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SETTORE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE RISORSE COMUNITARIE SETTORE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE RISORSE COMUNITARIE Dr Raffaele Parlangeli Dr Raffaele Parlangeli Città di Lecce Il ruolo delle Autonomie locali ed il Il ruolo delle Autonomie locali ed il rapporto con le Regioni nella nuova rapporto con le Regioni nella nuova programmazione UE 2007 programmazione UE 2007 - - 2013 2013 FORUM P.A. FORUM P.A. Quali politiche di sostegno comunitario con la nuova Quali politiche di sostegno comunitario con la nuova programmazione 2007 programmazione 2007 - - 2013 alla luce dell 2013 alla luce dell allargamento allargamento dell dell unione europea? unione europea? Le condizioni delle regioni ob. 1 e ob. 2 Le condizioni delle regioni ob. 1 e ob. 2 Roma, 12 maggio 2006

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““Il ruolo delle Autonomie locali ed il Il ruolo delle Autonomie locali ed il rapporto con le Regioni nella nuova rapporto con le Regioni nella nuova

programmazione UE 2007programmazione UE 2007--20132013””

FORUM P.A.FORUM P.A.

““Quali politiche di sostegno comunitario con la nuova Quali politiche di sostegno comunitario con la nuova programmazione 2007programmazione 2007--2013 alla luce dell2013 alla luce dell’’allargamento allargamento

delldell’’unione europea? unione europea? –– Le condizioni delle regioni ob. 1 e ob. 2Le condizioni delle regioni ob. 1 e ob. 2””

Roma, 12 maggio 2006

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INDICEINDICE

PREMESSAPREMESSAIL QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTOIL QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTODIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONEI PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONELA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEALA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEALL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 2013 POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007--2013 2013 IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ E DELLE AUTONOMIE LOCALIE DELLE AUTONOMIE LOCALIIL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE -- IL IL ““KIT DEL KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEPROGRAMMATORE LOCALE””INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONEALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONEGLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEGLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEGOVERNANCE MULTILIVELLO E COOPERAZIONE TERRITORIALEGOVERNANCE MULTILIVELLO E COOPERAZIONE TERRITORIALE

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PREMESSA PREMESSA

Tale contributo affronterTale contributo affronteràà il tema del il tema del ““RUOLO DELLE CITTRUOLO DELLE CITTÀÀQUALI AGENTI E MOTORI DELLO SVILUPPO QUALI AGENTI E MOTORI DELLO SVILUPPO TERRITORIALE NELLA FASE DI PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE NELLA FASE DI PROGRAMMAZIONE 20072007--20132013””, , proponendo un metodo di lavoro che guarda ad proponendo un metodo di lavoro che guarda ad alcune tematiche di alcune tematiche di Governance territorialeGovernance territoriale, considerando il , considerando il ““mainstreamingmainstreaming”” e la e la ““capacity buildingcapacity building”” in tema di in tema di programmazione e gestione dei Fondi Strutturali. programmazione e gestione dei Fondi Strutturali.

Tale proposta di lavoro, nel tracciare un percorso di Tale proposta di lavoro, nel tracciare un percorso di pianificazione strategica che dia attuazione alle strategie di pianificazione strategica che dia attuazione alle strategie di Lisbona e GLisbona e Gööterborg, prevede la definizione di un terborg, prevede la definizione di un Kit/strumenti del programmatore localeKit/strumenti del programmatore locale, utile per , utile per elaborare strategie programmatiche per lo sviluppo del elaborare strategie programmatiche per lo sviluppo del territorio dellterritorio dell’’area vasta.area vasta.

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PREMESSAPREMESSA

Si tratta di definire un Si tratta di definire un metodo di lavorometodo di lavoro che sappia che sappia interrogarsi con metodo sul interrogarsi con metodo sul ciclo di vita di opere, ciclo di vita di opere, progetti/programmi in itinereprogetti/programmi in itinere, integrando alcune funzioni , integrando alcune funzioni opportunamente convergenti su tematismi di opportunamente convergenti su tematismi di area vastaarea vasta, , garantendo un garantendo un approccio sistemico approccio sistemico aa valore aggiunto valore aggiunto delle delle energie degli attori nazionali/internazionali ed una vision energie degli attori nazionali/internazionali ed una vision permanente che sappia cogliere gli obiettivi di Lisbona e permanente che sappia cogliere gli obiettivi di Lisbona e GGööterborg e portare a regime concrete azioni di terborg e portare a regime concrete azioni di

ConvergenzaConvergenzaCompetitivitCompetitivitààCooperazione territoriale,Cooperazione territoriale,

nellnell’’ottica di un Europa allargata e mediterranea.ottica di un Europa allargata e mediterranea.

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (1)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (1)

In particolare l’idea caratterizzante di tale contributo è di proporre un metodo di lavoro che contribuisca all’implementazione di una strategia di crescita e di implementazione di una strategia di crescita e di ““GovernanceGovernance””del territoriodel territorio, partendo dall’esperienza maturata e dalle proposte di lavoro presentate dalla Città di Lecce, per affrontare insieme alla programmazione regionale, punti di forza e di debolezza della “capacità di fare”, in grado di marcare alcuni elementi di continuità e discontinuità rispetto alla nuova fase di programmazione 2007-2013, sulla base di un quadro logico di lavoro proposto che focalizza l’attenzione sulle seguenti progressioni di valori condivisi e punti di riflessione da condividere:

1)1) ll’’integrazione degli interventi cofinanziati dal Fondo Sociale integrazione degli interventi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)Europeo (FSE) e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), quale sistema di lavoro coordinato per portare a compimento concrete azioni per accrescere la COMPETITIVITA’ e l’OCCUPAZIONE, rispetto ad un unico centro di spesa;

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (2)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (2)

2)2) attuazione del metodo di lavoro di coordinamento aperto attuazione del metodo di lavoro di coordinamento aperto per meglio realizzare il processo di programmazione per meglio realizzare il processo di programmazione strategica sistematicastrategica sistematica ed implementazione di una valutazione ed analisi del ruolo delle città in relazione alle dinamiche di sviluppo urbano per contribuire a creare e sviluppare i prerequisiti istituzionali di base per la crescita economica e sociale;

3) 3) attribuzione, nellattribuzione, nell’’ambito dei programmi operativi, della ambito dei programmi operativi, della delega e/o attribuzione agli enti locali, singoli o associati o delega e/o attribuzione agli enti locali, singoli o associati o a a loro espressioni, di funzioni di pertinenza delle autoritloro espressioni, di funzioni di pertinenza delle autoritàà di di gestione, di certificazione, e di audit del programma operativo gestione, di certificazione, e di audit del programma operativo (PO)(PO) ed anche, eventualmente, della gestione e della attuazione di parti del PO medesimo in quanto riconosciuti idonei a svolgere le funzioni di organismo intermedio di cui al 2° comma dell’art. 2 del Reg. CE 438/01;

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (3)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (3)

4)4) previsione della logica delllogica dell’’organismo intermedio e delle organismo intermedio e delle deleghe di funzioni alle cittdeleghe di funzioni alle cittàà capoluogo qualecapoluogo quale meccanismo di meccanismo di integrazione delle azioni cofinanziate dal FSE e dal FESRintegrazione delle azioni cofinanziate dal FSE e dal FESR e e strumento di governance locale e di supporto pistrumento di governance locale e di supporto piùù efficace ed efficace ed efficiente di efficiente di misurazione dei costi amministrativimisurazione dei costi amministrativi ed una ed una valutazione dellvalutazione dell’’impattoimpatto, anche al fine di assicurare maggiori e più rapidi progressi nel quadro della semplificazione (in linea con la comunicazione sulla “better regulation” del 16 marzo 2005, COM (2005) 97, e con il Piano d’azione triennale per la semplificazione e l’aggiornamento della legislazione comunitaria in vigore adottato dalla Commissione Europea il 25 ottobre 2005, COM (2005) 518);

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (4)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (4)

5) estensione della delega di funzioni di organismo 5) estensione della delega di funzioni di organismo intermedio allintermedio all’’area vasta per larea vasta per l’’applicazione dei principi di applicazione dei principi di integrazione, concentrazione ed addizionalitintegrazione, concentrazione ed addizionalitàà delle risorsedelle risorse, anche in relazione alla necessità di collocare entro un quadro di riferimento generale le scelte più adatte, produttive ed efficaci in relazione al contesto e al tempo in cui si svolge l’azione;

6)6) rafforzare la dimensione dellrafforzare la dimensione dell’’integrazione formale tra gli integrazione formale tra gli obietti dellobietti dell’’Agenda di Lisbona e ed il supporto dei Fondi Agenda di Lisbona e ed il supporto dei Fondi StrutturaliStrutturali, per il raggiungimento di tali obiettivi e per identificare, valutare ed attuare metodologie in grado di mettere in atto sinergie concrete per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona;

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (5)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (5)

7)7) coerenza dellcoerenza dell’’estensione della delega di funzioni di estensione della delega di funzioni di organismo intermedio allorganismo intermedio all’’area vasta, sia rispetto a quanto area vasta, sia rispetto a quanto previsto per i soggetti beneficiari delle delibere CIPE n. 20/04previsto per i soggetti beneficiari delle delibere CIPE n. 20/04e 35/05, sia con le 35/05, sia con l’’ipotesi della costituzione di un ipotesi della costituzione di un raggruppamento delle autonomie locali e/o attori locali per la raggruppamento delle autonomie locali e/o attori locali per la gestione associata di funzioni e servizi in applicazione dellgestione associata di funzioni e servizi in applicazione dell’’art. art. 33 D.Lgs 267/2000 (T.U.E.L), sia con l33 D.Lgs 267/2000 (T.U.E.L), sia con l’’attribuzione della attribuzione della gestione di parti di programmi regionali a cittgestione di parti di programmi regionali a cittàà, o ad , o ad aggregazioni di Comuni,aggregazioni di Comuni, assumendo come modello di riferimento l’istituto dell’organismo intermedio previsto dal regolamento CE 438/2001 in linea anche attualmente con la proposta di regolamento di coordinamento generale dei Fondi Strutturali Comunitari per il periodo di programmazione 2007-2013;

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (6)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (6)

8) 8) previsione di una metodologia di lavoro che prevede un ciclo di vita integrato dei programmi e dei progetticiclo di vita integrato dei programmi e dei progetti quale metodo operativo in grado di regolarizzare i tempi e le procedure e di ottimizzare l’impiego delle risorse mediante:

• la verifica degli obiettivi che si vogliono raggiungere;• l’esame dei legami temporali;• la valutazione dei fabbisogni finanziari globali e della

loro sequenza temporale;• la previsione di strumenti di monitoraggio e valutazione

in itinere delle attività programmate e conseguente predisposizione di percorsi alternativi;

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (7)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (7)

APPLICAZIONE DELLA LOGICA DEL

“CICLO DI VITA DELLE OPERE, DEI PROGRAMMI E DEI

PROGETTI”

PROPOSTE DI LAVORO

• PREDISPOSIZIONE DI QUADRI LOGICI DI PROGRAMMI DI SVILUPPO TERRITORIALE

INTEGRATI;• RACCORDO TRA TEMPI E

PROCEDURE;• INDIVIDUAZIONE E

DEFINIZIONE DI COMPETENZE DEI RESPONSABILI DEI

PROCEDIMENTI.

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (8)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (8)

9)9) valutazione ed estrapolazione, valutazione ed estrapolazione, laddove esistenti, dei , dei programmi nazionali avviati e in corso nel periodo di programmi nazionali avviati e in corso nel periodo di programmazione 2000programmazione 2000--2006 e le relative strategie di 2006 e le relative strategie di riferimentoriferimento;

10)10) identificazione di alcune fondamentali prioritidentificazione di alcune fondamentali prioritàà per il per il nuovo periodo di programmazionenuovo periodo di programmazione, tenendo conto anche della prosecuzione degli interventi già programmati in questo periodo di programmazione e contribuendo ad assicurare la coerenza fra la proposta di QSN 2007/2013 e piani nazionali coerenza fra la proposta di QSN 2007/2013 e piani nazionali per lper l’’occupazione, nel contesto della relativa strategia occupazione, nel contesto della relativa strategia europea, nazionale e regionale, ma anche, in generale, delle europea, nazionale e regionale, ma anche, in generale, delle strategie di Lisbona e di Goteborgstrategie di Lisbona e di Goteborg.

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Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (9)Il QUADRO LOGICO DI RIFERIMENTO (9)

Tali riflessioni appaiono ancor piTali riflessioni appaiono ancor piùù in linea con la sezione in linea con la sezione strategica del QSN e del QSR Regione Pugliastrategica del QSN e del QSR Regione Puglia, in fieri, poichpoichééappaiono coerenti con una delle principali novitcoerenti con una delle principali novitàà della della riforma della politica di coesione proposta dalla Commissione riforma della politica di coesione proposta dalla Commissione europea e condivisa dal nostro Paese per il periodo europea e condivisa dal nostro Paese per il periodo 2007/20132007/2013.

Nello specifico il metodo di lavoro propone::il rispetto condiviso degli obiettivi di coesione e competitività;la strutturazione delle priorità di intervento da perseguire;garantire l’integrazione finanziaria e programmatica;sistematizzare l’integrazione fra politica regionale e politiche

nazionali;tarare e sintonizzare un sistema dinamico di Governance e

capacità istituzionali;

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (1)PROGRAMMAZIONE (1)

Nel 2004, la Terza relazione sulla coesione economica e sociale, ha posto le basi per una revisione delle politiche di coesione in atto a fronte del mutato quadro internazionale puntando su Convergenza – Competitività – Cooperazione.

L’Unione Europea, superata l’importante tappa dell’ampliamento ad est (1 maggio 2004), sta analizzando una proposta di riforma che introduca radicali innovazioni indispensabili in un contesto socio-economico profondamente modificato.

La proposta, tuttavia, introduce anche una serie di importanti innovazioni volte a garantire una maggiore efficacia della politica di coesione.

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (2)PROGRAMMAZIONE (2)

Il negoziato in merito alla nuova riforma dei Fondi Strutturali per il periodo 2007-2013 è attualmente in corso e riveste un'importanza cruciale dal momento che coincide con un passaggio chiave nella storia dell'Unione Europea: l'allargamento ai 10 nuovi Stati Membri

I 25 Paesi attuali, che diverranno 27 nel 2010, devono infatti far fronte al divario dello sviluppo economico, ad una accentuazione delle disparità territoriali ed una situazione occupazionale ancor più complessa.

La Commissione propone per la fase 2007-2013 interventi concentrati su un numero limitato di priorità comunitarie, in linea con le agende di Lisbona (crescita, competitività e occupazione) e di Göteborg (ambiente).

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (3)PROGRAMMAZIONE (3)

Su tale base si è elaborato un elenco limitato di temi chiave per i programmi operativi:

innovazione;economia basata sulla conoscenza;

ambiente;prevenzione dei rischi;accessibilità e servizi di interesse economico generale.

I principi di attuazione restano immutati: Programmazione;Partnerariato;cofinanziamento e valutazione.

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (4)PROGRAMMAZIONE (4)

La tabella che segue illustra il cambiamento che il nuovo La tabella che segue illustra il cambiamento che il nuovo periodo di programmazione introdurrperiodo di programmazione introdurràà nel 2007: nel 2007:

OBIETTIVI/PRIORITA’ FONDI AREE INTERESSATE

CONVERGENZA FONDO DI COESIONE;FESR;FSE;

Gli Stati membri con PIL inferiore al 90% della media comunitaria

Regioni con PIL pro capite inferiore al 75% della media UE

COMPETITIVITA ED OCCUPAZIONE REGIONALE

FESR;FSE;

Tutte le regioni Europee non incluse nella priorità 1 e cioè:

le Regioni ex Obiettivo 2 e 3le Regioni in “phasing in”

COOPERAZIONE TERRITORIALE EUROPEA

FSER Tutte le Regioni europee

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (5)PROGRAMMAZIONE (5)

La Commissione propone un orientamento più strategico della programmazione, un maggiore decentramento delle responsabilità, un partnerariato più saldo e trasparente, meccanismi di controllo più rigorosi e la semplificazione del sistema di gestione.

DOCUMENTO STRATEGICO GLOBALE: è adottato dal Consiglio (su proposta della Commissione) per impostare la nuova programmazione [Titolo 2, Cap. I, artt. 23 – 24].

QUADRO STRATEGICO NAZIONALE: è adottato da ciascun Paese membro per impostare la propria strategia e la programmazione operativa globale [Titolo 3, Cap. II, artt. 25 – 26].

PROGRAMMI OPERATIVI NAZIONALI E REGIONALI: sono PO monofondo [art. 33], gestiti a livello globale e di priorità [art. 36], quindi non più specificati dai CdP [c. 41]. Le IC scompaiono e sono assorbite nei PO

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (6)PROGRAMMAZIONE (6)

Raffronto tra lRaffronto tra l’’attuale fase di programmazione 2006attuale fase di programmazione 2006--2006 ed 2006 ed il periodo di programmazione 2007il periodo di programmazione 2007--20132013

PERIODO 2000-2006 PERIODO 2007-2013

RISORSE 213 miliardi di euro213 miliardi di euro 336,3 miliardi di euro336,3 miliardi di euro

OBIETTIVI/ PRIORITA’ DI INTERVENTO

OBIETTIVIOBIETTIVIObiettivo 1:Obiettivo 1: sviluppo e adeguamento sviluppo e adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppostrutturale delle regioni in ritardo di sviluppoObiettivo 2: Obiettivo 2: riconversione economica e riconversione economica e socialesociale delle zone con problemi strutturalidelle zone con problemi strutturaliObiettivo 3Obiettivo 3: adattamento ed : adattamento ed ammodernamento delle politiche e dei sistemi ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione ed occupazionedi istruzione, formazione ed occupazione

PRIORITAPRIORITA’’ DI INTERVENTODI INTERVENTOPrioritPrioritàà 1: 1: Convergenza e competitivitConvergenza e competitivitààPrioritPrioritàà 2: 2: CompetitivitCompetitivitàà regionale ed occupazioneregionale ed occupazionePrioritPrioritàà 3: 3: Cooperazione territoriale europeaCooperazione territoriale europea

FONDI Fondo di coesioneFondo di coesioneFondo Europeo di Sviluppo Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale -- FESRFESRFondo Sociale Europeo Fondo Sociale Europeo -- FSEFSEFondo Europeo Agricolo di Orientamento e Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia Garanzia -- FEOGAFEOGAStrumento Finanziario di Orientamento alla Strumento Finanziario di Orientamento alla Pesca Pesca -- SFOPSFOP

Fondo di coesioneFondo di coesioneFondo Europeo di Sviluppo Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale -- FESRFESRFondo Sociale Europeo Fondo Sociale Europeo -- FSEFSE

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (7)PROGRAMMAZIONE (7)

La Commissione europea ribadisce poi i criteri di eleggibilitàgeografica dei tre obiettivi prioritari e gli strumenti coinvolti nel finanziamento di ciascun ambito d’intervento. Si riporta di seguito una tabella raffigurante eleggibilità geografica e strumenti finanziari dei nuovi obiettivi prioritari per la politica di coesione 2007-2013:

OBIETTIVI/PRIORITA’ FONDI AREE INTERESSATE

Convergenza e competitività

Fondo di Coesione,FESR, FSE

Gli Stati membri con PIL inferiore al 90% della media comunitariaRegioni con PIL pro capite inferiore al 75% della media UE

Competitività regionale ed occupazione

FESR, FSE Tutte le regioni Europee non incluse nella priorità 1 e cioè:-Le Regioni ex Obiettivo 2 e 3-Le Regioni in “phasing in”

Cooperazione territoriale europea

FSER Tutte le Regioni europee

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DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA DIFFERENZA FRA VECCHIA E NUOVA PROGRAMMAZIONE (7)PROGRAMMAZIONE (7)

Il 4 aprile 2006, durante la sessione plenaria di Strasburgo, Il 4 aprile 2006, durante la sessione plenaria di Strasburgo, Consiglio, Parlamento e Commissione si sono infine accordati Consiglio, Parlamento e Commissione si sono infine accordati sul pacchetto delle prospettive finanziarie.sul pacchetto delle prospettive finanziarie.

Il bilancio passerIl bilancio passeràà da da 862,4 miliardi 862,4 miliardi a a 864,4 miliardi di 864,4 miliardi di euroeuro , con un incremento di 2 miliardi. , con un incremento di 2 miliardi.

Rispetto all'accordo di dicembre, sono previsti Rispetto all'accordo di dicembre, sono previsti in piin piùù::500 milioni 500 milioni per le reti transeuropee, per le reti transeuropee, 300 milioni300 milioni per la ricerca, per la ricerca, 800 milioni800 milioni per l'educazione, per l'educazione, 400 milioni400 milioni per competitivitper competitivitàà e innovazione, e innovazione, 1 miliardo1 miliardo per politica estera, sicurezza e vicinato. per politica estera, sicurezza e vicinato.

L'Unione europea avrL'Unione europea avràà coscosìì otto mesi, prima della scadenza otto mesi, prima della scadenza del 1del 1°° gennaio 2007, per preparare, presentare e adottare il gennaio 2007, per preparare, presentare e adottare il nuovo quadro finanziario per i programmi comunitari.nuovo quadro finanziario per i programmi comunitari.

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I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE (1)PROGRAMMAZIONE (1)

L’Unione Europea, superata l’importante tappa dell’ampliamento ad est, sta analizzando una proposta di riforma che introduce radicali innovazioni indispensabili in un contesto socio-economico profondamente modificato.

La riforma proposta mantiene i principi basilari degli interventi strutturali: a) programmazione pluriennaleprogrammazione pluriennale che garantisce una sufficiente durata e concentrazione a livello comunitario, b) ampio ed efficace partnerariatoampio ed efficace partnerariato tra soggetti che intervengono a differenti livelli;c) cofinanziamentocofinanziamento fondato sulla complementaritfondato sulla complementaritàà tra aiuti tra aiuti comunitari e nazionalicomunitari e nazionali, la valutazione del rendimento e della qualità in tutte le fasi del processo.

La proposta, tuttavia, introduce anche una serie di importanti innovazioni volte a garantire una maggiore efficacia della politica di coesione..

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I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE (2)PROGRAMMAZIONE (2)

Le linee guida della strategia comunitaria per la nuova fase di programmazione della Commissione europea ipotizzano un approccio strategico della nuova programmazione.

Tale orientamento strategico, guiderebbe la politica di coesione e garantirebbe l’applicazione di un auspicato livello di sinergia tra la politica di coesione e le agende di Lisbona eGoeteborg, aumentando altresì la coerenza con gli indirizzi di massima per la politica economica e con la strategia europea per l’occupazione mediante l’attuazione dei seguenti principi chiave::

COMPLEMENTARIETCOMPLEMENTARIETÀÀ rispetto alle misure nazionali, regionali e locali e coerenza con le priorità comunitarie e conformitàalle disposizioni del Trattato (articolo 8 Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

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I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE (3)PROGRAMMAZIONE (3)

PROGRAMMAZIONEPROGRAMMAZIONE articolata in priorità all’interno di un quadro pluriennale (art. 9 Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

PARTENARIATOPARTENARIATO con istituzioni, parti economiche e sociali, altri organismi appropriati (art. 10 Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

SUSSIDIARIETSUSSIDIARIETÀÀ nell’attuazione dei programmi e PROPORZIONALITA’ dell’azione di controllo e valutazione rispetto all’entità del contributo comunitario (art. 11 Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

ADDIZIONALITADDIZIONALITÀÀ dei contributi dei Fondi rispetto alle spese strutturali pubbliche o equivalenti di uno Stato membro (art. 13 Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

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I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE (4)PROGRAMMAZIONE (4)

PARITPARITÀÀ tra uomini e donne (art. 14 Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

COFINANZIAMENTOCOFINANZIAMENTO degli interventi e PARTECIPAZIONE dei fondi commisurata alla gravità dei problemi (art. 50 e segg. Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generalisul FESR, del FSE e del Fondo di coesione);

VALUTAZIONEVALUTAZIONE quale elemento cardine della qualità, efficacia e coerenza degli interventi (art. 45 e segg. Regolamento Generale del Consiglio recante disposizioni generali sul FESR, del FSE e del Fondo di coesione).

Con l’attuazione di tali principi si perseguiranno gli obiettivi e le strategie definiti nelle agende di Lisbona e Göteborg, declinati nel Terzo rapporto sulla coesione.

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I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE (5)PROGRAMMAZIONE (5)

Sul piano operativo i principi e le regole fissati con la politica comunitaria di coesione e previsti nella proposta di riforma per il periodo 2007-2013, trovano coerenza programmatica ed attuazione in alcuni interventi nazionali previsti per favorire l’aumento di competitività delle aree il cui potenziale èsottoutilizzato, con particolare attenzione per il Mezzogiorno.

Tale finalità è perseguita dalla Stato attraverso la politica regionale nazionale, inizialmente attuata con la Legge n. 208/98, che prevedeva la destinazione di risorse aggiuntive ed interventi nelle cosiddette “aree depresse”, e successivamente organizzata con la Legge Finanziaria per il 2003, che ha unificato tutte le risorse aggiuntive nazionali in due Fondi intercomunicanti –istituiti ai sensi degli articoli 60 e 61 della Legge 27 dicembre 2002 n. 289 – attivi presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e presso il Ministero dell’Attività Produttive.

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I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA I PRINCIPI CARDINE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE (6)PROGRAMMAZIONE (6)

Dall’unione dei due Fondi è nato il FONDOFONDO PER LE AREE PER LE AREE SOTTOUTILIZZATE (FAS)SOTTOUTILIZZATE (FAS), la cui costituzione ed avvio consente all’Italia – sul piano strategico – di essere piùattrezzata per affrontare la nuova fase (2007- 2013) della politica di sostegno dell’Unione Europea.

La programmazione e gestione del FAS, che estende alle risorse nazionali le regole comunitarie di premialità, sia per accelerare la spesa, sia per sollecitare la cooperazione e la qualità, si ispira ai principi di cooperazione fra i diversi livelli di governo, competizione per le risorse, monitoraggio, flessibilitàe tempestività di utilizzo delle risorse.

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LA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE LA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEAEUROPEA (1)(1)

La politica di coesione proposta dalla Commissione Europea La politica di coesione proposta dalla Commissione Europea propone lpropone l’’applicazione di una programmazione tutta applicazione di una programmazione tutta discendente e ldiscendente e l’’affermazione di un affermazione di un MODELLO SUSSIDIARIOMODELLO SUSSIDIARIOche comporta lche comporta l’’istaurarsi di RELAZIONI COOPERATIVE tra i istaurarsi di RELAZIONI COOPERATIVE tra i diversi livelli di articolazione degli assetti di governo e delldiversi livelli di articolazione degli assetti di governo e della a pubblica amministrazione sulla base di ACCORDI CHE pubblica amministrazione sulla base di ACCORDI CHE FAVORISCANO IL GOVERNO MULTILIVELLOFAVORISCANO IL GOVERNO MULTILIVELLO

Dall’Unione Europea

Agli Stati Membri

Alle Regioni

Agli Enti locali

Tale prospettiva valorizza:il ruolo centrale delle REGIONI nel

processo di programmazione;il concorso decisivo degli ENTI

LOCALI all’esercizio di tale ruolo.

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LA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE LA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEAEUROPEA (2)(2)

Tali previsioni trovano coerenza ed una mirata collazione nelle politiche di DECENTRAMENTODECENTRAMENTO in atto in numerosi Paesi europei ed extraeuropei. In particolare, per l’ordinamento italiano, nel Titolo V della Costituzione - artt. 114, 117, 118 e 119 - così come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, che delinea un nuovo rapporto tra Enti locali, Regioni, Stato ed Unione Europea:

Dagli Enti locali Alle Regioni Allo Stato

Dall’Unione Europea

Tale prospettiva promuove la COOPERAZIONE come metodo privilegiato della concertazione tra i diversi livelli di governo, per realizzare attività di interesse generale sulla base del PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETA’.

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LA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE LA POLITICA DI COESIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEAEUROPEA (3)(3)

Dalle PROPOSTE DI REGOLAMENTAZIONE della COMMISSIONE EUROPEA per la POLITICA DI COESIONE e per la NUOVA ARCHITETTURA DEI FONDI STRUTTURALI 2007-2013 emergono i seguenti elementi:

Accentuazione del processo di decentramento e di processo di decentramento e di coinvolgimento degli enti regionali, provinciali e comunalicoinvolgimento degli enti regionali, provinciali e comunali a rafforzamento del principio di sussidiarietà orizzontale e verticale (coerenza con la riforma del titolo v della Costituzione);

Affermazione progressiva del modello sussidiariomodello sussidiario, che comporta l’istaurarsi di relazioni cooperative tra i diversi livelli di articolazione degli assetti di governo e della pubblica amministrazione sulla base di accordi che favoriscano il governomultilivello;

Valorizzazione delle capacità propositive degli enti locali e del coinvolgimento attivo delle autonomie locali nei processi di programmazione regionale;

Promozione di dell’attivazione e del coinvolgimento dei cittadini e dei portatori di interessi con l’affermarsi di forme di democrazia forme di democrazia diretta e partecipata.diretta e partecipata.

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LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (1)2013 (1)

L’approccio alla fase di programmazione 2007-2013 sarà incentrato sugli “Orientamenti strategici comunitari per la politica di coesione” del Consiglio Europeoche applicano “LE PRIORITLE PRIORITÀÀ COMUNITARIECOMUNITARIE AL FINE DI PROMUOVERE UNO SVILUPPO EQUILIBRATO ARMONIOSO E SOSTENIBILE” e rendere l’Unione Europea più dinamica e competitiva, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo di Lisbona e di Göteborg ed i nuovi Quadri nazionali di riferimento strategico.Quadri nazionali di riferimento strategico.

Il Quadro strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 identificherà il collegamento dellePRIORITAPRIORITA’’ COMUNITARIECOMUNITARIE, con quelle NAZIONALINAZIONALI e REGIONALIREGIONALI, nonché le modalità di INTEGRAZIONEINTEGRAZIONE a LIVELLO TERRITORIALE TERRITORIALE delle POLITICHE SETTORIALISETTORIALI NAZIONALI.

Le priorità dovranno essere perseguite con intensità e modalità differenziate fra le due macroaree (Centro Nord e Mezzogiorno) e fra gli obiettivi comunitari di riferimento (“Convergenza” e “Competitività regionale ed occupazione”).

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IL QSN 2007-2013 in fase di redazione evidenzia che la DIMENSIONE TERRITORIALE DELLA POLITICA REGIONALE DI COESIONE 200DIMENSIONE TERRITORIALE DELLA POLITICA REGIONALE DI COESIONE 20077--20132013

trova la sua declinazione nell’ambito delle singole PRIORITAPRIORITA’’

PRIORITAPRIORITA’’ TERRITORIALITERRITORIALI PRIORITAPRIORITA’’ SETTORIALISETTORIALI

ATTENZIONE RIVOLTA ALLAPROGRAMAMZIONE E PROGETTAZIONE PROGRAMAMZIONE E PROGETTAZIONE

TERRITORIALE E SETTORIALE INTEGRATATERRITORIALE E SETTORIALE INTEGRATA

MAGGIORE COMPETITIVITAMAGGIORE COMPETITIVITA’’

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (2)2013 (2)

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I caratteri distintivi della politica Regionale e precondizioni per la sua stessa efficacia sono:

Sono i tratti che differenziano la politica regionale dalla politica ordinaria. Entrambe le politiche condividono l’attenzione all’articolazione territoriale, nell’ambito di un respiro strategico nazionale; entrambe sono programmate e gestite dal Centro o dalle Regioni; ma diverse sono le finalità perseguite, come diversi sono i canali di finanziamento.

1. AGGIUNTIVIT1. AGGIUNTIVITÀÀ

2. INTENZIONALIT2. INTENZIONALITÀÀ

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (3)2013 (3)

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La strategia generale della politica regionale di coesione unitariastrategia generale della politica regionale di coesione unitaria definita nel Quadro si opera attraverso un processo di programmazione che esplicita progressivamente le decisioni di merito e di responsabilità attuative:

a) il livello di programmazione della strategia specifica (territoriale e/o settoriale) della politica regionale di coesione unitaria, cui è associata, per ogni amministrazione centrale e regionale che partecipa al processo, la definizione delle modalità specifiche con cui ogni amministrazione concorre agli obiettivi generali di tale politica e l’individuazione e indicazione delle priorità al cui conseguimento concorrono i fondi comunitari (in modo che i singoli Programmi Operativi siano distinguibili e al livello di dettaglio richiesto dai relativi regolamenti) e le altre risorse della politica regionale di coesione unitaria;

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (4)2013 (4)

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b) il livello della definizione istituzionale delle priorità, degli obiettivi, degli strumenti e delle responsabilità nell’ambito dell’Intesa Istituzionale di Programma che definisce: le priorità da conseguire in ambito di cooperazione istituzionale Stato-Regione e/o fra più Regioni; le modalitàe le regole di cooperazione istituzionale; le specifiche responsabilitàattuative; eventualmente gli altri strumenti di attuazione della politica regionale unitaria;

c) il livello dell’attuazione e quindi degli specifici strumenti di attuazione con cui la strategia di politica regionale di coesione unitaria si realizza ;

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (5)2013 (5)

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Per ogni Regione la strategia della politica regionale di coesione unitaria èdefinita in un documento di programmazione strategico-operativa che esplicita:

gli obiettivi generali della politica regionale di coesione unitaria per la Regione;gli obiettivi specifici attraverso i quali ogni Regione declina la propria

programmazione della strategia di politica regionale di coesione;il quadro di programmazione finanziaria unitaria delle risorse che concorrono al

conseguimento degli obiettivi della politica regionale di coesione;l’indicazione delle priorità e ove possibile di obiettivi specifici per il cui

conseguimento si individuano come necessari e/o opportuni livelli di cooperazione istituzionale verticali e/o orizzontali;

l’individuazione delle modalità di attuazione ovvero delle regole e delle procedure nonché delle eventuali misure organizzative e di governance;

l’indicazione delle modalità e dei criteri di individuazione degli specifici strumenti di attuazione.

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (6)2013 (6)

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La strategia di politica regionale unitaria si attua attraverso strumenti e modalità di attuazione in grado di garantire, indipendentemente dalla fonte di finanziamento specifica (risorse della politica regionale comunitaria, nazionale o ordinaria):

la migliore realizzazione dei livelli di cooperazione istituzionale necessari;

la più ampia e funzionale partecipazione dei soggetti istituzionali coinvolti, tra le quali il sistema delle autonomie locali;

condizioni adeguate di efficienza ed efficacia nelle procedure e nelle modalità attraverso le quali pervenire al conseguimento degli obiettivi e dei risultati.

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (7)2013 (7)

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Gli strumenti di attuazionestrumenti di attuazione di tale strategia, in coerenza e in attuazione di quanto previsto nell’Intesa e nei rispettivi Programmi Operativi, saranno i seguenti:

l’Accordo di Programma Quadro, quale strumento di attuazione per i settori, programmi e/o progetti per i quali viene individuata come necessaria e/o opportuna e/o comunque più efficace una modalità attuativa basata sulla cooperazione Stato-Regione.;

lo “Strumento di Attuazione Regionale”, quale contenitore programmatico-attuativo di carattere pluriennale per l’attuazione a livello regionale delle forme di intervento specifiche e delle diverse modalità di attuazione previste dai rispettivi programmi generali e settoriali e/o dalla rispettiva normativa e coerenti, ove rilevante, con le regole, i principi e le procedure dettate dai regolamenti dei fondi strutturali e nazionali.

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (8)2013 (8)

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I principi della governance multilivellogovernance multilivello cui è ispirata la politica regionale, comunitaria e nazionale, richiedono una robusta attività di coordinamento, che deve dispiegarsi a tutti i livelli coinvolti nella programmazione e gestione degli interventi.

L’obiettivo del rafforzamento della capacità amministrativa, pertanto, verrà perseguito dando piena attuazione, secondo le specificità dei singoli ordinamenti regionali, al principio di sussidiarietà in modo da promuovere la governance multilivello e di settore nonché le forme più avanzate di partnerariato pubblico-privato già sperimentate nel corso del ciclo di programmazione 2000-2006

Tale miglioramento dovrà riguardare sia obiettivi di rafforzamento di breve e medio termine delle attività di carattere programmatico, tecnico e amministrativo con cui leamministrazioni attuano e gestiscono i programmi di sviluppo (supporto e accompagnamento tecnico temporaneo per la durata dei programmi), sia obiettivi di rafforzamento stabile e strutturale delle capacità nel medio e nel più lungo periodo (promozione dell’innovazione amministrativa organizzativa e procedimentale e qualificazione delle risorse umane interne e da internalizzare).

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (9)2013 (9)

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Le azioni volte a conseguire l’obiettivo di un miglioramento stabile e strutturale delle capacità delle amministrazioni saranno attuate con riferimento ad obiettivi specifici e mirati riguardanti una o più capacitàcollegate e potranno essere rivolte a più settori o tematiche dei programmi di sviluppo (trasversalità settoriale) relativi a più amministrazioni (anche di livello diverso) e/o a più strutture all’interno dell’amministrazione.

Per il conseguimento di tali obiettivi di miglioramento stabile e strutturale delle capacità si attueranno progetti e azioni integrate (e/o di sistema) alla cui realizzazione potranno concorrere, nel rispetto di quanto stabilito in particolare dai regolamenti dei fondi strutturali, l’insieme delle risorse, comunitarie e nazionali, che finanziano la politica regionale di coesione unitaria.

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (10)2013 (10)

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I progetti e le azioni integrate (e/o di sistema) per il miglioramento strutturale delle capacità delle amministrazioni saranno in particolare concentrate nelle regioni dell’obiettivo “convergenza” ma dovranno riguardare, in relazione a obiettivi e temi specifici e rilevanti per l’insieme della politica regionale di coesione, le altre Regioni del Mezzogiorno con deficit strutturali di capacità organizzativa e funzionale da colmare e, se opportuno, anche le altre amministrazioni impegnate nell’attuazione del Quadro.

Esse si aggiungeranno a una politica ordinaria di competenza dei diversi livelli istituzionali (anche in termini di internazionalizzazione e riqualificazione delle competenze in un quadro di più ampia cooperazione interistituzionale e semplificazione), che deve rafforzarsi e convergere verso gli obiettivi di rafforzamento delle capacità e di miglioramento del funzionamento delle amministrazioni pubbliche propri della strategia della politica regionale di coesione, in particolare nelle Regioni dell’obiettivo “convergenza” e nelle altre Regioni del Mezzogiorno.

LL’’INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA INTEGRAZIONE TERRITORIALE E SETTORIALE NELLA FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007FASE DI PROGRAMAMZIONE 2007--2013 (11)2013 (11)

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POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007--2013 (1)2013 (1)

NellNell’’ambito delle politiche di contesto, lambito delle politiche di contesto, l’’opzione fondamentale opzione fondamentale èè quella di concentrare grandi risorse sulle quella di concentrare grandi risorse sulle politiche di politiche di infrastrutturazione, trasporto ed interconnessione su scala infrastrutturazione, trasporto ed interconnessione su scala sovraregionalesovraregionale e regionalee regionale..

In particolare, da un primo confronto con le autonomie locali In particolare, da un primo confronto con le autonomie locali e con il partnerariato sociale, sono emersi i seguenti e con il partnerariato sociale, sono emersi i seguenti interventi ispirati allinterventi ispirati all’’obiettivo di realizzare collegamenti obiettivo di realizzare collegamenti orizzontali allorizzontali all’’interno del Mezzogiorno e la connessione del interno del Mezzogiorno e la connessione del Corridoio 1 con il Corridoio 8: Corridoio 1 con il Corridoio 8:

il collegamento ferroviario fra Bari e Napoli; il collegamento ferroviario fra Bari e Napoli; il completamento della rete su ferro da Taranto a Lecce il completamento della rete su ferro da Taranto a Lecce

lungo llungo l’’Adriatico; Adriatico;

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POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007--2013 (2)2013 (2)

la valorizzazione della connessione ferroviaria pugliese la valorizzazione della connessione ferroviaria pugliese attraverso lattraverso l’’ammodernamento e lammodernamento e l’’interconnessione delle reti interconnessione delle reti delle ferrovie regionali e nazionali;delle ferrovie regionali e nazionali;

una strategia regionale sui porti per renderli complementari una strategia regionale sui porti per renderli complementari tanto sul piano delle infrastrutture fisiche che della gestione tanto sul piano delle infrastrutture fisiche che della gestione logistica e della connessione marelogistica e della connessione mare--ferro; ferro;

il completamento della rete a larga banda.il completamento della rete a larga banda.

Particolare rilievo Particolare rilievo èè stata attribuita ad una complessiva stata attribuita ad una complessiva operazione di restauro e valorizzazione del paesaggio e operazione di restauro e valorizzazione del paesaggio e delldell’’ambiente,ambiente, attraverso la rapida attuazione della attraverso la rapida attuazione della Pianificazione Territoriale di Coordinamento, il rafforzamento Pianificazione Territoriale di Coordinamento, il rafforzamento delle aree protette, il restauro delle aree protette, il restauro –– ma soprattutto la fruizione ma soprattutto la fruizione --dei beni architettonici e culturali, un massiccio e rapido dei beni architettonici e culturali, un massiccio e rapido intervento sulle aree di criticitintervento sulle aree di criticitàà ambientale.ambientale.

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POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007POLITICHE DI CONTESTO QSR PUGLIA 2007--2013 (3)2013 (3)

Un altro motore della crescita dovranno essere le Un altro motore della crescita dovranno essere le cittcittàà e i territori e i territori di qualitdi qualitàà. Il ruolo delle citt. Il ruolo delle cittàà pugliesi pugliesi èè fondamentale, poichfondamentale, poichééluoghi di crescita delle nuove professionalitluoghi di crescita delle nuove professionalitàà, dei nuovi servizi, , dei nuovi servizi, delle nuove imprese, dei luoghi del talento e della creativitdelle nuove imprese, dei luoghi del talento e della creativitàà..

Nelle grandi cittNelle grandi cittàà pugliesi, attraverso lpugliesi, attraverso l’’attuazione accelerata dei attuazione accelerata dei processi di ridefinizione e pianificazione strategica, dovrprocessi di ridefinizione e pianificazione strategica, dovràà essere essere attuato uno sforzo integrato e attuato uno sforzo integrato e multisettorialemultisettoriale per: per:

riqualificare le aree piriqualificare le aree piùù degradatedegradate, favorendo cos, favorendo cosìì la coesione la coesione sociale; sociale;

accrescerne rapidamente la qualitaccrescerne rapidamente la qualitàà dei servizi pubblicidei servizi pubblici; ; potenziare le strutture culturali.potenziare le strutture culturali.

Una condizione imprescindibile per la qualitUna condizione imprescindibile per la qualitàà della vita dei della vita dei cittadini e per lo sviluppo economico cittadini e per lo sviluppo economico èè la la creazione di condizioni creazione di condizioni diffuse e permanenti di legalitdiffuse e permanenti di legalitàà e sicurezzae sicurezza con una azione di con una azione di contrasto a tutte le forme di criminalitcontrasto a tutte le forme di criminalitàà e di illegalite di illegalitàà anche anche attraverso lattraverso l’’aumento del controllo e della coesione sociale.aumento del controllo e della coesione sociale.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ E E DELLE AUTONOMIE LOCALI (1)DELLE AUTONOMIE LOCALI (1)

Tali considerazioni si ricollegano anche alle proposte della Commissione Europea circa il RUOLO DELLE CITTÀ’, quali agenti dello sviluppo territoriale del Mezzogiorno nella fase diProgrammazione 2007-2013, secondo quando previsto dalla Proposta di Regolamento (CE) 492 del 14 luglio 2004 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di coesione.

Dal combinato disposto della sub delega alle autorità urbane(lettera b del comma 4 del articolo 36) degli organismi intermedi (art. 2 punto 6) e della sovvenzione globale (articoli 41 e 42), emerge infatti l’opportunità di esaltare il protagonismo delle Città per lo sviluppo territoriale.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (2)DELLE AUTONOMIE LOCALI (2)

Appare pertanto opportuno utile considerare il “mainstreaming” e la “capacity building” sino ad oggi maturata dalle CITTA’, ed effettuare un’attenta diagnosi preliminare:

delle fasi di programmazione del POR PUGLIA 2000-2006 connesse con la fase di esecuzione delle misure interrelate

delle dinamiche di SVILUPPO URBANO

per razionalizzare ed identificare le possibili prioritàstrategiche e proporre gli strumenti per conseguire gli obiettivi prioritari enunciati partendo da quelli che giàsorreggono l’attuale fase di programmazione, e i relativi progetti in corso, che ne costituiscono la base.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (3)DELLE AUTONOMIE LOCALI (3)

Il rafforzamento della competitività all’interno dello spazio europeo, nazionale e regionale passa obbligatoriamente attraverso una VISIONE STRATEGICA DELLO SVILUPPO VISIONE STRATEGICA DELLO SVILUPPO URBANOURBANO, che sappia individuare e porre a sistema le opportunità e le potenzialità delle città e dei rispettivi territori, della loro armatura infrastrutturale, del loro capitale sociale e ambientale.

L’adozione di un simile approccio all’interno di una programmazione unitaria delle risorse comunitarie e di quelle nazionali e regionali, consente di rilanciare il ruolo e le di rilanciare il ruolo e le funzioni delle cittfunzioni delle cittàà, valorizzando ad un tempo il loro , valorizzando ad un tempo il loro potenziale di crescita e di sviluppo, ma anche affrontando in potenziale di crescita e di sviluppo, ma anche affrontando in modo puntuale i loro bisogni sociali ed il potenziamento dei modo puntuale i loro bisogni sociali ed il potenziamento dei servizi, i problemi legati allservizi, i problemi legati all’’inclusione sociale, alla sicurezza, inclusione sociale, alla sicurezza, alla riqualificazione ed al rinnovo urbano.alla riqualificazione ed al rinnovo urbano.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (4)DELLE AUTONOMIE LOCALI (4)

L’attuale periodo di programmazione ha dato un significativo impulso alle politiche di sviluppo territoriali, ponendo, in particolare, attenzione al ruolo del territorioruolo del territorio come soggetto promotore dello sviluppo.

Nell’elaborazione ed implementazione della politica di coesione economica-sociale per la fase di programmazione 2007-2013, le cittle cittàà si pongono quali:si pongono quali:

•• agenti e motori dello sviluppo urbano, agenti e motori dello sviluppo urbano, ““laboratori dello laboratori dello svilupposviluppo”” in termini reali e/o potenzialiin termini reali e/o potenziali (crescita economica, sociale ed occupazionale)

•• fattori di crescita delle economie regionali ed in particolare fattori di crescita delle economie regionali ed in particolare dei sistemi territoriali subdei sistemi territoriali sub--regionaliregionali caratterizzati dai processi di valorizzazione e promozione delle risorse locali, nonché dai processi di rafforzamento del capitale sociale e della coesione tra soggetti pubblici e privati.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (5)DELLE AUTONOMIE LOCALI (5)

Per quanto riguarda le prospettive dopo il 2007, stando alla proposta di Regolamenti presentati nel luglio 2004 dalla Commissione europea, si prevede il passaggio della politica passaggio della politica urbana allurbana all’’interno della politica regionaleinterno della politica regionale, con il vincolo per le Regioni di identificare le priorità della loro politica urbana nei loro documenti di programmazione, le risorse e, se possibile, anche le città che sarebbero oggetto, nei 7 anni successivi, di interventi puntuali.

La Commissione incoraggia inoltre le Regioni a delegare alle delegare alle cittcittàà la gestione dei finanziamenti necessarila gestione dei finanziamenti necessari e incoraggia gli Stati membri, in particolar modo quelli che presentano problematiche urbane, ad esplicitare la propria strategia per lo sviluppo urbano sia con riguardo alle aree della convergenza, sia a quelle della competitività.

Il ruolo delle politiche urbane all’interno dei quadri programmatori è dunque più che mai strategico e la questione urbana dovrà trovare uno specifico ruolo all’interno del DSN 2007-2013

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (6)DELLE AUTONOMIE LOCALI (6)

Dalle indicazioni che sono emerse fino a questo momento dai vari documenti prodotti nelle varie sedi istituzionali e dalle reti di amministrazioni locali (la dichiarazione Comune delle città e degli attori URBAN alla conferenza europea “URBAN Future” del 8-9 giugno 2005 SaarbrucKen – “ACQUIS URBANACQUIS URBAN”–– Utilizzare le esperienze di successo delle cittUtilizzare le esperienze di successo delle cittàà per la politica per la politica di coesione europeadi coesione europea; la Dichiarazione di Londra del 8 luglio 2002 “I summit delle cittI summit delle cittàà europeeeuropee”; la Dichiarazione di Milano del 6 novembre 2003 “Il ruolo delle cittIl ruolo delle cittàà e delle aree e delle aree urbane nella coesione europea dopo il 2006urbane nella coesione europea dopo il 2006”; ecc..) ne deriva che un prerequisito essenzialeprerequisito essenziale per l’effettiva implementazione della “dimensione urbanadimensione urbana” all’interno del prossimo periodo di finanziamenti èè ll’’ampio inserimento dellampio inserimento dell’’approccio allo approccio allo sviluppo urbano integrato, intersettoriale e partecipativo alla sviluppo urbano integrato, intersettoriale e partecipativo alla base dellbase dell’’esperienza decennale dellesperienza decennale dell’’iniziativa comunitaria iniziativa comunitaria URBAN I e II nei nuovi programmiURBAN I e II nei nuovi programmi.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (7)DELLE AUTONOMIE LOCALI (7)

Tale approccio è in linea con le proposte della Commissione sulla dimensione urbana, come delineato nella terza relazione sulla coesione - datata 18 febbraio 2004 - e la bozza di regolamentazione sui fondi strutturali del 14 luglio 2004, nei quali la commissione indica il supporto di strategie integrate e partecipative per affrontare la forte concentrazione di problematiche economiche, ambientali e sociali che colpiscono learee urbane.

Occorre dunque applicare per gli interventi urbani un metodologia di sviluppo urbano basata su di un approccio integrato ed intersettoriale, metodologia già applicata con successo ad altri strumenti di pianificazione territoriale (P.I.T., P.I.S., ecc…) che:comprende una profonda analisi ex-ante della situazione

socioeconomica;delinea una strategia e degli obiettivi di sviluppo ad hoc e delle

priorità concrete di azioni e provvedimenti, nonché la destinazione di mezzi finanziari e di strutture e procedure per la loro realizzazione.

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IL RUOLO DELLE CITTAIL RUOLO DELLE CITTA’’ EEDELLE AUTONOMIE LOCALI (8)DELLE AUTONOMIE LOCALI (8)

Ciò contribuirà a realizzare cittcittàà competitive, sostenibili, competitive, sostenibili, integranti e attraentiintegranti e attraenti in un contesto europeo ed extraeuropeoin un contesto europeo ed extraeuropeo, anche mediante interventi a livello locale che attuano sinergia tra lavoro, sviluppo economico e competitività, tutela dell’ambiente, integrazione di gruppi svantaggiati di persone.

Ed è proprio in questa direzione che va la scelta di realizzare una pianificazione strategica che sia strettamente correlata agli obiettivi di sviluppo e competitività definiti dall’Unione Europea e che possa essere concretamente implementata anche attraverso un sapiente intreccio di risorse finanziarie delle amministrazioni regionali, nazionali ma soprattutto comunitarie (fondi strutturali e fondi settoriali).

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (1)(1)

Dall’analisi del contesto comunitario e nazionale emerge, dunque, la necessità di praticare strategie basate su di un approccio sistemico praticare strategie basate su di un approccio sistemico territorialeterritoriale, anche mediante l’attuazione di forme di cooperazione e partnerariato, e di assicurarsi che la pianificazione strategica dei territori tenga conto del più ampio contesto dell’azione comunitaria, massimizzando le sinergie e sfruttando le opportunità per potenziare le azioni di sviluppo locale.

Si propone, pertanto, un’ipotesi di lavoro che, nelle fasi di definizione ed attuazione di un piano strategico, sia in grado, da un lato, di portare a compimento gli interventi dell’attuale programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006 e, dall’altro lato, riesca a garantire in maniera permanente, un “approccio sistemico territorialeapproccio sistemico territoriale” ed una vision europea permanente,vision europea permanente, che sappia cogliere a pieno gli obiettivi di Lisbona e Göterborg e portare a regime concrete azioni di “convergenza”, “competitività” e “cooperazione territoriale”, previste per la nuova fase di programmazione 2007-2013.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (2)(2)

Strumenti del Kit del Programmatore Locale Breve descrizione Indicazione delle possibili relazioni ed integrazioni con il

Piano Strategico

Bilancio Ambientale

Documento informativo e strumento trasparente e coerente di governance locale e di supporto per le decisioni degli amministratori per la valutazione dei costi ambientali, per verificare la capacità di eventuali politiche settoriali, sociali e di sviluppo ed individuare procedure che integrino gli aspetti ambientali nei processi decisionali pubblici attraverso sistemi organizzati di conti ambientali (fisici e monetari).

Bilancio socialeStrumento innovativo aggiuntivo (e non sostitutivo) adottato dagli enti locali per rendicontare la propria attività, le spese sostenute, i fattori e le scelte in materia di servizi (inizialmente sociali) ai propri cittadini

Bilancio consolidato di area vasta

Strumento che permetterà a tutte le PA che sono raccordate sull’area vastadi far convergere e finalizzare le risorse dei diversi soggetti all’attuazione di obiettivi e programmi comuni, in termini di integrazione orizzontale e verticale delle attività.

Consentirà di impostare una efficace pianificazione del territorio, considerando e mettendo a sistema le diverse attività, responsabilità e risorse attraverso l’implementazione coordinata degli obiettivi e la definizione di strategie integrate di sviluppo dell’area vasta.

PEG strategico

Si tratta di uno strumento che, privilegiando una logica di maggiore “ascolto” delle esigenze e delle aspettative degli stakeholders, mediante un passaggio dal PEG/budget tradizionale a budget evoluti, al budget sociale ed altri meccanismi operativi, sarà in grado di definire gli obiettivi strategico gestionali e la condivisione delle scelte strategiche dell’area vasta di riferimento.

Strumento di programmazione operativa, nel quale saranno esplicitati gli obiettivi, le risorse e le responsabilità per ciascun Ente, nonché le linee d’azione da seguire per realizzare gli obiettivi ed il tempo occorrente per raggiungerli.

Ciclo di vita dei programmi e dei progetti

Strumento la realizzazione e gestione efficace ed efficiente dei programmi e dei progetti

Costituirà un metodo operativo in grado di regolarizzare i tempi e le procedure e di ottimizzare l’impiego delle risorse

Matrice di finanziabilità Strumento che permette di definire la finanziabilità di progetti, pacchetti progettuali, piani di sviluppo locale o piani strategici.

Garantirà il raccordo tra l’esecuzione delle attività programmate e le risorse finanziarie.

La relazione con la redazione del Piano strategico è fondamentale, soprattutto per far acquisire al Bilancio sociale ed al BilancioAmbientale una significativa dimensione territoriale e un rapporto più stringente con attività volte allo sviluppo di aree vaste e promuove l’integrazione ed il coordinamento delle azioni di ciascuno con quelle di altri, così ottimizzando l’uso delle risorse disponibili e riducendo la conflittualità interna.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (3)(3)

Si tratta di un metodo di lavoro a supporto delle Amministrazioni Pubbliche affinché migliorino “la loro capacità di svolgere in modo adeguato la propria missione istituzionale, che è quella di progettare ed attuare le politiche pubbliche”, puntando verso modelli di governance del modelli di governance del territorio e sostenibilitterritorio e sostenibilitàà delle sceltedelle scelte attraverso un approccio sistemico per coniugare:

integrazione orizzontale e verticale in funzione delle attività;trasparenza degli obiettivi e dei risultati raggiunti;efficacia degli interventi ed efficiente utilizzo delle risorse

economiche disponibili;informazione e comunicazione ai cittadini ed in generale agli

stakeholder degli obiettivi, degli strumenti e dei risultati;partecipazione di tutti i soggetti coinvolti.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (4)(4)

Negli ultimi anni un rilievo crescente ha acquistato la necessitnecessitàà di di introdurre forme innovative di rendicontazione e nuovi strumentiintrodurre forme innovative di rendicontazione e nuovi strumentidi comunicazione per far fronte alldi comunicazione per far fronte all’’esigenza di rilettura dei esigenza di rilettura dei sistemi di misurazione e rappresentazione dei risultatisistemi di misurazione e rappresentazione dei risultati in funzione delle richieste conoscitive da parte dei principali portatori d’interessi interni o esterni alle aziende e/o agli enti pubblici.

L’ipotesi di lavoro proposta è che la valutazione di tale la valutazione di tale performanceperformance possa essere ricondotta ad percorso logico che, guardano anche a performance potenzialmente realizzabili o realizzate in altri contesti o da altri enti pubblici, conduce all’adozione da parte delle PA coinvolte nel processo di pianificazione strategica, di uno strumento generalmente adottato da gruppi di imprese: un “BILANCIO CONSOLIDATOBILANCIO CONSOLIDATO”” la la cui area di riferimento sarcui area di riferimento saràà ll’’AREA VASTA AREA VASTA –– intesa come intesa come ““AREA DI AREA DI CONSOLIDAMENTOCONSOLIDAMENTO”.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (5)(5)

Il primo passo del processo di redazione del bilancio consolidato è proprio l'individuazione dell'area di consolidamento: l’area vasta, ossia dell'insieme degli Enti inclusi nel consolidato i cui bilanci sono aggregati mediante latecnica del "consolidamento integrale". Area vasta intesa come area di consolidamento vuol dire adozione di un approccio sistemico fra Enti e gli Stakeholder per gestire risorse in comune per fissare e raggiungere obiettivi comuni.

Approccio sistemico che permette di praticare, con maggiore efficacia, azioni integrate ed interrelate, concentrate sullo sviluppo del territorio di riferimento, nonché sui fattori strategici di successo che possono far evolvere la società e l’economia locale, di affrontare problemi e potenzialità con politiche e strategie adeguate al contesto locale ed alle sue specifiche vocazioni di sviluppo.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (6)(6)

In questo senso si svilupperà la coesione economico-sociale, la competitività del territorio e la sua attrattività, concentrando le risorse locali ed i sostegni regionali, nazionali e comunitari sui reali e più dannosi impedimenti allo sviluppo rilevati nell’area vasta, dando altresì applicazione concreta al principio di sussidiarietà ed al carattere integrativo e non sostitutivo degli aiuti finanziari (cd. principio di addizionalità).

Onde fugare immediatamente possibili dubbi, è bene sottolineare che il bilancio consolidato di area vasta non può sostituirsi al bilancio dei singoli Enti. Si tratta, infatti, distrumenti informativi complementari, entrambi importantissimi e, si ritiene, assolutamente non fungibili o reciprocamente sostituibili.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (7)(7)

Non si tratta di semplicemente di mettere insieme risorse per tendere ad un comune obiettivo, ma il bilancio consolidato di area vasta sarà il risultato di un processo organizzativo complesso che si sviluppa in ambiti diversi ed è suddiviso in fasi che presentano particolari problematiche. Nello specifico l'organizzazione delle attività di consolidamento presuppone:

la definizione degli obiettivi;

l'analisi delle fasi operative;

l'acquisizione degli strumenti informativi;

la predisposizione delle regole di comportamento.

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (8)(8)

Le fasi del processo di consolidamento prevedono un iter procedurale complesso riportato sinteticamente nella tavola seguente:

PROCESSO DI CONSOLIDAMENTO

A Definire le modalità operative

B Raccogliere le informazioni

C Aggregare i bilanci/risorse inclusi nell’area vasta di consolidamento

D Effettuare le scritture di consolidamento

E Redigere il Bilancio di consolidamento

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IL MODELLO DELLIL MODELLO DELL’’INTEGRAZIONE INTEGRAZIONE --IL IL ““KIT DEL PROGRAMMATORE LOCALEKIT DEL PROGRAMMATORE LOCALE”” (9)(9)

Così definito esso rappresenterà, in modo veritiero e corretto, la situazione patrimoniale e finanziaria e il risultato economico dell’area vasta (in conformità a corretti principi contabili), ma soprattutto consentirà di:

sviluppare un piano agile, flessibile, attento ai mutamenti degli scenari esterni;

fissare obiettivi comuni e individuare risorse comuni per realizzarli;

ripensare le strategie e agire di conseguenzaottenere una visione globale delle consistenze patrimoniali –

finanziarie dell’area di riferimento e delle sue variazioni, incluso il risultato economico;

misurare tali consistenze e risultati secondo corretti principicontabili,

assolvere a funzioni essenziali d'informazione.

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INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (1)ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (1)

Tale metodo di lavoro si propone di fornire orientamenti per la definizione ed attuazione di Piani strategici per Città ed al tempo stesso elementi e criteri che permettano di individuare ed identificare un “area vasta”, fornendo altresì l’opportunità di affrontare le dicotomie tra:

le aree di concentrazione dello sviluppo e dell’attrattività;

le aree della marginalità sociale e del degrado urbano,

riposizionandone le prospettive di rigenerazione fisica, economica e sociale all’interno di una scala territoriale di area vasta.

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INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (2)ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (2)

In particolare nei processi di pianificazione strategica occorretener presenti alcuni aspetti critici:

la presenza nellpresenza nell’’area vasta di riferimento di progetti a area vasta di riferimento di progetti a partnerariato diffuso gipartnerariato diffuso giàà attivati sul territorioattivati sul territorio, che prendono in considerazione e riconducono a sistema tutte varie occasioni comuni di collaborazione tra i soggetti pubblici e privati per l’attuazione di programmi e progetti;

le varie reti di partnerariatoreti di partnerariato per l’attuazione di singole Misure dei Programmi Operativi Regionali (POR) (DOCUP) o di Progetti Integrati Settoriali e Territoriali (PIS e PIT), o per l’attivazione di Programmi urbani complessi (PRUSST, PRU, Contratti di quartiere), mediante un necessario raccordo trasversale interno e con le altre PAsecondo una logica di integrazione orizzontale e verticale delle azioni territoriali finalizzata alla promozione di una allocazione efficiente delle risorse orientata alla crescita ed all’occupazione.

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INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (3)ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (3)

Matrice di integrazione che raffigura il coinvolgimento di ciascuna Amministrazione rispetto ai principali programmi e progetti realizzati o in corso:

ENTI COINVOLTI AREA PROGRAMMI AREA PIANI AREA PROGETTI

Comune x

Comune y

Comune β

Comune J

Provincia K

Regione *

Enti Pubblici Economici

Partnerariato

Ecc…

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INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (4)ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (4)

Si propone, dunque, una metodologia di lavoro che, nei processi di definizione e costruzione dei Piani Piani StrategiciStrategici, sappia tener conto di alcuni aspetti critici e contribuisca ad individuare un “kit del programmatore locale”, che si presentano come quadri logici, “paradigmi” cui tendere, al fine di:

elaborare contenuti e strategie programmatiche per lo sviluppo del territorio dell’area vasta;

affiancare con programmi concreti ed innovativi gli strumenti ordinari di programmazione del territorio (PRG, PTP, PTC, POR, DOCUP, etc.)

attuare e coordinare sul territorio le direttive della Programmazione Comunitaria, Nazionale e Regionale, come moltiplicatore degli strumenti di programmazione complessa (PRUSST, PRU, URBAN, Progetti Integrati, Contratti di Quartiere, etc.);

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INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI INTEGRAZIONE DEI PROGRAMMI E DEI PROGETTI APPLICATI ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (5)ALLO SVILUPPO URBANO E LE DINAMICHE DI INTERAZIONE (5)

leggere ed attuare in maniera operativa gli obiettivi declinati dalle Agende di Lisbona e Göteborg;

affrontare la realizzazione degli interventi dell’attuale programmazione dei Fondi strutturali 2000-2006 e garantire in maniera permanente, un approccio sistemico a valore aggiunto delle energie e dei saperi degli attori nazionali e/o internazionali per portare a regime concrete azioni di “convergenza”, “competitività” e “cooperazione territoriale” così come previsto dalla nuova programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013.

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (1)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (1)

Si pone innanzitutto l’attenzione sulla possibilità di adozione di alcune forme innovative di azione locale di carattere forme innovative di azione locale di carattere volontariovolontario, , accanto ai modelli di programmazione ordinaria, accanto ai modelli di programmazione ordinaria, per governare la complessitper governare la complessitàà crescente del sistema crescente del sistema economicoeconomico--sociale e del sistema pubblicosociale e del sistema pubblico, che sembrano fornire positive caratteristiche alle P.A. per dar conto ai cittadini del loro operato, rendendo trasparenti all’esterno i programmi, le attività ed i risultati raggiunti:

BILANCIO AMBIENTALEBILANCIO AMBIENTALE

BILANCIO SOCIALEBILANCIO SOCIALE

BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO CONSOLIDATO DI AREA VASTADI AREA VASTA

INTERAZIONE CON IL INTERAZIONE CON IL PIANO D PER LA DEMOCRAZIAPIANO D PER LA DEMOCRAZIA

GOVERNANCE AMBIENTALEGOVERNANCE AMBIENTALE

GOVERNANCE SOCIOGOVERNANCE SOCIO--SANITARIASANITARIA

GOVERNANCE STRATEGICAGOVERNANCE STRATEGICA

GOVERNANCE E SOCIETGOVERNANCE E SOCIETÀÀ

DELLDELL’’INFORMAZIONEINFORMAZIONE

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (2)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (2)

La previsione e realizzazione di un BILANCIO AMBIENTALEBILANCIO AMBIENTALE va inteso quale strumento operativo a sostegno delle PA che - accanto ai tradizionali documenti di programmazione economico-finanziaria –consentirà di valutare gli effetti ambientali delle politiche territorialied al tempo stesso costituirà criterio di trasparenza e di democraziain grado di incidere sui processi decisionali, allo scopo di supportare gli operatori che intraprendono percorsi istituzionali di avvio di piani strategici e relativa costituzione dell’ufficio di piano nell’ambito della complessità del processo decisionale pubblico.

Nella redazione del piano strategico è necessario assicurare elevati livelli di integrazione orizzontale e verticale della componenteambientale; l’una in riferimento alle diverse politiche che il piano coinvolge e l’altra in riferimento alle diverse scale e livelli amministrativi che interseca.

BILANCIO AMBIENTALEBILANCIO AMBIENTALE GOVERNANCE AMBIENTALEGOVERNANCE AMBIENTALE

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (3)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (3)

Lo schema logico di riferimento è il seguente:esplicitare la politica ambientale e gli obiettiviesplicitare la politica ambientale e gli obiettivi in conformità a criticità, priorità territoriali e risorse economiche disponibili;realizzare le attivitrealizzare le attivitàà previste, anche attraverso processi di previste, anche attraverso processi di consultazione, contabilizzando e monitorando i risultati ottenutconsultazione, contabilizzando e monitorando i risultati ottenutii;ricondurre agli obiettivi i risultati ottenutiricondurre agli obiettivi i risultati ottenuti per controllare l’efficacia delle attività realizzate;approvare ufficialmente un bilancio ambientale contestualmente approvare ufficialmente un bilancio ambientale contestualmente agli strumenti di rendicontazione ordinaria di ciascun enteagli strumenti di rendicontazione ordinaria di ciascun ente, quale documento informativo nel quale sono descritte le principali relazioni tra l’Ente e l’ambiente, pubblicato volontariamente allo scopo di comunicare direttamente con il pubblico interessato.

BILANCIO AMBIENTALEBILANCIO AMBIENTALE GOVERNANCE AMBIENTALEGOVERNANCE AMBIENTALE

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (4)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (4)

La previsione e realizzazione di un BILANCIO SOCIALEBILANCIO SOCIALE si configura quale documento aggiuntivodocumento aggiuntivo (e non sostitutivo) adottato dagli enti locali in prima istanza per rendicontare la propria attività in materia di servizi (inizialmente sociali) ai propri cittadini.

Da strumento di verifica e controllo, il Bilancio sociale può divenire strumento di progetto, soprattutto quando si guarda non più soltanto ai servizi sociali in senso stretto, ma anche a tutti gli altri tipi di servizi che l’amministrazione e gli altri soggetti (pubblici, privati, terzo settore) offrono sul territorio.

Si parte da un modello di politiche sociali basato sulla sussidiarietà e solidarietà, ma soprattutto su un investimento forte nelle comunitàlocali dove devono trovare soddisfazione i bisogni di assistenza e presa in carico integrata del cittadino.

BILANCIO SOCIALEBILANCIO SOCIALE GOVERNANCE SOCIOGOVERNANCE SOCIO--SANITARIASANITARIA

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (5)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (5)

L’integrazione è anche un modello che genera economie ed è la strada su cui puntare per assicurare migliori servizi valorizzando risorse altrimenti disperse.

In termini di valore aggiunto, il bilancio sociale sarà in grado di assicurare:• incremento reale del grado di partecipazione degli attori rilevanti alla definizione di politiche di sviluppo delle amministrazioni pubbliche, mediante un coinvolgimento più efficace degli stakeholder rilevanti;• supporto per la reimpostazione complessiva del processo generale di programmazione e controllo dell’Ente; • contributo alla maturazione di una nuova cultura della responsabilità, che favorisca nuovi modelli di corretta ed equilibrata amministrazione, al servizio dell’interesse pubblico.

BILANCIO SOCIALEBILANCIO SOCIALE GOVERNANCE SOCIOGOVERNANCE SOCIO--SANITARIASANITARIA

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (6)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (6)

Bisognerà definire un BILANCIO CONSOLIDATOBILANCIO CONSOLIDATO la cui area di riferimento sarà l’AREA VASTA del Piano Strategico, intesa come area strategicamente rilevante da individuare e quale area di consolidamento delle attività da prevedere in comune e porre a fattor comune con tutti gli attori coinvolti.

Il Bilancio Consolidato di Area Vasta si presenta come uno “strumento del kit del programmatore” che, se adottato, consentirànon solo di ovviare ad alcune carenze informative dei bilanci dei singoli Enti coinvolti, ma soprattutto permetterà a tutte le PA che sono raccordate sull’area vasta di far convergere e finalizzare le far convergere e finalizzare le risorse dei diversi soggetti allrisorse dei diversi soggetti all’’attuazione di obiettivi e programmi attuazione di obiettivi e programmi comunicomuni, in termini di integrazione orizzontale e verticale delle attività.

BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO CONSOLIDATO DI AREA VASTADI AREA VASTA GOVERNANCE STRATEGICAGOVERNANCE STRATEGICA

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (7)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (7)

L’area vasta, individuata dal punto di vista territoriale, potrà essere la base per la individuazione di un “unun’’entitentitàà economica unitariaeconomica unitaria”, nella quale le Istituzioni coinvolte, ciascuna nel rispetto delle proprie prerogative e delle proprie competenze istituzionali, contribuiranno a definire obiettivi e strategie, nonché modalità operative per attuarle e raggiungere gli scopi.

Il bilancio consolidato di area vasta sarà il bilancio redatto dalle varie PA incluse nell’area vasta di riferimento del piano strategico, le quali pur conservando la propria autonomia, mettono insieme risorse edagiscono come unica entità economica costituita da una pluralità di Enti pubblici.

BILANCIO CONSOLIDATO BILANCIO CONSOLIDATO DI AREA VASTADI AREA VASTA GOVERNANCE STRATEGICAGOVERNANCE STRATEGICA

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (8)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (8)

L’adozione di un percorso di ascolto e comunicazione a livello localepercorso di ascolto e comunicazione a livello locale si basa sull’approccio comunitario al dialogo ed alla comunicazione con i cittadini europei ed è in linea con il metodo di lavoro proposto nel Piano d’azione della Commissione europea per migliorare l’iniziativa “Comunicare l’Europa”.

La partecipazione dei cittadini, anche attraverso le tecnologie ICT, come strategia concreta da portare a compimento, è uno specifico processo di apprendimento, possibile a condizione che siano trasmesse a soggetti coinvolti le informazioni e le abilità necessarie per gestire, man mano, autonomamente il processo.

In tal senso è utile inoltre ricordare la recente proposta della Commissione Europea di un Piano D per la democrazia, il dialogoPiano D per la democrazia, il dialogo,dove si punta a lanciare un ampio dibattito tra le istituzioni democratiche dell’Unione europea ed i cittadini.

INTERAZIONE CON IL INTERAZIONE CON IL PIANO D PER LA DEMOCRAZIAPIANO D PER LA DEMOCRAZIA

GOVERNANCE E SOCIETGOVERNANCE E SOCIETÀÀDELLDELL’’INFORMAZIONEINFORMAZIONE

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (9)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (9)

Il Piano DPiano D si affianca al Piano dPiano d’’azione relativo alla comunicazione azione relativo alla comunicazione sullsull’’EuropaEuropa ed al Libro bianco sulla strategia di comunicazione e la Libro bianco sulla strategia di comunicazione e la democraziademocrazia, di prossima pubblicazione.

Queste iniziative costituiscono un piano a lungo termine per rinvigorire la democrazia europea e contribuire alla nascita di un’autentica piattaforma europea in cui i cittadini ricevano le informazioni e gli strumenti per partecipare al processo decisionale e fare proprio il progetto europeo

Tali riflessioni devono essere guardate anche in prospettiva, ed in particolare, è utile proiettarle nell’agire locale.

INTERAZIONE CON IL INTERAZIONE CON IL PIANO D PER LA DEMOCRAZIAPIANO D PER LA DEMOCRAZIA

GOVERNANCE E SOCIETGOVERNANCE E SOCIETÀÀDELLDELL’’INFORMAZIONEINFORMAZIONE

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (10)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (10)

Al fine di contribuire ad individuare e comunicare un quadro organico di sviluppo del territorio, aumentandone la capacitàdi ottimizzare le risorse esistenti, di sviluppare sinergie e definire nuovi scenari possibili nei processi di definizione deipiani strategici è opportuno analizzare le attività, le azioni e le fonti di finanziamento già impiegate sul territorio.

Un primo aspetto di rilievo concerne la definizione ed adozione da parte di ciascun Ente – nell’ambito delle proprie competenze istituzionali - coinvolto nel processo di pianificazione strategica, di un PIANO ESECUTIVO DI PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (PEG) STRATEGICOGESTIONE (PEG) STRATEGICO che sappia individuare e porre a sistema le opportunità e le potenzialità dei territori di riferimento.

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (11)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (11)

Si tratta di uno strumento che, privilegiando una logica di maggiore “ascolto” delle esigenze e delle aspettative degli stakeholders, mediante un passaggio dal PEG/budget tradizionale a budget evoluti, al budget sociale ed altri meccanismi operativi, sarà in grado di definire gli obiettivi strategico gestionali e la condivisione delle scelte strategiche dell’area vasta di riferimento.

L’approccio metodologico di riferimento per l’adozione di tale strumento operativo è incentrato sulla concertazione, concertazione, coprogettazione e cocoprogettazione e co--decisione di obiettivi, strategie, attivitdecisione di obiettivi, strategie, attivitàà, , interventi, in linea con le attribuzioni di ciascun Ente e soggeinterventi, in linea con le attribuzioni di ciascun Ente e soggetto tto coinvolto a vario titolocoinvolto a vario titolo, in grado di implementare e disegnare piano strategici in grado di garantire apertura, partecipazione,efficacia, responsabilità, senza rinunciare alle indispensabili esigenze di semplificazione, coerenza e sostenibilità.

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (12)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (12)

Tale percorso logico trova poi completamento con la definizione di una MATRICE DI FINANZIABILITMATRICE DI FINANZIABILITÀÀ, che garantisce il raccordo tra l’esecuzione delle attività programmate e le risorse finanziarie:

FASI DEL PIANO STRATEGICO RISORSE FINANZIARIE

Finanziamenti Propri FinanziamentiComunitari

FinanziamentiNazionali

Finanziamentiregionali

Capitali Privati(Project Finance

/Sponsorizzazioni)

Fase 1 Attività preliminare

Attività 1

Attività 2

Fase 2 Pianificazione concertata e coprogettazione

Attività 1

Attività 2

Fase 3 Realizzazione del Piano Strategico

Attività 1

Attività 2

Fase 4 Implementazione del Piano Strategico

Attività 1

Attività 2

Fase 5 Azioni di accompagnamento

Attività 1

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (13)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (13)Nelle righe devono essere inserite le varie attività riferite alle macrofasi del piano strategico. Per ogni attività devono esser indicate le principali voci di costo che devono essere coperti. Le risorse finanziarie, individuate attraverso l’analisi per elementi di finanziabilità, sono indicati sulle colonne. La copertura dei costi delle deve essere indicata con una X in corrispondenza del finanziamento scelto. Con riferimento ad una stessa riga (costo) è possibile individuare anche un alternativo canale di finanziamento, (cd. alternatività di finanziamenti) che potrà essere indicato con un simbolo differente (*). In sintesi gli strumenti che costituiscono il cd. “Kit del programmatore locale” se adottati supporteranno le strutture amministrative e gli uffici di programmazione strategica per garantire – sulla base di un “approccio sistemico territoriale” - l’integrazione delle risorse dei programmi e dei progetti e la valorizzazione di ambiti urbani e territoriali di “area vasta”, nonché l’interazione dinamica ed interrelata della funzione programmatoria per innescare un processo virtuoso di sviluppo economico/sociale, di crescita occupazionale e di promozione di azioni integrate per la gestione del territorio.

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GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (14)GLI STRUMENTI DEL KIT DEL PROGRAMMATORE (14)

Dalla implementazione di tale percorso nei processi e strumenti di pianificazione strategica deriva la possibilità di impostare una efficace pianificazione del territorio, in grado di mettere a sistema le diverse attività e responsabilità, e di integrare le risorse, attraverso l’implementazione coordinata degli obiettivi e la DEFINIZIONE DI DEFINIZIONE DI STRATEGIE INTEGRATE DI SVILUPPO E CONSOLIDAMENTO STRATEGIE INTEGRATE DI SVILUPPO E CONSOLIDAMENTO DELLDELL’’AREA VASTAAREA VASTA.

Raccordo PIANO URBANISTICO

GENERALE (PUG)

Raccordo PIANO STRATEGICO

Raccordo PROGETTO E GOV – SI

Area Servizi Attività Produttive

SPOTELLO UNICO PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE

STRUMENTO DI GOVERNANCESTRUMENTO DI GOVERNANCECon cui il Comune di Lecce potrà

programmare e realizzare:• AZIONI INTEGRATE per la GESTIONE

DEL TERRIRORIO e lo SVILUPPO ECONOMICO/SOCIALE;

• INIZIATIVE DI MARKETING TERRITORIALE

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LA GOVERNANCE MULTILIVELLO E LLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E L’’APLLICAZIONE DEL APLLICAZIONE DEL MODELLO DI INTEGRAZIONE (1)MODELLO DI INTEGRAZIONE (1)

I principi della GOVERNANCE MULTILIVELLOGOVERNANCE MULTILIVELLO cui è ispirata la politica regionale, comunitaria e nazionale, richiedono una robusta attività dei soggetti coinvolti nella coordinamento, che deve dispiegarsi a tutti i livelli programmazione e gestione degli interventi.

L’obiettivo del rafforzamento della capacità amministrativa, pertanto, verrà perseguito, nella fase di programmazione 2007-2013, dando piena attuazione, secondo le specificità dei singoli ordinamenti regionali, al principio di sussidiarietà, in modo da promuovere la governance multilivello e di settore nonché le forme più avanzate di partnerariato pubblico-privato giàsperimentate nel corso del ciclo di programmazione 2000-2006

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LA GOVERNANCE MULTILIVELLO E LLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E L’’APLLICAZIONE DEL APLLICAZIONE DEL MODELLO DI INTEGRAZIONE (2)MODELLO DI INTEGRAZIONE (2)

Tale miglioramento dovrà riguardare sia obiettivi di rafforzamento di breve e medio termine delle attività di carattere programmatico, tecnico e amministrativo, con cui le amministrazioni attuano e gestiscono i programmi di sviluppo (supporto e accompagnamento tecnico temporaneo per la durata dei programmi), sia obiettivi di rafforzamento stabile e strutturale delle capacità nel medio e nel più lungo periodo(promozione dell’innovazione amministrativa organizzativa e procedimentale e qualificazione delle risorse umane interne e da internalizzare).

Sul piano operativo, per intervenire sulle variabili di contestoSul piano operativo, per intervenire sulle variabili di contesto per favorire per favorire la COMPETITIVITla COMPETITIVITÀÀ E LA CRESCITA ECONOMICA SOCIALE, E LA CRESCITA ECONOMICA SOCIALE, èèassolutamente prioritaria e imprescindibile la realizzazione di assolutamente prioritaria e imprescindibile la realizzazione di una una CONVERGENZA PROGRAMMATICA DELLE AZIONI PORTATE AVANTI AI CONVERGENZA PROGRAMMATICA DELLE AZIONI PORTATE AVANTI AI VARI LIVELLI DI GOVERNO, soprattutto per quanto riguarda la VARI LIVELLI DI GOVERNO, soprattutto per quanto riguarda la condivisione delle politiche di regolazione e di governancecondivisione delle politiche di regolazione e di governance

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LA GOVERNANCE MULTILIVELLO E LLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E L’’APLLICAZIONE DEL APLLICAZIONE DEL MODELLO DI INTEGRAZIONE (3)MODELLO DI INTEGRAZIONE (3)

La prospettiva delineata conduce da una maggiore integrazione degli interventi sulla base di caratteristica strategica -metodologica che mette a sistema i singoli interventi attraverso:

A) verifica di attuazione e coerenza dell’attività pianificate, utilizzando significativi indicatori di risultato e di realizzazione;

B) procedura di “integrazione verticale” degli interventi, attraverso la attuazione di programmi complessi, mirati ad abbinare la realizzazione di interventi infrastrutturali alla attivazione di misure a sostegno delle attività economiche e della persona;

C) procedura di “integrazione orizzontale” degli interventi, attraverso il raggruppamento degli stessi in azioni di sistema.

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LA GOVERNANCE MULTILIVELLO E LLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E L’’APLLICAZIONE DEL APLLICAZIONE DEL MODELLO DI INTEGRAZIONE (4)MODELLO DI INTEGRAZIONE (4)

In prospettiva, per il completamento ed il miglioramento del sistema di governancegovernance multilivellomultilivello assume un ruolo fondamentale la logica dell’integrazione a più livelli, laddove la laddove la programmazione localeprogrammazione locale e l’attivazione di forme di PARTENARIATO PUBBLICO PARTENARIATO PUBBLICO -- PRIVATOPRIVATO hanno una rilevanza strategica per aumentare la sinergia tra i diversi attori nelle fasi per aumentare la sinergia tra i diversi attori nelle fasi di progettazione, di ideazione e di sviluppodi progettazione, di ideazione e di sviluppo con interventi quali il trasferimento del metodo comunitario ai processi di programmazione locali e il perfezionamento degli strumenti di partecipazione degli enti locali ai processi decisionali regionali, nonché l’accelerazione del processo di decentramento territoriale dei poteri gestionali. Deve essere inoltre ricalibrato il sistema di sistema di programmazione integrata e negoziataprogrammazione integrata e negoziata,, sulla base delle esperienze maturate sino ad oggi, in modo da accelerare i tempidi implementazione dei progetti.

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LA GOVERNANCE MULTILIVELLO E LLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E L’’APLLICAZIONE DEL APLLICAZIONE DEL MODELLO DI INTEGRAZIONE (5)MODELLO DI INTEGRAZIONE (5)

Di fondamentale importanza è dunque la tendenza ad PROCESSO PROCESSO DI INTEGRAZIONE DI POLITICHE, PROGRAMMI E PROGETTIDI INTEGRAZIONE DI POLITICHE, PROGRAMMI E PROGETTI, il cui fattore qualificante dell’azione viene quindi individuato nel perseguimento di una governance capace di mettere a sistema la pluralità di soggetti, esperienze, specificità ed eccellenze in funzione di unun’’azione integrataazione integrata e della crescita della competitività delle aziende, tramite azioni ispirate ai principi di semplificazione e flessibilità, sussidiarietà, partenariato, monitoraggio, controllo e valutazione, per razionalizzare e programmare unitamente ai soggetti pubblici locali l’utilizzo delle risorse disponibili.

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SETTORE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE RISORSE COMUNITARIE SETTORE PROGRAMMAZIONE E GESTIONE RISORSE COMUNITARIE –– Dr Raffaele ParlangeliDr Raffaele Parlangeli

Città di Lecce

LA GOVERNANCE MULTILIVELLO E LLA GOVERNANCE MULTILIVELLO E L’’APLLICAZIONE DEL APLLICAZIONE DEL MODELLO DI INTEGRAZIONE (6)MODELLO DI INTEGRAZIONE (6)

Alla luce delle riflessioni esposte si può affermare che la definizione di nuovi modelli di governance non può prescindere dalla ricerca di relazioni cooperative tra diversi livelli di governoricerca di relazioni cooperative tra diversi livelli di governo, attività di ““mainstreamingmainstreaming”” ed attivazione di processi di ““istitutional buildingistitutional building””,, e dalla sperimentazione di nuovi metodi in grado di perseguire sempre maggiori livelli di efficacia, efficienza e qualità dei servizi erogati dalle PA e di fornire indicazioni sufficienti ad avere cognizione dei risultati progressivamente raggiunti e di conoscere le criticità che ne limitano l’efficacia e la capacità di conseguire gli obiettivi previsti, onde adottare le necessarie iniziative correttive (ad esempio l’Analisi di Impatto della Regolazione – AIR).