23
L’ARTE NELLA MEDAGLIA INTERVISTE AI MAESTRI CONTEMPORANEI a cura di Claudia Pini

intervista a veroi mod con EPS per sito - claudiapini.it · Un ottimo interlocutore per discutere di tali tematiche è Guido Veroi, ... olio su tavola, ... ad Einstein, per dimostrare

  • Upload
    halien

  • View
    213

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

L’ARTE NELLA

MEDAGLIA

INTERVISTE AAI MMAESTRI CCONTEMPORANEI

a ccura ddi CClaudia PPini

Oltrepassare la barriera tra un millennio ed il successivo può essere uno diquegli eventi che inducono a riflessioni sul tempo che scorre e sui cambiamen-ti che esso, incessantemente, porta.Continuità, trasformazioni, schemi infranti, evoluzioni: quale significato assu-mono queste parole nel campo della medaglistica, quello che maggiormen-te ci interessa trattare su queste pagine?Un ottimo interlocutore per discutere di tali tematiche è Guido Veroi, pensa-tore acuto e grande ricercatore di verità personali ed universali, nonché artistadi vasta fama; fama guadagnata negli anni grazie alla bellezza delle sue opere,alla sua tecnica non comune e soprattutto alla peculiarità dei suoi personaggi,solenni, grotteschi, drammatici, ironici, ritratti nel momento della più alta ten-sione drammatica o in atteggiamenti di tranquilla consapevolezza. Veroi ci fa riflettere sulla vita, il cui corso può cambiare da un momento all’al-tro, nella quale nulla si può dare per scontato e tutto ha un duplice aspetto aseconda della prospettiva da cui si osserva.Il bello è che tali ponderosi argomenti sono talvolta espressi con motti di spi-rito che, apparentemente, alleggeriscono la tematica, ma lasciano anche unasottile inquietudine. “Hor che ‘l villano è in sella e ‘l re a piedi come si cangiala fortuna vedi”, “ Alle lacrime di un erede è matto chi ci crede”, e cosa dire

2

Guido Veroi, anni 57,medaglista da 30

china1983

In copertina:Guido Veroi con il modello in nega-tivo del ritratto di Giovanni PaoloII, per la monetazione euro delVaticano

L’intervista aa20

02

Guido Veroi

Claudia Pini

del dipinto con autoritratto “un po’ scapi - collato” in cui un corpo con man-tello e spada e privo di testa regge in mano il capo di Veroi? La prossima pubblicazione di un ampio e documentato manuale di medagli-stica, che racchiude tutta la sua esperienza teorica e pratica, nonché conside-razioni sulle modalità espressive dell’arte di tutti i secoli, è attesa da molti.Sono soprattutto coloro i quali hanno avuto la fortuna di averlo come maestroa desiderare di ritrovare per iscritto quelle indicazioni così fuori dal comunee capaci di ampliare gli orizzonti, che hanno caratterizzato il suo periodo diinsegnamento nella prestigiosa Scuola dell’Arte della Medaglia, della Zecca diStato.Il “Cristo in trono”, il “Fondo mosso”, le “Sette regole che un medaglista deveseguire”e le “Undici cose assolutamente da evitare” sono solo una piccolaparte delle “lezioni” che si potranno trovare in questo trattato, ricco di altrisingolari argomenti.

Professor Veroi, può farci qualche anticipazione riguardo al suo libro?Posso dire che, sin dal primo capitolo, il lettore che desideri cimentarsi

nella modellazione in medaglia è messo in grado di produrre un qualcosa diconcreto, un oggetto da mostrare, se si vuole.

1 - Biglietto da visita

2 - Combatté secondo le regole...olio su tavola, mm 310x4001974

3

1 2

Nel frattempo scorriamo insieme l’indice del libro ed ionoto titoli del tipo: “Come impugnare i ferri da lavoro”,

“Avoriatura del gesso”, “L’effetto comignolo”, “La visioneesplosa”.Sì, sono definizioni un po’ umoristiche di argomenti e di tec-

niche che, comunque, è utile conoscere.

Cos’è la “Modellazione in quarta dimensione”?Esistono dei soggetti che, visti in medaglia, darebbero un risultato di poca

consistenza, perché la composizione risulterebbe costituita da figure piccole(necessarie per realizzare il tema) che, rispetto al tondo, scomparirebbero.La medaglia darebbe una impressione di scarsa modellazione e, perciò, nonriuscirebbe validamente. Questa trovata della quarta dimensione dà, invece,la possibilità, secondo me, di risolvere il problema. Parto dal mio “Teoremadella medaglistica” il quale afferma che, tra la superficie delle figure e quel-la del fondo su cui è impostata la composizione, il rapporto deve essere di 1: 1; quindi tutta la parte di modellazione che mancasse a questo rapportoviene data dal piano di fondo “mosso”, che si ottiene gonfiando il piano sot-tostante le piccole figure, dando loro quella parte di corposità che altrimen-

4

3 - Decursio equitumbronzo fuso patinato, ø mm 215

1992

4 - Il vecchio medaglistabronzo fuso patinato, ø mm 135

2002

43

ti sarebbe mancata. La “quarta dimensione” l’ho così chiamata in omaggioad Einstein, per dimostrare che anche i medaglisti stanno al passo con itempi della Scienza.

“Classico ed anticlassico”: ci può dire qualcosa in merito a tale concetto?E’ un pensiero che mi è venuto guardando Picasso, che ha dipinto quadri

che possono anche non piacere, però è l’artista più significativo del nuovomodo di fare arte, che ha interrotto il flusso che veniva dal Rinascimento.Picasso ha fatto un salto di qualità, ma in che modo? Qual è il valore diPicasso ? La risposta che ho trovato è che egli ha trasformato l’immagine pit-torica da tridimensionale a bidimensionale, non ha utilizzato sfumature néprospettiva, e allora ho cominciato a pensare a come potesse definirsi questanuova pittura. Mi sono anche accorto, guardando, per esempio, una pitturadell’epoca dei faraoni egizi ed un quadro di Rubens, che hanno un’imposta-zione mentale completamente diversa, perché una è bidimensionale e l’altrotridimensionale. Andando avanti nelle mie riflessioni ho notato che il tridi-mensionale è caratteristico dell’arte classica, il bidimensionale è caratteristicodi un’arte più arcaica, non classica insomma; di qui il termine “anticlassico”,anche se non mi piace l’ “anti” perché sembra una reazione a qualcosa;

5 - Sono invecchiato in mezzo ai nemiciSalmo 6. 8bronzo fuso patinato, ø mm 1352003

6 - Nativitàbronzo fuso patinato, mm 200x2052000

5

5 6

comunque fa capire che è una cosa del tutto differente. Lo stesso ragio-namento si può fare per la scultura e si arriva alla conclusione che l’arteclassica si basa sul chiaroscuro, sul volume e sulla prospettiva, mentre laanticlassica li abolisce, a favore del gioco di colori, in pittura e, in scultu-ra, delle linee incise per dare la forma, al posto dei piani modellati, ed hala visione di primo piano.

“Il quid” sembra un altro argomento interessante…Sì, il quid è il “qualcosa”che fa uscire dalla banalità, necessario in

un’opera d’arte. E’ ciò che la rende interessante e particolare.

Mentre si parla tocco il fondo di una medaglia, leggermente mosso.A me piacevano molto le monete medievali, belle, plastiche, pur nel bassis-simo rilievo, ma non riuscivo a capire cosa determinasse l’interesse cheavevano. Erano limate nei bordi, storte, sembravano deformate da eventisubìti nel tempo; un giorno, durante una visita al Museo di Aquileia, micapitò di vedere una serie di monete facenti parte di un “tesoretto”, rima-ste quindi al riparo, tutte uguali e tutte deformate allo stesso modo. Alloracapii che ciò era fatto appositamente, per dare l’effetto “mosso” che tanto

6

7 - L’artista nella sua abitazione

8 - Medaglie in casa Veroi

7 8

ammiravo. Ho cominciato anch’io a lavorare con questonuovo effetto, ottenendo un risultato sorprendente.

Lei dà delle patine bellissime alle sue medaglie; ci puòdire qualcosa in merito?

La patinatura che sono riuscito a realizzare dopo tante proveconsiste nell’ottenere un colore che non si altera nel tempo e che rie-sce sempre, contrariamente alle patine che adoperavo una volta, le qualierano delicatissime e tante volte non riuscivano. Questo modo di patinarenon lo rivelo ora – altrimenti nessuno mi compra più il libro ! – ma l’hodescritto per filo e per segno al capitolo delle patine.

La conversazione continua davanti ad una esposizione di lavori divario genere, statuine, quadri, placchette e medaglie di varie forme, aduna o due facce. Chiedo notizie su una di queste, molto “forte”, “Diesirae”.

Questa è l’ultima medaglia che ho modellato, è del 2001. Negli ultimianni metto la data. “Dies irae” illustra una frase dell’Apocalisse: “UnAngelo possente prese allora una pietra grande come una macina e la gettò

7

9 - Dies Iraebronzo fuso patinato, ø mm 170 2001

9

8

10 - Guidus Veroicusolio su tavola, mm 180x330

1965

9

11 - Paola Veroicaolio su tavola, mm 180x330

1965

nel mare” e da questa macina che cade nel mare muore un terzo dellaquantità dei pesci e un terzo delle navi va a fondo e così via. Io penso chequesta macina rappresenti il flagello dell’inquinamento che c’è nel mondo,così come vaticinato dalla profezia.

Perché questo tema l’ha ispirata?Tutte le medaglie che vede costituiscono come un diario della mia vita.

“Mi è stata messa una spina nella carne”, con quel satanasso che mi infilauna spina nel braccio mentre sto scrivendo, e con quell’angelo che mi sostie-ne la mano, rappresenta un momento di disagio: le braccia che non midanno più conforto. La frase è di San Paolo, la scena ricorda il San Matteo diCaravaggio, e l’angelo è mia moglie, grande collaboratrice e di grande con-forto. In “Ercole ed il centauro Nesso”, ho sviluppato in medaglia un concet-to derivato dalla prefazione di Andrè Malraux, critico francese di grandefama, al volume sui Sumeri di André Parrot. Malraux afferma che il puntodi partenza della scultura è il ciottolo levigato dall’acqua. Applicando il con-cetto in medaglia ho capito che, per avere un effetto attraente bisogna chel’artista cerchi di avvicinarsi alla forma del ciottolo senza, però – dico io -arrivare alla levigatura totale perché, in quel momento l’emozione cadrebbe.

10

12 - Ercole ed il centauro Nessobronzo fuso patinato, ø mm 140

1994

13 - Mi è stata messa una spina nellacarne

bronzo fuso patinato, ø mm 1251999

12 13

Come vede, la modellazione è realizzata su di una superficie convessa e lefigure sono ricavate scavando intorno ai loro contorni. Questa medagliasolennizza il trionfo della forza intellettuale sulla forza bruta.

Secondo lei qual è il punto di forza della medaglia come forma espressi-va? Perché un appassionato d’arte dovrebbe volerne acquistare una?

Il punto di forza della medaglia è quello di consentire, in un piccolo spazio,la realizzazione di un’opera dal carattere perfino monumentale, con la possibi-lità di esprimere di volta in volta, una varietà di concetti e di emozioni diverse.Il bello della medaglia, inoltre, rispetto alle altre opere d’arte, è che questamonumentalità si può tenere in mano, e dà contemporaneamente anche unagradevole sensazione tattile; è un oggetto che si può possedere, al contrario diun monumento, e goderselo; se ne possono fare cento copie e sono tutti origi-nali.

Quali sono le caratteristiche dei temi che la ispirano maggiormente a rea-lizzare un’opera?

Sono le emozioni personali, come ho già detto, che però trasformo in valoridi carattere universale. Se provo una sofferenza non espongo i particolari della

14/15 - IV centenario della primarappresentazioneal Teatro Olimpico di Vicenza“Edipo re”argento coniato, ø mm 601985

11

14 15

mia vicenda, ma rappresento “la sofferenza”. In genere sono temi che riguar-dano il dolore perché è questo che ci spinge al ragionamento e alla riflessione,come dice anche Jean Paul Sartre.

Ci può dire come associa le idee alle immagini?Tra le tante idee che si manifestano ascoltando o leggendo, alcune toccano il

mio sentimento: quella è l’idea che mi dà lo spunto. Poi faccio tanti disegni finoa che arrivo ad uno di essi che ha l’equilibrio, il volume giusto, la firma al postogiusto. Immagino la scena, ma già in maniera possibile per realizzarla poi condei piani. Essenzialmente la penso di profilo perché la medaglia rende di più eprobabilmente per quel discorso dell’anticlassico, che esclude il frontale, loscorcio, perché fa parte della prospettiva e quindi io la trovo una realizzazionefuori tempo. Le epoche anticlassiche vengono quando non c’è la sensazione delfuturo, quando l’uomo non ha più la sicurezza del domani, vive senza pro-grammi a lunga scadenza, non vede in prospettiva, ma in primo piano.

Ci può descrivere le fasi creative che ha attraversato nel tempo, quali aspet-ti di esse ha mantenuto o abbandonato e perché e cosa significano adesso perlei quelle conservate?

12

16 - Laureato in sofferenzachina1973

17 - Laureato in sofferenzabronzo fuso patinato, ø mm 120

2003

1716

Ho iniziato la mia attività medaglistica nel 1952 sotto la guida determinan-te di Pietro Giampaoli e nel 1954 ho partecipato per la prima volta ad unaesposizione della FIDEM. All’inizio ci si deve fare le ossa imparando bene latecnica, in modo che questa non ostacoli il ritmo della fantasia. Allora nonavevo dei programmi precisi, ho fatto dei ritratti ed alcune timide composi-zioni. Nel ’69 ho avuto la mia prima mostra personale presso la sede roma-na della Johnson, alla Galleria Colonna. Nel ‘72 ho avuto l’incarico per lamonetazione della Repubblica di San Marino e da questo periodo ho comin-ciato a modellare medaglie che rispondevano finalmente con una certa forzaal mio modo di sentire. Sono ricordi di un’epoca. Oggi non saprei rifarequelle medaglie con la stessa emozione, perché è cambiata la vita e la matu-rità artistica va di pari passo con essa.

I suoi personaggi sono quasi sempre coperti da armature o vesti ricca-mente decorate o panneggiate. Che significato ha questa scelta?

Che io sono sempre in battaglia interiore. E poi, essendo un anticlassico,tendo a fare una modellazione coloristica più che plastica; per indicare i pan-neggi, per esempio, utilizzo le decorazioni, le linee piuttosto che il chiaro-scuro molto evidente.

18 - Augusta Veroibronzo fuso patinato, ø mm 1151954

19 - La Vergine Camillabronzo coniato, ø mm 751975

13

18 19

Il cavallo è una figura che lei ama inserire nelle sue medaglie; cosa rap-presenta questo elegante e possente animale?

Probabilmente il cavallo è elemento simbolico, esalta l’emozione.

Può fare qualche considerazione sulla presenza della leggenda nellamedaglia ed eventualmente sullo spazio ed il ruolo da assegnarle all’in-terno della composizione?Il fatto che essa sia scritta in una determinata lingua può essere un ele-mento contrario alla universale fruizione dell’opera d’arte ?

Può essere una riduzione, però non esiste una lingua universale. Una voltac’era il latino, che si è usato in tutte le medaglie fino all’Ottocento. Secondome la medaglia è fatta di figura e di scritta, perché la scritta dà la chiave diinterpretazione dell’azione della figura: la medaglia è, infatti, un oggetto dipiccole dimensioni e di massima sintesi, senza una battuta che indirizzi, èpiù difficile capirla.

Quali sono, per lei, le dimensioni della medaglia?La medaglia è un oggetto che si deve poter tenere in mano. Pisanello fis-

sava i suoi diametri tra i sei e gli undici centimetri, anche perché la correda-

14

20 - San Giorgio (5ª versione)bronzo fuso patinato, ø mm 150

1990

21 - San Giorgiochina1982

20 21

va di rovescio. Io le modello in diametro maggiore, ma solo da un lato, oscil-lando tra i dodici ed i diciotto centimetri.

Le due facce sono necessarie?Quando la medaglia è di piccolo diametro, il dritto, secondo me, deve rap-

presentare l’ingrandimento del punto focale del rovescio. Se il diametro ègrande, la scena è sufficientemente leggibile e cade la necessità di dotare lamedaglia di due lati.

Vorrei ora fare riferimento al suo intervento su “La medaglia contempora-nea in Italia”, edito nel 1995 dall’ Accademia Carrara di Bergamo, intitola-to “Nascita della medaglia: dall’ispirazione al bozzetto esecutivo”, nelquale lei racconta “come sia giunto a stabilire i concetti che costituisconola grammatica medaglistica”:

Lei afferma che “nel campo della medaglia gli artisti si dividono, comeper il teatro, in tragici, drammatici, lirici, epici, grotteschi”: in quale gene-re si identifica?

Drammatico e, talvolta, con una vena di umorismo.

22 - Triennale della medaglia - Udinechina1973

23 - Ottone III dona al Patriarca diAquileia la fortezza di Udine nel 983gesso, ø mm 2001981

15

2322

Quali sono le novità introdotte da medaglisti contemporanei che lei ritiene“significative e meritevoli di attenzione”?

Fazzini, che non ho mai conosciuto personalmente, mi ha consolidato l’ideadel “fondo mosso”. Ho studiato le sue medaglie ed ho cercato di acquisire deglispunti tecnici. Morbiducci, che fu, con Giampaoli, uno dei miei maestri, mi hainsegnato molte cose, tra le quali la “tecnica del Cristo in trono” è quella che piùmi ha aiutato nelle composizioni.

Lei sostiene che la composizione deve essere concepita “in modo da esaltar-ne la circolarità…Per composizione circolare io credo che si debba intendereun insieme di linee che, a prescindere dalla circonferenza che le contiene, diail senso del tondo”. Quindi la circonferenza è una linea di confine, reale oimmaginaria, che delimita il mondo rappresentato dalla medaglia.Modificare tale linea di contorno può avere dei significati validi artisticamen-te?

Ha dei significati validi psicologicamente. Il mondo rappresentato dallamedaglia di forma irregolare è un mondo un po’ immaginario, cioè non beneinquadrato nei concetti di bene e di male, di valido e di nocivo.

16

24 - Addio amici, sono a cavallochina1972

25 - Il Tarasco(La Tarasque: rappresentazione

della ferocia e del dolore)china

1977, 25° anno di matrimonio

24 25

Quindi lei contempla la possibilità di accoglierle a pieno titolo in unaesposizione di medaglie?

Sì, sì, va benissimo, perché sono favorevole alla sperimentazione che cia-scuno può fare nella sua ricerca artistica.

Lei afferma che “L’arte figurativa nasce da una forma iniziale astratta;nasce da masse, da linee, da chiaroscuri...L’arte astratta non è dunque l’an-tagonista a quella figurativa. E’ una componente essenziale dell’arte:senza di essa non si può arrivare alla grande arte figurativa. Come pure,senza il completamento figurativo, l’arte astratta perde il senso”. Perchénon ha senso mostrare le forme astratte che vengono in mente all’artistaquando pensa all’idea che vuole rappresentare? Per quale motivo è cosìnecessario definire, in un campo così libero e soggetto ad interpretazioniquale è quello artistico?

Le forme astratte sono pure emozioni, sensazioni, che poi io traduco inimmagini figurative. Per me la forma figurativa fa pensare, fa riflettere, quella astratta fa godere,fa turbare. Io non abbinerei una tematica ad un’opera astratta, come talvol-ta si è fatto per una musica sinfonica con un titolo esplicativo; secondo me

26 - Non lasciatevi cadere le bracciachina1990

17

26

la riduce molto perché restringe troppo il campo dell’immaginazione. Le rappresentazioni astratte non sono un risultato negativo, ma, secondome, escono dal campo della medaglia così come è nata ed ha avuto fortuna,per avviarsi verso una nuova strada. Nella scia della tradizione, l’arte astrat-ta perde senso.Comunque questi interrogativi esistono, se si vuole andare avanti nellamedaglia in un certo senso, per dare un significato più qualificato alle pro-prie opere; le risposte possono essere anche diverse ma sono concetti daaffrontare.

Parliamo di medaglie, di placchette e di opere affini: secondo lei perchéin Italia vi è una certa resistenza a sperimentare modalità di forme e dicontenuti differenti da quelle codificate?

La sperimentazione funziona nel momento in cui corrisponde allo statopsicologico della gente. In questo momento il Mondo è alla ricerca di questonuovo modo. Non c’è una forma consolidata della nuova visione umana delterzo millennio. Quindi, se non c’è, si producono opere in cui il fruitore nonsi riconosce e, quindi, non gli piacciono. Fin che c’è questa difficoltà, si vedo-

18

27 - Piazza Navonabronzo coniato, ø mm 65

1981

27

no delle medaglie, delle forme artistiche che lasciano un pò interdetti. Nonè il soggetto nuovo che serve, ma il modo e nella medaglia è difficile perchéè una forma d’arte più sofisticata di altre, non si può affrontare e riuscire alprimo tentativo.

Percorrere nuove strade comporta dei rischi: non si è più protetti daregole affinate dall’esperienza dei grandi, che ti indicano una via sicura esolida, ci si può perdere in vani esperimenti o di fronte al vuoto da riem-pire. Lei ha affrontato una fase simile? In che modo? Può dare dei consi-gli in base alla sua esperienza?

Non ho mai avuto un momento in cui ho detto: “Faccio ricerca”, perché èuna partenza sbagliata, ma ogni volta che modello una nuova medagliacerco, piuttosto, di migliorare la tecnica provando sempre esperimentinuovi. Mi sono anche lanciato in imprese, come il mosaico, che avevo speri-mentato poco, in precedenza, e senza avere modelli, soprattutto nello sche-ma, nel disegno. C’è stato un coraggio nell’affrontare una cosa nuova, cheaveva anche dimensioni considerevoli. Anche con le vetrate ho avuto unpercorso simile, ma avevo in ogni caso un’idea di quello che si sarebbedovuto fare.

28 - 1 Scudochina1983

29 - Cristogesso, ø mm 2101983

19

2928

Cosa pensa dell’uso in medaglia di materiali diversi dal bronzo, unitioppure sostituiti ad esso? Potrebbero dare emozioni, aggiungere dei signi-ficati grazie alla loro origine naturale o artificiale o al loro aspetto, traspa-rente, colorato, liscio, rugoso o altro?

Io penso che si può fare senz’altro perché l’arte è cominciata dalle ossa dianimale scolpite con le amigdale ed è arrivata al plexiglas. Personalmente,materiali nuovi, come il plexiglas per esempio, li utilizzerei quando li sentis-si necessari per esprimere un mio nuovo concetto: altrimenti, se volessi uti-lizzarli comunque, perché moderni, li sentirei estranei ed addirittura comeun intralcio allo sviluppo dell’idea. Per concludere, sono favorevole all’uso di altri materiali, ma nella misura incui essi riescano a dare emozioni migliori del bronzo, cioè del materialeusato con validità fino ad oggi.

Lei è uno dei soci fondatori dell’AIAM, l’Associazione Italiana dell’Artedella Medaglia, la cui nascita risale al 1963; ci può raccontare in qualeclima culturale è nata questa associazione e con quali intenti?

L’abbiamo costituita incontrandoci in un caffè, come usavano gli artisti un

20

30/31 - Addio alla Venere di Cirene40° anniversario AIAM

bronzo fuso patinato, ø mm 2452003

30 31

tempo: per l’esattezza al Caffè Faraglia, al Corso. A presiedere l’associazionefu eletto il Prof. Pier Renato Casorati, Accademico di San Luca, mentre i consi-glieri furono: Renato Signorini, Francesco Giannone, Vittorio Berruti, Direttoredella Zecca, all’epoca, Pietro Giampaoli, Luciano Mercante, Orlando PaladinoOrlandini, Giuseppe Pirrone, Guido Veroi. L’associazione si proponeva di faracquistare peso ed interesse all’arte della medaglia, diffonderne la conoscenza,non essendo allora considerata nelle rassegne d’arte importanti come, peresempio, la Quadriennale, la Triennale e la Biennale. Passati quarant’annivediamo che l’associazione ha ottenuto dei risultati positivi, consentendo amoltissimi medaglisti di farsi conoscere da un pubblico specializzato, presen-tando le proprie opere in esposizioni biennali organizzate dalla stessa associa-zione.

Per concludere la nostra conversazione, a cosa sta lavorando in questoperiodo?

Sto lavorando a delle vetrate e dei mosaici. Sto completando un grandemosaico a Martina Franca, per il quale è stato necessario un grande coraggioda parte di tutti, noi, il Parroco, i parrocchiani, perché ho proposto delle rap-

32 - Il ritorno di Cristo Apocalisse di S. Giovannimosaico, part.2001

21

32

presentazioni “forti” e decisamente innovative, che potessero toccare l’interes-se di chi guarda. Rischiavano di turbare, ma, poi, sono state molto beneaccolte.

Vuole aggiungere qualcosa ?Non potrei aggiungere altro perché, in poche parole, lei mi ha “vivisezio-

nato” con esauriente maestria. Ha dato valida voce agli argomenti del miolibro, e di questo la ringrazio molto.

Corredo fotografico rielaborato nel 2004

22

33 - Medaglie in casa Veroi

33