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numero 2 - ottobre 2011. In attesa di registrazione. Stampa presso Pubblidea - Brindisi NUOVA PIAZZA www.lanuovapiazza.com MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICO-CULTURALE TEMPO DI BILANCI PER IL TURISMO SANITÀ MALATA IN PUGLIA

LNP 10/2011

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edizione ottobre 2011

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NUOVAPIAZZA

www.lanuovapiazza.comMensile di inforMazione politico-culturale

Tempo di bilanci per il Turismo

saniTà malaTa in puglia

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Quale futuro per i nostri giovani?

Sen. Salvatore TOMASELLI

Nei giorni scorsi a Roma si è tenuta la presentazione del Rapporto Svimez 2011 sull’economia del Mezzogiorno.Il rapporto - impietoso nelle analisi e ricco di una puntuale elaborazione e raccolta di dati - si conferma una costante e qualifi-cata rappresentazione di cosa avviene nel profondo di questa parte del paese.Quest’anno, però, la lettura del Rapporto ci consegna, io credo, la più grave e sofferta fotografia dello stato dell’economia meri-dionale degli ultimi venti anni.La sequenza di dati drammatici presentati in maniera organica dalla Svimez segnala un aggravamento pesante e non più soste-nibile del divario territoriale tra il Centro-nord ed il Mezzogiorno d’Italia.La sintesi è in quella definizione, che per un giorno ha catturato l’attenzione delle pri-me pagine di molti quotidiani nazionali, di un vero e proprio “tsunami demografico” in atto nel Mezzogiorno.Uno “tsunami” frutto di tre fenomeni che si vanno consolidando ed intrecciando dram-maticamente: ben 600.000 emigrati negli ultimi dieci anni - una fuga che ricorda altre epoche - di cui oltre il 20% laureati; il pro-gressivo invecchiamento della popolazione residente; la crescente disoccupazione, che vede solo un giovane su tre che lavora.È evidente come tutto ciò concorra ad un impoverimento sociale davvero devastante, che sta lentamente ma progressivamente consumando quella che per anni è stata evocata come la principale risorsa del Mez-zogiorno, ovvero la presenza di forza lavo-ro giovane e qualificata, oggi sempre più priva di prospettive in questa parte del pa-ese, una generazione lasciata allo sbando.Siamo di fronte al “brain waste”, lo spre-co di cervelli, come lo chiama Luca Bianchi, Vice Direttore della Svimez: una sottoutiliz-zazione di dimensioni abnormi del capitale umano formato.La questione meridionale è, dunque, sem-pre più questione generazionale!La quantità e la qualità del capitale umano che il sud sta perdendo, rappresentano la più grave sconfitta dal dopoguerra ad oggi.Un Sud sempre più vecchio, sempre più assistito e che, soprattutto, appare sem-pre di più incapace di dare voce e forza ad un progetto di futuro, con una debolezza profonda delle proprie classi dirigenti che non avvertono la responsabilità e l’urgenza di promuovere un profondo ricambio, se è vero che si lascia a chi ha competenze e talento solo la possibilità di andare via. Qui il tasso di inattività dei giovani dai 15

ai 24 anni sale, infatti, dal 71,6% del terzo trimestre del 2010 al 73,8 per cento. Il risultato finale è l’incremento dei giova-ni che non sono nè impegnati nello studio nè nel lavoro nè in cerca di occupazione: la generazione Neet (“Not in Education, Em-ployment or Training”).A questi dati, se ne aggiungono altri egual-mente drammatici.La stessa grave crisi che ha coinvolto il pa-ese in questi ultimi anni ha ovviamente vi-sto pagare il prezzo più pesante sempre al Mezzogiorno.Dal punto di vista sociale con oltre il 60% dei posti di lavoro persi in tutto il paese concentrati nel Sud: dei 533mila posti di la-voro persi in Italia tra il 2008 e il 2010, ben 281mila sono nel Mezzogiorno, l’area del paese che rappresenta appena un quarto dell’intera economia nazionale.Dal punto di vista produttivo con un siste-ma industriale manifatturiero meridionale fortemente indebolito e a rischio estinzio-ne, come denuncia lo Svimez.Una fotografia lacerante. Ecco perché la-scia sbalorditi la ritualità con cui questi dati vengono consumati dalla quotidianità, se si escludono i pur autorevoli interventi seguiti nei giorni scorsi del Presidente Napolitano e del Governatore Draghi.Sarebbe necessario correre ai ripari, infatti, dando davvero risposte concrete ed urgen-ti alle richieste di misure volte a favorire la ripresa produttiva e ad arrestare il ricorso al precariato: ovvero a forme di lavoro che non aiutano lo sviluppo e che, in realtà, frantumano la coesione sociale, producono disperazioni e ribellismi prima o poi desti-nati a scoppiare.Cos’altro deve accadere perché il Mezzo-giorno torni ad essere la priorità dell’impe-gno politico ed istituzionale del Governo del paese e delle sue politiche economiche?Ma solo un nuova stagione politica ed una nuova classe dirigente possono candidarsi alla riunificazione sociale ed economica del paese, prima che sia troppo tardi.

ottobre 20113

P.S.: Ognuno di noi ha tra i propri amici o nella propria famiglia

un ragazzo o una ragazza che in questi ultimi anni è partito/a per

lavoro o per studio e che ha trovato delle “opportunità” altrove.

A volte per scelta (vorremmo fosse sempre così), a volte perché

costretti. Tante storie che “La Nuova Piazza” intende raccontare

per riannodare o consolidare quel filo che lega le nostre migliori

energie alla nostra terra.

“L’Unità d’Italia è antica e nuova allo stesso tempo. Perciò dobbiamo dare speranza ai giovani.L’Italia non crescerà se non crescendo tutta insieme: nord e sud, mettendo insieme tutte le risorse e le potenzialità della nostra gente’’.

Giorgio NapolitanoNapoli, 1 ottobre 2011

“Ci sono molte cose da correggere in tutte le parti del Paese. Non c’è dubbio, però che nel Mezzogiorno non si possa dire ‘continuate a trasferire tutte le risorse come avete fatto fino ad oggi e noi continuiamo a ge-stirle come abbiamo fatto finora’. Siamo inadempienti. Si deve avere innanzitutto l’idea di una strategia per il Mezzogiorno. Non si tratta di ‘cifrare’ soltanto un certo numero di miliardi che si suppone siano a disposizio-ne del Mezzogiorno, si tratta di avere una visione di un possibile sviluppo in tempi determinati dell’economia e della società meridionale”.

Giorgio Napolitano Cuneo, 6 ottobre 2011 “La bassa crescita dell’Italia degli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni”.

Mario DraghiSiena, 7 ottobre 2011

Tsunami demografico

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LANUOVAPIAZZA 4

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di Enzo Cappettafoto di Marcello Carrozzo

inchiesTa ospedale

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speciale Turismo

a cura della redazione

foto diMarcello Carrozzoe Marta Tomaselli

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raccolTa differenziaTa

di Natalino Santoro

museo di civilTà preclassiche

di Enzo Cappetta e Maria Concetta Nacci

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bambini del mediTerraneodi Giuseppe Moro e Silvia Di Diofoto di Marta Tomaselli

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17-22 ottobre 2011.Settimana dei bambini del Medterraneo

“Primavere nel Mediterraneo”

ottobre 2011

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direttore responsabile

Nicola [email protected]

editore

Associazione La Nuova Piazza

fotografia

Marcello Carrozzo - PhotoeditorMarta Tomaselli

progetto grafico

Letizia Taveri

stampa

Pubblidea - Brindisi

redazione

Vincenzo Cappetta, Michele Carriero, Lorenzo Cirasino, Giuseppe Moro e Maria Concetta Nacci

hanno collaborato:Pierpaolo Caliandro, Giuseppe Colucci, Silvia Di Dio, Enzo Farina, Francesco Roma, Danilo Santoro, Natalino Santoro, Giuseppe Tagliente, Giuseppe Tanzarella.

www.lanuovapiazza.com

LANUOVAPIAZZA5

la sToria de “lu miere”

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di Lorenzo Cirasino foto di Marcello Carrozzo

nel prossimo numero:

GLI EFFETTI DELLA CRISI SUL NOSTRO TERRITORIO

Ringraziamo il Prof. Oronzo SadiKper la sua preziosa collaborazione.

mercoledì 26 ottobre 2011 – ore 18.00CENTRO di SPIRITUALITà “MADONNA della NOVA” - OSTUNI Via S.Giovanni Bosco- SS. 16 per Carovigno, ex Seminario

MEMORIA E SPERANZA Dal dramma dei desaparecidos italiani in Argentina un messaggio di libertà, giustizia e verità straordinario incontro di testimonianza con

vera vigevani Jarach fondatrice del movimento “Madres de Plaza de Mayo”

Partecipano: Prof. Francesco FISTETTI - Docente di Storia della Filosofia Università di BariGino Cesaria - attore e regista

la cittadinanza è invitata

aifo Ass. Italiana Amici di Raoul Follereau

uniTre di osTuni

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ottobre 2011

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2011: Tempo di bilanci per il Turismo

LANUOVAPIAZZA 6ottobre 2011

Scorrendo i dati ancora parziali forniti dall’Azienda di Pro-mozione Turistica, l’impressione è che, per Ostuni, i primi sette mesi del 2011 rappresentino, tutto sommato, una conferma, quanto ad arrivi e presenze, di italiani e stranie-ri, se raffrontati allo stesso periodo del 2010. 6674 gli arrivi di stranieri nel 2011 e 39.804 gli arrivi di italiani nello stesso periodo, con un incremento significati-vo dell’11.75% nel primo caso ed un piccolo decremento nell’ordine del 4,27% nel secondo caso. Se consideriamo le presenze, corrispondenti ai pernotta-menti degli arrivi prima descritti, il dato è ancora più inte-ressante. Sono state infatti, 175.380 le presenze di italiani, con un calo, rispetto al 2010, del 3,84%, contro 39.398 presenze straniere, che fanno registrare un sensibile incre-mento pari al 22,9%, rispetto all’anno precedente. Il dato complessivo fa registrare quindi un piccolo decre-mento per gli arrivi, pari a circa il 2%, a cui fa da contraltare un piccolo incremento di presenze nell’ordine dell’1,36%.

L’interpretazione del trend è pertanto inequivocabile, il nostro sistema turistico tiene, rispetto al dato Italia, nono-stante una crisi che va cambiando profondamente le abi-tudini di tutti noi. Un settore che va conoscendo, al con-tempo, una conferma del gradimento estero, grazie, da un lato, all’efficacia di politiche di promozione del territorio, istituzionali e non, e dall’altro ad una situazione geopoli-tica che ci favorisce, come territorio, rispetto all’area del Mediterraneo. Vi è da chiedersi, piuttosto, come capitalizzare tale valo-re, in un contesto internazionale che ci ha abituato, negli ultimi mesi, a cambiamenti di scenario profondi e ormai ineluttabili; quali misure prendere, a quali mercati affac-ciarsi, quali politiche promozionali attuare, per continuare a confermare un trend, che rappresenta per il nostro terri-torio una delle voci di Prodotto Interno Lordo di maggiore importanza, voce che, a differenza dei settori tradizionali, come ha dimostrato la scienza economica, consente una maggiore e soprattutto più efficace redistribuzione del reddito. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, l’avvio di un “new deal” che parta dal turismo e quindi dal territorio visto nel suo insieme e quindi dalla comunità, coinvolta completamente nelle dinamiche che interessa-no la crescita del settore, e quindi dalle Istituzioni tutte, è, quanto mai alla portata. Ci illudiamo scioccamente di essere il centro di un’offerta, che proprio nella dimensione internazionale, che è quella che mostra i segnali più inte-ressanti, non può che passare attraverso nuove forme di dialogo fra pubblico e privato, un nuovo metodo di lavoro, nuove forme di cooperazione trasversale, che consentano di andare oltre il personalismo dei singoli, in una logica di sistema che veda tutti quanti, come insegna Schumpeter, intorno al tavolo “Obiettivo Sviluppo”. Il richiamo a Shumpeter, economista e pensatore, è oltre-modo stimolante, pensiero che potrebbe costituire il faro, punto di riferimento per chi oggi governa dinamiche delle quali, molto spesso, non se ne riesce a programmare la direzione e tanto meno una proiezione possibile: un pen-satore che ha saputo interpretare meravigliosamente bene il senso, il profondo significato, del nostro sistema econo-mico, dei limiti e delle opportunità che lo stesso manifesta, delle interrelazioni fra i vari attori, delle dinamiche che ne conseguono. Un’elaborazione, quella di Schumpeter, che mette sin da subito a nudo quanto importante sia una corretta inter-pretazione della “tensione verso” politiche di sistema, che ogni imprenditore, in uno con le Istituzioni tutte, devono saper vivere e strategicamente governare.

di Michele Carrierofoto di Marcello Carrozzo e Marta Tomaselli

speciale turismo

Lo Speciale del numero di ottobre de “La Nuova Piazza” è dedicato al turismo.Non poteva essere diversamente, considerato che questo settore è sempre più decisivo nell’economia di una città come Ostuni e dell’intera Regione Puglia.Lo facciamo attingendo ai dati dell’andamento del settore e alle esperienze di chi, operato-re o esperto del settore, lavora quotidianamente in tale ambito e ne conosce le dinamiche più significative.Sono state raccolte molte opinioni, a conferma delle tante professionalità che operano nel turismo locale con grande passione e competenza. Anche in questo caso siamo aperti ad ogni ulteriore contributo e riflessione.

Regione PUGLIAREPORT MOVIMENTO TURISTICO ITALIANI E STRANIERI PER COMUNEDati numerici definitivi - Periodo: da Gennaio a Luglio 2010 / Parziali Gennaio Luglio 2011

ITALIANI ITALIANI STRANIERI STRANIERI

2010 2011DIFFERENZA ASSOLUTA

DIFFERENZA % 2010 2011DIFFERENZA ASSOLUTA

DIFFERENZA %

Comune

Brindisi (BR) 22.356 21.814 542,00- -2,48% 6.944 8.497 1.553 18,28%Carovigno (BR) 21.529 23.460 1.931,00 8,23% 890 598 -292 -48,83%

Ceglie Messapica (BR) 3.349 3.324 25,00- -0,75% 363 234 -129 -55,13%Cellino San Marco (BR) 253 14 239,00- -1707,14% 65 8 -57 -712,50%

Cisternino (BR) 4.508 4.595 87,00 1,89% 1.018 1.305 287 21,99%Fasano (BR) 37.025 36.265 760,00- -2,10% 10.324 11.315 991 8,76%

Francavilla Fontana (BR) 883 838 45,00- -5,37% 91 112 21 18,75%Mesagne (BR) 6.833 6.610 223,00- -3,37% 1.844 2.012 168 8,35%

Oria (BR) 598 907 309,00 34,07% 72 254 182 71,65%Ostuni (BR) 41.502 39.804 1.698,00- -4,27% 5.883 6.674 791 11,85%

San Michele Salentino (BR) 34 43 9,00 20,93% 14 26 12 46,15%San Pancrazio Salentino (BR) 265 263 2,00- -0,76% 18 4 -14 -350,00%San Vito dei Normanni (BR) 4.716 4.768 52,00 1,09% 928 737 -191 -25,92%

Torchiarolo (BR) 432 404 28,00- -6,93% 75 145 70 48,28%TOTALI 144.293 143.109 1.184,00- -0,83% 28.531 31.921 3.390 10,62%

Report generato il 04/10/2011 Arrivi ITALIANI Arrivi STRANIERI

Arrivi Arrivi Arrivi

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LANUOVAPIAZZA7ottobre 2011

c o n t i n u a a p a g 8

speciale turismo

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LANUOVAPIAZZA 8ottobre 2011

speciale turismo

Enzo Farina

I dati degli ultimi anni vedono la nostra Provincia ed, in particolare, i comuni di Ostuni, Fasano, Carovigno e Ceglie Messapica tra le mete preferite di mi-gliaia e migliaia di turisti, sempre più spesso stranieri e quindi con maggiore propensione alla spesa.Ovviamente questa massa critica si traduce in occupazione, sviluppo e benessere diffuso solo se mediato con un utilizzo “moderato” del nostro ter-ritorio e dei suoi ecosistemi, che rap-presentano la migliore opportunità di sviluppo ecocompatibile e socialmente sostenibile che la nostra splendida ter-ra potrà giocarsi in futuro.Per quanto attiene strettamente la Pu-glia è doverosa un’analisi attenta delle evoluzioni e delle possibili dinamiche negative che il turismo potrebbe avere in questo “euforico” trend positivo. Un esempio su tutti: questa estate, e ovviamente per noi l’estate significa in particolare i 20/25 giorni di agosto, moltissimi sono stati i turisti presenti sul nostro territorio.Possiamo definire TROPPI i turisti? Io credo assolutamente si! Proviamo a considerare l’impatto che un numero eccessivo di turisti, concen-trati in un lasso di tempo troppo breve, può avere in un luogo abitato normal-mente da 20/30.000 persone durante l’anno e, invece, nel mese di agosto alle prese con 100.000 e più persone, con alcuni esempi:• I servizi e le infrastrutture (i parcheg-gi, il sistema idrico-fognario, il servizio

raccolta dei rifiuti urbani, il network delle reti elettriche, telefoniche ed in-ternet) progettati e realizzati per un certo numero di utenti rischiano di produrre gravi disservizi proprio duran-te il maggiore picco di presenze, con effetti negativi in termini di immagine del territorio o con veri e propri danni alle comunità e alle stesse strutture.• La quantità di cibi “tipici” e “tradi-zionali” normalmente disponibili su un certo territorio non sono sufficienti essendo tarate sui consumi locali: si introducono pertanto anche nel cir-cuito della ristorazione tradizionale e tipica numerosi alimenti in realtà di origine molto lontana (finanche le fave il grano e i lampascioni possono arrivare dall’estero anche dall’Africa o dal Medioriente o addirittura dal Su-damerica). Con il rischio, altresì, che tali alimenti non “autoctoni” possano introdursi pian piano negli anni come normali e tradizionali del luogo met-tendo a rischio la biodiversità del ter-ritorio.• Luoghi meravigliosi se presi d’assalto possono apparire molto meno belli e affascinanti di quello che sono a causa delle difficoltà di accesso dai parcheggi carenti nei dintorni di un monumen-to, alle code per l’accesso, alla vera e propria coltre di uomini e donne che ne impediscono l’accesso anche solo “visivo”.• Non trascurerei infine una valuta-zione tecnica e sociale sulla qualità dell’accoglienza turistica nei periodi di

“pienone” (capacità di accogliere, ser-vire ai tavoli, fare le pulizie in camera, cucinare,…) da parte dello staff di una struttura turistica che vede raddop-piare o triplicare i propri ospiti che si tratti di un hotel, di un bar cittadino, di un lido o di un ristorante al mare, con il rischio che al turista vengano erogati servizi mediamente scadenti o comunque di una qualità certamente più bassa di quella che riceverebbero nello stesso luogo pochi giorni prima o dopo il picco di turisti. Resta, pertanto, un nodo fondamen-tale della nostra riflessione: capire che gli sforzi in futuro della politica e del-la “governante” del nostro turismo devono essere orientati non tanto ad aumentare in modo indiscriminato le presenze turistiche nella nostra pro-vincia, ma, soprattutto, a distribuire tali flussi durante l’anno, in modo da avere occupazioni alberghiere e dei servizi annessi più omogenee durante l’anno, tendendo almeno ad ottenere una occupazione media delle camere alberghiere ed extralberghiere almeno del 60/70% per i 4/6 mesi estivi (mag-gio-ottobre) e non come oggi accade del 30/40% durante l’anno e solo ad agosto con picchi dell’80/85%.Solo lavorando in questa direzione po-tremo costruire un futuro turistico so-stenibile che si autoalimenta anziché autodistruggersi.

l’evoluzione del Turismo in provincia di brindisidi Francesco Nacci Operatore Turistico e Responsabile provinciale CNA turismo, già Commissario APT Brindisi

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LANUOVAPIAZZA9ottobre 2011

speciale turismo

“Cari amministratori regionali quando avete risorse economiche per il mondo dello spettacolo utilizza-tele per quel settore, se avete delle risorse econo-miche da investire per incrementare i flussi turistici, per rafforzare il brand del territorio o il marketing del territorio utilizzatele esclusivamente per questo. Altrimenti si fa solamente confusione”. Ha le idee chiare e le espone senza remre un opera-tore importante del settore, come Giuseppe Pagliara, titolare della “Nicolaus tour”, divenuta uno dei tour operator più affermati a livello nazionale.“Ognuno deve svolgere il proprio compito. Le pro-vince devono fare le strade. I comuni devono occu-parsi dello sviluppo della mobilità urbana, della pu-lizia delle strade e delle spiagge, la cura del verde pubblico, rafforzare gli info point. Mi viene da dire meno Bit e più sviluppo del proprio territorio. E poi smettiamola con questi campanilismi. Non esistono Ostuni, Ceglie, Cisternino, Alberobello, da soli. Esiste la Puglia, anzi oggi nelle fiere nazionali ed interna-zionali si parla di “South Italy”. Iniziamo ad utilizzare un brand territoriale “al naturale”, riconosciuto da tutti, cioè: Salento. Non ne inventiamo altri. Dove vai in vacanza a Sharm o a Filia Solis? Non esageriamo.”

Cosa manca alla pubblica amministrazione per esse-re più vicina agli operatori?“Bisogna conoscere i flussi nazionali ed internazio-nali. E determinate scelte non le può fare la politica ma il mercato. Ecco perché la politica deve viaggiare affianco agli imprenditori. Altrimenti saranno preda degli speculatori.”

Come giudica l’impegno vero il settore della Regione?“Quella che è l’attenzione del governo regionale al turismo lo si vede dalla stessa delega che ha riunito politiche turistiche insieme a cultura e mediterraneo. Mentre, invece, le politiche di sviluppo industriale del settore sono assegnate ad un altro assessorato. Che contraddizione! Il turismo merita maggiore attenzio-ne. Noi puntiamo ad un turismo non di massa come quello di Rimini. Abbiamo delle strutture alberghiere ben precise e con una propria peculiarità. Oggi, noi operatori continuiamo a fare tutto con le nostre ri-sorse e poi vediamo buttare soldi per manifestazioni come il “Salento way”, e a che tipo di turista serviva quel tipo evento? La si deve smettere di atteggiarsi come si fa per il calcio dove ognuno di noi fa l’allena-tore della nazionale. In Puglia ci sono poche persone che capiscono di turismo. C’è il nulla totale, c’è una grossissima approssimazione anche nella classe im-prenditoriale.”

Cosa suggerisce, una sorta di approccio diverso al settore?“Il turismo è un settore che coinvolge tutti gli aspet-ti del territorio. Dall’ambiente alla mobilità urbana. La questione della mobilità, ad esempio, è un altro aspetto annoso della nostra Puglia, pensate ai tra-sferimenti che un turista deve sopportare per visitare una meta ambita come Alberobello, piuttosto che Gallipoli. Certo si è fatto moltissimo, e devo dire che gli aeroporti di Puglia funzionano bene. Con le pro-vincie lo stesso. Abbiamo difficoltà come imprendi-tori a dialogare con gli amministratori regionali. Le politiche del turismo e lo sviluppo del settore richie-dono una efficace politica industriale. Se lo devono mettere in testa, non si può pensare di fare turismo attraverso i soli eventi culturali. Il turismo è ben altro. È come se noi volessimo potenziare il sistema dei tra-sporti con l’acquisto di mongolfiere! Sono solo dei palliativi, nient’altro. E poi, si deve fare sistema con tutti gli attori del territorio. Noi ci ritroviamo a vol-te con operatori internazionali che vogliono portare flussi ingenti di turisti in Puglia, ma molti di loro ci chiedono garanzie e ci dicono costantemente “noi dobbiamo investire sul vostro territorio e voi che fate per investire sul vostro territorio?”

Cosa chiedono con maggiore urgenza gli operatori?“Ci sono una serie di problematiche che vanno af-frontate con serietà: la tassa di soggiorno, la tassa rifiuti che nella maggior parte dei casi assume un co-sto incredibile e spropositato per gli operatori alber-ghieri. In alcuni punti della Puglia ci sono problemi legati al mancato allacciamento dell’acqua e della fogna, ai depuratori. Il Salento è pieno di autospur-ghi. Non ultimo “il piano delle coste”. Pensiamo di essere l’ombelico del mondo, quando, invece, dob-biamo lavorare uniti su di un progetto più ampio. C’è ancora molta gente nel mondo che confonde Salento con Cilento. Bisogna dare una grossa mano a questo nuovo progetto di “Puglia promozione”, mi pare sia partito con il piede sbagliato, ancora una volta con molta approssimazione.”

Un ultimo pensiero su Ostuni. “Non credo che il Direttore artistico possa essere la panacea di tutti i mali. Bisogna riportare la piazza ad essere quello che era un tempo, il salotto buono della città. No ad accatastamenti di sedie, tavolini e ombrelloni. Lo stesso vale per la scalinata don Elio Antelmi. O almeno che la si regolamenti in una ma-niera più decente.”

“con la presunzione e l’arroganza di QuesTa poliTica regionale è difficile dialogare. bisogna cambiare roTTa”.

A colloquio con Giuseppe Pagliara – Direttore Generale di “Nicolaus Tour”

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speciale turismo

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alessandro semeraro Direttore “Hotel La Terra”

Sono risultati positivi, considerando la congiuntura economica, quelli che sono emersi dalle presenze sino al 30 settembre dell’anno in corso.Il segnale, a questo punto, è inequivocabile. Il turi-smo ostunese e italiano si colloca di diritto al primo posto del sistema economico della città Bianca e del Bel Paese e obbliga amministrazione e governo a effettuare alcune fondamentali scelte indispensabili per rafforzare quei risultati che il mercato sta già pro-ducendo; arte, enogastronomia, percorsi naturalisti-ci, spiagge, tarantella, hanno portato benefici che, seppur ristretti in un arco temporale non longevo, forse nessuno di noi avrebbe sospettato nel seco-lo scorso e che attualmente si trova a fronteggiare cercando di percorrere bivi non sterrati (di quelli ne abbiamo a sufficienza) ma sentieri segnati dall’inno-vazione, dall’accoglienza qualitativa ma soprattutto dalla coerenza. Ma non è assolutamente cosi.Tenendo conto delle recenti politiche economiche (comunali e nazionali) che hanno portato tagli in quei settori considerati secondari, tra cui il turismo, che ne ha risentito in modo particolare tanto che lo scenario pubblico vede una costante diminuzione del supporto pubblico al settore, un trend che non finirà con la ripresa economica. E non è tutto. I costi sempre maggiori per la sanità e le pensioni faran-no si che le tasse generate dal turismo non vengano reinvestite nell’ambito, ma servano proprio per fi-nanziare altri settori importanti che dipendono quasi esclusivamente dal finanziamento pubblico.Se da una parte la nuova politica economica farà aumentare i costi per gli operatori turistici privati, dall’altra non risparmia nemmeno il turista poiché come si possono aumentare le entrate senza aumen-tare le tasse ai propri cittadini? Semplice, accrescen-do le imposte ai turisti. In particolare sui parcheggi e sul soggiorno (lodging tax), ignorando le conseguen-

ze economiche che questo può avere.Gli operatori del settore, oltre questo, saranno chia-mati a rispondere anche alle sfide dovute ai cam-biamenti della clientela stessa. Assistiamo principal-mente a due tipi di trend: la crescente eterogeneità demografica e culturale dovuta a maggiore immi-grazione e globalizzazione e i nuovi bisogni della società. Il mercato, dunque, sarà composto sempre più da segmenti molto diversi tra loro e con esigenze particolari a cui si deve reagire adeguando sia il pro-dotto che la promozione; la società si concentrerà maggiormente sui bisogni individuali in contrappo-sizione ai bisogni collettivi. I viaggi saranno utilizzati come strumento per una riscoperta di se stessi e di crescita personale, con una conseguente enfasi sulla personalizzazione del servizio.Formazione professionale e adeguamento ai tempi costituiscono il nostro futuro turistico cittadino. Basti pensare all’effetto della diffusione di massa dell’ac-cesso di internet, uno strumento che esisteva già da molti anni, ma le cui conseguenze hanno stravolto in poco tempo l’intermediazione tra operatore e turista. Le aspettative tecnologiche dei turisti si ba-seranno sulle destinazioni che adotteranno la tecno-logia che più si adeguerà agli attuali sistemi di vita quotidiana; per questo è importante agire immedia-tamente e prima che gli altri concorrenti possano affermarsi come first movers. Il cliente si aspetterà di ricevere dalle Destination management organization informazioni su visite, itinerari, ristoranti, alloggi, at-tività, souvenir, sicurezza e molte altre aggiornate, in qualsiasi momento e per tutto l’anno senza attende-re gli orari diurni: lo smartphone non è più una nuo-va tendenza, ma uno standard già stabilito a cui ci si deve adeguare. Blog, social network, TripAdvisor, Twitter ecc. assumeranno sempre più importanza perché il turista farà sempre più affidamento a siste-mi di filtraggio non più dati da messaggi pubblici-tari, ma dal famoso passaparola (che non tramonta mai) che nei nostri tempi si chiama “user generated

contents” (molto più utile o danneggiante perché su scala mondiale in pochi minuti).Penso sia arrivato il momento, con la diminuzione di fondi pubblici, di avviare serie collaborazioni fra pub-blico e privato e tra settore turistico e altri settori per finanziare, in termini di risorse umane e pecuniarie, iniziative di interesse comune, che il singolo operato-re privato non è in grado di affrontare. Fiducia alle giovani generazioni per apportare bene-fici alla città adottando programmazioni e sistemi di promozioni innovative, debellando le obsolete tecni-che pubbliche e private turistiche seppur siano state maestre per arrivare a ciò che rappresentiamo oggi per il mondoCoerenza, controlli di qualità e preparazione costan-te per garantire alla nostra città di Ostuni il giusto e infinito valore che racchiude da sempre. Incontri mensili tra pubblico e privato per garantire un know how certo ed evoluto.

anna e franca palmisanoDirezione “Hotel Sant’Eligio”

Soddisfatti della stagione appena trascorsa, la nostra struttura ha registrato un sensibile incremento sia in termini di arrivi che di presenze. Il dato confortan-te è che, nonostante alcune criticità, le aspettativa del turista in arrivo in Ostuni, trovano risposte che confermano complessivamente un giudizio posi-tivo sul soggiorno. Contrariamente alla media de-gli ultimi anni, anche i mesi di settembre e ottobre hanno fatto registrare percentuali di occupazione assolutamente interessanti. In relazione alle criticità, riscontrate non solo personalmente, ma anche dalle recensioni che gli ospiti hanno rilasciato, quella più evidente è la pulizia in generale del contesto urbano e delle spiagge in particolare; non può e non deve un Comune che si fregia e si promuove per la bandiera blu e le cinque vele, aspettare la fine del mese di lu-glio per pulire gli arenili. Il nostro albergo ha visto la

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ottobre 2011

speciale turismo

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presenza di turisti stranieri già a partire dal mese di aprile, per i quali è stato presso che impossibile poter fruire delle spiagge, ricoperte di alghe e rifiuti che il mare implacabilmente ci restituisce. L’auspicio è fare meglio e soprattutto allungare la stagione, come fare è semplice: Far diventare consuetudine, ciò che oggi è occasionale, nel rapporto fra operatori e fra operatori e istituzioni. L’auspicio è che si possa vivere con maggiore consapevolezza il “fare” di ogni atto-re coinvolto nel processo, superando personalismi e orticelli che se mai possano produrre risultati nell’im-mediato, sicuramente non gettano le basi per uno sviluppo futuro.

oronzo sasso Direttore “Hotel Monte Sarago”

Prima stagione più che soddisfacente per il nostro albergo. È solo il primo anno, non abbiamo uno sto-rico per il raffronto, ma il giudizio è assolutamente positivo. L’attività ha avuto il suo picco nel mese di agosto, con riscontri comunque interessanti anche per maggio/giugno e settembre/ottobre. Quanto al giudizio complessivo dei nostri ospiti, il dato conti-nua ad essere confortante. Il nostro hotel si distingue per un approccio ecosostenibile, siamo in dirittura d’arrivo con la certificazione eco-label e pertanto il nostro approccio è molto spinto verso l’utilizzo dei mezzi pubblici. E qui i primi problemi, disservizi, ri-tardi e pulizia le criticità rilevate. Anche in relazione contesto cittadino ed alle spiagge il sentimento co-mune è la mancanza di pulizia e di attenzione all’ar-redo urbano. L’auspicio è che in un prossimo futuro possano avviarsi percorsi virtuosi con maggiori e non più occasionali momenti di confronto e programma-zione con le Istituzioni del territorio. È indispensabile che le scelte in ambito turistico trovino maggiore condivisione, sforzandosi, soprattutto il Pubblico, di sentire anche chi il turismo ed il turista lo vive in prima persona, ovvero chi come attore di quelle di-namiche è tutti i giorni in trincea.

anTonio giannoTTe Direzione “Grand Hotel Rosamarina”

Bene per la nostra struttura. Una stagione che ha vi-sto incrementare le presenze del 25%, con aspetta-tive, da parte del turista, più che confermate, stando alle impressioni raccolte direttamente, che attraver-so le recensioni lasciate dagli ospiti. Per una struttura che fa 46.000 nella sola stagione estiva, il dato è evidentemente rassicurante rispetto alle prospettive future. Quello che avvertiamo noi come organizza-zione è una certa disattenzione dell’Amministrazio-ne, verso quelle politiche che potrebbero fare la dif-ferenza nell’offerta complessiva: dall’arredo urbano

alla pulizia delle strade, dalla cura della zona costie-ra alla pulizia delle spiagge. Una comunità, quella ostunese, che non dà l’impressione della maturità, rispetto ad un settore che rappresenta una chance naturale, che qualcuno ci ha regalato, di straordina-rio valore. Un contributo decisivo potrebbe venire dall’avvio di un corso di studi in ambito turistico, un Istituto Alberghiero, in particolare, che potrebbe tro-vare una sua naturale collocazione in un contesto che vive le dinamiche turistiche ormai dagli anni ’60, ma che stenta a mostrare consapevolezza e profes-sionalità, rispetto ad un settore che da noi sembra non conoscere crisi.

luisa spina Hotel “Ostuni Palace”

Il bilancio per la nostra struttura, per la stagione appena trascorsa, si chiude positivamente. Siamo soddisfatti soprattutto per l’andamento registrato nei mesi immediatamente precedenti e successi al periodo centrale della stagione. Il nostro hotel vie-ne scelto come struttura cittadina da ospiti che non vivono solo la dimensione mare, ma anche l’enoga-stronomia, la cultura, l’arte, le tradizioni, il folklore, il tutto rispetto ad un entroterra vasto e ricco di giacimenti emozionali. E qui i primi problemi legati agli spostamenti. Un trasporto pubblico insufficien-te, delle volte inesistente per alcune destinazioni turistiche e taxi estremamente cari. Fra le criticità evidenziate dai nostri ospiti, la pulizia delle spiagge rappresenta la lamentela comune, con l’aggiunta che a partire dalla metà di settembre, sono ripresi piccoli furti e scippi, perché ormai inesistenti i con-trolli sul litorale. Basterebbe poco per migliorare la performance del settore; basterebbe semplicemen-te accogliere i suggerimenti degli albergatori, di chi vive l’offerta del territorio in prima linea. Basti dire che la programmazione dell’estate ostunese viene definita nel mese di luglio, come può una struttu-ra promuovere se stessa ed il territorio in così breve tempo. Evidentemente manca il senso della pro-grammazione, di un’azione di sistema, manca un approccio imprenditoriale, si senta la mancanza di politiche coerenti tese ad obiettivi comuni. Si marcia asincroni, come se tutto poi potesse allinearsi auto-nomamente. Basterebbe poco, mettiamoci quindi a lavoro tutti quanti, con umiltà e consapevolezza e forse potremo cambiare il corso delle cose.

barTolo d’amico Direttore “Grand Hotel Santa Lucia”

Quest’anno compie vent’anni il Grand Hotel Santa Lucia; una scommessa, la nostra, vinta nonostante tutto, nonostante le criticità che instancabilmente

portiamo all’attenzione del Pubblico e che sistema-ticamente il Pubblico disattende. Il 2011 è stato l’anno della conferma, dopo un 2008 drammatico ed un 2009 stabile, si è iniziati la risalita a partire dal 2010, confermata poi nel 2011 con un sensibile incremento di presenze. È stata, quest’ul-tima la migliore stagione in assoluto dall’apertura ad oggi. Quanto alle aspettative dei turisti, elemen-to dal quale non si può prescindere nei processi di fidelizzazione della clientela, penso ahimè, come accade nel film “Benvenuti al Sud” che i turisti che arrivano in Ostuni piangono due volte e, fortunata-mente, alla partenza il pianto è un sentimento po-sitivo, vanno via portandosi negli occhi e nel cuore i nostri colori, il nostro mare, la nostra arte, le nostre tradizioni, riusciamo fortunatamente a garantire percorsi emozionali che fanno dimenticare le tante criticità che non riusciamo a superare. Per una struttura come la nostra l’elemento critico per eccellenza è la spiaggia, è da più di vent’an-ni che stimolo l’Amministrazione e fare di più e meglio, ma inutilmente. La pulizia degli arenili quest’anno è stata garantita dalla fine di luglio alla metà di settembre. A niente è servito spiegare che la logica dei flussi turistici è profondamente mutata negli ultimi anni; si fa fatica ormai a riempire luglio e agosto, con flus-si che, invece, consentono un’occupazione vicina al 100% nei mesi che vanno da aprile a giugno e da settembre ai principi di novembre. Un’Amministra-zione sclerotizzata su logiche e dinamiche superate e che al contempo fatica ad interagire in maniera costruttiva con chi vive in prima persona l’offerta turistica. La politica della nostra organizzazione manifesta da sempre approcci che vedono nel dialogo fra operatori e fra operatori e Istituzioni, la vera forza dell’intero comparto. Siamo stati fra i promotori del Consorzio “Welcome Puglia” organizzazione, con scopi promozionali, presente con un proprio pun-to informativo presso l’aeroporto internazionale di Brindisi, che riunisce alcune strutture turistiche pre-senti sul territorio e che dimostra come da parte di noi operatori ci sia grande sensibilità, voglia di inve-stire e desiderio di fare squadra. Mettiamoci pertanto a lavoro, capitalizzando di più e meglio ciò che il territorio ci offre naturalmente, ciò che ci ha lasciato, chi ci ha preceduto; e tutto questo non può che passare attraverso una logica di sistema tesa alla creazione di valore, che per noi operatori vorrà dire remunerazione dei nostri inve-stimenti, per la comunità una maggiore ricchezza diffusa, che solo il settore turistico può garantire, per l’Amministrazione la certezza di aver contribui-to alla crescita culturale ed economica della propria comunità.

le riflessioni dei direTTori delle principali sTruTTure alberghiere di osTuni

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La Città bianca è al centro di un territorio protagonista di un grande processo di sviluppo turistico basato sulla qualità delle nostre bellezze naturali, paesaggistiche, storiche ed architettoniche.Sempre di più “fare turismo” significa creare un serio progetto di sviluppo in cui impresa e lavoro possano crescere in sintonia con la vocazione del territorio. Ma per essere all’a-vanguardia con i tempi è necessario offrire al turista una gamma di servizi che risponda-no a criteri di praticità e di innovazione.La piattaforma Web, oggi, è utilizzata per qualsiasi esigenza della vita quotidiana. Tante sono le strutture alberghiere e ricettive che offrono un servizio Wi-Fi ai propri clienti per permettere il libero accesso ad internet in qualsiasi occasione. La prenotazione dei voli, degli alberghi e dei B&B è ormai effettuata quasi completamente online, per non parlare del ruolo fondamentale che oggi ricopre il marketing territoriale promosso sui siti web d’interesse turistico, culturale, giornalistico.Internet, oggi, è un servizio imprescindibile che qualsiasi città turistica dovrebbe garan-tire, soprattutto negli spazi aperti al pubblico.Nei mesi scorsi - come Giovani Democratici di Ostuni - abbiamo proposto l’installazione di una rete Wi-Fi che garantisca, ai turisti come ai residenti, il libero accesso al Web nei luoghi strategici della città: Piazza della Libertà, la Scalinata Mons. Antelmi, la Villa Co-munale, Villanova ed il suo porto. Sarebbe l’esempio di una città che riesce ad adeguare le sue strutture al cambiamento dei tempi.Bisogna innovare, anche a proposito dell’organizzazione degli eventi che sono elementi di cornice del quadro turistico che un territorio importante come il nostro necessita di rilanciare, in armonia con il contesto culturale e storico del territorio.Ma per costruire un progetto completo di città turistica a lungo termine, la politica deve essere capace di affidarsi all’esperienza ed alla competenza di tecnici del settore, esperti dell’organizzazione degli eventi, cultori della promozione di manifestazioni rilevanti nel panorama locale, ma anche nazionale ed internazionale.La nomina di un Direttore Artistico per la stagione turistica diventa oggi, più che mai, necessaria perchè propedeutica ad avviare un percorso di ulteriore valorizzazione della città. Una professionalità di elevato spessore, insomma, che abbia il compito di disegna-re un corpus di eventi a medio e lungo termine, capace di conquistare turisti italiani e stranieri attraverso la promozione di un calendario annuale, e non più solo estivo.Internet ed eventi, tecnologia e spettacolo, elementi semplici e pratici che possono con-tribuire ad un’affermazione ancora più forte di Ostuni nel settore turistico, a fronte di un’Amministrazione Comunale che, come tutte le pubbliche amministrazioni, dovreb-be spogliarsi di vesti non proprie per concentrare le proprie energie e le proprie atten-zioni nella qualità dell’erogazione dei servizi all’utenza, attraverso un colloquio ed un dibattito costante con gli operatori del settore, istituendo una Conferenza Permanente del Turismo, nell’ottica della cooperazione tra soggetto pubblico ed operatori privati. Queste, in sostanza, alcune delle proposte che i Giovani Democratici hanno formulato poco prima che l’estate dell’anno in corso aprisse i battenti. Adesso tocca a chi dirige decidere se ascoltare le istanze di chi è nato e cresce nel mondo nuovo, oppure se ab-bandonare l’analisi di tutto questo per istinto di autoconservazione.

La Città Bianca in ROCK!di Giuseppe Tanzarella

Non c’è che dire, la città di Ostuni possiede sicuramente una tradi-zione musicale che i suoi cittadini si tramandano da tempo, come è dimostrato dalle numerose formazioni di musica popolare-folk presenti sul territorio, ma non può non colpire la crescente atten-zione riservata dalla “piazza ostunese” alle formazioni musicali, locali e non, che portano in scena uno dei generi musicali più amati: il rock. Quest’ultimo più degli altri si presta alla veicolazio-ne di messaggi e idee sensibili, suonato in tutte le sue varianti, ma sublime se mescolato ad una buona dose di caldo e sudato blues.Il paese, recentemente, ha sdoganato completamente questo ge-nere musicale. Infatti, è facile che, affacciandosi alla finestra delle proprie abitazioni a tutte le ore (con buona pace della siesta!) si possano ascoltare le note provenienti da qualche garage, in cui gruppi si ritrovano periodicamente per coltivare la passione della musica.In particolare, nella stagione estiva si è potuto apprezzare il corag-gio e la lungimiranza di tutti quegli esercizi commerciali, che, an-che in collaborazione tra loro, hanno offerto alla propria clientela e a tutti i turisti giunti nella Città Bianca musica dal vivo, sforzan-dosi, ognuno nel proprio piccolo, di promuovere l’offerta musicale locale, la quale può vantare tra i suoi interpreti, senza presunzione di esaustività e completezza, molte formazioni musicali: I Senza Santi in paradiso, gli ZTL, i Nolstoj, gli Iron Hands, i Reci_Divi, i Diorama, i Fobia, ecc..., insieme a tantissimi altri musicisti. Si spe-ra che al più presto possa essere inaugurata la cosiddetta “Casa della Musica”, realizzata dal Comune di Ostuni grazie all’accesso ad un finanziamento facente parte del programma “Bollenti Spi-riti”, struttura che fungerà da centro di aggregazione incentrato proprio sulla musica e all’interno del quale tutti gli artisti del pal-coscenico ostunese potranno sfidarsi a colpi di rock n’ roll!Un grazie, infine, e un grande augurio a tutta la redazione della Nuova Piazza.

ostuni futuradi Giuseppe Tagliente

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Due proposte dei giovani democratici:

Wi-Fi e Direttore Artistico

Proseguono i lavori per la realizzazione della “Casa della Musica”. Via Rossetti, Ostuni.

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NUOVAPIAZZA

contro la pazzia

chiamata spazzaturaVuoi riconoscere un pazzo? Vedi se getta via i soldi. Un’antica riflessione della saggezza popolare.Siamo tutti pazzi, allora. Ci viene da sospettarlo se pen-siamo alla ricchezza che quotidianamente buttiamo nei bidoni della spazzatura in modo indifferenziato.A partire dal discorso etico legato al cibo che diventa ri-fiuto. In media ogni famiglia butta via in un anno quasi seicento euro tra avanzi dei pasti e prodotti scaduti o andati a male. Solo un esempio scandaloso: il diciannove per cento del pane acquistato finisce nella spazzatura.Quanto di questo ben di Dio viene, almeno, recuperato come compost da riutilizzare come concime organico?E pensiamo anche al risparmio energetico che si ottiene con l’alluminio riciclato rispetto a quello ottenuto dalla materia prima. O dal riciclo della plastica rispetto alla produzione dal granulo vergine. E il discorso potrebbe continuare.Una riflessione che ci interessa da vicino, guardando i dati della tabella allegata relativa alla raccolta di rifiuti nel Comune di Ostuni nel 2011 e osservando come la produzione pro-capite, da gennaio ad agosto, è andata progressivamente aumentando mentre la percentuale di rifiuto differenziato è costantemente calata, fino a quasi dimezzarsi.L’Amministrazione Comunale è corsa ai ripari. In attesa di partire con la raccolta porta a porta che costringerà i cittadini a differenziare, visto che non si riesce a far-lo con i bidoni di raccolta, ha avviato una campagna di sensibilizzazione. Partendo da un’apposita ordinanza del sindaco Domenico Tanzarella e dell’assessore all’am-biente Giuseppe Santoro con cui si stabilisce l’obbligo di conferire i rifiuti negli appositi cassonetti presenti sul territorio comunale per la raccolta differenziata di carta, vetro, plastica e farmaci scaduti e il conseguente divieto di conferire tali materiali riciclabili nei cassonetti per la raccolta dei rifiuti solidi indifferenziati. Viene anche stabilito che il conferimento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati negli appositi cassonetti è consen-tito dalle ore 19,00 di ogni giorno sino alle ore 9,00 del giorno successivo. Si ricorda, inoltre, la funzione Centro comunale di rac-colta (Isola Ecologica) sito nella zona artigianale in locali-tà Santa Caterina (strada per Carovigno) preposto per la raccolta dei rifiuti urbani ingombranti e dei rifiuti costi-tuiti da elettrodomestici, dal lunedì al sabato (ore: 9.00 – 12.00 e 15.00 - 17.00). Per i cittadini impossibilitati a recarsi presso il Centro di raccolta, è previsto il ritiro da

parte della ditta Navita dal piano terra degli edifici pre-via prenotazione telefonica al n. 0831-303055.Il provvedimento dell’Amministrazione Comunale pre-vede anche delle multe. La violazione a quanto dispo-sto comporta l’applicazione di una sanzione da 25,00 a 500,00 euro. Salvo che il fatto non costituisca reato o violazione amministrativa più grave.Si andrà sicuramente a beccare qualche indisciplinato che pagherà la multa. Ma di sicuro, nel caso dell’intro-duzione della raccolta porta a porta, pagheranno tutti i cittadini dato che il servizio costerà molto di più e che, quindi, saranno aumentate le tariffe.Allora bisogna raccogliere la sfida lanciata dall’Ammi-nistrazione. Va dimostrato, da qui a dicembre, di essere savi e non pazzi, facendo aumentare in modo considere-vole la percentuale della raccolta differenziata attenen-dosi scrupolosamente alle disposizioni dell’ordinanza comunale e, soprattutto, al buon senso. Che quella ostunese non sia la spazzatura dei pazzi.

Ostuni e la sfida per

vincere nella raccolta

differenziata dei rifiuti

di Natalino Santoro

DATI SULLA RACCOLTA DI RIFIUTI SOLIDI URBANI COMUNE DI OSTUNI ANNO 2011

LA13ottobre 2011

attualità

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La sanità in Puglia non gode buona salute. La rivoluzione del Presidente Vendola è stata rinviata. Ora bisogna affrontare le conseguenze della gra-ve crisi finanziaria. Il piano di rientro, imposto dal patto di stabilità voluto dal Governo nazionale, firmato a Roma il 29 novembre 2010, obbliga la Puglia a chiudere 18 Ospedali, a cancellare 1400 posti letto, a soppri-mere reparti, ad accorpare servizi, a bloccare assunzioni. L’Ospedale di Ostuni, che pure passa da 113 a 122 posti letto, ha questi reparti: Cardiologia, Chirurgia Gene-rale, Medicina Generale, Ortopedia e Traumatologia, Pneumologia, Lun-godegenza. Mentre deve rinunciare a Ginecologia e Pediatria a favore di Fasano, ma il provvedimento di tra-sferimento, per ora sospeso, rischia di trasformarsi in decreto di cancella-zione sia per Ostuni che per Fasano, visto che nelle due strutture non si superano i mille parti all’anno.Si pagano i costi di una gestione allegra e spensierata dei tempi pas-sati, quando i politici di ogni colore si battevano per avere un ospedale per ogni paese, per non parlare degli scandali ultimi della sanità che vedo-no coinvolto tra gli altri, l’assessore Alberto Tedesco o i 69 dipenden-ti accusati nella nostra provincia di timbrare e andar via. Ora non è più possibile: il patto di stabilità fissa un tetto alla spesa e chi non lo rispetta è obbligato a coprirlo con ticket ag-giuntivi e riduzione dei servizi sanitari. Oggi siamo di fronte al blocco degli organici e alla riduzione dei servizi che pesano sulle prestazioni erogate a favore dei cittadini. Il sistema sanitario pugliese, nono-stante tutto, non è alla paralisi perché ci sono migliaia di operatori sanitari (medici, tecnici, infermieri, ammini-strativi) che continuano a lavorare con impegno e professionalità, pur in condizioni difficili. Anche ad Ostuni l’Ospedale e i servizi dipartimentali, pur in mancanza di infermieri e tec-nici e in carenza di attrezzatura dia-gnostica e strumentale, continuano a funzionare. I lavori di costruzione

della nuova ala che ospiterà il Pron-to Soccorso, il Presidio del 118, il La-boratorio di analisi, la Radiologia, la Terapia intensiva e Cardiologia inten-siva, procedono a singhiozzo. In questo processo di riorganizza-zione sanitaria la Giunta Regionale pugliese ha tirato fuori la proposta di costruire un nuovo ospedale di 250 posti letto nella zona nord della pro-vincia di Brindisi in territorio di Fasa-no-Speziale, affidando all’Assessore ai Lavori Pubblici Fabiano Amati di Fasano il compito di avviare e seguire le procedure per la sua realizzazione. La proposta nasce dalla necessità di

impegnare entro la fine dell’anno i 120 milioni dell’edilizia sanitaria, per non rischiare di perderli a favore del Governo Centrale. Per questo nuovo ospedale si pre-vede un costo di 94 milioni di euro: 50 dai fondi dell’edilizia sanitaria, 10 dalla vendita degli ospedali di Ostuni e Fasano, e 35 milioni dall’intervento di privati.Tutti si dicono d’accordo per la co-struzione di un nuovo ospedale che risponda agli standard moderni della efficienza e della sicurezza e ai bi-sogni dei cittadini; i dubbi nascono in relazione alla copertura dei costi

previsti, all’intervento dei privati e alla procedura scelta. La strada della Finanza di Progetto (project fi-nancing) non sembra la migliore in tempi di crisi economica generale. Se poi si aggiungono le difficoltà procedurali e i tempi richiesti dai vari passaggi e dai possibili ricorsi, il quadro si complica.Senza dire che il Consiglio Comu-nale di Ostuni (vedi documento ap-posito), è intervenuto diverse volte per ribadire anzitutto la necessità di portare a termine celermente i la-vori di ampliamento della struttura ospedaliera e per esprimere la sua

di Enzo Cappetta

un nuovo ospedale?

La nuova ala dell’ospedale di Ostuni

sanità malata in puglia

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attualità

netta contrarietà alla costruzione di un nuovo ospedale.Analoga posizione è stata espressa dalla CGIL e dalla CISL , il cui parere è pubblicato a pagina trenta.Per parte sua chi scrive, ritiene fonda-ta la proposta di impegnare i fondi disponibili per recuperare le strutture edilizie sanitarie esistenti nel territo-rio della zona nord della provincia e adeguarle agli standard previsti dalla legge. In questo modo non si rischie-rebbe la perdita dei finanziamenti.Questa valutazione rimane un punto di vista di chi scrive. Il giornale resta aperto ad ogni ulteriore valutazione.

La discussione continua.

“Ho sempre dichiarato, al di là di ogni inutile e stupido campanilismo, di essere favorevole alla realizzazione di un nuovo ospedale di eccellen-za nella zona nord della provincia di Brindisi, che rispondesse alla domanda di prevenzione e cura delle nostre comunità.Ho solo e sempre chiesto con quali fondi e finan-ziamenti doveva realizzarsi.L’assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia Fabiano Amati, supportato dal gruppo di studio della Sanità regionale, ha avanzato alla ASL BR la proposta di un nuovo Ospedale da costruire in territorio di Fasano, nella frazione di Speziale, sulla ex statale 16, per 250 posti letto ed un costo di 94 milioni e 625 mila euro.La spesa prevista dal Piano Regio-nale, attraverso lo strumento del-la “Finanza di Progetto” (project financing) sarà coperta da 50 milioni dal fondo per l’edilizia ospedaliera, da 10 milini rivenien-ti dalla vendita degli Ospedali di Ostuni e di Fasano,da 35 milioni a carico del privato che parteciperà al Bando di Gara. Il privato che si aggiudicherà i lavori, oltre alla disponibilità degli spazi e volumi edilizi degli Ospedali di Ostuni e di Fasano, gestirà presumibilmente per 30 anni i servizi collegati al nuovo Ospedale (dal Bar al parcheggio, alle varie manutenzioni) esclusi tutti i servizi già internalizzati dalla Regione Puglia.A fronte di questa proposta ho espresso i miei dubbi e le mie perplessità sulla reale possibilità di realizzazione dell’Ospedale della zona nord della Provincia di Brindisi.Ritengo – infatti – che in questo momento di crisi economica globale e di forte difficoltà della

sanità pugliese: 1) nessun privato o banca tro-vi convenienza economica a investire 35 milio-ni di euro per un recupero economico affidato alla trasformazione edilizia delle strutture degli ospedali acquisiti e dalla gestione per 30 anni di servizi marginali; 2) i tempi a disposizione per la realizzazione del Bando di Gara previsti per la fine del 2011 – pena la perdita dei finanziamenti pubblici – sono troppo stretti e sicuramente non potrebbero contenere le varianti urbanistiche relative al cambio d’uso degli spazi e dei volumi degli ospedali di Ostuni e di Fasano, che i Consigli

Comunali dovrebbero adottare, nell’eventualità di una condivisio-ne della proposta.Si tratta di un procedimento complesso,che non può essere realizzato in tempi brevi, pena un Bando di Gara confuso che da-rebbe il via a mille contestazioni e ricorsi.Di qui – a mio parere – la urgenza di rinviare il progetto di costruzio-ne dell’Ospedale unico della zona nord della Provincia di Brindisi a tempi migliori, quando si disporrà dei finanziamenti pubblici neces-sari e certi per la sicura realizza-

zione dell’opera.Oggi, nei tre mesi disponibili, i fondi siano impe-gnati per il recupero e l’adeguamento ai moderni standard di efficacia e sicurezza delle strutture esistenti per garantire ai cittadini i servizi effi-cienti.Tutto ciò per non perdere i fondi a disposizio-ne, che alla fine del 2011, se non impegnate, potrebbero tornare nelle casse del Governo a Roma, e per migliorare l’offerta sanitaria del no-stro territorio”.

un nuovo ospedale?Dichiarazione di Giovanni Epifani

Consigliere regionale

Il programmato trasferimen-to dei reparti di Ginecologia, Ostetricia e Pediatria è nel solco del progressivo de-pauperamento delle risorse dell’Ospedale di Ostuni con di-smissioni di reparti e mancato espletamento dei concorsi per i primari.La chiusura e lo spostamen-to dei reparti non ha nessu-na giustificazione tecnica o finanziaria, ma è un atto di opportunità politica. Gli atti ufficiali parlano chiaramente di spostamento dei reparti a Fasano (…)Tale modo di procedere è in contrasto non solo con il ci-

tato Piano della Salute locale, ma anche con l’avvio dei lavori di ampliamento dell’Ospedale Civile di Ostuni.Le scelte strategiche fatte dai tecnici e dai politici regionali sono irrazionali e comportano un aggravamento della spesa pubblica. I sette milioni e mez-zo di euro stanziati dalla stes-sa regione per l’ampliamento dell’Ospedale di Ostuni, ri-schiano concretamente di cre-are un nuovo monumento allo spreco di denaro pubblico, se non saranno ultimati i lavori.Le finanze pubbliche non consentono di programmare la promessa costruzione del

nuovo grande Ospedale per la zona nord della provincia di Brindisi.L’ipotesi del ricorso alla proce-dura del “Project Financing” è di difficile realizzazione in un periodo di grave crisi eco-nomica. L’Ospedale di Ostuni per la sua baricentricità, per la facilità di accesso e di ulteriore possibi-lità di ampliamento è l’unico Ospedale che con un nuovo investimento può assolvere al ruolo di Ospedale della zona nord.Votato alla unanimità da tutti i gruppi politici presenti in Con-siglio Comunale.

Stralcio ordine del giorno delCONSIGLIO COMUNALE DI OSTUNI25/03/2011

I comunicati della CISL e della CGIL a pag. 30

Giovanni Epifani

sanità malata in puglia Continua il confronto sull’Ospedale Brindisi Nord

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foto dal mondo

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Hanoi (Vietnam) Siesta

foto di Marcello Carrozzo

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“Perché non possiamo giocare con i bambini di quelle parti?”un bambino di Ostuni nel 1999

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Eravamo nel 1999. Ad un tiro di schioppo dalla nostra costa, dall’altra parte dell’adriatico infuriava la guerra in Kosovo. Durante uno dei primi appuntamenti del consiglio comunale dei ragazzi ad Ostuni, un bambino si alzò e chiese rivolgendosi all’assessore Bernadette Giovine e al Sindaco Lorenzo Cirasino: “perché non possiamo giocare con i bambini di quelle parti?” (del Kosovo ndr). La richiesta di quel ragazzino non rimase inascoltata. Nell’autunno dello stesso anno venne inaugurata la prima edizione de “La settimana dei bam-bini del mediterraneo”. Ostuni come porta del continente verso l’oriente. Nel cuore del Mediterraneo. Propaggine dell’Italia verso i Balcani. Ostuni già città di pace - onorificenza ricevuta qualche anno prima con la venuta di Monsignor Belo, premio Nobel per la Pace 1996 - divenne da li in poi la casa dei bambini del mediterraneo.A partire dai bambini che Ostuni diviene, ogni anno ad ottobre, luogo di pace e d’incontri del Mediterraneo. Dal 17 al 22 di questo mese è ripartirà la nave! La nuova edizione è dedicata alle “Primavere nel Mediterraneo”. “La speranza di tante primavere nel tormentato bacino del Mediterraneo, perchè qualcosa si è mosso ma tante sofferenze vi sono ancora. Dai bam-bini torna un forte messaggio di pace e di giustizia”.E dalle parole dei suoi ideatori che nasce questo racconto. Bernadette Gio-vine, all’epoca assessore alle politiche sociali, e il prof. Lorenzo Caiolo. “È nei bambini che si custodisce la possibilità e la speranza di cambiare la società e di operare meglio nel futuro. L’educazione è infatti l’arma più efficace per meglio rispondere ai loro bisogni reali e per modificare gli stili di comportamento la Settimana è un’esperienza in cui gli stessi bambini sono parte attiva di un processo che li riguarda, perché solo così esso avrà successo” afferma Lorenzo Caiolo. Ed ancora Bernadette Giovine: “non di-menticherò mai i sacrifici, i tanti sforzi per far venire le prime delegazioni in Italia da quella palestinese a quella israeliana, algerina e tunisina, albanese e libica. Nella prima edizione registrammo la presenza di circa 6.000 bam-bini. Sbucavano bambini da ogni angolo della città”. Laboratori teatrali e musicali, presentazioni di film, laboratori didattici in classe. Oggi come allora giochi e giocattoli, incontri, e laboratori creativi, con la proposta riflessioni a tema per introdurre nuove pratiche rivolte all’infan-zia: dialogo, intercultura, solidarietà; tanti i temi delle varie edizioni, dal “costruire ponti nel Mediterraneo con Shahrazad e Giufà, alla Diversità come valore, alla Creatività celebrata da “Il Sasso nello stagno” di Gianni Rodari che fa emergere risorse interiori assopite. Quella della Settimana è una rete che mette insieme la professionalità di centinaia di esperti prove-nienti da varie regioni d’Italia, le scuole con il loro fondamentale impegno

e le decine di famiglie che con grande generosità ospitano i ragazzi delle delegazioni straniere. Storie e speranze tornano quindi ad incontrarsi come in un rito che espleta straordinari significati: anche quest’anno l’affollatissimo e multietnico cor-teo inaugurale del lunedì mattina percorrerà le vie della Città Bianca per rinsaldare nel cuore di piccoli e grandi la certezza che si può fare meglio e di più, che c’è tanta umanità che crede nel valore grande di ogni bambi-no. Ecco perchè slogan, danze e suoni diversi si mescolano ogni volta per rendere risonante il percorso dei bambini italiani accanto a quelli venuti da ogni angolo del mediterraneo. L’amministrazione di Ostuni, dal canto suo, da tredici anni continua a cura-re quest’iniziativa, credendo in maniera autentica al suo valore. Già da due edizioni lo fa con l’assessore ai Servizi Sociali Tommaso Moro. “Ad oggi, - afferma Tommaso Moro - la settimana dei bambini del Medi-terraneo coinvolge più di 30.000 ragazzi di tutta la provincia, e vede la par-tecipazione di esperti nazionali ed internazionali del mondo della scuola, ma le delegazioni di ragazzi stranieri che vengono ospitati presso famiglie del Comune di Ostuni rimane il momento più importante di coesione e di accoglienza più importante della settimana. Lo sforzo organizzativo ed economico per il Comune di Ostuni è notevole ma ampiamente ripagato dai risultati e dell’entusiasmo dei ragazzi partecipanti che, ci spingono ogni anno all’edizione successiva”.Così come in origine, il Consiglio Comunale dei Ragazzi di Ostuni continua ad avere un ruolo fondamentale. Infatti, grazie all’energia dei suoi compo-nenti, contribuisce con le preziose testimonianze a sviluppare l’accoglienza e la conoscenza dell’altro.Cosa rimane ogni anno, al termine della settimana? Innumerevoli le te-stimonianze di bambini, genitori, esperti, insegnanti: una luce nuova sui propri significati di vita, l’emozione di un incontro che non si potrà dimen-ticare. Rimane un insegnamento da coltivare, una riscoperta capacità di vivere i legami affettivi, anche nelle proprie famiglie. Una speranza per cui lottare con tenacia: questo è la Settimana, la prova che i valori e le energie buone ci sono “ma vanno sollecitate - dice Caiolo - e convogliate in gesti di vita quotidiana, in stili di vita costruttivi perché questo patrimonio bellis-simo non vada perso, ma continui oltre la Settimana stessa. Rinnovare ogni anno l’appuntamento ci consente di mantenere fede al patto fatto con i ragazzi. Essi ci chiedono un mondo migliore, fatto di pace, solidarietà, con-vivenza, intercultura. Rimaniamo in ascolto dei ragazzi. Che sono i nostri interlocutori privilegiati”.

ritratti

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di Giuseppe Moro e Silvia Di Dio

foto di Marta Tomaselli

Da tredici anni un mare di incontri nella Città Bianca

la storia dei “bambini del mediterraneo”

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una vita per l’archeologia e per ostuniL’amore per le pietre inizia subito per Donato Coppola quando, ancora fanciullo, in vacanza con la famiglia a Torre Canne, ascoltava incantato i racconti del mae-stro Quirico Punzi di Cisternino. Un grande affabulatore che amava la scuola, la politica e praticava la ricerca archeologica proprio a Torre Canne, alla scoperta di reperti dell’insediamento neolitico. Nel 1963, durante gli anni della scuola media, Donato fonda, con Ciccio Rodio e Niki Lotesoriere, l’Associazione Studi e Ricerche, appoggiandosi in un locale sotto la Chiesa della Stella nel Centro Storico. Di là, racconta Donato Coppola, si faceva presto a scendere a piedi alla Grotta S.Angelo, dove sono cominciate le ricerche e trovati i primi reperti.Nel 1968, insieme ad alcuni giovani di Ostuni, fonda il ‘Gruppo Paletnologico Ostuni’ che opera nella ricerca e nella descrizione delle Grotte del territorio.Nel 1969 è nominato Ispettore Onorario per i Monumenti, le Antichità e le Opere d’arte del Comune di Ostuni. Frequenta la Facoltà di Lettere dell’Università di Bari e continua le sue ricerche sul territorio di Ostuni; partecipa a campagne di scavi in Puglia, in Grecia e in Iugoslavia. I risultati delle sue ricerche appaiono su riviste di archeologia e sui giornali locali. Dal 1974 lavora presso l’Istituto di Civiltà Preclas-siche dell’Università di Bari.Nel 1981 convince gli amministratori di Ostuni a comprare il Monastero delle Mo-nacelle e la Chiesa di S.Vito Martire, in vendita, per realizzare la sede del Museo. L’operazione va in porto e subito dopo gli viene affidato l’incarico di Direttore Scientifico con il compito di allestirlo. L’Amministrazione Comunale avvia le opere di ristrutturazione e recupero delle strutture, convinta che la nascita del Museo potrà servire anche a rilanciare il ruolo del Centro Storico, che in quegli anni ver-sava in uno stato di grave abbandono.Nel 1983 Donato Coppola pubblica ‘Le Origini di Ostuni’, un’opera essenziale per la conoscenza della nostra storia e del nostro territorio. Sono analizzate e descrit-te, con metodo rigoroso, le diverse presenze umane dal paleolitico al periodo ellenistico. Notevole è la documentazione del processo di formazione della Città Messapica.Nel 1987 insegna Paletnologia presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Roma II.Nel 1989 allestisce con alcuni collaboratori la Mostra ‘Le Origini di Ostuni‘ ed inaugura il Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale nei locali ri-strutturati della Chiesa delle Monacelle (S.Vito Martire).Si apre così un capitolo importante non solo per il Museo ma per la Città di Ostuni.La scelta di acquistare il Convento delle Monacelle e destinarlo a polmone cultu-rale della Città appare sempre più decisiva ai fini del recupero di tutto il Centro Storico.Nel 1991 Coppola, durante gli scavi nella Grotta di S. Maria di Agnano, con la collaborazione di ricercatori e studenti, realizza la sua scoperta più importante con le sepolture di Ostuni 1 (La Grande Madre del Paleolitico di 28.000 anni) e Ostuni 2 (Il cacciatore del Paleolitico Superiore di 30.000 anni).La mostra ‘La Grotta della Maternità’, che espone il calco della Grande Madre del Paleolitico nel 1993, ottiene risonanza nazionale ed un numero incredibile di vi-sitatori.Sull’onda di questa eccezionale scoperta il prof. Coppola continua le sue ricerche, chiede nuovi spazi per il Museo e l’acquisizione dell’ area della Grotta di S.Maria d’Agnano.Il professore desidera vedere realizzato il suo progetto in tempi rapidi, ma i tempi amministrativi sono più lenti e anche i finanziamenti per il recupero del Monaste-ro delle Monacelle sembravano una chimera.Nel 1997 l’Amministrazione del Sindaco Cirasino crea l’Istituzione Museo, quale organo specifico dedicato esclusivamente alla realizzazione e alla gestione del Progetto Museo, in stretta cooperazione con il suo direttore scientifico.

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MUSEO DELLE CIVILTA’ PRECLASSICHE DELLA MURGIA MERIDIONALE CENTRO STORICO DI OSTUNI

Orari di aperturaMARTEDì MERCOLEDì GIOVEDì VENERDì dalle 8,30 alle 12,30. nel pomeriggio solo su prenotazione di gruppi.

SABATO E DOMENICAdalle 8,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19

LUNEDì CHIUSO

PARCO ARCHEOLOGICO E NATURALE DI S.MARIA DI AGNANOsi accede solo per prenotazione.

COSTO DEL BIGLIETTO: 5 EURO RIDOTTO: EURO 3 PER STUDENTI ANZIANI E GRUPPI SUPE-RIORI A 12 . I BAMBINI NON PAGANO.BIGLIETTO UNICO PER MUSEO E PARCO: 8 EURO.

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Il museo è finalmente aperto al pub-blico dal 20 agosto per l’inaugurazio-ne della mostra sulla Vita quotidiana e il Sacro nelle testimonianze arche-ologiche dalla Preistoria al Medioevo. Questa apertura tanto attesa è un punto di arrivo o un punto di parten-za? Un punto di partenza, certamen-te, perché le ricerche archeologiche continuano, si rinvengono nuovi materiali, che vanno posti in relazio-ne con quelli precedenti già esposti e conservati nel museo. Ricordiamo che il Museo di “Civiltà preclassiche della Murgia meridionale” di Ostuni venne aperto al pubblico per la prima volta il 14 maggio 1989 nell’ex mo-nastero carmelitano di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, con l’annessa chiesa di San Vito martire. I reperti esposti sono preistorici e protostorici e provengono dagli scavi archeologi-ci effettuati nel territorio di Ostuni e lungo la costa. Il museo di Ostuni è dunque un museo di ricerca e non di conservazione, pertanto vive e si svi-luppa in relazione alle nuove indagini archeologiche. Risalgono al 1963 le mie prime ricerche e al 1981 l’atto

deliberativo da parte del Comune di Ostuni per la nomina di Direttore scientifico.

Dal 1981 fino al 2011 senza soluzio-ni di continuità ricopri l’incarico di Direttore scientifico?In realtà sì. Dal 1991 al 1994 l’immo-bile delle Monacelle, pur sopravviven-do il Museo solo nella chiesa di S.Vito Martire, fu assegnato in comodato d’uso alla Cittadella della Ricerca di Mesagne e destinato ad altre attività mai realizzate con il decadimento del comodato. Nel 1991, però è iniziata ugualmente presso la Grotta di Santa Maria d’Agnano un’indagine siste-matica in tutto il complesso carsico, che si colloca lungo il declivio della scarpata del promontorio di Rissied-di. Il complesso carsico si divide in tre settori: l’interno, il riparo sottoroccia e l’esterno. Al centro dell’area atriale del riparo, domina la cappella sei-centesca, che divide la grande grot-ta di Agnano in due zone definite, rispettivamente, cavità occidentale e cavità orientale. Nella cavità occiden-tale sono stati rinvenuti i due seppel-limenti di età gravettiana noti come Ostuni 1 e Ostuni 2, posti in posizio-ne contratta. Ostuni 1 è l’antica ma-dre di Ostuni, una gestante di circa 20 anni con i resti di un feto ad uno stadio di sviluppo avanzato, datata a 28.000 anni fa ed è l’ unico esempio al mondo di consanguinei ceti d’età paleolitica.

Dal 1994 al 2011 quali sono stati gli eventi più significativi?Le numerose collaborazioni anche su base volontaria di almeno mille per-sone tra studenti universitari, ricerca-tori, docenti provenienti dalle univer-sità di Bari, Lecce, Roma Tor Vergata,

Nel 1999, finalmente, l’Amministrazione Comunale acquista i 13 ettari del Parco di S.Maria di Agnano , dove si trova la Grotta della sepoltura della Grande Madre e l’8 luglio 2001, grazie ai fondi europei e ai finan-ziamenti comunali, si inaugura il Parco Archeologico e Naturale di S.Maria di Agnano.È un altro risultato importante per il prof. Coppola e per l’Amministrazio-ne Comunale di Ostuni.Da 2004 il prof. Coppola insegna anche alla Università di Bari; il Museo di Ostuni è un centro di ricerca e di studio, dove arrivano studenti e ricercato-ri da altre Università italiane e straniere. Ogni anno dal 1991 continuano gli scavi a S.Maria di Agnano e si accumulano i reperti di un’area arche-ologica importante per la presenza di gruppi umani dal paleolitico all’età messapica ed ellenistica.Nel 2005 si realizza la svolta per il recupero del Monastero delle Monacel-le, sede del Museo. L’Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Tanzarella presenta un progetto di 1.549.000 euro per il recupero della struttura. La Regione Puglia approva il progetto, che sarà finanziato per il 70% dai fondi europei e per il 30% dai fondi del Comune di Ostuni.I lavori iniziano a giugno del 2006 e terminano a settembre del 2009. Inizia così l’allestimento delle sale per mettere in mostra, secondo un per-corso ragionato tutti i reperti , frutto quasi esclusivamente delle ricerche di Donato Coppola, mentre l’Amministrazione Comunale avvia con il Mi-nistero dei Beni Culturali la pratica per il loro deposito e per l’autorizzazio-ne alla apertura del nuovo Museo.Passano ancora due anni e finalmente il 20 agosto del 2011 viene inaugu-rato il Nuovo Museo di Civiltà Preclassiche di Ostuni.Un risultato eccezionale che premia l’impegno di una vita del prof. Donato Coppola e offre al visitatore la possibilità di leggere i segni di una storia antica che va dal paleolitico all’età ellenistica. Una Storia che rafforza l’i-dentità civile e culturale della nostra comunità e la orienta con maggiore consapevolezza nel presente e nel prossimo futuro.Un traguardo raggiunto da una Città dimostratasi via via sempre più sen-sibile e attenta al suo passato , grazie anche a quelle Amministrazioni che con atti concreti hanno reso possibile la realizzazione del progetto pensato e voluto dal prof. Coppola.Oggi la Storia della nostra Città continua. Donato continua le sue ricerche sul territorio ed in particolare nell’area di S. Maria d’Agnano, aiutato dai suoi studenti e da ricercatori italiani e stranieri; l’Amministrazione Comu-nale completa i lavori del Museo e del Palazzo Tanzarella.È questa una bella storia personale e collettiva, che accredita l’immagine della nostra Città sul piano civile, economico e culturale.A Donato Coppola l’augurio di un lavoro sereno con le sue amate pietre, che, come dimostrato in questo caso, sono pietre che parlano e addirit-tura cantano ringraziando chi le ha portate alla luce e chi ha imparato a conoscerle ed apprezzarle nel loro significato e valore.

inTervisTa al prof. Donato Coppola, direttore scientifico del Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia meridionale e del Parco Archeologico e Naturale di Santa Maria d’Agnano

di Maria Concetta Nacci

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cultura e territorio

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Bologna, Ecole Francais di Roma, che hanno favorito e consentito il pro-trarsi di una forte attività scientifica. Con il prof. Luigi Greco scomparso da alcuni anni, ci proponevamo di realizzare un nuovo piano espositivo, che sovrastasse l’area degli scavi nel giardino del convento delle Mona-celle. Attualmente il museo possiede oltre 20.000 reperti già inventariati e schedati; molti sono tuttora custodi-ti presso altri musei in Italia. Ricordo in particolare le ceramiche graffite di stile Matera-Ostuni del 4.500 a.C. provenienti dalla Grotta Sant’Angelo di Ostuni (grande luogo di culto nel Neolitico e nell’Eneolitico) e risalenti agli scavi del 1930-31, ora conservati nei depositi del Museo Nazionale di Taranto. I materiali ceramici neolitici presentano una singolare rappresen-tazione antropomorfa a braccia leva-te, nella tipica posizione dell’orante.

Cosa rappresenta per la Puglia e per Ostuni oggi un museo di Preistoria?Il fiore all’occhiello non solo di Ostu-ni, ma di tutta la Regione. L’ammini-strazione comunale ha sempre avuto a cuore le sorti di questa complessa struttura, come anche la Soprinten-denza per i Beni Archeologici della

Puglia e ora anche il Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Tutto ciò avviene in un momento storico particolarmente problematico per le espressioni e le manifestazioni artisti-co-culturali, data la cronica carenza di fondi. L’Istituto Italiano di Preistoria ha, inoltre, individuato Ostuni come sede dell’annuale Riunione scientifi-ca, che si terrà dal 26 al 30 settem-

bre 2012 dopo ventisette anni dalla riunione di Monopoli. Si ipotizza una partecipazione di almeno quattro o cinquecento persone tra studiosi e ricercatori.

Come saranno gestiti il Museo e il Parco ora che entrambe le strutture dopo tanti interventi di recupero, di restauro e di allestimento sono aper-te al pubblico?Attraverso personale specializzato, motivato e competente. I primi at-tori di una futura gestione dovran-no essere i laureati in Archeologia preistorica e classica con conoscenze di tipo antropologico. Ma tanti altri giovani possono trovare lavoro e oc-cupazione a più livelli presso il museo e il parco per la gestione e la manu-tenzione. Le numerose attività, che saranno svolte sia nei laboratori del Museo e del Parco, consisteranno in visite guidate, nell’organizzazione di percorsi tematici nell’ottica di un si-stema integrato e interattivo inserito nel territorio, di un laboratorio all’a-perto per la ricostruzione della vita nella preistoria. A tale scopo è stata già costruita una capanna neolitica con le pertinenze esterne, che atten-de di essere attrezzata per permette-re al pubblico di partecipare attiva-mente alle ricostruzioni sperimentali di vita nella preistoria. E’ necessario che ora, dopo l’utilizzo di tante risor-se fondamentalmente pubbliche e in parte anche private, l’impegno dei numerosi amministratori, che si sono

avvicendati dando il proprio impor-tante contributo e la perseveranza dell’Istituzione Museo, attenta e par-tecipe alle varie esigenze dal 1999, il Museo e il Parco possano esprime-re al massimo tutte le potenzialità, pianificando da subito una fruizione adeguata alle moderne esigenze del pubblico.

Ostuni è un paese noto a livello in-ternazionale, come territorio turistico ha colto sempre tutte le opportunità?Se gli investimenti finanziari saranno sintonizzati alle risorse umane si sal-verà l’identità storica e si pianificherà uno sviluppo futuro. Un’altra grande opportunità da non sottovalutare per Ostuni è costituita dalla valorizza-zione degli Orti periurbani, che con-servano le testimonianze dell’antica città iapigio-messapica. Penso alle possibili e auspicabili azioni da met-tere in campo per recuperare e sal-vaguardare questa importante fetta di territorio con le molteplici valenze storico-archeologiche e etno-antro-pologiche. Nel Museo sono esposti importanti corredi funerari propri del-la frequentazione preesistente di età messapica e tipologie vascolari, che denotano un uso e una consuetudine abitativa continuativa nella zona sot-tostante le antiche mura del borgo medievale, poi divenuta, grazie al la-voro secolare degli ortolani ostunesi, uno splendido ed unico paesaggio di giardini terrazzati che vanno assolu-tamente salvaguardati.

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di Francesco Roma

Leonardo Mondadori

una gioia velata di tristezzaContinuiamo con gli ossimori, dopo emozione e indifferenza è la volta di gioia e tristezza tanto care ad un genere letterario in disuso ma dal fascino discreto sempre attuale. “Il primo barlume di gioia si tinse presto di tristezza e dalla tristezza fu sommerso”. Questa frase estratta da un libro di Vasilij Grossman “Vita e destino” fa intuire l’inconsistenza temporale della felicità e credo si adatti bene ad un personaggio che ho conosciuto al crepuscolo della sua vita mi-nata da una crudele malattia, Leonardo Mondadori, imprenditore culturale di successo e ostunese d’adozione. La sua “Conversione” rimane una delle pagine più alte degli eventi culturali della città bianca. Una magnifica sera di luglio, era il lontano 2002, seduti al tavolino di un bar in piazza, abbiamo parlato di libri e della vita. Sembrava un bibliofilo che osservasse un voto di castità tanto era sobrio ed elegante nel suo vestito bianco di lino stropicciato. La durata della sua vita dipendeva ora-mai dall’assunzione di farmaci specifici per la rara forma di tumore al pancreas ma sembrava pacato e consape-vole di aver fatto la cosa giusta, abbracciare la fede cat-tolica. Dava un significato pregnante alle parole e, nel contempo, non ne era schiavo. Per dirla col senno di poi sembrava aver compreso il sacrificio della vita e il suo in-trinseco valore. Leonardo Mondadori, al di la della fama e del prestigio editoriale, approdò nella città bianca con discrezione e affabilità ma, al contrario di tanti VIP che negli anni hanno solo occupato pochi metri quadri del centro storico, volle dare un segno tangibile alla comunità locale acquistando e ristrutturando una delle più belle e antiche masserie dell’agro con bosco annesso.Da “Conversione”: “La vita, per alcuni è cupa, per altri grigia. Per me è radiosa. Ci sono molti elementi che concorrono alla luminosità della mia esistenza attuale: innanzitutto, un mattino di quattro anni fa ho scoperto, in un colpo solo, di avere un tumore alla tiroide e un carcinoide al pancre-as e al fegato, per cui da allora devo sottopormi ogni giorno alla terapia dell’interferone. Inoltre, svolgo il mio lavoro fra molti contrasti e anche, com’è naturale, qualche disillusione. Infine, anche per colpe mie, sono lontano da colei che, malgrado un divorzio, nella prospettiva cristiana resta mia moglie e che mi ha dato una figlia, mentre gli altri due figli sono venuti dal mio secondo matrimonio. Eppure, godo di una vita cristiana vibrante. Ed è questa visione di fede che, malgrado tutto, rende la mia esistenza radiosa”.Comincia così il libro-intervista con Vittorio Messori e presentato il 21 lu-glio del 2002 nella sesta edizione della rassegna letteraria “Un’emozione chiamata libro”.Una persona riservata che si racconta non solo deve avere qualcosa di importante da dire a deve anche credere nel significato terapeutico della testimonianza.

Il dubbio di mettersi in piazza è molto forte perché raccontare un’avven-tura personale che non ha fine, le conversioni infatti bisogna costruirsele giorno per giorno. Ad un cero punto ha prevalso la decisione di scrivere questo libro per il desiderio della testimonianza. Mi auguro che “Conver-sione” possa aiutare anche una sola persona. Sarebbe un risultato straor-dinario. Che comunque aiuti qualcuno a vivere un po’ meglio.Nella prima bozza il titolo doveva essere “Sorpreso dalla gioia”.Dal punto di vista editoriale era più secco “Conversione” e, tra l’altro, già esisteva una precedente pubblicazione con questo titolo.

Resta, comunque, l’immagine di “Sorpreso dalla gioia”.Una delle grandi cose della conversione è che si scopre una gioia autentica, profonda e diversa da quella legata ad avvenimenti seppur gioiosi della nostra vita. Questa è una conversione più profonda e duratura.Leggere o far leggere agli altri ciò che si è provato inti-mamente non sempre riesce a riprodurre la dinamica di questa rivoluzione interiore o c’è sempre qualcosa che rimane dentro.Qualche area di mistero rimane perché la stessa conver-sione lascia delle aree inesplorate.Dalla spiritualità passammo all’attualità circostanziata. Ad una mia ingenua domanda sulla eventualità di tra-sformare l’appuntamento ostunese con gli autori in un premio letterario Mondadori mi spiazzò abbandonando l’atmosfera mistica del suo libro-verità e trasformandosi immediatamente in un grande esperto di marketing.

Cose ne pensa di questa rassegna letteraria ostunese? Po-trebbe assurgere a premio letterario?Sono contrario alla proliferazione di premi letterari. In Italia ce ne sono cir-ca 1130. È difficile organizzare qualcosa di originale. Bisognerebbe trovare qualche idea di marketing oppure trovare uno o più sponsor che investano molto denaro. Spiace dirlo ma è così. È necessaria un’idea nuova che ab-bini turismo a cultura.Aveva le idee molto chiare nel propormi il modello Mantova dove il “Fe-stivalettura” è un grande business in tutti i sensi con sponsor altisonanti ma anche con semplici collaborazioni di volontariato. Chissà se un giorno sarà possibile realizzare un gemellaggio culturale con la città dei Gonzaga dove, in una sola settimana, si organizzano decine di incontri, happening, letture pubbliche, confronti tra autori, letteratura e gastronomia ed altro ancora. Una grande kermesse che da agosto a settembre attraversi l’Italia nel nome di Ostuni e Mantova, manifestazioni gemelle per la loro nascita.Cosa sta leggendo?Sul mio comodino c’è un’edizione in carta india del “Nuovo Testamento”. Una lettura straordinaria.Altri libri straordinari continua a leggere Leonardo Mondadori per la sua “Tipografia in Paradiso”.* * titolo del libro di Mimma Mondadori, mamma di Leonardo.

“Godo di una vita cristiana vibrante.Ed è questa visione di fede che, malgrado tutto, rende la mia esistenza radiosa”

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Il 20 novembre 2011 ricorre la Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia, 22° anniversario dell’ap-provazione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adole-scenza (20 novembre 1989), il trattato più ratificato nella storia (193 Paesi) della comunità internazio-nale. é lo strumento giuridico più importante di enunciazione e tutela dei Diritti di ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza.La Società Italiana di Pediatria(SIP) intende celebra-re tale ricorrenza indicendo in tutte le Regioni Italia-ne la: Giornata degli Stati Generali della Pediatria.In tutte le Regioni il 19 novembre si terrà una ma-nifestazione scientifico culturale mediatica avente per tema: “Il Banbino, l’Adolescente ed il WEB”.In Puglia il Consiglio Direttivo della SIP ha delibera-to che tale evento si svolga ad Ostuni, sede ideale per questo evento in considerazione della sua no-

torietà a livello nazionale ed internazionale nonché per l’interesse culturale che questa Città ha tradi-zionalmente profuso nei confronti dell’infanzia e della sua tutela.La manifestazione si svolgerà nella mattinata del 19 novembre presso il Cinema Teatro Roma con la formula del ”talk show”condotto dal Dr. Fran-cesco Roma, giornalista radio televisivo, e con la partecipazione delle Scuole (Superiori, Medie e le ultime tre classi delle Elementari) con un Concorso riguardante il Tema “Il Bambino, l’Adolescente ed il WEB”.Tale iniziativa ha carattere mediatico culturale e di sensibilizzazione alle problematiche dell’infanzia affinché la società civile e la politica si interessino del Bambino e del suo mondo con interventi che servano a tutelare la salute fisica e psico-sociale.

“il bambino, l’adolescente ed il Web” di Giuseppe Colucci

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Un concorso per ricordare il giovane Pietro Colucci

la polisporTiva 2000 in serie b/2 di Danilo Santoro

L’ambizione è la stessa ormai da svariati anni: valorizzare i giovani del territorio. Questa volta però in un palcoscenico diverso, sicuramente più consono alle qualità e alla passione dei dirigenti. La vetrina, ora, è davvero di quelle che contano: la Polisportiva 2000, storica società di pallavolo della città bianca, sta partecipando dal 15 ottobre al campionato di serie B/ 2, quarto torneo nazionale. Il sodalizio gialloblu, presieduto da Angelo Blasi, ha rilevato il titolo dalla Nuova Pallavolo Fasano. Un progetto importante e ambizioso che avrà come guida tecnica, Enrico Semeraro, figura storica, del volley ostunese. La formazione della città bianca è stata inserita nel girone G che comprende otto squadre laziali e tre pugliesi: Monterotondo, Tivoli, Veroli, Frascati, Marino, Pomezia, Civita

Castellana, Club Italia (Bracciano) e i derby con Turi, Altamura. Il primo appuntamento per la compagine gialloblu sarà in casa del Monterotondo, tra le formazioni accreditate alla vittoria finale del torneo. Il rooster della Polisportiva 2000 Ostuni è formato da: Tommaso Cramarossa, Emanuele Semeraro palleggiatori; Donato Rizzi, Nico Ruggiero, Gabriele Semerano centrali; Mino Parisi, Dario Polignino opposti: Raffaele Burriesci, Alessio Fornaro, Giuseppe Marolo, Adriano Polignino; schiacciatori; Giuseppe Mancini , Vincenzo Sansevero liberi. Vice-allenatore Cosimo Macelletti; preparatore Gianni Greco. Le partite interne saranno disputate nel “Tensostatico” comunale. Sarà un campionato avvincente, dove tante saranno le insidie da superare per i ragazzi del presidente Blasi. Indispensabile, oltre l’immancabile passione dei dirigenti, sarà la risposta della città a questo nuovo progetto. Ostuni, rappresentata nel quarto campionato nazionale di volley dalla Polisportiva 2000, non potrà essere indifferente davanti alla crescita di questo movimento. Necessaria, così, sarà la partecipazione emotiva alle gare, ci si augura da parte di un pubblico numeroso e corretto, e l’adesione di nuovi sponsor, come supporto economico, a questa entusiasmante avventura intrapresa dai dirigenti gialloblu.

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la prima storica vittoriasport

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Sigma Barcellona

Prima Veroli

Givova Scafati

Giorgio Tesi Group Pistoia

Centrale del Latte Brescia

Tezenis Verona

Assi Basket Ostuni

Riposa

Marcopoloshop.it Forlì

Enel Brindisi

Fileni BPA Jesi

Conad Bologna

Trenkwalder Reggio Emilia

Aget Service Imola

Morpho Basket Piacenza

Ass. Pallacanestro S.Antimo

prossimo turno del 23 ottobre4^ del campionato legadue-eurobet

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la prima storica vittoria

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ottobre 2011

di Pierpaolo Caliandro

Siamo passati dalle decine e decine di complimenti dei tifosi avversari, dei vertici della LEGADUE e della FIP all’amaro bottino dell’ASSI Basket Ostuni. Tanto si sentiva dopo il prologo di Coppa Italia, il primo atto (a dire il vero un po’ tragico) della prima gara di Campionato a Pistoia, e la conclusione di questa trilogia autunnale che ha visto on stage il derby con la New Basket Brindisi. La Coppa Italia di fine Settembre, ha messo in scena i primi due atti di questa trilogia. Per la prima volta nella storia della provincia di Brindisi, il PalaPentassuglia, è stato teatro dello spettacolo nello spettacolo. Tutto il movimento cestistico provinciale e regionale ha finalmente il riconoscimento che merita a livello nazionale. Avere in LEGADUE 2 cinque squadre del centro-sud Italia e due di esse nella stessa provincia, non è cosa facile. E queste due squadre si sono incontrate già tre volte dando vita a dei veri derby, decisi all’ultimo secondo. Ecco il trait d’union dei confronti ASSI - New Basket. Due squadre, costruite con obiettivi, proprietà, sponsor e budget diversi, che hanno combattuto alla pari. Prova che questo campionato è forse il più difficile, ancor più della LEGA A. Non per niente, a dirigere le due squadre ci sono coach Marcelletti e coach Bucchi. Due allenatori ambiti desiderati e invidiati. La coppa Italia ha mostrato un’ASSI volitiva, aggressiva e ben organizzata dal suo coach. Ha gestito per oltre 30 minuti i due derby di Coppa per poi cedere nella gara di andata di fronte all’esperienza dei giocatori biancoblù. Il precedente è servito nella gara di ritorno e ha contribuito alla vittoria. La differenza punti ha comunque detto +2 Brindisi. La stessa esperienza non ha però dato i frutti sperati per i gialloblù nella seconda di campionato, quando le pugliesi si son date di nuovo battaglia davanti alle telecamere RAI e con il commento dell’icona vivente Franco Lauro e ad un parterre di eccezione, fra cui Bonamico presidente di LEGADUE e Barnaba consigliere nazionale FIP. Una gara di campionato amara perché condotta in vantaggio per 37 minuti nonostante l’assenza di J.J. Williams che dovrebbe essere il condottiero di questa giovanissima squadra. L’ala americana, infortunatosi proprio nella gara di Coppa Italia, ha fatto sentire la propria mancanza proprio nei minuti finali, quando la palla era incandescente. Così come è mancato, negli ultimi tre minuti il contributo dell’altro americano, quell’Aaron Johnson, che ha fatto sgranare occhi, spellare mani e provocare standing ovation per oltre 30 minuti giocati. Fra i due derby la prima gara col Pistoia. Gli ostunesi giocano alla pari con una delle protagoniste di campionato, la stessa che si è imposta sul campo del Brindisi con un +15, per almeno due quarti. Pistoia prende il largo nella terza frazione ed impone fattore campo, forza ed esperienza nella categoria. L’abulia della seconda metà della prima gara è stata presto messa in ombra dalla luce arrivata nel già citato derby pugliese e, soprattutto, nella gara appena

vinta sul campo di un Forlì che nella prima di campionato aveva battuto addirittura Scafati (con +12). Stavolta l’ASSI porta a casa non solo i complimenti ma anche un appuntamento importante con la sua storia cestistica. Il 16 ottobre sarà ricordato come il primo successo in serie A, tra i professionisti. Una gara, condotta con oltre 10 punti, ma anche la gara della maturità dimostrata negli ultimi minuti di gioco punto a punto. È un capolavoro di coach Marcelletti, la giornata dei fuoriclasse ma anche di chi è partito gregario come Basei. Dopo questo campionato iniziato in salita, come da pronostico, l’ASSI può guardarsi allo specchio ed avere l’incoraggiamento necessario per andare avanti con fiducia. Lo dice una campagna acquisti che sta dando le prime conferme di oculatezza e intelligenza nelle scelte. Le belle notizie non arrivano solo da Aaron Johnson. Dane DiLiegro si sta affermando come un leone sottocanestro, invidiato da tante squadre. E può solo crescere. Rinaldi ha fatto presto dimenticare l’opacità della Coppa ed ha iniziato a dimostrare quello che è: il capitano che impone la sua presenza in campo e fuori. Jurevicus, dopo il quasi trentello in prima di Coppa, ha gridato “io ci sono, da subito”! Basei, Rossetti e, soprattutto, Marino stanno sussurrando all’orecchio del proprio coach di esser pronti in qualsiasi momento e che possono anche essere decisivi. La grande promessa Carenza, ed i giovani Sirakov, Margio e Semerano dovranno maturare, assaggiando il campo della LEGADUE, come coach Marcelletti ha già iniziato a fare. A tutte queste belle notizie sportive si è aggiunta quella dell’arrivo di Jaka Klobucar. Frutto dell’ennesimo sforzo della dirigenza gialloblù, per tamponare gli infortuni e rinforzare ulteriormente l’Ostuni. Jaka arriva dalla Lega Adriatica, ha giocato nel KrKA Novo Mesto, dopo aver militato in giganti del Basket Europeo come il Partizan o il Cibona; è l’esterno che può permettere a Williams di riprendersi con calma, dando ulteriore equilibrio e pericolosità a tutta la squadra. È il fuoriclasse da Eurolega, l’arma in più sfoderata a Forlì.Gli stessi incoraggiamenti per l’ASSI arrivano dai propri tifosi, ammirati in tutt’Italia per correttezza, passione e creatività artistica. Lo dice un’organizzazione che, a detta di LEGADUE e Federazione, nella partita in casa, sembrava tutto tranne che quella di una neopromossa. Se l’organizzazione, in campo e fuori, inizia a rispondere ai canoni di un professionismo sempre più esigente, così ancora non è per la risposta delle aziende. L’assenza di un main sponsor inizia a farsi pesante e dipinge di nero i cieli dei più pessimisti. Lo sforzo per proiettare Ostuni nell’Olimpo del basket nazionale è grande. Se i complimenti ed i risultati vogliono essere mantenuti nel tempo, serve una forza economica che ottimizzi gli sforzi e l’impegno. Serve un nome da affiancare all’ASSI Basket Ostuni. Che ne condivida gli obiettivi, ma anche la passione… “per volare insieme…abbracciati”!

Po. Squadra P.

1. Centrale del Latte Brescia 6

2. Aget Service Imola 4

3. Trenkwalder Reggio Emilia 4

4. Givova Scafati 4

5. Fileni BPA Jesi 4

6. Conad Bologna 4

7. Giorgio Tesi Group Pistoia 4

8. Enel Brindisi 2

9. Morpho Basket Piacenza 2

10. Assi Basket Ostuni 2

11. Sigma Barcellona 2

12. Marcopoloshop.it Forlì 2

13. Prima Veroli 2

14. Tezenis Verona 0

15. ASS. Pall. S.Antimo 0

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la storia de “lu miere”

l’angolo della tradizione

Lu capasòne, con la sua pancia di creta lucida e le anse strette e lunghe sui lati a mo’ di anfora, è diventato oggi un elemento di arredo, molto ricercato da chi intende abbellire ville e giardini o richiamare emblemi della civiltà rurale nella ristrutturazione di una masseria o di un complesso di trulli.Un tempo lu capasòne era sinonimo di vino di qualità (mière de capasòne!) ed era il recipiente nobile capace di conservare il vino nelle condizioni migliori possibili, ma anche pronto ad ospitare il mosto nella fase della fermentazione. “Ime fatte uètte capasùne de mière!” annunciava trionfante il proprietario di una bella vigna al termine della vendemmia, aggiungendo subito dopo “…e dò capasengèdde pe lu predìgnulu”.Tenuto conto che nu capasòne generalmente aveva una capacità di una salma e mezza e che una salma corrispondeva a 16 cannate e una cannata a 11 litri, otto capasoni contenevano 2.112 litri. In questo caso è evidente che, per quanto numerosa potesse essere la famiglia, non si trattava di produzione di vino per soddisfazione propria ma anche e soprattutto – ed era un’usanza assai diffusa – per la vendita diretta, che spesso veniva annunciata con una insegna fuori la porta, che recava una scritta più o meno incerta VINO P.P. (Produzione Propria); o , come accadeva più spesso, la vendita interessava i gestori delle tante candìne che con una vopa fritta, nu quinde de miere e na gazzosa rendevano felici i tanti avventori.Lu capasòne, insieme a llu caudaròne, a llu palmiènde e a lla furàta erano i luoghi e gli strumenti indispensabili perché il contadino, usando testa e piedi, potesse trasformare l’uva in vino. Uva che diventava oggetto di cure quotidiane stringenti, mano a mano che si avvicinava il tempo della vendemmia: il grappolo veniva tenuto sotto costante osservazione e liberato da eventuali presenze di muffa, mentre il controllo della maturazione avveniva mediante saggi periodici del grado zuccherino col mostimetro immerso nel succo d’uva ricavato da un campione di grappoli.Non appena si poteva presagire, scrutando i tramonti e osservando le fasi lunari, l’arrivo di una bella giornata asciutta e soleggiata, scattava l’ora X “pe ttagghjà l’ùa e pe stembà”.Uno stuolo di donne allegre e vocianti, armate di fuèrceve e panàre, era pronto al sorgere del sole a schierarsi lungo i filari e iniziare una sorta di gara nel riempire i cesti di grappoli turgidi d’uva.Uomini robusti, protetti sulla spalla da sacchi piegati e rigonfi, erano pronti a trasportare cùfene e caudarìne stracolmi d’uva.Lu chjazzelìne era occupato da casce e da jaluttùne pieni di jùa gnora destinata ad essere sgrappata per ricavare l’ascenàta utile a dare colore e forza al vino. Più in là lu caudarone, ind’a lla fernacetta, fumava portando ad ebollizione il carico d’ascenata. Lu palmiènde pulito a specchio

, con al centro la furàta, tornava a profumare d’uva. Tutti in fila, e rialzati rispetto al livello del pavimento della cantina, facevano bella mostra di sé li capasùne.Tutt’intorno si respirava lu fertòre de lu muste, de lu cuètte e de l’ascenata, le vespe, ubriache e indisturbate, si aggiravano tra i grappoli e gli acini d’uva o e si tuffavano in qualsiasi recipiente che

sapesse di mosto, li meschìdde quasi dal nulla si proliferavano a migliaia…Iniziava così il rito della pigiatura: li uèmme, indossando nu pare de canzenétte e con i piedi lavati cu lla lussìa (acqua bollente e cenere), affondavano, con tutto il peso del loro corpo fin sopra al ginocchio, nella massa d’uva su cui era stata da poco versata l’ascenàta bollente; la strana

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di Lorenzo Cirasinofoto di Marcello Carrozzo

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l’angolo della tradizione

ma eccitante sensazione di caldo-freddo faceva intensificare, con un ritmo sempre più incalzante, il “cic ciac” dei piedi che schiacciavano i grappoli trasformandoli in pasta d’uva “lu venazze”. Il mosto si raccoglieva in una sorta di vaschetta, la pelèdda, al cui fondo veniva adagiato un arnese di ferro, generalmente un martello, e di lì, attraverso nu caruètte fengiùte cu ll’attùme, (una sorta di filtro ricavato dalla pianta di timo), per bloccare il passaggio de cuèccelu e raspe, scorreva ind’a lla cestèrna, posta sotto il livello de lu palmiènde, o raccolto con una cannata veniva versato ind’a lli capasùne. Il mosto, ovviamente molto dolce per la presenza, oltre che dell’acqua, di glucosio, fruttosio ed un numero incredibile di sostanze che danno il

colore, il sapore, i profumi, le proteine, le vitamine e i tanti acidi fissi e volatili, rappresentava circa l’80% della uva pigiata e torchiata.Dopo la prima spremitura, in cui si raccoglieva il fior fiore del mosto, si sottoponevano le vinacce ad ulteriore pressione mediante un torchio: attorno ad un palo a spirale ben fissato al suolo, se ‘nzèppava lu cuènze, una pila cilindrica fatta di pasta d’uva tenuta in piedi prima da lu canze, una sorta di gabbia costituta da un cerchio di legno e poi, via via che questo veniva sollevato per contenere altre vinacce, da lu ndruèfulu, una corda abbastanza grossa, che a cerchi concentrici teneva ferme le vinacce sotto la pressione del torchio. Su questa pila si sistemavano dei pesi ed in particolare veniva poggiato lu cappièdde, una

ruota piena di legno massiccio rinforzata da sbarre di ferro, e su tutto c’era la palomma, una sorta di ordigno in ferro che veniva fatto girare attorno al palo a spirale.Sperràte lu tòrchje, li raspe e li cueccelu ormai esauste, previa aggiunta di acqua calda, venivano sparse nel palmento per essere prima pigiate e poi sottoposte ad una nuova spremitura con il torchio per ricavare lu pète, una sorta di vinello che, posto a ssol’ e sseréne, nel giro di una settimana era pronto per il consumo (“lu pète: a lli uètte fatt’a vete !”).Intanto il mosto iniziava la sua fase di fermentazione: qualcuno, in determinati casi e a dosi diverse, faceva ricorso al bisolfito che, se poteva essere utile come antiossidante nei confronti del mosto e favorire il processo di vinificazione, faceva sentire la sua presenza in chi poi doveva bere quel vino.Al termine della fermentazione, e comunque entro i primi di novembre (‘San Martino: ogni mosto diventa vino’), lu capasòne veniva ricolmato e chiuso all’imboccatura con un piatto di creta spessa. Ulteriore sottoprodotto del vino era lu mòneche, ricavato dalle fecce presenti sul fondo de lu capasòne e liberate a seguito della svinatura o travaso del vino: le fecce, racchiuse in una tela di sacco riposta in una tinozza alta e stretta sospesa in alto ad un grosso chiodo venivano messe a colare. Ed infine quella feccia, ormai esausta, veniva essiccata e venduta. Insomma non si perdeva niente; altro che lezioni di differenziata, riuso o riciclo! Non solo ma quel vino di produzione propria di cui i nostri contadini, nella stragrande maggioranza, menavano vanto era destinato a diventare, grazie a nuove e più avanzate tecniche, attrezzature e professionalità, vino D.O.C.Così agli inizi del 1972, Ostuni ebbe due vini a Denominazione di Origine Controllata, l’Ottavia-nello e il Bianco Ostuni: il primo, ricavato quasi esclusivamente dall’omonimo vitigno, presenta le seguenti caratteristiche organolettiche: dal cerasuolo al rosso rubino tenue come colore, vinoso con delicato profumo come odore e asciutto e armonico come sapore con una gradazione alcolica minima di 11,5 %; il secondo, ricavato prevalentemente dal Limpigno e in maniera residuale dal Francavidda, si presenta bianco paglierino, di profumo delicato e netto di gusto e con una gradazione alcolica intorno agli 11%.Insomma il vino che per gli dei era il nettare e che per molti nostri progenitori è stato il carburante per affrontare le fatiche quotidiane o la consolazione nei momenti di difficoltà (“Quande t’arràie cu lla megghjèra, bive a llu mière!), oggi ha perso terreno sicuramente dal punto di vista quantitativo ma ne ha guadagnato qualitativamente . La bottiglia ha sostituito il capasone come simbolo del vino; la sua etichetta ci garantisce la tracciabilità e ci informa sulle caratteristiche organolettiche, il suo contenuto ci fa apprezzare i sapori e i profumi di questa nostra terra che continua ad avere nel vino uno dei punti di forza della propria economia e della propria identità.Beviamo dunque alla salute, ma attenti…al palloncino!

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Per me la sinistra è prendere per mano la persona che mi sta accanto, non avere paura di camminare per le strade, vedere negli occhi di chi viene in Italia a cercare una speranza gli stessi occhi dei nostri padroni e dei nostri nonni che quella speranza la cercarono pochi anni fa non un secolo fa, in viaggi di paura e lacrime verso un altro luogo, un altro orizzonte reduci dalla fame, dalla luce nera, dalle macerie.Per me la sinistra è la forza della memo-ria, la cicatrice che diventa comprensio-ne, il dolore che si trasforma in tolleranza, il passato che è una porta spalancata sul futuro. Sono i nostri figli la nostra voglia di liber-tà, di pace, di nuvole da contare e rac-contare.Per me la sinistra è la terra dura, la zappa del contadino, lo studio per tutti, il raz-zismo sepolto dai colori, un fiume che si chiama giustizia, l’allegria di essere per gli altri e con gli altri. Insieme. Uniti. Felici.

Lettera firmata

al direttore

Io non direi: “Un’altra informa-zione c’è“ io direi: “c’è anche un’altra informazione per gli ostunesi e coloro che frequentano la Città Bianca“.A parte questa riflessione “battuta“, esprimo i miei complimenti per il recu-pero di quella Testata che tacque senza alcun motivo, o per ragioni a me scono-sciute.Scorrendo le pagine di questo forma-to ecologico avverto, oltre all’evidenza degli avvenimenti socio-culturali, spor-tivi e storici, una scelta prudente e priva di rilievi pungolari che una testata locale generalmente adotta come contributo al miglioramento del territorio.

Noi di TRCB Vi saremo vicini. Cordialmente Tonino Saponaro

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Caro Nicola,ho sott’occhi il numero uno de “La Nuova Piazza” e ricordo di aver letto anche il precedente “Zero”. Nulla da eccepire per questa nuova voce, che la nostra Ostuni merita per la propria cultura e ruolo nella società cittadina e non solo. L’augurio a Te, che ne porterai l’onore e l’onore della direzione, e a tutti i tuoi Collaboratori, perché questo nuovo strumento giornalistico possa diventare segno di costruttiva dialettica nella mentalità soggettivistica e relativistica di oggi e, Dio non voglia, ancor di più di domani.Comunque, un complimento per l’Editoriale di questo primo numero: chiaro, ricco di contenuto programmatico, lungimirante nei propositi, efficace ed op-portuno nelle tante domande e relative risposte … da meditare.Sobrio nella cronaca, interessante nella iconografia, critico quanto basta. Qualche perplessità, invece, quando sono obbligato a leggere su sfondo … di colore.Un plauso particolare, mi sia consentito, all’amico professore Lorenzo Cirasi-no. Una storia dell’ “UA” tanto puntuale che più puntuale non si può. È la storia della Sua Terra raccontata con certosina ricerca in un lessico, che non so quanto comprensibile alle nuove generazioni.In essa c’è un po’ dell’anima del popolo ostunese, della sua cultura, delle sue tradizioni, che rievocano colture scomparse, come i vigneti, lavori al lumicino, come la vendemmia, serate allegre al chiaro di luna, amori non estinti.Grazie per l’attenzione, saluto.

Dino Montanaro (Movimento per la Vita – Ostuni)

“Scrivi al direttore” “Write to the editor”

[email protected]

lett

ere

COMUNICATO CGIL 03/10/2011

La CGIL di Ostuni evidenzia,innanzitutto, la mancanza di medici,di infermieri e di tecnici che determinano disagi e gravi difficoltà nei servizi sanitari nell’Ospedale di Ostuni.I cittadini sono costretti a lunghe attese per visite,analisi ed esami di ogni tipo.Ogni mattina si formano file interminabili per l’analisi del sangue perché non si possono superare i 30 prelievi.Servono mesi per prenotare visite e controlli. Bisogna dare soluzione rapida a questi problemi e accelerare il rinnovo delle esenzioni ticket da parte degli uffici amministrativi. È urgente portare a termine i lavori di ampliamento dell’Ospedale di Ostuni, iniziati nel 2009 per dare nuova e più adeguata sistemazione al Pronto Soccorso, al Presidio del 118, al Laboratorio Analisi, al reparto di Radiologia, alla Terapia intensiva e a Cardiologia.Per quanto riguarda la costruzione del nuovo Ospedale Brindisi Nord si proceda rapidamen-te, se sono disponibili tutti i fondi necessari, evitando di coinvolgere i privati.

COMUNICATO CISL 02/09/2011

Facendoci interpreti delle tante segnalazioni pervenuteci, facciamo appello, a tutti gli Enti interessati, che si adoperino perché siano completatati al più presto i lavori di am-pliamento della nuova ala dell’Ospedale Civile di Ostuni, che permetterebbe alla strut-tura stessa di diventare Ospedale di riferimento per la zona a nord del Capoluogo e nel contempo offrire un servizio migliore e più completo nei confronti soprattutto delle categorie di cittadini più disagiati, anziani,disabili, minori.Nel frattempo chiediamo che venga applicata una diversa organizzazione in quei servizi a carattere generalizzato, con particolare riferimento alla situazione del laboratorio ana-lisi, al cattivo funzionamento della tac, ed altri ancora.

Seguono da pag. 15

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