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Prefettura di Ravenna Ufficio Territoriale del Governo PIANO DI EMERGENZA ESTERNA PER GLI STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE NELLA PROVINCIA DI RAVENNA Stabilimento SOTRIS S.p.A. SS.309 Via Romea km 2,6 n. 272 - Ravenna Anno 2008

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Prefettura di Ravenna Ufficio Territoriale del Governo

PIANO DI EMERGENZA ESTERNA

PER GLI STABILIMENTI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE

NELLA PROVINCIA DI RAVENNA

Stabilimento SOTRIS S.p.A. SS.309 Via Romea km 2,6 n. 272 - Ravenna

Anno 2008

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II

ELENCO DI DISTRIBUZIONE

Dipartimento di Protezione Civile ROMA

Ministero dell’interno:

Gabinetto ROMA Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile ROMA

Ministero della Salute ROMA

Ministero dell’Ambiente ROMA

Presidente della Regione Emilia Romagna BOLOGNA

Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco BOLOGNA

Agenzia di Protezione Civile BOLOGNA

Provincia di Ravenna RAVENNA

Comune di Ravenna RAVENNA

Comando Provinciale Vigili del Fuoco RAVENNA

Alle Prefetture delle province di BOLOGNA FORLI’-CESENA FERRARA RIMINI

Questura RAVENNA

Sezione Polizia Stradale RAVENNA

Comando Provinciale Carabinieri RAVENNA

Guardia di Finanza RAVENNA

Corpo Forestale dello Stato RAVENNA

Comando Vigili Urbani di Ravenna RAVENNA

1° Comando delle Forze Operative di Difesa (1° FOD) V. VENETO

66° Reggimento F. Aeromobile “Trieste” FORLI’

Centro Operativo Forze Aeree (COFA) Poggio Renatico FE

Aeronautica Militare V° Stormo Aeroporto Pisignano CERVIA (RA)

Aeronautica Militare Sezione Metereologica di Punta Marina RAVENNA

Direttore Azienda Unità Sanitaria Locale RAVENNA

Direttore Azienda Ospedaliera RAVENNA

Dipartimento Sanità Pubblica – Servizio Igiene Pubblica e Veterinaria RAVENNA

Unità Operativa 118 RAVENNA

Comitato Provinciale Croce Rossa Italiana RAVENNA

Associazione Radioamatori Italiani Sezione di Ravenna RAVENNA

Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli RAVENNA

Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli RAVENNA

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III

Consorzio di Bonifica Romagna Centrale RAVENNA

Ministero Infrastrutture Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Nucleo di Ravenna RAVENNA

Ministero dei Trasporti – Motorizzazione Civile Ravenna RAVENNA

Ferrovie dello Stato RAVENNA

Trenitalia Spa BOLOGNA

Rete Ferroviaria Italiana Spa BOLOGNA

Serfer Servizi Ferroviaria Srl RAVENNA

Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente (ARPA) - Sezione Provinciale RAVENNA

ENEL Distribuzione RAVENNA

Telecom Direzione Regionale Emilia Romagna BOLOGNA

Poste Italiane Spa RAVENNA

Hera Ravenna Srl RAVENNA

A.N.A.S. Spa Compartimento della Viabilità per l’Emilia-Romagna BOLOGNA

Snam Rete Gas RAVENNA

Autostrade per l’Italia Direzione III Tronco BOLOGNA

Automobile Club Italiano RAVENNA

Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura RAVENNA

Ufficio Scolastico Provinciale C.S.A. (ex Provveditorato agli Studi) RAVENNA

Associazione degli Industriali della provincia di Ravenna RAVENNA

Ascom Confcommercio RAVENNA

Associazione Piccole e Medie Industrie RAVENNA

Comitato degli Operatori del Centro Commerciale espositivo e di Servizi Bassette RAVENNA

Confartigianato RAVENNA

Confederazione Nazionale dell’Artigianato RAVENNA

Confesercenti RAVENNA

Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici RAVENNA

Coordinamento provinciale delle Associazione di Volontariato di P.C. RAVENNA

Aziende pianificate:

Sotris S.p.A. RAVENNA

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I N D I C E Premessa I – PARTE GENERALE

a) Inquadramento territoriale …………………………….………... pag. 8 • Cenni descrittivi del territorio provinciale • Condizioni meteorologiche e climatiche • Osservatori meteorologici e geofisici presenti sul territorio • Cenni descrittivi del territorio circostante lo stabilimento Sotris

b) Informazioni sullo stabilimento e sostanze pericolose

utilizzate e stoccate …………………..………………………... pag.25 c) Elementi territoriali e ambientali vulnerabili ………………… pag.27

II – SCENARI INCIDENTALI

• Delimitazione delle zone a rischio con riferimento agli elementi sensibili all’interno di ciascuna zona ……………….…… pag. 31

III – MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO a) Lineamenti della pianificazione ………………………………………. pag. 34

• Assistenza e soccorso sanitario • Mass Media e Informazione • Salvaguardia del sistema produttivo • Viabilità e Trasporti • Funzionalità delle comunicazioni • Salvaguardia della popolazione

b) Organizzazione e procedure ……..…………………………………. pag. 45

• Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) • Sala Operativa di Prefettura (S.O.P.) • Funzioni di Supporto secondo il metodo “Augustus” • Attivazioni in emergenza

c) Riepilogo delle funzioni minime dei soggetti coinvolti …………. pag. 64

IV – INFORMAZIONI ALLA POPOLAZIONE • Schede di informazione sui rischi di incidente rilevante

per i lavoratori ed i cittadini (Scheda all V) ………………………. pag. 69 Allegati ………………………………………………………………..…… pag. 81

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P R E M E S S A

Il decreto legislativo 334/99 modificato con decreto legislativo 238/05

ha innovato significativamente le disposizioni in materia di rischio di incidente

rilevante connesse a determinate attività industriali, prevedendo un sistema

complesso ed organico per la gestione delle attività industriali a rischio

rilevante.

Questa Prefettura - Ufficio territoriale del Governo, seguendo le

indicazioni della normativa vigente, ha aggiornato le pianificazioni

dell’emergenza esterna, redatte a suo tempo ai sensi dell’abrogato D.P.R.

175/88, anche sulla scorta delle indicazioni contenute nelle linee guida

diramate dal Dipartimento della Protezione Civile – dicembre 2004.1

Nel presente lavoro si procede pertanto alla pianificazione di

emergenza elaborando le informazioni desunte dai Rapporti di Sicurezza

che i gestori hanno prodotto a questo Ufficio, dalle Istruttorie Tecniche e dai

Rapporti conclusivi d’Ispezione prodotti dal Comitato Tecnico Regionale, ai

sensi del decreto legislativo 334/99.

In particolare è stato istituito un gruppo di lavoro, comprendente i

rappresentanti degli enti locali, delle strutture operative, delle forze dell’ordine

e degli organismi tecnici locali, il quale ha promosso frequenti consultazioni

con i dirigenti delle aziende interessate, allo scopo di meglio individuare le

misure atte a tutelare nel miglior modo possibile la pubblica incolumità.

La presente pianificazione si colloca quindi nel quadro delle

competenze che la normativa vigente (L.225/92, L.137/97, D.Lgs 334/99 e

successive modificazioni nonché Lettera Circolare Ministeriale 994/028/S/22

del 27 giugno 2000) attribuisce al Ministero dell’Interno ed ai suoi organi

periferici, per le ipotesi di eventi che comportino grave danno alla incolumità

delle persone e ai beni.

Le situazioni cui si fa riferimento nel presente documento, si

concretizzano in eventi di particolare gravità che richiedono interventi

immediati per evitare e/o contenere danni alla salute pubblica o alla stessa

incolumità dei cittadini.

1 DPCM 25 febbraio 2005 pubblicato sul supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n.62 del 16 marzo 2005 – Serie Generale.

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Al momento attuale nella provincia di Ravenna gli stabilimenti e

depositi per i quali va predisposta la pianificazione dell’emergenza esterna

sono complessivamente (vedi elenco allegato n.1) e la maggior

concentrazione dei medesimi è nel territorio del Comune di Ravenna, in

particolare nel complesso multisocietario che ha sede nell’ambito

dell’insediamento dell’ex Enichem S.p.A., ora Polimeri Europa S.p.A.

Al fine di realizzare un lavoro coordinato e funzionale, atteso sia il

numero degli stabilimenti, che la loro dislocazione territoriale, si è proceduto

con l’analisi degli scenari incidentali ipotizzati dai gestori delle attività

industriali soggette alle disposizioni del Decreto Legislativo 334/99 e s.m.i.,

procedendo, a titolo meramente descrittivo, ad accorparle in gruppi ed

utilizzando per il loro raggruppamento, il criterio della dislocazione territoriale

e logistica. Si precisa, altresì, che non tutti gli stabilimenti presentano scenari

con evidenza esterna, ma sono stati egualmente presi in considerazione

attesa la loro contiguità territoriale:

1° GRUPPO - Aziende coinsediate nella Polimeri Europa ex Enichem: Borregaard Italia, Cray Valley Italia (ex Avio), Ecofuel, Acomon (ex Chemtura), Ineos Vinyls Italia (ex E.V.C.), Polimeri Europa, Ravenna Servizi Industriali, Rivoira, Vinavil, Yara Italia (ex Hydro Agri).

2° GRUPPO - Aziende viciniore all’insediamento del Petrolchimico Ecologia Ambiente, Cabot, ENI Div. Refining & Marketing, Polynt Spa (ex Lonza), Soges Srl Via Baiona

3° GRUPPO - Aziende site nell’area industriale di via Trieste - Darsena San Vitale – Porto Canale

Adriatank, Alma Petroli, Eurodocks, Petra, P.I.R. deposito chimico e P.I.R. deposito oli minerali, T.C.R., Bounge Italia [Enel Logistica, FI.DE.MA, Nadep]2

4° GRUPPO - Aziende site nel resto del territorio del comune di

Ravenna Terremerse Via Classicana, 313 Ravenna; Soges Srl Via Magnani, 5 Ravenna; Sotris Via Romea, 272 Ravenna; Hera Spa SS309 Romea km 2,6 Ravenna. 5° GRUPPO - Aziende site nel resto del territorio provinciale Molducci Gaetano Via A.Grandi,11 Russi; 2 Aziende che pur non soggette all’art.8 D.Lgs 334/99, possono per tipologia di attività svolte o per sostanze presenti, generare incidenti con conseguenze all’esterno allo stabilimento.

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Sariaf Gowan Spa Via Morgagni, 68 Faenza; Caviro Srl Coop a.r.l. Via Converite, 12 Faenza; Dister Mosti Distillati Faenza Via Granarolo, 231 Faenza; Tampieri Spa Via Granarolo, 102 Faenza; Villapana Spa Via Pana, 244 Faenza; Autogas Nord Veneto Emiliana Via Vigne, 5 Cotignola; S.T.I. Solfotecnica Italiana Spa Via E.Torricelli,2 Cotignola; Terremerse Sooc.Coop.Arl Via Cà del Vento, 21

Bagnacavallo; Consorzio Agrario di Ravenna Soc.Coop. arl Agenzia di

Roncalceci Via dell’Arrotino s.n. Roncalceci; Distillerie Mazzari Spa Via Giardino, 6 Sant’Agata sul

Santerno.

Secondo quanto dispone il D.Lgs. 334/99 e s.m.i., per ogni

stabilimento deve essere redatto uno specifico piano di emergenza esterna

(P.E.E.), qualora gli eventi incidentali lo richiedano. In riferimento a ciò si è

convenuto di predisporre la pianificazione esclusivamente per le aziende i cui

danni potrebbero avere un impatto al di fuori dei confini dello stabilimento

stesso.

L’analisi delle aziende ricomprese nel primo gruppo ha richiesto un

esame più minuzioso, anche in relazione alla ricerca della tipologia di

approccio lavorativo più confacente alla particolarità della situazione,

trattandosi di un polo industriale con le problematiche proprie di tali tipologie

di insediamenti. Atteso che ai fini della presente pianificazione di emergenza

ha rilevanza l’effetto che gli eventi incidentali hanno sulla popolazione e sul

territorio circostante all’insediamento, l’individuazione delle aree da

pianificare è stata effettuata con riferimento alle distanze determinate negli

scenari incidentali di ciascuna attività ipotizzati come massimi eventi credibili.

L’attenzione è stata rivolta quindi agli scenari incidentali i cui effetti si

estendono alle aree esterne dei confini dello stabilimento. Per ogni scenario

sono state prese in considerazione tre aree di impatto, caratterizzate per la

prossimità alla zona dell’evento incidentale, così come calcolate nelle schede

compilate dai gestori. Queste zone sono descritte come:

prima Zona di pianificazione o zona di “sicuro impatto” (entro la soglia di

“elevata letalità” ai sensi del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001), la quale è

caratterizzata da effetti sanitari comportanti una elevata probabilità di letalità

anche per le persone mediamente sane.

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In questa zona l’intervento di protezione da pianificare consiste, in generale,

nel rifugio al chiuso. Solo in casi particolari (incidente non in atto ma

potenziale e a sviluppo prevedibile oppure rilascio tossico di durata tale da

rendere inefficace il rifugio al chiuso), ove ritenuto opportuno e tecnicamente

realizzabile, dovrà essere prevista l’evacuazione spontanea o assistita della

popolazione.

Tale eventuale estremo provvedimento, che sarebbe del resto facilitato dalla

presumibile e relativa limitatezza dell’area interessata (zona solitamente

limitata all’interno degli stabilimenti), andrà comunque preso in

considerazione con estrema cautela e solo in circostanze favorevoli. In effetti

una evacuazione con un rilascio in atto porterebbe, salvo casi eccezionali e

per un numero esiguo di individui, a conseguenze che potrebbero rivelarsi

ben peggiori di quelle che vi verrebbero a determinare a seguito di rifugio al

chiuso.

seconda Zona di pianificazione o zona “di danno” (entro la soglia di “lesioni

irreversibili” ai sensi del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001), esterna rispetto alla prima,

è caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per persone

mediamente sane che non intraprendano le corrette misure di

autoprotezione.

In tale zona, l’intervento di protezione principale dovrebbe consistere, almeno

nel caso di rilascio di sostanze tossiche, nel rifugio al chiuso. Un

provvedimento quale l’evacuazione infatti, risulterebbe difficilmente

realizzabile, anche in circostanze mediamente favorevoli, a causa della

maggiore estensione territoriale. Del resto in tale zona, caratterizzata dal

raggiungimento di valori d’impatto (concentrazione, irraggiamento termico)

minori, il rifugio al chiuso risulterebbe senz’altro di efficacia ancora maggiore

che nella prima zona.

terza Zona di pianificazione o zona “di attenzione” (entro la soglia di “lesioni

reversibili” ai sensi del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001), la quale è stata calcolata

raddoppiando l’estensione della seconda zona d’impatto secondo le

indicazioni contenute nelle “Linee guida per la pianificazione del rischio

industriale” emanate dal Dipartimento della Protezione Civile, qualora non sia

stata ancora conclusa l’istruttoria tecnica innanzi al Comitato Tecnico

Regionale, nel qual caso sono stati presi in considerazione esclusivamente i

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valori definitivi (quali ad es. LOC, TLV TWA, ecc.). Tale zona è caratterizzata

dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi, a soggetti

particolarmente vulnerabili, o comunque da reazioni fisiologiche che possono

determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche

di ordine pubblico, nella valutazione delle autorità locali.

In particolare, nella determinazione delle zone di pianificazione, si sono

considerati i parametri di seguito elencati:

Fenomeno fisico I Zona

di sicuro impatto (elevata letalità)

II Zona di danno (lesioni

irreversibili)

III Zona di attenzione (lesioni

reversibili) Esplosioni (sovrapressione di picco)

0.3 bar (0,6 bar spazi

aperti) 0,07 bar 0,03 bar

Bleve/Sfera di fuoco (radiazione termina variabile)

Raggio fireball 200 KJ/m2 125 KJ/m2

Incendi (radiazione termica stazionaria Jet Fire)

12,5 kW/ m2 5 kW/ m2 3 kW/ m2

Nubi vapori infiammabili (radiazione termica istantanea Flash Fire)

LFL 0,5 x LFL ==

Nubi vapori tossici LC50 (30 min,hmn) IDLH LOC 3

LEGENDA LFL Limite inferiore di infiammabilità LC50 Concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50% dei soggetti

esposti per 30 minuti IDLH Concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l’individuo sano, in seguito ad

esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l’esecuzione delle appropriate azioni protettive

_____________________________________________________________ NOTE ALLA TABELLA 1) Esplosioni/UVCE

3 Linee Guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna del Dipartimento di Protezione Civile dicembre 2004 – Allegato 1 Metodo speditivo per l’individuazione delle aree a rischio. “In particolare, per un rilascio tossico, in assenza di informazioni, desunte dal RdS valutato dal CTR, la terza zona può essere convenzionalmente assunta pari al doppio della distanza della seconda zona dal centro di pericolo, laddove non possono essere utilizzate soglie di riferimento reperibili in letteratura quali ad es. ERPG3, TLV TWA, LOC ecc.”

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I valori di soglia indicati tengono conto solo degli effetti diretti dell'onda di pressione sull'organismo umano. Nel caso in cui siano presenti nell'area d'impatto edifici e altri manufatti vulnerabili, occorre peraltro tenere conto anche di effetti indiretti quali crollo delle strutture o edifici (indicativamente fino a distanze corrispondenti a 0,3 bar) ovvero rottura significativa di vetri con proiezione di frammenti (indicativamente fino a distanze corrispondenti a 0,03 bar). Per quanto riguarda i danni materiali, da considerarsi ai fini di un possibile effetto domino diretto, si può prendere a riferimento il valore di soglia di 0,3 bar corrispondente al possibile danneggiamento a strutture pesanti, apparecchiatura di processo, serbatoi e tubazioni. 2) BLEVE/Sfera di fuoco I valori di soglia indicati rappresentano la dose termica assorbita (Dose = potenza incidente x durata) e corrispondono alla possibilità di subire il danno indicato da parte di persone non dotate di specifica protezione individuale. Ove il fabbricante fornisca il valore medio di irraggiamento espresso in kW/m2 è sufficiente moltiplicarlo per la durata del fireball per ottenere il valore atteso di dose termica da confrontare con il valore di soglia. Per quanto riguarda i danni materiali, da considerarsi ai fini di un possibile effetto domino diretto, si possono prendere a riferimento le tipiche distanze entro cui si verifica la proiezione della maggior parte dei frammenti di dimensioni significative, pari a 100 metri nel caso delle unità di imbombolamento e relativo immagazzinamento, 500 metri per serbatoi di stoccaggio sferici e 800 metri per serbatoi di stoccaggio cilindrici. 3) Incendi I valori di soglia per danni alle persone, in assenza di specifica protezione individuale, tengono conto della possibilità per l'individuo di sottrarsi in tempo utile al campo di irraggiamento, considerate le distanze ridotte che sono interessate, senza subire danni che impediscano la reazione di fuga. Per quanto riguarda i danni materiali, da considerarsi ai fini di un possibile effetto domino diretto, può essere preso a riferimento il valore di soglia pari a 12,5 kW/m2. Tale valore corrisponde al possibile danneggiamento dei serbatoi atmosferici ovvero al collasso termico per quelli pressurizzati per esposizioni prolungate. 4) Nubi vapori infiammabili/Flash fire Data l'estrema brevità del fenomeno, si assume che effetti letali possano presentarsi solo nell'area di sviluppo fisico della fiamma. I valori di soglia tengono conto anche della possibile disuniformità della nube infiammabile, che può peraltro originare sacche isolate e localizzate di fiamma anche a distanze maggiori di quelle corrispondenti al limite inferiore di infiammabilità. 5) Nubi di vapori tossici I valori di soglia indicati, sia per la prima zona che per la seconda zona, si riferiscono alla concentrazione a cui verrebbe sottoposto un individuo stazionante all'aperto per un tempo dell'ordine dei 30 minuti. Tale situazione dovrebbe essere considerata mediamente, ma non sempre, come conservativa. In realtà, qualora il tempo effettivo di esposizione dovesse variare significativamente, occorrerebbe assumere un valore di soglia congruentemente diverso. In particolare, i tempi di esposizione che si verificano mediamente nella pratica possono essere significativamente inferiori (sia per la durata tipicamente minore del rilascio o del passaggio della nube, sia per la possibilità del rifugio al chiuso per il quale sussiste una certa mitigazione, almeno per durate non eccessivamente prolungate). Viceversa la durata effettiva di esposizione potrebbe risultare superiore ad esempio nei casi in cui si possa avere la formazione di pozza evaporante per rilascio di liquido tossico relativamente volatile.

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Come criterio di chiusura, si è proceduto, sempre sulla scorta delle

disposizioni tecniche emanate dal Dipartimento della Protezione Civile, a

pianificare tutti gli eventi che fuoriescono dai confini degli stabilimenti.

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I - PARTE GENERALE

a) Inquadramento territoriale CENNI DESCRITTIVI DEL TERRITORIO PROVINCIALE

Il territorio della provincia di Ravenna;

- ha una superficie di Km2 1858,49, con una popolazione complessiva di

354.162 abitanti (censimento 2001) con una densità media di 188,44

ab/km2;

- l’orografia si caratterizza per la suddivisione convenzionale in 3 ambiti:

pianura, collina della Romagna centro-settentrionale, montagna

romagnola. Quest’ultima, in prima approssimazione, comprende la parte

meridionale che si estende fino al territorio toscano e presenta

un’altitudine superiore ai 500 metri s.l.m. L’altitudine max è di 966 metri

s.l.m. La zona collinare degrada, attraverso una fascia pedemontana,

verso la pianura alluvionale, la quale da sola occupa l’82,6% della

superficie complessiva;

- la pianura di origine alluvionale si estende tra la via Emilia e il Mare

Adriatico;

- il sistema idraulico principale del territorio della provincia di Ravenna

comprende il fiume Reno e i suoi affluenti Santerno e Senio, il Canale

Destra Reno, il sistema Canale Candiano e Piallasse Baiona e Piombone,

il fiume Lamone e il suo affluente Marzeno, il tratto terminale dei Fiumi

Montone e Ronco che si uniscono dando origine ai Fiumi Uniti, il torrente

Bevano e il fiume Savio.

Il regime di tali corsi d’acqua presenta piene rapide ed intense durante le

precipitazioni meteorologiche maggiori e magre molto spinte negli inverni

aridi e durante le stagioni estive.

Fra i corsi d’acqua arginati si sviluppa, in tutta la pianura, una fitta rete di

canali di bonifica che adducono al mare le acque di scolo dei terreni

ravennati per caduta naturale e con l’ausilio di impianti idrovori.

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CONDIZIONI METEOROLOGICHE E CLIMATICHE

Clima

La provincia di Ravenna, in ambito regionale, è quella che mostra la

maggiore diversificazione climatica, in quanto è possibile individuare al suo

interno quattro comparti che si diversificano per caratteristiche climatiche:

• pianura costiera (dalla linea di costa verso il mare ad una decina di

chilometri verso l’interno) risente dei caratteri marittimi, e cioè

un’accentuata ventilazione, precipitazioni piuttosto ridotte ed

un’accentuata mitigazione termica. La presenza di venti è responsabile di

un minor numero di giorni nebbiosi.

• Pianura interna (dalla pianura costiera alla pedecollina) è caratterizzata da

un clima più continentale, aumento delle formazioni nebbiose e delle

giornate d’afa, la temperatura mostra un calo sensibile. D’inverno si

assiste ad una maggiore frequenza di precipitazioni nevose.

• Pianura pedecollinare (ha una profondità alcuni chilometri e si articola a

ridosso dei rilievi) E’ caratterizzata da una maggiore nuvolosità,

precipitazioni più abbondanti e frequenti, nebbie meno persistenti e

aumento delle precipitazioni nevose. Fenomeno frequente è quello delle

brezze di monte.

• Zona collinare e valliva: la caratteristica peculiare è data dalle

diversificazioni interne dei caratteri climatici. Il vento presenta frequenti

turbolenze, la temperatura flette rispetto ai valori medi della pianura ed

aumentano le precipitazioni.

Il quadro generale evidenzia come la provincia di Ravenna, essendo esposta

ai flussi orientali e sud-orientali, è tipicamente continentale – asciutto. Due

sono le caratteristiche peculiari: precipitazioni più abbondanti nella fascia

collinare e temperature più miti nella fascia costiera. Inoltre, le precipitazioni

si concentrano soprattutto nella stagione autunnale ed in misura leggermente

inferiore in inverno e primavera, mentre la stagione estiva è in genere

asciutta, salvo locali episodi temporaleschi.

L’umidità media è del 73% con punte massime di poco superiori all’86% in

dicembre e punte minime in luglio, fino al 58%.

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Precipitazioni

Le precipitazioni raggiungono, annualmente, una media di 700-750 mm., ma

sono frequenti le annate in cui non superano i 600 mm. Caratteristica

comune dell’intera provincia è il concentrarsi delle precipitazioni soprattutto

nella stagione autunnale ed in misura leggermente inferiore in inverno e

primavera, mentre la stagione estiva è in genere asciutta salvo locali episodi

temporaleschi.

Inondazioni

Il territorio può essere interessato, come verificatosi in passato, da fenomeni

di tipo alluvionale e di acqua alta, conseguenti al verificarsi di condizioni

meteorologiche significative, aggravate dai due fattori negativi propri del

territorio ravennate e cioè la particolare idrografia e la rilevante subsidenza.

Stato del cielo

NUVOLOSITÀ

E’ possibile rilevare, in particolare, una maggiore frequenza di giorni con

cielo sereno in corrispondenza dei mesi di luglio, agosto e settembre e

assenza di giorni con cielo visibile (per presenza di nebbie dense al suolo)

nel solo periodo maggio-agosto, con massima frequenza di quest’ultima

categoria nel mese di dicembre.

La maggiore frequenza dei giorni caratterizzati da cielo coperto, interessa

rispettivamente l’inverno (con massimo del mese di gennaio) e la primavera

(con massimo nel mese di marzo).

NEBBIA

L’andamento medio della nebbia viene indicato in due caratteristiche classi di

densità con riferimento a due periodi della giornata significativi per la

stagione fredda, ore 07:00 (condizioni di maggior raffreddamento del suolo) e

ore 13:00 (condizioni di maggior riscaldamento del suolo).

Pertanto la nebbia densa è presente alle ore 07:00, con la massima

frequenza nel mese di dicembre e nella stessa classe di densità, sia pure

con frequenze minori, dieci mesi all’anno (sono esclusi i soli mesi di luglio e

agosto che comunque non risultano esenti da formazioni nebbiose del tipo

meno denso).

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Temperatura

L’esame della situazione permette di rilevare, per questa grandezza che

normalmente presenta una variazione molto regolare, come, sia la

temperatura massima, sia quella minima, raggiungano il loro valore medio

più elevato nel mese di luglio e quello meno elevato nel mese di gennaio e,

cosa più interessante, come il valore medio mensile della temperatura

minima non scenda mai al di sotto del limite di 0° C.

L’andamento dei valori della temperatura media mensile, indica infine la

presenza nell’area di indagine, di un regime termico di tipo 2 (temperatura

del mese di febbraio superiore a quella di dicembre), caratteristico delle zone

sub-costiere; alla stessa considerazione conduce inoltre il valore

dell’escursione annua (20,1°C), che risulta essere superiore all’intervallo di

valori (14,6°C/19,4°C) caratteristico delle aree a regime marittimo adriatico.

Venti dominanti

L’analisi statistica della distribuzione dei venti (velocità e direzione) nel sito

del Polo di Ravenna è presentata nella forma di rose dei venti. La velocità del

vento è espressa in metri al secondo, la direzione è la direzione di

provenienza. Poiché non vi sono stazioni dotate di anemometri nel sito, ma

solo a qualche chilometro di distanza, i dati misurati sono stati elaborati dal

pre-processore meteorologico CALMET (per la documentazione, si veda il

documento disponibile all’indirizzo web

www.arpa.emr.it/dettaglio_documento.asp?id=448&idlivello=64).

Le elaborazioni sono basate sui dati del periodo 2002-2007. Le rose dei venti

sono prodotte sia in riferimento al complesso dei dati (Figura 1) sia distinte

per stagioni (Figura 2, 3, 4 e 5)

I dati orari di velocità e direzione del vento in un punto sono elaborati

statisticamente e presentati nella forma grafica della “rosa dei venti”. La

direzione di provenienza del vento è divisa in 16 settori (N, NNE, NE, ENE,

E, ESE, SE SSE, S, SSW, SW, WSW, W, WNW, NW, NNW); la velocità del

vento è divisa in 6 classi (minore di 1m/s, tra 1 e 2m/s, tra 2 e 4m/s, tra 4 e

7m/s, tra 7 e 10m/s, tra 10 e 20m/s).

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Nella rosa dei venti 16 barre corrispondono ai 16 settori di provenienza del

vento; le barre sono spezzate in segmenti di colori diversi, ciascuno dei quali

corrisponde a una delle 6 classi di velocità (si veda la legenda in alto a

sinistra nella figura). La lunghezza totale di ciascuna delle 16 barre

rappresenta il numero di ore in cui il vento proveniva, nel periodo analizzato,

dalla direzione corrispondente. La lunghezza di ciascuno dei segmenti

colorati, che compongono ciascuna delle barre, corrisponde al numero di ore

in cui il vento proveniva da quella direzione ed aveva velocità inclusa nella

classe corrispondente al colore del segmento stesso.

Il numero totale di dati orari analizzati è indicato in alto a destra nel grafico.

La frequenza di accadimento di ciascuna delle 6 classi di intensità (a

prescindere dalla direzione) è sintetizzata in basso a sinistra nella figura.

Figura 1 – Distribuzione dei venti nel Polo Industriale di Ravenna. Periodo 2002-2007, dati Calmet-SIM.

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Figura 2 - Distribuzione dei venti nel Polo Industriale di Ravenna, distinti per stagione. Marzo, aprile, maggio. Periodo 2002-2007, dati Calmet-SIM

Figura 3 - Distribuzione dei venti nel Polo Industriale di Ravenna, distinti per stagione. Giugno, luglio, agosto. Periodo 2002-2007, dati Calmet-SIM

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Figura 4 - Distribuzione dei venti nel Polo Industriale di Ravenna, distinti per stagione. Settembre, ottobre, novembre. Periodo 2002-2007, dati Calmet-SIM

Figura 5 - Distribuzione dei venti nel Polo Industriale di Ravenna, distinti per stagione. Dicembre, gennaio, febbraio. Periodo 2002-2007, dati Calmet-SIM

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Stabilità atmosferica

Le condizioni di stabilità dell’atmosfera sono state categorizzate da Pasquill

in 6 classi, che vanno dalla A (atmosfera molto instabile) alla F (atmosfera

stabile).

Tali condizioni dipendono sia dalla velocità del vento che da calore

scambiato dalla superficie terrestre per irraggiamento termico.

Le elaborazioni sono basate sui dati del periodo 2002-2007. Le classi di

stabilità atmosferica “A B C” sono raggruppate, mentre le classi “D” e “F”, che

solitamente sono le più utilizzate nella redazione dei rapporti di sicurezza in

quanto più conservative, sono riportate singolarmente.

La classe di stabilità di Pasquill-Gifford-Turner in un punto è calcolata, a

partire da dati meteorologici misurati e interpolati, dal pre-processore Calmet.

Ogni ora la classe di stabilità assume i seguenti valori a seconda della

capacità dell'atmosfera di disperdere gli inquinanti (condizioni instabili), o al

contrario della tendenza ad accumularli (condizioni stabili):

A) condizioni estremamente instabili,

B) condizioni instabili,

C) condizioni moderatamente instabili,

D) condizioni neutre,

E) condizioni debolmente stabili,

F) condizioni stabili.

I grafici prodotti da ARPA-SIM rappresentano la percentuale di accadimento

di ciascuna di tali classi di stabilità (o di insiemi di classi aggregati, p.es.

classi E ed F), in ciascuna delle ore della giornata e in ciascuno dei mesi

dell'anno.

I grafici consentono di identificare il periodo dell'anno e la fascia oraria in cui,

nel punto analizzato, è più probabile che si verifichino condizioni stabili o

instabili

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Figura 6 - Percentuale di condizioni instabili (classi A, B e C) Polo Industriale Ravenna

Figura 7 - Percentuale di condizioni neutre (classe D) Polo Industriale Ravenna

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Figura 8 - Percentuale di condizioni stabili (classe F) Polo Industriale Ravenna

OSSERVATORI METEOROLOGICI E GEOFISICI PRESENTI SUL TERRITORIO La Sala Operativa del Centro Coordinamento Soccorsi, per l’aggiornamento

delle condizioni meteorologiche e/o delle condizioni del mare, potrà fare

affidamento sui dati forniti:

1) dalle apparecchiature installate presso la maggior parte degli

insediamenti industriali (unicamente per la direzione e l’intensità del

vento) (vedi rete privata fig. 9);

2) dall’Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente che, con linee ENEL e

TELECOM funzionanti, può fornire in tempo reale i valori della qualità

dell’aria (vedi rete pubblica fig.9):

3) della Capitaneria di Porto di Ravenna, relativi alle condizioni

meteomarine attraverso la Stazione Mareografica che rileva in tempo

reale la temperatura dell’aria, dell’acqua, pressione atmosferica, direzione

ed intensità del vento, altezza del mare, nonché dalla Stazione

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Meteorologica che rileva in tempo reale la pressione atmosferica,

temperatura dell’aria, direzione del vento ed intensità del vento;

4) dalla Sezione Meteorologica dell’Aeronautica Militare situata a Punta

Marina. La predetta Stazione Meteo è autorizzata dal Comando della 1^

Regione Aerea a fornire un bollettino alle ore 08,00 di ogni giorno, in

condizioni normali e con frequenza oraria in condizioni di emergenza; il

bollettino può comprendere le seguenti notizie:

- vento (direzione, intensità e caratteristiche);

- precipitazioni atmosferiche;

- visibilità;

- temperatura;

- pressione barometrica;

- umidità;

- stato del mare (altezza delle onde e forza del mare);

5) dalla rete informatizzata di rilevamento livello acque del Servizio Tecnico

di Bacino dei Fiumi Romagnoli:

- livello delle acque;

6) in particolare per quanto riguarda la zona industriale si può fare

affidamento alla stazione automatica della rete del Centro Meteo-

climatologico e Previsionale della Romagna – Meteoromagna,

posizionata a Marina di Ravenna e collegata on-line al seguente indirizzo:

http://www.meteoromagna.com/vis_testi.php?idtesto=310

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Figura 9 - Localizzazione delle stazioni fisse di misura (La stazione 31 è in fase di dismissione)

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CENNI DESCRITTIVI DEL TERRITORIO CIRCOSTANTE LO STABILIMENTO SOTRIS

L 'area oggetto di studio, è sita a Nord della Città di Ravenna: ad Est dista circa 550

metri dalla SS. 309 “Romea”, alla quale è collegata direttamente tramite la Strada

Comunale Via Guiccioli. Ad Ovest. dista circa 1.700 metri dalla S.P. di Sant. Alberto.

A Sud dista circa 2.150 metri dalla zona artigianale “Bassette”, raggiungibile tramite

la SS. 309.

Inquadramento geologico Le ultime vicende geologiche che hanno interessato il territorio del Comune di

Ravenna, hanno fatto si che si possano individuare e delineare nel sottosuolo

ravennate quatto zone di sedimentazione aventi proprie caratteristiche

sedimentologiche e litologiche. Come evidenziato nella Fig. 10, l’area di studio

ricade all’interno della zona “C”. In tale zonizzazione i terreni soprastanti alla

trasgressione olocenica, sono prevalentemente sabbiosi. Durante le ultime fasi

dell’Olocene, a causa dell’equilibrio verificatori tra variazioni del livello marino,

subsidenza e preesistenza quindi di un ambiente di spiaggia, si è sviluppato in tutta

questa zona un copro sabbioso dello spessore di circa 20 metri che diminuisce

gradatamente di spessore, da nord verso sud, a causa del variare in tal senso della

subsidenza.

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Figura 10 – Suddivisione della zona di sedimentazione

Inquadramento Geomorfologico

La pianura emiliano romagnola si estende dal margine appenninico in

direzione nord fino al Fiume Po, limitata ad est dalla fascia litoranea e a nord-

est dalla piana deltizia.

La sua attuale configurazione è dovuta a processi ed ambienti sedimentari di

origine diversa che hanno portato alla differenziazione della pianura in tre

sistemi deposizionali distinti dal punto di vista genetico:

• Sistema alluvionale dominato dai processi fluviali di origine appenninica

ed alpina (fiume Po);

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• Sistema deltizio dominato dal paleodelta del Fiume Po in cui si hanno

complesse interazioni fra dinamica fluviale, dinamica marina e tidale

(ambiente di transizione);

• Sistema litoraneo, che comprende gli ambienti deposizionali costieri

interdeltizi, costituita da corpi sabbiosi longitudinali formatisi per

giustapposizione di cordoni litoranei.

Il territorio del Comune di Ravenna risulta suddiviso in due grandi domini: il

primo, nella parte più occidentale del territorio, è caratterizzato da forme

morfogenetiche dovute alla dinamica fluviale (Sistema alluvionale); il

secondo, nella parte orientale del territorio, è costituito da un insieme

morfogenetico litorale marino (Sistema litoraneo).

L’area in esame ricade nella zona orientale del territorio ravennate

caratterizzata dal sistema litoraneo

L’analisi di dettaglio seguente è stata eseguita sia sulla base delle

conoscenze specifiche sulla geologia della zona, che mediante le tavole

geologiche agli atti del Servizio Geologico comunale.

Geomorfologia, altimetria, litologia locale e subsidenza

La geomorfologia attuale, è il risultato come già esposto, di alterne vicende

prevalentemente legate ad avanzamenti ed arretramenti della linea di costa e

alla dinamica dei corsi fluviali.

A causa dei molti ambienti deposizionali alternatisi nel tempo, si è andata

creando una successione litologica notevolmente variabile costituita da livelli

sabbiosi, limosi, argillosi e da miscele di questi.

La geomorfologia che interessa l’area in esame rientra nella 1° sott’unità

litoranea che rappresenta il più antico allineamento di cordoni dunosi

indicanti il progredire della linea di costa verso Est, con tessitura in superficie

prevalentemente Sabbioso, localmente Argilloso o Limoso - Argilloso. Tale

fatto trova conferma nella Litologia di superficie della zona interessata,

caratterizzata da litotipi Sabbiosi degradanti a Ovest con litotipi Argilloso-

Limosi.

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Assetto altimetrico - si evidenziano quote locali stabili di +1,0 m s.l.m.m., che

caratterizza una vasta area subparallela.

L’analisi altimetrica è quindi in accordo con le caratteristiche deposizionali

(geomorfologiche-litologiche) tipiche delle Unità Litoranee, che prevedono la

presenza pressoché costante dei terreni prevalentemente sabbiosi rispetto

alle altre litologie.

Per quanto riguarda la subsidenza, anche l’area in esame, dagli anni 70 ad

oggi, è stata caratterizzata da cinematismi che hanno inciso in modo

differenziato sul terremo, come anche i vari trend evidenziati hanno inciso in

modo differenziato sull’altimetria del territorio. Oggi comunque la zona è

caratterizzata da un abbassamento annuo medio di circa 2 – 3 mm,

paragonabile all’abbassamento naturale dei terreni sedimentari.

Idrogeologia locale

Le caratteristiche idrogeologiche prevalenti dell’area in esame sono costituite

da:

- l’area di studio ricade all’interno di un’area compresa fra l’isofreatica 2,00

m s.l.m.m., quindi la profondità della falda, in relazione all’analisi del

microrilievo (+ 1 m s.l.m.m.), può essere stimata ad una profondità di circa

– 1,00 m dal p.c.

- la direzione di flusso della tavola d’acqua è Ovest / Est.

- la tavola d’acqua è debolmente inclinata con immersione Est.

Per quanto riguarda l’assetto freatico locale, è comunque evidente che la

profondità della tavola d’acqua dipenda sia dalla stagione che dalla piovosità

del periodo, pertanto sono compatibili anche escursioni considerevoli, in

rapporto comunque alla rete di Canali Consorziali presenti in zona che

tendono al drenaggio della falda .

Idrografia: corsi d’acqua

L’area è limitrofa al Canale Tomba gestito dal Consorzio di Bonifica della

Romagna Centrale avente sede in via Mariani Ravenna. Tutta la rete di scolo

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delle acque superficiali recapita nel Canale Tomba che delimita la zona a

Ovest.

Infrastrutture

Strade – l’area SOTRIS è confinante con la via Guiccioli, (strade comunali),

e con la S.S. 309 Romea.

Ferrovie – L’area non è servita da infrastrutture ferroviarie.

Aeroporti - L’area non è servita da infrastrutture aeroportuali.

Fognature - L’area è dotata di Rete fognaria bianca:

- la rete bianca recapita le acque nel Canale Consorziale Tomba;

Rete GAS e acquedotto – L’area è servita sia dall’acquedotto che dalla rete Gas.

Reti elettriche - L’area non ricade in fascia di rispetto da elettrodotti.

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b) Informazioni sullo stabilimento e sostanze pericolose utilizzate e stoccate

Sotris S.p.A.

Le attività dello stabilimento SOTRIS S.p.A. consistono nello stoccaggio,

pretrattamento, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non

pericolosi.

Sotris S.p.A. opera all’interno di un comparto di trattamento rifiuti di circa 100

ettari; il terreno su cui insiste lo stabilimento pari a circa 12 ettari è di

proprietà del Comune di Ravenna che ne ha concesso il “diritto di superficie”

a Sotris. I restanti 88 ettari sono di proprietà di HERA S.p.A.

L’intero comparto costituisce un “sistema integrato” per il trattamento e lo

smaltimento di rifiuti, in particolare di quelli speciali ed ex tossico-nocivi. Le

sostanze che rendono lo stabilimento Sotris soggetto al D.Lgs. 334/99 sono

fondamentalmente i rifiuti speciali pericolosi, fra questi rientrano quelli ai quali

sono associate le caratteristiche di pericolosità H6 (tossici), le caratteristiche

di pericolo H3 A-B (facilmente infiammabili e infiammabili) ed in quantità

limitata quelli ai quali sono associate le caratteristiche H 14 (ecotossici).

Il Centro di stoccaggio e pretrattamento rifiuti speciali anche pericolosi

SOTRIS è parte di un impianto che comprende anche due discariche per

rifiuti pericolosi.

Nel Centro SOTRIS S.p.A. possono essere stoccati , trattati e movimentati i

più svariati tipi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.

Le attività svolte nel Centro sono:

1. Stoccaggio in serbatoi di residui liquidi combustibili con punto di

infiammabilità superiore a 65°C, classificati in Cat. C (ai sensi del D.M.

31.07.34) ;

2. Stoccaggio di rifiuti solidi e liquidi, contenuti in fusti e contenitori di

capacità 1 m3, con punto di infiammabilità compreso tra i 21°C e i 65°C ,

classificati in Cat. B (ai sensi del D.M. 31.07.34) ;

3. Stoccaggio fusti e piccoli contenitori (1 m3) di residui liquidi infiammabili

con punto di infiammabilità minore di 21°C classificati in Cat. A (ai sensi

del D.M. 31.07.34) ;

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4. Stoccaggio fusti contenenti rifiuti pericolosi (H6 Tossici) e combustibili

con punto di infiammabilità superiore a 65°C, classificati in Cat. C;

5. Riconfezionamento fanghi e polveri (con residui solidi o semisolidi o

inquinati con liquidi combustibili, infiammabili e polveri);

6. Inertizzazione di rifiuti solidi tramite stabilizzazione degli inquinanti;

7. Riconfezionamento liquidi e triturazione fusti;

8. Ricevimento e spedizione prodotti a mezzo autocisterne.

All’interno del Centro di Stoccaggio e Pretrattamento Rifiuti Speciali

Pericolosi e Non Pericolosi Sotris S.p.A. svolge le seguenti attività:

• Stoccaggio temporaneo di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi in

locali differenti secondo la forma di confezionamento, lo stato fisico ed il

grado di pericolosità del rifiuto da stoccare;

• Pretrattamento rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi; in particolare i

pretrattamenti servono a riconfezionare, omogeneizzare, miscelare e

triturare i rifiuti al fine di renderne più sicuro il successivo smaltimento in

discarica e/o in forni di termodistruzione;

• Inertizzazione di rifiuti industriali mediante un processo di stabilizzazione

e solidificazione con leganti idraulici inorganici.

Si sottolinea il fatto che, non essendo le discariche Sotris oggetto di

applicazione del D.Lgs. 334/99 così come modificato dal D.Lgs. 238/05, il

presente documento si riferisce al solo Centro di Stoccaggio e

Pretrattamento.

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c) Elementi territoriali e ambientali vulnerabili

CARATTERISTICHE DEGLI AGGLOMERATI URBANI PROSSIMI ALL’AREA INDUSTRIALE

Lo stabilimento è situato nel comune di Ravenna in via Romea Km 2,6 n°.

272 in un’area omogenea dal punto di vista urbanistico in quanto

prevalentemente destinata ad attività agricola. L’attività è inserita in un

esteso comparto di trattamento rifiuti di circa 100 ettari dove risulta

coinsediata la società Hera S.p.A presente con impianti di trattamento e

smaltimento rifiuti quali discariche, impianti di depurazione, un impianto di

produzione CDR (combustibile da rifiuto) ed un inceneritore per CDR.

Tale comparto di trattamento rifiuti è confinante con la Strada Statale Romea

ed è raggiungibile anche dalla via Guiccioli, tramite degli accessi custoditi

dalla Società Hera Spa. L’area Sotris è raggiungibile tramite viabilità interne

all’area di discarica HERA Spa.

I centri abitati più vicini sono: la frazione di San Romualdo, il villaggio “ANIC”

e l’area artigianale - industriale Bassette.

Il comparto in esame si colloca al margine fra una matrice agricola ed una

naturale.

Nella zona posta a Nord e ad Est del comparto la connotazione agricola

tende a sfumare presentando gli elementi della bonifica recente (Colmata del

Lamone, zone umide), mentre ad Ovest e a Sud viene esaltata la matrice

produttiva agricola con la presenza di colture specializzate: si tratta

prevalentemente di terreni agricoli risultanti dalle bonifiche effettuate nel

tempo e posti sotto regime di idrovora a causa della loro quota rispetto al

livello del mare.

Questa origine dei terreni si riflette nella loro attuale struttura, articolata in

appezzamenti geometricamente delimitati da argini e canali di scolo, oltre

che nella tipologia colturale che è costituita quasi esclusivamente dal

seminativo.

Al fine di non frammentare da una parte la matrice agricola, caratterizzata da

un andamento pianeggiante e non intaccare dall’altra il patrimonio naturale, è

stato realizzata una fascia filtro perimetrale all’area del comparto con il

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criterio di estendere all’area interessata dagli impianti le strutture boschive

esistenti e di valore storico della zona (Pineta San Vitale e Punte Alberete).

La zona compresa all’interno del raggio di 844 m dalla sede della Soc. SOTRIS e

non appartenente all’area HERA S.p.A., è completamente a destinazione agricola,

con la presenza di alcuni insediamenti sparsi di tipo colonico, non sono presenti

allevamenti. Correlando lo scenario di evento con l’analisi geofisica del territorio,

tutta la zona può essere interessata da ricaduta di sostanze nocive, pertanto sia il

suolo, che la falda freatica e la rete di scolo Consorziale sono da considerarsi gli

elementi di maggior vulnerabilità del territorio.

Per quanto riguarda la rete di scolo Consorziale, si fa presente che in essa

recapitano sia tutte le scoline di campagna, che la rete di fognatura bianca dell’area

SOTRIS, ne consegue che qualsiasi sostanza che subisca un dilavamento viene

inevitabilmente ad essere recapitata nel canale Consorziale Tomba.

Inoltre si evidenzia la presenza di un ponte che per la ridotta larghezza

costituisce sicuramente un elemento di caratterizzazione per l’accessibilità

dell’area (vedi tavola della vulnerabilità e schede monografiche dei singoli

ponti).

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Figura 11 - Tavola della vulnerabilità

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Figura 12 - Ponte Via Guiccioli - larghezza 5.50 m circa

Figura 13 - Sezione ponte via Guiccioli

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II – SCENARI INCIDENTALI

DELIMITAZIONE DELLE ZONE A RISCHIO CON RIFERIMENTO AGLI ELEMENTI SENSIBILI ALL’INTERNO DI CIASCUNA ZONA

SOTRIS Spa Via Romea 272

L’istruttoria per il parere tecnico conclusivo del Comitato Tecnico

Regionale è in corso di definizione. Ai fini della pianificazione sono stati presi

in considerazione gli scenari di rischio indicati dal fabbricante nel Rapporto di

Sicurezza.

Gli eventi incidentali indicati sono diversi, ma ai fini della pianificazione

vengono presi in considerazione quelli a maggior raggio che fuoriescono

dallo stabilimento e che coinvolgono sostanze diverse.

Nella tabella seguente si riporta la sintesi dell’analisi degli incidenti con

indicate la frequenza di accadimento dello scenario e le relative distanze di

danno, considerando la classe atmosferica D5 (condizioni neutre e vento

intenso con velocità pari o superiore a 5 m/s) e F2 (condizioni

moderatamente stabili e vento con velocità pari o superiore a 2 m/s)

Distanza di danno (m) - TOSSICITA’

Categoria degli effetti

Elevata Letalità

Lesioni irreversibili

Lesioni reversibili

Zona I (LC50)

Zona II (IDLH)

Zona III (LOC)

Evento Scenario Ipotizzato

Frequenza (eventi/anno)

Classe di

stabilità

atmosferica

di sicuro impatto di danno di attenzione

1.A Rottura fusti comparto A1

(1,2 Dicloroetano)

Dispersione di fumi tossici di combustione con presenza di HCl (Acido Cloridrico)

5,31x10-4 D5

non raggiunge la

concentrazione

LC50

non raggiunge la

concentrazione IDLH

844

2.A Rottura manichetta

in comparto riconfezionamento

liquidi

Dispersione di fumi tossici (Benzene)

4,21x10-5 F2

non raggiunge la

concentrazione

LC50

64 458

Le distanze riportate risultano con origine da centro pozza.

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Ai sensi della vigente normativa e delle linee guida del Dipartimento di

Protezione Civile, sono state individuate le seguenti zone di pianificazione:

Zona I zona di sicuro impatto non raggiunta

Zona II zona di danno non raggiunta

Zona III zona di attenzione 844 m (LOC Lesioni reversibili)

Sia gli effetti della prima zona che della seconda zona non

raggiungono la concentrazione di elevata letalità (LC50) e lesioni irreversibili

(IDLH), mentre quelli della terza zona “caratterizzata dal possibile verificarsi

di danni, generalmente non gravi, a soggetti particolarmente vulnerabili, o

comunque da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di

turbamento”, fuoriescono dallo stabilimento andando ad impattare su (vedi

fig. 14):

- impianto Chimico-Fisico-Biologico acque reflue Hera Spa;

- via Romea Nord;

- via Guiccioli.

All’interno di tale area si trovano alcune case sparse per un totale di

circa 34 abitanti, un ristorante e alcune Aziende Agricole. Di rilevanza

ambientale, all’interno dello scenario ricadono una serie di scoli e canali che

portano alla Piallassa Baiona (valle).

Per gli effetti sull’uomo e l’ambiente vedasi le schede di

sicurezza del:

• Acido Cloridrico (HCl) (vedi All. 10)

• Benzene (vedi All. 11)

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Figura 14 - Scenario incidentale dispersione fumi tossici Stabilimento Sotris Spa

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III – MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO

a) Lineamenti della Pianificazione

In questo paragrafo s’intende individuare gli obiettivi da conseguire per dare

una adeguata risposta di protezione civile ad una situazione di emergenza e

le competenze dei soggetti che vi partecipano.

ASSISTENZA E SOCCORSO SANITARIO

P r e m e s s a Un qualsiasi incidente che si verifichi in connessione alle lavorazioni

industriali che stiamo prendendo in considerazione provoca una serie di

conseguenze sulla salute della popolazione, con caratteristiche peculiari

legate all’emergenza. La pianificazione, in questo caso, deve tenere in

considerazione la metodologia e le tecniche proprie della “medicina dei

disastri” poiché, in virtù dell’improvviso scatenarsi dell’incidente, non ci si può

basare, in linea di principio, su un rapporto ottimale tra numero delle persone

coinvolte e numero dei mezzi di soccorso da impiegare.

Le persone coinvolte in un incidente rilevante avvenuto in connessione con le

attività industriali che stiamo esaminando possono essere le seguenti:

- lavoratori dello stabilimento;

- persone che transitano lungo le strade limitrofe;

- abitanti degli edifici civili compresi nella zona di rischio;

- lavoratori ed utenti di impianti commerciali ed artigianali ubicati nella zona

circostante.

Esistono, pertanto, due variabili interconnesse che devono essere tenute in

considerazione:

1) numero delle persone presenti nella zona, loro concentramento,

esistenza di categorie particolari (handicappati, bambini, anziani);

2) periodo in cui si verifica l’evento.

Sulla scorta di tale premessa, possono verificarsi le seguenti situazioni:

periodo dell’anno: le aziende appartenenti ai primi tre gruppi e

localizzate a Ravenna, sono situate in prossimità dei lidi, lungo le

strade di accesso alle frazioni di Marina Romea, Marina di Ravenna e

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Punta Marina. La presenza di traffico automobilistico sulle strade sarà

quindi maggiore nelle stagioni di primavera ed estate.

Frequenza settimanale: nei giorni feriali si assiste alla punta massima

delle presenze all’interno degli stabilimenti e degli insediamenti

commerciali e del traffico pesante sulle strade. Nei giorni festivi

aumenta il traffico automobilistico.

Frequenza giornaliera ed oraria: la maggiore presenza all’interno degli

stabilimenti si verifica nella fascia orario 08-17; lungo le strade il

traffico automobilistico si concentra nelle ore 07.30-8.30 e 17.00-18.30

ed il traffico pesante nelle ore 09-16, negli impianti commerciali ed

artigianali nelle ore 08.30-19.00.

La presenza di persone con particolari problematiche si può riscontrare a

bordo di autoveicoli o tra gli utenti degli impianti commerciali ed artigianali.

Per quanto riguarda il soccorso sanitario, particolare rilievo riveste la

tipologia delle sostanze tossiche presenti nello specifico evento incidentale,

poiché diverse saranno le misure da adottare.

Per quanto attiene l’accesso all’ospedale, si terrà conto del piano di

emergenza stilato dall’Azienda Sanitaria Locale di Ravenna per l’Ospedale

Santa Maria delle Croci.

M i s u r e d i S o c c o r s o In linea di principio, è opportuno allestire un centro di triage in prossimità

delle aree a rischio, che serve da smistamento dalla zona dell’incidente verso

il presidio ospedaliero “Santa Maria delle Croci” ubicato in Viale Randi nella

zona sud-ovest di Ravenna.

La localizzazione dell’area di triage dipende dalle condizioni meteorologiche

ed in particolare dal vento. Nella presente pianificazione sono stati

considerati come venti prevalenti quelli che provengono da:

- Ovest nord ovest;

- Est sud est.

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Le zone individuate per i Punti Medici Avanzati sono: (vedi fig. 15)

PMA 1 via Romea Nord altezza parcheggio Hera Spa;

PMA 2 via Romea Nord altezza parcheggio Punta Alberete.

Nelle operazioni di soccorso il personale sanitario, non potrà comunque

accedere a nessuna delle tre zone di danno. Il primo triage verrà effettuato

dai Vigili del Fuoco che provvederanno al trasporto dei feriti al di fuori della

terza zona.

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5

4

1

3

2

PMA2

PMA1

/Comune di Ravenna

Sistema Informativo Territoriale

Legendapunti medici avanzati

PMA1 via Romea Nord Parcheggio HERAPMA2 via Romea Nord parcheggio Punta Alberete

1 ) SS.309 dir svincolo Ravenna Porto,presidiato dalla Questura2 ) via Rome Nord rotatoria SS.309 ,presidiato dalla Polizia Municipale3 ) via Sant'Alberto intersezione via Guiccioli,presidiato dalla Polstrada

Sotris III zona 844 mt (Acido cloridrico)

Sotris III zona 458 mt (Benzene)

ViabilitàFerroviaFiumi/Canali

cancelli

4 ) SS.309 Romea incrocio via Mambelli,presidiato dai Carabinieri5 ) SS.309 Romea incrocio via delle Valli,presidiato dalla Guardia di Finanza

FORROS
Font monospazio
Fig. 15 - Cartografia individuazione PMA presidiati dal "118" e "Cancelli presidiati dalle FF.OO.
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S a n i t à

In fase di emergenza, l’Azienda Unità Sanitaria Locale, ARPA ed Hera,

ciascuno per la propria competenza, attuano tutti gli interventi igienico-

sanitari, provvedendo ad erogare i servizi necessari per fronteggiare

l’emergenza medesima.

In particolare provvedono:

al coordinamento dei servizi gestiti dalla stessa A.U.S.L. o da altri enti o

amministrazioni pubbliche o private per il soccorso ed il trasporto dei

feriti dalla zona colpita dal disastro fino ai centri di assistenza sanitaria e

all’eventuale trasferimento, presso altri ospedali localizzati fuori

provincia, di tutti coloro che abbisognano di cure specializzate o che

non possono essere assistiti localmente per mancanza di attrezzature;

alla ospedalizzazione dei feriti e dei malati bisognosi di ricovero, il cui

elenco, periodicamente aggiornato, dovrà essere comunicato al Centro

Coordinamento Soccorsi;

alla individualizzazione, previo accordo con l’Autorità comunale, del

luogo di raccolta delle vittime in attesa di identificazione;

alla segnalazione al Prefetto o al Sindaco di eventuali necessità di

mezzi di trasporto dei feriti o di salme. Sulla base di tali segnalazioni il

Prefetto o il Sindaco ove occorra, provvederà alla requisizione, nelle

forme di legge, dei mezzi di trasporto privato;

al controllo delle acque potabili;

alla verifica delle condizioni igienico-ambientali, alla rilevazione di

eventuali fonti di inquinamento e alla formulazione di proposte per la

emanazione da parte del Sindaco, ai sensi di legge, dei provvedimenti

contingibili ed urgenti ritenuti necessari per la tutela della salute

pubblica e dell’ambiente;

alla istituzione, con la collaborazione del Comune o di altri organi

interessati, di servizi igienici di emergenza nei centri di raccolta e di

assistenza all’uopo allestiti;

all’adozione delle misure profilattiche richieste dalla situazione e

all’eventuale bonifica del territorio;

al reperimento degli animali deceduti nella zona colpita e al loro

seppellimento o distruzione;

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all’adozione di eventuali misure profilattiche ritenute necessarie per la

tutela e la conservazione del patrimonio zootecnico.

La funzione di supporto che si occupa di sanità e del soccorso sanitario è

costituita dai seguenti organi:

- Azienda Unità Sanitaria Locale;

- ARPA;

- HERA;

- Croce Rossa Italiana;

- Volontariato settore sanitario. (vedi anche FUNZIONE 2):

Mass-Media e Informazione

E’ fondamentale che il cittadino residente nelle zone direttamente o

indirettamente interessate dall’evento conosca preventivamente:

- le caratteristiche del rischio che insistono sul proprio territorio;

- le predisposizioni del piano di emergenza nell’area in cui risiede;

- con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed

allarmi;

- come comportarsi, prima durante e dopo l’evento.

In particolare, la popolazione e/o i lavoratori che possono trovarsi all’interno

della prima e seconda area di pianificazione, devono rispettare alcune

precauzioni per far si che l’eventuale scelta di autoprotezione attraverso il

rifugio al chiuso sia efficace.

L’indicazione precisa di tali precauzioni deve pertanto essere inclusa nelle

informazioni specifiche alla popolazione interessata e possibilmente entrare

a far parte di un sistema educativo generale di protezione civile.

Le precauzioni in argomento possono essere tratte dai punti seguenti:

1. chiudere tutte le finestre e le porte esterne;

2. fermare i sistemi di ventilazione o condizionamento siano essi

centralizzati o locali;

3. spegnere i sistemi di riscaldamento e le fiamme libere;

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4. chiudere le serrande delle canne fumarie e tamponare l’imbocco di

cappe e camini;

5. chiudere le porte interne dell’abitazione e dell’edificio;

6. rifugiarsi nel locale più idoneo possibile. Ognuna delle seguenti

condizioni migliora l’idoneità di un locale: presenza di poche aperture;

posizione ad un piano elevato; ubicazione dal lato dell’edificio opposto

alla fonte del rilascio;disponibilità di acqua; presenza di un mezzo di

ricezione delle informazioni;

7. nel caso in cui vi sia pericolo di esplosione esterna chiudere gli infissi e

tenersi a distanza dai vetri delle finestre;

8. sigillare con nastro adesivo o tamponare con panni bagnati le fessure

degli stipiti di finestre e porte e la luce tra porte e pavimento;

9. sigillare con nastro adesivo le prese d’aria di cappe, ventilatori e

condizionatori;

10. evitare l’uso di ascensori per il conseguente spostamento d’aria che ne

deriverebbe;

11. nel caso in cui il tossico rilasciato sia solubile in acqua e il locale di rifugio

sia costituto da un bagno, tenere aperta la doccia per dilavare l’aria

interna;

12. in caso di necessità tenere un panno bagnato sugli occhi e davanti al

naso e bocca;

13. mantenersi sintonizzati mediante radio o TV sulle stazioni emittenti

indicate dalle Autorità (ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati

mediante rete telefonica, se previsti dall’Autorità Comunale);

14. al cessato allarme spalancare porte e finestre, avviare sistemi di

ventilazione o condizionamento ed uscire dall’edificio fino al totale

ricambio dell’aria all’interno dello stesso ed assistere in questa azione le

persone necessitanti aiuto (Attenzione – il punto 14 non deve essere

applicato per tossici ad elevata persistenza);

15. porre particolare attenzione nel riaccedere a locali particolarmente quelli

interrati o seminterrati dove vi possa essere ristagno di vapori.

(vedi anche le Schede di Sicurezza in allegato)

Le emittenti televisive, la radio e la stampa, sia nazionali che locali (vedi

elenco allegato n. 2), hanno il compito di fornire informazioni puntuali e

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dettagliate sulla situazione di pericolo in atto, sulle misure precauzionali da

adottare, sull’evolversi della situazione stessa

Essi saranno anche il veicolo di messaggi, sia nella fase preventiva che in

quella dell’emergenza, che saranno comunicati dal Sindaco, secondo le

direttive, le modalità, le istruzioni concordate con il Prefetto.

(vedi anche FUNZIONE 3 )

SALVAGUARDIA DEL SISTEMA PRODUTTIVO

Si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale nell’area

colpita attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo nel più breve

tempo possibile. E’ auspicabile che la sospensione della produzione non sia

superiore ad alcune decine di giorni.

TRASPORTO, CIRCOLAZIONE E VIABILITÀ

Durante il periodo dell’emergenza, è prevista la regolamentazione dei flussi

di traffico lungo le vie di fuga e dell’accesso dei mezzi di soccorso nelle zone

a rischio attraverso la predisposizione di “cancelli”, che impediscano

l’accesso a persone non autorizzate.

Per quanto riguarda la zona limitrofe agli scenari incidentali attesi

nell’aziende Ravenna Servizi Industriali i predetti “cancelli” saranno collocati

nei seguenti luoghi (vedi fig.15)

1. S.S. n.309 dir Km 0,400 (direzione Ravenna – Venezia) svincolo

Ravenna-Porto “zona Bassette” presidiato dalla Questura;

2. Via Romea Nord rotatoria S.S. 309 “Romea” km. 0,000 – sotto il

cavalcavia SS.309 Romea dir presidiato dalla Polizia Municipale;

3. Via Sant’Alberto intersezione via Guiccioli presidiato dalla Polizia

Stradale;

4. SS. 309 “Romea” incrocio via Mambelli, presidiato dai

Carabinieri;

5. SS. 309 “Romea” km 8,100 incrocio via delle Valli, presidiato

dalla Guardia di Finanza.

Tutti i cancelli dovranno essere utilizzati come vie di esodo della popolazione

all’interno dell’area dell’emergenza ed, in particolare, quella di via Baiona

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all’altezza dello svincolo con via Bassette costituirà l’accesso privilegiato per i

mezzi di soccorso.

I Cancelli posti al di fuori della terza zona saranno presidiati da personale

delle Forze dell’Ordine, il quale dovrà comunque essere dotato di idonei

dispositivi di protezione individuale.

La Capitaneria di Porto, nel caso in cui se ne ravvisi l’opportunità, provvederà

al blocco del canale Candiano e impartirà via radio alle navi nel Porto Canale e

in avamporto le necessarie disposizioni del caso.

Su segnalazione della Prefettura, nel caso in cui l’evento interessi le linee

ferroviarie, le Ferrovie dello Stato dovranno assicurare il blocco immediato

della circolazione ferroviaria, interessando la Società Trenitalia competente

del trasporto passeggeri e merci, la Società Rete Ferroviaria Italiana

competente dell’infrastruttura ferroviaria, nonché la Serfer (Servizi Ferroviari

srl), competente nella movimentazione e trasporto ferroviario di merci

all’interno del Petrolchimico.

La funzione di supporto che si occupa della viabilità è costituita dai seguenti

organi:

- Polizia Stradale;

- Polizia Provinciale;

- Polizia Municipale;

- Carabinieri;

- Guardia di Finanza;

- Enti gestori della viabilità e strade (Comuni, Provincia, Anas).

(vedi anche FUNZIONE 6).

FUNZIONALITÀ DELLE TELECOMUNICAZIONI

Dovranno essere curate le relazioni con le società di telecomunicazione

presenti sul territorio al fine di verificare il ripristino degli eventuali danni subiti

dalle reti ed eventualmente organizzare un sistema di comunicazioni

alternativo anche con il concorso dei radioamatori volontari.

La funzione di supporto che si occupa delle telecomunicazioni è costituita dai

seguenti organi:

- Poste Italiane Spa;

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- Telecom Italia e altri gestori della telefonia;

- Enel;

- Associazione Radioamatori Italiani.

(vedi anche FUNZIONE 7).

SALVAGUARDIA DELLA POPOLAZIONE

Le misure di salvaguardia della popolazione pianificate dal Sindaco sono

finalizzate all’allontanamento della popolazione dalle zone a rischio e/o al

riparo al chiuso delle medesime, a seconda della tipologia di incidente.

I criteri di massima, per la scelta delle azioni di autoprotezione da prevedere

per la popolazione sono:

La decisione sull’opportunità di effettuare o meno un’evacuazione è basata

su fattori specifici legati sia al sito che alle condizioni in cui si sviluppa lo

scenario incidentale e pertanto non può essere rigidamente predeterminata

in fase di pianificazione, bensì affidata secondo opportuni criteri al giudizio

contingente del gestore dell’emergenza.

SCENARIO INCIDENTALE

PRIMA ZONA di sicuro impatto

SECONDA ZONA di danno

TERZA ZONA di attenzione

Incendio: - rilascio istantaneo

sostanze infiammabili con formazioni di sfera di fuoco

- rilascio sostanze infiammabili con formazione di nube e sua combustione

- radiazioni termiche stazionarie quali incendi in pozza o a getto

Rifugiarsi al chiuso o in posizione schermata da radiazioni termiche

Rifugiarsi al chiuso o in posizione schermata da radiazioni termiche

Visti gli effetti trascurabili non viene raccomandata nessuna particolare attenzione

Rilasci di sostanze tossiche

Rifugiarsi al chiuso se si prevede un rilascio di breve durata Evacuare allontanandosi dal punto di rilascio se il rilascio è potenziale o di lunga durata

Rifugiarsi al chiuso se si prevede un rilascio di breve durata Evacuare allontanandosi dal punto di rilascio se il rilascio è potenziale o di lunga durata

Rifugiarsi al chiuso

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In ogni caso è opportuno che il Sindaco preveda, se necessario:

a) alla requisizione di tutti gli autobus che si renderanno necessari per far

fronte alle esigenze di trasporto delle persone dalla zona interessata;

b) alla requisizione di edifici scolastici o strutture turistiche per consentire una

prima accoglienza della popolazione evacuata.

Tali aree di attesa potranno essere utilizzate per un breve lasso di tempo,

per cui è necessario prevedere un’eventuale allestimento delle stesse.

Sono aree sicure dove la popolazione deve potersi recare con urgenza,

lungo percorsi sicuri al momento della ricezione dell’allertamento. Sono aree

dove la popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento e i primi generi

di conforto in attesa dell’eventuale allestimento delle aree di accoglienza.

In “tempo di pace” la popolazione deve essere opportunamente informata

sulle misure di sicurezza e sulle norme comportamentali da seguire, sia in

caso di evacuazione, sia in caso di rifugio al chiuso.

L’”Area di Ammassamento” individuata per i soccorritori, materiali e mezzi,

a garanzia di un razionale impiego degli stessi e delle risorse che

eventualmente confluiscono nella zona di intervento è situata nell’area

sportiva del Villaggio San Giuseppe, sita in via Lago di Garda.

La funzione di supporto che si occupa della salvaguardia e assistenza alla

popolazione è costituita dai seguenti organi:

- Comune;

- Provincia;

- C.R.I.;

- Volontariato socio sanitario (vedi anche FUNZIONE 11).

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b) Organizzazione e procedure

CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI (C.C.S.)

Il Prefetto, ai sensi dell’art.20 della L. 334/99 e s.m.i., assume la

direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare ed adotta tutti i

provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi durante la fase di

emergenza, coordinando tutti gli organismi coinvolti, mantenendo i necessari

contatti con il Presidente della Giunta Regionale, l’Agenzia di Protezione

Civile, il Ministero dell’Interno ed il Dipartimento della Protezione Civile.

La struttura di supporto al Prefetto per la gestione dell’emergenza è il

Centro Coordinamento Soccorsi (CCS), che si riunisce presso la Prefettura -

Ufficio Territoriale del Governo di Ravenna.

E’ composto dai massimi responsabili di tutte le componenti

istituzionali e strutture operative presenti nel territorio provinciale e può

essere di volta in volta attivato convocando anche parte dei componenti a

seconda delle necessità scaturite e dall’entità dell’evento calamitoso. Tali

autorità, pur continuando a svolgere le rispettive funzioni ordinarie, agiscono

nell’emergenza sotto il coordinamento del Prefetto.

Il Prefetto, a seconda delle circostanze, valuta se riunirsi:

a. in sede permanente;

b. giornalmente;

c. in adunanza limitata ai componenti indispensabili per l’esame di

specifici problemi e per le conseguenti decisioni da adottare.

In caso di emergenza i componenti devono, appena venuti a

conoscenza, prendere diretti contatti con il Prefetto, anche se non convocati.

Se all’emergenza gli uffici della Prefettura risulteranno inagibili, il Centro

Coordinamento Soccorsi prenderà sede presso il Comando Provinciale dei

Vigili del Fuoco di Ravenna.

Con l’attivazione in emergenza del C.C.S devono essere

immediatamente predisposte le seguenti operazioni:

reperire i componenti del C.C.S;

reperire i componenti della Sala Operativa di Prefettura;

delimitare le aree a rischio o coinvolte dall’evento;

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attivare le aree di ammassamento soccorsi/mezzi, le aree di attesa

nonché quelle di accoglienza se ritenuto necessario.

Componenti del C.C.S.

Il Centro Coordinamento Soccorsi può essere composto in linea generale da:

- Prefetto;

- Presidente della Provincia;

- Sindaci dei Comuni interessati;

- Questore;

- Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco;

- Comandante provinciale dei Carabinieri;

- Comandante provinciale della Guardia di Finanza;

- Comandante della Sezione Polizia Stradale;

- Coordinatore provinciale del Corpo Forestale dello Stato;

- Direttore Generale AUSL;

- Ufficiale di Collegamento del Comando Militare territoriale competente;

- Comandante della Capitaneria di Porto;

- Presidente dell’Autorità Portuale;

- Direttore di Sezione A.R.P.A. di Ravenna;

- Responsabile delle Autorità di Bacino;

- Consorzi di Bonifica;

- Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici;

- Responsabile di zona Telecom Italia;

- Responsabile della Croce Rossa Italiana;

- Coordinatore provinciale del Volontariato di Protezione Civile;

e altri responsabili di Enti che, a seconda della natura e della gravità

dell’evento, possono essere attivati:

- Compartimento ANAS;

- Motorizzazione Civile;

- Provveditorato per le Opere Pubbliche;

- Ferrovie dello Stato (RFI e Trenitalia);

- Hera Ravenna;

- ENEL Distribuzione;

- Poste Italiane;

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- C.S.A. (ex Provveditorato agli Studi);

- Camera di Commercio, Industria Agricoltura ed Artigianato;

- Automobile Club Italiano (ACI).

I singoli componenti possono essere rappresentati dai loro delegati. Tutti i

componenti, comunque, devono essere muniti di poteri decisionali.

Il CCS è strutturato secondo un’“area strategia”, nella quale si riuniscono i

responsabili degli Enti e delle strutture operative provinciali, di cui sopra, per

definire la strategia di intervento, e da una “sala operativa” di Prefettura

(SOP), che secondo le modalità del metodo “Augustus”, è organizzata per

funzioni di supporto, i cui responsabili coordinano gli interventi dalla sala

operativa relativamente al proprio settore.

Il CCS per assicurare efficienza nelle attività di risposta all’emergenza,

dispone dei seguenti locali:

- locale per le riunioni dell’area strategia;

- locale per la sala operativa;

- locale per la sala stampa.

Il compito del Centro Coordinamento Soccorsi è di individuare le strategie di

intervento per il superamento dell’emergenza razionalizzando le risorse

disponibili nella provincia; i compiti del CCS sono inoltre i seguenti:

• raccogliere e valutare le informazioni;

• preavvertire e porre in stato di allarme le Amministrazioni e gli Enti aventi

compiti di intervento;

• provvedere, nell’ambito della provincia, ai servizi di soccorso e di

assistenza alla popolazione colpita coordinando le attività svolte da tutte

le Amministrazioni pubbliche, dagli Enti e dai privati;

• valutare l’entità dei mezzi e del personale necessario a fronteggiare gli

eventi con efficacia e tempestività;

• smistare agli Enti di competenza, previo giudizio sulla priorità, le richieste

di intervento pervenute;

• ricevere tutte le comunicazioni delle unità di soccorso per valutare

momento per momento l’evolversi della situazione;

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• annotare tutte le varie offerte di cittadini, di mezzi materiali utili

predisponendone il successivo impiego;

• promuovere il rapido ripristino dei servizi essenziali.

SALA OPERATIVA DI PREFETTURA (S.O.P.) La sala operativa è l’area operativa del Centro Coordinamento Soccorsi e

deve garantire i collegamenti tesi a realizzare un continuo scambio di

informazioni tra il luogo dell’evento ed i centri e le strutture che a diverso

titolo concorrono per gli interventi di protezione civile.

La sala operativa è organizzata per funzioni di supporto secondo le modalità

del metodo “Augustus” e per una migliore funzionalità deve essere suddivisa

in ambienti distinti separando le seguenti funzioni di supporto:

• Tecnica e di Pianificazione (funzione che comprende molteplici

competenze e varie amministrazioni);

• Volontariato (funzione che coordina le numerose associazioni che

partecipano all’emergenza);

• Strutture operative rappresentate dai Vigili del Fuoco, Polizia di Stato,

Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, 118 e C.R.I.

nonché Telecomunicazioni rappresentata dalle aziende di

telecomunicazione e A.R.I. (funzioni ubicate presso la sala radio separata

dalle altre funzioni a causa del rumore di fondo)

• Mass Media e Informazione (funzione ubicata presso la sala stampa

limitrofa, ma al di fuori della sala operativa)

La sala operativa deve garantire un’attività h24 con personale

particolarmente addestrato per un’operatività complessa che superi il

concetto di sala operativa di attesa, occupandosi in via ordinaria

dell’aggiornamento di tutte le conoscenze finalizzate ad una risposta

coordinata, rapida ed efficace sia a livello centrale che periferico.

Le specifiche attribuzioni di tale organismo possono essere:

• Ricerca, raccolta e valutazione delle informazioni. Gli operatori di

sala, hanno il compito di attivarsi per il reperimento di tutte le informazioni

utili alla ricostruzione dell’evento in corso al fine di elaborare ed

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aggiornare lo scenario. Verranno avviati i contatti con gli Enti gestori delle

reti di servizi essenziali e delle infrastrutture di trasporto nell’area

interessata dall’evento per la raccolta delle informazioni circa i danni

subiti dalle reti stesse.

• Individuazione dei responsabili delle amministrazioni pubbliche e

private, sull’intero territorio gestito dalla Sala Operativa della Prefettura e

sulle loro specifiche competenze. Queste informazioni devono essere

archiviate in una apposito indirizzario che, in periodo ordinario, verrà

costantemente aggiornato. In caso di evento, tali responsabili saranno

contattati per la risoluzione di tutte le problematiche e per la raccolta di

informazioni integrative.

• Conoscenza ad aggiornamento delle procedure. Gli operatori di sala,

al fine di un rapido ed efficace coordinamento, dovranno conoscere a

fondo le procedure delle sale operative specialistiche e provvedere al loro

aggiornamento continuo.

• Compilazione del “Foglio Notizie”. Il “Foglio Notizie” è un documento

che deve essere compilato al verificarsi di un evento calamitoso al fine di

fornire una immediata informazione ai responsabili degli uffici e dei servizi

costituenti la struttura di protezione civile di cui fa parte la Sala Operativa

della Prefettura. Esso conterrà, in sintesi, le prime informazioni raccolte

dagli operatori di sala.

• Aggiornamento danni a persone e cose in caso di evento. Al

verificarsi di un evento si provvederà alla raccolta ed al continuo

aggiornamento di informazioni riguardanti i danni subiti dalla popolazione

dalle infrastrutture abitative e di servizi ed alla elaborazione di uno

specifico documento. Esso costituirà elemento di supporto alle decisioni

dei componenti l’area strategia del C.C.S.

• Redazione dei comunicati stampa. Particolare attenzione deve essere

posta, in caso di evento, al rapporto con le agenzie di stampa, con le

testate giornalistiche locali e con le televisioni pubbliche e private. Gli

operatori di sala dovranno redigere un apposito comunicato stampa al

fine di informare la popolazione sugli sviluppi dell’evento in corso e sugli

interventi posti in essere per la salvaguardia della popolazione e dei beni

colpiti nonché per il superamento dell’emergenza.

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• Redazione del “rapporto situazioni” giornaliero. Quotidianamente, in

periodo di emergenza, sarà redatto un rapporto situazioni riguardante le

informazioni, di particolare rilievo per la protezione civile, che interessano

il territorio della S.O.P.. Questi rapporti denominati “mattinale” vengono

inseriti in un’apposita “banca dati eventi ed interventi” al fine di mantenere

aggiornata la memoria storica relativa agli eventi che interessano il

territorio ed agli interventi posti in essere per fronteggiarli.

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FUNZIONI DI SUPPORTO SECONDO IL METODO “AUGUSTUS”

Il Centro Coordinamento Soccorsi opera attraverso le seguenti funzioni di

supporto, che gestiscono le risposte operative distinte per settori di attività e

di intervento:

FUNZIONE 1 - Tecnico scientifico, pianificazione e materiali pericolosi:

tale funzione coordina l’utilizzo delle informazioni tecniche attinenti le

industrie coinvolte nell’incidente. Il referente dovrà mantenere e coordinare

tutti i rapporti tra le varie componenti (Vigili del Fuoco, tecnici delle industrie

coinvolte, Provincia e Comune, ecc.), per l’interpretazione del fenomeno e

del suo evolversi, e per l’interpretazione dei dati relativi alle reti di

monitoraggio.

Referente: Responsabile Area Grandi Rischi dell’ARPA - Sezione

provinciale di Ravenna

FUNZIONE 2 - Sanità, assistenza sociale e veterinaria:

saranno presenti i responsabili del Servizio Sanitario locale, che

costituiscono il referente, la Croce Rossa Italiana, ARPA, HERA e le

organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario.

Referente: Responsabile dell’Unità Operativa “118”

FUNZIONE 3 - Mass-media ed informazione:

l’addetto stampa sarà individuato dal Prefetto, che ne darà notizia al

Dipartimento della Protezione Civile, al Ministero dell’Interno ed al Presidente

della Regione. La Sala Stampa sarà realizzata in un locale diverso dalla Sala

Operativa evitando ogni interferenza. L’addetto stampa, coordinandosi con il

Sindaco, procede alla divulgazione delle notizie e delle informazioni alla

popolazione per mezzo dei mass-media.

Scopi principali sono: informare e sensibilizzare la popolazione; far

conoscere le attività; realizzare spot, creare annunci, fare comunicati;

organizzare tavole rotonde e conferenze stampa.

Referente: Addetto Stampa del Comune o della Prefettura.

FUNZIONE 4 - Volontariato:

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verranno coordinate le associazioni di volontariato che potranno essere

utilizzate, per la gestione del traffico, delle comunicazioni e per l’assistenza

alla popolazione. Le loro attività si svolgono al di fuori delle tre zone di

pianificazione (I, II e III zona).

Referente: Presidente del Coordinamento provinciale delle Associazioni di

Volontariato.

FUNZIONE 5 - Materiali e mezzi:

questa funzione permette di gestire i materiali ed i mezzi utilizzabili in

dotazione alle amministrazioni locali nonché alle associazioni di volontariato

precedentemente censiti. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di

trasporto ed il tempo di arrivo nell’area dell’intervento. Nel caso in cui la

richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale,

la richiesta verrà rivolta a livello centrale. La funzione di supporto che si

occupa dei materiali e mezzi è costituita oltre che dall’Amministrazione

comunale anche dalla Provincia di Ravenna.

Referente: Servizio Protezione Civile del Comune di Ravenna.

FUNZIONE 6 - Trasporto, circolazione e viabilità:

la funzione riguardante il trasporto è strettamente collegata alla

movimentazione dei materiali e al trasferimento dei mezzi, e deve ottimizzare

i flussi lungo le vie di fuga nonché garantire il funzionamento dei cancelli di

accesso per regolare il flusso dei soccorritori.

Per quanto concerne la parte relativa all’attività di circolazione e viabilità il

coordinatore è normalmente il rappresentante della Polizia Stradale o suo

sostituto; concorrono per questa attività, oltre la Polizia Stradale, Carabinieri,

Guardia di Finanza, Vigili Urbani e Polizia Provinciale.

Questa funzione di supporto deve necessariamente operare a stretto

contatto con il responsabile della funzione 10, “Strutture Operative”.

Referente: Comandante della Sezione Polizia Stradale di Ravenna

FUNZIONE 7 - Telecomunicazioni:

all’interno di questa funzione dovrà essere organizzata se necessario una

rete di comunicazione alternativa affidabile, a cura del responsabile

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territoriale delle aziende di telecomunicazioni, del responsabile provinciale

Poste Italiane, del rappresentante dell’Associazione Radioamatori Italiani

Sezione di Ravenna.

Referente: Responsabile di Zona Telecom.

FUNZIONE 8 - Servizi essenziali ed Enti locali:

vi prendono parte i rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul

territorio: Enel, Hera, Snam Rete Gas. Il responsabile della funzione deve

mantenere costantemente aggiornata la situazione circa l’efficienza e gli

interventi sulla rete. Il coordinamento del personale addetto al ripristino delle

linee e/o delle utenze è svolto all’interno della funzione.

In relazione agli enti locali il responsabile della funzione dovrà essere in

possesso della documentazione riguardante tutti i referenti di ciascun Ente

ed Amministrazioni della zona interessata all’evento, anche in relazione al

ripristino immediato dei servizi essenziali (riattivazione delle discariche,

acquedotto, scuole, servizi vari, etc.).

Referente: Addetto del Comune.

FUNZIONE 9 - Censimento danni a persone e cose:

tale funzione riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione

determinatasi a seguito dell’evento calamitoso per individuare, sulla base dei

risultati riassunti in schede riepilogative, gli interventi di emergenza da

attuare.

Il responsabile della suddetta funzione, al verificarsi dell’evento calamitoso,

dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a: persone, edifici pubblici,

edifici privati, impianti industriali, servizi essenziali, attività produttive, opere

di interesse culturale, infrastrutture pubbliche, agricoltura e zootecnica.

Per il censimento di quanto descritto il referente di questa funzione si avvarrà

dell’ausilio di funzionari dell’Ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile e

di esperti nel settore sanitario, industriale e commerciale.

E’ ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici per le verifiche speditive di

stabilità che dovranno essere effettuate in tempi ristretti nonché verifiche

anche sui danni ambientali intesi come inquinamento o degrado delle

differenti matrici ambientali. In tale funzione di supporto dovrà concorrere

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personale addetto del Comune e della Provincia, nonché da un

rappresentante del Ministero dei beni culturali ed ambientali nel caso in cui vi

sia il coinvolgimento di opere di interessa culturale, storico ed artistico..

Referente: Addetto del Comune.

FUNZIONE 10 - Strutture Operative S.a.R. (search and rescue):

a) il responsabile del Soccorso Tecnico dovrà coordinare le varie strutture

operative presenti, e cioè: Vigili del Fuoco, Organi Tecnici Capitaneria di

Porto, strutture del Servizio Sanitario Nazionale, Croce Rossa Italiana. Si

deve precisare che, in ragione dei materiali pericolosi coinvolti

nell’emergenza, soltanto i Vigili del Fuoco ed i tecnici dell’industria coinvolta

potranno accedere nelle aree di danno, in quanto dotati di idonei dispositivi di

protezione individuale.

Referente: Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco

b) il responsabile per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico dovrà mantenere e

tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica coordinando gli interventi tra tutte le

forze dell’ordine operanti nella provincia.

Referente: Questore

FUNZIONE 11 - Assistenza alla popolazione:

in prima battuta, dovranno essere organizzate idonee aree di attesa della

popolazione nel caso in cui questa venga evacuata, dove dovranno essere

forniti i servizi necessari. La funzione dovrà essere coordinata da un

funzionario comunale in possesso di conoscenze attinenti la ricettività delle

strutture turistiche e l’utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come

aree di accoglienza, concertandosi con l’amministrazione provinciale. Dovrà

inoltre essere garantito un costante flusso di derrate alimentari, il loro

stoccaggio e la distribuzione alla popolazione assistita.

Referente: Addetto del Comune di Ravenna

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FUNZIONE 12 - Coordinamento Centri Operativi:

viene gestita dal coordinatore della Sala Operativa che gestisce tutte le

funzioni di supporto e garantisce anche il raccordo con l’eventuale Centro

Operativo Misto attivato sul territorio.

Referente: Funzionario della Prefettura di Ravenna

FUNZIONE 13 - Protezione dell’ambiente:

Tale nuova funzione di supporto è stata inserita al fine di distinguere le

competenze e le attività delle ARPA in campo ambientale, da quelle della

funzione “Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria”.

Le attività e i compiti di questa funzione sono quelli descritti nel riepilogo

delle competenze ed in particolare:

- fornire supporto tecnico, nella fase di emergenza, sulla base della

conoscenza dei rischi associati agli stabilimenti, derivanti dalle attività di

analisi dei rapporti di sicurezza e dall’effettuazione dei controlli;

- svolgere le attività finalizzate agli accertamenti ritenuti necessari sullo stato

dell’ambiente nella zona interessata dall’evento, nonché analisi chimiche

e/o fisiche per valutare l’evoluzione della situazione di emergenza nelle

zone più critiche;

- acquisire le necessarie informazioni sulle sostanze coinvolte;

- trasmettere direttamente al Prefetto le risultanze delle analisi e delle

rilevazioni ambientali da divulgare al Sindaco, ai VVF e al 118;

- fornire supporto dell’individuazione delle azioni da intraprendere a tutela

della popolazione e dei luoghi dove si è verificato l’evento.

Tale funzione è correlata alla funzione 1 vista la crescente attenzione che si

deve dedicare all’ambiente.

Referente: Funzionario dell’ARPA – Sezione di Ravenna.

Ogni singolo Responsabile di Funzione di Supporto, in tempo di

“pace”, deve censire e mantenere aggiornati i dati relativi alla propria

funzione, predisporre un piano di funzione e le relative procedure.

Inoltre in caso di emergenza sul territorio provinciale, affianca il

Prefetto nell’organizzazione e coordinamento degli interventi e provvede a

contattare gli enti interessati affinché vengano segnalati uno o più

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rappresentati a rispondere ad eventuali richieste che verranno formulate

dalla struttura operativa.

Tale compito dovrà essere svolto da persone che siano bene a

conoscenza di ogni parte del piano e quindi siano in grado di intervenire sia

nella sua fase di attuazione che in quella di aggiornamento periodico.

In emergenza è questo rappresentante che riveste il ruolo di

esperto della funzione di riferimento.

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ATTIVAZIONI IN EMERGENZA

Nel caso di un evento non prevedibile come sono gli incidenti industriali

(incendi, esplosioni, rilasci), la risposta del sistema di protezione civile è

articolata in sole due fasi operative successive (preallarme e allarme),

corrispondenti al raggiungimento di due livelli di allerta differenziati e prevede

distinte attivazioni finalizzate alla salvaguardia della popolazione. E’ da

sottolineare che l’emergenza che deriva dalla tipologia di rischio in

argomento, si caratterizza per l’estrema rapidità dell’evento e per il

passaggio repentino tra le due fasi, portando spesso all’attivazione della sola

fase di allarme.

Ai fini della pianificazione di emergenza, negli impianti a rischio di

incidente rilevante, si distinguono:

• Piani di Emergenza Interni (PEI)

• Piani di Emergenza Esterni (PEE)

A – Fase di preallarme. La fase di preallarme si attiva al verificarsi di un

evento incidentale all’interno dello stabilimento o deposito, che comporti

l’attivazione del Piano di Emergenza Interno (PEI). Il COORDINATORE

DELLE EMERGENZE, deve diramare immediatamente il messaggio di

allertamento chiamando telefonicamente il:

- Comando provinciale Vigili del Fuoco (che rilancia la chiamata alla Prefettura) tel. 115;

- “118” Ravenna Soccorso tel. 118;

e via fax ai seguenti enti:

ENTE FAX TELEFONO

Prefettura Ravenna 0544/294666 0544/294111

Comune Ravenna (Polizia Municipale) 0544/482900 0544/482939

fornendo le informazioni sul:

- TIPO DI INCIDENTE;

- LUOGO INCIDENTE;

- SOSTANZE COINVOLTE;

- MISURE DI CONTENIMENTO;

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- VELOCITA’ DEL VENTO in m/s; - AREE PRESUMIBILMENTE INTERESSATE A SECONDA DELLA DIREZIONE

SORGENTE DEL VENTO, DANDO LE COORDINATE IN GRADI

SESSAGESIMALI (vedi figura 16)

I dati del vento verranno confermati dalla Stazione Meteo della Sezione

metereologica dell’Aeronautica Militare di Punta Marina, la quale

preallarmata dal Prefetto fornirà in tempo reale i dati di cui sopra.

Sarà cura del RESPONSABILE DELL’EMERGENZA o TECNICO DI

TURNO segnalare lo stato di pericolo attraverso la sirena di allarme

(due minuti di suono modulato) per avvertire le aziende limitrofe,

nonché chiamare telefonicamente le attività direttamente confinanti:

• Società HERA Spa

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FORROS
Font monospazio
Fig. 16 - Cartografia area Sotris suddivisa in gradi sessagesimali
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Il Prefetto attiva la fase di preallarme, e precisamente:

verifica e valuta ulteriori informazioni sull’evento con l’ausilio degli enti e

delle strutture operative facenti parte dell’“area strategia”, in particolare

contatta immediatamente:

il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco;

il Responsabile dell’emergenza dello stabilimento presso cui si è

verificato l’incidente;

il Responsabile dell’Area Grandi Rischi della Sezione Provinciale

dell’ARPA di Ravenna;

il Responsabile dell’Unità Operativa “118”;

l’Agenzia di Protezione Civile;

il Sindaco;

l’Aeronautica Militare Sezione Meteorologica di Punta Marina.

Tenuto conto che i Dirigenti delle strutture operative di cui sopra,

debbano prioritariamente operare sul “campo”, è necessario individuare

idonee vie di comunicazione per mantenere un flusso costante delle

informazioni (linee dedicate, teleconferenze, etc);

comunica l’avvenuta attivazione della fase di preallarme agli enti

interessati (vedi modello all. n. 4) e ne informa il Ministero dell’Interno, il

Dipartimento di Protezione Civile, Ministero dell’Ambiente, Ministero della

Salute, la Regione Emilia Romagna e le Prefetture limitrofe (vedi modello

all. n. 5);

contestualmente convoca il C.C.S. in composizione ristretta (Vigili del

Fuoco, Forze dell’Ordine, ARPA, Provincia e Comune) riservandosi di

convocare i rappresentanti dei rimanenti Enti in caso di evoluzione

negativa dell’evento in atto;

unitamente al Sindaco, valuta le modalità di informazione sui

comportamenti da adottare da parte della popolazione, attraverso

altoparlanti posti sui veicoli delle forze dell’ordine, TV, radio o sirene

poste vicino i centri abitati limitrofi, nonché verifica l’eventualità di dover

approntare idonee strutture in caso di evacuazione della popolazione;

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valuta l’opportunità di attivare il COM, e in caso di necessità viene

convocato in composizione ristretta;

informa l’Agenzia Regionale di Protezione Civile circa l’insorgenza di

eventuali difficoltà o problemi che richiedano interventi da parte delle

strutture regionali.

Questa fase ha termine:

a) al peggioramento della situazione che conduce al passaggio della fase di

allarme;

b) al ricostituirsi di una fase di normalità degli indicatori di evento con il

ritorno al periodo ordinario (vedi modello all. n. 6 e 7).

B – Fase di allarme: quando il Prefetto, sulla scorta dell’esame dei

parametri valutati dai tecnici, constata l’irreversibilità della situazione,

dichiara l’attivazione della fase di allarme e convoca il Centro

Coordinamento Soccorsi. Lo stato di allarme può essere, o meno, preceduto

da quello di preallarme.

Nel dettaglio egli:

dichiara lo stato di allarme, convoca il Centro Coordinamento Soccorsi in

composizione completa e attiva la Sala Operativa facendovi confluire i

rappresentati delle strutture operative ritenute necessarie per la gestione

dell’emergenza (vedi modello all. n. 8);

assume la direzione unitaria dei servizi di emergenza da attivare a livello

provinciale, coordinandoli con gli interventi del Sindaco;

unitamente al Sindaco e su indicazioni della struttura tecnica, dispone

l’attivazione della misura del riparo al chiuso o, in alternativa, dispone

l’evacuazione della popolazione dalla zona a rischio verso le aree di

attesa;

adotta ogni misura ulteriore, eventualmente necessaria, atta a garantire

l’efficacia degli interventi di soccorso e di assistenza alla popolazione e

dispone se del caso idonee misure integrative;

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informa il Ministero dell’Interno, il Dipartimento di Protezione Civile,

Ministero dell’Ambiente, Ministero della Salute, la Regione Emilia

Romagna e le Prefetture limitrofe dell’evolversi dell’evento (vedi modello

all. n. 9);

informa l’Agenzia Regionale di Protezione Civile circa l’insorgenza di

eventuali difficoltà o problemi che richiedano interventi da parte delle

strutture regionali.

Nel ribadire che, l’emergenza conseguente alla tipologia di rischio in

argomento si caratterizza per l’estrema rapidità dell’evento, è

necessario tenere conto che questa potrebbe risolversi ancor prima

della reale ed effettiva costituzione di tutto il Centro Coordinamento

Soccorsi, da qui l’importanza dell’immediato collegamento con la parte

tecnica, scientifica ed operativa dell’area strategia.

La fase di allarme ha termine:

- al ritorno ad una condizione di normalità degli indicatori di evento senza

che l’evento atteso si sia verificato (vedi modello all. n. 6 e 7);

- quando, a seguito del verificarsi dell’evento atteso, oltre al ritorno ad una

condizione di normalità degli indicatori di evento, le funzioni tecniche

abbiano riscontrato il ripristino della situazione ordinaria a seguito di

opportune verifiche circa le condizioni di sicurezza generali del territorio.

Le persone che effettuano le telefonate per trasmettere i fax o fonogrammi

dovranno comunicare il proprio cognome e qualifica e prendere nota del

nominativo di colui che ricevere la telefonata stessa.

Si richiama l’attenzione sulla necessità di non inoltrare richieste di allarme o

di emergenza al numero 113 della Questura per evitare che pattuglie

automontate delle forze di polizia in servizio ordinario di perlustrazione si

rechino immediatamente sul posto del sinistro andando incontro a grave

pericolo senza potere essere di alcun aiuto.

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c) Riepilogo delle funzioni minime dei soggetti coinvolti in emergenza

Di seguito sono riportate le funzioni minime dei principali soggetti che

intervengono nella gestione delle emergenze di natura industriale.

Ciò non esclude che l'Autorità Preposta possa individuare altre strutture

idonee a fronteggiare l'emergenza e a collaborare con i soccorsi locali.

IL GESTORE

In caso di evento incidentale:

• attiva il Piano di Emergenza Interna dello stabilimento;

• informa il Prefetto, Sindaco, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco,

Presidente della Giunta Regionale per il tramite dell’Agenzia di

Protezione Civile e Presidente della Provincia del verificarsi

dell'incidente rilevante ai sensi dell'art. 24, comma 1 del D.Lgs. n. 334

del 1999;

• segue costantemente l'evoluzione dell'evento incidentale, aggiorna le

informazioni comunicando direttamente con l'Autorità Preposta e resta

a disposizione dei Vigili del Fuoco, fornendo tutte le informazioni utili

al superamento dell’emergenza.

AUTORITÀ PREPOSTA (Prefetto: salve eventuali diverse attribuzioni derivanti

dall'attuazione dell'art. 72 del D.Lgs. n. 112 del 1998)

In caso di evento incidentale:

• coordina l'attuazione del P.E.E. in relazione ai diversi livelli di allerta;

• acquisisce dal gestore e da altri soggetti ogni utile informazione in

merito all'evento in corso;

• informa gli Organi centrali (Dipartimento della Protezione Civile, il

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, il Ministero

dell'Interno) e i Prefetti delle province limitrofe (art. 24 c. 2 D.Lgs. n.

334 del 1999), nonché i sindaci dei comuni limitrofi;

• acquisisce i dati concernenti le condizioni meteo locali avvalendosi

delle stazioni meteo presenti sul territorio, dei centri regionali

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funzionali, laddove operativi, e del Dipartimento della Protezione

Civile;

• assicura l'attivazione dei sistemi di allarme per le comunicazioni alla

popolazione e ai soccorritori;

• dispone che gli organi preposti effettuino la perimetrazione delle aree

che hanno subito l'impatto dell'evento incidentale;

• valuta e decide con il Sindaco le misure di protezione da far adottare

alla popolazione in base ai dati tecnico-scientifici forniti dagli organi

competenti o dalle funzioni di supporto;

• sentiti il Sindaco interessato e gli organi competenti, dirama

comunicati stampa/radio;

• accerta che siano state realizzate le misure di protezione collettiva;

• valuta la necessità di adottare provvedimenti straordinari in materia di

viabilità e trasporti;

• valuta costantemente con il Sindaco, sentiti gli organi competenti,

l'opportunità di revocare lo stato di emergenza esterna e dichiara il

cessato allarme;

• richiede che siano avviati i provvedimenti di ripristino e

disinquinamento dell'ambiente.

VIGILI DEL FUOCO

In caso di evento incidentale:

• ricevono dal gestore l'informazione sul preallertamento e la richiesta di

allertamento secondo quanto previsto nel Piano di Emergenza Interno;

• svolgono le operazioni di soccorso e si raccordano con l'Autorità

Preposta;

• coordinano tutte le attività connesse al soccorso tecnico urgente;

• assumono la direzione e la responsabilità delle operazioni all’interno

dello stabilimento coordinandosi con le forze di polizia;

• in caso di necessità chiedono alla Direzione Regionale il supporto di

squadre provenienti da altri comandi provinciali.

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IL SINDACO

In caso di evento incidentale:

• attiva le strutture comunali operative di protezione civile (Polizia

Municipale, Ufficio Tecnico, Volontariato, ecc.) secondo le procedure

stabilite nel P.E.E. e nei piani predisposti dalle funzioni di supporto;

• informa la popolazione sull'evento incidentale e comunica le misure di

protezione da far adottare per ridurre le conseguenze;

• dispone l'utilizzo delle aree di attesa per la popolazione eventualmente

evacuata;

• predispone il trasporto della popolazione evacuata;

• segue l'evoluzione della situazione e informa la popolazione della

revoca dello stato di 'emergenza esterna';

• in caso di cessata emergenza esterna si adopera per il ripristino delle

condizioni di normalità e in particolare per l'ordinato rientro della

popolazione presso le abitazioni.

POLIZIA MUNICIPALE

In caso di evento incidentale:

• predispone e presidia i cancelli individuati nel P.E.E. d’intesa con le

Forze dell’Ordine;

• coadiuva la Polizia stradale nel controllo dei blocchi stradali;

• presidia i percorsi alternativi individuati nel P.E.E., garantendo un

regolare flusso dei mezzi di soccorso.

LE FORZE DI POLIZIA

Sono individuate ai sensi dell'art. 16 della legge n. 121/1981. A queste

possono unirsi, in caso di necessità, le Forze Armate nella gestione

dell'emergenza.

In caso di evento incidentale:

• svolgono compiti operativi connessi alla gestione e controllo dei flussi

nelle aree interessate dall'emergenza, anche ai fini del mantenimento

dell'ordine pubblico.

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67

AZIENDA SANITARIA LOCALE

Contribuisce all'individuazione dei sistemi di protezione sanitaria per la

popolazione residente nelle zone a rischio.

In caso di evento incidentale:

• invia il personale tecnico che si raccorda con l'A.P. secondo quanto

previsto dal P.E.E. per una valutazione della situazione;

• informa le unità ospedaliere locali e quelle delle zone limitrofe sugli

aspetti sanitari dell'evento incidentale;

• provvede, in collaborazione con l'Agenzia Regionale per la Protezione

Ambientale (ARPA), ad effettuare analisi, rilievi e misurazioni

finalizzate all'identificazione delle sostanze coinvolte ed alla

quantificazione del rischio sulle matrici ambientali (aria, acqua, suolo);

• fornisce, sentite le altre autorità sanitarie, i dati relativi all'entità e

l'estensione del rischio per la salute pubblica.

L’UNITA’ OPERATIVA 118

Acquisisce le informazioni necessarie per individuare farmaci, antidoti e

attrezzature per contrastare gli effetti sanitari degli eventi incidentali.

In caso di evento incidentale:

• invia il personale che si raccorda con l'A.P. secondo quanto previsto

dal P.E.E. per effettuare il soccorso sanitario urgente.

L'AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE (ARPA)

L'attività dell'ente si esplica contestualmente all'evento e nelle fasi

successive, con operazioni di monitoraggio programmato, di concerto con le

altre autorità competenti.

In caso di evento incidentale:

• fornisce supporto tecnico, nella fase di emergenza, sulla base della

conoscenza dei rischi associati agli stabilimenti, derivante dalle attività

di analisi dei rapporti di sicurezza e dall'effettuazione dei controlli;

• effettua ogni accertamento ritenuto necessario sullo stato

dell'ambiente nella zona interessata dall'evento, nonché analisi

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68

chimiche e/o fisiche per valutare l'evoluzione della situazione di

emergenza nelle zone più critiche;

• fornisce e acquisisce tutte le informazioni sulle sostanze coinvolte;

• trasmette direttamente all'A.P. le risultanze delle analisi e delle

rilevazioni richieste;

• fornisce supporto circa le azioni da intraprendere a tutela della

popolazione e dei luoghi dove si è verificato l'evento.

VOLONTARIATO

In caso di evento incidentale, le funzioni delle organizzazioni di

Volontariato potrebbero essere:

• supporto alle Forze dell'Ordine per il controllo del traffico esterno alla

zona dell'evento incidentale;

• assistenza alla popolazione in caso di evacuazione o di momentaneo

allontanamento dalle proprie abitazioni verso i centri di raccolta.

REGIONE EMILIA ROMAGNA – AGENZIA DI PROTEZIONE CIVILE

In caso di evento incidentale:

• fornisce supporto tecnico-scientifico mediante gli strumenti (reti,

software e banche dati) disponibili al proprio interno e, se necessario,

convocando la Commissione Regionale Grandi Rischi Industriali e

Trasporti;

• attiva il Centro Operativo Regionale per il concorso alla Gestione

dell’Emergenza, il Centro Multirischio per la valutazione degli scenari

e del possibile impatto sul territorio, il CERPIC-CAPI mettendo a

disposizione i mezzi e materiali in dotazione per affrontare

l’emergenza;

• attiva, su autorizzazione dell’assessore regionale delegato, gli

interventi urgenti per fronteggiare la situazione di emergenza anche su

richiesta degli Enti territorialmente interessati.

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69

IV –INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE

L’attività informativa deve essere espletata dai Sindaci dei Comuni ove sono

localizzati gli stabilimenti soggetti alla notifica di cui all’art. 6 del D. Lgs

334/99 come modificato dall’art.3 del D.Lgs 238/05.

In particolare, ogni persona ed ogni struttura frequentata dal pubblico che

possa essere colpita da un incidente rilevante deve essere portata a

conoscenza, nella forma ritenuta più idonea, almeno delle informazioni

fornite dal gestore attraverso la “Scheda di informazione sui rischi di

incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori” (Allegato V al D.Lgs 334/99)

In questo paragrafo sono trascritte le prime sette Sezioni, della sopra citata

Scheda, rese pubbliche anche dal Sindaco del Comune di Ravenna, che

costituiscono i contenuti minimi da trasmettere alla popolazione interessata.

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SOTRIS S.p.A.

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 1 di 21

Scheda di informazione sui Rischi di incidente rilevante

per i cittadini e i lavoratori

ALLEGATO V (previsto dall’art.6 comma 5 - D.Lgs 334/99 come modificato dal D.Lgs. 23805)

Marzo 2006

SEZIONE 1

Nome della Società : SOTRIS S.p.A.

(ragione sociale)

Stabilimento di: Ravenna Ravenna

(comune) (Provincia)

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272

(indirizzo)

Portavoce della società

Claudio Amadori (Presidente CdA – Gestore)

0544-453895 0544-453854

(Telefono) (Fax)

La società ha presentato la “notifica”

prescritta dall’art.6 del D.Lgs 334/99

[si X ] [no _ ]

La società ha presentato il “rapporto di sicurezza”

prescritto dall’art.8 del D.Lgs 334/99

[si X ] [no _ ]

Responsabile dello stabilimento Francesco Santini (Responsabile di gestione)

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SOTRIS S.p.A.

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 2 di 21

SEZIONE 2

Riferimenti Pubblica Amministrazione

Copia della presente documentazione è contestualmente inviata a:

� Ministero dell'ambiente, Direzione per la Salvaguardia Ambientale, Divisione VI Rischio

industriale, Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma;

� Provincia di Ravenna, Piazza Caduti per la Libertà 2/4, 48100 Ravenna;

� Sindaco di Ravenna, Piazza del Popolo 1, 48100 Ravenna;

� Prefetto di Ravenna, Piazza del Popolo, 48100 Ravenna;

� Comitato Tecnico Regionale, c/o Direzione Regionale VVF Emilia Romagna, Via Aposazza 3,

40128 Bologna

� Comando Provinciale VVF Ravenna, Viale Randi 25, 48100 Ravenna

così come previsto dall’art. 6 comma 5 del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 ed in accordo

con quanto indicato della Regione Emilia-Romagna con nota Prot. AMB/AMB/05/36707 del 02/05/2005.

Per competenza si invia anche a:

ARPA Sezione Provinciale Ravenna - Servizio Territoriale Grandi Rischi, Viale Stradone 32, 48018

Faenza (RA)

Autorizzazioni e certificazioni adottate in campo ambientale

Di seguito si riportano i riferimenti delle autorizzazioni vigenti, in campo ambientale, per il Centro di

stoccaggio e pretrattamento SOTRIS S.p.A.:

− Provv. Provincia di Ravenna n. 202 del 18.04.2002, Autorizzazione alle gestione del Centro di

Stoccaggio e Pretrattamento, compresa miscelazione e inertizzazione, ai sensi del D.Lgs. 22/97.

− Provv. Provincia di Ravenna n. 299 del 27.05.2005, Autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi

del D.P.R. 203/88.

Si sottolinea inoltre che SOTRIS S.p.A. adotta un sistema di gestione integrato QUALITA’ SICUREZZA

AMBIENTE adottato in conformità rispettivamente alle norme UNI EN ISO 9000:2000, UNI EN ISO

14000:1996 e UNI 10617:1997, che è stato integralmente certificato nel corso dell’anno 2001 da parte dell’

Ente prescelto CERTIQUALITY. Nel corso dell’anno 2005 il sistema di gestione integrato è stato revisionato

e aggiornato in conformità alle norme UNI EN ISO 9001:2000, UNI EN ISO 14001:2004 e OHSAS

18001:1999, e nuovamente certificato da parte dell’ Ente prescelto CERTIQUALITY.

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SOTRIS S.p.A.

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 3 di 21

SEZIONE 3

Descrizione delle attività svolte nello stabilimento

Lo stabilimento di cui al presente studio insiste su di un’area omogenea dal punto di vista urbanistico in quanto prevalentemente destinata ad attività agricola del Comune di Ravenna, via. S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272, inserito in un esteso comparto di trattamento rifiuti di circa 100 ettari all'interno del quale risultano coinsediate la stessa SOTRIS unitamente ad HERA S.p.A., quest'ultima presente con impianti di trattamento e smaltimento rifiuti quali discariche, impianti di depurazione, un impianto di produzione CDR ed un inceneritore per CDR.

Nelle aree immediatamente adiacenti non esistono insediamenti abitativi, strutture di servizio (ospedali, scuole, uffici pubblici, luoghi di ritrovo, etc.), grandi strutture commerciali aperte al pubblico quali iper o supermercati, stazioni ferroviarie e di autobus, ma unicamente altri insediamenti industriali. Nel raggio di 5.000 m dal centro del deposito rientrano la frazione di San Romualdo, il “villaggio Anic” e l'area artigianale-industriale Bassette del comune di Ravenna. Infine la zona non è interessata a corridoi aerei e di decollo. In allegato si riporta elaborato cartografico in formato A3 nel quale sono individuati i confini del Centro SOTRIS e quelli del Comparto HERA/SOTRIS al cui interno è localizzato il Centro di stoccaggio e pretrattamento.

Nel Centro SOTRIS S.p.A. possono essere stoccati , trattati e movimentati i più svariati tipi di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Le attività svolte nel deposito sono:

1) Stoccaggio in serbatoi di residui liquidi combustibili con punto di infiammabilità superiore a 65°C, classificati in Cat. C (ai sensi del D.M. 31.07.34) ;

2) Stoccaggio di rifiuti solidi e liquidi, contenuti in fusti e contenitori di capacità 1 m3, con punto di

infiammabilità compreso tra i 21°C e i 65°C , classificati in Cat. B (ai sensi del D.M. 31.07.34) ; 3) Stoccaggio fusti e piccoli contenitori (1 m

3) di residui liquidi infiammabili con punto di infiammabilità

minore di 21°C classificati in Cat. A (ai sensi del D.M. 31.07.34) ; 4) Stoccaggio fusti contenenti rifiuti pericolosi (H6 Tossici) e combustibili con punto di infiammabilità

superiore a 65°C, classificati in Cat. C; 5) Riconfezionamento fanghi e polveri (con residui solidi o semisolidi o inquinati con liquidi combustibili,

infiammabili e polveri); 6) Inertizzazione di rifiuti solidi tramite stabilizzazione degli inquinanti; 7) Riconfezionamento liquidi e triturazione fusti; 8) Ricevimento e spedizione prodotti a mezzo autocisterne.

1) Stoccaggio residui liquidi combustibili Lo stoccaggio di miscele diverse di liquidi con punto di infiammabilità superiore a 65°C, classificati in Cat. C viene effettuato in serbatoi fuori terra.

• 4 serbatoi in acciaio da 30 m3 fuori terra con una capacità complessiva di 120 m

3 (dei quali 1 da

mantenere sempre vuoto secondo le disposizioni contenute nell'autorizzazione alla gestione ai sensi del D. Lgs. 22/97);

• 4 serbatoi in acciaio da 100 m3 fuori terra con una capacità complessiva di 400 m

3.

I serbatoi possono contenere diverse tipologie di rifiuti quali acque reflue inquinate, fondami e fanghi provenienti da trattamento acque. 2) Stoccaggio di rifiuti solidi o liquidi (Categoria B) La tettoia stoccaggio fusti è accessibile da due lati ed è adibita a deposito temporaneo di rifiuti solidi o liquidi, contenuti in fusti e/o big-bags,con un punto d’ infiammabilità superiore ai 21°C, provenienti da scarti di lavorazioni industriali in attesa di essere inviati a idonei impianti di smaltimento. In questo locale vengono caricati/scaricati fusti metallici e in PEAD sigillati, posti su pedane.

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 4 di 21

3) Stoccaggio fusti residui liquidi infiammabili (Categoria A) Nel locale deposito fusti e contenitori di residui liquidi infiammabili vengono depositati, in fusti, in n. 2 contenitori di acciaio da 1,0 m

3 e in piccoli contenitori da 10 – 20 – 30 litri (capacità massima complessiva

nel comparto di 75,0 m3), liquidi reflui provenienti da scarti di lavorazioni industriali quali fondi di serbatoi,

scarti di pulizia impianti ed in particolare: residui di solventi organici quali xilolo, toluolo, benzolo e simili miscelati con particelle solide incombustibili. 4) Stoccaggio fusti contenenti rifiuti pericolosi e combustibili (Cat. C) Nei due comparti identificati con le sigle “A1” e “A2” vengono stoccati sia rifiuti pericolosi (ex tossico-nocivi) che rifiuti liquidi combustibili: detti rifiuti provenienti da scarti di lavorazioni industriali vengono depositati in attesa di essere inviati ad impianti idonei per lo smaltimento. 5) Riconfezionamento fanghi e polveri In questo comparto vengono riconfezionati i fanghi e le polveri da fusti o big bags, a cassone metallico (per il trasporto nelle discariche) e viceversa. Le operazioni consistono nel sollevamento con caricatori, nel travaso o nel rovesciamento dei fusti nel cassone, nel sollevamento e nel taglio dei big-bags dei materiali fangosi o in polvere quali le terre di bonifica, i fanghi di trattamenti chimico-fisici, i fanghi di impianti di depurazione, gli scarti di lavorazioni di fitosanitari, ecc. tutti né combustibili né infiammabili. Nel comparto riconfezionamento fanghi e polveri non sono quindi presenti sostanze pericolose. 6) Inertizzazione di rifiuti solidi L’impianto di inertizzazione è costituito da un miscelatore in discontinuo gestito da un computer, per il trattamento di rifiuti industriali, quali fanghi palabili e polveri, che subiscono un processo di “stabilizzazione-solidificazione” con leganti idraulici inorganici, fino a diventare un materiale con requisiti chimico-fisici idonei allo smaltimento in una discarica controllata. I rifiuti costituiti da fanghi, provenienti dalle lavorazioni industriali e/o da impianti di depurazione, vengono scaricati nelle vasche di accumulo adiacenti all’impianto. I rifiuti costituiti da polveri, provenienti da sistemi di abbattimento fumi di impianti di termodistruzione di rifiuti urbani, industriali e da acciaierie, sono ritirati, già confezionati, mediante mezzi di trasporto con scarico pneumatico, o in fusti o in big-bags. Le polveri sono stoccate in 3 silos e dosate sulla coclea di trasferimento, poi sono introdotte nel mescolatore. Le polveri conferite in fusti o big-bags sono travasate nel mescolatore tramite impianto di trasferimento a ciclo chiuso. Il processo di stabilizzazione e solidificazione si ottiene fissando le sostanze inquinanti alle strutture del rifiuto: il cuore del processo avviene nel reattore miscelatore, in cui il materiale da trattare è miscelato con:

- reattivi chimici in polvere (calce e cemento, contenuti in silos, e dosati tramite coclee), - additivi liquidi (solfuri, silicati, ecc.., dosati mediante apposite condotte a pressione), - rifiuti liquidi acquosi, (scaricati e stoccati nel parco serbatoi) o con acqua industriale.

I suddetti componenti, intimamente mescolati o impastati, danno origine a reazioni chimico-fisiche di stabilizzazione. Dopo un adeguato tempo di maturazione (24-48 ore) si ottiene un composto solido, con caratteristiche chimiche e meccaniche tipiche di un’argilla compatta e poi smaltito nella discarica 2B Super TN. 7) Riconfezionamento liquidi e triturazione fusti Nei locali ricavati dalla chiusura dell’ex tettoia e dall’ampliamento eseguito di recente vengono riconfezionati e triturati i fusti e altri contenitori di minore capacità con residui di liquidi reflui o di polveri provenienti da scarti di lavorazioni industriali quali fondi di serbatoi e scarti di pulizia impianti. Nel comparto riconfezionamento liquidi vengono riconfezionati i fusti contenenti quantità limitate di rifiuti di liquidi combustibili o infiammabili (da fusto a fusto): le operazioni consistono nel deposito temporaneo di fusti (max n. 16), nell’apertura del tappo, nell’aspirazione con proboscide e pompa pneumatica e deposito dei vuoti in attesa della triturazione; Nel comparto triturazione fusti vengono triturati i fusti svuotati dai residui liquidi nel comparto riconfezionamento: le operazioni consistono nel sollevamento dei fusti con gruetta ed immissione nella tramoggia del trituratore, triturazione, immissione nel trituratore dell’addensante (calce o segatura) per l’assorbimento delle morchie e raccolta in un cassone metallico per il trasporto in discarica e/o termodistruzione, secondo caratteristiche;

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 5 di 21

Nei suddetti comparti sono presenti residui di liquidi combustibili o infiammabili (ca. 10% assimilabili alla Cat. A e 90% alla Cat. B). Detti residui, in quanto scarto di lavorazioni industriali, fondi di serbatoi, scarti di pulizia impianti, ecc., non sono allo stato puro, ma miscelati con altri liquidi e/o particelle solide con impurità di varia natura e quindi poco attivi ai fini della evaporizzazione in caso di fuoriuscite accidentali dai fusti e conseguente rischio di formazione di miscele infiammabili. 8) Carico, scarico, movimentazione Il Centro SOTRIS, che riceve e spedisce i prodotti via terra, è a tal fine dotato di apposite aree di carico ATB per carico/scarico dei prodotti.

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 6 di 21

SEZIONE 4

Sostanze e preparati soggetti al D.Lgs. 334/1999

Nel Centro SOTRIS possono essere stoccati, trattati e movimentati i più svariati tipi di rifiuti pericolosi e non pericolosi. Fra i rifiuti pericolosi rientrano quelli ai quali sono associate le caratteristiche di pericolosità H6 (Tossico), H3A-B (facilmente infiammabili e infiammabili) e H14 (ecotossiche) ex Allegato I D. Lgs. 22/97. La successiva tabella (ove i valori sono espressi in tonnellate) riporta le quantità che possono essere presenti in stoccaggio all’interno del Centro con l'indicazione dei valori di soglia e della categoria di applicabilità del D. Lgs. 334/99, come modificato dal D.Lgs. 238/05. Data la forte dipendenza delle quantità stoccate dalla tipologia dei conferimenti, che può subire variazioni rilevanti nel corso dell’anno, si è considerato cautelativamente che l’intera capacità di stoccaggio disponibile per i rifiuti liquidi (

1) possa essere dedicata totalmente, ma alternativamente, a rifiuti con caratteristica di

pericolo H6 o H14. Unica opportuna distinzione viene riportata nella capacità relativa ai rifiuti H3A e H3B (facilmente infiammabili e infiammabili), in quanto solamente alcuni comparti possono accogliere rifiuti aventi punto di infiammabilità inferiore a 21 °C in relazione agli apprestamenti antincendio presenti.

Sostanze Rif.to in All. 1 D.Lgs. 334/99 come mod. da All. A D.Lgs. 238/05

Soglia col. 2

Soglia col. 3

Q.tà max

presente (4)

Applicabilità D.Lgs. 334/99 come mod. da

D.Lgs. 238/05

RIFIUTI PERICOLOSI con caratteristica di pericolo H6

(1)

Parte 2 al n. 2 TOSSICHE

(2)

50 200

RIFIUTI PERICOLOSI con caratteristica di pericolo H14

(1)

Parte 2 al n. 9 PERICOLOSE PER

L’AMBIENTE (3)

200 500

1.625

RIFIUTI PERICOLOSI con caratteristica di pericolo H3 A

(1)

Parte 2 al n. 7b Liquidi FACILMENTE

INFIAMMABILI 5.000 50.000 90 (5)

RIFIUTI PERICOLOSI con caratteristica di pericolo H3 B

(1) Parte 2 al n. 6

INFIAMMABILI 5.000 50.000 820 (5)

Art. 8

(1) secondo Allegato I al D. Lgs. 22/97 (Decreto Ronchi); (2) alla caratteristica H6 corrisponde anche la categoria MOLTO TOSSICHE ma sono state indicate, visto il criterio di

assimilazione cautelativa adottato, le soglie per le sostanze TOSSICHE ritenendo comunque significativa tale indicazione nonché complessivamente ininfluente;

(3) la normativa non fornisce indicazioni precise in merito all’assimilabilità dei rifiuti H14 con una delle due categorie di cui al n. 9 in Allegato I parte 2 del D. Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05, per cui sono state indicate le soglie maggiori (per R51/R53) secondo quanto indicato alla nota precedente.

(4) Quantità teorica riferita alle capacità geometriche dei serbatoi cui è aggiunta la quantità di rifiuti massima stoccabile alla tettoia fusti (avendo assunto per tutti una massa volumica media pari a 1 ton/m

3).

(5) le tonnellate di rifiuti H3A e H3B indicate non sono da considerarsi ulteriori ma comprese nelle 1625 complessive; nel caso siano presenti rifiuti H3A o H3B, la quantità degli altri rifiuti presenti diminuisce di una quantità uguale a quella destinata ai rifiuti infiammabili.

(1) Alcuni rifiuti, costituiti da scorie, ceneri, fanghi e polverini, possono risultare rifiuti pericolosi per la presenza di metalli

in tracce o di altri componenti: tale eventuale pericolosità, comunque connessa con lo smaltimento finale dei rifiuti in quanto caratterizzati da valori di concentrazione nell’eluato tali da dover essere smaltiti in discariche per rifiuti pericolosi, non può apparire connessa con la possibilità di causare un incidente rilevante (da intendersi secondo le definizioni contenute nel D. Lgs. 334/99 e non anche, per esempio, rispetto al potenziale dannoso di inquinamento ambientale del suolo o del sottosuolo che invece sono disciplinati da altra normativa), e pertanto non induce in nessun caso l’assimilazione con le sostanze e/o i preparati pericolosi di cui al D. Lgs. 334/99.

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 7 di 21

SEZIONE 5

Natura dei rischi di incidenti rilevanti - Informazioni generali

Incidenti Sostanza coinvolta

INCENDIO Rifiuti facilmente infiammabili H3 A e infiammabili H3 B

RILASCIO (DISPERSIONE IN ATMOSFERA) Rifiuti tossici H6 e/o Rifiuti facilmente infiammabili H3 A e

infiammabili H3 B

ESPLOSIONE Nessuna

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 8 di 21

SEZIONE 6

Tipo di effetto per la popolazione e per l’ambiente

I possibili danni di rilievo a cui potrebbero essere sottoposti i soggetti presenti sono quelli conseguenti l’inalazione di sostanze tossiche e quelli conseguenti l’esposizione a radiazioni termiche.

Dalle valutazioni di cui al Rapporto di Sicurezza sono state prese in considerazione:

� 1,2 DICLORO ETANO (F, T) (2)

� BENZENE (F, T)

� TOLUENE (F)

� ACIDO CLORIDRICO (T) la cui presenza è stata valutata come conseguenza della combustione di

1,2 DICLOROETANO

Le sostanze identificate rappresentano in modo esaustivo, con margini largamente conservativi, le diverse tipologie dei rifiuti presenti. Le distanze massime a cui potrebbero manifestarsi gli effetti degli eventi pericolosi identificati nel Rapporto di Sicurezza 2006 sono le seguenti:

DISTANZE di DANNO (m) – INFIAMMABILITA’

Scenario incidentale Elevata

letalità Inizio letalità

Lesioni

irreversibili

Lesioni

reversibili

Evento incidentale

(Sostanza) Scenario 12.5 Kw/m

2 7 kW/m

2 5 kW/m

2 3 kW/m

2

Rottura fusti comparto A1

(1,2-DICLOROETANO) 6 8 9 11

Rottura fusti comparto B e E

(BENZENE) 15 19 22 25

Rottura fusti comparto B e E

(TOLUENE) 14 18 20 23

Rottura manichetta in comparto

riconfezionam. liquidi

(BENZENE)

17 21 23 27

Rottura manichetta in comparto

riconfezionam. liquidi

(TOLUENE)

Incendio di

pozza

15 19 21 25

(2) L’indicazione (F, T) per il Dicloroetano è ripresa identicamente dalla Tab. 1 App. II DM 20.10.98, anche se ai sensi della normativa

vigente, tale sostanza è classificata come FACILMENTE INFIAMMABILE, CANCEROGENA di Cat. 2 (etichettatura T) e NOCIVA ma

non TOSSICA.

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SOTRIS S.p.A.

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 9 di 21

DISTANZE di DANNO (m) – TOSSICITA’

Scenario incidentale Elevata

letalità Inizio letalità

Lesioni

irreversibili

Lesioni

reversibili

Evento incidentale

(Sostanza) Scenario LC50 IDLH

Rottura fusti comparto A1

(1,2- DICLOROETANO)

Dispersione

tossica

(relativa a HCl

prodotto dalla

combustione)

n.r. n.r.

Rottura fusti comparto B e E

(BENZENE) n.r. 55

Rottura manichetta in comparto

riconfezionam. liquidi

(BENZENE)

n.r. 64

Rottura manichetta in fase

carico/scarico ATB

(BENZENE)

n.r. 44

Sovrariempimento serbatoio

(BENZENE)

Dispersione

tossica

n.r. 52

n.r. Concentrazione di riferimento non raggiunta

Da quanto sopra risulta che le aree a rischio sono in generale contenute all’interno del Centro SOTRIS e comunque all’interno del comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA/SOTRIS.

Misure di prevenzione e di sicurezza adottate

Gli impianti sono stati costruiti secondo criteri di sicurezza consolidati e sono gestiti da personale altamente qualificato ed addestrato alla conduzione degli stessi in condizioni normali e di emergenza.

Gli impianti sono provvisti di sistemi di controllo e di allarme che, in caso di anomalie, consentono l'intervento di emergenza tempestivamente.

Laddove necessario, si attivano sistemi di protezione antincendio manuali ed automatici e la squadra di pronto intervento si attiva per contrastare e mitigare le conseguenze di qualsiasi incidente.

E' stato redatto ed adottato il Piano di Emergenza Interno ex art. 11 D.Lgs. 334/99 in conformità ai requisiti indicati in Allegato IV al decreto, come modificato dal D.Lgs. 238/2005. Nel Piano sono stabilite:

� le modalità di diffusione dell’allarme;

� le risorse necessarie per un’efficace intervento;

� la pianificazione delle operazioni di soccorso e mobilitazione allo sfollamento;

� le modalità di informazione e allerta delle Autorità preposte, nonché la gestione congiunta di eventuali emergenze che possono interessare il territorio circostante allo Stabilimento;

� le azioni da svolgere per controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzare gli effetti e limitarne i danni per l’uomo, per l’ambiente e per le cose;

� le azioni per il ripristino ed il disinquinamento dell’ambiente.

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Aggiornamento Marzo 2006

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 10 di 21

SEZIONE 7

Il P.E.E. è stato redatto dall'Autorità Competente [si ] [no X]

Mezzi di segnalazione di incidenti

Le situazioni di emergenza interna sono segnalate al personale con l’utilizzo di sistemi ottici ed acustici. Qualsiasi situazione di emergenza interna, che non sia gestibile e controllabile con mezzi propri della società, sarebbe immediatamente segnalata, con le modalità previste nel Piano di Emergenza Interno del Centro, mediante fonogramma agli Enti preposti quali:

• Prefettura di Ravenna

• Sindaco di Ravenna

• Comando Provinciale dei VVF di Ravenna

• Capitaneria di Porto di Ravenna con indicazioni dettagliate sul tipo e la gravità dell’emergenza; sono inoltre allertati gli stabilimenti limitrofi.

Comportamento da seguire

I modelli matematici utilizzati per la redazione del Rapporto di Sicurezza dimostrano che le aree rischio sono in generale contenute all’interno del Centro SOTRIS e comunque all’interno del comparto polifunzionale di trattamento/smaltimento rifiuti HERA/SOTRIS. Si ritiene opportuno suggerire alla popolazione, in linea di massima, i seguenti comportamenti che l’Autorità competente potrà modificare a suo giudizio:

• rimanere o portarsi in ambienti chiusi

• abbandonare gli scantinati

• rimanere o portarsi ai piani alti

• se non ci si trova nell’area direttamente interessata dalla nube di dispersione allontanarsi rapidamente dallo stabilimento

• interrompere l’erogazione di gas domestico all’abitazione

• spegnere i fuochi

• evitare di fumare

• chiudere le finestre

• disattivare i sistemi di ricambio dell’aria

• sintonizzarsi su una stazione radiofonica locale

• seguire le indicazioni date dalle Autorità competenti

• non usare il telefono lasciando la linea libera per comunicazioni di emergenza Tutte le persone che si trovano all’interno del Centro seguono le istruzioni del piano di emergenza interno. La popolazione dovrà seguire le direttive emanate dalle Autorità competenti nella gestione del Piano di Emergenza Esterno. Nota : In questa sezione si è fatto riferimento a quanto indicato nelle istruzioni riportate al punto 3.4 delle linee guida “L’informazione preventiva alla popolazione sul rischio industriale” del Dipartimento della Protezione Civile (ed. Nov. 1994).

Mezzi di comunicazione previsti

Le comunicazioni relative ad eventuali emergenze interne al Centro SOTRIS sono effettuate dall’Assistente di Turno il quale avvisa: - il Tecnico di Turno e relative unità di Pronto intervento (a mezzo telefono) dello Stabilimento petrolchimico - il personale operativo interno (a mezzo interfono, telefoni, radiotelefoni) Le comunicazioni relative a emergenze esterne sono trasmesse all’interno del Centro dal Tecnico di Turno dello Stabilimento, il quale avvisa: - l’Assistente di Turno (a mezzo interfono, telefoni, radiotelefoni) - Autorità pubbliche preposte (a mezzo fonogramma)

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Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 11 di 21

Non è prevista alcuna comunicazione rivolta alla popolazione essendo questo un compito che compete alla Pubblica Autorità.

Presidi di Pronto Soccorso

Per la popolazione si fa riferimento ai presidi pubblici territoriali (ospedali) indicati dalla Protezione Civile, la quale inoltre provvederà all'allertamento delle forze dell'ordine per il blocco della viabilità limitata all'area di stabilimento e la predisposizione di eventuali ambulanze e centri di raccolta.

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81

ALLEGATO 1

Elenco Stabilimenti per i quali va predisposta la PEE

Stabilimenti soggetti ad art. 8 D.Lgs 334/99

1 Adriatank S.r.l. Via D’Alaggio, 119 Ravenna

2 Alma Petroli S.p.A. Via Baiona, 195 Ravenna

3 Borregaard Italia S.p.A. Via Baiona, 107/111 Ravenna

4 Cabot Spa Via Baiona, 190 Ravenna

5 Ecofuel S.p.A. Via Baiona, 107/111 Ravenna

6 Ecologia Ambiente S.p.A. Via Baiona, 182 Ravenna

7 ENI S.p.A. Div. Refining & Marketing Via Baiona, 234 Ravenna

8 Eurodocks S.r.l. Via Paleocapa, 19 Ravenna

9 Acomon Via Baiona, 107/111 Ravenna

10 INEOS Vinyls S.p.A. Via Baiona, 109 Ravenna

11 La Petrolifera Italo Rumena S.p.A. Via Baiona, 260 e 279 Porto Corsini

12 Polynt S.p.A. Via Baiona, 192 Ravenna

13 Molducci Gaetano Via A.Grandi, 11 Russi

14 Petra Spa (deposito costiero) Via Trieste, 290 Ravenna

15 Polimeri Europa S.p.A. Via Baiona, 107/111 Ravenna

16 Ravenna Servizi Industriali Via Baiona, 107/111 Ravenna

17 Rivoira S.p.A. Via Baiona, 107/111 Ravenna

18 Sariaf Gowan S.p.A. Via Morgagni, 68 Faenza

19 So.ges S.r.l. Via Romagnoli, 11 Ravenna

20 Sotris S.p.A. Via Romea, 272 Ravenna

21 Terremerse Soc. Coop. A.r.l. Via Classicana, 313 Ravenna

22 T.C.R. S.p.A. Porto Intermodale Via Classicana, 105 Ravenna

23 Vinavil S.p.A. Via Baiona, 107/111 Ravenna

24 Yara Italia S.p.A. (ex Hydro Agri) Via Baiona, 107/111 Ravenna

25 Consorzio Agrario di Ravenna Via dell’Arrotino s.n. Roncalceci

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82

- continua -

Stabilimenti soggetti ad art. 6 D.Lgs 334/99

1 Autogas Nord Veneto Emiliana Via Vigne, 5 Cotignola

2 Bunge Italia Spa (ex Cereol) Via Baiona, 203 Ravenna

3 Caviro Srl Coop a.r.l. Via Converite, 12 Faenza

4 Dister Mosti Distillati Faenza Via Granarolo, 231 Faenza

5 Distillerie Mazzari Spa Via Giardino, 6 S.A.Santerno

6 Hera Spa SS309 Romea km 2.6 Ravenna

7 S.T.I. Solfotecnica Italiana Spa [Stab. chimico e petrolchimico] Cotignola

8 Tampieri Spa Via Granarolo, 102 Faenza

9 Terremerse Sooc.Coop. Arl Via Cà Vento, 21 Bagnacavallo

10 Villapana Spa Via Pana, 244 Faenza

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83

ALLEGATO 2

ELENCO EMITTENTI RADIO, TELEVISIVE E TESTATE GIORNALISTICHE LOCALI E NAZIONALI

ENTE CITTA’ TELEFONO FAX Emittenti radio Radio Studio 103 Ravenna 0544/500760 0544/50761 Radio Zero Ravenna 0544/590250 0544/590480 Ravegnana Radio Ravenna 0544/34202-158 0544/212123 Radio Italia Ravenna Ravenna 0544/34008 0544/242711 Radio Ravenna Evangelica Ravenna 0544/401178 0544/401178 Radio Veronica 800/670000 // Radio Punto Zero Lugo (RA) 0545/900200 0545/32789 Radio Studio Delta Cesena 0547/382711 0547/384911 Radio Centrale Cesena 0547/21111-2111 0547/24001 Radio Gamma Savignano S.R. 0541/944592 0541/944376 Radio LatteMiele Bologna 051/713919-5626 // Radio Play Studio Funo (BO) 051/860258 051/860759 RCB Radio Castelbolognese Castelbolognese 0546/54440-562 0549/656459 Radio Studio 105 Milano 02/6551801-1244 02/6551245 Radio Monte Carlo Milano 02/29001636 02/6551451 Radio Deejay Network Milano 02/342522-5701 02/342888 RDS Radio Dimensione Suono Milano 02/725881 02/72588217 Radio Italia Network Milano 02/89155339 02/89155379 Radio Maria Erba (CO) 031/610610 031/610717 Radio Capital Roma 06/4982263 // Emittenti Televisive Rai Tg3 Bologna 051/6374242-1 051/519527 Teleravenna Ravenna 0544/39866 0544/37518 Diretta TV Ravenna 0544/39557 // Tele 1 Faenza 0546/30186-135 0546/687936 Teleromagna Forlì 0543/724888 0543/724824 Videoregione e Canale 11 Forlì 0543/401000 0543/400655 Erreuno TV Savignano SR 0541/944044 0541/400655 Nuova Rete Bologna 051/320102-15340 Testate giornalistiche Il Resto del Carlino Ravenna 0544/249611 0544/39019 Corriere Ravenna Ravenna 0544/218262 0544/33793 La Voce Ravenna 0544/35671 0544/215642 ANSA Bologna 051/522525 051/522344 ADN Kronos Bologna 051/278111 051/227080 A.G.I. Ravenna 0544/272504 0544/272504 La Repubblica Bologna 051/6400711 051/551752 Il Giornale Milano 02/8566221-220 02/72023880 Il Giorno Milano 02/277991 02/27799567 La Stampa Milano 02/762181 02/780049 Il Corriere della Sera Milano 02/6339 02/29009667

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ALLEGATO 3

ENTI DA PREALLARMARE E/O ALLARMARE

Enti e Strutture Operative Telefono Reperibilità h24 Fax

Agenzia di Protezione Civile – Centro Operativo Regionale

051/284440 051/284200

335/6326953 348/7977560 051/284829

Provincia di Ravenna 0544/258111 335/7632874 0544/30003 0544/258579 0544/34388

Comune di Ravenna 0544/482111 0544/482999 0544/482359

Questura di Ravenna 0544/294111 0544/294111 0544/294777

Comando Provinciale dei Carabinieri 0544/2601 0544/2601 0544/260523

Comando Provinciale Guardia di Finanza 0544/37122 0544/37122 0544/37122

Comando Provinciale Vigili del Fuoco 0544/281511 115 0544/404545

Corpo Forestale dello Stato 0544/212569 1515 0544/37266

Capitaneria di Porto 0544/443011 0544/443013 0544/447498

Corpo di Polizia Provinciale 0544/258922 = 0544/249325

Corpo di Polizia Municipale di Ravenna 0544/482999 0544/482939 0544/482900

ARPA Sezione Provinciale di Ravenna 0544/210611 0544/210640 335/7204276 335/7956630

0544/210650

ARPA Area Grandi Rischi 0546/682763 335/7204276 0546/665937

Azienda USL di Ravenna – Direzione Sanitaria 0544/285234 0544/285111 0544/693002

Servizio di Igiene Pubblica 0544/286685 0544/286670 118 0544/286800

Unità Operativa 118 0544/693099 118 0544/693002

Autorità Portuale 0544/608811 = 0544/608888

66° Reggimento F.Aeromobile “Trieste” – Forlì 0543/780296-7 0543/780296-7 0543/780296

Aeronautica Militare Sezione Metereologica 0544/437096 0544/962372 328/2722502 0544/437096

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- continua – -

Servizio Tecnico di Bacino dei Fiumi Romagnoli 0544/249715 348/4911021

348/4911022 0544/249799 051/558423

Consorzio di Bonifica della Romagna Centrale 0544/249811 348/3848030 0544/36967

ANAS Compartimento di Bologna 051/6301111 051/6301168 051/6301380 051/244970

Autostrade per l’Italia Spa Direzione 3° Tronco 051/599111 051/599315-4-6 051/599599

Ferrovie dello Stato Rete Ferroviaria Italiana 0544/217141 0544/32802

313/8094891-2 313/8095055 0544/38229

Ferrovie dello Stato Trenitalia 0544/451494 313/8349164 0544/452134

Telecom Italia 051/6078111 02/55214884

051/6078111 800-861-077

051/6075509 02/85956492

E.N.E.L. Distribuzione 0544/225811 051/4232511

800-900-800 051/7790995

0544/225817 051/4233336

HERA Ravenna 0544/241011 335/7467307 0544/241621 0544/241626

Poste Italiane 0544/243311 = 0544/243436

SNAM Rete Gas Distretto di Forlì 0543/720788 0543/720788 0543/795177

C.R.I. - Sezione di Ravenna 0544/219900 0544/33307 334/6253915 0544/211441

A.RI. – Sezione di Ravenna 0544/590111 337/604010 0544/590669

Soprintendenza beni culturali 0544/543711 = 0544/543732

Coordinamento Provinciale Associazioni di volontariato di Protezione Civile 0545/51667

349/7170946 348/3664032 348/3664033

0545/35641

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ALLEGATO 4

TELEFAX o FONOGRAMMA

DA PREFETTURA UTG - RAVENNA

AT:

(agli enti interessati ed ai componenti del Centro Coordinamento Soccorsi di cui

all’allegato 3)

PROT.N._______/___/DIF.CIV./PROT.CIV. punto

RELAZIONE NOTIZIE PERVENUTE CIRCA INCIDENTE PRESSO

STABILIMENTO___________________________________________________________

_________________________________________________ DISPONESI ADOZIONE

MISURE STATO DI PREALLARME E/O ALLARME(1) A SEGUITO DI (2)

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

________________________________________________________________________

__________(.)

PREFETTO _____________________

TRASMETTE RICEVE

__________________________ __________________________

(1) Depennare la parte che non interessa (2) Descrizione dell’evento

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ALLEGATO 5

TELEFAX o FONOGRAMMA DA PREFETTURA – UTG RAVENNA

AT: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Dipartimento di Protezione Civile tel. 06/68202265-6-7 Centro Situazioni Unificato Via Vitorchiano, 2 ………………………… fax 06/68202360 MINISTERO DELL’INTERNO Dipartimento VVF, Soccorso Pubblico e Difesa Civile tel. 06/4818425 Centro Operativo Nazionale……………………………………………… fax 06/4814695 MINISTERO AMBIENTE - Gabinetto Via C.Colombo, 44………….. tel. 06/57221 Direzione per la salvaguardia ambientale fax 06/57223040 MINISTERO DELLA SALUTE - Gabinetto Lungotevere Ripa, 1 ….. tel. 06/59941 fax 06/59945301 PRESIDENTE REGIONE EMILIA ROMAGNA tel. 051/284440-200 Centro Operativo Regionale…………………………………………… fax 051/284829 PREFETTURA BOLOGNA ………………………………………….... tel. 051/6401111 fax 051/6401399 PREFETTURA FORLI’–CESENA …………………………………….. tel. 0543/719111 fax 0543/719666 PREFETTURA RIMINI …………………………………………………… tel. 0541/436111 fax 0541/436666 PREFETTURA FERRARA ……………………………………………… tel. 0532/294311 fax 0532/294666 PROT.N._______/___/DIF.CIV./PROT.CIV. punto

RELAZIONE NOTIZIE PERVENUTE CIRCA INCIDENTE PRESSO STABILIMENTO

______________________________________________________________________________

COMUNICASI ADOZIONE MISURE STATO DI PREALLARME E/O ALLARME(1) A SEGUITO DI (2) ____________________________________________________________________________

_________________________________________________________________(.)

PREFETTO _____________________

TRASMETTE RICEVE

__________________________ __________________________

(1) Depennare la parte che non interessa (2) Descrizione dell’evento

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ALLEGATO 6

TELEFAX o FONOGRAMMA

DA PREFETTURA DI RAVENNA

AT:

(agli enti interessati ed ai componenti del Centro Coordinamento Soccorsi di cui

all’allegato 3)

PROT.N._______/___/DIF.CIV./PROT.CIV. punto

RELAZIONE NOTIZIE PERVENUTE CIRCA INCIDENTE DICHIARATO CON TELEX

PARI NUMERO vrg COMUNICASI CHE LO STATO DI ALLARME E/O PREALLARME

EST CESSATO (.)

PREFETTO _____________________

TRASMETTE RICEVE

__________________________ __________________________

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ALLEGATO 7

TELEFAX o FONOGRAMMA DA PREFETTURA – UTG RAVENNA

AT: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Dipartimento di Protezione Civile tel. 06/68202265-6-7 Centro Situazioni Unificato Via Vitorchiano, 2 ………………………… fax 06/68202360 MINISTERO DELL’INTERNO Dipartimento VVF, Soccorso Pubblico e Difesa Civile tel. 06/4818425 Centro Operativo Nazionale……………………………………………… fax 06/4814695 MINISTERO AMBIENTE - Gabinetto Via C.Colombo, 44………….. tel. 06/57221 Direzione per la salvaguardia ambientale fax 06/57223040 MINISTERO DELLA SALUTE - Gabinetto Lungotevere Ripa, 1 ….. tel. 06/59941 fax 06/59945301 PRESIDENTE REGIONE EMILIA ROMAGNA tel. 051/284440-200 Centro Operativo Regionale…………………………………………… fax 051/284829 PREFETTURA BOLOGNA ………………………………………….... tel. 051/6401111 fax 051/6401399 PREFETTURA FORLI’–CESENA …………………………………….. tel. 0543/719111 fax 0543/719666 PREFETTURA RIMINI …………………………………………………… tel. 0541/436111 fax 0541/436666 PREFETTURA FERRARA ……………………………………………… tel. 0532/294311 fax 0532/294666 PROT.N._______/___/DIF.CIV./PROT.CIV. punto

RELAZIONE NOTIZE PERVENUTE CIRCA INCIDENTE DICHIARATO CON TELEX PARI

NUMERO vrg COMUNICASI CHE LO STATO DI ALLARME E/O PREALLARME EST

CESSATO (.)

PREFETTO _____________________

TRASMETTE RICEVE

__________________________ __________________________

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90

ALLEGATO 8

TELEFAX o FONOGRAMMA

DA PREFETTURA DI RAVENNA

AT:

(agli enti interessati ed ai componenti del Centro Coordinamento Soccorsi di cui

all’allegato 3)

PROT.N._______/___/DIF.CIV./PROT.CIV. punto

AT SEGUITO DICHIARAZIONE STATO DI ALLARME vrg PRESSO QUESTA SEDE EST

CONVOCATO CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI CUI SS.LL. SUNT PREGATE

INTERVENIRE PERSONALMENTE EST CONSEGUENTEMENTE ATTIVATA SALA OPERATIVA

PROTEZIONE CIVILE CON SEGUENTI NUMERI TELEFONICI(:) _________________________

______________________________________________________________________________

___________________________________________________(.)

PREFETTO _____________________

TRASMETTE RICEVE

__________________________ __________________________

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91

ALLEGATO 9

TELEFAX o FONOGRAMMA

DA PREFETTURA – UTG RAVENNA

AT: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Dipartimento di Protezione Civile tel. 06/68202265-6-7 Centro Situazioni Unificato Via Vitorchiano, 2 ………………………… fax 06/68202360 MINISTERO DELL’INTERNO Dipartimento VVF, Soccorso Pubblico e Difesa Civile tel. 06/4818425 Centro Operativo Nazionale……………………………………………… fax 06/4814695 MINISTERO AMBIENTE - Gabinetto Via C.Colombo, 44………….. tel. 06/57221 Direzione per la salvaguardia ambientale fax 06/57223040 MINISTERO DELLA SALUTE - Gabinetto Lungotevere Ripa, 1 ….. tel. 06/59941 fax 06/59945301 PRESIDENTE REGIONE EMILIA ROMAGNA tel. 051/284440-200 Centro Operativo Regionale…………………………………………… fax 051/284829 PREFETTURA BOLOGNA ………………………………………….... tel. 051/6401111 fax 051/6401399 PREFETTURA FORLI’–CESENA …………………………………….. tel. 0543/719111 fax 0543/719666 PREFETTURA RIMINI …………………………………………………… tel. 0541/436111 fax 0541/436666 PREFETTURA FERRARA ……………………………………………… tel. 0532/294311 fax 0532/294666 PROT.N._______/___/DIF.CIV./PROT.CIV. punto

RIFERIMENTO INCIDENTE DICHIARATO CON TELEX PARI NUMERO DEL

___________ vrg COMUNICASI DI SEGUITO SITUAZIONE STATO ATTUALE(:)

A) INFORMAZIONI GENERALI ___________________________________________

______________________________________________________(;)

B) DANNI A PERSONE _________________________________________________

______________________________________________________(;)

C) DANNI A SERVIZI PUBBLICI __________________________________________

______________________________________________________(;)

D) SITUAZIONE SANITARIA _____________________________________________

______________________________________________________(;)

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92

E) SITUAZIONE VETERINARIA __________________________________________

______________________________________________________(;)

F) ATTIVITA’ SOCCORSO TECNICO ______________________________________

______________________________________________________(;)

G) RICOVERO SENZA TETTO ___________________________________________

______________________________________________________(;)

H) ATTIVITA’ ASSISTENZIALI ___________________________________________

______________________________________________________(;)

I) DANNI AD EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI ________________________________

______________________________________________________(;)

J) DANNI AD ATTIVITA’ PRODUTTIVE ____________________________________

______________________________________________________(.)

PREFETTO _____________________

TRASMETTE RICEVE

__________________________ __________________________

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SOTRIS S.p.A.

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 19 di 21

Sostanza presente in forma gassosa a seguito della

combustione di dicloroetano

ACIDO CLORIDRICO

(D.P.R. n. 334/99) Sostanza

Utilizzazione

Materie prima NO Solvente NO

Intermedio NO Catalizzatore NO

Prodotto finito NO Altro SI

Identificazione

Nome chimico ACIDO CLORIDRICO

Nomi commerciali ACIDO CLORIDRICO

Nomenclatura Chemical Abstracts HYDROCHLORIC ACID

Numero CAS 7647-01-0

Formula bruta HCl

Peso molecolare 36.5

Formula di struttura HCl

Caratteristiche chimico-fisiche

Stato fisico: GAS

Colore: INCOLORE

Odore: PUNGENTE

Solubilità in acqua: 67 g/100 ml a 30 °C

Densità 1.00045 g/l

Punto di fusione -144 °C

Punto di ebollizione -85 °C

Punto di infiammabilità Gas

Limite Inf. esplosività Gas

Limite sup. esplosività Gas

Reazioni pericolose La soluzione in acqua è un acido forte, reagisce violentemente con le

basi ed è corrosiva. Reagisce violentemente con ossidanti formando

gas tossici (cloro). In presenza di acqua attacca molti metalli formando

gas combustibili (idrogeno)

FORROS
Font monospazio
ALLEGATO 10
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S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 20 di 21

Classificazione ed etichettatura

Di Legge [Si X ] [no _ ] Provvisoria [Si _ ] [no _ ] Non richiesta [Si _ ] [no _ ]

Simbolo di pericolo

Indicazioni di pericolo T TOSSICO

C CORROSIVO

Frasi di rischio R: 23/35

Consigli di prudenza S: 1/2 – 9 – 26 – 36/37/39 – 45

Informazioni tossicologiche

Vie di penetrazione

[ X ] ingestione [ X ] inalazione [ X ] contatto

Tossicità acuta

LC50 5871 ppm

I.D.L.H. 50 ppm

Tossicità cronica

La sostanza può avere effetto sui polmoni, causando bronchite cronica

Cancerogenesi non rilevato

Mutagenesi non rilevato

Taratogenesi non rilevato

Informazioni ecotossicologiche

tipologia Aria Acqua Suolo

Biodegradabilità

Non conosciuto Non conosciuto

non conosciuto

Dispersione Non conosciuto non conosciuto non conosciuto

Persistenza T 1/2 (m-g-h)

Non conosciuto

non conosciuto

Koc - T 1/2

non conosciuto

Bioaccumulo /

Bioconcentrazione

Non conosciuto

BCF – log Pow

non conosciuto

non conosciuto

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Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 15 di 21

Sostanza presente in forma liquida BENZENE

(D.P.R. n. 334/99) Sostanza

Utilizzazione

Materie prima NO Solvente NO

Intermedio NO Catalizzatore NO

Prodotto finito NO Altro SI

Identificazione

Nome chimico BENZENE

Nomi commerciali BENZENE

Nomenclatura Chemical Abstracts BENZENE

Numero CAS 71-43-2

Formula bruta C6H6

Peso molecolare 78.1

Formula di struttura C6H6

Caratteristiche chimico-fisiche

Stato fisico: LIQUIDO

Colore: INCOLORE

Odore: CARATTERISTICO

Solubilità in acqua: 0.18 g/100ml a 25°C

Densità (ARIA=1) 1.2

Peso specifico dei vapori 3.24 Kg/Mc a 20 °C

Punto di fusione 6 °C

Punto di ebollizione 80 °C a 760 mmHg

Punto di infiammabilità -11 °C

Limite Inf. esplosività 1.2 ( in aria % in volume)

Limite Sup. esplosività 8.0 (in aria % in volume)

Temperatura autoaccensione 498 °C

Tensione di vapore 10 kPa a 20 °C

Reazioni pericolose Reagisce violentemente con ossidanti, acido nitrico, acido solforico e

alogeni. Attacca plastica e gomma

FORROS
Font monospazio
ALLEGATO 11
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SOTRIS S.p.A.

S.S. 309 Romea km 2,6 n. 272 Ravenna

Aggiornamento Marzo 2006

Scheda di Informazione sui Rischi di incidente rilevante per i cittadini e i lavoratori

Allegato. V D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05 Pag. 16 di 21

Classificazione ed etichettatura

Di Legge [Si X ] [no _ ] Provvisoria [Si _ ] [no _ ] Non richiesta [Si _ ] [no _ ]

Simbolo di pericolo

Indicazioni di pericolo F FACILMENTE INFIAMMABILE

T TOSSICO

Frasi di rischio R45 - R11 - R48/R23/R24/R25

Consigli di prudenza S: 53-45

Informazioni tossicologiche

Vie di penetrazione

[ X ] ingestione [ X ] inalazione [ X ] contatto

Tossicità acuta

DL 50 via orale (4 ore) 4700 mg/kg (topo)

CL 50 per inalazione (4 ore)

DL 50 via cutanea (4 ore) 48 mg/kg (topo)

CL 50 su uomo (30 minuti)

I.D.L.H. 500 ppm

Tossicità cronica (non sono riferite evidenze)

Cute Occhi vie respiratorie

Potere corrosivo [ NO ] [ NO ] [ NO ]

Potere irritante [ SI ] [ SI ] [ SI ]

Potere sensibilizzante [ SI ] [ SI ] [ SI ]

Cancerogenesi Può causare il cancro. Il rischio di cancro dipende dalla durata e dal

livello di esposizione.

Mutagenesi Puo' causare effetti genetici ereditabili.

Taratogenesi Non sono noti effetti significativi o pericoli critici.

Informazioni ecotossicologiche

tipologia Aria Acqua Suolo

Biodegradabilità

Non conosciuto

BOD5/COD

Scarsa

non conosciuto

Dispersione Non conosciuto non conosciuto non conosciuto

Persistenza T 1/2 (m-g-h)

Non conosciuto

non conosciuto

Koc - T 1/2

non conosciuto

Bioaccumulo /

Bioconcentrazione

Non conosciuto

BCF – log Pow

non conosciuto

non conosciuto