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LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI VITA UTILE DELLE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO E FORNITURE IN SERVICE

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LA POSIZIONE ASSOCIATIVA IN TEMA DI

VITA UTILE DELLE APPARECCHIATURE DI LABORATORIO E FORNITURE IN SERVICE

Z LA PREMESSA PAG. 2

Z VITA UTILE RESIDUA E DURATA DELLA FORNITURA: LE APPARECCHIATURE RICONDIZIONATE PAG. 3

Z CONCLUSIONI PAG. 5

INDICE

La proposta che segue riguarda possibili interventi in fase di acquisto di di-spositivi medico-diagnostici in-vitro ispirati a una possibile razionalizzazione della spesa nei laboratori di analisi1.

La premessa

Le forniture nell’ambito della diagnostica in-vitro di test e strumenti per lo svol-gimento delle analisi di laboratorio hanno tipicamente per oggetto l’acquisi-zione dei reagenti, strumenti e test di controllo necessari per lo svolgimento delle analisi diagnostiche.

Tipicamente le apparecchiature e la strumentazione di analisi non vengono acquistate da parte del laboratorio, bensì sono date in uso dal fornitore per la durata del contratto, che ne garantisce il mantenimento delle caratteristi-che funzionali e prestazionali.

Il concetto di vita utile di una apparecchiatura dipende da vari fattori, tra i quali il naturale degradamento dei materiali e gli aspetti di manutenibilità quali la disponibilità delle parti e dei componenti per la rimessa in servizio. Fattori questi che determinano la piena utilizzabilità dell’apparecchiature so-lamente per un tempo determinato e finito.

Poiché spesso la durata del contratto è inferiore alla vita effettiva dello stru-mento, a conclusione del contratto, l’apparecchiatura ricondizionata, ve-rificata e certificata, potrà essere riutilizzata nell’ambito di una differente fornitura. Naturalmente, per permetterlo, la procedura di ricondizionamento deve essere documentata dal costruttore e la funzionalità dell’apparecchiatu-ra deve rispondere agli standard qualitativi del fornitore.

A titolo di esempio, riportiamo alcune operazioni che dovrebbero essere ese-guite (e documentate) dal fornitore nell’ambito di una attività di refurbishment delle apparecchiature:

• ispezione generale dello strumento una volta rientrato in sede • eventuale sostituzione delle parti più usurate (la cui lista deve far parte del-la procedura) e aggiornamento all’ultima revisione software disponibile

• verifiche funzionali dello strumento

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1Questo senza entrare nel merito degli aspetti organizzativi, campo nel quale risulterebbe essenziale il parere e la valutazione da parte dei Professionisti di laboratorio.

APPARECCHIATURE IDV RIGENERATE

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Ne deriva che gli standard operativi delle strumentazioni non subiscono al-cuna diminuzione, in quanto garantite di fatto come pari al nuovo. Peraltro, poiché la responsabilità del buon funzionamento delle strumentazioni resta in capo al fornitore (ad eccezione dell’uso inappropriato e in caso di dolo), ne deriva di fatto l’equivalenza tra apparecchiature nuove e ricondizionate in termini di responsabilità per l’Ente.

In base a quanto descritto, ne consegue che la vita utile delle apparecchiatu-re fornite ai laboratori nell’ambito dei contratti di diagnostici in-vitro rappre-senta una determinante per l’Impresa fornitrice, che ne rimane proprietaria, ai fini dell’ammortamento dei loro costi di produzione o di acquisto.

Questo in particolare per le apparecchiature di ultima generazione.

Peraltro, tali considerazioni restano valide anche nel caso in cui le apparec-chiature - anziché fornite in uso nell’ambito di un contratto di service (assieme cioè ai reagenti) - fossero affittate, piuttosto che acquisite in leasing.

Vita utile residua e durata della fornitura: le apparecchiature ricondizionate

In un contesto come quello attuale, che richiede alle strutture sanitarie e ai laboratori (sia pubblici che privati) la massima attenzione nell’utilizzo delle risorse e il contenimento dei costi, anche i requisiti espressi a livello di capi-tolato, relativamente alla vita utile residua delle apparecchiature da fornire per la durata contrattuale, possono risultare rilevanti.

In particolare, la richiesta di apparecchiature che siano esclusivamente nuo-ve di fabbrica non rappresenta di fatto un vantaggio per l’Ente mentre rap-presenta sicuramente un costo per il fornitore che si troverà a non poter riutilizzare apparecchiature con vita utile residua e dunque ad accelerarne l’ammortamento.

Vista la differenza tra il ciclo di vita tecnologico dell’apparecchiatura e la durata contrattuale, l’impossibilità di fornire macchine ricondizionate di tec-nologia corrente determina quindi un aggravio di costi anche per gli Enti appaltanti.

Va notato infine che il disporre di apparecchiature di ultima generazione per il laboratorio è indipendente dal fatto di richiedere o meno apparecchiature che siano solamente nuove di fabbrica, anziché “pari al nuovo” (ossia rige-nerate o refurbished).

Per quanto riguarda le caratteristiche della strumentazione, si ritiene debba essere compito dei professionisti amministrativi coordinarsi con il referente clinico/tecnico nelle scelta, al fine di poter avere un risparmio per efficienza e appropriatezza nella richiesta.

In questo senso, anzi, criteri adeguati di valutazione che valorizzino l’inno-vazione e la qualità sono da preferire a quelli centrati sugli aspetti economici e mirati al massimo risparmio.

In sostanza, tra i diversi fattori (quali ad esempio il grado di modernità delle apparecchiature, la loro capacità operativa e la necessità più o meno fre-quente di interventi manutentivi) deve sussistere un equilibrio ai fini dell’otti-mizzazione delle risorse economiche investite e per massimizzare l’efficienza nell’utilizzo di questi asset strumentali, ad alto valore tecnologico ed econo-mico.

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APPARECCHIATURE IDV RIGENERATE

Conclusioni

• Nell’ambito delle forniture di diagnostici in-vitro, l’ottimizzazione delle ri-sorse economiche e il contenimento dei costi per i laboratori, non devono essere attuate attraverso la mera ricerca del massimo ribasso sui prezzi della fornitura e, allo stesso tempo, alla richiesta di fornire apparecchiatu-re nuove di fabbrica. Tale pratica comporta il rischio di acquisire appa-recchiature non adeguate sia dal punto di vista delle esigenze dell’utiliz-zatore, sia dal punto di vista qualitativo;

• l’ottimizzazione delle risorse economiche ed il contenimento dei costi per i laboratori deve necessariamente comportare un’accurata valutazione dell’appropriatezza delle soluzioni tecnologiche richieste, ivi compresa la corretta valorizzazione dell’innovazione nelle soluzioni (apparecchiature e servizi integrati);

• posto che i fornitori siano in possesso di una procedura di ricondiziona-mento documentata e che tale procedura venga scrupolosamente appli-cata, prestazioni e sicurezza non vengono messe a rischio qualora le apparecchiature - di tecnologia corrente - siano ricondizionate anziché nuove di fabbrica;

• di conseguenza, la possibilità di offrire anche macchine ricondizionate che rispettino i requisiti di prestazioni e sicurezza richieste, permetterebbe ai fornitori di non doversi sobbarcare costi ingiustificati, che necessaria-mente si andrebbero a riverberare sul laboratorio stesso.

Gennaio 2014

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