3
a nuova Guida liturgica per l’anno pastorale 2014–2015 è disponibile in questi giorni. Strumento indispensabile per la vita di parrocchie e comunità, contiene nella parte iniziale delle indicazioni di carattere generale, oltre ad alcune riflessioni di stampo liturgico– pastorale. La Guida comprende infine l’agenda di tutto l’anno liturgico: in ogni giorno, assieme alle indicazioni della liturgia del giorno (messa e liturgia delle ore) secondo il calendario liturgico generale, vengono indicati le eventuali specifiche ricorrenze di ciascuna diocesi del Lazio, con le memorie dei santi del calendario particolare, oltre a eventuali ricorrenze locali come ad esempio l’istituzione di giornate diocesane particolari, o ancora gli anniversari di ingresso e ordinazione dei vescovi. Parroci e comunità possono ordinarne copia in queste settimane (entro comunque il mese di settembre) presso le singole curie. L l numero degli studenti che si avvalgono dell’insegnamento della re- ligione. Come dimostrano i dati ultimi pubblicati dal Servizio Nazio- nale della Conferenza episcopale italiana per l’Insegnamento della Re- ligione cattolica, anche per questo prossimo anno 2014/15, si registrerà come negli anni passati un ulteriore decremento pari a circa mezzo punto percentuale, che ha portato a livello nazionale, la quota di “fug- giaschi” dal 7 per cento del 2002/2003 all’11 per cento del 2013/2014. Le perdite più consistenti al nord, nella scuola dell’infanzia e superio- re, dove i cali nella scuola materna sono arrivati addirittura al 16,2 per cento, mentre alle superiori il 27,2 per cento (il 34,3 negli istituti pro- fessionali) degli alunni ha preferito scegliere di l’insegnamento alter- nativo. In crescita, al contrario, i docenti di religione, unico settore del- la scuola italiana che sembra immune dalla “spending review”. Per il Miur in tali cifre non vi è nessuna anomalia, perché l’aumento dei docenti è proporzionato al numero degli studenti. Per l’anno scolastico 2014/2015 il Sin- dacato autonomo degli insegnanti di religione (Snadir) dichiara che il numero dei do- centi arriverà a 23.994, con un incremento, come per gli ultimi 10 anni, del 9,3%; mag- giore – dati Cei sull’ultimo quinquennio – nella scuola dell’Infanzia e nella Primaria. Achille Prostamo I Ecco la Guida liturgica Pubblicata a cura della Conferenza episcopale del Lazio va prenotata in ciascuna curia entro settembre Verso la «vita buona» Pubblicata l’11 luglio scorso, a distanza di 30 anni dall’ultima, la nuova nota pastorale della Cei sulla scuola cattolica. Una risorsa educativa della Chiesa locale per la società DI VINCENZO TESTA rasmettere cultura e valori fondati sul Vangelo. Queste sono le linee guida che da sempre identificano la scuole cattoliche, risorsa, importante e significativa, della Chiesa locale. Nata per essere a servizio di tutti ed in particolare dei più poveri è chiamata, in questo tempo, a rinnovare l’attenzione verso gli ultimi, «per quelli –ha scritto Papa Francesco nella Evangelii gaudium, –che la società scarta e getta via». Ecco allora, dopo trentanni dall’ultimo documento pastorale «La scuola cattolica, oggi, in Italia» (1983), che la Conferenza Episcopale Italiana è tornata sull’argomento con la nota pastorale: «La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società», pubblicata l’11 luglio scorso dal Presidente della Commissione per l’educazione cattolica, la scuola e l’università monsignor Gianni Ambrosio. La nota pastorale esce nella prima metà del decennio che la Chiesa italiana ha dedicato al grande tema dell’educazione e già nell’introduzione, citando ancora Papa Francesco si conferma come la scuola cattolica sia luogo di «formazione integrale» della persona secondo la visione ispirata al Vangelo. Si tratta di una questione decisiva. Da qui scaturisce, infatti, come essa sia anche «oggetto privilegiato dell’attenzione della comunità cristiana». La nota della CEI dopo aver tracciato in sintesi un quadro della scuola cattolica in Italia e delle sue dinamiche ha richiamato le ragioni e il valore della scuola cattolica nell’ambito di quella vera e propria «emergenza educativa» che deve aprirsi alla speranza. Ecco allora un breve e denso riepilogo sull’identità e i tratti caratteristici della scuola cattolica con la sua originalità che fonde ecclesialità, pastoralità e impegno comunitario, sociale e civile in un unicum che la rende qualcosa di speciale nell’ambito di quella libertà educativa che la costituzione e la legge garantiscono. Queste premesse hanno spinto la Cei a sollecitare un rinnovato interesse della Chiesa locale verso la scuola cattolica e verso tutte altre scuole presenti nel territorio. Un’attenzione particolare va riservata verso gli insegnanti curando la loro professionalità e la loro spiritualità. T Molto significativo appare il richiamo della nota all’attenzione verso i più deboli constatando come questo desiderio si scontra con i piani finanziari e si suggerisce, in questi casi, il prezioso sostegno della comunità ecclesiale. Allo stesso modo si evidenzia di curare «l’attenzione verso gli alunni con disabilità», gli emarginati, gli svantaggiati, i poveri, i sofferenti, i malati. Infine viene evidenziata la realtà della formazione professionale da incoraggiare e rafforzare. Forte in ultimo il richiamo alla «qualità» da offrie, con una maggiore attenzione alla specificità cristiana della scuola e alla persona in modo da rispondere pienamente a quel progetto educativo che ha di mira la «vita buona del Vangelo». Tanti i nodi da sciogliere on la riapertura delle attività ormai im- minente la scuola italiana, pubblica e privata (anche se solo in parte), subiranno le conseguenze dei numerosi nodi rimasti ancora sul tavolo del governo. Se per quanto riguarda la scuola pubblica a farla da padrone è il problema delle coper- ture per la paventata mega informata di in- segnanti precari da mettere a ruolo (150mi- la), oltre alle misure per l’attuazione del- l’autonomia degli istituti, tutto il sistema scolastico si interroga sulla riforma degli e- sami di terza media e maturità; nel primo caso si tenderebbe ad un alleggerimento, troppo vasta l’attuale prova per i ragazzi. Nel secondo caso invece, si vorrebbe puntare a una maggiore uniformità, alla luce della ri- duzione degli indirizzi scolastici e con un oc- chio al risparmio (oggi infatti l’esame di ma- turità costa 80 milioni di euro l’anno). La nota che darebbe più soddisfazione agli insegnanti è la realizzazione dell’ennesima promessa per un modello di avanzamento di carriera legato al merito. Le cui forme, però, sono ancora allo studio. Gino Zaccari C Insegnamento della religione, gli studenti ancora in «fuga» la riforma ALBANO ESSERE IN COMUNIONE a pagina 3 ANAGNI-ALATRI PER CONOSCERE ALTRE CONFESSIONI a pagina 4 EDUCAZIONE SPORT E INFANZIA, SCEGLIERE BENE a pagina 2 C. CASTELLANA IL BENE VINCE SEMPRE a pagina 5 CIVITAVECCHIA SAN FRANCESCO, GIOIA DEL VANGELO a pagina 6 FROSINONE INSIEME ACCANTO A DEBOLI E POVERI a pagina 7 GAETA S. NILO ABATE È SANTUARIO a pagina 8 LATINA AL VIA UN ANNO SULL’ASCOLTO a pagina 9 PALESTRINA «È BELLO PARTIRE INSIEME» a pagina 10 PORTO-S. RUFINA UNA RISPOSTA ALL’EMERGENZA a pagina 11 SORA AL VIA LA GRANDE MISSIONE POPOLARE a pagina 13 TIVOLI LA FORMAZIONE DEI CATECHISTI a pagina 14 LAZIO SETTE itornare alle cose di tutti i giorni! Che noia! Perfino io quando ho ricevuto la mail di Salvatore mi son detto: “Ops! Si torna al- le cose solite!”. Come se le cose ordinarie, normali, quelle di sem- pre siano per forza brutte, noiose. In realtà non è proprio così. Un giorno – lontanissimo nella nostra memoria – qualcosa ci ha detto che fare la vita che facciamo era tremendamente fico! Stare con quella persona che abbiamo sposato, fare la vita da celibe, entrare in quella congregazione … era il top del top! E poi il lavoro che fac- ciamo, le persone che ci sono amiche. Il “normale” non è una scher- mata di videogioco in cui ci troviamo nostro malgrado: è, invece, il cammino che in qualche modo abbiamo scelto (in ecclesialese cor- retto si dice accolto) per la nostra vita e che abbiamo costruito pez- zo per pezzo. Penso che questo potrebbe riconciliarci con il nostro “abituale”, con il nostro “sempre così”. Questo che a volte può ap- parirci pesante e noioso nasconde il gran peso delle nostre scelte importanti, dei nostri “sì, sì”, “no, no”. C’è dentro tutta la felicità che cercavamo e che vogliamo costruire. Ma non solo! In questo bana- le vivere Dio ha voluto porre la sua dimora a noi più prossima! Ce l’ha insegnato il beato Charles de Foucauld con la scoperta della spi- ritualità di Nazareth. Gesù, Dio fatto uomo, ha dedicato 30 anni a questa vita banalissima e uno o due alle grandi cose! Egli non smet- te di abitare la normalità della nostra vita per colmarla di una vita eterna che sempre zampilla per noi nell’attimo presente. In questo straordinario oggi dove è tutto il segreto della gioia vera! Francesco Guglietta R NELLE DIOCESI IL FATTO RIETI L’ARTE, LA FEDE E LA MEMORIA a pagina 12 Le solite cose di tutti i igiorni Domenica, 7 settembre 2014 Avvenire - Redazione Roma Piazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209 Email: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483 Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected] Coordinamento: Salvatore Mazza DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 QUELLA P AROLA CHE CI RISVEGLIA ALESSANDRO PAONE inque settimane di pausa, ora si ri–parte. Estate piovosa, tasche più vuote rispetto alle stagioni precedenti e malumori: è questa la situazione italiana. Come ripartire con queste premesse? Abbiamo bisogno di speranza, quella con la “S” maiuscola. Papa Francesco, nella Messa conclusiva della sesta giornata della Gioventù asiatica, sprona i giovani ad alzare la testa e ad andare in missione facendo risuonare più volte due parole: Wake up!, Wake up! Quest’esortazione è forte non solo per i giovani, ma per ciascuno di noi: non dobbiamo fermarci a leccare le ferite, facendo del vittimismo, ma guardare al futuro con lo spirito del Vangelo che ci dice che il Signore è risorto non solo per la vita eterna, ma anche per il nostro presente. Tutte le guarigioni fisiche e spirituali che Gesù ha operato lo attestano: lebbrosi, storpi, indemoniati. Tutti guariti nell’oggi per entrare nella vita eterna; tutti testimoni di un cambiamento che salva. Ripartire, allora, vuol dire accogliere il Vangelo che ci fa alzare la testa (wake up!) per progettare con lo spirito nuovo di chi cammina con il risorto. Questo non farà di certo passare la crisi, ma darà a ciascuno le energie nuove per superarla perché, come ha ricordato più volte il santo padre, la crisi economica è frutto di una grande crisi etica e valoriale: c’è crisi di Vangelo, poco annunciato e poco vissuto. Da cosa cominciare allora? Mai da una cattiva notizia, dal pessimismo, dai problemi, da ciò che schiaccia e rende vana la vita: la croce di Cristo non è per la morte, ma per la resurrezione e per la salvezza. Settembre, allora, abitualmente mese in cui ricominciano le attività sociali e pastorali, sia il mese in cui riprendere in mano la Parola e da essa, attraverso l’azione dello Spirito, farci guidare per diventare testimoni di una trasformazione possibile solo attraverso la buona notizia. C

[email protected] Verso la «vita buona» · Queste sono le linee guida che da sempre identificano la scuole cattoliche, risorsa, importante e significativa, della Chiesa locale

  • Upload
    others

  • View
    4

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: portaparola@avvenire.it Verso la «vita buona» · Queste sono le linee guida che da sempre identificano la scuole cattoliche, risorsa, importante e significativa, della Chiesa locale

a nuova Guida liturgica per l’annopastorale 2014–2015 è disponibile inquesti giorni. Strumento indispensabile

per la vita di parrocchie e comunità,contiene nella parte iniziale delleindicazioni di carattere generale, oltre adalcune riflessioni di stampo liturgico–pastorale. La Guida comprende infinel’agenda di tutto l’anno liturgico: in ognigiorno, assieme alle indicazioni dellaliturgia del giorno (messa e liturgia delleore) secondo il calendario liturgico generale,vengono indicati le eventuali specifichericorrenze di ciascuna diocesi del Lazio, conle memorie dei santi del calendarioparticolare, oltre a eventuali ricorrenze localicome ad esempio l’istituzione di giornatediocesane particolari, o ancora glianniversari di ingresso e ordinazione deivescovi. Parroci e comunità possonoordinarne copia in queste settimane (entrocomunque il mese di settembre) presso lesingole curie.

L

l numero degli studenti che si avvalgono dell’insegnamento della re-ligione. Come dimostrano i dati ultimi pubblicati dal Servizio Nazio-

nale della Conferenza episcopale italiana per l’Insegnamento della Re-ligione cattolica, anche per questo prossimo anno 2014/15, si registreràcome negli anni passati un ulteriore decremento pari a circa mezzopunto percentuale, che ha portato a livello nazionale, la quota di “fug-giaschi” dal 7 per cento del 2002/2003 all’11 per cento del 2013/2014.Le perdite più consistenti al nord, nella scuola dell’infanzia e superio-re, dove i cali nella scuola materna sono arrivati addirittura al 16,2 percento, mentre alle superiori il 27,2 per cento (il 34,3 negli istituti pro-fessionali) degli alunni ha preferito scegliere di l’insegnamento alter-nativo. In crescita, al contrario, i docenti di religione, unico settore del-la scuola italiana che sembra immune dalla “spending review”. Per il Miur in tali cifre non vi è nessuna anomalia, perché l’aumento dei

docenti è proporzionato al numero degli studenti. Per l’anno scolastico 2014/2015 il Sin-dacato autonomo degli insegnanti di religione (Snadir) dichiara che il numero dei do-centi arriverà a 23.994, con un incremento, come per gli ultimi 10 anni, del 9,3%; mag-giore – dati Cei sull’ultimo quinquennio – nella scuola dell’Infanzia e nella Primaria.

Achille Prostamo

I

Ecco la Guida liturgica

Pubblicata a curadella Conferenzaepiscopale del Laziova prenotata in ciascuna curiaentro settembre

Verso la «vita buona»Pubblicata l’11 luglio scorso, a distanza di 30 anni dall’ultima, la nuova nota pastoraledella Cei sulla scuola cattolica. Una risorsa educativa della Chiesa locale per la società

DI VINCENZO TESTA

rasmettere cultura e valori fondatisul Vangelo. Queste sono le lineeguida che da sempre identificano la

scuole cattoliche, risorsa, importante esignificativa, della Chiesa locale. Nataper essere a servizio di tutti ed inparticolare dei più poveri è chiamata, inquesto tempo, a rinnovare l’attenzioneverso gli ultimi, «per quelli –ha scrittoPapa Francesco nella Evangeliigaudium, –che la società scarta e gettavia». Ecco allora, dopo trentannidall’ultimo documento pastorale «Lascuola cattolica, oggi, in Italia» (1983),che la Conferenza Episcopale Italiana ètornata sull’argomento con la notapastorale: «La scuola cattolica risorsaeducativa della Chiesa locale per lasocietà», pubblicata l’11 luglio scorsodal Presidente della Commissione perl’educazione cattolica, la scuola el’università monsignor GianniAmbrosio.La nota pastorale esce nella prima metàdel decennio che la Chiesa italiana hadedicato al grande tema dell’educazionee già nell’introduzione, citando ancoraPapa Francesco si conferma come lascuola cattolica sia luogo di«formazione integrale» della personasecondo la visione ispirata al Vangelo. Sitratta di una questione decisiva. Da quiscaturisce, infatti, come essa sia anche«oggetto privilegiato dell’attenzionedella comunità cristiana». La nota della CEI dopo aver tracciato insintesi un quadro della scuola cattolicain Italia e delle sue dinamiche harichiamato le ragioni e il valore dellascuola cattolica nell’ambito di quellavera e propria «emergenza educativa»che deve aprirsi alla speranza. Eccoallora un breve e denso riepilogosull’identità e i tratti caratteristici dellascuola cattolica con la sua originalitàche fonde ecclesialità, pastoralità eimpegno comunitario, sociale e civile inun unicum che la rende qualcosa dispeciale nell’ambito di quella libertàeducativa che la costituzione e la leggegarantiscono. Queste premesse hannospinto la Cei a sollecitare un rinnovatointeresse della Chiesa locale verso lascuola cattolica e verso tutte altre scuolepresenti nel territorio. Un’attenzioneparticolare va riservata verso gliinsegnanti curando la loroprofessionalità e la loro spiritualità.

T

Molto significativo appare ilrichiamo della notaall’attenzione verso i piùdeboli constatando comequesto desiderio si scontracon i piani finanziari e sisuggerisce, in questi casi, ilprezioso sostegno dellacomunità ecclesiale. Allostesso modo si evidenzia dicurare «l’attenzione verso glialunni con disabilità», gliemarginati, gli svantaggiati, ipoveri, i sofferenti, i malati.Infine viene evidenziata larealtà della formazioneprofessionale da incoraggiaree rafforzare. Forte in ultimo ilrichiamo alla «qualità» daoffrie, con una maggioreattenzione alla specificità cristianadella scuola e alla persona in mododa rispondere pienamente a quelprogetto educativo che ha di mira la«vita buona del Vangelo».

Tanti i nodi da sciogliereon la riapertura delle attività ormai im-minente la scuola italiana, pubblica e

privata (anche se solo in parte), subirannole conseguenze dei numerosi nodi rimastiancora sul tavolo del governo.Se per quanto riguarda la scuola pubblica afarla da padrone è il problema delle coper-ture per la paventata mega informata di in-segnanti precari da mettere a ruolo (150mi-la), oltre alle misure per l’attuazione del-l’autonomia degli istituti, tutto il sistemascolastico si interroga sulla riforma degli e-sami di terza media e maturità; nel primocaso si tenderebbe ad un alleggerimento,troppo vasta l’attuale prova per i ragazzi. Nelsecondo caso invece, si vorrebbe puntare auna maggiore uniformità, alla luce della ri-duzione degli indirizzi scolastici e con un oc-chio al risparmio (oggi infatti l’esame di ma-turità costa 80 milioni di euro l’anno).La nota che darebbe più soddisfazione agliinsegnanti è la realizzazione dell’ennesimapromessa per un modello di avanzamentodi carriera legato al merito. Le cui forme,però, sono ancora allo studio.

Gino Zaccari

C

Insegnamento della religione,gli studenti ancora in «fuga»

la riforma

◆ ALBANOESSEREIN COMUNIONE

a pagina 3

◆ ANAGNI-ALATRIPER CONOSCEREALTRE CONFESSIONI

a pagina 4

◆ EDUCAZIONESPORT E INFANZIA,SCEGLIERE BENE

a pagina 2

◆ C. CASTELLANAIL BENEVINCE SEMPRE

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIASAN FRANCESCO,GIOIA DEL VANGELO

a pagina 6

◆ FROSINONEINSIEME ACCANTOA DEBOLI E POVERI

a pagina 7

◆ GAETAS. NILO ABATEÈ SANTUARIO

a pagina 8

◆ LATINAAL VIA UN ANNOSULL’ASCOLTO

a pagina 9

◆ PALESTRINA«È BELLOPARTIRE INSIEME»

a pagina 10

◆ PORTO-S. RUFINAUNA RISPOSTAALL’EMERGENZA

a pagina 11

◆ SORAAL VIA LA GRANDEMISSIONE POPOLARE

a pagina 13

◆ TIVOLILA FORMAZIONEDEI CATECHISTI

a pagina 14

LAZIOSETTE

itornare alle cose di tutti i giorni! Che noia! Perfino io quandoho ricevuto la mail di Salvatore mi son detto: “Ops! Si torna al-

le cose solite!”. Come se le cose ordinarie, normali, quelle di sem-pre siano per forza brutte, noiose. In realtà non è proprio così. Ungiorno – lontanissimo nella nostra memoria – qualcosa ci ha dettoche fare la vita che facciamo era tremendamente fico! Stare conquella persona che abbiamo sposato, fare la vita da celibe, entrarein quella congregazione … era il top del top! E poi il lavoro che fac-ciamo, le persone che ci sono amiche. Il “normale” non è una scher-mata di videogioco in cui ci troviamo nostro malgrado: è, invece, ilcammino che in qualche modo abbiamo scelto (in ecclesialese cor-retto si dice accolto) per la nostra vita e che abbiamo costruito pez-zo per pezzo. Penso che questo potrebbe riconciliarci con il nostro“abituale”, con il nostro “sempre così”. Questo che a volte può ap-parirci pesante e noioso nasconde il gran peso delle nostre scelteimportanti, dei nostri “sì, sì”, “no, no”. C’è dentro tutta la felicità checercavamo e che vogliamo costruire. Ma non solo! In questo bana-le vivere Dio ha voluto porre la sua dimora a noi più prossima! Cel’ha insegnato il beato Charles de Foucauld con la scoperta della spi-ritualità di Nazareth. Gesù, Dio fatto uomo, ha dedicato 30 anni aquesta vita banalissima e uno o due alle grandi cose! Egli non smet-te di abitare la normalità della nostra vita per colmarla di una vitaeterna che sempre zampilla per noi nell’attimo presente. In questostraordinario oggi dove è tutto il segreto della gioia vera!

Francesco Guglietta

R

NELLE DIOCESIIL FATTO

◆ RIETIL’ARTE, LA FEDEE LA MEMORIA

a pagina 12

Le solite cose di tutti i igiorni

Domenica, 7 settembre 2014

Avvenire - Redazione RomaPiazza Indipendenza, 11/B - 00185 Roma; Telefono: 06.688231 - Fax: 06.68823209

Email: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanePiazza Carbonari, 3 - 20125 Milano; Telefono: 02.6780554 - Fax: 02.6780483Sito web: www.avvenire.it Email: [email protected]: Salvatore Mazza

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE:PROGETTO PORTAPAROLAmail: [email protected] ABBONAMENTINUMERO VERDE 800820084

QUELLA PAROLACHE CI RISVEGLIA

ALESSANDRO PAONE

inque settimane di pausa, ora siri–parte. Estate piovosa, taschepiù vuote rispetto alle stagioni

precedenti e malumori: è questa lasituazione italiana. Come ripartirecon queste premesse? Abbiamobisogno di speranza, quella con la “S”maiuscola. Papa Francesco, nellaMessa conclusiva della sesta giornatadella Gioventù asiatica, sprona igiovani ad alzare la testa e ad andarein missione facendo risuonare piùvolte due parole: Wake up!, Wake up!Quest’esortazione è forte non soloper i giovani, ma per ciascuno di noi:non dobbiamo fermarci a leccare leferite, facendo del vittimismo, maguardare al futuro con lo spirito delVangelo che ci dice che il Signore èrisorto non solo per la vita eterna, maanche per il nostro presente. Tutte leguarigioni fisiche e spirituali cheGesù ha operato lo attestano:lebbrosi, storpi, indemoniati. Tuttiguariti nell’oggi per entrare nella vitaeterna; tutti testimoni di uncambiamento che salva. Ripartire,allora, vuol dire accogliere il Vangeloche ci fa alzare la testa (wake up!) perprogettare con lo spirito nuovo di chicammina con il risorto. Questo nonfarà di certo passare la crisi, ma darà aciascuno le energie nuove persuperarla perché, come ha ricordatopiù volte il santo padre, la crisieconomica è frutto di una grande crisietica e valoriale: c’è crisi di Vangelo,poco annunciato e poco vissuto. Dacosa cominciare allora? Mai da unacattiva notizia, dal pessimismo, daiproblemi, da ciò che schiaccia e rendevana la vita: la croce di Cristo non èper la morte, ma per la resurrezione eper la salvezza. Settembre, allora,abitualmente mese in cuiricominciano le attività sociali epastorali, sia il mese in cui riprenderein mano la Parola e da essa, attraversol’azione dello Spirito, farci guidareper diventare testimoni di unatrasformazione possibile soloattraverso la buona notizia.

C

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 2: portaparola@avvenire.it Verso la «vita buona» · Queste sono le linee guida che da sempre identificano la scuole cattoliche, risorsa, importante e significativa, della Chiesa locale

«Preti dalla fine del mondo»a diocesi di Palestrina ricomincia le sue atti-vità con una serata di grande significato. Do-mani infatti, presso l’Auditorium Pierluigi di

Palestrina, alle ore 21, sarà presentato libro: Pretidalla fine del mondo di Silvina Premat.Nel libro emergono le esperienze dei preti dellebaraccopoli di Buenos Aires, attraverso le quali illettore può comprendere praticamente ciò che pa-pa Bergoglio auspica e immagina per tutta la Chie-sa Cattolica: essere servitori della Parola e dellaCarità come poveri tra i poveri. Parlando di lorol’allora arcivescovo della capitale argentina avevadetto: «La loro è una scelta eroica» e ancora, «Fan-no un lavoro veramente apostolico».Questi sacerdoti non si occupano solo delle ne-cessità spirituali delle proprie comunità ma sonoper loro dei Padri nel senso più pieno della paro-la, ovvero coloro che ascoltano, proteggono, gui-dano, consigliano e sostengono i loro figli in o-gni situazione, condividendone le emozioni e lepreoccupazioni, i disagi e le gioie: e che non li ab-bandonano mai, soprattutto nell’ora della diffi-coltà. (G.Zac.)

LA Frosinonel’Olimpiade«Victoria»

ala il sipario sullaquarantesima Olimpiade“Victoria” al Santuario

Madonna della Neve: i colori dellemagliette, le bandiere, il vociare deitanti ragazzi, ribaltano la visionedell’area della chiesa nelle nuoveprospettive di un “villaggioolimpico” in cui si gareggia indiscipline sportive e ludiche:atletica, lancio del peso, salto inalto, staffette, salto in lungo; eancora calcetto, pallavolo, tiro allafune, corsa del sacco, tennis tavolo,freccette, calcio balilla... Alla sera il“villaggio” s’illumina con la musica,ci sono sagre culinarie, si disputanogare in notturna, mentre gli adultitornano...bambini partecipandoanche loro a vari tornei.

C

opo un decennio di chiu-sura e un impegnativo re-stauro durato sette anni,

in primavera ha riaperto i batten-ti il gioiello storia–architettonicoaltosabino che è il castello diRocca Sinibalda. Tra luglio e ago-sto ha attirato centinaia di visita-tori grazie al festival–rassegnacon cui si è valorizzato il recupe-rato complesso: il Castello deidestini inventati. Oltre 1600 per-sone sono giunte nel paese dellaSabina per gli eventi organizzaticol coinvolgimento di realtà pre-senti nel panorama culturale rea-tino, quali l’associazione RokkaVillage di Stefano Micheli e ilTeatro Rigodon dell’attore e regi-sta Alessandro Cavoli. Il cortiledel castello si è trasformato in a-rena a cielo aperto, accogliendoun intenso viaggio musicaledall’indie–folk al Jazzfest conpartecipazione di gruppi di livel-lo nazionale. E poi i laboratori dinarrativa con la scrittrice CarmenPellegrino, quelli di Paesologia e

quelli di teatro per ragazzi. Due le giornate dedicate alForum nazionale Aree interne 2025, fino alla punta didiamante del cartellone: lo spettacolo teatrale RiccardoIII. L’incubo del potere. Quattro sold out consecutivi per ildramma shakespeariano messo in scena da Cavoli in unmix di recitazione, musica dal vivo, danza e suggestiveperformances che ha ottenuto forte successo. (n.bon.)

D

a pratica sportivanon ha un significa-to solo fisico per il

bambino o adulto che sia,ma anche spirituale. Diciò la Chiesa ne è forte-mente convinta. Non esi-ste un documento dottri-nale sullo Sport, tuttaviasono numerosi gli inter-venti dei pontefici dal No-vecento a oggi. Nel 2004san Giovanni Paolo II haistituito una specifica se-zione Chiesa e Sport pres-so il pontificio Consiglioper i Laici. Per restare sul-la cronaca, proprio lunedìscorso papa Francesco, aicalciatori della partita in-terreligiosa per la pace, haricordato che «lo sport ègioia di vivere, gioco, festa,e come tale deve essere va-lorizzato mediante il re-cupero della sua gratuità,della sua capacità di strin-

gere vincoli di amicizia el’apertura degli uni versogli altri».Di più, a giugno scorso,papa Francesco ha ricor-dato ai rappresentanti delCentro Sportivo Italianol’importanza dello «sportcome esperienza educati-va», come più volte ri-marcato anche da Bene-detto XVI fin da quando e-ra arcivescovo di Monaco.Di Giovanni Paolo II è co-nosciuta la sua passioneper lo sport, pure pratica-to nei primi anni del suopontificato. Nel 2000, algiubileo degli sportivi, i-niziò il suo intervento ci-tando San Paolo: «Non sa-pete che nelle corse allostadio tutti corrono, ma u-no solo conquista il pre-mio? Correte anche voi inmodo da conquistarlo».Più indietro nel tempo,

Pio XII ricordò in unoscritto la tempra di Achil-le Ratti, suo predecessorecome Pio XI, come valen-te alpinista.Sempre Pio XII, nel 1945,rivolgendosi agli sportiviaffermò che «lo sport è unefficace antidoto contro lamollezza e la vita como-da, sveglia il senso del-l’ordine ed educa all’esa-me, alla padronanza di sé,al disprezzo del pericolosenza millanteria né pu-sillanimità». Anche i Pa-dri del Concilio VaticanoII affermarono che «le at-tività sportive giovano amantenere l’equilibriodello spirito anche nellacomunità ed offrono unaiuto per stabilire fraternerelazioni, fra gli uomini ditutte le condizioni, di na-zioni o di stirpi diverse».

Re. Ru.

L

Il magistero:«Uno strumentoper formarecorpo e spirito»

Sport e infanzia,per scegliere beneDI REMIGIO RUSSO

rmai le vacanze per la maggior partedelle persone sono un capitoloarchiviato. In molte famiglie è

iniziata la programmazione per i prossimimesi, per coloro che hanno figli in etàscolare c’è il pensiero al ritorno tra i banchima iniziano a far capolino anche lediscussioni sulle attività integrative, tra cuispicca in modo specifico lo sport. Per i più“grandicelli” non ci sono problemiparticolari poiché in genere proseguonol’eventuale sport già praticato in precedenza.La questione si pone, invece, per i più piccolicon la domanda ricorrente del tipo: «Qual èlo sport più adatto?» e da qui il torrente diteorie, pareri ed esperienze che si scambianomamme e papà. A dare una risposta più chequalificata ci hanno pensato gli specialistidell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù:«L’attività nei primi 4, 5 anni di vita devefavorire la conoscenza del proprio corponello spazio. In seguito, si possonocominciare a praticare anche sport piùspecialistici e di squadra. Fondamentale la

Ocertificazione medico–sportiva: riguardaanche i piccoli pazienti affetti da malattiecroniche che vogliono praticare lo stessoun’attività fisica». Secondo gli esperti delfamoso ospedale, ai bambini già in etàprescolare «si può proporre il nuoto»; fino ai7–8 anni «sarebbe opportuno praticareattività quali atletica leggera (marcia, corse,salti, lanci) o ginnastica. Quelle in cui ilpiccolo impara ad utilizzare il proprio corponello spazio e migliora la coordinazioneneuromotoria». Le discipline sportivecollettive sono in genere apprezzate daibambini sopra i 7 anni «poiché coniuganoimpegno atletico, aspetto ludico e spirito disquadra». Gli sport individuali «richiedonola capacità di resistere alla fatica, la capacitàdi concentrazione, il senso diresponsabilità». Oltre i 9–10 anni ci si puòaccostare anche a discipline piùspecializzate. Una risposta anche per laquestione del “certificato medico” di cui si èparlato molto lo scorso anno. «Un passaggiofondamentale – ha spiegato AttilioTurchetta, responsabile di Medicina delloSport all’Ospedale Bambino Gesù – è quello

della certificazione medico–sportiva.Abbiamo una legge molto efficace, integratada regolamenti regionali, che oltre al medicodello Sport, assegna anche al pediatra difamiglia e al medico di base (sempre concosti contenuti) il compito di rilasciare ilcertificato non agonistico. È invece compitoesclusivo del medico dello Sport rilasciare lacertificazione agonistica. Perseguire uno stiledi vita corretto attraverso l’attività sportiva èconsiderato un obiettivo così importante,che in numerose Regioni tutti i test apagamento previsti per il rilascio dellacertificazione agonistica sono esenti dalticket fino ai 18 anni». L’Ospedale BambinoGesù ha predisposto da tempo una strutturadi Medicina dello Sport dedicata allavalutazione funzionale e alla certificazionemedico–sportiva di piccoli pazienti affetti davarie patologie croniche quali, ad esempio,cardiopatie congenite operate e non operate,malattie oncologiche, renali, polmonari oneuromuscolari. Anche per loro lo sport puòessere una medicina. In ogni caso valesempre la regola per cui a questa età lo sportdeve essere soprattutto divertimento.

Dai medici del «Bambin Gesù»alcuni consigli utili per trovarel’attività giusta per i nostri bambini

La «piramide dell’attività motoria»a Società italiana di Pediatria (Sip) harealizzato una “piramide dell’attività

motoria” con cui spiegare ai genitoricome orientarsi nella scelta. Partendodalla base la piramide consiglia comeattività quotidiana di andare a scuola apiedi o in bici, passeggiare, salire lescale a piedi e di ordinare i giochi.Invece, per quattro–cinque volte lasettimana è opportuno far partecipare ibimbi nei lavori domestici ma anchepermettere il gioco libero con i coetanei.

L A questo, nella terza posizione, èprevista l’attività motoria organizzatama per 3–4 volte la settimana. Alpenultimo posto i pediatri italianiconsigliano alle famiglie di organizzareuna volta a settimana una gita ocomunque un’attività all’aperto. Infinale, forse la cosa più difficile daattuare nelle famiglie: permettere l’usodel computer, dei videogiochi o vederela televisione per una sola ora al giorno.

Re.Ru.

Là dove si forma la società del domani

DI SIMONA GIONTA

omenica mattina, dopo la messa, suglispalti del campo di calcetto della par-rocchia. Papà urlanti che fanno il tifo,

mamme con gli occhi orgogliosi, bambini dal-le maglie colorate versione sottana. Una do-menica di sport in oratorio. Gli oratori in Ita-lia sono tra i luoghi d’incontro più frequenta-ti e diffusi: si calcola che siano 7000 e che con

D

le loro attività coinvolgano circa due milionidi giovani e giovanissimi dai 6 anni all’adole-scenza e 300mila animatori. Una bella fettadella società del futuro. Una realtà in continua crescita che, ad oggi,sopperisce e sostituisce un deficit generale delwelfare permettendo anche ai ragazzi di fami-glie meno agiate di svolgere attività ricreativeed, in particolare, sportive. Infatti, non è un ca-so, non è scontato e non è una frivolezza chela Chiesa e gli oratori si occupino di sport. Nonè per la gloria, non è per guadagno ma perchècrede fortemente nelle sue possibilità educa-tive: dall’idea di gruppo alla condivisione diun obiettivo, dalla possibilità di avvicinare i piùgiovani all’accompagnamento delle famiglie.Se prima si giocava a pallone in strada, ades-so si scende nel campetto della parrocchia, lìci sarà qualcuno ad accoglierti in una squadra,con il tuo gruppo parteciperai ad un torneo eforse potrai alzare una coppa o ricevere una me-

daglia. Gli oratori, così, di-ventano un punto diriferimento importan-te per la crescita e laformazione di un ra-gazzo nella propriacittà e con i propri coe-tanei senza fuggire dal-la parrocchia. Non èun caso che le comu-nità senza spazi all’a-perto o attività sportive soffrano una “caren-za” di giovani, non è un caso che si siano mol-tiplicate società sportive “cristiane”.Anche le istituzioni sembrano riconoscerlo: èscaduto il 31 luglio il bando lanciato dalla Re-gione Lazio con un investimento di un mi-lione 240mila euro per sostenere la funzionesociale dello sport, per finanziare iniziativesportive con finalità sociale e promuovere la

partecipazione dei ragazzi di scuole, case fa-miglia ed oratori.Non è, così, importante quale è lo sport cheviene praticato ma il come e con quali obiet-tivi. Diventa, infatti, fondamentale il rappor-to atleta, famiglia e oratorio: un patto educa-tivo che tiene conto del contesto, della missiondel fare sport in comunità, dei valori di cui siè portatori.

Sono oltre settemila gli oratoriche in tutta Italia coinvolgononelle loro attività circa due milionidi giovani e giovanissimi dai 6 annie fino all’adolescenza, e che vedonoimpegnati trecentomila animatori

«H2O», si chiude oggi la kermesse ad Assisii conclude oggi ad Assisi H2O, il raduno degli oratori naziona-li organizzato dal Forum degli Oratori Italiani (Foi). Con la par-

tecipazione di 65 diocesi e 15 regioni italiane, l’evento ha ap-profondito il tema “LabOratori di Comunità” con momenti di scam-bio, di formazione e di programmazione di iniziative future. Do-po una prima edizione nelle diocesi di Bergamo e Brescia nel 2012e un incontro per responsabili a Loreto nel 2013, alla seconda e-dizione sono intervenute oltre 40 realtà che si occupano della pa-storale oratoriana, con i rappresentanti degli Uffici di pastorale gio-vanile, a cominciare da quello nazionale della Cei. (S.Gio.)

S

Roccasinibalda,nuova vita al castello

che cosa fare

il raduno

Una scena del “Riccardo III” al castello (Fotoflash Rieti)

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 7 settembre 2014

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: portaparola@avvenire.it Verso la «vita buona» · Queste sono le linee guida che da sempre identificano la scuole cattoliche, risorsa, importante e significativa, della Chiesa locale

Gli ottanta volontari sono tornati dalle missioniDI SERENA CAMPITIELLO

li “ottanta” del VolEst e del pellegri-naggio a Santiago hanno tutti conclu-so i loro periodi di volontariato in Ita-

lia, Romania, Malawi, Tanzania e Sri Lanka ein Spagna. Seppur ognuno ha raccontato e-sperienze differenti rispetto a quanto s’im-maginava di vivere, tutti, anche chi si è avvi-cinato per la prima volta al cristianesimo, han-no riconosciuto un certo cambiamento nelproprio vissuto e nel modo di rapportarsi a-gli altri. La ricchezza e la varietà delle sei pro-poste, rappresentano spunti importanti pertutti, in particolare per chi sta valutando l’i-potesi di vivere in prima persona il grandedono del volontariato. Per mostrare la bel-lezza di questo lungo itinerario di gratuitàvorremmo ripercorrere ogni domenica unatappa e così esaltarne i contorni e valorizzar-ne le differenze. Partiamo dal pellegrinaggioa Santiago de Compostela facendoci aiutare

Gdalle parole stesse dei viaggiatori perché, co-me ha scritto una di loro, Monica Pianella, cheha raccolto le varie impressioni,: «Non spre-chiamo mai ciò che si è ricevuto, condividia-molo, altrimenti si è ladri». Il viaggio dei pellegrini è iniziato il 16 luglioa O Cebreiro con l’alba che diffondeva i rag-gi sullo stupendo territorio della Galicia.«Camminare tra colline e boschi, campi digrano e ruscelli ha permesso ad ognuno di noidi riprendere il contatto con se stessi, di ri-scoprire quella pace interiore che la vita quo-tidiana, purtroppo, non è più in grado di da-re, ma strappa via». Questa dimensione per-sonale di apertura produce un varco nel rap-porto con Dio, che manifesta la sua presen-za nella bellezza della sua opera, generandola gratitudine verso tutta la creazione. Per-correndo i chilometri i ragazzi hanno perce-pito gradualmente che non tanto la meta mail procedere esprimeva il senso del pellegri-naggio, perché esso mostra aspetti del pro-

prio vissuto che non si conoscono, evoca dall’a-nimo dubbi, incertezze forse coperte dalla coltredella “normalità di ogni giorno”, e che nel si-lenzio dell’incedere bussano alla porta. Tuttavianella capacità di godere della fatica del viaggio edella natura si annida anche la riscoperta di unaparte bella solare della propria anima. «L’abban-dono del materiale, la comprensione di cosa sia-no concretamente l’essenziale ed il superfluo, tiportano ad una rinascita vera e propria». È un ve-ro e proprio «vagare verso l’ignoto, ma non haitimore, perché in realtà sai di non essere solo, tiritrovi a parlare con Lui che sempre ti è accanto,ma mai come in questo cammino hai avvertitola Sua presenza».Al mattino arrivati a Santiago «ti assale un sensodi vuoto quando realizzi che da quel momentoin poi non hai più alcuno zaino da caricarti sul-le spalle». Forse è uno svuotamento esistenzialee il peso che si portava sulla strada è simbolica-mente svanito e lo zaino si riempie invece di unrinnovato rapporto con se stessi e con Dio.

Sono state molte le proposteper giovani nell’estate

Gli ottanta ragazzi tra cuianche alcuni adulti hannosvolto il loro servizio in 5missioni, insieme al gruppoche ha percorso il camminodi Santiago de Compostela.Le cinque proposte per ivolontari sono state: il Caradi Castelnuovo di Porto perl’organizzazione di unGrEst, l’animazioneall’orfanotrofio di Barati inRomania, le attività nellemissioni delle suorecarmelitane in Tanzania,l’organizzazione del GrEstnella parrocchia di Kochein Malawi e attività nellemissioni in Sri Lanka.

Casa Madre VeronicaRoma.Una risposta all’emergenza abitativapromuovendo l’autonomia di singoli e famiglieDI SIMONE CIAMPANELLA

trascorso un anno dall’aperturadi Casa Madre Veronica,inaugurata il 3 settembre scorso

da monsignor Reali. La Caritasdiocesana ha valutato positivamentel’esperienza in risposta al problemacasa, che sempre più spesso e inmodo prepotente interpella lecomunità parrocchiali, in unmomento in cui le istituzioni nonriescono a fronteggiare le numeroserichieste di aiuto. Situata nelquartiere romano di Casalotti,l’abitazione, messa a disposizionedelle Suore Cappuccine del SacroCuore, prevede l’ospitalità gratuitaper nuclei familiari anchemonogenitoriali inviatidai centri di ascolto odalle parrocchie delladiocesi di Porto–SantaRufina. Il progetto mira alsuperamento, almeno inparte, delle condizioniiniziali di criticitàattraverso un percorsocondiviso con gli ospitifinalizzato apromuovernel’autonomia. Nella relazione diaiuto gioca un ruolo fondamentalela presenza della famiglia divolontari che ha garantito lavicinanza agli ospiti, intessendo conloro rapporti amicali e aiutandoli adorientarsi nel territorio. A talproposito abbiamo chiesto loro unprimo bilancio.Maria Teresa e Giuseppe, che tipodi interventi avete condotto inquesti primi dodici mesi?«La prima accoglienza è stata peruna signora straniera che, avendoperso il lavoro, si era ritrovata adormire in una stazione ferroviaria.Ricevuta nella casa in attesa di unanuova possibilità di lavoro o di unrimpatrio, ha sempre dimostrato,con una certa signorilità, la suainfinita gratitudine, anchemantenendo la struttura nel modomigliore per futuri ospiti. È stato unsollievo averle trovato un nuovolavoro. Dopo di lei è stata la volta di

Èuna famiglia comunitariain attesa di un rimpatrioassistito, seguita da unagiovane coppia diafghani, richiedenti asilopolitico. Significatival’accoglienza di unasignora italiana chenecessitava di unappoggio nel periodo ditotale assistenzaquotidiana al figlioricoverato in una strutturariabilitativa».Quindi storie differentiche impegnano anche e-motivamente. Cosa pote-te dire della vostra atti-

vità di volontari?«Non è facile esprimere isentimenti suscitati daqueste storie. Sicuramenteil primo impatto ce l’haicon la condivisione deiproblemi. Ascoltare tantidrammi non è cosìscontato e la vicinanzaalle persone a volte fasperimentare quel sensod’impotenza rispetto aldesiderio di risolvere,anche solo parzialmente,ciò che è di difficile soluzione. Avolte anche disillusione e, perchéno, frustrazione e ribellione difronte all’atteggiamento del “tutto èdovuto” che le situazioni di fragilitàpossono produrre nelle persone indifficoltà. C’è da evidenziare conforza la totale disponibilità egenerosità delle suore francescane,che hanno messo a disposizione glispazi, soprattutto la loro giovane

economa, un vero concentrato diumanità, bontà e grande capacità dicondivisione dei problemi degliospiti; un grazie va anche a tutta lafamiglia del custode semprepresente e disponibile adintervenire».Sta crescendo la consapevolezza diquesta risorsa da parte delterritorio?

«Su questo punto dobbiamoregistrare una fatica. Vorremmoricordare che Casa Madre Veronica èuno strumento a disposizione dellecomunità parrocchiali e a serviziodei bisogni del territorio davalorizzare e far conoscere persensibilizzare altri a prendereconcretamente a cuore il destino dimolte persone».

Le Cappuccine del S. Cuoree la Caritas diocesanamettono a disposizioneuno strumento a serviziodelle povertà del territorioI volontari: «Una risorsada fare conoscere»

Osteria Nuova

DI ROBERTO LEONI

inizio dell’anno pastorale si pre-senta come un momento cru-ciale in cui percorsi già avviati e

nuove possibilità intuite si attivano peraffrontare le sfide della propria quoti-dianità. Che si tratti dell’attività in par-rocchia, dello studio a scuola o del-l’impegno lavorativo si convogliano leenergie per affrontare i mesi a venire pertestimoniare la propria fede in ogniambito della vita. Per questo prima an-cora dell’assemblea diocesana e di o-gni iniziativa nelle differenti comunitàsacerdoti, fedeli, religiosi si ritrovano aCeri. Il consueto appuntamento al San-tuario Mariano di Nostra Signora del-la Misericordia, rappresenta bene il de-siderio e la volontà di indirizzare tut-to il percorso che si sta avviando nelladirezione del servizio e dell’obbedien-za, perché lei, la Madonna, è la primatestimone di questa disponibilità e do-cilità alla volontà di Dio. Così come o-gni anno tutta la famiglia diocesana diPorto–Santa Rufina, si ritroverà il 13

settembre ai piedi del castello, per an-dare in pellegrinaggio verso il borgo,guidata dal vescovo, monsignor Reali.Il ritrovo è lo stesso delle edizioni pre-cedenti, presso l’edicola mariana che sitrova in via di Ceri alle ore 17. L’annuale cammino–pellegrinaggioverso Ceri rappresenta così quel cam-mino di fede che facciamo come sin-goli, come Parrocchie e come famigliadiocesana, avanzando, talvolta anchefaticosamente, sulla strada della vo-lontà di Dio, che è la nostra santifica-zione e la testimonianza missionariache dobbiamo al mondo. Sapendo dinon poter contare solo sulle nostre for-ze, ecco che ci rivolgiamo alla VergineMaria e chiediamo la sua materna in-tercessione, per avere la grazia di potercamminare senza ostacoli e anzi spe-diti verso la luce che non conosce tra-monto, la gloria che il Signore ci hapromesso. Ritrovarci tutti al consuetoappuntamento è immagine e proposi-to di un cammino di comunione, peroffrirci reciprocamente la testimo-nianza dell’amore fraterno.

’L

In pellegrinaggio a Cerisui passi della Madonna

e crescenti sofferenze dei cristiani in Iraq, in Nigeria e in altre parti del mon-do richiedono l’attenzione di tutti i discepoli di Cristo, per questo l’episco-

pato italiano ha invitato le chiese ad essere vicine con la preghiera ai nostrifratelli nella fede, ingiustamente oppressi e uccisi da terroristi che si dicono i-slamisti. In questa direzione la parrocchia di Sant’Andrea Apostolo ad OsteriaNuova ha invitato monsignor Reali a presiedere una celebrazione Eucaristica,presso Santa Maria in Celsano, nella ricorrenza della Madonna Addolorata, ilprossimo 15 settembre. Nella memoria dei dolori della Vergine si pregherà perbambini, adulti e anziani perseguitati e uccisi a causa della fede in Gesù. Sa-ranno presenti anche le Suore Irachene di Selva Candida per guidare la pre-ghiera del Rosario e offrire la propria testimonianza circa la situazione dellecomunità cristiane in Iraq. Siamo tutti invitati a partecipare. Il programma i-nizierà alle ore 17 con la recita del Santo Rosario, cui seguirà l’intervento del-le suore, alle 18 l’iniziativa si concluderà con la concelebrazione della messapresieduta dal vescovo.

Lidia Poli

L

Vicini i cristiani perseguitati

DI MARINO LIDI

ata la sua collocazionegeografica, la diocesi di Porto–Santa Rufina è meta di molti

villeggianti estivi. Anche alcuni istitutireligiosi, che svolgono un servizio diaccoglienza per anziani e disabili, sonopresenti con strutture sulle localitàbalneari, per offrire ai loro assistiti lapossibilità di «staccare» dal quotidianoe vivere momenti di rigenerazionenello spirito e nel corpo. Così, comeaccade già da molti anni, il 16 agostomonsignor Reali ha fatto visita allaCasa dei Servi della DivinaProvvidenza, più popolarmenteconosciuta come “Opera Don

Guanella” di Passoscuro, accolto daldirettore don Fabio Lorenzetti, che ne èil superiore, don Ernesto Pozzi e donDonato Colafemmina.I guanelliani si fanno prossimi dicoloro che vivono la disabilità, diquelli che san Luigi Guanella chiamava«buoni figli», e che con le loro feritemettono chiunque difronte a unmistero spesso difficile da accettare ecomprendere. Tuttavia pur nelle lorodrammaticità queste condizioni disofferenza non chiudono alle personela realizzazione di una vita piena.Monsignor Reali, durante la messaconcelebrata con don Paul Kunnathu,don Salvatore Rizzo, don Gino Panizzoe don Felice Riva, oltre ai religiosi, ha

raccolto proprio questa reale possibilitànelle parole di Ezechiele, che parla delcriterio di giudizio di Dio basato sullacondotta. Non è il contesto in cui citroviamo che mortifica la possibilità divivere nella fede ma è nella capacità dirispondere a qualcuno che sta oltre, cherende l’esistenza degna di esserevissuta. E in questo, chi si fa prossimonel cammino spesso difficile in cui ci sitrova gettati, come i padri guanelliani etutti gli operatori che accolgono escovano le risorse in ogni persona loroaffidata, è un cooperatore della grazia eoffre al mondo la possibilità di credereche nessun limite è così imponente danon poter essere trasceso dallasperanza in Cristo.

D

Il vescovo Reali visita il «Don Guanella»e attività della parrocchia diSan Giovanni Battista a Ce-

sano riprendono con due ap-puntamenti di confronto su ri-levanti temi sociali che coin-volgono l’attenzione di tutti. Ilprimo, che avrà luogo il 10 set-tembre alle 19, sarà coordina-to dal parroco di San Luigi Gon-zaga di Fiumicino, don MassimoConsolaro, e verterà sulla que-stione della disabilità: tema cheil sacerdote ha potuto ap-profondire attraverso il proget-to della spiaggia per i disabili aFocene di cui darà testimo-nianza insieme ad alcuni vo-

lontari. L’11 settembre sempreallo stesso orario si terrà inve-ce un dibattito sulla scuolacoordinato da don Giovanni DiMichele. La questione educati-va è centrale nella prospettivapastorale della Chiesa e si stamuovendo verso la grande ri-sorsa dell’alleanza educativaper favorire dei contenuti con-divisi per la crescita di genera-zioni sicure e di onesti cittadi-ni. In questo dialogo il territo-rio diventa il laboratorio prin-cipale attraverso cui concorre-re insieme al bene dei ragazzi.

Andrea Santi

L

L’incontro con gli ospiti

La parrocchia di Cesanoper i disabili e la scuola

La consegna della chiavi ai volontari

In cammino verso Santiago di Compostela

Date da ricordarel 13 settembre. Pellegrinaggiodiocesano al Santuario di Nostra

Signora di Ceri, Madre di Misericordia,ore 17 presso l’edicola mariana in via diCeri. 15 settembre. Il vescovo celebrala messa per i cristiani perseguitati,Santa Maria in Celsano, ore 18. 20settembre. Dedicazione della nuovachiesa parrocchiale dei Santi Pietro ePaolo all’Olgiata – Cerquetta, edingresso del nuovo parroco, ore 16.

I

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected]

Domenica, 7 settembre 2014

www.diocesiportosantarufina.it

l’evento

in agenda

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30