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IMPIANTI IDRO-SANITARI PER EDILIZIA CIVILE ED INDUSTRIALE La funzione dell’impianto idrico, è quella di distribuire l’acqua calda e l fredda ad uso sanitario fino a ciascun punto di erogazione previsto nella nostra abitazione. Obiettivo primario, perseguito, dalla nostra Azienda, nella realizzazione di impianti idro- sanitari, è la corretta funzionalità, a lungo nel tempo, unita alla scarsa manutenzione. Per raggiungere questo traguardo, progettiamo e realizziamo impianti idro-sanitari, di altissima qualità, utilizzando materiali tecnologicamente avanzati. Progettazione dell’impianto L’alimentazione idrica avviene generalmente con derivazione dall’acquedotto urbano. Dal punto di presa principale (acquedotto, autoclave, serbatoio) inizia la rete cha va ad alimentare i vari gruppi di utenza. La fase successiva prevede la valutazione del tipo di impianto idrico da installare all’interno del fabbricato, le proporzioni ed il calcolo per determinare i diametri delle tubazioni. Per le distribuzioni interne sono utilizzate: tubazioni in acciaio, rame o plastica. Materiali Tubazioni In base alle normative vigenti, per la rete di distribuzione acqua potabile (reti esterne) possono essere impiegati tre materiali: acciaio, rame o PVC. 1. l’Acciaio: al giorno d’oggi, è scarsamente impiegato in quanto richiede l’utilizzo di molteplici raccordi (con incremento dei tempi di posa e dei costi di manodopera), è soggetto a fenomeni di corrosione e può rilasciare nell’acqua sostanze contaminanti. Inoltre l’acciaio zincato è facilmente soggetto a fenomeni di deposito di calcare e conseguente riduzione della sezione, nonché a fenomeni di foratura a causa delle correnti galvaniche. 2. Il Rame: rappresenta un ottimo materiale per il trasporto di acqua, ha una durata sicuramente maggiore rispetto all’acciaio zincato, ha, però un costo superiore agli altri materiali. 3. Il Multistrato: i nuovi tubi multistrato, resistenti e flessibili sono adatti per tutti gli impianti idrotermosanitari e raffreddamento a pavimento e circuiti per la distribuzione idrica. impianti idrici sanitari, di riscaldamento, ad alta temperatura

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IMPIANTI IDRO-SANITARI

PER EDILIZIA CIVILE ED INDUSTRIALE

La funzione dell’impianto idrico, è quella di distribuire l’acqua calda e l fredda ad uso sanitario fino a ciascun punto di erogazione previsto nella nostra abitazione.

Obiettivo primario, perseguito, dalla nostra Azienda, nella realizzazione di impianti idro-sanitari, è la corretta funzionalità, a lungo nel tempo, unita alla scarsa manutenzione.

Per raggiungere questo traguardo, progettiamo e realizziamo impianti idro-sanitari, di altissima qualità, utilizzando materiali tecnologicamente avanzati.

Progettazione dell’impianto

L’alimentazione idrica avviene generalmente con derivazione dall’acquedotto urbano. Dal punto di presa principale (acquedotto, autoclave, serbatoio) inizia la rete cha va ad alimentare i vari gruppi di utenza.

La fase successiva prevede la valutazione del tipo di impianto idrico da installare all’interno del fabbricato, le proporzioni ed il calcolo per determinare i diametri delle tubazioni. Per le distribuzioni interne sono utilizzate: tubazioni in acciaio, rame o plastica.

Materiali Tubazioni

In base alle normative vigenti, per la rete di distribuzione acqua potabile (reti esterne) possono essere impiegati tre materiali: acciaio, rame o PVC.

1. l’Acciaio: al giorno d’oggi, è scarsamente impiegato in quanto richiede l’utilizzo di molteplici raccordi (con incremento dei tempi di posa e dei costi di manodopera), è soggetto a fenomeni di corrosione e può rilasciare nell’acqua sostanze contaminanti. Inoltre l’acciaio zincato è facilmente soggetto a fenomeni di deposito di calcare e conseguente riduzione della sezione, nonché a fenomeni di foratura a causa delle correnti galvaniche.

2. Il Rame: rappresenta un ottimo materiale per il trasporto di acqua, ha una durata sicuramente maggiore rispetto all’acciaio zincato, ha, però un costo superiore agli altri materiali.

3. Il Multistrato: i nuovi tubi multistrato, resistenti e flessibili sono adatti per tutti gli impianti idrotermosanitari e raffreddamento a pavimento e circuiti per la distribuzione idrica. impianti idrici sanitari, di riscaldamento, ad alta temperatura

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e a bassa temperatura ( radiante). L’ultimo ritrovato tecnologico è rappresentato dai tubi in multistrato insonorizzati.

4. Il PVC: oggi si usano, quasi esclusivamente i tubi in plastica, in quanto rispondono alle migliori caratteristiche richieste per questo tipo di impianti: igiene, resistenza alla corrosione, durevole nel tempo, sicurezza nelle giunture e nei raccordi e costi inferiori a quelli degli altri materiali. Il marchio, applicato alle tubazioni in PVC, ne certifica la provenienza da aziende selezionate e la loro conformità alle norme vigenti. Garantisce inoltre la qualità del prodotto che è realizzato con additivi sostenibili ed è sicuro e affidabile.

IMPIANTI DI SMALTIMENTO E DEPURAZIONE

DELLE ACQUE REFLUE

Le acque reflue sono le acque che, dopo l'utilizzo in attività domestiche, industriali e agricole, rifluiscono. Sono chiamate anche "acque di scarico".

I fabbricati devono essere dotati di un sistema di scarico delle acque reflue. Il fine principale di un sistema di scarico è l’allontanamento controllato delle acque usate per evitare pericoli alla salute.

Solitamente tali acque vengono distinte in:

• acque nere, provenienti dagli apparecchi igienico-sanitari dei bagni, in particolare wc;

• acque saponose bianche, prodotte in apparecchiature nelle quali vengono utilizzati detersivi come lavelli da cucina, lavabi, lavabiancheria ecc.

• acque grasse derivanti dalle cucine.

Tutti i componenti di un sistema di scarico quali tubi, raccordi, esalatori, pozzetti, vasche di raccolta, pompe e simili devono rispondere a ben precise caratteristiche qualitative e normative.

Generalmente per la realizzazione delle reti di scarico vengono utilizzate le tubazioni nei seguenti materiali:

• in materiale plastico (polietilene ad alta densità, PVC o polipropilene);• in grés• in calcestruzzo

Per far fronte al problema della rumorosità creata dal passaggio dell’acqua all’interno delle tubazioni, si ricorre alla creazione di tubazioni fonoassorbenti, mediante l’applicazione di rivestimenti idonei a tale scopo.

Un sistema di scarico è suddivisibile, dal punto di vista funzionale, in cinque parti delle quali le prime due sono sempre presenti e le altre possono esserci o meno in relazione alle esigenze da soddisfare:

1) parti destinate al convogliamento delle acque (raccordi, diramazioni, colonne e collettori) 2) parte destinata alla ventilazione primaria

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3) parte destinata alla ventilazione secondaria

4) raccolta e sollevamento delle acque sottoquota

5) trattamento delle acque

In un appartamento vi sono stanze in cui si desidera distendersi, avendo a disposizione tutti i comfort, ed essere circondati da un'atmosfera piacevole e rilassante. Una di queste, è sicuramente il

bagno, non a caso le attrezzature e gli ambienti dedicati al benessere del proprio corpo (come saune, bagni turchi e vasche idromassaggio), sono collocati sempre nelle stanze da bagno. Per rendere possibile tale desiderio, ecco alcuni utili consigli:

Tipi di impianto di carico

L’impianto idrico per il bagno si può effettuare sia con i sistemi tradizionali (un tubo per l’acqua calda e uno per l’acqua fredda) che partono dalla

colonna, e si allacciano ad ogni sanitario, ripartendo poi per collegare quello attiguo. Un altro sistema che è possibile effettuare, è quello con l’allaccio al collettore.

L’allaccio al Collettore

Questa tipologia di impianti non prevede alcun tipo di giunzioni o saldature sotto il pavimento, offrendo una garanzia dal punto di vista della tenuta, in caso di improvvisi sbalzi di pressione o altro. Un altro vantaggio del sistema a collettore, è che la variazione di portata di un sanitario risulta minima nel caso di utilizzo contemporaneo di altra utenza. Nella “distribuzione a collettore”, ogni rubinetto è servito singolarmente da un proprio tubo, che parte da un collettore centrale di distribuzione. Questo sistema permette di effettuare riparazioni a un singolo punto di distribuzione, senza ricorrere alla chiusura dell’impianto generale.

Questo sistema, però, implica anche degli svantaggi che sono: innanzi tutto, una disponibilità di spazi superiore a quella di cui, in genere, dispongono le stanze da bagno. Il collettore, infatti, è composto da un “quadro” di riferimento, a cui confluiscono tutte le tubature dei singoli sanitari. Questo, occupa un discreto spazio all’interno del bagno (spesso richiede una parete dedicata). Inoltre risulta piuttosto antiestetico, in quanto, lo sportello di chiusura rimane a vista, pregiudicando l’estetica del bagno. Comporta, infine, un maggior numero di tubi da posizionare, perché ogni tubo (uno per l’acqua calda e uno per quella fredda) parte dal collettore e va al sanitario. Negli impianti tradizionali, invece, vi è un unico tubo che collega tutti i sanitari.

I vantaggi, offerti dal collettore, si possono raggiungere anche con l’applicazione di rubinetti filtro (intercettazioni di chiusura) che vengono posizionati dietro ogni servizio igienico che chiudono l’acqua solo per questo sanitario. Inoltre questi rubinetti, come indica il nome stesso, possiedono dei filtri che trattengono le scorie che vengono trasportate dall’acqua (come sabbia, residui geologici, ecc.). Non è consigliata, però, l’applicazione di questi rubinetti, per i sanitari a parete, in quanto rimanendo nascosti, non sono più praticabili, perdendo quindi, la loro utilità, costituendo, anzi, un ostacolo per la rimozione delle scorie, in caso di otturazione dei filtri.

Collettore

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Posizionamento dei sanitari all’interno del bagno

Vi sono delle misure standard, da rispettare, affinché il vostro bagno sia comodo e funzionale. Occorre, infatti, rispettare delle distanze minime tra gli apparecchi igienico sanitari stessi e le superfici di movimento davanti e lateralmente ad essi.

I sanitari

Il Lavabo: L’industria dei sanitari, come per ogni altro componente d’arredamento, è alla continua ricerca di nuovi design, da inserire in ambienti moderni ma anche di rivisitazione di vecchi modelli, perché, anche per l’ambiente bagno, il classico non tramonta mai. Il mercato offre, quindi, una vasta scelta di modelli:

Bidet e vaso:

Tra bidet e piatto doccia:Minimo 20 cm,distanza ideale 60 cm

Tra bidet e water:Minimo 20 cm,

Tra water e vasca:Minimo 20 cm,distanza ideale 60 cm

Frontalmente: almeno 60 cm dalla parete opposta

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Lo stesso discorso vale per il bidet e il vaso, anche questi, si allontanano dalla classica forma e propongono linee semplici ma, allo stesso tempo, ricercate. Infatti, come per i lavelli, la scelta spazia tra una moltitudine di modelli. Ce n’è veramente per tutti i gusti e ……. per tutte Vi illustriamo alcuni dei modelli più in auge, in questo momento: Ce n’è veramente per tutti i gusti e ……. per tutte le tasche!

I vasi possono essere montati con le cassette esterne o a incasso (a uno o due pulsanti). Le ultime tendenze vedono, però, una preferenza per queste ultime, primo perché sono esteticamente più eleganti e poi perché consentono un maggior risparmio di acqua, dato che è previsto il doppio scarico con una quantità di acqua differenziata (il pulsante grande, scarica più acqua, quello piccolo meno).

La vasca:

La vasca rappresenta uno degli elementi più antichi. Nella mente di ognuno di noi, riaffiorano, infatti vecchie immagini di donzelle intente a bagnarsi, coperte da morbidi veli, all’interno di vasche interrate. Sono le stesse immagini che, riprodotte pittoricamente, stile Affresco, vanno a ricoprire i muri dei centri benessere. La parola “Bagno”, oggi intesa come ambiente domestico, deriva infatti, dalla parola “bagno”, dal verbo

“bagnarsi”, immergersi appunto in una vasca.

A cominciare, dagli antichi romani, che potevano usufruire delle terme, con delle enormi vasche interrate, i modelli delle vasche sono andati via via evolvendosi ma, ancora oggi, molti non disdegnano di collocare all’interno del proprio bagno un esemplare dal sapore antico.

Nonostante l’intramontabile fascino dei modelli antichi, le moderne vasche da bagno nulla hanno da invidiare ad essi, con il loro design essenziale, infatti, esse sono pratiche e funzionali. Già da diversi anni la vetroresina ha rappresentato la fetta più grande rispetto, agli altri materiali utilizzati per la loro composizione. Ciò grazie alle sue molteplici qualità: leggerezza, solidità e resistenza. La vetroresina è un materiale composito, formato da fibra di vetro, in forma di tessuti o TNT (feltro a fibre orientate casualmente) impregnate con resina

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termoindurente, ed a base di poliestere, vinilestere o epossidica, che induriscono dopo la lavorazione per intervento di appositi catalizzatori.

Per maggiori informazioni sulle vasche idromassaggio visitate la sezione dedicata al “benessere”, troverete tante notizie interessanti

La doccia:

La doccia, come la vasca, è l’elemento del bagno che si è modernizzato di più. In questi ultimi anni, essa, ha compiuto, un’evoluzione inarrestabile, fino ad arrivare ad essere un vero e proprio “strumento di piacere”. Insieme alla vasca idromassaggio, infatti, i nuovi modelli multifunzione, rappresentano vere e proprie beauty-farm a domicilio.

Per maggiori informazioni su questo tipo di docce, visita la sezione dedicata al “Benessere”.

La rubinetteria:

I rubinetti, in un bagno, rappresentano dei veri e propri elementi di design che apportano delle note gradevoli e contribuiscono a rendere l’ambiente accogliente e confortevole.

Nel corso di questi ultimi anni, si sono succeduti vari materiali che hanno rappresentato, più o meno la moda del momento ma, già da qualche anno, la richiesta si è concentrata, quasi esclusivamente sui modelli cromati. Questi, infatti, rispetto a quelli in ottone, risultano più resistenti agli agenti atmosferici (umidità, data dai vapori che si formano nei bagni, detersivi, ecc.) e quindi, meno soggetti a ossidazione e cambiamenti di colore. In

compenso, le aziende produttrici, si sono sbizzarrite nell’inventare sempre

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nuove forme e nuovi modelli, dai più classici, che richiamano alla mente gli antichi bagni “Decò” a quelli ultramoderni, da inserire in ambienti altrettanto moderni ed attuali.

Rubinetto Termostatico: La cosa più antipatica che ci possa capitare, mentre ci stiamo tranquillamente rilassando sotto il getto della nostra doccia, è che la temperatura dell’acqua cambi improvvisamente, fino a diventare completamente fredda o, peggio ancora, bollente. I rubinetti termostatici consentono di regolare immediatamente la giusta temperatura e di mantenere il calore dell'acqua costante nel tempo. Grazie a questo dispositivo, è possibile avere sempre l'acqua alla temperatura ideale senza dover intervenire con continue correzioni sulle manopole. Finalmente potremo evitare di scottarci, quando qualcuno apre improvvisa mente l'acqua in cucina.

Per ottenere i benefici di un'acqua ad una temperatura ideale, è anche possibile installare un miscelatore. Il miscelatore è un dispositivo, che serve per mantenere il calore dell'acqua costante, indipendentemente dalla temperatura di produzione. Si applica, all’uscita dell’acqua calda sanitaria (scaldabagno), e mantiene sempre la temperatura impostata, in tutti i rubinetti.

Il rubinetto termostatico generalmente si installa all’interno delle cabine doccia, è dotato di due manopole: una serve per la regolazione della temperatura e l'altra per il controllo del flusso dell'acqua. La manopola che regola il calore è dotata di una scala graduata da 20 gradi a 50 gradi che consente di impostare la temperatura desiderata. Inoltre è dotata di un blocco anti ustione: l'acqua non potrà mai superare accidentalmente i 38-40 gradi (temperatura ottimale).

La manutenzione della rubinetteria:Una buona manutenzione è data, soprattutto, da una pulizia adeguata. Effettuata, cioè, con

prodotti che soddisfano determinate caratteristiche e usati seguendo particolari accortezze:Per evitare che queste si danneggino, é necessario, quindi, osservare poche ma importanti,

regole durante l'uso e la pulizia:1. evitare di utilizzare prodotti contenenti acidi troppo forti o particelle abrasive, che

attaccano e danneggiano il prodotto (attenersi a quelli consigliati dal produttore della rubinetteria);2. evitare di mischiare vari prodotti detergenti, in quanto, nelle maggior parte dei casi,

generano una reazione chimica che sprigiona dei gas tossici, sia per i materiali che per noi;3. è sconsigliato l’uso di panni abrasivi, quali: pagliette d’acciaio, spugnette abrasive, ecc.;4. i depositi di calcare devono essere prevenuti con una pulizia regolare, perché diventa

pressoché impossibile togliere gli accumuli, senza l’uso di prodotti o panni abrasivi;5. evitare di spruzzare detergenti spray, direttamente sulla rubinetteria, in quanto questi,

possono penetrare nelle fessure e, nel tempo, provocare dei danni;6. dopo la pulizia, sciacquare abbondantemente con acqua pulita per rimuovere tutti i residui di

prodotto;7. anche alcuni prodotti per la cura del corpo (sapone liquido, shampoo o bagnoschiuma) possono

danneggiare la rubinetteria, quindi si consiglia dopo l’uso di risciacquare i residui di prodotto, con abbondante acqua.

IMPORTANTE!!!

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RICORDATE CHE I DANNI PROVOCATI DALLA CATTIVA MANUTENZIONE NON SONO COPERTI DA GARANZIA

IMPIANTI TERMICI

Un impianto di riscaldamento si prefigge lo scopo di mantenere all'interno di un ambiente, una temperatura che consenta di svolgere delle attività umane, senza avvertire, sensazioni di freddo. Gli impianti di riscaldamento possono essere suddivisi, in funzione del fluido usato, nelle seguenti categorie:

• impianti ad acqua calda: nelle tubazioni circola acqua sotto pressione, riscaldata ad una temperatura non superiore ai 70°C;

• impianti ad acqua surriscaldata: nelle tubazioni circola acqua sotto pressione ad una temperatura superiore a quella di ebollizione;

• impianti a vapore: nelle tubazioni circola vapore acqueo prodotto da un generatore che può essere a bassa pressione (se la pressione è inferiore a 100 KPa) e ad alta pressione (se la pressione supera tale valore);

• impianti ad aria: nelle condotte circola aria calda, che viene immessa direttamente negli ambienti da riscaldare.

Un impianto di riscaldamento è composto da un gruppo termico di generazione del calore (generatore di calore), che viene alimentato:

• da un combustibile liquido, o gassoso, ed è provvisto di un camino per la fuoriuscita dei fumi;• da un sistema di distribuzione del fluido termovettore (tubazioni);• dai corpi scaldanti ubicati negli ambienti da riscaldare (radiatori); • da un vaso d'espansione, che può essere aperto o chiuso;• nonché da un sistema di termoregolazione, che consente di mantenere la temperatura

prefissata nei diversi ambienti.

La trasmissione del calore

Il riscaldamento, ossia la trasmissione del calore, può avvenire:

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Per conduzione: per conduzione termica si intende la trasmissione di calore che avviene in un mezzo solido, liquido o gassoso dalle regioni a più alta temperatura verso quelle con temperatura minore per contatto diretto.per convezione: si ha quando un fluido (come l'acqua o l'aria) entra in contatto con un corpo, la cui temperatura è maggiore di quella del fluido stesso, posto al di sotto. Aumentando di temperatura, il fluido a contatto con l'oggetto si espande e diminuisce di densità, generando moti convettivi in cui il fluido caldo sale verso l'alto e quello freddo scende verso il basso (convezione naturale).per irraggiamento: al contrario della conduzione e della convezione, non prevede contatto diretto tra gli scambiatori e non necessita di un mezzo per propagarsi. Nell’irraggiamento, la trasmissione di energia, avviene attraverso l’emissione e l’assorbimento di radiazione elettromagnetica. Secondo questo processo il trasferimento di calore avviene sotto forma di onde elettromagnetiche, perciò il calore può propagarsi anche nel vuoto, non solo attraverso la materia.

LA TERMOREGOLAZIONE

Gli impianti di riscaldamento centralizzati sono al servizio di un intero condominio. La moderna tecnologia mette a disposizione dei condomini, nuovi sistemi per una gestione ottimale del riscaldamento domestico:

• La termoregolazione• e la contabilizzazione del calore.

Questi due sistemi, formano un intelligente compromesso tra l'impianto centralizzato tradizionale e gli impianti autonomi. In sostanza si può gestire in modo quasi autonomo il proprio riscaldamento. La caldaia rimane la stessa e unica per tutto il condominio, ma ogni proprietario ha la possibilità, attraverso particolari dispositivi (valvole termostatiche applicate sui radiatori al posto delle vecchie valvole), di spegnere, ridurre o alzare (entro il limite di legge di 20 gradi in media, più due di tolleranza) la temperatura del proprio appartamento, ufficio o negozio.

Impianto centralizzato o autonomo?

Coloro che avessero deciso di staccarsi dall’impianto centralizzato, possono valutare i vantaggi e gli svantaggi di entrambi i sistemi. I vantaggi sono quelli citati nel paragrafo precedente, tuttavia c’è da tener presente che, anche se si decide di chiudere i propri radiatori (in caso di lunghe assenze da casa), occorre, comunque pagare una percentuale di consumo forfettaria al condominio. Inoltre si è sempre soggetti agli orari (di accensione e spegnimento) decisi dall’assemblea dei condomini ed infine, se si verifica un guasto all’impianto centralizzato, si deve contribuire alle spese. Tutto ciò a fronte, comunque, di una spesa iniziale (anche se minore rispetto all’istallazione di un impianto autonomo). Per tali motivi, sono ancora molte le persone, che decidono di staccarsi dall’impianto centralizzato per effettuare un impianto autonomo, al quale si possono applicare le valvole termostatiche per un maggior risparmio energetico..

LA VALVOLA TERMOSTATICA: è una valvola sulla quale è possibile impostare la temperatura desiderata in ogni singolo ambiente, mantenendola automaticamente costante. Se ad esempio l'utente imposterà la temperatura di 18 gradi, la valvola termostatica aprirà l'afflusso dell'acqua, il termosifone si riscalderà, il ripartitore comincerà a quantificare, sul display, il consumo e l'ambiente si comincerà a scaldare. Al raggiungimento dei 18 gradi, la valvola termostatica, sentita la temperatura ambientale, chiuderà automaticamente l'afflusso

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dell'acqua all'interno della piastra radiante e quest'ultima, comincerà a raffreddarsi. In questo modo non sarà più necessario aprire le finestre per abbassare la temperatura all’interno della stanza. Queste, inoltre, danno la possibilità di regolare temperature diverse in ambienti diversi e far si, ad esempio, che si possano avere 16 gradi in un salone poco frequentato e 20, in una stanza dove si sta studiando, lavorando o vedendo la televisione.

Il risparmio energetico indotto dall’uso delle valvole termostatiche, può arrivare fino al 25%. Per tali motivi, è spesso obbligatoria l’istallazione, negli edifici di nuova costruzione e nelle ristrutturazioni. Le valvole termostatiche se abbinate ad una caldaia a condensazione, rientrano negli incentivi fiscali del 55%.

I materiali: come per tutti gli altri lavori, anche in questo settore, la nostra azienda, rivolge un’attenzione particolare ai materiali. La scelta di materie qualitativamente superiori, rappresenta la migliore politica pubblicitaria, in quanto esse rappresentano il cinquanta per cento del risultato finale. L’altro cinquanta è rappresentato dalla mano d’opera, sulla quale non temiamo concorrenza. Non esiste nessun tipo di lavoro, che abbia una lunga durata nel tempo, che non vanti dei materiali di prima scelta.

Di seguito illustriamo una panoramica dei materiali utilizzati, per la realizzazione di un impianto termico:

Tubo multistrato in polietilene: Le tubazioni in polietilene reticolato rappresentano la soluzione migliore che può offrire oggi il mercato: a differenza dei tubi metallici riduce al minimo le dispersioni di calore, essendo un materiale “elastico” non permette il deposito di calcare al suo interno, la sua installazione è semplice e veloce, facilmente lavorabile e piegabile, resistente alla corrosione e all’usura, e offre la garanzia di una costante qualità, nel tempo, dell’acqua trasportata (garanzia 10 anni), resistono al calpestio (specie nel caso di cantieri aperti).

LE CALDAIE

Così come esistono vari tipi di impianti, vi sono in commercio numerose tipologie di generatori di calore, meglio conosciuti con il nome di caldaie:

- a condensazione, a gas, con sonda esterna e termoregolatore

- a pompa di calore, alimentata a corrente elettrica. Queste rispetto alle caldaie a condensazione, hanno un rendimento medio molto superiore

- a camera aperta e a camera stagna

- combinate che vanno a legna, biomassa, pellet, cippato, ecc.

A condensazione

La caldaia a condensazione, prende il nome dal fatto che al suo interno c’è un particolare scambiatore che cattura il calore (calore latente) dei fumi di scarico, che è intrappolato nel vapore acqueo, e che altrimenti andrebbe perso.

Le caldaie, di ultima generazione, infatti, raggiungono un rendimento del 93 - 95 per cento, superiore a quello richiesto dalla legge, che prescrive un minimo dell'85,2% (la rimanente quota viene dispersa attraverso la canna fumaria). Per aumentare la resa, le nuove tecnologie hanno messo in atto particolari strategie, tra cui la più significativa, è la tecnica della condensazione.

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Una piccola rivoluzione che consente alle caldaie di raggiungere il 108 per cento di rendimento, specialmente negli impianti a bassa temperatura (come nel caso del riscaldamento a pavimento). Il segreto sta nello sfruttare il calore di fumi di scarico, dai quali viene sottratto il vapore caldo generato dalla combustione. Fatto condensare in un apposito scambiatore cede il suo calore trasformandolo in energia, che viene convogliata all'impianto. A parità di calore fornito all’ambiente, si ottengono due grandi vantaggi: una riduzione dei consumi del 30% e un significativo contenimento delle emissioni nocive (NOx (ossido di azoto) e CO2 (monossido di carbonio) fino all’80%).

Un altro mezzo per risparmiare energia è la modulazione della fiamma, la quale, grazie a un dispositivo elettronico, si regola secondo la richiesta di calore, sia per il riscaldamento, sia per la produzione di acqua calda. Anche l'assenza della fiamma pilota contribuisce a risparmiare energia e a contenere le emissioni nocive nell'ambiente. Nelle nuove caldaie, infatti, l'accensione avviene elettronicamente solo al momento della richiesta. Per la sicurezza, la legge ha imposto il dispositivo che impedisce ai gas di scarico di rientrare nell'ambiente, bloccando la caldaia nel caso di malfunzionamento del condotto di scarico.

La caldaia a pompa di calore, utilizza l’energia fornita da: aria, acqua e suolo, per produrre energia termica per riscaldamento e acqua calda sanitaria. L’utilizzo delle pompe di calore ad acqua, alimentate da energie rinnovabili, con impianti di riscaldamento radianti a bassa temperatura, aumentano l’efficienza energetica e contribuiscono in modo sostanziale alle riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra (fino al 75% di CO2 rispetto ai sistemi che utilizzano combustibili fossili). Le pompe di calore ad acqua, rappresentano l’unica tecnologia che è in grado di fornire il riscaldamento e il raffreddamento con un unico meccanismo. Questa tecnologia, utilizza lo stesso funzionamento del frigorifero: il fluido vettore conduce il calore da una sorgente a bassa temperatura ad una ad alta temperatura. I cosiddetti: impianti idronici, riscaldano (o raffreddano) il fluido contenuto in un sistema che lo distribuisce in ogni zona da servire.

La Caldaia a camera aperta e a camera stagna. Come gli scaldacqua anche le caldaie a gas possono avere la camera aperta o la camera stagna. Nel primo caso l'aria necessaria alla combustione viene prelevata dall'ambiente, mentre i residui vengono espulsi attraverso la canna fumaria. La grande maggioranza degli scaldabagni a gas e delle caldaie individuali, soprattutto da esterno, sono di questo tipo. Esse devono scaricare in un camino o in una canna fumaria individuale e avere un dispositivo di sicurezza che interrompa l'afflusso del gas in caso di rigurgito dei fumi.

Nel secondo caso l'aria viene prelevata dall'esterno attraverso apposito condotto a doppia apertura, uno per l'ingresso e uno per l'uscita dei fumi di combustione. Con la camera aperta la legge obbliga all'apertura di prese d'aria dall'esterno nello stesso locale in cui è installata la caldaia, la quale tuttavia non può essere montata nei locali da bagno e nelle camere da letto. La presa d'aria, per legge, deve essere di sei centimetri quadrati per ogni kilowatt installato e non inferiore ai 100 cmq. Oggi la legge impone la caldaia a camera stagna per tutte le nuove installazioni, mentre la camera aperta è consentita solo nel caso di sostituzioni di modelli analoghi.

Le caldaie a combinate, si sono evolute in modo considerevole, con lo sviluppo delle nuove tecnologie, raggiungendo livelli di efficienza e di affidabilità, simili ai normali impianti a gas o a gasolio. Esse rappresentano, infatti, l'innovazione tecnologica nel campo del riscaldamento a combustibili solidi.

Questo tipo di caldaia, permette di utilizzare i benefici del legno per soddisfare il fabbisogno termico.

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Questa tecnologia è utilizzabile per soddisfare tutte le necessità sia di riscaldamento che di produzione di acqua calda, per ville, appartamenti, aziende, agriturismi, ecc. Per installare un impianto di riscaldamento a biomassa è necessario considerare che questo sistema, ha bisogno di maggiore spazio, rispetto ai sistemi tradizionali, oltre che per il posizionamento della caldaia, anche per il deposito del combustibile. Il locale della caldaia a biomassa deve essere spazioso, ben areato e deve poter accogliere anche il boiler per l’acqua calda sanitaria. Inoltre la canna fumaria deve evacuare i fumi nel modo giusto, per assicurare, attraverso un adeguato filtraggio, l’ottimale funzionamento della caldaia stessa. I pellets si accendono automaticamente per mezzo di una resistenza elettrica ad incandescenza e successivamente, se la caldaia è stata alimentata anche con pezzi di legna, la fiamma si trasferisce automaticamente nella camera di combustione della legna a fiamma inversa.

La scelta della caldaia

Per scegliere la caldaia adeguata alla propria casa è indispensabile il rilievo di un termotecnico. Oltre alla cubatura (cioè la superficie dell'abitazione moltiplicata per l'altezza dei locali) da riscaldare, bisogna tener conto anche dell'esposizione, della zona geografica, del tipo di isolamento, della presenza più o meno rilevante di vetrate. Conta anche la posizione poiché, negli appartamenti situati nei piani intermedi, la dispersione termica è minore rispetto a quelli posti al primo o all'ultimo piano, soprattutto se la coibentazione del tetto o della soletta è scarsa. Generalmente la potenza utile di una caldaia destinata ad un appartamento di 140-150 mq. è di circa kW 23 (20.000 kilocalorie circa). Poiché però le caldaie sono regolabili, sia nelle abitazioni più piccole sia durante le diverse stagioni, si ha la possibilità di adeguare la potenza alle reali necessità. La stessa caldaia può fornire 12 - 13 litri di acqua calda istantanea al minuto. Le caldaie con potenza superiore ai 35 kW, richiedono la collocazione in apposito locale tecnico (approvato dai Vigili del fuoco) non destinato alla permenenza di persone.

I sistemi di riscaldamento più in uso

Gli ambienti possono essere riscaldati con vari sistemi:

quelli tradizionali, che prevedono i classici termosifoni (radiatori in acciaio o alluminio, anticamente in ghisa); piastre o pannelli radianti;a pavimento; a parete;a battiscopa;stufe e termocamini, con o senza canna fumaria.

Radiatori

Sono l'elemento terminale dell'impianto di riscaldamento, attraverso il quale l'acqua calda trasmette il calore all'ambiente. Agli inizi del secolo scorso, nelle famiglie più ricche e nobili, venivano istallati i radiatori in ghisa, decorati elegantemente (con motivi a rilievo), mentre negli ambienti meno ricchi, ma sempre benestanti, erano in uso dei modelli, sempre in ghisa, ma di fattura più semplice e lineare. Soltanto verso la fine del secolo (intorno agli anni 70) si iniziarono a commercializzare i modelli in alluminio e successivamente quelli in acciaio.

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La ghisa

Ottenuti per fusione, i radiatori in ghisa possono essere del tipo tradizionale a colonnine componibili anche nel tempo, oppure moderni a piastra. Si scaldano lentamente, ma trattengono a lungo il calore nel tempo, dando benessere anche dopo qualche ore dallo spegnimento della caldaia.

L'alluminio e l'acciaio

Più leggeri della ghisa, entrambi si scaldano rapidamente, ma tendono a raffreddarsi altrettanto velocemente quando si spegne l'impianto. Ideali per le situazioni difficili e per un migliore sfruttamento dello spazio, in quanto hanno forme più ridotte e schiacciate, rispetto a quelli in ghisa.

I radiatori in alluminio, lavorano in prevalenza per convezione: al diminuire della temperatura, il movimento d'aria convettivo si riduce notevolmente è conseguentemente la resa termica del radiatore crolla.

Viceversa il radiatore in acciaio lavora sì per convezione ma in buona parte anche per irraggiamento: questo fa sì che al diminuire della temperatura la resa termica del radiatore diminuisca ma in maniera meno netta.

I radiatori di ultima generazione, quelli tubolari, rappresentano il giusto equilibrio tra funzionalità ed estetica, grazie alla maggior superficie radiante rispetto alle altre tipologie. Un esempio tipico di tali modelli, è rappresentato dai “Termoarredo”.

I termoarredo:

I termoarredo sono dei radiatori costruiti normalmente con tubolari di acciaio e in alcuni casi d'alluminio o ottone, opportunamente sagomati.

Vengono normalmente verniciati con polveri epossidiche altamente resistenti oppure realizzati in finitura cromata.

Sono disponibili delle resistenze elettriche che permettono l'installazione del termoarredo in zone della casa non raggiunte dalle tubazioni.

Alcuni modelli permettono l'attacco del termoarredo, a bandiera, altri, possono ospitare utili accessori: come i maniglioni portasalviette, che consentono una rapida asciugatura delle salviette da bagno e degli accappatoi. L´ampia possibilità di scelta: nelle dimensioni e nei colori consente di progettare un bagno personalizzato e curato in tutti i particolari.

Installazione e la manutenzione dei radiatori

Per l'installazione e la manutenzione è bene rispettare semplici norme che ne ottimizzano la resa.

- tra radiatore e pavimento devono correre almeno cm. 11. Si evita così la formazione di uno strato di aria fredda.

- Dalla parete posteriore del radiatore al muro devono esserci almeno 4/5 cm.

- E' bene che la parete, su cui è montato, sia ben coibentata per contrastare la perdita del calore, soprattutto se il radiatore è installato sotto la finestra. Altrimenti è consigliabile l'applicazione di un pannello dalla superficie riflettente.

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- Dal radiatore ed, eventuali mensole e ripiani, mantenere una distanza non inferiore ai cm. 10.

- Per diffondere bene e in modo uniforme, il calore il radiatore deve restare libero. Sono quindi sconsigliabili i mobiletti copritermosifoni, che riducono l'emissione.

- E' bene evitare anche barriere con arredi e tende, che devono essere scostati di almeno cm. 60 dal radiatore.

- La pulizia regolare del radiatore elimina i depositi di polvere che abbassano il rendimento ed evitano la reimmissione verso l'alto del pulviscolo.

- Importante è anche l'eliminazione delle sacche d'aria che impediscono la circolazione dell'acqua, riconoscibili quando gli elementi non scaldano uniformemente. Per rimediare, cominciando dal radiatore più alto, si apre con cautela la valvola di sfiato (dopo aver posto un recipiente sotto la valvola in basso); si lascia uscire tutta l'aria e un poco d'acqua finché il flusso diventa regolare, indice che le bolle sono state completamente eliminate.

Come posizionare il termoarredo

Anche per i termoarredo si usano le stesse regole, già descritte per i radiatori, con l’aggiunta di qualche accortezza in più:

Il termoarredo deve essere posizionato possibilmente lungo le pareti perimetrali in prossimità dei punti dove si verificano le maggiori dispersioni di calore. Bisognerebbe evitare, quindi, di posizionarlo: dietro la porta, all’interno di nicchie o accanto a mobili, perché a causa del ridotto flusso di aria, esso avrebbe una minore efficienza.

Un termoarredo sviluppa una potenza termica, espressa in Watt. Il fabbisogno termico del bagno, va valutato: in funzione delle dimensioni del locale; della sua esposizione, dell’isolamento delle pareti e delle necessità di aerazione. Tale calcolo, normalmente, viene effettuato dall'impiantista o dal rivenditore.

Anche al termoarredo, come a un qualsiasi radiatore, può essere applicata la valvola termostatica.

All'inizio dell’inverno, al momento dell'attivazione dell'impianto di riscaldamento, assicuratevi che non si siano formati accumuli di aria dentro al termoarredo agendo sulla valvola di sfiato situata sulla parte superiore. L'eventuale aria formatasi all'interno impedisce, infatti, la circolazione dell'acqua con la conseguenza che alcune parti del di esso, generalmente quelle in alto, potrebbero rimanere fredde.

Piastre Radianti

Gli impianti di riscaldamento basati sui pannelli (o piastre) radianti sono sistemi di riscaldamento che utilizzano il calore proveniente da tubazioni (o da serpentine elettriche) collocate dietro le superfici dell’ambiente da riscaldare. In questi sistemi, il calore viene fornito attraverso l’irraggiamento. Sviluppato e sperimentato, nei Paesi del Nord Europa, l’impianto di riscaldamento a radianti è la soluzione più evoluta che l’attuale tecnologia possa fornire come

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standard di confort e benessere fisiologico. In questi ultimi anni, questi sistemi, stanno lentamente, prendendo il posto dei tradizionali radiatori. Vengono alimentati a basse temperature e, quelli elettrici, sono compatibili con le fonti energetiche alternative, ferma restando la possibilità di continuare ad usare la vecchia caldaia. L'irraggiamento del calore proviene dal pavimento o dalle pareti, il calore si propaga, pertanto, soprattutto entro i due metri di altezza, ovvero dove serve.

Con l'impianto a pannelli radianti si ha, infine, un altro significativo vantaggio. Quello di ottenere il riscaldamento in inverno ed il raffreddamento d’estate. Nel circuito, infatti, anziché acqua calda può essere immessa acqua raffreddata, da un refrigeratore. Anche in questo caso, rispetto al condizionatore a parete, non si hanno i flussi diretti di aria fredda, ma una diffusionne omogenea del fresco in tutto l'appartamento. La doppia funzione di riscaldare e raffreddare, può essere ottenuta anche con un impianto di climatizzazione, che ha radiatori ad aria fredda, o calda (ventilconvettori), collegati alla centrale refrigerante e alla pompa di calore, o alla caldaia vera e propria. Al cambio di stagione basta convertire la funzione.

Rispetto ad un calorifero normale, il pannello, scalda più uniformemente, con un risparmio di circa il 30-40%. Infatti i radiatori tradizionali, riscaldano l'ambiente interno tramite una corrente d'aria convettiva che porterà a riscaldare prima l'aria del soffitto e poi quella sottostante con conseguente spreco di energia. Inoltre, nei sistemi di riscaldamento, che utilizzano i radiatori in ghisa o alluminio, la temperatura dell’acqua che viene richiesta è intorno ai 60-70°C, e non può essere fornita dai pannelli solari. Gli impianti di riscaldamento a pannelli radianti, invece, per riscaldare gli ambienti, utilizzano acqua calda attorno ai 35-40°C. Questa temperatura coincide con quella raggiungibile con i sistemi termici solari, anche nei periodi invernali.

I sistemi più usati, sono: i pannelli radianti a pavimento, a parete e quelli a battiscopa.

Pannelli radianti a pavimento

Già usato dai Romani che facevano passare fumi caldi in cunicoli sotto i pavimenti, il riscaldamento a pannelli radianti (oggi di nuovo in espansione) presenta un grande numero di vantaggi, dovuti alle odierne tecnologie che hanno eliminato i disagi degli impianti di qualche decennio fa.

Il moderno sistema di riscaldamento degli ambienti mediante impianti a pannello radiante sotto pavimento è, infatti, stato introdotto negli anni successivi al dopo guerra, con alcuni problemi iniziali che ne hanno scoraggiato l’uso.

Difatti questo tipo di impianto è stato accantonato da tutti i progettisti ed installatori. Tali problemi iniziali erano essenzialmente dovuti a mancanza di esperienza, carenza di algoritmi di calcolo affidabili, materiali e componentistica di regolazione insufficiente o addirittura non idonea. L’utilizzo di materiali plastici per la distribuzione dei fluidi, in sostituzione al ferro o al rame, lo sviluppo di sistemi di regolazione e controllo elettronici, hanno consentito di rivedere l’impostazione tecnica, correggendo ed eliminando le fonti di malfunzionamento, ridando fiducia al sistema di riscaldamento a pannello radiante e consentendogli di conquistare la meritata posizione di leader nell’impiantistica moderna.

Il principio si basa sulla circolazione di acqua calda a bassa temperatura (tra i 30 e i 40°C) in un circuito che si sviluppa coprendo una superficie radiante molto elevata. Le disposizioni possibili delle tubazioni, sono tre:

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• a chiocciola: dove i tubi di mandata viaggiano paralleli a quelli di ritorno

• a serpentina: dove i tubi vengono posati a zig-zag

• a griglia: con tubi paralleli compresi tra due grossi collettori

Nel settore residenziale, sono usati solo i primi due sistemi, il terzo, ormai in disuso, è applicabile per riscaldare grosse aree (es. capannoni, ecc.).

L’impianto a pannelli radianti da pavimento o a parete, con le opportune modifiche, può anche fungere da impianto per la refrigerazione estiva. In questo caso, nelle tubazioni, viene fatta circolare dell’acqua fredda a circa 10°C. Per il sistema a pavimento, tuttavia sussistono dei dubbi sulla sua utilità, in quanto, mentre l’aria calda tende a salire verso l’alto, quindi il sistema a pavimento, rappresenta un ottimo sistema, l’aria fredda tende a scendere verso il basso. Ragione per cui gli impianti di raffreddamento sono posizionati nella parte alta delle pareti. Quindi per tale uso, è sicuramente più indicato il sistema a parete. Per evitare la formazione di condensa, negli ambienti, è necessario però installare un sistema integrato di deumidificazione

Tecniche di realizzazione

Il sistema viene realizzato, inserendo un isolante nel sottofondo del pavimento, stendendo poi sopra una serie di tubazioni, che costituiscono una serpentina di tubo flessibile (negli impianti moderni generalmente in polietilene reticolato), realizzando un sistema a chiocciola per ogni stanza. Successivamente si annega l’opera nel massetto.

In pratica, l’impiego dei pannelli isolanti, che servono di supporto al tubo, riducono notevolmente le dispersioni termiche e contribuiscono ad aumentare la resa energetica dell’impianto.

I vantaggi

Il pavimento radiante a pavimento, è sicuramente uno dei sistemi di riscaldamento preferiti dal nostro organismo anche se nei suoi confronti esiste una generale diffidenza. Gli inconvenienti del passato sono stati risolti e rispetto agli altri sistemi presenta vantaggi funzionali ed economici:

1. E’ un sistema estremamente vantaggioso in termini di uniformità di irraggiamento, con un miglioramento del benessere abitativo. Il comfort è elevato, poiché il riscaldamento a pavimento trasferisce calore all’ambiente, dal basso verso l’alto. Questo fa si che la temperatura, sia uniforme in tutti punti dell’ambiente scaldato, con bassissimi moti convettivi dell’aria, che smuovono e sospingono la polvere

2. E’ un sistema che riduce i consumi di gas nell’ordine del 30 – 40%

2. E’ un sistema che riduce i consumi di gas nell’ordine del 30 – 40%

4. Questo sistema ci permette di posizionare i mobili dove vogliamo, anche sotto una finestra o nei luoghi tradizionalmente destinati ai radiatori.

5. Esiste, poi, un vantaggio sotto l’aspetto pratico- estetico, oltre quello igienico-sanitario. I radiatori tradizionali, infatti, attirano una grande quantità di polvere (specie dietro il radiatore stesso, e all’interno delle intersezioni tra un elemento e l’altro). Polvere che in parte, in funzione del loro moto convettivo, viene rimessa in circolazione nell’ambiente (andandosi poi a posare sui mobili, sui suppellettili, sui pavimenti e nei nostri polmoni) e, in parte rimane lì (data anche la difficoltà di

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intervenire in tali zone), formando degli accumuli antiestetici e anti igienici. Inoltre, tali moti convettivi dell'aria, oltre che sollevare e trasportare la polvere e le particelle inquinanti, anneriscono le pareti dei locali, specialmente nelle immediate vicinanze del radiatore.

Il riscaldamento a pavimento riduce, inoltre, l’umidità che si forma all’interno della moquette, eliminando così gli acari, i quali sono la causa principale delle allergie.

6. Non esistono, vincoli, per la scelta del pavimento, da applicarvi sopra. Ogni tipo è adatto: dal parquet alla ceramica, dalla moquette al marmo.

7. I pannelli radianti, sono anche adatti all’uso con sistemi a pannelli solari o dai termocamini, vista la bassa temperatura richiesta da tale riscaldamento, o con sistemi fotovoltaici per le serpentine elettriche. Oltre il vantaggio economico, riferito a tali forme di accumulo di energia, vi è un ulteriore agevolazione, determinata dalla detrazione fiscale del 55%.

8. Un termoregolatore centrale ci permetterà di tenere sotto controllo la temperatura interna, anche quando non siamo in casa, con programmi automatici, che non si riferiscono soltanto all’andamento delle temperature, ma anche all’azionamento dei comandi per le tapparelle ed altre apparecchiature elettriche, definite in base alle proprie esigenze.

Gli svantaggi

1. Se non ci si trova nella situazione di dover ristrutturare l’appartamento, i costi e i lavori, legati all’istallazione di tale impianto, risultano essere piuttosto elevanti, in quanto occorre togliere sia il pavimento che lo strato sottostante (massetto) per alloggiare le tubature.

2. Se si vuole istallare questo tipo di riscaldamento, in una vecchia abitazione, occorre fare molta attenzione allo spazio che utile per la posa dei tubi. Normalmente, infatti, sotto il pavimento passano anche altre tubature, cavi elettrici posati a terra, ecc. Occorre, quindi, considerare lo spazio rimanente.

Pannelli radianti a parete

Per i pannelli a parete, viene usato lo stesso sistema dei pannelli a pavimento, soltanto che vengono posati in verticale, anziché in orizzontale. Tale sistema è utilizzato principalmente nei bagni.

I vantaggi

I vantaggi di questa soluzione, sono molto simili a quelli dei pannelli radianti a pavimento, sopra descritti, inoltre:

1. presentano, indubbiamente un’installazione più semplice e meno radicale di quella a pavimento

2. i costi di realizzazione sono inferiori rispetto a quelli a pavimento

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3. il calore in ascesa sviluppato all’interno delle pareti, provvede ad asciugare le pareti stesse, sia interne e, parzialmente, anche quelle esterne, eliminando quasi completamente il problema dell’umidità.

Gli svantaggi

Rispetto ai pannelli a pavimento, quelli a pareti presentano i seguenti svantaggi:

1. minor rendimento termico, rispetto alla soluzione a pavimento

2. moti convettivi superiori e, quindi, minor uniformità di calore in ascesa e maggior dispersione di polveri nell’ambiente, rispetto alla soluzione a pavimento

Pannelli radianti a battiscopa

Il riscaldamento a battiscopa, rispetto ai precedenti, è quello che richiede meno interventi di muratura, ma forse anche quello meno efficace e che presenta più inconvenienti.

I vantaggi

1. I pannelli a battiscopa, presentano, indubbiamente un’installazione più semplice e meno radicale di quella a parete e a pavimento. Infatti, mentre questi ultimi, sono impianti da realizzare in fase di prima costruzione, o in caso di

ristrutturazione, l’impianto a battiscopa può essere istallato, anche in assenza di grossi lavori, in quanto i tubi dell’impianto vengono alloggiati all’interno di particolari battiscopa. Si tratta solo di forare in alcuni punti le pareti per passare l’impianto da una camera all’altra.

2. Risulta specialmente indicato per ambienti piccoli e con pareti libere.

Gli svantaggi

1. Minor rendimento termico, rispetto alla soluzione a pavimento e a parete

2. Con il riscaldamento a battiscopa, la zona perimetrale dell’ambiente risulta maggiormente riscaldata rispetto alla zona centrale.

3. Imobili addossati alle pareti impediscono il passaggio di una grande quantità di calore.

4. Un inconveniente non trascurabile del riscaldamento a battiscopa è rappresentato dallo spessore di quest’ultimo che potrebbe risultare incompatibile con la sistemazione di mobili, come gli armadi.

SERPENTINA sotto intonaco

Alcuni sistemi usano una serpentina elettrica a basso consumo da collocare nel muro sotto intonaco. Questa riscalda il muro dove viene installata, eliminando, in questo modo, anche eventuali tracce di umidità. Il vantaggio è nel tipo di calore prodotto, sano e senza movimenti d'aria, non ci saranno polveri in sospensione e in continuo movimento.

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I DOLMEN sono la copertura a vista della serpentina. Sono in materiale ad acculmulo di calore: ceramica, ghisa, acciaio colorato, pietra ollare; calore che si diffonde negli ambienti per irraggiamento.

Questi si basano sul sistema a irraggiamento a onde di calore, e quindi funzionano a raggi infrarossi.

I sistemi tradizionali a convezione, i quali riscaldano direttamente l’aria, come termosifoni o sistemi a pompa di calore, costringono quest’ultima ad una circolazione dal basso verso l’alto. Questo provoca un rimescolamento delle polveri dei batteri e dei pollini presenti nell’aria, favorendo quindi allergie e disturbi respiratori.

I raggi infrarossi presenti nel sole, a differenza degli ultravioletti (UV), hanno un effetto benefico sul nostro organismo. Noi con i nostri sistemi di riscaldamento a onde di calore riproduciamo gli stessi effetti benefici riuscendo così, nei mesi invernali, a sopperire alle poche ore di luce. Non a caso nella medicina sportiva si fa un largo uso dei raggi infrarossi per rimediare a traumi muscolari, così come nei reparti neonatale le incubatrici sono dotate di riscaldamento ad infrarossi per ricreare ai neonati un ambiente sano e naturale.

È noto inoltre che i raggi infrarossi, penetrando all’interno del corpo umano fino a 4 mm di profondità, riescono ad avere un’influenza positiva su molte patologie delle vie respiratorie, della circolazione sanguigna, delle malattie della pelle e di varie infiammazioni come la sciatica, dolori alla schiena, molteplici dolori articolari e reumatici.

Il sistema di riscaldamento a pannelli radianti, negli ultimi anni, è stato particolarmente apprezzato per la sua efficienza e per il risparmio che permette di realizzare. La nostra azienda, attraverso il suo staff, costantemente aggiornato sulle normative e sulla tecnica impiantistica, effettua tutti i controlli e le operazioni di collaudo affinché possa offrire una totale garanzia sulla massima efficienza dei nostri impianti.

Quando si parla di caminetti, la nostra mente corre alle case di campagna, alle baite di montagna, nelle quali non si può fare a meno del tradizionale e romantico caminetto che, spesso, rappresenta l’unica fonte di riscaldamento. Proprio quel camino che un tempo rappresentava l’angolo più intimo della casa e attorno al quale la famiglia si riuniva, non ha perso il suo fascino e ancora oggi contribuisce a personalizzare la propria casa. Anche se rispetto al passato la sua funzione si è evoluta abbinando utilità ed estetica. Ideati per integrarsi perfettamente in qualsiasi ambiente sono veri e propri capolavori d’arredamento, creando al

contempo, un’atmosfera suggestiva, intima e piacevole.

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La combustioneLa combustione è una reazione chimica di ossidazione in cui un combustibile, si combina con

l’aria, sviluppando calore e luce. Nel caso del camino, una buona combustione si ottiene quando l’aria (ricca di ossigeno) si miscela in modo ottimale con la legna.

Esistono due diverse tipologie di camini: I caminetti tradizionali (con focolare aperto); e i camini chiusi o monoblocco.

Nei primi, la quantità d’aria richiesta è superiore di almeno 2 o 3 volte rispetto a quella necessaria a un caminetto monoblocco. E’ inoltre essenziale un grande apporto di ossigeno, che, non potendo avvenire dall’interno dell’abitazione, deve essere favorito mediante l’approntamento di una presa d’aria. In mancanza di una presa d’aria esterna, il caminetto utilizzerà l’ossigeno dell’ambiente, finendo per rendere, ben presto, l’aria irrespirabile.

Una presa d’aria è quindi indispensabile, per rendere l’ambiente più salubre e per assicurare una combustione, della legna, ottimale e, di conseguenza un maggior sviluppo di calore.

Tale presa deve essere predisposta in tutte le installazioni, in particolare negli ambienti piccoli e con serramenti a chiusura ermetica. Essa va predisposta sotto il piano di fuoco e con le dimensioni consigliate dai produttori a seconda del tipo di camino da installare.

Se il caminetto è addossato ad una parete comunicante con l’esterno, l’aria viene prelevata attraverso una presa realizzata sulla parete stessa.

Se il caminetto è posizionato al centro di un locale, l’aria viene prelevata attraverso una presa realizzata nel pavimento comunicante con un locale cantina avente un serramento sempre aperto, oppure utilizzando lo spazio vuoto tra due travetti nei solai in latero cemento, o comunque, realizzando un condotto che riesca in qualche modo ad apportare aria alla combustione.

Nei casi in cui il caminetto è posizionato in locali che non consentono l’installazione di una presa d’aria diretta con l’esterno è indispensabile ricorrere ad altre soluzioni, come ad esempio l’apertura di un foro in una parete attestata con l’esterno nelle immediate vicinanze del caminetto.

L’aria esterna arriva al focolare del caminetto attraverso il vano sotto il piano di fuoco, per cui è bene lasciare libero da ingombri detto spazio in modo che l’aria possa facilmente raggiungere la griglia braciere attraverso il cassetto .

Il rendimento da combustione: nei camini aperti, varia da un minimo del 15 a un massimo del 50%, mentre quelli con focolare chiuso (da una portina in vetro ceramico) hanno un rendimento superiore al 70%, pertanto sono da consigliare a tutti coloro che prevedono di utilizzare il caminetto, quale unica, o principale, fonte di calore.

Il caminetto chiuso, quindi, vista la maggiore resa, permette un notevole risparmio di legna, consumandone circa un terzo rispetto a quello tradizionale. Questo, oltre che ad essere notevole un vantaggio economico, è un fattore positivo anche dal punto di vista ambientale.

I sistemi di propagazione del calore: il calore si propaga con tre differenti sistemi: conduzione, convezione, irraggiamento.

Il caminetto, utilizza principalmente l’irraggiamento trasmettendo calore all’ambiente sotto forma di onde elettromagnetiche che si sviluppano attraverso il raggio luminoso del fuoco.Le radiazioni raggiungono in via retta tutte le direzioni, cedendo calore direttamente all’ambiente e alle pareti del focolare che indirettamente accumulano calore per conduzione.

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Questo calore verrà successivamente restituito all’ambiente sotto forma di irraggiamento o convezione.

La canna fumaria: La canna fumaria è il sistema che serve a lanciare nell'atmosfera i fumi prodotti da una combustione. E' importante che i fumi siano lanciati in alto, almeno sopra i tetti delle nostre case in modo da disperdersi in un area più vasta e non ricadere sulle nostre teste sotto forma di condensa o di pioggia inquinata.

I fumi prodotti dalla combustione, avendo una temperatura notevolmente più elevata dell’aria che si trova nell’ambiente, tendono a salire verso l’alto. La canna fumaria sviluppa un effetto di depressione che richiama l’aria circostante al focolare e, alimentando la combustione, crea una colonna di fumo ascendente. Il dimensionamento di una canna fumaria è una operazione da effettuare con molta attenzione, e varia a seconda del modello di camino che verrà installato.

Per dimensionare una canna fumaria è importante conoscere:

- la potenzialità del focolare (più è grande e più necessita di canna fumaria grande - se è aperto necessita di canna fumaria superiore rispetto al camino chiuso);- l’altezza della canna fumaria (più alta è la canna fumaria migliore è il

tiraggio).

Conoscendo queste due variabili è possibile stabilire la sezione più adeguata per la canna fumaria che si vuole installare.

Per un buon tiraggio, inoltre, è necessario che la canna fumaria sia coibentata in modo che i fumi non si raffreddino. Se la sezione della canna fumaria è troppo grande, vi è il rischio che l’eccessiva superficie a contatto con l’esterno, raffreddandosi, provochi un abbassamento della temperatura dei fumi, che rallenterebbero la velocità d’uscita, creando i presupposti per una fuoriuscita dei fumi nell’ambiente.

L’anima interna della canna fumaria deve avere una superficie liscia, deve essere realizzata con materiali refrattari resistenti alle alte temperature dei fumi, alla loro aggressività acida ed impermeabili ai gas.

La parte esterna può essere realizzata con elementi prefabbricati vibrocompressi in conglomerato cementizio, formanti una controcanna con intercapedine di aria con inserito un materassino di lana di roccia dello spessore di cm. 3/5 per ottenere un miglior isolamento.

La sezione ottimale è quella circolare che garantisce una velocità dei fumi costante e quindi una temperatura uniforme lungo tutta la circonferenza, al contrario delle sezioni quadrata e rettangolare che conferiscono ai fumi velocità non uniformi, provocando zone di ristagno e deposito di sostanze incombuste.

Per gli stessi motivi non si è mai visto un tubo dell’acqua a sezione rettangolare o quadrata.

Il comignolo deve essere posto in posizione di pieno vento e deve, pertanto superare il colmo del tetto di almeno cm. 50/100.

Le dimensioni variano a seconda del modello di canna fumaria; la sezione di passaggio in uscita deve essere sempre doppia rispetto alla sezione della canna fumaria per facilitare la fuoriuscita dei fumi.

Perchè il camino non funziona

Il camino può non funzionare a causa della canna fumaria:- troppo alta: l’altezza è in generale garanzia di tiraggio e non dà controindicazioni a condizione

che sia ben coibentata;

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- troppo larga: i fumi si raffreddano ai lati e il tiraggio viene sfavorito- la canna fumaria è ostruita o fessurata- con strozzature che ostacolano la fuoriuscita dei fumi;- con troppe curve: anche le curve ostacolano l’uscita dei fumi. Nei casi in cui si rendano

necessarie, aumentare l’altezza della canna fumaria.- con angolature eccessive: vanno evitate le angolazioni che superano i 45 °.

Oppure le difficoltà potrebbero risiedere nella presa d’aria:- inesistente: se non è stata prevista il caminetto acceso consuma l’ossigeno nell’ambiente,

cosicché quando questo incomincia a diminuire, o si esaurisce, è causa di cattiva combustione e di fuoriuscita di fumo;

- troppo piccola: se la presa d’aria è troppo piccola non assicura il flusso di aria sufficiente, pertanto favorisce la fuoriuscita di fumo nell’ambiente.

Altri motivi di cattivo funzionamento del camino sono i seguenti:- posizione troppo ventosa di comignolo non idoneo (antivento)- presenza di trombe di scale nell’ambiente in cui è installato un camino, che creado una

depressione richiama il fumo fuori dal camino;- due canne fumarie nello stesso locale o in locali comunicanti, in cui il camino di maggiori

dimensioni influisce sull’altro;- un raccordo malfatto, con strozzature o spigoli interni e curve accentuate;

IL TERMOCAMINO

Il termocamino è un sistema per il riscaldamento domestico in alternativa o semplicemente affiancato agli impianti tradizionali (gasolio, GPL, metano), con il

vantaggio di offrire risparmio economico e tutela ambientale.

Se funziona ad aria è dotato di più "bocchette" per l'erogazione dell'aria calda. Se funziona ad acqua è collegato, direttamente o tramite scambiatori, di calore all'impianto di riscaldamento a radiatori o a pavimento.

Funzionamento

L’acqua del circuito dei termosifoni si riscalda, circolando nello scambiatore di calore (A) e all'interno dell’intercapedine (B) che si estende su tutta la parte posteriore del camino. L’intercapedine

è realizzata con lamiera di acciaio o ghisa di notevole spessore.

In fase di accensione per agevolare l’avvio della combustione la serranda fumi (C) resta in posizione di apertura in modo che i fumi possano raggiungere la canna fumaria (D) senza ostacoli. Quando la combustione è ben avviata, chiudendo il portellone si chiude automaticamente anche la serranda fumi (C). In questo assetto, i fumi prima di raggiungere la canna fumaria deviano in modo da lambire e cedere calore sia alle intercapedini (B) che allo scambiatore di calore (A). Altri componententi solitamente presenti sono (E) isolante termico sulla volta (F) serranda fumi (G) vetroceramico resistente a 800°C.

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La convezione si realizza nei caminetti con recupero del calore (termocamini), cioè quando l’aria, o l’acqua lambendo le pareti a intercapedine del focolare, contribuiscono a distribuire uniformemente il calore nell’ambiente.

Nei moderni caminetti, si accentua il recupero del calore per convezione utilizzando un elettroventilatore che permette di riscaldare più ambienti, oltre a quello in cui viene installato il caminetto.

In questi casi, nella progettazione di un caminetto a recupero di calore è buona norma contenere al minimo la dispersione nell’ambiente, in cui viene ubicato, ed ottenere il massimo scambio sul circuito secondario (aria-acqua) interessato al riscaldamento dell’intera abitazione.

I caminetti dotati di sistemi di recupero del calore possono essere definiti delle moderne macchine da riscaldamento poiché, oltre a riscaldare l’ambiente dove sono presenti, possono fornire aria calda agli ambienti attigui.

I caminetti generatori di aria calda, possono essere corredati di un ventilatore da 700 a 900 mc/h, che con opportune canalizzazioni inviano l’aria calda a più ambienti fino a riscaldare un intera abitazione di 80 /120 mq.

Per il buon rendimento dell’impianto ha grande importanza, la posizione delle bocchette di mandata, di aspirazione e di transito.

Le bocchette di mandata servono ad immettere l’aria riscaldata nell’ambiente. E’ consigliabile, posizionarle a 20/30 cm. dal soffitto per impedire che l’aria introdotta investa direttamente le persone presenti nel locale, e per permettere al flusso dell’aria di espandersi liberamente.

Il getto d’aria deve essere ben diretto in modo che non incontri nel suo percorso pilastri, controsoffitti o travature.

La dimensione della bocchetta d’aria, dovrà essere proporzionata alla potenzialità di calore da fornire.

La scelta del sistema giusto di riscaldamento

Scegliere il sistema di riscaldamento “migliore” è più complesso di quanto si creda. Oltre ai costi di installazione e di funzionamento, vi sono altri importanti fattori da tenere in considerazione: come la praticità di utilizzo, l’ingombro dell’impianto e, non ultimo per importanza, l’aspetto ecologico, rappresentato dal tipo di combustibile impiegato.

A volte, poi, è addirittura preferibile usare più sistemi contemporaneamente. In che modo? Semplicemente istallando più impianti che si integrano uno con l’altro. Ad esempio, montando un termocamino; i pannelli radianti a pavimento e

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una caldaia a gas (a condensazione) alimentata con un pannello solare. Quando siete in casa, potete accendere il caminetto, sarà questo a scaldare l’acqua dell’impianto. Viceversa, quando il caminetto sarà spento, l’acqua verrà scaldata dalla caldaia a gas alimentata dal pannello solare. Quindi con una spesa minima (quella della legna per il caminetto, perché il sole è gratis) avremo l’acqua calda per uso sanitario e la casa riscaldata.

Prima di optare per un tipo di impianto piuttosto che per un altro, però, è sicuramente consigliabile consultare un tecnico esperto o una ditta specializzata, che vi fornirà tutti i chiarimenti che vi permetteranno di effettuare una scelta adeguata. Noi, speriamo, con queste pagine, di avervi fornito una infarinatura di base, che vi consentirà di orientarvi meglio all’interno di questo complesso universo.

IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE GAS

L'utilizzo del gas come combustibile negli impianti domestici ed industriali, richiede l'installazione di condutture che colleghino il contatore della rete urbana, o il serbatoio autonomo (bombolone), all'impianto di utilizzo.

Le norme per la sicurezza impongono delle regole ben precise, per quanto riguarda la scelta dei materiali (coibentazione, sezione dei tubi, materiale con cui devono essere costruiti, ecc.).

La nostra ditta vanta una grande esperienza in questo settore, per tale motivo abbiamo deciso di utilizzare delle tubature che forniscano ampie garanzie di tenuta, nel tempo, e bassissime possibilità di corrosione. Si tratta dei tubi in ferro, rame e polietilene, che vengono utilizzati per vari tipi di istallazioni (gas e impianti termo-idraulici) per la loro versatilità e i numerosi vantaggi che offrono.

Lo stesso riguardo e la stessa attenzione viene prestata alla raccorderia, che deve essere, usata soltanto dove è strettamente necessario: in punti facilmente ispezionabili, rispondente ai migliori standard qualitativi e conformi alle norme vigenti.

L’istallazione degli impianti del gas, in base al d.lgs n. 37/08 (ex Legge 46/90), devono essere corredati della dichiarazione di conformità.

IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

Il condizionamento è l’operazione con cui si modificano i parametri ambientali allo scopo di migliorare il benessere fisico delle persone. Un’altra funzione molto importante del condizionatore è quella di consentire la corretta operatività di apparecchiature tecnologiche, eliminando il calore da esse generato e mantenendo la temperatura, entro i limiti ammissibili, in funzione della tecnologia impiegata.

Come per il riscaldamento, anche gli impianti di climatizzazione, rappresentano uno strumento indispensabile, per ottenere degli ambienti dove sia possibile, anche in presenza di temperature molto elevate, svolgere delle attività umane, senza che il fisico risenta del caldo e dell’umidità ambientale.

Un impianto di climatizzazione, presuppone, quindi: un deumidificatore e un condizionatore.

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Il Deumidificatore è un dispositivo che ha il compito di ridurre il livello di umidità dell'aria.

I deumidificatori, in genere, hanno una vaschetta di raccolta dell'acqua e sono provvisti di un sensore per controllare il livello di acqua all'interno della vaschetta; quando l'acqua raggiunge il livello massimo, il deumidificatore si spegne automaticamente. Il riempimento della vaschetta dell'acqua avviene ogni 8-12 ore circa, trascorse le quali la vaschetta va svuotata. In alternativa si può installare un tubo esterno per il drenaggio dell'acqua condensata.

L'acqua condensata dai deumidificatori non è affatto potabile, sia dal punto di vista nutrizionale (è assente di sali minerali ovvero è un'acqua distillata), sia dal punto di vista biologico (è il luogo ideale per la proliferazione di funghi, trasportati dall'aria sotto forma di spore, e di microbi).

In base al processo fisico sfruttato per la deumidificazione dell'aria, i deumidificatori vengono distinti in 3 categorie:

• Meccanico-refrigerativi• Essicativi• Condizionatori d'aria

Il condizionatore d'aria è una macchina in grado di produrre una differenza di temperatura che viene ceduta a un fluido che, rimesso in circolazione, cede questa differenza, ad un ambiente per innalzarne o abbassarne la temperatura.

I condizionatori agiscono anche da deumidificatori e quindi hanno bisogno di un circuito per il drenaggio e l'evaporazione del condensato.

Funzionamento e composizione

Solitamente questo tipo di macchina usa uno dei tipi di ciclo termodinamico. Il primo che utilizzò la trasformazione di un gas nei suoi passaggi di stato per ottenere il freddo e/o il caldo fu Willis Carrier negli Stati Uniti nel 1911 e il suo impianto è più o meno simile agli impianti che troviamo in commercio ancora oggi. Famosa fu la sua frase: dobbiamo spostare il calore da dove dà fastidio a dove non lo dà.

I condizionatori, sono quasi sempre composti da due macchine: una detta unità interna e la seconda detta unità esterna. Vi sono poi dei modelli a più unità interne, in modo da poterli istallare in più ambienti della casa, mantenendo sempre una sola unità esterna. Tra le due unità corrono due tubi in rame ed i collegamenti di controllo e comando, mentre l'alimentazione elettrica solitamente viene portata solo all'unità esterna.

Entrambe le due unità necessitano di uno scarico per evacuare l'acqua che si forma per condensazione.

Schema di una pompa di calore 1. Condensatore (lato caldo) 2. Valvola di espansione 3. Evaporatore (lato freddo) 4. Compressore

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Le unità interne poi possono essere distinte in cinque tipologie costruttive:

• A muro (posizionata nella parte alta del muro, rappresenta il tipico condizionatore da appartamento)

• A consolle (viene posizionata sul soffitto nei casi in cui non vi sia il controsoffitto)• A cassetta (è stata studiata per essere incassata nel controsoffitto)• A pavimento (tipo fancoil)• Canalizzabile (può essere alloggiata all’interno di condotti d’aria, più adatto ai grandi ambienti:

fabbriche, capannoni,ecc.).

Il condizionatore nella sua forma classica è costituito da quattro parti fondamentali:

• Il compressore• Il condensatore• l'evaporante• l'organo di laminazione

Oltre a queste parti vi è il gas che ha la funzione di fluido termovettore ed infine, vi sono una serie di componenti ed accessori che servono a completare il funzionamento del sistema come: valvole, pressostati, ventilatori, telecomando, sonde, schede elettroniche etc.

Negli impianti civili, la configurazione più comune è quella che presenta due unità separate, una esterna che ospita il motore del condizionatore e una ventola (ventola radiale), ed una interna, lo split, che provvede a mettere in circolo l'aria (condizionata o meno), distribuendola nei locali attraverso un'apposita feritoia.

Tipologie

I condizionatori si dividono in due grandi famiglie quelli chiamati solo freddo e quelli detti a pompa di calore.

La differenza sostanziale è che quelli a pompa di calore oltre a raffreddare in estate, riscaldano in inverno, invertendo il ciclo di funzionamento.

Un'ulteriore distinzione molto importante è quella relativa alla loro alimentazione e al loro funzionamento. In base a queste due caratteristiche, si dividono in due tipologie: la prima denominata ON-OFF e la seconda chiamata ad “inverter”. La differenza sostanziale tra le due tecnologie è la seguente: quella ON-OFF, presuppone un funzionamento più semplice, (costa meno) ed ha un consumo elevato perché quando si accende va subito alla massima potenza a prescindere da quanta ne serva effettivamente; quella ad inverter, invece, ha una tecnologia detta modulante. In pratica, durante il funzionamento, diminuisce la potenza, fino ad arrivare al minimo necessario al mantenimento della temperatura impostata. Tutto ciò comporta un notevole risparmio energetico. Di contro, però, questi condizionatori, hanno un costo più elevato. Ne consegue, quindi, che se il condizionatore viene fatto funzionare per molte ore, per esempio di notte, è economicamente conveniente il modello inverter. In caso contrario, il maggior costo rispetto al modello on-off non viene ammortizzato, poiché la funzione modulante (diminuzione di potenza), interviene dopo circa 2-3 ore dall’accensione.

Molti modelli includono inoltre un telecomando e un timer che consentirà di programmare l'accensione dell'unità a distanza (in modo di trovare l’ambiente alla giusta temperatura, quando arriviamo sul posto) o lo spegnimento a un determinato orario (ad esempio a una certa ora della notte).

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Tutti i modelli, costruiti dopo il 2004, hanno anche una spina di sicurezza che previene gli incendi, interrompendo la corrente nel caso vengano rilevati dei danneggiamenti al filo elettrico. Alcuni modelli “Frigidaire”, prevedono diverse velocità, per quanto riguarda la ventola, mentre altri, hanno una modalità solo deumidificatore.

Aspetto energetico

I condizionatori sono vincolati dalle norme europee sul risparmio energetico e debbono essere classificati dal costruttore secondo la classe di riferimento. Le classi di riferimento energetico sono:

• A - OTTIMO• B - BUONO• C - MEDIO• D - MEDIOCRE• E - BASSO• F - MOLTO BASSO• G - PESSIMO

Le classi più alte (A-B) solitamente sono con tecnologia inverter.

La direttiva della Comunità Europea è la n. 94/2/CE del 21 gennaio 1994 e al Decreto 12 aprile 1998 del Ministero dell’Industria.

La potenza di un condizionatore si misura in BTU o frigorie.

Prescrizioni normative e ambientali

Non esistono leggi nazionali che vietino l'installazione, dei condizionatori, sulle facciate dei palazzi. Alcuni articoli del codice civile, però, si prestano a varie interpretazioni.

Il problema nasce sotto il profilo estetico, alcuni comuni, infatti, hanno emanato dei Regolamenti, specie per i centri storici, per evitare la vista delle unità esterne che risultano invasive e poco gradevoli. Nei casi di diniego del permesso, si possono istallare climatizzatori senza unità esterna.

Anche i Condomini possono emanare dei Regolamenti (approvati da tutti i condomini in una assemblea), che vietano l'installazione delle unità esterne per motivi estetici. Tale vincolo, si può superare, soltanto se la persona, o le persone, che ne fanno richiesta, dimostrano la loro necessità, al condizionamento per motivi di salute.

Normativa di riferimento

L’istallazione degli impianti di condizionamento, ricadono sotto la tutela del d.lgs n. 37/08 (ex Legge 46/90), che prevedono il rilascio delle conformità in base alla lett. A; in quanto hanno dei collegamenti elettrici.

Consigli di carattere generale

• Prima di acquistare un condizionatore, calcolate quanto freddo volete

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I modelli con potenza da 1400 – 2000 watt raffreddano stanze dai 35 ai 100 metri quadri; i modelli da 2300 – 2700 watt raffreddano stanze dagli 80 ai 160 metri quadri; i modelli da 3200 – 4000 watt raffreddano stanze dai 100 ai 300 metri quadri. Occorre valutare anche la struttura delle stanze, il clima (se hanno finestre o porte finestre a Sud o a Nord), e altri fattori che potrebbero influenzare il funzionamento del condizionatore.

• Considerate come sono posizionate le finestre

La maggior parte dei modelli funziona meglio indirizzando l’aria in una direzione piuttosto che nell’altra, e questo dipende in parte dalla ventola interna. Valutate, quindi, tale prerogativa prima di posizionarlo, in modo che possa garantire un raffreddamento uniforme in tutta la stanza..

• Non spendete per funzioni delle quali non avete bisogno• Pulite il condizionatore periodicamente

Qualsiasi sia il modello, pulite il filtro ogni due settimane o ogni volta che serve. Se possibile, rimuovete la parte posteriore dell’unità; se dei rifiuti hanno ostruito le bobine di raffreddamento, il sistema di filtraggio, che blocca le impurità presenti nell'aria, si comporta come un sistema di stoccaggio per microbi e virus, e al momento della riaccensione del condizionatore verranno sputati fuori creando grossi problemi di salute.

Per tutte le informazioni e richieste di preventivi

Maroma S.n.c www.maromasnc.com - [email protected]

Tel:065069077 - 347 6147434 - 328 7555652