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AFN Azione per Famiglie Nuove onlusRivista Spazio Famiglia - Anno II - N. 3 - Novembre 2017

>afnonlus

In viaggio alla scopertadei progetti di sostegnoa distanza

NEL MONDO

Come affrontarel’incontro con i familiaribiologici?

ADOZIONI

NESSUNONASCE PERESSERE SOLOVogliamo far sperimentare a tutti i bambini il senso difamiglia allargata

L’APPELLOSPAZIOFAMIGLIA

3Semestrale informativo di AFNonlus - Azione perFamiglie Nuove OnlusNovembre 2017

Direttore ResponsabileAurora Nicosia

CoordinamentoGiovanna Pieroni

Hanno collaborato inquesto numeroAnita Leonetti, GiulioMeazzini, Barbara Pandolfi,Paolo Perticaroli, Giovanna Pieroni, MarziaRigliani, Andrea Turatti, Anna Vegliach

Progetto grafico e Art directionAlessandro Palmieri

Editore e Sede legaleAFNonlus - Azione perFamiglie Nuove OnlusVia Isonzo, 64 - 00046Grottaferrata (Roma) ItalyC.F. 920 1212 0587Tel. 06.97.60.83.47Fax. 06.94.54.88.63www.afnonlus.orginfo@afnonlus.org

TipografiaArti Grafiche La ModernaVia Enrico Fermi 13/1700012 Guidonia - Roma

Inviato senza obbligo di corrispettivo

Il numero è stato chiuso il 20ottobre 2017

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Repubblica Centro Africa - Complesso scolastico Saint ClaireUNA SCUOLA PER LORO!

edificio scolastico di tre sale dove sipotranno svolgere attività didattiche diogni genere, formative, ludiche eagricole sia per i bambini che per i lorogenitori.Il progetto si è già avviato l’estatescorsa e la costruzione è quasiterminata grazie all’aiuto dellacomunità locale, ma occorrecompletare i lavori per rendere agibiletutto il complesso. La quota daraccogliere è di circa Euro 28. 400,00. Se volete rispondere a questo appello,potete fare una donazione sul contocorrente bancario o postale diAFNonlus con la seguente causale: “Donazione complesso Sainte ClaireRCA”.

iamo nel comune di Bimbo, inzona periferica, su un terrenodel Movimento dei Focolari di2 ettari, recintato e con un

pozzo di acqua potabile a 8 km dallacapitale, Bangui, nella RepubblicaCentroafricana. Oggi il programma SADè rivolto a circa 90 bambini e ragazzi(dai 6 ai 19 anni), sostenuti a livelloscolastico, alimentare e sanitario; essifrequentano scuole primarie e liceiprivati. Le attività extra-scolastichecome dopo-scuola, corsi di recupero,attività ludiche nel periodo dellevacanze, distribuzione del cibo edinterventi sanitari, si svolgono invece insale parrocchiali. Il progetto prevede la costruzione di un

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3NOVEMBRE 2017 SPAZIO FAMIGLIA

Editoriale

Tutti possiamo essere dono

Il nostro impegno

Con questo spirito vengono portati avanti i progetti e le iniziative di AFNonlus

DIANDREA TURATTI

n questi anni di impegnoappassionato quello che più mi hacoinvolto è l’esperienza del dono.Un’esperienza arricchente, che faprendere coscienza delle propriepotenzialità e che resta valida anche

quando non viene accettata o compresa. Se io posso essere dono, anche gli altripossono esserlo per me. Visitando quest’anno alcuni progetti diAFNonlus in tre continenti ho avuto laconferma che nelle nostre scuole i bambini

ricevono non solo educazione ealimentazione, ma sperimentano congiochi e dinamiche la bellezza del volersibene, arricchendosi dell’esperienza deldonare. Il dono, infatti, non è mai soloqualcosa di materiale, ma è una

disponibilità, una proposta di vita, unacondivisione. I bambini, sperimentando lafiducia che viene data loro, acquistano glistrumenti per poter diventare protagonistidelle loro vite e promotori di uncambiamento intorno a loro.Nei progetti i genitori dei bambini aiutati,notano piccoli, ma importanti progressi neifigli e non ne rimangono indifferenti.Incuriositi desiderano prima conoscere epoi anch’essi partecipare alla vita delcentro sociale, collaborando comepossono, contribuendo alle pulizie,preparando i pasti per i ragazzi, o cucendole loro divise. Vivendo a stretto contattocon queste famiglie, si scoprono nuovenecessità e per questo nascono corsi dinutrizione, di igiene e prevenzionesanitaria, di formazione professionale e allaprocreazione responsabile. In questomodo la comunità si allarga e diventafamiglia. L’azione del sostegno a distanzadi AFNonlus rende possibile tutto questo.Originata dalla ‘cultura del dare’ deiFocolari, è un’esperienza che forma etrasforma i soggetti coinvolti ed è untramite perché tutti possano arricchirsidell’esperienza del donare. Il dono, ognunolo porta dentro di sé, come Benigni dicedella felicità, ma molte volte non ne siamocoscienti o ce lo neghiamo per paura diperdere qualcosa. Mentre in realtà,donando arricchiamo noi stessi. E’ l’auguriopiù bello che vorrei fare a tutti quanti.

I

CIAO,

La famiglia Mangia racconta la propriastoria di adozione di tre sorellinearrivate dalla Lituania e la visita dellaloro nonna biologica

Adozioni internazionali Lituania di Giovanna Pieroni

NONNA!

6 MARZO 2017SPAZIO FAMIGLIA

Adozioni Internazionali Lituania[ ]

6 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

e pareti di casa del-la famiglia Mangiaconservano con cu-ra foto del passato,un filo da riavvolge-re, a tratti nebbiosopiù del futuro. C’èun quadro con unafrase di J. Baladán

Gadea: «Anche noi, come l’acquache scorre, siamo viandanti in cerca

di un mare». Sembra non essere lì acaso. Aurora, Alessia, Agnese, tre sorelle li-tuane di 11, 13, 14 anni, di recentehanno ricevuto la visita speciale dinonna Marina, venuta dal Paese na-tale per incontrarle. «Sono tantograta ai genitori che tengono vivoquesto rapporto con me», ci raccon-ta la nonna. In realtà la madre, Elisa,all’inizio aveva paura di questo in-contro: «Chissà quali pensieri edemozioni poteva suscitare tale visitanelle nostre figlie. Ma ci siamo resiconto che dovevamo consentirequesta apertura». La cicogna è arrivata il 31 agosto di8 anni fa, quando Elisa e Claudiohanno appreso finalmente la notiziache tre bambine erano in attesa diuna famiglia. Vilma Banyté, referenteper le Adozioni Internazionali AF-Nonlus in Lituania, li ha accompa-gnati a conoscere le sorelline che sitrovavano in due istituti diversi. Daquando le prime due avevano rag-giunto l’età di 4 anni, infatti, eranostate inviate in una struttura diversada quella di Agnese. «Aurora e Ales-sia ci pregavano continuamente dinon scordarci della sorellina – rac-

conta Vilma –. La nonna non potevaprenderle con sé, ma andava a tro-varle e portava loro la banana, l’uva,il gelato. Una volta la più grande,Aurora, le ha detto, esitando: “Avre-mo dei nuovi genitori”. La nonnal’ha rassicurata, vedendo in questopasso, che implicava un doloroso di-stacco, l’occasione di una nuova vitae ha accettato la richiesta di incon-trare i nuovi genitori prima dellaconclusione dell’adozione». La nonna sorride al ricordo, mentre isuoi occhi diventano di un azzurrointenso come il mare: «Quando cisiamo visti, mi sembrava di conosce-re Elisa e Claudio già da cento anni,come fossimo un’unica famiglia. So-no molto contenta che le bambineabbiano genitori così e prego Dio didare loro tanta forza e lunga vita».Dopo quel momento, la nuova fami-glia ha lasciato la Lituania, salutandononna Marina con un “arrivederci”.Era la vigilia di Natale e iniziava perloro una nuova vita in Italia. A piccolipassi e con tanta premura, Elisa eClaudio hanno cercato di sostenerele bambine nel loro inserimento, aiu-tandole a superare la paura di un

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Aurora, Alessia, Agnese con la nonnaMarina in Lituania e con i genitori

adottivi Elisa e Claudio

7NOVEMBRE 2017 SPAZIO FAMIGLIA

Intervista a Daniela Forante assistente sociale della sede AFNonlus di Trento che ci parladell’importanza dell’accompagnamento per le famiglie adottive

Alla ricerca delle originia cura di Anna Vegliach

3 DOMANDE A...

Quali sono le modalità peragevolare l’incontro con ifamiliari biologici?

Nella maggior parte dei casi, si trat-ta di preparare la famiglia a questoincontro. E’ fondamentale che i figliabbiano sufficientemente consoli-dato il ‘processo di attaccamento’nei confronti dei genitori adottivi,atto al rafforzamento dei legami re-ciproci. Nel caso di bambini entratiin famiglia tardivamente può esse-re necessario anche un periodomolto lungo, non privo di difficoltà.In seguito, quando si constata che ilrecupero dei rapporti con alcune fi-gure biologiche, potrebbe portareanche giovamento negli equilibrifamiliari, e quando c’è un’espressa

volontà da entrambe le parti, è indi-spensabile fornire un accompagna-mento specifico, anche sul posto,che possa favorire l’incontro e lasuccessiva rielaborazione.

C’è un momento “giusto”per tornare nel proprioPaese di origine e ricercare i

familiari biologici?Sono cose diverse che presentanoprocessi maturativi differenti. Inogni caso è necessario che tutta lafamiglia abbia maturato insieme lavolontà di farlo. Il rientro nel pro-prio Paese permette al ragazzo di‘riconciliarsi’ con il proprio vissuto e,sostenuto dai genitori adottivi,prende maggiore consapevolezzadella propria identità. Il viaggio

consente all’intera famiglia di vive-re un’esperienza che suggella l’ap-partenenza di tutti a quel Paese, di-venuto eredità comune. I contatticon familiari biologici non cono-sciuti invece devono essere per-messi dalle autorità dei Paesi ma, inogni caso, è fondamentale un ade-guato accompagnamento psicolo-gico.

L’ente AFNonlus proponeseminari diapprofondimento sul tema

delle origini. Da dove nasce questaesigenza? I l tema delle origini rientra inquelle che vengono definite Te-matiche Sensibili dell’Adozione(TSA). Per una madre e per un pa-dre “convivere” con delle figure“concorrenti” su cui il figlio po-trebbe fantasticare - nel bene enel male - può essere doloroso,preoccupante, angosciante. Nelcorso dei seminari, ad esempioquelli di cui mi occupo nella sededi Cognola (TN), vengono offertiai partecipanti degli spunti perimmedesimarsi nei vissuti dei ge-nitori biologici e per favorirel’emergere degli inevitabili senti-menti nei loro confronti e una lo-ro positiva elaborazione.Tutto questo lavoro su sé stessipermette ai genitori adottivi di af-frontare più serenamente le do-mande e i sentimenti dei figliadottivi e arrivare decisamentepiù preparati alla loro eventualerichiesta di tornare nel Paesed’origine o di ricercare un contat-to con la famiglia biologica.

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8 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

“CHISSÀ QUALI EMOZIONIAVREBBE SUSCITATO IN LOROLA VISITA DELLA NONNA”

nuovo abbandono e le difficoltà diintegrazione in un altro Paese. Il pa-dre le ha portate in ufficio per mo-strare la sua stanza, e ha cercato perloro una scuola piccola, in modo chefosse quasi una famiglia. Le maestresi sono sforzate di capirle, rispettan-do i tempi di ciascuna. «All’inizio Aurora aveva paura di es-sere lasciata in classe: la trovavo sul-la porta col cappottino infilato chepiangeva e mi aspettava – ricorda la

mamma –. Temeva che non sareitornata». Agnese, la più piccola, hacominciato a parlare con l’insegnan-te solo alla fine della terza elemen-tare. «Le esperienze vissute in pas-sato l’hanno spinta a sviluppare unaresilienza interna, cioè la capacità diaffrontare il mondo in maniera au-

tonoma – spiega Daniela Lonano,psicologa AFNonlus –. Non è statofacile per la bambina lasciarsi anda-re quando ha incontrato le personeche desideravano prendersi cura dilei. Solo quando si è sentita sicura,piano piano ha cominciato a parla-re. Aveva sei anni». Oggi le ragazze sono adolescenti al-la ricerca di sé, del senso della lorovita, di essere riconosciute e amate.«Occorre senz’altro una grandeapertura mentale e un grosso impe-gno per accogliere un bambino conuna storia iniziale diversa dalla pro-pria – riflette la mamma –. Ma nono-stante le problematiche incontrate,rifarei ancora la scelta adottiva». L’accompagnamento psicologicoha aiutato genitori e figli a ripercor-rere i ricordi e affrontare il presente.Anche nell’incontro con la nonna èstata necessaria una preparazione,perché per le bambine significavaaffrontare il passato e il momentodell’abbandono. «Una cosa che sicu-ramente ha donato serenità ai figli –spiega Claudio –, è l’unità di coppia.Bisogna dedicarsi tempo, confron-tarsi, creare un clima armonioso incasa. Sia i genitori che i figli devonosaper riconoscere le emozioni pergestire i momenti di sconforto, com-prendere l’altro e chiedere scusa».Elisa ammette: «Alle volte sono ioche devo riconoscere il mio erroreper aver sbagliato nell’atteggiamen-to». È nel mettersi in discussione enell’accettarsi che genitori e figli siconfermano l’affetto reciproco e co-struiscono la famiglia. Tutti siamoviandanti, come l’acqua che scorrein cerca del mare, il mare dell’amore,infinitamente grande, in cui tuffarsisenza paura. J

L’incontro con Marzia Rigliani,responsabile Adozioni Internazionali,

Vilma Banyté, referente in Lituania e Daniela Lonano

9NOVEMBRE 2017 SPAZIO FAMIGLIA

Una casa famiglia per minori stranieri non accompagnati

Apre a Rogliano (CS),la Casa famiglia “Casadi Ismaele” perMinori Stranieri NonAccompagnati,coordinata da Fo.Co.soc. coop., AFNonlus,Amu, e Mi.Fa. soc.coop. Ai minori vieneofferto un ambiente adimensione familiaree accogliente, perinfondere sicurezza efiducia, sostenerli neldisbrigo dei

documenti e neiprocessi discolarizzazione. La

principale finalità èquella di far sentire ilminore a casa propria

e favorire la suainclusione nel tessutosociale. A questo fineper ogni minoreviene elaborato unprogetto educativo, alquale lavora tuttal’equipe formata daun responsabile, uncoordinatore, unapsicologa, duemediatori culturali, ededucatorispecializzatinell’accoglienza.

Sabato 23 Settembre si èaperta ufficialmente la nuovasede AFNonlus a Napoli. Vuoleessere uno spazio fisico doveoperare e attivare nuovealleanze sul territorio perrealizzare progetti disolidarietà e guardare allarealtà delle AdozioniInternazionali per la Campania.Alla festa di inaugurazionehanno partecipato tantefamiglie e bambini, partner eautorità, che ci hanno espressola loro vicinanza, comeGiovanna Ferraro, che dirige

l’istituto Nazareth, laFondazione Ferraro, il Gil 3 eGil 4 dell’ASL di Napoli 3,l’Associazione Pietraviva onlus,oltre alla Fondazione Banco diNapoli che ha permesso larealizzazione di ben treannualità di progettoFamigliedicuore per ilsostegno alla genitorialitàadottiva e che ha dato lapossibilità per il 2017 direalizzare insieme aMeridonare una vastacampagna di crowdfundingsulla loro piattaforma online.

NEWS

AFNonlus a NapoliUna nuova sede per operare in territorio campano

ROGLIANO (COSENZA)

ProgettoUp2Me:Weekendper i tutorLo scorsosettembre aLoppiano si è svoltoun weekend diaggiornamento peri tutor del progettoUp2Me. 13 coppiedi tutor, provenientida tutto il mondo, sisono messe inrelazione perscambiarsiesperienze e nuovisviluppi delprogetto diformazioneintegrale dellapersona. Ad oggicirca 500 ragazzihanno partecipatoad Up2Me, e sonostati attivati 37 corsiin tutto il mondo.

Si riunisce laCommissioneAdozioniinternazionaliDopo ben tre anni,la CAI si ènuovamente riunitail 12 settembre2017. Nel corsodella riunione si èstabilita la necessitàdi verificare lavalidità degliaccordi con i Paesid’adozione. Siprevedono unaserie di interventiper semplificarel’iter di adozione,come ad esempiol’attivazione di unfascicolo digitalecon i documentirelativi all’adozione,e sottoporre averifica tutti gli entiautorizzati.

a cura di Barbara Pandolfi

10 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

L’ISOLA

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di Giovanna PieroniSostegno a distanza Indonesia

11NOVEMBRE 2017 SPAZIO FAMIGLIA

DELL’ORO

Il viaggio di Giovanni a Sumatra e il centro sociale Sumber Harapan“Fonte di speranza”

12 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

hi è aperto alla spe-ranza, ha la chiaveper affrontare diffi-coltà e costruire unfuturo migliore. Con questo spiritoopera il centro so-ciale Sumber Hara-pan “Fonte di spe-

ranza”: è situato in Indonesia, nel co-siddetto anello di fuoco del Pacifico,zona ad altissimo rischio sismico. Ilprogetto di Medan dà sostegno a cir-ca 145 bambini e famiglie a partiredal Natale 2004, quando un terribiletsunami scatenò un’onda anomalaalta più di 17 metri che distrusse lacosta occidentale dell’isola, bersaglioanche di un forte terremoto soprag-giunto un anno dopo. Da allora, come in una famiglia allar-gata, sono stati avviati programmi disostegno alle famiglie che hannoperso tutto, aiutandole per quantopossibile a ricostruire le abitazioni edando supporto ai bambini rimastiorfani o di condizioni familiari disa-giate, grazie al contributo di generosisostenitori. Tra questi ad esempio lafamiglia di Giovanni Bonfanti, che ha22 anni e studia Economia e ScienzeSociali a Milano: la solidarietà per lui èstata un’opportunità di crescita escoperta di mondi e culture lontane.Il desiderio di ampliare gli orizzonti ecomprendere meglio l’Asia, lo ha por-tato lo scorso anno a mettersi in viag-

gio per un soggiorno di 4 mesi a Sin-gapore, facendo sosta a Medan pres-so il Centro Sumber Harapan. «È stato un grande onore e un donoricevere la visita di un sostenitore dal-l’Italia – afferma Faisa Francisco refe-rente del sostegno a distanza in Indo-nesia –. Giovanni si è subito unito alnostro staff per collaborare alle varieattività che abbiamo organizzato peri bambini del centro. Ma il momentopiù forte è stato senza dubbio l’in-contro tra Giovanni e Intan Theresia,

la bambina che sostiene con la suafamiglia da più di dieci anni. Oggi ècresciuta. Anche lei ha 22 anni. I dueragazzi, nonostante l’appartenenza amondi distanti, non solo geografica-mente, si scoprono vicini per l’espe-rienza di scambio e condivisione vis-suta, che li ha resi capaci di donarel’uno all’altra qualcosa di sé».Accompagnato da un assistente so-ciale, Giovanni si reca a casa di Intanper conoscere la sua famiglia: «La suacasa è molto povera. Persino più po-

Sumber Harapan e il programma SAD

Il centro sociale “Fonte dellasperanza” promuove una culturadi pace e di solidarietà trapersone e famiglie di diversereligioni nello spirito dellafraternità universale. Grazie alprogramma di sostegno adistanza supporta 145 bambini e

famiglie indigenti cattoliche,protestanti e musulmane aMedan e Nias. I minoribeneficiano di programmieducativi, ricevono materialescolastico, nonché beni di primanecessità. In caso di emergenza, sioffrono anche controlli medici.

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Sostegno a distanza Indonesia[ ]

13NOVEMBRE 2017 SPAZIO FAMIGLIA

“E’ STATO UN GRANDE ONORERICEVERE LA VISITA DI UNSOSTENITORE DALL’ITALIA”vera di come la pensavo: un piccolorifugio di lamiera, costruito da loro,dove vivono i 4 figli con i genitori. Ilpadre fatica a trovare lavoro. Con unpiccolo sacrificio nella mia quotidia-nità, Intan ha potuto assicurarsi glistudi ed ora studia Chimica all'Uni-versità locale. Spera di migliorare lacondizione della sua famiglia. È mol-to grata».Anche Giovanni sperimenta una pro-fonda riconoscenza: «Mi ha colpitol’accoglienza e l’ospitalità delle per-

sone con cui sono venuto a contatto,la loro disponibilità senza limiti nel ri-cevermi a casa loro, nel mostrarmi lacittà, la loro cultura, insieme a un piz-zico di curiosità nei confronti di unostraniero venuto da lontano. Non mihanno mai fatto mancare nulla, sonostato accolto come un familiare, misono sentito a casa. Di Intan mi hacolpito l’innocenza, l’assenza di disil-lusione e cinismo, la speranza per ilfuturo e la voglia di provare a cam-biare la situazione. Questa visita miha portato un’intima felicità e un sen-so di pace».Giovanni per il futuro ha in mentetanti progetti, tra cui continuare glistudi e tornare un giorno in questaparte di mondo dove assieme allapovertà ha incontrato la preziositàd’animo della gente di Sumatra. Unapreziosità racchiusa anche nel suonome antico, Suvarna Dvipa, che insanscrito significa “Isola dell’oro”.Chissà, forse non solo per l’attivitàestrattiva, ma anche per la ricchezzaumana della sua gente. J

Giovanni, Intan Theresia, lasua famiglia e i bambini del

centro sociale

14 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

NEL MONDO

Negli ultimi due anniabbiamo visitatoalcuni progetti diSostegno a Distanzae guardato da vicinola realtà delle favelase delle baraccopolidei Paesi in cui

siamo stati. Abbiamoincontrato personeche dedicano lapropria vita a quantisono in necessità,uomini, donne ebambini che lottanoper la sopravvivenza

e che con il sorrisosulle labbra ci hanno donato laricchezza della loroumanità. Per saperne di piùvisita il sitowww.afnonlus.org

I nostri viaggiA tu per tu con i nostri referenti locali, i bambini delle scuole e l'intera comunità

HONDURASEL SALVADOR

MESSICO

GUATEMALA

ARGENTINA

BRASILE

15NOVEMBRE 2017 SPAZIO FAMIGLIA

LIBANO

GIORDANIA

CONGO-RDC

KENYA

FILIPPINE

I gestori del sostegno a distanza in visita nei

vari progetti perconsolidare nuove

strategie di sviluppo afavore dell’infanzia

16 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

Progetti

Con lo zaino Preoccupazioni e coraggio, accompagnano i ragazzi che fuggono

Fare sistema di Anita Leonetti

17MARZO 2017 SPAZIO FAMIGLIA

in spalla da situazioni dolorose e guerre strazianti per arrivare in Italia

no zaino in spalla,con dentro pochioggetti e tanteemozioni che lorendono pesantecome un maci-gno. È con que-sto unico baga-

glio che tanti ragazzi approdano inItalia, dopo un viaggio lungo e diffici-le. Arrivano sperduti, senza una fami-glia a supportarli. L’Europa è il loro ri-scatto, la possibilità di una nuova vita.Accoglierli e sostenerli nel processo

di integrazione, diventa un dovere euna responsabilità per chi si trova dallato giusto del mare. Nel Gennaio 2016, quando è iniziato ilprogetto Fare sistema oltre l’accoglien-za, l’obiettivo primario era proprioquesto: garantire ai giovani migrantila possibilità di inserirsi nel tessuto so-ciale, attraverso un accompagnamen-to lavorativo e l’offerta di corsi di for-mazione professionale. Con un passoin più. A supporto dei ragazzi si ècreata e nel tempo rafforzata, una retedi famiglie pronte ad aprire le porte

delle loro case a un pezzo di umanitàsconosciuta. Culture diverse a con-fronto, con la voglia di partecipareognuno alla vita dell’altro. Da allora i passi in avanti sono statimolti: ad oggi una trentina di famigliein tutta Italia hanno deciso di mettersiin rete per dare la possibilità ai ragazzidi svolgere le prove lavoro o sempli-cemente per passare insieme le va-canze. Queste famiglie però non ven-gono lasciate sole: ad accompagnarleci sono i nodi territoriali, punti di riferi-mento per l’accoglienza. Sono ad

U

18 NOVEMBRE 2017SPAZIO FAMIGLIA

Progetti Fare sistema[ ]

oggi una decina, sparsi su tutto ilterritorio nazionale, e si occupano disupportare le famiglie e i ragazzi dellarete. Uno di questi nodi, tra i più attivi,si trova a Firenze, presso la sede peri-ferica di AFNonlus. «Questa esperienza mi ha rivelatoquante famiglie generose e aperte al-l’accoglienza ci sono. – ci raccontaPaola, responsabile della sede, che alsuo lavoro di referente per le adozio-ni internazionali ha affiancato, da dueanni ormai, quello di responsabile delnodo Toscana –. Nello stesso tempoho colto invece in tante persone unagrande impreparazione, pregiudizi eostilità, tanto da desiderare di fare dipiù». Il primo muro da abbattere è proprioquello dell’indifferenza e del pregiu-dizio derivante da una cattiva infor-mazione e dalla paura del diverso. So-

lo abbattendo queste barriere men-tali si arriva a diventare facilitatori del-l’accoglienza. E’ una esperienza tota-lizzante, non termina alla scadenzadella giornata lavorativa. È così chePaola, con grande cuore, ha seguito lapermanenza dei ragazzi che sono ar-rivati in Toscana. Come quando a fineagosto è arrivato Tato Claude, un ra-gazzo di 22 anni della Costa d’Avorio,giunto a Firenze per un periodo di la-voro come vendemmiatore. «Dal primo momento in cui l’ho ac-colto all’aeroporto ho sentito che inqualche modo lui si affidava a me. Sifidava di me perché rientravo in quel-la cerchia di persone che l’hanno se-guito nella comunità di Catania e chehanno instaurato con lui un bellissi-mo legame». Oltre alla ricerca di unalloggio, con tutte le difficoltà che nederivano, Paola ha aperto la sua casa

a questo ragazzo sorridente. «Lo se-guo anche nelle piccole cose quoti-diane - racconta�-, come lavare i suoipanni o accompagnarlo a volte a la-voro. Anche con i miei figli è nata unabella amicizia». Claude ha raccontatoloro della sua vita, del viaggio fatico-so, della detenzione nei campi in Li-bia, delle violenze subite e dell’arrivoin Italia carico di speranza. «Questa esperienza ha travalicato iconfini del mio semplice lavoro, mi hacoinvolto pienamente e Claudio, cosìoggi si fa chiamare, forse per rimarca-re la sua volontà di appartenere aquesto Paese tutto nuovo, rimarrà persempre nel nostro cuore, qualunquesarà la sua strada». L’accoglienza è fat-ta di volti, di sorrisi e di braccia chepian piano aiutano a togliere, un pez-zo alla volta, tutto il peso di quel gros-so zaino sulle spalle. J

Alcuni ragazzi delprogetto “Fare sistema”

accolti nelle famiglie

“QUESTA ESPERIENZA HA TRAVALICATO I CONFINI DEL MIO SEMPLICE LAVORO, MI HA

COINVOLTO PIENAMENTE”

192017 SPAZIO FAMIGLIA

ORIZZONTE FAMIGLIA

Ripartiamo dalla terza conferenza nazionale

Più forte la famiglia… iù forte la famiglia, piùforte il Paese” è stata lalinea guida che hasostenuto l’interaConferenza (28 e 29

settembre presso il Campidoglioa Roma) a cui hanno partecipatodiversi rappresentanti di Azioneper Famiglie Nuove Onlus e altreassociazioni che operano nelForum delle AssociazioniFamiliari nelle diverse regionid’Italia. L’obiettivo è stato rimettere lafamiglia al centro della vita del

nostro Paese e per realizzarlooccorre l’impegno forte delleIstituzioni e di ogni realtàassociativa. E’ emersa con forzal’esigenza di passaredall’Assistenzialismo familiare allacostituzione di un Patto diresponsabilità. Si è constatato chela famiglia, con tutte le sueistanze, criticità, speranze eopportunità, è “il pilastro dellanostra repubblica” come hadetto il primo ministro Gentiloni,“di cui prendersi cura per

realizzare sempre meglio quelprocesso di crescita inclusiva”auspicata da tutte le forzepolitiche presenti. Ora occorre chetutti insieme lavoriamo condeterminazione per riconoscere,valorizzare e rafforzare il ruolofondamentale e primordiale dellanostra società, la famigliaconsiderata vera risorsa, il benesociale ed economico comune,partendo da una più giustafiscalità e da una rinnovatafunzione educativa, senza fermarcialle differenze e allecontraddizioni della societàodierna. Un momento importanteda cui ripartire con decisione persalvare il nostro Paesedall’implosione demografica. Marestano aperti ancora variinterrogativi. Ora inizia la veraConferenza! Per approfondireafnonlus.org/news

P“

La Conferenza è stataproposta dal Dipartimentodelle Politiche per laFamiglia

Un’occasionedi confronto

sullacondizione

delle famigliein Italia e sulle

prospettivefuture

a cura di Paolo Perticaroli

afnonlus

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