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Le metafore del cancro Analisi del linguaggio delle autobiografie dei malati Silvia Rossi Paris Ouest Nanterre La Défense

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Le metafore del cancro

Analisi del linguaggio delle autobiografie dei malati

Silvia Rossi

Paris Ouest – Nanterre – La Défense

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Corpus

• CALABRESE (Pietro), L'Albero dei mille anni, Rizzoli, Milano, 2010.

• CARDACI (Giacomo), La formula chimica del dolore, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2010.

• PIGA (Cristina), Ho il cancro e non ho l'abito adatto, Mursia Editore, Milano, 2007.

• RIZZOLI (Melania), Perché proprio a me – Come ho vinto la mia battaglia per la vita, Sperling & Kupfer, Milano, 2011.

• SANNUCCI (Corrado), A parte il cancro tutto bene - Io e la mia famiglia contro il cancro, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2008.

• TERZANI (Tiziano), Un altro giro di giostra - Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo, Longanesi Saggi, Milano, 2004.

Silvia Rossi

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« La metafora, lungi dall’essere un aspetto puramente decorativo, dovrebbe essere uno strumento utile nell’impresa di rivelare la verità ».

LAKOFF (George), JOHNSON (Mark), Le metafore nella vita quotidiana, 1985

Silvia Rossi

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«La mia tesi è che la malattia non è una metafora, che la maniera più corretta di considerarla – e la maniera più sana di essere malati – è quella più libera e aliena da pensieri metaforici».

SONTAG (Susan), La malattia come metafora, 1977

Silvia Rossi

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La guerra al cancro

Silvia Rossi

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« La maladie est depuis longtemps associée à des notions de représailles, particulièrement actives en matière de cancer. Contre ce mal, on livre une ‘lutte’, on part ‘en croisade’ ; il est ‘la maladie qui tue’; celui qui souffre d’un cancer en est la ‘victime’ (…) Les métaphores qui s’imposent dès que l’on parle du cancer sont tirées en fait non du vocabulaire de l’économie, mais de celui de la guerre. Tout médecin ou tout malade un peu attentif est sinon blasé, du moins familiarisé avec cette terminologie militaire ».

SONTAG (Susan), La malattia come metafora, 1977

Silvia Rossi

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« Io non ho ancora vinto sulla Cosa contro la quale mi ero messo: ma neppure ho ancora perduto e, ciò che è più importante, non ho ancora capitolato. Mi dichiaro quindi in stato di guerra totale ».

ZORN (Fritz), Marte - Il cavaliere, la morte e il diavolo, 1977

Silvia Rossi

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La guerre est déclarée

Con il National Cancer Act del 23 dicembre 1971, Nixon dichiara « guerra al cancro » e di voler vincere questa guerra nei 20 anni successivi.

Silvia Rossi

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« non è persa la guerra ma solo una battaglia »

RIZZOLI (Melania)

Silvia Rossi

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« Il cancro è un kamikaze cosi disonesto, cosi infingardo, gioca ad armi impari ».

CARDACI (Giacomo)

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« perché non rivedere le parole con cui ci si esprime? (...) Tutto il linguaggio che circonda questa malattia è un linguaggio di guerra e io stesso all’inizio lo avevo usato. Il cancro è un ‘nemicò da ‘combattere’; la terapia è ‘un’arma’ ; ogni fase di un trattamento è una ‘battaglia’. Il ‘male’ è sempre visto come qualcosa di estraneo che viene dentro di noi a far pasticci e che quindi va distrutto, eliminato, cacciato via. Già dopo alcune settimane di frequentazione del cancro, quella visione non mi piaceva, non mi soddisfaceva più ».

TERZANI (Tiziano)

Silvia Rossi

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L’eroe

« È come se avessi deciso di giocare un solo ruolo: quello dell'eroe che si alza e combatte in nome delle forze del bene contro le schiere del male. L'eroe vincibile e forse destinato alla sconfitta, ma puro, senza macchia e senza tentennamenti ».

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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L’esercito dei pazienti

« combatti ancora un pò (…) se muori tu, muore un soldato del nostro esercito. Con un soldato in meno, la truppa diventa più fragile. E la guerra più difficle ».

« La fanteria è formata dagli ammalati, che al posto dell’uniforme verde indossano un pigiama di cotone o un’elegante vestaglia di raso (…) ci sono soldati maschi, soldati femmine, guerrieri ricchi, guerrieri poveri (…) A volte, purtroppo, si incontrano soldati bambini o baby soldati mandati ingiustamente al fronte da un corpo che sin dall’infanzia li ha imbrogliati ».

CARDACI (Giacomo)

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La vittima

« Che alternative avevo, a parte quella di fare o non fare la vittima? Per istinto preferivo non farla ».

TERZANI (Tiziano)

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I medici

« Quando si va in guerra contro il cancro è meglio affidarsi a comandanti–medici capaci di prendere decisioni difficili ».

CARDACI (Giacomo)

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I trattamenti 1/5

« La flebo comincia a gocciolare, è il segnale che la battaglia è iniziata ».

SANNUCCI (Corrado)

Silvia Rossi

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I trattamenti 2/5

« Al posto delle mitragliatrici e dei bazooka, si usano gli aghi e i bisturi che come pallottole ti squarciano la pelle o peggio ciò che sta sotto ; al posto delle bombe nucleari, le chemioterapie che esplodono dentro di te al pari delle granate più potenti, facendo piazza pulita di tutto ciò che trovano, bollendo ogni cellula, friggendo ogni organo, radendoti al suolo impietosamente, disumanamente ».

CARDACI (Giacomo)

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I trattamenti 3/5

Silvia Rossi

« hanno sparato la prima cannonata, e (…) il bersaglio è stato fallito (…) Adesso i medici spareranno la seconoda cannonata ».

CALABRESE (Pietro)

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I trattamenti 4/5

« ‘è come bombardare col napalm una giungla e distruggere migliaia di alberi per cercare di uccidere una scimmia appollaiata su una palma', dicevo all'infermiera intenta a preparare con cura il primo cocktail con cui mi avrebbe bombardato ».

TERZANI (Tiziano)

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I trattamenti 5/5

« I campi di battaglia più cruenti sono le sale operatorie, ma esistono anche le camere sterili, dove ti incarcerano quando un insignificante batterio ti può ammazzare, o la rianimazione, dove ti imprigionano quando l'anima è li li per abbandonarti ».

CARDACI (Giacomo)

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La tregua

« Una settimana di tregua »

PIGA (Cristina)

« Si stabilisce una tregua non dichiarata tra me e il cancro »

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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I rischi della metafora : sparare e se stessi

« l'obiettivo è distruggere una parte di noi stessi, del nostro corpo. (…) In pratica bisogna sparare a noi stessi. Pum pum pum! ».

CARDACI (Giacomo)

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I rischi della metafora : « gli inutili »

Cicely Saunders : « les parias de l’oncologie, incapables de trouver leur place dans la rhétorique des batailles et des victoires et repoussés ainsi, comme des soldats blessés et inutiles, hors de la vue et des esprits ».

« i paria dell’oncologia, incapaci di trovare il loro posto nella retorica delle battaglie e delle vittoria e cosi respinti, come dei soldati feriti e inutili, fuori dalla vista e dalla mente ».

MUKHERJEE (Siddahrtha), The Emperor of all Maladies : A Biography of Cancer, 2011.

Silvia Rossi

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I rischi della metafora : il percorso del malato

__________ __________ Percorso semplice

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I rischi della metafora : quando il percorso non è semplice ? 1/2 • __________ Percorso invalidante

__________

Percorso semplice e poi decrescente

• __________ __________

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I rischi della metafora : quando il percorso non è semplice ? 2/2 • __________ Percorso decrescente

Senza risposta

• __________

Silvia Rossi

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« Tandis que le langage du traitement évoluera et passera des métaphores militaires empruntées à la guerre d’offensive à celles décrivant les ‘défenses naturelles’ du corps (ce que l’on appelle le ‘système de défense immunitaire’ peut aussi rompre totalement avec la métaphore militaire et devenir la ‘compétence immunologique ‘), le cancer se trouvera partiellement libéré de ses mythes ».

« Mentre il linguaggio del trattamento evolverà e passerà dalle metafore della guerra offensiva a quelle che descrivono le ‘difese naturali ’ del corpo (quello che chiamiamo ‘sistema di difesa immunitario’ - puo’ anche rompere completamente con la metafora militare e diventare la ‘competenza immunomogica’), il cancro si troverà parzialmente liberato dai suoi miti ».

SONTAG (Susan), La malattia come metafora, 1977

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Dopo la guerra

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Non solo un nemico… « j’ai eu l’impression – inévitable – que je n’écrivais pas sur quelque chose mais sur quelqu’un. Chaque jour, mon sujet se transformait en quelque chose qui ressemblait à un individu, à une image énigmatique et quelque peu dérangée dans un miroir. Ce n’était plus tellement l’histoire médicale d’une maladie mais quelque chose de plus personnel, de plus viscéral : sa biographie ». « ho avuto l’impressione – inevitabile – che non scrivevo su qualcosa, ma su qualcuno. Ogni giorno il mio soggetto si trasformava in qualcosa che assomigliava a un individuo, a un’immagine enigmatica e un po’ disturbata in uno specchio. Non era più davvero la storia medica di una malattia, ma qualcosa di più personale, di più viscerale: la sua biografia »

MUKHERJEE (Siddahrtha), The Emperor of all Maladies : A Biography of Cancer, 2011.

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Un parto al contrario 1/4 « per me lui è una creatura viva (…) Più che un sassolino, sembra di ammirare un embrione che è già diventato feto e si sta trasformando in bambino, generandosi dall'aria e gonfiandosi come una nuvola. Chi l'ha detto che il cancro è un sasso inerte? Visto al microscopio, al contrario, è cosi pieno di vita! (...) una gravidanza inversa, il cui parto vuole essere un suicidio, e il cui concepimento non è stato altro che un malaugurato cortocircuito ».

« il genitore del mio cancro non sono io, io sono soltanto il suo sfortunato recipiente, il suo involucro di carne! ».

CARDACI (Giacomo)

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L’intruso 2/4

« L’intrus s’introduit de force, par surprise ou par ruse, en tout cas sans droit ni sans avoir été d’abord admis. Il faut qu’il y ait de l’intrus dans l’étranger, sans quoi il perd son étrangeté. S’il a déjà droit d’entrée et de séjour, s’il est attendu et reçu sans que rien de lui reste hors d’attente ni hors d’accueil, il n’est plus l’intrus, mais il n’est plus, non plus l’étranger ».

« L’intruso si introduce di forza, di sorpresa o con l’inganno, in ogni caso senza diritto né senza essere prima stato ammesso. Bisogna che ci sia dell’intruso nello straniero, altrimenti perderebbe la sua estraneità. Se ha già diritto d’ingresso e di soggiorno, se è atteso e ricevuto senza che nulla di lui resti inatteso o inaccolto, non è più l’intruso, ma non è nemmeno più lo straniero ».

NANCY (Jean–Luc), L'Intrus, 2000

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L’ Alieno 3/4

« la malattia che chiamo l’Alieno, le mie rughe, l’età. L’Alieno lo tengo a bada. Gli ho fatto capire che se mi uccide muore con me, che quindi è meglio vivere con me. E per quanto vivere con me sia arduo, per ora ci sta ».

FALLACI (Oriana), La Rabbia e l’orgoglio in Wake up, Occidente sveglia, Il Corriere della Sera, 2002.

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L’ospite indesiderato 4/4

« Ho deciso che della brutta bestia non voglio sapere nulla, non mi interessa il pedigree di chi non voglio ospitare a casa mia ».

SANNUCCI (Corrado)

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Il dialogo 1/3

« quel mio interno visitatore mi pareva fosse diventato parte di me, come le mie mani, i piedi e la testa (…) mi veniva da parlarci, da farmelo amico; se non altro perché avevo capito che in un modo o in un altro lui sarebbe rimasto li, magari sonnolento, a farmi compagnia per il resto del cammino (…) Ogni giorno mi misi a sorridere all'ospite dentro di me».

TERZANI (Tiziano)

Silvia Rossi

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Il dialogo 2/3

« 'Non mi avrete maledetti pipistelli, mai. Io sono più forte di voi. Io non mi arrendo ».

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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Il dialogo 3/3

« Come sei stupido, cancro! Non sai che se muoio io, muori anche tu. Se ammazzi me, ammazzi anche te stesso. Che se mi uccidi, ti suicidi. Tornerai nel buio, scomparirai. Non uccidermi, ti prego ».

CARDACI (Giacomo)

Silvia Rossi

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La frontiera 1/3

« Ero ormai di un'altra tribù »

TERZANI (Tiziano)

Silvia Rossi

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La frontiera 2/3

«Dall'altra parte del vetro ci sono altri corpi, altri visi, altri occhi. Tutti si muovono come dentro un acquario, con movimenti lenti e precisi, sono pesci–medici che nuotano e hanno in mano il mio destino e quindi il destino del mondo intero».

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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La frontiera 3/3

« Come ho potuto finire in quest'altro mondo, al di qua della siepe? Come ho potuto finire in questa casa che non è la mia casa? In questa scuola che non è la mia scuola? ».

CARDACI (Giacomo)

Silvia Rossi

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I rapporti con i medici : il lessico religioso 1/4

« si preoccupa di non fare aspettare il professore–medico–scienziato, gli si avvicina come ci si avvicina a un vescovo o a un sindaco: abbassando gli occhi ».

CARDACI (Giacomo)

Silvia Rossi

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L’oracolo 2/4

Il paziente « ascolta come si farebbe con un oracolo definitivo, e ciecamente gli si affida ».

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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La divinità 3/4 « Il medico è in ospedale ciò che la divinità è nel tempio. Da lui implori il miracolo, e alle sue labbra ti aggrappi come a una corda che è stata lanciata per non cadere nel baratro. Se ti chiede un sacrificio immane, sei disposto a compierlo ».

CALABRESE (Pietro)

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« Mi avvicino alla scrivania del dottor Buy : il luminare che tutti osannano ».

CARDACI (Giacomo)

Silvia Rossi

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Gli angeli 4/4

« Ho visto però come si comportano questi uomini con i loro pazienti e oggi so che gli angeli esistono, non sono affatto invisibili e purtroppo non hanno le ali perché sotto il camice sarebbero loro d’impaccio (...) Credono nei protocolli internazionali e qualche volta in Dio. Credono nella guarigione e trattano con la morte da pari a pari ».

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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La metafora sportiva

« quel tumore non avrei mai potuto vincerlo. Non c'erano prospettive di vittoria. Era una partita che si poteva perdere, o al massimo pareggiare. Non c'erano forza e coraggio bastanti a vincerla ».

« pareggiarla [la partita] significava che il tumore se ne sarebbe stato a lungo, per anni, buono buono senza darmi fastidio ».

CALABRESE (Pietro)

Silvia Rossi

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La doppia nazionalità

« En naissant, nous acquérons une double nationalité qui relève du royaume des bien-portants comme de celui des malades. Et bien que nous préférions tous présenter le bon passeport, le jour vient où chacun de nous est contraint, ne serait-ce qu’un court moment, de se reconnaitre citoyen de l’autre contrée ».

SONTAG (Susan), La malattia come metafora, 1977

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Il Visto 1/2

« Instead they are on permanent visa status, that visa requiring periodic renewal. The triumph of modernist medicine is to allow increasing numbers of people who would have been dead enjoy this visa status, living in the world of the healthy even if always subject to expulsion ».

« Invece sono uno stato di visto permanente, e questo visto richiede di essere rinnovato periodicamente. Il trionfo della medicina moderna è permettere a un numero crescente di persone che sarebbero morte di usufruire di questo stato di visa, vivendo nel mondo dei sani anche se espulsibili ».

FRANK (Arthur W.), The Wounded Storyteller - Body, Illness, and Ethics, 2013.

Silvia Rossi

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Il Visto 2/2

«Sono una specie di lavoratore stagionale della vita, vado avanti di tre mesi in tre mesi. Ci si abitua ».

CALABRESE (Pietro)

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Il « survivor », il paziente dopo la battaglia

« The term ‘cancer survivor’ includes anyone who has been diagnosed with cancer, from the time of diagnosis through the rest of his or her life ».

« Il termine ‘cancer survivor’ include chiunque sia stato diagnosticato di un cancro, dal momento della diagnosi e per tutto il resto della sua vita».

The National Cancer Institute’s booklet Facing Forward:

Life After Cancer Treatment

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Il « testimone », la narrazione della malattia

« Survival does not include any particular responsibility other than continuing to survive. Becoming a witness assumes a responsibility for telling what happened. The witness offers testimony to a truth that is generally unrecognized or suppressed. People who tell stories of illness are witness, turning illness into moral responsibility ». « Sopravviere non comporta nessuna responsabilità particolare, a parte quella di continuare a sopravvivre. Diventare un testimone implica la responsabilità di dire cio’ che è successo. Il testimone esprime una verità che è normalmente sconosciuta o rimossa. Le persone che raccontano storie di malattia sono testimoni che traformano la malattia in responsabilità morale ».

FRANK (Arthur W.), The Wounded Storyteller - Body, Illness, and Ethics, 2013. Silvia Rossi

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Grazie!

Silvia Rossi

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Bibliografia 1/4 • BOUVET (Gaelle), Le récit de la maladie comme métaphore de ce que vit le patient :

intérêt pour l'écoute en médecine générale : étude qualitative à partir de 14 observations directes de consultations et 14 entretiens semi-dirigés, Lyon, 2008.

• CANGUILHEM (Georges), Le normal et le pathologique, Presses Universitaires de France, Paris, 1966.

• DANOU (Gérard), Résistances – Littératures, médecines, sciences humaines, Lambert-Lucas, Limoges, 2011.

• DANOU (Gérard), Langue, récit, littérature dans l’éducation médicale, Editions Lambert-Lucas Limoges, 2007.

Silvia Rossi

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Bibliografia 2/4 • Peser les mots : littératures et médecine -- Journées d'études organisées par Gérard

Danou et Brigitte Galtier les jeudi 26 et vendredi 27 avril 2007 ; Université de Cergy-Pontoise, Équipe "Arts littéraires, arts cliniques" du CER/FDP... ; textes réunis et présentés par Gérard Danou.

• Littérature et médecine : ou les pouvoirs du récit : actes du colloque organisé par la BPI, les 24 et 25 mars 2000, dans la grande salle du Centre Pompidou à Paris compléter

• DANOU (Gérard), OLIVIER (Annie), BAGROS (Philippe), Littérature et médecine – Petite anthologie littéraire à l'usage des étudiants en médecine, Paris, Ellipses, 1998.

• DANOU (Gérard), Le corps souffrant: littérature et médecine, Seyssel, Champ Vallon, 1994.

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Bibliografia 3/4 • FRANK (Arthur W.), Illness and Autobiographical Work: Dialogue as Narrative Destabilization in

Qualitative Sociology, Vol 23, No. 1, 2000, http://people.ucalgary.ca/~frank/Dauto.html.

• FRANK (Arthur W.), The Wounded Storyteller - Body, Illness, and Ethics, Second Edition. University of Chicago Press, Chicago, 2013.

• GOFFMAN (Erving) , Stigmate – Les usages sociaux des handicaps, Les éditions de minuit, Paris, 1975 (édition anglaise : 1963).

• HAMON-VALANCHON (Hélène), Femmes et cancer – Récits de maladie, L'Harmattan, Paris, 2010.

• JURECIC (Ann), Illness as Narrative, University of Pittsburg Press, 2012.

Silvia Rossi

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Bibliografia 4/4 • LAKOFF (George), JOHNSON (Mark), Les métaphores dans la vie quotidienne, Les Editions de

Minuit, Paris, 1985.

• MENORET (Marie), Les temps du cancer, Editions Le bord de l’eau, Lormont, 2007.

• MUKHERJEE (Siddahrtha), L’empereur de toutes les maladie – Une biographie du cancer, Flammarion, Paris, 2013. – Titre original The Emperor of all Maladies : A Biography of Cancer, 2011.

• SONTAG (Susan), Le sida et ses métaphores, Christian Bourgois Editeur, Paris, 1989, titre original Aids and its Metaphors, 1989.

• SONTAG (Susan), La maladie comme métaphore, Christian Bourgois Editeur, Paris, XXX, titre

original Illness as Metaphor, 1977.

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Bibliografia secondaria 1/2 • BEN JELLOUN (Tahar), Ablation, Gallimard, Paris, 2014.

• DE BEAUVOIR (Simone), Une mort très douce, éditions Gallimard, Paris, 1964.

• FALLACI (Oriana), Intervista Oriana Fallaci , Corriere della Sera, Milano, 2004.

• GUIBERT (Hervé), Le protocole compassionnel, Éditions Gallimard, Paris, 1991.

• NANCY (Jean-Luc), L'Intrus, Paris, Galilée, 2000.

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Bibliografia secondaria 2/2

• RIEFF (David), Mort d’une inconsolée – Les derniers jours de Susan Sontag (Swimming in a Sea of Death. A Son’s memoir), Climats, Paris, 2008.

• SOLJENITSYNE (Alexandre), Le pavillon des cancéreux, Julliard, Paris, 1968.

• VENTURINO (Marco), Cosa sognano i pesci rossi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore S.p.a., 2005.

• TCHEKHOV (Anton), Une banale histoire – Fragments du journal d’un vieil home, Gallimard, Paris,1996.

• ZORN (Fritz), Mars, Gallimard, Paris, 1979. Œuvre originale 1977.

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Articoli

• FALLACI (Oriana), La Rabbia e l’orgoglio, rapporté dans Wake up, Occidente, sveglia, Il Corriere

della Sera du 26 octobre 2002.

• DOWDEN (Steve), Metafora, malattia e letteratura, ovvero: a colazione con Nikolaj Stapanovic in Concilium, Editrice Queriniana, Brescia, 3/2007, pp. 96 – 108, traduzione di Maria Sbaffi Girardet.

• TALPIN (Jean-Marc) et TALPIN6JARRIGE (Odile), L’entrée en littérature de la démence de type Alzheimer, Gérontologie et société, 2005/4, Volume 114, p. 59-73.

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