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Alla materna Poppins problemi strutturali Rubano pag. 6 Via Aquileia, i sindaci si confrontano Villafranca pag. 9 LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010 LIMENA COMUNE VIRTUOSO Un nuovo spazio tutto dedicato al gioco e alle famiglie. Con l’arrivo della bella stagione il Parco Etnografico di Rubano si arricchisce di un nuovo spazio. Giochi in legno realizzati da un falegname tedesco per il divertimento dei bambini e la possibilità alle famiglie di ritrovarsi in compagnia. pag. 8 PARCO ETNOGRAFICO NUOVI GIOCHI Il Comune di Limena è un Comune virtuoso. A dirlo è nientemeno che il Ministe- ro dell’Interno, nella classifica che ha stilato con gli enti locali particolarmente bravi ad amministrare. A livello nazio- nale sono solo 143 e nel padovano appena 7. pag. 6 LA PIAZZA È DISTRIBUITA DA Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 56 www.lapiazzaweb.it di Padova Ovest Riemersa una necropoli di epoca romana Archeologia pag. 14 pagg. 4-5 L’ospedale si farà nella zona di Padova Ovest Il pool di esperti ha scelto la collocazione del futuro nosocomio I l parere positivo è arrivato dopo anni di discussione dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia lo scorso marzo: il nuo- vo ospedale cittadino si farà nella zona di Padova Ovest. Vicino alla città, quindi, ma anche ai Comuni di Limena, Rubano, Mestrino e Villafranca. Ospiterà circa mille posti letto e sorgerà in un’area vasta quasi 550 mila me- tri quadrati, con possibilità di ampliarsi, per ospitare strutture collegate come poli di for- mazione, ricerca, assistenza e riabilitazione. La localizzazione è stata preferita a Bruse- gana (che era la proposta avanzata dalla Provincia) dal pool di esperti, presieduto dal segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan e comprendenti i direttori generali ed i rappresentanti delle istituzioni coinvolte (Bo, Comune di Padova e Provincia). Per nascere, adesso, il nuovo ospedale pubblico dovrà passare attraverso la procedura di ac- quisizione dell’area dai 37 proprietari, il più grande dei quali è il presidente del Calcio Padova, Marcello Cestaro. Un’opera che dovrebbe costare intorno ai 650 milioni di euro, costruita attraverso il project financing con una cordata di im- prenditori. E adesso che il nuovo ospedale si è scelto di farlo a Padova Ovest, il consigliere di opposizione Dimitri Rossetto, della lista Il Ponte-Insieme per Limena, torna a ripro- porre l’idea che aveva proposto mesi fa al consiglio comunale: un polo scientifico al po- sto del futuro parco commerciale di Limena EDITORIALE La crisi sta nei nomi dei veneti di Mauro Gambin C resce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sa- rebbe giusto aggiungere anche quelli dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancan- za di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’a- zienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evi- dente che il mestiere è una forma di iden- tità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore. [email protected] continua a pag. 3 continua a pag. 13 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio “L a salvaguardia idrogeologica del territorio è un problema, che ha dimensione mondiale ma questa azione, purtrop- po, non è ai primi posti delle politiche italiane”. Difesa idraulica, serve prevenzione *Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni di Anna Maria Martuccelli*

La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

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La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

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Page 1: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

Alla materna Poppins problemi strutturali

Rubano

pag. 6

Via Aquileia,i sindaci si confrontano

Villafranca

pag. 9

LO NAZ/19/2010/CT01 04 2010

LIMENA COMUNE VIRTUOSO

Un nuovo spazio tutto dedicato al gioco e alle famiglie. Con l’arrivo

della bella stagione il Parco Etnografi co di Rubano si arricchisce di un nuovo

spazio. Giochi in legno realizzati da un falegname tedesco per il divertimento

dei bambini e la possibilità alle famiglie di ritrovarsi in compagnia.

pag. 8

PARCO ETNOGRAFICO NUOVI GIOCHI

Il Comune di Limena è un Comune virtuoso.

A dirlo è nientemeno che il Ministe-ro dell’Interno, nella classifi ca che ha

stilato con gli enti locali particolarmente bravi ad amministrare. A livello nazio-

nale sono solo 143 e nel padovano appena 7.

pag. 6

LA PIAZZA È DISTRIBUITA DA Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 56 www.lapiazzaweb.it

di Padova Ovest

Riemersa una necropoli di epoca romana

Archeologia

pag. 14

pagg. 4-5

L’ospedale si farà nella zona di Padova OvestIl pool di esperti ha scelto la collocazione del futuro nosocomio

Il parere positivo è arrivato dopo anni di discussione dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia lo scorso marzo: il nuo-

vo ospedale cittadino si farà nella zona di Padova Ovest.

Vicino alla città, quindi, ma anche ai Comuni di Limena, Rubano, Mestrino e Villafranca. Ospiterà circa mille posti letto e sorgerà in un’area vasta quasi 550 mila me-tri quadrati, con possibilità di ampliarsi, per ospitare strutture collegate come poli di for-mazione, ricerca, assistenza e riabilitazione.

La localizzazione è stata preferita a Bruse-gana (che era la proposta avanzata dalla Provincia) dal pool di esperti, presieduto dal segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan e comprendenti i direttori generali ed i rappresentanti delle istituzioni coinvolte (Bo, Comune di Padova e Provincia). Per nascere, adesso, il nuovo ospedale pubblico dovrà passare attraverso la procedura di ac-quisizione dell’area dai 37 proprietari, il più grande dei quali è il presidente del Calcio Padova, Marcello Cestaro.

Un’opera che dovrebbe costare intorno ai 650 milioni di euro, costruita attraverso il project fi nancing con una cordata di im-prenditori.

E adesso che il nuovo ospedale si è scelto di farlo a Padova Ovest, il consigliere di opposizione Dimitri Rossetto, della lista Il Ponte-Insieme per Limena, torna a ripro-porre l’idea che aveva proposto mesi fa al consiglio comunale: un polo scientifi co al po-sto del futuro parco commerciale di Limena

EDITORIALE

La crisi sta nei nomi dei venetidi Mauro Gambin

Cresce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sa-rebbe giusto aggiungere anche quelli

dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancan-za di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’a-zienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evi-dente che il mestiere è una forma di iden-tità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore.

[email protected] a pag. 3

continua a pag. 13

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

“La salvaguardia idrogeologica del territorio è un problema, che ha dimensione mondiale ma questa azione, purtrop-po, non è ai primi posti delle politiche italiane”.

Difesa idraulica, serve prevenzione

*Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Bonifi che e Irrigazioni

di Anna Maria Martuccelli*

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Page 3: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

Rubano, traffi coCHIUSA VIA BELLE

PUTTE AI TIR

La chiusura al traffi co pesante di via Aquileia, da parte del sindaco di Mestrino Marco Va-

lerio Pedron, ha indotto anche il primo cittadi-no di Rubano, Otorino Gottardo, a prendere le dovute contromisure manifestando l’idea di chiudere il collegamento alla zona indu-

striale di Ronchi di ViIlafranca. “Sono troppi i camion che passano davanti alle case e

alle scuole - ha spiegato - Immenso il disagio dei residenti che hanno tardato a protestare.

“I sindaci di Villafranca e Mestrino stanno studiando una soluzione ma io non posso

aspettare i loro tempi.

MemorialZOCCARATO

E PROGETTO HAITI

Ad un anno dal tragico incidente sul lavoro che ha portato alla scomparsa di Michele

Zoccarato, i colleghi dello stabilimento dell’Acqua Vera e gli amici lo ha hanno ricor-dato lo scorso 14 aprile al teatro comunale di San Giorgio in Bosco. L’occasione è stata

profi cua per dare conto del progetto per Haiti, uno dei progetti di solidarietà avviati

dall’operaio nei paesi più poveri del mondo. “Lui voleva che i giovani fossero felici – è

stato spiegato durante la cerimonia -”.

VillaguatteraPRESTO UNA FARMACIA

Tra le ipotesi inerenti al futuro si Rubano, c’è anche quella che riguarda l’apertura di una nuova farmacia. Sarebbe la quinta e troverebbe collocazione nella frazione di Villaguattera, nell’area compresa tra via Cavour e via Garibaldi. Malgrado la zona non possa vantare un’elevata densità abi-tativa le nuove disposizioni del governo, in materia, autorizzano una rivendita di far-maci ogni 3.300 residenti. Da qui la scelta di Villaguattera i cui abitanti scontano una certo disagio nell’approvvigionamento di farmaci trovandosi le altre farmacie a Rubano, a Bosco e a Sarmeola.

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www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

Padova Ovest Provincia RegioneRegioneARGOMENTO DEL MESE

pag. 4-5

Troppo cemento. Ogni giorno persi 100 ettari

ELEMETARE PETRARCA

pag. 8

Dalle alienazioni la possibilità di riunire le due sedi

PROVINCIALE 12

pag. 9

Cinque nuove pensiline per la fermata dei bus

Teatro GeoxMARCO MASINI IN CONCERTO

Marco Masini, la voce fuori dal coro della musica italiana, sarà in concerto al Gran Teatro Geox venerdì 18 maggio. Già al lavoro del suo prossimo album di inediti, Masini chiuderà proprio a Padova il suo tour nei teatri, che lo porterà nelle prin-cipali città italiane. Niente di Importante Tour 2012 prende il nome dall’omonimo disco “Niente di Importante. Marco Masini sarà accompagnato, oltre che dal suo fedele pianoforte, anche dalla sua band di cinque musicisti: Massimiliano Agati alla batteria, Cesare Chiodo al basso, Stefano Cerisoli alla chitarra elettrica, Riccardo Cherubini alla chitarra elettrica ed acustica e Antonio Iammarino al pianoforte e tastiere. Niente di Importante, il nuovo album di Marco Masini, è uscito il 27 Settembre a tre anni di distanza da “L’Italia…e altre storie”. 12 brani dove si respira una maturità introspettiva e una voglia di raccontarsi senza paure. Un album, che più di altri precedenti, contiene tutta l’essenza umana e artistica di un uomo sempre alla ricerca e in discussione con se stesso; un lavoro che, complice la calda e ruvida voce di Marco Masini, arri-va direttamente alle corde dell’anima. Il live di Masini sarà un viaggio attraverso una carriera che lo ha sempre visto come una fi gura originale nel panorama della musica italiana.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge le zone di Limena, Rubano, Villafranca per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

è un marchio registrato di proprietà della PROMOMEDIACOMMUNICATIONS SrlEdito da GIVE EMOTIONS Srl

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEE CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ LOCALE

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMAURO GAMBIN [email protected] JOVANE [email protected]

Chiuso in redazione il 30 aprile CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

È distribuito in esclusiva da

BILANCIO PROVINCIALE

pag. 16

Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioni

SPAZI APERTI

pag. 17

Lotta all’illegalità, Padova un modello

NOI E GLI ALTRI

pag. 18

Dopo i suicidi, a Vigonza nasce l’associazione

EDITORIALE

La crisi sta nei nomi dei veneti“Era un gran lavoratore”, infatti è la defi nizione che per prima esce dal cassetto dei ricordi quando ricorre la commemorazione di

un caro estinto, perché in forma speculare dice già tutto, aver dedicato molto tempo al lavoro, infatti, signifi ca averne dedicato poco alle stupidaggini, essere rimasto lontano per fi sica stanchezza da tentazioni e vizi e di essersi occupati del proprio lasciando stare la “roba” degli altri. Insomma ligio e probo, signifi ca gran lavoratore. Altrove i crumiri sono stati disprezzati ma per i veneti aver lavorato tanto e in silenzio ha signifi cato formarsi un’identità collettiva nel periodo delle grandi migrazioni verso l’Argentina o lo stato di Rio Grande do Sul. Veneto nel mondo signifi ca, gran lavoratore. Nei fi lm della commedia all’Italiana del dopoguerra i veneti sul set hanno quasi sempre interpretato il ruolo di servi o di contadini. Umili ma indispensabili. Il valore positivo riconosciuto al gran lavoratore è rimasto valido anche dopo l’arcadia felix del Veneto rurale, durante gli anni del boom economico, delle partite Iva, del “magna e desmentega” il “lavoratore” non ha subito attacchi morali nemmeno davanti all’evidenza del puro materialismo, dell’accumulo di ricchezza da esibire se non da ostentare. Il lavoro in Veneto è stato usato anche come salvacondotto per svincolare l’obbligo del rispetto dell’ambiente o più semplicemente delle regole. Chi viene nel nome del lavoro, può molto in una terra come la nostra, esiste un’idolatria dell’impiego che è stata effi cace anche nel tempo in cui non esisteva la disoccupazione e oggi che di lavoro non ce n’è tanto nei giovani rimane invalsa la volontà di identifi carsi nella propria professione tanto da esibirla in forma di status e per questo, in modo paradossale, non appartieni al sistema produttivo, evitano i lavori più umili anche se più remunerativi. Il lavoro in Veneto invece è ancora una forma di identità e per questo la crisi non è solo economica ma sociale e valorale insieme.

segue da pag. 1

Mauro Gambin - [email protected]

SANITÀ

pag. 24-25

Piano sociosanitario, ospedali in bilico

SVILUPPO

pag. 27

Veneto Stradenon è ancora fuori dal tunnel

ARTE

pag. 28

Gusmaroli, leggerezza ed invito al sorriso

Vigodarzere, centri estiviAL VIA LE ADESIONI

ALLE ATTIVITÀ

Il Comune di Vigodarzere prevede anche per la prossima estate l’organizzazione dei Centri Estivi Ricreativi per i bambini

delle scuole dell’infanzia e per i ragazzi della scuola primaria e secondaria di 1° grado. Per cercare di fornire alle

famiglie un servizio più rispondente alle necessità e superare le eventuali criticità l’assessore agli interventi sociali Valerio

Scotton ha promosso un incontro con tutti i genitori interessati.

Page 4: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

56 Argomento del mese

LEGALITÀ

La mafi a e l’edilizia veneta

Sul fronte della legalità qualcosa si sta muovendo anche tra le istituzioni, tanto che il 9 gennaio di quest’anno

è stato sottoscritto il protocollo della legalità nelle grandi opere pubbliche da parte del mi-nistro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi.

In particolare il protocollo defi nisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subap-

paltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comuni-chino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi.

La “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano

caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti.

Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafi a, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafi a”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da ca-pire: se un esponente delle organizzazioni mafi ose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che han-no rivelato una certa inclinazione”.

E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha

coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”.

Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appel-lo di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera note-volissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affer-mazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%).

In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,

Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafi osi:

Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Romagna.

La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrut-ture.

L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.

L’inchiesta delle fi amme gialle, denominata “ap-

di Germana Urbani

EDILIZIALegambiente veneto

denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali,

che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente

voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari

di territorio vergine, poco meno di 100 campi da

calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi

di calcestruzzo Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorioIl mattone selvaggio non risparmia nessun lembo d’Italia.

Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemen-to negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord

registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evi-denzia episodi allarmanti in questo settore.

MATTONE SELVAGGIO

L’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte per-

centuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superfi cie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.

L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO

57Argomento del mese

paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli-che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi.

Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza.

A seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di fi nanza di Vicenza, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, ave-va arrestato in fl agranza di reato il dirigente dell’uffi cio cave e miniere, Angelo Canalia, con l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e continuata.

Lo si accusa di aver preso tangenti per ri-lasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per poter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la possibile esistenza di un “sistema corruzione”.

Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella

che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada Venezia-Padova, ad opera della Guardia di fi nanza. L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo.

L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la pro-secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici

del settore edilizia della Provincia di Venezia, strettamente legati a un gruppo di imprenditori locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nep-pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto.

Il sistema di assegnazione si basava, spie-gano gli inquirenti, sul “cottimo fi duciario”, cioè la vecchia trattativa privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavo-ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’im-prenditore di riferimento.

Denuncia in Veneto

Le strade dell’illecitoOmbre su Valdastico e PassanteLe grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da

episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero rifl ettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno

dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la docu-mentazione, hanno riscontrato signifi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti signifi cativi. Sotto il profi lo dei costi il progetto ha subìto tre va-rianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo fi nale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento fi nale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Au-torità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice de-gli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.

FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ

Era il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile atti-va nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che

dimostra come l’insediamento mafi oso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata.

Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”.

Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafi a del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafi osa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafi a, nel capitolo dedicato alle infi ltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infi ltrate da interessi mafi osi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fi n qui maturata”.

Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorio

La corruzione riguarda tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione

4 Argomento del mese44 Argomento del mese

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56 Argomento del mese

LEGALITÀ

La mafi a e l’edilizia veneta

Sul fronte della legalità qualcosa si sta muovendo anche tra le istituzioni, tanto che il 9 gennaio di quest’anno

è stato sottoscritto il protocollo della legalità nelle grandi opere pubbliche da parte del mi-nistro dell’Interno Annamaria Cancellieri, del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dell’Anci e dell’Upi.

In particolare il protocollo defi nisce una misura molto importante quando estende l’attenzione e la richiesta dei dati ai subap-

paltatori e subcontraenti l’appalto. Sono molti coloro che valutano troppo alto, però, il tetto di 5 milioni di euro indicato come importo complessivo dei lavori sopra il quale è previsto che chi subappalta debba comunicarlo in Prefettura. Tale cifra molto elevata esclude tutto ciò che avviene per appalti più modesti che però sono quelli territorialmente più impattanti. Inoltre, il Protocollo non è perpetuo ma andrà a scadere tra due anni mentre molti lavori per cui è stato pensato durano tutti molto di più. Va, inoltre, chiarito chi debba controllare che le imprese effettivamente comuni-chino tempestivamente alla stazione appaltante ogni eventuale variazione dei dati originariamente trasmessi.

La “corruzione” dell’ambiente passa attraverso la corruzione dell’animo umano, una piaga che in Italia conosciamo bene e che i cittadini pagano

caramente ogni giorno attraverso le loro tasse. Ma se a questa si aggiunge il lavoro occulto della criminalità organizzata, il gioco sporco si fa anche pericoloso sia per le imprese venete che per gli stessi veneti.

Era il maggio del 1990 quando il giudice Paolo Borsellino, in un incontro pubblico in Veneto, disse: “Per quanto riguarda il rischio mafi a, voi, oggi, in questa regione, dovete preoccuparvi soprattutto della corruzione, perché la corruzione è l’anticamera della mafi a”. “Il motivo – aveva spiegato – è facile da ca-pire: se un esponente delle organizzazioni mafi ose va in cerca di punti di riferimento per riciclare o investire nell’economia legale capitali di origine illecita non può che rivolgersi a politici corrotti, cioè a persone che han-no rivelato una certa inclinazione”.

E in moltissimi casi la corruzione pervade il ciclo del cemento, come ha dimostrato l’inchiesta che ha

coinvolto la provincia di Venezia, che fecero dire al procuratore aggiunto di Venezia Carlo Mastelloni “è la prima volta dai tempi di Tangentopoli che si torna a colpire un sistema radicato, perdurante e organizzato”.

Vittorio Rossi presidente vicario della Corte d’appel-lo di Venezia in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario ha sottolineato che nella nostra regione “la corruzione è aumentata in maniera note-volissima, c’è uno scadimento del senso della giustizia non si vede il disvalore di questi comportamenti, sono quasi tollerati e accettati”. A conferma di queste affer-mazioni bastano solo pochi numeri: in Veneto i reati contro la pubblica amministrazione sono aumentati da 3572 a 4403, con un quasi raddoppiamento dei casi di peculato (più 77,1 per cento) e incrementi notevoli di corruzione (più 32,6%) e concussione (più 17,5%).

In questo panorama il ciclo illegale del cemento è una delle piaghe più preoccupanti che registra numeri sorprendenti non solo al sud ma in tutto il nord Italia. Negli ultimi cinque anni in Emilia Romagna, Veneto,

Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, le forze dell’ordine hanno accertato ben 7.139 reati, quasi 4 al giorno. Per un tipo di illegalità che coinvolge una selva di soggetti, dai “semplici” cittadini ai funzionari pubblici, dagli imprenditori ai colletti bianchi, passando, spesso, per i clan mafi osi:

Il Veneto se la “cava” con 903 infrazioni, ma è da notare che in rapporto alle dimensioni territoriali la nostra regione guadagna un buon terzo posto nella “classifi ca nera” alla pari con l’Emilia Romagna.

La corruzione riguarda il ciclo del cemento in tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione delle infrastrut-ture.

L’argomento è di grande attualità se pensiamo che solo il 5 aprile si è tenuta la prima udienza per 51 imprenditori accusati di aver fatto “cartello”, tra il 2006 e il 2007, per pilotare le gare pubbliche per appalti stradali.

L’inchiesta delle fi amme gialle, denominata “ap-

di Germana Urbani

EDILIZIALegambiente veneto

denuncia il lavoro di ruspe e di betoniere legali,

che secondo gli ultimi dati Ispra in Italia sono talmente

voraci da divorare ogni giorno qualcosa come 100 ettari

di territorio vergine, poco meno di 100 campi da

calcio per un impiego di oltre 3 miliardi di metri cubi

di calcestruzzo Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorioIl mattone selvaggio non risparmia nessun lembo d’Italia.

Facendo la conta dei reati accertati nel ciclo del cemen-to negli ultimi 5 anni, infatti, anche le regioni del nord

registrano perfomance allarmanti: 7.139 infrazioni, 9.421 persone denunciate, 1.198 sequestri, 9 arresti. Il Veneto, grazie all’operazione attenta delle forze di polizia, non evi-denzia episodi allarmanti in questo settore.

MATTONE SELVAGGIO

L’illegalità che permea il mondo delle costruzioni si cala in un paese che è tra i massimi produttori al mondo di calcestruzzo e con una delle più alte per-

centuali di consumo del suolo, che ha raggiunto il 7,3% della superfi cie totale: solo Olanda (13,2%), Belgio (9,8%) e Lussemburgo (7,4%) hanno saputo fare di peggio, secondo i dati dell’Istat.

L’ITALIA DEL CALCESTRUZZO

57Argomento del mese

paltopoli”, riguardava la gestione drogata di decine di gare pubbli-che soprattutto nel settore viario e dei lavori stradali mediante la formazione dei “cartelli” per concordare i ribassi.

Un altro processo che prende il via in questi giorni il processo contro Angelo Canalia, funzionario della provincia di Vicenza.

A seguito delle dichiarazioni dell’imprenditore Pietro Colpo il nucleo di polizia tributaria della guardia di fi nanza di Vicenza, coordinato dal maggiore Paolo Borelli, ave-va arrestato in fl agranza di reato il dirigente dell’uffi cio cave e miniere, Angelo Canalia, con l’ipotesi d’accusa di concussione aggravata e continuata.

Lo si accusa di aver preso tangenti per ri-lasciare le autorizzazioni. Altre sei persone, tre imprenditori, l’ex sindaco di Tezze e due funzionari della Regione, erano stati iscritti nel registro degli indagati. Un atto dovuto per poter chiudere il cerchio su una situazione che metteva in luce la possibile esistenza di un “sistema corruzione”.

Quanto alla gestione delle infrastrutture, una delle notizie che è rimbalzata sulle cronache giornalistiche di tutta Italia è stata quella

che ha riguardato l’ordinanza di custodia cautelare (ai domiciliari) nei confronti dell’Amministratore delegato dell’Autostrada Venezia-Padova, ad opera della Guardia di fi nanza. L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema illegale di aggiudicazione dei lavori pubblici, attraverso un vasto apparato corruttivo.

L’operazione – precisano gli inquirenti – costituisce la pro-secuzione dell’indagine svolta nei mesi scorsi a carico dei vertici

del settore edilizia della Provincia di Venezia, strettamente legati a un gruppo di imprenditori locali, che riuscivano perciò a farsi assegnare la quasi totalità dei lavori pubblici del Settore Edilizia, da svolgere nella provincia, senza nep-pure dover ricorrere a pubbliche gare d’appalto.

Il sistema di assegnazione si basava, spie-gano gli inquirenti, sul “cottimo fi duciario”, cioè la vecchia trattativa privata, in cui, per asserite ragioni d’urgenza, per l’importo dei lavo-ri da svolgere o per altre motivazioni di comodo, veniva omessa la gara pubblica, facendo ricadere la scelta sistematicamente sull’im-prenditore di riferimento.

Denuncia in Veneto

Le strade dell’illecitoOmbre su Valdastico e PassanteLe grandi infrastrutture che stanno cambiando il Veneto sono tutte interessate da

episodi o modalità d’appalto su cui i cittadini dovrebbero rifl ettere a fondo. I lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico sud sono stati interessati dal fenomeno

dell’uso del cemento depotenziato. A dimostrarlo sono state le indagini sull’utilizzo di rifi uti come sottofondo stradale sequestrati dalla direzione distrettuale antimafi a della procura di Caltanissetta nel novembre del 2008. Sequestro, con facoltà d’uso dell’autostrada, che è avvenuto dopo che i periti della Procura, analizzando la docu-mentazione, hanno riscontrato signifi cativi scostamenti tra i dosaggi contrattuali di cemento e quelli effettivamente impiegati. Sul Passante di Mestre, invece, la Corte dei conti ha effettuato, nel 2011, una disanima della gestione dell’opera che mette in luce alcuni aspetti signifi cativi. Sotto il profi lo dei costi il progetto ha subìto tre va-rianti “che hanno comportato un notevole innalzamento dei costi”. Il preventivo del 2004 dichiarò un costo di 864.261.368,00 euro mentre il costo fi nale è risultato di 1.388.232.323,79 con un aumento fi nale del 60,62 per cento. Inoltre, il Passante è stato la prima grande opera conclusa con procedura d’”emergenza”, anche se in assenza di cataclismi. Su questo la Corte dei conti ricorda una segnalazione dell’Au-torità di Vigilanza sui contratti pubblici che nel 2009 sottolineava: “Si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice de-gli appalti”. Con la medesima procedura si sta conducendo la Pedemontana veneta.

FIRMATO UN PROTOCOLLO PER LA LEGALITÀ

Era il lontano 1992 quando il boss di Cosa Nostra Giuseppe Madonia fu arrestato a Longare, nel vicentino, mentre era impegnato nell’attività di un’impresa edile atti-va nella costruzione di strade, fognature e opere idrauliche. Un avvenimento che

dimostra come l’insediamento mafi oso nel settore dell’edilizia veneta sia un fenomeno di lunga durata.

Più di dieci anni fa, infatti, un’analisi del Comando regionale veneto della Guardia di Finanza, denunciava come “la particolare struttura industriale, caratterizzata da una molteplicità di piccole e medie imprese a ristretta base societaria ed in perenne evoluzione tecnologica, rende il sistema permeabile alla penetrazione di tipo economico delle varie forme di criminalità”.

Venendo a tempi più recenti, il rapporto della Direzione investigativa antimafi a del primo semestre 2010 sottolinea che “nel Veneto permangono i segnali di interesse delle tradizionali organizzazioni di matrice mafi osa e tra queste la ‘ndrangheta, verso i settori dell’economia locale”. E gli analisti spiegano che la Dia è stata indotta a svolgere controlli maggiormente pervasivi su “soggetti segnalati per tali attività dall’Unità di informazione fi nanziaria della Banca d’Italia”. Sulla presenza in Veneto di società costituite, in toto o in parte, da esponenti della criminalità organizzata va rilevata la puntualizzazione del magistrato Olga Papasso che nell’ultimo rapporto della Direzione nazionale antimafi a, nel capitolo dedicato alle infi ltrazioni in Abruzzo relative alla ricostruzione del dopo terremoto, il magistrato dice chiaramente che non è dal sud che arriva il pericolo: “la maggior parte delle imprese infi ltrate da interessi mafi osi hanno spesso sede altrove, come si è detto prevalentemente a Roma, in Abruzzo, in Veneto e in Emilia Romagna, almeno per quanto riguarda l’esperienza fi n qui maturata”.

Colate di cemento. L’impresa che mangia il territorio

La corruzione riguarda tutte le fasi: appalto, escavazione, gestione

555Argomento del mese

Page 6: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

6 Rubano66 Rubano

I pannelli del controsoffi tto della scuola mater-na Mary Poppins dovranno essere sostituiti: realizzati con materiale molto pesante, con

gli anni hanno mostrato segni di cedimento e a fi ne marzo una porzione è crollata dal soffi tto di uno dei corridoi della scuola. “Stiamo proce-dendo durante i fi ne settimana a sostituire tutti i pannelli che ricoprono il soffi tto – spiega il sindaco Ottorino Gottardo – lo facciamo una porzione alla volta, lavorando nei week end, in maniera da non dover tenere chiusa la scuola e consentire il regolare svolgimento delle lezio-ni”. La scuola materna Mary Poppins ospita tre sezioni ed è frequen-tata da una settantina di bambini. A fi ne marzo era stata chiusa per un giorno, per consentire ai tecnici di effettuare delle indagini sui soffi tti da cui provenivano rumori sospetti, per controllare lo stato delle pignatte (i mattoni che compongono il solaio) e verifi care l’eventuale presenza di cedimenti. Al mattino i genitori invece di trovare le mae-

stre ad accogliere i loro fi gli, avevano trovato il sindaco davanti al cancello, ad annunciare loro la chiusura della scuola per quel giorno. Dei ru-mori strani erano stati avvertiti il giorno prima, per cui il mattino successivo i tecnici erano già

al lavoro per i controlli. Il giorno successivo la scuola aveva ripreso a funzionare regolarmen-te, dopo aver tolto il controsoffi tto pericolante e aver ricoperto il soffi tto

con un telone in modo da scongiurare cadute di materiale.

“Nei giorni successivi abbiamo effettuato ulteriori verifi che tecniche, come la termografi a

– replica il sindaco –, che non hanno eviden-ziato problemi sulla struttura del soffi tto. Per evitare però il ripetersi di cedimenti, abbiamo deciso di sostituire tutta la controsoffi ttatura con del materiale più leggero. La materna Mary Poppins è un prefabbricato, costruito ne-gli anni Sessanta. Il tempo è passato e avrebbe bisogno di un restyling profondo, ma avrem-mo intenzione di costruire un edifi cio nuovo, secondo parametri moderni ed ecologicamente avanzati“.

Il problema sarà trovare i soldi necessari alla costruzione della nuova scuola. Nel frat-tempo il Comune ha fatto un notevole sforzo per trovare i 35 mila euro necessari alle analisi e ai pannelli nuovi.

di Cristina Salvato

Il sindaco pensa ad un nuovo edifi cio ma già stata un’impresa recuperare i 35 mila euro necessari al restyling

Cedimenti alla scuola materna Problemi strutturali per l’Immobile degli anni ‘60

Alla Poppins sistemato il controsoffi ttoHa riscosso un gran successo

l’iniziativa sportiva “Corri per Rubano” organizzata nella

giornata di Pasquetta. Evento che l’amministrazione ha inserito nel vasto programma di iniziative in occasione della giornata ecologica. L’eco-Pasquetta ha preso il via alle 7 del mattino con i podisti che si sono riuniti in piazza della Repubblica. Uno spettacolo che ha tenuto lontano il traffi co dalla Regionale 11 per alcune ore. “Grazie al supporto di polizia locale, protezione civile e molti volon-tari, la Regionale è rimasta chiusa per appena 50 minuti – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Lorenzo Segato - liberando gli incroci man mano che passavano i par-tecipanti, mentre in viale Po i bambini giocavano sui gonfi abili messi a disposizione gratuitamente dall’amministrazione”. Poi la giornata ecologica si è spostata al Parco Etnografi co. “Siamo soddisfatti dell’iniziativa – ha detto il sindaco Ottorino Gottar-do - che ha coniugato strategie di contrasto all’inquinamento atmosferico con eventi e attrazioni “green” per i cittadini che hanno coinvolto molte realtà del territorio”. I Lions hanno donato più di 200 piante al parco, mentre la Bni ha donato le nuove fi oriere di piazza Martin Luther King. Nel pomeriggio gruppi musicali locali si sono esibiti, accompagnati dagli strumenti del “batimarso”, mentre i produttori agricoli locali hanno offerto delle degustazioni. Il canile di Rubano, Enpa e gli amici di Camilla hanno organizzato iniziative per gli animali, mentre l’Avis e DiversamenteBio hanno fatto conoscere il territorio a piedi e in bici. Iniziativa che l’amministrazione pensa di riproporre l’anno prossimo.

Giornata ecologicaTANTE LE INIZIATIVE CHE HANNO ANIMATO LA PASQUETTA

Ba.Tu.

Un nuovo spazio tutto dedicato al gioco e alle famiglie. Con l’arrivo della bella stagione il Parco Etnografi co di Ruba-

no si arricchisce di un nuovo spazio. Giochi in legno realizzati da un falegname tedesco per il divertimento dei bambini e la possibilità alle famiglie di ritrovarsi in compagnia. No-vità che è stata possibile con l’approvazione da parte dell’amministrazione comunale di Rubano del progetto per la nuova area fami-glie che l’Associazione Temporanea d’Impre-sa (Ati), formata dalle cooperative Coislha e Bottega dei Ragazzi e Patavium vivai sas che dal 2010 hanno in gestione l’area del Parco Etnografi co di Rubano. Si tratta di un’area di circa 3000 metri quadrati che sta sorgen-do all’ingresso del Parco. “Un progetto che sposa lo spirito della gestione - ha spiegato Paolo Raffaeli della cooperativa Coislha -, ossia quello di diversifi care le forme di atti-vità. L’area per le famiglie è infatti dedicata ai bambini che avranno un nuovo modo di giocare, ma anche alle famiglie che possono ritrovarsi insieme a mangiare”. “Con il legno

di robinia sono realizzati i giochi – spiega Paolo Turatello della Patavium Vivai proget-tista della nuova area - attività che permet-tono ai bambini di sperimentare un nuovo modo di giocare. Fra le novità un’altalena a pendolo, due torrette collegate da un tubo dove i bambini potranno giocare con la pro-pria voce, e un labirinto. Ci saranno poi tre gazebo per gli incontri delle famiglie”. L’a-rea giochi sarà illuminata anche di sera per permettere d’estate di giocare fi no all’ora di chiusura del Parco, mentre i gazebo saranno dotati di energia elettrica. Fra i progetti in cantiere anche la riqualifi cazione dell’ingres-so utilizzato ora come parcheggio. Presto sarà una pergola ombreggiata ad accogliere i visitatori. All’ingresso del parco Etnografi co si potrà solo arrivare in bicicletta, mentre le auto dovranno utilizzare maggiormente il vicino parcheggio. In programma anche lo sviluppo del Casone come fattoria del ‘900, mentre è stata ultimata anche l’installazione dell’impianto fotovoltaico sopra al tetto.

NUOVI GIOCHI AL PARCO ETNOGRAFICO

Ba.Tu.

NEWS

I Lions hanno donato più di 200 piante al parco, la Bni nuove fi oriere per piazza King

Il prefabbricato che ospita la scuola materna

L’impresa ha lavorato nei week-end in modo da non intralciare le lezioni

I nuovi giochi e l’impianto fotovoltaico montato sul tetto del Casone

Page 7: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

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Page 8: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

8 Limena88 Limena

Il parere positivo è arrivato dopo anni di discussio-ne dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia lo scorso marzo: il nuovo ospedale cittadino si farà

nella zona di Padova Ovest. Vicino alla città, quindi, ma anche ai Comuni

di Limena, Rubano, Mestrino e Villafranca. Ospite-rà circa mille posti letto e sorgerà in un’area vasta quasi 550 mila metri quadrati, con possibilità di ampliarsi, per ospitare strutture collegate come poli di formazione, ricerca, assistenza e riabilitazione. La localizzazione è stata preferita a Brusegana (che era la proposta avanzata dalla Provincia) dal pool di esperti, presieduto dal segretario regionale alla sanità Domenico Mantoan e comprendenti i direttori generali ed i rappresentanti delle istituzioni coinvolte (Bo, Comune di Padova e Provincia). Per nascere, adesso, il nuovo ospedale pubblico dovrà passare at-traverso la procedura di acquisizione dell’area dai 37 proprietari, il più grande dei quali è il presidente del Calcio Padova, Marcello Cestaro.

Un’opera che dovrebbe costare intorno ai 650 milioni di euro, costruita attraverso il project fi nancing con una cordata di imprenditori.

E adesso che il nuovo ospe-dale si è scelto di farlo a Padova Ovest, il consigliere di opposi-zione Dimitri Rossetto, della lista Il Ponte-Insieme per Lime-na, torna a riproporre l’idea che aveva proposto mesi fa al consiglio comunale: un polo scientifi co al posto del futuro parco commerciale di Limena

“Non abbiamo mai nascosto la nostra contrarie-tà al progetto del grande parco commerciale avviato dall’amministrazione del sindaco Giuseppe Costa –

dichiara Dimitri Rossetto – a causa del forte impat-to che il centro commerciale e le grandi strutture di

vendita avrebbero sulla viabilità del nostro Comune, sulla qua-lità dell’aria e dell’ambiente e sul nostro commercio locale, che rischia di venire schiacciato. Abbiamo sempre chiesto all’am-ministrazione comunale di valu-

tare come alternativa la riconversione di quella vasta area da commerciale a polo di ricerca, collegato all’università”. D’altronde i terreni su cui dovrebbero sorgere le grandi strutture di vendita e il centro com-merciale distano pochi chilometri dalla tangenziale e dalla zona in cui dove dovrebbe sorgere l’ospedale.

“Saremmo ancora in tempo a cambiare la desti-nazione dell’area – continua Rossetto –, visto che il progetto del parco commerciale stenta a decollare e non si è ancora arrivati alla fi rma della convenzione coi proprietari delle aree, che non sembrano in grado di offrire le opportune garanzie fi deiussorie. Pertanto l’amministrazione potrebbe cambiare la destinazione d’uso dei terreni e prevedere altre soluzioni. Penso ad un polo scientifi co, con strutture che ospitino gli studenti e i parenti dei pazienti, un campus univer-sitario con laboratori scientifi ci, un polo tecnologico e l’inserimento di attività produttive a supporto della struttura ospedaliera. Un’alternativa qualitativa-mente ed economicamente molto più apprezzabile dell’invasivo centro commerciale”.

di Cristina Salvato

Sanità Il pool di esperti ha scelto la collocazione del futuro nosocomio

L’ospedale si farà nella zona di Padova Ovest

L’area sulla quale dovrebbe sorgere il futuro ospedale e nella foto piccola il consigliere della lista Il Ponte-Insieme per Limena, Dimitri Rossetto

Rossetto ripropone l’ipotesi di un polo scientifi co al posto del futuro parco commerciale: “Ora c’è un motivo in più”

Tra i proprietari da espropriare il patron del Padova Marcello Cestaro

Riunire le due sedi della scuola elementare Petrarca in un unico edifi cio: un progetto possibile grazie alla vendita di terreni comunali, compreso quello tra via

Salvo d’Acquisto e via Kolbe su cui sarebbe dovuto sorgere la nuova scuola materna.

“La base d’asta per la vendita del terreno partirebbe da un milione e 200 mila euro – illustra Marco Selmin, asses-sore ai lavori pubblici –, mentre contiamo di ricavare circa un milione e mezzo di euro dalla vendita di un lotto in via

Battisti, destinato ad ospitare un parcheggio, ma rimasto verde, perché posteggi in zona ce ne sono a suffi cienza”.

Dalla vendita dei due terreni verrebbero attinti i 700 mila euro per ampliare la sede centrale della scuola ele-mentare Petrarca e riunire così tutti gli alunni in un unico edifi cio.

Sei classi, infatti, sono ospitate dentro al plesso centra-le, accanto alla chiesa, mentre altre quattro classi si trovano nell’edifi cio che ospita la scuola media. Ampliando la sede

centrale, si libereranno le aule della succursale, che sareb-bero utilizzate quindi dalla scuola media, che ne ha ne-cessità. Il progetto prevede di creare un nuovo corpo nella parte frontale dell’edifi cio, con quattro aule, l’ascensore e una porzione aggiuntiva dell’atrio dove gli alunni potranno giocare d’inverno. Siccome verrà ridotto il cortile, per non togliere spazio agli alunni dove giocare all’aperto ne sarà realizzato uno nuovo nell’area verde a fi anco della scuola.

NEWS ProgettiDALLE ALIENAZIONI LA POSSIBILITÀ DI RIUNIRE LE DUE SEDI DELL’ELEMENTARE PETRARCA

Cr.Sa.

Il Comune di Limena è un Comune virtuoso. A dirlo è nientemeno che il Ministero

dell’Interno, nella classifi ca che ha stilato con gli enti locali par-ticolarmente bravi ad ammini-strare. A livello nazionale sono solo 143 e nel padovano appe-na 7. Uno di questi è appunto Limena, dove l’amministrazio-ne comunale è giunta a metà del suo mandato.

“Quando è arrivata la comunicazione, ho accolto la notizia con grande soddisfazione – dichiara il sindaco Giuseppe Costa – e il risultato mostra il lavoro egregio svolto dal mio staff e dagli uffi ci comunali. Uno dei parametri su cui si è basato il Ministero per assegnarci il titolo di “virtuosi” è l’aver avuto un equilibrio tra le spese e non aver sforato il Patto di stabilità. Risultato raggiun-to grazie anche un’analisi attenta delle voci del bilancio comuna-le”. Tagliando piccole voci di spesa il Comune di Limena è riuscito a risparmiare svariate centinaia di migliaia di euro. “Insieme agli uffi ci abbiamo spulciato il bilancio voce per voce, andando a sistemare residui sospesi e tagliando su voci di spesa che abbiamo ritenuto non necessarie – illustra il sindaco Costa – come, ad esempio, revocando gli abbonamenti alle riviste cartacee e passando a quelli internet, dove possibile. Oppure rinnovando le convenzioni per i servizi affi dandoci alla Consip (la società per azioni del Ministero dell’economia al servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni): grazie a questo abbiamo ottenuto notevoli margini di risparmio, rispetto alle trattative con i privati”.

Al di là del titolo di Comune virtuoso e della soddisfazione, l’aspetto più importante dell’aver raggiunto questo risultato è la possibilità di slegare alcune risorse economiche dal patto di stabilità e spendere di più di quanto preventivato, per realizzare alcune delle opere pubbliche più urgenti.

NEWS

Comune virtuosoCONTI IN REGOLA, IL MINISTERO PLAUDE

Cr.Sa.

Il sindaco Giuseppe Costa

I comuni insigniti sono solo 143 in Italia, appena 7 nel padovano

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Page 9: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

999Villafranca

Il sindaco di Villafranca Padovana, Luciano Salvò, ha momentaneamente accantonato il ricorso al Tar contro il divieto di transito

dei camion voluto da Mestrino per la comunale via Aquileia. Ricorso che non è stato fi rmato ancora da Salvò, che attende di vedere se l’im-pegno preso dal collega di Mestrino nell’incon-tro con gli imprenditori della zona industriale di Ronchi di Villafranca verrà rispettato. Non sembra essere ancora stata messa la parola fi ne sulla questione del divieto dei camion vo-luto da Mestrino che ha creato diversi disagi

alla zona industriale di Ronchi. “All’incontro che si è tenuto in municipio a Mestrino ero stato invitato a partecipare dagli imprenditori - ha spiegato Salvò -, direi che è stato utile an-che per affrontare la questione viabilità sotto un aspetto più ampio”. Per quanto riguarda la vicenda del divieto per i camion lungo la comunale via Aquileia, strada che ricade nel territorio del Comune di Mestrino e che rap-presenta un importante collegamento fra la zona industriale di Ronchi di Villafranca e la Regionale11, Salvò ha precisato di aver fatto a

nord della zona industriale quanto è nelle sue possibilità in questo momento. “Via Capitello è stata allargata e il senso unico è stato tol-to. Ora attendiamo qualche giorno per vedere se Mestrino modifi ca la sua ordinanza su via Aquileia”, ha precisato il sindaco di Villafranca. Vista l’ordinanza, Villafranca ha cercato di ren-dere accessibile ai mezzi pesanti i collegamenti fra la zona industriale e il centro di Ronchi di Villafranca. In attesa che vengano ripresi i lavori della bretella di collegamento fra il sot-topasso di Ronchi e il cavalcavia autostradale,

Salvò è stato “costretto” ad allargare il tratto fi nale di via Capitello per togliere il senso unico per i camion che era stato imposto all’uscita del sottopasso.

“Ho reso la strada che costeggia la fer-rovia accessibile ai camion in entrambi i sen-si di marcia – ha detto Salvò – ho provve-duto a rimuovere i cartelli che ai confi ni del territorio indicavano il divieto per i camion. Altro credo di non poter fare al momento. Ora attendiamo di vedere se verrà modifi ca-to il divieto da Mestrino”.

di Barbara Turetta

Il Sindaco di Villafranca non si è ancora rivolto al Tar, intanto ha reso la strada che costeggia la ferrovia accessibile in entrambi i sensi di marcia

Viabilità Incontro tra Salvò e Pedron sul transito dei camion

Via Aquileia, prima del ricorso, riparliamone

Ora possono attendere l’autobus riparati dalla pioggia e non più “stretti” fra la banchina e l’asfalto della pericolosa provincia-le12. Le cinque nuove pensiline per le fermate dell’autobus

lungo la provinciale, realizzate dall’amministrazione comunale di Villafranca Padovana, hanno messo in sicurezza l’attesa dei mezzi pubblici da parte di studenti, lavoratori e anziani. Da alcune settima-

ne gli utenti che utilizzano la corriera che copre la tratta Alta padova-na-Padova, possono attendere il passaggio della corsa riparati dalle intemperie e comodamente seduti su una panchina. La sistemazione ha interessato le fermate di maggior utilizzo lungo la provinciale. Le fermate, che sono state “perimetrate” con l’installazione della pensilina, e arretrate rispetto alla sede stradale, recuperando così uno spazio più sicuro, sono state attrezzate con nuove tettoie e nuova pavimentazione. Oltre ad essere dotate anche di cestino per le im-mondizie, e rastrelliera per le biciclette. Un intervento molto apprez-

zato dagli utenti, che oltre ad aspettare l’autobus comodamente seduti e riparati dalla pioggia e dal vento, sono più sicuri. “Abbiamo posto in sicurezza le fermate dell’autobus distribuite lungo la pro-vinciale – ha detto il sindaco Luciano Salvò -, intervento che rientra nell’ampio progetto di messa in sicurezza della provinciale che pre-vede anche la realizzazione della pista ciclabile nei tratti mancanti”. Prosegue infatti l’iter per completare il collegamento ciclopedonale lungo la provinciale12, garantendo ai ciclisti di pedalare in sicurezza dal capoluogo fi no a Taggì di Sotto. Ba.Tu.

CINQUE NUOVE PENSILINE PER LE FERMATE DELL’AUTOBUS

Lungo la Sp 12

Salvò: “Attendo di vedere se l’impegno preso dal collega verrà rispettato

Il sindaco Luciano Salvò, sotto MarcoValerio Pedron

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Page 10: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

Ricoveri ospedalieri, fi nalmente sarà possibile scegliere. Questo grazie a un ordine del giorno presentato in

consiglio regionale dai consiglieri padovani Leonardo Padrin e Claudio Sinigaglia. Un ordine del giorno che si prende a cuore al situazione più volte lamentata dai cittadini di Vigodarzere, Vigonza e Villafranca. Gli abitanti di questi tre Comuni, entro breve, infatti, potranno decidere di farsi ricoverare negli ospedali che preferiscono. Sarà dun-que a loro discrezione optare per questo o quell’ospedale, se per quello più vicino di Padova oppure se Cittadella e Camposam-piero, dove dovrebbero comunque recarsi perché si tratta dell’Usl di appartenenza, ossia l’Usl 15 dell’Alta padovana. Ad as-sumersi questo impegno nei confronti dei cittadini dei tre Comuni il presidente della commissione regionale sulla Sanità, Leonar-do Padrin, che il vice Claudio Sinigaglia, che hanno partecipato al convegno promosso a metà aprile dal Partito democratico a Vigo-darzere. L’impegno assunto pubblicamente, al di là dei rispettivi schieramenti politici, è quello di presentare un ordine del giorno al Consiglio regionale per chiedere che “ven-ga accordato ai residenti di questi Comuni periferici alla città di poter scegliere l’ospe-dale in cui è più comodo farsi ricoverare in occasioni di emergenza, in cui interviene l’ambulanza del “118”, e in caso di gravi patologie”.

“Il direttore dell’Usl Alta padovana, Francesco Benazzi, ha riconosciuto i disagi

che i cittadini di Vigodarzere, Vigonza e Vil-lafranca devono affrontare per recarsi negli ospedali di Camposampiero e Cittadella - ha detto Luigi Loreggian, organizzatore del convegno - e si è detto favorevole ad appoggiare la proposta emersa. Possiamo dire di essere riusciti ad avviare un percorso concreto, che adesso seguirà l’iter burocra-tico necessario. Siamo stati criticati per aver raccolto le fi rme per passare all’Usl 16, ma senza la forzatura e il successo di quella petizione le sensibilità che si stanno manife-stando ora, probabilmente, non sarebbero maturate”.

I pazienti che abbiano problemi neu-rologici, ad esempio, se fanno riferimento all’Usl 15 dovranno recarsi all’ospedale di Cittadella - poiché l’anno scorso è stato chiuso il reparto di Neurologia del più vi-cino ospedale di Camposampiero, così da incrementare e potenziare alcuni ambulato-ri. Una distanza, quella rispetto a Padova

di Nicoletta Masetto

Il presidente della commissionesanità Padrin e il consigliereSinigaglia assumono l’iniziativa

Sanità Presentato in Consiglio Regionale uno specifi co ordine del giorno

Ricoveri ospedalieri“Il diritto di scegliere”

I residenti a Vigodarzere e Vigonza spesso vorrebbero esserericoverati a Padova anziché a Camposampiero o Cittadella

Luigi Loreggian:“Anche il direttoregenerale Uls 15 ha riconosciutoalcuni disagi”

Sarà l’organismo consultivo di rife-rimento per l’amministrazione co-munale per quanto riguarda tutte

le diverse attività di politica giovanile. È la Consulta per i giovani, guidata alla presidente Sara Mozzo, 24 anni, resi-dente a Tavo, studentessa laureanda in scienze della comunicazione. L’elezio-ne è avvenuta all’unanimità nel corso dell’assemblea dei ragazzi d’età com-presa dai 16 ai 30 anni, e ha coronato un lavoro partito anni fa con la nascita di una “platea” di ragazzi interessati alla realizzazione e condivisione di pro-getti con l’Amministrazione comunale. I passi successivi, proseguiti con la nuova giunta eletta un anno fa, hanno condot-to all’approvazione dello Statuto e del Regolamento.

“Ora i ragazzi hanno acquisito piena consapevolezza del loro ruolo di proposta e collaborazione, assumen-do piena veste istituzionale. – spiega Daniele Giuffrida, consigliere delegato con delega alla Politiche Giovani –. Il nuovo presidente lavorerà per progetti diretti alla promozione delle attività gio-vanili”. Il prossimo obiettivo della Con-sulta sarà quello di ottenere una sede operativa per poi avviare subito progetti di autofi nanziamento.

GIOVANI

Ora la sede operativaCONSULTA AL LAVOROSU NUOVI PROGETTI

e Cittadella, che in molti casi diventa un disagio soprattutto se si utilizzano i mezzi pubblici. I collegamenti con i pullman sono insuffi cienti. Se il Consiglio regionale appro-verà l’ordine del giorno, si potranno avviare delle formule di accordo tra l’Usl 15 e l’Usl 16”.

Sulla questione il gruppo “La Brenta-na” aveva chiesto un consiglio comunale urgente che si era, però, risolto con un nulla di fatto. Il tema comunque è molto controverso e ormai dibattuto da mesi nei Comuni a nord di Padova. A cominciare da Vigonza dove si è innescata anche una po-lemica legata alla campagna elettorale che ha portato allo scontro fra i gruppi politici.

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12 Sguardo a Vigonza1212 Sguardo a Vigonza

La Lega Nord di Vigon-za con il candidato Roberto Caon vuole

tornare a portare avanti i fi ni principali sanciti in concomitanza alla nascita del proprio partito, nel lontano 1989. Quindi, il programma elettorale verte su: la riqualifi cazio-ne e la valorizzazione del territorio di Vigonza; l’attuazione di politiche di tutela e rispetto delle risorse ambientali; il sostegno alle famiglie italiane in diffi coltà e alle persone; garantire l’ordine pubblico e combattere la criminalità; la trasparenza nella gestione della cosa pubblica; ascoltare e dialogare con i cittadini per affrontare meglio i diversi problemi esistenti; sostenere la microimprenditorialità che è stata l’artefi ce dello sviluppo economico del Nordest; creare lavoro mediante l’utilizzo ed i coinvolgimento di partite Iva; risolvere la questione della sanità vigontina e dell’Ulss 15. Il Movimento 5 Stelle di Vigonza ha dato piena fi ducia al giovane informatico Giovanni Pasqualotto, tanto da sostenerlo nella sua corsa a sindaco di Vigonza. Il loro programma amministrativo per il comune di Vigonza si basa essenzial-mente su 5 punti cardine: ambiente, acqua, sviluppo, connettività e trasporti. Il primo punto verte sulla salvaguardia dell’ambiente per la salute dei cittadini, e contrasta l’inquinamento e il dissesto idrogeologico. Invece, gli altri punti focali del manifesto elettorale prevedono, più dettagliatamente: lo sviluppo delle fonti rinnovabili; lo sviluppo delle piste ciclabili; il re-cupero delle acque piovane per il loro riutilizzo; la sensibilizzazione al risparmio dell’acqua potabile; l’aumento ed il miglioramento del verde pubblico; l’ottimizzazione della raccolta differenziata; le limitazioni all’edilizia scellerata; l’attenzione al decoro degli edifi ci esisten-ti; il miglioramento energetico per gli edifi ci di nuova costruzione; la connettività gratuita alla rete internet per tutti i residenti del comune.

LE LISTE E I PROGRAMMI

Il Movimento 5 Stelle con Pasqualotto punta sull’ambienteCORSA IN SOLITARIA DELLA LEGA CON CAON

M.G.M.

Ha girato come una battuta per tutto il mese di aprile fra i cittadini la doman-da se si andrà realmente a votare per

le elezioni amministrative. Questa strava-gante perplessità, non è frutto di una poca attenzione o di un disinteressamento totale dei cittadini nei confronti della vita politica del paese, ma nasce da un fatto concreto: la campagna elettorale per la “poltrona” da sindaco di Vigonza si è svolta in sordina. Difatti, il clima elettorale che si respira a Vi-gonza è tutt’altro che vivo ed acceso, risulta invece alquanto sottotono, anche se non sono escluse fi ammate nell’ultimo scam-polo di campagna elettorale, pochi giorni prima delle aperture delle urne.

Ed è per questo motivo che i residenti vigontini hanno nutrito questo simpati-co dubbio. In effetti, i quattro candidati sindaci, ovvero il sindaco uscente Nunzio Tacchetto (sostenuto dalla coalizione di Vi-gonza Viva, Udc, Pdl, e lista civica Frazioni al Centro), Giuseppe Zanon (Pd, Idv, Sel, e lista civica Movimento Cittadini per Vigon-

za), Roberto Caon (Lega Nord), e Giovanni Pasqualotto (Movimento 5 stelle), nella prima parte della campagna elettorale non si sono dati battaglia a suon di riunioni o di comizi accaniti e vivaci per la conquista dei voti, ma si sono tenuti molto quieti e di-staccati. Pare quasi che abbiano adottando contemporaneamente la tecnica di combat-

timento del generale romano Quinto Fabio Massimo, passato alla storia come il Tem-poreggiatore (dal latino Cunctator), che evitava lo scontro diretto con gli avversari, per trovare successivamente un’occasione favorevole alla vittoria. In realtà, il perché di una campagna elettorale con “le quattro frecce” lo si può comprendere molto facil-mente. I partiti politici sono oggetto di av-versione verso quasi tutti i cittadini italiani in questo momento storico. Dopo gli ultimi scandali nazionali, che “democraticamen-te” hanno coinvolto sia la sinistra che la destra (caso Lusi della Margherita e caso Lega Nord di Bossi), si è preferito rincorrere la preferenza personale, per ritrovare e rin-saldare un legame di fi ducia reale e diretto con i cittadini, ed ovviamente anche con il proprio elettorato. Probabilmente questi ultimi giorni di campagna elettorale potreb-bero riservare una fi ammata di “vivacità” e riaccendere il dibattito politico sui temi presentati dagli stessi candidati in questa pagina.

Campagna elettorale in sordina e molto “soft”fra i 4 aspiranti alla carica di primo cittadino

Amministrative Si vota per la scelta del sindaco e del consiglio comunale

Poker di candidature

Il Municipio di Vigonza

Il sindaco uscente Nunzio Tacchetto, e la coalizione formata dal movimen-to cittadino Vigonza Viva, Pdl, Udc e

Frazioni al Centro, hanno voluto puntare principalmente la loro corsa alle elezioni su un programma elettorale ricco di progetti da realizzare per il futuro del comune di Vigonza, nonostante il diffi cile periodo eco-nomico e la complicata situazione riguar-dante i bilanci di tutti i comuni italiani. In particolare, gli impegni che verranno presi dalla coalizione capitanata da Tacchetto, saranno i seguenti: la costruzione della casa di riposo; l’ottenimento dell’autobus urbano a Vigonza; la programmazione del-la viabilità sovra-comunale con delle propo-ste sostenibili; l’attuazione del piano delle acque con gli interventi volti alla messa in sicurezza idraulica del territorio; la qualifi -cazione dell’argine del Brenta con percorsi attrezzati; la qualifi cazione del Parco del Tergola con percorsi attrezzati e strutture; l’integrazione e sviluppo della rete fogna-ria; il miglioramento dell’effi cienza e la diminuzione dei costi della struttura ammi-nistrativa; lo sviluppo del progetto scuola e del centro sportivo comunale di Peraga; il potenziamento delle attività a sostegno della famiglia e delle situazioni disagiate; il miglioramento dei servizi di asili nido e della scuola per l’infanzia; l’incremento e miglioramento delle aree verdi e dei parchi gioco; il completamento delle piste ciclabili di collegamento tra i centri frazionali; la riqualifi cazione energetica degli edifi ci pub-blici. Giuseppe Zanon, candidato sindaco

di Vigonza e sostenuto dalla coalizione di centro sinistra (Pd, Idv, Sel, e Movimento Cittadini per Vigonza), ha presentato il pro-gramma elettorale della sua coalizione in alcuni incontri con la cittadinanza vigontina. Gli obiettivi prefi ssati sono: garantire ai cit-tadini la possibilità di scegliere la struttura sanitaria a cui accedere; valorizzare i servi-zi territoriali; potenziare il distretto sanitario locale; promuovere iniziative e mettere a disposizione risorse pubbliche e private; completare le opere iniziate e/o fi nanzia-te; catturare i fi nanziamenti europei, statali o regionali per alimentare il circuito delle risorse territoriali dando così nuove opportu-nità di investimento in ambito ambientale, turistico, lavorativo; sostenere il mondo dell’impresa, dei lavoratori, dei comuni per ottimizzare le opportunità di occupazione e ridurre gli sprechi; avviare formule di bi-lancio partecipativo, dando la possibilità ai cittadini di indirizzare la spesa comunale, tramite assemblee.

TACCHETTO LANCIA LA SFIDA A ZANON

M.G.M.

Tacchetto e Zanon

di Manuel Glauco Matetich

Da sinistra Roberto Caon qui a fi ancoGiovanni Pasqualotto

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Page 13: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

Attività ludiche, laboratori creativi, momenti di svago e di crescita interpersonale, consulenza per genitori e famiglie. In pratica, tutti i servizi

tipici della ludoteca più una serie di integrazioni ri-volte sia ai ragazzi che alle loro famiglie. Sono solo alcuni esempi di quanto potrà offrire il nuovo Centro per le Famiglie che sta per nascere a Villa Ghedini (piazza de Gasperi), la cui gestione sarà affi data a un concessionario. Il nuovo centro-servizio istituito dal Comune – che aprirà i battenti i primi di mag-gio – nasce allo scopo di promuovere il benessere dei bambini e delle loro famiglie, favorire una cultura dell’infanzia e sostenere la famiglia nei primi anni di vita del bambino. Tra gli altri scopi, valorizzare le risorse della famiglia e dei suoi membri, preve-nendo i fattori di rischio nei percorsi di crescita del sistema familiare, favorire lo sviluppo delle risorse della comunità e la costruzione di reti di relazione tra le persone.

Destinatari del Centro sono prioritariamente le famiglie con bambini e ragazzi del territorio di Ca-doneghe. “L’idea è quella di mettere a disposizione della comunità un insieme di servizi e consulenze improntate al lavoro di rete, promuovendo la sinergia tra le famiglie e le risorse presenti sul territorio. – spiega il sindaco Mirco Gastaldon – Questo approc-cio consente di realizzare un processo di “assunzione di responsabilità” che porti i genitori a percepirsi non tanto come “fruitori” di un servizio, ma come “coge-stori” di una possibilità”.

La concessione proposta ora dal Comune avrà la durata di tre anni (dal 2 mag-gio 2012 al 30 aprile 2015), con possibilità di rinnovo, e il valore a base d’asta della con-cessione è pari ad euro 48.000 al netto dell’Iva. Tutti i servizi del Centro (spazi gioco, attività di formazione, attività educative, laboratori creativi, ecc.) saranno seguiti da educatori e da personale con adeguato titolo di studio (Laurea in Scienze dell’E-

ducazione/Psicologia/ diploma di psicomotricista).Oltre ai servizi essenziali che in passato veni-

vano garantiti dalla Ludoteca e dal Nido Blu, il concessionario potrà di sua iniziativa organiz-zare e offrire all’utenza a prezzi di mercato servizi integrativi come percorsi di sostegno alla genitorialità, consulenza educa-

tiva, psicopedagogica; percorsi di psicomotricità per i bambini; organizzazione di servizi fi nalizzati all’im-plementazione delle reti di famiglie. La frequenza

a tutti i servizi del centro avverrà tramite presenta-zione di domanda di iscrizione da parte dell’utenza direttamente al concessionario. Per il 2012 le tariffe stabilite per i servizi essenziali (attività per bambini da 0 a 3 anni e attività per bambini da 3 a 10 anni) andranno dai 65 euro per lo Spazio 0-3 anni con sconti per più fi gli (fi no a 30 euro), al 60 euro per più grandi, con la possibilità di scegliere anche un singolo periodo da gennaio a luglio o da settembre a dicembre.

Nuovo servizio Destinato ai bambini e ragazzi del territorio, aperto dall’inizio di maggio

Centro Famiglie a Villa Ghedini

VillaGhediniin PiazzaDe Gasperiospitail nuovoCentroper le famiglie

Svago e momenti di crescita, giocoe laboratori per favorire relazionie prevenire i fattori di rischio

La concessionedurerà tre anni,le attività sarannoseguite da educatori

Sociale

È in via di ultimazione l’opera di riqualifi cazione degli impianti di illuminazione pubblica. Saranno portati a termine anche lavori e migliorie inizialmente non previsti che andranno ad aumen-

tare sia l’effi cienza e l’economicità degli impianti, sia la qualità complessiva della luce prodotta.

“Durante l’esecuzione dei lavori si sono verifi cate economie che abbiamo deciso di destinare all’esecuzione di opere inizialmen-te non previste. – spiega il sindaco Mirco Gastaldon – Una novità che l’amministrazione comunale accoglie molto positivamente. Le proposte di modifi ca, concordate con l’appaltatore, tengono conto dell’adeguamento alle disposizioni normative sull’inquinamento luminoso e dell’applicazione di criteri di risparmio energetico. I nuovi apparecchi consentono sia una migliore qualità dell’illumi-nazione (a luce bianca diffusa) sia risparmio energetico. Inoltre verranno abbattuti anche i costi di manutenzione”. Fra le novità, l’impianto di illuminazione pubblica previsto per il cavalcavia di via Lauro, la cui percorribilità risultava pericolosa per chi utilizzava la pista ciclo-pedonale. Sono invece in corso di ultimazione i lavori di installazione di nuovi corpi illuminanti nella zona delle vie Rigotti e Palladio, che utilizzano le infrastrutture esistenti ma consentono no-tevoli risparmi. Si tratta di apparecchi più effi cienti dal punto di vista energetico, il cui funzionamento potrà essere ottimizzato attraverso l’utilizzo del regolatore di fl usso installato nel nuovo insediamento Green Park. Verranno in tutto posizionati 130 nuovi apparecchi per illuminazione urbana a led.

Anche per quanto riguarda l’illuminazione di piazza Insurre-zione e della piazza antistante la biblioteca in via Pio X, verran-no impiegati apparecchi led che permettono il riutilizzo parziale dell’infrastruttura esistente, con un rilevante risparmio economico (che sarà attorno al 40% rispetto agli impianti di illuminazione tradizionali a mercurio e sodio).

FOCUS

Il Comune ne ha ordinati 130LAMPIONI A LED LUNGO LE VIEDI CADONEGHE PER RISPARMIARE

N.M.

di Nicoletta Masetto

segue da pag. 1

Dal periodo post-bellico si è vieppiù trascurato il fondamentale rapporto tra sviluppo e compatibilità idrauliche ed i Governi hanno continuato a porre poca at-tenzione a quella che oggi è un’evidente priorità per qualsiasi prospettiva di rilancio dell’economia del Paese. Non mancano certo le conoscenze e i dati sullo stato del territorio (dalle Autorità di Bacino ai Consorzi di bonifi ca) e, accanto alla giusta riforma della Protezione Civile, serve un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, cui deve accompagnarsi l’azione quotidiana di adeguamento del reticolo idraulico; in questo, occorre una forte sinergia con gli enti territoriali, in particolare fra Consorzi di bonifi ca e Comuni. L’Anbi lo evidenzia da tempo e, da ormai tre

anni, produce un Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, tuttora disatteso in un Paese, dove si segnalano 500.000 frane ed oltre un milione di edifi ci a rischio idrogeologico, tra cui centinaia di ospedali e scuole.

In questo quadro – conclude - le donne hanno un compito importante non solo nella diffusione della conoscenza, ma ormai anche nella governance dell’equilibrio ambientale del Paese per evitare che, con un’effi cace immagine, a novembre l’Italia sia sempre sott’acqua.”

Difesa idraulica serve prevenzione

*Presidente Federcoopesca-Confcooperative Veneto

di Anna Maria Martuccelli*

L’Intervento

131313Sguardo a Cadoneghe

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14 Cultura locale1414 Cultura locale

Una scoperta archeologica ha “vivacizza-to” il cantiere aperto dal Consorzio Zip per l’esecuzione di nuove opere nell’ex

area Cnr, di corso Stati Uniti. Il ritrovamento for-tuito di una tomba romana e l’immediata sua segnalazione alla Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, ha indotto immediate verifi che che hanno portato alla scoperta di un piccolo nucleo di sepolture, di grande interesse per la storia di Patavium romana, del suo ter-ritorio e della rete di strade e di insediamenti rurali che certamente la circondavano. La prima tomba è emersa a circa un metro e mezzo di profondità in una stretta trincea di scavo, e al-tre quattro, allineate in senso est-ovest, sono state rinvenute immediatamente accanto alla prima, dopo aver allargato lo scavo di un paio di metri. Le cinque deposizioni, a incinerazione indiretta, si datano alla prima metà del I secolo d.C. Le ossa combuste dei defunti erano ripo-ste entro vasi ossuari fi ttili, chiusi dai rispettivi coperchi. Le tre tombe meglio conservate era-no state protette da anfore segate e deposte capovolte sul fondo delle fosse, a guisa di co-pertura; in due di queste, le anfore poggiavano

su un embrice (grande tegola) utilizzato come fondo. Gli oggetti di corredo, legati al rituale fu-nebre romano, sono quelli comuni: vasellame da mensa (piatto, coppe e olpai) per le offerte alimentari ai defunti, durante i banchetti allesti-ti presso le tombe al momento della sepoltura, o impiegate per le libagioni che sancivano la conclusione dei riti, all’atto di chiusura delle fosse; e balsamari vitrei, rinvenuti all’interno degli ossuari e in origine contenenti gli oli e gli unguenti profumati cosparsi sui resti com-busti. Le tre monete, rinvenute negli ossuari di tre delle cinque sepolture (una quarta moneta, recuperata dalla terra scavata dagli operai, poteva appartenere a una quarta tomba),

rappresentavano gli oboli per Caronte, offerti ai defunti per consentire loro l’ingresso nel mon-do dei morti, o dei talismani, in grado di proteg-gere le anime dagli spiriti maligni nel diffi cile momento del trapasso. In un caso la valva di conchiglia, impiegata come contenitore per co-smetici, suggerisce la presenza di una donna. Al momento il ritrovamento non permette di cogliere la reale consistenza della necropoli, né la sua ubicazione rispetto a un eventuale asse stradale, né il rapporto con possibili strutture abitative vicine. L’allineamento delle fosse tom-bali e la loro prossimità reciproca, sia spaziale che cronologica, suggeriscono di vedere nel nucleo portato alla luce la porzione di un’area

cimiteriale più vasta, probabilmente estesa lun-go una via di transito, il cui tracciato e la cui entità rimangono tuttora ignote.

Quel che è certo è che il nucleo di tombe si colloca in una fascia territoriale lontana da Patavium, centro politico-amministrativo di riferimento, ma inserita nell’agro di sua perti-nenza: qualche altro ritrovamento del passato indica che l’area della zona industriale di Pa-dova sarebbe stata oggetto in età romana di interventi di sistemazione agraria, anche se lontani rispetto agli assi viari di maggior impor-

tanza per il quadro economico complessivo del municipium. Il ritrovamento attuale si aggiunge alle tracce di una strada carrareccia interpode-rale, rinvenuta nel 1993 presso via Marina, gettando le premesse per un approfondimento sull’antica strutturazione del territorio.

Il soprintendente Vincenzo Tinè ha sotto-lineato l’importanza di instaurare sinergiche collaborazioni con enti quali il Consorzio Zip e il Cnr che si sono impegnati a proseguire con ulteriori prospezioni basate su tecnologie a microonde.

di Vesna Maria Brocca

Cinque ulne cinerarie con relativo corredo del I secolo d.C. Forse si tratta della scoperta di una necropoli

Archeologia Riemersi reperti dal cantiere aperto dal Consorzio Zip in corso Stati Uniti

La Padova romana che non ti aspetteresti

Come si presentavano i reperti durante lo scavo e alcuni elementi dei corredi recuperati

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Page 15: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Nonostante la stagione calcistica 2011-2012 non sia stata tanto rosea per la prima squadra della Vigontina calcio,

che milita nella categoria Eccellenza, la squa-dra della Vigontina di Perarolo, invece, iscritta nella categoria Juniores, ha saputo giocare un’annata che si è rivelata a dir poco esorbi-tante, ed ha regalato tantissime emozioni e soddisfazioni sia ai tifosi che ai propri dirigenti sportivi.

Il risultato mediocre dell’ultima partita di campionato, un pareggio di 3 a 3 con la squadra della Caminese, non ha inciso mini-mamente al buon operato condotto per l’inte-ra stagione dalla squadra di Vigonza.

La Perarolo Vigontina, infatti, è riuscita fi nalmente a strappare il titolo della categoria del proprio girone, e a conquistarsi in questo modo l’accesso diretto alle fasi fi nali del cam-pionato Veneto.

“Sono molto orgoglioso della mia squa-dra, – afferma il mister Matteo Cagnin – non riesco ancora a credere che siamo i cam-

pioni del nostro girone, e che ora dovremo scontrarci con le prime in classifi ca degli altri gironi per passare di categoria.

Abbiamo lavorato tanto e duramente quest’anno, non ci siamo lasciati infl uenza-re dal risultato alquanto amaro e deludente dell’anno scorso, e per dare nuova vitalità all’organico, abbiamo voluto cambiare tutti i nostri schemi di gioco, le posizioni in campo e le strategie.”

Continua l’allenatore Cagnin, spiegando-ci come la squadra sia cambiata e cresciuta durante l’anno: “Dal rientro della pausa estiva della scorsa stagione, io e la squadra

abbiamo voluto cogliere una nuova sfi da, e non ci saremmo mai immaginati che questa ci avrebbe portato fi no a qui, ed ovviamente a questa posizione in classifi ca. Avevamo bi-sogno di una nuova ventata di freschezza e l’abbiamo trovata.

Ora il nostro obiettivo principale è mante-nere la squadra coesa e soprattutto motivata, per vincere le fasi fi nali del campionato Ve-neto. Ringraziamo comunque tutto lo staff e tutti i dirigenti della Vigontina calcio per il loro costante aiuto, ed ancor di più tutti i nostri tifosi, per l’immenso sostegno ed il prezioso incoraggiamento che ci hanno saputo dare”.

Juniores alla fi nalissimaANZIANI

Nel territorio sono presenti diverse associazioni sportive, dislocate in quasi tutte le sue sette frazioni, che propongono svariati corsi sportivi rivolti soprattutto alle persone della cosiddetta “terza età”. A questo proposito abbiamo voluto dare la parola al

professor Vincenzo Baldini, geriatra esperto in traumatologia, residente a Perarolo, per avere dei lumi sul rapporto tra attività sportive e persone over 65 anni.

Professor Baldini, il praticare attività sportiva in che modo può incidere sulla vita di una persone anziana?

“Lo sport è benefi co ad ogni età e nell’anziano è fondamentale per mantenere il benessere psicofi sico e per prevenire molte patologie, quali ictus ischemico, diabete tipo II, osteoporosi, depressione, ansia, problemi cardiovascolari. Il praticare un’attività sportiva, infatti, provoca una serie di fenomeni che vanno a modifi care diversi meccanismi biologici: il cuore accelera i battiti, la circolazione sanguigna migliora, la respirazione si fa più frequente e profonda, la pressione del sangue sale fi siologicamente”.

E per le persone affette da osteoporosi, è consigliabile? “Anche l’osteoporosi, che è una degenerazione del tessuto osseo che provoca la fragili-

tà delle ossa stesse, viene contrastata dall’attività sportiva, poiché provoca un aumento del contenuto minerale delle ossa, con riduzione del rischio di fratture. Quindi gli anziani che praticano attività fi sica stanno meglio, sono più forti fi sicamente e più longevi”.

Cosa ne pensa dei corsi sportivi che vengono rivolti a quest’ultimi?“I corsi collettivi di ginnastica per anziani favoriscono la socializzazione con altre perso-

ne e danno la possibilità di essere seguiti da insegnanti di educazione fi sica qualifi cati che sono in grado di correggere errori di esecuzione o esigenze esagerate nei confronti delle proprie prestazioni. Se non vi sono patologie in atto tali da sconsigliarli, quindi, è bene effettuare regolarmente esercizi aerobici di leggera intensità. L’invecchiamento sarà così più equilibrato e lento in quanto l’anziano non solo trarrà benefi cio fi sicamente, ma avrà anche un miglior atteggiamento nei confronti del proprio corpo”.

GLI ESPERTI PROMUOVONOLO SPORT PER LA TERZA ETA’

M.G.M.

Con la fi ne della stagione calcistica 2011-2012 la Polisportiva Pionca e il Real Pionca saranno costretti a fare

le valigie, e dovranno, purtroppo, trovarsi un’altra struttura sportiva che li possa acco-gliere ed ospitare.

Questa situazione di radicale cambia-mento è frutto del nuovo progetto di costru-zione della scuola d’infanzia, cioè l’asilo, previsto nella frazione vigontina di Pionca, che prevede l’eliminazione dei vecchi spo-gliatoi del campo da calcio, attualmente utilizzati ancora dalle due società calcistiche e dai suoi giocatori.

Il progetto di costruzione dell’asilo verrà inaugurato nella giornata di sabato 30 giugno dal vescovo di Padova Antonio Mattiazzo in persona, che parteciperà alla manifestazione indetta per quella data e simbolicamente poserà la prima pietra del nuovo asilo, che verrà realizzato su metà campo da calcio parrocchiale e sugli spoglia-toi. “Abbiamo ancora circa due mesi di vita, – ha affermato Fabio Pagini, presidente dell’associazione sportiva Real Pionca – e poi i nostri amati spogliatoi verranno rasi al suolo. Le mie dimissioni sono state obbliga-te perché ci troviamo in una situazione para-dossale. Mi sono sentito tradito e messo in disparte, e quindi non ho potuto far altro che prendere questa infausta decisione”.

Le parole che ci rilascia il presidente del Real Pionca sono segnate da una grande amarezza: “Nonostante le tante promesse

– continua Pagini - fatteci dalla parrocchia di Pionca e dall’amministrazione comunale, siamo stati trattati a pesci in faccia e nel nuovo progetto edilizio non siamo stati com-presi. Anche il mio collega Gianni Mazzon ha dovuto rassegnare le sue dimissioni, ma ciò non è servito a niente”.

Il problema fondamentale per queste due società calcistiche non risiede più di tan-to nella questione del campo di gioco, ma più che altro negli spogliatoi, che costituisco-no la vera essenza della struttura sportiva di Pionca.

Bruno Meneghello, responsabile del direttivo della Polisportiva Pionca dichiara:“Ad oggi le due società non hanno abbastanza fondi per edifi care dei propri spogliatoi, quindi l’unica cosa che possiamo ancora tentare è trovare delle società spor-tive che siano disposte ad ospitarci, dietro ovviamente un giusto compenso per l’affi tto del campo e delle relative strutture. Ma le richieste fatte fi nora hanno avuto, ahimè, un esito negativo.”

CALCIO. Alla fi ne della stagione via gli spogliatoiPOLISPORTIVA E REAL PIONCA CON LE VALIGIEALLA RICERCA DI UNA NUOVA STRUTTURA

M.G.M.

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Venti milioni di euro per la viabilità e 12 per le scuo-le: questi i maggiori investimenti previsti dal bilan-cio di previsione dell’anno 2012 della Provincia

di Padova e dal piano delle opere pubbliche messo a punto dall’amministrazione Degani. Il Consiglio della Provincia di Padova ha confermato lo schema, proposto dalla Giunta provinciale, che stabilisce un piano complessivo di circa 211,9 milioni di euro, dei quali 41,2 milioni di euro sono stati previsti per la siste-mazione o attuazione di opere di interesse pubblico. E’ questa la voce principale di spesa che è rientrata nel nuo-vo bilancio provinciale da poco redatto.

I risultati del bilancio sono stati presentati dalla presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, e dall’assessore provinciale al Bilancio, Fabio Conte, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale, Luisa Sera-to, e tutti i capigruppo della maggioranza.

Nella conferenza stampa sono stati illustrati i set-tori nei quali verranno destinati alcune parti del bilancio redatto per il 2012, in particolare quelle riguardanti lo stanziamento di fondi per le opere pubbliche. La Pro-vincia ha previsto 20, 3 milioni di euro a favore della

viabilità stradale pubblica, 12,3 per l’edilizia scolastica e 8,6 per interventi sul patrimonio e per la realizzazione di piste ciclabili.

Gli obiettivi che la Provincia di Padova ha voluto rag-giungere mediante la nuova ma-novra fi nanziaria, sono: sostenere la tenuta dell’economia e della coesione sociale dell’area provin-ciale di Padova proseguendo ed ampliando l’impegno per le po-litiche del lavoro, per lo sviluppo

imprenditoriale e il welfare; garantire che la transizione istituzionale non incida sulla qualità e la continuità dei servizi e sulla programmazione degli interventi per la riqualifi cazione del territorio provinciale patavino; miglio-rare l’effi cienza della spesa pubblica; la riqualifi cazione edilizia e la manutenzione delle scuole; la manutenzione ordinaria delle strade con investimenti sostanziosi nella viabilità.

“Nel redigere il bilancio di previsione dell’anno 2012 – dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani – siamo stati molto attenti al contenimento e all’analisi puntuale della spesa, e al rigore dei conti. Ab-biamo fatto scelte importanti a favore delle imprese, del lavoro e degli enti locali padovani, anche perché siamo

ben consapevoli di essere di fronte ad un periodo non proprio fl orido per la nostra economia, e quindi abbiamo optato per il sostegno economico verso il mondo del la-voro e verso i lavoratori.”

Continua Barbara Degani: “La Provincia ha voluto continuare nell’opera di cofi nanziamento di opere in-frastrutturali urgenti, che hanno richiesto il deposito, o meglio lo stanziamento, di circa 10 milioni di euro, inter-venti volti ad assicurare dei lavori per un valore totale di almeno 20 milioni.

Inoltre abbiamo previsto 4 milioni di euro di cofi -nanziamento per le piccole imprese, che si sono prese l’impegno di assicurarci dei piani di investimenti futuri per un totale pari 20 milioni di euro.”

“Infi ne – conclude la Degani – speriamo di rientrare nel breve periodo del credito, più che cospicuo, che anche la provincia di Padova vanta nei confronti del Ministero dell’Economia, in modo tale da poterlo ridistribuire nel territorio e non aggiungere spese che vadano ad incidere sulle tasche dei cittadini padovani, specie in questo pe-riodo di crisi.”

Ad oggi la provincia di Padova deve riscuotere i cosiddetti “residui attivi perenti” dal Governo centrale, che sono pari a 38 milioni e 455 mila euro. Un somma tutt’altro che trascurabile, di questi tempi.

di Manuel Glauco Matetich

Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioniin testa le strade, le scuole e le piste ciclabili

I conti di Palazzo Santo Stefano Degani: “Attenti a contenere i costi”

Bilancio della Provinciaun quinto per le opere

La presidente della Provincia Barbara Degani

Vantato un megacredito di oltre 38 milioni con il Ministero dell’Economia

Sonora bocciatura del bilancio della Provin-cia da parte delle opposizioni. Troppi debiti e una gestione che non taglia gli sprechi,

queste le principali accuse mosse alla giunta De-gani. Il Partito Democratico osserva che il debito per mutui e prestiti ormai ha superato quota 272 milioni, vale a dire circa 300 euro sulle spalle di ogni padovano.

Questo inoltre limita le risorse dell’ente che, per aver superato la soglia del 9% tra interessi e debito precedentemente contratto, non potrà stipulare mutui nel 2012. “Questo è il prodotto di 13 anni di amministrazioni Pdl-Lega Nord” sot-tolinea Fabio Rocco, capogruppo Pd, che ricorda come gli sprechi siano ancora troppi. Per Antonio Albuzio, capogruppo Idv: “E’ una grave irrespon-sabilità non intervenire sulla riduzione del debito, viste anche le entrate derivanti dalla vendita delle quote autostradali”.

L’opposizione è critica

“ANCORA TROPPI DEBITI,300 EURO A TESTA”

Con l’incalzare della crisi economica sono sempre di più i lavoratori che trovano diffi -coltà ad arrivare a fi ne mese. Per far fronte alla situazione, Camera di Commercio e Provincia dal 2010 hanno attivato un numero verde anticrisi. “Vogliamo dare un aiuto

concreto – dichiara l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison – alle famiglie dei lavoratori che più hanno risentito dell’infl usso negativo della crisi.” Sono state attivate anche delle “antenne” di ascolto in diversi comuni della provincia di Padova, per cercare di dare delle risposte strutturate che possano aiutare gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete, oltre ai dieci sportelli Informalavoro già presenti. Sono 80 le persone a rischio psico-sociale per la crisi economica seguite dai Centri per l’Impiego della Provincia

di Padova in meno di due anni. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualifi cazione professionale nel biennio 2010-2012. Finora per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione del Veneto; per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una siste-mazione nel tessuto aziendale del territorio. M.G.M.

CRISI DEL LAVORO OLTRE 80 PADOVANI SEGUITI IN MENO DI DUE ANNI

9Spazi aperti

Non conosce crisi la “holding” del falso e della con-traffazione: dall’abbigliamento all’agroalimentare, dalla componentistica per la casa all’elettronica,

non c’è settore del “made in Italy” che non sia immune dalla piaga dei prodotti tarocchi e, il più delle volte, peri-colosi per la salute. Senza contare che il falso alimentare vorticosi giri di denaro a favore della criminalità organiz-zata. I numeri illustrati dal colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza al con-vegno organizzato dal Consiglio Regionale del Veneto al Palazzo della Ragione a Padova sono da brivido. Borse taroccate, rubinetti cancerogeni, pennarelli tossici, falsi Rolex, luminarie killer, formaggio parmigiano proveniente dal Brasile, Barbera ‘made in Romania’: ammontano a oltre 900 milioni i prodotti contraffatti o tossici sequestrati dalle forze dell’ordine nel padovano in 2 anni e mezzo di applicazione del cosiddetto “modello Padova”, strategia integrata di collaborazione tra istituzioni, guardia di fi nan-za, carabinieri, polizia e associazioni di categoria.

I risultati del ‘protocollo’ per il contrasto alla contraf-fazione e la tutela del ‘made in Italy’ siglato a Padova nel 2009 e che vede coinvolti un’ottantina di comuni, la

Camera di Commercio di Padova, Ulss 16, Arpav, Univer-sita’ e associazioni consumatori, sono stati portati come esempio di una forma di collaborazione istituzionale da applicare in Veneto e non Solo. “Una grande operazione a tutela del made in Italy - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato - che vuole rilanciare su scala regionale e nazionale la strategia di ‘tolleranza zero’ e di investigazioni mirate, guidate dalla lettura incrociata delle banche dati di enti locali e associazioni e da operazioni sistematiche di vigilanza e repressione, messa in atto nel Padovano. E’un lavoro che riteniamo fondamentale per salvaguardare fette impor-tanti di prodotto interno lordo che sono messe a rischio dall’importazione indiscriminata di prodotti che oltre ad essere spesso dannosi, sono sempre in concorrenza sleale con le produzioni della nostra economia. Il prossimo pas-so del Consiglio regionale sarà la proposta di una legge nazionale che consenta di fregiarsi del marchio “Made in Italy” ai prodotti agroalimentari che siano effettivamente prodotti con ingredienti tutti italiani, e non solo lavorati in Italia”. Ad ascoltare le preoccupate relazioni degli addetti ai lavori c’erano anche oltre 60 sindaci, con tanto di fascia

tricolore. Con molti di loro la Guardia di Finanza ha stretto degli accordi di collaborazione proprio per contrastare il mercato “inquinato” e stanare anche i tanti “furbetti del fi sco”. E sono sempre i sindaci a seguire i controlli sul terri-torio mirati ad individuare laboratori clandestini nei quali il lavoro viene sfruttato spesso per fi ni illeciti. Ma c’è anche un problema di carattere culturale, hanno sottolineato i relatori, perché i consumatori, spesso attratti dal prezzo particolarmente conveniente, non si rendono conto che il loro “risparmio” si traduce in un danno collettivo che può avere anche delle ripercussioni sulla salute persona-le, visto che i prodotti contraffatti sono spesso tossici e dannosi.

L’agroalimentare è uno dei settori più colpiti, ha ri-cordato Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti:

“Per 20 miliardi di esportazioni di “made in Italy” ci sono almeno 70 miliardi l’anno generati dai prodotti dichiara-tamente falsi. Ci troviamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infi ltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fi no a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodo-ro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, fi nalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa opera-zione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbia-mo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.

La Regione plaude alla collaborazionetra istituzioni per debellare una piagaeconomica che alimenta la criminalità

Contraffazione & falsi In due anni e mezzo sequestrati quasi un milione di prodotti, molti dei quali dannosi per la salute

Lotta all’illegalità, Padova è un modello

Un momento dellatavola rotonda organizzataal Palazzo della Ragionea Padova dal ConsiglioRegionale del Venetodurante il convegnodedicato alla lottaalla contraffazione

Spesso la gentenon si rende conto del dannoche provoca il mercato del falso

Altre novità sul fronte cementifi ci. Que-sta volta però non riguardano solo la Bassa Padovana, ma tutto il territorio

nazionale. Sarebbe infatti in arrivo un prov-vedimento a fi rma del ministro dell’ambien-te Corrado Clini per far uscire i combustibili solidi secondari dalla gestione dei rifi uti e stabilirne l’impiego nei processi industriali e in particolare nel settore del cemento. Una notizia decisamente rilevante, sopratutto alla luce del recente avallo al Revamping di Italcementi. Tanto più che in Italia ogni anno si butterebbero in discarica circa 2,5 miliardi di euro di potenziali combustibili da utilizzare negli impianti industriali.

“Ci voleva un Governo tecnico appog-giato dai maggiori partiti per confezionare una simile nefandezza – ha commentato Francesco Miazzi, consigliere comunale della Nuova Monselice - Nella nostra zona di Este-Monselice, dove sono presenti 3 ce-mentifi ci e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di ge-nerare una sciagura epocale. L’Italcementi ha sempre sostenuto che avrebbe utilizzato il Cdr (combustibile derivato da rifi uti) solo se richiesto, ebbene, ora si troverà con nuo-ve condizioni per farlo”. Miazzi teme che si passi “da Cdr a Css”.

“Quando nella convenzione siglata con Comune di Monselice e Parco Colli Euganei, s’impegnava a non utilizzare Cdr afferma-va il vero – continua Miazzi - Infatti, ora il nuovo combustibile da rifi uti si chiamerà Css (combustibile solido secondario). L’in-cubo dei cementifi ci trasformati in veri e

propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifi ci che bruciano i rifi uti hanno li-miti di emissioni fi no a 10 volte maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifi uti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni si diversifi cano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine.

Dobbiamo dire con chiarezza a tutti i cittadini della bassa padovana, che presto potrebbero avere non tre cementifi ci, ma l’equivalente di decine di inceneritori di rifi uti. In questo modo subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche paral-lele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e cultu-rale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale”.

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Venti milioni di euro per la viabilità e 12 per le scuo-le: questi i maggiori investimenti previsti dal bilan-cio di previsione dell’anno 2012 della Provincia

di Padova e dal piano delle opere pubbliche messo a punto dall’amministrazione Degani. Il Consiglio della Provincia di Padova ha confermato lo schema, proposto dalla Giunta provinciale, che stabilisce un piano complessivo di circa 211,9 milioni di euro, dei quali 41,2 milioni di euro sono stati previsti per la siste-mazione o attuazione di opere di interesse pubblico. E’ questa la voce principale di spesa che è rientrata nel nuo-vo bilancio provinciale da poco redatto.

I risultati del bilancio sono stati presentati dalla presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, e dall’assessore provinciale al Bilancio, Fabio Conte, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il presidente del Consiglio provinciale, Luisa Sera-to, e tutti i capigruppo della maggioranza.

Nella conferenza stampa sono stati illustrati i set-tori nei quali verranno destinati alcune parti del bilancio redatto per il 2012, in particolare quelle riguardanti lo stanziamento di fondi per le opere pubbliche. La Pro-vincia ha previsto 20, 3 milioni di euro a favore della

viabilità stradale pubblica, 12,3 per l’edilizia scolastica e 8,6 per interventi sul patrimonio e per la realizzazione di piste ciclabili.

Gli obiettivi che la Provincia di Padova ha voluto rag-giungere mediante la nuova ma-novra fi nanziaria, sono: sostenere la tenuta dell’economia e della coesione sociale dell’area provin-ciale di Padova proseguendo ed ampliando l’impegno per le po-litiche del lavoro, per lo sviluppo

imprenditoriale e il welfare; garantire che la transizione istituzionale non incida sulla qualità e la continuità dei servizi e sulla programmazione degli interventi per la riqualifi cazione del territorio provinciale patavino; miglio-rare l’effi cienza della spesa pubblica; la riqualifi cazione edilizia e la manutenzione delle scuole; la manutenzione ordinaria delle strade con investimenti sostanziosi nella viabilità.

“Nel redigere il bilancio di previsione dell’anno 2012 – dichiara la presidente della Provincia Barbara Degani – siamo stati molto attenti al contenimento e all’analisi puntuale della spesa, e al rigore dei conti. Ab-biamo fatto scelte importanti a favore delle imprese, del lavoro e degli enti locali padovani, anche perché siamo

ben consapevoli di essere di fronte ad un periodo non proprio fl orido per la nostra economia, e quindi abbiamo optato per il sostegno economico verso il mondo del la-voro e verso i lavoratori.”

Continua Barbara Degani: “La Provincia ha voluto continuare nell’opera di cofi nanziamento di opere in-frastrutturali urgenti, che hanno richiesto il deposito, o meglio lo stanziamento, di circa 10 milioni di euro, inter-venti volti ad assicurare dei lavori per un valore totale di almeno 20 milioni.

Inoltre abbiamo previsto 4 milioni di euro di cofi -nanziamento per le piccole imprese, che si sono prese l’impegno di assicurarci dei piani di investimenti futuri per un totale pari 20 milioni di euro.”

“Infi ne – conclude la Degani – speriamo di rientrare nel breve periodo del credito, più che cospicuo, che anche la provincia di Padova vanta nei confronti del Ministero dell’Economia, in modo tale da poterlo ridistribuire nel territorio e non aggiungere spese che vadano ad incidere sulle tasche dei cittadini padovani, specie in questo pe-riodo di crisi.”

Ad oggi la provincia di Padova deve riscuotere i cosiddetti “residui attivi perenti” dal Governo centrale, che sono pari a 38 milioni e 455 mila euro. Un somma tutt’altro che trascurabile, di questi tempi.

di Manuel Glauco Matetich

Reinvestiti sul territorio poco più di 41 milioniin testa le strade, le scuole e le piste ciclabili

I conti di Palazzo Santo Stefano Degani: “Attenti a contenere i costi”

Bilancio della Provinciaun quinto per le opere

La presidente della Provincia Barbara Degani

Vantato un megacredito di oltre 38 milioni con il Ministero dell’Economia

Sonora bocciatura del bilancio della Provin-cia da parte delle opposizioni. Troppi debiti e una gestione che non taglia gli sprechi,

queste le principali accuse mosse alla giunta De-gani. Il Partito Democratico osserva che il debito per mutui e prestiti ormai ha superato quota 272 milioni, vale a dire circa 300 euro sulle spalle di ogni padovano.

Questo inoltre limita le risorse dell’ente che, per aver superato la soglia del 9% tra interessi e debito precedentemente contratto, non potrà stipulare mutui nel 2012. “Questo è il prodotto di 13 anni di amministrazioni Pdl-Lega Nord” sot-tolinea Fabio Rocco, capogruppo Pd, che ricorda come gli sprechi siano ancora troppi. Per Antonio Albuzio, capogruppo Idv: “E’ una grave irrespon-sabilità non intervenire sulla riduzione del debito, viste anche le entrate derivanti dalla vendita delle quote autostradali”.

L’opposizione è critica

“ANCORA TROPPI DEBITI,300 EURO A TESTA”

Con l’incalzare della crisi economica sono sempre di più i lavoratori che trovano diffi -coltà ad arrivare a fi ne mese. Per far fronte alla situazione, Camera di Commercio e Provincia dal 2010 hanno attivato un numero verde anticrisi. “Vogliamo dare un aiuto

concreto – dichiara l’assessore provinciale al Lavoro, Massimiliano Barison – alle famiglie dei lavoratori che più hanno risentito dell’infl usso negativo della crisi.” Sono state attivate anche delle “antenne” di ascolto in diversi comuni della provincia di Padova, per cercare di dare delle risposte strutturate che possano aiutare gli imprenditori e i lavoratori a trovare soluzioni concrete, oltre ai dieci sportelli Informalavoro già presenti. Sono 80 le persone a rischio psico-sociale per la crisi economica seguite dai Centri per l’Impiego della Provincia

di Padova in meno di due anni. Si tratta perlopiù di lavoratori dipendenti, autonomi ed ex autonomi che hanno perso l’occupazione. Degli 80 casi seguiti (40 dei quali segnalati dalla sola Camera di Commercio), per 60 persone è stato valutato un percorso di reinserimento lavorativo e di riqualifi cazione professionale nel biennio 2010-2012. Finora per il 20% dei casi è stato possibile attivare gli ammortizzatori sociali e altre forme di contribuzione messe a disposizione della Regione del Veneto; per il 32% dei soggetti è stato trovato un rapporto di lavoro. Quindi risulta che più del 50% dei casi è stata data una soluzione idonea, mentre le persone rimaste sono in carico al servizio che le accompagna per la ricerca di una siste-mazione nel tessuto aziendale del territorio. M.G.M.

CRISI DEL LAVORO OLTRE 80 PADOVANI SEGUITI IN MENO DI DUE ANNI

9Spazi aperti

Non conosce crisi la “holding” del falso e della con-traffazione: dall’abbigliamento all’agroalimentare, dalla componentistica per la casa all’elettronica,

non c’è settore del “made in Italy” che non sia immune dalla piaga dei prodotti tarocchi e, il più delle volte, peri-colosi per la salute. Senza contare che il falso alimentare vorticosi giri di denaro a favore della criminalità organiz-zata. I numeri illustrati dal colonnello Ivano Maccani, comandante provinciale della Guardia di Finanza al con-vegno organizzato dal Consiglio Regionale del Veneto al Palazzo della Ragione a Padova sono da brivido. Borse taroccate, rubinetti cancerogeni, pennarelli tossici, falsi Rolex, luminarie killer, formaggio parmigiano proveniente dal Brasile, Barbera ‘made in Romania’: ammontano a oltre 900 milioni i prodotti contraffatti o tossici sequestrati dalle forze dell’ordine nel padovano in 2 anni e mezzo di applicazione del cosiddetto “modello Padova”, strategia integrata di collaborazione tra istituzioni, guardia di fi nan-za, carabinieri, polizia e associazioni di categoria.

I risultati del ‘protocollo’ per il contrasto alla contraf-fazione e la tutela del ‘made in Italy’ siglato a Padova nel 2009 e che vede coinvolti un’ottantina di comuni, la

Camera di Commercio di Padova, Ulss 16, Arpav, Univer-sita’ e associazioni consumatori, sono stati portati come esempio di una forma di collaborazione istituzionale da applicare in Veneto e non Solo. “Una grande operazione a tutela del made in Italy - ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato - che vuole rilanciare su scala regionale e nazionale la strategia di ‘tolleranza zero’ e di investigazioni mirate, guidate dalla lettura incrociata delle banche dati di enti locali e associazioni e da operazioni sistematiche di vigilanza e repressione, messa in atto nel Padovano. E’un lavoro che riteniamo fondamentale per salvaguardare fette impor-tanti di prodotto interno lordo che sono messe a rischio dall’importazione indiscriminata di prodotti che oltre ad essere spesso dannosi, sono sempre in concorrenza sleale con le produzioni della nostra economia. Il prossimo pas-so del Consiglio regionale sarà la proposta di una legge nazionale che consenta di fregiarsi del marchio “Made in Italy” ai prodotti agroalimentari che siano effettivamente prodotti con ingredienti tutti italiani, e non solo lavorati in Italia”. Ad ascoltare le preoccupate relazioni degli addetti ai lavori c’erano anche oltre 60 sindaci, con tanto di fascia

tricolore. Con molti di loro la Guardia di Finanza ha stretto degli accordi di collaborazione proprio per contrastare il mercato “inquinato” e stanare anche i tanti “furbetti del fi sco”. E sono sempre i sindaci a seguire i controlli sul terri-torio mirati ad individuare laboratori clandestini nei quali il lavoro viene sfruttato spesso per fi ni illeciti. Ma c’è anche un problema di carattere culturale, hanno sottolineato i relatori, perché i consumatori, spesso attratti dal prezzo particolarmente conveniente, non si rendono conto che il loro “risparmio” si traduce in un danno collettivo che può avere anche delle ripercussioni sulla salute persona-le, visto che i prodotti contraffatti sono spesso tossici e dannosi.

L’agroalimentare è uno dei settori più colpiti, ha ri-cordato Sergio Marini, presidente nazionale di Coldiretti:

“Per 20 miliardi di esportazioni di “made in Italy” ci sono almeno 70 miliardi l’anno generati dai prodotti dichiara-tamente falsi. Ci troviamo a fare i conti con una zona grigia molto vasta, dove gli interessi si infi ltrano anche nelle leggi. E’ giusto ricordare che fi no a poco tempo fa bastava aggiungere un po’ di sale e acqua nel pomodo-ro importato dall’estero per farlo diventare italiano. Poi, fi nalmente, a smontare questo immaginario collettivo ci ha pensato la sentenza che ha sancito che questa opera-zione è illegale. Per questo non dobbiamo mai perdere la capacità di indignarci, se non c’è qualcuno che la alimenta questa capacità va nel dimenticatoio. Ovviamente dobbia-mo operare anche sul fronte normativo e applicativo ma la battaglia si gioca nella cultura della legalità alla quale non possiamo rinunciare”.

La Regione plaude alla collaborazionetra istituzioni per debellare una piagaeconomica che alimenta la criminalità

Contraffazione & falsi In due anni e mezzo sequestrati quasi un milione di prodotti, molti dei quali dannosi per la salute

Lotta all’illegalità, Padova è un modello

Un momento dellatavola rotonda organizzataal Palazzo della Ragionea Padova dal ConsiglioRegionale del Venetodurante il convegnodedicato alla lottaalla contraffazione

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Altre novità sul fronte cementifi ci. Que-sta volta però non riguardano solo la Bassa Padovana, ma tutto il territorio

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“Ci voleva un Governo tecnico appog-giato dai maggiori partiti per confezionare una simile nefandezza – ha commentato Francesco Miazzi, consigliere comunale della Nuova Monselice - Nella nostra zona di Este-Monselice, dove sono presenti 3 ce-mentifi ci e si produce il 60% del cemento veneto, questo provvedimento rischia di ge-nerare una sciagura epocale. L’Italcementi ha sempre sostenuto che avrebbe utilizzato il Cdr (combustibile derivato da rifi uti) solo se richiesto, ebbene, ora si troverà con nuo-ve condizioni per farlo”. Miazzi teme che si passi “da Cdr a Css”.

“Quando nella convenzione siglata con Comune di Monselice e Parco Colli Euganei, s’impegnava a non utilizzare Cdr afferma-va il vero – continua Miazzi - Infatti, ora il nuovo combustibile da rifi uti si chiamerà Css (combustibile solido secondario). L’in-cubo dei cementifi ci trasformati in veri e

propri inceneritori ormai è sempre più vicino alla realtà, con una differenza sostanziale: i cementifi ci che bruciano i rifi uti hanno li-miti di emissioni fi no a 10 volte maggiori di quelli degli inceneritori. E bruciare rifi uti non è la stessa cosa di bruciare combustibili fossili: le emissioni si diversifi cano in base al contenuto di metalli e plastiche e sono caratterizzate da una forte produzione di diossine.

Dobbiamo dire con chiarezza a tutti i cittadini della bassa padovana, che presto potrebbero avere non tre cementifi ci, ma l’equivalente di decine di inceneritori di rifi uti. In questo modo subiranno un colpo mortale tutte le attività economiche paral-lele cresciute in questi anni all’interno del Parco Colli, dal turismo ambientale e cultu-rale alle strutture ricettive famigliari, dalle produzioni di qualità e biologiche al circuito termale”.

BRUCIARE RIFIUTI ANCHE NEI CEMENTIFICI

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12 Noi e gli altri

Antonio Tamiozzo aveva 54 anni quan-do, il 31 dicembre scorso, si è tolto la vita nel capannone dell’azienda di

famiglia, fondata da sua padre quarant’anni fa. Da quel giorno in Italia, secondo i dati dell’associazione artigiani e piccoli impren-ditori di Mestre, altri 23 imprenditori, schiac-ciati dal peso della crisi economica, hanno subito lo stesso destino. Di questi ben 9 (il 40%), nel Veneto. Ed è proprio in questa regione, tanto spesso portata ad esempio di un’economia fondata sulla laboriosità di pic-cole e medie impresa a gestione familiare, che nasce l’associazione dei familiari degli imprenditori suicidi, iniziativa di Adiconsum e Filca-Cisl pensata per rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi tanti lavo-ratori, consumatori, piccoli imprenditori e le loro famiglie a causa della pressione fi scale e della crisi economica.

Per la presentazione di “Speranzal-lavoro”, avvenuta lo scorso 16 aprile, è stato scelto un luogo simbolico: il Centro parrocchiale San Sebastiano di Vigonza, la stessa sala dove Laura Tamiozzo, 29 anni, fi glia dell’imprenditore vicentino, e oggi presi-dente dell’associazio-ne, aveva letto la let-tera “da imprenditrice a imprenditrice” scritta di suo pugno e indiriz-zata a Flavia Schiavon, classe 1980, fi glia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile Eurostrade 90 di Vigonza, morto suici-da lo scorso 12 dicembre. La lettura era av-venuta il 28 marzo a Vigonza nel corso del toccante incontro-confronto organizzato dal-la Filca Cisl regionale sull’indifferenza che uccide. L’associazione, con sede a Mestre

(via Piave 7), risponde per ora all’indirizzo mail [email protected], ma ha in programma l’istituzione di un numero ver-de e la costituzione di un pool di psicologi che possano far fronte alle richieste d’aiuto.

Una risposta all’urgen-te necessità di rifonda-zione morale, culturale, politica ed economica di un sistema che non ha saputo rispondere ai bisogni reali e pressanti

dei suoi componenti, creando e potenziando ulteriori separazioni, confl ittualità, ingiu-stizie, isolamenti: “Tutelare le imprese e i lavoratori - si legge nel Manifesto costituen-te - signifi ca innanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono; a questo fi ne riteniamo urgente la creazione di una rete di riferimenti e di opportunità

di sostegno e affi ancamento alle situazioni instabili, delle strutture di emergenza (di assistenza legale, psicologica, fi nanziaria) che possano sostenere e rispondere alle situazioni di pressante necessità”. Azioni concrete che non solo potranno “consentire di riscattare vite e famiglie”, ma permette-ranno di “sottrarre la rete di correlazioni in cui la situazione critica è inserita - dipenden-ti, fornitori - dalla drammaticità della man-canza di risorse economiche; dalla catena di complessità successive causata dal venire meno dei pagamenti di servizi e beni; dalla desertifi cazione emotiva ed economica in cui le famiglie e le comunità, sommerse dal-le diffi coltà, sono costrette a sopravvivere”.

Un fenomeno dai contorni preoccupanti: più di 50 suicidi negli ultimi tre anni, nove solo negli ultimi quattro mesi: sono i numeri che raccontano il drammatico impatto della

crisi economica nel Veneto. Vittime designa-te sono gli imprenditori, messi alle strette da debiti, imposte, pagamenti che chissà quan-do e se arriveranno: “Si tratta di un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più – afferma Giuseppe Bortolussi, segre-tario Cgia Mestre - Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un siste-ma sordo ed insensibile”.

Secondo i dati dell’associazione di ca-tegoria mestrina, se nel 2004 le aziende che non superavano i 5 anni di apertura erano il 45,4% del totale; cinque anni dopo la percentuale sale a 49,6%. Tanto basta a immaginare dietro a queste percentuali, altrettanti lavoratori, famiglie, imprenditori lasciati alla solitudine di un destino amaro.

Dopo il dramma della morte del padre, LauraTamiozzo ha trovato il coraggio di reagire

Dopo i suicidi degli imprenditori Nasce a Vigonza la nuova associazione

“Speranza al lavoro”per sconfi ggere la crisi

La presentazione dell’associazione a Vigonza

“Tutelare le nostre imprese signifi ca prima di tutto tutelare le persone”

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12 Noi e gli altri

Antonio Tamiozzo aveva 54 anni quan-do, il 31 dicembre scorso, si è tolto la vita nel capannone dell’azienda di

famiglia, fondata da sua padre quarant’anni fa. Da quel giorno in Italia, secondo i dati dell’associazione artigiani e piccoli impren-ditori di Mestre, altri 23 imprenditori, schiac-ciati dal peso della crisi economica, hanno subito lo stesso destino. Di questi ben 9 (il 40%), nel Veneto. Ed è proprio in questa regione, tanto spesso portata ad esempio di un’economia fondata sulla laboriosità di pic-cole e medie impresa a gestione familiare, che nasce l’associazione dei familiari degli imprenditori suicidi, iniziativa di Adiconsum e Filca-Cisl pensata per rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi tanti lavo-ratori, consumatori, piccoli imprenditori e le loro famiglie a causa della pressione fi scale e della crisi economica.

Per la presentazione di “Speranzal-lavoro”, avvenuta lo scorso 16 aprile, è stato scelto un luogo simbolico: il Centro parrocchiale San Sebastiano di Vigonza, la stessa sala dove Laura Tamiozzo, 29 anni, fi glia dell’imprenditore vicentino, e oggi presi-dente dell’associazio-ne, aveva letto la let-tera “da imprenditrice a imprenditrice” scritta di suo pugno e indiriz-zata a Flavia Schiavon, classe 1980, fi glia di Giovanni Schiavon, titolare dell’impresa edile Eurostrade 90 di Vigonza, morto suici-da lo scorso 12 dicembre. La lettura era av-venuta il 28 marzo a Vigonza nel corso del toccante incontro-confronto organizzato dal-la Filca Cisl regionale sull’indifferenza che uccide. L’associazione, con sede a Mestre

(via Piave 7), risponde per ora all’indirizzo mail [email protected], ma ha in programma l’istituzione di un numero ver-de e la costituzione di un pool di psicologi che possano far fronte alle richieste d’aiuto.

Una risposta all’urgen-te necessità di rifonda-zione morale, culturale, politica ed economica di un sistema che non ha saputo rispondere ai bisogni reali e pressanti

dei suoi componenti, creando e potenziando ulteriori separazioni, confl ittualità, ingiu-stizie, isolamenti: “Tutelare le imprese e i lavoratori - si legge nel Manifesto costituen-te - signifi ca innanzitutto tutelare le persone e la struttura sociale che essi esprimono; a questo fi ne riteniamo urgente la creazione di una rete di riferimenti e di opportunità

di sostegno e affi ancamento alle situazioni instabili, delle strutture di emergenza (di assistenza legale, psicologica, fi nanziaria) che possano sostenere e rispondere alle situazioni di pressante necessità”. Azioni concrete che non solo potranno “consentire di riscattare vite e famiglie”, ma permette-ranno di “sottrarre la rete di correlazioni in cui la situazione critica è inserita - dipenden-ti, fornitori - dalla drammaticità della man-canza di risorse economiche; dalla catena di complessità successive causata dal venire meno dei pagamenti di servizi e beni; dalla desertifi cazione emotiva ed economica in cui le famiglie e le comunità, sommerse dal-le diffi coltà, sono costrette a sopravvivere”.

Un fenomeno dai contorni preoccupanti: più di 50 suicidi negli ultimi tre anni, nove solo negli ultimi quattro mesi: sono i numeri che raccontano il drammatico impatto della

crisi economica nel Veneto. Vittime designa-te sono gli imprenditori, messi alle strette da debiti, imposte, pagamenti che chissà quan-do e se arriveranno: “Si tratta di un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più – afferma Giuseppe Bortolussi, segre-tario Cgia Mestre - Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un siste-ma sordo ed insensibile”.

Secondo i dati dell’associazione di ca-tegoria mestrina, se nel 2004 le aziende che non superavano i 5 anni di apertura erano il 45,4% del totale; cinque anni dopo la percentuale sale a 49,6%. Tanto basta a immaginare dietro a queste percentuali, altrettanti lavoratori, famiglie, imprenditori lasciati alla solitudine di un destino amaro.

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11Mondo scuola

Portare la scuola in territori che per le loro ostili condizioni climatiche e per il diffi cile contesto socioeconomico in

cui si trovano sono molto povere di infra-strutture.

Questo l’obiettivo per il quale saranno presto coinvolti attivamente gli allievi di Enaip Veneto, chiamati a costruire una scuo-la “mobile” energeticamente sostenibile per il villaggio di Wersege in Etiopia. Un pro-getto contraddistinto insieme da una forte valenza sociale oltre che da un signifi cativo impatto educativo.

Il progetto della “Mobile-School” nasce dall’idea di Paola Vecchiato, architetto che negli ultimi anni ha dedicato la propria espe-rienza e professionalità ai paesi più poveri e ai contesti abitativi più problematici. Un intervento concreto a favore di bambini e ragazzi a cui spesso è negato il diritto allo studio.

“Mobile-School” è una struttura facil-mente smontabile e trasportabile, costituita da unità mobili espandibili, con elevati stan-dard di qualità abitativa ed energeticamen-te sostenibile: un’aula che potrà accogliere dai 24 ai 48 giovani studenti, a seconda delle necessità e dunque dell’utilizzo.

Nel concreto, gli studenti dell’Enaip realizzeranno il prototipo a partire dalla pro-gettazione, con l’obiettivo fi nale di avviarne poi la produzione e installare la prima unità nel villaggio etiope.

I ragazzi saranno dunque impegnati nella progettazione tecnica a fi anco dei progettisti, nella defi nizione delle specifi che tecniche e nei test di laboratorio, costru-iranno le parti meccaniche ed elettriche, infi ne si occuperanno anche della logistica: montaggio, smontaggio e imballaggio, or-ganizzazione dei carichi, trasporto per la collocazione in sito.

Gli studenti saranno coinvolti in un’“im-presa formativa” ovvero una modalità di “formazione in assetto lavorativo” che per-metterà ai giovani partecipanti di cimentarsi in attività concrete fi nalizzate alla produ-zione, sperimentando così tempi, modalità organizzative e dinamiche di gruppo proprie di un’attività lavorativa ed economica. Mag-giormente interessati saranno gli studenti del comparto elettrico e dei settori della meccanica e della termoidraulica.

Un’iniziativa ambiziosa, per cui i pro-motori lanciano fi n da ora un appello ad aziende ed enti affi nché diventino partner

per la realizzazione del prototipo.Il progetto, che ha per motto “la scuola

costruisce la scuola”, è promosso, oltre che da Enaip Veneto ed Enaip nazionale, anche da Enaip Friuli e Acli.

Gode inoltre del patrocinio del comune di Padova e del comune di Trieste e della collaborazione dell’ambasciata d’Italia e dell’associazione italiana di Addis Abeba e di S.E. Project.

di Gloria Cesarotto

Gli studentipadovanirealizzerannoil prototipo,per farlo verrannocoinvolti in una “impresaformativa”

Il progetto Da un’idea dell’architetto Paola Vecchiato nasce una struttura smontabile e trasportabile a moduli

Enaip crea la scuola “mobile” in Etiopia

In alto, uno studente dell’Enaip all’opera (© Enaip Veneto / foto: G.De Sandre), in basso il progetto della scuola “mobile”

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Questo l’obiettivo per il quale saranno presto coinvolti attivamente gli allievi di Enaip Veneto, chiamati a costruire una scuo-la “mobile” energeticamente sostenibile per il villaggio di Wersege in Etiopia. Un pro-getto contraddistinto insieme da una forte valenza sociale oltre che da un signifi cativo impatto educativo.

Il progetto della “Mobile-School” nasce dall’idea di Paola Vecchiato, architetto che negli ultimi anni ha dedicato la propria espe-rienza e professionalità ai paesi più poveri e ai contesti abitativi più problematici. Un intervento concreto a favore di bambini e ragazzi a cui spesso è negato il diritto allo studio.

“Mobile-School” è una struttura facil-mente smontabile e trasportabile, costituita da unità mobili espandibili, con elevati stan-dard di qualità abitativa ed energeticamen-te sostenibile: un’aula che potrà accogliere dai 24 ai 48 giovani studenti, a seconda delle necessità e dunque dell’utilizzo.

Nel concreto, gli studenti dell’Enaip realizzeranno il prototipo a partire dalla pro-gettazione, con l’obiettivo fi nale di avviarne poi la produzione e installare la prima unità nel villaggio etiope.

I ragazzi saranno dunque impegnati nella progettazione tecnica a fi anco dei progettisti, nella defi nizione delle specifi che tecniche e nei test di laboratorio, costru-iranno le parti meccaniche ed elettriche, infi ne si occuperanno anche della logistica: montaggio, smontaggio e imballaggio, or-ganizzazione dei carichi, trasporto per la collocazione in sito.

Gli studenti saranno coinvolti in un’“im-presa formativa” ovvero una modalità di “formazione in assetto lavorativo” che per-metterà ai giovani partecipanti di cimentarsi in attività concrete fi nalizzate alla produ-zione, sperimentando così tempi, modalità organizzative e dinamiche di gruppo proprie di un’attività lavorativa ed economica. Mag-giormente interessati saranno gli studenti del comparto elettrico e dei settori della meccanica e della termoidraulica.

Un’iniziativa ambiziosa, per cui i pro-motori lanciano fi n da ora un appello ad aziende ed enti affi nché diventino partner

per la realizzazione del prototipo.Il progetto, che ha per motto “la scuola

costruisce la scuola”, è promosso, oltre che da Enaip Veneto ed Enaip nazionale, anche da Enaip Friuli e Acli.

Gode inoltre del patrocinio del comune di Padova e del comune di Trieste e della collaborazione dell’ambasciata d’Italia e dell’associazione italiana di Addis Abeba e di S.E. Project.

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Gli studentipadovanirealizzerannoil prototipo,per farlo verrannocoinvolti in una “impresaformativa”

Il progetto Da un’idea dell’architetto Paola Vecchiato nasce una struttura smontabile e trasportabile a moduli

Enaip crea la scuola “mobile” in Etiopia

In alto, uno studente dell’Enaip all’opera (© Enaip Veneto / foto: G.De Sandre), in basso il progetto della scuola “mobile”

232323Cultura provinciale

Fino al 23 maggio, con cadenza settimanale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene un ciclo di seminari che

approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fi no al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organizzata dall’Università di Padova in collaborazione col Conservatorio “Cesa-re Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a ca-vallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservato-rio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musicista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel 1976, del Centro di

Sonologia Computazionale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Infor-mazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Ca-nazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’In-formazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Scho-enberg Nono sarà la protagonista dell’appuntamento

del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elet-tronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produ-zione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fi no a esaurimento posti.

L’ultimo appuntamento si terrà il 23 maggio. Il tema: “ricerca e produzione oggi”

Musica elettronica Fino al 23 maggio, nella giornata di mercoledì

Un ciclo di seminari sulla mostra “Visioni del suono”

Teresa Rampazzi nel suo studio

Due mostre parallele, nell’ambito della rassegna “Padova Photo-Graphia”, curata da Maria Beatrice Autizi e Angelo Maggi, sveleranno l’opera di due

grandi fotografi . Di grande rilevanza sarà l’esposizione personale di Daniele Duca “Proximity”, affermato artista della fotografi a e copywriter: la mostra, ospitata fi no al 10 giugno negli spazi della Galleria Cavour, accompagnata da un catalogo a cura di Angelo Maggi, presenterà una ricognizione sorprendente degli oggetti del nostro tempo, cui lo sguardo ravvicinato dell’autore regala una dimensione poetica, ironica, a tratti visionaria. Un’altra sede cittadina prestigiosa, quella dell’Oratorio di San Rocco, accoglierà invece durante il medesimo periodo l’intenso reportage di Giovanni Marrozzini “La nouvelle Semance”, parte di una lunga ricerca, di valore espressivo e documentario, svolta dal fotografo nella Repubblica del Camerun.

FOTOGRAFIA

Giovanni Marrozzinie Daniele Duca

Una foto di Marrozzini

Novità L’Archivio di Stato mette on line i documenti della Certosa di S. Bernardo

L’antico archivio delle pergamene cu-stodite nella Certosa di San Bernardo di Padova rinasce sul web. Grazie alla

collaborazione tra l’Archivio di Stato, la Provincia e il Lions Club Padova Certosa, un’intera collezione medievale è stata digitalizzata e resa disponibile su un sito dedicato e accessibile da www.aspd.beni-culturali.it.

“Si tratta di un evento particolarmente rilevante e unico nel Veneto – ha spiegato l’assessore Leandro Comacchio – perché la documentazione potrà essere consultata ovunque, da casa, a scuola o all’universi-tà, attraverso un collegamento internet. L’archivio è costituito da 589 pergame-ne risalenti al XII secolo e il fondo, tutto inedito, non era inventariato. I documenti sono stati restaurati, riordinati, indicizzati e infi ne digitalizzati per essere consultabili online.

È un’occasione preziosa per venire a conoscere i gioielli custoditi dall’Archivio che rappresentano la nostra storia e iden-tità”. In questa occasione a palazzo Santo Stefano è stata allestita un’esposizione, aperta al pubblico fi no a giugno, di alcu-ne pergamene originali dell’Archivio della Certosa, in particolare le più antiche del Monastero delle monache benedettine di

San Bernardo e la donazione del terreno sul quale costruire l’omonima chiesa.

“La pubblicazione digitale delle perga-mene – ha sottolineato la direttrice Fran-cesca Fantini D’Onofrio – fornisce quindi un agile strumento di ricerca per conosce-re, indagare e approfondire il patrimonio documentario medievale padovano.

L’utilizzo della tecnologia informatica permette infatti una migliore visualizza-zione dello scritto, superando le diffi coltà della lettura a occhio nudo e consentendo l’ingrandimento delle immagini per agevo-

lare il riconoscimento dei tratti scrittori. Gli originali, inoltre, saranno maggiormente tutelati dal degrado dovuto alla manipola-zione, permettendo così una più adeguata conservazione per i secoli futuri”.

Il sito dell’Archivio di Stato di Padova sarà rinnovato entro l’autunno per dare il giusto rilievo alla sala di studio virtuale che s’implementerà con la progressiva immis-sione di fondi documentari digitalizzati. Entro l’anno è previsto l’inserimento della cartografi a storica di Padova e provincia.

Le pergamene del XII secoloconsultabili dal computer di casa

Il dettaglio di una delle pergamente digitalizzate

L.O.

EVENTI E MOSTRE

FATIMA ABBADI E LE DONNESarà aperta fi no al 3 giugno presso la galleria Salmonà la personale della fotografa Fatima Abbadi, una ricerca sulla con-dizione femminile nel mondo dal titolo “Womens through my lens”. Alla sua indagine regalano in quest’ottica un’originale sensibilità le sue stesse origini, radicate in due mondi differenti ed apparentemente lontani: quello orientale e quello occidentale. Fatima Abbadi è infatti cresciuta in un ambiente e in una famiglia multietnici, che le hanno permesso di maturare vivendo culture e religioni diverse.

L’ARTE DEL RITRATTO MINIATOL’arte del ritratto miniato sarà in mostra fi no al 24 giugno a palazzo Zuckermann. Tale tecnica, che si caratterizza per una pittura minuta, descrittiva e analitica, è ben rappre-sentata nelle civiche collezioni. Le miniature, dovute principalmente ad artisti veneti, lombardi ed emiliani, coprono un arco cronologico che va dalla fi ne del Cinquecento all’Ottocento, come suggeriscono i dati stilistici e di costume degli effi giati. Si tratta di pezzi di particolare interesse per il loro carattere decorativo, per la cura dei dettagli dell’abbigliamento e dell’acconciatura dei personaggi e per la vivacità fi sionomica.

ANGELERI SUONA AGLI EREMITANIIl tradizionale ciclo primaverile di concerti al Museo Eremitani, organizzato dalla Fondazione Musicale Masiero e Centanin in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova giunge nel 2012 alla sua ottava edizione. Nei quattro concerti, dal 23 maggio al 14 giugno, Giovanni Angeleri con i Solisti dell’Orchestra delle Venezie propone interpretazioni di musiche del periodo romantico, classico e barocco con strumenti d’epoca; l’ideale ambientazione nella Sala del Romanino e nel Chiostro Albini contribuisce ad evocare le particolari emozioni suscitate dalle inedite sonorità degli strumenti antichi.

a cura di Laura Organte

Di Giovanni Giovetti

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IL VENETOin PRIMO PIANO

Piano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze

politiche temono per la chiusura di interi noso-comi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganiz-zazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi stan-dard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba es-sere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fi ssati è di 3 per mille abitanti per quan-to riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensi-va è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di

Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande disper-sione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Ve-rona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valda-gno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associa-zioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il

presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pi-gozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Ca-ner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguarda-re in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la com-missione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze po-litiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di fi rme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qual-che settimana.

di Alessandro Abbadir

Sanità, nuovi tagli in vista

Sono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore genera-le dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della

quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese.

Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanita-rio regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcu-no non si fi da. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in

difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioran-za. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestro-ne nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-

dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuo-vere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della fi gura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”.

Il documento termina annunciando che il consiglio co-munale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali.

SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE

Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti

Gianni Patella

La paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza

dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto ri-sulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben diffi cile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto fi nanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiu-dono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffi co sono ad oltre un’ora di strada”.

Ulss 13 Dolo – Mirano

“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”

A.A.

Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013

7Il Veneto in primo piano

Nello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova

che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubica-zione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera.

Quello di Padova sarà un “hub”, termi-nologia adottata dalla regione per defi nire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappre-sentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-

della – Camposampiero nell’Alta Padovana e il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti prevalentemente ad indirizzo riabilitativo.

Una riorganizzazio-ne che signifi cherà chiu-sura di reparti (è il caso ad esempio dei servizi di otorino che troveranno posto solo negli ospedali di riferimento), o ricon-versione della struttura ospedaliera. Novità anche per i direttori generali poi dureranno tre anni e per non più di due mandati. Rivoluzio-

ne anche per le schede relative alla dotazione ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, sentito il parere obbligatorio e vincolante della quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni signifi cative per le tre Uls

(la 16 cittadina e del Piovese, la 15 del’Alta Padovana e la 17 della Bassa), tutte al di sopra del limite dei 200 mila abitanti e quindi non toc-cate dalla riorganizzazio-

ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “in-tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta

Cittadella e Camposampiero dovranno razio-nalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regiona-li sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.

di Nicola Stievano

Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale

Confermate le tre Uls e gli ospedali principali

Alcuni repartidovranno chiudere,ora c’è attesaper le schededelle strutture

IN POLESINE

Il Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specifi cità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria

e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per ac-corpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per

rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano socio-sanitario è aperta e noi la giocheremo fi no in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i ri-sparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustifi cano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”.

ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO

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Page 25: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

6

IL VENETOin PRIMO PIANO

Piano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze

politiche temono per la chiusura di interi noso-comi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganiz-zazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi stan-dard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba es-sere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fi ssati è di 3 per mille abitanti per quan-to riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensi-va è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di

Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande disper-sione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Ve-rona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valda-gno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associa-zioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il

presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pi-gozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Ca-ner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguarda-re in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la com-missione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze po-litiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di fi rme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qual-che settimana.

di Alessandro Abbadir

Sanità, nuovi tagli in vista

Sono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore genera-le dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della

quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese.

Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanita-rio regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcu-no non si fi da. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in

difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioran-za. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestro-ne nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-

dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuo-vere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della fi gura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”.

Il documento termina annunciando che il consiglio co-munale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali.

SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE

Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti

Gianni Patella

La paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza

dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto ri-sulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben diffi cile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto fi nanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiu-dono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffi co sono ad oltre un’ora di strada”.

Ulss 13 Dolo – Mirano

“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”

A.A.

Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013

7Il Veneto in primo piano

Nello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova

che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubica-zione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera.

Quello di Padova sarà un “hub”, termi-nologia adottata dalla regione per defi nire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappre-sentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-

della – Camposampiero nell’Alta Padovana e il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti prevalentemente ad indirizzo riabilitativo.

Una riorganizzazio-ne che signifi cherà chiu-sura di reparti (è il caso ad esempio dei servizi di otorino che troveranno posto solo negli ospedali di riferimento), o ricon-versione della struttura ospedaliera. Novità anche per i direttori generali poi dureranno tre anni e per non più di due mandati. Rivoluzio-

ne anche per le schede relative alla dotazione ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, sentito il parere obbligatorio e vincolante della quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni signifi cative per le tre Uls

(la 16 cittadina e del Piovese, la 15 del’Alta Padovana e la 17 della Bassa), tutte al di sopra del limite dei 200 mila abitanti e quindi non toc-cate dalla riorganizzazio-

ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “in-tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta

Cittadella e Camposampiero dovranno razio-nalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regiona-li sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.

di Nicola Stievano

Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale

Confermate le tre Uls e gli ospedali principali

Alcuni repartidovranno chiudere,ora c’è attesaper le schededelle strutture

IN POLESINE

Il Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specifi cità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria

e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per ac-corpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per

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Page 26: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

8 Il Veneto in primo piano

La vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo de-cennio gli anziani, anche in Italia, hanno

assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per inte-re generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai fi gli in diffi coltà sul piano lavorativo e occu-pazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continua-no ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni.

E’ dunque evidente, considerato l’im-portante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spes-so solo come un paziente da assistere o un

“peso” economico da sostenere.Partendo da questo presupposto - la ne-

cessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fi no al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.

Un evento promosso dal Dipartimento in-teraziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assesso-rato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Uffi cio scolastico pro-vinciale e all’Uffi cio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Pa-dova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio.

Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-

mento attivo e della solidarietà tra le gene-razioni, il progetto padovano si confi gura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai.

E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifi ci, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morga-gni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona an-ziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura do-miciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli

anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spet-

tacoli di teatro e musica.Occasioni di rifl essione sugli stili di vita

che consentono di restare in salute più a lun-go, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole pa-dovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo.

Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicolo-go veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invec-chiamento come opportunità e conquista della

società contemporanea.La settimana sarà l’occasione per an-

nunciare uffi cialmente la nascita di una Fon-dazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici.

Per informazioni: uffi cio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814

Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30.

E-mail [email protected]

di Ornella Jovane

Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i fi gli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale

Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16

Il tempo nuovo degli over 65

Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale

nell’organizzazione della società attuale

Dall’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3%

della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazio-ne è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011.

Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini.

La non autosuffi cienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riporta-no una condizione di totale mancanza di au-tosuffi cienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.

Il 74% degli ospiti delle strutture resi-denziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosuffi -cienti e 225.182 non autosuffi cienti).

Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di oc-cupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012).

La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige.

Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la per-centuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.

Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fi sica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne.

Gli over75 che svolgono attività fi sica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%.

Anziani e salute. (dati Auser, 2012)Tra il 2009 e il 2010 si è registrato

un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 65-74 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).

Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute

PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI

In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato

Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni

26 Il Veneto in primo piano2626 Il Veneto in primo piano 11Voci da palazzo

vero la Società può vantare crediti verso la Regione per 117 milioni di euro che in Ve-neto Strade sono convinti di riscuotere entro l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che così non sarà visto che sul bilancio regionale pendono i vincoli imposti dal Patto di sta-

bilità. Il presidente Ver-nizzi infatti è sembrato mettere le mani avanti quando ha parlato di un ridimensionamento del-le opere già progettate. “Per il prossimo triennio

– ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo 55 milioni, per questo stileremo una tabella delle priorità e su queste andremo ad inter-venire”. Senza mega piano triennale però e quindi non si sa su quali basi verranno decise queste priorità. Da ricordare che per i tre piani regionali approvati fi nora, dopo

il 2002 anno di inaugurazione di Veneto Strade, comprese le opere complementari al Passante di Mestre e all´A28, la società ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui 115 già ultimati o in fase di realizzazione. Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che con i chiari di luna degli ultimi tempi rischia-no alla grande.

Al vaglio dell’assessore Chisso c’è an-che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Stra-de con l’altra società regionale Cav, Con-cessioni autostradali venete, che controlla il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con lo scopo di mettere insieme risorse utili al settore e dare fi ato alle casse della società con una ventina di milioni all’anno ma ad oggi si parla di se e ma appesi ai fi li del “forse domani”.

Dopo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per

mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva de-nunciato che se la Regione avesse confer-mato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo mo-mento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tutta-via messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata la soddisfazione espressa dell’assessore Renato Chisso, anche se in occasione della presentazione del bilancio di Veneto Strade ha cercato di ridimensionare l’entità del rischio corso in precedenza. “La società - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata da opinioni rese in libertà”. Insomma per l’assessore si sarebbe trattato semplice-mente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla società avrebbe ravvisato un avvertimento o comunque il tentativo da parte della Lega di ridimensionare l’azione del potente as-sessore pidiellino. Non è detto, però, che i problemi siano fi niti per Veneto strade, per il Presidente esiste il rischio che le risorse siano poche per por-tare avanti le opere progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca-pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen-do che con i 20 milioni di euro stanziati per l’anno in corso e 120 di debito che pesano sulle casse della società, ora ridotti a 32, sia fantascienza immaginare un’attività che superi il limite dell’ordinario. A dire il

Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni

Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine

Ci sono altri 800 milioni di progetti che rischiano alla grande

Veneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha

destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro.

NEWS IL BILANCIO DI VENETO STRADE

Per la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difen-dendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi

signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima fi nanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebi-tamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che de-stino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.

“NON VENDETE ILLUSIONI”

“Un vecchio e guerresco fi lm d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare

fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fi anco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della fi nanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata effi cienza della struttura di fronte a pro-blemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafi osi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.

LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”

“Faccio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografi ca d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul

concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un fi lm drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando.

Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesan-temente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i fi lm dell’orrore...”.

“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”

Giovanni Vernizzi

BOTTA E RISPOSTA

Laura Puppato e Renato Chisso

Page 27: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

8 Il Veneto in primo piano

La vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo de-cennio gli anziani, anche in Italia, hanno

assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per inte-re generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai fi gli in diffi coltà sul piano lavorativo e occu-pazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continua-no ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni.

E’ dunque evidente, considerato l’im-portante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spes-so solo come un paziente da assistere o un

“peso” economico da sostenere.Partendo da questo presupposto - la ne-

cessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fi no al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.

Un evento promosso dal Dipartimento in-teraziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assesso-rato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Uffi cio scolastico pro-vinciale e all’Uffi cio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Pa-dova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio.

Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-

mento attivo e della solidarietà tra le gene-razioni, il progetto padovano si confi gura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai.

E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifi ci, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morga-gni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona an-ziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura do-miciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli

anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spet-

tacoli di teatro e musica.Occasioni di rifl essione sugli stili di vita

che consentono di restare in salute più a lun-go, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole pa-dovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo.

Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicolo-go veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invec-chiamento come opportunità e conquista della

società contemporanea.La settimana sarà l’occasione per an-

nunciare uffi cialmente la nascita di una Fon-dazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici.

Per informazioni: uffi cio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814

Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30.

E-mail [email protected]

di Ornella Jovane

Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i fi gli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale

Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16

Il tempo nuovo degli over 65

Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale

nell’organizzazione della società attuale

Dall’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3%

della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazio-ne è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011.

Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini.

La non autosuffi cienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riporta-no una condizione di totale mancanza di au-tosuffi cienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana.

Il 74% degli ospiti delle strutture resi-denziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosuffi -cienti e 225.182 non autosuffi cienti).

Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di oc-cupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012).

La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige.

Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la per-centuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.

Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fi sica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne.

Gli over75 che svolgono attività fi sica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%.

Anziani e salute. (dati Auser, 2012)Tra il 2009 e il 2010 si è registrato

un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 65-74 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).

Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute

PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI

In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato

Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni

11Voci da palazzo

vero la Società può vantare crediti verso la Regione per 117 milioni di euro che in Ve-neto Strade sono convinti di riscuotere entro l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che così non sarà visto che sul bilancio regionale pendono i vincoli imposti dal Patto di sta-

bilità. Il presidente Ver-nizzi infatti è sembrato mettere le mani avanti quando ha parlato di un ridimensionamento del-le opere già progettate. “Per il prossimo triennio

– ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo 55 milioni, per questo stileremo una tabella delle priorità e su queste andremo ad inter-venire”. Senza mega piano triennale però e quindi non si sa su quali basi verranno decise queste priorità. Da ricordare che per i tre piani regionali approvati fi nora, dopo

il 2002 anno di inaugurazione di Veneto Strade, comprese le opere complementari al Passante di Mestre e all´A28, la società ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui 115 già ultimati o in fase di realizzazione. Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che con i chiari di luna degli ultimi tempi rischia-no alla grande.

Al vaglio dell’assessore Chisso c’è an-che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Stra-de con l’altra società regionale Cav, Con-cessioni autostradali venete, che controlla il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con lo scopo di mettere insieme risorse utili al settore e dare fi ato alle casse della società con una ventina di milioni all’anno ma ad oggi si parla di se e ma appesi ai fi li del “forse domani”.

Dopo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per

mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva de-nunciato che se la Regione avesse confer-mato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo mo-mento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tutta-via messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata la soddisfazione espressa dell’assessore Renato Chisso, anche se in occasione della presentazione del bilancio di Veneto Strade ha cercato di ridimensionare l’entità del rischio corso in precedenza. “La società - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata da opinioni rese in libertà”. Insomma per l’assessore si sarebbe trattato semplice-mente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla società avrebbe ravvisato un avvertimento o comunque il tentativo da parte della Lega di ridimensionare l’azione del potente as-sessore pidiellino. Non è detto, però, che i problemi siano fi niti per Veneto strade, per il Presidente esiste il rischio che le risorse siano poche per por-tare avanti le opere progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca-pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen-do che con i 20 milioni di euro stanziati per l’anno in corso e 120 di debito che pesano sulle casse della società, ora ridotti a 32, sia fantascienza immaginare un’attività che superi il limite dell’ordinario. A dire il

Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni

Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine

Ci sono altri 800 milioni di progetti che rischiano alla grande

Veneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha

destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro.

NEWS IL BILANCIO DI VENETO STRADE

Per la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difen-dendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi

signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima fi nanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebi-tamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che de-stino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.

“NON VENDETE ILLUSIONI”

“Un vecchio e guerresco fi lm d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare

fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fi anco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della fi nanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata effi cienza della struttura di fronte a pro-blemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafi osi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.

LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”

“Faccio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografi ca d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul

concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un fi lm drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando.

Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesan-temente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i fi lm dell’orrore...”.

“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”

Giovanni Vernizzi

BOTTA E RISPOSTA

Laura Puppato e Renato Chisso

272727Voci da palazzo

Page 28: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

12 Cultura veneta

Negli ultimi sei anni il mondo dell’arte è invaso da vortici di barchette di carta di diversi colori. L’au-tore è Riccardo Gusmaroli, nativo di Verona dal

1963, che abbiamo incontrato nel corso dell’inaugura-zione della mostra personale alla Galleria Orler di Mestre. Capsule farmaceutiche, uova di gallina lavorate con un trapano odontoiatrico, cartine geografi che, francobolli, barchette e aeroplanini di carta sono alcuni materiali usa-ti da Gusmaroli che non sono scherzi artistici tendenti alla provocazione, tema attuale dell’arte contemporanea, ma sono una sottile ironia che non fa quel passo successivo all’irretire l’usufruitore positivamente o negativamente. Oggetti quindi molto semplici ma decontestualizzati dalla visione quotidiana, come le barchette inserite all’interno di un ipotetico viaggio.

Com’è nata l’idea delle barchette e degli aero-planini?

“Non mi è nata l’idea, perché a dire il vero c’è l’ab-biamo dentro di noi da sempre. L’ho sfruttata in un altro modo, ossia la semplicità utilizzata per l’arte diventa fondamentale per la comunicazione. Ho utilizzato questi mezzi molto semplici per comunicare con l’arte”.

La tematica del viaggio e dei relativi vortici. Cosa signifi cano per lei?

“Il viaggio mi ha sempre appassionato. E’ un modo per sviare, cambiare e fare una strada diversa da quella di tutti i giorni. Non si può sempre fare nella realtà, ma c’è la possibilità di farlo nel privato grazie all’arte. La mente è predisposta al viaggio e l’arte è il mezzo che ci aiuta in questo”.

I colori dei vortici hanno una preferenza? “Non ho particolari preferenze e motivazioni. Per

esempio nel bianco, un non colore, si vede soltanto l’om-bra, mentre negli altri c’è una tonalità che può portare verso altre direzioni. Diciamo che è un effetto sentimen-tale che l’opera assume sulle persone”.

Quale importanza ricopre la fotografi a nel suo agire pittorico?

“Ho sempre fatto il fotografo, quindi utilizzo la fo-tografi a per coprire, ossia quando dipingo la voglio di-struggere. Questo con una sorta di simpatia, nel senso che cerco di cambiare l’aspetto fornendo una nuova vita. Libertà di materiali e superfi ci da utilizzare, passando per esempio attraverso i francobolli e le campiture monocro-me. Ogni materiale è uno spunto per compiere qualsiasi lavoro. L’infi nità del materiale a disposizione mi permette di lavorare su vari fronti, in modo da far capire meglio alle persone quello che sto facendo”.

La provocazione nell’arte. Quale personale opi-nione e quali sviluppi?

“La provocazione nell’arte è una cosa inutile perché in fondo siamo capaci tutti a fare. Con le mie opere sti-molo chi è di fronte a esse. Non do titoli ai lavori e non pretendo che una persona capisca il mio lavoro, ma che almeno sorrida. Cerco di dare la possibilità agli altri di vedere qualcosa di diverso”.

Qual è il suo concetto di Arte? “La mia arte non da messaggi ma stimola le persone

a capire qualcosa di se stessi. Tramite il mio lavoro do la possibilità agli altri di vedere in se qualcosa. Spesso non traspare il mio pensiero, non do messaggi ed è la cosa che preferisco. L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi. Non sono concettuale come lavoro perché procedo d’i-stinto. Nella realizzazione delle opere aspetto che arrivi una stimolazione per sviluppare qualcosa”.

di Alain Chivilò

L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi

Intervista Il sottile viaggio ironico di Riccardo Gusmaroli

Nei vortici di barchette di carta, l’invito al sorriso

Nella foto piccola l’artista veronese Riccardo Gusmaroli e alcune delle sue opere con i vortici fatti di barchette di carta

La mostra “Manciù. L’ultimo imperatore”, a Treviso presso la

Casa dei Carraresi, conti-nua il successo di visite e critica tanto da prorogare la chiusura al 20 maggio. Un’occasione in più per approfondire, a casa nostra, l’ultima epopea del Celeste impero che conclude un viaggio iniziato nel 2003, chiudendo con questa quar-ta tappa 2500 anni di storia della Cina. Un percorso sapientemente curato dal sinologo Adriano Màdaro che ha tracciato e proposto contenuti sempre vincenti e accattivanti. Dal 15 febbraio scorso la mostra ha rinno-vato dei reperti con un avvicendamento disposto dalla tutela del governo cinese che impone un’esposizione non più lunga di 3 mesi. Cinque vessilli imperiali sosti-tuiti con altrettanti in una versione di nuvole stilizzate a forma di spirale posti all’ingresso della mostra. Lo stesso per gli abiti imperiali come la veste estiva, le calzature di concubina e il set di borsette di seta da appendere alla cintura come da tradizione del popolo Manciù. Due nuovi dipinti del più grande pittore del ‘700 cinese il gesuita milanese Giuseppe Castiglione, tre ritratti imperiali e la seconda parte del rotolo di seta dipinto nel 1751 da Xu Yang che mostra lo svolgersi della vita quotidiana a Shaoxing. Semplicemente un successo avvalorato da una proiezione fi nale di più di 100 mila visitatori. La macchina organizzativa non si ferma qui, perché dal 26 ottobre prossimo ci sarà la prima mostra al mondo dedicata al Tibet. Il grande la-voro in precedenza svolto di divulgazione della cultura cinese, unito a ottimi rapporti con le massime autorità, del curatore Màdaro, unico membro non cinese del consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, porterà in occidente una mo-stra unica e irripetibile che musei prestigiosi europei e statunitensi non sono mai riusciti a ottenere.

Casa dei Carraresi, Treviso MANCIÙ ULTIMO ATTO

Al.Ch.

“Canova e la danza” è la mostra, presso il Museo e Gipsoteca di Antonio Canova

a Possagno (Tv) fi no al 30 settembre, che sviluppa la poetica del ballo, del volo e della suggestiva leggiadria del-la danza. Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) si misura nella scultura con il motivo della fi gura in volo, traducendo il dinamismo della danza leggero e sinuoso, nel marmo o nel dipinto. La mostra ruota intorno al

modello originale in gesso della “Danzatrice con i cembali”, eseguito 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista, restaurata grazie alla ditta Fassa Bortolo e al Bode Museum di Berlino che espone l’originale in marmo che fu eseguito per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij. Duran-te la Grande Guerra, l’opera era stata danneggiata da una granata nei cannoneggiamenti che colpirono Possagno a ridosso dal Monte Grappa, troncando braccia e cembali. Oggi a distanza di quasi cento anni, grazie a un processo inverso a quello tradizionale, è stata fatta la scansione cad del marmo di Berlino ricostruendo così le parti mancanti in gesso tramite la tecnica del reverse engineering. A questo la pulizia fi nale ha completato defi nitivamente il restauro. Un’esposizione di oltre cinquanta opere di gra-fi ca, scultura, disegno, pittura e gessi quali la “Danzatrice con le mani nei fi anchi, la “Danzatrice con dito al mento, “Ebe” e “Tersicore”, oltre a opere mai esposte come per esempio i campi neri incisi da Martino de Boni su modello delle tempere di casa Canova.

Gipsoteca Canova a PossagnoLA “DANZATRICE” RITROVA I SUI CEMBALI

TRE MOSTRE DA NON PERDERE

Al secondo piano di Casa dei Carraresi di Treviso, durante l’esposizione Manciù, è pos-

sibile visitare gratuitamente la mo-stra “Germinazioni e sinestesie” con opere di cinque artisti: Emilio Casarotto (Arcugnano 1942), Stefano Curto (Segusino 1966), Giuseppe Denti (Cremona 1939), Renate Füerst (Braunschweig 1941), Luciano Tonello (Vicenza 1960), e Carla Villani (Thiene 1948). Il titolo della mostra parte da due considerazioni: la sinergia di pittura e scultura con cinema, musica, danza, fotografi a nell’ambito delle sinestesie che l’artista può far proprie attivando nel fruitore dell’opera connessioni che germinano potenzialità per visioni consapevoli e sensorialmente aperte. Fa-cendo una carrellata di queste interpretazioni artistiche diverse, si parte dalla scultura femminile di Casarotto dal richiamo arcaico e enigmatico, ai luccicanti lavori di Curto con Swarovsky, pietre, altri cristalli e presenze coralline, ai colori accesi e gli azzurri monocromatici di Denti, all’astrattismo della Füerst con un’esplosione di tinte ben equilibrato, a Tonello e le sue immagini che si susseguono a ritmo serrato con colti riferimenti, fi no alla Villani che con cromie particolari come l’ocra, il verde e il rosso etrusco ridisegna favole e nuove geografi e fantastiche. Dopo Eugenio Carmi e Giorgio Celiberti sempre nello stesso luogo, una mostra organizzata dall’Associazione artistica e socio-culturale ARTEFICIOlinea da vedere per apprezzare opere d’interessanti autori di diverse generazioni.

Contaminazioni artistiche “GERMINAZIONI E SINESTESIE”

La confettiera era il nome, fi n dal Quattrocento, del contenitore artistico che ve-

niva donato alle spose per i con-fetti. Invece dal Settecento in Francia viene coniato il nome di bomboniére. Nel 1896 in Italia la regina Margherita, per le noz-ze del fi glio Vittorio Emanuele di Savoia e Elena del Montenegro, da inizio alla tradizione che lega la bom-boniera al giorno delle nozze, come ricordo di un giorno di gioia, regalando una scatola d’argento a tutti gli invitati. Il vetro rappresenta un materiale con cui designer e artisti hanno ideato le bomboniere e in quest’ambito la mostra “Miniature di vetro. La bomboniera d’artista” a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Loredan, presenta 400 bomboniere provenienti da collezioni private fi no al 10 giugno. In scena l’evoluzione delle bomboniere dagli anni ’30 con ciotole di grosso spessore, a quelle bizzarre e provocatorie dei ’50, fi no al cambiamento in oggetto decorativo di varia forma non contenente più i confetti in quanto posti ora in un sacchettino separato, sistema tutt’ora utilizzato. Non solo produzione veneziana con Barovier & Toso, Seguso, Venini, Carlo Scarpa ma una buona rappresentanza della produzione mondiale d’artista con i designer nordici degli anni Sessanta da Tapio Wirkkala a Bertil Vallien, lo Studio Glass americano con Dale Chihuly, l’Australia con Clare Belfrage e Jane Bruce infi ne Yoichi Ohira. E’ stata creata una sezione con artisti italiani che hanno ideato pezzi unici ironici e provocatori sul tema del matrimonio e della bomboniera.

Palazzo Loredan, VeneziaFINO AL 10 GIUGNO, 400 BOMBONIERE D’ARTISTA

Al.Ch. Al.Ch.Al.Ch.

28 Cultura veneta2828 Cultura veneta

Page 29: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

12 Cultura veneta

Negli ultimi sei anni il mondo dell’arte è invaso da vortici di barchette di carta di diversi colori. L’au-tore è Riccardo Gusmaroli, nativo di Verona dal

1963, che abbiamo incontrato nel corso dell’inaugura-zione della mostra personale alla Galleria Orler di Mestre. Capsule farmaceutiche, uova di gallina lavorate con un trapano odontoiatrico, cartine geografi che, francobolli, barchette e aeroplanini di carta sono alcuni materiali usa-ti da Gusmaroli che non sono scherzi artistici tendenti alla provocazione, tema attuale dell’arte contemporanea, ma sono una sottile ironia che non fa quel passo successivo all’irretire l’usufruitore positivamente o negativamente. Oggetti quindi molto semplici ma decontestualizzati dalla visione quotidiana, come le barchette inserite all’interno di un ipotetico viaggio.

Com’è nata l’idea delle barchette e degli aero-planini?

“Non mi è nata l’idea, perché a dire il vero c’è l’ab-biamo dentro di noi da sempre. L’ho sfruttata in un altro modo, ossia la semplicità utilizzata per l’arte diventa fondamentale per la comunicazione. Ho utilizzato questi mezzi molto semplici per comunicare con l’arte”.

La tematica del viaggio e dei relativi vortici. Cosa signifi cano per lei?

“Il viaggio mi ha sempre appassionato. E’ un modo per sviare, cambiare e fare una strada diversa da quella di tutti i giorni. Non si può sempre fare nella realtà, ma c’è la possibilità di farlo nel privato grazie all’arte. La mente è predisposta al viaggio e l’arte è il mezzo che ci aiuta in questo”.

I colori dei vortici hanno una preferenza? “Non ho particolari preferenze e motivazioni. Per

esempio nel bianco, un non colore, si vede soltanto l’om-bra, mentre negli altri c’è una tonalità che può portare verso altre direzioni. Diciamo che è un effetto sentimen-tale che l’opera assume sulle persone”.

Quale importanza ricopre la fotografi a nel suo agire pittorico?

“Ho sempre fatto il fotografo, quindi utilizzo la fo-tografi a per coprire, ossia quando dipingo la voglio di-struggere. Questo con una sorta di simpatia, nel senso che cerco di cambiare l’aspetto fornendo una nuova vita. Libertà di materiali e superfi ci da utilizzare, passando per esempio attraverso i francobolli e le campiture monocro-me. Ogni materiale è uno spunto per compiere qualsiasi lavoro. L’infi nità del materiale a disposizione mi permette di lavorare su vari fronti, in modo da far capire meglio alle persone quello che sto facendo”.

La provocazione nell’arte. Quale personale opi-nione e quali sviluppi?

“La provocazione nell’arte è una cosa inutile perché in fondo siamo capaci tutti a fare. Con le mie opere sti-molo chi è di fronte a esse. Non do titoli ai lavori e non pretendo che una persona capisca il mio lavoro, ma che almeno sorrida. Cerco di dare la possibilità agli altri di vedere qualcosa di diverso”.

Qual è il suo concetto di Arte? “La mia arte non da messaggi ma stimola le persone

a capire qualcosa di se stessi. Tramite il mio lavoro do la possibilità agli altri di vedere in se qualcosa. Spesso non traspare il mio pensiero, non do messaggi ed è la cosa che preferisco. L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi. Non sono concettuale come lavoro perché procedo d’i-stinto. Nella realizzazione delle opere aspetto che arrivi una stimolazione per sviluppare qualcosa”.

di Alain Chivilò

L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi

Intervista Il sottile viaggio ironico di Riccardo Gusmaroli

Nei vortici di barchette di carta, l’invito al sorriso

Nella foto piccola l’artista veronese Riccardo Gusmaroli e alcune delle sue opere con i vortici fatti di barchette di carta

La mostra “Manciù. L’ultimo imperatore”, a Treviso presso la

Casa dei Carraresi, conti-nua il successo di visite e critica tanto da prorogare la chiusura al 20 maggio. Un’occasione in più per approfondire, a casa nostra, l’ultima epopea del Celeste impero che conclude un viaggio iniziato nel 2003, chiudendo con questa quar-ta tappa 2500 anni di storia della Cina. Un percorso sapientemente curato dal sinologo Adriano Màdaro che ha tracciato e proposto contenuti sempre vincenti e accattivanti. Dal 15 febbraio scorso la mostra ha rinno-vato dei reperti con un avvicendamento disposto dalla tutela del governo cinese che impone un’esposizione non più lunga di 3 mesi. Cinque vessilli imperiali sosti-tuiti con altrettanti in una versione di nuvole stilizzate a forma di spirale posti all’ingresso della mostra. Lo stesso per gli abiti imperiali come la veste estiva, le calzature di concubina e il set di borsette di seta da appendere alla cintura come da tradizione del popolo Manciù. Due nuovi dipinti del più grande pittore del ‘700 cinese il gesuita milanese Giuseppe Castiglione, tre ritratti imperiali e la seconda parte del rotolo di seta dipinto nel 1751 da Xu Yang che mostra lo svolgersi della vita quotidiana a Shaoxing. Semplicemente un successo avvalorato da una proiezione fi nale di più di 100 mila visitatori. La macchina organizzativa non si ferma qui, perché dal 26 ottobre prossimo ci sarà la prima mostra al mondo dedicata al Tibet. Il grande la-voro in precedenza svolto di divulgazione della cultura cinese, unito a ottimi rapporti con le massime autorità, del curatore Màdaro, unico membro non cinese del consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, porterà in occidente una mo-stra unica e irripetibile che musei prestigiosi europei e statunitensi non sono mai riusciti a ottenere.

Casa dei Carraresi, Treviso MANCIÙ ULTIMO ATTO

Al.Ch.

“Canova e la danza” è la mostra, presso il Museo e Gipsoteca di Antonio Canova

a Possagno (Tv) fi no al 30 settembre, che sviluppa la poetica del ballo, del volo e della suggestiva leggiadria del-la danza. Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) si misura nella scultura con il motivo della fi gura in volo, traducendo il dinamismo della danza leggero e sinuoso, nel marmo o nel dipinto. La mostra ruota intorno al

modello originale in gesso della “Danzatrice con i cembali”, eseguito 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista, restaurata grazie alla ditta Fassa Bortolo e al Bode Museum di Berlino che espone l’originale in marmo che fu eseguito per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij. Duran-te la Grande Guerra, l’opera era stata danneggiata da una granata nei cannoneggiamenti che colpirono Possagno a ridosso dal Monte Grappa, troncando braccia e cembali. Oggi a distanza di quasi cento anni, grazie a un processo inverso a quello tradizionale, è stata fatta la scansione cad del marmo di Berlino ricostruendo così le parti mancanti in gesso tramite la tecnica del reverse engineering. A questo la pulizia fi nale ha completato defi nitivamente il restauro. Un’esposizione di oltre cinquanta opere di gra-fi ca, scultura, disegno, pittura e gessi quali la “Danzatrice con le mani nei fi anchi, la “Danzatrice con dito al mento, “Ebe” e “Tersicore”, oltre a opere mai esposte come per esempio i campi neri incisi da Martino de Boni su modello delle tempere di casa Canova.

Gipsoteca Canova a PossagnoLA “DANZATRICE” RITROVA I SUI CEMBALI

TRE MOSTRE DA NON PERDERE

Al secondo piano di Casa dei Carraresi di Treviso, durante l’esposizione Manciù, è pos-

sibile visitare gratuitamente la mo-stra “Germinazioni e sinestesie” con opere di cinque artisti: Emilio Casarotto (Arcugnano 1942), Stefano Curto (Segusino 1966), Giuseppe Denti (Cremona 1939), Renate Füerst (Braunschweig 1941), Luciano Tonello (Vicenza 1960), e Carla Villani (Thiene 1948). Il titolo della mostra parte da due considerazioni: la sinergia di pittura e scultura con cinema, musica, danza, fotografi a nell’ambito delle sinestesie che l’artista può far proprie attivando nel fruitore dell’opera connessioni che germinano potenzialità per visioni consapevoli e sensorialmente aperte. Fa-cendo una carrellata di queste interpretazioni artistiche diverse, si parte dalla scultura femminile di Casarotto dal richiamo arcaico e enigmatico, ai luccicanti lavori di Curto con Swarovsky, pietre, altri cristalli e presenze coralline, ai colori accesi e gli azzurri monocromatici di Denti, all’astrattismo della Füerst con un’esplosione di tinte ben equilibrato, a Tonello e le sue immagini che si susseguono a ritmo serrato con colti riferimenti, fi no alla Villani che con cromie particolari come l’ocra, il verde e il rosso etrusco ridisegna favole e nuove geografi e fantastiche. Dopo Eugenio Carmi e Giorgio Celiberti sempre nello stesso luogo, una mostra organizzata dall’Associazione artistica e socio-culturale ARTEFICIOlinea da vedere per apprezzare opere d’interessanti autori di diverse generazioni.

Contaminazioni artistiche “GERMINAZIONI E SINESTESIE”

La confettiera era il nome, fi n dal Quattrocento, del contenitore artistico che ve-

niva donato alle spose per i con-fetti. Invece dal Settecento in Francia viene coniato il nome di bomboniére. Nel 1896 in Italia la regina Margherita, per le noz-ze del fi glio Vittorio Emanuele di Savoia e Elena del Montenegro, da inizio alla tradizione che lega la bom-boniera al giorno delle nozze, come ricordo di un giorno di gioia, regalando una scatola d’argento a tutti gli invitati. Il vetro rappresenta un materiale con cui designer e artisti hanno ideato le bomboniere e in quest’ambito la mostra “Miniature di vetro. La bomboniera d’artista” a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Loredan, presenta 400 bomboniere provenienti da collezioni private fi no al 10 giugno. In scena l’evoluzione delle bomboniere dagli anni ’30 con ciotole di grosso spessore, a quelle bizzarre e provocatorie dei ’50, fi no al cambiamento in oggetto decorativo di varia forma non contenente più i confetti in quanto posti ora in un sacchettino separato, sistema tutt’ora utilizzato. Non solo produzione veneziana con Barovier & Toso, Seguso, Venini, Carlo Scarpa ma una buona rappresentanza della produzione mondiale d’artista con i designer nordici degli anni Sessanta da Tapio Wirkkala a Bertil Vallien, lo Studio Glass americano con Dale Chihuly, l’Australia con Clare Belfrage e Jane Bruce infi ne Yoichi Ohira. E’ stata creata una sezione con artisti italiani che hanno ideato pezzi unici ironici e provocatori sul tema del matrimonio e della bomboniera.

Palazzo Loredan, VeneziaFINO AL 10 GIUGNO, 400 BOMBONIERE D’ARTISTA

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Page 30: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

24 Sì, viaggiare

Il conto alla rovescia è già iniziato. Il Sa-lento attende con ansia la notte del 25 agosto. E’ la Notte della Taranta, la

notte del raduno dei centomila nelle piazze e nelle vie di Melpignano. Il Festival della Notte della Taranta è giunto alla quindicesi-ma edizione, in un crescendo di numeri che fa capire quanto questi eventi di musica, danza e tradizioni popolari arrivino dritti al cuore della gente, mantendendo intatto nel tempo il loro fascino magnetico. Il festival, in due dense settimane di eventi, coinvolge ben 14 comuni della zona. Siamo in un angolo di Puglia dove si parla ancora greco. Sì, greco. Un greco antico che si chiama Griko ma che i greci di oggi capiscono perfettamente. Que-sto angolo di Puglia è la Grecìa salentina. Sì scrive proprio così, con l’accento sulla i. Nove comuni soltanto, poco a sud di Lecce e vicino ad Otranto: Calimèra, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. Ma nel XVI secolo il Griko era parlato in gran par-te del territorio salentino. In Italia solo nella zona di Bova, in provincia di Reggio Calabria, esiste un’altra comunità ellenofona. Le comu-nità grike del Salento sono animate dall’attivi-tà di tante associazioni culturali, impegnate a valorizzare il patrimonio ancestrale di questa lingua sopravvissuta nel tempo. Come sono sopravvissuti certi riti religiosi, certi canti po-polari e certe danze, la più famosa delle quali

è la “pizzica tarantata”, usata per curare dal morso della tarantola (il temuto ragno). Pizzica che è il moto irrefrenabile che anima la lunga notte della Taranta.

Ma nella Grecìa salentina, che qualche tempo fa ha ricevuto anche la visita uffi ciale del presidente greco Kostis Stefanopoulos, sono sopravvissute anche antiche costuman-ze gastronomiche. Di natura popolare, natu-ralmente. Tradizioni che possono essere il fi lo conduttore di un turismo “slow”, culturalmen-te motivato. Non può mancare la mussakà a base di patate, pietanza che è parente stretto del piatto simbolo della penisola ellenica. All’insalata grika e alla salsiccia è dedicata persino una sagra, quella di Martignano, che si svolge ai primi di luglio, preambolo alla fe-sta del patrono San Pantaleo di fi ne luglio e al lungo festival della Notte della Taranta. Un contributo forte al mantenimento di queste tradizioni gastronomiche (ma anche di quel-le culturali) lo dà il Parco Turistico Culturale

Palmieri che ha sede nel Palazzo Palmieri di Martignano. Nell’insalata grika esplodono tutti profumi del Mediterraneo: pomodori, “minunceddhe” (cetrioli), peperoni, cipolla bianca, peperoncino piccante, rucola selvati-ca, olive nere alla “capasa”. E ancora: cap-peri, origano, cacioricotta. Tutto condito con il profumatissimo olio extravergine d’oliva locale, frutto di quegli ulivi monumentali che adornano il territorio. La salsiccia, la gustosa salsiccia artigianale locale, fa da contorno all’insalata, sovvertendo per una volta i ruoli. Ma l’insalata grika può essere abbinata an-che agli ottimi latticini della zona e al pane casereccio, cotto su forni alimentati da legna “profumata”. Un panorama dei sapori locali lo si trova all’agriturismo Masseria Chicco Rizzo di Sternatia, una monumentale, ele-gante e raffi nata masseria di pietra chiara che combina gusto ed eleganza.

Per chi voglia approfondire la cultura gri-ka l’associazione Kaliglossa di Calimera ha

Il Salento greco che balla la pizzica

PUGLIA

IMMAGINI DELLA PIZZICA CHE ANIMA LA NOTTE DELLA TARANTA A MELPIGNANO. SOTTO: TIPICITÀ LOCALI, CASTRIGNANO DEI GRECI, LA MASSERIA CHICCO RIZZO, L’EX TRIBUNALE A

NARDÒ E UN FRANTOIO IPOGEO A PRESICCE

OSPITALITÀ SEMPLICE NELLE CASE

A Vignacastrisi, piccolo borgo alle porte di Castro, 16 piccole strutture turistiche si sono costituite in associazione offrendo diverse proposte di ospitalità. Denominatore comune il calore dell’accoglienza salentina. Si va dalle dimore di charme, come il Palazzo Guglielmo di piazza Umberto I, alla casa vacanze, all’affi ttacamere, all’agriturismo al B&B ricavato nelle abitazioni, dove si è a contatto con la gente del posto. Il mare è a due passi. “Il rapporto qualità-prezzo, la genuinità dei nostri prodotti e il calore e la semplicità dell’accoglienza - dicono al B&B Il Melograno - hanno colpito quanti arrivano a Vignacastrisi per la prima volta”. Infi ne una dritta gastronomica: il ristorante Zio Tom di Santa Maria di Leuca (nella foto), pesce in riva al mare poco lontano dal faro del capo. Gestione familiare e tanta qualità nel piatto.

un sito sempre aggiornato (www.kaliglossa.it). Ultimamente sta pubblicizzando il Premio Dafne, che è un concorso di poesia, canzone e teatro in lingua grika, e una scuola di lin-gua grika che inizierà a ottobre. Una vitalità culturale che è garanzia di sopravvivenza per questo straordinario relitto linguistico, miraco-losamente conservatosi nei secoli nel Salento.

Due escursioni consigliate per chi dalla Grecìa Salentina volessre approfondire la conoscenza del Salento più vero: Nardò e Presicce. Nardò è un trionfo del barocco. Il suo centro storico è una bomboniera ricamata nella pietra, ricca di palazzi e chiese. A lungo la cittadina rivaleggiò con Lecce sul piano ar-tistico e culturale. La cattadrale, il cui primo nucleo risale al 1090, è il punto di partenza ideale per l’escursione nel centro storico, che raggiunge il suo clou di interesse a Piazza Salandra, straordinaria quinta di edifi ci baroc-chi. Poco lontano si erge la cosiddetta Osan-na, singolare costruzione del 1603 a edicola.

Nelle vicinanze di Nardò sorge il parco natu-rale di Porto Selvaggio con la sua preziosa oasi naturalistica. Presicce è la città degli ipo-gei e dell’olio lampante. Da non perdere la città sotterranea, ovvero il sistema di frantoi ipogei, unico in Italia per ampiezza e fascino, disseminato fra piazza del Popolo e le strade del centro storico. In quei frantoi sotterranei si produceva l’olio utilizzato per alimentare l’illuminazione pubblica. Veniva venduto in anche all’estero. Le condizioni di vita in quei frantoi erano terribili. Gli operai salivano in superfi cie solo in occasione della grandi feste. Le perle di Presicce sono il Palazzo Ducale con il Museo Demoantropologico, il Museo della civiltà contadina e la Chiesa della Madonna degli Angeli che sorge in posizione appartata, vicino ad un B&B di charme, il “Giardino degli angeli”, dove si produce anche un ottimo olio extrarvergine di oliva. Poco lontano sorge la lunga spiaggia delle cosiddette “Maldive del Salento”, dalla sabbia bianchissima.

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313131Sì, viaggiare24 Sì, viaggiare

Il conto alla rovescia è già iniziato. Il Sa-lento attende con ansia la notte del 25 agosto. E’ la Notte della Taranta, la

notte del raduno dei centomila nelle piazze e nelle vie di Melpignano. Il Festival della Notte della Taranta è giunto alla quindicesi-ma edizione, in un crescendo di numeri che fa capire quanto questi eventi di musica, danza e tradizioni popolari arrivino dritti al cuore della gente, mantendendo intatto nel tempo il loro fascino magnetico. Il festival, in due dense settimane di eventi, coinvolge ben 14 comuni della zona. Siamo in un angolo di Puglia dove si parla ancora greco. Sì, greco. Un greco antico che si chiama Griko ma che i greci di oggi capiscono perfettamente. Que-sto angolo di Puglia è la Grecìa salentina. Sì scrive proprio così, con l’accento sulla i. Nove comuni soltanto, poco a sud di Lecce e vicino ad Otranto: Calimèra, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. Ma nel XVI secolo il Griko era parlato in gran par-te del territorio salentino. In Italia solo nella zona di Bova, in provincia di Reggio Calabria, esiste un’altra comunità ellenofona. Le comu-nità grike del Salento sono animate dall’attivi-tà di tante associazioni culturali, impegnate a valorizzare il patrimonio ancestrale di questa lingua sopravvissuta nel tempo. Come sono sopravvissuti certi riti religiosi, certi canti po-polari e certe danze, la più famosa delle quali

è la “pizzica tarantata”, usata per curare dal morso della tarantola (il temuto ragno). Pizzica che è il moto irrefrenabile che anima la lunga notte della Taranta.

Ma nella Grecìa salentina, che qualche tempo fa ha ricevuto anche la visita uffi ciale del presidente greco Kostis Stefanopoulos, sono sopravvissute anche antiche costuman-ze gastronomiche. Di natura popolare, natu-ralmente. Tradizioni che possono essere il fi lo conduttore di un turismo “slow”, culturalmen-te motivato. Non può mancare la mussakà a base di patate, pietanza che è parente stretto del piatto simbolo della penisola ellenica. All’insalata grika e alla salsiccia è dedicata persino una sagra, quella di Martignano, che si svolge ai primi di luglio, preambolo alla fe-sta del patrono San Pantaleo di fi ne luglio e al lungo festival della Notte della Taranta. Un contributo forte al mantenimento di queste tradizioni gastronomiche (ma anche di quel-le culturali) lo dà il Parco Turistico Culturale

Palmieri che ha sede nel Palazzo Palmieri di Martignano. Nell’insalata grika esplodono tutti profumi del Mediterraneo: pomodori, “minunceddhe” (cetrioli), peperoni, cipolla bianca, peperoncino piccante, rucola selvati-ca, olive nere alla “capasa”. E ancora: cap-peri, origano, cacioricotta. Tutto condito con il profumatissimo olio extravergine d’oliva locale, frutto di quegli ulivi monumentali che adornano il territorio. La salsiccia, la gustosa salsiccia artigianale locale, fa da contorno all’insalata, sovvertendo per una volta i ruoli. Ma l’insalata grika può essere abbinata an-che agli ottimi latticini della zona e al pane casereccio, cotto su forni alimentati da legna “profumata”. Un panorama dei sapori locali lo si trova all’agriturismo Masseria Chicco Rizzo di Sternatia, una monumentale, ele-gante e raffi nata masseria di pietra chiara che combina gusto ed eleganza.

Per chi voglia approfondire la cultura gri-ka l’associazione Kaliglossa di Calimera ha

Il Salento greco che balla la pizzica

PUGLIA

IMMAGINI DELLA PIZZICA CHE ANIMA LA NOTTE DELLA TARANTA A MELPIGNANO. SOTTO: TIPICITÀ LOCALI, CASTRIGNANO DEI GRECI, LA MASSERIA CHICCO RIZZO, L’EX TRIBUNALE A

NARDÒ E UN FRANTOIO IPOGEO A PRESICCE

OSPITALITÀ SEMPLICE NELLE CASE

A Vignacastrisi, piccolo borgo alle porte di Castro, 16 piccole strutture turistiche si sono costituite in associazione offrendo diverse proposte di ospitalità. Denominatore comune il calore dell’accoglienza salentina. Si va dalle dimore di charme, come il Palazzo Guglielmo di piazza Umberto I, alla casa vacanze, all’affi ttacamere, all’agriturismo al B&B ricavato nelle abitazioni, dove si è a contatto con la gente del posto. Il mare è a due passi. “Il rapporto qualità-prezzo, la genuinità dei nostri prodotti e il calore e la semplicità dell’accoglienza - dicono al B&B Il Melograno - hanno colpito quanti arrivano a Vignacastrisi per la prima volta”. Infi ne una dritta gastronomica: il ristorante Zio Tom di Santa Maria di Leuca (nella foto), pesce in riva al mare poco lontano dal faro del capo. Gestione familiare e tanta qualità nel piatto.

un sito sempre aggiornato (www.kaliglossa.it). Ultimamente sta pubblicizzando il Premio Dafne, che è un concorso di poesia, canzone e teatro in lingua grika, e una scuola di lin-gua grika che inizierà a ottobre. Una vitalità culturale che è garanzia di sopravvivenza per questo straordinario relitto linguistico, miraco-losamente conservatosi nei secoli nel Salento.

Due escursioni consigliate per chi dalla Grecìa Salentina volessre approfondire la conoscenza del Salento più vero: Nardò e Presicce. Nardò è un trionfo del barocco. Il suo centro storico è una bomboniera ricamata nella pietra, ricca di palazzi e chiese. A lungo la cittadina rivaleggiò con Lecce sul piano ar-tistico e culturale. La cattadrale, il cui primo nucleo risale al 1090, è il punto di partenza ideale per l’escursione nel centro storico, che raggiunge il suo clou di interesse a Piazza Salandra, straordinaria quinta di edifi ci baroc-chi. Poco lontano si erge la cosiddetta Osan-na, singolare costruzione del 1603 a edicola.

Nelle vicinanze di Nardò sorge il parco natu-rale di Porto Selvaggio con la sua preziosa oasi naturalistica. Presicce è la città degli ipo-gei e dell’olio lampante. Da non perdere la città sotterranea, ovvero il sistema di frantoi ipogei, unico in Italia per ampiezza e fascino, disseminato fra piazza del Popolo e le strade del centro storico. In quei frantoi sotterranei si produceva l’olio utilizzato per alimentare l’illuminazione pubblica. Veniva venduto in anche all’estero. Le condizioni di vita in quei frantoi erano terribili. Gli operai salivano in superfi cie solo in occasione della grandi feste. Le perle di Presicce sono il Palazzo Ducale con il Museo Demoantropologico, il Museo della civiltà contadina e la Chiesa della Madonna degli Angeli che sorge in posizione appartata, vicino ad un B&B di charme, il “Giardino degli angeli”, dove si produce anche un ottimo olio extrarvergine di oliva. Poco lontano sorge la lunga spiaggia delle cosiddette “Maldive del Salento”, dalla sabbia bianchissima.

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IMPRESA

Non tutte le crisi vengono per nuocere

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inviate all’indirizzo [email protected]

Come diceva Einstein, i momenti di crisi sono pregni di grandi sofferenze, ma anche di grande impegno e di opportunità per costruire qualcosa di nuovo e di diverso. Questa recessione, che è una crisi fi nanziaria cagionata dallo sgonfi amento borsistico; ha causato grosse perdite patrimoniali alle banche, le quali hanno chiuso il credito, in primis alle aziende, e poi al credito più in generale. Queste diffi coltà hanno avuto il triste merito di mettere in luce le gravi carenze imprenditoriali del nostro tessuto produttivo. Essere bravi a fare o produrre qualcosa è una cosa molto diversa dall’essere imprenditore. Abbiamo dimostrato di non essere preparati a fronteggiare situazioni emergenziali economiche e commerciali nel medio o lungo periodo, senza l’intervento sostenitore delle banche e del governo. Governo che tratta i suoi cittadini come sudditi con un’oppressione fi scale che non ha uguali, che impone piani economici e fi nanziari alle amministrazioni locali che, essendo da sempre bacino di clientela per le imprese fornitrici, hanno accumulato verso di queste, grazie ai tagli o ai “patti di stabilità”, un debito spaventoso. Debito che ha messo ulteriormente in crisi le aziende

e le imprese. Il risultato si può chiaramente leggere nelle decine di suicidi di imprenditori onesti, che non hanno retto all’onta morale di aver perso tutto, dopo anni di lavoro e sacrifi ci. Innovazione poca, sviluppo zero, lungimiranza quasi nulla. Potrebbe essere questo il teorema su cui basa l’analisi del piccolo imprenditore attuale. Non è solo colpa dei cinesi, dei paesi emergenti, del governo o delle banche se la situazione che vive la nostra imprenditoria è così triste e diffi coltosa. Queste negatività hanno dimostrato che essere impresa al giorno d’oggi è una cosa ben diversa dal modello che abbiamo sempre perseguito. Ha messo in luce un modello di una micro imprenditoria isolata e isolazionista, polverizzata e dispersa. Incapace di assumere una dimensione, di diventare non solo un gruppo di imprenditori, ma anche una base sociale su cui lavorare, che sia in grado di porsi nel mercato con un modello più moderno e meno aggredibile. Tenutario di quelle tradizioni del lavoro che renderebbero più agevole difendersi in situazioni come questa. Invece si vanno a rincorrere disperatamente tutte le opportunità di lavoro in mercati sconosciuti, decidendo

di competere con aziende o imprese scorrette da essere escluse dal mercato. Invece di essere loro ad essere estromesse dal mercato. Sembra di essere di fronte alla teoria economica “Il mercato dei limoni” di Harkeloff, dove il mercato premia i peggiori e non i migliori. Qui i migliori non riescono a difendersi, anche grazie ad istituzioni assenti nel controllo e la tutela della qualità, all’assenza di normative di tutela per le imprese serie e corrette. Spesso siamo di fronte ad imprese che pur di sopravvivere sono scorrette, proponendosi a basso costo ed escludendo così i migliori, che sono onesti ed in regola. Ed in questo le associazioni di categoria hanno le loro responsabilità, che sono pesantissime. Essere imprenditore al giorno d’oggi è decisamente complicato. Servono istruzione, formazione, capacità interlocutoria e preparazione tecnica, lungimiranza e capacità gestionale. L’imprenditore di un mercato moderno deve avere la capacità di avere una dimensione d’insieme che lo portino ad uscire dal guscio o “dall’orto di casa”. Non basta più essere bravi a fare o produrre qualcosa. Bisogna creare la struttura aziendale, avere una strategia ed una tattica, dei piani marketing,

operativi o di trade marketing, organizzare il supply chain. Tutto questo spesso non c’è. Perché il piccolo imprenditore che costituisce la maggioranza del nostro tessuto sociale, ancora stenta a capire che la struttura è diventata importante tanto quanto saper fare bene una cosa. Molti non hanno la capacità di crearla per mancanza di conoscenza e di tempo o perché ha dei costi. Non c’è perché taluni ritengono che sia inutile “perché tanto mi arrangio io da sempre”. Abbiamo visto purtroppo i risultati. Ai colleghi che hanno deciso nell’oppressione del loro dolore di non essere più tra noi, dico solo “parce sepulta”, riposate in pace, nessuno qui pensa che siate stati dei vigliacchi, ma delle vittime. Ai colleghi che invece sono ancora qui, dico non mollate. Aggiornatevi ai tempi, fate squadra, abbandonate l’egoismo individuale, imprenditoriale e forcaiolo. Uscite dalla mentalità da bottegai. Lo dobbiamo per obbligo e dovere morali nei confronti di coloro che non ci sono più, affi nchè non si debba più dire a un collega “parce sepulta”…

A cura di Lorenzo Sartiè

i nostri Esperti323232

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Lo stress: principali modelli e risposte dell’organismoDott. Lara Tasso

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: [email protected]

Il termine stress è entrato a far parte a pieno titolo del nostro vocabolario e, purtroppo, anche della nostra vita. Ma sappiamo realmente cosa di cela dietro questo concetto?Tra i vari modelli di ricerca che cercano di spiegare lo stress, vi è quello dello stimolo, secondo cui le cause vanno ricercate nell’ambiente che pone richieste eccessive alla persona. Per esempio, secondo questo modello lo stress lavorativo è causato da un forte carico di lavoro e dalle diffi coltà a conciliare vita privata e occupazionale.Secondo il modello della risposta, invece, lo stress non è spiegato partendo dagli stimoli ambientali, bensì dall’esperienza provata dalla persona. Secondo questa prospettiva, lo stress è desunto da sintomi quali, per esempio, insonnia, mal di testa, problemi digestivi, che la persona sviluppa come risposta alle richieste esterne.Un altro modello, oggi dominante, è quello transazionale, che integra lo stimolo e la risposta in uno stesso processo: l’ambiente e

la persona non sono analizzati separatamente ma in reciproca interazione tra loro. Lo stimolo ambientale è percepito e valutato dalla persona, che mette in atto delle risposte fi siche, psichiche, emotive e comportamentali per far fronte alla situazione (coping). Tali risposte infl uenzano a loro volta l’ambiente esterno. Per esempio, di fronte ad un eccessivo carico di lavoro possiamo percepire la situazione al di fuori della nostra portata e le conseguenti risposte del nostro organismo saranno: aumento del battito cardiaco, sudorazione, dolori intestinali, mal di testa, insonnia etc. Possiamo decidere di non affrontare il compito o di svolgerlo in una situazione psico-fi sica non ottimale che comprometterà il buon esito del nostro lavoro. Non tutti reagiamo allo stesso modo di fronte allo stimolo: altri, infatti, possono percepire un eccessivo carico di lavorativo come una sfi da e rispondere con modalità psico-fi siche diverse dal caso precedente, che porteranno ad affrontare al meglio il compito anziché scappare da esso.

Non è l’evento in sé, quindi, a causare lo stress, ma l’interazione tra esso e la persona, con tutto il suo bagaglio di esperienze, di caratteristiche fi siche, biologiche, emotive, psicologiche. Il tutto, inoltre, è infl uenzato dal contesto in cui tale interazione avviene.Dopo aver incontrato i principali modelli sullo stress, vediamo ora come reagisce il nostro organismo davanti ad una situazione percepita come stressante. La prima fase è defi nita di ALLARME, ed è qui che l’organismo si prepara all’attacco o alla fuga dal compito o dalla situazione. La frequenza cardiaca aumenta, le pupille si dilatano, la digestione si interrompe, i muscoli si tendono. La seconda fase è la RESISTENZA, che si ha quando l’esposizione all’agente stressante è tale da far durare troppo a lungo i livelli di attivazione messi in atto nella fase di allarme. Per far fronte a questa fase il nostro organismo è costretto ad attingere a risorse aggiuntive, che sono sottratte a quelle necessarie al normale funzionamento corporeo, come la digestione o il mantenimento

del sistema immunitario. La terza e ultima fase è l’ESAURIMENTO, che avviene quando l’organismo non riesce più a far fronte a livelli così alti di attivazione e sviluppa seri problemi fi sici, psichici e comportamentali. A tutti sarà capitato di provare quanto descritto nella prima fase, e questo è del tutto normale e non comporta rischi per la salute. Provare livelli moderati di stress è, infatti, un fattore positivo, attivante. Il problema sopraggiunge quando si passa dallo stress buono (EUTRESS) e quello defi nito cattivo (DISTRESS), caratterizzato da un’eccessiva e prolungata attivazione dell’organismo. In questi casi la persona, oltre a sviluppare problemi fi sici, può mettere in atto comportamenti a rischio come l’abuso di alcool o sostanze, il gioco d’azzardo, eccessi di aggressività, non curanza delle norme sulla sicurezza.E’ quindi importante individuare i sintomi da stress eccessivo, cercando di staccare la spina e chiedendo aiuto a degli specialisti.

Page 33: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

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In caso di maltempo la manifestazione si terrà la domenica successiva

Comune di Padova

Comune di Este

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353535I nostri esperti

Michela Nuvoletto, avvocato del Foro di Padova

Per info su questo articolo [email protected]

Caro Stefano,se il contratto di locazione ad uso turistico che Lei aveva stipulato prevedeva che il canone di locazione non fosse onnicomprensivo, ma Lei si impegnava a corrispondere a parte le spese condominiali e le somme relative alle utenze per il periodo in cui Lei ha utilizzato l’appartamento dovrà corrisponderle.Infatti, a seguito dell’entrata in vigore della disciplina sulla locazione degli immobili urbani di cui alla l. 392/1978, l’obbligazione del conduttore, concernente il pagamento degli oneri accessori è divenuta parte integrante della struttura sinallagmatica del contratto, con la conseguenza che il suo inadempimento, solo ove superiore a due mensilità del canone, dà al locatore il diritto di ottenere la risoluzione del contratto, ma in ogni caso ha diritto di pretenderne la rifusione.In questo caso la locazione è cessata, ergo il proprietario ha diritto ad ottenerne la rifusione, il conduttore però ha diritto di ottenere dal locatore l’indicazione precisa e specifi ca delle spese condominiali, nonché prendere visione dei documenti giustifi cativi, ciò in base a precisa e concordante giurisprudenza.La documentazione che Lei potrà richiedere è la seguente: il bilancio consuntivo delle spese condominiali, naturalmente scomputando le eventuali voci che riguardano la straordinaria manutenzione, dividendo le somme per i mesi in cui Lei ha avuto possesso dell’immobile; l’esibizione delle bollette integre e non alterate relative ai mesi in cui Lei ha goduto dell’immobile ed eventuali altre fatture.Dopo di che, se tutto è regolare, Lei sarà obbligato a corrispondere le spese, naturalmente se Lei ha consegnato un assegno, può pagare le somme e chiederne la restituzione ovvero autorizzarne l’incasso e, se questo non fosse suffi ciente a coprire l’intero debito, aggiungere le somme corrispondenti, ricordandosi di farsi quietanzare per iscritto per le somme inferiori ad € 1000 pagate per contanti.

Questioni di Giustizia

RIVOLGITI ALL’AVVOCATO

Buongiorno Avvocato,ho preso in affi tto ad uso turistico per alcuni mesi nel periodo estivo un appartamento in una zona di balneazione, precisamente dal 1 maggio 2011 al 1 settembre 2011 da una società immobiliare, il contratto prevedeva il canone di locazione mensile e, a parte e alla fi ne, il pagamento delle spese relative alle bollette enel, gas e acqua.Premetto che ho pagato regolarmente tutto l’affi tto, ma ho lasciato un assegno in deposito cauzionale per il saldo delle spese suddette.Mi si è presentato il proprietario chiedendomi delle somme molto elevate a titolo di spese condominiali e utenze, senza però portarmi alcuna documentazione giustifi cativa.Sono obbligato a pagarle?Se le pago posso avere la restituzione dell’assegno?Stefano.

Per porre le domande all’avvocato: [email protected]

morti sui lavoro sono state 460, su cui hanno contribuito le assunzioni a giornata, le violazioni delle norme di sicurezza ed il lavoro sommerso. Lombardia, Emiglia Romagna, Sicilia ai primi posti di questa triste classifi ca seguite da Veneto e Toscana. Non sono le fabbriche il settore più colpito: il settore agricolo è quello in cui si verifi cano il numero maggiore di incidenti mortali e subito al secondo posto si trovano le costruzioni. Le fasce d’età più a rischio sono quelle di quarantenni e cinquantenni, il 43.1% delle morti bianche totali. Alto è anche il numero di vittime tra gli ultrasessantenni pari al 30.2%. Tra le cause di morte, principalmente c’è la caduta dall’alto (23.9%), seguita dal ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22%); dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (18.3%). Ma oltre alla tragedia per i lavoratori colpiti, vi è pure il dramma per i “responsabili” (o presunti tali)! E se è chiaro a tutti che si va a verifi care la prevenzione eseguita dal datore di lavoro dell’impresa edile, forse non tutti sanno che anche per il committente la normativa prevede delle responsabilità! Spesso il committente, per esempio un privato cittadino che intende costruirsi casa, non dispone delle conoscenze tecniche per verifi care che tutto sia in piena regola. La normativa principale per la sicurezza nei “cantieri temporanei ed edili” è il D.Lgs. 106 del 2009, che defi nisce fi gure e responsabilità. La normativa è complessa e di seguito andremo a riportare solo i punti principali che riguardano il committente. Il primo punto prevede che il committente, nei cantieri in cui vi è la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, contestualmente all’ affi damento dell’incarico di progettazione, DESIGNI IL “COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE”. In secondo luogo, al committente , è chiesto di VERIFICARE L’IDONEITÀ TECNICO-PROFESSIONALE delle imprese affi datarie, esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affi dare, con le modalità riportate nell’ All. XVII presente nel D.Lgs. stesso.Il terzo punto prevede che il committente richieda alle imprese esecutrici una DICHIARAZIONE DELL’ORGANICO MEDIO ANNUO per qualifi ca, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all’INPS, all’ INAIL e alle casse edili, nonché una DICHIARAZIONE RELATIVA AL CONTRATTO COLLETTIVO STIPULATO DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti. Infi ne il committente deve trasmette all’uffi cio tecnico comunale, prima dell’inizio dei lavori copia della “NOTIFICA PRELIMINARE”, il DURC delle imprese o dei lavoratori autonomi ed anche una dichiarazione che attestanti l’avvenuta verifi ca della documentazione elencata ai punti due e tre, sopra descritti.La normativa è complessa ed è consigliabile rivolgersi, prima di iniziare i lavori, ad un vostro tecnico di fi ducia, geometra, ingegnere o architetto per poter assicurare l’idoneo controllo sulla sicurezza del proprio cantiere.

Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: [email protected]

Sicurezza sul lavoro e obblighi del committenteL’ARCHITETTO

Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Torino: un operaio muore e due restano feriti dopo la caduta da un ponteggio (altezza di 40 metri!) nel cantiere per la costruzione di un inceneritore. I due feriti sono stati trasportati al Cto. e sul posto oltre il Pronto Soccorso sono subito intervenuti i Vigili del fuoco, Polizia e 118. Già lo scorso 3 marzo, nel medesimo cantiere, un caposquadra, era morto dopo un salto nel vuoto da 30 metri! I vigili del fuoco avevano ipotizzato il cedimento dell’ impalcatura del ponteggio ma secondo i sindacati, che hanno anch’essi effettuato un sopralluogo nel cantiere, la caduta è dovuta al cattivo fi ssaggio di un cassero. Il cantiere è stato prontamente sospeso per i rilievi, mentre gli organi di vigilanza cercano di fare chiarezza sulle qualifi che dell’impresa, la formazione dei lavoratori, le responsabilità dell’appaltatore ed anche del committente. Il numero delle “morti bianche” in Italia sembra in continua crescita, nonostante le campagne informative e le ispezioni degli Enti di vigilanza per la sicurezza dei lavoratori. Le fatalità esistono ma i numeri parlano d’altro: già nei primi mesi dell’anno scorso, le

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Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

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Chiave (5) - Il nome.............................

• “Ieri ho preso un cane per mia moglie” “Ah, sì? E dove fanno questi scambi?”• Fra fidanzati; “Caro, se tu mi amassi!” “Ma no, non aver paura che non ti amasso!”• Un signore dice a sua moglie: “Sai cara, ho pensato che questa sera non potrai venire a teatro con quella tua vecchia pelliccia.” “Oh tesoro!” Esclama tutta feli-ce la donna “E come hai risolto il problema?” “Ho comprato un solo biglietto!”• “Mia moglie ha perso la carta di credito” “E non hai sporto de-nuncia?” “No, perché ho scoper-to che il ladro spende di meno!”• Due pazzi al manicomio: “E se ci sposassimo? L’altro risponde: “Ma sei pazzo!?”• Luigi incontra Mirko: “Ehi Mir-ko, mia moglie ha letto “I tre por-cellini” e ha avuto tre gemelli, poi ha letto “Hansel e Gretel” e sono nati altri due gemelli!” “Luigi, scappo a casa!” “Perché?” “Mia moglie sta leggendo “La carica dei 101!””• Una donna confida alla sua amica: “Anch’io ho un marito che è pazzo di me! Peccato che non sia il mio.”• Tra amiche: “Sai qual è la diffe-renza tra un fidanzato e un mari-to?” “No quale?” “30 chili!”

• Una signora di una certa età torna a casa dopo essere stata dal parrucchiere. Trova il mari-to seduto in poltrona e gli dice: “Caro, non ti sembra che adesso con i capelli così corti, non sem-bro più una vecchia?” Il marito la guarda un po’: “Hai ragione, adesso sembri un vecchio.”• Un giorno una donna dice al marito: “Caro, sono passati 15 anni di matrimonio e se potessi tornare indietro nel tempo e fos-si di nuovo sola, sai con chi mi sposerei?” “No, con chi?” chie-de il marito. “Con te, tesoro!” “Questo è quello che credi tu.”• Ho spiegato a mio nipote cos’è il compromesso: se per le vacan-ze tua madre vuole andare al mare e tuo padre invece in mon-tagna, il compromesso è che si va al mare, ma il papà può por-tarsi gli sci.• Dialogo tra anziani coniugi: Marito: “Chi comanda in questa casa?” Moglie: “Io!” Marito: “Era solo una verifica!”• Un notaio alla vedova: “Nel testamento di suo marito c’è scritto: ‘Ti lascio’.” “’Ti lascio’ che cosa?” Domanda la donna con impazienza. E il notaio: “Niente. Dice soltanto ‘Ti lascio’.”• Molte mogli sono contrarie al divorzio perché non vogliono di-videre i soldi del marito con l’av-vocato.

Soluzioni:

Gli sposi

ANT - BEARBEE - CATCHEETAHCRABCROCODILEDEER - DOGDUCK - EAGLEFINCH - FLYFOX - FROGGIRAFFEJELLYFISHLIZARDMALLARDOWL - PIGSHARKSHEEPWHALEWOLF

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THE ANIMALS (gli animali) Impariamo l’inglese

I PUNTINI Colora gli spazi contraddistinti dai puntini

Aforismi sull’amore• L’amore è qualcosa di così profondo che mai si potrà definire. Chi ama, mai potrà dire quanto ama, è infinito come l’universo.• Amare è breve, dimenticare è lungo.• C’è tutta una vita in un’ora d’amore.

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• Una signora di una certa età torna a casa dopo essere stata dal parrucchiere. Trova il mari-to seduto in poltrona e gli dice: “Caro, non ti sembra che adesso con i capelli così corti, non sem-bro più una vecchia?” Il marito la guarda un po’: “Hai ragione, adesso sembri un vecchio.”• Un giorno una donna dice al marito: “Caro, sono passati 15 anni di matrimonio e se potessi tornare indietro nel tempo e fos-si di nuovo sola, sai con chi mi sposerei?” “No, con chi?” chie-de il marito. “Con te, tesoro!” “Questo è quello che credi tu.”• Ho spiegato a mio nipote cos’è il compromesso: se per le vacan-ze tua madre vuole andare al mare e tuo padre invece in mon-tagna, il compromesso è che si va al mare, ma il papà può por-tarsi gli sci.• Dialogo tra anziani coniugi: Marito: “Chi comanda in questa casa?” Moglie: “Io!” Marito: “Era solo una verifica!”• Un notaio alla vedova: “Nel testamento di suo marito c’è scritto: ‘Ti lascio’.” “’Ti lascio’ che cosa?” Domanda la donna con impazienza. E il notaio: “Niente. Dice soltanto ‘Ti lascio’.”• Molte mogli sono contrarie al divorzio perché non vogliono di-videre i soldi del marito con l’av-vocato.

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Page 38: La Piazza di Padova ovest - 2012apr n56

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO DITE STOP

AGLI ERRORI CHE DAN-NEGGIANO LA VOSTRA COPPIA.

SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-DIARE E RICOSTRUIRE · SALUTE LA SEDENTARIETÀ E LE RIPETUTE SOSTE AL RISTORANTE PENALIZZANO NON SOLO LA LINEA: ABBIATE MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11

FASCINO IL VOSTRO UMORE AL-

TALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE. PROVATE AD USCIRE DI PIÙ CON GLI AMICI E A CONOSCERE GENTE NUOVA· SALUTE LA FORMA È AL TOP, VA RIN-FORZATO L’EQUILIBRIO MENTALE CON ES-ERCIZI DI MEDITAZIONE E DI YOGA. NON SOTTOVALUTATE IL CONSIGLIO

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12FASCINO DINAMICI E IPERATTIVI NON VI FER-

MATE UN ATTIMO E RISCHI-ATE DI PERDERE DI VISTA CIÒ CHE È PIÙ IMPORTANTE NELLA VOSTRA VITA · SALUTE TROPPO SPESSO ARRIVATE A SERA ESAUSTI. FATEVI CONSIGLIARE DA ESPERTI DEI FIORI DI BEACH CHE POS-SANO AIUTARVI

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01

FASCINO ABILIS-SIMI NELLE TRATTATIVE CENTRATE TUTTI GLI OBIETTIVI MA, CONQUISTATO L’INCONQUISTABILE, URGE UN GESTO DIS-TENSIVO · SALUTE QUALCHE MALORE ALL’ORIZZONTE. E’ CONSIGLIABILE FARE UN CONTROLLO DAL DENTISTA E ANCHE DALL’OSTEOPATA

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO CUORE E SENSI SI

FONDONO MAGICAMENTE E VI REGALANO EMOZIONI MOZZAFIATO. IL DIALOGO CON L’AMATO NON È MAI

STATO COSÌ PROFONDO · SALUTE SE STATE PENSANDO DI ISCRIVERVI IN PAL-ESTRA PREFERITE LA PISCINA E IN PAR-TICOLARE L’ACQUA-GYM, LE CAREZZE DELL’ACQUA VI FARANNO BENE

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

FASCINO VI SENTITE BELLI E SEDU-CENTI COME NON ACCADEVA DA TEMPO. CALAMITATE GLI SGUARDI E SIETE OGGETTO DI AVANCE AUDACI · SALUTE E’ TEMPO DI DIETE: SIATE COSTANTI E CONVINTI CHE RAGGIUNGERETE GLI OBI-ETTIVI CHE VI SIETE POSTI. IL TRAGUARDO SPERATO VI ATTENDE

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO CON IL VOSTRO LUI FATE

PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MO-TIVI SONO FUTILI E DI FRONTE AI VERI PROBLEMI SIETE UNA COPPIA DI FERRO · SALUTE IMPONETEVI DI FARE UNA LUNGA PASSEGGIATA OGNI GIORNO PER CARICARE LA TENSIONE E RITROVARE SE-RENITÀ E GIOIA DI VIVERE

TORO DAL 21/04

AL 20/05FASCINO VOL-

A T E ALTO SULLE ALI DELL’AMBIZIONE. MA SE NON SAPETE CONCILIARE ENTUSIASMO E PRAGMA-TISMO FARETE LA FINE DI ICARO · SALUTE LA BELLA STAGIONE IN ARRIVO POTREBBE ACUIRE CERTE VOSTRE INTOLLERANZE E PROCURARVI PROBLEMI ALLA CUTE. FATE DEGLI ESAMI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO UN MESE

RICCO DI SVOLTE PER AFFARI E CARRIERA. IN AMORE POTETE RISCHIARE ANCHE L’IMPOSSIBILE, CUPIDO È CON VOI · SALUTE SIETE IN FORMA MA L’ARRIVO DEL CALDO POTREBBE FARSI SENTIRE. BERE MOLTA ACQUA E SALI MINERALI, VI AIUTERÀ IN OGNI SITUAZIONE

CANCRODAL 22/06

AL 22/07FASCINO I CONTRASTI NON

MANCANO E, A PEGGIORARE LA SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-CANASO. RISVEGLIATE L’EROS IN LE-TARGO! · SALUTE UN SANO REGIME DI DEPURAZIONE È QUEL CHE VI SERVE PER STARE MEGLIO. SIETE ARRIVATI A QUESTO PUNTO DELL’ANNO UN PO’ APPESSANTITI

LEONEDAL 23/07

AL 23/08FASCINO I PROGETTI AMBIZIOSI AFFONDANO NELLA BUROCRAZIA E TRASCINANO IL BUON

UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE ALLA COPPIA· SALUTE ABBIATE CURA DI VOI, ULTIMAMENTE NON SIETE AT-TENTI AL VOSTRO BENESSERE E IL FISICO NE RISENTE. FATE UN PO’ DI SPORT

VERGINEDAL 24/08AL 22/09FASCINO SIETE CARICHI DI ENERGIE CHE SAPETE GE-

STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-DOVI DOLCI SPAZI DI RELAX CON IL PATER CHE RINGRAZIA· SALUTE SE VI APPAS-SIONA FATICARE SUI PEDALI, QUESTO È IL PERIODO GIUSTO PER RIMONTARE IN SELLA E RITROVARE LA FORMA PERDUTA

Oroscopo

VERGINEVERGINEDAL 24/08DAL 24/08AL 22/09AL 22/09

STIRE AL MEGLIO RITAGLIAN-

LEONELEONEDAL 23/07DAL 23/07

AL 23/08AL 23/08

AMBIZIOSI AFFONDANO

TRASCINANO IL BUON UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE

DAL 22/06DAL 22/06AL 22/07AL 22/07

FASCINOFASCINOMANCANO E, A PEGGIORARE LA

SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FIC-

GEMELLIGEMELLI

TORO TORO

FASCINOFASCINOA T E ALTO SULLE ALI

ARIETEARIETEDAL 21/03DAL 21/03

AL 20/04AL 20/04

VOSTRO LUI FATE PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MO-

DAL 20/02

ACQUARIOACQUARIODAL 21/01DAL 21/01AL 19/02AL 19/02FASCINOFASCINO

FONDONO MAGICAMENTE

CON L’AMATO NON È MAI

AL 20/01AL 20/01FASCINOFASCINO

SAGITTARIOSAGITTARIODAL 23/11DAL 23/11

MATE UN ATTIMO E RISCHI-

AL 22/11AL 22/11FASCINOFASCINO

VOSTRO UMORE AL-TALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE.

BILANCIABILANCIADAL 2 3/09DAL 2 3/09

AGLI ERRORI CHE DAN-NEGGIANO LA VOSTRA COPPIA.

SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-

UN MESE IN CUI GIOCARE A MESCOLARE LE FANTASIE MA MAI I COLORI A CONTRASTO: UN SOLO GIOIELLO MA IMPORTANTE È IL SEGRETO PER LA FELICITÀ

38 Oroscopo3838 Oroscopo

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BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO DITE STOP

AGLI ERRORI CHE DAN-NEGGIANO LA VOSTRA COPPIA.

SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIME-DIARE E RICOSTRUIRE · SALUTE LA SEDENTARIETÀ E LE RIPETUTE SOSTE AL RISTORANTE PENALIZZANO NON SOLO LA LINEA: ABBIATE MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE

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AL 22/07FASCINO I CONTRASTI NON

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