tria commenta l’ini-ziativa: “Abbiamo condiviso ilprogetto “Sveglia Italia” lanciatadalla rivista Wired, perché sem-pre più convinti dell’utilità della“rete” anche ai fini sociali oltreche di sviluppo, competitività einnovazione, nel nostro comu-ne”.E così, installato sul Palazzo diCittà l’hotspot di Wired nelle no-stre due centralissime piazze,

chiunque potrà collegarsi gra-tuitamente alla rete denomina-ta “w150 Terlizzi” e navigaredopo aver espletato alcune for-malità: compilato il form di regi-strazione ed effettuato una te-lefonata gratuita. Via mail si ri-ceveranno gli estremi per illogin che rimarrà lo stessoanche per le connessioni futuree nelle varie piazze dell’Italiaunita dalla “rete”. Istruzioni per il primo accesso:• Esplorare le reti wireless di-

sponibili usando il propriocomputer;

• Collegarsi alla rete denomi-nata w150 Terlizzi;

• Nel pannello a sinistra dellahomepage, registrarsi com-pilando tutti i campi obbli-gatori;

• Al termine sarà necessarioeffettuare una chiamataGRATUITA al numero indica-to entro i cinque minuti suc-cessivi dalla registrazione(un cronometro nella partebassa della pagina mostreràil tempo rimanente).

• Dopo la chiamata si riceveràla password sia sulla paginaweb che sull’e-mail.

• Inserendo il numero di cel-lulare come nome utente ela password ricevuta, sipotrà navigare fino al31/12/2011,come già detto,per un massimo di due oreal giorno.

/Anna Dicanio

Page 19: il confronto maggio

19

comune/sport/artemaggio 2011

/Anna Dicanio

/Antonio Gattulli

Dal 1° maggio fino al 30 settem-bre resterà aperto al pubblico ilParco Comunale di Viale Roma(Via Sovereto). Lo ritroviamo in veste rinnovata,in seguito ai lavori effettuati dal-l’Ufficio Parchi e Giardini, sullegiostrine per i più piccoli. Effet-tuata anche la manutenzione delverde, la sistemazione dei viali el’estirpazione di erbacce.Gli orari di apertura festivi sonodalle ore 17,00 alle ore 22,00.I giochi sono destinati ai bambini,vanno quindi utilizzati solo daessi. E’ fatto divieto di introdurreanimali di qualsiasi specie, come

pure introdurre e circolare concicli e motocicli.Per la custodia e le operazioni diapertura e chiusura provvede laditta di vigilanza, con il supportodel servizio civico, coordinatodall’Ufficio Servizi Sociali. Costante sarà il controllo da partedegli agenti di Polizia Municipale,per assicurare una serena perma-nenza ai visitatori e prevenire attivandalici e danni a cose o perso-ne.Ci auguriamo che tutti i cittadiniabbiano cura di questo spazio.

Nel mese di marzo si è tenuta laFinale Regionale Invernale diFossa Olimpica dove ha parteci-pato Luigi Rutigliano in qualitàdi Veterano. Il terlizzese ha vintola gara centrando così il titoloRegionale e la qualificazione allaFinale Nazionale che si è tenutaa Montecatini (PT) due settima-ne dopo. Purtroppo quella Fina-le non è andata bene complicela pioggia (incessante per tuttala gara) ed il vento (a raffiche e difaccia) che hanno disturbatonon poco.Nello stesso tempo con deliberadel Comitato Regionale Puglia agennaio Luigi Rutigliano è statonominato Commissario ArbitriRegionale (in gergo CAR - Pu-

glia) con compiti non solo ispet-tivi, ma anche di controllo e divalutazione per la nomina dinuovi Arbitri Provinciali, l'orga-nizzazione di corsi per il passag-gio degli Arbitri Provinciali a Re-gionali (il prossimo di questicorsi è stato programmato per il16 maggio p.v.), la nomina delcorpo degli Arbitri designati adirigere gare di interesse Nazio-nale che si dovessero svolgere inPuglia (due le manifestazioni diquesto tipo, il 1° Raduno di Trap,Skeet e Double Trap per il Setto-re Giovanile a Gioia del Colle, edil 1° Gran Premio di Prima Cate-goria a Fasano per il raggruppa-mento di Regioni Sud).

E’ suo il titolo regionale invernaledi fossa olimpica

Sul prossimo numero:

Speciale salute / Nuove tendenze: la nuova frontiera della

odontoiatria, l’impiantologia dentale. Studio pilota.

A cura di Nino Giangregorio, già Primario e Specialista in Odon-

toiatria e Stomatologia.

Mercoledì 20 Aprile 2011 alle ore19,00 presso la Galleria ADSUM -Artecontemporanea, Via Marco-ni 3/5 a Terlizzi è stata inaugura-ta la mostra “Miserere”. Nell’occa-sione è stato proiettato il video-catalogo multimediale: “Giovan-ni Morgese – sculture in ferro2009 - 10” a cura di: Franco DeMarco, Giuseppe D’Amato, PierreLassismore.Il titolo della mostra “Miserere” èil grido dell’uomo provato nelcrogiuolo della vita, alla ricercadi senso e di salvezza.“La mostra documenta il lavoro dialcuni anni dell’artista GiovanniMorgese incentrato sulla ricercascultorea in ferro.L’ intensa attività artistica inizianegli anni ’80 durante i quali simette in evidenza per la sua origi-nale ricerca segnico-simbolicaorientata verso l’analisi di realtàarcaico-religiose.Negli anni ’90 il discorso artisticosi orienta in direzione solidaristi-co-umanitario: legnetti di risultadiventano sculture “povere” ricchedi profonda umanità e di spiritua-lità.Nel 2000 rappresenta la violenzareale e tangibile attraverso l’inda-

gine del proprio volto che perde lasua identità fisica e diventa ma-schera di dolore identificandosicosì con l’umanità sofferente nel-l’attesa di un nuovo giorno.Nel 2008 un nuovo materiale, ilferro, diventa il mezzo espressivodi Morgese. Parte dalla figura: sa-gome di lamiera dal contorno ir-regolare e frastagliato. Figure ri-dotte all’essenziale e prive di volu-me, simili ad ombre, forate, attra-versate da segni e simboli: figurecome microcosmi di realtà piùgrandi. Ma ben presto il bisognodi passare dalla figura al segno.Alla linea e al simbolo, infatti, è af-fidato il compito di ‘scrivere’ larealtà dell’uomo, il dramma esi-stenziale, il suo destino, in manie-ra leggera, trasparente. Le opereprodotte in questa mostra infattisono realizzate assemblando restidi materiale ferroso o utilizzandolamiere sagomate in forma di fi-gure umane fortemente stilizzatee simboliche. Queste si svuotano esi liberano da tutto ciò che le legaalla materia pesante. Per “dire” ildramma dell’esistenza, la dimen-sione verticale, la spiritualità. Sipassa, così, dalle sagome umanealle linee e ai simboli dove il tuttodiventa più essenziale e minima-le.”Per informazioni. 347.5057209 –347.6502478 - [email protected]

/Anna Dicanio

Page 20: il confronto maggio

20

sport

““Si riparte dalla sirena che hachiuso la stagione regolare conse-gnandoci il primato con chi dove-va stravincere il campionato enon lo ha fatto. Il nostro campio-nato disputato alla grande faparte ormai degli annali della sto-ria della Barile Flowers Service Ter-lizzi che non era mai andata cosìlontano. Non è bastato aver gio-cato con il cuore per brindare allaserie C. Il presente si chiama Ci-sternino il nostro avversario nelprimo turno dei playoff”. Pragma-tico come sempre il coach dellaBarile Flowers Service TerlizziBruno De Nicolo alla vigilia deigiochi per la promozione nellaserie C Regionale che scattano sa-bato prossimo. Il Lucera che vinceil campionato capitalizzando almassimo lo scarto di quattropunti con gli orange lo lascia tuttod’un pezzo. “Man mano che lagara andava avanti abbiamo cre-duto di potercela fare. E’ mancatoproprio poco. Alla fine i compli-menti di tutti non possono chefarci piacere ma non bastano. Miauguro nei playoff di vedere all’o-pera i ragazzi con lo stesso cuoreche hanno messo in campo saba-to a Lucera. Abbiamo la consape-volezza alla fine della stagione re-golare che nessuno ci ha surclas-sato. La vera cosa importante èaver chiuso a pari punti con i fog-giani che si sono concessi il lussodi avere due stranieri di spessorein squadra, che non so sino a chepunti sia giusto far giocare in uncampionato di serie D, e giocatoridi categoria superiore. Abbiamogiocato una stagione intera allapari con loro. Resta il rammaricoper la sconfitta contro Lucera cheabbiamo subito all’andata sul no-stro parquet”.

Scontata l’assenza di Rinaldi e Si-colo in gara-1 dei playoff contro ilCisternino che ha chiuso la stagio-ne regolare al quarto posto nel gi-rone B della serie D. Restano davalutare le condizioni di Altieri eDi Leo usciti malconci dalla tra-sferta di Lucera. “Spero di recupe-rare due giocatori che per il no-stro gioco in questa fase diventa-no fondamentali. Mi piace guar-dare avanti. Le gare dei playoffsono cariche di insidie non c’ètempo di commettere errori per-ché tutto potrebbe complicarsi.Noi dobbiamo tenerci stretto ilvantaggio del fattore campo nelcaso della necessità di giocare labella. La partita di Lucera ci ha in-segnato ad aver fiducia nei nostrimezzi elementi di non poco. Lo ri-peto ripartiamo con fiducia dallavittoria in terra foggiana. Possia-mo dire ancora la nostra”.Il campionato. La Barile FlowersService Terlizzi chiude il girone diritorno della stagione regolarecon solo una sconfitta al passivomaturata dopo un tempo supple-mentare nel derby casalingo con-tro la Fulgor Molfetta (79-72). Poi isuccessi in trasferta contro Lucera(65-59), Don Bosco Bari (61-52) eDiamond Foggia (74-60) e in casasui Bulls Bari (73-58). I playoff sigiocano al meglio delle tre gare.Gara-1 contro il Cisternino si giocaal pala Chicoli alle 18.30 domeni-ca 15 maggio. Il ritorno in valle d’I-tria il 19 maggio e infine l’even-tuale belle sempre a Terlizzi il 22maggio alle 18.30. In caso di ac-cesso alla fase successiva si giocaal pala Chicoli il 29 maggio e il 5giugno.

/Adriana Gesmundo

Gli orange pronti ai “giochi” per la promozionecontro il Cisternino. Lucera è solo un ricordo

In questi ultimi mesi la nostracomunità sembra vivere un mo-mento di particolare dolore, tri-stezza, malinconia. Negli anni sisono presentati momenti in cuisembravano concentrarsi eventiluttuosi, non diluiti con quellacadenza che la stessa naturascandisce, quasi misurata, perfar sì che la tolleranza comunepotesse reggerli.Dopo il saluto a Vincenzo Grassie Beppe Adamo, la nostra cittàsaluta un altro caro ragazzo Vin-cenzo Vendola, anch’egli giova-nissimo, passato a nuova vita.Il silenzio sembra l’unico com-pagno di questi momenti, per-ché il comune sentire induce inciascuno delle riflessioni diver-se.Sono questi attimi che rallenta-no le nostre giornate, i nostriritmi, le nostre ambizioni, le no-stre rivalità….restituiscono allanostra vita quel senso di finitez-za, che ci consente di rientrarein sintonia con le gioie semplicidella vita.Ciao Vincenzo, Terlizzi si unisce ate e al dolore della tua famiglia.

/Anna Dicanio

Vincenzo Vendolanato il 9/02/1979

morto il 14/04/2011

Page 21: il confronto maggio

21

poesiamaggio 2011

Page 22: il confronto maggio

22

politica