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Processi evolutivi nell’apprendimento di lettura e scrittura Processi evolutivi Processi evolutivi nell’apprendimento di lettura e nell’apprendimento di lettura e scrittura scrittura

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Processi evolutivinell’apprendimento di lettura e

scrittura

Processi evolutiviProcessi evolutivinell’apprendimento di lettura enell’apprendimento di lettura e

scritturascrittura

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Un preambolo.Un preambolo.

La scrittura è una forma diLa scrittura è una forma dicomunicazione. Un tempo,comunicazione. Un tempo,

poteva essere fonte dipoteva essere fonte diun’emozione particolarissima.un’emozione particolarissima.

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Oggi, invece, forse anche per laOggi, invece, forse anche per lasovrabbondanza di protesi emotivesovrabbondanza di protesi emotivemultimediali, finisce per essere lamultimediali, finisce per essere la

forma di comunicazione meno spontaneaforma di comunicazione meno spontaneae probabilmente più sofferta.e probabilmente più sofferta.

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Quanto scriviamo? E,Quanto scriviamo? E,soprattutto, quanto, fra i testisoprattutto, quanto, fra i testiche ci capita di scrivere, sonoche ci capita di scrivere, sono

spontanei?spontanei?

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Ci verrebbe mai in mente di non rispondereCi verrebbe mai in mente di non risponderead una comunicazione verbale diretta?ad una comunicazione verbale diretta?

Difficile, a meno che non vogliamo ostentareDifficile, a meno che non vogliamo ostentarequalcosa che rasenti il disprezzo.qualcosa che rasenti il disprezzo.

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Rispondere ad una mail con una genericaRispondere ad una mail con una genericaaccusa di ricevuta richiede, in genere,accusa di ricevuta richiede, in genere,

pochissimo tempo. Eppure è come se unapochissimo tempo. Eppure è come se unasorta di crampo mentale, un attacco disorta di crampo mentale, un attacco diinvincibile pigrizia ci prendesse alla solainvincibile pigrizia ci prendesse alla sola

idea di rispondere, se questo non èidea di rispondere, se questo non èstrettamente necessario.strettamente necessario.

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Per questo hanno inventato laPer questo hanno inventato lafunzione “conferma di lettura”.funzione “conferma di lettura”.

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Evidentemente vi è una peculiare e gravosaEvidentemente vi è una peculiare e gravosafatica legata allo scrivere. Quasi che, piùfatica legata allo scrivere. Quasi che, più

che orizzonte di libertà, la scrittura fosseche orizzonte di libertà, la scrittura fosseper lo più vissuta come soffocante edper lo più vissuta come soffocante ed

incalzante sequenza di vincoli.incalzante sequenza di vincoli.

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Vincoli grammaticali eVincoli grammaticali emorfosintatticimorfosintattici, innanzitutto:, innanzitutto:

e già questo non è poco.e già questo non è poco.

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Vincoli di ordine logico edVincoli di ordine logico edargomentativoargomentativo: nessuno: nessunovorrebbe scrivere cosevorrebbe scrivere cose

sciocche.sciocche.

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Vincoli di contenuto:Vincoli di contenuto:l’originalità è un imperativol’originalità è un imperativosentito uniformemente dasentito uniformemente da

tutti, la banalità un peccatotutti, la banalità un peccatomortale imperdonabile (?).mortale imperdonabile (?).

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Perché non osare, qualche volta,Perché non osare, qualche volta,per esempio, parlare di artisti cheper esempio, parlare di artisti che

non sono inquieti (e difatti, innon sono inquieti (e difatti, ingenere, lo sono meno del contadinogenere, lo sono meno del contadino

che aspetta la pioggia)…che aspetta la pioggia)…

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…o di immagini che non ci…o di immagini che non cibombardano o di giornali che nonbombardano o di giornali che non

vengono aperti? Perché nonvengono aperti? Perché nonredigere un indice delle paroleredigere un indice delle paroleproibite o espressioni proibite:proibite o espressioni proibite:oggigiorno, nella misura in cui,…oggigiorno, nella misura in cui,…

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Vincoli di registro, infine: laVincoli di registro, infine: lascrittura vorrebbe esserescrittura vorrebbe essereefficace, intonata a scopi eefficace, intonata a scopi e

destinatari, magari brillante,destinatari, magari brillante,elegante, quantomeno nonelegante, quantomeno non

sciatta.sciatta.

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Scrivere correttamente,Scrivere correttamente,intelligentemente,intelligentemente,

efficacemente e, perché no?,efficacemente e, perché no?,anche chiaramente.anche chiaramente.

È una parola!È una parola!

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Ma soprattutto, non è facile evitare ilMa soprattutto, non è facile evitare ilcortocorto--circuitocircuito dell’autoreferenzialitàdell’autoreferenzialità: con: conWittgensteinWittgenstein, ricordiamo che il linguaggio, ricordiamo che il linguaggio

gira a vuoto quando manca unagira a vuoto quando manca unarappresentazione perspicua della realtà erappresentazione perspicua della realtà e

la parole rimanda se stessa.la parole rimanda se stessa.

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Un secondo preambolo.

Quesito:

quale significato hanno le seguenti lettere o iseguenti gruppi di lettere?

F, S, CH, Z, R I L

D, T N A E O

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Per la nostra sensibilità linguistica,probabilmente la domanda non ha senso.

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Eppure non è sempre stato così.

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Parmenide, padre della filosofia occidentale,istituì un nesso indissolubile fra essere e“logos”, la parola, il discorso, la ragione.

Di qui un antichissimo problema filosofico

quello dell’individuazione del linguaggio“giusto”, “naturale”, “originario”, nel quale siriflette la natura profonda della realtà.

Platone lo affronta nel Cràtilo, dialogo in cuil’omonimo filosofo eracliteo sostiene,appunto, la tesi dell’esistenza di un discorso“giusto” per natura, contrapponendosi adErmògene, che invece fa dipendere illinguaggio dalla convenzione.

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Nell’ottica della “naturalezza” dellinguaggio perfino le lettereesprimono per analogia significantifondamentali:

“rho” esprime movimento, “iota”leggerezza, “phi”, “sigma”, “chi” e“zeta” agitazione, “delta” e “tau”arresto, “lambda” lo scivolare, “ni”l’interno, “alpha” grandezza, “èta”lunghezza ed “òmicron” rotondità.

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Di qui l’idea,

anch’essa profondamente radicata

nella cultura occidentale, che

l’etimo conservi il nucleo fondante dellaverità di un concetto:

Se “nomen” è “omen”, allora “homo” è da

“humus” e addirittura “lucus a nonlucendo”…..

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A voler dar retta alla tesi contenuta

nel celeberrimo romanzo “Il nome dellarosa” di Umberto Eco, questa grandestagione di pensiero si incrina,profondamente e per la prima volta, conil nominalismo medievale (cui alludeanche il titolo: “stat rosa pristina,nomina nuda tenemus”….).

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A voler dar retta alla legge biogeneticafondamentale di Haeckel (l’ontogenesiricapitola la filogenesi), poi, sidovrebbe ammettere che ciascunindividuo ripercorre, nel suo sviluppopsichico, in forma abbreviata le tappedi sviluppo della cultura dell’umanità.

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E forse è davvero così: le ricerche diepistemologia genetica di J. Piaget hannopoi evidenziato che la visione dellinguaggio dominante nell’infanzia, fino ai6-7 anni (ma con importanti residui anchead età successive) è di tipo realistico: ilbambino è convinto che la parola debbaavere le medesime caratteristiche difondo della realtà significata (per cui“sole” è una parola luminosa, “elefante”una parola grande, “formica” una parolapiccola).

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Questa visione realistica ed insieme magicadel linguaggio è ancor oggi conservata,talora con esiti anche sorprendenti, nellinguaggio poetico.Ecco un esempio tanto divertente quantoistruttivo, tratto da “Ossi di seppia” diMontale:Upupa, ilare uccello calunniatodai poeti, che roti la tua crestasopra l'aereo stollo del pollaioe come un finto gallo giri al vento;nunzio primaverile, upupa, comeper te il tempo s'arresta,non muore più il Febbraio,come tutto di fuori si protende

al muover del tuo capo,aligero folletto, e tu lo ignori.

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Dove la calunnia? Nei Sepolcri di Foscolo:“Senti raspar fra le macerie e i bronchila derelitta cagna ramingandosu le fosse, e famelica ululando;e uscir del teschio, ove fuggia la Luna,l'ùpupa, e svolazzar su per le crocisparse per la funerea campagna,e l'immonda accusar col luttuososingulto i rai di che son pie le stellealle obbliate sepolture”.

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Donde la calunnia?Evidentemente dal nome“upupa”, che evoca scenarilugubri e sinistri.

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Fine del secondo preambolo.

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La ricerca sui processi di lettura havisto l’elaborazione di numerosi

modelli, che si ispirano all’approcciodell’information processing.

La ricerca sui processi di lettura haLa ricerca sui processi di lettura havisto l’elaborazione di numerosivisto l’elaborazione di numerosi

modelli, che si ispirano all’approcciomodelli, che si ispirano all’approcciodell’dell’informationinformation processing.processing.

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Questi modelli, pur nella loro diversità,condividono in genere l'assunto che la lettura

implica una elaborazione dell'informazione a

livelli diversi di analisi organizzatigerarchicamente: comprendere il significato diun testo implica processi (o sottoprocessi) dianalisi dei componenti visivi (i segni), degliinsiemi delle lettere, delle parole e deisignificati.

Questi modelli, pur nella loro diversità,Questi modelli, pur nella loro diversità,condividono in genere l'assunto che la letturacondividono in genere l'assunto che la lettura

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Ciò che viene elaborato a ciascun livello dianalisi può costituire un input per il livellosuperiore e può a sua volta essere influenzatodall'analisi a tale livello.

Ciò che viene elaborato a ciascun livello diCiò che viene elaborato a ciascun livello dianalisi può costituire un input per il livelloanalisi può costituire un input per il livellosuperiore e può a sua volta essere influenzatosuperiore e può a sua volta essere influenzatodall'analisi a tale livello.dall'analisi a tale livello.

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Nella lettura si possono individuare i seguenti componenticognitivi, che sono processi verbali semplici:a) la decodificazione delle parole, cioè la trasformazione di uninput stampato nella forma linguistica corrispondente;b) il riconoscimento delle lettere o di patterns di lettere; questoprocesso facilita il riconoscimento della parola, anche se questonon significa necessariamente che la lettura sia un processo dianalisi lettera per lettera;c) il recupero del nome: è il processo con cui si produce il nomedopo averlo rintracciato nella memoria, ed è evidente nellalettura stessa alta voce;d) l'accesso semantico: è l'attivazione dei tratti che compongonoil significato di una parola e che sono immagazzinati con la parolastessa nella memoria.

Nella lettura si possono individuare i seguenti componentiNella lettura si possono individuare i seguenti componenticognitivi, che sono processi verbali semplici:cognitivi, che sono processi verbali semplici:a) la decodificazione delle parole, cioè la trasformazione di una) la decodificazione delle parole, cioè la trasformazione di uninput stampato nella forma linguistica corrispondente;input stampato nella forma linguistica corrispondente;b) il riconoscimento delle lettere o dib) il riconoscimento delle lettere o di patternspatterns di lettere; questodi lettere; questoprocesso facilita il riconoscimento della parola, anche se questprocesso facilita il riconoscimento della parola, anche se questoonon significa necessariamente che la lettura sia un processo dinon significa necessariamente che la lettura sia un processo dianalisi lettera per lettera;analisi lettera per lettera;c) il recupero del nome: è il processo con cui si produce il nomc) il recupero del nome: è il processo con cui si produce il nomeedopo averlo rintracciato nella memoria, ed è evidente nelladopo averlo rintracciato nella memoria, ed è evidente nellalettura stessa alta voce;lettura stessa alta voce;d) l'accesso semantico: è l'attivazione dei tratti che compongond) l'accesso semantico: è l'attivazione dei tratti che compongonooil significato di una parola e che sono immagazzinati con la pail significato di una parola e che sono immagazzinati con la parolarolastessa nella memoria.stessa nella memoria.

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La decodificazione di una parola non implical’accesso semantico, che è invece condizioneessenziale per la comprensione della lettura.

La decodificazione di una parola non implicaLa decodificazione di una parola non implical’accesso semantico, che è invece condizionel’accesso semantico, che è invece condizioneessenziale per la comprensione della lettura.essenziale per la comprensione della lettura.

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Dalle ricerche di Frederiksen (1982) emerge che iprocessi di analisi della parola, su cui in particolare siè focalizzata l'indagine di questo studioso, sonocinque, e precisamente:1) la codificazione percettiva di singole lettere;2) la codificazione percettiva di patterns di lettere;3) la traduzione fonemica, cioè l'applicazione di regoledi corrispondenza lettera-suono;4) l'automaticità dell'articolazione delle parole(accentazione, caratteristiche prosodiche);5) il recupero dalla memoria delle categorie lessicali.

Dalle ricerche diDalle ricerche di FrederiksenFrederiksen (1982) emerge che i(1982) emerge che iprocessi di analisi della parola, su cui in particolare siprocessi di analisi della parola, su cui in particolare siè focalizzata l'indagine di questo studioso, sonoè focalizzata l'indagine di questo studioso, sonocinque, e precisamente:cinque, e precisamente:1) la codificazione percettiva di singole lettere;1) la codificazione percettiva di singole lettere;2) la codificazione percettiva di2) la codificazione percettiva di patternspatterns di lettere;di lettere;3) la traduzione3) la traduzione fonemicafonemica, cioè l'applicazione di regole, cioè l'applicazione di regoledi corrispondenza letteradi corrispondenza lettera--suono;suono;4) l'automaticità dell'articolazione delle parole4) l'automaticità dell'articolazione delle parole(accentazione, caratteristiche prosodiche);(accentazione, caratteristiche prosodiche);5) il recupero dalla memoria delle categorie lessicali.5) il recupero dalla memoria delle categorie lessicali.

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Di questi componenti, la codificazione dipatterns di lettere risulta essere quello chemeglio discrimina i livelli di abilità in lettura.

Di questi componenti, la codificazione diDi questi componenti, la codificazione dipatternspatterns di lettere risulta essere quello chedi lettere risulta essere quello chemeglio discrimina i livelli di abilità in lettura.meglio discrimina i livelli di abilità in lettura.

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Nei soggetti molto giovani, le differenze sonodovute a processi verbali semplici, inparticolare la decodificazione, che è unrisultato dell'efficienza acquisita dai bambininell'elaborazione delle lettere dell'alfabeto;questa efficienza comprende anche uncomponente generale di accesso e di recuperodel nome dalla memoria.

Nei soggetti molto giovani, le differenze sonoNei soggetti molto giovani, le differenze sonodovute a processi verbali semplici, indovute a processi verbali semplici, inparticolare la decodificazione, che è unparticolare la decodificazione, che è unrisultato dell'efficienza acquisita dai bambinirisultato dell'efficienza acquisita dai bambininell'elaborazione delle lettere dell'alfabeto;nell'elaborazione delle lettere dell'alfabeto;questa efficienza comprende anche unquesta efficienza comprende anche uncomponente generale di accesso e di recuperocomponente generale di accesso e di recuperodel nome dalla memoria.del nome dalla memoria.

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Il processo di scritturaIl processo di scrittura

• Condivide con la lettura il nucleoessenziale del processo,

• Richiede un’abilità “grafica”aggiuntiva

• Richiede un equilibrio dinamico tracomponenti nucleari e componentisovraordinate.

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Fasi di acquisizione dellalettura/scrittura

La parola viene trattataLa parola viene trattatacome un disegnocome un disegno

La parola vieneLa parola vieneanalizzata lettera peranalizzata lettera perletteralettera

La parola vieneLa parola vieneanalizzata per unitàanalizzata per unitàortograficheortografiche

La parola viene trattataLa parola viene trattatacome un’unità dotata dicome un’unità dotata disignificatosignificato

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/m/ /u/ /c/ /a/

m uu c cc c aamuccamucca

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LETTURA SCRITTURA

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Abilità di scrittura

Competenza di scrittura

Strategia di scrittura

Competenze

NP di base

Competenze

NP specifiche

Competenze

Linguistiche

Competenze

cognitive

Competenze

Meta-cognitive

Motiv

azio

ne,

inte

resse

……

.

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ABILITA’ DI SCRITTURA

COMPETENZECOMPETENZE

VISUOVISUO--

PERCETTIVEPERCETTIVE

COMPETENZECOMPETENZE

ESECUTIVOESECUTIVO--

MOTORIEMOTORIE

COMPETENZECOMPETENZELINGUISTICHELINGUISTICHE

• Analisi fonologica

• Codifica fonologica

• Codifica ortografica

• Codifica meta-linguistica

• Programmazione motoria

• Tracciatura

Monitoraggio cinestetico

• Analisi visiva

• Organizzazione percettiva

• Rappresentazione

Verb

ale

eVisiva

/Cinest

etica

Verb

ale

eVisiva

/Cinest

etica

• Monitoraggio visuo-percettivo

MEM

ORIA

ATTENZIONE

• Rappresentazione

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Competenze neuropsicologiche

ATTENZIONE

•Visiva , con revisione del testo durante la fasedi traduzione scritta

•Simultanea , per la revisione di quanto scritto perla valutazione, rispetto a quanto pianificato epianificazione della parte del testo mancante

MEMORIA

• a breve termine contiene le conoscenzerecuperate dalla memoria a lungo termine durantela fase di progettazione e, traduzione e revisionedel testo

• a lungo termine con le conoscenza dell’argomentosu cui si va a scrivere, del pubblico e del progetto ditesto

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Competenze cognitive e metacognitive

STRATEGIE DI SCRITTURA

•conoscenza dell’argomento

•scelta del contenuto

•conoscenza del tipo di compito

•conoscenza delle procedure del compito

Competenze linguistiche

Generazione del testo a livello verbale utilizzandoil patrimonio lessicale, morfo-sintattico e diconoscenza delle specifiche convenzioni degli attilinguistici (orali e scritti)

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PIANIFICAZIONE

ORGANIZZAZIONE

DEFINIZIONEOBIETTIVI

GE

NE

RA

ZIO

NE

TRADUZIONE

Pianificazionein linea

Revisionein linea

1. generazione del testoa. livello parolab. livello frasec. livello discorso

2. trascrizione

REVISIONE

VALUTAZIONE

CORREZIONE

a. livello parolab. livello frasec. livello discorso

PROCESSI DI SCRITTURA

AFFETTI MOTIVAZIONE CONTESTOSOCIALE

Meta cognizione (dichiarativa e procedurale)

MEMORIA ALUNGO TERMINE

Conoscenza argomento,pubblico,

progetto testo

MEMORIADI LAVORO

Contiene la conoscenzarecuperata dalla MLTdurante la pianificazione,la traduzione e la revisione

(Hayes & Flowers, 1980, modificato da Berninger et al., 1995)

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Il processo di scrittura richiede:Il processo di scrittura richiede:

• il passaggio da schemi orali aperti a schemiscritti chiusi

• la pianificazione dei nodi di contenuto edella loro forma linguistica

• la capacità di revisione durante e dopo ilprocesso di scrittura

• la traduzione del codice orale nelcodice scritto

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Codice oraleCodice orale –– codice scrittocodice scritto

L. S. Vygotskij, nell’opera “Pensiero elinguaggio” (cap. VII, paragrafo IV),distingue fra:

- linguaggio interiore;

- Linguaggio parlato;

- Linguaggio scritto.

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Caratteristiche del linguaggioCaratteristiche del linguaggiointeriore:interiore:

- abbreviazione (riduzione al minimo delnumero di parole);

- condensazione o agglutinazione (fusione dipiù significati in una parola);

- Articolazione sintattica ridotta al minimo;

- Predicazione assoluta (omissione delsoggetto o del predicato)

Di conseguenza: INCOMPRENSIBILITA’(cfr. il fenomeno delle regressioni)

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Caratteristiche del linguaggioCaratteristiche del linguaggioparlato:parlato:

- si rivolge ad un interlocutore presente;

- può essere rafforzato ed integrato dalinguaggi paraverbali e non verbali;

- ammette ampi gradi di libertànell’articolazione sintattica;

- non presenta vincoli ortografici;

Di conseguenza: E’ PIU’ FACILE controllarne ivincoli grammaticali

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Caratteristiche del linguaggioCaratteristiche del linguaggioscritto:scritto:

- si rivolge ad un interlocutore assente

o addirittura sconosciuto;

- richiede, dunque, capacità di decentramento;

- non può essere rafforzato ed integrato dalinguaggi paraverbali e non verbali;

- non ammette libertà nell’articolazionesintattica;

- presenta vincoli ortografici;

- di conseguenza: E’ PIU’ DIFFICILE dapadroneggiare, ma, nel contempo, stimola

maggiormente l’area di sviluppo potenziale

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L’insegnamento della grammatica:L’insegnamento della grammatica:

mentre il linguaggio parlato può essereinsegnato secondo il metodo naturale (cfr.Freinet, che assimila le competenzegrammaticali a quelle di prassi complessecome condurre una bicicletta),

l’insegnamento della lingua scritta non puòprescindere dalla riflessione grammaticale.

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L’apprendimento dellaL’apprendimento dellascritturascrittura

• Inizia dalla trascrizione

• E’ da subito influenzato daiprocessi di controllo delsignificato

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Parziale dipendenza e influenzaParziale dipendenza e influenzareciproca tra le componenti:reciproca tra le componenti:

• Nei primi anni di scuola la capacità di generare untesto è migliore della capacità di trascrizione

• Nella scuola media le due competenze appaionoindipendenti tra loro

• L’ automatizzazione dei processi di trascrizionecostituisce il “fattore limitante” del processo

• L’influenza dell’abilità di trascrizione sulla qualitàdel testo varia con l’età (con un picco nelle classiintermedie)

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C. Bereiter ha proposto unmodello dello sviluppo dellascrittura, basatosull’individuazione di diversistadi.

C.C. BereiterBereiter ha proposto unha proposto unmodello dello sviluppo dellamodello dello sviluppo dellascrittura, basatoscrittura, basatosull’individuazione di diversisull’individuazione di diversistadi.stadi.

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Il primo stadio è quello della scritturaassociativa, in cui si combinano la fluidità diproduzione scritta e quella di generare le idee.Questo tipo di scrittura è basata su chi scrivee non su chi legge, e corrisponde allo «scriveretutto ciò che viene in mente», senza un piano e

senza considerazioni relative al destinatario.

Il primo stadio è quello della scritturaIl primo stadio è quello della scritturaassociativa,associativa, in cui si combinano la fluidità diin cui si combinano la fluidità diproduzione scritta e quella di generare le idee.produzione scritta e quella di generare le idee.Questo tipo di scrittura è basata su chi scriveQuesto tipo di scrittura è basata su chi scrivee non su chi legge, e corrisponde allo «scriveree non su chi legge, e corrisponde allo «scriveretutto ciò che viene in mente», senza un piano etutto ciò che viene in mente», senza un piano e

senza considerazioni relative al destinatario.senza considerazioni relative al destinatario.

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Il secondo stadio è quello della scritturaperformativa, e consistenell’integrazione della scritturaassociativa con la conoscenza delleconvenzioni stilistiche (ortografia,punteggiatura, ecc.).

Il secondo stadio è quello della scritturaIl secondo stadio è quello della scritturaperformativa,performativa, e consistee consistenell’integrazione della scritturanell’integrazione della scritturaassociativa con la conoscenza delleassociativa con la conoscenza delleconvenzioni stilistiche (ortografia,convenzioni stilistiche (ortografia,punteggiatura, ecc.).punteggiatura, ecc.).

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Il terzo stadio (scrittura comunicativa) è dato dall'integrazionedella scrittura performativa con la cognizione sociale.Quando questo stadio non viene raggiunto, ciò non dipende dallaincapacità di tener conto del punto di vista altrui, ma piuttostodall'incapacità di tener conto di più cose contemporaneamente:il possibile lettore, la produzione, le convenzioni stilistiche.La capacità di adattare lo scritto al destinatario siverificherebbe piuttosto tardi, verso la fine della scuolasecondaria.

Il terzo stadio (scritturaIl terzo stadio (scrittura comunicativa)comunicativa) è dato dall'integrazioneè dato dall'integrazionedella scrittura performativa con la cognizione sociale.della scrittura performativa con la cognizione sociale.Quando questo stadio non viene raggiunto, ciò non dipende dallaQuando questo stadio non viene raggiunto, ciò non dipende dallaincapacità di tener conto del punto di vista altrui, ma piuttostincapacità di tener conto del punto di vista altrui, ma piuttostoodall'incapacità di tener conto di più cose contemporaneamente:dall'incapacità di tener conto di più cose contemporaneamente:il possibile lettore, la produzione, le convenzioni stilistiche.il possibile lettore, la produzione, le convenzioni stilistiche.La capacità di adattare lo scritto al destinatario siLa capacità di adattare lo scritto al destinatario siverificherebbe piuttosto tardi, verso la fine della scuolaverificherebbe piuttosto tardi, verso la fine della scuolasecondaria.secondaria.

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Il quarto stadio (scrittura unificata) ècaratterizzato dal fatto che il soggetto riescea tener conto di se stesso in quanto lettore,riesce cioè a stabilire un feedback tra ciò chescrive e ciò che legge.In questo modo la scrittura diventa«produttiva» e non solo strumentale.

Il quarto stadio (scritturaIl quarto stadio (scrittura unificata)unificata) èècaratterizzato dal fatto che il soggetto riescecaratterizzato dal fatto che il soggetto riescea tener conto di se stesso in quanto lettore,a tener conto di se stesso in quanto lettore,riesce cioè a stabilire unriesce cioè a stabilire un feedbackfeedback tra ciò chetra ciò chescrive e ciò che legge.scrive e ciò che legge.In questo modo la scrittura diventaIn questo modo la scrittura diventa«produttiva» e non solo strumentale.«produttiva» e non solo strumentale.

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Infine, l'ultimo stadio - il più complesso - è quello dellascrittura epistemica, caratterizzata dall'interazionetra lo scrivere e il pensiero riflessivo che produce lascrittura stessa.La scrittura epistemica emerge quando scrivere è una«personale ricerca del significato», quando, in altreparole, scrivere serve a chiarire le idee e a mettere afuoco concetti e riflessioni che non avevano trovatoprecedentemente il mezzo di esprimersi.

Infine, l'ultimo stadioInfine, l'ultimo stadio -- il più complessoil più complesso -- è quello dellaè quello dellascritturascrittura epistemicaepistemica,, caratterizzata dall'interazionecaratterizzata dall'interazionetra lo scrivere e il pensiero riflessivo che produce latra lo scrivere e il pensiero riflessivo che produce lascrittura stessa.scrittura stessa.La scritturaLa scrittura epistemicaepistemica emerge quando scrivere è unaemerge quando scrivere è una«personale ricerca del significato», quando, in altre«personale ricerca del significato», quando, in altreparole, scrivere serve a chiarire le idee e a mettere aparole, scrivere serve a chiarire le idee e a mettere afuoco concetti e riflessioni che non avevano trovatofuoco concetti e riflessioni che non avevano trovatoprecedentemente il mezzo di esprimersi.precedentemente il mezzo di esprimersi.

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Sul piano dell'istruzione, assai più significativadi questa descrizione di fasi risulta, indefinitiva, la polarità tra scrivere come «direciò che si sa» e scrivere come progettazioneriflessiva, che emerge continuamente dagliscritti del gruppo di ricerca in questione.

Sul piano dell'istruzione, assai più significativaSul piano dell'istruzione, assai più significativadi questa descrizione di fasi risulta, indi questa descrizione di fasi risulta, indefinitiva, la polarità tra scrivere come «diredefinitiva, la polarità tra scrivere come «direciò che si sa» e scrivere come progettazioneciò che si sa» e scrivere come progettazioneriflessiva, che emerge continuamente dagliriflessiva, che emerge continuamente dagliscritti del gruppo di ricerca in questione.scritti del gruppo di ricerca in questione.

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Si tratta di due strade diverse, che portano auna diversa competenza nello scrivere(Bereiter e Scardamalia, 1983): una stradaelevata, più difficile, secondo cui lo scrivere è,essenzialmente un'attività di pensiero e disoluzione di problemi, e una strada bassa,meno impegnativa, che serve a comunicarepensieri e conoscenze, ma che assume un ruolosolo strumentale nella vita mentale

dell'individuo.

Si tratta di due strade diverse, che portano aSi tratta di due strade diverse, che portano auna diversa competenza nello scrivereuna diversa competenza nello scrivere((BereiterBereiter ee ScardamaliaScardamalia, 1983): una strada, 1983): una stradaelevata,elevata, più difficile, secondo cui lo scrivere è,più difficile, secondo cui lo scrivere è,essenzialmente un'attività di pensiero e diessenzialmente un'attività di pensiero e disoluzione di problemi, e una stradasoluzione di problemi, e una strada bassa,bassa,meno impegnativa, che serve a comunicaremeno impegnativa, che serve a comunicarepensieri e conoscenze, ma che assume un ruolopensieri e conoscenze, ma che assume un ruolosolo strumentale nella vita mentalesolo strumentale nella vita mentale

dell'individuo.dell'individuo.

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Corollario pedagogico: l’insegnante dovrebbe fornireagli alunni una collaborazione intelligente ma limitata,soprattutto per facilitare il passaggio dalla produzioneorale a quella scritta: i bambini sviluppano prima conl'insegnante piani e argomenti, poi presentano unabozza preliminare delle loro composizioni ai compagni,che contribuiscono con domande e osservazioni,dopodiché gli allievi preparano un'altra bozza cheincorpora il nuovo materiale raccolto dallaconversazione-discussione.

Corollario pedagogico: l’insegnante dovrebbe fornireCorollario pedagogico: l’insegnante dovrebbe fornireagli alunni una collaborazione intelligente ma limitata,agli alunni una collaborazione intelligente ma limitata,soprattutto per facilitare il passaggio dalla produzionesoprattutto per facilitare il passaggio dalla produzioneorale a quella scritta: i bambini sviluppano prima conorale a quella scritta: i bambini sviluppano prima conl'insegnante piani e argomenti, poi presentano unal'insegnante piani e argomenti, poi presentano unabozza preliminare delle loro composizioni ai compagni,bozza preliminare delle loro composizioni ai compagni,che contribuiscono con domande e osservazioni,che contribuiscono con domande e osservazioni,dopodiché gli allievi preparano un'altra bozza chedopodiché gli allievi preparano un'altra bozza cheincorpora il nuovo materiale raccolto dallaincorpora il nuovo materiale raccolto dallaconversazioneconversazione--discussione.discussione.

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Sulla stessa linea si è mosso, agli inizi deglianni Ottanta, P. Mosenthal, che ha affrontatoil problema della definizione della competenzanello scrivere con esplicito riferimento allascuola elementare.

Sulla stessa linea si è mosso, agli inizi degliSulla stessa linea si è mosso, agli inizi deglianni Ottanta, P.anni Ottanta, P. MosenthalMosenthal, che ha affrontato, che ha affrontatoil problema della definizione della competenzail problema della definizione della competenzanello scrivere con esplicito riferimento allanello scrivere con esplicito riferimento allascuola elementare.scuola elementare.

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Egli ha individuato tre tipi distili di scrittura: imitativo,contingente, non contingente.

Egli ha individuato tre tipi diEgli ha individuato tre tipi distili di scrittura: imitativo,stili di scrittura: imitativo,contingente, non contingente.contingente, non contingente.

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I bambini che usano un registroimitativo tendono a ripetere più omeno alla lettera le affermazionidell'insegnante: la scrittura è

descrittiva o riproduttiva.

I bambini che usano un registroI bambini che usano un registroimitativoimitativo tendono a ripetere più otendono a ripetere più omeno alla lettera le affermazionimeno alla lettera le affermazionidell'insegnante: la scrittura èdell'insegnante: la scrittura è

descrittiva o riproduttiva.descrittiva o riproduttiva.

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I bambini che usano un registro contingenteintroducono informazioni nuove rispetto aquelle enunciate dall'insegnante: compongono iltesto scritto combinando il significatodescrittivo con quello interpretativo; la

scrittura è ricostruttiva.

I bambini che usano un registroI bambini che usano un registro contingentecontingenteintroducono informazioni nuove rispetto aintroducono informazioni nuove rispetto aquelle enunciate dall'insegnante: compongono ilquelle enunciate dall'insegnante: compongono iltesto scritto combinando il significatotesto scritto combinando il significatodescrittivo con quello interpretativo; ladescrittivo con quello interpretativo; la

scrittura èscrittura è ricostruttivaricostruttiva..

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Infine, i bambini che usano unregistro non contingente tendono aintrodurre informazione nuovasenza tener conto di quello che hadetto l'insegnante; la scrittura ècreativa.

Infine, i bambini che usano unInfine, i bambini che usano unregistroregistro non contingentenon contingente tendono atendono aintrodurre informazione nuovaintrodurre informazione nuovasenza tener conto di quello che hasenza tener conto di quello che hadetto l'insegnante; la scrittura èdetto l'insegnante; la scrittura ècreativa.creativa.

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Mosenthal ritiene che i bambini considerino la lorointerazione con l'insegnante in modi diversi e checonseguentemente essi sviluppino differenti nozioni diquello che secondo loro costituisce una rispostaappropriata.I bambini imitativi vedono l’interazione come«formale» e ad alto rischio, e per minimizzare ilpericolo di errori usano uno stile riproduttivo. Quandoproducono un testo narrativo, non individuano gliobiettivi o le motivazioni di un personaggio, ma si

soffermano sui risultati delle azioni narrate.

MosenthalMosenthal ritiene che i bambini considerino la lororitiene che i bambini considerino la lorointerazione con l'insegnante in modi diversi e cheinterazione con l'insegnante in modi diversi e checonseguentemente essi sviluppino differenti nozioni diconseguentemente essi sviluppino differenti nozioni diquello che secondo loro costituisce una rispostaquello che secondo loro costituisce una rispostaappropriata.appropriata.I bambini imitativi vedono l’interazione comeI bambini imitativi vedono l’interazione come«formale» e ad alto rischio, e per minimizzare il«formale» e ad alto rischio, e per minimizzare ilpericolo di errori usano uno stile riproduttivo. Quandopericolo di errori usano uno stile riproduttivo. Quandoproducono un testo narrativo, non individuano gliproducono un testo narrativo, non individuano gliobiettivi o le motivazioni di un personaggio, ma siobiettivi o le motivazioni di un personaggio, ma si

soffermano sui risultati delle azioni narrate.soffermano sui risultati delle azioni narrate.

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Invece, i bambini non contingenti consideranol’interazione come informale e a basso rischio.Tendono a distorcere l'informazione-stimolo,a usare maggiormente il significato creativo;nello scrivere storie, si focalizzano sullemotivazioni più che sui risultati.

Invece, i bambini non contingenti consideranoInvece, i bambini non contingenti consideranol’interazione come informale e a basso rischio.l’interazione come informale e a basso rischio.Tendono a distorcere l'informazioneTendono a distorcere l'informazione--stimolo,stimolo,a usare maggiormente il significato creativo;a usare maggiormente il significato creativo;nello scrivere storie, si focalizzano sullenello scrivere storie, si focalizzano sullemotivazioni più che sui risultati.motivazioni più che sui risultati.

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Infine, i bambini contingenticonsiderano la loro interazione con l'insegnante«cooperativa», e aggiungono informazioni pertinenti alcompito.Tendono ad interpretare l'informazione, equando devono scrivere una storia seguono unastrategia che consente loro di essere fedeli almateriale-stimolo, ma anche di applicare schemipersonali.

Infine, i bambini contingentiInfine, i bambini contingenticonsiderano la loro interazione con l'insegnanteconsiderano la loro interazione con l'insegnante«cooperativa», e aggiungono informazioni pertinenti al«cooperativa», e aggiungono informazioni pertinenti alcompito.compito.Tendono ad interpretare l'informazione, eTendono ad interpretare l'informazione, equando devono scrivere una storia seguono unaquando devono scrivere una storia seguono unastrategia che consente loro di essere fedeli alstrategia che consente loro di essere fedeli almaterialemateriale--stimolo, ma anche di applicare schemistimolo, ma anche di applicare schemipersonali.personali.

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Tutte le ricerche di impronta cognitivistainterpretano le prestazioni di scrittura come problem-solving ed evidenziano come quella dello scrivere nonsia un'abilità unica, ma un insieme di abilità, ciascunadelle quali implica esigenze cognitive diverse, inrelazione alle situazioni - o contesti - in cui simanifesta. Padroneggiare la scrittura vuol dire, indefinitiva, acquisire un controllo flessibile di questoinsieme di abilità: è evidentemente un'acquisizionecomplessa, di cui tuttavia già nella scuola elementaresi possono gettare le basi.

Tutte le ricerche di improntaTutte le ricerche di impronta cognitivistacognitivistainterpretano le prestazioni di scrittura comeinterpretano le prestazioni di scrittura come problemproblem--solvingsolving ed evidenziano come quella dello scrivere noned evidenziano come quella dello scrivere nonsia un'abilità unica, ma un insieme di abilità, ciascunasia un'abilità unica, ma un insieme di abilità, ciascunadelle quali implica esigenze cognitive diverse, indelle quali implica esigenze cognitive diverse, inrelazione alle situazionirelazione alle situazioni -- o contestio contesti -- in cui siin cui simanifesta. Padroneggiare la scrittura vuol dire, inmanifesta. Padroneggiare la scrittura vuol dire, indefinitiva, acquisire un controllo flessibile di questodefinitiva, acquisire un controllo flessibile di questoinsieme di abilità: è evidentemente un'acquisizioneinsieme di abilità: è evidentemente un'acquisizionecomplessa, di cui tuttavia già nella scuola elementarecomplessa, di cui tuttavia già nella scuola elementaresi possono gettare le basi.si possono gettare le basi.

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I Disturbi Specifici diI Disturbi Specifici diScritturaScrittura

Difficoltà nell’acquisizione delcontrollo della scritturain presenza di

Normodotazione intellettiva

Adeguate opportunità diapprendimentoin assenza di

disturbi neuromotori o sensoriali

disturbi psicopatologici (pre-esistenti)

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Il disturbo puòIl disturbo puòcomprometterecompromettere

La rapidità/fluidità della scrittura

selezione, trascrizione

La correttezza della scrittura

Errori intramorfemici ed intermorfmici,

punteggiatura

L’uso cognitivo dello strumento

Forma linguistica, contenuti

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Errori di scrittura• “Grafici” (legati al carattere allografico)

• Fonologici

– sostituzione, omissione, aggiunta di grafema

• Non fonologici

– Ortografici (doppie)

– Semantico-lessicali (h, fusioni, scissioni)

– Lessicali-morfologici

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La disgrafia• E’ generalmente legata ad un quadro

di Disprassia (Disturbo Specificodella Funzione Motoria)

• Può essere secondaria ad unalateralizzazione incompleta

• Può incidere sul controllo fonologicoed ortografico

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Nei soggetti con DSANei soggetti con DSA

• Il testo dettato è migliore di quello

scritto autonomamente anche ad età

superiori

• Anche quando si sono ridotte le

difficoltà di trascrizione, permangono

difficoltà nel controllo dei processi di

pianificazione e di verifica

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Nei confronti dei controlliNei confronti dei controlli

• I DSA appaiono inferiori per il numero dierrori commessi (in V fanno lo stessonumero di errori dei controlli di III)

• I DSA appaiono inferiori per il numero diinformazioni riportate (a parità dicomprensione)

• I DSA appaiono inferiori per tutti iparametri relativi all’organizzazione deltesto

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Di fronte ad un aumento diDi fronte ad un aumento dicomplessità del testocomplessità del testo

• diminuisce la coesionetra le frasi

• aumenta la quantità dimateriale linguisticoprodotto

• in V il controlloaumenta

• diminuisce la coesionetra le frasi

• la quantità di materialelinguistico prodottodiminuisce o rimanestabile

• il controllo nonmigliora in V

GRIPPO DIGRIPPO DICONTROLLOCONTROLLO

DSADSA

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Nel confronto tra orale escritto

•• La pianificazione del testo scritto risultaLa pianificazione del testo scritto risultainferioreinferiore a quella oralea quella orale

•• La disgrafia non risulta interferireLa disgrafia non risulta interferiresignificativamente con la pianificazione scritta, nésignificativamente con la pianificazione scritta, nécol numero di erroricol numero di errori

• Una disortografia marcatamarcata incide sulla lunghezzadel testo prodotto, ma non sulla sua qualità

•• LaLa copresenzacopresenza di disgrafia e disortografiadi disgrafia e disortografiainterferisce nella pianificazione scritta anche ainterferisce nella pianificazione scritta anche alivello dilivello di contenuticontenuti

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In genere nei DSA le difficoltàdi pianificazione del testo scrittoappaiono sostenute da difficoltàmetalinguistiche e metacognitivee, solo parzialmente, da quelle di

trascrizione

In genere nei DSA le difficoltàIn genere nei DSA le difficoltàdi pianificazione del testo scrittodi pianificazione del testo scrittoappaiono sostenute da difficoltàappaiono sostenute da difficoltàmetalinguistiche e metacognitivemetalinguistiche e metacognitivee, solo parzialmente, da quelle die, solo parzialmente, da quelle di

trascrizionetrascrizione

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Per ridurre ledifficoltà di scrittura

Per ridurre lePer ridurre ledifficoltà di scritturadifficoltà di scrittura

il lavoro pedagogico deveil lavoro pedagogico deveessere focalizzato suessere focalizzato su

tutti i diversi fattori chetutti i diversi fattori cheintervengono nel processointervengono nel processo

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privilegiando, fin dall’inizio,l’integrazione tra aspettiesecutivi e di controllo

cognitivo,

privilegiando, fin dall’inizio,privilegiando, fin dall’inizio,l’integrazione tra aspettil’integrazione tra aspettiesecutivi e di controlloesecutivi e di controllo

cognitivo,cognitivo,separando, soprattutto all’inizio,separando, soprattutto all’inizio,le richieste mirate ai differentile richieste mirate ai differenti

aspettiaspetti

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Una prassia è una• Sequenza di movimenti finalizzati al

raggiungimento di uno scopo

• Eseguita in modo automatico (veloce,efficiente, con poco dispendio dienergia)

• Flessibile rispetto alle variazioni delcompito

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Costituiscono esempi diprassia ..

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UnaUna prassiaprassia non è definitanon è definita

dalle caratteristiche che qualificano ilmovimento in quanto tale (ampiezza,direzione, prontezza e velocità, forza,ritmo, scioltezza),

ma dal grado di organizzazione motoria:

i movimenti vengono “ideatiideati” o “evocatievocati”e “sceltiscelti” in modo che siano adeguati allecircostanze e rispondano alle esigenze

del soggetto

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LaLa prassiaprassia comecomeapprendimento motorioapprendimento motorio

il controllo del movimento passa dalla

fase della pianificabilità (della

novità)

alla fase della programmabilità del

movimento (della routine)

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Disturbo Specifico della FunzioneMotoria (Disprassia Evolutiva)

• Difficoltà nella coordinazione motoriaglobale o fine

• Spesso associate a difficoltà nei compitivisuo-spaziali

• Difficoltà in compiti motori complessi

• Difficoltà nei compiti prassici

• Difficoltà di apprendimento (scrittura,calcolo, comprensione della lettura)

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Dove inizia la brutta calligrafia e quando possiamoparlare di disgrafia?

PARAMETRI

• Lettere o parole mal allineate

• spazio insufficiente tra le parole

• curve acute di collegamento

• irregolarità nei collegamenti(pause)

• assenza di collegamenti

• collisione di lettere

• forma e dimensione delle letterevariabile

• deformazioni di lettere

• ripassature e correzioni

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Materiali da

Piano Educativo Individualizzato –Guida 2001-2003

di Dario Ianes e Fabio Celi

Erickson, 2001

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L’avviamento alla lettura ed alla scrittura.

In questo primo raggruppamento di obiettivi potremmo metteretutte quelle abilità che in un modo o nell'altro precedono lalettura e possono concorrere a facilitarne l'apprendimento.Tutte queste abilità sono state definite prerequisiti. Ma sullaloro utilità si è scatenata una polemica molto violenta, con glistudiosi schierati su posizioni contrapposte. Da una parte c'èchi sostiene l'utilità, per favorire una corretta acquisizione dellalettura, di insegnare alcune abilità di base, come la capacità diprocedere da sinistra verso destra e di discriminare lettere

diversamente orientate nello spazio.

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Dall'altra ci sono coloro che ritengono che,per insegnare a leggere, la cosa migliore dafare sia insegnare a leggere direttamente,senza perdere tempo con percorsipropedeutici di tipo visuomotorio percettivo-discriminativo.

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Evitando il termine controverso di“prerequisiti”, si può, comunque, concordaresulla valutazione che molti alunni, soprattuttoquelli con maggiori difficoltà, possono trarrevantaggio da percorsi individualizzati centratisu alcune abilità preparatorie alla lettura.

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Queste abilità sono così schematizzabili:lettura di immagini;discriminazione grande/piccolo;discriminazione alto/basso;discriminazione sopra/sotto;riconoscimento di forme;discriminazione di oggetti diversamente orientati nellospazio;capacità di procedere da sinistra a destra.

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Passando dai pre-requisiti al metodovero e proprio di insegnamento allalettura si incontra un dilemma ancorapiù controverso:

approccio fonetico-analitico o visivoglobale?

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Com'è noto, il metodo cosiddetto fonetico sicontrappone a quello cosiddetto globale inquanto parte dall'insegnamento del suonodelle singole lettere per arrivare poi allasintesi delle lettere per formare sillabe e dellesillabe per formare parole.

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In realtà, la scelta è meno drammaticadi quanto molti teorici ritengono. Ilmondo è pieno di bambini pronti aconfutare ogni teoria: è infattiesperienza comune che si impara aleggere con entrambi i metodi.

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Un avvio fonetico alla lettura presenta ilvantaggio della sistematicità; è relativamentesemplice, perché consiste essenzialmentenell'insegnare il suono di ogni singola letterae, per l'italiano, delle poche combinazioni dilettere per le quali la corrispondenza grafema-fonema non è univoca; infine, permette ladecodifica di parole sconosciute. D'altra parte,il metodo globale ha spesso una forzamotivazionale maggiore perché i suoi esercizisono subito significativi, evita il complessopassaggio della fusione di suoni e favoriscel'apprendimento del fatto che lo scopo ultimodella lettura è la comprensione.

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La scelta può, in molti casi, essere dettata dadue fattori: riferimento al metodo adottato perla classe, ma anche, se, dopo gli 8 anni,persistono difficoltà considerevoli diapprendimento della lettura, cambiamento delmetodo fino ad allora adottato.

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Nel caso si opti per il metodo analitico-fonetico,i primi obiettivi saranno:riconoscimento delle lettere dell'alfabeto;riconoscimento delle lettere nei vari font (di solito siinizia con lo stampato maiuscolo perché le letteresono più facili da discriminare; in alunni conparticolari problemi cognitivi e percettivi può esserenecessario fermarsi a questo carattere per mesi e,nei casi più gravi, per anni; si procede poi con loscript, o tondo, perché, pur essendo molto piùdifficile, è il carattere con il quale sono stampatipraticamente tutti i libri, e con il corsivo perché è ilcarattere che l'alunno dovrebbe poi usare perscrivere;associazione grafema-fonema per ogni letteradell'alfabeto;associazione grafema-fonema per le combinazionidi lettere non univoche (c, ch, g, gh, q-cq-qq, gn, gl,sc).

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I programmi tradizionali hanno di solito il limite diessere pensati per alunni normodotati e possonotalvolta essere troppo difficili per avviare alla letturaalunni disabili. L'alfabetiere tradizionale, ad esempio,propone una grande quantità di stimoli tutti in unavolta (la lettera nei quattro font più una parola cheinizia con quella lettera) che possono confondere glialunni con difficoltà. Inoltre, la parola intera,presentata in uno strumento che presuppone unapproccio fonetico alla lettura può essere fonte diconfusione per tutti quegli alunni che non sono poi ingrado di isolare il suono iniziale dal contesto e, adesempio, quando dovranno leggere fiore diranno f difata, i di imbuto, ecc.

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Per quanto riguarda l’ortografia, recentiricerche hanno messo in evidenza lanotevole diffusione degli erroriortografici tra alunni in età scolare. Laloro persistenza oltre la scuoladell’obbligo, in alunni con buonaintelligenza, dimostra che i normaliinterventi di recupero, basati sullaripetizione più o meno intensiva diesercizi, non danno risultatisoddisfacenti e stabili.

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Infatti, è solo la consapevolezza delleproprie modalità operative e dei propriprocessi di pensiero che riesce aregolare ed influenzare le attivitàcognitive, a scegliere strategie disoluzione dei problemi, a controllarne lacorrettezza di applicazione ed avalutarne l’efficacia.

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Le ricerche hanno dimostrato che ciòche mette il bambino in difficoltà rispettoalla scelta della regola ortografica daapplicare non è tanto la non conoscenzadella regola, quanto l’incapacità diricostruire il percorso logico entro cuil’uso della regola risulta o non risultanecessario.

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Molto spesso, p.es. il bambino chesbaglia nell’uso dell’ “h” conosce benequali sono i casi che ne richiedonol’utilizzo (nel significato di “possedere”,“sentire”, “avere”), ma può sentirsiindeciso in quanto, pur possedendo lerisposte, non riesce a gestire ledomande necessarie per giungere alladecisione.

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È noto, infatti, che in casi delgenere, se l’insegnante pone ledomande il bambino è in grado difornire risposte corrette, mentre dasolo non riesce a controllare lasequenza delle domande da porsi.

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Perciò è importante fornire a tali bambinile sequenze già organizzate delledomande da porsi che permettono diattivare le risposte coerenti. Ciò puòavvenire utilizzando, per esempio,diagrammi di flusso, tabelle dellamemoria, tabelle di autoregolazione e dirilevazione degli errori.

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Per molto tempo si è creduto chesaper scrivere un testo in modoadeguato fosse quasi un dono dinatura e che la scrittura fosse unasorta di trascrizione del parlato, percui poteva scrivere bene soltantochi parlava bene.

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In realtà le possibilità di un’efficaceazione didattica di inciderepositivamente nelle competenze diproduzione testuale sonosignificative: “insegnare la scrittura”è possibile, quindi doveroso.

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Il processo di istruzione devesvolgere una funzione difacilitazione, cioè di alleggerimentodel carico cognitivo del compito discrittura o di una sua parte, permettere l’alunno in grado dimigliorare la propria produzionetestuale.

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La facilitazione si configura comeaiuto procedurale: l’insegnantecerca, cioè, di mettere in grado glialunni di usare meglio i meccanismidi controllo sui processi di scrittura,soprattutto quelli di pianificazione erevisione del testo.

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Oltre a ciò, deve curare gli aspettimotivazionali, assolutamentedecisivi, ed in particolare deve:

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A) favorire un contesto diinterazione sociale reale;

B) creare un contesto scolastico dicomunicazione dove insegnanti edalunni siano impegnati a rifletteresugli elementi di base dellacomunicazione stessa;

C) creare occasioni di scritturasignificativa e di scambio condestinatari reali;

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D) puntare l’attenzione più sulprocesso creativo dello scrivere chesul prodotto realizzato;

E) anche nel caso di esercitazionidi scrittura senza destinatario,riportare nel contesto della classele acquisizioni raggiunte e ledifficoltà incontrate, per discuternecon compagni ed insegnanti.

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La procedura di insegnamento dellestrategie di controllo sullo scriveresarà quella del modeling, cioèdell’offerta di modelli, chel’insegnante potrà attivare anchesolo pensando ad alta voce mentreesegue ciascun sottoprocesso discrittura.

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Particolarmente utili sono, poi,opportune schede di rilevazione deivissuti, della metaconoscenza edelle procedure effettivamenteconnesse con il processo discrittura di ogni singolo alunni,chiamato a “raccontare” le modalitàe le situazioni di contorno (emotive,di setting,…) del proprio scrivere.

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Altrettanto utili, infine, sonoeventuali schede di revisione edautocorrezione del prodotto scritto.

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I FATTORI MOTIVAZIONALI.1. Motivazione alla lettura

Materiali da“Psicologia e scuola primaria”

di Guido Petter

I FATTORI MOTIVAZIONALI.I FATTORI MOTIVAZIONALI.1. Motivazione alla lettura1. Motivazione alla lettura

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Il termine lettura ha unsignificato lato ed uno

specifico

Il termine lettura ha unIl termine lettura ha unsignificato lato ed unosignificato lato ed uno

specificospecifico

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In tal senso si può parlare della “lettura” di unapartita da parte di un arbitro, della lettura di unaraffigurazione o di un episodio, della lettura di un

contesto o di un provvedimento, della letturadell’espressione di un volto o di un atteggiamento,della lettura di un brano musicale o poetico, e così

via.

In tal senso si può parlare della “lettura” di unaIn tal senso si può parlare della “lettura” di unapartita da parte di un arbitro, della lettura di unapartita da parte di un arbitro, della lettura di unaraffigurazione o di un episodio, della lettura di unraffigurazione o di un episodio, della lettura di un

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Per es., in una delle tante prove della scala Binet-Terman per lavalutazione dello sviluppo intellettuale viene presentata ai soggetti

un’illustrazione nella quale sono raffigurati vari elementi: una strada, unfattorino del telegrafo che si sta rialzando da terra e mostra un

telegramma, una bicicletta rotta sul selciato, un’automobile in arrivo.Qui lettura significa analisi che mette capo all’individuazione del

significato complessivo della scena: il fattorino deve consegnare untelegramma urgente e, avendo rotto la bicicletta, chiede un passaggio

ad un automobilista.

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In tal senso anche l’ascolto è unaforma di lettura: quando un bambinoascolta una fiaba raccontata,“legge” attraverso le parole che glivengono proposte il dipanarsi dellatrama ed il suo significato.

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L’apprendimento della letturadelle parole scritte si innesta,quindi, su precedentiesperienze, che possono essereretrodatate fin dai primi anni divita del bambino, quando questiimpara a “leggere” situazionitipiche della sua costellazionefamigliare, espressioni di volti,espressioni verbali.

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E’ chiaro che il problema della motivazione è unproblema centrale nell'attività educativa e riguardapertanto anche la lettura. Ma per quanto riguarda il«leggere» inteso in questo secondo e più specificosenso il vero problema non è tanto quello dí suscitareex novo una motivazione, bensì quello di fare in modoche una motivazione spontanea, che è già presente neibambini e in modo molto intenso quand'essi «leggono»un oggetto o un'illustrazione, non vada perduta erisulti pienamente operante anche quando ciò cheviene loro offerto in lettura è un testo scritto.In altri termini, dobbiamo chiederci: come mai non ènecessario porsi un problema di motivazione quando sitratta della lettura di oggetti o immagini, e invecetale problema generalmente si presenta nel caso di unbrano o di un libro? Che cosa hanno in comune questedue situazioni, e che cosa hanno di diverso?'

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Quali sono le differenze fra la letturadi una situazione e quella di un testo scritto?

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In entrambi i casi si debbono porre in attooperazioni di analisi degli elementi e disintesi di un significato unitario.

Sussistono, però, anche importantidifferenze.

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Una prima fondamentale differenza riguarda

i significanti. Nel primo caso, si tratta, infatti,i simboli, significanti che conservano qualchetratto analogico atto a richiamare la realtàsignificata.

Es.: le raffigurazioni di molti cartelli stradalisono costituite da elementi simbolici.

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I I segni, invece, sono raffigurazioni chenon contengono alcun tratto che richiamila realtà significata.

Una parola stampata è per lo più segno,anche se, eccezionalmente, puòconservare qualche elemento evocativodella realtà significata (come nelleonomatopee).

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Possiamo dire che la lettura di simboliè una decodificazione di primolivello (cioè ad un solo passaggio),mentre quella di segni è di secondolivello (a due passaggi).

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Un secondo elemento che distingue lalettura in senso lato da quella in sensostretto è che la prima implicaun’attenzione distribuita (che fluttua daldettaglio all’insieme), che facilita lacomprensione, mentre la seconda imponeun’attenzione puntuale, centrata sullasequenza delle singole parole, che rendepiù difficile l’interpretazione del sensodell’insieme.

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Questo rappresenta, per un bambino di

sei anni, che non ha ancora sviluppato una pienacapacità di pensiero «reversibile», unproblema: egli, infatti, non possiede ancoraquella sufficiente ampiezza del campo dicoscienza e quella capacità di operare in modoattivo sui contenuti mentali che gli permettanodi «pensare più cose per volta», di concentrarela sua attenzione contemporaneamente su piùcasi contemporaneamente, su più dati percollegarli in una struttura d'insieme, anchequando non tendono a richiamarsi l'un l'altro.

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Il problema, dunque, può essere espressonei seguenti termini: che cosa si può fareper rendere meno forte il dislivello fra la«lettura di un'illustrazione» e la «letturadi un testo scritto», e per ottenere cosìche la motivazione positiva pienamenteoperante al primo livello disimbolizzazione permanga anche alsecondo livello?

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Vi sono alcune cose che dovrebberoessere fatte prima ancora che il bambinoimpari a leggere, altre che sarebbero dafare mentre sta imparando (e cioè nelsesto e anche nel settimo anno), ed altreancora da curare quando la capacità dileggere in senso strettamente tecnico ègià stata acquisita.

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1. Prima che il bambino impari a leggere.

Parlare molto ai bambini. Nella famiglia ci sidovrebbe preoccupare di parlare al bambinomolto presto (anche quando egli non sa ancoraparlare) e molto spesso, non rinunciando anessuna di quelle occasioni di conversazione chesi presentano periodicamente (e che in moltecase sono state invece sottratte dall'invadenzadella Tv): il momento dei pasti, certi momentidel gioco, il momento dell'andare a letto, oquello del risveglio, o le passeggiate, o i viaggi.Occasioni analoghe si presentano nella scuolamaterna, con le conversazioni individuali o digruppo. Tutto ciò contribuisce allo sviluppo delpatrimonio di parole che il bambino possiede(parole di cui conosce il significato, o che riesceper lo meno a isolare con facilità dalle altredentro una frase).

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In questo contesto, un rilievo particolare assumeper il bambino l'esperienza del sentirraccontare. Ciò vale soprattutto in certimomenti della giornata, quelli del riposo, o quelliche precedono il sonno, quando nonintervengono elementi distraenti a rompere laconcentrazione del bambino sui singoli momentidella vicenda narrata e sulle parole usate pernarrarla, o a turbare una situazione che latrasfigurazione poetica della realtà e il caloreaffettivo derivante dalla presenza di una figuraprotettiva rendono magica e piena di felicità.

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Leggendo una storia, poi, è più facile chel'adulto si imbatta in qualche parola nuova cheegli non avrebbe spontaneamente usatoraccontandola; le strutture sintattiche sonospesso un po' più elaborate di quelle che eglitenderebbe a utilizzare; il linguaggio del libro èspesso meno «quotidiano», semanticamente piùricco, talvolta caratterizzato da metafore.Inoltre il libro, utilizzato con rispetto e concura dall’adulto davanti agli occhi attenti delbambino, acquista con facilità il significato di unoggetto prezioso, uno scrigno che contiene iltesoro delle “storie”.

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Affinare le capacità di analisi e di

strutturazione percettiva.

Ogni attività indica che sviluppi ed eserciti lacapacità di analisi percettiva crea condizionifavorevoli per la lettura, ove si tratta diindividuare nella struttura unitaria della riga lesingole parole, e nella struttura unitaria delleparole le singole lettere.

Altrettanto utile può essere ogni attività,percettiva o motoria, che porti ad una piùstabile organizzazione dello spazio secondo hverticalità e l'orizzontalità, secondo l'«alto» eil «basso», la “destra” o la “sinistra”.

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Lo stesso si può dire per quei giochiche sviluppano la capacità dicogliere delle differenze fraoggetti apparentemente eguali, odelle identità nelle differenze.

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• 2. Mentre il bambino apprende lalettura

Sottolineare gli isomorfismi audio-visivi emotori.

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Questo può risultare facile per le vocali.Consideriamo ad es. lo stampatello maiuscolo,che per varie ragioni sarebbe da utilizzare perle prime esperienze di lettura (e scrittura). La Ipotrebbe essere presentata accentuando colsuono della voce (sottile, acuto, prolungato)l'atto del tracciare lentamente un segmentoverticale, pure sottile, «acuto», allungato. La O,richiamando l'attenzione sulla rotondità dellelabbra, e sulla somiglianza and movimentocircolare della mano (che ogni volta partedall'alto, e ritorna in alto) e il modo in cui vieneper l'occasione pronunciata la vocale, con unprogressivo aumento e poi una diminuzionedell'intensità (un omeomorfismo, questo, cheviene reso più evidente dalla ripetizione).

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La A potrebbe venire rappresentatarichiamando l'attenzione sul tono basso delsuono e sulla parte bassa della lettera, sullesue «gambe aperte», associando questo indicedi stabilità con la forma a gambe aperte.

Altri omeomorfismi potrebbero essere creaticon la E (es.: tre nastrini che sventaolanolegati ad un’asta, e lo sventolare èrappresentato da un “eeeeee” tremulo) e perla U (ad es.: braccia alzate ed un “uuuu” dipaura).

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La A potrebbe venire rappresentatarichiamando l'attenzione sul tono basso delsuono e sulla parte bassa della lettera, sullesue «gambe aperte», associando questo indicedi stabilità con la forma a gambe aperte.

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Meno facile è trovare omeomorfismi con leconsonanti, alcune delle quali si prestano,però, bene per la loro forma (es.: M, Z, S),mentre altre possono essere lievementemodificate.

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Ognuno può esercitare la sua fantasia suquesto punto, che è però importante siaper un più rapido apprendimento dellalettura e della scrittura, sia per unproblema specifico come il trattamentodella dislessia, in cui la motricità, lapercezione visiva ed auditiva, i processi disimbolizzazione e certe componentiaffettivo-emotive appaiono più che altrovestrettamente collegati fra loro.

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L’importante è che, nei limiti del possibile,non vi sia contrasto fra il gesto che puòessere utilizzato per sottolinearel'isomorfismo suono-segno, e il gestoutilizzato poi per eseguire graficamentetale segno.

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Tutto ciò rispettando il fondamentale criteriodella gradualità, che significa, per un bambino,possibilità di ritrovare all’interno di unasituazione nuova molti elementi che gli sonogià noti.

In generale, ogni apprendimento èsignificativo e solido nella misura in cui ilnuovo si inserisce entro apprendimenti giàsedimentati, senza, ovviamente,rappresentarne una semplice reduplicazione oincremento per aggiunta, ma addirittura,talora, ristrutturandoli.

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La gradualità può essere garantita ancheattraverso procedimenti che sono utilizzabilisolo a partire da questo periodo. Uno di essiconsiste nel presentare ai bambini, con unacerta frequenza, dei testi che, per laparticolare forma che assumono, potremmochiamare «racconti-rebus». Si tratta di queiracconti nei quali, di tanto in tanto, certeparole o anche solo parti di parole vengonosostituite da disegnini collocati sulla riga.

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Eccone un esempio:

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3. Dopo che il bambino ha imparato aleggere

Supponiamo che il passaggio alla simbolizzazione disecondo livello sia avvenuto con successo: comefare per mantenere viva la motivazione allalettura?

Può essere utile seguire cinque criteri.

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• A) Segnalare il contenuto.

La segnalazione del contenuto, che passaattraverso diverse vie (riflessioni sul titolo,illustrazioni, presentazione dell’insegnante,riferimento, quando possibile, ad altri elementinoti – es. trasposizioni cinematografiche – offre albambino strumenti di comprensione d’insieme cheagevoleranno di molto la comprensione dei dettaglidi ciò che andrà a leggere, rendendo la lettura piùagevole e gratificante.

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• B) Il coinvolgimento o “effetto Ovsiankina”• Un'allieva di Lewin, Ovsiankina, ha studiato sperimentalmente un

particolare fenomeno che porta ora il suo nome e che è di grandeinteresse sul piano didattico. Se noi diamo ari un soggetto(adulto, o bambino) dei compiti che in sé non sono attraenti osono anche ripeti­tivi e noiosi (per es., colorire di nero iquadratini di una scacchiera disegnata su un foglio), accade cheanche un compito iniziato di malavoglia acquista, via via che ilsoggetto si addentra nella sua esecuzione, una valenza positiva,al punto che il soggetto tenta poi di opporsi alla sua interruzione(operata dallo sperimentatore) o tenta, dopo che l'interruzionesi è verificata, di riprenderlo e portarlo in qualche modo aconclusione. È come se il fatto di avere iniziato il compito avessedato origine ad tin sistema di tensioni che può scaricarsi soloattraverso il fatto di portarlo a termine. Il punto critico sembradunque quello di «riuscire a far iniziare un'attività», di«trascinare in essa i bambini». Questo vale sicuramente nel casodella lettura di un libro (ma anche dell'ascolto di un racconto, odi una musica, o della visione di un film, ecc.).

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C) La presenza di tensioni cognitive ed emotive.

È chiaro che non basta segnalare il contenuto ecoinvolgere nella lettura per garantire che essavenga poi proseguita sino alla fine del libro.L'«effetto Ovsiankina» può esaurirsi alla finedell'episodio, o del capitolo, se non intervengonoaltre condizioni a mantenere vivo il bisogno dipassare ad altri episodi o capitoli.

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• Anzitutto, la presenza di tensioni cognitive, quelle cioè chederivano dalla presenza di un problema avvincente, la cuisoluzione apre poi la via ad altri problemi ricchi di interesse,capaci di impegnare l'attenzione del bambino e la sua energia.Questa condizione è veramente indispensabile nel caso di brani olibri di divulgazione scientifica o storica, ove il «procedere perproblemi» significa fare in modo che se il primo capitolo (oparagrafo) si apre con un problema, abbia poi esso stessotermine con l'apertura di un altro problema che solo nelsuccessivo capitolo potrà trovare una risposta. (Per es.: «Perchéle rondini in autunno partono, e i passeri invece restano?» è unproblema che apre la via ad un discorso sul diverso modo in cui sinutrono rondini e passeri, o anche altri uccelli. Ma questodiscorso può concludersi con un nuovo problema o gruppo diproblemi: «Se dunque in autunno le rondini vanno via, dovevanno?. Quali itinerari seguono? Come si può fare per saperlo?»,adatto ad introdurre un articolato discorso, che a sua volta puòvenire concluso sollevando un terzo problema: «Come fanno adorientarsi, durante il viaggio, specialmente di notte?»; e così via).

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D) Il grado di complessità strutturale.

Anche il grado di complessità strutturale di unracconto deve essere commisurato alle capacità dicomprensione presenti alle diverse età. Esso dovrebbeessere sempre tale da permettere ad un bambino digiungere, prima di essere stanco, alla fine di «unitàsignificative» ed anche in certa misuraautosufficienti, o di poter dominare con facilità leparti già lette se la vicenda complessiva è costituitada un certo numero di tali «unità significative» ed eglinon può affrontarle tutte di seguito.

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Il «grado di complessità strutturale» di un racconto èil risultato di più variabili. Anzitutto, la sua lunghezza:si può andare dal racconto di mezza pagina, adatto aibambini che stanno imparando a leggere, a quello diuna, a quello di due-tre pagine, al libro breve con ununico racconto diviso in capitoletti, al libro medio, allibro di dimensioni maggiori che accompagna il lettoreper settimane e mesi, ai libri in serie che formano unciclo, come ad es. quello di Alice, o quello di Sandokan.Un'altra variabile è rappresentata dal numero deipersonaggi, e dal modo in cui «entrano» nellanarrazione (per es, uno alla volta, oppure a gruppi).

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E una terza variabile è l'articolazione interna: unracconto può essere «ad andamento lineare semplice»(i musicanti di Brema; Robinson Crusoe) oppure «perlinee parallele» (mentre certi personaggi fannoqualcosa, altri ne fanno un'altra: mentre CappuccettoRosso attraversa il bosco, il lupo la precede e si mettenel letto della nonna dopo averla mangiata). O puòessere a struttura ricorsiva (le tre ochettepercorrono un tratto di strada fermandosi in tre puntidiversi a costruirsi una «casetta», poi viene lupo epercorre la stessa strada, incontrando uno dopo l’altroi tre rifugi) o a scatole cinesi (come ne “Le mille e unanotte”, in cui un personaggio narra una storia nellaquale si inserisce un personaggio che ne narra unaseconda).

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E) L’adeguatezza del linguaggio.

In un testo scritto gli elementi di complessitàpossono essere rappresentanti da parolesconosciute presenti con una certa abbondanza; oda certe complessità sintattiche dovute per es. aperiodi troppo lunghi, con varie proposizionisubordinate, talvolta incastrate nella principale oesse stesse una nell'altra, o all'uso di doppienegazioni, e così via.

In casi come questi può esservi una rapida caduta

dell'interesse ed una rinuncia a continuare.

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Per concludere.

Si potrà osservare che vi sono situazioni in cui ilsolo problema della motivazione al leggere non puòessere risolto sol mantenendo viva una motivazionespontanea già esistente, e devono invece esserecercate motivazioni supplementari ed estrinseche.Questa esigenza si pone solo quando il bambino siviene a trovare di fronte a testi noiosi, lontanidalla sua esperienza e dai suoi interessi, privi ditensioni problemiche o eccessivamente lunghi ecomplessi.

Ma per qual ragione si dovrebbero presentare aibambini testi lunghi e complessi? Solo una scuola«pedante» potrebbe contemplare una taleeventualità, non certo una scuola che voglia esserestimolante in ogni sua proposta didattica.

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I FATTORI MOTIVAZIONALII FATTORI MOTIVAZIONALI..

2. La motivazione alla scrittura2. La motivazione alla scrittura

Materiali tratti daMateriali tratti da

Conversazioni psicologicheConversazioni psicologiche

con gli insegnanticon gli insegnanti

di Guidodi Guido PetterPetter

Giunti Barbera editriceGiunti Barbera editrice

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IL PRIMATO DELLA LINGUA VIVAIL PRIMATO DELLA LINGUA VIVASULLA GRAMMATICASULLA GRAMMATICA

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La concreta attivitàLa concreta attività dell'ascoltare,dell'ascoltare, deldel leggere,leggere, deldel parlare,parlare, deldelrecitare,recitare, dellodello scrivere,scrivere, deve avere una preminenza sullo studio delladeve avere una preminenza sullo studio dellagrammatica. Non è con la grammatica che si costruisce la linguagrammatica. Non è con la grammatica che si costruisce la lingua e cioèe cioèl'effettiva capacità di parlare o scrivere in modo sciolto, o dil'effettiva capacità di parlare o scrivere in modo sciolto, o dicomprendere bene sia l'insieme di un discorso sia i suoi particocomprendere bene sia l'insieme di un discorso sia i suoi particolari,lari,anche se la grammatica può avere alcune utili funzioni, cheanche se la grammatica può avere alcune utili funzioni, cheprenderemo in esame più avanti.prenderemo in esame più avanti.La grammatica dovrebbe dunque venire dopo la lingua viva, sia inLa grammatica dovrebbe dunque venire dopo la lingua viva, sia insenso temporale (e cioè nel senso che dovrebbe essere un discorssenso temporale (e cioè nel senso che dovrebbe essere un discorsooche si sviluppa a partire da un certo materiale verbale giàche si sviluppa a partire da un certo materiale verbale giàconcretamente letto, o scritto, o comunque prodotto dal bambino)concretamente letto, o scritto, o comunque prodotto dal bambino) siasianel senso dell'importanza (dato che la grammaticanel senso dell'importanza (dato che la grammatica codifica,codifica,è vero, certe forme linguistiche, ma se muta in un modo accettatè vero, certe forme linguistiche, ma se muta in un modo accettatoodalla maggior parte delle persone qualche aspetto della lingua vdalla maggior parte delle persone qualche aspetto della lingua viva,iva,non può essere invocata per impedire la modificazione, ma devenon può essere invocata per impedire la modificazione, ma devesubire essa stessa una trasformazione, in corrispondenza con ilsubire essa stessa una trasformazione, in corrispondenza con ilmutamento avvenuto).mutamento avvenuto).

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ALCUNE CONDIZIONI PSICOLOGICHEALCUNE CONDIZIONI PSICOLOGICHECHE FAVORISCONO IL SORGERE DI UNCHE FAVORISCONO IL SORGERE DI UN

INTERESSE PER IL COMPONIMENTOINTERESSE PER IL COMPONIMENTO

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Una prima condizione psicologica favorevole cheUna prima condizione psicologica favorevole chebisognerebbe creare consiste dunquebisognerebbe creare consiste dunque nel darenel daread un bambino la concreta possibilità diad un bambino la concreta possibilità diraccogliere, intorno ad un certo argomento, unaraccogliere, intorno ad un certo argomento, unagrande quantità di dati e di idee,grande quantità di dati e di idee, di conquistaredi conquistarecioè quel materiale che dovrà poi trovare unacioè quel materiale che dovrà poi trovare unasua sistemazione nel suo lavoro scritto.sua sistemazione nel suo lavoro scritto.

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A questo riguardo, un errore piuttosto comune consiste nel ritenA questo riguardo, un errore piuttosto comune consiste nel ritenere che ilere che ilfatto di avere compiuto in precedenza l'esperienza di una certafatto di avere compiuto in precedenza l'esperienza di una certa situazionesituazione(in un momento in cui non era però ancora presente l'idea che ta(in un momento in cui non era però ancora presente l'idea che talelesituazione avrebbe poi potuto costituire l'argomento di una compsituazione avrebbe poi potuto costituire l'argomento di una composizioneosizionescritta), sia in sostanza sufficiente per dare al bambino quei dscritta), sia in sostanza sufficiente per dare al bambino quei dati diati diconoscenza che gli sono indispensabili per sviluppare una descriconoscenza che gli sono indispensabili per sviluppare una descrizione.zione.Tutti i bambini, si pensa, hanno viaggiato in treno, hanno fattoTutti i bambini, si pensa, hanno viaggiato in treno, hanno fatto unaunapasseggiata in campagna, sono stati al mercato, hanno fatto un'epasseggiata in campagna, sono stati al mercato, hanno fatto un'escursionescursionein un bosco; queste loro esperienzein un bosco; queste loro esperienze precedentiprecedenti possono dunque servirepossono dunque servirecome base per lo svolgimento di tenti come: «Viaggiando in trenocome base per lo svolgimento di tenti come: «Viaggiando in treno», o «Una», o «Unapasseggiata in campagna», «Una visita al mercato», «Un'escursionpasseggiata in campagna», «Una visita al mercato», «Un'escursione nele nelbosco».bosco».

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Una soluzione psicologicamente adeguata di questo primo problemaUna soluzione psicologicamente adeguata di questo primo problema (il(ilproblema cioè di porre il bambino nelle condizioni di avere moltproblema cioè di porre il bambino nelle condizioni di avere molte cose dae cose dadire intorno ad un certo argomento) si può ottenere rovesciandodire intorno ad un certo argomento) si può ottenere rovesciando i terminii terminidella questione:della questione: proponendo il tema prima che una certa esperienza vengaproponendo il tema prima che una certa esperienza vengacompiuta,compiuta, e facendo in modo che una fase del lavoroe facendo in modo che una fase del lavoro consista proprio nelconsista proprio nelcercare di compiere, in modo analitico, e con la precisa intenzicercare di compiere, in modo analitico, e con la precisa intenzione dione dicoglierne tutti gli aspetti, l'esperienza di quella realtà intorcoglierne tutti gli aspetti, l'esperienza di quella realtà intorno alla qualeno alla qualepiù tardi si dovrà scrivere qualche cosa.più tardi si dovrà scrivere qualche cosa.

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Ad esempio, invece di assegnare il tema «Visita ad un mercato»,Ad esempio, invece di assegnare il tema «Visita ad un mercato», sisipuò proporre ai bambini un'attività consistente nel recarsi a vipuò proporre ai bambini un'attività consistente nel recarsi a visitaresitareun mercato con lo stessoun mercato con lo stesso spiritospirito con cui i giornalisti girano il mondo, econ cui i giornalisti girano il mondo, ecioè con l'intenzione di riuscire a vedere il maggior numero dicioè con l'intenzione di riuscire a vedere il maggior numero di cose, ecose, edi rendersi ragione di ciascuna sia attraverso la diretta osservdi rendersi ragione di ciascuna sia attraverso la diretta osservazione,azione,sia ponendo delle domande. Questa esplorazione dovrebbe esseresia ponendo delle domande. Questa esplorazione dovrebbe esserecondotta, oltre che con lo spirito del giornalista viaggiatore,condotta, oltre che con lo spirito del giornalista viaggiatore, ancheanchecon lacon la tecnicatecnica dei giornalisti: matita e blocco per note alla mano,dei giornalisti: matita e blocco per note alla mano,dovrebbero essere annotate, l'una dopo l'altra, magaridovrebbero essere annotate, l'una dopo l'altra, magari anche nellaanche nellaforma di un semplice elenco,forma di un semplice elenco, tutte le cose osservate.tutte le cose osservate.

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E’, questa, un'attività che presenta una particolareE’, questa, un'attività che presenta una particolareimportanza non soltanto per l'esercizio dell'attivitàimportanza non soltanto per l'esercizio dell'attivitàlinguistica, ma per lo sviluppo intellettuale in generale.linguistica, ma per lo sviluppo intellettuale in generale.L'abitudine a guardare le cose con atteggiamento analiticoL'abitudine a guardare le cose con atteggiamento analiticoè una condizione indispensabile per scoprire degli aspettiè una condizione indispensabile per scoprire degli aspettinuovi nella realtà o per scoprire delle identità nascoste franuovi nella realtà o per scoprire delle identità nascoste fradue o più situazioni in apparenza diverse, per giungere adue o più situazioni in apparenza diverse, per giungere aformulare dei problemi, o per arrivare a risolverli.formulare dei problemi, o per arrivare a risolverli.

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DIVERSI MODELLI PERDIVERSI MODELLI PERL’ORGANIZZAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE DEL

COMPONIMENTOCOMPONIMENTO

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Una seconda ragione per cui i bambini (o gli adulti) nonUna seconda ragione per cui i bambini (o gli adulti) nonscrivono volentieri deriva dal fatto che spesso essi, purscrivono volentieri deriva dal fatto che spesso essi, puravendo molte cose da dire, non sanno bene come fare peravendo molte cose da dire, non sanno bene come fare perdirle, come dare ordine ed organicità alle loro idee, aidirle, come dare ordine ed organicità alle loro idee, aidiversi elementi del fatto da raccontare. Ecco dunque chediversi elementi del fatto da raccontare. Ecco dunque cheuna seconda condizione psicologica favorevole puòuna seconda condizione psicologica favorevole puòconsistere nel suggerire alcune possibili tecniche diconsistere nel suggerire alcune possibili tecniche diorganizzazione dei dati, sia pure sottolineando che esseorganizzazione dei dati, sia pure sottolineando che essecostituisconocostituiscono solo degli esempisolo degli esempi e che ciascuno dovrebbee che ciascuno dovrebbefinire con il trovare la propria tecnica, ilfinire con il trovare la propria tecnica, il proprio modoproprio modopersonale di scrivere.personale di scrivere.

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Un risultato psicologicamente importante che si puòUn risultato psicologicamente importante che si puòottenere attraverso la presentazione e l'analisi diottenere attraverso la presentazione e l'analisi di alcunialcunimodellimodelli è quello di dare, in qualche misura, il senso che,è quello di dare, in qualche misura, il senso che,quando si deve scrivere qualcosa, il modo migliore diquando si deve scrivere qualcosa, il modo migliore diprocedete non è in genere quello di cominciare senz'altro aprocedete non è in genere quello di cominciare senz'altro ascrivere e di andare poi avanti un poco a caso lasciandosiscrivere e di andare poi avanti un poco a caso lasciandosiguidare dalle idee che vengono di volta in volta in mente,guidare dalle idee che vengono di volta in volta in mente,ma è invece quello di stabilire fin dall'inizio, sia pure inma è invece quello di stabilire fin dall'inizio, sia pure inmodo solo approssimativo, la forma d'insieme che il nostromodo solo approssimativo, la forma d'insieme che il nostroscritto dovrà avere.scritto dovrà avere.

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Questo vale, ovviamente, solo per la strutturaQuesto vale, ovviamente, solo per la strutturacomplessivacomplessiva ee provvisoriaprovvisoria dello scritto al quale si vuoledello scritto al quale si vuoledare inizio; nei singoli momenti della sua esecuzionedare inizio; nei singoli momenti della sua esecuzioneconcretaconcreta —— e cioè a livello di ciò che potremmo chiamaree cioè a livello di ciò che potremmo chiamarela suala sua microstrutturamicrostruttura —— proprio il fatto di lasciarsi inproprio il fatto di lasciarsi inqualche misura guidare dalle idee che sorgonoqualche misura guidare dalle idee che sorgonospontaneamente può favorire la creatività e permetterespontaneamente può favorire la creatività e permettereallo scritto di assumere un certo carattere di creatività.allo scritto di assumere un certo carattere di creatività.

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LA PUBBLICAZIONE DEGLILA PUBBLICAZIONE DEGLISCRITTI ED IL GIORNALESCRITTI ED IL GIORNALE

MURALEMURALE

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Una terza ragione per la quale molti bambini nonUna terza ragione per la quale molti bambini nonscrivono volentieri, è la mancanza di una motivazionescrivono volentieri, è la mancanza di una motivazioneintrinseca. Per quali ragioni dovrebbero farlo? Laintrinseca. Per quali ragioni dovrebbero farlo? Laprospettiva di un buon voto (o quella di un cattivoprospettiva di un buon voto (o quella di un cattivovoto, qualora un componimento non venga svolto ovoto, qualora un componimento non venga svolto ovenga svolto male) costituiscono solo delle motivazionivenga svolto male) costituiscono solo delle motivazioniestrinseche,estrinseche, la cui efficacia è spesso piuttostola cui efficacia è spesso piuttostoscarsa: il componimento,scarsa: il componimento, in sé,in sé, resta pur sempre perresta pur sempre permolti un'attività spiacevole.molti un'attività spiacevole.

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La funzione naturale di uno scritto è quella diLa funzione naturale di uno scritto è quella dicomunicare ad altri qualcosa. Nella scuola ci sicomunicare ad altri qualcosa. Nella scuola ci sidimentica però spesso di porre in piena evidenzadimentica però spesso di porre in piena evidenzaquesta funzione e ci si comporta come se lo scriverequesta funzione e ci si comporta come se lo scriverefosse un'attività autosufficiente. Per conseguenzafosse un'attività autosufficiente. Per conseguenza(come accade tutte le volte che viene fatta compiere(come accade tutte le volte che viene fatta compiereun’azione o viene fatta apprendere una nozione di cuiun’azione o viene fatta apprendere una nozione di cuinon risulta chiara l'utilità), va in parte perduta lanon risulta chiara l'utilità), va in parte perduta laorganicità del nostro insegnamento e risulta minore,organicità del nostro insegnamento e risulta minore,nei nostri allievi, la motivazione a fare o adnei nostri allievi, la motivazione a fare o adapprendere.apprendere.

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Come dare dunque ai componimenti ilCome dare dunque ai componimenti ilcarattere di scritti fatticarattere di scritti fatti per essere lettiper essere lettidagli altri?dagli altri? Come rendere concretamenteCome rendere concretamentepossibile questa lettura? Un metodopossibile questa lettura? Un metodopotrebbe essere quello di leggere e di farpotrebbe essere quello di leggere e di farleggere ad alta voce alcuni componimenti. Eleggere ad alta voce alcuni componimenti. Ecertamente una cosa buona che dovrebbecertamente una cosa buona che dovrebbeessere periodicamente fatta, con moltaessere periodicamente fatta, con moltacura.cura.

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Un altro metodo che può avere, a questo riguardo,Un altro metodo che può avere, a questo riguardo,una particolare efficacia, è quello dellauna particolare efficacia, è quello dellapreparazione di unpreparazione di un Giornale murale.Giornale murale.

IlIl Giornale muraleGiornale murale è un giornale rudimentale, cheè un giornale rudimentale, cherichiede solo grandi fogli di carta da imballo, dellarichiede solo grandi fogli di carta da imballo, dellacolla, e un po' di pazienza.colla, e un po' di pazienza.

I componimenti scritti in occasione, per es., di unaI componimenti scritti in occasione, per es., di unavisita al mercato, possono essere utilizzativisita al mercato, possono essere utilizzatiappunto come « articoli ».appunto come « articoli ».

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IlIl Giornale muraleGiornale murale permette di stabilire con una certapermette di stabilire con una certafacilità dei confronti fra ciò che è stato veduto e scrittofacilità dei confronti fra ciò che è stato veduto e scrittoda un bambino e ciò che è stato veduto e scritto da unda un bambino e ciò che è stato veduto e scritto da unaltro. Esso può assumere un maggiore interesse sealtro. Esso può assumere un maggiore interesse sel'osservazione di un certo ambiente, o di un certo evento,l'osservazione di un certo ambiente, o di un certo evento,è stata compiutaè stata compiuta con una suddivisionecon una suddivisione didi compiti,compiti, nel sensonel sensoche ad alcuni bambini è stato affidato l'incarico diche ad alcuni bambini è stato affidato l'incarico dioccuparsi soprattutto di certi aspetti, mentre altri si sonooccuparsi soprattutto di certi aspetti, mentre altri si sonooccupati di altri aspetti.occupati di altri aspetti.

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IlIl Giornale muraleGiornale murale può assolvere anche ad altrepuò assolvere anche ad altrefunzioni; può permettere di stabilire un collegamentofunzioni; può permettere di stabilire un collegamentoorganico fra le diverse discipline; su di esso, infatti (inorganico fra le diverse discipline; su di esso, infatti (inuna sezione che potrebbe essere intitolata «Terzauna sezione che potrebbe essere intitolata «Terzapagina»), possono trovare posto relazioni chepagina»), possono trovare posto relazioni cheriguardano ricerche personali compiute nel campo dellariguardano ricerche personali compiute nel campo dellastoria, o in quello della geografia o delle scienze (fig.storia, o in quello della geografia o delle scienze (fig.47); o possono venire comunicati i risultati di certe47); o possono venire comunicati i risultati di certemisurazioni o di certi piccoli esperimenti che, compiutimisurazioni o di certi piccoli esperimenti che, compiutida ciascuno in condizioni un poco diverse, possonoda ciascuno in condizioni un poco diverse, possonoavere portato a risultati diversi (i quali vanno alloraavere portato a risultati diversi (i quali vanno alloraconfrontati e discussi nel modo che si è già detto), econfrontati e discussi nel modo che si è già detto), ecosì via.così via.

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GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE