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Fitoterapia 2017 02. Malattie da raffreddamento Questi non sono appunti. Sono la trascrizione del materiale proiettato a lezione ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 1 Il Sistema Respiratorio Introduzione La parte speciale del Corso riguarda le varie patologie e il come la Fitoterapia può intervenire in alcuna di esse. La materia sarà ordinata in base ai vari sistemi organici del corpo. Le varie patologie verranno affrontate come già illustrato: La Diagnosi, per capire cosa c’è che non va e per trovare i possibili punti di attacco. Principi attivi utili e Piante che li contengono. Forme di somministrazione e posologie, cioè in quale forma si usano e a quali dosi. Preparati disponibili, cioè cosa c’è di pronto sul mercato e cosa si può preparare in farmacia. Inizieremo con il Sistema Respiratorio e con le patologie ad esso correlate, limitandoci a quelle per le quali la Fitoterapia può dare delle risposte più o meno risolutive. In particolare parleremo di: Malattie “da raffreddamento” e droghe balsamiche; Infezioni virali e droghe immunostimolanti; Trattamento delle tossi. Riepilogo anatomico Le vie aeree superiori comprendono: 1. cavità nasali 2. faringe 3. laringe Le malattie da raffreddamento Sono di origine virale e non sembrano realmente legate al freddo. possono essere localizzale alle prime vie aeree raffreddore mal di gola oppure a diffusione sistemica sindromi influenzali e simili Il raffreddore Il raffreddore è causato da uno o più rhinovirus che attaccano la mucosa nasale. Sono noti circa 200 virus diversi coinvolti nella patologia, che mutano molto rapidamente. Da ciò l’impossibilità di preparare dei vaccini. I rhinovirus colonizzano le mucose con temperature inferiori ai 37°C. Origine della sintomatologia: La mucosa ricopre le vie aeree nasali che sono molto strette. Il rinovirus irrita la mucosa che dà una risposta infiammatoria con: Vasodilatazione, da cui: - aumento del volume della mucosa - ridotto passaggio dell’aria Aumento della secrezione del muco, da cui: - muco molto fluido - naso che cola

Il Sistema Respiratorio - Moodle@Units · raffreddore mal di gola oppure a diffusione sistemica sindromi influenzali e simili Il raffreddore Il raffreddore è causato da uno o più

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Fitoterapia 2017 – 02. Malattie da raffreddamento Questi non sono appunti. Sono la trascrizione del materiale proiettato a lezione

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Il Sistema Respiratorio Introduzione La parte speciale del Corso riguarda le varie patologie e il come la Fitoterapia può intervenire in alcuna di esse. La materia sarà ordinata in base ai vari sistemi organici del corpo. Le varie patologie verranno affrontate come già illustrato:

La Diagnosi, per capire cosa c’è che non va e per trovare i possibili punti di attacco.

Principi attivi utili e Piante che li contengono.

Forme di somministrazione e posologie, cioè in quale forma si usano e a quali dosi.

Preparati disponibili, cioè cosa c’è di pronto sul mercato e cosa si può preparare in farmacia.

Inizieremo con il Sistema Respiratorio e con le patologie ad esso correlate, limitandoci a quelle per le quali la Fitoterapia può dare delle risposte più o meno risolutive. In particolare parleremo di:

Malattie “da raffreddamento” e droghe balsamiche;

Infezioni virali e droghe immunostimolanti;

Trattamento delle tossi.

Riepilogo anatomico Le vie aeree superiori comprendono:

1. cavità nasali 2. faringe 3. laringe

Le malattie da raffreddamento Sono di origine virale e non sembrano realmente legate al freddo. possono essere localizzale alle prime vie aeree

raffreddore

mal di gola oppure a diffusione sistemica

sindromi influenzali e simili

Il raffreddore Il raffreddore è causato da uno o più rhinovirus che attaccano la mucosa nasale. Sono noti circa 200 virus diversi coinvolti nella patologia, che mutano molto rapidamente. Da ciò l’impossibilità di preparare dei vaccini. I rhinovirus colonizzano le mucose con temperature inferiori ai 37°C.

Origine della sintomatologia: La mucosa ricopre le vie aeree nasali che sono molto strette. Il rinovirus irrita la mucosa che dà una risposta infiammatoria con:

Vasodilatazione, da cui: - aumento del volume della mucosa - ridotto passaggio dell’aria

Aumento della secrezione del muco, da cui: - muco molto fluido - naso che cola

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Mucose normali Mucose infiammate

Evoluzione e risoluzione Il rinovirus termina il proprio ciclo vitale in pochi giorni. La risposta infiammatoria diminuisce, diminuisce la secrezione di acqua e il muco diviene progressivamente meno fluido. Ciò provoca ristagni di muco che riducono il passaggio dell’aria. Quando il muco diventa troppo denso e viscoso si giunge alla otturazione delle vie nasali e dei seni nasali.

Possibili interventi Intervento causale: il blocco del virus è attualmente impossibile; gli antibiotici sono inutili e dannosi. Interventi sintomatici: vasocostrizione mediante spray nasali (sintetici); azione sensoriale mediante droghe balsamiche.

Le droghe balsamiche Balsamico significa: odoroso, salubre, lenitivo. Le principali droghe balsamiche sono: menta, eucalipto, canfora, pino mugo. Hanno un’azione fondamentalmente sensoriale accompagnata da un modesto effetto revulsivo. Menta e canfora hanno una leggera tossicità nei bambini piccoli (sotto i 3 anni) con laringospasmo e, ad altissime dosi, effetti convulsivanti

Laringospasmo La laringe è l’organo nel quale hanno sede le corde vocali. Per parlare le corde vocali si avvicinano e fanno vibrare l’aria che esce dalla trachea. Il laringospasmo è una contrazione della muscolatura della laringe che impedisce all’aria di entrare nei polmoni.

Altri interventi Una recente rassegna conclude che l’unico mezzo valido per prevenire il raffreddore è il frequente lavaggio delle mani (Allan & Arrol, Can. Med. Ass. J. 2014)

La Menta Pianta madre: Mentha x piperita. Lamiaceae (Labiate). Descrizione: pianta erbacea Europea; ibrido sterile. Parte usata: le foglie. Principio attivo: mentolo. Titolo in essenza: almeno l’1,2 %. Proprietà: anestetico locale, spasmolitico. Usi terapeutici: nausee gastriche. Nelle malattie da raffreddamento è usato solo l’olio essenziale. Composizione dell’olio secondo Ph. Eur. mentolo: tra 30% e 55%. Proprietà: anestetico locale, spasmolitico. Usi terapeutici:

malattie da raffreddamento

prurito cutaneo (talco mentolato)

colon irritabile (vedremo in seguito)

OH

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I prodotti in commercio Vicks Inalante

per 1 g di preparato:

mentolo 415,15 mg

canfora 415,15 mg

Pino essenza 46,50 mg

metile salicilato 122,70 mg Vicks Vaporub Unguento

per 100 g di preparato:

canfora 5,00 g

essenza di trementina 5,00 g

mentolo 2,75 g

essenza di Eucalipto 1,75 g

Preparazioni farmaceutiche specifiche della F.U. XII Pino composto

Soluzione per suffumigi Definizione

Pino silvestre essenza 45 g

Eucalipto essenza 45 g

Menta essenza 10 g Caratteri: Liquido limpido, incolore o leggermente giallo, di odore aromatico caratteristico.

Eucalipto e Pino silvestre unguento Balsamico per bambini Definizione

Eucalipto essenza 8 g

Pino silvestre essenza 10 g

Paraffina solida 24 g

Vaselina bianca 58 g Preparazione Omogeneizzare la Paraffina solida e la Vaselina bianca, fuse a b.m. Lasciar raffreddare e prima che la massa sia completamente rappresa incorporare, a piccole porzioni, la miscela delle essenze.

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I dettagli sui prodotti presentati sono esemplificativi. Non serve imparare i numeri a memoria.

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Il potenziamento delle difese immunitarie Date le difficoltà di combattere i virus responsabili delle malattie da raffreddamento, una delle soluzioni più immediate è quella di prevenirne le infezioni. E’ questo il compito dell’immunità ed a questo scopo tendono i trattamenti volti a rafforzare le difese immunitarie. Il mondo dell’immunità è estremamente complesso e coinvolge molti meccanismi e numerosi mediatori, per cui sarà utile riassumere qui gli elementi più importanti.

Esistono due tipi di immunità:

Immunità innata Immunità acquisita

Non è specifica Non richiede un precedente contatto È presente sin dalla nascita Coinvolge l’intero organismo È la prima barriera, sempre pronta Non ha memoria immunologica

È specifica Richiede un precedente contatto Si forma durante la vita Coinvolge il sistema immunitario È una risposta “organizzata” Si basa sulla memoria immunologica

L’immunità innata è costituita un complesso di difese di tipo molto vario: Barriere e trappole: cute, mucose, muco, turbinati. Flussi: saliva, urina, lacrime, epitelio ciliato, peristalsi. Omeostasi: pH, temperatura. Fattori solubili: lisozima, interferone, proteine del complemento. Fattori cellulari: fagociti, NK, mastociti, basofili. Fattori biologici: flora associata.

L’immunità acquisita è di due tipi:

Umorale, mediata dagli anticorpi.

Cellulare, medita dai linfociti.

Malattie ed immunità Possiamo sfruttare in due modi l’immunità per prevenire e combattere le malattie infettive:

con la vaccinazione - sfrutta l’immunità acquisita; - si usa quando è noto l’aggressore; - quando l’aggressore non muta; - quando è disponibile il vaccino;

con gli immunostimolanti - per aumentare le “difese immunitarie” sia quelle innate, sia quelle acquisite.

I rischi degli immunostimolanti

Sensibilizzazione verso l’immunostimolante.

Sensibilizzazione verso altri antigeni.

Sensibilizzazione verso auto-antigeni.

Stimolazione di cellule linfatiche neoplastiche.

Le droghe immunostimolanti A diverse piante sono attribuite proprietà immunostimolanti. Tra queste ricorderemo:

echinacea (Echinacea sp.);

geranio africano(Pelargonium sidoides)

astragalo (Astragalus membranaceus);

uncaria (Uncaria tomentosa);

rodiola (Sedum roseum);

yun zhi (Coriolus versicolor);

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danshen (Salvia miltiorrhiza). Le tre echinacee Le Echinaceae sono un genere delle Asteraceae (Composite) endemico del Nord America. Alcune specie erano patrimonio della medicina pellerossa, che le usavano contro svariate malattie, e da qui passarono alla medicina eclettica dei coloni, presso la quale esercitarono un ruolo primario. Le specie utilizzate sono tre:

E. purpurea E. angustifolia E. pallida Coltivazione

L’echinacea dei Pellerossa L’echinacea ci fornisce un simpatico esempio di come si trasmettono le tradizioni orali. Disponiamo infatti del testo di un intervista rilasciata dal Grande Capo Cielo rosso (1942-997), praticamente un nostro contempo-raneo. Racconta il Grande Capo:

Mio nonno mi narrò una storia di molti anni fa ... Cervo-che-salta era molto ammalato e non poteva respirare. Sua moglie, Grandi-occhi-di-orso, gli preparò una tisana di camomilla e miele, ma era troppo dolce. Allora, per farla più amara, lei aggiunse la radice di Echinacea. Dopo pochi giorni il marito era guarito. Da allora, ogni volta che qualcuno si ammalava riceveva una tisana di Echinacea.

Lo sviluppo dell’echinacea negli Stati Uniti da rimedio tradizionale a medicamento industriale è molto interessante.

Il Blood purifier del dott. Meyer Tutto inizia nel 1969, quando H.C.F. Meyer, un medico tedesco che girava per il Far West, restò colpito dai moti usi che i Pellerossa facevano di questa radice (non essendo botanici, non facevano distinzione tra le varie specie) e pensò di produrre un Depurativo del Sangue a base di E. angustifolia elisir che iniziò a vendere con grande successo come rimedio per reumatismi, nevralgie, cefalee, erisipela, dispepsia, vecchi tumori ed ulcerazioni, ferite aperte, vertigini, scrofola, occhi infiammati, avvelenamenti da erbe e morsi di serpente.

Nel 1885 Meyer si rivolge alla scienza ufficiale, cioè al prof. John King, caposcuola della Medicina Eclettica allora dominante negli USA, e coinvolge l’industria farmaceutica. Nel 1894 La Lloyd Brothers di Cincinnati esce con un suo prodotto a base di Echinacea (senza indicare la specie), con le stesse ampie indicazioni.

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Questa ampia serie di indicazioni che ne fanno quasi una panacea non convince il mondo scientifico Americano e nel 1906 Il Council of Pharmacy and Chemistry dichiara:

Data l’assenza di qualsiasi valutazione scientifica per le proprietà che le vengono attribuite, si ritiene che Echinacea non sia degna di esser presa in ulteriore considerazione, finché non verranno presentate prove più attendibili in suo favore.

Ne viene quindi rifiutato l’inserimento nell’elenco dei New and Non-Official Remedies. Cionono-stante il successo commerciale è grande: diventa più difficile procurare la droga e compaiono le prime sofisticazioni, che resteranno un problema per Echinacea sino quasi ai giorni nostri; nel 1916 l’echinacea è inserita nel National Formulary of United States, dove resterà sino al 1950, senza tuttavia che vi sia una chiara distinzione tra le varie specie. Nel 1921 è la droga più utilizzata negli Stati Uniti e la Lloyd Brothers ne ha un volume di vendite che supera quello di tutte le altre sue medicine messe assieme. Con l’entrata nel mercato degli antibiotici negli anni ’40, l’interesse americano per la droga cessa e si risveglierà solo negli anni ’70 in Germania dove l’ampio spettro degli utilizzi dell’echinacea fa sorgere l’ipotesi che si possa trattare di un immunostimolante. Fioriscono gli studi scientifici, sostenuti dall’industria farmaceutica tedesca, i cui risultati però videro ridotto il loro significato dalle frequenti sofisticazioni e dalla difficoltà di distinguere gli organi sotterranei delle tre specie, molto simili tra loro.

I costituenti La composizione delle tre specie è abbastanza simile. I composti più importanti sono:

R = H: verbascoside cinarina isobutilamide R = glucosio: ecinacoside

Le forme d’uso Vi sono due distinte forme d’uso:

succo di pianta fresca di E. purpurea;

estratto secco da radice di E. pallida.

Echinacea purpurea, succo di pianta fresca Il preparato standardizzato (Echinacin®) è composto da: 40% di succo, 20% di alcool e 40% di H2O. Proprietà farmacologiche

- attivazione macrofagi nel topo; - liberazione di linfochine da linfociti umani; - attività pirogena per via intraperitoneale.

Preparati - Echinacin gocce - Echinacin fiale (non in commercio in Italia)

Posologia (Commissione E) - Succo: 6-9 ml al giorno, per non più di 8 settimane; - Fiale i.m.: 1-3 alla settimana, per non più di 3 settimane.

E. pallida radice, estratto secco Titolo usuale: 4% in echinacoside Proprietà farmacologiche: attivazione macrofagi. Preparati: molto variabili; spesso non titolati; le associazioni sono spesso fortemente sottodosate.

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Posologia (Commissione E): 1 g di droga più volte al giorno, corrispondente a circa 250 mg di estratto secco al 4% in echinacoside. Valutazione clinica (Hänsel, 1991) I dati scientifici non consentono di considerare dimostrata l’efficacia terapeutica. Per contro, dalla pratica clinica emergono numerose attestazioni di efficacia.

I primi studi clinici Schmidt et al. Natur- und Ganzheitsmedizin 3, 277-281 (1990) Studio clinico, in doppio cieco contro placebo su 609 pazienti, di un preparato di E. angustifolia radice nella prevenzione del raffreddore. Preparato:

E. angustifolia 12 g; Arnica D2 2 g; (D2 sta per seconda diluizione decimale) Veicolo q.b. a 100 ml.

Trattamento: Trattati 12 ml/die del preparato; controlli: 12 ml/die del solo veicolo. Risultato: Echinacea Placebo Numero di prime insorgenze di raffreddore 132 (44%) 155 (51%) Numero di recidive 28 (21%) 45 (29%)

Bräunig et al. (Naturheilpraxis 1993) Studio clinico, doppio cieco contro placebo, di un preparato di E. pallida nella terapia dell’influenza. Campione: 160 pazienti con influenza, 3 cpr al dì. Preparato: Preparato commerciale Pastox 100 (cpr. E.S. corrispondente a 300 mg droga) Risultato: Echinacea Placebo Durata della malattia: 9,1 giorni 13 giorni.

Non sempre funziona Barret et al. (Ann. Intern. Med. 2002) Verifica dell’efficacia di un preparato a base di Echinacea nel trattamento del raffreddore. Studio clinico su studenti di college, con trattamento ai primi sintomi. Preparato: capsule con polvere di droga:

E. purpurea, foglie 25% E. purpurea, radici 25% E. pallida, radici 25%

Posologia: 6 capsule da 1 g al giorno Risultato: Nessuna differenza con il placebo.

Sperber et al. (Clin Infect Dis. 2004) Studio contro placebo sulla prevenzione del raffreddore indotto su volontari sani. Preparato: succo di E. purpurea in alcool al 22%. Posologia: 2,5,ml tre volte al dì. Risultato: Nessuna differenza con il placebo.

In conclusione Nel 2014 viene pubblicata una metanalisi Cochrane* sull’efficacia di preparati di Echinacea nella prevenzione e nel trattamento del raffreddore (Karsch-Völk et al. Cochrane Database Syst Rev 2014). Vengono analizzati 10 studi di prevenzione e 15 di trattamento per complessivi 4.631 pazienti e vengono tratte le seguenti indicazioni per la pratica medica: _____ * The Cochrane Collaboration è una iniziativa internazionale no-profit nata con lo scopo di

raccogliere, valutare criticamente e diffondere le informazioni relative alla efficacia ed alla sicurezza degli interventi sanitari.

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è fondamentale che medici e pazienti si rendano conto che i preparati a base di Echinacea che si trovano in commercio sono di qualità molto variabili;

la stragrande maggioranza di tali prodotti non è stata provata in studi clinici;

le etichette dei prodotti commerciali possono non essere corrette (soprattutto sul mercato americano);

i dati raccolti suggeriscono che perlomeno alcuni preparati di Echinacea possono ridurre di circa il 15% il rischio di prendere il raffreddore;

ciò significa che se senza trattamento 500 persone prendono il raffreddore, con un opportuno trattamento di Echinacea questo numero scenderebbe a 425; si tratta quindi di un’efficacia decisamente modesta e di scarsa rilevanza clinica;

i risultati migliori negli adulti si ottengono con il succo o con estratti alcoolici delle parti aeree di E. purpurea ma le prove di un efficacia clinicamente significativa sono deboli;

il maggior rischio di tossicità è dato dalle reazioni allergiche; uno studio su bambini ha mostrato un aumento del 5% degli episodi di reazione allergica. (Taylor et al. JAMA 2003).

Un buon consiglio Nuove considerazioni nel trattamento e nella prevenzione delle infezioni da rhinovirus (Turner, Pediatr Ann. 2005)

I rhinovirus sono una causa molto comune di affezioni nei bambini.

Il trattamento di queste infezioni è limitato a una terapia sintomatica.

Non ci sono chiare dimostrazioni che il trattamento con Echinacea possa avere un qualsiasi ruolo in queste infezioni.

L’unico metodo per la prevenzione delle infezioni da rhinovirus rimane l’interruzione della trasmissione mediante il lavaggio delle mani.

Il geranio africano Pianta madre: Pelargonium sidoides, Geraniaceae È una piccola pianta erbacea del sud-est del Sudafrica, che gli indigeni chiamano Umckaloabo e viene da loro utilizzata per combattere la dissenteria (ma non per problemi respiratori). Nel 1897 un giovane inglese di nome C.H. Stevens affetto da tubercolosi viene inviato in Sudafrica per trarre giovamento dal clima secco. Lì viene curato con P. sidioides e guarisce. Rientrato in Gran Bretagna, cerca di diffondere l’uso della pianta per combattere le malattie respiratorie ed ha un discreto successo commerciale, ma viene contestato dalla medicina ufficiale. Agli inizi degli anni ’90 ritorna l’interesse verso la pianta, anche, come per Echinacea, grazie all’esigenza di trovare un rimedio per le affezioni virali delle vie respiratorie, vista l’inefficacia degli antibiotici. Iniziano così la ricerca sulle proprietà farmacologiche della pianta e gli studi clinici sulla sua efficacia nella bronchite e nel raffreddore. Viene preparato un estratto standardizzato e la monografia di P. sidioides entra nella European Pharmacopoeia. Nel 2006 in Germania un medicinale registrato ha un giro di 80 milioni di euro (Brendler, 2009)

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Parte usata e costituenti La parte usata è il rizoma, i cui legno interno ha un singolare colorazione rossastra. La droga contiene cumarine e procianidine:

umckalina (cumarina)

procianidina (5 unità chatechiche)

Estratto di riferimento L’azienda tedesca Schwabe ha registrato un estratto standardizzato, l’EPs®7630. Si tratta di una tintura 1:10 ottenuta dai rizomi con etanolo al 12% (più o meno la concentrazione di un vino leggero); nella standardizzazione non sono dichiarati i contenuti dei vari principi.

Proprietà farmacologiche All’EPs®7630 vengono riconosciute:

proprietà antimicrobiche

proprietà antivirali Queste proprietà sembrano poco legate ad effetti diretti sui microorganismi ma derivano da una stimolazione dell’immunità innata da parte delle procianidine:

stimolazione dell’attività mucociliare, che accelera il trasporto all’esterno dei micro-organismi adesi al muco;

blocco dell’adesione dei microorganismi alle cellule epiteliali, con conseguente impedimento al loro ingresso nei tessuti. Nel caso invece della mucosa buccale si osserva un aumento dell’adesione alle cellule epiteliali non vitali che stanno desquamando; i microrganismi vengono così trasferiti nel digerente dove vengono inattivati dall’acidità gastrica.

(Kolodziej, Pharmaceuticals 2011)

Clinica Una recente metanalisi ha individuato 8 studi clinici di qualità accettabile, di cui 3 su bronchite acuta nell’adulto e 3 su bronchite acuta pediatrica, che danno risultati contraddittori anche se con una certa tendenza verso una modesta efficacia. Altri due studi riguardano uno l’efficacia nella sinusite acuta ed uno quella nel raffreddore; entrambi mostrano efficacia su tutti i sintomi se il trattamento è prolungato. L’uso del preparato in gocce è forse più efficace di quello in compresse. Gli effetti collaterali sono più frequenti che nel placebo, ma non sono gravi. La valutazione conclusiva osserva che:

il numero degli studi è limitato

sono stati condotti dallo stesso gruppo di ricerca (l’azienda produttrice)

sono stati eseguiti nella stessa area (Russia ed Ucraina)

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In definitiva l’efficacia dell’estratto EPs®7630 di P. sidioides nel trattamento delle affezioni respiratorie acute è da considerare dimostrata solo in maniera limitata (Timmer, Cochrane Database of Systematic Reviews 2013).

Prodotti disponibili In Italia è disponibile il prodotto KALOBA registrato come Medicinale Vegetale Tradizionale per l’attenuazione del raffreddore comune. I Medicinali Vegetali Tradizionali derivano da una normativa europea e sono medicinali a tutti gli effetti. La registrazione di tali medicinali da parte del Ministero della Salute è semplificata rispetto agli altri medicinali il quanto l’azienda produttrice deve dimostrare e garantire solo la qualità del prodotto, mentre per la sua efficacia e sicurezza ci si rifà al fatto che sono in uso da almeno 30 anni. Il preparato deve essere accompagnato da un foglietto illustrativo che riporta la dicitura “L’impiego di un medicinale vegetale tradizionale si basa esclusivamente sull’esperienza di utilizzo pluriennale” oltre a tutte le indicazioni di composizione, effetti collaterali, posologie e precauzioni. La registrazione è quindi molto meno costosa e più rapida rispetto a quella di un medicinale normale; ciononostante ad oggi in Italia, oltre al Pelargonium, è registrato un solo altro prodotto (un estratto di Sedum roseum). Il preparato KALOBA viene presentato in due formulazioni: gocce e compresse della seguente composizione:

Gocce: 80% EPs®7630 20% glicerolo Compresse: 20 mg di EPs®7630 essiccato.

Posologia per adulti: 30 gocce tre volte al dì oppure 1 compressa tre volte al dì