Upload
walter-fantauzzi
View
218
Download
1
Embed Size (px)
DESCRIPTION
PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.27
Citation preview
Scudetto 2006: Il 18 Luglio la “non” decisione finale?
Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma
IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 27 14 luglio 2011 1€
ISS
N 1
593-
6309
97
71
59
36
30
05
9
80
02
7
pag 8/9
Professione Calcio TV canale 940 bouquet Sky
Inchiesta AIAC: “Pensano solo
ai professionisti. Liberalizziamo i corsi
per allenatori”
2 NUMERO 27 - 14 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009
Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma
Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]
Direttore responsabileMassimiliano Giacomini
email: [email protected]
CaporedattoreFlavio Grisoli
email: [email protected]
RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi
email: [email protected]
Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco
email [email protected]
[email protected] [email protected]
Hanno collaborato Guido Del Re, Mauro Gasperini
Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com
Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma
L’attesa sta terminando e il grande
nodo sta per essere sciolto. Se si po-
tesse scommettere sull’andamento del
Consiglio Federale, la quota più bassa
sarebbe data allo Scudetto 2006 non
revocato ma filippica sulla morale, che
non cade mai in prescrizione e bla bla
bla. Ma tutto resta com’è. Infatti, que-
sto è quanto sta emergendo in queste
giornate che portano alla riunione del
Consiglio Federale dove i dormienti,
così li apostrofò Mario Macalli qual-
che settimana fa sul nostro giornale,
dovranno essere belli svegli, perchè
sia Moratti che Agnelli sono pronti alla
battaglia. Entrambi promettono ricor-
si alla giustizia ordinaria se le cose non
dovessero andare come da loro auspi-
cato. Il presidente Abete e il Consiglio
federale dovranno dimostrare unità e
coraggio. Proprio quelle due qualità che
gli sono sempre mancate, visto anche il
recente dietrofront sul secondo extra-
comuitario. Era una norma inutile per-
ché il calcio non si risolleva bloccando
una decina di extracomunitari o met-
tendo i figliocci di Sacchi ad allenare le
Under, ma ha dimostrato ancora una
volta l’inutilità di questa Federazione
che non si lascia scappare nessuna oc-
casione per dimostrare di non avere il
polso per guidare il calcio italiano. Ogni
Consigliere la pensa a modo proprio e
difficilmente Abete riuscirà a mettere
tutti d’accordo, se dovesse riuscirci bi-
sognerebbe comunque vedere da che
parte penderà la bilancia, visto che il su-
perprocuratore Palazzi ha tracciato una
sola via: la revoca dello scudetto. Sta-
remo a vedere. Intanto dall’AssoArbitri
dopo l’addio di Rosetti volato in Russia,
il presidente Nicchi inizia a richiedere
più soldi, non gli bastano i circa 50 mi-
lioni di Euro che ogni anno la FIGC gli
sborsa, ma ha mandato al diavolo l’au-
tonomia economica che gli era stata
servita sul piatto d’agento da Tavecchio
nel nuovo Statuto per tenersi stretto la
nomina esclusiva ed esclusivista dei de-
signatori arbitrali. Meglio andare in giro
col piattino, parafrasando lo stesso pre-
sidente della Lega Nazionale Dilettanti,
piuttosto che avere una propria partita
IVA. Ma Nicchi piange per i poveri arbitri
diletanti che aspettano mesi e mesi per
i sudati rimborsi, ma c’è da scomettere
che i vertici non hanno lo stesso proble-
ma. L’AIA è un unicum tra le 208 Federa-
zioni Internazionali e questa autonomia
decisionale gli fu concessa dopo lo scan-
dalo Calciopoli che alcuni chiamarono
anche Arbitropoli.
Misteri italiani.
La revoca dello scudetto 2006 e Marcello Nicchi: inizia il giro del piattinoMassimiliano GiacominiMassimiliano Giacomini
T C A STattica
LEGENDA
Curiosità Approfondi-mento
Statistica
ADERENTE A:
4 NUMERO 27 - 14 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
“Speriamo che non si decida di non decidere”:
parole e musica di Andrea Agnelli che, guarda
caso, nei confronti del sor Tentenna, ha le nostre
stesse intuizioni. Forse non sarà così. Forse il No-
stro, una volta nella sua vita, troverà un po’ di co-
raggio, dopo aver sostenuto che “l’etica non va in
prescrizione”. Sì perché dopo il rapporto di Palazzi
è chiaro che l’Inter del petroliere c’è dentro fino
al collo. Ma che fa costui? Invece di fare un gesto
eclatante che gli ridarebbe credibilità, ovvero re-
stituire “volontariamente” lo scudetto scippato, si
fa scudo del defunto Facchetti. La sua mossa get-
ta ancora più discredito sulla società nerazzurra.
Ed affermo che a questo punto la questione del
tenere o restituire quello scudetto, ha ben poca
importanza. In ambedue i casi il marchio d’infa-
mia rimarrà per sempre, visto che il rapporto di
56 pagine della Procura federale non lascia adito
a dubbi. Leggendo sui vari siti i pareri dei tifosi si
ha netta la sensazione che tutti vorrebbero un ge-
sto da vero sportivo del Presidente interista con la
restituzione del maltolto, ma sarà difficile. Eppure,
se fosse intelligente, dovrebbe capire che solo quel
gesto potrebbe salvarlo dalle montagne di fango
che, qualunque sia il verdetto, dopo il 18 luglio si
riverseranno sulla sua società già nel mirino per
poco edificanti episodi (tipo passaporti falsi, plu-
svalenze fasulle e via dicendo). Lo scudetto del
2006 deve essere tolto all’Inter, ma non restituito
alla Juventus. Deve essere semplicemente “non
assegnato” per poco chiari avvenimenti durante
l’arco del campionato. Così fece Arpinati nel 1926
togliendolo alla squadra della sua città, Bologna,
senza assegnarlo alla contendente Torino. Eviden-
temente, in un periodo non certo di democrazia
cristallina, l’etica sportiva era molto più sentita che
in questi tempi di democrazia falsa e malata, di
compromessi, maneggioni e amici degli amici che
dominano sia in politica come nel calcio. I recenti
fatti di scommettopoli la dicono lunga sul marcio
del calcio in generale e di quello italia-
no in particolare.
Il calcio vive il periodo d’oro dei compromessi dei maneggioni e degli amici degli amiciMauro Gasperini
Foscarini e il Cittadella, nessuna crisi del settimo anno Sara Sbaffi
Sette anni consecutivi sulla stessa panchina, quella del Cittadella, fanno
di Claudio Foscarini un uomo dei record: «Mi sento una mosca bianca,
particolarmente in questo mondo in cui si cambia tanto. Io qui ho trovato
la mia dimensione, è una società dove professionalità e rapporto umano
contano parecchio. Ogni anno è nuovo, rinnovo il contratto di stagione in
stagione». Ma come fa a trovare gli stimoli per fare bene ogni anno? «Mi
metto sempre in discussione. L’aspetto più difficoltoso è saper ripartire e
trovare le motivazioni giuste prima di tutto con me stesso. Prima valuto
se c’è la possibilità di trovare sol-
lecitazioni importanti da trasmet-
tere poi alla squadra. Certi gioca-
tori sono con me da sette anni e
il tran tran può risultare pesante,
ma valuto se ho ancora qualcosa
da dare e fino adesso la risposta
è stata positiva». Il campionato,
concluso al quattordicesimo
posto, ha avuto un inizio difficile
ma il girone di ritorno è stato ben
diverso: «Io considero questa stagione molto positiva perché abbiamo dato
tanto. Con il direttore eravamo un po’ delusi perché il nostro lavoro non è
stato capito dai media. Se confrontiamo l’annata precedente (in cui hanno
disputato i play-off) con questa, il vero Cittadella è quello che sa soffrire e
tirarsi fuori con le unghie, quest’anno ci abbiamo messo di più». Lasciando
il passato alle spalle, i prossimi obiettivi sono chiari per il mister granata:
«La salvezza. Dopo sette anni la squadra ha sostituito tanti giocatori, alcuni
arrivano per la prima volta in Serie bwin. C’è anche la necessità di rinnova-
re un ciclo, qualche atleta aveva l’esigenza di cambiare. Ora bisogna solo
amalgamare il gruppo. Finora siamo stati bravi e fortunati perché ogni
anno abbiamo avuto bomber importanti, tutti qui hanno fatto molto bene –
l’ultimo in ordine di tempo il capocannoniere della passata stagione cadetta
Federico Piovaccari, ora ceduto alla Sampdoria - e per sostituire uno come
Piovaccari abbiamo preso Robert Maah e Samuel Di Carmine che hanno un
grande potenziale». In conclusione, Foscarini dice la sua sullo scandalo del
calcioscommesse: «Mi auguro che si arrivi a una conclusione, ci sono delle
scadenze e date impellenti. È difficile giudicare tanto materiale in così poco
tempo. Speriamo serva a qualcosa, visto che siamo recidivi in
tutto, magari è la volta buona per cambiare».
Foscarini (Foto Arcivio)
6 NUMERO 27 - 14 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
A Abete et a Valentini libera, nos Domine
Gino Tapinassi
Gino Tapinassi: “Per l’assegnazione dello scudetto del 2006: non erano necessari oltre 4 anni per acquisire agli atti delle inter-cettazioni che ormai tutti sapevano esistere. Il dilemma è che
Abete, da buon juventino, avrebbe voluto in qualche modo favorire la Vecchia Signora, senza però mettersi contro Morat-ti. Ma come al solito ha scelto di prendere una decisione pila-tesca, tanto da imitare la peggiore Democrazia Cristiana della
Prima Repubblica”
A bete e Valentini assomigliano ogni
giorno di più alle figure dell’ultimo
zar russo Nicola e del suo Consigliere Ra-
sputin. Mentre intorno al Palazzo sono in
corso i movimenti di piazza e nell’aria si
respira un vento rivoluzionario di pulizia
e di rinnovamento se ne stanno comodi e
tranquilli come se la bufera che sta arri-
vando non li debba investire in pieno. Lor
Signori pensano che i compromessi fatti
con la svendita di pezzi importanti della
Federcalcio verso i componenti più riot-
tosi (Settore giovanile Scolastico, Settore
tecnico federale e direzione dei corsi per
allenatori) li renda indenni dalla richiesta
di dimissioni che da più parti, ripetuta-
mente, arrivano. Le acque non sono tran-
quille, ed ogni volta devono cedere su
qualcosa: lo dimostra anche l’ultimo Con-
siglio Federale. La Lega Nazionale Profes-
sionisti di Milano ha preteso che Abete si
rimangiasse la decisione presa in passato
sul numero degli extracomunitari. “Se ci
rivuoi in Consiglio Federale, dove siamo
assenti da mesi, devi rimangiarti questa
decisione”. Questo è il succo degli accor-
di intercorsi. E il nostro paladino ed il suo
reggi-strascico anche questa volta hanno
abbassato le braghe. Le sue indecisioni
sull’affaire Moggi e sulle vicende dello
scudetto 2006 pesano come macigni. È
impensabile per un presidente federale
che si rispetti aspettare altri 4 anni prima
di prendere una decisione sulla radiazio-
ne di Moggi. Qualunque essa doveva es-
sere non era giusto aspettare di arrivare
in zona Cesarini per prendere una deci-
sione, o meglio farla prendere agli altri
per poter dire “ma io non c’entro”. Que-
sto vale anche per l’assegnazione dello
scudetto del 2006: non erano necessari
oltre 4 anni per acquisire agli atti delle
intercettazioni che ormai tutti sapevano
esistere. Il dilemma è che Abete, da buon
juventino, avrebbe voluto in qualche
modo favorire la Vecchia Signora, senza
però mettersi contro Moratti. Ma come
al solito ha scelto di prendere una deci-
sione pilatesca, tanto da imitare la peg-
giore Democrazia Cristiana della Prima
Repubblica. Se ne voleva e se ne vuole
lavare le mani: “lavabo manos meas in-
nocentes” avrebbe detto qualcuno, molti
ma molti anni fa. Mentre una domanda
ci sorge spontanea, che ne facciamo di
un presidente federale e di un direttore
generale così? Presidenti Macalli e Tavec-
chio dove siete...cosa fate...? Se i consi-
glieri federali avessero gli attributi e non
fossero condizionati dai loro interessi di
bottega (stipendi, mega contratti, inden-
nizzi, rimborsi, carte di credito, assunzio-
ni di figli, parenti ed affini, e chi ne ha
più ne metta), li avrebbero già mandati
a casa, ma per loro vale il motto di En-
rico IV di Navarra che diventò Enrico I di
Francia con il famoso motto “Parigi val
bene una messa”. Ma noi, che deriviamo
da una generazione contadina dove l’o-
nore, la dignità, la lealtà e la trasparenza
si mangiavano al posto del pane (e a quei
tempi ce n’era davvero poco), ricordiamo
con affetto quelle usanze e soprattutto
le rogazioni della nostre nonne. E pren-
dendo spunto da una di queste, diciamo
a gran voce “A Abete et a Valentini libera
nos Domine” (da Abete e Va-
lentini liberaci o Signore!).
Tapinassi (Foto Arcivio)
Flavio Grisoli
Prosegue il nostro appuntamento con il giro di
opinioni dei tecnici che operano o hanno ope-
rato nei campionati dilettantistici per sapere dalla
loro viva voce cosa ne pensano riguardo la possibi-
le creazione di un sindacato specifico di categoria,
svincolato dall’AIAC. Il nuovo soggetto avrebbe come
denominazione A.I.A.D. (Associazione Italiana Alle-
natori Dilettanti), e come scopo precipuo avrebbe
quello di difendere le ragioni di una categoria che
negli ultimi anni forse è stata messa un po’ da par-
te rispetto ai tecnici che occupano panchine
più prestigiose (se non altro per campionato
di appartenenza). Nelle interviste raccolte le
scorse settimane sono cominciate ad essere
avanzate anche delle proposte, oltre ai sem-
plici commenti sulla sollecitazione iniziale: ad
esempio l’ex tecnico del Teramo Rinaldo Cifal-
di nel numero della scorsa settimana ci disse
che secondo lui andrebbe rivista la norma che
equipara un allenatore professionista a quello
dilettante in caso il primo si ritrovi a guidare
una formazione dall’Interregionale in giù. Giu-
sto o sbagliato che sia, vale la pena parlarne, e
quindi aggiungiamo questo ulteriore elemen-
to al nostro dibattito. Altro argomento che ab-
biamo voluto condividere con gli allenatori interpel-
lati è se la decisione della Lega Nazionale Dilettanti di
abolire l’obbligo del patentino dalla Prima Categoria
fino agli Juniores sia valida o meno. Finora questo
provvedimento - preso forse “di stomaco” e come
una ritorsione verso Ulivieri, dopo che l’AIAC, insieme
all’Associazione Italiana Calciatori di Tommasi peral-
tro, aveva bocciato la modifica della Divisione Calcio
Femminile a Dipartimento della LND nell’Assemblea
per la riforma dello Statuto federale della FIGC dello
scorso 20 giugno - non ha riscontrato pareri favore-
voli, in quanto - affermano i mister - il possesso del
patentino implica un percorso di formazione spe-
cifica non solo sotto il profilo strettamente tecnico-
tattico, ma anche psicologica e umana nel rapporto
con gli atleti, a maggior ragione indispensabile se ci
si deve approcciare con i giovani. Ora, le indiscrezio-
ni degli ultimi giorni parlano di un riavvicinamento
fra via D’Annunzio a Firenze e Piazzale Flaminio a
Roma, con un tavolo di confronto pronto (?) a par-
tire per dirimere varie questioni tra cui,
pare, anche il riconoscimento politico da
parte dell’AIAC del Dipartimento Calcio
Femminile. Atto puramente a titolo no-
minale, al quale poi naturalmente dovrà
far seguito quello formale il giorno in cui
si riuscirà (sic) a convocare una nuova
assemblea per la riforma dello Statuto.
Se queste indiscrezioni dovessero tro-
vare conferma, sarebbe un grave passo
indietro da parte di Ulivieri. Ad maiora.
A tutto questo ha risposto per noi que-
sta settimana Eugenio Benuzzi, tecnico
del Mezzolara. Il mister che ha portato
la compagine emiliana dalle zone basse
Benuzzi: “Ben venga un sindacato per i dilettanti, visto che l’AIAC organizza riunioni tecniche solo per allenatori di A e B. E poi quelle graduatorie per i corsi.....”
88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 27 - 14 luglio 2011
Inchiesta AIAC
Eugenio Benuzzi (Foto Archivio)
della classifica a sfiorare i play-off nella stagione ap-
pena conclusa Eugenio Benuzzi, non le manda certo
a dire: «In linea di massima mi sento di essere abba-
stanza solidale verso la creazione di un sindacato di
categoria specifico, anche se io essendo in possesso
del patentino di Seconda Categoria mi confronto
con altre problematiche». Altre problematiche che
Benuzzi però non esita ad elencare: «Non c’è grande
comunione di intenti fra la base e i vertici, ad esempio
le riunioni tecniche vengono organizzate solamente
per i tecnici di Serie A e B, mentre pochissime per la
Lega Pro e nessuna per la Serie D. In questa catego-
ria - prosegue Benuzzi - si è come una barchetta in
mezzo all’oceano, e quello che ho appena detto è
direttamente proporzionale alla qualità del Consi-
glio Direttivo dell’AIAC. In molti colleghi pensano pro
domo sua, c’è poca solidarietà, e ci sono tanti che
mettono sul piatto della bilancia i contratti di spon-
sorizzazione». La parolina magica è venuta fuori alla
fine: «Mi sono dovuto confrontare diverse volte con
questo tipo di situazioni - commenta con tono quasi
sconsolato e disilluso Eugenio Benuzzi - e una per-
sona dovrebbe avere la forza morale di essere svin-
colato da queste dinamiche, anche per non essere
giudicato dai propri giocatori come uno messo lì solo
per i soldi». Parole forti, alle quali però ne seguono
altre: «Io sono per la meritocrazia, e i punteggi per
le graduatorie di ammissione ai corsi per ottenere il
patentino sono un esempio lampante del contrario.
Io ho vinto nove campionati nella mia carriera, e per
partecipare al corso di Prima Categoria mi sono ri-
trovato sotto ad altri che non avevano la mia stessa
esperienza e palmarès ma con 5 presenze in Serie A.
Bisogna dare più possibilità a tutti. E poi voglio dire,
ma come è possibile che, con tutto il rispetto per lui,
Vincenzo Montella da allenare i giovanissimi della
Roma si ritrovi di colpo a guidare la Prima Squadra
in Serie A, e adesso sia arrivato a Catania senza la
minima esperienza, mentre ci sono altri che nono-
stante anni e anni di gavetta nelle categorie inferiori
con vittorie su vittorie - e a noi viene subito in mente
il nome di Giuseppe Sannino, che dopo quattro cam-
pionati vinti consecutivamente e una prima stagione
in Serie bwin con il Varese da strabuzzare gli occhi, ha
finalmente la grande occasione di allenare in A con
il Siena - non sia data neanche la possibilità di otte-
nere il patentino di Prima Categoria?». La creazione
di un sindacato specifico, svincolato dall’AIAC quindi
potrebbe essere una possibile soluzione alle tante
problematiche che affliggono una categoria di tecni-
ci che, come confermatoci dallo stesso Benuzzi, sono
lasciati a loro stessi: «Sì, sicuramente. Ripeto, in linea
di massima sembrerebbe una cosa corretta. L’impor-
tante, come spesso accade in questi casi, è che non
si sconfini troppo, e troppo presto, nell’utopia». Al-
tro tema che introduciamo all’attenzione del nostro
interlocutore è l’abolizione dell’obbligo di patentino
per allenare dalla Prima Categoria fino agli Juniores.
Quando gli diciamo che la pressoché totalità dei suoi
colleghi intervistati finora si siano dichiarati contrari a
questo tipo di provvedimento, Benuzzi risponde così:
«A me piace essere un bastian contrario, ma non cer-
to per partito preso. Secondo me, chi vuole cimentar-
si nella carriera di allenatore, perché non dovrebbe
essergli data la possibilità di provare? Poi, se vuole
andare avanti nelle categorie che contano, allora
avere una certificazione può essere utile. Dobbiamo
dare spazio a tutti, alla meritocrazia. Solo così facen-
do si potrebbero evitare malcostumi come quelli che
ho elencato prima. Vorrei solo portare due nomi a
titolo di esempio - conclude il tecnico del Mezzolara -
Scoglio e Sacchi. Sono stati due grandi tecnici che non
hanno maturato neanche un minuto da giocatori.
Nel calcio di oggi non avrebbero avuto
possibilità, le pare normale?».
99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 27 - 14 luglio 2011
XXVI Universiade, Veneri: “Tutto pronto per lo sbarco in Cina” Fabiola Rieti
Il countdown per la XXVI Universiade è cominciato. Manca meno di un mese
all’evento che raccoglie gli studenti sportivi e che si disputerà in Cina a Shen-
zen dal 12 al 23 agosto. Giorgio Veneri, selezionatore della Rappresentativa di
Lega Pro, racconta come si stanno preparando alla manifestazione: «Abbiamo
finito l’attività con l’ultimo test giocato contro la Top 11 della Lega Nazionale
Dilettanti. Ci ritroveremo i primi di agosto per partire intorno al 10». La preoc-
cupazione del mister, però, è legata soprattutto ad alcuni fattori: «Temo molto
il caldo e il fatto che, come è successo anche nelle altre occasioni, noi arriviamo
con pochi giorni di preparazione nelle gambe e giocando un ogni 2 giorni sarà
davvero dura». Per sopperire a questo genere di problemi, il tecnico ha operato
una scelta molto oculata: «Ho selezionato i ragazzi con l’obiettivo di avere una
squadra equilibrata con un ricambio in tutti i ruoli. Questa valutazione l’ho fatta
proprio in virtù delle tempistiche di gioco, perché sono convinto che sarà diffi-
cile per un calciatore partecipare a tutte le gare in programma, visto che hanno
poco tempo di recupero tra una partita e l’altra». Paura degli avversari? «Non li
conosciamo, vedremo al termine del girone con Repubblica Ceca, Thailandia e
Uruguay». Secondo il ct Veneri questa manifestazione ancora non sdogana del
tutto l’immagine del calciatore bello, ricco e ignorante: «Purtroppo siamo ancora
lontani, perché di giocatori che fanno l’università in questa categoria ce ne sono
proprio pochi, infatti la selezione è stata difficile. Mi rammarica pensare che la
maggior parte si attacca all’idea di vivere di calcio». La rosa in partenza per la
Cina è la seguente: Portieri: Stefano Goletti (1987-Celano), Luca Mosca (’90-Vir-
tus Entella); Difensori: Marco Bigoni (’90-Chieti), Davide Addona (’83-Crociati
Noceto), Oreste Sirignano (’85-Cavese), Dario Bova (’84-Lucchese), Walter
Zullo (’90-Como), Samuele Salvadori (’87-Poggibonsi), Roberto Civita (’87-Ne-
apolis Mugnano); Centrocampisti: Paolo Facchinetti (’84-Savona), Filippo Corti
(’89-Tritium), Luca Mora (’88-Crociati Noceto); Stefano Furno (’90- Benevento),
Loris Damonte (’90- Alessandria); Attaccanti: Pasquale Iadaresta (’86-L’Aquila),
Daniel Pfitscher (’90-Bellaria Igea), Pietro Lorenzini (’89-Crociati
Noceto), Giovanni Vriz (’89-Verona).
11NUMERO 27 - 14 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Sorrento si lascia alle spalle il fallimento degli spareggi promozione
e punta sull’ex dell’Alessandria Maurizio Sarri. Il mister è stato
accolto con esaltazione dalla piazza che si augura di sognare: «L’entu-
siasmo è importante per affrontare le delusioni, soprattutto per i play-
off persi. È stato un anno importante per il Sorrento, un secondo posto
che sarà difficile ripetere, visto la perdita di giocatori forti. Proprio per
questo abbiamo deciso di fare un programma biennale per guardare
al futuro». Il nuovo allenatore dei campani spiega perché ha scelto
la costiera amalfitana: «Il presidente Gambardella mi ha dato la sen-
sazione di essere una persona seria, corretta e leale, così come i suoi
collaboratori. Si può dire che ho scelto le persone e non la squadra».
Nelle dichiarazioni dei sorrentini, per ora, non ci sono proclami di pro-
mozione: «Mi hanno chiesto una gruppo competitivo, ma non mi han-
no messo pressioni riguardo
ai piazzamenti. Utilizzavano
con Simonelli un modulo
molto offensivo e non voglio
snaturarlo, ma cercherò di
fortificarlo in difesa». Sulla
questione partenze arriva-
no le noti dolenti: «Paulinho
è di proprietà del Livorno, ha
offerte da squadre di primo
livello e non credo che ri-
marrà a giocare
in Lega Pro».
Il Portogruaro volta pagina, tornan-
do in Lega Pro dopo la prima sta-
gione nella serie cadetta, e decide di
puntare su un allenatore giovane e
motivato: Rosario Pergolizzi. Il nuo-
vo tecnico granata si presenta così
alla piazza: «Ripartiamo da zero,
cercando di lavorare con entusia-
smo e pronti al sacrificio. Dobbiamo
fare valutazioni con prudenza cer-
cando di capire dove limare e quali
innesti fare senza fretta». Per ora la
possibilità di chiedere il ripescaggio
per il caso del calcioscommesse è
ancora un’ipotesi remota: «La so-
cietà ha dimostrato l’intelligenza di
sapersi muovere al momento giusto,
poi vedremo. Per ora noi ci organiz-
ziamo come se fossimo in Prima Di-
visione». Il progetto per la nuova sta-
gione secondo il mister dei veneti si
basa sul lavoro psicologico: «Cerche-
rò di dare una mentalità ai giocatori,
non ci devono essere obiettivi mini-
mi, ma solo massimi. Non mi piace il
calciatore “tacco e punta”, ma voglio
quello che si deve sempre sudare la
maglia». Dal punto di vista tecnico-
tattico l’allenatore ex Primavera del
Palermo non ha dubbi: «Lavorerò
con un modulo di partenza che poi
dovrà evolversi durante l’anno se-
condo le partite. Quello che voglio è
compattezza e unione
di squadra».
Amedeo Mangone rimane al
timone della Reggiana dopo
essere passato attraverso le tempe-
ste di marzo che lo vedevano ad un
passo dall’esonero. Eppure il mister è
andato dritto per la sua strada senza
lasciarsi influenzare dalle voci di corri-
doio ed è ancora a Reggio Emilia: «C’è
un programma serio di gestione della
società e mi hanno chiesto subito la
conferma dell’incarico». Sul nuovo
progetto vola basso il tecnico granata,
ex Pavia: «Abbiamo preso tanti gio-
vani, l’obiettivo è costruire qualcosa
di importante. Personalmente vorrei
vincere e arrivare a centrare un suc-
cesso, ma vedremo poi nel corso del
campionato». In relazione alle mosse
di calciomercato, l’allenatore è im-
pegnato nell’implementazione della
rosa: «Abbiamo deciso i giocatori se-
condo il budget messo a disposizione,
prendendo sia calciatori giovani, che
elementi esperti come il centrocam-
pista Giampaolo Calzi dalla Pro Patria
e Mario Gurma attaccante albanese
proveniente dal campionato greco».
Dal punto di vista tecnico tattico co-
minciano a delinearsi gli schieramen-
ti possibili: «In questa categoria c’è
bisogno di provare molte soluzioni
alternative. Partiremo sicuramente
con 3 giocatori in difesa come abbia-
mo concluso lo scorso campionato,
poi valuteremo le varie
opzioni per l’attacco».
Pergolizzi: “Portogruaro tutta sostanza” Reggiana, Mangone: “Qui programma serio”
Mister Sarri: “Ho scelto Sorrento più per le persone che per la squadra” Servizi di Fabiola Rieti
Sarri (Foto Archivio)
Pergolizzi (Foto Archivio)
Mangone (Foto Archivio)
1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 27 - 14 luglio 2011
È stato presentato lo scorso martedì il nuovo direttore sportivo dell’Esperia
Viareggio, è Giovanni Dolci che prende il posto di Andrea Gazzoli, ora in
forza al Grosseto. Con il neo diesse e l’iscrizione che ormai è cosa fatta ed an-
che la questione stadio sembra risolta, resta solo un nodo ancora da sciogliere:
quello dell’allenatore. Il presidente Stefano Dinelli ha già dei nomi sul taccuino
ma sono top secret: «Ne stiamo valutando vari, sapremo solo dopo aver fatto
i colloqui quale sarà più idoneo alle nostre aspettative e al nostro progetto». Un
programma, quello per il 2011/2012, che non si discosterà molto dal precedente:
«Il programma, come abbiamo ampiamente dimostrato in questi anni, punta su
giovani, entusiasmo e valorizzazione delle risorse umane – continua il numero
uno bianconero – e come giovani sono da intendersi sia giocatori che tecnici
emergenti che con noi possono mettersi in mostra e magari poi andare a far bene
in categorie superiori». Gli obiettivi delle zebre sono chiari: «Salvezza sia per la
permanenza in Prima Divisione sia per gli oneri societari». Nel corso di questo
calciomercato ci sarà un bel da fare per il nuovo direttore sportivo, dovrà ricom-
porre la squadra viste le numerose partenze: «Dolci è a Milano in questi giorni, ha
parecchi contatti e una grande esperienza come osservatore nel settore giovanile,
indispensabile per portare nuovi talenti da noi, anche se è difficile perché oggi in
tanti stanno cercando e vogliono puntare tutto sugli under. Ma sono fiducioso,
ci sappiamo fare in questo lavoro». Fino a qualche settimana fa Dinelli è stato
tentato dal mollare la squadra viareggina ma alla fine ha scelto di rimanere, cosa
lo ha convinto? «Mi hanno
persuaso il fatto che dopo
otto anni non si aveva la ga-
ranzia di passare la società
con un progetto che desse
la concreta possibilità di
proseguire (alla luce dei fatti
di Lucca) e poi l’entusiasmo
dei miei collaboratori. Così
ho deciso di tornare sui miei
passi, è comunque una sfida
che mi appas-
siona».
Esperia Viareggio nel segno della continuità
Il Barletta punta in alto con la grana Stadio, Tatò: “Giocheremo ad Andria”Servizi di Sara Sbaffi
Continua il lavoro di Marco Cari sulla panchina del Barletta. Il mister è stato
subito riconfermato a campionato concluso: «Questo mi inorgoglisce e
mi fa piacere perché è una piazza importante, hanno le idee chiare e c’è voglia
di crescere». Intanto il presidente Tatò si dice convinto che il prossimo sarà un
campionato di vertice per i biancorossi, il progetto è ambizioso ma il tecnico non
intende sbilanciarsi troppo: «Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, nei nostri
obiettivi c’è di fare certamente una buona stagione». Non ha richieste particolare
per quanto riguarda il calciomercato: «Venti anni fa si facevano richieste, adesso
c’è un gruppo di lavoro
apposito per le idee a
livello tattico. Loro sono
a Milano, ci sentiamo e
lavoriamo in simbiosi. Si-
amo una squadra che ha
cambiato tanto, è da ri-
fare quasi tutta, viste le numerose partenze». Il presidente Roberto Tatò intanto è
impegnato sul mercato, ma la situazione è caotica: «In questi giorni attivissimi c’è
molta confusione perché le società sono in condizioni finanziarie disastrose, sullo
stomaco hanno i contratti dei giocatori che non possono rescindere, non sanno
neanche se si iscriveranno». Poi c’è la questione “Cosimo Puttilli”, ferma da trop-
po tempo (per di più adesso che il sindaco si è dimesso): «Per lo stadio stiamo an-
cora al chilometro zero. È un silenzio che fa rumore quello dell’Amministrazione
comunale. Non voglio entrare nei meriti politici. So che è stato fatto un sopral-
luogo da parte dei funzionari del Coni Service, ma noi non siamo stati invitati al
tavolo e non sappiamo il perché». Il numero uno pugliese ha voluto lanciare una
provocazione che però potrebbe presto diventare realtà, cioè giocare le partite
casalinghe nello stadio “Degli Ulivi” di Andria: «Più che una provocazione la mia
era una comunicazione, una proposta che avanzerò tra qualche settimana al
sindaco di Andria se la situazione dovesse continuare. Questo spet-
tacolo non può più andare in onda».
Il numero uno dei toscani Stefano Dinelli: “L’entusiasmo dei miei collaboratori mi ha persuaso a restare”
Stefano Dinelli ((Foto Archivio)
(Foto Archivio)
1414 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 27 - 14 luglio 2011
Fabiola Rieti
A Bressanone si sono risollevati e sono più
agguerriti di prima, dopo aver perso i play-out
di Prima Divisione con il Ravenna su rigore a tempo
scaduto per la follia del portiere tirolese Davide
Zomer. Il presidente del Sudtirol, Walter Baum-
gartner, ripercorre quei momenti: «Abbiamo sof-
ferto tantissimo, perché è stata una retrocessione
strana. Bisogna guardare al futuro e noi program-
miamo la rosa per la Prima Divisione, perché con
il caso calcioscommesse deve essere
riscritta la griglia delle partecipanti e
noi crediamo nella giustizia sportiva».
Il numero uno biancorosso si riferisce
alla collusione degli ex dirigenti della
squadra romagnola con la bomba di
scommessopoli, che porterebbe il
Ravenna ad una retrocessione a tavolino. Nel miri-
no dei tifosi altoatesini era finito il portiere Zomer,
che emigrerà verso altri lidi nel prossimo campion-
ato: «Non farà parte del gruppo, è ovvio che non ci
sono le condizioni per continuare il rapporto. È dif-
ficile da giudicare ciò che si è verificato, ma non è
possibile presentarlo all’ambiente. È anche un modo
per salvaguardarlo da inevitabili attacchi da parte
della tifoseria». Il massimo dirigente biancorosso il-
lustra il piano per la stagione
2011/2012: «Manterremo
una grossa componente
della squadra per essere
pronti a disputare la Prima
Divisione e inseriremo dei
giovani. Non è facile, è tutto
incerto e c’è necessità di mantenere la calma, poiché
non si sa ancora in che categoria giocheremo». Ri-
mane il nodo allenatore che ancora non è stato sci-
olto perché la società vuole prendersi tutto il tempo
per poter scegliere il meglio. Secondo indiscrezioni,
il nome individuato per la panchina potrebbe es-
sere Raffaele Novelli, l’eroe di Busto Arsizio che ha
condotto la Pro Patria ai play-off nonostante i disagi
societari. Walter Baumgartner non si sbilancia: «È
stato contattato, ma ci sono problemi contrattuali
da dirimere. Non è certo sia lui il prossimo tecnico
del Sudtirol, potrebbe anche cambiare. Ci stiamo
prendendo tutto il tempo necessario per fare le
nostre valutazioni, perché l’allenatore è una figura
essenziale per gli esiti sportivi di una
compagine».
Il Sudtirol crede nel ripescaggio. Baumgartner: “Siamo pronti”
(Foto Archivio)
1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 27 - 14 luglio 2011
Dopo una stagione praticamente perfetta in quel di Borgo a Bug-
giano, con la vittoria del girone D dell’Interregionale e la pro-
mozione diretta in Lega Pro, il tecnico Guido Pagliuca è pronto per
un’altra sfida sempre in Toscana, al Gavorrano: «La forza del Bug-
giano era il grande gruppo
che avevo a disposizione. Ora
sono contento di sedere su
questa panchina, è una so-
cietà giovane ed ambiziosa
nella quale c’è parecchio en-
tusiasmo». Piazza che tuttavia
nel marzo scorso ha visto la
scomparsa improvvisa del suo
presidente Mario Matteini a
soli 65 anni. Il neo allenatore
azzurrorosso, trentacinquenne, ha portato via alla sua ex squadra
oltre al preparatore dei portieri, Federico Callai che diventerà il suo
vice, anche Fabio Rosati, fantasista classe 1991 (33 presenze e 6 reti
nella passata stagione) ma non è finita qui: «Pure Lorenzo Spanu è
con noi (il bomber è nato nel 1989 ha giocato nel Pisa e nel Virtus
Castelfranco prima di approdare a Buggiano) e stiamo per prendere
Matteo Nicoletti (21 anni, centrocampista con caratteristiche offen-
sive). Sono tutti giocatori che rispecchiano il profilo giovane voluto
dalla società». Qual è l’obiettivo da raggiungere nella prossima sta-
gione? «Il mantenimento della categoria, abbiamo abbassato molto
l’età media della squadra. Ci sono quattro elementi d’esperienza,
tutti gli altri sono under. Mentre i miei obiettivi personali – continua
il mister dei grossetani - sono quelli di creare un gruppo affiatato che
a fine campionato sia dispiaciuto di salutarsi, quindi di
rimanere e fare bene».
Pagliuca dopo il trionfo con il Borgo a Buggiano riparte dal Gavorrano
A San Marino il fiuturo ha
il nome di Danilo Petrelli.
Dopo numerose notizie contra-
stanti tra loro è arrivata l’an-
nuncio ufficiale da parte della
società Titana e il nuovo nume-
ro uno ha voluto subito confer-
mare il tecnico Petrone: «Resta
con noi, il mister non è mai sta-
to e mai sarà in discussione»:
Da stabilire il resto dello staff
tecnico e dirigenziale oltre che
a quello del gruppo che Petro-
ne avrà a disposizione e proprio
il mister ci conferma che: «Due
settimane fa, mi hanno dato la
conferma che tenevamo dieci o
undici ragazzi, come Fogacci e
Gasparello, anche perché non
conoscendo ancora il regola-
mento per la prossima stagione
se la Seconda Divisione sarà a
due o tre gironi, e non sapen-
do in quale ci mettono, siamo
in una situazione particolare,
tra l’incudine e il martello. Es-
sendo noi in Emilia Romagna -
prosegue Petrone - ci possono
mettere sia nel girone del nord
che del sud. Quindi se continu-
iamo con un organico che già si
conosce questo può essere un
punto di vantaggio». Gli obiet-
tivi diventano quasi scontati
in questa disastrata Lega Pro:
«Sono sempre gli stessi, valoriz-
zare i giovani e tenere sott’oc-
chio il budget. La prima cosa
era salvare la società. e con
l’avento del nuovo staff dirigen-
ziale questo potrà
avvenire».
La nuova dirigenza c’è ed è stata
presentata lo scorso venerdì: Fran-
cesco Mercuri, ex dirigente dell’Inter-
piana, Francesco Giovinazzo, già pre-
sidente della Taurianovese, Francesco
Patania che ritorna dopo alcuni anni di
assenza, oltre al duo formato da Enzo
Messina e Michele Pagano. Proprio
grazie a tutti loro quello che sembra-
va solo un miracolo, cioè l’iscrizione al
prossimo campionato di Seconda Di-
visione, è cosa fatta. Anche lo stadio
“Luigi Razza” è stato risistemato con
un nuovo manto erboso. Rimaneva
solo l’allenatore come ultimo nodo da
sciogliere e finalmente lunedì è arriva-
ta l’ufficialità. Franco Viola siederà sul-
la panchina calabrese nella prossima
stagione. Fortemente voluto dal nuo-
vo socio Mercuri, in passato ha alle-
nato a Rosarno, Castrovillari e Scalea.
Mauro Beccaria, direttore sportivo e
proprietario al 20% della società ora
può dedicarsi con maggiore serenità
al calciomercato: «Il nostro obiettivo
è la salvezza, poi speriamo in qualco-
sa di più muovendoci sul mercato per
portare giocatori importanti, sotto i
venti anni e di categoria, per sbaglia-
re il meno possibile. Come il nuovo
acquisto Mirko De Francesco prove-
niente dal Valmontone,
un ragazzo che vale».
San Marino, Petrelli presidente, Petrone resta La Vibonese cambia tutto, dalla società al mister
Servizi di Sara Sbaffi
(Foto Archivio)
Il nuovo tecnico della Vibonese Franco Viola (Foto Archivio)
1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 27 - 14 luglio 2011
Rimini, la Lega Pro è una questione di tempoMario Macalli: “I romagnoli giocheranno tra i professionisti solo se ci saranno defezioni”
Paolo Bravo, ds dei biancorossi: “Passeremo sicuramente come ripescati. Manteniamo un basso profilo”Luca D’Angelo, tecnico riconfermato: “Seconda Divisione sicura, procederemo passo dopo passo”
Mentre sulla riviera romagnola si preparano
ad un’estate bollente, il Rimini calcio deve
risolvere una questione infuocata che rischia di
far saltare i piani per il futuro del gruppo. Dopo
aver vinto la finale play-off contro la Turris, la
squadra si era guadagnata l’accesso alla Lega Pro
invece, per approdare tra i professionisti dovrà
fare domanda di ripescaggio e gli interrogativi
sulla questione si moltiplicano, ma uno regna su
tutti: allora a cosa sono serviti i play-off? Paolo
Bravo, direttore sportivo del Rimini, ha parlato
dell’approccio scelto dalla società: «Passeremo
come ripescati, abbiamo fatto il punto al consi-
glio e abbiamo scelto la linea della non polemica.
Questa situazione è un’anomalia che è balzata
agli occhi di tutti e di cui ne hanno parlato molte
testate di settore indipendentemente dalla no-
stra scelta di mantenere un basso profilo. È solo
questione di tempo, tra 20 giorni (la domanda
da presentare per i ripescaggi scade il 29 luglio)
saremo in Lega Pro». Eppure secondo le dichia-
razioni rilasciate al nostro sito internet la scorsa
settimana da Mario Macalli, numero uno dell’ex
serie C, il finale non sembra così scontato: «Se ci
sono i posti, il Rimini giocherà in Seconda Divisio-
ne, altrimenti no. Abete può dire quello che vuole,
ma se quest’anno arriviamo a 76 squadre, che è il
numero deciso a suo tempo, per i romagnoli non
c’è posto». Il direttore sportivo riminese è sicuro:
«Non si iscriveranno in parecchie, se così non fos-
se poi ci penseremo». Certo, secondo i controlli
della Co.Vi.So.C. di compagini sull’orlo della ban-
carotta ce ne sono molte tra tentativi mal riusciti
di ricapitalizzazioni e mancanza di garanzie. Però
rimane ancora aperto un interrogativo sull’utilità
dei play-off che proprio non riesce a trovare una
risposta neanche dalla voce del dirigente bianco-
rosso: «Su questa questione abbiamo deciso di
non rilasciare più dichiarazioni, perché la situazio-
ne è lampante e chiara già da sola». Dopo il rin-
novo del mister Luca D’Angelo, procedono i mo-
vimenti per organizzare il progetto della società
per la stagione 2011/2012 fissando i punti fermi
e congelando i buoni elementi di casa propria su
indicazione anche del tecnico: «Con l’accesso in
Lega Pro l’obiettivo sarà mantenere la categoria
e lanciare dei giovani. Ripartiamo con le conferme
di alcuni elementi che si sono rivelati importanti
per la scalata ai play-off come Pierluigi Baldaz-
zi, Alessandro Mastronicola e i fratelli Andrea e
Marco Brighi. Abbiamo optato per la risoluzione
con Giuseppe Aquino ed Alessandro Evangelisti e
con altri ci sono ancora dei discorsi in sospeso». A
differenza delle concorrenti, il Rimini punterà su
calciatori di livello per affrontare il meritato salto
di categoria: «Per i nuovi talenti ci appoggeremo
al nostro vivaio, mentre in sede di calciomercato
lavoreremo per portare in rosa qualche giocatore
esperto della categoria». L’allenatore romagnolo
scuote gli animi: «Abbiamo la certezza di arrivare
tra i professionisti, andiamo avanti con la nostra
politica, facendo crescere i nostri ragazzi senza
colpi di mercato sorprendenti. Al giorno d’oggi bi-
sogna procedere passo dopo passo». Dal punto di
vista tattico: «Continueremo ad utilizzare il 4-2-3-
1 e gli innesti serviranno a completare l’organico
in base a questo modulo». Le formalità non spa-
ventano il tecnico biancorosso: «Partiremo per il
ritiro il 27 luglio, la scadenza per la presentazione
della domanda di ripescaggio scade il 29 luglio,
ma non cambia nulla dal punto di vista calcistico
è solo una questione burocratica. Siamo molto
motivati perché abbiamo ricevuto
anche i complimenti dalla Figc».
Mister D’Angelo (Foto Archivio)
Paolo Bravo (Foto Archivio)
Fabiola Rieti
1717w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 27 - 14 luglio 2011
Fabiola Rieti
L’Ischia affila le armi per il prossimo campionato e
sogna di volare alto come vuole la consuetudine
ad inizio stagione. Il presidente Giovanni De Vivo
commenta il recente approdo sulla panchina isolana
di Mimmo Citarelli: «L’allenatore è stato scelto dal
nostro direttore generale che ha avuto carta bianca
per la creazione dello staff e della rosa che comporrà
la squadra del prossimo anno. È un mister che ha car-
attere e darà sicuramente un’impronta decisa e de-
terminata al gruppo». Il massimo dirigente ischitano
rivela le sue aspettative per il campionato che verrà:
«Per quanto riguarda gli obiettivi sportivi preferisco
non addentrarmi e lascio parlare chi è più esperto
di me. Certo, mi aspetto un campionato nelle parti
alte della classifica, ma poi il calcio giocato è un’altra
cosa rispetto a quello che possiamo immaginare».
Mimmo Citarelli, invece, non si nasconde e annun-
cia con convinzione: «Io punto ad un campionato di
vertice senza timori e paure. Abbiamo già stilato una
lista di giocatori e ho chiesto uomini con certe carat-
teristiche: voglia e cuore. Di lavativi non ne voglio e
comunque con me non avrebbero spazio». Favorito
per la panchina gialloblu era Carmine Gautieri, che
è stato bruciato al fotofinish proprio dal tecnico
campano: «Ho collaborato due anni con il direttore
generale Nicola Crisano, quando ero al Procida. Sa
come lavoro ed è stato determinante il suo interven-
to per il mio arrivo in questa splendida isola» spiega
il mister. Dal punto di vista tattico Citarelli parte da
un elemento fondamentale: «Punterò sulla difesa
a quattro, ma i numeri sono solo numeri e contano
relativamente, l’importante è il gioco. La Serie D è
complicata, ma se uno ha allenato a Torre Annun-
ziata o al Savoia, può allenare dovunque, non solo
in Campania». Sarà dunque il tempo a stabilire se
la scelta è stata giusta oppure se era più opportuno
scommettere sull’ex giallorosso e tecnico nelle pas-
sate stagioni di Potenza e Olbia Gaut-
ieri.
L’Ischia affila le armi, mister Citarelli: “Puntiamo al vertice”
Citarelli (Foto Archivio)
Flavio Grisoli
Santina Pompermaier Responsabile
Calcio femminile Cr Molise: “Dobbiamofare i conti con una
mentalità maschilista”La Nazionale Femminile
(Foto Archivio)
19NUMERO 27 - 14 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Lo “schiaffo”, come lo abbiamo ribattezzato,
dell’AIAC alla LND il giorno della mancata
approvazione della modifica della Divisione
Calcio Femminile a Dipartimento della Lega
di Piazzale Flaminio, ha dato vita ad una serie
di polemiche molto aspre. La prima reazione,
che stiamo analizzando nell’inchiesta alle
pagine 8 e 9, è stata quella da parte della LND
di abolire il patentino per allenare dalla Prima
Categoria fino agli Juniores. Questo provve-
dimento è apparso più come una ritorsione
verso Ulivieri e compagnia che come una ri-
forma studiata a tavolino. Lasciando da parte
polemiche sterili che comunque rendono
bene l’idea di che livello abbia raggiunto la
classe dirigente calcistica italiana, nei giorni
immediatamente successivi all’Assemblea
della LND (datata 21 giugno) è stato ufficial-
izzato il commissariamento della Divisione
Calcio Femminile con a capo Carlo Tavecchio
dopo le dimissioni da presidente di Giancarlo
Padovan dopo due anni al vertice del calcio
in rosa. Una settimana fa, poi, il 6 luglio il
presidente Tavecchio ha dato vita al Comitato
Cosultivo della Divisione Calcio Femminile.
Questo nuovo organo, coordinato dal presi-
dente del Comitato regionale Calabria Anto-
nio Cosentino, avrà lo scopo di “comprendere
le esigenze del sistema locale e nazion-
ale”, come si legge nel comunicato ufficiale
della LND. Insieme a Cosentino, tre donne:
Elisabetta Cortani, Ida Micheletti e Santina
Pompermaier. Proprio con quest’ultima, re-
sponsabile del calcio femminile del Comitato
regionale Molise, cerchiamo di fare il punto
della situazione proprio partendo dalla co-
sitituzione di questo comitato: «Non ci sono
ancora le linee guida precise su cosa si dovrà
fare - esordisce la Pompermaier - perché al
momento si è provveduto solo alla costituzi-
one e alla nomina di chi ne dovrà fare parte.
Il nostro compito principale, comunque, sarà
quello di coadiuvare il commissario Tavecchio
nella sua azione». Quello che è certo, è che il
calcio femminile ha bisogno di un profondo
processo di riforma: «Dobbiamo avere mag-
gior contezza delle esigenze del territorio,
sviluppando le strategie per migliorare. Noi
abbiamo delle idee per le quali in questi ul-
timi anni i numeri non siano così favorevoli,
però le studieremo a tempo debito. Di certo
dovremo dare una sterzata, un’inversione di
tendenza». Quanto è stato “doloroso” dover
ingoiare il rospo della mancata creazione del
Dipartimento? «Si avrebbe avuta una ges-
tione interna della situazione, più controllata.
Comunque ci tengo a dire che il termine com-
missariamento è più brutto da pronunciare
e da sentir dire che nel suo effettivo signifi-
cato. Dobbiamo guardare sempre con fidu-
cia, e nella prossima riunione del Comitato
potremo definire una strategia più precisa».
Cosa si poteva fare e non si è fatto sotto la
gestione Padovan? «Non penso che sia un es-
ercizio giusto puntare il dito verso qualcosa o
qualcuno. Con il senno del poi sono tutti bra-
vi, l’importante è sapersi confrontare con co-
scienza critica con il passato, dando sempre il
meglio di sé. La cosa fondamentale - proseg-
ue Santina Pompermaier, molto disponibile -
è il territorio. I responsabili regionali e provin-
ciali sanno quali sono le difficoltà, e facendo
gruppo troveremo il bandolo della matassa».
Per concludere, un giudizio di natura sociale:
potrà il popolo italiano dare il giusto risalto
alla disciplina? «Noi purtroppo facciamo sem-
pre i conti con una mentalità maschilista, una
forma mentis che in Europa non ha riscontro.
Dovremo sgomitare e farci largo per riuscire
ad avere dei numeri che sappi-
amo potremo raggiungere».
All’interno delle Norme Organizzative
Interne Federali c’è il cosiddetto “pre-
mio di preparazione”. Esso matura all’atto
del primo tesseramento del calciatore come
“giovane di serie”, “giovane dilettante” o
“non professionista”. Per quanto riguarda
la normativa da analizzare questa è con-
tenuta nell’art.96 delle NOIF rubricato ap-
punto “Premio di preparazione” e dall’art.
49 e 50 CGS (norme che disciplinano e defi-
niscono la Commissione Vertenze Economi-
che). I soggetti che hanno diritto al premio
sono la società o le ultime due Società che
hanno avuto il calciatore tesserato nell’ar-
co delle ultime tre stagioni sportive. È da
tenere presente che qualora nella stagione
precedente a quella a cui avviene il tesse-
ramento a tempo indeterminato non risul-
ti alcun tesseramento federale, si perde il
diritto al premio. Altre condizioni per otte-
nere il premio possono così essere schema-
tizzate: le società appartenenti alla LND e
alla Lega Italiana Calcio Professionisti pos-
sono chiedere il premio di preparazione a
società appartenente a qualsiasi Lega. Le
società appartenenti alla Lega Nazionale
Professionisti “A” e “B” possono chiedere
il premio solo a società facenti parte della
stessa Lega. Il tesseramento del calciatore
per almeno un’intera stagione sportiva è
condizione essenziale per il diritto al pre-
mio. Per quanto concerne la prescrizione:
il diritto al premio si prescrive al termine
della stagione sportiva successiva a quella
in cui è maturato. La richiesta del premio
è consigliabile venga effettuata alla socie-
tà interessate a mezzo raccomandata A/R
da inviare, a pena di inammissibilità, entro
il 30 giugno della stessa stagione sportiva
successiva a quella in cui è stato effettua-
to il tesseramento con vincolo “giovane di
serie”, “giovane dilettante” o “non profes-
sionista”. In difetto, la società richiedente
potrà presentare ricorso in prima istanza
alla Commissione premi di preparazione:
non è prevista alcuna tassa per il ricorso
in prima istanza. Copia del ricorso va con-
testualmente inviata alla controparte a
mezzo raccomandata A/R. L’originale della
ricevuta della raccomandata va inviata alla
società controparte. Ultimo punto di que-
sto istituto riguarda la lettera liberatoria
concernente il premio di preparazione. Tale
eventuale lettera (su carta intestata della
Società richiedente, firmata dal Presidente
pro-tempore) attestante l’intervenuta tran-
sazione tra le parti, o la rinuncia al premio,
dovrà avere il visto di autenticità apposto
dal Comitato competente, provinciale o re-
gionale, della Società richiedente il premio,
presso il quale verrà depositato l’originale,
e dovrà pervenire alla Commissione premi
di preparazione prima della data della riu-
nione nella quale verrà presa la decisione al
riguardo. Se mancante di detto requisito, la
liberatoria non potrà essere presa in consi-
derazione.
www.studiolegaledelre.it
Dal campo al Foro
Guido Del Re
Il premio di preparazione (Art. 96 NOIF)
21NUMERO 27 - 14 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Dopo le eliminazioni di Tre Fiori (dalla
Champion’s per mano del Valletta) e Tre
Penne (dal primo turno preliminare di Europa
League dai serbi del Rad), il calcio sammarine-
se affida le sue residue speranze di raccogliere
un risultato positivo in àmbito internazionale
alla Juvenes/Dogana, vincitrice a sorpresa del-
la Coppa Titano nella stagione appena conclu-
sa sul monte Titano. Nel secondo turno preli-
minare di Europa League, i
titani se la vedranno (andata
il 14 luglio allo stadio Olim-
pico di Serravalle, con il no-
stro settimanale già andato
in stampa, e ritorno in terra
ex jugoslava il giovedì suc-
cessivo) con il FK Rabotnicki,
formazione macedone, che
nel primo round di qualifica-
zione hanno eliminato senza
troppi patemi d’animo gli
estoni del Narva Trans con
un 4-1 e un 3-0. Così come
per i campioni sammarinesi del Tre Fiori, che
hanno aperto un nuovo ciclo dopo l’addio di
Floriano Sperindio e l’avvento in panchina di
Paolo Tarini, anche per la Juvenes/Dogana la
nuova stagione si apre con un avvicendamen-
to in panchina: Luciano Mularoni è entrato a
far parte dello staff tecnico degli Allievi Nazio-
nali del Bologna, e così la società della piccola
enclave in territorio romagnolo lo ha sostituito
con Paolo Reciputi, classe 1969 di Bellaria, la
cui ultima esperienza è stata nell’Eccellenza
sulla panchina del S.Giustina S.Vito. Con il di-
rettore sportivo della Juvenes/Dogana Piero
Bronzetti cerchiamo di fare le “carte” a questa
sfida strizzando anche l’occhio alla prossima
stagione che si preannuncia, viste le tante no-
vità, ancora più avvincente ed equilibrata di
quella a cui abbiamo appena assistito: «Que-
sti - riferendosi ai macedoni - hanno vinto il
loro primo turno con due risultati abbastanza
eloquenti, sono professionisti che incontreran-
no dei dilettanti. C’è poco da fare». Anche qui,
come nei casi in cui abbiamo intervistato i tec-
nici di Tre Fiori e Tre Penne, c’è poco spazio per
l’ottimismo, e le dichiarazioni sono improntate
tutte al limitare al minimo i danni: «Cerchere-
mo di fare il meglio possibile - prosegue il diri-
gente della formazione sammarinese, che nel
suo palmarès annovera due Coppa Titano, nel
2009 e nel 2011 - anche considerando il fatto
che ci presenteremo con una squadra compo-
sta al 95% da ragazzi del nostro vivaio». Al di
là di tutto, questo particolare deve essere mo-
tivo di vanto per la società titana, che si mostra
agli occhi dell’Europa con i suoi prodotti e non
con ingaggi dell’ultimo momento per non cer-
care - talvolta con scarsi risultati in ogni caso
- di prendere le cosiddette “scoppole”: «Sì, è
proprio così - conferma Bronzetti - il nostro ap-
proccio è questo, poi vediamo quello che si ri-
esce a raccogliere». Un
commento sul nuovo
tecnico, Paolo Reciputi:
«Lo ritengo un bravo
tecnico, gioca con la
squadra molto corta, ed
è un buon motivatore.
Riesce ad infondere ag-
gressività, però contro
questi macedoni - che
nella loro rosa posso-
no contare su quattro
nazionali: Stojanov (3
presenze), Kumbev (9),
Manevski (2), Grozdanoski (il più esperto con i
suoi 48 caps in maglia giallorossa) - dobbiamo
fare molta attenzione, perché se ci scopriamo
troppo saranno dolori». Per concludere, uno
sguardo velocissimo al prossimo campionato:
con che velleità si presenterà la Juvenes/Doga-
na? «Potremo dire la nostra, anche se ci sono
squadre meglio attrezzate di noi al momento,
tipo il Tre Fiori e il Tre Penne. Però saremo sicu-
ramente in prima linea per lottare
per traguardi importanti».
La Juvenes/Dogana dopo la
vittoria della Coppa Titano
(Foto Pruccoli)
San Marino, ultime speranze Europee affidate alla Juvenes/DoganaFlavio Grisoli Campionato Sammarinese
23NUMERO 26 - 07 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u