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ISSN 1590-7716 NOTIZIARIO MENSILE OTTOBRE 2011 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO I sentieri del Col di Lana, teatro delle pagine più tragiche della Grande guerra, in una nuova guida del Club alpino Col di sangue CIMELI Al Museomontagna gli sci estremi di De Benedetti Numero 10 - Ottobre 2011 - Mensile - Poste Italiane S.p.a – Sped. in A.P. – D. L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n°46) art. 1 comma 1 DCB Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone A quota 2424 metri, sulla cima Sief, i resti di una postazione austriaca. Sullo sfondo il Pelmo e la Civetta. SOCCORSO ALPINO Gli eroi del Pelmo vittime di un tragico destino CIRCOLARI La chiusura del tesseramento e le quote 2012

OTTOBRE 2011 LARIVISTADELCLUB ALPINO ITALIANO · 2018. 11. 26. · ISSN 1590-7716 NOTIZIARIOMENSILEOTTOBRE 2011 LARIVISTADELCLUB ALPINO ITALIANO I sentieri del Col di Lana,teatro

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NOTIZIARIO MENSILE OTTOBRE 2011 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

I sentieri del Col di Lana, teatro dellepagine più tragiche della Grande guerra,in una nuova guida del Club alpino

Col di sangue

CIMELI Al Museomontagnagli sci estremidi De Benedetti

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A quota 2424 metri,sulla cima Sief, i resti

di una postazioneaustriaca. Sullo sfondo

il Pelmo e la Civetta.

SOCCORSO ALPINOGli eroi del Pelmo vittime di untragico destino

CIRCOLARILa chiusura deltesseramento e le quote 2012

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Uomini esemplari, padri di famiglia,alpinisti appassionati. Il sacrificio diAlberto Bonafede e Aldo Giustina, idue tecnici volontari del Soccorso

alpino periti il 31 agosto sul Pelmo duranteuna delicata missione notturna entra nell’e-popea del Corpo nazionale del soccorso alpi-no e speleologico. T ravolti da una frana digigantesche proporzioni mentre cercavanodi raggiungere due alpinisti tedeschi a lorovolta sorpresi da una frana, non hanno avutoscampo: la scarica ha strappato le loro cordetrascinandoli settecento metri più in basso.Della commozione che si è diffusa con l’an-nuncio della tragedia è testimonianza il mes-saggio del Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano che ha espresso ai fami-gliari delle vittime il suo cordoglio e la suaammirazione per l’impegno dei volontari delSoccorso alpino.

“Ancora una volta la disgrazia ha colpito igenerosi”, ha sottolineato a sua volta il presi-dente generale del CAI Umberto Martini,“due uomini che non hanno esitato di fronteal pericolo e hanno pagato, purtroppo con ilsacrificio estremo, il loro impegno. Questatragedia ci serva almeno per tributare undoveroso grazie a quanti lavorano - a titologratuito, è bene sottolinearlo – per protegge-re l’incolumità di tutti noi”. “Ogni volta che imiei uomini escono compiono atti eroici”, hadetto Fabrio Bristot, il capo del Soccorsoalpino del Veneto. “In agosto sono stati 120gli interventi portati a termine, l’organizza-zione è forte, ma non opera sui prati dei pic-nic, bensì in ambienti impervi, dove purtrop-po queste tragedie possono capitare”.

Quanto allo spirito di sacrificio e al senso

del dovere di questi uomini, non si può checitare le parole di Mario Rigoni Stern: “Gliuomini del Soccorso alpino sono semprepronti alle chiamate e intervengono conimmediatezza senza chiedersi la gravità omeno dell’intervento, o chi chiama, o se ègiorno o notte; vanno in soccorso lasciandoil lavoro o il letto; vanno con le loro attrezza-ture, pieni di forza e di speranza. Non siaspettano retribuzioni, solamente un grazie eun bicchiere di vino. Non allertiamoli percose da poco”.

Non era certo una cosa da poco la frana cheaveva messo in pericolo i due tedeschi e cheha spezzato le vite di Alberto e Aldo. Il feno-meno è di estrema attualità e ha compro-messo durante l’estate altre vette dolomiti-che.. “Ma forse ha poco senso cercare dicommentare i fatti per cercare un motivo, unerrore, un’imprudenza; per dare razionalità aciò che appare insensato, illogico e ingiusto”,è l’opinione del direttivo del CAI Veneto. “Ciòche è successo non ha nemmeno nulla di

alpinistico: non si tratta di qualcuno che havoluto sfidare la montagna, che ha volutorischiare oltre i limiti o che ha fatto male ipropri calcoli...”.

A chi paventava la consueta bagarre media-tica con i relativi inviti a porre limiti all’attivi-tà degli alpinisti e dei soccorritori, ha rispo-sto Alessando Gogna che proprio sulloScarpone, in settembre, ha proposto un que-stionario sulla libertà di rischiare. “In realtà,da quando esiste l’alpinismo”, spiega Gogna,“sono gli stessi alpinisti che, per loro consoli-data natura solidale, hanno fornito l’opera disoccorso sia in veste di professionisti che davolontari. Sbaglierebbe chi intende, come èavvenuto in passato, fissare una disciplinaper questi uomini straordinari”.

Alberto Bonafede, 43 anni, guida alpina(era vicepresidente del Collegio del Veneto),e Aldo Giustina, 42 anni, titolare di una fale-gnameria, facevano parte della squadra delSoccorso alpino di San V ito di Cadore. Innove erano saliti con condizioni meteorologi-che piuttosto problematiche lungo la via nor-male del Pelmo fino alla cima, 3.168 metri,per raggiungere dall’alto i due alpinisti in dif-ficoltà lungo la via Simon-Rossi. Alle 5.12 delmattino il dramma dovuto al distacco di unafrana che il geologo ha stimato in oltre 2.500metri cubi, un enorme pezzo di montagna. �

2 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Cronaca I due soccorritori immolatisi sul Pelmo

“Questa tragedia ci servaalmeno per tributare undoveroso grazie a quantilavorano - a titolo gratuito, è bene sottolinearlo - perproteggere l’incolumità di tuttinoi”, ha detto il presidentegenerale Umberto Martini. Il cordoglio del Presidentedella Repubblica

Il Soccorso alpino di Belluno ha aperto un fondo di solidarietà per i familiari dei duesoccorritori Alberto Bonafede e Aldo Giustina. Per chi vorrà offrire il proprio contributoquesti sono gli estremi: Fondo di solidarietà SASV-CNSAS-2a Zona delegazione

bellunese. IBAN: IT 19 A 08511 61230 000000022098 BIC: CCRTIT2T95A

Fondo di solidarietà per le famiglie

Un impegno pagato con la vita

Il trono degli deiIl Pelmo, 3168 metri, emergesolenne con le sue rocce dalla bel-lissima foresta della valle zoldana.La frana si è verificata sulla paretenord del cosiddetto “trono deglidei” ed è chiaramente visibile dalrifugio Città di Fiume. Qui a fianco, da sinistra, AlbertoBonafede e Aldo Giustina.

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Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al RegistroNazionale della Stampa con il n.01188 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984

Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lospazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.Il materiale da pubblicar e deve essere in r edazione, possibilmente per post aelettronica o con supporti informatici, entro l’ultimo giorno del mese.

Club Alpino Italiano fondato nel 1863319.056 soci (fine dicembre 2010)

Presidente generale: Umberto Martini

Vicepresidenti generali: Ettore Borsetti, Goffredo Sottile, Vincenzo Torti

Componente del Comitato direttivo centrale: Sergio Viatori

Incarichi di rappresentanza: Paolo Borciani, Luca Frezzini

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Albert o Bargagna, Giorgio Brotto, Antonio Colleoni, Enz oCori, Massimo Doglioni, Luca Frezzini, Franco Giacomoni, Ugo Griv a, LuigiGrossi, Paolo Lombardo, Claudio Malanchini, L orenzo Maritan, GiancarloNardi, Umberto Pallavicino, Manlio P ellizon, Giovanni Maria P olloniato,Angelo Schena, Gianni Zapparoli

Revisori nazionali dei conti: Vincenzo Greco (in r appresentanza del Minister o dell’Economia e F inanze),Alessandro Mitri, Adriano Nosari, Roberto Ferrero (supplente),

Probiviri nazionali:Giambianco Beni, Tullio Buzzelli, Enrico Cavalieri, Lucia Foppoli, Fabio Gamberi.

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin, Annibale Salsa

Direttore: Andreina Maggiore

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

2 CronacaI due eroici soccorritori

4 CinemaRassegne per tutti i gusti

5 DolomitiI segreti del Col di Lana

6 Montagne nostreNel regno dei walserdi Paolo Crosa Lenz

8 MuseomontagnaGli sci estremi di De Benedetti

10 IntervistaGiorgio Spreafico

11 Valle AntigorioTra i rami svetta il Sass Giuana

12 Protagonisti della verticaleMauro Floritdi Augusto Angriman

14 Vini di montagnaXIX Concorso internazionaledi Stefano Mandelli

TGR montagneTelecamere sul Re di pietra

16 IncontriGianni Rusconi

17 Soccorso alpinoAngiolino è socio onorario

18 DocumentiLe montagne della “divina”

21 Materiali e tecnicheGipsy Kong, prove d’utilizzodi Giuliano Bressan

23 PersonalitàLuigi Brasca (1882-1929)

26 PersonaggiFulvio Aurora

27 TestimonianzeSentieri sotto la lente (2)di Ugo Ghilardi e Manuel Ardenghi

28 EsperienzeTrekking e diabete giovaniledi Franco Fontana e Giulio Salini

SommarioFondato nel 1931 - Numero 10 - Ottobre 2011

Direttore editoriale per le pubblicazioni periodiche e non periodiche: Alessandro GiorgettaDirettore responsabile: Luca CalzolariCoordinamento redazionale: Roberto Serafine-mail: [email protected]

CAI Sede Sociale 10131 Torino, Monte dei Cappuccini.CAI Sede Legale 20124 Milano, Via Errico Petrella, 19 casella postale 10001 - 20110 MilanoTel. 02.205723.1 (ric. aut.) - Fax 02.205723.201CAI su Internet www.cai.itTeleg. CENTRALCAI MILANOC/c post. 15200207, intestato a: CAI Club Alpino Italiano Servizio TesoreriaVia E. Petrella, 19 - 20124 Milano

Abbonamenti al mensile Lo Scarpone La Rivista del Club Alpino Italiano:12 fascicoli del notiziario mensile € 6 del bimestrale illustrato: abbonamento soci familiari: € 10,90; abbonamento soci giovani: € 5,45;abbonamento sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10,90; abbonamento non soci in Italia: € 35,40; supplemento spese per recapito all’estero: Europa - bacino del Mediterraneo € 44,40 / Africa - Asia - Americhe € 63,30 / Oceania € 82,80 Fascicoli sciolti, comprese spese postali:bimestrale+mensile (mesi pari): soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile (mesi dispari): soci € 1,90, non soci € 3,30

Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978:Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - tel. e fax 0542/679083

Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione.Indirizzate tutta la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino It aliano - UfficioRedazione - Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Originali e illustr azioni di regolanon si restituiscono. Le diapositive verranno restituite, se richieste. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, fotografie, schizzi, figure, disegni,senza esplicita autorizzazione dell’Editore.Servizio Pubblicità: GNP s.r.l., via Udine, 21/a 31015 Conegliano, TV - www.gnppubblicita.itResponsabile pubblicità: Susanna Gazzola tel. 011.9961533 - fax 011.9916208 - e-mail: [email protected] turistici: tel. 0438.31310 - fax 0438.428707 [email protected]: Elcograf - Beverate di Brivio (LC)Impaginazione: Adda Officine Grafiche SpA - Filago (BG)

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Rubriche15 BOOKSHOP 20 NEWS DALLE AZIENDE22 CIRCOLARI 24 MONDO MONTAGNA 29 QUI CAI 34 VITA DELLE SEZIONI 35 PICCOLI ANNUNCI 36 BACHECA38 LA POSTA DELLO SCARPONE

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Cervinia Il pubblico e la giuria del Club Alpino Italiano hanno laureato miglior

film del Cervino Cine Mountain “Sherpas, the true heroes of MountEverest”, una produzione svizzero – nepalese firmata da OttoHonegger, Frank Senn e Hari Thapa, vincitore al festival di Banff 2010.La giuria ha assegnato il Grand Prix Conseil de la V allée al portoghe-se “Pare, escute, olhe” di Jorge Pelicano, già vincitore a T rento dellaGenziana d’oro come miglior film di esplorazione e avventura.

Il premio Festival per il miglior Grand Prix dei festival è andato alregista svizzero Christian Frei per “Space tourists”, vincitore delGrand Prix del festival di Graz in Austria e di numerosi altri ricono-scimenti. La rassegna si è chiusa il 6 agosto e, come ha sottolineato ilpresidente Antonio Carrel, è stata piuttosto “travagliata” per la diffi-coltà a reperire i fondi necessari. Nei prossimi mesi si cercherannosoluzioni nuove e alleanze, con la volontà di arrivare alla XV edizione.

SestrièreDal 7 al 13 agosto Sestrière ha ospitato tra le montagne olimpiche il

primo Filmfestival di montagna. Un debutto più che promettente. Larassegna è stata organizzata da Associazione montagna Italia eTeamitalia di Bergamo in collaborazione con il Comune di Sestrière, ilConsorzio turistico Sestrière e le Montagne Olimpiche, il CAI RegionePiemonte e Oki Doki Film, mentre patrocini più che autorevoli sonoarrivati da Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministero per i beniculturali, Ministero dell’ambiente, Regione Piemonte, Provincia diTorino, Città di T orino, Confindustria Piemonte, Film Commission,Comunità montana Val Susa e Sangone. Numerosi gli sponsor.

Un concorso fotografico è stato curato da Matteo Zanga e si sonotenuti vari incontri con personaggi celebri nel mondo della montagna,tra i quali Marco Confortola e Hervè Barmasse. Sabato 13 agosto, gior-nata conclusiva, rimarrà una pietra miliare per il Sestrière: il sindacoValter Marin e il vice Gianni Poncet hanno ricevuto dal presidente delcomitato organizzativo Roberto Gualdi la coppa del Gran Premio dellemontagne olimpiche 2011; Spiro Dalla Porta Xydias ha presentato ilsuo ultimo libro “Grandi amori per la montagna” e ha ritirato da PieroCarlesi, presidente della giuria, una medaglia pervenuta dal presiden-te della Camera dei deputati; quindi è intervenuto Marco Blatto, alpi-nista e presidente della delegazione GISM del Piemonte e V alled’Aosta.

La rassegna si è conclusa al cinema Fraiteve con il Gran galà inter-nazionale delle montagne olimpiche in collaborazione con LessiniaFilm Festival; Carlesi ha premiato il vincitore del concorso fotografi-co Stefano Jeantet; Dalla Porta è stato premiato con la coppa del Granpremio montagne olimpiche da Gino Geninatti, presidente del CAIPiemonte, introdotto dalla presentatrice Patrizia Fassi; la giuria haacclamato vincitore assoluto il film di sci estremo, con scene crude ea ritmo incalzante, “Monte Sant’Elia” di Gerald Salmina (Austria),mentre menzioni speciali sono andate ai film “Sulle tracce dei ghiac-ciai” di Massimiliano Sbrolla, “Magic of the mountains” di OtmarPenker e “Komi - A journey across the Artic” di Andreas V oigt.

Lodovico Marchisio Sezione di Torino e GISM

LessiniaSi è chiusa il 28 agosto a Bosco Chiesanuova (V erona) la diciasset-

tesima edizione del Film Festival della Lessinia, l’unica rassegna cine-matografica in Italia a privilegiare in maniera esclusiva gli aspettidella vita, storia e tradizioni in montagna. Ricco il programma, comesempre numeroso e partecipe il pubblico. Il Gran Premio Lessiniadella Comunità montana della Lessinia – Lessinia d’Oro è andato alfilm “Viaggio alla fine dell’inverno” di Anne e Erik Lapide, realizzatonel cuore del Parco nazionale del Gran Paradiso. Il Premio delComune di Bosco Chiesanuova - Lessinia d’Argento è andato all’ope-ra “Fuori dalla pista” di Dieter Auner , dedicato a un pastore nellaTransilvania del nord. Il Premio del Curatorium CimbricumVeronense per le lingue e le culture minoritarie è stato attribuito a “Laluna infranta” di Marcos Negrão e André Ranger , il Premio dellaRegione Veneto è stato consegnato al regista Piotr Zotorowicz, auto-re del film “Carbonai”, mentre il Premio della Provincia di V erona èandato al regista Titus Faschina, autore di “Vicino al cielo”.

Quale migliore documentario naturalistico, il Premio del ParcoNaturale della Lessinia è andato a “V ertige d’une rencontre –Vertigine di un incontro” di Jean-Michel Bertrand, che ha avutoanche il riconoscimento della Giuria del Carcere di V erona. Comemiglior cortometraggio d’animazione è stato premiato infine “Eagle,Beaver, Duck, Moon, Huhu – Aquila, castoro, anatra, luna, huhu” diAlexei Alexeev. �

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Cinema Rassegne per tutti i gusti

Il cinema prende quotaBilancio decisamente positivo perla cultura alpina nella stagionedelle vacanze estive, anche senessun organizzatore si nega ledifficoltà del presente. Due nuoviappuntamenti si sono addiritturainseriti nella costellazione deifestival di montagna: quello della“Magnifica terra” di Bormio, dicui si è riferito il mese scorso, equello delle montagne olimpiche,di cui si parla in questa paginadando conto anche delleimportanti rassegne di Cervinia edella Lessinia.

Un pastore sale sul podioSul podio del 17° Filmfestival della Lessinia èsalito in agosto il giovane pastore rumeno prota-gonista di “Off the beaten track” (Fuori pista) diDieter Auner. Il film ha ricevuto il premio Lessiniad’argento del Comune di Boscochiesanuova.

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Come ha riferito in luglio la bella tra-smissione “Italia magazine” su RaiInternational, poche montagne comeil Col di Lana, collocata lungo la linea

del fronte dolomitico in pro-vincia di Belluno, possonoproporsi come tappeesemplari della storiad’Italia nell’anno dellecelebrazioni per il cento-cinquantennale dell’Unità.Nello speciale “Il Col disangue” di AlessandraBaldoni (1915-1918, laGrande guerra in monta-gna), si sono rievocati annidi combattimenti feroci edue inverni freddissimi, contemperature otre i - 40°. I mili-tari che non vennero uccisidalle granate perirono asside-rati o sepolti dalle valanghe.

Solo sul Col di Lana i mortifurono 10.000, giustificando ill’appellativo “Col di sangue”. Nel150° anniversario dell’Unitàd’Italia anche il CAI è tornato suquelle montagne con una pubblicazione dellaserie “Itinerari naturalistici e geografici attra-verso le montagne italiane”. Curato daGilberto Salvatore per la Commissione cen-trale delle pubblicazioni, il libro (97 pagine,10 euro, 6,50 per i soci) descrive una vastazona che si propone all’escursionista sia peril valore paesaggistico sia per l’importanzastorica. Il Col di Lana è infatti centrale rispet-to a importanti gruppi dolomitici, qualiTofane, Sella e Marmolada e la sua vetta rap-presenta, come ben sapevano i comandantiaustriaci e italiani che vi si sono avvicendati,un punto di osservazione privilegiato traDolomiti occidentali e Dolomiti orientali. Siinnalza alla sinistra dell’Alta Val Cordevolepresentandosi come una imponente monta-gna a forma di piramide, con terreno prativofino alla vetta (2.452 m) in contrasto con lecircostanti montagne di natura dolomitica.Le sanguinose battaglie di cui il Col di Lana èstato teatro ne hanno cambiato la fisionomia.

È notoin parti-colare l’e-

pisodio della mina da cin-que tonnellate fatta esplodere il 17 aprile1916: una buona porzione della cima andò infrantumi per gli effetti dell’esplosione checausò la morte di circa 150 militari austriacie consentì agli italiani di occupare la vetta dacui nel 1917, a seguito della disfatta diCaporetto, si dovettero poi ritirare.

Ancora oggi il percorso che porta alla vettaè disseminato di testimonianze belliche.

È merito in gran parte del CAI e del suovolontariato se il Col di Lana e le zone adia-centi si possono oggi visitare percorrendo isentieri e grazie a una serie di sussidi, indica-zioni e tabelle che ne illustrano le pieghe piùsegrete. Da non perdere, in questo contesto,il percorso storico-naturalistico conosciutocome il Teriol Ladin che tocca luoghi tragica-mente noti nella letteratura sulla strategiabellica della Prima guerra mondiale. La terzadomenica di settembre, ogni anno, organiz-zata dalla Sezione di Livinallongo edall’Union dei Ladins Fodom, si effettua un’e-scursione su questo percorso. E in località

Ciadinei viene ufficiata una messa a ricordodei ladini caduti.

Particolarmente meritevole in quest’operadi conservazione è Gilberto Salvatore, autoredella guida. Di origine molisana, nato aMontefalcone del Sannio il 4 febbraio 1937,dopo aver trascorso l’infanzia a Brescia si ètrasferito in V al Badia e poi nel 1961 adArabba, dove si è molto impegnato per rico-stituire la Sezione di Livinallongo, fondatanel 1928, spentasi dopo un paio d’anni, risor-ta nel 1936 per poi sparire di nuovo. ConGilberto il sodalizio si è impegnato nella con-servazione dell’ambiente, nella manutenzio-ne dei sentieri, che oggi hanno uno sviluppodi 120 km, tutti ripristinati a tracciati ex novodallo stesso Gilberto con la collaborazione dialcuni soci della sezione. E non solo: l’instan-cabile Salvatore è riuscito a trascinare con ilsuo entusiasmo e la sua esperienza anche ungruppo di amici del CAI di Camposampiero.

“Si è così creato un vero e proprio museostorico all’aperto”, spiega il presidente gene-rale Umberto Martini nella presentazione delvolume, “di esemplare realizzazione: straor-dinaria proposta di un escursionismo evolu-to e culturalmente fedele ai valori depositatisu queste montagne”. �

Quassù i morti furono 10milaLa copertina di “Col di Lana” di Gilberto Salvatore della collana del CAIdedicata agli itinerari naturalistici e geografici attraverso le montagneitaliane. Nella foto, una postazione austriaca a quota 2424 metri sullacima Sief. Sullo sfondo la Civetta.

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Dolomiti I segreti del Col di Lana

E la vetta andò in pezziOggi è possibile ripercorrere itormentati sentieri di questamontagna-simbolo grazieall’instancabile lavoro diripristino e manutenzione deisoci di Livinallongo

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6 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Quella dei walser è l’avventura storicae di civiltà di un piccolo popolo cheseppe vincere la sfida delle altezze: lacapacità di vivere stabilmente alle

quote più elevate. E’ anche la vicenda diuomini che sconfissero la paura medioevaledella montagna, occupando stabilmente lealte valli con villaggi stanziali e colonizzandole praterie in quota fin contro le rocce e ighiacciai. Questo avvenne nel Medioevo, dalX al XV secolo, prima nell’alta valle delRodano in V allese, poi un po’ dappertuttonella porzione centrale dall’arco alpino.

Protagonista fu un popolo alemanno che, nelgrande movimento di genti seguito alla cadu-ta dell’Impero Romano, approdò nel Goms(Alto Vallese), un altipiano coperto di boschidove il Rodano è ancora giovane. Lì, in quel“laboratorio” di pochi chilometri quadrati, a1300 m, gli alemanni elaborarono una cultu-ra nuova che permise agli uomini di vivere“in alto”, dove le uniche ricchezze erano l’er-ba per le mandrie e immensi boschi di coni-fere da dissodare.

Nel 1789 il naturalista ginevrino HoraceBenedicte De Saussure visita le vallate alpi-ne attorno al Monte Rosa. Quando giungenei paesi alla testata delle valli (Gressoney ,Alagna, Macugnaga, Zermatt) rimane colpitodall’incontro con gente diversa dalle circo-stanti popolazioni romanze: questi uominiparlano una lingua aspra che ricorda il tede-sco, costruiscono case di legno e vivono sta-bilmente a quote di 1300 - 1500 metri, e nelsuo libro di memorie “V oyages dans lesAlpes” parla di una sentinella tedesca attor-no al Monte Rosa.

Sulla scorta delle osservazioni di DeSaussure il linguista svizzero Albert Schottintraprende nel 1839, con il collega JuliusFrobel, un’esplorazione sistematica di que-ste colonie tedesche. I risultati dell’indaginesono pubblicati nel 1842 col titolo “Die deut-sche Kolonien im Piemont”. Nasce laWalserfrage, la “questione walser”, ovvero ilproblema dell’identità culturale di questopopolo e delle ragioni della sua particolare

distribuzione etnica. E veniamo ai giorni nostri. Un convegno

internazionale che si è svolto a Orta SanGiulio nel 1983 ha demolito l’immagineromantica del “pastore con la lancia” pre-cisando l’identità storico-culturale dellepopolazioni walser: contadini d’alta monta-gna con una grande capacità di colonizza-zione. I recenti documenti scoperti daEnrico Rizzi, relativi alla fondazione diRimella, Agaro e Ausone, sono illuminantial riguardo. Nel 1298 ad Agaro vengonoconcessi ai walser “terre, boschi e pascoli,affinché li lavorino migliorandoli e nonpeggiorandoli”. La sostanza della coloniz-zazione è questa: il continuo allargamentodelle aree produttive. Nella lingua walserdi Ornavasso c’è un toponimo che esprimequesto fatto: è Schwändi e indica i luoghi

Montagne nostre I walser, alpinisti ante litteram

Gli uomini delle alte montagne

Un nido di aquileFondato nel 1200 dai walser su un terrazzamentonaturale della Valle Antigorio (VCO) a 1300 metridi quota, Salecchio è un nido d’aquile diviso inpiù villaggi per sfruttare al massimo le risorseche la montagna offriva. Nella foto un aspetto diSalecchio inferiore (Sally ufre undu barg, comeviene chiamato nella lingua walser). La località ebbe una popolazione di 125 abitan tiall’inizio del Settecento. Nella frazione inferiorec’è ancora l’edificio della vecchia scuola elemen-tare, testimonianza della passata vitalità delborgo negli anni trenta.

“Dobbiamo fare in modo chesempre più giovani apprendano lalingua walser, incrementandol’ingresso a scuola di insegnantiche conoscano il titsch e iltöitschu”. Il concetto, affermato aun recente convegno dall’assessoreall’Istruzione e cultura della Valled’Aosta Laurent Viérin, è statosottolineato anche da EnzoBianchi, priore della Comunità diBose, convinto che “si possonointraprendere cammini di rispettoverso le minoranze in un mondo incui l’omologazione rischia di farscomparire il plurale e in cui ladiffidenza verso coloro che nonsono uguali a noi creadiscriminazione”. Lo scrittore eantropologo Annibale Salsasottolinea dal canto suo come “ilcuore antico del Monte Rosa pulsanei walser, che rappresentano ununicum: sono stati alpinisti antelitteram, si muovevano conmissione esplorativa andando dovenessuno voleva stare. Sono stati deiveri e propri precursori checontinuano nella loro missione”.Sull’argomento ecco in sintesiun’esauriente relazione di PaoloCrosa Lenz, scrittore walser diOrnavasso, giornalista, animatoreculturale, intitolata “Walser, gliuomini delle alte montagne”.

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disboscati col fuoco. Qual’è la moderna evoluzio-

ne delle colonie walser? Lasituazione attuale vede unaduplice situazione: la trasfor-mazione in moderne stazionituristiche oppure la morte perabbandono. I principali centriper il turismo estivo e inver-nale sulle Alpi sono coloniewalser (Gressoney, Alagna,Formazza, Macugnaga, SaasFee, Zermatt, Davos, Lech).Altre colonie sono stateabbandonate come insedia-menti permanenti (CampelloMonti in V alle Strona,Salecchio e Ausone in V alleAntigorio) e rivivono per unbreve periodo in estate comeluoghi di villeggiatura. Agaro,in Valle Antigorio e Morascoin Val Formazza sono statesommerse dalle acque di inva-si idroelettrici.

Nel 1965 è stata fondata aTriesenberg in Liechtensteinla “Internationale Vereinigungfür Walsertum”, l’associazione internazionaledelle comunità e dei gruppi walser . La IVfWha come scopo istituzionale la ricerca e l’ani-mazione della cultura walser , oltre alla pro-mozione di contatti tra le diverse comunità eil Vallese. Ogni tre anni organizza ilWalsertreffen, un grande raduno internazio-nale a cui i walser partecipano indossando icostumi tradizionali. A Briga in V allese hasede il Walserinstitut, centro di documenta-zione e ricerca che pubblica la rivista inter-nazionale “Wir Walser”.

E veniamo al problema della lingua. I colo-ni walser che abbandonarono il Vallese nelXIII secolo per stanziarsi a sud delle Alpi por-tarono con sé un tedesco medievale detto

“altissimo alemanno”. Espressione più arcai-ca dell’alemanno, lingua comune tra sud-ovest della Germania, Alsazia e Svizzera, iltedesco parlato dai walser veniva da essistessi chiamato semplicemente titsch (ossia“deutsch” = tedesco).L’isolamento dapprima relativopoi sempre più marcato dallamadrepatria vallesana e l’inse-rimento in un mondo che par-lava italiano hanno reso iltitsch allo stesso tempo con-servativo e innovativo.Conservativo perché tenac e-mente mantenuto dai suoi par-lanti, si cristallizzò rimanendouna lingua medievale; innovati-vo perché in ogni insediamento si dovetteroconiare parole nuove, al passo coi tempi,modi di dire particolari, spesso influenzatidalla lingua e dalla fantasia italiana.Entrambe le tendenze hanno contribuito adallentare il legame tra il titsch e il tedescoufficiale. Esso rimane tuttora tedesco, macon tonalità più musicali e varianti fantasio-se. In una parola, oggi il titsch è più “italico”.

Ampiamente studiato e documentato, iltitsch appare come una costellazione di dia-letti, molto simili tra loro, pure perfettamen-te riconoscibili per la loro unicità. V ieneancora ampiamente utilizzato a Formazza, aGressoney, a Rimella (dove si chiama titt-

schu) e a Issime (töitschu); sta scomparendoa Alagna e a Macugnaga, mentre è ormai unricordo del passato a Ornavasso,Migiandone, Rima, Carcoforo, Riva. Linguamorta nei villaggi abbandonati, quali Ausone,

Agaro, Campello, esso è anco-ra parlato dagli ultimi salec-chiesi che lasciarono il paesenegli anni ‘60 del Novecento.

Un’avventura storica finitaquella dei walser? La culturatradizionale walser, comemolte culture minoritarie,sembra destinata a una inar-restabile e progressiva dis-gregazione. Il dialetto e letradizioni tendono a scom-

parire, uccisi dai meccanismi triturantidella società inclusiva. Per i paesi di mon-tagna l’alternativa sembra essere tra l’emi-grazione, che uccide i paesi, e uno sviluppoturistico, che assorbe tutto e tutti in unapiatta omologazione. In questi ultimi annisembra profilarsi una terza via, che vede laprospettiva di uno sviluppo sostenibile nelrecupero dell’alpicoltura di montagna,magari in forma cooperativa, nel presidiodel territorio, nella difesa dell’ambiente,nel turismo escursionistico, nell’assorbi-mento del passato in una moderna conti-nuità. Forse un’utopia.

Paolo Crosa Lenz

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Introdurre nellescuole della Valléelo studio dellalingua walser?L’auspicio è statoespresso da illustripersonalità

Si dice a in titsch si pronuncia in italiano significa cioèAgaro Witlåubini vìt -larghe slavine larghe

lòubini -slavineAlagna Wolfugasselti vólfu -lupo stradina del lupo

gàsselti -stradinaAusone Finstarabach fìnsc-tara -scuro ruscello scuro

ba-ch- -ruscelloCampello Lenguamatta lèngua -lungo prato lungo

màtta -pratoFormazza Bärulussa bèru -orso più bel prato dell’orso

lùssa -prato più belloGressoney Rotegråat róte -rossa cresta rossa

gròat -crestaIssime Schneckbalmu sc-nèk -lumaca balma delle lumache

bàlmu -balmaMacugnaga Müttergottestei mütter -madre pietra della madre di Dio

gótte sc -pietra-tèi -Dio

Migiandone Grawesteini gràue -grigia piccola pietra grigiasc-tèini -piccola pietra

Ornavasso Henunwängi hénun -pendio pendio delle gallinevènghi -galline

Rima Ischamberg ìscham -di ferro monte di ferrobèrgh -monte

Rimella Töturaste tötu -morti è il luogo dove ci si riposava ràsc-te -riposo durante il trasporto dei morti

da Campello Monti a RimellaSalecchio Chilchwäg ch-il-ch- -chiesa strada della chiesa

vègh -strada

Esempi di toponomastica walser

Provincia di Vercelli Alagna, Riva Valdobbia, Carcoforo, Rima,Rimella.

Valle d’AostaGressoney St Jean, Gressoney La Trinité,Issime.

Provincia del VCOBaceno, Formazza, Macugnaga,Ornavasso, Premia, Valstrona.

I comuni walser in Italia

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Quattro ore di discesa da brivido dall’Innominata, celebre pare-te sul versante sud del Monte Bianco con pendenze fino a 60gradi. Ai piedi di Stefano De Benedetti erano saldamente lega-ti in quel giugno del 1986 due sci neri Dynastar lunghi 2.03,

perfettamente calibrati per la sua altezza e il suo peso (1,98 m - 68kg). Ma per maggior sicurezza, in questi attrezzi che ora De Benedettiha donato al Museo nazionale della montagna “Duca degli Abruzzi”,nel montare gli attacchi il celebre sciatore “estremo” aveva usato vitipassanti, scavando nella soletta le sedi per il controdado. Gli scarpo-ni erano da pista, un modello particolarmente leggero e resistente.

Con questa attrezzatura De Benedetti si è distinto negli anniOttanta in una serie di discese al limite dell’impossibile, rivaleggian-do con alpinisti come Boivin, V aleruz, Vallançant. Oggi, a 52 anni, èamministratore unico della SEV A (Società Energia V alle d’Aosta),con una trentina di dipendenti tra cui 18 ingegneri, che realizza cen-trali idroelettriche ed eoliche. Dal 2003 lavora a progetti di parchieolici offshore, al largo dei litorali italiani, ispirati a quelli in funzio-ne nei mari del nord. Vantaggi? Uno soprattutto. Non inquinano,

nemmeno il paesag-gio. “In montagna hoimparato ad andareavanti, passo dopopasso, senza maimollare”, raccontal’imprenditore men-tre il direttore del

Museomontagna Aldo Audisio lo accoglie al Monte dei Cappuccini,dove le sue preziose assicelle nere fanno ora compagnia ad altredecine di analoghi cimeli in attesa che la collezione faccia parte diun museo specifico sullo sci. Fra i tanti, i primi attrezzi usati daAdolfo Kind per introdurre lo sci in Italia, quelli di Paolo Kind e PieroGhiglione per la spedizione al Monte Kibo, di Stefania Belmondousati per la vittoria alle Olimpiadi di Albertville, di Giorgio Daidolaper la discesa in telemark dallo Shisha Pangma, di Robert Peroni peril tentativo di traversata invernale della Groenlandia, di Nino V ialeper la prima discesa integrale della Nord del Monviso, di Amedeoduca d’Aosta degli anni 1930-35, di Manuela Di Centa trionfatrice alleOlimpiadi di Lillehammer e oggi dirigente del comitato olimpico.

“Io un incosciente? Non so. Certo, ho sempre avuto molta fortuna”,dice Stefano guardando con tenerezza gli storici sci neri con i quali siè preso rischi inenarrabili. Fu suo nonno a iscriverlo al CAI sei mesiprima della nascita. Quando aveva due anni ebbe i suoi primi sci e ilsuo destino fu segnato. Prima di occuparsi di energie rinnovabili èstato regista di film adrenalinici per la serie “No limits”. �

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Museomontagna Due originali cimeli

ieri e oggiQui a fianco StefanoDe Benedetti con glisci donati al museoaccanto al direttoreAldo Audisio. Nelle altre foto dueaspetti delle suediscese estreme neglianni 80.

Gli sci “estremi”di De Benedetti

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10 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Che cosa succede quando un giornali-sta deve misurarsi con una tragediain montagna che coinvolge personea lui care? Quando, con i minuti con-

tati, deve buttare giù il pezzo raccogliendoparticolari crudi che lo sconvolgono?Giorgio Spreafico ha scelto di raccontare sestesso nel nuovo libro “T orre Egger, solaandata” (Editrice Stefanioni, 366 pagine, 18euro), a tu per tu con la sciagura che ècostata la vita nel 1989 a Paolo Crippa, detto“Cipo”, un Ragno di Lecco originario diValmadrera, uno dei migliori alpinisti dellasua generazione, e ad Eliana De Zordo, cre-sciuta in Dolomiti, figlia dei celebri gestoridel rifugio Sonino alla Civetta.

Da oltre trentacinque anni Spreafico sioccupa di attualità alpinistica ed ha piùvolte ottenuto riconoscimenti a livellonazionale. E’ autore anche di “Orme su vettelontane” (una storia dell’alpinismo lecchesenel mondo), “Enigma Cerro Torre” (sul gial-lo della prima ascensione della cima simbo-lo della Patagonia) e “Il prigionierodell’Eiger” dedicato all’odissea di ClaudioCorti sulla Nord dell’Orco dell’OberlandBernese, libro premiato con ilLeggimontagna 2009 e segnalato dal PremioGambrinus “Giuseppe Mazzott i” 2010. Illibro sulla tragedia della T orre Egger, perdefinizione dello stesso giornalista e scritto-re, capo redattore centrale del quotidianoLa Provincia, è una specie di fiction, anco-rata però a testimonianze reali di amici efamiliari. E rappresenta anche un momentodi riflessione sul problematico rapporto tragiornalisti e alpinisti, sull’opinione così dif-ficile da sradicare che il giornalismo riservialla montagna soltanto sguardi distratti e,peggio, la indichi ai lettori come un killersanguinario. Tra le pagine del libro risuona-no, non a caso, le imprecazioni dell’alpinistaDario nell’apprendere dei due infelici dis-persi sulla Torre Egger, quel suo scagliarsicontro il giornalista che ha la sola colpa di

riferirgli la notizia della scomparsa di Paoloe Eliana.

Come spieghi che sul cronista si con-centri tanto odio quando la montagnadiventa sede di tragedie?

“Dario e Paolo vanno pensati come le duemetà di un intero”, riflette Spreafico. “Loronon erano solo una cordata formidabile, lamigliore espressa dal mondo della monta-gna lecchese in quegli anni. Erano amiciveri, si frequentavano anche lontano dallepareti, avevano condiviso giorni grandi ecullavano altri formidabili progetti.Dovevano essere insieme anche alla Egger ,e Dario di sicuro si sarà detto mille volte chese non avesse rinunciato (era partito per ilviaggio di nozze mentre gli amici volavanoin Patagonia…) le cose sarebbero potuteandare diversamente. Le sue reazioni esa-sperate, insomma, vanno collocate su que-sto sfondo. Quanto a me, ero un bersaglioperfetto sul quale scaricare angoscia e rab-bia. Vent’anni dopo, con i suoi ricordi e spa-lancandomi il suo cuore, Dario mi ha datouna mano fondamentale per il libro. Non erascontato, dopo il muro che si era alzato tranoi. Dario è stato anche uno dei pochissimia leggere il manoscritto e non mi ha chiestodi togliere di mezzo i suoi sfoghi di allora: lecose erano andate così, tutti e due l’abbia-mo accettato”.

Forse per la prima volta un cronista siracconta in terza persona e parla di se,dei suoi patemi nel dare una notizia chelo ferisce....

“Da cronista ho vissuto il dramma dellaEgger ora per ora e per tante ragioni nesono stato trapassato da parte a parte, comeda una lancia. I miei conti in sospeso conquei giorni sono stati una delle ragioni per lequali dopo tanto tempo mi sono deciso araccontare questa storia. E’ tutto vero, sì.Gli insulti di Dario, appunto, e poi le situa-zioni, le domande e i pensieri, i posti, le per-sone (i cui nomi non a caso ho specificato inmodo anagraficamente completo nell’indicefinale), le telefonate, le facce, le date e gliorari, la poltrona rossa e la lampada d’otto-ne della redazione, le canzoni, le scalate e lecordate, gli undici passi dal portone allarampa di scale del giornale e via dicendo”.

Nell’ambiente alpinistico lecchese haiavuto importanti riconoscimenti per iltuo lavoro di cronista. Mai capitato diricevere anche qualche bastonata?

“In realtà credo di essere stato, e in nonpoche occasioni, il giornalista più impopo-lare e più detestato nel mondo della monta-gna lecchese, o meglio da alcune sue istitu-zioni, cordate, figure e, diciamo così, cor-renti. Mai stato ‘embedded’: ho sempre rac-contato - quando ci sono stati - anche con-trasti, battaglie, contrapposizioni chehanno figliato stati di paralisi e afasia.Averlo fatto ed essermi ritrovato accusatodi remare contro è stato spesso un tutt’uno.E avere accostato ai fatti commenti e opi-nioni è stato imperdonabile agli occhi diqualcuno, puntualmente lì a chiedersi per-ché e ‘per chi’ lo facevo. Ciò che ho semprepensato è che la montagna, proprio per ilposto che ha nella vita dei lecchesi (vistoche dei lecchesi stiamo parlando), vadasemplicemente raccontata come un pezzodella loro vita. Parliamo forse dei politicisolo quando vincono le elezioni? E deglisportivi solo quando sono sul gradino piùalto del podio? Sono vecchio, e avere vissu-to in presa diretta, da giornalista e daappassionato, ormai oltre trentacinque annidi vicende anche alpinistiche mi dà il privi-legio di poterle valutare con quel minimo diprospettiva. Rispetto a ieri come siamomessi? Le cose cambiano, è normale. Maciò che siamo stati ci aiuta a capire meglioanche chi siamo”.

Emanuele Cassarà diceva che il gior-nalista deve limitarsi a cantare messacon gli alpinisti, senza far sentire lapropria voce. E’ questa anche una tuanorma di comportamento?

Intervista Giorgio Spreafico

Nel suo ultimo libro raccontala fine di Paolo e Eliana allaTorre Egger e i suoi tormentidi cronista incalzato daglieventi mentre il giornalestava per andare in macchina.Da 35 anni si occupa diattualità alpinistica, nonsempre in un clima sereno

Io, giornalista, davanti alla tragedia

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“Cassarà era il primo a sapere che lamessa prevede anche… quel po’ di predica,e non si è mai tirato indietro. Certo, se parlidi alpinismo devi maneggiare alpinisti e lamessa devi cantarla con loro. Non pensoperò che i giornali siano buche delle lettere,che i cronisti siano aste di microfoni, che ledomande debbano essere formulate soloper far fare bella figura a chi risponde.Credo che il giornalist a dentro un suopezzo ci sia sempre un po’, e che al lettorein realtà la cosa alla fine non dispiacciaaffatto. Che domande fa, per l’appunto, ilcronista? Su che cosa concentra la suaattenzione e perché? Che cosa conosce diuna certa realtà, che elemento di valutazio-ne offre e che cosa precisa fuori dalle vir-golette, se la dichiarazione di un protagoni-sta rende necessaria una chiosa? Cheinquadramento offre di un personaggio, di

una notizia? Qualche differenza si può fareanche così, mi pare, non solo con lo stile discrittura più o meno scintillante”.

In sostanza, è colpa dei giornalisti sela montagna offre sui media una pessi-ma immagine di se e non fa notizia?

“C’è sempre il problema di base che giàCassarà evidenziava: dove la mettiamo neigiornali, questa benedetta montagna? Disolito la risposta è: boh. L ’altra domanda è:perché dovremmo mettercela, sui giornali‘normali’, la montagna? E la risposta dovreb-bero essere gli alpinisti e gli appassionati adaiutarci a darla. Come fai a raccontare per-ché una via di decimo è più difficile di una dinono? Chissenefrega, dài, fuori dalla cerchiadegli specialisti? Ma i giornali con gli specia-listi (che troppo spesso, ahi, neppure leggo-no) non risolvono, non colpiscono né fannonumeri. Molto meglio una foto di Alain

Roberts che scala grattacieli, vuoi mettere?con tutta la gente a naso insù e con la poliziapronta con le manette. Ci vorrebbero grandistorie che ‘arrivino’ al pubblico. Può essereche i giornalisti siano un po’ distratti e fati-chino a trovarle, ma forse lo stesso mondodella montagna non fa neppure abbastanzaper proporgliele. Per esperienza personalepurtroppo posso dire che ai cronisti a volteaccade di interpellare (persino ripetutamen-te) anche personaggi istituzionali del mondodella montagna, associazioni, dirigenti disezioni CAI o semplici alpinisti senza essereritenuti degni neppure di un cenno di rispo-sta. Spiace dirlo, ma talvolta si scrive dimontagna nonostante la gente di montagna”.

Hai qualche domanda da farti?“Di solito sono io che faccio le domande

e gli altri rispondono” Ser

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a

Valle Antigorio

Nella foresta ora svetta il Sass Giuana

Nel fittodell’incantevoleforesta di pini,

larici, faggi e betulleche si estende allefalde del monteCistella in ValleAntigorio, l’Ossola puòora contare su unanuova area attrezzataper l’arrampicata. Era pressochéinvisibile quelgigantesco roccionedi gneiss e c’è volutol’occhio esperto diGraziano Biancossiper valutarne lepotenzialitàarrampicatorie. Eindispensabile è statala sua dedizione perliberarlodall’abbraccio dimuschi, alberi earbusti. DopodichéPaolo Stoppini, guida alpina di Macugnaga, ha provveduto allatracciatura dei vari monotiri per la gioia di giovani e giovanissimi.Così il 13 agosto, a tagliare il nastro nel fitto della foresta, non èvoluto mancare il sindaco di Crodo Rodolfo Corda che ha anchesaggiato qualche aereo passaggio: il minimo per un primocittadino abituato a ben più ardue scalate per far tornare i bilanciin questi tempi di magra. Il monolito, battezzato Sass Giuana in

memoria di Gianna Giacomelli, una ragazza scomparsa inmontagna, è raggiungibile da Foppiano (dove si lascia l’auto) incirca dieci minuti, lungo una strada consortile che entrapianeggiando nel bosco e diventa ben presto un ampio sentiero.Nelle foto il tricolore sventola sul Sass Giuana il giornodell’inaugurazione, mentre il sindaco Corda (a destra) posa congli artefici dell’iniziativa Stoppini e Biancossi.

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12 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Mauro Florit, giuliano, circa 100itinerari alpinistici nuovi inItalia e nel mondo, istruttorenazionale di arrampicata libera

e accademico del Club Alpino Italiano, èbalzato ben presto agli onori della crona-ca alpinistica nei primissimi anni ‘90,quando realizzò quattro grandi itinerarinelle Carniche (Avanza, Creta Cacciatori ela Cjanevate). Da quel momento è stato uncrescendo di successi con l’apertura dinuove vie, tracciate nel rispetto dellasevera etica che da sempre caratterizza ilmondo alpinistico friulano e triestino.Mauro pratica sia l’arrampicata sportivasia l’alpinismo, e lo ha fatto scalando eaprendo nuovi itinerari in tutto il mondo,raggiungendo in apertura difficoltà diVIII (Scala UIAA) in vie alpinistiche e di7b (Scala francese) in quelle sportive.Uno dei suoi grandi pregi è sempre statoil rispetto, in arrampicata, della sicurezzaper sè, i compagni e i ripetitori, ritenendofondamentale nelle proprie relazioniindicare esattamente le modalità di aper-tura delle vie e preferendo pubblicaresolo quelle da lui ritenute “consigliabili”,in quanto attrezzate in modo da favorirnela ripetizione. Non a caso, in una recenteintervista sul blog “Calcarea”, viene indi-cata, come esempio del suo rispetto per iripetitori, “l’emblematica e famosa lungafettuccia lasciata sul passo chiave diCarnia Adventures per agevolare il rinvioprima di avventurarsi sulle piccole liste”.“Reputo fortunati”, spiega Florit, “tutticoloro che hanno una passione, qualun-que essa sia. Attenzione però, la passioneè un fuoco che brucia dentro e deve esse-re sempre alimentato con nuovo carbu-rante. La passione esiste quando testa ecorpo hanno i l medesimo obbiettivo.Conosco tanti affetti da questa sindrome: li si riconosce facilmentedallo sguardo sempre determinato a cogliere in ogni occasione ilmodo di soddisfarla e viverla appieno”.

Quali le motivazioni che più ti hanno spinto?“Credo che la nostra passione abbia un grande vantaggio se si vuole

fare qualcosa di nuovo rispetto a quello che è già stato fatto da altri.Mi spiego meglio: sono nato e vivo a circa tre chilometri dal mare,altro ambiente ricco di passione, ma dove, se volessi fare qualcosa dinuovo, qualcosa di mio che non sia già stato fatto da altri marinai,dovrei investire una grande quantità di tempo e risorse per crearmiun’avventura. Per l’alpinismo mi basta una giornata di ferie e possocreare una mia via nuova su una parete a pochi chilometri da casa osalire una montagna d’inverno o qualsiasi altra cosa che la fantasia diun appassionato crea”.

Arrampicata sportiva e alpin ismo: due facce di una stessamedaglia?

“La mia attività alpinistica inizia nel 1978, arricchendomi di una

moltitudine di esperienze vissute nella più ampiaautonomia e stimolate da una sete di nuove avventu-re che non si è mai placata. La passione per le arram-picate vere e proprie, però, è arrivata in modo gra-duale, lento, iniziata nel mio approccio giovanile

all’ambiente alpino. L’evoluzione dall’andar per rifugi , alle prime faci-li cime, alle ferrate più impegnative e quindi all’arrampicata, è statauna cosa praticamente naturale. Ma all’epoca era un percorso comu-ne a tutti gli alpinisti. Nella mia generazione non esistevano, comeoggi, arrampicatori di alto livello che non avessero mai avuto alcuncontatto con il severo ambiente alpino e alpinistico. Fondamentalenella mia personale evoluzione alpinistica è stata l’assenza degli spit.Anche nelle palestre, a quel tempo, non era permesso cadere: il tipodi attrezzatura delle vie non differiva da ciò che si trovava e usavasulle vie di montagna. Quindi, più ci si avvicinava al proprio limite emaggiore era il rischio che si correva e tutto logicamente, oltre aun’appropriata preparazione tecnica, richiedeva una certa predispo-sizione mentale. I più forti erano quelli che si avvicinavano maggior-mente al loro limite. Rischiavano di più, ma miglioravano più veloce-mente. Per tutti comunque l’evoluzione era più lenta, inevitabilmentegraduale. Nel mio caso ci è voluto qualche anno per superare il primosesto grado (il seguito della mia storia alpinistica si può trovare su:

Protagonisti della verticale Mauro Florit

L’avventura è dietro l’angolo

Un’intensa attività extraeuropeaMauro Florit in azione. Queste le sue spedizioni e saliteextraeuropeee: Hoggar (Algeria), Monte Kenia (Kenia), Todra(Marocco), Pamir Alaj (Kiighigistan – ex Unione Sovietica),Aconcagua (Argentina), Alpamajo – Nevado Pisco (Perù),Pamir Fan Mountain (Tagikistan – ex Unione Sovietica), Torridel Paine (Patagonia), California, Utah (Stati Uniti), Prah Nang(Thailandia), Wadi Rum (Giordania), Amahuagaychu (Perù),Ala Daglar – Emli Valley (Turchia), Ala Daglar – Kizilin Baci(Turchia), Taghia (Marocco), Munzur Mountain (Kurdistan).

Una delle virtù delloscalatore giuliano è ilrispetto della sicurezzaper sè, i compagni e iripetitori

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http://calcarea.wordpress.com/)”.Fai dell’allenamento a secco?“Arrampico bene o male da trent’anni e quindi non posso più smet-

tere, il motore si è abituato e ho paura che se lo fermo non ripartirà.Quindi in cucina ho messo un trave dove, tra giochi con le bimbe euna girata alla polenta, mi faccio qualche trazione”.

Oltre che accademico, sei un INAL del CAI: quali motivazio-ni ti hanno spinto al volontariato presso le scuole?

“Vorrei risponderti seriamente ma mi viene in mente quello che midisse tanti anni fa un vecchio istruttore: i corsi del CAI servono airagazzi per trovare la morosa e ai vecchi per scappare dalla moglie”.

Il tuo compagno d’elezione è Marco Sterni. Che cosa apprez-zi in lui?

“Marco è il più forte alpinista con cui abbia mai arrampicato, è unapersona molto riservata e tutto quello che ha fatto è solo per soddi-sfare la sua immensa passione. Essere legati alla sua corda rappre-senta la certezza che in qualche modo lui tirerà fuori dal cappelloqualche magia che trasformerà una certa ritirata in una splendidaavventura”.

Quali itinerari delle Giulie, fra storici e moderni, consigliere-sti a dei ripetitori?

“Mi permetto di consigliare quattro vie, quattro arrampicate, quattromodi di vivere un’avventura in montagna.- Anno 1989, Creta Cacciatori, via Carnia adventure, la mia prima via

nuova con chiodatura classica, ma concepita per essere ripetuta.- Anno 1992, Chianevate Pilastro della Plote, via “Its hard to be good”,

con chiodatura classica dove si arrampica sovente molto distantedall’ultimo chiodino, dove anche se tutto quello che è stato usato èrimasto in parete, bisogna sapersi proteggere. Una via che contaalcuni tentativi di ripetizione ma, credo, nessuno andato a termine.

- Anno 1997, Parete Sud del Robon, via “La bellezza non conoscepaura”, via moderna, attrezzata a spit da 8 mm, con un obbligatoriomolto alto dove scoprire la sequenza di buchetti che permette laprogressione è un vero rompicapo. Conta qualche ripetizione daparte di forti arrampicatori, ma molte più rinunce e veloci ritirate.

- Anno 2002, Creta di T imau avancorpo Est, via “Albachiara”, anchequesta attrezzata a spit con protezioni a distanza ragionevole, adetta dei ripetitori molto consigliabile.In arrampicata sta emergendo sempr e più la necessità del

rispetto per la roccia (qui ndi, un rifiuto netto dello “scava-to”). Come la pensi?

“Credo che le nuove generazioni di arrampicatori siano più rispet-tose nei confronti della materia che usiamo per divertirci, almeno perquanto riguarda gli scavi. Non si può dire la stessa cosa per il rispet-to delle vecchie vie che vengono stravolte da nuove realizzazioni”.

Come proporresti l’arrampicata al mondo dell’infanzia edella prima adolescenza?

“Il mondo dell’alpinismo o più in generale dell’arrampicata è, aparer mio, ancora un’isola felice nella nostra società, spero quindi chele mie due bimbe ne vengano attratte. Personalmente cerco di nonforzare e lasciare il tempo per il gioco nella speranza che, come il loropapà, s’innamorino di questa splendida attività. L’ambiente e l’aria chesi respira in quei gruppi di giovani che godono nello spellarsi le ditasu qualche roccia, che passano ore a parlare di gradi e passaggi è, spe-cie per un genitore, una luce in questo mondo buio”.

Riesci a conciliare famiglia e arrampicata?“Se riuscissi a trovare la quadratura dell’equazione alpinismo/fami-

glia la venderei e con i soldi ricavati potrei risolvere il problema dellafame nel mondo. Credo che questo problema assilli tutti gli alpinisti.Non siamo soli su questo pianeta e la nostra famiglia, anche se capi-sce il fuoco che ci brucia dentro, non sempre riesce ad accettare lapresenza di questa amante fastidiosa”.

Augusto Angriman

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Era gremito il Salone Ducale del Comune di Aosta il 20 agostodurante la premiazione del concorso organizzato dal CERVIMe dedicato alla viticoltura eroica, cioè di montagna. A fare glionori di casa il sindaco di Aosta Bruno Giordano e il presi-

dente del CERVIM Roberto Gaudio. Ospiti della giornata il vicepresi-dente generale del CAI Ettore Borsetti e il presidente UNCEMPiemonte Lido Riba, oltre a una rappresentanza dell’Assessoratoall’agricoltura della Regione Val d’Aosta.

La 19° edizione del concorso, le cui selezioni si sono tenute aCourmayeur il 7/9 luglio, ha visto la partecipazione di circa 530 viniprovenienti da 10 Paesi europei, con degustazioni avvenute allacieca, secondo le scrupolose regole previste dall’OIV (OrganisationInternationale de la Vigne et du Vin), di cui era presente il direttoregenerale Federico Castellucci, che hanno portato ad assegnare bencentosessantadue medaglie, tra cui tre gran medaglie d’oro chehanno ottenuto un punteggio superiore ai 94 punti.

“Ciò evidenzia l’esclusività di questo concorso, ma soprattutto l’ot-timo livello dei vini presenti. I risultati ottenuti sono la conseguenzadella passione, dell’impegno e del grande lavoro che quotidianamen-te i produttori della viticoltura eroica svolgono. Le tante medaglied’oro assegnate”, ha detto Gaudio, “e gli alti voti ottenuti ne sono unareale testimonianza, un motivo di orgoglio e un’ottima presentazioneai mercati”. Mentre Borsetti ha ricordato il protocollo d’intesa e col-laborazione siglato tra CER VIM, CAI e UNCEM per favorire la pre-senza delle produzioni enogastronomiche di montagna nei rifugi e hasottolineato quanto la viticoltura eroica rappresenti un baluardonella salvaguardia dell’ambiente antropico montano.

Entrando nello specifico dei risultati, per quanto riguarda l’Italia laValle d’Aosta ha ottenuto ben 8 medaglie d’oro e 14 d’argento; laSicilia 1 Gran medaglia d’oro, 6 medaglie d’oro e 10 d’argento; laLombardia 6 medaglie d’oro e 11 d’argento; il T rentino 3 medaglied’oro e 9 d’argento; il Veneto 2 medaglie d’oro e 7 d’argento.

Il 42% dei vini presentati proviene da Paesi europei, con il ritorno diAustria e Lussemburgo e con la novità assoluta della Slovenia. Sututte si è distinta la Germania con 2 Gran medaglie d’oro, 19 d’oro e5 d’argento, poi la Svizzera con 5 ori e 15 argenti, la Francia con 4 orie 2 argenti e la Spagna con 3 ori e 7 argenti.

I vini vincitori saranno portati in degustazione anche a Merano inoccasione del Merano Wine Festival dal 5 al 7 novembre.

Stefano Mandelli

14 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Vini di montagna Il 19° Concorso internazionale

Eroici si nasce

Dal 14 ottobre riprende “TGRMontagne”, l’unico settimanaletelevisivo dedicato alle terre alte, in

onda il venerdì (dalle 9.10) su Raidue edisponibile anche su internet all’indirizzowww.montagne.blog.rai.it, dov’è possibileanche consultare l’archivio delleprecedenti puntate. Ad aprire la sestastagione della trasmissione – che ha unacrescente attenzione da parte delpubblico – è un omaggio alla primascalata del Monviso (il Re di pietra delleAlpi Cozie) ad opera della cordata guidatadal topografo inglese William Mathewscon il connazionale Frederick Jacomb e ifratelli Michel e Jean Baptiste Croz diChamonix come guide.

Il gruppo arrivò in vetta (3.841 m) il 30agosto del 1861, pochi mesi dopo l’Unitàd’Italia, battendo così i tentativi“nazionali”. Soltanto due anni dopo,

com’è noto, ci riuscì la cordata guidata daQuintino Sella, impresa che portò allafondazione del Club Alpino Italiano aTorino.

L’anniversario è stato rivissuto durantel’estate con numerose manifestazionipatrocinate da enti pubblici e dal CAI: inparticolare attraverso una cordata italo-inglese di guide e tecnici del Soccorsoalpino che il 30 e 31 agosto hannoripercorso fedelmente le orme diMathews con abiti e attrezzature deltempo, il tutto ripreso dalle telecameredei documentaristi Teresio e GiovanniPanzera che racconteranno questaspedizione, e le numerose altre chehanno realizzato in varie località montanenel mondo.

Il programma, curato da GiovanniBattista Gardoncini per la regia di CarloVergnano, è registrato nello studio

virtuale del Centro di produzione Rai diTorino. Ospiti fissi, in qualità di esperti,saranno ancora il climatologo LucaMercalli e lo scrittore Roberto Mantovani.

Come sempre si racconterà lamontagna vissuta dagli uomini –montanari, alpinisti, sportivi – e quellaraccontata da scrittori e artisti. Montagnavera, e non patinata, con largo spazioall’economia e quindi alle soluzioni percontinuare, e ritornare, a vivere nelle terrealte. Tra le novità ci saranno anchevignette umoristiche sul tema dellamontagna, mentre il pubblico diappassionati è invitato a inviare video diescursioni, gite, imprese: i filmatiselezionati saranno messi in onda comesigla di coda della trasmissione.

L’indirizzo è: Redazione TGRMontagne, Rai, via Verdi n. 16 – 10124Torino.

TGR Montagne

Telecamere sul Re di pietra per la cordata italo-inglese

La Germania fa scuolaAl centro nella foto l’intervento del presidente dei viticultori di montagnaRoberto Gaudio, alla sua destra il vicepresidente generale del CAI EttoreBorsetti. Definita eroica, la viticoltura di montagna era presente alla 19° edi-zione del concorso internazionale concluso ad Aosta con circa 530 vini pro-venienti da dieci Paesi europei. Su tutti si è distin ta la Germania che ha rice-vuto una lunga serie di riconoscimenti.

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GUIDETREKKING SULLE ALPI DI TORINO12 itinerari scelti dai 3 ai 6 giornidi Gian Luca Boetti. VersanteSud, 304 pagine, 28,50 euro

VALSUGANA E CANALE DEL BRENTA45 escursioni e 5 percorsi a tappe di Paolo Bonetti, Marco Rocca.Versante Sud, 200 pagine, 25,50 euro

APUANE IN FIORELe meraviglie delle Alpi Apuaneattraverso la ricchezza della lorofloradi Giuseppe Trombetti([email protected]). Società Editrice Apuana, 255 pagine, 40 euro

NARRATIVASUEZIntrighi sullo sfondo del Canale diSuez. Una storia che ha inizio suibanchi di scuola, nelle Valli diLanzo, nel crudo inverno 1943-44di Ezio Capello. Claudiana(www.claudiana.it), 224 pagine,12,90 euro

SAGGIMENTE E PAESAGGIOLe offese al paesaggio sono stateperpetrate in Italia dallaseparazione colpevole e dissennatatra etica e politica, dalla rotturadell’armonia classica fra estetica eetica…di Ugo Morelli. BollatiBoringhieri, collana Temi, 177 pagine, 16 euro

MONTANARI PER SCELTAIndizi di rinascita nella montagnapiemontesedi Giuseppe Dematteis, a curadell’Associazione Dislivelli([email protected])

LIBRI FOTOGRAFICIPOLLINOViaggio nell’antica civiltà agro-pastorale della Calabria

di Mimmo Pace, Freeworthedizioni, tel 328.5381615 –[email protected], 292pagine, 260 immagini

TESTIMONIANZEVERMICINO, L’INCUBO DEL POZZOUna storia italiana che ha vistoimpegnati, purtroppo senza lietofine, gli uomini del Soccorso alpinodi Maurizio Monteleone.001Edizioni, Torino(www.001edizioni.com), 126 pagine, 15 euro

STORIAARTIGLIERI ALPINI 22° 23° E 24° BATTERIE GRUPPO BELLUNOTestimonianze e foto degli artiglieriromagnoli 1938-1943a cura di Luigi Melloni, Giovanni Vinci, Franco Orselli. Ed. Carta Bianca, Faenza tel fax 0546.621977, e-mail [email protected], 280pagine, 290 fotografie, cm29,7x21, 25 euro

LA GUERRA DELLE MONTAGNEGli alpini raccontati dal grandenarratore inglese Rudyard Kipling(1865-1936) che li descrive comesoldati “con il cappello decoratocon una penna d’aquila, in alcunicasi talmente consumata da esserepoco più che un valorosomoncherino, e ramponi dalle punteletali come zanne di lupo”di Massimo Zamorani, Mursia,128 pagine, 12 euro

ALPINI, STORIA E MITOOrigini, storia, approfondimenti e12 itinerari alla scoperta dellastoria delle gloriose penne neredi Diego Vaschetto, Edizioni del Capricorno (tel 011.3853656), 179 pagine, 8,90 euro

UOEI - CENTO ANNI DIORIZZONTIIn formato gigante (cm 28x24), lastoria dell’Unione operai

escursionisti, arrivata quest’anno altraguardo del centenario: sempreapolitica e areligiosa, anchequando si trattò di sottrarsi allanefasta invadenza del regime. Conrari documenti e uno straordinariocorredo fotograficodi Francesco Fernandes e AlbertoBenini, stampa GraficheArtigianelli, BS, edito da UOEI(Lecco, tel e fax 0341.749472),303 pagine, 20 euro

PERIODICIMERIDIANI MONTAGNEDedicato alla Valle del Sarca, il numero 52 della bella rivistadiretta da Marco Albino Ferrari siaddentra tra le mille attrazioni diquesto moderno “parco delleattività outdoor”, gestito nel pienorispetto dell’ambienteEditoriale Domus, 7,50 euro con dettagliata cartina

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Cosa c’è di nuovo

Nelle pagine dellaRivista del CAI lerecensioni dei libri dimontagna più attuali e interessanti

BOOKSHOP

Le avventure di AnukStorie vere di un cane di montagna sono

raccontate in “Anuk” (Liaison editrice, 12euro) da Enrico Camanni e Daniele Ollier,addestratore del Soccorso alpino dellaGuardia di finanza di Courmayeur, dallacui esperienza trae ispirazione il libro dipoco più di 50 pagine, adatto a un pubblicodi tutte le età. “Tutte le vicende narrate”,spiega Ollier, “sono realmente accadute, mavanno riferite a più animali da me addestrati, i pastori tedeschiFritz e Billy e il pastore belga Terry”. Dopo l’appassionante“Samaritani con la coda” pubblicato nel 2005 daPriuli&Verlucca, ecco un nuovo appuntamento da non perderecon questi incomparabili angeli custodi delle nostre scorribandein montagna.

Alla scoperta dei vulcaniSi possono prevedere i terremoti? È vero

che le montagne possono crescere? Perchéesistono le isole? Perché sono importanti ighiacciai? Ci si scotta se si cammina sopraad un geyser? E che cos’è uno tsunami?Accompagnati dal popolare geologo MarioTozzi, eccoci alle prese con le meravigliedella geologia con un libro nuovo di zeccadell’Editoriale Scienza (128 pagineformato 16x21 cm, 11,90 euro) indicatoper ragazzi dai 10 anni in su.

Libri per aquilotti

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Gianni la mente, l’ideatore, Antonio ilbraccio forte, generoso e altruista, uncuore grande così. Dei famosi fratelliRusconi di V almadrera (Lecco) che

Gianbattista Magistris, sull’annuario “Vertice”,descrive con queste esemplari parole è Gianniche continua a proporsi come testimone di unalpinismo forse irripetibile, dopo la scomparsadi Antonio nel 2008. Accanto alui la moglie Silvana chenon sempre è riuscita acondividere la passionedel marito. Specialmentequando, d’inverno, Gianniandava all’assalto con ilfratello Antonio e gli amicidi Valmadrera delle paretipiù proibitive. “La verità èche le mogli a quei tempinon avevano voce in capito-lo: le donne della mia gene-razione erano abituate adaccettare tutto”, spiega lasignora Silvana. “Oggi lecose sono un po’ cambiate.Comunque anch’io ho sem-pre amato la montagna e nonho mai pensato di porre miomarito di fronte a una sceltaobbligata. Del resto con duefigli piccoli non avevo il tempoper preoccuparmi quando luiera impegnato in parete”.

E poi in queste cose, si sa,occorre essere fatalisti e spesso le donne con la loro sensibilità dis-pongono di un surplus di saggezza. Il destino non tende continui tra-bocchetti, anche tra le pareti domestiche? O anche su un “banale”sentiero, come è capitato due anni fa ai coniugi Rusconi? Quel gior-no nel Tarvisiano un sasso piombò dall’alto, sfiorò Silvana e centrò inpieno Gianni che se la vide brutta e finì all’ospedale a farsi ricucire.Oggi i Rusconi hanno ripreso le loro escursioni in montagna, cometanti tranquilli coniugi “di una certa età” che sciamano la domenicasui sentieri. Buon segno. Anche se Gianni non ha smesso di arrampi-care e allenarsi, sempre che glielo concedano gli impegni assunticome scrittore e conferenziere.

Exploit come il Gasherbrum 2 di Simone Moro e la Nord est della

Civetta di Fabio V alseschini, per dire dei due più recenti,hanno riacceso l’interesse per le scalate invernali e il libro “Il

grande alpinismo invernale” (Alpine Studio, 221 pagine, 21 euro),scritto a quattro mani da Gianni con il giovane scrittore-editoreAndrea Gaddi, è caduto come il cacio sui maccheroni. All’alpinista diValmadrera che, tra il 1968 e il 1977 ha realizzato una serie di impres-sionanti ascensioni invernali sulle più grandi pareti delle Alpi, moltiora si rivolgono per capire come può nascere e svilupparsi questapassione per l’era glaciale, passione che ha condiviso con il com-pianto fratello Antonio e che ha raccontato recentemente anche in unbellissimo dvd intitolato “Gli anni dei lunghi inverni” (2007).

Può darsi che nei suoi bivacchi con 30-40 sotto zero lo abbia sor-retto il pensiero di poter presto tornare al tepore della sua casa. Maè solo un’ipotesi su cui il vecchio alpinista evita di sbottonarsi.“Quello che più conta nelle invernali è il valore della sfida”, spiega.

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Incontri Gianni Rusconi

Famoso per i bivacchi affrontaticon temperature proibitive incompagnia del fratello Antonio,è convinto che l’alpinismoinvernale consenta minimimargini di errori. E che perquesto ancora oggi rappresentiuna sfida riservata a pochi eletti

Con Andrea ha riscoperto il piacere di raccontarsiGianni Rusconi con il giovane “compagno di penna” ed editore AndreaGaddi durante la preparazione del libro “Il grande alpinismo invernale”,in distribuzione per i tipi di Alpine Studio. Dall’inizio del 20 10 la casaeditrice lecchese ha messo in circolazione una notevole serie di volumidedicati agli appassionati di montagna, dal Cerro Torre di CasimiroFerrari, all’Himalaya del polacco Krzysztof Wielicki, dalla biografia delcentenario Riccardo Cassin al grande alpinismo invernale dei fratelliRusconi, alla recente “Principessa di Gungtang” di Maria An toniaSironi, di cui si è riferito in marz o sullo Scarpone. Qui a lato lacopertina del libro biografico in cui Rusconi rievoca le numerosescalate immancabilmente in compagnia del fratello Antonio.

La mia era glaciale

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“Che è sempre ai massimi livelli, anche quando la montagna si pre-senta in buone condizioni”.

Sulle ragioni dei successi di Moro non ha dubbi. “Il merito è dellasua preparazione basata su criteri scientifici, assoluta. L ’alpinismoinvernale in Himalaya consente minimi margini di errore e ognirinuncia comporta un prezzo alto da pagare. Per noi invece le rinun-ce non rappresentavano una sconfitta, ma il migliore incentivo ariprovare. La ‘Via del fratello’ al Badile ci ha respinto nove volte. Novetentativi senza i quali però non avremmo colto, Antonio e io, uno deipiù grandi successi della nostra carriera”.

Quasi superfluo chiedergli chi degli attuali scalatori è il suo predi-letto. Il nome di Fabio Valseschini emerge insieme con quello dell’al-tro lecchese Marco Anghileri, entrambi consegnati all’immortalità nelgotha degli alpinisti per le loro esperienze invernali: Fabio in solitariainvernale sulla Via del fratello e ora, in Civetta, sulla “Via dei 5 diValmadrera”; Marco per la favolosa solitaria invernale alla Civetta . Equando si è trattato di correre ad abbracciare V alseschini reduce daotto gelidi bivacchi, non si è fatto pregare.

Quella via l’ha sempre davanti agli occhi: 1350 m con difficoltà diVI+ e A3 aperti, nel 1972, in inverno, insieme con Antonio eGiambattista Crimella, Giambattista V illa e Giorgio T essari. Tutti diValmadrera.

“I risultati ottenuti oggi da questi ragazzi”, sottolinea Gianni, “vannovalutati con grande rispetto. La differenza tra noi e loro sta nel mododi vivere. Bene o male, ai nostri tempi, vivere in ristrettezze non ci èmai pesato. Noi Rusconi eravamo otto fratelli, d’inverno si andava ingiro a fare legna con le braghe corte in mezzo alla neve, zoccoli aipiedi. Mentre oggi la gente si è abituata a vivere nella bambagia ecerti sacrifici non riesce a comprenderli”.

Come racconta nell’appassionante libro scritto con Gaddi, con qual-che sapiente intervento di Silvana per rinfrescare la memoria, ilsegreto era l’avere sviluppato un gruppo, quello di V almadrera, dovesi condividevano allenamenti e tempo libero fino a raggiungere i mas-simi risultati in termini di coesione. Con in più l’incentivo di riuscirea dare chiare dimostrazioni di forza agli amici-rivali di Lecco, “perchénon c’è niente di meglio o di peggio dell’alpinismo per svilupparecerti antagonismi”. E se nelle prime pagine aleggia lo spirito-guida diCarlo, il fratello maggiore ammesso nei Ragni di Lecco e cadutoancora giovane precipitando sui Magnaghi, nelle ultime è il fratelloAntonio “insostituibile compagno di vita” a suggellare sul letto dimorte l’epopea dei Rusconi.

E’ visibilmente contento Gianni di questo libro che gli sta dando giu-stificate soddisfazioni, a 38 anni di distanza da “Pareti d’inverno”scritto a quattro mani con lo storico e giornalista Aurelio Garobbio,all’epoca redattore dello Scarpone. “Era il numero uno nel racconta-re storie di montagna. A veva uno stile semplice, chiaro e incisivo”,racconta Gianni che all’epoca considerava Garobbio, anche perragioni anagrafiche, come un padre. Mentre oggi gli è capitato di farecordata, letterariamente parlando, con Andrea che nel ‘73, all’epocadel suo primo libro, non era ancora nato.

Ma nel bilancio di questa vita di scalate non può mancare un cennodi gratitudine al Club Alpino Italiano, una specie di seconda famigliaa Valmadrera, il piccolo centro aggrappato ai Corni di Canzo, doveGianni ha realizzato il sogno di diventare guida alpina e Antoniol’hanno voluto nell’Accademico. Appassionato di cinema fin da ragaz-zo, deve la sua attività di film-maker alla cinepresa 16 millimetri cheRenato Gaudioso, direttore della Cineteca del CAI, gli ha messo tra lemani offrendogli fondamentali istruzioni per l’uso. Sconfitte? Unasola, quando la Nord dell’Eiger ha respinto i Rusconi dopo otto gior-ni di tentativi e di micidiali scariche di pietre. Anche se è stata unabella soddisfazione riportare a casa la pelle. �

Dopo avere premiato perquarant’anni con laTarga d’argento della

solidarietà alpina i protagonistidel soccorso in montagna,Angiolino Binelli ha ricevuto il17 settembre a Pinzolo(Trento) uno dei più importantiriconoscimenti della suacarriera di soccorritore: laqualifica di socio onorario delCorpo nazionale soccorsoalpino e speleologico(CNSAS). C’era quel giornouna delegazione del Soccorsoalpino con il presidentePiergiorgio Baldracco afesteggiare Binelli e, insieme, Cesare Maestri al quale ètoccata quest’anno la prestigiosa targa “per avere interpretatoin maniera esemplare i valori del soccorso in montagna”.Entrato nel Soccorso alpino come volontario nel 1952, adiciotto anni, tre anni dopo Binelli divenne vice responsabiledella locale stazione di soccorso e nel 1973 fu elettopresidente. Grazie alla sua passione e al suo cost anteimpegno riuscì a far dotare la stazione di Pinzolo diattrezzature moderne e sicure, come un collegamento radioricetrasmittente che permise finalmente il contatto con tutti irifugi della zona, e un’autoambulanza per trasportare i feritiall’ospedale più vicino.

Nel 1972, rientrando da un intervento in Brenta, Angiolinodecise che era giusto premiare chi per salvare una vita mettea repentaglio la propria. Istituì così il Premio internazionale disolidarietà alpina di Pinzolo, che ogni anno in se ttembrerichiama ai piedi del Brenta specialisti nel soccorso di tutto ilmondo. Per la sua attività instancabile Binelli ha già ricevutoimportanti attestati. Cavaliere della Repubblica, nel 2007 fuinsignito presso l’Università degli studi di Milano del premio“Mens sana in corpore sano”, destinato a personaggi che sidistinguono operando nel sociale. In quell’occasione ebbe lefelicitazioni del procuratore Giancarlo Caselli, noto per lebattaglie contro la mafia condotte durante la sua attivitàpresso il Tribunale di Palermo, che aveva ricevuto un analogoriconoscimento (qui sotto Binelli, secondo sa sinistra, inazione; sopra il suo incontro con Caselli).

Soccorso alpino

Angiolino è socio onorario

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“Una montagna piena d’ombree di sole…e l’aria che rimette anuovo”. Così Eleonora Duse(1858-1924) descrive il suo sog-giorno a Biella durante unavacanza rigenerante. Lo scritto èdel 19 agosto 1885. Si tratta diuna lettera al marcheseFrancesco D’Arcais, rinomatocritico teatrale e direttore delquotidiano romano L ’Opinione.L’incanto della “divina” attriceper le bellezze dell’Italia che le sioffrono alla vista durante il suoincessante viaggiare di teatro inteatro si palesa nel carteggio (ingran parte inedito) con l’intellet-tuale che fu per lei prodigo diconsigli e attenzioni nei primi anni della sualunga e tormentata carriera.

Dei rapporti, peraltro sporadici, tra la Dusee la montagna è anche testimonianza in Valledi Lanzo (T orino) l’albergo Camussot diBalme, storico punto di appoggio chenell’Ottocento, quando sbandierava l’inse-gna “Belvedere”, ospitava il bel mondo dellevilleggiature che saliva lassù per godersi lavita in quell’ultimo scorcio di secolo.

Come ricorda Marco Albino Ferrari nelfascicolo di Meridiani Montagne dedicato aquesta vallata, c’è chi sostiene che qui allog-giassero anche re Umberto I e la reginaMargherita. Gli stessi interni si prestarono -particolare interessante - come fondale per ilfilm “Cenere” (1916) di Febo Mari tratto dalromanzo di Grazia Deledda e realizzato dallaAmbrosio Film di Torino: in questa pellicola,l’unica interpretata dalla Duse nella sua sma-gliante carriera di attrice, sono le ridenti vallidi Lanzo a fare da sfondo.

Nel tremolio del bianco e nero si ricono-scono con un po’ di buona volontà il paese diBalme e le montagne della V al d’Ala. Comericorda Pietro Crivellaro (Notiziariodell’Associazione Museo Nazionale delCinema n 64, 2000) “i veri esterni del filmnon furono girati in V ersilia e in Liguria,come fior di storici ancora scrivono, manelle Valli di Lanzo presso Torino. Spedire latroupe in Sardegna sarebbe stato moltocostoso per l’oculato produttore Ambrosio,senza contare il rischio di essere colati apicco da un siluro. Cosicché domenica 16luglio la Duse si trasferisce a T orino doveprende alloggio dapprima al Palace Hotel.Nella seconda parte del soggiorno torinesealloggerà al Grand Hotel Europe in piazzaCastello, angolo via Roma, scomparso inseguito alla ristrutturazione del centro di

Torino realizzata dal fascismo all’inizio deglianni Trenta. Gli interni vennero girati neinuovi (dal 1914) stabilimenti Ambrosio, chesorgevano di là dalla Dora in Borgo Rossini,tra le vie Mantova, Catania e Padova. Il 17luglio la Duse scrive alla figlia: ‘Il mattino c’èstata la presentazione di tutto il personale,204 persone lavorano nella mia film…Misembra di sognare’. Gli esterni ‘sardi’ venne-ro invece realizzati nella seconda metà diagosto tra Ala di Stura e Balme nelle valli diLanzo, all’epoca una delle villeggiature pre-dilette della buona società torinese graziealla contenuta distanza dalla città (una cin-quantina di chilometri) e alla comodità dellaferrovia Torino-Cirié-Lanzo, che proprio nel1916 giunge fino a Ceres. Nella valle che sigloria della visita di illustri alpinisti, comel’infaticabile collezionista di vette Coolidge,o il poeta del Cervino Guido Rey, la lavora-zione del film è totalmente dimenticata edella stessa Duse si tramanda una vagamemoria orale. Si parla di un autografolasciato sul libro degli ospiti dell’hotelBelvedere di Balme, ma l’ambita pagina èstata strappata. Inoltre ora sappiamo che lalocation è testimoniata da inconfondibiliimmagini del paesaggio della Val d’Ala, rima-ste in diverse sequenze del film. Si riconoscein particolare la chiesetta di San Bartolomeodella frazione Cresto, un chilometro a montedi Ala di Stura, in due diversi punti: nellaprima parte del film, quando la diligenza per-corre un tratto della polverosa strada pro-vinciale; sul finale, durante la duplice galop-pata sullo stesso tratto di strada chiuso infondo alla chiesetta con campanile. Si intra-vede anche fugacemente l’abitato di Balmecon la parrocchiale quando la protagonistaapre la finestra di una baita. Gli attoridell’Ambrosio alloggiarono al Grand Hotel

di Ala di Stura, prestigioso albergo tuttoraesistente. Venne aperto nel 1910 ed era fre-quentato d’estate da clientela internaziona-le”. La vicenda, ambientata come si è dettoin Sardegna, è incentrata sulla figura di unamadre che abbandona il figlio illegittimo;questi ritorna da lei in età adulta cercandoinsieme con la moglie di ricostruire unafamiglia in un aggrovigliarsi di sentimentiche prelude a un finale tragico. Come neesce la montagna in tutto ciò? Piuttostobistrattata, al limite del ridicolo. E, forse,addirittura ben oltre tale limite. Viene indub-biamente da sorridere se osserviamo lesequenze con l’occhio di oggi. Come osservaMarco Ribetti, esperto di cinema di monta-gna, i personaggi si aggirano indossandol’abbigliamento tradizionale dei pastorisardi, laddove case e sentieri sono inequivo-cabilmente alpini. Ma è probabile che non ciabbiano fatto troppo caso i fan della “divina”soggiogati dal suo fascino.

Quanto alla Valle di Lanzo, più volte saràscelta quale luogo idoneo a far da scenario aopere cinematografiche o, spesso, a spezzo-ni importanti e significativi. Fin dal 1909 laprima macchina da presa appare sotto laBessanese. Gli attori, gli operatori e il registaCarlo Alberto Lolli dell’Aquila Film giungonoa Balme per girare un film, forse “Il figliodella montagna”. E benché non si tratti pro-priamente di un film, nel marzo del 1932l’Istituto Luce realizza a Balme un cinegior-nale intitolato “Piemonte - Inverno”.

Maser

18 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Documenti Una lettera rivelatrice

Le montagne della “divina”

“Un’aria che rimette a nuovo”La lettera inedita in cui nel 1885 Eleonora Dusedescrive al marchese Francesco D’Arcais le meravi-glie della montagna e il sollievo di un’aria “che rimette a nuovo” (collezione privata ).

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LO SCARPONE, OTTOBRE 2011 - 19

� La Commissione centrale T AM ha programmato a Pesaro il 22 e 23 ottobre il 1°Congresso nazionale degli operatori TAM “per valutare le potenzialità operative e dis-cutere le relative proposte organizzative”.

� Prosegue fino al 23/10 al Castello V isconteo di Trezzo sull’Adda l’esposizione dipaesaggi e persone, dipinti e fotografie per raccontare le emozioni della montagna delpittore Giovanni Brambilla. Info: www.giovannibrambilla.montagna.it

� L’International Mountain Summit (IMS) presenta tra il 22 e il 30 ottobre aBressanone il mondo della montagna nelle sue molteplici sfaccettature. JosuneBereziartu (ESP), Marko Prezelj (SLO), Chris Sharma (USA), Alexander Huber (DE),Thomas Huber (DE), Dean Potter (USA), Adam Ondra (CZ), Stefan Glowacz (DE),Reinhold Messner (IT), Beat Kammerlander (A), Simon Gietl (I) e Roger Schäli (CH)sono i personaggi che racconteranno con visioni multimediali le loro esperienze.Ulteriori informazioni su www.IMS.bz

� La Commissione scientifica della Sezione di V arallo e l’associazione culturaleZeisciu organizzano sabato 22 ottobre a Varallo Sesia, nella Sala congressi del PalazzoD’Adda, il convegno “Alle origini del Club alpino, un progetto integrato di politica,progresso, scienza e montagna” (vedere Qui CAI).

� La XIII Settimana nazionale dell’escursionismo si svolgerà in Campania dal 1° al 9ottobre. La manifestazione si aprirà a Benevento con un convegno sul tema“Sicurezza e responsabilità nei lavori sui sentieri”. Numerosi gli eventi culturali. Info:www.caicampania.it o www.caisalerno.it o www.AE-CMI.it

� Il XIII Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina di Montagna si terràa Varallo Sesia dal 30 settem-bre al 2 ottobre, organizzatoin collaborazione con ilComune e la Sezione delCAI, la Regione Piemonte e laProvincia di V ercelli, con ilsostegno di enti pubblici eprivati, dell’Eur.ac e dellaCommissione centrale medi-ca del CAI.

Nella foto Chris Sharma, trale vedettes dell’InternationalMountain Summit (archi-vio TrentoFilmfestival)

OTTOBRE Dove e quando

Rischiare è un diritto?

Sondaggio sull’alpinismo, così le prime risposte

Contro le misure restrittive più volte minacciate, Alessandro Gogna haproposto in settembre nelle pagine del nostro notiziario un ampioquestionario. In base alle prime 131 risposte pervenute nel momento in

cui questo fascicolo va in stampa, si possono delineare gli esiti, peraltroabbastanza scontati. La totalità dei lettori (con un esiguo 0,76 % di rispostenegative) è convinta che “la libertà di azione, il senso dell’a vventura e quindil’accettazione di una componente di rischio sono caratteristiche essenzialidell’alpinismo”. Analogamente si è rivelato pressoché unanime (99,237% dirisposte positive) il giudizio riguardante i costi del Servizio sanitario nazionaleche risultano “una frazione minima di quelli legati ad altre forme di libertà, cometraffico stradale, andare in bicicletta, fumare, fare vita sedentaria”.

Di particolare interesse, infine, i giudizi sulla proposta apparsa recentementesulle colonne dello Scarpone, di proporre l’alpinismo come patrimoniodell’umanità. In questo caso il 77,10 % dei lettori ha espresso un parerenettamente contrario. L’iniziativa dell’Osservatorio delle Libertà va dunque avantie continueremo a informare sull’andamento delle risposte al questionario.

Nella newsletter del Parconazionale delle Dolomiti Bellunesi(www.dolomitipark.it), che ha

saputo affermarsi come esempio di buonagestione e di virtuoso abbinamento tra leesigenze di conservazione della natura equelle della promozione socio-economica dei territori, Cesare Lasentraccia un’analisi approfondita di unoscuro episodio che il 6 febbraio hamobilitato uomini e risorse: l’incendio chesi è sviluppato sul monte San Mauro. Unevento che non può non ricollegarsiall’attentato al pino loricato, nel Parco delPollino, al quale il CAI dedicò a suotempo il bollino annuale degli iscritti.

“Va rilevato”, spiega Lasen che il CAIvolle diciott’anni fa quale primopresidente del Parco, “che nella mentalitàlocale l’accensione di fuochi per bruciarele stoppie (e passi…) ma anche materieplastiche che rilasciano sostanzatossiche, risulta ancora diffusa. Purtroppose gli sforzi educativi risultano vani,vanno previste e applicate adeguatesanzioni. Qui non ha importanza esseredentro o fuori dai confini del Parco”. Eaggiunge che “a partire dagli anni ‘90 ilnostro Paese ha compiuto uno sforzoingente per creare e organizzare nuovearee protette e allinearsi agli standardeuropei. Tra luci e ombre (determinatequeste da rigidità legislative prima edall’imposizione di logiche di spartizionepolitica poi), la sensibilità e le opportunitàsono cresciute creando però nuoviconflitti e appetiti gestionali. La crisieconomica ha messo a nudo la fragilità diconquiste non sufficientementeconsolidate e acquisite dai cittadini. Sonoriaffiorate vecchie polemiche e i parchisono stati considerati di volta in volta entiinutili, poltronifici a rischio soppressione,e dai quali si pretenderebbeun’impostazione aziendalistica eprivatistica (generatori di reddito, anzi diprofitto) senza dotarli di strumentiadeguati, neppure minimali, con il rischiodi essere poi considerati superflui,appunto, o pretendendo da essil’autofinanziamento attraverso ticket nonpraticabili per molteplici motivi”.

“In realtà”, spiega Lasen, “non abbiamoancora maturato la convinzione che lenostre aree protette sono gioiellipreziosissimi, aree speciali contenentiun patrimonio, cioè un capitale, dapreservare e non da erodere”.

Dolomiti Bellunesi

Fiamme sospette

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20 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

News dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

Un grande alleato per i gestori dei rifugi e gli operatori della ristorazione.

Solo 30 secondi per un ottimo paninocaldo? Da oggi è possibile.

Dall’innovazione e dallaqualità Electrolux Professional

ecco High Speed Grill, uno scalda-panini

rivoluzionario per prepararesandwich croccanti e gustosi

in tempi da record!“Mangiare un buon panino significa pranzarecon qualcosa di pratico, semplice, e veloce”.Questa è la risposta che il 71,1% degliintervistati, su un campione di oltr e 1.000italiani, ha dato ad una ricerca condotta dallaDoxa. Il famoso panino ha davver o tutte lecarte in r egola per diventar e la sceltaperfetta, ma solo se giustamenteinterpretato e valorizzato: vale a dir emassima possibilità di personalizzazione,ingredienti di qualità e, soprattutto, unatemperatura sempre gradevole, dal cuor edel ripieno al pane, dal primo all’ultimoboccone. Leader mondiale nel campo dellaristorazione professionale, ElectroluxProfessional ci ha già pensato, ed halanciato sul mer cato HSG Panini (HighSpeed Grill), una pias tra di nuovissimaconcezione che trasforma un semplicepanino in una vera gratificazione per ilpalato. Grazie a 3 diverse fonti di c alore(piastra superiore, superficie a infrar ossi emicroonde), HSG per mette di ottener e eservire ottimi panini in soli 30 secondi,garantendo prestazioni eccellenti con le piùdiverse tipologie di pane e far citure, dallacarne al pesce, dalle verdure al formaggio.Un altro punto di forza di HSG è la possibilitàdi servire un sandwich perfettamente tostatopartendo da una temperatura direfrigerazione, senza alcuna necessità di pre-riscaldare, evitando in tal modo qualsiasispreco, risparmiando tempo e mantenendoun elevato livello di sicur ezza degliingredienti. A questo si aggiunge un’estremasemplicità di utilizzo: basta posizionar e ilpanino sulla piastra e abbassare il coperchio.A fine cottura il coper chio di HSG si sollevaautomaticamente, ed ecco fatto… il panino èpronto!Per informazioni: www.electrolux-professional.it

LA SPORTIVA ATHLETES DAY2011: I MIGLIORI CLIMBERS

LAVORANO IN VAL DI FIEMME!

Più di 80 anni fa, in u n piccolo paese aipiedi delle Dolomiti, nasceva LaSportiva, laboratorio artigiano per la

riparazione di vecchi scarponi in cuoio, in cuiil fondatore Narciso Delladio operava inqualità di calzolaio, antico mestier e partedella cultura artigiana della Valle di Fiemme.Quale migliore spunto quindi, se non i vecchilavori praticati anticamente in V alle, percoinvolgere attivamente gli atleti“ambassadors” del mar chio La Sportivanell’edizione 2011 dell’athletes day?Ed ecco che, con il pr etesto di realizzare ilcalendario atleti 2012, atleti del calibr o diAdam Ondra, Nalle Hukkataival, Lucas Pr eti,Pietro Dal Pra, Luca Zar dini, Cody Roth,Michele Caminati, Dodo Kopold, PatxiUsobiaga, Katharina Saurwein, Hansjör gAuer, Gerhard Horager si sono ritrovati neipanni chi di malgaro, chi di rastrellatore, chidi pastore, chi ancora di boscaiolo, nellastupenda cornice paesaggistica di Sadole,località montana facente parte del comune diZiano di Fiemme e situata a pochi kilometridalla sede de La Sportiva. 2 giorni di sole tra prati e pascoli in fior e, incompagnia di mucche, capr e e sostanziosipiatti di polenta. Alla fine ne sono usciti 12intensi scatti in cui ogni atleta si èimmedesimato al massimo nella pr opriaparte, smettendo per un po’ i panni delcampione per vestir e quelli “old school”forniti dal museo di Nonno Gustavo diBellamonte (Predazzo), prezioso contenitoredi memorie valligiane. Il calendario atleti La Sportiva 2012 sar àdisponibile a partire da dicembre 2011, on-line o agli eventi ufficiali La Sportiva nel corsodell’anno. Se volete scoprir e se NalleHukkataival è davver o riuscito a munger e

una mucca, se Dodo Kopold ce l’ha fa tta atagliare la legna per l’inver no e se Pietro DalPra è riuscito a r ecuperare da un boulder lacapra che vi era salita, r estate sintonizzati erichiedete la vostra copia tramite la p aginafacebook.

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peso; - durezza superiore per una maggiore durata; - eccellente tenacità per una maggior e

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Negli anni ‘60, dapprima nell’ambientealpinistico inglese e poi in quello ameri-cano, sono stati sviluppati attrezzi per lapredisposizione di punti di assicurazione

“puliti”, cioè che non rovinano la roccia a causadel loro frequente inserimento ed estrazione(cosa che succede normalmente con i chiodi).Sono stati così ideati i “blocchi da incastro”, siafissi (meglio noti come “nut”, “chock”, “stopper”,ecc.) sia regolabili (“friend”), oggi molto diffusi eutilizzati.

Nella progressione in arrampicata, la fase diassicurazione è senza dubbio delicata e impe-gnativa ed è quindi molto importante disporre diancoraggi che siano allo stesso tempo semplici,rapidi, sicuri nell’utilizzo e possano soprattuttoessere impiegati su fessure di diversa larghezza.Tale ruolo veniva appunto svolto dai classiciblocchi da incastro fissi e regolabili.

A questi attrezzi molto diffusi si affianca ora ilGipsy, un innovativo sistema di ancoraggiomobile che rappresenta, pur presentando peso edimensioni assai ridotte, un’ottima alternativa aitradizionali friend. Il dispositivo sfrutta la forzadi trazione - generata dal peso dell’arrampicato-re a seguito di una caduta o dovuta dallo stessonel caso questi si sospenda - per raddoppiarla,sfruttando l’effetto carrucola, come forza di inca-stro tra le pareti.

L’attrezzo è disponibile in tre misure con unampio intervallo di utilizzo che spazia da fessurelarghe 5 cm (con il sistema quasi completamen-te aperto), fino a 20 cm (con il sistema quasicompletamente chiuso).

Abbiamo testato questo nuovo tipo di ancorag-gio, creato e sviluppato proprio per l’utilizzonelle fessure e nelle cavità della roccia, cercandodi esaminare e valutare il suo comportamentonelle funzionalità operative. A nostro giudizio ipunti di forza di questo versatile dispositivo, unpiccolo gioiello di tecnologia, sono rappresentati dal facile e comodoimpiego sia nella fase di inserimento sia in quella di estrazione (spes-so difficoltosa con nut e friend) e dalla versatilità d’utilizzo.

Compatto e leggero, il Gipsy è intuitivo nel funzionamento, caratte-ristica che permette di acquisire velocemente la manualità necessa-ria per il suo corretto utilizzo nella fase di assicurazione. L ’attrezzo èdotato di un pulsante a scatto automatico che ne permette il bloccoin posizione aperta per facilitare l’inserimento nella fessura; con unadiscreta pratica è possibile aprirlo e usarlo abbastanza facilmenteanche con una mano sola. L’uso corretto e non corretto dell’attrezzo

è ben evidenziato nel dépliant di istruzioni for-nito e in un esplicito video: Kong - Spot Gipsyon Vimeo http://vimeo.com/2608803

Per concludere il Gipsy ha una storia partico-lare che merita di essere conosciuta: frutto diun’idea del roveretano Rinaldo Riccadonna,l’attrezzo è rimasto per anni noto solo allaristretta cerchia di rocciatori suoi amici, finoalla decisione di renderlo utile (non per se, maper gli altri). Con l’apporto degli amici AlbertoFilippi, Francesco Minutillo, Lucio e GiulianoRigotti, il Gipsy è stato lungamente testato eperfezionato e quindi proposto a varie aziendespecializzate; la Kong ha accettato l’idea e laproposta di Riccadonna immettendo l’attrezzosul mercato. Unico vincolo, posto dal teamall’azienda di Lecco: riservare parte del ricava-to delle vendite a progetti volti all’aiuto e all’in-dipendenza delle popolazioni povere delmondo. Anche questo si può dire sia una novitàassoluta.

Giuliano BressanCentro studi materiali e tecniche

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Size 5: peso 320 g - lunghezza 145 mm -range utilizzo 67 ÷ 142 mm - carico minimogarantito 15 kN

Size 6: peso 485 g - lunghezza 210 mm -range utilizzo 92 ÷ 205 mm - carico minimogarantito 15 kN

Realizzato in lega leggera dall’alluminio, ilGipsy è certificato CE EN 12276 e completa-mente prodotto in Italia.

Il dispositivo, secondo i tecnicidel Centro studi materiali etecniche, rappresenta un’ottimaalternativa ai tradizionali friendusati nell’arrampicata moderna

Dati tecnici

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22 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

A tutte le Sezioni si ricordano le scadenze egli adempimenti inerenti il tesseramento deiSoci CAI.

Chiusura Tesseramento 2011:Il tesseramento per l’anno 2011 chiude inde-rogabilmente il 31 ottobre 2011. Dopo taledata non potranno essere accettate nuoveiscrizioni o rinnovi per l’anno 2011: farà fedela data di invio telematico. Il periodo inter-corrente fra il 1° novembre e il 31 dicembre2011 sarà utilizzato per sanare eventualiposizioni irregolari: a tal fine si pregano leSezioni, nel loro stesso interesse, di collabo-rare fattivamente e tempestivamente conl’Ufficio Sezioni della Sede centrale.

Tesseramento e Quote associative 2012L’Assemblea dei Delegati di Spoleto del 21-22 maggio 2011 ha deliberato le seguentiquote minime di associazione e ammissio-ne al CAI:- Ammissione nuovi Soci € 3,81- Soci Ordinari(inclusi Soci Sezioni Nazionali) € 40,70

- Soci Famigliari € 21,71- Soci Giovani € 15,69- Soci Vitalizi € 17,69

Le suindicate quote minime possono essereincrementate dalle Sezioni secondo le pro-prie esigenze.- Il Socio famigliare deve autocertificare il

nominativo del Socio Ordinario – iscrittoalla stessa Sezione – al quale è legato davincoli famigliari anche di fatto e con cuicoabita.

- Per Socio giovane si intende il minore di

anni diciotto (nati nel 1995 e anni seguenti).- I nuovi Soci hanno diritto di ricevere la tes-

sera, il distintivo, una copia dello Statuto edel Regolamento generale e dell’ordina-mento sezionale (art.12 (II.III.1) comma 2del Regolamento generale).

- L’importo dei contributi annuali, ai sensidell’art.III.2 (13) comma 2 dello Statuto,da prelevarsi sulle quote 2012 e da versarealla Sede centrale per l’attività e i servizierogati a Soci e Sezioni, sono i seguenti:Soci Ordinari(inclusi Soci Sezioni Nazionali) € 28,00Soci Famigliari € 14,31Soci Giovani € 10,68Soci Vitalizi € 16,99

I contributi annuali di cui sopra sono cosìdestinati� Coperture assicurative: soccorso alpino e

speleologico Soci, infortuni Soci in attivitàsociale, Responsabilità civile Soci, T utelalegale Sezioni, Infortuni e Responsabilitàcivile Titolati, Spedizioni Extra Europee;� Stampa Sociale: abbonamento a 12 nume-

ri del mensile”La Rivista” e “Lo Scarpone”on-line; � Fondo stabile pro Rifugi: realizzazione di

interventi straordinari presso i rifugi diproprietà delle Sezioni;� Organizzazione centrale: funzionamento

degli organi centrali, tesseramento infor-matico, spese generali; attività finalizzatedel Corpo nazionale Soccorso alpino espeleologico e degli organi tecnici; contri-buti: Gruppi regionali, Sezioni, manuten-zione ordinaria rifugi, progetti finalizzati;corsi di formazione OTCO e OTTO,manuali e altre pubblicazioni, BibliotecaNazionale, Museo nazionale dellaMontagna e Trento Film Festival, sito webe ufficio stampa; personale.

Agevolazione Soci giovani- Invio gratuito delle pubblicazionisociali per i Soci giovani non familiariche ne facciano espressamente richie-sta.Le Sezioni, al momento della nuova iscrizio-ne o del rinnovo del Socio, debbono verifi-care la condizione della non familiarità edinserire il cod. pubblicazioni 3 sul gestionaletesseramento.

- Quota agevolat a per i Soci giovaniiscritti al Sodalizio ed appartenenti a

famiglie numerose: è prevista a partire dalsecondo Socio giovane appartenente ad unnucleo famigliare e con cui coabita. Il Comitato direttivo centrale ha stabilitoche la quota che il Socio giovane dovrà ver-sare sia di € 9,00 anziché 15,69 (quota mini-ma): di cui € 5,01 saranno versati allaSezione e € 3,99 alla Sede centrale.

Per poter beneficiare della quota agevolataoccorrono che al momento della nuova iscri-zione o rinnovo vi siano le seguenti condi-zioni:- Socio ordinario di riferimento (capo nucleo) . . . (quota intera)

- 1° Socio giovane. . . . . . . . . . . (quota intera)- 2° Socio giovane

e seguenti . . . . . . . . . . . . . (quota agevolata)

Le Sezioni, al momento della nuova iscrizio-ne o del rinnovo del Socio giovane, debbonoverificare le suddette condizioni ed inseriresul “gestionale tesseramento” il legame delSocio ordinario di riferimento (capo nucleo)a tutti i Soci giovani appartenenti alla fami-glia con cui coabitano.La Sede centrale provvederà mensilmenteall’estrazione di tutti i Soci giovani che bene-ficiano della quota agevolata, emettendo alleSezioni nota di credito per i relativi importi.Si precisa che i costi inerenti la quota agevo-lata sono a carico della Sede centrale.

Modalità trasmissione datiTesseramento 2012Il Tesseramento Soci avverrà esclusiva-mente in via telematica; pertanto la tra-smissione in forma cartacea non saràaccettata.

Si ricorda che le nuove iscrizioni al Sodalizioper l’anno 2012 potranno essere effettuate apartire dal 1° novembre 2011. Si sottolineache per i Soci nuovi trasmessi alla Sede cen-trale per il periodo intercorrente tra il 1°novembre e il 31 dicembre 2011 sarà attivaesclusivamente la copertura assicurativa peril Soccorso alpino e speleologico. Dal 1°gen-naio 2012 sarà attiva anche la copertura assi-curativa per gli infortuni in attività sociale.L’efficacia delle nuove iscrizioni e dei rinno-vi, in base all’art.49 (VI.II.1) comma 4 delRegolamento generale del CAI, decorre dalgiorno successivo a quello di trasmissionealla Sede centrale dei nominativi, mediantedocumento avente data certa. In pratica il

EmittenteDirezione – Ufficio SezioniOggetto CHIUSURA TESSERAMENTO2011 e QUOTE 2012DestinatariSezioni e Sottosezioni CAI, Soci CAIDataMilano, 31 agosto 2011FirmatoIl Direttore CAI, Andreina Maggiore

CircolariComunicazioni dalla Sede centrale

Circolare n. 05/2011

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Bibliotecario della Sezione diMilano del Club AlpinoItaliano tra il 1908 e il 1909,storica struttura oggi dedica-

ta a Luigi Gabba, di cui divenne diret-tore, Luigi Brasca (1882-1929), carto-grafo e studioso delle Alpi, è entratonella storia del CAI anche come autoredella Guida dei monti d’Italia dedicata alleAlpi Retiche Occidentali (1911), scritta contaglio moderno, ponendo le basi per la clas-sificazione del grado di difficoltà delleascensioni. Nacque dunque con lui la primaserie della collana che nel 1932 contava 12volumi. Nel 1932, con un volume di AttilioSabbadini dedicato alle Alpi Marittime,ebbe poi inizio la seconda serie, quellaattuale.

A Brasca i soci milanesi vollero dedicareil bel rifugio in V al Codera, memori dellesue molte benemerenze. Lo studiosoaggiunse infatti prestissimo agli interessinei campi matematico ed economico-finan-ziario (era docente e autore di manuali tut-tora in uso) l’amore e la conoscenza delterritorio montano.

Ora alla riscoperta del personaggio edella sua opera si sta dedicando GuidoMazzoleni ([email protected]), geologo, esperto della Valchiavenna,in veste di editor di una riedizione anasta-tica di tre lavori originali di Brasca, ricevu-ti in originale dagli eredi dello studioso ed’imminente pubblicazione.

Si tratta di un’opera di grande respiro (chegode del patrocinio del Club Alpino Italianoconcesso dal Comitato direttivo centrale)poiché mette a confronto, con l’aggiunta diricerche compiute dallo stesso Mazzoleni, ilpaesaggio alpino di circa un secolo fa,osservato dall’insigne studioso, con quelloche ci si presenta oggi.

“L’evoluzione del territorio”, spiegaMazzoleni, socio della Società EscursionistiMilanesi, “risulta evidente sia nelle dinami-

che che si riferiscono alla geografia umana,sia in quelle che si manifestano nei tempisolitamente più lunghi, propri della geomor-fologia: modellamento del paesaggio eriequilibrio dello stesso nei confronti deicambiamenti climatici”.

I tre libri, i cui originali sono conservatinell’archivio della famiglia Brasca presso laBiblioteca civica di Mezzago (Milano),riguardano le montagne di Val San Giacomo(1906, anteprima della guida pubblicata cin-que anni più tardi), il Corno Bianco (1908,resoconti di ascensioni su un gruppo poco asud del Monte Rosa) e i Pizzi del Ferro(1912, saggio di topografia di un grupposullo spartiacque Masino-Bondasca). Glioriginali, scritti in un momento ancora con-dizionato da un’incompleta “uscita” dallafase climatica della “piccola glaciazione”,sono preceduti da una parte introduttivadello stesso Mazzoleni, che riguarda l’evolu-zione geomorfologica dell’ambiente alpino,adottando i tre gruppi montuosi come ter-mini di riferimento. �

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Socio diventa tale dopo che i dati personalisono stati trasmessi dalla Sezione alla Sedecentrale attraverso il tesseramento informa-tico.

ATTENZIONE: tutti i diritti del Soc io,tra cui Stampa sociale, partecipa zionealle attività ma sopr attutto leCoperture Assicurative (Infortuni eSoccorso Alpino e spele ologico) saran-no attivi solo dal momento dell’avvenu-ta effettiva trasmissione dei dati delSocio al database della Sede centrale.

Costo cessione e mancato reso bollini anni precedentiSi ricorda che sia le richieste di bollini anniprecedenti che il mancato reso bollini com-porta l’addebito della sola quota spettanteall’Organizzazione centrale e precisamente:

- Bollini ordinari € 10,33- Bollini famigliari € 4,35- Bollini giovani € 1,05

Si ricorda, altresì, che le richieste di bollinidi qualsiasi anno precedente verranno evaseprevia verifica della disponibilità. Le richie-ste dovranno essere indirizzate a [email protected]

Per informazioni e chiarimenti:Ufficio Sezioni – Patrizia Scomparintel.02/205723210 [email protected] , [email protected].

Il Direttore Dott.ssa Andreina Maggiore

Personalità Luigi Brasca (1882-1929)

Nei suoi scritti la montagna che cambia

Tra i padri della Guida dei monti d’ItaliaCartografo e studioso delle Alpi, Luigi Brasca èl’autore di tre opere ora raccolte da GuidoMazzoleni in un unico volume di prossima pubblica-zione in forma anastatica, dal titolo “Luigi Brasca,monografie storiche. Corno Bianco, Le Montagne diVal San Giacomo, Pizzi del Ferro”, con il patrociniodel Club Alpino Italiano. Autore di un volume sulleAlpi Retiche, Brasca è considerato tra i padri dellaGuida dei monti d’Italia.

L’evoluzione geomorfologicadell’ambiente alpino in trelibri ora raccolti in un unicovolume di prossimapubblicazione

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Concorsi• Giunto alla sua settima edizio-ne, il concorso “Fotografare ilparco” amplia i propri orizzonti,assumendo carattere interna-zionale. Ai tre Parchi nazionalistorici “di montagna” (GranParadiso, Stelvio e Abruzzo,Lazio e Molise) si aggiunge q ilParco francese della V anoise,con il patrocinio di Alparc/Retedelle Aree Protette Alpine e delMuseo delle Scienze di Trento.Fotografie in formato digitale escheda dovranno essere spediteo consegnate a mano, entro il30 novembre, a: Consorzio delParco Nazionale dello Stelvio,via De Simoni 42, 23032Bormio. Il regolamento e lascheda di partecipazione sonodisponibili sul sito www .foto-grafareilparco.it

Scalate� Nuova via sul monteDisgrazia, la vetta di 3483 metri a

cavallo tra V almasino eValmalenco. Si chiama “149°” edè stata aperta da Michele Comi,Luca Maspes, Stefano Mogaveroe Popi Miotti sull’anticima orien-tale. La salita conta un dislivellodi 680 metri e uno sviluppo dicirca 800 metri. La scalata si èsvolta per lo più su roccia buona

con difficoltà massime attornoal VII-. “L’idea dell’ascensione èsorta preparando il volume illu-strativo sul Monte Disgrazia”, haraccontato Comi, “che sarà unadelle diverse iniziative studiateper celebrare il 150° anniversa-rio della prima salita alla monta-gna compiuta nel 1862 dagli

inglesi Edward Shirley Kennedy,Leslie Stephen e Thomas Coxcon la guida svizzera MelchiorAnderegg”.

Sviluppo � Modellata dai ghiaccidell’Adamello, la Val Cavallina siallunga in direzione nord-est per30 km tra la pianura bergama-sca e il lago di Endine, a nordest di Bergamo. Ora questa valleprealpina, sottoposta alla pres-sione urbanistica delle vicinearee di pianura e forse anche auna crisi di identità, può ridise-gnare il suo futuro grazie al PIA(Progetto integrato d’area, unprogetto pilota nell’ambito delProgramma operativo regionalecompetitività 2007/2013 - Fondoeuropeo di sviluppo regionale).Il progetto “La V al Cavallina: ilritorno alla natura come chiavedello sviluppo” contribuirà alrecupero di memorie e saperilocali.

Triangolo�Le sezioni CAI di Ovada, Asti eCasale Monferrato hanno soste-nuto e condiviso il viaggio apiedi di Riccardo Carnovalini traGenova, Torino e Milano,“GeMiTo”, compiutosi dal 25aprile al 2 giugno 2010. A distan-za di un anno un documentariodi 82 minuti in 16:9 racconta l’in-teressante cammino lungo l’extriangolo industriale, Info:www.gemito.movimentolento.it

IMS � Dopo il successo delle primedue edizioni, l’InternationalMountain Summit (IMS) presen-ta nuovamente tra il 22 e il 30ottobre a Bressanone il mondodella montagna nelle sue molte-plici sfaccettature. JosuneBereziartu (ESP), Marko Prezelj(SLO) Chris Sharma (USA),Alexander Huber (DE), ThomasHuber (DE), Dean Potter (USA),Adam Ondra (CZ), StefanGlowacz (DE), Reinhold Mess-ner (IT), Beat Kammerlander

Alla montagna si devesempre dare del lei, rac-comandavano i nostri

vecchi. Ma rivedendo questafoto del 1958 sembra che qual-che volta la montagna ci vengaincontro con il suo volto piùamichevole. Le condizioni cli-matiche quell’anno erano parti-colarissime e il termometroaveva fatto un balzo in su unpo’ come nell’estate appena tra-scorsa che ha registrato lo zerotermico a 4500 metri di quota.La giornata in cui l’immagine fuscattata era quasi autunnale,eppure Ezio Capello ([email protected]) e FedericoDemaestri (da sinistra) si

mostrano in perfetto e “balneare” relax. Sono le ore 11.30 del 18 settembre, la vetta è quella delLyskamm occidentale (4448 m). I due alpinisti, entrambi del CAI-UGET di T orino, hanno appena risa-lito lo sperone sud (Via Ravelli). Sono entrambi esperti e Capello si rivelerà qualche anno dopo ungrande amico della montagna scrivendo libri come “I racconti dei guardaparco” che in questi giorniviene riproposto in un’edizione speciale riservata ai ragazzi. Molto meno amica, tanto per restare inargomento, si era mostrata la stessa montagna quattro anni prima in agosto, quando il milanese DinoBollardi e il torinese Bruno Gianoglio vi trovarono la morte precipitando a causa del vento che sof-fiava a oltre 100 km/h. I loro corpi non sono mai stati ritrovati.

MondomontagnaEchi e notizie

Quando lo zero termico sale

Due donne sicuramente d’eccezione si sono distintel’estate scorsa sullo scenario delle grandi montagne.Angela Merkel, cancelliera tedesca, ha suscitato

l’ammirazione delle guide alpine di Solda, in Alto Adige. Nellecamminate insieme con il marito, Joachim Sauer, si è rivelatainstancabile ed è stata spesso accompagnata da OlafReinstadler e dal prete alpinista Josef Hurton. Di lingua tedescaè anche l’altra protagonista dell’estate, Gerlinde Kaltenbrunnenche ha raggiunto la cima del K2 nonché il traguardo dei 14ottomila, saliti tutti senza bombole di ossigeno. E’ la primadonna al mondo ad aver compiuto l’impresa. Poco dopo di leisono arrivati in cima anche gli altri tre compagni: il polaccoDarek Zalusski, e i kazaki Maxhut Zhumayev e Vassily Pivtsov,questi ultimi completando a loro volta la corsa alle montagne piùalte della terra senza ossigeno.

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Angela e Gerlinde, che grinta!

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(A), Simon Gietl (I) und RogerSchäli (CH), sono i personaggiche racconteranno con visionimultimediali le loro esperienze.Informazioni su www.IMS.bz

Pulizie� Sono circa 8000 i chili diimmondizia raccolti dalla cam-pagna “Keep Karakorum Clean”che da giugno opera sul ghiac-

ciaio del Baltoro e ai diversicampi base delle montagne, finoa spingersi ai 7.800 metri delcampo 4 del Gashebrum II.

L’iniziativa è promossa dalComitato EvK2Cnr nell’ambitodi Seed (Social EconomicEnviromental Development), ilvasto progetto di cooperazionenato a seguito dell’accordo diconversione del Debito firmatotra Italia e Pakistan. �

a

Si è costituito in seno a Confcommercio Lecco ilGruppo gestori rifugi, una categoria cui fanno capocirca trenta rifugi alpini distribuiti sull’area montana

della provincia. Il consiglio del gruppo ha scelto i suoi rap-presentanti per il 2011-2016: presidente Elena Sangalli, con-siglieri Flavio Spazzadeschi, Elisa Nogara, Daniela Magni,Serena Sironi, Walter Esposito e Claudio Prada.

“I rifugi alpini svolgono un ruolo essenziale per la valorizza-zione e la fruizione della montagna lombarda”, ha commen-tato Peppino Ciresa, presidente di Confcommercio, “e rap-presentano un fattore di forte attrazione turistica. Infatti airifugisti e alle strutture alpine viene attribuito da tempo unruolo chiave per lo sviluppo sostenibile del turismo montano,un movimento culturale chiamato a conciliare le esigenze diconservazione e tutela dell’ambiente con quelle di crescitadelle attività turistiche.

“Come Confcommercio riteniamo necessario prevedereuna politica di sviluppo delle attività turistiche, nel quadro diuna strategia complessiva che vede nei rifugi alpini un puntodi riferimento essenziale per tutti i turisti che in tendono avereun rapporto attivo e propositivo con la montagna”.

Lecco, nasce il Gruppo rifugi

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Secondo atto, per Hervé Barmasse, della trilogia“The North Face® Exploring The Alps”: Il 1°agosto l’alpinista di Valtournenche e gli scalatori

spagnoli Iker ed Eneko Pou hanno aperto una nuovavia lungo il versante italiano del Monte Bianco. La cimaè stata raggiunta scalando la parete sud nella zona delFreney, in piena autonomia e senza tasselli. Dopo unanotte al rifugio Monzino (2590 metri) e un altro stop alBivacco Eccles (3850 m), i tre climber si sono accam-pati lungo il versante di Courmayeur a quota 4765metri, dove la temperatura è scesa fino a -10 °C.Complessivamente, Hervè, Iker ed Eneko hanno accu-mulato un dislivello positivo di 3300 metri, dai piedi delgruppo Brouillard fino al tetto d’Europa, e sono poi ridi-scesi dal lato francese, raggiungendo Chamonix dopoaver affrontato 380 metri di parete rocciosa.

“È stata un’ascensione”, spiega Brmasse, “che pro-segue in chiave moderna la filosofia e l’etica di WalterBonatti. Adesso che la solitudine degli Ottomila è statasquarciata dai satelliti, è tempo di tornare alle Alpi, diriscoprirle le grandi vie classiche”. La prima esperienzain primavera (LS 6/2011) è stata fatta da Barmasse insolitaria su un’inviolata via al Cervino lungo la via chesale dritta al Picco Muzio. È stato deciso che sul MonteRosa si consumi la terza parte della trilogia.

Hervé, trilogia nelle Alpi

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Ha provato una comprensibile com-mozione Fulvio Aurora, custodedel rifugio Brioschi a 2400 metri invetta al Grignone, quando il 1° gen-

naio ha lasciato ad Alex il testimone. Pochigiorni prima, per Natale, su questi duedecenni passati lassù fra le nuvole è uscitain libreria fresca di stampa per i tipi dell’e-ditore Bellavite una sua appassion antetestimonianza intitolata “V ent’anni inGrigna” (112 pagine, 13 euro). “Il rifugioprima di essere il luogo dove si preparanoe si servono minestre e polente e si allog-giano escursionisti e alpinisti”, spiegaAurora, “è un luogo di incontro e di rela-zioni, per questo mi sono venute in mentenell’ultima discesa le persone con cui si èfatto un pezzo di strada e che ci hannolasciato. E tutti coloro che si possono rag-gruppare con il termine di volontari, chesalgono al Brioschi portando qualcosanello zaino oppure intenzionati a dare unamano in qualsiasi modo”.

“Nel leggere queste pagine”, ha scrittonella prefazione Carlo Lucioni, che dellastorica capanna del CAI Milano è da una

vita l’ispettore, incarico ereditato dalpadre, “ho ritrovato molto di quanto ho vis-suto frequentando il rifugio. La prima voltache sono salito non avevo ancora diecianni. E ancora oggi provo stupore quando,salendo per l’ennesima volta, sempre qual-cosa di nuovo, come un colore del cieloinaspettato, mi colpisce”.

“Rimpianti? Nessuno per ora”, dice cate-gorico il vecchio rifugista. “Mi alzerò anco-ra presto per andare in montagna, ma nonsarà perché ‘lo devo far per aprire il rifugioportando i viveri che servono per distri-buire i pasti. Non ho mai smesso di andaresu altre montagne, ma questo in vent’anni èavvenuto poche volte e per periodi limitati.Ora lo potrò fare più spesso, potrò salire sualcune vette che di continuo vedevo dallacima della Grigna, cinque metri sotto laquale è stato costruito sin dal 1895 il rifu-gio Brioschi. Appagherò finalmente la miacuriosità”.

“Al rifugio, come racconto nel libro, cisono andato un giorno per puro caso”,spiega Aurora, “e ci sono rimasto vent’an-ni! In un rifugio si fa di tutto, non solo siprepara da mangiare o si serve a tavola,soprattutto si fanno e si sviluppano amici-zie. Per questo ho voluto raccontare le miesensazioni e la mia storia. La testimonian-za di un periodo vissuto intensamente, congioia e con fatica. Il libro non me lo faràdimenticare. Non solo, ma non lo dimenti-cheranno gli amici che l’hanno frequenta-to: qualcuno lo ha già letto velocemente esi è riconosciuto”.

Prima di salire per l’ultima volta al rifugiocome gestore, Aurora è passato in sezione,in via Silvio Pellico, per rinnovare l’iscri-

zione. E’ il suo cinquantesimo bollino delCAI. La sua speranza è “che il libro servaanche a chi mai è salito in Grigna, chi maiè stato in un rifugio; a chi mai ha pensato alservizio che un rifugio rende alla comunità,vorrei dire alla sua necessità. A chi, nonultimo, ha responsabilità amministrative epolitiche: perchè non faccia mancare alBrioschi, come a tutti gli altri rifugi di mon-tagna, i finanziamenti per la manutenzione,gli adeguamenti normativi, i trasporti”.Anche per questo la testimonianza diAurora, che è anche giornalista professio-nista, rappresenta una testimonianza digrande valore: perché racconta in modoineccepibile “dall’interno” che cosa signifi-chi gestire un rifugio coinvolgendo deivolontari, curando l’accoglienza e facendoquadrare i conti.

Fra tanti ricordi non potrà mai rimuoverequello del giorno più lungo, il 26 gennaiodel 1991. Quel sabato è iniziato prima del-l’alba ed è finito la settimana successiva.Sette giorni di bufera di neve, con raffichedi vento a più di 80 chilometri orari.L’avevano prevista, ma quando è arrivataper davvero, la perturbazione atlantica si èpresentata ben peggio di come stava scrit-ta nei bollettini meteorologici: in pienanotte è cominciata a soffiare un’aria fred-da, alle prime luci le nuvole si sono fattesempre più basse e cupe. In un attimo nonsi è più visto niente, un nebbione e poi fru-state di neve ghiacciata e folate gelide e unvento che sibilava lugubre contro il rifugio.In quattro ore il Brioschi si è tutto copertodi ghiaccio, con la neve alta fino al tetto.Non se l’aspettava così, l’Aurora, ed è rima-sto isolato per una settimana intera, senzapoter uscire, senza poter vedere nessuno.All’interno, due stufe accese: in una legna,nell’altra badilate di carbone e, soprattutto,pala in mano per riuscire almeno a liberarela porta, qualche metro intorno e magarianche le finestre. �

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Ha ceduto il testimone alnuovo gestore della Brioschi.I suoi ricordi affidati allepagine di un libro con lapresentazione di Carlo Lucioniche da una vita è l’ispettoredella celebre capanna in vettaalla Grigna settentrionale

Vent’anni in Grigna

Personaggi Fulvio Aurora

Un ambiente fantasmagoricoSul crestone innevato che conduce al rifugio, FulvioAurora, milanese, classe 1942, 50 bollini del CAI,compie una delle sue innumerevoli salite invernali.L’ambiente è di fantasmagorica bellezza, modulatodal vento, spesso insidioso: sulla parte più impe-gnativa è stata installata una corda fissa donata daMarco Anghileri, che funge da segnavia. Il dislivel-lo, oltre mille metri lungo il cosiddetto “muro delpianto”, impone un buon allenamento. “Occorre proprio una gran bufera di neve, neve fre-sca da battere, freddo e vento per impedire chequalcuno salga”, spiega Aurora che per vent’anni èstato il gestore della storica capanna del CAIMilano sulla vetta della Grigna settentrionale.

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Come preannunciato il mese scorso, questa volta esami-niamo i tratti più problematici della rete sentieristicasulla base dell’esperienza da noi maturata durante la tra-versata delle Alpi. Nella precedente puntata abbiamo

analizzato l’ottima segnaletica della V alle d’Aosta e abbiamonotato che gli svizzeri in questa materia fanno scuola. Ma l’arcoalpino è molto ampio e variano le competenze territoriali. I sen-tieri attraversano comuni, province, regioni e stati diversi. Così,quando un sentiero nasce in un territorio e passa o termina inun altro, si possono verificare problemi di gestione: è capitatodi iniziare un percorso in una valle in mezzo all’erba alta, malsegnalato su un terreno poco agevole e a rischio, per poi termi-narlo in un’altra valle lungo un itinerario ben visibile e pulito.

La manutenzione dei sentieri: è questo uno dei punti princi-pali. Spesso varia parecchio: si passa da tratti che rappresen-tano quasi delle strade, a lunghi passaggi ricoperti da una foltavegetazione di spine, ortiche e quant’altro costituisce ostacoloalla marcia. Eppure si tratta spesso di sentieri che sulla cartasono segnati come facilmente percorribili.

Ci sono zone dove la segnaletica è scarsa o poco curata.Oppure è posizionata in punti poco chiari. Abbiamo notato,anche se può sembrare strano, come l’utilizzo di pali rotondinella segnaletica verticale possa aiutare: grazie alla sua forma,il relativo cartello lo si può far ruotare con precisione millime-trica per indicare correttamente la direzione. La segnaletica,poi, non è necessariamente standard. Tutti conosciamo il clas-sico segnavia CAI rosso-bianco-rosso, al quale si contrappon-gono facilmente una serie di simbologie locali che vanno inter-pretate acquistando una cartina del posto.

In alcune zone abbiamo trovato anche segnavia dai coloriimprobabili, e anche la simbologia risultava di difficile inter-pretazione. Quale significato potevano avere sigle come T19,U24, C19, P20? Non è necessariamente un fattore negativoampliare la segnaletica, ma prima di crearne una nuova nonsarebbe meglio mantenere in perfetto stato quella CAI nota atutti?

Va precisato comunque che la situazione non è così tragicacome potrebbe sembrare: i punti “critici” della nostra traver-sata delle Alpi sono stati una minoranza. Un altro fattore èsicuramente, come abbiamo già accennato, la vastità del terre-no. Sentieri a lungo raggio come l’Alta V ia dei Monti Liguri (AVML ) o la più lunga Via Alpina (2600 e rotti chilometri) risen-tono dell’eccessiva lunghezza che contribuisce a rendere fram-mentaria la manutenzione: lo stesso sentiero, da un’ottimasegnaletica, può passare a indicazioni inadeguate.

Come provare a migliorare la rete escursionistica? Qualcunodice che il continuo camminare sui sentieri contribuisce amantenere viva la traccia in modo che non scompaia alla vista,e quindi è anche compito dell’escursionista contribuire allamanutenzione.

Ugo Ghilardi e Manuel Ardenghi(2 – fine)

Testimonianze In cammino con Ugo e Manuel (2)

Dopo la grande traversata delle Alpi, untest lungo 1800 chilometri, i due amicipassano in rassegna alcuni aspetti negatividella sentieristica

Sentieri sotto la lente

Manutenzionescarsa,segnaleticaimprobabileUn sentiero non troppocurato ostacola la marciadegli escursionisti (quisotto). Nelle altre dueimmagini esempi disegnaletica nonconvenzionale e disegnaletica rischiosamente“mobile”, che possonocostituire problemi seri.Anche la manutenzione,notano Ugo e Manuel,lascia spesso a desiderare.

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Esperienze Il diabete giovanile curato con il trekking

La Provincia di Alessandria, in collabo-razione con la Sezione di T ortona delClub Alpino Italiano e con laProtezione civile di Pontecurone, sta

portando avanti un originale progetto per lacura del diabete di tipo 1, Diabtrekking, così èstato battezzato, ora alla seconda edizione.Quest’anno i ragazzi diabetici hanno percorsouna delle tante vie del sale che attraversanol’Appennino Ligure/Piemontese da ArquataScrivia ad Arenano: circa 60 km in tre giorni,dal 2 al 4 giugno, con 2000 metri di dislivello,punto più alto il Monte delle Figne (1172 m) alcentro del parco naturale Capanne diMarcarolo, zona importante dal punto di vistapaesaggistico e storico/culturale, per prose-guire verso il Monte Faiallo (1138 m) e scen-dere quindi verso il mare, ad Arenzano.

La pratica regolare dell’esercizio fisico èparte integrante della terapia del diabete, e inparticolare nel diabete mellito tipo 1 (DM1): insieme con la terapiainsulinica e l’alimentazione fa parte della triade terapeutica conside-rata fondamentale. Non a caso l’esperienza aveva l’obbiettivo didimostrare che il cammino in montagna è in grado di indurre unsignificativo miglioramento del compenso glicometabolico, oltre auna riduzione delle dosi insuliniche in soggetti adolescenti/adulti dia-betici.

All’evento organizzato da JADA (Associazione giovani diabeticiAlessandria), hanno partecipato 15 ragazzi con diabete tipo 1, di etàcompresa tra 16 e 25 anni, provenienti da varie province delPiemonte. Con loro hanno camminato Marco Peruffo (che nella suacarriera alpinistica ha salito tra l’altro la cima himalayana del ChoOyu (8201m) e Paolo Cristofoletti, entrambi atleti dell’associazioneADIQ (Alpinisti diabetici In quota) di cui ha ampiamente riferito in unservizio speciale Lo Scarpone (febbraio 2007, pag. 18, 19, 20).

Più della metà dei partecipanti praticava terapia insulinica median-te microinfusore, mentre gli altri adottavano terapia insulinica dainiezioni multiple. Prima del trekking sono stati invitati ad allenarsiregolarmente con camminate, corse leggere o bicicletta, in previsio-ne del prolungato impegno fisico, circa 20 km al giorno per tre giorniconsecutivi. Il giorno precedente la partenza hanno ridotto di circa il20% l’apporto dell’insulina basale, tenuto conto che nel soggetto nor-male, già pochi minuti dopo l’inizio di un’attività fisica, i livelli di insu-lina circolante si riducono, mentre viene attivata la produzione di glu-cosio dal fegato, in modo da evitare il brusco abbassamento della gli-cemia, mantenendo anzi la stessa su livelli costanti anche dopo untipo di attività protratta nel tempo.

Nel diabetico tipo 1 i livelli di insulina circolante dipendono solodalla quantità iniettata, ed ecco quindi la capacità del paziente diadattare la dose in funzione dell’impegno fisico e anche dell’apportoalimentare, in modo da evitare il rischio di ipoglicemia. I ragazzi del

Diabtrekking hanno quindi acquisito queste abilità tramite il frequen-te autocontrollo glicemico e l’autogestione della terapia insulinica edell’apporto di carboidrati semplici e complessi, al fine di sostituirsial mancato automatismo della funzione pancreatica. Durante il trek-king il fabbisogno insulinico del gruppo si è ridotto del 40-60% in rap-porto a un’alimentazione praticamente libera, con possibilità di assu-mere zuccheri semplici (cioccolato, marmellata, succhi di frutta),solitamente proibiti al diabetico, anche come integrazione energeticadurante un prolungato impegno fisico come la camminata in monta-gna. Gli episodi ipoglicemici, più frequenti nella prima giornata, sisono ridotti nei giorni successivi per merito dei frequenti controlli(prima, durante e dopo l’attività), e della corretta gestione di alcunevariabili come il dosaggio insulinico in rapporto all’assunzione calo-rica, il tempo trascorso tra la somministrazione insulinica e l’attivitàfisica (timing) al fine di evitare insufficiente o eccessiva insulinizza-zione e in ultimo, l’aumentata sensibilità insulinica e quindi la ridu-zione del suo fabbisogno anche nelle ore o giorni successivi alla atti-vità sportiva specialmente se, come in questo caso, di tipo aerobico.

In accordo con le Linee guida elaborate dall’ADA (AmericanDiabetes Association) e adottate dall’ANIAD (Associazione naziona-le Italiana atleti diabetici), possiamo affermare quindi che la capaci-tà di adeguare il regime terapeutico (insulina e alimentazione) all’e-sercizio fisico regolare e costante rappresenta una importante strate-gia per la gestione del diabete tipo 1, senza trascurare i vantaggi sulpiano psicosociale, quali miglioramento dell’autostima, riduzione deilivelli di ansia e depressione, consapevolezza di essere in grado digestire autonomamente la propria condizione e una maggiore socia-lizzazione, che aiutano a superare le difficoltà di convivere con unamalattia cronica come il diabete.

Franco Fontana, pediatra specialista nella terapia del diabeteGiulio Salini AAG Sezione di Tortona

I ragazzi impegnati nelprogetto Diabtrekking hannopercorso una delle tante “viedel sale” che attraversanol’Appennino Ligure/Piemontese

Qui accanto e sotto il gruppo deiragazzi piemontesi che hannopartecipato con Marco Peruffo ePaolo Cristofoletti, entrambidell’associazione ADIQ,all’esperienza del Diabtrekking.Sotto a sinistra Peruffo, l’alpinistadiabetico vicentino salito nel 2002 invetta al Cho Oyu senza bombole diossigeno, fotografato con CandidoCannavò (a destra), illustregiornalista e scrittore, durante unapuntata della trasmissione di BrunoVespa “Porta a porta”.

Com’è dolce la via del sale

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In occasione dell’VIII GiornataNazionale del Trekking Urbano Bolognapropone per l’ultimo fine settimana diottobre un ricco calendario di itinerari

tematici alla scoperta della città e invitaturisti e cittadini a partecipare. Quest’annooltre 30 i percorsi, replicati per un totale diquasi 70 visite, articolati in 3 giornate, dal29 al 31/10. La Sezione CAI Mario Fantin diBologna partecipa al ricco programma diescursioni, promuovendo un sempre piùricco, consapevole e rinnovato rapporto trala città, il suo fiume e le sue colline, tra pae-

saggio urbano e naturale. Un invito rivoltoa tutti i soci, in particolare a quelli prove-nienti dalle altre città e regioni, che saran-no guidati alla scoperta di una insospettabi-le Bologna città d’acqua, nel verde dentro efuori porta, ai piedi ed in cima alle torri,sugli scenari di eventi di storia antica orecente o al ritmo di versi di poesia: unmodo nuovo per conoscere e promuoverela città e il suo territorio, lontano dai ritmifrenetici del turismo mordi e fuggi. Passodopo passo si ha modo di riscoprire monu-menti già famosi con un gusto tutto nuovo

e addentrarsi negli angoli più nascosti edintriganti.

Il CAI, insieme alla Consulta perl’Escursionismo, propone nell’ambito delcalendario una decina di itinerari. Per i det-tagli, il programma completo e le offerteturistiche connesse all’iniziativa visitate ilsito www.bolognawelcome.it o scrivete [email protected] gratuita con prenotazioneobbligatoria a partire dal 19/10, e per lesezioni CAI è previsto un accesso prefe-renziale.

Milano Una torbida storiaSono le 4 del mattino del 23 febbraio 2010 : una immensa, deva-

stante “marea nera” sta iniziando a muoversi lungo il corso delfiume Lambro. Dalle cisterne di una raffineria di V illasanta diMonza trae origine un disastro ambientale che col passare delleore si fa sempre più impressionante. È passato oltre un anno daldisastro e il fiume in che condizioni è? Quanta parte di idrocar-buri è rimasta ancorata al fondo? Di questa torbida storia siparla venerdì 28 ottobre alle ore 21 alla Società EscursionistiMilanesi ripercorrerendone le tappe assieme a Nadia Chinaglia,esperta di acque della Regione Lombardia e già in passato gradi-ta ospite della Commissione scientifica culturale della SEM.

Amatrice (RI) I 1000 sul GorzanoLa Sezione CAI di Amatrice (RI) ha organizzato in luglio, nel-

l’ambito delle manifestazioni dedicate ai 150 anni dell’Unitàd’Italia, “La Spedizione dei Mille sul Gorzano”, la vetta più altadel Lazio ( 2455 m). Più di 150 escursionisti sono saliti in vettalungo tre diverse vie contrassegnate con il bianco, rosso e verdedel Tricolore a seconda del grado di difficoltà alpinistica. Circa1100 i metri di dislivello per le tre “cordate” che in vetta hannointonato l’Inno di Mameli. L’evento ha visto anche la partecipa-zione e la collaborazione del gruppo Associazione nazionale alpi-ni di Amatrice e dell’associazione locale Laga Insieme. Il ricava-to è stato devoluto alla Fondazione RA VA per aiutare l’ospedalepediatrico di Haiti.

Varallo Alle origini del Club alpino La Commissione scientifica della storica Sezione di Varallo e l’asso-

ciazione culturale Zeisciu organizzano sabato 22 ottobre a V aralloSesia, nella Sala congressi del Palazzo D’Adda, il convegno “Alle ori-gini del Club alpino, un progetto integrato di politica, progresso,scienza e montagna”. La sessione mattutina prevede dalle ore 10 lerelazioni di Matia Sella (Quintino sella e Costantino Perazzi.Alpinismo, scienza e cultura strumenti formativi della nuovaNazione), Giuseppe Sitzia (Costantino Perazzi. Il suo contributo allanascita del Club Alpino Italiano nelle lettere di Quintino Sella), PierPaolo Viazzo (Storia e storiografia dell’alpinismo in V alsesia: conti-

nuità e mutamento); nel pomeriggio (ore 14) i relatori sarannoEdoardo Dellarole (Giulio Axerio, uno dei protagonisti meno notidello sviluppo industriale nei primi anni unitari), Riccardo Cerri(George Montefiore Levi, un imprenditore e filantropo anglo-belgatra i fondatori del Club alpino), Roberto Fantoni, Riccardo Cerri,Edoardo Dellarole, Alberto Verzellino (Pietro Calderini, CarloMontanaro e la fondazione della succursale di V arallo del Club alpi-no), Gabriele Federici (Gioachino Tosca di Castellazzo. La costruzio-ne del sapere tra scienza, montagna e arte), Roberto Fantoni(Giovanni Gnifetti e Antonio Carestia: un alpinista sul Monte Rosa eun botanico sul Corno Bianco).

Castelfranco Veneto La voce dei monti Il gruppo naturalistico Le T racce di Castelfranco Veneto orga-

nizza “La voce dei monti, XXII Edizione Proiezione Diapositive”presso lo Spazio Girasole a T reville di Castelfranco Veneto,

QUICAIAttività, idee, proposte

Con il Club alpino alla scoperta della città

Concorso fotografico

Omaggio a Rigoni Stern

Il 31 ottobre scadono i termini per il concor so fotografico inomaggio a Mario Rigoni Stern dal tit olo “Arboreto salvatico”(Alberi e boschi delle montagne italiane). Sono ammessi tutti

i processi fotografici, stampe da nega tivo tradizionale o dadiapositiva e le st ampe da sca tti digitali. Non sono ammessifotomontaggi né altr e elaborazioni che possono alter arel’equilibrio grafico dell’immagine, ma sono consen titi filtri eleggere correzioni. Il formato delle stampe deve essere minimo20x30 (max 30x45). Con testualmente alla pr esentazione delleopere dovranno essere forniti, indicando il titolo, anche i loro filessu CD-Rom/DVD, formato 20x30 cm con risoluzione 300 dpi,immagini, tif o jpeg di massima qualità. Al primo classifica toandrà un premio di 600 euro, al secondo di 350 euro, al terzo di150 euro. Il riconoscimen to sarà assegna to dal Comit atoScientifico Veneto Friulano e Giuliano del Club Alpino It aliano(CSVFG) all’autore che avrà ricevuto più voti dai visitatori dellemostre allestite in v arie località (compiler anno una schedapredisposta). Info: www.caicsvfg.it, www.caimirano.it

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30 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

con interventi di Nicola Bonaiti (11/11), Franco Miotto(18/11), Roberto Mantovani (25/11), V ittorino Mason & PieraBiliato (2/12) e V alentina De Marchi (9/12). Inizio serate ore20,45, ingresso libero.

A partire dal 5/10 è in programma anche un corso su“Sciamanesimo - Stati modificati di coscienza e trance”, relatoreDavid Bellatalla (antropologo, scrittore e viaggiatore), 50 euro ilcosto d’iscrizione ai tre incontri che si svolgeranno dalle 20.30alle 22.30 presso la sala conferenze Pacifico Guidolin dellaBiblioteca Comunale di Castelfranco Veneto (minimo 30 parteci-panti). Per informazioni telefonare a V ittorino Mason tel.0423.496114.

San Donà di Piave Scienze della Terra Il Comitato scientifico veneto friulano e giuliano, con la colla-

borazione della Sezione di San Donà di Piave, propone una seriedi incontri su campi specifici del mondo delle scienze della terra.Alla prima serata aperta, il 4/11 alle 20.45 presso il centro cultu-rale “L. da Vinci”, Federico Fanti dell’Università di Bologna par-lerà delle sue esperienze di ricerca e studio su uno dei protago-nisti più suggestivi che hanno solcato la terra, il dinosauro. Nelsecondo e terzo appuntamento lo speologo Sandro Sedran (CAIDolo) spiegherà come l’acqua sia protagonista e come agiscaquando viene lasciata libera e formi l’affascinante mondo ipogeoe come reagisca quando si è voluto imprigionarla, come nel casodel Vajont raccontato da Ugo Scortegagna (geologo, ONC, AE,CSC). Il quarto appuntamento presentato da Cristian Casarotto(Museo delle scienze di T rento, CSC) è dedicato ai ghiacciai.Informazioni e iscrizioni su www .caisandona.it, [email protected]

Valli di Lanzo (TO) Sea climbing meetingSono stati 65 gli scalatori provenienti da Lazio, V eneto,

Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, che si sonocimentati sulle pareti del vallone di Sea, nelle V alli di Lanzo,durante il meeting organizzato in luglio dal Club AlpinoAccademico Italiano, dal Gruppo italiano scrittori di montagna(GISM) e dalla Società arrampicata sportiva Palavela di T orino,per focalizzare l’attenzione su uno dei luoghi simbolo della sto-ria della scalata piemontese, le cui pareti furono scoperte dallafantasia visionaria di Gian Piero Motti, mentre l’esplorazionetoccò a Isidoro Meneghin, Ugo Manera, Gian Carlo Grassi.

In trent’anni su queste rocce si sono cimentati i migliori scala-tori subalpini e oggi alcuni itinerari fanno parte di quel patrimo-nio dell’arrampicata che deve essere preservato da logiche direvisione “plaisir” e che candidano il luogo ad essere una dellepoche riserve di scalata “tradizionale”.

In una gremita sala dell’Albergo Savoia, l’organizzatore MarcoBlatto ha presentato una proiezione sulle origini dell’alpinismotorinese, mentre presso il salone comunale di Cantoira si è svol-to il convegno organizzato dal CAAI e dal GISM. Moderati daEnzo Cardonatti, noto cultore dello sci ripido piemontese, alpi-nista e scrittore del GISM, si sono avvicendati Ugo Manera,Marco Scolaris, Angelo Siri e lo stesso Blatto; è stata assegnatala terza edizione del “Premio d’alpinismo Paolo Armando” adAndrea Giorda, mentre un premio speciale è andato all’instanca-bile Fiorenzo Michelin, esploratore di pareti e montagne delleAlpi Cozie. Il meeting si è concluso con il bouldering, una picco-la gara sullo storico circuito di “Polvere di Stelle”.

Sui passaggi preparati dai tracciatori della SASP-T orino si èimposto in campo maschile il vicentino Alessandro Pesarini di“Montagna Viva”, mentre in campo femminile ha prevalso la gio-vanissima Ilaria Scolaris della SASP-Torino.

Val Zebrù (SO) Cultura in quotaNumerosi eventi culturali hanno caratterizzato la stagione alla

Capanna 5 Alpini, nella parte alta della Val Zebrù a quota 2877 m, aipiedi delle Cime delle Miniere e del Monte Zebrù. I due giovani rifu-gisti bresciani, ricchi di idee, ne sono stati i brillanti artefici. Qualcheesempio? Sabrina Cavallieri di “Hobby di carta” ha insegnato a rea-lizzare un album fotografico; il “Mammut Climbing Contest” ha con-sentito a molti appassionati di cimentarsi con l’arrampicata sullepareti di roccia davanti al rifugio; Giuliani e Davolin hanno letto trebellissimi brani tratti dal libro “Racconti di montagna” curato daDavide Longo, accompagnati da una dolce musica di sottofondo; unseminario è stato dedicato alla pratica dello yoga alla ricerca delbenessere fisico e mentale; infine un corso di fotografia si è svolto insettembre nel Parco nazionale dello Stelvio con Mirko Sotgiu, valen-te fotografo professionista. Il tempo avverso ha purtroppo impeditola serata dedicata alla medicina di montagna, a cura dei dottoriAgazzi e Sileo della Commissione medica del CAI Bergamo.

CAI, si stampi!

Quando le mani profumavano di rocciaUn inserto della bella rivist a “Quota 864” diretta da Paola De

Filippo Roia, or gano ufficiale della Sezione cadorina “L uigiRizzardi” di A uronzo di Cador e (BL), è dedica to alle r accoltedello Scarpone riprodotte in forma anastatica. “Quanta nostalgianel tenerti tr a le mani v ecchio Scarpone! Do vremmo farlo piùspesso”, scrive Glauco Granatelli dal cui ar chivio spunta quasiper incanto un fascicolo del 1961. “Da quel lon tano 1961 sonopassati 50 anni”, scrive Granatelli. “Allora le mani avevano tuttoil profumo della roccia. Ci sono brividi che non si dimen ticano.Ritornano con tutta l’intensità dei giovani anni attraverso le tuepagine. Grazie”.

Regione dolomitica

Un comunicato dei club alpini

In occasione di un incon tro in agost o al P asso Pordoi tra ipresidenti dei Club alpini della r egione dolomitica su v ariargomenti di interesse comune è stato redatto un comunicato

relativo alle pr oblematiche della F ondazione Unesco. “Ilriconoscimento delle Dolomiti pa trimonio dell’umanità”, vi silegge, “aveva aggiunto un import ante motivo di coesione tr a iClub alpini della r egione dolomitica, car atterizzato da incon triper dibattere le comuni tematiche in un’ottica di totale apertura ecollaborazione. Il 27 agost o al Centro Crepaz del CAI al PassoPordoi si è svolto un confronto - da tempo programmato - che hacoinciso con le no tizie provenienti dalla Fondazione Unesco eche i pr esidenti dei Club hanno ritenut o preoccupanti. Ledimissioni del segretario della Fondazione Giovanni Campeolsono state oggetto di attenta valutazione e approfondimento tra ipresidenti dei cinque Club e dei lor o collaboratori. Consapevolidell’impegno già profuso nei due anni di riconoscimento delleDolomiti patrimonio dell’umanità a sostegno delle finalità eobiettivi che l’Unesco richiede e disponibili con le proprie risorseumane e compe tenze alla con tinuità della f ase gestionale, ilClub Alpino Italiano nei suoi Gruppi r egionali del Veneto, FriuliVenezia Giulia e Alto Adige, unitamente alla SAT (Trento) e a AVS(Bolzano) e che rappresentano ben 165.000 soci, auspicano chevenga ripristinata al più pr esto la funzionalità oper ativa dellaFondazione Unesco e che si tragga nuovo impulso al fine dimassimizzare le po tenzialità del riconoscimen to ottenuto afavore e nell’interesse delle popolazioni dolomitiche”.

QUI CAI Attività, idee, proposte

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LO SCARPONE, OTTOBRE 2011 - 31

Trieste Speleoscatto vincente Durante il 22° Convegno nazionale di speleologia tche si è svol-

to a T rieste in giugno, con l’esemplare organizzazione dellaCommissione Grotte “Eugenio Boegan” della Società Alpinadelle Giulie, particolare risalto ha avuto il concorso fotograficovinto dal PhotoTeam di Sandro Sedran della Sezione CAI di Dolo(VE). La giuria ha voluto premiare lo scatto dell’Abisso Degobarnonostante la concorrenza fosse di altissimo livello. Il premio èstato consegnato dal presidente generale Umberto Martini.

Bordighera (SV) Collegamento wi-fi al rifugioIl rifugio Allavena gestito dal CAI di Bordighera ora offre colle-

gamenti Internet a banda larga alla velocità di 2 Mega. Questosistema viaggia su onde radio: funziona grazie a una parabolaspeciale che si va ad agganciare a un ponte radio presente nelpiccolo villaggio di Agaggio Superiore in Valle Argentina.

In Italia è il primo collegamento che utilizza una distanza tra idue ponti radio superiore ai 10 chilometri consentendo di forni-re informazioni in tempo reale ai clienti sulle previsioni deltempo, di controllare email, e di poter fare tutte le normali ope-razioni con Internet.

Val di Fassa (TN) Un secolo all’AntermoiaOltre 150 tra alpinisti e escursionisti sono saliti ai 2.497 m nel

gruppo del Catinaccio per festeggiare con la Società degli alpini-sti tridentini i 100 anni del rifugio Antermoia, gestito da 22 annidalla guida alpina Almo Giambisi. Il presidente della SAT Motterha rivolto un ringraziamento particolare a Giambisi e alla suafamiglia. Sono intervenuti per la Sezione V al di Fassa EvaristoSoraruf, il presidente dell’associazione gestori rifugi EzioAlimonta e, in rappresentanza degli amministratori della V al diFassa, Claudio Bernard, presidente dell’Asuc di Pera.

Lecco Il CAI e i “monti sorgenti”Lecco ha ospitato in maggio la prima edizione di “Monti sor-

genti”, rassegna sul tema montagna, organizzata dalla Sezione diLecco del CAI in collaborazione con il gruppo Ragni dellaGrignetta e la Fondazione “Riccardo Cassin” e con il contributodel Consiglio regionale della Lombardia, della Provincia e delComune di Lecco, con la partecipazione del vicepresidente gene-rale Vincenzo Torti e del presidente regionale Renata V iviani.

Il titolo, di suggestione manzoniana, è un evidente richia-

Museomontagna

Una storia da menu

Al ristorante al Monte dei Cappuccini sono arriv ati i nuovimenu. Insieme con la lista dei cibi, delle bevande e deidolci, viene “servita” ai clienti la storia del CAI Torino al

Monte, dalla costituzione della Vedetta ai nostri giorni. Un messaggio import ante diffuso non solo ai visit atori del

Museomontagna e ai soci, ma anche ai fruit ori occasionali delristorante.

Sci fondo escursionismo

Il 22° Corso / esame per istruttori (ISFE)La Scuola cen trale di scialpinismo (SCS A), su manda to della

Commissione nazionale scuole di alpinismo, scialpinismo earrampicata libera (CNSASA) del Club Alpino It aliano, organizzanel periodo gennaio-maggio 20 12 il 22° Cor so/esame peristruttori di sci di f ondo/escursionismo (ISFE), che sarà dir etto daRoberta De L orenzo (INSFE componen te della SCS A). Conquesto corso la CNSASA intende formare una figura di istruttoreregionale che possa insegnare lo sciescursionismo a prescinderedal tipo di sci con attacco a tallone libero utilizzato. Lapreparazione dovrà essere dunque quella di un istruttore abituatoa muoversi in ambien te innevato con r agionevole sicurezza,capace di condurre un gruppo in gite caratterizzate da dislivello esviluppo tipici dello sciescursionismo.

Il Corso/esame si articola nei seguenti moduli:1. Formazione e verifica dal 3 al 5 febbraio ai Piani dell’Avaro (Bg)

(tecnica di sci di fondo e relativa didattica, neve e valanghe)2. Formazione e verifica il 3 e 4 marzo a Madesimo (So) (tecnica

di sci alpino e relativa didattica, autosoccorso)3. Formazione e verifica dal 29 marzo al 1° aprile a P asso Rolle

(Tn) (topografia e orientamento, conduzione di unaescursione,tecnica di discesa fuoripista, manovre diemergenza su terreno innevato)

4. Formazione e v erifica il 5 e 6 maggio a Ber gamo (culturagenerale, figura e responsabilità dell’Istruttore).

Ogni candidato dovrà presentare la domanda, r edatta suapposito modulo, con trofirmata dal pr esidente di sezione e daldirettore della scuola entro e non oltre il 15 novembre, allegandodue fotografie formato tessera, curriculum sciescur sionistico edidattico (controfirmato su ogni foglio dal direttore della scuola). Ladomanda (più gli allega ti del punto “a” e “b”) do vrà pervenire informa cartacea, a mezzo raccomandata a: Club Alpino Italiano -Sede centrale via P etrella,19 20124 Milano, Segr eteria dellaCommissione Nazionale delle Scuole di Alpinismo, Scialpinismoe Arrampicata libera (all’attenzione di Paolo Veronelli).

Oltre alla copia cartacea ogni candidato dovrà inviare, sempreentro e non oltr e il 15 no vembre, anche una copia ele ttronica(redatta sui moduli predisposti in formato excel) del curriculumsciescursionistico e didattico all’indirizzo: [email protected] ealla Commissione Scuole di Alpinismo, Scialpinismo eArrampicata libera (OTPO) di riferimento.

Ulteriori informazioni su www.cnsasa.it

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mo alla realtà geografica e culturale della città, che ha ospi-tato gli eventi nelle sedi abituali e prestigiose del centro città, deiquartieri periferici e dei dintorni.

All’alpinismo storico sono state dedicate una mostra fotografi-ca su Luigi Castagna (1924-1951), accademico del CAI e tra i fon-datori del gruppo Ragni; una riedizione della mostra fotograficasull’alpinismo lecchese in Patagonia; una serata al teatro dellaSocietà di Lecco per ricordare la prima salita alla Sud del McKinley della spedizione “Città di Lecco” guidata da RiccardoCassin. L’alpinismo di oggi ha trovato espressione nelle fotogra-fie e nei filmati di Andrea Gallo; una mostra fotografica suimonasteri del T ibet, attraverso le splendide immagini diFederico Wilhelm, ha offerto uno spunto di riflessione sul valorespirituale che l’andare in montagna può assumere; un omaggioall’arte è stato reso con “Rocce incise”, una mostra di grafica conle incisioni di tre artisti lecchesi di fama, Giancarlo V itali,Giansisto Gasparini e Bruno Biffi. Hanno completato la rassegnaun pomeriggio letterario con Antonia Sironi, Fabio Palma ePaolo Cognetti, alpinisti e scrittori, che si sono confrontati sullediverse modalità di approccio alla montagna e alla letteratura;una serata musicale con suggestive contaminazioni fra musicaalpina, spiritual e rock; una proiezione di film dalTrentoFilmfestival.

Brescia Geologia e paesaggio in LombardiaAperto a tutti i titolati e ai soci CAI, organizzato dal Comitato

Scientifico Lombardo, il corso si terrà presso l’albergo “DossoAlto” al Passo del Maniva (Alta V al Trompia, Brescia) il 22 e 23ottobre, allo scopo di diffondere la conoscenza del patrimonioculturale geologico lombardo al fine della valorizzazione e dellatutela del territorio montano. Il termine per le iscrizioni è il 20/9per massimo 20 partecipanti; la quota di partecipazione di 40euro comprende materiale didattico, pernottamento, i pasti.

Informazioni ed iscrizioni: Mauro Ferrari (tel. 328 4684062 –[email protected]).

Belluno Cambio della guardiaErnesto Majoni è il nuovo direttore editoriale e redattore della

prestigiosa rivista semestrale “Le Dolomiti bellunesi” di cui sonoeditrici le sezioni di Agordo, Alpago, Auronzo, Belluno, Calalzo,

Cortina d’Ampezzo, Domegge, Feltre, Livinallongo, Longarone,Lorenzago, Lozzo, Pieve di Cadore, San V ito, Sappàda, V alComelico, Val di Zoldo e V igo. Majoni succede, sulla poltronache è stata di Italo Zandonella Callegher , a Loris Santomaso eSergio Sommacal. Direttore responsabile è ora Silvano Cavallet.

Ai colleghi i migliori auguri di buon lavoro dalla redazione delloScarpone.

Valpellice (TO) Tricolore al CAI UGET In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia i Lions del

Club di Luserna San Giovanni-T orre Pellice hanno voluto espri-mere ringraziamento e riconoscenza a tutte le componenti civili,militari e di volontariato per l’attività svolta sul territorio in favo-re della popolazione del Pinerolese e della V alpellice insignen-dole con il Tricolore, con una cerimonia che si è svolta a T orrePellice (TO) in giugno alla presenza di numerose autorità. Il pre-sidente Lion Club Luserna San Giovanni-Torre Pellice Mario Finaha letto il messaggio inviato dal Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano e la motivazione dell’assegnazione: “Per aversempre mantenuto vivo il senso di appartenenza alla montagna,operando con grande professionalità nella tutela dell’ambiente,svolgendo compiti di soccorso e assistenza ad alpinisti, escur-sionisti e verso coloro che si trovano in difficoltà nell’ambiente

Prevenzione

MontagnAmica e Sicura

Il Club Alpino Italiano ha promosso anche durante l’estate unanuova iniziativa di pr evenzione degli inciden ti in ambien temontano denominata “MontagnAmica e Sicur a”, in

collaborazione con il Soccorso alpino, le Guide e tutti gli en ti eassociazioni che con la lor o attività condividono le medesimefinalità. Il nuovo approccio vede l’esperto andare alla ricerca delneofita, fuori dai cor si e dalle a ttività organizzate dal CAI, percomunicare e dimostrare i concetti chiave della prevenzione edella sicurezza. Lo scopo principale è quello di cr earesensibilità, ovvero accrescere la consapevolezza dei rischi e deilimiti personali in tutti i fr equentatori della mon tagna estiva,siano essi escursionisti, escursionisti esperti, frequentatori disentieri attrezzati o di vie ferrate. Le varie iniziative e gli incontrisul territorio sono indicati sul sito www.montagnamicaesicura.it,dove in modo originale sono raffigurate le principali avvertenzeche dovranno contraddistinguere il comport amento degliescursionisti.

Rifugi

Inaugurato il nuovo Gonella

Èstato inaugurato in luglio il nuo vorifugio “Francesco Gonella”(www.rifugiogonella.com) al Dôme

des Aiguilles Grises lungo la via normaleitaliana al Mon te Bianco. L a campagna dilavori era iniziata nel 2006 con ilconsolidamento del terreno. La costruzionepiù antica risale addirittura al 1891.Ravvisata la necessità di una totalericostruzione, che per altro preservasse lastorica capanna del 189 1, le due sezioniproprietarie (CAI Torino e CAI UGET) hannodeliberato di aderire al Programmad’Iniziativa Comunitaria Italia-Francia n.

192 – In terreg IIIA Alco tra, finalizzato alsostegno e al miglior amento dell’offertaturistica in alta quota. La Sezione di Torinoha venduto il rifugio Terzo Alpini peraccantonare i f ondi necessari a coprir e lespese eccedenti i finanziamen ti pubblici.Successivamente, a cur a di en trambe lesezioni, è stata lanciata una sottoscrizione aofferta libera cui hanno aderit o numerosisoci da tutta Italia e che ha fruttato la sommadi circa 20.000 euro. Il nuovo Gonellapresenta un’ampia te rrazza sul la to sud,mentre l’intera parete della sala da pranzo edel soppalco delle camer ate è costituita dauna vetrata panoramica. L’edificio è st atoprogettato per essere il più possibileautonomo dal pun to di vist a energetico. IlGonella, affidato alla gestione di Da videGonella, è ora un rifugio all’avanguardia per

comfort e sostenibilità ambientale, che potràessere di esempio per future realizzazioni.

Il bancomat più alto delle Alpi

Pagare con la carta di credito a oltre 4500metri di altitudine non è più un pr oblema:Biverbanca ha inaugur ato alla CapannaMargherita il Pos più alto del mondo.

I pagamenti elettronici a quote così elevaterappresentano una vera novità nelpanorama del turismo alpino cometestimoniato anche dal f amoso scalatorehimalayano Silvio Mondinelli che ha pr esoparte all’inaugurazione del P os insieme alpresidente della Banca piemontese econsigliere di BMps Alfredo Monaci.

QUI CAI Attività, idee, proposte

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montano.” Motivazione che, come ha detto Giuseppe (Bepi)Pividori, presidente della sezione, “ci spinge a condividere que-sto prestigioso riconoscimento con tutti i colleghi delle altresezioni CAI”.

Trento 11 nuove lapidi ai XII Apostoli

Come avviene da 49 anni, l’ultima domenica di luglio al rifugioFratelli Garbari nel cuore del Brenta il coro della SOSA T hatenuto un concerto in onore dei caduti della montagna.Nell’anfiteatro alla base della cima XII Apostoli si sono daiappuntamento il presidente del coro Andrea Zanotti, il presi-dente della SA T Piergiorgio Motter e quello della SOSA TLuciano Ferrari, gli uomini del Soccorso alpino della Guardia difinanza di Tione e del Soccorso alpino provinciale. Il gestore delrifugio, la guida alpina Aldo Turri, ha collocato 11 nuove lapidi,benedette da don Giorgio Dall’Oglio, in ricordo di Water Nones,Alessandro Avancini, Renzo Zambaldi, Fabio Giacomelli, GigiGiacomelli, Paolo Squeri, Michele Bellini, Paolo Chiti, MarcoGentiletti, Vigilio Molinari e Davide Pinamonti.

Appennino Una stella si è accesa…Una croce in legno campeggia da agosto sulla vetta del

Montino (1392 m), a due passi dal rifugio Oriente, appenasotto il Monte Brusa nell’Appennino settentrionale. Tuttain legno di castagno, rivestita di luci alimentate da unapiccola centrale fotovoltaica, di notte appare come unastella all’orizzonte. Il CAI di Bagnone ha voluto inaugu-rarne in modo solenne la posa con una cerimonia cuihanno partecipato oltre 70 persone, tra cui soci di altresezioni, presente anche il presidente della Sezione CAIdi Pontremoli Fenucci, e molti bambini che hanno per-corso il cammino che da Vico Monterole sale verso ilMonte Federici e poi alle Capanne Matale. Anche donAngelo ha voluto essere presente arrampicandosi sulterreno impervio e celebrando la messa durante laquale ha ricordato gli amici del CAI caduti. Il presiden-te del CAI di Bagnone Lino Guastalli ha infine ricorda-to il forte valore simbolico di questo avvenimentolegato ai 25 anni di vita della sottosezione. �

Succede anche questo. Un paio di scarponi nuovi di zeccaspariscono in un rifugio delle Orobie. Rubati. Non era maiaccaduto prima, a memoria d’alpinista. E ora si è costretti

a constatare che non è la quota, non è l’ambiente naturale intatto,non è l’atmosfera di amicizia e cameratismo che si respira in unrifugio a impedire che venga violato il settimo comandamento.Agli sfortunati Gabriele e Anna del CAI di Pontassieve (Firenze)che hanno denunciato in una lettera il furto ha risposto accoratoPaolo Valoti, in quei giorni presidente della Sezione di Bergamo,proprietaria del rifugio Laghi Gemelli dove si è consumato il reato.

“Innanzi tutto, a nome personale e della Sezione di Bergamo”,scrive Valoti, “vi manifesto sincere scuse e convinta solidarietàper l’inqualificabile episodio che vi è accaduto al rifugio LaghiGemelli in Valle Brembana. Sono profondamente dispiaciuto esinceramente basito per il furto dei vostri nuovi scarponi, un fattoodioso che non deve mai accadere nella nostra ricca società alivello del mare, tanto meno deve succedere quanto più si sale inquota dove ci si equipaggia con l’essenzialità degli a ttrezzi, ci simisura con la sobrietà delle cose utili e per la sicurezza”.

“Rubare è certo uno dei peggiori reati nella nostra società”,prosegue Valoti, “ma diventa in vero crimine quando vienecompiuto nell’ambiente della montagna, uno spazio dovepossiamo ancora fare esperienza dei valori di libertà, gratuità emutuo soccorso, e in particolare nell’atmosfera di un rifugio delClub Alpino Italiano, luoghi dove cerchiamo di offrire occasionidi ospitalità, accoglienza, condivisione e anche buonaeducazione per tutti. Concordo con il vostro invito allosciagurato autore di questo gesto perché non frequenti più ilmondo della montagna e dei rifugi”.

“A voi, cari Gabriele e Anna, autentici amici della montagna”,conclude l’ex presidente della Sezione di Bergamo, “chiedo disuperare questo momento di amarezza e delusione. Recuperatinuovo entusiasmo e scarponi, sarete nostri graditissimi ospiti perritornare a scoprire le nostre belle Alpi Orobie Bergamasche, inparticolare il fascino, il cuore e l’onesto delle Orobie e delle suegenti, che si incontrano ancora lungo lo storico Sentiero delleOrobie e nella genuina accoglienza di tutti i gestori dei rifugi CAIdi Bergamo”.

Società

Gli scarponi rubati

Uno storico ammonimentoFotografata al rifugio Gerli-Porro da Danilo Fullin, scrittore e storico mila-nese, ecco una scritta significativa. Risale al 1931 e ne è autore AngeloManaresi, all’epoca presidente generale del Club Alpino Italiano. “Chi rubain un rifugio prepara un assassinio” sono le parole, ancora oggi condivisi-bili, del rinomato “podestà delle altezze”.

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QUI CAI Vita delle sezioni

MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/01 02.86463516 Fax [email protected] Lu Ma Gv 14-19Me Ve 10-19 Sa e festivi chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca Ma Gv 10-12,30 e 14-19� REGISTRATEVI. Da luglio rac-colta e aggiornamento degli indirizzidi posta elettronica dei soci deside-rano ricevere informazioni tempesti-ve e aggiornate attraverso la news-letter CAIMILANOnews e segnalazio-ni di nuo vi post sul blogCAIMILANOnews attraverso il qualevengono diffuse le informazioni e leiniziative della nostr a Sezione:http://caimilanonews.blogspot.com/� IL CINEMA DI MONT AGNA AMILANO. 21/9 “Grande alpinismosullo schermo” i più bei film vistiall’Orobie film festival 2011 presen-tati non stop a ingresso libero, inizioalle ore 18:30 presso l’Auditoriumdel Centro Culturale S. Fedele in ViaHoepli 3/b; 4-5/10 “Lohar Brandler &Gerhard Baur” r assegna di film inversione italiana dedicata a due pro-tagonisti del cinema tedesco dimontagna del periodo fra il 1960 e il1980, a ingr esso libero presso ilCentro Francescano CulturaleArtistico Rosetum in Via Pisanello 1;progragrammi dettagliati in segrete-ria e su http://caimilanonews.blog-spot.com/� MILANOMONTAGNALIBRI.Giunta alla sua nona edizione, dal11/10 - 13/12 torna l’annuale rasse-gna di conversazioni dedicate ai pro-tagonisti dell’editoria d’alpinismo emontagna; sarà Teresio Valsesia adinaugurare la rassegna con “MonteRosa - La Regina delle Alpi”, marte-dì 11/10 alle ore 18:30, ingressolibero e gratuito, programma detta-gliato su h ttp://caimilanonews.blog-spot.com/� OTTAGONO-SPAZIOMONTA-GNA. 27/9-14/10 Hausberge, espo-ne la pittrice Lucia Donelli; 18/10-5/11 Tra realtà e fantasia, espone ilpittore Massimiliano Z angrande;15/11-2/12 Opere grafiche, espone ilpittore Dimo Kolibarov; 13/12-14/1Alpinismo in vignetta, espone il gra-fico Alberto De Bettin.

� ESCURSIONISMO. 2/10 PizzoZerna (m 2572), Orobie; 9/10 MonteVisolo (m 2369), Or obie; 16/10Monte Teggiolo (m 2385), AlpiLepontine; 23/10 Pizzi di Perlasco(m 1510), Gruppo delle Grigne;30/10 Monte Camoscio (m 1023),Prealpi Ossolane; 6/11 TraversataSpotorno, Varigotti.� ATTIVITÀ GIOVANILIALPES. 22-23/10 Notturna al rifugioRosalba, Gruppo delle Grigne; 13/11Monte Cornizzolo, Triangolo Lariano. FAMILY. 16/10 Campo dei Buoi,Gruppo del Resegone.� SENIORES. Ritrovo in sede ilMartedì dalle 14,30 alle 17; 5/10Monte Timogno (m 2009),Valseriana; 8/10 Parco del Ticino, DaSesto C. a Golasecca; 12/10 Alpe diPartinasca (m 12 10), Val Vigezzo;19/10 Val Formazza, Villaggi Walser;22/10 Parco dell’Adda, Da Paderno aTrezzo; 26/10 Gandria, Monte Bre (m915), Canton Ticino; 28-3 1/10Trekking nelle F oreste Casentinesi;9/11 Torri del Benaco (Gar daBresciano).� SCUOLA NAZIONALE SCI FON-DO ESCURSIONISMO. 3/10 presen-tazione stagione invernale: tradizio-nali corsi per principianti e esperti,sci-escursionismo “experience”; anovembre iniziano le gite di sci difondo: il 7/1 1 presentazione delcalendario.� GINNASTICA PRESCIISTICA. Ilcorso ha inizio il 4/10 al centro spor-tivo Saini: ogni mar e giov. due turnih19-20 e h20-21.

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581Lun 18-20, Mer 18-22,[email protected]: 02/89072380� 36°CORSO SCI FONDO ESCUR-SIONISMO. Rivolto a tutti coloro chevogliono iniziare un’attività sportivasalutare, adatta a persone di qualsia-si età, ed a color o che abbiano fr e-quentato corsi per principianti; 6/10presentazione del corso; 20/10 27/103/11 10/11 lezioni t eoriche; 23/10Uscita a secco; 6/11 Lez. di topogra-fia e prova pratica di ori entamento;13/11 20/11 27/11 3/12 lezioni prati-che sulla neve; 17-18 dicembreWeek End sci f ondo escursionismo;

13/11 Sils Maria; 20/1 1 Silvaplana;27/11 Pontresina; 4/12 St Moritz: 7 -10/12 Livigno; 17-18/12 St Moritz-Zernez; 18/12 Pontresina.� TREKKING. 29/10-1/11 LiguriaAutunno Ligure.� ESCURSIONISMO. 2/10 Lom-bardia Monte Bregagno; 9/10Lombardia Val Camonica; 16/10Liguria Val D’Aveto M. Verruga;23/10 Piemonte Val Curone M. Ebro;12/10 Culturalgastronomica.� MOUNTAIN BIKE. 1/10 Pie-monte Sentieri del Toce.� GINNASTICA PRESCIISTICA.Dal 1/9 sono aperte le Iscrizioni alcorso di ginnastica PresciisticaArena Civica Mart.giov. 18,30-19,35/19,20-20,30, i partecipanti sonocoperti da assicurazione infortuni.

GESAvia Kant 8 - 20151 Milano Mar 21-23 [email protected] www.gesacai.itInformazioni: Ornella 0238008844 Fausta tel. 0238008663 Guido tel. 3391296657� ATTIVITÀ. 9/10 Cima di corteLorenzo mt.1574 (Valgrande) Sentie-ro Attrezzato; 16/10 Castagnata;23/10 Croce di Muggio mt.1799(Bellano) E; 6/11 Monte Alpe (OltrepòPavese) E; 20/1 1 Pranzo Sociale;22/11 26° Concorso FotograficoEmilio Colombo.

GAMVia C.G. Merlo, 320122 Milanotel./fax [email protected] e Giov 21-23� ALPINISMO. 2/10 Pizzo Preso-lana m. 2521 dal passo Presolanadis. 1200 m. or e 4,30 diff . PD+,[email protected] 0289301570(casa).� ESCURSIONISMO. 30/9 - 7/10Trekking a Pantelleria, Giro dell’isolaa piedi e in barca: Montagna Grande(m. 836) lago di V enere-Balata deiTurchi Pale; 16/10 Anello Dervio 200,Camaggiore m. 1180 - San Gerolamom. 1200 disl. 1000 m, diff. E; 29/10-2/11 Trek al mar e delle 5 T erre.Alloggio al rifugio di Manarola, diff.E, Gemma A ssante 3479508354,[email protected]� SERATA IN SEDE. 20/10 proie-

zione di diapositive di viaggio; 8/11presentazione delle attività program-mate per la prossima stagione; scial-pinismo e sci di discesa a comincia-re da S. Ambrogio.

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113(entrata da Via Bramantino, 4)20155 Milano – tel. 339 [email protected] 21,15-23� ESCURSIONISMO. 8-9/10 Rifu-gio F.A.L.C. (2120) tradizionale gitafinale al nostro rifugio; diversi itine-raridi salita e discesa, disl da m1.110 a m 650 diff. E, is crizioni € 2non soci € 4, Giancarlo Motta 0267073992. � FALCHETTINI. 2/10 località dadestinare, iscr. € 5, Stefano Zucali348 2238255, Mao Kovacs 3357508470.� RIFUGIO FALC IN VAL VARRO-NE. Aperto tutti i fine se ttimana,gest. Sergio Piatta, tel 348 3058548,[email protected]� PALESTRA DI ARRAMPICATA.Mar e giov h 19-23, info Carlo Passet335 7150963, [email protected]

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02653842 - Fax. 0262066639C.P. 1166 - 20101 Milano [email protected]. 15-18 gio. 21-23.Segr. e Biblioteca giov. 21-22,30.� GITE SOCIALI. 1/10 Lago diGavirate (VA) nelle Prealpi Lombarde,adatta alle famiglie, 10 km lungo lapista ciclo pedonale del lago diGavirate, diff. T/E; 2/1 0 PresolanaOccidentale (m 252 1) nelle Pr ealpiLombarde, via normale (gr otta deiPagani, passi di II°) cima Oc.le, diff.A (F+) disl. +/- m 1224; 9/1 0Bajedo-Pasturo nel Gruppo dellleGrigne E P anoramica traversata sumulattiere e sentiero, per la chieset-ta a di S.Calime ro. (quota max m1495) diff. E disl. +/- 880 m; 16/10Castagnata in V al Codera (PrealpiLariane) da Novate Mezzola a Codera(m 825) scendendo - lungo il“Tracciolino” - a S. Gior gio e aNovate, diff. E; 23/1 0 In Moun tainbike in Liguria col gruppo “Raggio x

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Raggio” Diff. MTB; 23/1 0 Uscitaescursionistica con meta da definire,con il Corso di Escursionismo “NinoAcquistapace”. Diff. E; 5/1 1“Skiless”, tradizionale uscita a seccodella Scuola di Sci-E scursionismo“A. Popi”, meta da definire, per tutti,diff. E.� FUORIPISTA. 15/11 h. 21 in se-de presentazione ed iscrizioni al IV°Corso di Sci Fuoripista. � PANNELLO DI ARRAMPICATA.Per soci SEM (ed aggregati) secondoil regolamento proprio, mar. 18-21 egiov. 18-23 (fino a dic. 2011).

BOVISIO MASCIAGOVia Venezia, 33 tel. e Fax 0362. 593163Me e Ve 21 - 23www.caibm.it e-mail: [email protected]� ASSEMBLEA STRAORDINARIADEI SOCI. 4/11 rinnovo carichesezionali, ore 21 in seconda conv o-cazione.� CORO. 1/10 ore 21 concerto aCogliate presso la Sa la Polivalente“Carlo Cattaneo”; 15/10 ore 21 ras-segna corale a Bo visio Masciagopresso il teatro La Campanella.� ALPINISMO GIOVANILE. 9/10Castagnata, aperta a tutti i soci.� CORO GIOVANILE. 15/10 sarà o-spite della rassegna corale a Bovisio� PRANZO SOCIALE. Il 23/10 siterrà l’annuale pranzo sociale. Inlocalità Limbiate al “Fogolar Furlan”in via Sabotino. Saranno distribuiti idistintivi d’oro per i Soci 60li:Comelli Piero; Soci 50li: BerettaGiovanni, Vigani Walter; Soci 25 li:Alberti Walter, Lattuada Roberta,Pogliani Maurizio, Rosse tti Giulia,Sala Carlo Antonio.

CARATE BRIANZAVia Cusani, 220048 Carate Brianza (MI)tel/fax [email protected] 21-22,30� ESCURSIONISMO. 9/10 “Mon-tagna, sapori e colori ” – Valtartano(Prealpi Orobiche); 16/10 “Carate trail verde e l’antico” – marcia noncompetitiva organizzata da i“Marciacaratesi” con percorsi di Km7/13/18/25/33/42. Il percorso preve-de l’attraversamento di numerosiparchi, ville e cascine, patrimonio

storico culturale di Ca rate e dellaBrianza. 23/10 “Montagna e ricordi”- Capanna Mara (Prealpi Lombarde)– Santa messa in suffragio� SCUOLA DI ALPINISMO. Per il50° anniversario proseguono ifesteggiamenti, in pr ogramma unlibro, una mostr a fotografica eincontri con alpinisti famosi e corialpini; 14/10 ore 21 Sala Rossa BCCin Via Silvio Pellico a Carate Brianza,Canti di montagna con il coro ANAdi Giussano.

CINISELLO BALSAMOVia G. Marconi, 5020092 Cinisello Balsamo (MI)merc. e ven. 21 - 23Tel. e FAX 02 66594376Mobile 3383708523direzione@caicinisello-balsamo.itwww.caicinisello-balsamo.it� ESCURSIONI. 2/10 Baita Pescio-la (SO); 16/10 Valle di Campo (SO).� INCONTRI CON LA MONT A-GNA. 4 serate di immagini, per so-naggi e cultura di montagna pressola sala dei P aesaggi della VillaGhirlanda-Silva Via Frova 12,Cinisello Balsamo, ingr esso libero;4/11 Sentiero Italia: 6000 km a piedi– l’Italia unita dalla Sar degna aTrieste a cur a di Teresio Valsesia;11/11 Tra scalata e letteratura a curadi Fabio Palma; 18/11 Monte Rosaversante Est: vicende, miti e miste-ri della regina delle Alpi, a cur a diEugenio Pesci; 25/11 DolomitiPatrimonio dell’umanità a cur a delCAI di Cinisello Balsamo.

COLICOVia Campione, 923823 Colico (LC)tel. 0341 [email protected] Ven. 21-22,30tel. rif. Scoggione 034363034� ATTIVITÀ. 27-29/ 9 L ago diGarda, grandi trekking; 2/10 Corni diCanzo 1232 mt, sentiero o via ferra-ta del v enticinquennale; 9/10 PizzoLedù 2503 mt, gita sociale; 23/1 0Chiusura corso alpinismo giovanile. � PUBBLICAZIONI. Ristampato illibro “Colico e il monte Legnone sen-tieri e storia” chi lo v olesse ricevereper posta può mandar e un v agliapostale di € 13 all’indirizzo: CaiColico via Campione 9 23823 Colico,il libro verrà spedito per posta.

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - Corsico (MI)Tel. 02 45101500Fax 02 [email protected] Gio. 21-23� PULLMAN. 16/10 Castelli diBellinzona (Canton Ticino) ZapparoliBurgazzi 339 8828946; 13/11 Deiva– Moneglia (SP) esc Casè 0236512166 D’Ilio 02 454101500. � ESCURSIONISMO. 2/10 V. Co-dera (Valchiavenna) mp D’Ilio; 5/10Rif. Como (Mesolcina) mp Concar di0248402472; 9/10 Sentiero delFiume (V. Meria - LC) mp Casè(sostituisce Parco Beigua) ; 19/1 0Dervio – Colico (Alto L ario) trenoConcardi; 30/10 V. Graines (Vald’Ayas) mp Concar di; 6/11 Castellodi Torrechiara (PR) mp Verderio 339

2449039; 9/11 V. Artogna (Val Sesia)mp Concardi; 16/11 Cresta Giumenta(LC) treno Concardi; 20/11 M. Fenera(Val Sesia) mp Concardi. � CORSO NORDIC WALKING. 22-23/10 D’Ilio. � PIANETA TERRA. Incontri conproiezioni; 7/10 Quell’estate del 2011trek estivi sezionali e presentazioneattività invernali h21 in Sede; 21/10Sud Malawi, Mozambico, SudTanzania, viaggio nell’Africa Australe(Angelo Franchi) h21 Sala La Piantavia Leopardi 7; 4/11 I parchi del SudOvest USA, il F ar West americano(Piergiorgio Barbieri) h21 in Sede. � VERBALI CONSIGLIO DIRETTI-VO. A disposizione in Segreteria. � CONCORSO FOTOGRAFICO. “Lemontagne nella storia degli italiani”,in collaborazione con ANA Cor sico,partecipazione gratuita, ricchi

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- Guide alpine . Gli interessati ad apparir e sotto questa voce devono dichiarare, sotto la lor oresponsabilità, il Collegio di appartenenza loro personale o della scuola o associazione.

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premi, invio immagini fino al30/10, modulo partecipazione suwww.caicorsico.it. � PALESTRA DI ARRAMPICATA.via Dante ang. via Parini aperta lun-mer-gio h21-23 con parete attrezzatae bouldering, info [email protected]. � 23° CORSO DI FONDO ESCUR-SIONISMO. 7/10 presentazione inSede h21, info ISFE Bergamaschini328 8523090. � SETTIMANA BIANCA IN AU-STRIA. Wilder Kaiser (Tirolo) 11-18/2/2012, fondo, discesa, escursio-ni, Burgazzi. � RADAR. Il notiziario sezionale èdisponibile su www.caicorsico.it.

DESIOVia Lampugnani, 78Tel. e Fax 0362 621668Mer 21 - 22.30Gr. MALTRAINSEM Mar [email protected]� CORSO DI ESCURSIONISMOGIOVANILE. 9/10 castagnata.� GRUPPO “MALTRAINSEM”5/10 Torgnon - Becca d’Avert; 12/10castagnata; 19/10 Giro delle caserealta Val Brembana da Mezz oldo;26/10 Rifugio Bie tti; 2/11 BivaccoCorti; 9/11 Capanna AlpinistiMonzesi; 16/11 castelli delPiacentino; 23/11 Pian dei Resinelli ;30/11 Rifugio Riva.� PALESTRA DI ARRAMPICATA. Èaperta tutti i mar e i giov h 19.30-22presso la palestr a dell’ITIS “E.Fermi” in via Agnesi a Desio.

SEREGNOVia S.Carlo, 47–CP n.27Seregno (MI)Tel.0362 [email protected] e Ve 21-23� GRUPPO TEMPO LIBERO. 5/10Vicosoprano - Castasegna (v al Bre-gaglia).� ESCURSIONISMO. (con sez.Mariano C.). 2/10 capanna Cadlimo(2570m) Val Leventina; 23/10 rifMariotti – mon te Orsaro (1831m)Appennino emiliano.� CONCORSO FOTOGRAFICO. Contema escursioni dei soci effe ttuatenell’anno, consegnare le foto entro il14/10.

GALLARATEVia Cesare Battisti n. 121013 Gallarate (VA)Tel 0331 [email protected]. e Ven. ore 21-23� CASTAGNATA SOCIALE. 22/10presso l’area feste della Pro Loco diCasorate Sempione, serata di incon-tro.� ALPINISMO GIOVANILE. Sotto-sezione di Casorate Sempione, con-tatti Massimo Franchini 3487731778e Lorenzo Goffi 3477933737.� ESCURSIONISMO. 1-2/10 AlpeSolcio Rifugio Cr osta (m. 175 1 –Monte Cistella (m. 2880), 1° g daFoppiano (m 1250) al rifugio or e2.30, 2°g dal rifugio al Monte Cistellaore 3, dir Giuseppe Benecchi,Antonella Lombardo, 9/10 MonteZeda (m. 2150) da Falmenta m. 670cima Zeda m. 2150, disl m 1480,ore A+R 8, diff. EE. dir . StefaniaCaletti e Antonella Lombardo; 16/10Balconata di Alassio (in collaborazio-ne con sezione di Sesto C.) disl m512, ore 5, diff. E. dir. Franco Zaro eAngelo Bassetti; 30/10 Sentierodell’Arte in V alsesia, dir. ErmannoBagatti e Pierantonio Scaltritti.� GRUPPO SENIORES. DirettoriGiuseppe Benecchi e FilippoBrunetto; 6/10 Santuario di Besso m.2019, da Campiglia Soana m. 1350,disl. 669 m. diff. E., h 1,40, par ten-za ore 7; 20/10 Monte Bonomi m.1950, da Bielmon te m. 1180, disl.770 m. diff. E., h 2, part. or e 7,30.� GRUPPO MOUNTAIN BIKE.16/10 Oropa (BI), IG.� GRUPPO GROTTE. Attività rivol-te sia al principiante che all’esperto,varie possibilità di partecipazione adentrambi, info www.gruppogrottecai-gallarate.it o martedì sera in sede.� RIFUGI. Enrico Castiglioni, AlpeDevero, 1640 m, gestor e MicheleGalmarini, 0324 6 19126; PietroCrosta, Alpe Solcio (Varzo) mt 1750,aperto anche in inverno martedìesclusi, pacchetti per sezioni C AI,contatti 0324 634183, www.rifugio-crosta.it, [email protected]

VIMERCATEVia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039/6854119Merc e Ven 21-23www.caivimercate.it [email protected]

� ESCURSIONISMO. 9/10 MontePoieto (Aviatico BG); 23/10 Rif.Marinella (Triangolo Lariano).SENIORES. 5/10 Piz Uccello (S.Bernardino, CH); 19/10 Val BregagliaItaliana (Villa di Chia venna –Borgonovo); 26/10 Pranzo sociale(Franciacorta).

SOTTOSEZIONEDI ARCOREVia IV Novembre, 9Mar. e Ven. 21-22,30 Tel. 039/6012956www.cea-arcore.com [email protected]� APPUNTAMENTI. 7/10 Assem-blea Generale in sede; 16/10 pranzosociale.� MOUNTAIN BIKE. 9/10 Engadina.

SOTTOSEZIONEDI BURAGO MOLGORA

Cascina Abate d’Adda; lunedì 21-23� ESCURSIONISMO. 9/10 Bricdell’Agnellino (Liguria); 23/1 0 Sen-tiero dei Minatori (Lombardia).� SENIORES. 5 e 12/10 Casta-gnata; 19/10 Valcurone (Montevec-chia LC); 26/10 Sponde del Brembo(BG).

SOTTOSEZIONEDI CAVENAGOVilla Stucchi, via Mazzini, 29. Giov. 21-23 [email protected]� ESCURSIONISMO. 9/10 MontePoieto (Aviatico BG); 23/10 Rif.Marinella (Triangolo Lariano).

SOTTOSEZIONEDI SULBIATEVia Don Ciceri, 2 Ven 21-23e-mail: [email protected]� ESCURSIONI GIORNALIERE.

QUI CAI Vita delle sezioni

Persi e trovatiUN APPARECCHIO FOTOGRAFICO CASIO è stato smarrito nelparcheggio alla base delle vie di arrampicata Verzi-FinaleLigure. Contattare il 3382259041.

UN APPARECCHIO FOTOGRAFICO CASIO è stato smarrito neipressi del rifugio Lagazuoi. Contattare Liz e Martin Bennett per e-mail: [email protected]

UN APPARECCHIO FOTOGRAFICO NIKON COOLPIX è statosmarrito sul sentiero 204 da Prali-Ghigo ai 13 laghi. Sara DisegniReichenbach promette una lauta mancia. Contatto: [email protected]

UNO ZAINO ALPINE LOWE è stato dimenticato all’attacco dellavia Buzzi, Calzi, Priolo e Zeper al pilastr o sinistro del gran diedrodei Lastoi di Formin. Contattare Giorgio 3294200252.

UN OROLOGIO DA POLSO è stato trovato sul sentiero basso dalCulmine San Pie tro allo Zucco di Maesimo. T el. Michele 3407643992 o [email protected]

UN IPOD APPLE è stato rtrovato sul sen tiero che dal rifugioLongo scende a Car ona (BG) da F rancesco Brambilla, tel.039670629.

UNA BORRACCIA USA della Seconda guerr a mondiale, digrande valore affettivo, è stata smarrita sul sentiero da Thumel alCol Leynir. Andrea Domenici, tel 0502217674 regala una borrac-cia nuova e una bottiglia di grappa a chi la ritrovasse.

UN APPARECCHIO FOTOGRAFICO OLYMPUS FE.170 conastuccio in pelle è st ato trovato in località “il Rombicciaio” (Alt oAppennino Pistoiese) nelle vicinanze del rifugio Mon tanaro, CAIdi Maresca, da Claudio 347.5237169, [email protected]

UN APPARECCHIO FOTOGRAFICO digitale è stato rinvenuto incima alla Croda Rossa di Sesto. Tel 3470300277.

Bacheca�

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2/10 Piz de la Margna (Val Bregaglia,CH); 16/10 Castagnata (Rezzago,Vallassina).

ERBAVia Riazzolo, 26Mar. e ven. 21-22,30Tel.031/[email protected]� GITE SOCIALI. 7/10 Serata incollaborazione con il Gruppo V ocaleCittà di Erba presso il Cinema TeatroExcelsior alle ore 21, per il 40° com-pleanno di entrambe le associazioni,con canti, filmati ed immagini sullaloro attività; 16/10 Casaccia 1.465m. Villa di Chia venna 633 m. V alBregaglia disl. 830 m. (CH) E; 30/10Castagnata Sociale a Pian Scir esa(Monte Barro).� GRUPPO SENIORES. 12/10 ValCodera (m. 850) da Novate Mezzolalocalità Mezzolpiano Val Chiavennadisl. 524 m. 26/1 0 Capanna Mar a,vari itinerari dal P arco del Vicerè ,Triangolo Lariano.� GRUPPO FONDISTI. 19/10 pre-sentaz. in sede del 30°corso di avvi-cinamento sci di f ondo escursioni-smo, ore 21.30; 25/10 inizio lezioniteoriche; 30/10 preparazione fisico-atletica in collaborazione con lascuola nordic walking TriangoloLariano.

LANZO TORINESE

SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÙV. Roma, 32 - 10070 Viù (TO)Sabato 21 - 22:[email protected]� CENA SOCIALE. 15/10 ore 20:30a Viù presso il Polifunzionale, preno-tazioni in sede entro il 10/10.

MONCALIERIPiazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 [email protected]. h 18-19 e Mer. h 21-23� ESCURSIONISMO. 2/10 PuntaOstanetta (m 2375), da RucasMontoso, disl. 825 m, tempo di sali-ta 3 or e, diff. E; 16/1 0 Lago diAfframont (m 1976) Valle di Ala (TO)da Balme, disl. 600 m, tempo di sali-ta 2 or e, diff. E; 30/1 0 Castelli delCarretto, da Zuccarello (SV), disl.300 m, tempo di perc. 4 ore, diff. E.

� ALPINISMO GIOVANILE. 2/10Gita finale con i genitori.� SENTIERI COLLINARI. 1/10Pulizia sentieri; 9/10 21° Festa deiSentieri.� APPUNTAMENTI. 30/10 Pranzosociale.

MONVISO SALUZZOPiazza Cavour, 1212037 SaluzzoVen. 21-23� ASSEMBLEA ORDINARIA. 28-10 ore 21 in seconda convocazione,in sede, all’ordine del gi orno pro-gammazione, quote sociali e bilanciodi previsione per l’anno 2012; al ter-mine un breve rinfresco per i 150anni della prima salita al Monviso diWilliam Mathews, il 31 agosto 1861.� ESCURSIONISMO. 2/10 escur-sione al Pizzo di Ormea, Valle Tanaro,dislivello m 1200, diff. E; 9/10 vallo-ne dell’Unerzio con polen tata finalepresso la Capanna Sociale Unerzi o,[email protected]� ALPINISMO GIOVANILE. 16/10esplorazione di una grotta, località dadefinire; 30/10 Roero con castagna-ta in amicizia, inf o: [email protected]

BASSANO DEL GRAPPAVia Schiavonetti 26/O36061 Bassano del Grappa (VI)Tel. 0424227996Fax [email protected]. e Ven. 21-22.30 Gio. 18-19� USCITE. 15-16/10 Quarta Pala ePrima, Pale di S. Lucano EE; 16/10Gita sezionale con brasolada T; 23/10Sent. A. Pojesi, Gruppo Carega EEA;30/10 Sorg. Astico, Alt. Lavarone T;30/10 Giardini Trauttmansdorff,Merano T; 30/10 Piovega e Co voloButistone, Canale di Br enta E; 1/11Commemorazione Caduti Guerr a15/18, Monte Grappa T; 13/11 ColSan Francesco, Canale di Brenta E;13/11 Casera Palatina e Cansiglio,Alpago E.� CORSI. 1/10-17/12 Corso Natu-ralistico “Dolomiti: alla scoperta deiMonti Pallidi patrimonio dell’Uma-nità” 12 lezioni.� SERATE. “Serate d’Autunno2011” appuntamenti con la cultura dimontagna; 7/10 Rock & Bik e: sugliotto tetti di Bel luno, avventura sulpalcoscenico delle Dolomiti; 14/10

Film d’Autore, “Cheyenne, trent’anni”2008 Italia, dibattito con gli autori.� MOSTRA. 1/10-23/10 Mostra fo-tografica “Dolomiti: immagini di unpatrimonio” presso Palazzo Agosti-nelli di Bassano d. G.

MIRANOVia Belvedere, 630035 Mirano - VE - C.P. 56Cell. 348 [email protected]. 21-22.30� ESCURSIONISMO. 2/10 Lessini,Buso della Rana, spele o, ref. R.Benetti (AE), S. Sedran (Speleologo);9/10 Sorapiss, rifugio Vandelli e lagodel Sorapiss, ref. U. Scortegag na(AE-ON)� IMPORTANTI USCITE. 29-30/10Torino Museo della Mon tagna e Valdi Susa, preiscrizioni nel sito, postilimitati; 16/10 ottobrata... a km zero!momento conviviale dei soci e amici.� SERATE CULTURALI. 30/9 Viag-gio nelle T erre di Mezz o, NuovaZelanda di S. Sedr an e S. T uzzato;28/10 78° NORD… nei paesi degliorsi polari, di M. Pizz amano e M.Teti, c/o Ecomuseo a Mira, ore 21;21/10 ore 21 Omononda, viaggiodalla Laguna ai monti sulle ali di unsogno, a cura di Fulvio Spanio. � CORSO SUI PAESAGGI VENETI.7/10 ore 20.45 “Veneto, la gr andefabbrica del paesaggio” conferenza,aperta a tutti di Michele Zanetti ,presso la sede del Banco San toStefano Cred.Coop. a Martellago.� CONCORSO FOTOGRAFICO NA-ZIONALE. In omaggio a Mario Rigoni

Stern, tema “Alboreto Salvatico”,www.caicsvfg.it

S. DONÀ DI PIAVEVia Guerrato, 3Tel. /fax 0421 332288www.caisandona.itMar. e Giov. 19-20 Giov. 21-22� APPUNTAMENTI. 16/10 otto-brata, aperta a tutti i s oci e non perpassare una domenica insieme. � CICLOESCURSIONISMO. 9/10Grado - f oci dell’Isonzo, disl 20m.lung. 40 km, diff. TC/TC. � GRUPPO ROCCIA. 23/10 arram-picata in falesia Anduins.� PRESCIISTICA. Sono aperte leiscrizioni ai corsi di presciistica.

CATANIAVia Messina 593/ALun Merc Ven 18-21Tel. 095.7153515 Fax [email protected]� SEDE. È in funzione la foreste-ria, 12 posti letto, stile rifugio alpino. � CORSI. La Scuola sez. di Escur-sionismo “Etnea” organizza, con ini-zio nel mese di Novembre, il 1° corsoBase di Escursionismo. Info in sede. � TREKKING INTERSEZIONALI.Varati i programmi dei Trekkingdell’Etna, Isole Eolie ed Isole Egadi. � ESCURSIONISMO. 2/10 Roccadi Novara (Peloritani); dal 3-12/1 0Pico del Teide (Isole Canarie); 9/10Rocca Badia (Nebr odi); 16/10 daBuscemi a P alazzolo (Iblei); 23/10Monte Nuovo (Etna); 29-30/10 EtnaRonda, 30 Pizzi Deneri (Etna). �

QUI CAI Vita delle sezioni

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38 - LO SCARPONE, OTTOBRE 2011

Che cosa c’è di più bello di una scarpinata di alcuni giorni nellePale di San Martino? Partenza giovedì 11 agosto dal PassoValles e arrivo sabato 13 in V al Canali, con tappe al rifugioMùlaz e al Pradidali. I monti che sorgono dai boschi e dai

prati, i rifugi accoglienti dopo le lunghe marce, i tramonti indimenti-cabili nel rosso riverbero delle pareti. La più desiderabile delle espe-rienze. Purtroppo il silenzio dei monti che ci aspettavamo di godereè stato brutalmente violentato da numerosi voli di elicottero.Abbiamo pensato: sarà il soccorso. Ma così tante volte? Finché unrifugista ci ha informati che si trattava di voli turistici. I nostri tregiorni di vacanza sono stati rovinati da questa ennesima prevarica-zione. Ci hanno insegnato che la libertà di ciascuno finisce dovecomincia quella altrui, ma perché allora un individuo che vuole solofar soldi si può permettere di rubare a noi il silenzio della montagna?E dove dovremo andare noi turisti a cercare la quiete, già violatasulle strade dei passi dolomitici trasformate in motodromi? E’ scon-fortante dover ancora una volta fare esperienza della solita protervia,maleducazione e barbarie di simili “operatori”. Dolomiti monumentodel mondo? Un corno! Qui si pensa solo a far soldi, e dell’ambiente...chi se ne frega?

Anche a proposito di Unesco e tutela ambientale, constatiamo l’i-gnavia di chi governa questa provincia: chiudendo occhi e orecchi,dà l’impressione di essere connivente o asservita alle lobby affaristi-che, piuttosto che preoccupata di custodire integro il territorio deitrentini. Il che non è una novità, purtroppo.

Ho scattato qualche fotografia in V al Canali dal rifugio T revisoverso la parete sud della Cima dei Lastéi: si nota la bassa quota, pro-babilmente illegale e certamente pericolosa, a cui transitavano i tra-sporti elituristici. Lascio immaginare il rombo moltiplicato dall’ecoche ha martoriato i timpani degli escursionisti e degli alpinisti.

Ruggero Vaia [email protected] SAT di Cavalese

PIC NICA proposito della tassa ai turisti che usufruiscono di aree pic-nic, di

cui ci ha ampiamente ragguagliati Lo Scarpone, spesso con l’arrivodella bella stagione alle pendici dei monti e in aree adiacenti c’è unvero e proprio assalto da parte di turisti e escursionisti occasionali,purtroppo non sempre rispettosi dell’ambiente: non di rado si trova-

no bottigliette di plastica e cicche di sigarette abbandonate in giro,peraltro pericolose nella stagione estiva se lasciate accese.

Pertanto concordo con quanti ritengono sia opportuno richiedereun piccolo contributo a quanti usufruiscono di questi servizi, perchéogni turista presti maggiore attenzione nei confronti dell’ambiente edegli operatori che dedicano molto del loro tempo alla pulizia e allamanutenzione di queste aree.

Pochi anni or sono, in Abruzzo presso l’Altopiano delle CinqueMiglia in un luogo chiamato “Valle di Chiarano”, per evitare inquina-mento e rumore in quell’area tanto tranquilla e suggestiva è statoimposto un ticket di pochi euro ai turisti che vogliono raggiungere ilLago Pantaniello tramite la strada sterrata.

Andrea De Rosa [email protected] di Sulmona (AQ)

Pagare per fare merenda in un’area attrezzata mi sembra a dir pocodemenziale. Ma come si fa a partorire certe idee! Si pagano le tasseper usufruire di quelle aree. Si paga, per quaranta anni di contributi,per avere l’assistenza sanitaria e le medicine. Ripagare è un furto. Selascio lo sporco nell’area attrezzata è giusto pagare una multa, anchesalata e non certamente pagare un biglietto. Se gli italiani non si sve-gliano ci fanno pagare anche l’aria che respiriamo. Fermiamoli!

Roberto LombardoVolontario segnatura e pulizia sentieri

150 ANNINella copertina dello Scarpone di settembre si faceva riferimento al

“150° anniversario della Repubblica”. Qualche lettore ha ritenuto chesi sia trattato di una svista e lo ha cortesemente segnalato. Vale forsela pena di ribadire che le attuali celebrazioni si riferiscono notoria-mente alla storia unitaria del nostro Paese, a prescindere dal suoattuale regime.

BENEMERITIL’ONU ha proclamato il 2011 Anno internazionale della foresta, e

questa è per me un’occasione per ricordare Giambattista Miliani(1856-1937), il grande imprenditore della carta di Fabriano, ma anchepioniere dell’ambientalismo, ministro dell’Agricoltura e delle foreste(1917-1919). Speleologo e alpinista, Milani è attivo nel CAI e nella“Pro montibus et silvis”, si batte contro il disboscamento, si impegnain Parlamento per l’istituzione di parchi naturali. Nel 1907 raccontasulla “Nuova Antologia” la sua visita al Parco naturale di Yellowstonee qualche anno più tardi, il 9 marzo 1925, presenta in Parlamento unaproposta di legge per promuovere una lotteria i cui proventi finanzi-no attività e strutture del neonato Parco d’Abruzzo. Nel 1997 nasce-rà a Fonte A vellana, sulle pendici del monte Catria, un progetto diricerca sul rapporto tra camaldolesi e ambiente, che è diventatopunto di riferimento culturale per le politiche forestali della monta-gna, non solo delle Marche, ma per tutta l’area appenninica. La Cartadi Fonte Avellana è stata assunta dal Consiglio nazionale dell’econo-mia e del lavoro come esempio di percorso di concertazione fra tantisoggetti pubblici e privati.

Bruno Brevetti

IL NUOVO BIVACCOVorrei esprimere la mia opinione a favore del nuovo bivacco

“Gervasutti”. Innanzitutto considero le alte quote come “terre di fron-tiera” in cui la vita dell’uomo è proibitiva se non impossibile e perciònon esiste una particolare tradizione architettonica o urbanistica che

Un po’ di quiete per favore!La posta dello Scarpone La parola ai lettori

Sono iscritto al CAI da quasi due anni. Rice vo tutti i mesi ilvostro bel giornale. Non ho però mai vist o l’elenco delledifficoltà riassunto in uno schema: da una parte le sigle

usate e dall’altra le spiegazioni pr atiche rivolte a tutte le a ttivitàche si svolgono in montagna. Sarebbe per gli esperti, o per chi siritiene tale, un utile ripasso, e t ogliereste dal dubbio le per sonecome me.

Vittorio [email protected]

È vero, le scale abbondano: c’è quella delle difficoltàescursionistiche, quella delle difficoltà escursionistiche inambiente innevato, quella delle difficoltà in bici, quella del pericolovalanghe, e poi v anno annoverate le v arie classificazioni delledifficoltà in scalata naturale e artificiale. E non è detto che l’elencosia esaurito. L’argomento è e videntemente complesso per lamolteplicità delle fonti e il continuo evolversi delle tecniche.

Difficoltà

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possa giustificare un particolare design per i bivacchi e i rifugi ivicostruiti, che rispondono esclusivamente a esigenze di tipo costrut-tivo e funzionale e riflettono, nei materiali e nelle tecniche, il perio-do in cui sono stati progettati e costruiti (la capanna Margherita nonsfugge a questa regola). Il Gervasutti è un bivacco dalle forme inno-vative che ricorda la fusoliera di un aereo, ma che risponde allenuove esigenze di progettazione di impatto ecologico molto inferio-re ad altre strutture poste nelle medesime quote. T anto per fare unesempio, l’ampliamento della stazione funiviaria del Pavillon snatural’idea dell’ascensione in favore di quello del consumismo con un cen-tro commerciale (a che cosa serve un cinema a quelle quote?)

Trovo dunque geniali le soluzioni del nuovo bivacco: la forma cilin-drica resiste meglio ai forti venti, anche se quella vetrata sul vuoto miha dato l’idea della stazione spaziale e forse per questo è fin troppoinnovativa. Le alte quote sono un luogo estremo, come lo spazioextraterrestre, e così quando ho visto per la prima volta le immaginidel Gervasutti, l’idea che mi ha dato è la similitudine con una stazio-ne spaziale. Mi complimento con i progettisti e con la sezione del CAIche ha scelto il progetto.

Davide Bettoni Sezione di Mantova

VECCHIE ROCCEIl giovane alpinista, nei giorni festivi, prende l’automobile e spari-

sce per un paio di giorni dedicandosi a esperienze alpinistiche dibuon livello. Il vecchio alpinista alle sette meno un quarto si trascinagiù dal letto per prendere il treno degli extracomunitari. Alle sette eventicinque il primo treno, alle otto meno cinque il secondo, alle ottoe cinquantanove esatte il bus extraurbano che lo scarica nei boschiattorno a Lecco. Sono da tempo passate le dieci quando il vecchioalpinista abbandona lo zaino fra i pietroni e indossa le magiche scar-pette di arrampicata, magiche trent’anni prima ma comunque megliodi niente. Un’oretta di salita, un’oretta di discesa se non si trova dafar chiacchere e sono già arrivate le dodici e mezza. È arrivata ancheun po’ di fame e in fondo allo zaino ci sono sempre i resti dei viveridelle gite precedenti, biscotti sbriciolati, tortine schiacciate, fratta-glie di formaggi ben stagionati. Il vecchio alpinista non è mai appa-gato ed ecco che ora sente la necessità di visitare un’altra palestra,distante un’oretta di faticoso cammino con un complicato itinerarionei boschi che ha segnalato con decine di vistosi ometti. Ormai il vec-chio alpinista in disarmo si trascina con immensa fatica, appoggian-dosi a due bastoni contorti, verso la lontana stazione, dove il trenodelle diciassette e nove minuti lo riporterà nel mondo delle “personenormali”. Saluti a tutti gli amici che si ricordano ancora di me.

Aldo Travagliati Sezione di Milano

L’11 febbraio dalla Val Biandino ho affrontato in notturna invernalee in solitaria la Nord della Madonnina al Pizzo dei Tre Signori. Partitodal rifugio Tavecchia alle 16.30 mi sono fermato mezz’ora al lago delSasso: neve compatta e ramponabile fino al canalino che porta allaMadonnina. Da qui la salita è diventata problematica per la verticali-tà, il ghiaccio e la cornice del tratto finale, superato con l’ausilio didue piccozze. Dal successivo traverso esposto a nord completamen-te coperto di neve farinosa, instabile e in parte ghiacciata, ho con-cluso la salita alla croce del Pizzo. Per la via invernale alle 21.45 sonotornato nel caldo rifugio Tavecchia dove l’amico Buzzoni ha mostra-to un’espressione tra lo stupito e il sollevato per la mia impresa daoversessanta, visto che quest’anno vado per i 67.

Andrea Ossola (detto Pèla)

NANUQIl 5 maggio sono stato costretto a ricorrere all’aiuto del Soccorso

alpino di Arsiero (V icenza) per recuperare il mio cane laika della

Siberia occidentale, Nanuq, finito in un canalino della V al Rua, altaVal d’Astico. Gli operatori intervenuti, Siro Offelli e Federico Caprin,con 5 tiri di corda e tre ore di lavoro in un luogo alquanto impervio epericoloso, in condizioni ambientali precarie e nonostante continuescariche di sassi, hanno effettuato il recupero, fortunatamente senzaconseguenze per l’incolumità loro e del mio cane. Nanuq li ha salu-tati e ringraziati subito, io ho potuto farlo solo dopo che sono risali-ti. Nanuq e io desideriamo ringraziarli di nuovo qui, pubblicamente,e con loro tutto il Soccorso alpino per la serietà, la competenza e lasensibilità dimostrate.

Giampaolo Scuccato

212 CIME“Nella nostra azienda è partita un’iniziativa singolare per un

ambiente lavorativo: abbiamo iniziato a salire sulle cime delle nostrebelle montagne con uno scopo, raggiungere entro la fine dell’anno212 cime, tante quanti sono gli esuberi dichiarati dall’azienda”. Conqueste parole Emilio Colombo, socio della Sezione di Vaprio d’Adda,segnala l’iniziativa messa in atto con i compagni di lavoro, frutto diun disagio che riguarda purtroppo tante altre realtà lavorative. “Nonvolendo attaccarci ad alcuna bandiera”, scrive, “abbiamo voluto lan-ciare la nostra iniziativa consapevoli che questa sia una modalità perincanalare anche nei momenti difficili le nostre energie senza abban-donarci alla rabbia e alla delusione”.

OSPITALITÀll 16 e 17 luglio sono stata in V al Bregaglia. Eravamo in 11 e avevo

prenotato la capanna Sciora inviando una email alla quale i gestorihanno risposto prontamente. Mi avrebbero tenuto 20 posti. Ho poitelefonato confermando il numero esatto per dar loro modo di poterricevere altri escursionisti e naturalmente hanno apprezzato la tele-fonata. A mia volta ho apprezzato la cortesia della signora BarbaraSalis che ha offerto le tisane e il tè. Il brutto tempo, che è giunto pocodopo il nostro arrivo alla Sciora, non ci ha permesso di godere dellebellezze del posto, ma abbiamo goduto l’ospitalità della capanna.

Daniela Pulvirenti

ESORDIHo partecipato alla prima gita del corso base di escursionismo della

Sezione di Frosinone, meta il monte Malaina, 1480 m, una delle vettedei monti Lepini. Il tempo è stato amico e io, cittadina, abituata acamminare per le strade di Frosinone ammirando le vetrine dei nego-zi, ho potuto posare il mio sguardo su crochi e bucaneve.

Il percorso scelto dagli accompagnatori Luciano Roma e MemminaDe Nardis richiedeva due ore di cammino e alternava salite e disce-se. Per me un alternarsi di fiatoni! Uno dei miei compagni mi prendelo zaino, un altro mi dà consigli sulla respirazione, un’amica cono-sciuta proprio al Club alpino mi incita: “Daniela, guarda che chi resi-ste e persiste, vince e conquista!”. E io la mia conquista l’ho avuta: lacima del monte Malaina, immersa in uno spazio sconfinato.

Daniela Spaziani [email protected] di Frosinone

GRAZIE LUCA!Sono un AE della Sezione di Potenza e vorrei, tramite la stampa

sociale, ringraziare Luca Mazzoleni, gestore del rifugio Franchetti sulGran Sasso d’Italia, per la solerzia e onestà dimostrata sabato 30luglio. Ho infatti dimenticato su una panca la mia giacca in windstop-per che conteneva un considerevole importo in contanti (le quote ver-satemi dai 54 soci che partecipavano all’escursione). L’ottimo Luca haevitato che una bella escursione si trasformasse in un serio problema,conservando la giacca e consegnandomela al ritorno.

Rudi Padula

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