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L’andamento dei conti pubblici in Italia Lezione 2 Scienza delle finanze – CLEP a.a. 2010-2011

Landamento dei conti pubblici in Italia Lezione 2 Scienza delle finanze – CLEP a.a. 2010-2011

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L’andamento dei conti pubblici in Italia

Lezione 2

Scienza delle finanze – CLEP

a.a. 2010-2011

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Visita guidata nei conti di finanza pubblica

• Perchè sono importanti? • Bilanci pubblici:

– esprimono scelte di prelievo e di spesa

(non a caso sono diversi nel tempo e fra paesi)– Svolgono diverse funzioni programmazione

• Documenti di finanza pubblica in Italia– http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/– Bilancio dello stato:

http://www.mef.gov.it/ministero/dipartimenti.rgs.asp

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Funzioni del bilancio

Informativa: Informazione sulle risorse disponibili e sul

loro utilizzo Allocativa:

Strumento per la decisione politica (programmazione economico-finanziaria)

EsecutivaGestione delle risorse allocate

“L’attuale struttura è poco leggibile. E’ difficile individuare l’insieme di risorse disponibili per perseguire i diversi obiettivi e gli effetti della legge finanziaria sul

bilancio”

“Trasparenza del bilancio come bene pubblico, non appartiene a nessun schieramento politico” T. Padoa Schioppa (2007)

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Tipi di bilancio

Si distinguono secondo: I soggetti dell’attività finanziaria a cui si riferiscono L’oggetto: operazioni incluse (limite a operazioni

fuori bilancio) I criteri di registrazione: competenza (giuridica ed

economica) o cassa L’orizzonte temporale (annuale o pluriennale) La natura di previsione (tendenziale o

programmatica) o di consuntivo (rendiconti) I criteri di classificazione delle entrate e delle

uscite: amministrativa, funzionale, economica I tipi di “saldo” (risparmio, indebitamento,

fabbisogno…)

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Gli aggregati di finanza pubblica in Italia

• Stato

• Settore statale

• Amministrazioni pubbliche (contabilità nazionale e vincoli europei)

• Settore pubblico

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• Ex foreste demaniali

•Stato•Altri enti dell’amm. centr.

•Amministrazioni locali

•Enti di previdenza

SETTORE PUBBLICO

AMMINISTR. PUBBLICHE

SETTORE STATALE

•Ex aziende autonome ed enti assimilati (Ferrovie, monopoli di stato, poste, Anas)

(bilancio e tesoreria)

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Conto economico consolidato delle Amministrazioni pubbliche:

definizione e saldi di bilancio

Fonte statistica:Relazione Generale sulla Situazione Economica

del Paese (3 volumi),presentata entro il 31 marzo dal Ministro

dell’Economia ed elaborata dall’Istat

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Le Amministrazioni pubbliche

sono unità istituzionali (9976 nel 2003; 3,540 milioni di personale ), le cui

funzioni principali consistono nella:

produzione di beni e servizi non destinabili alla vendita

redistribuzione del reddito e della ricchezza del paese

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Amministrazioni Locali (AL)

Enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) Aziende sanitarie locali Ospedali pubblici Enti di assistenza locali (Università,

Aziende diritto allo studio, Altri enti assistenziali)

Enti economici locali (Camere di commercio,

Comunità montane,Iacp, Ept, Ers…)

9753 unità - 1,496 milioni di personale

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Enti di Previdenza (EP)

INPS INAIL INPDAP altri...

27 unità - 57,9 mila unità di personale

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Il conto economico delle AP

si basa su un concetto di competenza economica (non giuridica): erogazioni maturate nell’anno, ma a volte si usa il criterio cassa rettifica dei dati di bilancio (es. sottrazione Iva a UE; ..) esclude le partite finanziarie

consente di effettuare confronti nel tempo consente di effettuare confronti tra paesi è quello usato per criteri di Maastricht e PSC

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SALDO DELLE PARTITE FINANZIARIE

Partecipazioni azionarie e conferimenti

Concessioni di crediti e anticipazioni

Rimborso di anticipazioni e crediti

meno

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Fabbisogno del Settore pubblico (SP) o del Settore Statale (SS)

e

Indebitamento netto delle AP:

Che differenza c’è?

Fabbisogno e indebitamentoSP o SS e AP

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Differenze fra fabbisogno e indebitamento

Gli aggregati di riferimento sono diversi (SP, SS, PA)

I conti del Settore pubblico e statale sono conti di cassa di natura finanziaria, i conti delle AP sono di competenza e di natura economica

I conti delle AP sono rettificati Il fabbisogno include le partite

finanziarie; l’indebitamento no

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INDEBITAMENTO =

ENTRATE FINALI - SPESE FINALI

FABBISOGNO =

INDEBITAMENTO + SALDO DELLE PARTITE FINANZIARIE

Si può quindi dire, anche se rappresenta una semplificazione della realtà, che…

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Altri tipi di “saldo”

Saldo corrente (risparmio pubblico): differenza fra entrate e uscite di parte corrente

Saldo in conto capitale: differenza fra entrate e uscite in conto capitale

Avanzo (disavanzo) primario: differenza fra entrate totali e uscite totali al netto degli interessi

Saldo “strutturale”: saldo corretto per l’andamento del ciclo economico

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I principali documenti ufficiali

Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese (marzo)

Relazione Annuale della Banca d’Italia (maggio)

Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (giugno/luglio)

Relazione Previsionale e Programmatica (settembre)

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Altri documenti utili

Bollettino Economico della Banca d’Italia

www.istat.it www.bancaditalia.it www.mef.gov.it

Siti InternetSiti Internet

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Conto economico consolidato delle Amministrazioni

pubbliche: evoluzione in Italia (1970-2009)

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CONTO CONSOLDIATO

aggrega le entrate e le uscite di

AC, AL e EP

con elisione dei trasferimenti tra

enti all’interno delle AP

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ESEMPIO DI CONSOLIDAMENTO DI BILANCI PUBBLICI

Ts 546 Gs 384 Ta 406 Ga 622 Ts 546 Gs 384TRs 233 TRa 233 Ta 406 Ga 622

546 617 638 622 952 1006

indebitamento(Es-Us)= 71- (Ea-Ua)= 17 (Ea-Ua)= 54-

Us 617 Gs 384Uap 1006 Uap 1006

STATO ALTRI ENTI AMM.PUBBLICHE

Es Us Ea Ua Eap Uap

= = 61% = = 38%

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Conto delle Amministrazioni Pubbliche nel 2009  

ENTRATE mld di € %PIL Comp. %

1. Entrate Correnti 701,9 46,2 87,9

2. Entrate Conto Capitale. 16,1 1,1 2,0

3. ENTRATE TOTALI (1+2) 718,0 47,2 89,9

 

USCITE

4. Uscite correnti 733,0 48,2 91,8

- di cui interessi passivi 71,3 4,7 8,9

5, Uscite in conto capitale 65,8 4,3 8,2

6. USCITE TOTALI (4+5) 798,8 52,5 100,0

     

SALDI    

7. Risparmio pubblico (1-4) -31,1 -2,0

8. Indebitamento netto (3-6) -80,8 -5,3

9. Avanzo primario (8+interessi) -9,5 -0,6

     

Debito pubblico delle AP (al 31.12.08) 1761,2 115,8  

Per memoria : Prodotto Interno Lordo 1520,9 100,0  

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Andamento dei conti pubblici e previsioni

Documenti più recenti (22 settembre 2009)

Relazione previsionale e programmaticahttp://www.tesoro.it/doc-finanza-pubblica/dfp.rpp.asp?idr=22422

Nota di aggiornamento al DPEF 2010-2013, http://www.tesoro.it/documenti/open.asp?idd=22421

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Entrate ed uscite totali delle AP in % del Pil

20

25

30

35

40

45

50

55

60

70 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08

UT/PIL ET/PIL

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Le entrate delle AP nel 2009 mld di Euro %PIL Comp. %

ENTRATE      

1. Imposte dirette 222,6 14,6 31,0

2. Imposte indirette 206,9 13,6 28,8

3. Contributi sociali effettivi 210,9 13,9 29,4

3.1 Contr. sociali dei datori 144,1

3.2 Contr. sociali dei lavoratori 66,8

4. Entrate fiscali (1+2+3) 640,4 42,1 89,2

5. Contr. sociali figurativi 4,1 0,3 0,6

6. Altre entrate 57,3 3,8 8,0

 

7. Entrate Correnti (4+5+6) 701,9 46,2 97,8

 

8. Entrate Conto Capitale. 16,1 1,1 2,2

8.1 Imposte in conto capitale 12,2 0,8 1,7

9. ENTRATE TOTALI (7+8) 718,0 47,2 100,0

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irapInpdap?

Le entrate delle AP in % del Pil

0

2

4

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16

18

70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09

TD/Pil TC/Pil CSeff/Pil AE/Pil

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Pressione fiscale:

Pressione tributaria

INDICATORI DI PRESSIONE

Dirette + Indirette + Contributi sociali_______________________________

PIL

Dirette + Indirette___________________

PIL

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Pressione tributaria e Pressione fiscale

0

5

10

15

20

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45

50

70 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08

PressioneFiscale PressioneTributaria

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Pressione fiscale al lordo e al netto delle imposte in conto capitale

38,0

39,0

40,0

41,0

42,0

43,0

44,0

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006*

Pressione fiscale Pressione fiscale al netto imposte in conto capitale

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USCITE delle AP nel 2009 mld %Pil %

10. Consumi collettivi finali 327,8 21,6 41,0

10.1 Retribuzioni 171,6 11,3 21,5

10.2 Acquisti di beni e servizi 137,2 9,0 17,2

11. Prestazioni sociali 291,3 19,2 36,5

12. Contributi alla produzione 15,1 1,0 1,9

13. Interessi 71,3 4,7 8,9

14. Altre uscite correnti

 

15. Uscite correnti (10+11+12+13+14) 733,1 48,2 91,8

 

16. Investimenti 37 2,4 4,6

17. Trasferimenti in conto capitale 24,4 1,6 3,1

18. Uscite in conto capitale 65,8 4,3 8,2

 

19. USCITE TOTALI (15+18) 798,8 52,5 100,0

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Tab.2.2. La spesa per il welfare state delle AP, 2009 (mld di euro)    

  2009 comp% %del Pil

1. Previdenza 265,6 36,5 17,5

2. Assistenza 33,8 4,6 2,2

3.Sanità 102,8 14,1 6,8

4. Prestazioni di protezione sociale delle AP (=1+2+3) 402,2 55,3 26,4

5. Servizi amministrativi e altre spese 23,3 3,2 1,5

6. Spesa totale per la protezione sociale delle AP (=4+5) 425,5 58,5 28,0

7. Istruzione (stime)* 70 9,6 4,6

8. Abitazione (stime) 17 2,3 1,1

9. Totale spesa per il welfare (=6+7+8) 512,5 70,4 33,7

10. Altre spese primarie 215 29,6 14,1

11. Spesa primaria delle AP (=9+10) 727,5 100,0 47,8

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Tab.2.2. La spesa per il welfare state delle AP, 2009 (mld di euro)    

  2009 comp% %del Pil

1. Previdenza 265,6 36,5 17,5

2. Assistenza 33,8 4,6 2,2

3.Sanità 102,8 14,1 6,8

4. Prestazioni di protezione sociale delle AP (=1+2+3) 402,2 55,3 26,4

5. Servizi amministrativi e altre spese 23,3 3,2 1,5

6. Spesa totale per la protezione sociale delle AP (=4+5) 425,5 58,5 28,0

7. Istruzione (stime)* 70 9,6 4,6

8. Abitazione (stime) 17 2,3 1,1

9. Totale spesa per il welfare (=6+7+8) 512,5 70,4 33,7

10. Altre spese primarie 215 29,6 14,1

11. Spesa primaria delle AP (=9+10) 727,5 100,0 47,8

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Spese delle AP in % del Pil

0

1

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70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09

RPA/PIL PS/PIL INT/PIL CP+TRK/Y ABS+IG/Y

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T CgTRINTIG

ENTRATE USCITE

DOMANDA AGGREGATAC + I + G (=CG+IG)

REDDITO DISPONIBILEYD=Y-T+TR+INT

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-14

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70 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 02 04 06 08

Indebitamento netto e saldo primario delle Apin % del Pil

IND/Pil Saldo primario

Vincolo PSC

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Uno sguardo all’EuropaUno sguardo all’Europa

Debito Pubblico/Pil

0

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120

140

87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08

Italia Germania Francia UK Europa16

Indebitamento netto/Pil

-6

-3

0

3

6

9

12

15

87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08

Italia Germania Francia UK Europa16

Pressione fiscale

3032

343638

404244

4648

87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08

Italia Germania Francia UK Europa16

Spesa primaria/Pil

30

35

40

45

50

55

87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07Italia Germania Francia UK Europa16

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Spesa per interessi su Pil

0,01,02,03,04,05,06,07,08,09,0

10,011,012,013,014,0

87 93 00 05 07

I D F UK EU15

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La contabilità pubblica e il processo di bilancio

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Articolo 81 della Costituzione(Stato)

Le camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal governo

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi

Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese

Ogni altra legge che importi nuove e maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte

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Principali leggi di contabilità e finanza pubblica

Legge 468/78 (bilancio cassa, legge finanziaria …)

Legge 362/88 (DPEF, ….) Legge n. 94/1997 Legge n. 208/1999 (ultima riforma organica)

... circolari, regolamenti contabili, regolamenti parlamentari …

Legge 196 del 31 dicembre 2009

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Legge 196/2009Legge di contabilità e finanza pubblica

Riforma necessaria e non più rinviabile Già da due anni (almeno nelle intenzioni) versione “snella”

LF

Appesantimenti nell’iter parlamentare

Dal 2008 manovra anticipata con d.l. estivi, fiducia.

Per tutte le cinque leggi Finanziarie votate negli anni 2003-

2007 maxiemendamento e fiducia (pochi articoli moltissimi

commi….)

Obiettivi molto ambiziosi

Numerose deleghe

Tempi lunghi (deleghe entro 1, 2 o 3 anni)

Modalità attuazione molto importanti

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Legge 196/2009 Principali obiettivi

Coordinamento finanza pubblica (enfasi su conti PA, ex-ante; contabilità di cassa, bilancio per missioni e programmi, programmazione triennale, …)

Armonizzazione dei sistemi contabili (fra diversi enti e livelli di governo)

Riforma degli strumenti di governo dei conti pubblici (LF, DPEF…)

Ridefinizione del sistema dei controlli (norme di copertura più stringenti, nuclei di analisi e valutazioni ...)

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Unità di approvazione parlamentare

Si votano i programmi, non più UPB o macroaggregati Il bilancio dello Stato è attualmente ripartito in 13 stati di

previsione (uno per ministero) e 34 missioni (22 delle quali interessano più di un ministero), a loro volta ripartite in 163 programmi (aggregato omogeneo di attività svolto in ogni ministero in funzione delle proprie finalità istituzionali); la spesa di ogni programma è distinta in «macroaggregati» (spese per funzionamento e spese per interventi, di parte corrente e in conto capitale), che costituiscono le unità di voto per il Parlamento.

Lo spostamento del voto a livello di programma, garantisce un più ampio margine di flessibilità rispetto alla situazione attuale. Inoltre è prevista la possibilità, in sede di approvazione del

bilancio e senza bisogno di ulteriori modifiche legislative, di rimodulazioni compensative tra programmi nell’ambito di ogni missione (entro certi limiti). Bene per la flessibilità gestionale, ma occorre definire il delicato confine fra decisione politica e spazio della decisione amministrativa (es. spese rimodulabili e non rimodulabili …)

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Esempio di articolazione del bilancio

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Strumenti di governo

Semplificazione degli strumenti decisionali tra Governo e Parlamento.

"Relazione sull'economia e la finanza pubblica", che aggiorna le previsioni di finanza pubblica per l'anno in corso, avviando il ciclo annuale della programmazione (15 aprile);

"Decisione di finanza pubblica" (entro il 15.9) in luogo del DPEhttp://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/dfp.decisioni.fin.pubblica.asp

Sostanziale "compressione" dei tempi della sessione di bilancio (troppo per un “serio” dibattito parlamentare?)

Sostituzione della legge finanziaria con la "legge di stabilità" (entro il 15 ottobre, assieme al d.d.l . sul bilancio triennale): dovrà contenere esclusivamente norme tese a realizzare effetti finanziari con

decorrenza nel triennio considerato dal bilancio pluriennale….. non potrà contenere norme per lo sviluppo, che troveranno collocazione in

appositi disegni di legge collegati e le norme di delega; le norme a carattere ordinamentale o organizzatorio; le norme relative ad interventi di natura localistica o microsettoriale

Consistente semplificazione delle tabelle allegate

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I conti pubblici e il quadro macroeconomico

Importanti riflessi legati a crisi economico-finanziaria

Effetti automatici (dell’economia sul bilancio): Entrate (elasticità del prelievo…) Spese, soprattutto per disoccupazione

Effetti discrezionali (necessità intervento per contenere la crisi e la sua durata) : Si stima che nel 2009 nei principali venti paesi

industrializzati il sostegno pubblico all’attività economica e alle famiglie sia stato in media 2 punti percentuali del Pi (negli Usa più di 5 punti di Pil!).

Interventi con effetto su disavanzo e debito e con effetti solo sul fabbisogno e debito (es. interventi di tipo finanziario come capitalizzazioni o prestiti …)

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Pil (var %) Disavanzo(-) in % del Pil

2008 2009 2010* 2008 2009 2010*

Germania 1,0 -4,9 1,5 0 -3,6 -4,9

Francia 0,3 -2,3 1,3 -3,4 -8,5 -8,2

Italia -1,0 -4,8 0,8 -2,7 -5,2 -5,9

Spagna 0,9 -3,6 -0,4 -4,1 -11,1 -10,4

Belgio 1,1 -3,1 1,1 -1,2 -5,7 -5,8

Austria 2,0 -3,5 1,4 -0,4 -4,6 -5,6

Paesi Bassi 2,1 -4,1 1,0 0,7 -5,3 -5,8

Finlandia 0,7 -7,5 0,3 4,5 -2,1 -3,3

Grecia 2,9 -1,3 -0,5 -7,7 -12,3 -12,5

Irlanda -2,3 -6,6 0,8 -7,2 -13,1 -14,4

Portogallo 0,0 -2,8 0,8 -2,7 -7,8 -8,2

Lussemburgo 0,1 -3,5 1,3 2,5 -2,6 -2,6

Slovenia 3,5 -7,6 1,2 -1,8 -6,3 -6,8

Slovacchia 6,5 -5,4 1,5 -2,2 -5,8 -5.6

UEM 0,6 -4,0 1,0 -2,0 -6,5 -7,0

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Effetti sull’economia dei disavanzi pubblici e sostenibilità dei disavanzi pubblici

Occorre distinguere fra: Occorre distinguere fra: Disavanzo strutturaleDisavanzo strutturale Componente ciclicaComponente ciclica Componenti una tantumComponenti una tantum

Attenzione alle componenti una tantum…Attenzione alle componenti una tantum…

Importanza degli stabilizzatori automaticiImportanza degli stabilizzatori automatici

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Le misure fiscali discrezionali arrivano in genere troppo tardi per contrastare una recessione. Possiamo allora rafforzare e migliorare gli stabilizzatori automatici? Qui e necessaria una distinzione tra stabilizzatori davvero automatici – quelli che implicano un calo dei trasferimenti o un incremento delle entrate fiscali quando i redditi salgono – e regole che modificano automaticamente alcune imposte o trasferimenti se si verificano alcune condizioni prestabilite legate allo stato dell'economia.

Il primo tipo di stabilizzatori automatici deriva dalla combinazione di spesa pubblica rigida ed elasticità delle entrate rispetto al prodotto prossima a uno, dall'esistenza di forme di previdenza sociale e dalla natura progressiva delle imposte sul reddito. I modi principali per ampliare il loro effetto macroeconomico sono quelli di accrescere la dimensione dell'intervento pubblico, aumentare la progressività delle imposte e rendere più generosa la previdenza sociale. Tuttavia, queste riforme sono giustificate solo se fondate su un più ampio sistema di obiettivi di equità ed efficienza.

Il secondo tipo di stabilizzatori automatici appare più promettente. Sul lato delle entrate, si può pensare a politiche fiscali rivolte alle famiglie a basso reddito, come un rimborso forfettario o una riduzione percentuale sulle passività del contribuente, oppure politiche fiscali rivolte alle imprese, come i crediti di imposta sugli investimenti. Sul lato della spesa, invece, si possono ipotizzare trasferimenti alle famiglie a basso reddito e con scarsa liquidità. Queste variazioni d’imposta e trasferimenti entrerebbero in azione automaticamente al superamento di una determinata soglia di una macro-variabile.degli stabilizzatori automatici (Blanchard, dell’Ariccia, Mauro, http://www.lavoce.info/articoli/-moneta_inflazione/pagina1001561.html)

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Disavanzo strutturale e sostenibilità dei conti pubblici

Esercizio per alcuni paesi (Prometeia, 2010): Italia ha usato poco (meno di altri) politica fiscale per dare

stimolo all’economia (disavanzo strutturale è circa costante). Aumento indebitamento per lo più di natura congiunturale

In Italia vi è ancora un avanzo primario strutturale che dovrebbe rallentare, fino a invertire nel tempo, ma solo se i tassi restano bassi e la crescita economica riprende, la crescita del rapporto debito/Pil.

La situazione resta di grande vulnerabilità… Il debito era già molto elevato prima della crisi…cresce

ovunque, ma in Italia è molto più alto Avanzo primario (effettivo, non quello strutturale) era 2,4 nel

2008 ed è diventato un disavanzo di 0,6 nel 2009

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Indicatori (%)

2007 2008 2009 2010 2011

Germania

Indebitamento effettivo/Pil -0,2 0,0 3,6 4,9 4,5

Indebitamento strutturale/Pil 0,6 0,2 1,6 3,3 3,2

Indebitamento primario strutturale/Pil -2,2 -2,4 -1,1 0,5 0,3

Debito/Pil 65,0 65,9 73,2 76,5 79,1

Francia

Indebitamento effettivo/Pil 2,7 3,4 8,5 8,2 7,3

Indebitamento strutturale/Pil 3,0 3,0 6,1 5,7 5,6

Indebitamento primario strutturale/Pil 0,4 0,2 3,3 2,8 2,3

Debito/Pil 63,8 67,4 77,2 83,2 87,6

Italia

Indebitamento effettivo/Pil 1,5 2,7 5,2 5,9 4,9

Indebitamento strutturale/Pil 2,2 2,5 2,4 2,8 2,7

Indebitamento primario strutturale/Pil -2,5 -2,1 -2,2 -1,9 -2,2

Debito/Pil 103,5 105,8 115,4 120,0 121,3

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Indicatori (%)

2007 2008 2009 2010 2011

Stati Uniti

Indebitamento effettivo/Pil 2,8 5,9 10,3 10,4 8,0

Indebitamento strutturale/Pil 2,9 5,3 8,8 8,8 6,4

Indebitamento primario strutturale/Pil 0 2,4 5,9 5,6 2,9

Debito/Pil 42,2 47,6 69,2 78,8 81,5

Regno Unito

Indebitamento effettivo/Pil 2,7 5,5 12,2 12,4 10,3

Indebitamento strutturale/Pil 4,0 6,1 10,7 10,5 8,5

Indebitamento primario strutturale/Pil 1,8 3,8 8,5 7,9 5,3

Debito/Pil 44,2 51,9 67,9 78,9 87,1

Italia

Indebitamento effettivo/Pil 1,5 2,7 5,2 5,9 4,9

Indebitamento strutturale/Pil 2,2 2,5 2,4 2,8 2,7

Indebitamento primario strutturale/Pil -2,5 -2,1 -2,2 -1,9 -2,2

Debito/Pil 103,5 105,8 115,4 120,0 121,3

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Effetti sull’economia dei disavanzi pubblici

Effetti discrezionali: che capacità di impulso? “moltiplicatore” diverso T e G; diverse T e diverse G risposta comunque difficile e controversa sia

teoricamente che empiricamente: tra i fattori più importanti vi sono determinanti funzione consumo (reddito permanente o no) e aspettative

Moltiplicatore del reddito a G può andare tra 0,5 e 2 e tra 0 e 1 per il consumo

Eppure si ritiene che il sostegno della finanza pubblica sia stato determinante per contenere l’impatto della crisi…

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Disavanzo e debito sono cresciuti: come e quando rientrare ?

(vedi dibattito economisti UK…. )

Occorre cautela… Pericolo che se rientro (politica fiscale restrittiva) è troppo

anticipata può bloccare la crescita (vedi USA 1937) Ma vi è altra evidenza empirica che non conferma questa

relazione o dimostra il contrario… molto può dipendere dalla politica monetaria (se c’è spazio per una politica monetaria espansiva, mentre si riduce la fiscal stance)

Bisogna agire in fretta… C’è rischio aumento tassi sul debito pubblico (premio per il

rischio crescente di … inflation or default). Evidenza sembra mostrare che più che debt ciò che conta è persistenza i un disavanzo, alimentazione del debito …. Si può innescare circolo vizioso …(necessità onorare il servizio del debito aumenta il disavanzo, aumenta il debito, ….)

Più si ritarda l’aggiustamento, peggio può essere in termini di aggiustamento futuro necessario.

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Una lezione importante della crisi è che è opportuno disporre di un maggiore spazio di manovra per permettere, quando necessario, disavanzi pubblici più ampi. Ma quando la ripresa economica sarà avviata, l'aggiustamento di bilancio richiesto sarà imponente, alla luce della necessità di ridurre il debito proprio mentre si deve far fronte all’aumento della spesa dovuto all'invecchiamento della popolazione in termini di pensioni e salute. Tuttavia, la lezione della crisi è che i livelli di debito dovrebbero essere più bassi di quelli osservati prima della crisi. Ecco le implicazioni di policy per i prossimi dieci-venti anni: quando le condizioni cicliche lo permetteranno, sarà necessario procedere a un importante aggiustamento di bilancio. Un’eventuale rapida crescita dell'economia dovrebbe essere utilizzata per ridurre il rapporto debito-Pil, piuttosto che per finanziare incrementi di spesa o tagli delle tasse. La ricetta per assicurarci che un'espansione dell'economia si traduca in condizioni di bilancio migliori non è nuova, ma acquista maggior rilievo dopo la crisi. Sotto questo profilo, sarebbe di grande aiuto indicare un quadro di riferimento di bilancio a medio termine, stabilire sia impegni credibili di riduzione del rapporto debito-Pil sia regole di bilancio (con clausole di riserva per le recessioni), e pubblicare non solo dati di bilancio, ma anche informazioni trasparenti sulle varie garanzie e possibili spese future intraprese dal governo.((Blanchard, dell’Ariccia, Mauro, http://www.lavoce.info/articoli/-moneta_inflazione/pagina1001561.html)

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L’andamento dei conti pubblici in Italia nel 2009L’andamento dei conti pubblici in Italia nel 2009

Il forte peggioramento del disavanzo (da 2,7 a 5,2% del Pil) è dovuto soprattutto alla crescita delle spesa primarie (incluso riacquisto immobili Scip 2 da parte entri previdenziali): +7,8% (rispetto a +3,9% del 2008).

Le entrate complessive aumentano un po’ (dal 43,1 al 43,4) ma calano le entrate tributarie: -2,6% nel complesso, e ben -5,1% al netto delle una tantum relative allo scudo fiscale e alle sostitutive sulle imprese Ires: -20,7% Irap: -10,9% Iva: -6,6% (mentre I consumi nazionali, in termini monetari sono rimasti

circa costanti) Imposte sostitutiva: -7,3 (calo è su dividendi e plusvalenze)

Il fabbisogno (che si riflette sul debito) è poi aumentato di 4,1 miliardi per la sottoscrizione di obbligazioni emesse dalla banche (Tremonti bond)

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L’andamento dei conti pubblici nel lungo periodo(BI 2009)

Dal 1997 (anno dell’aggiustamento che ha consentito all’Italia di entrare nella UEM) progressivo peggioramento

… nonostante la progressiva riduzione della spesa per interessi. Nel periodo 2003-05 disavanzo stabilmente sopra il 3%, ma

superamento limite emerso con ritardo 2006-07: rientro (entro 3%) grazie anche alla maggior crescita Analisi periodo 1992-2007 sembra fornire supporto a chi sostiene

che l’aggiustamento è più persistente se a ridursi sono le spese correnti; lo è molto meno se sono le entrate ad aumentare o le spese per investimenti a ridursi

Ampio utilizzo misure temporanee, soprattutto 2001-2005 (condoni) ma anche ora (scudo ter, riallineamenti…)

Il peggioramento dei conti pubblici è essenzialmente attribuibile alla difficoltà di controllare le spese correnti

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Legge finanziaria 2010

D.d.l. di settembre 2009 prevedeva un

numero limitato di interventi e saldi invariati

Provvedimento definitivo molto più

consistente: 3,3 miliardi in più di entrate e

spese nette

Una molteplicità di interventi…….

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Finanziaria 2010-12: impatto sull’indebitamento AP (milioni di euro)

2010 2011 2012

d.d.l.f iniziale: saldo 0 0 0

Maggiori entrate (nette) 0 0 -407

Minori spese correnti 12 0 926

Minori spese in conto capitale -12 0 -519

d.d.l.f variazioni Senato: saldo 84 49 50

Maggiori entrate (nette) 158 0 0

Minori spese correnti -49 64 70

Minori spese in conto capitale -25 -15 -20

d.d.l.f variazioni Camera -36 -1 11

Maggiori entrate (nette) 3163 2 314

Minori spese correnti -3419 -119 569

Minori spese in conto capitale 220 117 -871

d.d.l.f finale Senato 40 49 62

Maggiori entrate (nette) 3321 2 -93

Minori spese correnti -3456 -55 1565

Minori spese in conto capitale 183 102 1410

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LF 2010 (n.191 del 23.12.2009)

Principali contenuti:•Norme collegate a sconto 20% acconto Irpef •Proroga agevolazione 36% per ristrutturazioni e stabilizzazione Iva al 10%•Norme sul patto per la salute•Revisione in chiave federalista dell’ordinamento finanziario delle province di Trento e Bolzano e della regione Trentino Alto Adige (Atenei Trento e Bolzano: funzione e costi a carico regioni/province)•Disposizioni per il lavoro: adeguamento di alcune indennità di disoccupazione ; altri interventi sul mercato del lavoro, incentivi al collocamento, alle nuove assunzioni…•Proroga anche al 2010 della detassazione (10%) premi di produzione•Banca per il mezzogiorno•Vendita immobili stato•Cedolare su affitti Abruzzo•Riapertura dei termini per la rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni•……………

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La decisione di finanza pubblica 2011-2013http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/dfp.decisioni.fin.pubblica.

asp

La Decisione di Finanza Pubblica (DFP) rappresenta lo strumento di programmazione, almeno triennale, sostitutivo del Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF), ai sensi della L. 31 Dicembre 2009 n. 196

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La decisione di finanza pubblica 2011-2013http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/dfp.decisioni.fin.pubblica.

asp

E’ stata presentata con due settimane di ritardo (dal 15 al 29 settembre)La manovra è di fatto stata anticipata a fine maggio (decreto legge 78/2009), a causa del precipitare della crisi greca … … ma è stato già così negli ultimi due anni )prima della legge di riforma): manovra prima dell’estate e finanziaria leggera)

“La Dfp non aggiunge nulla a ciò che già è stato deciso. Ripropone le cifre della manovra di maggio, assumendo che essa si realizzi interamente e con piena efficacia. La tabella qui sotto riporta l’andamento delle principali grandezze di finanza pubblica. Il miglioramento del saldo primario deriverebbe nel triennio 2011-2013 da una sostanziale stabilità delle entrate (resta costante la pressione tributaria e si riducono leggermente i contributi sociali, in buona parte per il congelamento delle retribuzioni pubbliche) e da una riduzione di quasi tre punti di Pil della spesa primaria corrente. Il debito pubblico continuerà a crescere, in rapporto al Pil, nel 2010 e 2011, la diminuzione nei due anni successivi lo riporterà nel 2013 a un livello analogo a quello del 2009, nonostante una previsione di crescita reale del prodotto al 2 per cento reale l’anno nel 2012-2013, che oggi appare ottimistica ….

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… La Dfp rischia di nascere già vecchia. Le revisioni del Patto di stabilità e crescita su cui sta maturando un consenso a livello europeo rendono, infatti, gli scenari di finanza pubblica prospettati in questa “decisione” del tutto inadeguati. Si prospetta infatti un aggiustamento più ampio del previsto. Inoltre rispetto alle previsioni diffuse dopo il varo della manovra, emerge un deterioramento dell’avanzo primario di 0,2 punti di Pil (circa 3 miliardi di euro) per il 2011 e 2012. Ciò è dovuto “a parità di ipotesi di crescita” a “una riduzione del gettito atteso” (p. 19). Insomma le entrate vanno peggio di quanto si poteva prevedere a giugno. Un peggioramento che si è rimangiato un quarto della correzione effettuata con la manovra, che, ricordiamo, valeva 0,8 punti di Pil l’anno. È un dato su cui riflettere soprattutto tenendo conto che la manovra varata in primavera contava sulla possibilità di recuperare più di 8 miliardi all’evasione fiscale da qui al 2012” (Giannini e Guerra, www.lavoce.info, 1.10.2010)

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Riferimenti bibliografici

P. Bosi (a cura di), Corso di scienza delle finanze, Il Mulino, Bologna, 2010, lezione 2 “La finanza pubblica italiana, il Bilancio dello Stato e la Legge Finanziaria” (P. Bosi, P. Silvestri)

Materiali e aggiornamenti aulaweb (website Bosi)

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Altre lettureRagioneria Generale dello Stato, http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/Bilancio-d/index.aspRiforma procedure di bilancio: http://www.astrid-online.it/Riforma-pr/Normativa/index.htmA.S. 1397, Servizio-Bilancio, Senato, "Legge quadro in materia di contabilità e finanza pubblica nonché delega al Governo in materia di adeguamento dei sistemi contabili, perequazione delle risorse, efficacia della spesa e potenziamento del sistema dei controlli”, Aprile 2009 n. 13Banca d’Italia, Bollettino economico, gennaio 2010M. R. Marino, S. Momigliano, P. Rizza, I conti pubblici nel decennio 1998-2007: fattori temporanei, tendenze di medio periodo, misure discrezionali , Quaderni di economia e finanza, Banca d’Italia, n. 15, Luglio 2008Prometeia, Rapporto, gennaio 2010La finanza pubblica in Italia, Rapporto annuale (a cura M.C.Guerra e A. Zanardi), il Mulino, BolognaArticoli sul sito www.lavoce.info, ad es.

O. Blanchard, G. Dell'Ariccia, P. Mauro, Cinque domande per il dopo crisi, www.lavoce,info, 17.02.2010

G. Pisauro verso un nuovo processo di bilancio; www.lavoce.info 24.4.2009

S. Giannini, M.C. Guerra, La prima e ultima decisione, www.lavoce.info, 1.10.2010