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Mirafiori in volo c’era una volta l’aeroporto ottobre 2007 - aprile 2008 Mausoleo Bela Rosin

Mirafiori in volo...presentazione 4 EUT Circoscrizione 10 Mirafiori in volo A Mirafiori Sud, nell’area dove ora sorge il Parco Colonnetti (compresa tra via Artom e strada delle Cacce),

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Mirafiori in voloc’era una volta l’aeroporto

ottobre 2007 - aprile 2008Mausoleo Bela Rosin

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Mirafiori in voloC’era una volta l’aeroporto

Presentazione 4Introduzione 5

Il vento tra le dita 7

Quartiere 15Industrie 27Piloti 35Aeronautica Militare 47Le interviste 55

AppendiciIl territorio 73Le scuole 95L’inaugurazione 101Testimonianze 107Ringraziamenti 111

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4 EUT Circoscrizione 10

Mirafiori in voloA Mirafiori Sud, nell’areadove ora sorge il Parco

Colonnetti (compresa tra via Artom e strada delle Cacce), agli inizi delNovecento si trovava il più importante aeroporto d’Italia. L’Ecomuseo10 riporta alla luce questo forte legame, rimasto nei cassetti della me-moria di pochi, che unisce il nostro territorio al mondo del volo.

Dal successo della conferenza di presentazione della mostra e dalla suaesposizione presso il Mausoleo della Bela Rosin, completamente ristrut-turato e riportato a nuova vita nel 2005, nasce l’idea di questa pubbli-cazione, realizzata interamente a cura del gruppo di lavoro Ecomuseodella Circoscrizione 10 di Torino, con l’intento di raccontare la storia dei

piloti, dei velivoli, delle industrie, ma soprattutto delle personeche hanno vissuto quell’epoca lontana e che sono stati tasselliimportanti nella vita della nostra città e della nostra nazione.

Mirafiori con le ali vuol essere un omaggio in ricordo del primocampo volo presente sul territorio italiano, nel rispetto dello spiri-to ecomuseale, cioè di tutelare il patrimonio culturale locale - tan-gibile e non – in tutte le sue forme attraverso il coinvolgimentoattivo dei cittadini a cui vogliamo dedicare questa pubblicazioneinsieme a tutti coloro che con il proprio contributo ne hanno per-messo la realizzazione.

Il Coordinatore Commisssione EcomuseoGaetano DE DATO

Il Presidente Circoscrizione 10Maurizio TROMBOTTO

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52007-2008

C’era una volta l’aeroportoApprofitto della possibilità diutilizzare uno spazio su que-sta pubblicazione per esprime-re in poche righe il mio pensiero sull’attività dell’Ecomuseo Urbano del-la Città di Torino.

Intendo innanzitutto utilizzarlo per ringraziare coloro che hanno propo-sto, perseguito e diffuso la filosofia stessa dell’Ecomuseo Urbano: miriferisco in particolare ai Dirigenti dell’Assessorato alla Cultura dellaCittà che hanno creduto nell’idea moderna di “museo” quale luogo dipartecipazione da parte dei cittadini su un territorio per raccontare eraccontarsi e così prendere coscienza del valore culturale del proprio“vissuto”; mi riferisco agli Amministratori della Circoscrizione: Pre-sidente e Coordinatore della Commissione Straordinaria, Coordi-natori e Consiglieri che hanno dato fiducia ai dipendenti della Cir-coscrizione stessa nel conferire loro mandato di “animatori” deicittadini; mi riferisco a tutti coloro che con la propria attiva parte-cipazione, le proprie osservazioni e proposte hanno permesso dicomporre questo lavoro che ritengo originale nella sua attività diricerca, costruzione e modalità di offerta al pubblico.

Costituisce anche un esempio di impegno corale del personale dellaCircoscrizione che ha prestato con entusiasmo un’attività di servi-zio al Cittadino con l’unico proposito di arricchire un territorio inevidente fase di cambiamento, che richiederà ancora l’impegno ditutti, Cittadini ed Istituzioni, nella conoscenza sempre più appro-fondita dell’ ambiente in cui viviamo, per poterlo conoscere e ri-spettare, anziché consentire che sia ferito e a volte offeso. A tuttiancora un grazie.

Il Direttore Circoscrizione 10Giuseppe CONIGLIARO

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dalla conferenza di presentazione della mostra

Il vento tra le ditastoria del primo aeroporto di Torino

di Marco Papa

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Il vento tra le dita

8 EUT Circoscrizione 10

Nel 1908 venne organizzata a Torino la prima manifestazione aviatoria, con il famosopilota francese Lèon Delagrange: il giorno 8 luglio sulla Piazza d’Armi, egli effettuò laprima prova di volo con un aereo a motore, avendo a bordo come passeggero lascultrice Teresa Peltier, la prima donna al mondo a volare su un aeroplano.Il giorno seguen-te, Delagrange ef-fettuò ancora unbreve volo, recan-do a bordo l’Ing.Carlo Montù, chedivenne a sua vol-ta il primo italianoa volare comepasseggero su un

velivolo inItalia.Nello stessoanno, l’Ing.Franz Millerfondò a To-rino, in ViaLegnano 9,la prima Of-ficina Italiana di Costruzioni Aeronautiche, in cui si dedicò alla costruzione dimotori e progetti di velivoli sperimentali.Sempre nel 1908, la FIAT costruiva il suo primo motore aeronautico sperimen-

1909. Il decollo del primo velivolo italiano il triplano Faccioli

8 luglio 1908.Primo volo a motore con L. Delagrange in Piazza D’Armi a Torino

92007-2008

tale, presentato in dicembre al-l’Esposizione Aeronautica di Parigi.Il 13 gennaio 1909, sul terreno del-l’Ippodromo di Mirafiori, avvenne il primo (anche se breve) volo di un aeroplanocostruito in Italia: si trattava di un velivolo progettato dall’Ing. Aristide Faccioli ecostruito con la collaborazione della Ditta SPA. L’aeroplano, pilotato dal figlio di Faccioli,Mario, dopo avere volato ad un’altezza di pochi metri, piombò a terra: il pilota venneestratto ferito ma salvo dal velivolo contorto.

Per nulla scoraggiato, l’Ing. Faccioli realizzò altri velivoli, i quali dal giugno 1909al febbraio 1910 volarono con successo sulla Piazza d’Armi di Venaria Reale,sempre pilotati da suo figlio. L’Ing. Aristide Faccioli era stato il primo DirettoreTecnico della FIAT, contribuendo alla nascita dell’Azienda: secondo autorevolitestimonianze, fu lui a proporre il nome FIAT ai fondatori. Ancora nel 1909, fucostituita la Società Aviazione Torino (SAT), avente come presidente l’Ing. Car-lo Montù, come sempre entusiasta pioniere del volo.Nel comitato direttivo della SAT erano presenti molti importanti nomi dell’ am-biente sportivo, della cultura e dell’industria torinesi, tra i quali si può citare ilprof. Vittorio Valletta.In poco tempo, la Società Aviazione Torino arrivò ad avere oltre 200 soci e puòessere considerata il primo Aeroclub torinese.Grazie alla Società Aviazione Torino (i cui tecnici avevano effettuato uno studioaccurato per individuare il sito adatto), nell’ inverno 1910-1911 nasceva aMirafiori, nell’area dell’attuale parco Colonnetti, il primo aeroporto di Torino,che sarebbe diventato, entro breve tempo, il più importante d’Italia; esso ven-ne inaugurato ufficialmente nel 1911, nell’ambito dei festeggiamenti per ilcinquantenario dell’Unità d’Italia.

storia del primo aeroporto di Torino

Il volo con Aristide Faccioli ai comandi

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Il vento tra le dita

10 EUT Circoscrizione 10

Prime manifestazioni aviatorie torinesi

Gli hangar-officina dell’ing. Faccioli e della Ditta Asteria dell’Ing. Francesco Darbesio,furono tra i primi insediamenti dell’aeroporto di Mirafiori, sul quale venivano effettuatii collaudi dei velivoli.

Maurizio Ramassotto ai comandi del Chiribiri 2 mentre consegue il brevetto di volo

Nel giugno 1911 si svolse la “Settimana Aerea”, che vide l’aeroporto di Mirafioriluogo di esibizione di alcuni aerei pilotati dai più famosi aviatori italiani e francesi.La Fabbrica Torinese Velivoli CHIRIBIRI (fondata da Antonio Chiribiri, genialetecnico progettista di aerei) organizzò una delle prime scuole di volo torinesi: il14 ottobre 1911, Maurizio Ramassotto, con l’aereo “Chiribiri 2”, fu il primopilota ad ottenere il brevetto di volo sull’ aeroporto di Mirafiori.Ancora nel 1911, venne collaudato sul campo di Mirafiori il velivolo “Asteria n.2”, primo aeroplano di costruzione italiana acquistato dall’Esercito Italiano edinviato in Libia per il conflitto italo-turco.

Il 1912 fu un anno importante perl’aviazione torinese: presso il Poli-tecnico, il prof. Modesto Panettifondò il Laboratorio di Aeronautica, situato negli edifici accanto al Castello del Valentino;nello stesso anno venne costituita la S.I.T. (Società Italiana Transaerea), con fabbricain Corso Peschiera, che iniziò la produzione industriale di aerei Blériot e Farman,costruiti su licenza francese. Inoltre, il 1° luglio 1912 venne costituito a Torino ilbattaglione Aviatori: il primo comandante fu il Tenente Colonnello Vittorio Cordero diMontezemolo ed il vicecomandante era il maggiore Giulio Douhet che divenne famosoa livello mondiale per le sue teorie sull’impiego strategico dell’aviazione.

Il Comando del Battaglione Aviatori si trovava presso la Caserma Lamarmora,in via Maria Vittoria 178 e l’aeroporto di Mirafiori divenne sede delle primesquadriglie composte dai velivoli militari del Battaglione.Il 28 maggio 1913 due aviatori francesi, il pilota Perreyon ed il meccanicoDupuis, decollavano dall’aeroporto di Mirafiori con un aeroplano Sit-Blériot edeffettuavano il raid Torino-Roma-Torino in un solo giorno, costituendo un re-cord internazionale.Il 3 giugno 1913, il BattaglioneAviatori organizzò sull’aeroportodi Mirafiori la prima grande pa-rata dell’Aviazione Militare Italia-na, con l’esibizione di otto squa-driglie su velivoli Blériot, Farmane Nieuport, per un totale di 32aeroplani, di cui 25 costruiti a To-rino dalla SIT: alla presenza delMaggiore Giulio Douhet, nuovocomandante del Battaglione Avia-tori, gli aerei decollarono ad in-tervalli di un minuto, effettuando per la prima volta in Italia un grandespiegamento di reparti aerei.Sempre nel corso del 1913, sull’aeroporto di Mirafiori volarono due giovaniaviatori del Battaglione, diventati in seguito celebri: Francesco Baracca, il grande assodella la Guerra Mondiale e FrancescoBrach Papa, grande pilota collaudatore.

1913. Schieramento di Blèriot del Battaglione Aviatori di Mirafiori

Francesco Baracca

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storia del primo aeroporto di Torino

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Fiat 5 b (M. Farman 1914)

Il vento tra le dita

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Brach Papa si brevettò in Francia nel 1912 e dopo aver fatto parte del BattaglioneAviatori, divenne successivamente capo collaudatore presso la Fiat-Sia, all’aeroportodi Mirafiori.Nel 1916 la SIA (la sezione della FIAT destinata alla costruzione di aeroplani) produs-se negli stabilimenti dell’aeroporto di Mirafiori i primi esemplari del nuovo aereo SP2,progettato dagli Ingegneri Umberto Savoia e Ottorino Pomilio, che lavoravano pressola DTAM (Direzione Tecnica Aviazione Militare) di Torino; la DTAM, diretta dal Colon-nello Ottavio Ricaldoni (progettista del primo dirigibile militare italiano), riuniva i mi-gliori ingegneri aeronautici dell’epoca ed altri ufficiali del Genio aeronautico: fra que-sti occorre menzionare il prof. Vittorio Valletta, il quale, con il grado di Tenente, sioccupava delle forniture di materiale aeronautico prodotto dalle industrie del settore(fu proprio in tale contesto, che iniziarono i primi contatti tra il prof. Valletta ed il Sen.Agnelli).

Il 26 luglio 1916 il Tenente Brach Papa, a bordo di un SIA-SP2, raggiungeva laquota di oltre 6.000 metri, stabilendo un nuovo record di altezza. Brach Papaera anche istruttore di volo degli allievi aviatori dell’aeroporto di Mirafiori: uno diquesti, ingegnere della DTAM, era Corradino D’Ascanio in seguito progettistadel moderno elicottero e della celebre “Vespa” della Piaggio.Nel 1917 la FIAT-SIA iniziò la produzione di un nuovo velivolo militare, denomi-nato SIA 7 B; con un aereo di questo tipo, nel settembre dello stesso anno, ilcapitano Laureati, con il motorista Tonso, effettuò il raid Torino-Londra senzascalo, della durata di 7 ore, stabilendo il record mondiale di distanza e conpasseggero.Alla fine del 1917, il 14 dicembre, il Tenente Brach Papa, sempre su SIA 7 B,raggiungeva la quota di oltre 7.000 metri, battendo il suo precedente record;trent’anni dopo, Brach Papa, avendo raggiunto il grado di Generale, fondò edivenne il primo Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica, costituita a To-rino nel 1952. Negli anni ’20 e ’30, l’aeroporto di Mirafiori divenne partedell’Aeroclub di Torino ed in parte scuola di volo e formazione di reparti della

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Regia Aeronautica Italiana: nel 1936venne costituito il 53° Stormo Cac-cia, uno dei più importanti repartidell’aviazione militare.Dopo le vicende belliche della Seconda Guerra Mondiale, il glorioso aeroporto di Mirafiorivenne demolito.L’attuale Parco è dedicato al Professor Gustavo Colonnetti, importante scienziato to-rinese (uno dei princìpi dell’ingegneria porta il suo nome), Presidente del CNR (Con-siglio Nazionale delle Ricerche) nel secondo dopoguerra.Nel 1951, per volontà del prof. Colonnetti, si iniziò la costruzione, su parte dell’exaeroporto di Mirafiori, dell’attuale Area di Ricerca del CNR: nell’Istituto Metrologicovengono oggi svolte ricerche di alta tecnologia, destinate ad una importante missionespaziale, che sarà effettuata da un satellite denominato GAIA, il cui compito è quellodi misurare con estrema precisione un miliardo di stelle della nostra galassia, costi-tuendo così una sorta di continuità nella corsa verso il cielo, iniziata su quel terrenoquasi un secolo fa, dai primi fragili aeroplani.

Il parco Colonnetti con strada delle Cacce sullo sfondo

storia del primo aeroporto di Torino

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Un tempo, dalle sponde del Sangone,si potevano udire i rombi degli aereiche sfrecciavano nel cielo di Mirafiori.

Infatti, forse non tutti sanno chenella prima metà dello scorso secoloMirafiori era rinomatain quanto sede del più importante aeroporto d’Italia.

L’aeroportodi Mirafiori

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Ripercorriamo insieme le tap-pe di questa storia poco nota.

Durante i primi anni del Novecento la coscienza aeronautica in Italia si evolve:questo da luogo alla costituzione della Società Aeronautica Italiana, che ha loscopo di interessare la popolazione alle tecnologie legate al volo. Nel 1904anche Torino vede nascere la sua sezione.I primi risultati tangibili del fervore suscitato dagli aeromobili si hanno l’8 luglio1908 in Piazza d’Armi a Torino, dove alla presenza di un numeroso pubblico, ilpilota francese Leone Delagrange effettua la prima prova di volo torinese. Perquanto il risultato nonsia eccellente (un bal-zo di appena 250 me-tri), l’impresa conqui-sta il suo spazio nellastoria anche perchèla scultrice TeresaPeltier, ospite a bor-do, è la prima donnaal mondo a volare suun aereo a motore.All’inizio del 1909, aqualche mese di di-stanza dai voli diDelagrange, avvienel’esordio dei primi ve-livoli italiani. Primo fra tutti a volare è il triplano SPA- Faccioli. Nel capoluogopiemontese si moltiplicano le industrie dedicate alla progettazione e produzio-ne di velivoli (Chiribiri, Miller, SIT, Pomilio, Fiat). Il campo di Mirafiori è sededegli esperimenti di collaudo degli apparecchi prodotti.

1926. Veduta del campo di aviazione durante una manifestazione

Mirafiori in volo

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1910. Prime gare aviatorie a Torino

C’era una volta l’aeroporto

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Il 1909 aviatorio si chiude a Torino conun avvenimento significativo: la costi-tuzione della Società Aviazione Torino(SAT), il cui fine è quello di incrementare l’interesse e il movimento intorno a questotema.Nell’aprile del 1910 si organizza la Seconda Esposizione Aeronautica Italiana, abbina-ta al Salone dell’Automobile, nella quale è possibile ammirare prodotti stranieri, maanche mezzi italiani.

Nel novembre dello stesso anno si hanno le prime gare aviatorie di Torino,patrocinate dai giornali “La Stampa” E “La Stampa Sportiva”.

Il primo giorno di gara, il 5 novembre, è carat-terizzato da un grande afflusso di pubblico al-l’ippodromo di Mirafiori. Il grande viale Stupinigiè invaso da macchine e carrozze e i tram sonosovraffollati.Le 4.000 Lire messe in palio dal quotidiano “LaStampa” quale premio per l’aviatore in grado diraggiungere e volare attorno alla MoleAntonelliana vengono divise fra quattro pilotiche hanno compiuto con facilità l’impresa, traquesti c’è il novarese Germano Ruggerone. Ilgiorno successivo si effettuano numerosi voli dipropaganda per passeggeri. Il picco massimodi presenze viene registrato domenica 13 no-vembre 1910: 200.000 persone affollano la zona

di Mirafiori.Farman a Mirafiori

Giugno 1911. Manifestazione aerea al campo volo

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La necessità, affermata fin dal1909, di dotare Torino di un

buon campo di volo, in prossimità della zona abitata, si accentua durante le gareaviatorie, svoltesi sul terreno dell’ippodromo. I tecnici della SAT, dopo accuratisopralluoghi nei dintorni della città, decidono che la zona più indicata è quella diMirafiori.

Nell’inverno 1910–1911 nasce quindi, su un’area di circa 300.000 mq,l’aerodromo di Mirafiori, destinato a diventare in pochi anni il più importanted’Italia.Fin dai primi mesi dell’anno alcuni capannoni iniziano ad ospitare i velivoli deicostruttori torinesi Faccioli e Chiribiri. Il 18 giugno 1911 si tiene la prima gior-nata di gara della Settimana Aerea Torinese, organizzata in occasione del-l’Esposizione Universale dedicata al Cinquantenario dell’unità d’Italia.I concorrentisono 13, settedei quali italia-ni; tra questiCagno, Manis-sero, Rugge-rone e Fac-cioli. Quest’ul-timo vola su unapparecchio dic o s t r u z i onenazionale.

Mirafiori in volo

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Lavori di costruzione dell’aeroporto

Aereo in volo sul campo di Mirafiori Davanti agli hangar dellaSIA

C’era una volta l’aeroporto

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Nei giorni che seguono la settimana aviatoria sidiscute sulla sorte dell’aerodromo di Mirafioriche, costruito per ospitare le manifestazioni ae-ree svolte in concomitanza con l’esposizione del1911, rischia, in seguito, di cadere in disuso.Invece l’interessamento unanime delle autoritàtorinesi, dei costruttori aeronautici e degli entimilitari permette non solo di tenerlo in efficien-za, ma anche di migliorarlo ed ampliarlo. Sulcampo, l’attività aviatoria svolge intensamentecon voli quasi giornalieri di apparecchi Chiribiried Asteria: queste società hanno istituitodelle scuole di pilotaggio sotto la guidadegli istruttori Maurizio Ramassotto e Giu-seppe Rossi.Il 1° luglio 1912 accade un nuovo eventoimportante: si costituisce il BattaglioneAviatori (con sede operativa a Mirafiori),dal quale dipendono tutti i reparti relativi

agli aeroplani. Dato lo stretto contatto che questo deve mantenere con l’indu-stria aeronautica, fornitrice del materiale di volo (cioè apparecchi, motori, ac-cessori), il capoluogo piemontese viene scelto come sede ideale per la suaimportanza in campo industriale.L’attività sul campo di Mirafiori va progressivamente aumentando: a fianco dellascuola Chiribiri, rimasta attiva anche durante l’inverno 1911–1912, torna la

Cartolina commemorativa

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scuola Asteria. Inoltre l’aeroporto ac-coglie ora anche reparti militari. Primocomandante del campo è il tenente divascello Francesco Roberti, aviatore di-stintosi durante il conflitto italo-turco.Nei primi mesi del 1913 l’attività aereaè intensa specialmente sul campo diMirafiori, divenuto frattanto il più im-portante d’Italia.Il 28 maggio il noto aviatore franceseEdmond Perreyon, su Sit Bleriot com-pie, in un solo giorno, la tratta Torino –Roma – Torino, impiegando meno di 13

ore. All’impresa sportiva fa se-guito una manifestazione milita-re: la prima parata aerea italia-na che ha luogo il 3 giugno sulcampo di Mirafiori.Nel 1915, in prospettiva dellaGrande Guerra, l’organizzazionemilitare dell’aviazione subisceun’ulteriore trasformazione dal-la quale nasce il Corpo Aeronautico, arma indipendente. Il comando è diviso indue sezioni: la prima relativa ai dirigibilisti e aerostieri, la seconda agli aviatori.Torino rimane sede del Comando Aviatori.

I campi di Mi-rafiori, Vena-ria, San Fran-cesco al Cam-po diventanoprincipalmen-te campi scuo-la. Anche la Sitstabilisce unascuola di volo,adibita all’ad-destramentodi piloti volon-tari, a Mirafiori.La Fiat esten-de la sua atti-vità con la pro-

duzione di aerei Farman. Negli anni successivi verranno costruiti altri tre aero-porti a Torino, ma il primo è fondamentale per lo sviluppo dell’aeronauticaitaliana.

Mirafiori in volo

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Pilota all’aerodromo

Operaie al campo volo Gino Lisa

Veduta del campo

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Tra gli anni ’20 e ’30 l’aerodromo di-venta Aeroclub: una parte viene de-dicata ai voli amatoriali.Per quanto riguarda la Fiat, negli anni antecedenti la Prima Guerra Mondiale, ed inparticolare nel 1914, si iniziano a collaudare sul campo sede dell’attuale parco Colonnettii primi aerei, da progetti francesi realizzati a Torino; poi durante la Grande Guerra

s’incominciano a progettare i primi velivoli, testati sulla pista di Mirafiori. Pro-prio lì il primo grande collaudatore Fiat-Sia Francesco Brach Papa, un piemon-tese, consegue diversi record d’altezza.

1991. Ruggierone in tuta, Cobianchi, Manissero, Cagno e Mario Faccioli

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Alla fine della Seconda GuerraMondiale l’aeroporto di Mirafiori

viene demolito. Nel dopoguerra la Fiat rimane l’unico stabilimento a continuare laproduzione di veicoli, assorbendo l’attività di alcune altre industrie aeronautiche.

Nel 1951, sul terreno un tempo occupato dal campo volo viene costruito ilprimo nucleo dell’Area ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) cheha ancora sede lì.

Pilota nell’hangar

Mirafiori in volo

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Aviatore pronto a partire

Biplano in fase di atterraggio

1946. Strada delle Cacce.Sullo sfondo i resti dell’aeroporto

C’era una volta l’aeroporto

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Al fondatore, GustavoColonnetti, è ora dedicatoil parco. La zona risultadavvero cambiata nell’ul-timo periodo, come buo-na parte del quartiere, maconserva ancora la memo-ria dell’antico aeroporto,anche grazie ad un monu-mento commemorativoposto in Str. delle Cacce.

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Quanti Verosimilmente ci sono stati di-versi aeroporti: uno civile dedi-cato a Gino Lisa, e uno militare,più esteso, battezzato Carlo Piaz-za. In particolare, inizialmente cisarebbe stata un’aerostazione,poi l’aeroporto militare Carlo Piaz-za, inaugurato nel 1911, con l’en-trata in Strada delle Cacce, difronte alla Cascina Nigra; nel1925 sarebbe sorta l’area dedi-cata ai voli civili, l’Aeroclub, posi-zionato tra la zona dove ora sitrova via Artom e via Sestriere aMoncalieri, intitolato a Gino Lisae riservato agli alianti.Negli anni Trenta sarebbe poi sta-to creato il collegamento aereoTorino – Roma – aeroporto diMirafiori – più piccolo degli altridue e posto tra via OnoratoVigliani e strada delle Cacce.La discussione resta aperta.

aeroporti?

Mirafiori in volo

24 EUT Circoscrizione 10

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Sul nome dell’aeroporto diMirafiori il dibattito è aperto.

Secondo alcuni la prima denominazione dell’aerodromo è “Regio aeroporto Carlo Piaz-za”, in onore del Capitano, caduto nella Grande Guerra, nel 1917, in seguito l’appella-tivo sarebbe mutato in Gino Lisa.

I leggendari pio-nieri dell’aria,che ottengonoprimati presso l’aerodromo di Mirafiori, quando non sono sul-l’aeroplano si divertono in una locanda del quartiere. In effetti,la trattoria del signor Antonio, sita in strada delle Cacce 40,accoglie nonsolo i fantinidel vicino ip-podromo, maanche gli avia-

tori dell’aeroporto. Il pilota BrachPapa, tra un record di volo e un altro, non disdegna le sale da ballo, le belle ragazzee qualche bottiglia di buon vino. Molte volte a notte fonda bussa alla porta dellatrattoria, magari in piacevole compagnia, e dice ad Antonio: “Ci pensi tu, vero?”.Allora l’oste prende la bottiglia di barbera, il salame, il formaggio, due peperoni.Quando viene istituita la scuola militare di volo, il campo si riempie di giovaniallievi. Questi ragazzi, lontani dalle loro famiglie, fanno amicizia con i frequenta-tori della taverna. La signora Maria, moglie di Antonio, li sente come propri figlie passa loro, attraverso la rete col filo spinato, un piatto di minestrone caldo;

restituisce lorouna camicia la-vata e riceve incambio un sor-riso di gratitu-dine. Questoclima si trasfor-ma con le pri-me avvisagliedello scoppiodella SecondaGuerra Mondia-le. I ragazzistanno chiusi

nelle loro camerate, i motori sono quasi sempre accessi e l’attesa per qualcosache avrebbe stravolto la vita di tutti è alta.Molti partono per la guerra e quelli rimasti nel campo compiono missioni, fannosuonare l’allarme e sparano colpi di contraerea.Mirafiori è un bersaglio importante a causa della Fiat e dell’aeroporto, quindi lebombe fioccano spesso. Allora Antonio attacca un carrettino alla bicicletta eporta la famiglia in salvo al Sangone e se non c’è tempo si rifugia con loro nel“crotin”, in un angolo della cantina.Quando l’aerodromo viene distrutto, alcune parti delle sue strutture vengonoutilizzate nelle case di strada delle Cacce: i proprietari approfittano dell’occasio-ne per accaparrarsi oggetti utili.

La trattoriadel signor Antonio

C’era una volta l’aeroporto

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L’industria aviatoriaattorno

al Campo di Mirafiori

Tra il 1910 e il 1913 si affaccia alla ribalta un folto gruppodi nuove industrie aeronautiche torinesi.Oltre a Miller, SIA e SIT: Chiribiri, Bobba, Asteria e Pomilio.

Queste ditte rispondono alle esigenze del periodo:progettare, testare e produrre velivoli sempre più affidabili.Torino si dimo-stra città adattaad accogliere lefabbriche di ae-rei e il campovolo di Mirafiori èil luogo idealeper sperimenta-re le nuove crea-zioni.

Gli hangar della Fiat nel 1915Le officine della SIA con i 7b schierati

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Antonio Chiribiri nasce a Vene-zia il 25 dicembre 1867. Ciò che

lo contraddistingue è il suo carattere ribelle che si contrappone alle tradizioni di fami-glia. Il suo spirito di iniziativa lo porta ad avventurarsi nel campo della meccanica edei motori, perciò deve lasciare la sua cittànatale.Accumula esperienza in campo motoristicolavorando, nei primi anni del Novecento,presso varie industrie automobilistiche. Nel1907 Antonio Chiribiri si sposta a Torino, come Direttore Tecnico della Junior, notaanche come FITA. Nel giugno di quell’anno, si trasferisce a Brescia, qui nasce il suointeresse per il volo.

Nel 1909 la congiuntura negativa del mercato automobilistico e l’entusiasmoper la nascente aviazione lo spingono a Torino come Direttore Tecnico pressola prima fabbrica ae-ronautica italiana,quella dell’ingegnerMiller in via Legnano.Nel marzo 1911Chiribiri collaudapersonalmente ilmonoplano di suacostruzione, il primovolo però si dimostradisastroso: l’appa-recchio urta il terre-no e capotta.

Antonio Chiribiri1867 - 1943

Mirafiori in volo

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Chiribiri e Ramassotto davanti al modello 2

Chiribiri 1

Ramassotto sul Chiribiri 2

Il volo del Chiribiri 2 si svolge sul nuovo aerodromo di Mirafiori, nel luglio del1911. Su questo campo, in agosto, Antonio Chiribiri apre la prima scuola diaviazione torinese.Maestro e Direttore è lo stesso Ramassotto. La collaborazione tra i due vieneconsolidata con la costituzione della società Chiribiri & C.Un altro primato della società e della sua scuola è ottenuto da Ramassotto il 14ottobre 1911 con il conseguimento del primo brevetto di pilota a Mirafiori.L’attività di questa industria torinese ha però vita breve: fatto salvo il periodo

della Prima GuerraMondiale, gli scarsiprofitti costringonoChiribiri a dedicar-si, con successo,alla produzione diauto-vetture, finoalla sua morte, av-venuta pressol’ospedale di Ales-sandria il 13 aprile1943.

Gli spettatori estraggono il pilota in-colume dal velivolo capovolto. Tutta-via l’esperimento serve per perfezio-nare il progetto. Fiducioso del proprio lavoro, nel luglio appronta il Chiribiri 2, unmonoplano migliorato rispetto al primo modello. A pilotare il nuovo aereo è MaurizioRamassotto, un appassionato di aviazione.

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Chiribiri 3

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L’ingegner Franz Miller, messinese di nascita, si trasferisce a Torino, poichè la città,essendo al primo posto in Italia nel campo delle costruzioni di motori e automobili, sipresta agli esperimenti aeronautici.

Franz MillerMirafiori in volo

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L’aereocurvo di Miller visto dal retro

Pubblicità

L’aereocurvo durante le prove

Qui Miller lavora attivamente per produrre nuovi aereie fonda quella che può essere considerata la prima of-ficina italiana di costruzioni aeronautiche per la realiz-zazione di macchine che gli ideatori non potevano con-cretizzare per mancanza di esperienza tecnica o di mezzimeccanici, la Fabbrica Italiana di macchine per volare,con sede in via Legnano.Franz Miller infatti accetta di costruire apparecchi an-che su semplice disegno del cliente. La pubblicità delladitta è eloquente in proposito: “Esecuzione di qualsiasimacchina per volare dietro semplice schizzo. Aeropla-ni, elicotteri, dirigibili, ortotteri, aerocurvi, ecc.”. Pro-prio quest’ultimo velivolo ha una certa celebrità: carat-terizzato da un’ala a diedro curvo, tipica dei primi studidi Miller, viene progettato in collaborazione con l’ingegner Donzelli e realizzatoall’inizio del 1909 dalle officine Miller. Tuttavia i tentativi di decollo dell’aerocurvosi rivelano infruttuosi a causa del-la preparazione affrettata. Dopo al-cune modifiche finalizzate all’alleg-gerimento, nel 1910, vengono ef-fettuate numerose prove conl’aerocurvo, nei pressi del campocorse di Mirafiori. Il mezzo riescea compiere qualche balzo di po-che decine di metri. Dato l’insuc-cesso, viene ben presto abbando-nato. L’attività di Miller quale costruttore aeronautico rallenta gradualmente acausa delle difficoltà economiche dovute allo scarso successo commerciale ot-tenuto.

La SIT, sorta il 20 luglio 1912, venne fondatacon capitali del francese Blériot e con il con-corso finanziario di diversi industriali italiani.La società si distingue ben presto per il fattodi essere la prima fabbrica aeronautica ita-liana formata su basi industriali e non piùartigianali, oltre che per le buone garanzieofferte e ottiene così l’assegnazione di variecommesse per la costruzione di velivoli daparte del Ministero della Guerra.La SIT imposta la sua attività princi-

palmente sulla produzione in serie del Blèriot, che in quegli anni può vantare ilprimato di essere uno dei pochi aeroplani con buone prestazioni e un volosicuro. I Blèriot prodotti dalla ditta con sede in corso Peschiera vengono fornitiin dotazione alla prima squadriglia di Mirafiori.In campo militare l’importanza degli aeroplani SIT di stanza a Mirafiori è dovutaal fatto che questi effettuano numerose prove di bombardamento, ottenendoun discreto successo.Il 1913 è un anno fondamentale per la SIT, impegnata al massimo nella produ-zione di aerei e tesa a incrementare le proprie potenzialità.Nel 1915 lo stabili-

mento viene ampliato; poco prima dell’ingresso dell’Italia nella Prima GuerraMondiale, la SIT organizza sul campo di Mirafiori una scuola di pilotaggio desti-

nata agli aviatori volontari.Nel 1917 l’Ansaldo intraprende tratta-tive per acquistare gli stabilimenti SITper adibirli alla produzione del model-lo SVA. Nell’autunno di quell’anno laSocietà Italiana Transaerea si scioglie.

SITSocietà Italiana Transaerea 1912 - 1917

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Il biplano costruito dal 1913 dalla SIT

3 giugno 1913. I Blériot della II squadriglia. Sullo sfondo l’hangar del dirigibile

Blériot XI della SIT

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Tra i precursori del volo in Italia c’è anche una famiglia: iFaccioli. Il padre, ingegner Aristide, ha ideato e realizzato ilprimo aereo completamente italiano che si sia levato in volo.Aristide si interessa di aviazione sin dall’ultimo decenniodell’800. Nei primi anni del 1900 si dedica quindi alla pro-gettazione di motori ed automobili.Il 13 gennaio 1909, sul terreno dell’ippodromo di Mirafiori, iltriplano Faccioli n. 1 effettua il primo volo. Ai comandi c’èMario Faccioli, figlio di Aristide, che prima di allora non hamai portato in volo un mezzo aereo. Non si può certo diresia stato un successo poiché dopo un primo balzo il velivolo

piomba a terra. Mario, pilota inesperto, ne esce feri-to, ma con la consapevolezza di aver effettuato il pri-mo volo di un aeroplano ideato e costruito in Italia.Gli esperimenti successivi sono certamente più proficui. Il 12 febbraio 1910

Mario Faccioli porta in volo il Biplanon. 3 e il 22 ripete la prova davanti anumerose personalità, tra cui GabrieleD’Annunzio. Il poeta, ripetendo inquella stessa sera a Torino la confe-renza “Il dominio dei cieli” parla conentusiasmo dell’attività dei Faccioli.Sul finire del 1910 i Faccioli scelgonocome sede dei propri esperimentiMirafiori, dove si stava allestendo unnuovo campo d’aviazione. La zona,posta ai margini della città, è facil-

mente raggiungibile e adatta allo scopo.In occasione della Settimana Aerea Torinese i Faccioli cercano di ottenere sod-disfazioni grazie alle proprie realizzazioni, ma Mario consegue solo piazzamentimodesti. I due coraggiosi pionieri dell’aria tuttavia non si scoraggiano e prose-guono nella loro pluriennale attività aviatoria, importante soprattutto per l’ec-cezionale capacità intellettuale dimostrata.

FaccioliAristide e Mario

Mirafiori in volo

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Mario Faccioli

Biplano Faccioli 2

Triplano Faccioli 3 durante l’assemblaggio

La Fiat SIA (Società Italiana Avia-zione) nasce a cavallo tra il 1914e il 1915 per produrre aerei mi-litari.Il primo aereo completamenteitaliano costruito dalla SIA èl’SP2, con cui il pilota Brach Papaottiene il suo secondo record dialtezza, toccando quota 6.000metri, partendo dal campo diMirafiori.La sigla di questo apparecchioderiva dai cognomi dei dueprogettisti: Umberto Savoia eOttorino Pomilio, che poi costi-tuisce la propria azienda nel1916, l’attuale Alenia.Questi due ingegneri non sonoprogettisti alle dipendenze dellaFiat, infatti lavorano per la DTAM(Direzione Tecnica dell’AviazioneMilitare), centro nel quale ven-gono effettuati progetti che poila Fiat realizza a Mirafiori. Pres-so la stessa DTAM lavora ancheuno degli ufficiali del genio, ilquale si occupa di tenere i con-tatti con l’industria: il tenenteVittorio Valletta, i cui primi con-tatti con la Fiat avvengono in am-bito aeronautico.La Fiat può essere considerata l’unica industria uscita praticamente indennedalla guerra: la sua forza si mostra nell’assimilazione di aziende importanti

come l’Ansaldo e la SPA. Nel do-poguerra inoltre la Fiat incorpora ma-estranze specializzate e tecnici pro-venienti da altre ditte. Se, una voltacessate le ostilità, molte fabbriche sitrovano in crisi e scompaiono o ven-gono assorbite, la Fiat supera gli annidifficili e annovera imprese e recordmemorabili primeggiando per anninella produzione aeronautica.

Fiat SIA1912 – 1917

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Il Fiat 5b.Nell’ingrandimento il Mausoleo della Bela Rosin

Il pilota Umberto Re con le autoritàdavanti agli hangar della Fiat

Il SIA 14b durante la messa apunto per il primo volo

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I piloti

Carlo Maria PiazzaFrancesco Baracca

Francesco Brach PapaMaurizio Ramassotto

Giulio LaureatiBattaglione Aviatori

Gino Lisa

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Carlo Maria Piazza, nato a Bu-sto Arsizio nel 1871, è stato

uno dei pionieri dell’aviazione e ha favorito la nascita dell’Aeronautica Militare italiana.Consegue il brevetto di pilota il 30 giugno 1911 a Somma Lombardo (VA), a cuiaggiunge il successivo 1° agosto quello militare. In seguito assume il comando delRegio Esercito Italiano distaccamento dell’Aeronautica. Nella campagna di Libia dellaguerra italo-turca inventa il bombardamento aereo. Nel 1912 compie dimostrazioni eprove anche a Mirafiori. Inoltre la sua competenza tecnica gli fa svolgere un ruolo diprimo piano durante il primo concorso militare d’aeroplani tenutosi a Mirafiori nel 1913.

Carlo Maria Piazza1871 – 1917

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La più famosa avventura di Carlo MariaPiazza si svolge nel pomeriggio del 20 ot-tobre 1913 quando s’innalza da Mirafioriverso la Valle di Susa e raggiunta quota3.200 metri punta sul Moncenisio, atter-rando con volo librato su una breve spia-nata a circa 2.000 metri di altitudine.E’ il primo atterraggio in alta montagna eper riuscirci ha dovuto superare notevolidifficoltà ambientali, tra cui un breve svenimento ad alta quota e violenti “ri-succhi d’aria. Nel suo vasto curriculum non mancano le esperienze acrobati-che, tra cui il famoso e per il tempo ardito cerchio della morte.

Carla Piazza al suo arrivo in Libia

All’avanguardia in campo aeronautico, Piazza èinvece tradizionalista nella vita sociale.Nel gennaio 1913 a Vizzola Ticino la signorinaRosina Ferrario ottiene, prima donna in Italia, ilbrevetto di pilota. Saputolo, il rinomato aviato-re le scrive:”Tutte le mie più vive congratulazio-ni signorina, ma preferirei saperla più mammache aviatrice”. E’ immaginabile il putiferio fem-minista che ne deriva e la Ferrario riceve unvero plebiscito di simpatie.Successivamente Carlo Piazza viene assorbitototalmente dal primo conflitto mondiale sia comepilota che come organizzatore.Il suo prezioso apporto gli vale la promo-zione a Colonnello per meriti speciali diguerra.

Nel 1917, in procinto di essere nominato Generale, una malattia contratta alfronte lo porta alla morte, il 24 giugno a Milano. Il suo corpo viene sepolto congli onori militari nel cimitero di Viggiù.

Domenica 19 giugno 1921, a Torino, il campo militare di aviazione di Mirafioriviene battezzato col nome del Colonnello Carlo Maria Piazza.Nel corso della toccante cerimonia viene detto che questo ardimentoso conter-raneo ha “dedicato tutto se stesso all’aviazione, quando era ancora nel periodoiniziale in cui volare era ritenuta fatale ed inutile temerarietà”

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L’aeroporto Carlo Maria Piazza

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Francesco Baracca1888 – 1918

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Francesco Baracca nasce a Lugo di Romagna il 9maggio 1888 in una ricca famiglia. Nel 1910 vieneassegnato al prestigioso reggimento di cavalleria Pie-monte Reale. Nel 1912 si offre volontario in aviazio-ne. L’8 dicembre di quell’anno riceve il brevetto dipilota militare italiano.

Nel 1913 viene assegnato al campo di Mirafiori, luogo nel quale riceve il suoaddestramento militare, poi in luglio viene spostato a Busto Arsizio. Entra a farparte del Battaglione Aviatori, il primo reparto dell’Aeronautica Militare consede a Mirafiori. Ben presto ha modo di guadagnarsi un’eccellente reputazionequale pilota. Baracca ha sempre un cavalleresco rispetto per l’avversario scon-fitto. Consegue numerose vittorie e il suo nome viene reso popolare in Italia dai

giornali che ne descrivono leimprese.Nella primavera 1917 attornoa lui vengono radunati i mi-gliori piloti da caccia per for-mare un’unità d’elite, la 91°Squadriglia, che presto vienechiamata la Squadriglia degliAssi.E’ possibile che proprio in que-sto periodo l’asso scelga qualesuo emblema il CavallinoRampante nero, in onore del2° Reggimento Piemonte Rea-le Cavalleria, che ne ha uno ar-gento in capo rosso sul suostemma.Dopo la ritirata di Caporetto,Baracca ed i suoi compagnicombattono sulla nuova lineadi difesa italiana lungo il Piave.

Lettera di Enzo Ferraria Giovanni Manzoni

Modena, 3 luglio 1985“La storia del cavallinorampante è semplice edaffascinante. Il cavallinoera dipinto sulla carlingadel caccia di FrancescoBaracca, l’eroico aviato-re caduto sul Montello,l’asso degli assi della Pri-ma Guerra Mondiale.Quando vinsi nel 1923 il primo circuito delSavio, che si correva a Ravenna, conobbi ilconte Enrico Baracca padre dell’eroe; daquell’incontro nacque il successivo con lamadre, Contessa Paolina. Fu essa a dirmi,un giorno:”Ferrari, metta sulle sue macchi-ne il cavallino rampante del mio figliolo. Leporterà fortuna”. Conservo ancora la foto-grafia di Baracca, con la dedica dei genitori,in cui mi affidano l’emblema. Il cavallino eraed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallo

Quando gli austriaci lanciano la loroultima offensiva tentando di forzareil fiume, l’aviatore di Lugo è in primalinea assieme ai suoi fin dal primo giorno, dando un contributo decisivo alla sconfittadelle forze aeree nemiche, vera chiave del successo italiano. Conquistato il dominiodel cielo, le unità da caccia italiane vengono impiegate in pericolose missioni di attac-co al suolo sulle trincee avversarie.In una di queste, la sera del 19 giugno 1918, Baracca viene visto precipitare in fiam-me sul Montello. L’equipaggio di un biposto austriaco sostiene di averlo abbattuto,mentre gli italiani reputano che sia caduto vittima di un colpo sparato da terra da unignoto fante.A quasi cento anni dalla sua morte, le circostanze della fine del miglior pilota da cacciaitaliano del primo conflitto mondiale sono ancora incerte. All’epoca la stampa sugge-risce che si sia suicidato per sfuggire alla prigionia. Sul luogo dell’abbattimento esistetuttora un monumento (vicino a Nervesa della Battaglia), con una dedica scrit-ta da Gabriele D’Annunzio. Il poeta, anch’egli aviatore, era amico di Baracca.Se il nome di molti combattenti è oggi dimenticato, quello di Baracca è ancoramolto noto in Italia ed all’estero. La sua insegna scolpita sulle derive degli F-16del 10° Gruppo Caccia dell’Aeronautica Militare e sul simbolo del 4° StormoCaccia di Grosseto, il più importante reparto Caccia dell’Aeronautica Italiana,inoltre corre sulle vetture di Maranello.

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Francesco Baracca con il suo aereo. Ben visibile il suo emblema:il cavallino rampante poi adottato dalla Ferrari.

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Mirafiori in volo

Incontro con Giovanni Agnellidurante una premiazione

Francesco Brach Papa è ricor-dato come il primo collauda-

tore di aerei della Fiat. Il Generale, nato nel 1891 a Corio (TO), procura all’Italia 14record aeronautici – 9 dei quali mondiali – e si distingue in campo internazionale pernumerose partecipazioni ad importanti competizioni aeree sportive.

In breve tempo realizza numerosi record dialtezza effettuando voli di collaudo con veli-voli Fiat SIA sul campo di Mirafiori.In particolare, Brach Papa si fregia di treprimati importanti: nel 1913, a bordo di unFarman prodotto dalla SIA, sale ad oltre3.000 metri d’altezza; nel 1916, con un SIASP2 (il primo velivolo completamente italia-no costruito dalla Fiat) tocca i 6.000 metri;nel 1917 porta un SIA 7b a 7.000 metri,senza l’utilizzo di una maschera.

Prende parte al Battaglione Aviatori. Nel 1952 fonda a Torino l’AssociazioneArma Aeronautica. Muore nel 1974.

FrancescoBrach Papa

1891 – 1974

Mirafiori 1918. Da sinistra l’ing. Torretta, direttore tecnico SIA,ten. Brach Papa, capo pilota, cap. Pozzi, collaudatore militare

Giovane sportivo, entusiasta dell’avia-zione, Maurizio Ramassotto, nato aSangano (TO) il 7 novembre 1884, èprofondamente legato a Mirafiori per diversi motivi. Innanzitutto è il socio di Chiribirie il suo pilota nelle prove di volo dei nuovi aeroplani, svolte sul campo volo di Mirafiori.

La sua prima impresa im-portante si svolge nel lu-glio 1911. Ramassotto,dopo gli ultimi controlli,sale sul Chiribiri 2, e purnon avendo esperienzacome pilota, compie unvolo calmo e sicuro, ritoc-cando terra sul campo diMirafiori, dopo aver sor-volato la città. Neigiorni successivil’esperienza di volodel monoplano pro-segue intensa eRamassotto accre-sce le sue innatepotenzialità di pilo-ta e diventa istrut-tore della Scuola

Chiribiri, con sede sempre a Mirafiori.L’evento che lega maggiormente Ramassotto al quartiere è certamente il con-seguimento ufficiale della sua abilitazione di pilota, avvenuto il 14 ottobre 1911,sul Chiribiri 2, infatti si trattadel primo brevetto rilasciatoall’aerodromo di Mirafiori.L’attività di Maurizio Ramassot-to prosegue con successo e gliallievi si moltiplicano. Le suegesta terminano il 1° luglio 1951quando si spegne a Torino.

Ramassotto al terminedi una delle sue imprese

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Maurizio Ramassotto1884 – 1951

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I raid diGiulio Laureati

1877 – 1943

I 1200 Km che separano Mirafiori da Londra coperti in 7 ore di volo

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Tra gli eventi che legano indissolubilmente Mirafiori alla storia dell’aeronautica, siannoverano i numerosi record registrati dal Capitano Laureati. In servizio alla Direzio-ne Tecnica dell’Aviazione Militare di Torino, Laureati compie in solitaria il volo Torino –Napoli – Torino senza scalo il 15 agosto 1917. Il raid dura 10 ore e 30 minuti ecostituisce un primato importante per il periodo: record del mondo della durata senzascalo. Nel settembre dello stesso anno Giulio Laureati viene promosso Capitano.

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Le autorità inglesi accolgono Laureati a Londra al termine del raid

Questa impresa, ancor più rilevante della precedente, porta grande fama aLaureati, ma anche alla Fiat e suscita un vivo interesse in tutti i gruppi industrialie militari, tecnici e sportivi dell’Aviazione italiana ed estera. L’impresa infattidimostra per la prima volta che un apparecchio aereo italiano si può rendereoffensivo in una situazione di guerra. Stupisce poi che in un così breve lasso ditempo sia stato possibile varcare tre confini di Stato. Con modestia Laureatiracconta la sua impresa, affermando: ”Questa mia prima visita in volo dell’In-ghilterra è stata una gita perfetta e non caratterizzata da sensazioni speciali, gra-zie al motore Fiat che funzionò a meraviglia e all’apparecchio che rispose alla perfe-zione a ogni comando”.

Il 24 settembre 1917 Giulio Laureati eil meccanico Angelo Tonsa, a bordo diun SIA tb, percorrono, in circa 7 ore, 1.200 km, partendo dal campo d’aviazione diMirafiori, passando sopra le Alpi, poi sul territorio francese, attraversando la Manica,per atterrare infine sull’aerodromo militare di Hounslow (a sud ovest di Londra).Nel tratto iniziale l’apparecchio della coppia Laureati – Tonsa è affiancato da un se-condo velivolo guidato da Francesco Brach Papa. Laureati viene ricevuto personal-mente da re Giorgio che lo decora dell’Ordine di Vittoria.

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A Torino il 1° luglio 1912 vie-ne costituito il Battaglione

Aviatori, primo reparto militare dell’aviazione italiana.Ne assume il comando Vittorio Cordero di Montezemolo; il vice comandante è GiulioDouhet, rinomato perché primo a teorizzare l’uso di grandi masse di aerei in guerra.Quest’ultimo diventa co-mandante del Battaglio-ne nel 1913. Ingegneree ufficiale del genio,nato a Caserta, ma ori-ginario di una famigliapiemontese, Douhet èfamoso per i suoi libri, ancora oggi studiati nelle accademie militari di tutto il mondo.La sua opera più importante “Il dominio dell’aria”, pubblicata nel 1921, gli vale unafama internazionale.Alla sua presenza si tiene la prima grande parata aerea, organizzata dal Battaglione

Aviatori il 3 giugno 1913 sul campo di Mirafiori. L’occasione è importante poi-ché per la prima volta in Italia decollano contemporaneamente ben 32 aeropla-ni: i velivoli si staccano da terra a distanza di un minuto l’uno dall’altro e com-pongono in cielo una grossa formazione.Il tutto dimostra che le teorie di Giulio Douhet sono esatte: si può creare unostormo perfettamente coordinato in volo.

Aviatori in foto ricordo

Mirafiori in volo

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Battaglione Aviatori1912 – 1915

La sede del Battaglione Aviatori è in via Maria Vittoria angolo via delle Rosine,ma la base operativa si trova presso l’aerodromo di Mirafiori, da cui venivanocomandati tutti i reparti dell’aviazione militare italiana.Viene sciolto nel 1915, i piloti entrano a far parte delle diverse squadrigliedell’Aeronautica al fronte.

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Gino Gerolamo Lisa nasce a Torino nel 1896.All’inizio della Prima Guerra Mondiale si schieratra gli interventisti, nel 1915 si arruola nel Bat-taglione Volontario Aviatori Civili. Partecipa allaguerra di Libia come volontario di fanteria. Dopoaver conseguito il brevetto di pilota avia-tore nel febbraio del 1916, passa all’8a epoi alla 2a Squadriglia Caproni. Sostienemolti combattimenti aerei nel cielo delTrentino, del Carso e dell’Istria. Il 15 no-

Gino Lisa1896 – 1917

Mirafiori. Schieramento di Blériot del Battaglione Aviatorivembre 1917, durante la sua cinquantesima missio-ne di guerra, successivamente al bombardamento diCaldonazzo, muore in un combattimento lanciandosiin soccorso di un amico.Il suo aeroplano viene inseguito da quattro apparec-chi nemici e perde quota infrangendosi sul MonteSummano (Val d’Astico).Il sottotenente pilota Lisa si spegne alla giovane etàdi 21 anni. Gli viene concessa la medaglia d’oro alvalor militare ad memoriam.Al coraggioso pilota torinese verrà dedicato l’aero-porto di Mirafiori, inparticolare le sezionecivile e l’attuale cam-po volo dell’Aeroclub dicorso Marche.

Il busto del ten. Gino Lisaesposto all’Aeroclub di Torino

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Documentazionedella

Aeronautica Militare

Materiale documentale individuato negli archividell’Ufficio Storico e del Centro Produzione Audiovisivi

e fatto perveniredal 5° Reparto dello Stato Maggiore dell’Aeronautica.

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In formazione per il decollo

Ordine sparso all’atterraggio

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Le interviste

Alcuni personaggi che hanno vissuto in prima persona conl’aeroporto o hanno assistito al cambiamento del territorio,sono stati intervistati dagli operatori della tv locale MirafuoriTV realizzando un video che è divenuto parte integrante dellamostra “Mirafiori in volo”. Pur consapevoli della perdita diqualità nella trasformazione in testi scritti, per evitare chequeste testimonianze si perdano nel tempo, vengono anch’es-se riportate, pur se a volte sono solo dei pensieri sospesi ametà e magari in dialetto italianizzato, perchè sono parteviva di un pezzo di storia non sempre facile da rivivere eraccontare di Mirafiori Sud.

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Questa zona della Città è stata interessata daavvenimenti diversi, a cominciare dalla realiz-zazione, alla fine dell’800, dell’ippodromo e poi,naturalmente, nella zona del Parco Colonnetti,dalla realizzazione del primo Campo Volo dellaCittà.Nel 1911 il Campo Volo venne inaugurato e fun-zionò per parecchi anni, fino al termine dellaseconda guerra mondiale.

Ci fu un periodo in cui i terreni furono lasciati a se stessi, dopodiché si decise didestinarne una parte alla realizzazione di un Centro Sperimentale Agricolo eun’altra parte all’edificazione.Siamo quindi arrivati praticamente agli anni ’50: alla parte sperimentale furonointeressati la Facoltà di Agraria e, in seguito, il Centro Nazionale delle Ricerche(CNR).Non per nulla l’attuale Parco prende il nome del Presidente del CNR, GustavoColonnetti.

GuidoGiorza

agronomo

Mirafiori in volo

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I l p a r c o

Il Parco Colonnetti è uno dei più grandiparchi della Città, molto utilizzato dagli abi-tanti del quartiere e non solo, anche per-ché contiene al suo interno il CUS (il Cen-tro Sportivo), frequentato da molta gente.E’ un parco che dà molte possibilità e chefino a qualche anno fa era poco utilizzatoperché mancava di attrezzature e di servizi.Il nostro progetto ha cercato di porre ri-medio a queste mancanze integrando tut-to quello che poteva servire agli abitanti,partendo da un discorso fatto con gli abitanti stessi e, soprattutto, dalla storiaimportante che questo territorio ha avuto nella Città, perché qui sono successi,nel tempo, molti avvenimenti importanti.L’area giochi per i bimbi più piccoli prende spunto da quello che era l’aeroportoGino Lisa. Abbiamo, all’interno di quest’area, realizzato delle scritte che ricorda-no questa destinazione, così come tutti i giochi sono ispirati al volo, quinditroviamo l’aereo, l’elicottero, il piccolo dirigibile.

AlessandraAiresarchitetto

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Mirafiori in volo

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L’area su cui sorge l’attuale Parco Colonnetti venne scelta per costruire ededificare l’aeroporto di Mirafiori nel 1910.Questo in base a ricognizioni ed analisi effettuate dai tecnici e dagli espertidella SAT (Società Aviazione Torino) che era stata costituita l’anno prima, nel1909, e che può essere considerato come il primo vero aero-club di Torino.L’aeroporto di Mirafiori fu la sua sede principale, dove si effettuavano voli spe-rimentali.Per diversi anni fu il più importante aeroporto d’Italia proprio perché era unaeroporto poliedrico, cioè sia ad uso civile che miltare.La prima formazione aeronautica militare italiana ebbe sede in Torino e si chia-mava Battaglione Aviatori.Il 3 giugno 1913 sull’aeroporto di Mirafiori si levarono in volo qualcosa come 32aeroplani, decollando a distanza di un minuto uno dall’altro, alla presenza delMaggiore Douhet, loro comandante.Fu una dimostrazione pratica che le sue teorie avevano valore.

Marco PapaAssociazione Arma Aeronautica

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I p r im i v o l i

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Siamo nel tardo autunno, unagiornata assolata, già da

qualche giorno sapevamo tutti quanti noi bambini che qualcosa di grosso stava performarsi, stava per nascere in questo aeroporto.

Aldo Rattostorico

Si vedevano i militari andare avanti eindietro, soprattutto la cosa che ci ave-va colpito era la loro divisa: per la prima

volta vedevamo dei militari dell’ae-ronautica con i pantaloni lunghi.

Poi gradatamente abbiamo visto, notavamo, che nei giorni precedenti questaformazione, questi aerei cominciavano ad affluire a Mirafiori, noi potevamoavere notizie di prima mano, in quanto da ragazzini si entrava ed usciva nel-l’aeroporto, sapevamo che si stava formando il Corpo Aeronautico d’Aviazioneche doveva essere diretto nel Belgio per bombardare l’Inghilterra.Il ricordo è vivo, c’erano stupore e ammirazione nel vedere questa massa diaerei che contemporaneamente si alzavano in volo.

Mirafiori in volo

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L a g u e r r a

Io ero piccolina, sono nata nel ’38,ma mi ricordo che mia nonna ve-niva qui e da vicino alla rete i sol-dati le chiedevano magari, per fa-

vore, di portare qualcosa da bere; allora la nonna arrivava con l’aranciata oqualcos’altro e poi ogni tanto, mi raccontava, le davano la roba da lavare e leigentilmente la lavava gratis, perché poveri ragazzi, arrivavano tutti da lontanoe si cercava di aiutarli, se si poteva.E poi in tempo di guerra qui è stato tutto bombardato e allora quando c’eranole bombe, c’erano le sirene, si cercava di scappare. Noi avevamo un rifugio nelcortile, però ad un certo punto cisiamo presi paura, perché magariviene giù una bomba e ci sotterratutti lì, è meglio che scappiamo.Mio zio aveva una bicicletta con uncarrettino e noi bambini ci carica-va lì e poi di corsa andavamo nelSangone e li dietro ci nascondeva-mo tra le rocce, sotto le rocce.

Giovanna Begauna residente

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L’8 settembre ’43, quando il Re è scap-pato e Badoglio ha annunciato che erastato firmato l’armistizio, i soldati, i pilotierano tutti felici di sparare contro i tede-schi e fermarli perché erano pochi i tede-schi a Torino, i soldati erano almeno20.000 e i tedeschi nemmeno 600.Improvvisamente, la sera del 9 ci si ren-de conto che i soldati, gli ufficiali stanno

scappando da tutte le parti perché non c’era più il comando in Corso Porto,adesso si chiama Corso Matteotti, gli ufficiali sono andati via perché si sono resiconto che ormai il Re era scappato e allora c’è stato un fuggi fuggi generale,qualche pilota coraggioso è decollato con i trimotori Savoia Marchetti e i BRbimotori e sono andati verso la Corsica, che era già occupata dagli anglo-americani e qui sono rimasti forse un centinaio, ma 60 senz’altro, bombardierie la gente ha cominciato a saccheggiarli, a bruciarli, a incendiarli e tra questianch’io, il mio compagno della stessa età Gozzellino, che poi è stato agguanta-to e l’hanno fucilato qui dove adesso c’è Corso Unione Sovietica, c’è anche lalapide, e hanno bruciato credo una sessantina di aeroplani e i piloti e i soldatinon sapevano più dove sbandare.

Don PaoloGariglio

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I trimotori Savoia Marchetti alcuni dei quali giunsero in Corsica

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L a g u e r r aMolti sono passati da mio papà, damia mamma, nella cascina noi ave-vamo decine e decine di tute perchéquando si puliva l’aeroporto si tagliava l’erba e si raccoglieva il fieno dovevamo faretutto in fretta, l’aeroporto veniva diviso in tre sezioni e in 24 ore bisognava pulirne unterzo, allora venivano a cottimo decine di manovali per questa operazione e noi rifor-nivamo le tute, le giacche, i pantalonazzi.

Due giorni dopo i tedeschi hanno la situazione in mano e cominciano ad occupa-re l’aeroporto, il proclama è che chi è trovato con armi e con indumenti militarifucilazione alla schiena, mio padre era disperato ma mia madre in una notte haorganizzato, mia madre doveva essere un generale, in una notte ha organizzatol’uscita delle vacche dalle stalle, una trentina di uomini hanno scavato nellastalla a profondità di uomo, hannomesso dentro tutti gli indumenti ericoperto di terra e di paglia, rimes-so le vacche e al mattino arrivano itedeschi, hanno trovato ancoraqualcosetta, ma ci siamo giustifica-ti, poi abbiamo messo fuori i quadridi Hitler e del Duce, abbiamo cerca-to di salvare la pelle e ce la siamocavata così.Sono episodi che non dimenticheròmai più, i ragazzi queste cose sele portano dietro per tutta la vita.

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Il bombardamento della Regia NaveNoi eravamo soliti, quando suonava l’allarme, si usciva dall’officina Morando esi andava a godersi lo spettacolo, come ha fatto anche don ....... che andavasul campanile della Chiesa di San Giovanni, che poi una bomba ha demolito laChiesa con lui assieme.Quel giorno abbiamo visto che questo bombardamento a tappeto veniva avantie man mano che veniva avanti, via, scappare.Come venivano giù le bombe subito per terra, con il fischio delle bombe subitoper terra, la gragnuola tutta addosso, ci alzavamo, subito un altro scatto, altragragnuola addosso.Arriviamo al torrente Sangone, suona il cessato pericolo, che lì, siamo sinceri,non erano proprio rifugi a regola d’arte, erano tutte buche causate dall’acqua,rosicchiate dall’acqua, e fungevano da rifugio.

Era un macellamento perché i militari, i tedeschi, han-no fatto saltare tutto e poi hanno dislocato apparec-chi suoi tedeschi da bombardamento e da caccia e cen’erano 50 perimetralmente ai bordi dell’aviazione.Mio zio comandante aveva bisogno di materiale bellico e periodicamente noi lo recupe-ravamo e una sera in tre, io, Perotti Giacomo, medaglia d’argento, e mio zio ... mitra-glieri, pistole, radio riceventi e trasmittenti ...Conoscevo il posto, ero giovane, pensavamo che non mi avrebbero ammazzato se miprendevano, mi conoscevano tutti, il più indicato dei tre ero io; allora, periodicamen-te, non tutte le sere una dietro l’altra, altrimenti ...Per tre apparecchi è andata bene, mettevamo la roba in un sacco e poi correvo al mionascondiglio, aspettavo che la ronda mi voltasse le spalle e tiravo il sacco, e tuttoandava bene.Finché qualcuno, non a me, ha fatto la spia a tutta la formazione.

AlessandroRoncaglio

Presidente Centro Culturale Deportazione e Resistenza

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L a g u e r r a

Aldo RattoL’aeroporto non ha mai avuto un impatto diretto con il vecchio borgo, se nondelle migrazioni di qualche ufficiale e sottufficiale che abitava alla Città Giardi-no, la zona di Via Plava, e poi quell’osteria, “l’osterietta di barba Toni”, quell’An-tonio Gabriolotti dove qualche volta i militari, quando avevano qualche soldo,perché all’epoca vi erano ancora i soldi e le lire, andavano a spenderli in tratto-ria. Io abitavo esattamente di fronte alla trattoria.

La trattoria del signor Antonio è nata nel1919, c’era la sala da ballo nel cortile in-terno, con l’orchestra, la gente del quar-tiere nel fine settimana poteva sollazzarsidimenticando le malinconie del tempo,perché si parla del tempo di guerra.Tra i piloti possiamo ricordare il tenenteBrach Papa, che non era di Mirafiori, peròfrequentava l’aeroporto perché era un aviatore provetto, con una lunga espe-rienza, tra l’altro era un amico, un habituè della trattoria, molto amico del si-

gnor Antonio, perché tutte le volteche passava e vedeva il signor Anto-nio sulla soglia dell’osteria alzava undito e diceva “mi raccomando, quel-lo buono”, il signor Antonio capiva epreparava il piatto di peperoni conla bagna caoda e una bottiglia diBarolo della tenuta di Fontanafredda,che era il fornitore ufficiale della trat-toria.

Don Paolo GariglioBrach Papa l’ho conosciuto tanto, era uno dei piloti più famosi d’Italia.E’ diventato vecchio sul serio, me lo ricordo perché lui era un generale, per cuiera famoso, anche per i meriti della Prima Guerra mondiale, si metteva nelpantheon mentale come Fran-cesco Baracca, era uno di que-sti personaggi.Però lui non era morto!

RenatoGabriolottinipotedel signor Antonio

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L ’osteria e Brach Papa

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Marco Papa

I velivoli dalle prime ditte venivano costruiti in pochissimi esemplari e nel pas-saggio industriale, ovviamente, vengono costruiti parecchi esemplari su scalaampia.Gli aerei di allora erano costruiti in legno, in tela e in fil di ferro.Su scala industriale questo comporta anche la necessità di avere un gran nu-mero di operai, in gran parte all’epoca erano donne, operaie che erano espertecucitrici.Centro focale di questa attività è sempre la Fiat.

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La vita delle donne operaie mamma dice-va che era una vita abbastanza dura. Conla venuta del Gino Lisa è cominciato prati-camente il pendolarismo, all’epoca le don-ne o erano casalinghe, cucivano o, nei din-torni, ad esempio nel comune di Nichelino,facevano le ortolane, le lavandaie, per loro è stato un pochino dura quella cosalì, la mamma diceva che era molto dura lavorare al Gino Lisa.Questo è il suo libretto di lavoro, è quello che ha fatto scaturire la mia curiositàperché aprendolo leggo “FIAT sezione aviazione, assunta in qualità di cucitrice– oggetto dell’industria: aeroplani” e mi ha fatto tanto ridere la faccenda didover cucire gli aeroplani.Ecco perché sono venuta a conoscenza di questa favola: per me è la favola dimia mamma

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Art igianato e industr ia

Carla Griva

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1966. Monumento posato a ricordo del vec-chio aeroporto dall ’Associazione ArmaAreonautica in str. delle Cacce sui ruderi delrifugio antiaereo.

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Attualmente in quest’area vengono svolte delle ricerche di alta tecnologia avan-zata per delle future missioni spaziali. Sono ricerche ad alta precisione cheserviranno per le future missioni spaziali che dovrebbero partire da qui a qual-che anno e vi è una sorta di continuità, continuità simbolica, perché su que-st’area che vide i primi tentativi di volo, di balzare verso il cielo con una macchi-na volante, adesso si continua a fare degli studi per delle macchine che vannoancora più in alto e che servono a studiare l’universo.Vi è una sorta di continuità sempre in quest’interesse verso il cielo.

Marco Papa

Vecchio Campo di Mirafiorisorto presso la Fiat-Aviazionefervida fucina d’ali primigeniedi qui le leggendarie squadrigliemilitari agli albori del secolosfrecciarono a violare arditissimeil silenzioso reame delle aquile

C. Masoero

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Oggi ... sempre verso il cielo

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Appendici

Il territorio di Mirafiorie la sua trasformazione negli usi

dal 1800 ad oggi

Le scuole e la mostraattività e partecipazione

Inaugurazione della mostra28 ottobre 2007

Testimonianze

Nella seconda metà del 1800,il territorio di Mirafiori conserva ancora l'uso agricoloereditato dai secoli precedenti.Il fermento però dell’inizio del secolocon la realizzazione dei primi velivolied il crescente interesse per il volo aereo,anche da parte della borghesia industriale,fa si che, per iniziativa della Società Aviazione Torino,nel 1911 si scelga l'area di Mirafioriper la realizzazione dell'aerodromo torinese.

Il territorio di Mirafiorie la sua trasformazione negli usi

dal 1800 ad oggi

a cura di Renato Protti

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1867

disegno del cav. A. Rabbini.

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oCARTA TOPOGRAFICA

DEI CONTORNI DI TORINO

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PIANTA DEL TERRITORIOCON L’INDICAZIONE DELLA CINTA DAZIARIA

1909

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particolare della mappa

19.5.1913Convenzionetra l’Amministrazione Militare, rappresentata dal Prefetto di Torino,e il Comune di Torinoper la sistemazione dei servizi aeronautici. Aeroporto di Mirafiori.(prima pagina)

Tra il 1913 ed il 1925con una serie di atti amministrativi,il Comune di Torino e gli Enti pubblici,rappresentanti la nascente Aeronautica Militare,si convenzionano per l'uso e la manutenzionedella superficie e degli edifici di pertinenza dell'aeroporto.

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1913mappa della zona dell’aeroporto

allegata alla convenzione

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mappa generale

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Convenzione(ultima pagina)

Nella convenzione del 1913 viene sancito, in particolare,l'uso della superficie ad aeroportoper “… porlo in grado di funzionare promiscuamenteper fini militari e nell'interesse anche degli Enti localie della nascente industria privata aviatoria…”.

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24.11.1925 convenzionetra l’Aministrazione della Regia Aeronauticaed il Comune di Torinoper l’uso dell’aeroporto “Carlo Piazza” in Mirafiorie per l’uso della ex caserma Lamarmora di Torino

L'infrastruttura aeroportualeviene potenziata in quegli anni

con la costruzione di edifici di ricovero per gli aereied altre strutture di servizio

per il personale che vi opera.

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oIl campo d’aviazione “Carlo Piazza”

in Mirafiori

Durante la prima guerra mondialela Società Italiana Transaerea

vi apre una scuola per l'addestramentodei piloti volontari.

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attività dell’aeroporto

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nei manifesti pubblici

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1935

i dintorni dell’aeroporto militare

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La guerraI bombardamenti

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I danni

Dopo la seconda guerra mondiale,gli edifici dell'aeroporto si presentano con “danni gravissimi”e, per la probabile caduta di interesseper un campo volo ormai inadeguato alle mutate esigenzesia dell'aeronautica militare sia di quella civile,ancor prima della scadenza della convenzione ventinovennalestipulata nel 1925,il terreno è restituito alla Città di Torino.

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1947

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oTra il 1947 ed il 1952 viene stipulata una nuova concessionein comodato gratuito a favore del C.N.R. per la realizzazione

del Centro di Meccanizzazione Agricola e del Campo Sperimentaledella facoltà di Agraria dell'Università di Torino

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1968

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Il parco Colonnetti2004

Nel 1976, allo scadere del comodato,avviene la riconsegna dell'area alla Città di Torino.Nel frattempo sono mutate le condizioni urbanistiche e socialied il Comune decide di destinare gran parte di quella superficiealla realizzazione di un parco pubblicomentre una parte minoreviene occupata da impianti sportivi ed attrezzature varie.Il parco Colonnetti, intitolato al fondatore del CNR,

viene dotato negli anni seguenti di attrezzatureper una fruizione più ampia e, tra vicende alterne,vede crescere il suo patrimonio verde e naturalistico.

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2007

Quasi trent'anni dopo la sua destinazionea servizio di verde pubblico,con le risorse messe a disposizionedal Programma di Recupero Urbano (PRU) di Via Artome con la progettazionedel Settore Grandi Opere del Verde Pubblico della Città,il parco ha assunto l'aspettoche oggi possiamo apprezzare.

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Le scuole e la mostraattività e partecipazione

La mostra è stata un’occasione per un impegno didatticonell’ambito del percorso storico sociale e culturale

del proprio quartiereoltre che un impegno concreto

di elaborazioni manuali ed esecuzioni di coriattinenti al tema

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l’attività manuale si è concretizzatanella realizzazione di aerei e mongolfierecon materiali vari e pitturati artigianalmentecon risultati molto apprezzatidai visitatoti della mostra

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dal centro del “cielo” della sala espositivasi dipartono le mongolfiere e gli aerei costruiti dagli studentiper accompagnare il visitatore nella visione della mostra

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Oggi come allora non c’è evento senza la partecipazione allegravivace briosa e contemporaneamente seria e contenutadei ragazzi delle scuole che con i loro cantiriescono a far vibrare anche l’animo più distaccato

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i manufattidegli studentidivengonoparte integrantedella mostra

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28 ottobre 2007al mausoleo della Bela Rosin

in str. Castello di Mirafiori 148/7apre la mostra

M i ra f i o r i i n vo loC’era una volta l ’aeroporto

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L’interesse per un passato abbastanza recentecon testimoni ancora vivi della storia di un pezzo di Mirafiori Sud,il clima mite della giornata,contribuiscono a richiamare centinaia di personeall’interno del parco della Bela Rosinal momento dell’inaugurazione della mostra.

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e La visione d’insieme all’interno del Mausoleo,recuperato al pubblico solo nel 2005,è quella di un grande cielo sorvolatoda decine di piccole mongolfiere e centinaia di aerei di carta,

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che si dipartono da una colonna centraleil cui basamento è composto da altro cielocon modelli in scala di aerei dell’epoca.

Questi raggi di aerei e mongolfieresi appoggiano ai pannelli espositivi

che con un certo ordine sia cronologico sia strutturaleaccompagnano passo dopo passo il visitatore

alla scoperta di una storia ben poco conosciutama che è stata parte integrante del futuro di Mirafiori Sud

Una colonna sonora di un roboante aereorende ancor più partecipe il visitatoreche anche attraverso la proiezionedi un video nel punto centrale della salasi sente sempre più testimonedi un aeroporto che non c’è più

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Testimonianze

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Mirafiori in volo

Che scoperta per noi ospiti del sud!

Abito a pochi passi da qui e solo ora vengo a conoscenza che negli annipassati c’era un aeroporto. Bel lavoro nella creazione di questa mostra.

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Chi l’avrebbe mai detto che al posto di tutte queste case ci fosse statoun aeroporto così grande ed importante? Bella scoperta!

Grazie per lo sforzo. Far rivivere quanto è stato in passato, permettedi aprire gli occhi su futuro insieme costruibile.

E’ incredibile quante cose esistano e si devon apprendere. E’ tutto moltointeressante. La vita è consapevolezza del nostro passato e presente: èl’unico tempo che abbiamo a disposizione!

Finalmente sono riuscito a visitarlo.

Ho finalmente visto la prima casa (il primo ricovero) di mio padre a Torino.

C’era una volta l’aeroporto

1092007-2008

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Ricordo di gioventù (che emozione).

E’ una mostra che fa tenerezza.

Anch’io ho contribuito a realizzare uno degli aerei che volano in questa mostra.

Per me oggi è una doppia festa perchè ho scoperto i valori della mia gioventù.

Grazie a voi rivivo i giorni della mia gioventù a Torino e al Gino Lisa.

Era ora! grazie all’artefice di aver raccontato un pezzo di tanta storia

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Il Presidente Circoscrizione 10, Maurizio TrombottoIl Coordinatore Comm.ne Straordinaria Ecomuseo, Gaetano De Dato

Il Direttore Circoscrizione 10, Giuseppe Conigliaro

r i n g r a z i a n oValeria Narducci

Coordinamento eventoe in ordine alfabetico

tutti i cittadini che hanno contribuito all’accrescimento della mostracon fotografie, testimonianze e per lo spirito partecipativo dimostrato.

in particolareArchivio Storico della Città di Torino, Associazione Arma Aeronautica, Stato MaggioreAeronautica - 5° Reparto: per la documentazione storica fornitaSigg. Marco Papa e Aldo Ratto: per la precisione e la competenza storicaSigg. Giovanna Bega, Alberto Fino, Renato Gabriolotti, don Paolo Gariglio, Carla Griva,Alessandro Roncaglio: per le testimonianze ed il materiale fornitoLaboratorio dell’Immagine della Divisione Servizi Educativi della Città di Torino, Setto-ri Tecnici della Città di Torino - Urbanizzazioni e Grandi Opere del Verde Pubblico nellapersone dell’arch. Alessandra Aires, dr Guido Giorza, dr Paolo Miglietta:per la consulenza e la collaborazione prestateassociazioni di aeromodellismo I Condor, Gruppo Aeromodellisti A. ex Allievi FIAT,Volare su Tetti: per la competenza e disponibilità nel fornire gli aeromodelli espostiScuole Cairoli, Castello di Mirafiori, Salvemini per l’impegno pedagogico ed operativo

altre fonti di informazioni sono statePiero Vergnano, Le origini dell’aviazione in Italia: 1783 -1918, Edizioni Intyprint, 1964 - Giorgio Evan-gelisti, Gente dell’aria, Olimpia - Mario Laureati, Il raid Torino Londra, Bancarella Aeronautica, 2005www.aeroclubtorino.it www.wikipedia.org www.museobaracca.it digilander.libero.it/doresi/index.html

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Lucia Centonze volontaria servizio civile Ricerche d’archivio, Ideazione grafica,

Allestimento,Composizione fotografica e audiovisiva

Giancarlo FerroniAllestimento

Fabio Frambati Ricerche d’archivio, Allestimento,

Composizione fotografica e audiovisiva

Guido GianinettoIdeazione grafica, Allestimento

Sandro Manfrinat iIdeazione grafica, Allestimento

Amalia ModicaRicerche d’archivio

Roberto Olesio Ricerche d’archivio, Allestimento

Giovanni Perno Ricerche d’archivio, Ideazione grafica,

Allestimento

Renato Prott i Ricerche d’archivio, Progettazione spazi mostra,

Allestimento,Composizione fotografica e audiovisiva

Giuseppina ScopeceAllestimento

Sabina TorreRicerche d’archivio

Silvio Zangarini volontario servizio civile

Ricerche d’archivio, Ideazione grafica, Allestimento,

Composizione fotografica e audiovisiva

Mirafuori TVComposizione fotografica e audiovisiva

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marzo 2008

Progetto Grafico e ImpaginazioneUfficio Immagine Circoscrizione 10

Guido Gianinetto Sandro Manfrinati Giovanni Perno

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