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Popolis è l'house organ di Cassa Padana Bcc
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Mensile di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa
Anno 10
SPECIALEaprile 2012
IN QUESTO NUMERO
Fusione Bcc ValtrompiaCassa Padana
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Presidente, dobbiamo considerare chiusa la stagione della Bcc della Valtrompia?
Direi proprio di no! Anzi questa fusione segna una svolta epocale per il futuro del credito coopera-tivo in Valtrompia.
Siamo orgogliosi dei 115 anni di presenza della nostra cooperativa nella Valle. Tuttavia siamo con-vinti che il matrimonio con Cassa Padana consenti-rà di valorizzare le potenzialità della nostra Valle dal punto di vista economico e sociale; infatti fino ad og-gi il nostro limite è stato proprio quello di non poter accompagnare la crescita del territorio oltre un certo livello a causa delle nostre piccole dimensioni.
Non era quindi possibile mantenere l’autonomia? La complessa e delicata situazione generale non
consente più di effettuare programmi di sviluppo aziendale che non contemplino significative econo-mie di scala, inoltre il recepimento delle normati-
IntErvIStA AL PrESIdEntE dI BCC vALtromPIA
UnA StorIA ULtrACEntEnArIA ChE ContInUA
ve europee ha condizionato pesantemente le scelte strategiche degli istituti di credito, soprattutto quelli di piccole dimensioni. Al concetto di “piccolo è bel-lo” che è da sempre il nostro slogan va, oggi aggiun-to, quello che “insieme è meglio”. Con Cassa Padana diventiamo la seconda banca di credito cooperativo nazionale per dimensioni e disporremo di una do-tazione patrimoniale solida, mantenendo adeguate deleghe operative che ci consentiranno di essere ef-ficaci ed efficienti nel rispondere alle richieste pro-venienti dal territorio.
Presidente, perchè avete scelto Cassa Padana?La politica di sviluppo di Cassa Padana si integra
molto bene con le potenzialità del territorio della Val-trompia caratterizzato da una significativa concen-trazione di attività economiche di dimensioni me-dio/piccole e familiari. Non solo, da sempre Cassa Padana ha dimostrato una spiccata sensibilità ai te-mi del “sociale” con innumerevoli iniziative indirizza-
A colloquio con Romano Bettinsoli, 60 anni, presidente della Bcc della valtrompia dal dicembre 2008
Romano Bettinsoli
È nato il 16 novembre 1952 a Lodrino, in provincia di Brescia; è sposato ed ha un figlio.Imprenditore di successo nel settore delle pressofusioni, ha al suo attivo 40 anni di esperienza. Presiede la Banca della valtrompia dal dicembre 2008 dopo aver fatto parte del consiglio di amministrazione dal 1999.
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di Giuseppe Mattei | [email protected]
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La sede di Bovegno,115 anni di storia nella valle
Il 28 marzo 1897, in diretta applicazione dei principi dell’enciclica rerum novarum, venne costituta la Cassa rurale di depositi e Prestiti di Bovegno Società Cooperativa in nome
collettivo ed a responsabilità illimitata. Promotore e primo presidente della Cassa il curato di Bovegno don Giovanni tanghetti. requisiti necessariamente richiesti per essere soci e clienti erano l’iscrizione nei registri parrocchiali di Bovegno e la stabile residenza nel paese. L’attività si svolgeva esclusivamente nei giorni di sabato e domenica nella sede della Canonica.Il 7 ottobre 1990: portando a termine un grande investimento economico effettuato in quegli anni, venne inaugurata la nuova ed attuale sede della banca che, con la sua pregevole architettura, risulta collocata nella piazza principale di Bovegno a fianco della parrocchiale, della storica torre medievale e del palazzo comunale. All’inaugurazione prese parte l’onorevole Guido Carli, all’epoca ministro del tesoro.
te al sostegno ed alla valorizzazione dei territori sot-to molteplici aspetti. Ciò ci ha consentito di trovare una immediata intesa.
Con quali prospettive affrontate questo importante passaggio?
L’organizzazione di Cassa Padana in aree territo-riali ci consentirà di mantenere il contatto con la re-altà triumplina e proseguire, forti delle strutture cen-trali messeci a disposizione, nel sostegno al tessuto socio/economico della Valle. Cassa Padana ha sapu-to mettere al centro della propria attività la relazione con il socio. I dividendi, il ristorno, la polizza sanita-ria e le attività promosse a favore dei soci testimo-niano questa centralità. I nostri soci che ci sono sta-ti vicini in questi anni, non facendoci mai mancare il loro sostegno, potranno raccogliere i frutti dei pro-pri investimenti non solo sul piano economico ma anche relazionale. ●
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LE StrAtEGIEChE ABBIAmo mAtUrAtoE CondIvISo hAnno LA vIStA LUnGA
IntErvIStA AL PrESIdEntE dI CASSA PAdAnA
Parliamo con il presidente di Cassa Padana Vittorio Biemmi della fusione con la Bcc della valtrompia.
Vittorio Biemmi, dal 1996 al verticedi Cassa Padana
vittorio Biemmi ha 71 anni. È sposato con due figli.Commercialista, consulente del lavoro e revisore contabile è presidente di Cassa Padana dal 1996.Attivo nel mondo della cooperazione dai primi anni 70 è anche vicepresidente della cooperativa sociale Collaboriamo.Fra gli altri incarichi ricordiamo che è presidente del dominato Leonense Sanità che gestisce l’ospedale di Leno e della Fondazione dominato Leonense.
Presidente, perché Cassa Padana è il miglior partner di Bcc Valtrompia?
Siamo una banca solida. Siamo una banca accogliente. Da noi non esistono soci di serie A e soci di serie B, soci vecchi e soci nuovi. Tutti hanno pari dignità e da subito in Cassa Pada-na si sentono a casa loro.
Abbiamo poi una struttura organizzativa, basata sulle aree territoriali, in grado di garantire autonomia e radicamento nei territori da un lato, e dall’altro di mantenere un’unica visione di insieme della banca.
Cassa Padana è una banca che cerca di promuovere a 360 gra-di i territori dove opera, non solo negli aspetti economici, ma in quelli sociali, civili, culturali che fanno la qualità di vita complessi-va di una comunità locale. Bene comune, coesione sociale, cresci-ta sostenibile, indicati come obiettivo per il nostro tipo di banche, sono stati declinati in progetti in cui la banca in modo proattivo si fa carico dei problemi e dei bisogni espressi dal territorio.
Sarebbe la terza fusione in due anni. Immagino lo sforzo del processo di integrazione…
Certamente. È forte e impegnativo e, come per tutti i progetti innovativi, necessita di tempo per andare a pieno regime e mo-strare tutte le potenzialità. La base però su cui si fondano le tre fusioni è il comune sentire, condiviso dai rispettivi consigli di am-ministrazione delle tre realtà, di che cos’è una Bcc, qual è il ruolo che è chiamata a svolgere nelle comunità dove opera.
È questo il senso strategico più alto delle fusioni. Da ciò di-di Barbara Ponzoni | [email protected]
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scendono le azioni concrete, le politiche commerciali coerenti, i progetti, le scelte organizzative.
Qual è l’utilità di fondo comune di questa visione strategica?Raggiungere insieme una massa critica idonea per consoli-
dare un modello di banca che ha prospettive di svolgere bene e in modo autonomo la sua missione, oggi e in futuro. È un’auto-nomia vera e piena. La nuova banca avrà equilibri tecnici otti-mi, presidi organizzativi e di sviluppo delle mutualità rodati, ri-sorse economiche adeguate.
Ci sono poi le persone. Abbiamo internamente tutte le com-petenze per dare attuazione alle decisioni prese.
La nuova Bcc sarà la seconda in Italia per numero di sportelli. Opererà in tante provincie e in comunità fra di loro molto diverse. Non si rischia di perdere un po’ di contatto diretto con le singole realtà territoriali?
Chiaramente è la sfida centrale su cui stiamo investendo e la-vorando con passione ed entusiasmo. Stiamo realizzando una banca di territori diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, identità e autonomie. Abbiamo avviato soluzioni organizzative per mantenere la vicinanza rispetto alle diverse comunità locali e alle esigenze di ogni tipo che queste manifestano e che siano in grado di garantire una unitarietà di azione della banca.
In futuro questa banca si rivolgerà sempre di più alla clientela vicina per dimensioni e caratteristiche al mondo delle banche di
credito cooperativo. La diversificazione territoriale per la banca è un valore, in termini di riduzione complessiva del rischio.
Sembra intravedersi all’orizzonte del mondo delle banche di credito cooperativo una stagione di fusioni…
Certamente il fattore dimensionale sarà importante per reg-gere il peso delle sfide da affrontare. Il problema non è solo quel-lo di “sommare” le realtà, ma è quella di avere dietro idee comuni forti, condivise, che danno forza al progetto, aiutano a definire scelte idonee, scelte organizzative, rafforzano l’azione della ban-ca e fanno sentire i soci, i dipendenti parti di una casa comune.
Io penso che quello che stiamo sperimentando possa essere un punto di riferimento per altre banche di credito cooperati-vo, un’esperienza concreta con cui confrontarsi. Se non un mo-dello, almeno una delle vie possibili per le banche di credito co-operativo.
La nuova banca sarà in grado nei prossimi anni di sostenere questo progetto ambizioso da lei tracciato?
La solidità patrimoniale è ottima. Abbiamo un’organizzazio-ne ormai rodata, sia nell’operatività classica di intermediazione bancaria e nei servizi, sia nella dimensione più progettuale e di sostegno alla comunità locale.Non nascondo le difficoltà, acui-te dall’attuale contesto di crisi, ma dico anche che affrontiamo questa sfida con tutte le carte in regola. La sfida non è solo no-stra, ma in primis è dei territori dove operiamo. ●
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nUovE oPPortUnItà PEr LA vALtromPIA
Quali le ricadute di questa fusione sul territorio triumplino?
Operiamo in un territorio sano e vitale. Il nostro di-stretto, conosciuto come “la Valle del Ferro” ha visto nel dopoguerra l’emigrazione all’estero di tanti capi-famiglia per la ricerca del lavoro. I nostri imprenditori e artigiani sono temprati e vaccinati, non si perdono d’animo. Qui la crisi si è sentita, ma il sistema produt-tivo non è rimasto passivo e ha dimostrato nel com-plesso una buona tenuta. Con Cassa Padana potremo cogliere al meglio le opportunità che si sono create sul territorio e accompagnare con maggiori possibilità le imprese meritevoli.
Quali sono i settori trainanti?La Valtrompia è ricca di realtà produttive. Qui ha
sede il principale polo armiero nazionale che vede la produzione di armi sportive e da caccia di eccellenza mondiale. Sviluppati sono, anche, il settore delle lavo-razioni meccaniche, della rubinetteria e raccorderia, dei casalinghi, della pressofusione e dell’automotive. L’ampio spettro dei settori presenti sul territorio e la flessibilità delle imprese rappresentano un patrimo-nio della Valle da custodire e valorizzare.
Durante questa crisi come si è comportato il sistema bancario in Valle?
Le banche locali che raccolgono e impiegano il de-naro sul territorio hanno dimostrato anche durante
Luca Giovannelli
ha 53 anni, sposato con due figli. dopo una prima esperienza nel monte dei Paschi durata 10 anni è entrato nel credito cooperativo nel 1993 come responsabile della finanza alla Bcc di Carate Brianza. nel 2002 approda alla Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo dove ricopre il ruolo di responsabile della revisione ispettiva e della vigilanza cooperativa. nel 2010 giunge alla Banca della valtrompia come direttore Generale.
Parliamo della Bcc della valtrompia e della fusione conil direttore generale Luca Giovannelli.
IntErvIStA AL dIrEttorE dI BCC vALtromPIA questa crisi che l’essere banca prossima, presente e vicina è un valore. Nonostante i nostri limiti dimen-sionali non abbiamo mai smesso di fare banca, ero-gando il credito e dando risposte. Siamo stati al fianco delle famiglie e delle imprese anche quando altri isti-tuti si sono allontanati, chiudendo i rubinetti. Il nostro fare banca implica un senso di responsabilità sociale e non è mosso dal mero obiettivo dell’utile economi-co. Questa crisi ci ha permesso di dimostrare nei fat-ti la nostra coerenza.
Quali prospettive porterà la fusione con Cassa Padana?Con Cassa Padana condividiamo il modo di fare
banca. Questo è un matrimonio nel quale si mettono in comune patrimonio economico, storie ultracente-narie ma soprattutto un capitale umano invidiabi-le e valori fondanti. Raggiungeremo una dimensione aziendale e un livello di qualità dei servizi eccellenti che ci consentiranno di sviluppare al meglio le rela-zioni e le opportunità di lavoro. Otterremo economie di scala a tutto vantaggio dell’attività e della capilla-rità della nostra presenza sul territorio. I benefici e le ricadute positive per i nostri soci e per i clienti saran-no tangibili e durature. ●
di Giuseppe Mattei | [email protected]
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Nel 2003, su richiesta di oltre 250 soci promotori, venne autorizzata dalla Banca d’Italia l’apertura della nuova Sede Secondaria della banca nella cittadina armiera di Gardone
val trompia attraverso la quale il territorio di operatività e il potenziale bacino di utenza della banca si ampliò notevolmente con la possibilità di operare con i Comuni di marcheno, Polaveno e Sarezzo. Per sancire il coronamento di questa importante tappa l’Assemblea Straordinaria del 2003 deliberò la nuova denominazione della banca in “Bcc della valtrompia - Banca di Credito Cooperativo”. nel 2007 sì acquistò il piano terra del seicentesco Palazzo Soncinelli sito a fianco della parrocchiale di Gardone val trompia nel quale nel 2011 sono stati poi realizzati gli uffici della direzione generale, alcuni uffici interni e la nuova sala consiliare.
La sede secondaria di Gardone Valtrompia
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A colloquio con il direttore generale di Cassa Padana Luigi Pettinati.
IntErvIStA AL dIrEttorE dI CASSA PAdAnA
Luigi Pettinati, una vita nel credito cooperativo
Luigi Pettinati ha 64 anni, è sposato e ha una figlia. ha iniziato come cassiere alla Cassa rurale ed Artigiana di Alfianello, nel 1971 diviene direttore della Cassa rurale ed Artigiana di Seniga e Pescarolo. dal 75 diventa direttore della Filiale di Seniga della Cassa rurale ed Artigiana della Bassa Bresciana. dal 1983 al 1986 è direttore della Filiale di Gottolengo.nel 1989 diventa vice direttore – e dal 92 direttore generale – della Cassa rurale
ed Artigiana della Bassa Bresciana, dal 93 Cassa Padana.Attualmente è anche consigliere delle società net People, Bcc multimedia SpA, BIt, Finanziaria per l’investimento sul territorio. È poi consigliere della Fondazione terzio millennio, di Archenatura e del dominato Leonense Sanità.
di Barbara Ponzoni | [email protected]
UnA vISIonE ottImIStA vErSo IL FUtUro…
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sostegno per l’internazionalizzazione delle aziende, al grande impegno derivante dalle fusioni.
Appunto le fusioni. Se il 20 maggio le rispettive assemblee dei soci approveranno, saranno tre le fusioni effettuate dalla Cassa in due anni!
L’investimento in crescita dimensionale e organizzativa dà alla Cassa la prospettiva di continuare a svolgere in futuro in modo completo e in autonomia la missione di servizio a favore dei terri-tori. La Cassa è in grado di assorbire il peso di tre fusioni, mante-nendo intatta la sua solidità patrimoniale. Si può affrontare su basi sicure il processo di integrazione e rafforzamento organizzativo che permetterà nel medio periodo di mandare a regime le fusioni fatte e produrre i frutti per i territori e per la banca.
È una banca con tanti fronti aperti. Impegnativo…La criticità maggiore dell’attuale fase deriva dalla necessità di
far convivere una profonda dicotomia che il periodo di crisi ha ulteriormente stressato. È vitale conoscere, interpretare bene le sollecitazioni e le implicazioni che, freneticamente e in modo spesso poco prevedibile e razionale, il mondo globale e intercon-nesso ti ribalta in casa, intrecciandosi con l’operatività aziendale, sottoposta oggi a maggior carico di complessità.
Bisogna presidiare quotidianamente, velocemente tenerne conto e adattarsi ad input interni ed esterni. Tutto ci riguarda, tutto influenza con velocità e impatti sempre più stringenti.
È un lavoro stressante e assorbente che ti porta a vivere in-tensamente la giornata. Gli stimoli quotidiani sarebbero quindi di per sé già più che sufficienti. In realtà è solo una parte del lavoro. Contemporaneamente però è necessario continuare ad “alzare la testa”, pensare al futuro costruendone oggi le basi. Ciò a maggior ragione vale per le realtà come la Cassa che hanno obiettivi più elevati, come farsi carico del bene comune dei ter-ritori dove operano.
Tenere insieme la dicotomia non è semplice, così come pro-grammare in scenari dove l’incertezza e la mutevolezza delle variabili esogene regnano sovrane. Eppure è vitale farlo oggi ed è onere di una classe dirigente.
È una visione controcorrente.Bisogna allenarsi quotidianamente a maturare una visione
propria, avere la forza di non essere conformisti, seguire quello che fanno gli altri, pensare ed agire con la propria testa, facen-do leva sui valori che ci hanno portato fino qui.
Una visione ottimista verso il futuro…Non nascondiamo le difficoltà e i problemi relativi al credito,
alla messa a regime delle fusioni che oggi pesano. Siamo consa-pevoli delle difficoltà che attraversano le aziende, delle minore risorse disponibili per i bisogni, i servizi alla persona, la cultura nei nostri territori. Siamo però in grado di presidiare tutte queste criticità, che spesso celano anche nuove opportunità, con risorse umane e finanziarie adeguate. Giochiamo la partita con tutte le carte a posto.
Ho poi grande fiducia nel nostro modo di interpretare il credito cooperativo. Ritengo che ci sia un grande spazio per il credito cooperativo e la cooperazione in generale. Sempre di più nel futuro sarà necessario mettersi insieme per affrontare i problemi. Il principio di autodeterminazione e di sussidiarietà rimangono sempre centrali. ●
Direttore, le chiedo di riassumere in dieci righe come Cassa Padana sta attraversando questo momento particolare di crisi.
Nel 2011 Cassa Padana ha mantenuto l’equilibrio economi-co, rafforzandosi patrimonialmente (ndr il tier one è 21,15) e continuando a svolgere a pieno la sua funzione nelle comunità locali. Ha in programma – ed ha effettuato – tutti gli investimen-ti materiali, in risorse umane e mutualità necessari e rilevanti per il futuro, per se stessa, per i soci, per i clienti e i territori dove opera.
Solo per fare alcuni esempi, dal nuovo centro direzionale, al master glocale per i neoassunti in Cassa Padana, dai progetti sanitari e socioassistenziali, alla polizza sanitaria per i soci, dal
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IL ProGEtto dI FUSIonE FrABCC vALtromPIA E CASSA PAdAnALa strategia di fondo del piano industriale
I consigli di amministrazione di Bcc Val-trompia e Cassa Padana, in data 17 e 18 ottobre del 2011, hanno approvato il progetto di fusione fra le due banche di
credito cooperativo, dando avvio all’iter pro-cedurale che nello scorso gennaio ha già visto l’autorizzazione da parte della Ban-ca d’Italia.
Ora tocca alle assemblee soci delle ban-che, previste per il 20 maggio 2012.
Bcc della Valtrompia è fortemente ra-dicata nel proprio territorio, sentita dalla propria comunità come volano autoctono di sviluppo della Valle che ne ha accom-pagnato la storia degli ultimi cento anni. Rappresenta oggi una delle poche espres-sioni di realtà creditizie locali non appar-tenenti a gruppi bancari.
Le dimensioni limitate, nell’attuale contesto economico, non le consentono di svolgere a pieno questa sua insostitui-bile funzione.
La fusione con Cassa Padana permet-te di valorizzare e dare prospettive future di espansione al credito cooperativo nel-la Valle, mediante la creazione di un’area territoriale della Valtrompia, dotata di ampia autonomia, esclusivamente dedi-cata all’attività commerciale e sociale a fa-vore della comunità locale.
La fusione dà la possibilità di propor-re in parallelo anche in Valtrompia pro-gettualità tese a promuovere bene comu-ne, coesione sociale, crescita sostenibile, sviluppate direttamente in applicazione dell’articolo 2 dello statuto, avvalendosi delle risorse patrimoniali, organizzative e di esperienza sviluppate in questi anni da parte di Cassa Padana.
Tra i due consigli di amministrazio-ne c’è una condivisione strategica di ba-se sul ruolo che una Bcc è chiamata og-gi a svolgere nei territori, e ancor di più in futuro.
È un modello di banca locale proatti-
vo verso i bisogni che le comunità loca-li esprimono, in coerenza con l’articolo 2 dello statuto sociale.
Per svolgere una funzione così impor-tante e complessa oggi è necessario unire le forze per costituire una banca di credi-to cooperativo ancora più attrezzata nelle risorse umane e patrimoniali. Una banca dimensionalmente più grande e diversi-ficata nei territori ha migliori prospetti-ve future di svolgere in autonomia e nel-le condizioni ottimali la propria funzione a favore delle comunità locali nelle qua-li opera.
I due consigli di amministrazione han-no sposato questo modello di “banca di credito cooperativo dei territori”, ognu-no con le proprie caratteristiche, identi-tà e autonomie, attraverso soluzioni or-ganizzative efficienti che realizzano una migliore prossimità rispetto alle diver-se comunità locali e alle esigenze di tipo economico e non che queste oggi espri-
di Stefano Boffini | [email protected]
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mono – o esprimeranno in futuro. È una banca in grado di esprimere una visione unica forte.
È l’asse portante di questo progetto di aggregazione. Esattamente lo stesso che ha mosso la fusione prima con Bcc Ca-muna e più recentemente con Banca Ve-neta 1896.
Complessivamente ci sono le risor-se patrimoniali e umane, il know how
Le tappe della fusione
Il progetto di fusione prevede un percorso complesso e articolato che sintetizziamo nei suoi passaggi fondamentali:
• i due consigli di amministrazione redigono e approvano il piano di fusione;• Cassa Padana inoltra alla Banca d’Italia il piano di fusione e ne richiede l’approvazione;in caso di esito positivo da parte di Banca d’Italia, il progetto di fusione deve essere depositato per l’iscrizione presso l’ufficio del registro delle imprese;• a seguire i due consigli di amministrazione redigono e approvano la situazione patrimoniale e la relazione che illustra il piano di fusione, convocando l’assemblea straordinaria dei soci;durante i trenta giorni che precedono l’assemblea, presso la sede delle Bcc restano depositati i documenti relativi alla fusione;• la fusione è sottoposta alle assemblee straordinarie dei soci;in caso di esito positivo le delibere assembleari sono depositate entro 30 giorni per l’iscrizione nel registro delle imprese;• Infine l’atto di fusione.
e le esperienze positive maturate negli anni dai due istituti, a rendere possibi-le l’obiettivo.
La banca che uscirà dalla fusione sarà certamente attrezzata su ogni fronte (per-sonale, equilibri tecnici, dei presidi orga-nizzativi e di sviluppo delle mutualità, si-stemi di controlli interni, ecc…) e potrà contare così su una maggiore diversifica-zione territoriale e massa critica. ●
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La fusione tra le due Bcc intende realizzare questi obiettivi:
• Consolidare, evitando che vada disperso, il patrimonio economico e di relazioni sviluppato da più di 100 anni dalla Banca della valtrompia, prevedendo la creazione di un’area territoriale “val trompia” focalizzata sull’attività commerciale e sociale a favore delle comunità locali di riferimento;
• rafforzare in tal modo la presenza del Credito Cooperativo in questi territori, promuovendo un potenziamento della capacità commerciale della rete, grazie anche ai supporti centralizzati della direzione di Cassa Padana;
• Proporre a favore dei nuovi territori progettualità finalizzate ad una sempre più integrale realizzazione dei principi dell’art. 2, avvalendosi delle risorse patrimoniali, umane, organizzative e di esperienza di Cassa Padana, e dando segno concreto e immediato che dopo la fusione si potranno fare cose che prima non si potevano fare;
• dare in definitiva più profondità alle prospettive di Banca della valtrompia, delle sue risorse umane e dei suoi soci e clienti, facendo compartecipare tutti questi stakeholders al progetto di sviluppo complessivo di Cassa Padana teso a fornire il proprio sostegno sociale, culturale ed economico ad un numero sempre più ampio di persone e piccole imprese in una logica di realizzazione a 360 gradi della mission aziendale;
• migliorare il presidio dei diversi rischi grazie al più efficace sistema dei controlli garantito dalla struttura di sede e integrato da alcune attività di controllo sviluppate in loco dagli addetti dell’area “val trompia”;
• ridurre in modo significativo la distanza tra l’area Camuna e Brescia realizzando la contiguità territoriale tra le due zone;
• diversificare sotto il profilo geo-settoriale il portafoglio crediti di Cassa Padana, potenziando la sua presenza territoriale nella provincia di Brescia con 4 nuovi sportelli.
I mACro-oBIEttIvI dELLA FUSIonE
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BrEvE StorIAdI CASSA PAdAnA
Fra i soci fondatori della cassa rurale di Leno si contavano 14 proprietari agricoli, due fittavoli, un maniscalco, due calzolai, un sarto, un sacerdote e un professionista. Era
il 1893. Un paio d’anni prima nasceva anche la Cassa Rurale di Gambara, un piccolo paese a 13 km da Leno: alla fondazione par-teciparono 61 soci, in maggior parte agricoltori, piccoli commer-cianti ed artigiani. Contemporaneamente, a Seniga nasceva nel 1897, dall’impegno illimitato e solidaristico di altri 20 soci, la Cas-sa Rurale di Seniga e Pescarolo.
Le tre casse rurali citate attraversarono con fatica il periodo fascista e la ripresa dopo la seconda guerra mondiale fu lenta e difficile. Finché, a metà degli anni 70 avviene la fusione delle tre casse che danno vita alla “Cassa Rurale ed Artigiana della Bas-sa Bresciana” – la banchina, come ancora oggi ricordano i soci più anziani – con sede a Leno.
La denominazione “Cassa Padana” risale al 1993, in occasio-ne della fusione con la Cassa Rurale ed Artigiana di Gussola, una Banca di Credito Cooperativo – denominazione voluta dal nuovo testo unico bancario entrato in vigore nello stesso anno – che in poco più di 10 anni avrebbe esteso la propria presenza a 7 province (Verona, Cremona, Parma, Brescia, Bergamo, Man-tova, Reggio Emilia), sostenuta da una rete capillare e diffusa di sportelli. La fusione con Bcc Camuna nel 2010 e quella con Ban-ca Veneta 1896, operativa dal 1 gennaio, hanno definito l’asset-to attuale della banca. ●
Sede Villa Seccamani
Presidente: Vittorio Biemmi Vice Presidente Vicario: Giancarlo VoltiniVice Presidente: Antonio Masin
Consiglieri:Alberto BarbariniAngelo Chiesa Mirko ComininiValerio CostaAlessandro GelmiClaudio IseppiOreste RamponiErmelina RavelliGianni RodinGiuliano Spinelli
Presidente del collegio sindacale: Giambattista QuarantaMembri del collegio sindacale: Andrea Peri, Lorenzo SaldiDirettore generale: Luigi PettinatiVice direttori: Andrea Lusenti (vicario) e Franco Aliprandi
Il consiglio di amministrazionedi Cassa Padana
La rete degli sportelli Cassa PadanaAREA BASSA BRESCIANACastelletto di LenoGambaraGottolengoIsorellaLenoLeno CentroSeniga
AREA MELLABagnolo MellaBrescia Via Valle CamonicaBrescia Via StazioneCignano di OfflagaCigoleFenili BelasiManerbioPavone Mella
AREA CREMONA-CASALASCOCella DatiCremonaCremona Porta PoGadesco Pieve DelmonaGussolaMartignana PoPescaroloTorre de’ Picenardi
AREA PARMA-REGGIO EMILIACaprara di CampegineParma – Viale PiacenzaParma – Via MantovaReggio EmiliaRubieraSissaTaneto di GattaticoViarolo di TrecasaliVicofertile
AREA MANTOVA-VERONAAlpo di VillafrancaCastellucchioCurtatoneGazoldo degli IppolitiGoitoSan Giorgio in SaliciValeggio sul MincioVeronaVolta Mantovana
AREA CAMUNAArtogneBrenoCetoEdoloEsineMalonnoMontecchio di Darfo B.T.Rogno
AREA BANCA VENETABadia PolesineBovoloneCarpi di Villa BartolomeaCereaFerraraLegnago centroLendinaraMenà di CastagnaroRovigoSanguinettoSan Pietro di LegnagoVilla Bartolomea
I NUmeRI IN SINteSI AL 31/12/2011(COmPReSO eX BANCA VeNetA 1896)dipendenti 433Soci 9.805Clienti 52.000Sportelli 61Impieghi 1.633*raccolta 1.617*raccolta indiretta 586*Patrimonio 231**milioni di euro
di Lidia Sbarbada | [email protected]
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16
BrEvE StorIA dI BCC vALtromPIA
L’attuale Banca di Credito Cooperativo della Valtrompia è il prodotto della fusione di due piccolissime realtà, avvenu-ta nel 1993: Bovegno (costituita nel 1897) e Lodrino; unen-
dosi, le forze, le ricchezze e le criticità di ognuna sono diventa-te patrimonio comune e le peculiarità di ciascuna si sono ancor più valorizzate ed hanno consentito così di salvaguardare l’iden-tità mutualistica e localistica, affrontando e superando al meglio le difficoltà e le asperità contingenti.
Nel 1999 l’Assemblea dei Soci della Bcc dell’Alta Valtrompia scelse la linea dell’autonomia e del rilancio dell’Istituto che rior-ganizzandosi intraprese una fase di ulteriore sviluppo della ban-ca. Con questa decisione, la Bcc conseguì il risultato di diventare la Banca di riferimento per tutta la Valle in via autonoma.
Così si inquadra anche la scelta strategica di aprire la Sede se-condaria di Gardone Val Trompia, scelta condivisa anzitutto dalle Comunità alle quali la nuova iniziativa era rivolta, e di assumere a partire dal 4 maggio 2003 il nome di Banca di Credito Coope-rativo della Valtrompia. ●
Presidente: Romano BettinsoliVice Presidente Vicario: Annibale Fausti
Consiglieri:Antonio ArdesiFelice BettinsoliStefano BettinsoliSavino BontacchioFranco DusinaVirginio NovaliAldo Sandro Robaioli
Presidente del collegio sindacale: Massimo PassiMembri del collegio sindacale: Carlo Bona, Diletta ScagliaDirettore generale: Luca GiovannelliVice direttore: Giuseppe Mattei
Il consiglio di amministrazione di Bcc Valtrompia
La rete degli sportelli Bcc Valtrompia
I NUmeRI IN SINteSI AL 31/12/2011
dipendenti 31
Soci 2.252
Clienti (n.° di rapporti) 2.757
Sportelli 4
Impieghi 91*
raccolta 97*
raccolta indiretta 39*
Patrimonio 12**milioni di euro
di Giuseppe Mattei | [email protected]
Bovegno
Lodrino
Gardone Valtrompia
Sarezzo
17
Il progetto prevede la creazione della nuova area di Cassa Padana della Val-trompia, sulla scorta di quanto realizzato per Bcc Camuna e Banca Veneta 1896.
In particolare, si intende fornire maggio-re supporto alla funzione del capo area affin-ché possa espletare in maniera più organica ed efficiente le attività di gestione dell’area, di presidio delle funzioni di controllo e di raggiungimento degli obiettivi di promozio-ne del territorio nell’ambito dell’attività pro-gettuale della Cassa.
Il capo area sarà l’attuale direttore gene-rale di Bcc Valtrompia Luca Giovannelli.
IL ProGEtto dI FUSIonE
Cassa Padana Bcc Valtrompia Bcc “somma”
raccolta diretta (in milioni) 1.617 97 1.714
Impieghi (in milioni) 1.633 91 1.724
raccolta indiretta (in milioni) 586 39 625
Patrimonio vigilanza (in milioni) 231 12 243
dipendenti 433 31 464
Soci 9.805 2.252 12.057
LA nUovA ArEA dELLA vALtromPIA
I numeri della fusione (31.12.2011)
Le caratteristiche delle due zone di competenza
L’ipotesi di fusione tra Cassa Padana e la Consorella Bcc valtrompia genererebbe, a livello di ambiti di pertinenza territoriale, i seguenti effetti complessivi:
La Banca post fusione disporrebbe di un’area di competenza territoriale costituita da 300 comuni, di cui 57 direttamente presidiati, ospitanti l’operatività di 65 sportelli distribuiti come segue: in territorio lombardo sono dislocati 26 presidi in provincia di Brescia, 8 dipendenze in provincia di Cremona, 5 sportelli in territorio mantovano ed il presidio di rogno in provincia di Bergamo. Al di
fuori dei confini regionali, la rete commerciale si compone inoltre di 12 filiali in territorio veronese, 5 sportelli in provincia di Parma, 4 presidi in provincia di reggio Emilia, 3 localizzazioni in provincia di rovigo ed uno sportello nel capoluogo ferrarese.Le due Bcc presentano sovrapposizione territoriale nelle sole piazze bresciane di Bovegno
e Pezzaze, combinandosi in un “perfetto incastro” tra piazze limitrofe, che porterebbe ad unificare le singole competenze in un’unica ed omogenea area operativa locale. L’unione degli ambiti di riferimento darebbe dunque origine ad una vera e propria Banca “somma” che, rafforzerà il legame con il territorio nella valle.
Cassa Padana BCC Valtrompia BCC “somma”
Comuni di competenza territoriale 286 16 302
Comuni di insediamento diretto 53 4 57
Sportelli 61 4 65
Comune di sovrapposizione in provincia di Brescia: Bovegno (sede della Bcc della valtrompia) e Pezzaze
18
L’intensità demografica che caratteriz-zerebbe i 300 comuni dell’area operativa aggregata sarebbe di circa 3 milioni di abitanti, ripartiti principalmente nella fascia d’età 30-64 anni, a fronte di un’in-cidenza del 28,2 per cento della sezione “giovani” (sino a 29 anni). Il totale dei nu-clei familiari insediati corrisponderebbe a quasi 1 milione e 300 mila presenze, con una dimensione media di 2,3 componenti a famiglia. Le potenzialità del mercato di riferimento di tale area allargata di com-
petenza e di presenza diretta sono eviden-ziate dalle caratteristiche produttive che ne connotano il territorio.
Il numero complessivo delle Unità Lo-cali censite ammonterebbe a 338.908; di queste la metà risulterebbe ubicata nella sola zona di presidio. Le Unità Artigiane operanti nell’Industria, attive nel territo-rio della Banca post aggregazione, sono oltre 66 mila, mentre si contano 40.891 aziende agricole.
Analizzando la composizione percen-
tuale per branche di attività economica delle Unità Locali totali, sarebbe confer-mata, anche a seguito della fusione, la vocazione commerciale del territorio, cui seguono i comparti delle costruzioni, delle attività manifatturiere e dei servizi alle imprese. Caratteristiche produttive simili, in proporzioni adeguatamente dimen-sionate, si ravvisano anche nei comuni direttamente presidiati, seppure con una presenza relativamente più incisiva del settore dei Servizi. ●
Fusione tra Cassa Padana e Bcc della ValtrompiaCaratteristichedistintive e variazioni Area operativa
Cassa Padana BCC Valtrompia BCC “somma”
CARAtteRIStICHe SOCIO DemOGRAFICHe
Popolazione 2010 2.922.449 80.852 2.999.405
Popolazione maschile 2010 1.417.388 40.507 1.454.711
Popolazione femminile 2010 1.505.061 40.345 1.544.694
< 18 anni 473.437 14.634 488.903
18-29 anni 344.849 10.430 356.929
30-44 anni 701.388 19.324 719.857
45-64 anni 783.216 21.345 803.841
> 65 anni 616.637 15.119 629.875
Famiglie 2010 1.267.784 32.891 1.298.932
Componenti per famiglia (media) 2010 2,3 2,5 2,3
CARAtteRIStICHe PRODUttIVe
Artigiani operanti nell’Industria 2008 64.175 2.030 66.107
Agricoltura 2008 40.555 451 40.891
Industria estrattiva 2008 316 2 318
Attività manufatturiere 2008 46.825 2.153 48.933
Energia, Gas, Acqua 2008 457 14 471
Costruzioni 2008 50.671 900 51.488
Commercio 2008 95.928 1.952 97.794
trasporti 2008 12.329 182 12.507
Credito 2008 9.893 224 10.107
Servizi alle Imprese 2008 44.814 822 45.618
totale Unità Locali 2008 331.895 7.409 338.908
CARAtteRIStICHe FINANZIARIe
valore Aggiunto 2005 (euro) 74.702.031.000 2.043.385.000 76.656.734.000
reddito disponibile totale 2006 (euro) 56.599.403.000 1.393.065.000 57.932.036.000
Prodotto bancario 2010 (euro) 217.546.284.000 5.926.590.000 223.235.472.000
Prodotto bancario pro capite 2009 (euro) 74.440 73.302 74.427
CONCORReNZA BANCARIA
Sportelli BCC in analisi (marzo 2011) 61 4 65
Sportelli altre BCC (marzo 2011) 247 3 249
Sportelli altre Banche (marzo 2011) 2.019 52 2.070
totale Sportelli bancari 2.327 59 2.384
Sportelli postali (settembre 2009) 623 26 646
totale Sportelli presenti 2.950 85 3.030
Fonte: SIT - Sistema Informativo Territoriale; Banca d’Italia
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Cassa Padana BCC Valtrompia BCC “somma”
CARAtteRIStICHe SOCIO DemOGRAFICHe
Popolazione 2010 2.922.449 80.852 2.999.405
Popolazione maschile 2010 1.417.388 40.507 1.454.711
Popolazione femminile 2010 1.505.061 40.345 1.544.694
< 18 anni 473.437 14.634 488.903
18-29 anni 344.849 10.430 356.929
30-44 anni 701.388 19.324 719.857
45-64 anni 783.216 21.345 803.841
> 65 anni 616.637 15.119 629.875
Famiglie 2010 1.267.784 32.891 1.298.932
Componenti per famiglia (media) 2010 2,3 2,5 2,3
CARAtteRIStICHe PRODUttIVe
Artigiani operanti nell’Industria 2008 64.175 2.030 66.107
Agricoltura 2008 40.555 451 40.891
Industria estrattiva 2008 316 2 318
Attività manufatturiere 2008 46.825 2.153 48.933
Energia, Gas, Acqua 2008 457 14 471
Costruzioni 2008 50.671 900 51.488
Commercio 2008 95.928 1.952 97.794
trasporti 2008 12.329 182 12.507
Credito 2008 9.893 224 10.107
Servizi alle Imprese 2008 44.814 822 45.618
totale Unità Locali 2008 331.895 7.409 338.908
CARAtteRIStICHe FINANZIARIe
valore Aggiunto 2005 (euro) 74.702.031.000 2.043.385.000 76.656.734.000
reddito disponibile totale 2006 (euro) 56.599.403.000 1.393.065.000 57.932.036.000
Prodotto bancario 2010 (euro) 217.546.284.000 5.926.590.000 223.235.472.000
Prodotto bancario pro capite 2009 (euro) 74.440 73.302 74.427
CONCORReNZA BANCARIA
Sportelli BCC in analisi (marzo 2011) 61 4 65
Sportelli altre BCC (marzo 2011) 247 3 249
Sportelli altre Banche (marzo 2011) 2.019 52 2.070
totale Sportelli bancari 2.327 59 2.384
Sportelli postali (settembre 2009) 623 26 646
totale Sportelli presenti 2.950 85 3.030
Fonte: SIT - Sistema Informativo Territoriale; Banca d’Italia
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di Giuseppe Mattei | [email protected]
LA vALtromPIAEN PLEN AIR,dAGLI ALBorI AL PrESEntE
LA ZonA dI ComPEtEnZA dI BCC vALtromPIA
La Valtrompia dal punto di vista morfologico è una valle stretta, un sottile e tortuoso lembo di ter-ra contornato dai monti prealpi-
ni, lunga poco meno di 50 km. Dal punto di vista amministrativo è composta da 17 comuni a partire a nord da Collio, ame-no paese abbarbiccato ai piedi del mon-te Maniva, per giungere a sud al metro-politano Concesio, ormai un tutt’uno con la Città di Brescia. Tutti i paesi triumpli-ni, dei quali Lumezzane con 23.962 abi-tanti (dati 2007) è il più popoloso e Irma con i suoi tenaci 162 residenti rappresen-ta uno dei comuni più piccoli dell’italico “stivale”, sono accumunati, quasi senza soluzione di continuità, da un proces-so di concentrazione industriale che ad ogni numero civico o quasi fa corrispon-dere una piccola o media impresa di ti-po artigianale o industriale o terziario o commerciale. La valle ha raggiunto la di-mensione di un popoloso quartiere me-tropolitano sulle rive dei tre fiumi prin-cipali: il Mella, il Gobbia e il Garza. Su questi tre alvei sono sorti e cresciuti tre distinti e peculiari distretti industriali: quello armiero di Gardone Val Trompia, quello metallurgico di Lumezzane e quel-lo siderurgico di Nave.
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Nonostante i suoi limiti geo-fisici e strutturali, la Valle è stata interessata da un processo di industrializzazione tan-to concentrata da non avere riscontri in nessuna realtà geografica italiana e da farla divenire oggetto di studio e appro-fondimento.
Il fatto è che la storia della Valtrompia è scritta prima di tutto nel codice geneti-co delle popolazioni che da secoli aveva-no stabilito le proprie radici sul territorio. Già nel 1844 Carlo Cattaneo, insigne co-noscitore della montagna lombarda, ri-portava che le popolazioni locali avevano imparato a ricavare “dal ferro, dalla seta, dal cotone, dal lino, dalle pelli, oggetti di grandiosa manifattura”. È stato tuttavia il dopoguerra a consentire alla Valle di di-spiegare le proprie potenzialità produt-tive, tecnologiche e lavorative, coltivate nel tempo e che nel processo di integra-zione europea hanno trovato un merca-to ideale.
La Valtrompia, attraverso una durissi-ma selezione naturale di darwiniana me-moria, è riuscita a generare e a riprodur-re una “pianta umana” unica e irripetibile, capace, da un lato, di esprimere una irri-ducibile coscienza di sé, dei propri valo-ri e della propria identità e, dall’altro, di mantenere una costante apertura nei con-fronti degli altri, delle innovazioni tecno-logiche e del progresso civile e industria-le. Si tratta di quella “singolar mistura di
costumi rusticani e di esperienza monda-na, l’amore del lucro e l’ospitale cordiali-tà, la facilità del saper vivere in terra stra-niera e l’inestinguibile affetto di paese che presto o tardi fa pensare al ritorno”.
Questa caratteristica unitamente ad al-tri fattori culturali, come il senso del lavo-ro e del risparmio, il senso della famiglia e il legame profondo con il proprio pae-se sono alla base della crescita economi-ca della Valle. Crescita della propria indu-stria manifatturiera che poggia per oltre il 90% (dati del 2004) sul settore metalmec-canico distribuito sui seguenti comparti: produzione e fusione dei metalli (35,8%), casalinghi, rubinetti e valvole (37,7%), ar-mi e munizioni (12,8%), componenti per automobili (4,7%). Crescita poi in parte esportata dalle storiche famiglie impren-ditoriali, prima nei paesi della Franciacor-ta, dell’hinterland cittadino e delle “basse” (bassa bresciana), più vicini alle principali vie di comunicazione e poi in anni recen-ti anche in svariati Paesi esteri.
Valle angusta, chiusa a nord da valici poco praticabili, tagliata fuori dalle prin-cipali vie di comunicazione e lontana dal mare, che da anni invoca, invano, la rea-lizzazione di infrastrutture adeguate.
Il territorio non ha mai posseduto ma-terie prime di grande qualità e le uniche fonti energetiche locali sono storicamen-te rappresentate dai torrenti, avari di ac-qua, e da una certa presenza di carbone vegetale peraltro poco adatto, essendo povero di calore, per le lavorazione del ferro. Quest’ultimo è stato estratto fin da tempi remoti negli antri e nelle galle-rie scavate nell’alta valle con sangue, su-dore e peripezie prima dai condannati ad metalla deportati in loco dai romani e poi dal dopoguerra e fino al 1985 da eroi-ci minatori. Questo minerale dà ora il no-me al percorso turistico museale “La Via del Ferro”, inserito nel progetto europeo “Iron Route” e per estensione a tutta la Valle, denominata appunto “Valle del Fer-ro”. La Valtrompia in virtù della sua sto-ria secolare unica e irripetibile ha supe-rato indenne, pur tra stenti e sofferenze, carestie e calamità . La Valle si presenta vaccinata e attrezzata, in grado di affron-tare e sconfiggere le spire dell’attuale crisi economica che qui non viene subita pas-sivamente ma rappresenta, pur nelle dif-ficoltà contigenti, un’occasione di stimolo e rilancio per l’impresa del “fare” e della comunità dell’ “essere”. ●
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FotoALBUmLA ZonA dI ComPEtEnZA dI CASSA PAdAnA
BrESCIA
mAntovACrEmonAIL Po
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vALLE CAmonICA vEronA rovIGo
rEGGIo EmILIA
FErrArA
PArmA
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IL rIStorno,IStItUto tIPICo dI UnA CooPErAtIvA
Ammontare del ristorno distribuito ai socidi Cassa Padana a partire dal 2003
Come recita l’art. 2 dello Statuto Sociale “la Bcc ispira la propria attività ai principi cooperativi della mutualità senza fini di spe-
culazione privata”, come previsto anche nella Carta dei Valori del Credito Coope-rativo. Il conseguimento di un equo risul-tato, e non la distribuzione del profitto, è la meta che guida la gestione del Credito Cooperativo.
“La Bcc ha lo scopo di favorire i so-ci nelle operazioni e nei servizi di banca, perseguendo il miglioramento delle con-dizioni morali, culturali ed economiche degli stessi promuovendo lo sviluppo del-la cooperazione, l’educazione al rispar-mio e alla previdenza, nonché la coesione sociale e la crescita responsabile e soste-nibile del territorio nel quale opera”.
La Bcc persegue altresì il miglioramen-to continuo della qualità e della conve-nienza dei prodotti e dei servizi offerti e promuove la partecipazione dei soci alla vita della cooperativa.
“I soci”, a loro volta, “hanno l’obbligo di collaborare al buon andamento della Bcc, contribuendo allo sviluppo e lavo-rando intensamente con essa e hanno di-ritto di fruire dei servizi e dei vantaggi of-ferti dalla Bcc nei modi e nei limiti fissati
1.600.000
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02003
su utili2002
2004su utili2003
2005su utili2004
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2007su utili2006
2008su utili2007
2009su utili2008
2010su utili2009
€ 1.
033.
000
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050.
000
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000
€ 1.
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500.
000
€ 90
0.00
0
€ 50
0.00
0
dai regolamenti e dalle deliberazioni so-ciali”, come indicato dall’Art. 9 dello Sta-tuto Sociale.
Con l’introduzione del ristor-no ciascun socio di Cassa Pada-na ha ottenuto la restituzione di una somma parametrata al la-voro effettuato con la banca. La Cassa ha introdotto il ri-storno nel 2003, con apposi-ta delibera dell’Assemblea ordinaria dei soci, che ha approvato anche il relati-vo Regolamento di distri-buzione.
Cos’è il ristorno?È una quota di utile
conseguito dalla Ban-ca che viene ripartita tra i soci, mediante in-cremento della quota sociale detenuta da cia-scun socio, tenendo con-to del suo margine di con-tribuzione.
In altri termini, il ri-storno rappresenta la restituzione di una par-te e quindi la riduzio-
di Lidia Sbarbada | [email protected]
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Il cosiddetto ristorno figurativo
Per “ristorno figurativo” si intende l’importo cui la Banca rinuncia (con una diminuzione del margine di
intermediazione) a seguito dell’applicazione di condizioni di favore ai soci nell’operatività bancaria, in termini di tassi sulla raccolta, tassi sugli impieghi, prezzo dei servizi.Il ristorno figurativo presenta elementi di aleatorietà e variabilità indipendenti da politiche effettivamente poste in essere verso la compagine sociale e dallo stesso “status” di socio. Cassa Padana regolarmente lo rileva, ma utilizza questo tipo di informazioni conscia dei limiti che hanno e senza che ciò influenzi lo sviluppo di politiche di mutualità interna.
ne del prezzo pagato per i servizi resi dal-la banca (commissioni ed interessi
passivi) e la restituzione di una parte e quindi la maggior re-
munerazione dei depositi sottoscritti presso la banca (interessi attivi).
Distribuito in propor-zione all’operatività di ciascun socio con la Cas-sa, quindi è irrilevante il numero di azioni pos-sedute, il ristorno pre-mia la fedeltà del Socio-Cliente.
Il ristorno è un istitu-to tipico della coopera-zione. È intrinsecamente
diverso dalla distribuzio-ne degli utili che viene ef-
fettuata sulla base del capi-tale conferito.
Quali sono le modalità per stabilire l’ammontare di utile da
destinare a ristorno? Per determinare l’utile di eserci-
zio ristornabile occorre diminuire l’uti-le stesso delle quote da destinare obbli-gatoriamente a riserva legale e ai fondi mutualistici per la promozione e lo svilup-po della cooperazione.
La parte rimanente dell’utile di eserci-zio, nei limiti della quota del margine di intermediazione lordo imputabili – in ba-se alla contabilità analitico/gestionale in essere presso la banca – all’operatività svolta con i singoli soci, rappresenta l’uti-le di esercizio ristornabile.
L’utile ristornabile non può comunque eccedere il limite del cinquanta per cen-to dell’utile residuo dopo le destinazioni obbligatorie.
Durante l’Assemblea dei soci il Consi-glio di Amministrazione, nel rispetto del-la sana e prudente gestione della Ban-ca, può proporre all’Assemblea la quota di utile da riconoscere ai soci a titolo di ristorno. Su tale proposta l’Assemblea è chiamata a deliberare. Inoltre il Consiglio di Amministrazione sottopone all’appro-vazione dell’Assemblea l’elenco dei con-tratti rispetto ai quali è calcolato il ri-storno.
I rapporti contrattuali tenuti in consi-derazione per la determinazione del ri-storno sono il margine finanziario e il margine da servizi.
In che forma viene distribuito ai soci?Il ristorno viene distribuito ai soci me-
diante incremento della partecipazione
Ammontare del ristorno figurativo diviso in migliori condizioni ai soci sui tassi e sul costo dei servizi
1.600.000
1.400.000
1.200.000
1.000.000
800.000
600.000
400.000
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0benefittasso2005
€ 4
34.6
59,3
7benefitservizi2005
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€ 6
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95,7
5
benefitservizi2006
€ 4
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42,6
7
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€ 1
.480
.115
,96
benefitservizi2007
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benefittasso2010
€ 66
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benefitservizi2010
€ 55
2.63
0,78
sociale, ossia con l’attribuzione di azio-ni gratuite.
Il ristorno non può essere inferiore al corrente valore nominale dell’azione (at-tualmente pari a euro 25,82). In caso con-trario la relativa differenza è imputata in un apposito fondo fino a che la quota di pertinenza del socio non raggiunga il pre-detto valore grazie ai successivi ristorni.
Il ristorno riconoscibile a ciascun socio non può essere superiore a cento volte il corrente valore nominale dell’azione. Il ri-storno eccedente tale limite è destinato a fini di beneficenza o mutualità.
Ad ogni socio, dopo l’assemblea, vie-ne spedita una lettera nella quale si co-munica la misura del ristorno spettante e il riepilogo delle azioni possedute da cia-scuno. ●
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vICInI AL SoCIoIn CASo dI mALAttIA
Le prestazioni
A. Degenza ospedalieraCorresponsione, in caso di ricovero reso necessario da infortunio o malattia, di una diaria giornaliera di euro 46,50 con un massimo di 100 pernottamenti per anno assicurativo e per nucleo familiare.
B. Ricovero con intervento di alta chirurgia (specificati in apposita appendice)
Tra gli ambiti in cui si articola lo scambio mutualistico fra banca e soci, sicuramente quello della sa-lute è fra i più importanti.
Cassa Padana offre, gratuitamente, ai suoi soci un’assicurazione che prevede la corresponsione di una diaria giornaliera
in caso di ricovero in una struttura ospe-daliera del socio o di un suo familiare (in-teso come coniuge o convivente more uxorio e figli, così come risulta dallo stato di famiglia anagrafico). Nel caso in cui ad essere socio della Cassa Padana fosse una società, il beneficiario della polizza sareb-
di Lidia Sbarbada | [email protected]
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SOLUZIONe 1Se l’intervento è stato effettuato a pagamento. rimborso delle spese sostenute fino al 90%, con un massimale di euro 310.000,00 per anno assicurativo, per socio e relativo nucleo familiare. oltre alla spese sostenute per l’intervento (medicinali, onorari dell’équipe che effettua l’intervento chirurgico, materiale di intervento, diritti di sala operatoria, rette di degenza), sono rimborsabili anche le spese sostenute 60 giorni prima del ricovero e nei 120 giorni successivi relativamente a visite e trattamenti specialistici, accertamenti diagnostici, esami di laboratorio tutti pertinenti la patologia considerata, assistenza medica e infermieristica, trattamenti fisioterapici e rieducativi.
SOLUZIONe 2Se l’intervento è avvenuto a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale.Sarà corrisposta una diaria giornaliera di euro 130,00 per ciascun pernottamento in Istituto di Cura, con un massimo di 100 pernottamenti per anno assicurativo e per nucleo familiare.
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Rappresentazione del numero sinistri inviati e liquidati, diviso per anno
be, a seconda della tipologia societaria:
• Società semplici e di persone (sas, snc): l’assicurazione è prestata pro-quo-ta in favore di ciascun socio (e relativo nucleo familiare);
• Spa e Soc.Coop. a r.l.: l’assicurazione è prestata a favore del presidente (e re-lativo nucleo familiare);
• Srl: l’assicurazione è prestata pro quota in favore di ciascun socio amministrato-re (e relativo nucleo familiare) così come risulta dalle certificazioni societarie.
Nel box riepiloghiamo le principali prestazioni offerte dalla Polizza. ●
Limiti di età • degenza ospedaliera: anni 80• ricovero con interventi di alta chirurgia: anni 75• Indennità sostitutiva del rimborso spese per interventi di
alta chirurgia: anni 75• dal 76° all’80° anno la diaria è corrisposta con il
massimo di 30 giorni per ricovero e di 60 giorni per anno assicurativo e nucleo familiare.
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
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8.00
0
n. 426
€ 38
2.00
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n. 512
€ 46
9.00
0
n. 420
€ 35
1.00
0
n. 533
€ 33
4.00
0
n. 560
2006 2007 2008 2009 2010 2011
€ 49
4.00
0
n. 764 Supplemento a Popolis, periodico mensile di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n.43 / 2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia
hanno collaborato: Stefano Boffini, Giuseppe mattei, Barbara Ponzoni, Lidia Sbarbada, debora Zanini (elaborazione immagini)
Fotografie di valerio Gardoni
In Copertina: La valtrompia di valerio Gardoni
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