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La Stagione Delle Belve La Vera Storia Del Clan Dei Marsigliesi Dietro il volto del cileno si nasconde il francese Jacques Renè Berenguer, nato a Saint Margin il 27 ottobre 1936, un malvivente di fama internazionale. Albert è invece Albert Bergamelli, molto più in Italia che in Francia- di cui è originario (nato a Vitry sur Seine il 6 settembre 1939) – protagonista della rapina a via Monte Napoleone, a Milano, nel 1964. Pag 21 Dal 1973 in poi, con l’unione a Roma delle <<tre B>> (Berenguer, Bergamelli e Bellicini 20), nasce al contempo un piano ben architettato: rendere la Capitale il centro di un nuovo tipo di criminalità, più organizzata e capillare. Pag 22 Ogni spiaggia è il risultato di rocce erose nei decenni. Pag 27 L’incremento del traffico è così rilevante che la Società delle Nazioni riconosce alla Francia il famigerato ruolo di centro nevralgico dello spaccio, primato conquistato in soli quindici anni. Marsiglia è il cuore. Un po’ come Palermo, dove però non esistono strumenti per lavorare l’oppio grezzo, che arriva già pronto da Taranto e Alessandria d’Egitto. Invece Marsiglia è dotata di tutto il necessario. Ecco allora che dall’Algeria e dalla Tunisia giunge l’oppio grezzo, in parte già lavorato a Torino. Ogni quaranta giorni, dai dock della Juliette, partono circa cinquanta chili di tabac blanc. Altri cinquanta partono da Palermo. Le destinazioni sono i cosiddetti mafiards del Mediterraneo: si mette già in preventivo che l’80% della merce in partenza non arriverà mai a destinazione. È così che i corsi acquisteranno sempre più potere. Pag 30 Marsiglia. Un’alleanza fra la Cia, il milieu e forme politico- sindacali. E un’unione contro natura l’unica barriera possibile per contrastare l’avanzata comunista. In cambio ci sono molti occhi

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La Stagione Delle BelveLa Vera Storia Del Clan Dei Marsigliesi

Dietro il volto del cileno si nasconde il francese Jacques Renè Berenguer, nato a Saint Margin il 27 ottobre 1936, un malvivente di fama internazionale.

Albert è invece Albert Bergamelli, molto più in Italia che in Francia- di cui è originario (nato a Vitry sur Seine il 6 settembre 1939) – protagonista della rapina a via Monte Napoleone, a Milano, nel 1964.Pag 21

Dal 1973 in poi, con l’unione a Roma delle <<tre B>> (Berenguer, Bergamelli e Bellicini 20), nasce al contempo un piano ben architettato: rendere la Capitale il centro di un nuovo tipo di criminalità, più organizzata e capillare. Pag 22

Ogni spiaggia è il risultato di rocce erose nei decenni.Pag 27

L’incremento del traffico è così rilevante che la Società delle Nazioni riconosce alla Francia il famigerato ruolo di centro nevralgico dello spaccio, primato conquistato in soli quindici anni. Marsiglia è il cuore. Un po’ come Palermo, dove però non esistono strumenti per lavorare l’oppio grezzo, che arriva già pronto da Taranto e Alessandria d’Egitto. Invece Marsiglia è dotata di tutto il necessario. Ecco allora che dall’Algeria e dalla Tunisia giunge l’oppio grezzo, in parte già lavorato a Torino. Ogni quaranta giorni, dai dock della Juliette, partono circa cinquanta chili di tabac blanc. Altri cinquanta partono da Palermo. Le destinazioni sono i cosiddetti mafiards del Mediterraneo: si mette già in preventivo che l’80% della merce in partenza non arriverà mai a destinazione. È così che i corsi acquisteranno sempre più potere.Pag 30

Marsiglia. Un’alleanza fra la Cia, il milieu e forme politico-sindacali.

E un’unione contro natura l’unica barriera possibile per contrastare l’avanzata comunista. In cambio ci sono molti occhi che si chiudono di fronte al commercio e alla lavorazione illegale di eroina tra Marsiglia e il Nord America: la cosiddetta French Connection.

Il crimine cambia pelle. Da strumento di protesta del malcontento popolare diventa una forma di potere di èlitePag 36

1963. Da ormai tre anni incombe l’incubo dell’Oas (Organisation de l’Armèe Secrète). Tutto ha a che fare con l’indipendenza dell’Algeria che, nei piani del generale Charles de Gaulle, è giusto non sia più sotto il giogo francese. Pag 39

Federico Umberto D’Amato.

Nato a Marsiglia nel 1919 da genitori napoletani, eccellente esperto di gastronomia, D’Amato era già stato agente segreto angloamericano alle dipendenze di James Angleton (Office of Strategic Service, in cui quest’ultimo era arruolato).

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Approdato alla Segreteria Speciale Patto Atlantico in qualità di sovrintendente, vero trait d’union fra Usa e Nato. È da sempre il coordinatore dell’Ufficio Affari Riservati.Pag 42

D’Amato. I suoi ordini non possono essere in alcun modo disattesi e tutti coloro che sono legati all’Oas trovano quindi appoggio logistico in Liguria, particolare nella zona fra Sanremo e Ventimiglia. A loro è riservato un trattamento. Particolarmente impegnata è la Polizia italiana, chiamata a un compito occulto di vera e propria difesa di queste persone dai barbouze, vale a dire dagli uomini (killer e agenti segreti) che la francese Section Action impegna per scovare <<i rivoluzionari>> e ucciderli sul posto. Pag 43

Primi anni Sessanta, su ordine di Enrico Mattei, il Sifar appoggi il Fronte di liberazione nazionale algerino. Pag 43 into Pag 44

Mattei attira su di sé le ire dell’Oas a tal punto da essere considerata, implicata nell’esplosione dell’aereo, nei cieli di Bascapè (Pavia)Pag 44

L’intenzione di creare un’unica struttura in grado di tenere assieme quei gruppi eversivi di Destra esistenti in Italia. L’esempio più importante è l’organizzazione <<O>>, ovvero <<Osoppo>>. Nacque con intenti partigiani di lotta contro i ripetuti episodi di violenze al confine con la Jugoslavia; fino poi a diventare un’organizzazione militare segreta chiamata <<organizzazione O>> e contando 256 ufficiali, 496 sottufficiali, 5.728 uomini di truppa. Successivamente venne integrata dalla Gladio, diventando <<Stella Alpina>>, addetta alla difesa del territorio dalle pericolose attività slavo-comuniste.

A Sinistra, fra il 1960 e il 1965 (come già dal ’48 al ’59) vi è un’ulteriore riorganizzazione di militanti, violenti nelle premesse, di cui il Partito comunista italiano è a conoscenza. In particolare nelle zone di Varese, Padova e Foggia <<formazioni paramilitari>>. La città e la provincia di Pisa sono invece considerate le <<incubatrici>> del terrorismo rosso che anni più tardi avrebbe recitato la propria parte in Italia. Pag 48

Armi dall’Est, sbarchi clandestini, munizioni e radiotrasmittenti distribuiti nei luoghi chiave caratterizzano l’attività paramilitare dei gruppi di Sinistra

Sifar. Giovanni De Lorenzo (capo del Sifar dal ’56 al ’62 e poi generale dell’Arma) (dal ’59) 157.000 fascicoli

È da questa perplessità che nasce, Piano SoloPag 49

Due eserciti clandestini

Lo scenario è complesso.

Intrecci

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È il caso della Francia dove ha luogo l’addestramento dei soldati segreti della <<Rosa dei venti>>Quella fra la Rosa dei venti e le Forze speciali francesi è una cooperazione molto intensa, sia in Francia sia all’estero. Chiamati in causa sono i paracadutisti del <<1 1eme Demi-Brigade Parachutiste du Choc>> che, talvolta, sono anche membri dell’esercito della Rosa dei venti. La stampa francese rivelerà l’utilizzo di apparecchi di comunicazione in Corsica <<vicino al quartier generale della Gladio italiana in Sardegna>>. Pag 50

Via Monte Napoleone<<sette uomini d’oro>>

Tre auto giungono all’incrocio fra via Monte Napoleone, via Verrie e via S. Andrea: due incidenti in rapida successione ed ecco che il caos prende vita. Con il volto mascherato giungono a bordo di una <<Giulietta>> rossa e due <<Giulia>> bianchePag 54

15 aprile 1964 tutto si svolte nel cuore della città

Gli occhi più freddi sono quelli di Albert Bergamelli, il capo. È lui a guidare la banda. Bergamelli, anche detto bocca pienaAveva ben pensato di ascoltare i consigli di un altro celebre bandito, Luciano Lutring, il solista del mitra.Pag 57

Una quarantina di bossoli di mitra calibro 9 mmPag 58

All’alba del 19 aprile

Da Torino <<Sulla base di una segnalazione partita da Genova, arrestato nel pomeriggio un noto bandito francese, il famigerato Albert Bergamelli>>.

Bergamelli ha la carta d’identitàIl nome è Albert Jacquet nascita è il 7 luglio 1939 Pag 62

Ottobre, nel 2000Arrigo MolinariCommissario di Polizia a Sanremo nei difficili anni Sessanta, poi vice questore a Genova negli Anni di Piombo sempre più su, fino a diventare questore a Nuoro e ispettore capo a Roma e a Milano.

C’è poi un’altra vita, vissuta fra quegli <<apparati ombra>>Pag 72

<<Perché quelle rapine rappresentavano veri e propri atti di terrorismo. Si spaventava la gente e si creavano i presupposti per innescare la reazione e facilitare il colpo di Stato.Pag 75

È il 21 marzo 1971, una data significativa per chi, come Vittorio Occorsio è ormai immerso nelle indagini sugli eventi che stanno scuotendo l’Italia.

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La strage di piazza Fontana è la seconda delle <<tre storie scottanti>> che gli spettano.

La prima, quella del tentato golpe di Giovanni De Lorenzo

I fascicoli raccolti dal Sifar, uomini politici spiati e piani orditi nelle segrete stanze per rovesciare l’ordine democratico: ce n’era abbastanza per capire che il <<Piano Solo>> non era una fantasia giornalistica

Occorsio aveva chiesto l’assoluzione per i due giornalisti. Invece nulla: erano stati condannati.Pag 82

Le altre due vicende, più complesse

Si sta chiudendo ormai l’istruttoria sulla strage a MilanoPag 83

Undici giorni prima c’era stata la perquisizione nell’ufficio di Mario Rosa, fedelissimo di Junio Valerio Borghese

Vittorio Occorsio inizia a brillare la scintilla dell’intuizione. Inizia pian piano a collegare i fatti del ’64, passando per la strage di piazza Fontana del ’69, fino al tentato golpe del ’71.

Qualcuno, dopo il terribile attentato a Milano, aveva cominciato a parlare. Era spuntato così l’avvocato Alberto Steccanella con un memoriale sotto il braccio. Conteneva quanto aveva da dire tale Guido Lorenzon, professore di Treviso.

<<Sono amico di Giovanni Ventura>>

Ma nella Procura di Treviso si stava per aprire il Vaso di Pandora della sottile linea nera.

Le borse di pelle acquistate a Padova.Il timer dell’ordigno veniva proprio da Treviso.Pag 85

Neofascisti del Nord-Est

In mezzo, l’inizio del processo contro Luigi Calabresi

Manifesti di rivendicazione dell’attentato. Portavano la firma degli anarchici. Ma l’Interpol, molto dopo la richiesta di verifica, aveva informato Milano che dietro c’era una mano internazionale.

<<E chi sarebbe?>>, aveva chiesto Calabresi<<Un’agenzia di stampa>><<L’Aginter Press, di Lisbona>>.

Quell’agenzia. Era coinvolta nelle vicende legate all’Oas. Lisbona era il centro internazionale che gestiva i gruppi neri.

Occorsio. La priorità di quelle ore è chiudere l’istruttoria a carico di Valpreda firmare il rinvio a giudizio. Nella lista tutti i protagonisti. E poi c’è un nome: Stefano Delle Chiaie. Accusato di falsa

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testimonianze. Nome è lo stesso che compare nell’inchiesta sul tenato golpe Borghese. Stefano Delle Chiaie è infatti il fondatore di Avanguardia Nazionale.

Il nome di Delle Chiaie in realtà era già circolato negli ambienti del Sid cinque giorni dopo l’attentato a Milano. La notizia però era rimasta soltanto internaPag 86

Jacques Berenguer il trait d’union. Genova. Banda <<dei Tunisini>>.Pag 88

<<taglieggiamento nei confronti di proprietari di night-club>>Pag 89

Gaspard Andrè Orland. Tunisini che, dopo Genova, stanno insanguinando Roma. Da un anno ha stretto accordi con il temuto Berenguer i suoi francesi.

Genova, Livorno ma anche Roma.Gaspar Orland muore dopo una settimana di agonia.Pag 90

Smith & Wesson ritrovata in via AlbanoPag 91

Jacques Renè BerenguerPag 92

La morte di Orland, per Berenguer, è solo la prima di altre storie che lo vedono protagonista.

L’8 luglio 1974 anche Roma lo rilascia, riconoscendo la sua innocenza nel delitto Orland. Pag 93

Banche di più nazioni.La banda del Mec.Bergamelli nel bel mezzo dei rapporti con la criminalità internazionale.Pag 95

Bergamelli, Jacques, Maffeo BelliciniPag 105

15 luglio 1975, quando Gelli consegnerà al banchiere Calvi la tessera nr. 20 dell’Ompam, organizzazione con l’obiettivo di condizionare i governi dell’America Latina, ottenere il riconoscimento dell’Onu e delle Grandi Logge internazionali. L’operazione Ompam è studiata di concerto tra Gelli e Josè Lopez Rega, massone con enorme potere in Argentina dopo la morte di Peròn.

Venerabile Argentina. Sin dal 1973 entra in contatto con la massoneria locale e passa al setaccio uomini delle Forze armate, ministri e ufficiali dei servizi segreti. 1973 Gelli è addirittura rappresentante della massoneria argentina in Italia, con tanto di passaporto diplomatico. Successivamente diviene

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console onorario argentino a Firenze, fino ad essere nel 1974 consigliere economico dell’ambasciata in Italia, garantendosi così l’immunità diplomatica.

Gli incontri agli inizi del 1975 tra Gelli e Calvi solidificano un rapporto che è invece già saldo con l’avvocato Umberto Ortolani.Dell’avvocato, già parte del Servizio informazioni militari (Sim) durante il ventennio fascista in ItaliaVicino alla Democrazia cristina in epoca repubblicana, il suo potere si esprime nella vicinanza al Vaticano, che gli vale la nomina a Gentiluomo di Camera del Papa e l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine di Malta, senza dimenticare i rapporti con il vescovo Paul Marcinkus.

La conoscenza di Gelli, avvenuta nel 1972, porta frutti soprattutto nella finanza e nell’editoria. Per quest’ultimo settore trova terreno fertile in America Latina, controllando i quotidiani <<Il Corriere degli italiani>>, <<L’Hora de Hitalia>> e <<Giornale d’Italia>>Pag 110

Argentina, Uruguay e Brasile. Acquistando la Banca Continental e il Banco Financiero Sudamericano.Pag 111

Gianni Bulgari

Il 13 marzo del 1975 l’autista lo attende alle 20:30 la grossa Fiat 132 grigio metallizzata per accompagnarlo a casa.

Alle 20:40 attraversa corso d’ItaliaQuattro uomini incappucciati a bordo di una vettura improvvisamente lo bloccano. L’azione è fulminea. È un rapimento.Pag 124

SequestratoriAvanzano una richiesta enorme per quel periodo: dieci miliardi di lire. Bulgari è un nome che richiama

Al 14 aprile quando, dopo la mezzanotte, Bulgari è di nuovo un uomo libero. <<Riscatto di oltre un miliardo>>, scrivono i giornali.Pag 125

10 giugnoLa vittima è eccellente: Amedeo Maria Ortolani, il presidente della società Voxson.

Sono appena le 8:50 quando la sua Fiat 132, condotta dall’autista personale, è fermata da due carabinieri. Un posto di blocco.

In pochi secondi i due uomini si sono già introdotti nell’autoSpunta un terzo uomo, vestito con una giacca bleu Accento franceseUn fazzoletto, imbevuto di etereQuest’ultimo è stordito ma ancora vigile.Pag 126

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Umberto Ortolani era riuscito comunque a soddisfare i desiderata dei rapitori. Infatti, il 20 giugno alle 20:45 il riscatto è pagato, come stabilito, nella cifra di 800 milioni di lire.Pag 131

Dopo il sequestro Ortolani è proprio Fernando Masone a riunire tutti i funzionari.Ennio Di FrancescoPag 132

Passa meno di un mese dalla vicenda Ortolani e a luglio avviene un altro sequestro. È quello dell’imprenditore edile Fabrizio Andreuzzi. <<Un altro della lunga serie>>.Si parte da Egidio Bonanni, sequestrato il 21 ottobre 1969. In quel caso a portarlo via erano stati alcuni pastori sardi a bordo della sua auto, poi catturati. Quattro anni dopo era stato il turno di Paul Getty jr., tra il 9 e il 10 luglio. Nipote del miliardario armatore, i rapitori erano stati <<costretti>> a tagliare un pezzo d’orecchio al ragazzo inviandolo giornale.Per Getty III tutto si era risolto per il meglio, con un riscatto pagato di circa due miliardi di lire.

Solo un mese dopo la liberazione di Bulgari, altro sequestro. Si era trattato di quello di Giuseppe Di Gennaro, consigliere della Corte di Cassazione, direttore dell’Ufficio studi e ricerche del ministero di Grazia e Giustizia. Il sequestro era avvenuto il 7 maggio, era capito che la natura era prettamente politica. Erano stati i Nap, chiedendo in cambio di essere trasferiti presso un carcere piemontese e la lettura di un proclama.

Nulla in confronto alla brutalità della vicenda di Claudio Chiacchierini, nipote di Francesco Parrillo, importante esponete della finanza italiana. Il 17 maggio in tre, mascherati, erano entrati nella villa del nonno paterno del piccolo Claudio, di appena 11 anni, a Torrimpietra. Il sequestro era durato diciassette giorni e la pista era quella sarda: 800 milioni di lire.

Per Andreuzzi, invece, servirà attendere dieci giorni circa prima del rilascio e due miliardi di lire come riscatto. E ancora, un altro sequestro va alle cronache ed è quello dell’armatore Giuseppe D’Amico.

Quest’ultimo verrà poi collegato alla vicenda Getty e i riflettori verranno puntati sul clan dei calabresi.

Sardi, calabresi, nappisti, francesi. Pag 136

Alfredo Danesi, figlio del celebre Giovanni

PunturaNarcotizzato<<Venerdì 10>>Pag 137

È giovedì sera, 9 ottobre 1975

Servono cinque miliardi di lire e niente Polizia fra i piedi<<facendo apparire su “Il Messaggero” l’annuncio seguente: “Vendesi villa Cortina d’Ampezzo con piscina e campi da tennis”>>.

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Senza tuttavia che gli inquirenti lo sappiano. La cifra da sborsare, alla fine, è di 750 milioni di lire.Pag 138

Tutto secondo i piani, con lieto fine.

Sono intercettati. La telefonata proviene dal bar Ciampino Le accortezze degli inquirenti, non porteranno ad alcuna svolta.

Vittorio Occorsio e Ferdinando Imposimato lavorano spalla a spalla per lottare contro un orologio che nessuno sa quando e dove potrebbe nuovamente far scoccare l’ora della mala.

Danesi e Andreuzzi, hanno visto il pagamento dei riscatti nei pressi della zona Aurelia.Grazie alle intercettazioni, sannoPag 139

Il 24 novembre 1975Alla periferia di Pomezia, alle 20:20 e al km 29 della via Pontina, un’Alfa Romeo targata LT sbarra la strada a una Fiat 124 targata L-60877. In quella macchina ci sono Angiolina Natale e Rita Maria, moglie e figlia del più noto farmacista Antonio Ziaco. Quattro uomini armatiLa trascinano nella loro autoPassano solo due giorniPag 140

Rapitori si fanno vivi, con una lettera vergata dalla stessa Angiolina e diretta al marito

La cifra è due miliardi di lireCarabinieri di Pomezia, provvedono a intercettare le comunicazioniIl riscatto concordato è di 260 milioni di lire.Si risolve al meglioPag 141

Ostia Lido, PoliziaLa zona è da tempo meta preferita per il contrabbando di sigarette e non soloControlli Il 5 dicembre 1975 alle 11:15

È una BMW, targata W-LH-567Poco convincenti nelle riposte: qualcosa non quadra agli occhi delle Forze dell’ordine. Occorrono altre controlliSi autorizza la perquisizione Antonia D’Andrea

All’interno dell’abitazione, oltre alla proprietaria, ci sono due uomini. Il primo è Claude Michel Rey, cittadino francese, il secondo è tale Guido Bellini, 38enne italiano che, risulta nato a Roma 6 agosto del 1938Il documento risulta artefattoA gravare sull’uomo è il possesso di una banconota da 100.000 lire. <<Cos’hanno di strano quei soldi?>>, chiederà poi Bellini<<Provengono dal sequestro Danesi>> Altri soldi rinvenuti appartengono invece al sequestro Ortolani.Pag 142

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L’uomo fermato dalla Mobile è Maffeo Bellicini, detto Lino, ricercato <<diverse imprese criminose>>.

Pablo Rodrigo Pena Torres (alias Lecaros Amenobar) il suo complice nei sequestri Ortolani e ZiacoPag 143

Passano appena tre mesi e Roma ripiomba nel terrore dei sequestri di persona. La vittima è Marina D’Alessio, figlia del costruttore edile Domenico. È il 12 febbraio, di un 1976 alle 9:15 quattro uomini piombano nel garage sottostante l’abitazione di Marina D’Alessio. I sequestratori violenza con percosse sostanza narcotizzanteAll’identikit di Albert Bergamelli, una A-112 abarth blu intestata a una profuga russa di ottant’anni, tale Iascia Valoscina.

Dieci miliardi di lire è la cifra richiestaAlla fine il riscatto sarà concordato in 500 milioni di lirePag 146

17 febbraio ’76 si presenta al commissariato Monteverde una donna.Scomparsa di mio marito, Pinna Antonio

Un anno e mezzo prima, protagonista delle rapine con Bergamelli. Pinna è <<l’uomo dell’autofficina>>, ripara spesso le auto dei protagonisti del milieu romano. 23 febbraio, un amico di Pinna, Pasquale Frattali, trova un biglietto all’interno di una macchina presente nell’autofficina. Pag 147

La scrittura: <<è quella di Antonio!>>Per la Procura il caso Pinna diventa la chiave Si fanno subito i primi nomi. <<Albert Bergamelli!>>La sparizione di Pinna, perché Pinna avrebbe rifiutato di partecipare al sequestro D’Alessio organizzato dallo stesso Bergamelli.Dallo stesso Pinna, Frattali avrebbe ricevuto confidenze sul sequestro Ziaco <<Guardi queste foto>>

<<Riconosco Antonia D’Andrea, Maffeo Bellicini e tale Rey Claude Michael>>Moglie di Pinna. Non solo Bergamelli, ma anche Antonio Mattei e Mariano Castellani erano parte del giro di frequentazioni del maritoPag 148

Nel mirino finiscono i conti bancari di Felicia Cuozzo. La trentasettenne contadina di Eboli è ora una donna d’affari gestisce patrimoni importanti

Da dove provengono quei soldi?Pag 151

Ma finisce nel mirino la villa di Sabaudia, la soffiata: lì vive la famiglia Bergamelli.

Ma dentro non trovano alcunoPag 152

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Elio CioppaPoliziottiBergamelli è colpito alla guancia destra con il calcio di una pistola.Il ganster finisce la propria corsaPag 155

Quello stesso 29 marzo, oltre all’arresto di Bergamelli, l’agenzia Ansa batte anche un’altra notizia rilevante: <<Arrestati generale Maletti e capitano Labruna>> nell’ambito delle indagini sulle <<trame nere>> legate alle vicende di piazza Fontana e del tentato golpe Borghese.

La coincidenza delle due notizie sembra quasi uno scherzo del destino

Il giudice istruttore Ferdinando Imposimato e il sostituto procuratore Vittorio Occorsio lavorano intensamente per capire chi ci sia dietro i sequestri che hanno terrorizzato Roma. Non regge l’idea che la <<solita>> criminalità organizzata abbia potuto creare una rete così intensa e ben protetta.

Occorsio non sfugge un articolo sul quotidiano <<l’Unità>>.

Per la prima volta si parla di una loggia occulta legata alle indagini sui Marsigliesi.

<<Il gruppo II P>>, <<godrebbe fama di orientamento conservatore e neofascista: farebbero parte personaggio di Arezzo, deputato missino, organizzatore di bande di picchiatori, ex procuratore generale della Repubblica. Quello che è più grave, vi sarebbero anche alcuni altri ufficiali, in servizio o a riposo>>.Pag 156

riciclaggio di denaro in banche italiane ed estere

nel momento in cui la banda sembra sere stata sgominata, irrompe un altro sequestro

l'11 maggio 1976, ore 20:45L'obiettivo è sequestrare il costruttore Renato Filippini.

Sanguinante alla testa, il portiere Antonio Angelini riesce conmunque a dara l'allarme.

Cifra del riscatto, concordato in 200 milioni di lire dopo trentotto giorni.Pag 157

la Polizia prova a utilizzare delle cimici ma senza riusciredopo pochissime ore Filippini è un uomo liberoL'inchiesta sul sequestro giunge a una conclusione che lascia tutti di sasso: Filippini avrebbe orrganizzato il sequestro.

A non convincere è il racconto dell'ingegnere, il 9 luglio scatta l'ordine di cattura nei suoi confronti per <<un'abile finzione ordita per fini estorsivi in danno del fratello Antonio e del padre Fernando Filipini>>.Carabinieri di Napoli, c'è un personaggio al quale da moltissimo tempo si dà la caccia, evaso dal carcere di Lecce e dunque latitante che si nasconde a Lavinio con il nome falso di Massimo Frasca

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Il suo vero nome è Massimo Panico e sarà lui a permettere di aprire un inquietante <<vaso di Pandora>>.

Panico fornisce i nomi della banda che ha operato il sequestro: Danilo Abbruciati, Paolo Frau, Aldo De Palma, detto il tedesco, Roberto e tale Robertino.

'76 si ritrova tra boss di primo livello

Gli serviranna una volta fuori dal carcere, tre anni dopo, per entrare nuovamente nel giro ma in qualità di boss della futura banda della Magliana.

Frau, detto Paoletto, è il suo assistente che opera, a Ostia.Al monopolio dell'usura del traffico di droga dei videopokerPag 158

l'attenzione è tutta per Panicolui si riconduce anche il sequestro Ziaco attraverso una villa a Fossignano di Apriliain un'altra villa, in via dei Mughetti 37 a Lavinio, si rinvengono armi, munizioni, narcotici e siringheNella terza villa, in via Santa Maria di Gallicano, erano stati detenuti vari sequestrati

Le indagini portano alla luce collegamenti importanti, come quello tra Francis Turatello e Giancarlo Lunadei

non c'è stata alcuna simulazione di reato di sequestro.Cadono le accuse contro Filippini, Santucci e gli altriPag 159

Secondo le indagini della Procura, a capo dell'Anonima Sequestri vi sono personaggi: Albert Bergamelli, Jacques Berenguer, Maffeo Bellicini, Francis Turatello, e Danilo Abbruciati.

Turatello, a Milano gestisce incontrastato le bische clandestine e il mercato della prostituzione

Ma già nel 1971 Turatello aveva trovato terreno fertile a Roma.

Da un furgone della Stefer era riuscito a prelevare 50 milioni di lire. Poi la fuga in Svizzera, un altro colpo e infine la cattura.

Negli anni in cui stringe affari con i Marsigliesi ha già le mani ben in pasta. Oltre l'amicizia con Domenico Balducci a metà anni Settanta, il contatto più rilevante è Giuseppe Pippo CalòPag 160

Occorsio si è sempre imbattuto in Ordine Nuovo nelle varie inchieste affrontate. È stato così per piazza Fontana per la vicenda Borghese, dell'arresto di centoventi membri di On, condannandoli per <<ricostituzione del disciolto partito fascista>> riducendolo ad associazione clandestina nel 1973.

<<Molti sequestri avvengono per finanziare attentati o disegni eversivi>>, dice Occorsio.<<Sono certo dietro i sequestri ci sono delle organizzazione massoniche e naturalmente esponenti del mondo politico. Stategia della tensione>>.Pag 161

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Il nome di Gelli, tra l'altro, emerge già in un'informativa in merito alle indagini sulla vicenda Borghese, laddove si parla di <<un centro Gelli>> operante a Bologna nel 1974 e parte del raduno a Bregnava di ex allievi Scuola Gnr.Pag 162

Stefano Delle Chiaie

Nel '76 è l'uomo di BorgheseQuasi vent'anni dopo si scopriràil suo nome in una lista di dodici ex <<collaboratori>> della Cia in Italia.

Ugo Ricci era stato invece il colonello coinvolto nella vicenda <<Rosa dei venti>>Diventanto generale, Ricci aveva preso contattato con Edgardo Sogno e Randolfo Pacciardi.Pag 163

il 10 luglio

Alle 8:45 Un commando di due uomini con una moto taglia la strada al magistrato tra via Mogadiscio e via del Giuba. Occorsio non fa in tempo a completare la curva in pochi attimi due scariche di mitra lo colpiscono, senza lasciargli scampo. Sono trenta i colpi sparati, tutti in calibro 9. I killer completano il lavoro portandogli via la borsa con i fascicoli sui sequestri di persona.

Autore di quello scempio è il nemico acerrimo di Occorsio: Ordine Nuovo.Pag 166

mese prima un altro orrore, brigatista, si era visto a Genova ai danni del magistrato Franceso Coco.

L'assassino di Occorsio sarà, per la verità processuale, il neofascista Pier Luigi Concutelli.Pag 167

<<Albert Bergamelli assolto per insufficienze di prove>>. Pag 171

Quattro omicidi e cinque sequestri. Il 20 agosto 1976 tutti i quotidiani italiani sparano in prima pagina. La notizia del giorno è la cattura del gangster per eccellenza, Jacques Renè Berenguer.

La sera prima, a New York, gli è stata tesa una trappola da due agenti della Narcotic Bureau, hanno finto di comprare droga da Jacky, fornito per l'occasione di ben cinque chili di cocaina pura: valore 170 milioni di lire.Pag 173

<<Rosa dei venti>>, associazione segreta creatasi all'indomani del mancato golpe Borghese. Per <<venti>>si intende il numero dei leader che compongono l'organizzazione, rispettivamente a capo di ulteriori organizzaioni e gruppi, tutti di Destra. Ma Rdv è anche il gruppo di soldati segreti addestrati in Francia, chiamato poi in causa nelle attività paramilitari di Gladio.Pag 174

Le indagini del magistrato padovano Giovanni Tamburino riveleranno connessioni interessanti. Fra tutte, quelle con Michele Sindona, considerato tra i finanziatori delle organizzazioni eversive

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neofasciste. Nell'indagine entrerà anche il colonnello Ugo Ricci, per via dei rapporti con il generale Francesco Nardella, il quale è molto vicino a personaggi chiave dell'organizazzione e che afferma di potere controllare e gestire gruppi di militari pronti a entrare in azione. Le indagini si allargheranno fino ad attentati importanti di matrice neofascista, tirando in ballo personaggi come Vincenzo Vinciguerra, uno dei due autori della strage di Peteano.Page 174 into Pag 175

Albert Bergamelli, addirittura supportato dal criminologo Aldo Semerari, massone e neofascista, in grado di far passare per <<incapace>> anche chi palesemente non lo è Eppure, neanche il suo aiuto servirà a salvare Bergamelli dalle sbarre. Abbruciati è invece ricoverato per epatite virale nel novembre 1978, all'ospedale Spallanzani di Roma, suscitando le ire del commissariato Di Francesco in quanto <<ieri Abbruciati e altri stavano per essere avvicinati da esponenti della malavita commune, tempestivamente intercettati dal personale della Squadra Mobile>>.Pag 175 into Pag 176

9 dicembre 1978 <<Bergamelli Albert, Berenguer Jacques Renè, Amici Angelo e Palermo Giacomo sono assolti da tutti i reati ad essi ascritti e duplice omicidio per insufficienza di prove>>.

Tocca rimboccarsi le maniche per l'Appello.

La corte d'Assise giunge a una prima sentenza il 13 luglio del 1979, tre anni esatti dalla morte di Occorsio.

Ma non c'è tempo per ricordare il giudice.

Il 12 luglio muore assassinato Giorgio Ambrosoli

Il 13 un'altra notizia tragica scuote il Tribunale. A finire assassinato stavolta è il colonnello Antonio Varisco. Mezz'ora dopo il delitto sono le Brigate Rosse a rivendicare l'agguatoPag 177

Quando i colpi sono esplosi contro Varisco è in lettura la sentenza della Corte d'Assise di Roma.

A Bellicini, Panico, Bergamelli e Berenguer sono riservate le condanne più dure, rispettivamente a venti, diciotto, sedici e quindici anni.

Un anno dopo in Corte d'Appello e confermata in Cassazione, sarà rincarata la dose. Per Bergamelli la pena salirà a ventidue anni, con risarcimenti in favore di Ortolani, Danesi e Ziaco.

Ben più clamorose le assoluzioni. Gian Antonio Minghelli, Francis Turatello e Danilo Abbruciati puliti dal: innocenti per la giustizia italiana.

La reazione di Albert Bergamelli, il giorno dopo la sentenza della Corte d'Assise sui sequestri, ne fregherà della pena comminata farà il testimone di nozze di Renato Vallanzasca, già amico di Berenguer nemico acerrimo di Turatello. In carcere si organizzerà la cerimonia e lui, l'abile Albert, elegante come sempre, permettendosi anche lì una vita da nababbo, brinderà, mangerà, si congratulerà con il bel Renè. Pag 178

Laudovino De Sanctis riesce a evadere dal carcere di Regina Coeli il 21 giugno 1980 e da lì ha inizio una uova stagione di terrore.

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La sera del 15 luglio 1980L'obiettivo è sequestrare Antonella Montefoschi, in quel momento in compagnia del fidanzato Massimo Venturini.

Ad agire sono Lallo lo zoppo e alcuni Sudamericani. All'aggresione, i giovani reagiscono.Parte un colpo, a morire all'istante è la Montefoschi

Passano quasi cinque mesi la banda torna in azione. È il 3 dicembre tre uomini mettono in atto il sequestro di Valerio Ciocchetti, direttamente negli uffici della sua azienda. Rapimento riesce.

Il 23 dicembre la cifra sborsata è 480 milioni di lire, quanto richiesto.Liberazione. Ma questa non avviene. Due mesi passano: il 27 febbraio 1981 nel fiume Tevere, all'altezza di Ponte Galeria, c'è un corpo ormai in avanzato stato di decomposizione. Ai polsi lungo il tronco due blocchi di cemento. È proprio di Valerio CiocchettiPag 179

altri due delitti sono Giacomo Palermo e Elisa Piazzalegati alla vicenda di piazza dei Caprettari testimoni scomodi.

Il 17 aprile '81 Lallo torna nuovamente in campo. Un altro <<re del caffè>>Giovanni Palombini nove di sera

Il 26 giugno sborsano 350 milioni di lire ma, l'ostaggio non viene liberato. Si teme che possa aver fatto la stessa fine di Ciocchetti.Una seconda telefonata richiede un ulteriore riscatto. I milioni sono 237, pagati il 10 agosto.

Di Palombini neanche l'ombraPag 180

il 28 ottobre 1981, quando il cadavere dell'uomo è ritrovato nella zona di Valmontone

l'uomo era già deceduto prima del pagamento del riscatto. La mente criminaledenaro, ne aveva progettato una sorta di <<raddoppio>>. Ibernando la vittima in un banale congelatore e spezzandogli le gambe per farlo entrare

Ma il vecchio Lallo non è sazio

il 17 luglio 1981

Mirna Corsetti, ha solo 13 anni.Il 20 settembre la famiglia della piccola paga il riscatto chiesto, somma che tocca gli 800 milioni di lire. Ma anche stavolta l'ostaggio non viene liberato.

I sospetti si indirizzano su Laudovino De Sanctis, evaso nel giugno dell'anno prima, in coincidenza con l'inizio dei sequestri sanguinari. Pag 181

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Dura ventiquattro ore ma è forsennata

De Sanctis non si aspetta che la Mobile abbia già individuato una villa a Lavinio: i militari fanno irruzione e lo trovano accanto alla sequestrata mente è incatenata, come accaduto ai suoi più sfortunati predecessori. Per lei la libertà.

Nella villa si trova di tutto

Nel gennaio del 1981 invece era avvenuto il rapimento di Alfio MarchiniPag 182

sequestriTra gli anni Settante e gli anni Ottanta il Italia se ne conteranno quasi seicento, la Sardegna la Calabria detenere il primato. Di <<qualità>> in Lombardia nel Lazio

Tra i presunti c'è anche quello di Michele Sindona, inscenato il 2 agosto 1979.le mosse ricattatorie nei confronti dei correntisi nomi cifre

Renderla nota significherebbe ricondurre ai principali partiti italiani cifre per decine di milioni di dollari.La magistraturasi adopera cercarla scopre Giuseppe Miceli Crimi, massone con entrature mafiose. Il tramite che porta: Licio Gelli.

Turone e Colombo spiccano un mandato di perquisizione negli uffici riconducibili al Venerabile.Potrebbe essere in possesso della compromettente lista dei cinquecento. Perquisizione del 17 marzoPag 183

Nel cassetto di un mobile ci sono le chiavi per aprire una scrivania e una valigia oggetto dell'indagine della Guardia di Finanza. Nella valigia le buste sigillate e gli elenchi di nominativi lasiano intendere che portebbe trattarsi di un vero tesoro investigativo: elenco. 962. Loggia P2

Otto giorni Forlani sono trasmessi i 962 nomi. Informare o no la stampa. Due mesi, un tempo che però permette a Gelli di portare lontano da altre perquisizioni sgradite altri documenti e liste.

Ordini di cattura. Il 20 maggio è il turno di Roberto Calvi

il 21 maggio anche il Parlamento finalmente viene a conoscenza degli elenchi rinvenuti. Il 22, è il turno dei mandati di cattura per Gelli. Peccato che il Maestro sia già, Iontanoè lui a custodire un preziosissimo fasciolo scomparso dalle carte dell'ex Sifar, si credeva perduto, intestato nientemeno che a Giuseppe Saragat, Presidente della Repubblica all'epoca dello scandalo Sifar. Pag 184

Col maggio '81 ha fine anche il governo Forlani

non possono mancare personaggi già coinvolti in scandali e stragi come il Piano Solo, piazza Fontana, golpe Borghese, Rosa dei venti.

Il primo a lasciare sgomenti è Elio Cioppa (tessera nr. 658)

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l'uomo che aveva sfondato la porta dell'albergo sull'Aurelia per arrestare, nel marzo '76, quell'Albert Bergamelli fino ad allora imprendibile.

Cioppa, era l'uomo informato della visita di Licio Gelli nell'ufficio di Occorsio (due giorni prima dell'attentato mortale) per approfondire la pista che stava seguendo. Dopo la morte di Occorsio, Cioppa era diventato funzionario del Sisde come vice del gernale Giulio Grassini attivamente partecipe alle vicende del caso Moro. Pag 185

C'è poi il maggiore Antonio Cornacchia accorso a Ponte Galeria la sera del ritrovamento del cadavere di topolino Tigani.

Negli anni precedenti (1978-1979) era intervenuto negli scottanti casi Moro e Pecorelli: lui era stato inviato un borsello riconducibile all'omicidio Moro e al falso comunicato del lago della Duchessa con riferimenti al delitto Pecorelli.

<<prevedibile>> presenza di Michele Sindona, si scoprono le affiliazioni di Osvaldo Minghelli (generale e padre di Gian Antonio, tessera nr. 142), Umberto Ortolani, già Venerabile della Loggia Lira e Spada, Aldo Semerari.

Il nome più clamoroso è quello di Gian Antonio Minghelli, segretario organizzativo dopo la nomina di Licio Gelli a Venerabile. Pag 186

Proprio lui, l'avvocato interrogato per ben sei volte da Occorsio nei giorni precedenti la morte.

Il gioielliere Gianni Bulgari ha il proprio negozio proprio sotto la sede della loggia massonica, su via Condotti.È forse il segno che anche i figli (i <<sequestrati>>, appunto) sapessero della messa in scena?

Il 1982 (27 aprile) sarà anche l'anno dell'attentato al numero due dell'Ambrosiano, Roberto Rosone, in cui a morire non sarà la vittima designata bensì Danilo Abbruciati.Pag 187

Il 23 agosto 1981 Turatello è nel carcere di Nuoro (Badu è Carros, Sardegna). Su ordine di Raffele Cutolo, boss della Nuova camorra organizzata, Pasquale Barra (detto <<'o animale>>), Salvatore Maltese, Antonio Faro e Vincenzo Andraous sferrano una sessantina di coltellate contro Faccia d'angelo. Turatello è ancora vico quando Barra gli apre il ventre e gli strappa il fegato a morsi.

I miliardari guadagnati facilmente a Roma nel biennio '75-76 hanno attirato l'attenzione delle mafie.Pag 190

(Bergamelli, Berenguer, Bellicini, Turatello, Abbruciati), chiamati a gestire i gregari di turno.

Il 1981 è la deadline che segna un punto di svolta.

A rimpiazzarli c'è la figura di Pippo Calò (Cosa nostra) che stringe accordi con il boss dell'ormai nata banda della Magliana, Danilo Abbruciati, personaggio riservato ma in contatto a sua volta con uomini del Sisde e del Sismi. Il 6 aprile 1982, tre giorni prima del suo rilascio dal carcere di Rebibbia, uomini dei Servizi vanno a trovarlo. Gli offrono protezione e lavoro. In un attimo riottiene patente, passaporto, soldi, macchine e liberta.

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È lui l'aggancio forte della banda della Magliana

penitenziario di Ascoli Piceno Albert Bergamelli pensa e ripense. Pag 191

Nello stesso penitenziario si mescolano uomini che hanno commesso diversi reati e qualcuno è finito lì per azioni di poco conto. Altri, come Paolo Dongo, sono in carcere per l'assassino del brigadiereil 31 agosto 1982

Alle 7:45 le guardie ordinano ai detenuti di uscire dalle celle per attività di controllo. Al secondo piano, lato destro, anche Bergamelli deve rispettare gli ordini. <<Spogliatevi!>>

Due minuti dopo, Albert è in uno stanzone assieme ad altri diciotto detenuti. La porta si chiude. Poi la perquisizione nella sua cella termina. Ma prima che la porta si riapra. Il rumore di una lama che viene estratta e poi un fendente secco alla gola: un taglio che gli apre la gola.

Pochi secondiPaolo Dongo l'assassino del super boss. Gli si piega addosso e sferra altri fendenti: trenta. Bergamelli era già deceduto: il coltello da caccia usato da Dongo, nascosto nel gambaletto di gesso del complice Ubando Maria Rossi, non gli ha lasciato scampo.Pag 192

fendenti non risparmiano neanche Jacques Berenguer quando nel 1990 lo raggiungono tra le mura del carcere di NizzaPag 194

<<pallino>> dei sequestri è passato. Droga, con fiumi di cocaina e hashish provenienti dal Sud America. Inizio aprile 2009, i Carabinieri a Frascati gli mettono le manettePag 195