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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma 1 EURo IL SETTIMAnALE dI A, B, LEGA PRo, d, CALCIo FEMMInILE E CALCIo A 5 Anno 2 - n° 41 11 noVEMBRE 2010 L L a a t t t t e e s s a a è è f f i i n n i i t t a a : : P P r r o o f f e e s s s s i i o o n n e e C C a a l l c c i i o o T T v v o o g g n n i i g g i i o o r r n n o o d d a a l l l l e e 1 1 9 9 . . 3 3 0 0 a a l l l l e e 2 2 1 1 . . 3 3 0 0 e e l l a a d d o o m m e e n n i i c c a a d d a a l l l l e e 1 1 4 4 a a l l l l e e 1 1 8 8 s s u u B B L L U U S S K K Y Y 9 9 2 2 6 6 ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 4 1

PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.41

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO II N.41

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 00143 Roma

1 EURoIL SETTIMAnALE dI A, B, LEGA PRo, d, CALCIo FEMMInILE E CALCIo A 5 Anno 2 - n° 41 11 noVEMBRE 2010

LL ’’ aa tt tt eess aa èè ff iinn iitt aa :: PP rr oo ffee ss ss ii oonn ee CC aall cc ii oo TT vv

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L’EDITORIALE dovuto prendere il

CF dopo i Mondiali.Scelte che non sonostate prese e chesolo per questomotivo restanodolorose. In Italiamanca l’autocritica,manca ai livelli piùalti della politica,manca tra noi gior-nalisti, manca tra lagente, pensate voicosa può succedereper diecimila euro almese nel mondo delcalcio. Per quanto ciriguarda, attendia-mo ancora l’incontrocon la ProcuraFederale e l’avvoca-to Cotugno che ciaveva chiamatoalcuni mesi fa. Noirestiamo in attesacon un’altra doman-da: ma i computeracquistati inSudafrica sono vera-mente scomparsi nelnulla una volta arri-vati in Italia?

In FIGC appare Kryptonite e scompaiono computer...di Massimiliano Giacomini

OMA -Allegato B

Seduta n. 391dell'8/11/2010...ATTI DI CONTROLLOPRESIDENZADEL CONSIGLIODEI MINISTRI

PIONATI. - AlPresidente delConsiglio deiMinistri. - Per sapere- premesso che:l'articolo 24 dellostatuto della FIGCprevede che ilConsiglio federale èil massimo organonormativo, di indi-rizzo generale e diamministrazionedella federazione;l'articolo 10 dellenorme organizzativeinterne dellaFedercalcio prevedeche le funzioni didirigente federale equindi di consiglierefederale siano nonretribuite e che sem-pre il comma 3 dellostesso articolo, pre-vede che i dirigentifederali non possonotrarre lucro dallaloro attività in ambi-to calcistico;il comma 2 dell'arti-colo 10 delle citatenorme contemplache i dirigenti fede-rali siano responsa-bili della rettitudinesportiva e moraledella loro condotta equindi esercitano talifunzioni in pienalibertà di coscienza,secondo le propriepersonali convinzio-ni;l'attuale presidentefederale, dottorGiancarlo Abete, ha

posto in essere 2contratti a variotitolo per l'assegna-zione annua di 130mila euro al consi-gliere federale presi-dente degli allenato-ri ed al presidentedell'associazione ita-liana arbitri,anch'egli consiglie-re federale;tali determi-nazioni pos-sono in qual-che modocondizio-nare le fun-zioni deidue citaticonsiglieri federali incaso di eventualedissenso dal presi-dente, determinan-do così il vulnus di uncripto condiziona-mento, derivantedalla paura di perde-re tali benefit;è oltremodo neces-sario ristabilire laperfetta collegialitàdell'organo federalepiù importante,chiamato a sceltedolorose, dopo levari eliminazioni cul-minate con l'elimina-zione dell'Italia dalmondiale di calcio,eliminando criptocondizionamenti incapo a soggetti chedevono autonoma-mente operare -:di quali elementidispone il Governosulla vicenda e se ilConi abbia esercita-to o intenda eserci-tare iniziative di vigi-lanza.(4-09300)Cripto condiziona-menti: dopo laKryptonite letaleper Superman, arri-vano i condiziona-menti, per dirla inparole spicce, di chisi mette in tasca bei

soldoni e poi dovreb-be avere la libertà el’onestà intellettualedi operare in manie-ra autonoma e schie-rarsi contro chi gli hariempito il portafo-gli. In definitiva ci si

chiede se ilConsiglioFederale

della

FIGC e alcunisuoi membri sianoliberi di pensare conla propria testa e noncon il proprio contoin banca. Visto quel-lo che è accadutodurante i ConsigliFederali di questaestate post elimina-zione dal Mondialesudafricano, ci appa-re difficile pensareche i membri delConsiglio siano sce-vri da condiziona-menti e, visti i con-tinui fallimentidelle Under italiane(l’eliminazione deiragazzi di Casiraghici è costata persinoil posto a Londra2012), e il silenziodei “consiglieri” èallarmante quantol’attaccamento allapoltrona del “nonlegato alle logichedella poltrona”Giancarlo Abete ealle dichiarazionifuori luogo e fuoricontesto del Vicepresidente “onni-p r e s e n t e ”D e m e t r i oA l b e r t i n i .L ’ O n o r e v o l ePionati parla discelte dolorose,quelle che avrebbe

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Numero 41 11 novembre 2010

2 Editoriale

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Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

DIRETTORE RESpONSABILE

Massimiliano [email protected]

AMMINISTRAZIONE:

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OMA - In questi mesi abbiamopiù volte evidenziato il malco-stume esistente nella gestione

Abete nella Federcalcio, ma maipensavamo che questa incresciosasituazione investisseanche il ConsiglioFederale. Secondo l’ar-ticolo 24 dello statutoFIGC il ConsiglioFederale è il massimoorgano normativo, diindirizzo generale e diamministrazione dellafederazione. Il comma 2dell’art. 10 delle N.O.I.F.(norme interne di orga-nizzazione federale) con-templa che i dirigentifederali e i consiglierifederali siano responsabili della ret-titudine sportiva e morale della lorocondotta e quindi esercitino tali fun-zioni in piena libertà di coscienzasecondo le loro perso-nali convinzioni.Ora, due

consiglieri federali di diritto, il presi-dente degli allenatori (Ulivieri) e ilpresidente dell’AIA (Nicchi), sono avario titolo sul libro paga dellaFederazione. Riteniamo che per ogni

persona onesta e di buonsenso sia difficile credere

che chipercepiscepiù di1 0 m i l aeuro almese nonp o s s ae s s e r econdizio-n a t on e l l osvolgi-mentod e l l es u e

funzioni, cosa che investe piena-mente i due citati consiglieri federa-li, in caso di eventuale dissenso dalpresidente. Questo in linea di dirittosi chiama il vulnus di un cripto-con-dizionamento, determinato dallapaura, forse anche inconscia (evogliamo essere buoni), di perderetali benefit.Ora noi denun-ciamo pubblica-mente alla com-missione digaranzia, alP r o c u r a t o r egenerale dellaFIGC e al CONI- a cui spetta lasorveg l ianzasu l l ’operatodelle federa-zioni - questa

situazione, con l’auspicio che chi di

di Robin Hood dovere intervenga per ristabilire laperfetta collegialità dell’organo piùimportante della FIGC, perseguendogli autori di questi sciagurati con-tratti ed eliminando i cripto-condi-zionamenti che violano l’art. 1comma 1 e l’art. 2 comma 1 delCodice di Giustizia Sportiva in capo asoggetti che devono autonomamen-te operare. Ma anche sotto l’aspettodell’applicazione delle decisioni dellagiustizia sportiva, la gestione Abetefa acqua da tutte le parti. I compe-tenti organi hanno da tempo delibe-rato che l’ex dirigente della JuventusMoggi sia da considerare radiatodalla FIGC. Per l’applicazione con-creta di tale decisione, occorre lapresa d’atto da parte del ConsiglioFederale. La pratica giace polverosanell’ultimo cassetto della segreteriapresidenziale di Via Allegri 14, enonostante che i mesi trascorranomolto velocemente, Abete non hanessuna intenzione di portare l’ar-gomento nel consesso federale echiudere così definitivamente la sta-gione di Calciopoli, almeno per

quanto riguarda la Federcalcio.Il solito dubbio

ricorrente ciassale di nuovo:ma chi si eradefinito paladi-no della legalitàe del rigorecome può per-mettere tuttoquesto??? Emeno maleche si erad e f i n i t od i f e n s o re

del rispetto delle regole della giusti-zia, altrimenti altro che Calciopoli!!!

In FIGC c’è il paladino della moralità...ma Calciopoli?“Il comma 2 dell’articolo 10 delle N.O.I.F. contempla che

i dirigenti e i consiglieri federali siano responsabili della rettitudine sportiva e morale della loro condotta

e quindi esercitino tali funzioni in piena libertà di coscienza secondo le loro personali convinzioni...

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Numero 41 11 novembre 2010

4 Voci dal Palazzo

...non possa essere condi-

zionato nello svolgimento

delle sue funzioni. Questo,

in linea di diritto, si chiama

il vulnus di un cripto-con-

dizionamento. Ma anche

sotto l’aspetto dell’applica-

zione delle decisioni della

Giustizia Sportiva...

...la gestione Abete fa

acqua da tutte le parti.

La pratica riguardante

la radiazione di Moggi

giace polverosa nell’ultimo

cassetto della segreteria

presidenziale”

...Ora, due consiglieri

federali di diritto, Ulivieri

e Nicchi, sono a vario tito-

lo sul libro paga della

Federazione. Riteniamo

che sia difficile credere

che chi percepisce più di

10mila Euro al mese...

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Numero 41 11 novembre 2010

6 Rubrica

OMA - Settimana di grandi polemiche,di discussioni, di Presidenti contro alle-natori o giocatori, mentre la nave fede-

rale affonda sempre più. Dopo la brutta figuranelle Coppe, siamo ormai terzi nel rankingeuropeo e la Francia incalza, ma Abete o chi peresso è in tutt'altre faccende affaccendato. Hatenuto banco (e chissà per quanto tempo anco-ra) lo scontro Garrone-Cassano, nel quale ilcosidetto “Genio di Bari vecchia” non si e'smentito, offendendo con parole forti il suodatore di lavoro. E credo che, nonostante l'insi-stenza dei tifosi, il pentimento (tardivo) diCassano e la mediazione di alcuni personaggi(avv.Bozzo in testa) il presidente che lo pagaprofumatamente stavolta sarà irremovibile,quindi si preannuncia un imminente divorzio.Moratti è nostalgico del suo Mou (che ha spre-muto la squadra sino al midollo) e se la prendecon Benitez, coi troppi infortuni, con lo scarsogioco della squadra, senza rendersi conto che la

colpa è solo sua: non ha rinnovato, non ha inve-stito (deve ripianare i troppi debiti accumulati)ed ora dà la colpa all'allenatore che oltretuttoha avuto il coraggio di lanciare (ed insistere) sualcuni giovani che sono il futuro della Società.D’altronde il petroliere si deve rendere contoche non sempre la ruota gira da una parte sola:ho il sospetto che il 2010/11 sarà un annomolto duro per i colori nerazzurri. Zamparinilitiga oggi pure domani con tutti, facendo esa-sperare sino alle dimissioni il bravo ds Sabatiniche aveva costruito una squadra giovane, quin-di senza immediati traguardi ma ben proiettatanel futuro. Se il patron dice che Pastore vale 60milioni di euro (cifra folle e fuori mercato), qual-che merito ce l'avrà chi lo ha portato aPalermo, o no? Le piccole, dopo una fulminantepartenza, si stanno via via smontando, ed entra-no nella loro dimensione: lottare per la salvez-za. Anche la capolista Lazio comincia a daresegni di cedimento e il ko del derby ne è unsegno; il Milan alterna ottime prestazioni (vedigara col Real Madrid) ad altre che se pur vitto-

riose (a Bari) mostrano evidenti scricchiolii spe-cie in difesa, ed il nervosismo dei troppi vetusticampioni (o presunti tali) emerge nel violentoalterco tra i pesi massimi Ibrahimovic eOnyewu. La Juve, anch'essa in affanno per imolti assenti, ha per lo meno il merito di lancia-re nell'OIimpo giovani promettenti (ottimo ildanese Soerensen al debutto). Delneri sa checon l'organico a disposizione non può lottaresu tre fronti ed in cuor suo (anche se non lodice) spera di uscire dall’Europa League, e con-centrarsi su Campionato e Coppa Italia. IlNapoli becca di brutto contro Gerrard e si rifàcol fanalino di coda Parma, spedito da PietroLeonardi in ritito punitivo sino alla prossima vit-toria (secondo me, sic stantibus rebus, ci staran-no per tutta la stagione…). Tra meno di duemesi ci sarà il mercato di riparazione: non viaspettate grandi movimenti, non ci sono piùquattrini e chi ha buoni giocatori se li tiene. Dueo tre allenatori però non vedranno questi cam-biamenti e a qualcuno andrà di traverso ilpanettone natalizio. Scommettiamo?

L’Italia in Europa è una Cenerentola, ma al Palazzo non importadi Mauro Gasperini

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8 Intervista

Elio Gustinetti: “L’Ascoli saprà risollevarsi”di Flavio Grisoli

OMA - Fatale fu Torino. L’esonero eraormai nell’aria, nonostante si fosse ten-tato fino all’ultimo momento di difen-

dere la posizione di un tecnico che, si può dire,non è molto fortunato in questi suoi ultimidue-tre anni di carriera. Elio Gustinetti, 55 annida Bergamo, non è più l’allenatore dell’Ascoli.La sconfitta subìta all’“Olimpico” di Torinonella scorsa giornata (2-1, dopo però che imarchigiani erano andati in vantaggio dopoappena un minuto con Moretti), è stata l’ultimagara che il tecnico ex Grosseto e Albinoleffe hadisputato sulla panchina della compagine bian-conera. Dopo le prime cinque giornate (duevittorie e tre pareggi), nessuno si sarebbe maiimmaginato un crollo verticale così inarrestabi-le (dalla sesta alla quattordicesima due pareggie addirittura sei ko). Ma le vicissitudine socie-tarie si sono intrecciate a quelle sportive,cosicché l’Ascoli ora si ritrova ultimo in classi-fica e con, per giunta, tre punti di penalizzazio-ne sul groppone per i ritardi nell’iscrizione alcampionato cadetto di quest’anno. «Non è faci-le spiegare il perché di un’inversione di tendenzacosì marcata - ci racconta Gustinetti, che conGrosseto e Albinoleffe ha sfiorato due volte lapromozione in Serie A, perdendo ai play-off inentrambe le occasioni - però dal giorno dellasconfitta interna con il Livorno (1-5 al “Cino e LilloDel Duca”), e con l’addio di Stefano Antonelli eVincenzo Mirra - rispettivamente direttoregenerale e direttore sportivo dei bianconeri - ilgiocattolo si è sfasciato. Inizialmente, senza dubbio,il motivo del calo è stato di natura emotiva, poisono sopraggiunti tanti infortuni. Volendo andare avedere il lato positivo della questione - prosegueGustinetti, che dal tono di voce traspare esse-re molto deluso per come si è evoluta la situa-zione ad Ascoli - abbiamo avuto modo di mette-re in mostra tanti buoni giovani, però nel contempoabbiamo perso quel pizzico di fortuna che ci avevaaccompagnato fino a quel momento, poi le certez-ze che ci eravamo costruiti, e di conseguenzaanche i risultati sono venuti meno». Anche se,sotto il punto di vista del gioco, la squadra nonha mai ampiamente meritato, a parte pocheoccasioni, i risultati negativi che sono arrivati:«No, sicuramente no. Il mio Ascoli ha sempre dispu-

messo più in difficoltà; poi l’Empoli di Aglietti, unasquadra molto compatta che concede pochissimoall’avversario». Sul Novara, invece? «Li ho visti gio-care un paio di volte, e mi sarebbe piaciuto affron-tarli (Gustinetti è stato esonerato proprio nellasettimana che portava alla gara contro la capo-lista. La partita, decisa da due rigori di Motta eLupoli, è terminata sull’1-1: sicuramente unabuona iniezione di fiducia per i bianconeri),però da quello che ho potuto vedere, credo sia dav-vero dura che riescano a mantenere quei ritmi finoalla fine della stagione. Il campionato è molto duro,e le altre avversarie potrebbero prendere le dovutecontromisure». Il sintetico del “Piola” è un van-taggio? «Mah, potrebbe anche esserlo, perchécomunque la superficie sintetica facilita il loro giocodi prima e in velocità. Però mi sembra che vinconoanche in trasferta - ride - quindi vuol dire che c’èanche dell’altro». Possibile, allora, che questeneopromosse siano così competitive fin dasubito? Oltre al Novara c’è il Varese di Sanninoche sta facendo benissimo, oltre che il Pescaradi Di Francesco, mentre stenta un pochino il

Portogruaro di Viviani, sicura-mente tra queste, la meno

attrezzata: «Bé, se andiamoa ripercorrere le passatestagioni, possiamo ricorda-re il Cesena, poi il mioGrosseto e il mioAlbinoleffe. Le neopromos-se hanno una carica incre-

dibile e un furore agonisticofuori dal normale. Se poi rie-

scono a mantenere i nervi saldidurante l’anno, possono anche

riuscire a fare il colpac-cio».

tato buone gare, e meritavamo sicuramente piùpunti, almeno 6 o 7. La penalizzazione non hainfluito sui risultati, perché era un qualcosa che ci siaspettava sarebbe arrivata». Nonostante l’ama-rezza, Gustinetti analizza a mente fredda quan-to accaduto in questi pochi mesi alla guidadell’Ascoli: «Al di là delle colpe, che poi hanno tuttiin egual misura quando i risultati non arrivano, allafine il primo a pagare è sempre l’allenatore.Sappiamo tutti che è così, ed è una variabile che siaccetta. Comunque, se devo essere sincero, eramolto più profonda la delusione in me in occasionedegli altri due esoneri (Albinoleffe e Grosseto). Ilpresidente Benigni ha preso una decisione quasiobbligata. Ha scelto un tecnico grintoso (Castori),che sono sicuro sarà in grado di risollevare le sortidella squadra, non appena avrà l’infermeria svuo-tata». Resta da chiedersi, a questo punto, qualefosse l’obiettivo che la dirigenza marchigianaaveva chiesto a Gustinetti: «Il mantenimentodella categoria, anche perché si erano avute moltedifficoltà economiche in estate che un po’ di scom-piglio l’avevano portato. Io, personalmente, sono aposto con la mia coscienza, anche perché ho avutola possibilità di lanciare e far conoscere al gran-de pubblico tanti giovani, che per un club comel’Ascoli rappresentano una grandissima risor-sa». C’è il problema del pagamento deglistipendi, ora: «Non mi voglio addentrare inqueste dinamiche, non mi sembra corretto.Dovrebbe chiedere a chi di dovere.Comunque, se l’Ascoli dovesse subire altripunti di penalizzazione per mancati paga-menti degli emolumenti, allora ci si dovràpreoccupare seriamente». Un commentosulle avversarie, in special modo su chipotrà lottare per la promozione fino allafine. Il Novara sta stupendo oltre ogniaspettativa sabato dopo sabato. Chi altrorimarrà in testa? «A parte ilNovara, sul quale però vorreifare un discorso a parte, iocredo che alla lunga ilTorino arriverà in fondo,perché ha una rosa net-tamente sopra lamedia. Poi, tra le squa-dre che abbiamoaffrontato, il Livornoè quella che ci ha

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Dopo un inizio di stagione positivo, i bianconeri sono letteralmente sprofondatiInfortuni e disagi societari alla base del crollo. E ora c’è anche la penalizzazione

Il tecnico appena esonerato dall’Ascoli si concede in una lunga intervista

(Foto Archivio)

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Numero 41 11 novembre 2010

9Intervista

Sasà Campilongo fa le carte alla Serie bwindi Riccardo Morgigno

OMA - Salvatore Campilongo detto“Sasà” è nato a Napoli il primo settem-bre 1961. Cresciuto nelle giovanili delle

vespe gialloblù della Juve Stabia, esordisce inserie A il 4 maggio 1980 con la maglia dellaLazio. Alto 176 cm, gioca come attaccanteanche con Avellino, Empoli, Mantova, Campania,Frattese, Salernitana, Brindisi, Casertana (41gol), Venezia, Palermo (9 centri), Turris,Frosinone (22 reti), Giugliano e Puteolana nel99/2000. Poi nel 2002 parte con la Casertana lasua nuova avventura in panchina, poi ArianoIrpino, Cavese, Foggia, Avellino ed Empoli. Congli azzurri toscani resta in sella fino alla chiama-ta dell’ex puntero di Napoli e Verona AlfredoAglietti, in precedenza mister della primaveradella Sampdoria. Il punto sulla cadetteria conCampilongo inizia proprio dal “Castellani” diEmpoli: «La serie bwin serve soprattutto per valo-rizzare i giovani e farli giocare il più possibile. Meglioi primi posti in Prima Divisione della Lega Pro chel’anonimato in bwin come stanno facendo Ascoli,Vicenza e Triestina. La Lega ha chiuso i rubi-netti da tempo ed ora i soldi sono sem-pre meno come le risorse per restare agalla. Ad Empoli ho allenato dei ragazzisplendidi come Fabbrini, un po’ leggerinocome Gasbarroni ma davvero forte, hadei numeri incredibili palla al piede,farà benissimo ne sono sicuro. AncheDumitru, ora al Napoli di Mazzarri,mi ricorda un certo Thierry Henry,ex bomber di Arsenal e Barcellona.Come il francese, anche Dumitruha forza fisica ed esplosività sullegambe. Spalle dritte e testa alta epiedi molto dolci ed educati. Eccocome devono fare le nuove socie-tà, prendere spunto dall’Empoli,dall’Atalanta e da quei vivai sem-preverdi». E la crisi dell’Ascoli?«Tutto è iniziato quando pochi mesifa è uscito di scena il ds Antonelli, lospogliatoio ha avuto dei seri problemivisto che una decina di giocatori fannoparte della sua scuderia, hanno uncontratto con Antonelli. È successo unmarasma da quando Antonelli ha salu-tato, erano partiti benissimo, come loscorso anno, poi una pesante sconfit-ta 1-5 col Livorno li ha bloccati men-talmente, come 12 mesi fa sempre in

saprà restare in alto e se lo merita tutto». Sullealtre big del torneo: «Il Livorno ha bisogno di unbomber come Bianchi o Succi. Uno forte, manca ungrosso attaccante di peso che affianchi Dionisi.Danilevicius non è all’altezza, non è quel tipo di can-noniere che dico io e poi Tavano deve riuscire acalarsi nuovamente in questa realtà dura e faticosadella cadetteria senza ripensare alla serie A, laRoma, il Valencia ed i grandi palcoscenici che havisto di sfuggita. Si deve concentrare e saprà torna-re il bomber che è. Il Pescara di Eusebio DiFrancesco ha bisogno di acquistare bene a gennaio.Sono in calo perché hanno gli uomini contati, la Bl’hanno fatta solo in pochi nella rosa del “Delfino”,solo Sansovini e pochi altri hanno già giocato que-sto tipo di campionato lungo e massacrante. A gen-naio ne inizia uno nuovo, il girone di ritorno sarà unanuova avventura. Anche per il Modena dell’ex lazia-le Bergodi: un duro lavoro lo aspetta, però può con-tare sulla tanta esperienza dei vari Bellucci e Luisi,oltre alla sua dopo anni di panchine in Romania sucampi molto caldi». Ma Salvatore Campilongonon era stato vicino alla panchina del Sassuolo?«Sì, infatti. A giugno avevo parlato con Bonato per-ché mi aveva offerto un biennale. Il Sassuolo ha unagrande società alle spalle come la Mapei del dottorGiorgio Squinzi (milanista anche lui comeRoberto Benigni dell’Ascoli) ma mi hanno delu-so perché dopo aver aspettato due-tre giorni senzache nessuno si rifacesse sentire. Tra le altre cose, ave-vano programmato già la mia presentazione astampa e pubblico, li chiamai e mi dissero che nonse ne faceva più nulla e che al mio posto era statocontattato Arrigoni, su consiglio di un certo ArrigoSacchi». Poi Arrigoni è saltato pocodopo…Quali sono le delusioni del campiona-to? «Senza dubbio il Torino ed il Sassuolo stannofacendo male. I tifosi rivogliono subito la serie A.Cairo ha speso tanti soldi anche quest’anno ma nonbasta, la pressione è immensa quando vesti il gra-nata. Al “Braglia” c’è poca gente che va a vedere ilSassuolo, poi nei play-off lo paghi questo gap con lealtre. Gregucci ha un compito difficile, anche se lasquadra che ha a disposizione è di prima fascia stadisputando un campionato anonimo, il 4-3 col Sienaè stata solo una vittoria fortunosa come dimostratopoi nel ko di Bergamo contro l’Albinoleffe diMondonico pochi giorni dopo». Chi invece ti stafacendo divertire di più, chi gioca il miglior cal-cio della serie bwin? «Il Novara, l’Empoli dei giova-ni di Aglietti ed anche il Varese mi piace molto». E ilPadova di Calori…«No, il Padova non mi esalta,anzi, devo dire che in casa fa bene ma in trasfertacambia pelle e non regge le insidie, non è continuo».

casa con il Sassuolo, anche in quel caso un ko inter-no devastante. Per questo, la fredda atmosfera al“Del Duca” ed il coinvolgimento di Benigni sempremeno pressante (è tifoso milanista e sbuccia allena-tori come castagne) il “picchio” ha salutatoGustinetti e accolto Castori. «Hanno preso Castori,una scelta forzata per motivi economici. Mi aveva-no cercato, poi ho rifiutato. Grande piazza, ma lasituazione della società mi ha fatto cambiare idea,hanno tanti problemi. Castori ha esperienza, ha fir-mato un contratto che in pochi avrebbero accetta-to. Torna nel giro, lui è tifoso bianconero, è nato aTolentino, avrà la carica giusta ma è davvero duratenere l’Ascoli lontano dalle sabbie mobili della zonaretrocessione». Oltre ai marchigiani, anche ilGrosseto di Moriero non decolla: «Ho rifiutatola panchina dei maremmani poco prima che chia-massero Checco Moriero sulla panchina al posto diApolloni fresco di esonero. Camilli è un presidenteche non bada a spese: paga, è preciso, ma non c’èun progetto serio, troppi cambi in panchina e la stra-tegia è quella di vivacchiare nella categoria senzapuntare in alto. Ho detto di no ad una grossasomma di denaro, un gran bel contratto con Camillima ripeto, non c’è un progetto a lungo termine, silavora poco con i giovani, i ragazzi del vivaio nonsono presi in considerazione. Le forzefresche in Italia hanno vita breve, pur-troppo». E la fuga del Novara? «Adifferenza del buio che c’è ad Ascoli, ilNovara fresco di promozione oraprova la fuga per arrivare in primaveraalmeno in zona play-off. Il miracolo nonesiste, è tutto frutto di lavoro, serietà e

programmazione. Certo, ancheun pochino di buonasorte, ma il gruppoè affamato,hanno fame

da vende-re, anzi non

la vendono anessuno e sono

sicuro che non crol-leranno. L’inverno è

duro da sopportare, icampi si fanno tremendi ma

nonostante Tesser non abbiauna rosa come Siena eAtalanta che sono due coraz-zate, dai campi di Novarelloalla voglia di mettersi inmostra dei vari Bertani,Gonzalez e soci, il Novara

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L’ex tecnico dell’Empoli, attualmente senza panchina, ci racconta come sta vivendo la cadetteria di quest’anno dando le sue pagelle. E ci racconta anche qualche retroscena

(Foto Archivio)

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Classifica

Sorrento 23Salernitana -2 21Spal -1 20Alessandria 19Reggiana 19Gubbio 19Lumezzane 19Pergocrema 16Sudtirol 16Cremonese 14Pavia 14Verona 13Spezia 12Bassano 12Como 12Monza 12Ravenna 11Paganese 10

1^ DIVISIONE GIRONE A

9 Gol: Paulinho (Sorrento, 2r)

8 Gol: Cipriani (Spal)

7 Gol: Ferrario (Monza)

MARCAToRI

Bassano-Gubbio 0-1Como-Cremonese 1-0Lumezzane-Paganese 2-0Monza-Sudtirol 3-4Pergocrema-Alessandria 1-1Ravenna-Reggiana 2-0Salernitana-Verona 2-1Sorrento-Pavia 0-0Spal-Spezia 1-1

12^ GIoRnATA 07.11.10

Alessandria-Salernitana

Como-Bassano

Cremonese-Paganese

Gubbio-Pavia

Ravenna-Lumezzane

Reggiana-Spal

Spezia-Monza (15/11)

Sudtirol-Pergocrema

Verona-Sorrento (1/12)

13^ GIoRnATA 14.11.10

Classifica

Nocerina 25Benevento 22Atletico Roma 21Gela 19Lanciano 18Taranto 18Foggia -1 17Cosenza 17Foligno -1 15Siracusa 14Juve Stabia 13Andrai 13Pisa 13Ternana 12Lucchese 12Cavese -5 11Viareggio 10Barletta 8

1^ DIVISIONE GIRONE B

8 Gol: Ciofani (Atl.Roma, 2r) Ciano (Cavese 2r)

7 Gol: Sau (Foggia)

6 Gol: Catania (Nocerina)

MARCAToRI

Atletico Roma-Andria 0-1Barletta-Benevento 1-1Cavese-Viareggio 2-0Cosenza-Lanciano 1-1Lucchese-Nocerina 0-0Pisa-Foggia 1-2Siracusa-Gela 2-0Taranto-Foligno 1-3Ternana-Juve Stabia 2-1

12^ GIoRnATA 07.11.10

Andria-Cosenza

Benevento-Cavese

Foggia-Ternana

Foligno-Barletta

Gela-Atletico Roma

Juve Stabia-Nocerina

Lanciano-Taranto

Siracusa-Pisa

Viareggio-Lucchese

13^ GIoRnATA 14.11.10

Classifica

Pro Patria 24Feralpisalò 22Pro Vercelli 21Tritium 21Sambonifacese 16Savona 16Canavese -2 15Lecco 14Valenzana 13Mezzocorona 11Montichiari 11Rodengo S. -1 11Virtus Entella 10Renate 10Sacilese 7Casale 7Sanremese 5

2^ DIVISIONE GIRONE A

9 Gol: Ripa (Pro Patria, 2r)

7 Gol: Fabbri (Lecco, 1r)

MARCAToRI

Canavese-Montichiari 2-1

Entella-Rodengo S. 2-0

Feralpisalò-Sanremese 1-0

Renate-Casale 2-0

Sambo-Pro Patria 2-3

Savona-Lecco 0-2

Tritium-Mezzocorona 2-0

Valenzana-Pro Vercelli 0-2

11^ GIoRnATA 07.11.10

Casale-Sambonifacese

Lecco-Canavese

Mezzocorona-Savona

Pro Patria-Tritium

Pro Vercelli-Feralpisalò

Rodengo Saiano-Montichiari

Sanremese-Renate

Valenzana-Sacilese

Riposa: Virtus Entella

12^ GIoRnATA 14.11.10

Classifica

Latina 22

Neapolis 21

Pomezia 20

Trapani 19

Melfi 15

Avellino 15

Lamezia 14

Milazzo 14

Brindisi 14

Matera 13

Aversa N. 13

Fondi 13

Vibonese 8

Campobasso 7

Isola Liri 5

Catanzaro -1 2

2^ DIVISIONE GIRONE C

6 Gol: Tortolano (Latina)

5 Gol: Ceccarelli (Brindisi)

Guazzo (Melfi, 1r)

Perrone (Trapani, 1r)

Grillo (Vibonese, 3r)

MARCAToRI

Catanzaro-Milazzo 0-2

Fondi-Brindisi 0-0

Isola Liri-Lamezia 2-3

Matera-Avellino 1-1

Melfi-Campobasso 1-1

Pomezia-Aversa 1-0

Trapani-Neapolis 1-2

Vibonese-Latina 2-2

10^ GIoRnATA 07.11.10

Avellino-Vibonese

Aversa-Milazzo

Brindisi-Catanzaro

Campobasso-Latina

Isola Liri-Trapani

Lamezia-Melfi

Neapolis-Matera

Pomezia-Fondi

11^ GIoRnATA 14.11.10

Classifica

Carpi 25

Carrarese 19

San Marino 17

Giacomense 15

L’Aquila 15

Prato 14

Chieti 13

Poggibonsi 12

Gavorrano 11

Bellaria 11

Sangio -4 10

Crociati N. 10

Celano 9

Fano 8

Villacidrese -5 7

Giulianova 6

2^ DIVISIONE GIRONE B

6 Gol: Cesca (San Marino)

5 Gol: 7 calciatori

MARCAToRI

Carpi-Chieti 2-0

Crociati N.-gavorrano 2-1

Giulianova-Celano 1-1

L’Aquila-Fano 1-0

Prato-Carrarese 2-0

San Marino-Giacomense 2-2

Sangiovannese-Bellaria 0-0

Villacidrese-Poggibonsi 4-1

10^ GIoRnATA 07.11.10

Bellaria-L’Aquila

Carrarese-Giulianova

Celano-San Marino

Chieti-Prato

Gavorrano-Sangiovannese

Giacomense-Carpi

Poggibonsi-Fano

Villacidrese-Crociati Noceto

11^ GIoRnATA 14.11.10

Le ClassificheNumero 41

11 novembre 2010

11Classifiche

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Numero 41 11 novembre 2010

12 PaganeseIl neo tecnico

Capuano, il ritorno: “Alla fine ci salveremo”di Stefano Santini

AGANI - Dalla serie A belga alritorno in Lega Pro, con la stessaconvinzione e lo stesso entusia-

smo. Eziolino Capuano è tornato a sede-re sulla panchina della Paganese seguen-do il suo cuore, la sua voglia e il suo istin-to. Obiettivo non facile: risollevare gliazzurrostellati dai bassifondi della classi-fica del girone A di Prima Divisione. Laricetta di Capuano è già scritta: «Perprima cosa dobbiamo lavorare per far cre-scere la nostra autostima. Ho trovato unasquadra paurosa, piena di dubbi. Invece dob-biamo avere solo certezze. Qualche risulta-to positivo certo ci potrà aiutare». Tra learmi che mister Capuano metterà incampo ci sarà anche l’esperienza che iltecnico salernitano ha acquisito nella suaavventura, breve ma intensa, in terrabelga alla guida dell’Eupen, dove è rima-sto solo per quattro giornate di campio-nato. «È stata un’esperienza bellissima -sottolinea l’allenatore della Paganese -potevano scegliere tanti allenatori ed allafine hanno scelto me. Che cosa è andatomale? Io sono fiero ed orgoglioso di essereme stesso, non ho mai permesso intromis-sioni tecniche e quindi non lo permetteròmai a nessuno, a qualsiasi livello e qualsiasisia la categoria. Questo è stato il problema.Certo c’è anche dispiacere - rimarcaCapuano - perché quella belga era unavetrina internazionale che ha fatto accre-scere il mio bagaglio tecnico e di conoscen-za, però in tutte le cose ci sono i lati positi-vi e negativi. Questa è stata un’esperienzalargamente positiva». Assaporare l’ariainternazionale ai massimi livelli non haperò affatto “imborghesito” EziolinoCapuano, che ci ha svelato i perché dellasua decisione di scendere di nuovo inLega Pro. «La Paganese un passo indietro?Niente affatto - dice il mister - un allena-tore deve avere le sue motivazioni, a pre-scindere da quale sia la categoria: io ho

anche nelle prossime gare di campiona-to, il mister ne è ben consapevole: «Ilnostro calendario sarà micidiale in questeprime partite sotto la mia guida. Ora arrivala trasferta contro la Cremonese, poi ilComo e quindi un’altra gara in esterna con-tro lo Spezia. Per il momento non guardoalla classifica, ma solamente ai migliora-

menti della squadra e alla fine faremo iconti. A Cremona - sottolineaCapuano - sarà un’altra battaglia

difficilissima, avremo una setti-mana in più di lavoro sullegambe e sicuramente questo cifarà migliorare ancora».Fanalino di coda in fondoalla classifica a quota 10,mister Capuano tenterà diregalare un altro sogno aitifosi salernitani, che sichiama salvezza. Una “mis-sione impossibile”, che nonsembra però tale agli occhidell’allenatore dellaPaganese. «Ho deciso di tor-

nare perché ne ero convinto econsapevole di quanto mi aspetta-

va. Ho accettato con entusiasmo. Al mioritorno sono stato accolto a furor di popo-lo: mi ha voluto tutta la società, perchédue anni fa ritengo di aver fatto il campio-nato più bello degli ultimi anni in C1 per ilcalcio paganese. In me tutto questo accre-

sce la responsabilità - aggiunge Capuano -ma penso di essere in grado di trasferire ilmio entusiasmo ai ragazzi e all’ambiente edi sopperire a qualche lacuna. Credo anchedi avere la giusta esperienza per ovviare allesituazioni negative che ci troveremo davan-ti». Poi l’auspicio finale, una convinzioneche solleticherà di certo i supportersalernitani: «Ho molta fiducia, cercheremodi crescere con costanza in ogni partita esono convinto che alla fine la Paganese sisalverà». Mister Capuano è tornato, econ lui tutta la Pagani calcistica torna asperare.

grandissime motivazioni, sono felice di esse-re tornato e so che mi aspetta uncompito difficilissimo, ma chenon mi fa paura». Nessunapaura quindi, anche se l’esordiosul campo non è stato deimigliori, con lo 0-2 subìto nellatrasferta contro il Lumezzane.Una sconfitta, però, in cuisecondo Capuanonon è tutto da but-tare, anzi: «Intre giorni equattro alle-n a m e n t in o np u o icambia-re lamentalitàdi un anno.Non rimprove-ro nulla allasquadra, semmaisolo il fatto didover reagire conpiù cattiveria alleavversità. Con ilLumezzane è stato un2-0 che però non havisto una squadra surclas-sare nettamente l’altra.Abbiamo fatto vederecose positive e subito duegol per degli episodi. Noiveniamo da una serie disconfitte consecutive - pro-segue il tecnico dellaPaganese - ed è innegabileche qualche problema esi-ste, altrimenti non sarem-mo lì in basso. Siamouna squadra molto gio-vane e che in questomomento ha anche tantiinfortunati e squalificati».La strada in salita proseguirà

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(Foto Archivio)

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Numero 41 11 novembre 2010

14 Juve StabiaIl personaggio

Mezavilla: talento, polmoni e concretezza di Alessandro Zoppo

OMA - Maringá, sud del Brasile.Stato del Paraná. Oltre le spiaggeassolate e le grandi cascate, il pallone

che viaggia sulla terra di campetti polvero-si. I rami di mate e araucaria accarezzanoi sogni di tanti ragazzi, alle prese con ilgioco più bello del mondo. Tra que-sti, tra “chi ce l’ha fatta”, trovaposto Adriano SartorioMezavilla. Centrocampistadella Juve Stabia tuttocuore, geometrie epassione, vive e giocada quasi dieci anni nel nostroamato e odiato Belpaese.Amato perché il calcio è sem-pre al centro dei nostri inte-ressi, tra discorsi al (e da) bar,discussioni spesso furiose,“cuori” che esplodono e pas-sioni sfrenate. Odiato perchéproprio il “fútbol” (e ilsistema che lo circonda)genera il peggio delnostro essere. Tra gelosieinsensate, incarichi tenuti stretti comeun’agognata santità e arroganze da primadonna. Avremmo voluto sentire Adrianoper raccontarvi la sua storia, personale e disquadra. Purtroppo la Juve Stabia non fa rila-sciare interviste telefoniche ai propri calcia-tori. Ne prendiamo atto. Restiamo solostraniti di fronte alla negazione, perché lasquadra campana - con tutta la storia ed ilrispetto che nutriamo verso il team guidatoda un allenatore d’esperienza come PieroBraglia - non è certo l’Inter o il Barcellona.Comunque sia, l’approdo di Mezavilla inItalia è datato 2001/2002, quando il centro-campista arriva in C1 al Lanciano. Con lui,altri due brasiliani: Ferreira Pinto e PauloJorge Cassova Ribeiro. Un’esperienza chedura quattro anni e che Adriano ricorderàdi sicuro con grandissimo affetto. Il 2005 èl’anno del passaggio di categoria, dalla C alla

della Lega Pro si sta rive-lando abbastanza

equilibrato, nono-stante i tentativi difuga di Nocerinae Atletico Roma.La Juve Stabiapaga un anda-

mento disconti-nuo e le difficoltànel fare risultatoin casa rispettoa l l e

tras fer te .Forse il sin-tetico del“Romeo Menti”rappresenta un proble-ma anche per gli stessicalciatori campani.

L’inizio di campionato è stato difficile: lesconfitte contro Cosenza e Foligno hannosubito alimentato malumori, spenti dalle vit-torie con Barletta e Siracusa. Poi prestazio-ni difficili da inquadrare, dallo 0-2 con ilFoggia di Zeman all’1-0 in trasferta propriosul campo dell’Andria BAT. Mezavilla stentaad adattarsi, Braglia compie una scelta deci-siva nella gara di Coppa Italia control’Aversa Normanna: lo arretra di posizio-ne, quasi una sorta di libero di centrocam-po. In questo modo sfodera prestazioniall’altezza, dando sicurezza e grinta alladifesa e combattività in mezzo al campo.Un ruolo che gli si adatta, tanto chenella partita contro il Lanciano, causal’infortunio di Molinari, viene addirittu-ra sperimentato centrale difensivo. È ilmomento in cui si avvicina la forma

migliore: pagato lo scotto di non averfatto il ritiro, la sofferenza iniziale deve

lasciare il posto alla serenità. La stessa placi-dità d’animo che ci auguriamo possa ritro-varsi nella dirigenza e nell’ufficio stampadella Juve Stabia.

B con il Catania. Un trasferimento che durapoco, soltanto sei mesi. Non senza qualchesporadico ritorno e soprattutto non senzaqualche rimpianto, specie pensando al futu-ro in A degli etnei. Magari proprio perché leesigenze tattiche di Stefano Baldini e Walter

Zenga prima e Gianluca Atzori poi nonerano compatibili con le caratteristiche delgiocatore. Al quale i tecnici preferiscono

calciatori come Mariano Izco e CristianLlama (per un brasiliano la vita è durain una “colonia” di argentini). La pale-stra prosegue fino al 2009, accumulan-do presenze e piazze importanti come

Perugia (dove ha qualche screzio con i tifo-si della “Nord”), Cesena e Pisa. Dal CentroNord scende poi in Puglia, giocando traTaranto e Andria, dove suscita le ire dei sup-porters della ex Fidelis, quando viene accu-sato (in un Taranto-Andria finito 1-0) di aver“regalato” la salvezza ai rivali rossoblu fal-lendo un gol incredibile a

pochi centimetridalla porta (vuota)su cross del com-pagno Chiaretti.

Infine l’approdo ad ini-zio stagione aCastellamarecon le vespegialloblu. Unambiente inq u e s t os e n s oideale perchi hapolmonicapienti,con lapalla trai piedi saragiona-re e sasoprattutto antici-pare “di testa” imovimenti deglialtri. Il girone B

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Numero 41 11 novembre 2010

16 Intervista

Pro Patria, Tesoro vuole la promozioneIl presidente dei bustocchi ci racconta il suo punto di vista su questo avvio

di campionato dell’Aurora: “Mister Novelli è fra i migliori nella gestione del gruppo”di Fabiola Rieti

OMA - Dal fallimento di due anni fa,alla retrocessione della scorsa sta-gione fino al primo posto in

classific:a: è la favola che sta vivendo l’AuroraPro Patria del presidente Antonio Tesoroche guarda le sue dirette avversarie dall’altodei suoi 24 punti. Dopo la prova di forzacompiuta contro la Sambonifacese intrasferta, la squadra di Busto Arsizio mostradi avere le idee chiare e di voler raggiungerela promozione. Il mister Raffaele Novellipuò essere soddisfatto del caratteremostrato dai suoi giocatori visto che, inpiena emergenza a causa delle squalifiche diBenedetti, Cristiano e Ripa, ha portato acasa la vittoria con un 2-3, grazie ad unadoppietta di Mario Pacilli. «La fame e la voglia

Saiano e la Canavese, rispettivamente con 1e 2 punti, ma il presidente Antonio Tesoroha commentato la situazione finanziariadella Lega Pro in questo modo: «La Lega Prorichiede investimenti ingenti per campionatiambiziosi, ma non si hanno grossi introiti. Ci sonogli abbonamenti, però anche l’anno in cui la ProPatria ha sfiorato la serie B e c’era molto entu-siasmo, questi non sono stati sufficienti. Gli emol-umenti offerti dalla Lega poi non sono granchésignificativi. Non c’è molta visibilità e gli sponsor- prosegue Tesoro - con la crisi economica chec’è latitano e quindi diventa difficile far quadrarei conti. Lo scorso anno, ad esempio, non abbi-amo raccolto molto, circa 600-700mila euro diricavi». Antonio Tesoro però punta in altoper il suo team: «Il nostro obiettivo è la pro-mozione ed anche la società sta valutando lemosse migliori per raggiungere questo scopo».Le parole del presidente lasciano presagireun impegno importante per ripartire e percostruire un grande futuro per questasquadra. Già con la campagna acquisti esti-va, il presidente dei biancoblu aveva rin-forzato il gruppo con cinque nuovi acquisti:Davis Nossa, Ilario Aloe, Nicola Cintoi,Alberto Artuso e Giampaolo Calzi. I giovanitalenti inseriti e una rosa che conta ben 25giocatori assicurano una panchina lunga adisposizione del mister Novelli. La prossimapartita vedrà l’Aurora Pro Patria impegnatacontro una diretta inseguitrice, la Tritium. Lasquadra rivelazione di mister Stefano Vecchi,che insegue la vetta a 21 punti. Il presidenteAntonio Tesoro sostiene la sua Pro Patria:«La Tritium è la sorpresa del campionato e laforza di questa squadra è certamente il gruppo,perché sono giocatori che lavorano insieme damolto tempo e sono affiatati tra loro, ma noidobbiamo rimanere concentrati». Il team diMister Novelli dal canto suo proverà a farvalere il fattore campo, ma è una sfidainsidiosa visto che l’Aurora Pro Patria ha giàaffrontato la neo promossa Tritium per ilterzo turno di Coppa Italia rimediando unfaticoso pareggio.

di vincere è la forza di questa squadra, l’annoscorso eravamo “viziati” e infatti abbiamo paga-to i nostri errori con la retrocessione - ha spie-gato il giovane presidente Antonio Tesoro,pugliese di origine e bustese di adozione -ma la società ha compiuto uno sforzo tenendoi suoi pezzi più pregiati Vincenzo Sarno eFrancesco Ripa che sta confermandosi con deinumeri importanti 9 goal in 9 partite. Siamosicuramente tra le squadre meglio attrezzatedel girone». Il presidente Tesoro elogia illavoro dell’allenatore che si ispira a Zemaned è quindi garanzia di un bel calcio: «Hoscelto Novelli personalmente per il suo impor-tante pedigree e perché è tra i migliori nella ges-tione della squadra e del gruppo ed è forte-mente motivato. Questo campionato vede unabbassamento complessivo del livello di compet-itività: non ci sono più le grandi armate e certa-

mente anche i fallimen-ti hanno contribuito aquesto, quindi è un cam-pionato diverso», com-menta AntonioTesoro sull’avvio diquesto campionato2010/2011, chepotrebbe vedere laconsacrazione dellasua squadra con unapromozione nellaPrima Divisione.Dopo i verdetti dellaC o m m i s s i o n eD i s c i p l i n a r eNazionale sui deferi-menti per irregolaritàamministrative, sonoarrivate le tantotemute penalizzazioni.Nel girone A dellaSeconda Divisione,dove è impegnatal’Aurora Pro Patria,sono state penalizzatesolo il Rodengo

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Antonio Tesoro, presidente dell’Aurora Pro Patria (Foto Archivio)

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Numero 41 11 novembre 2010

17ChietiIl personaggio

Bifulco, le ambizioni di un numero unoL’estremo difensore dei neroverdi abruzzesi traccia il punto del campionato“Quest’anno vorrei riuscire ad arrivare ai play-off e so che ne siamo capaci”

di Sara Sbaffi

OMA - È il primo uomo di unasquadra di calcio, quello che nonpuò sbagliare e spesso è giudicato

colpevole dei gol subìti, il suo è il ruolopiù importante: tutto questo è ilportiere. Marino Bifulco, nato a Pescaranel 1982, è il portiere del Chieti. Il calcioè sempre stato la sua passione fin dabambino quando giocava nel settore gio-vanile del Pescara. Ha passato cinqueanni all’Angolana, di cui tre di Eccellenzae due in Serie D, ed è la società di CittàSant’Angelo quella a cui Bifulco è rimas-to più legato: «Ogni squadra mi ha lasciatoqualcosa, in particolare l’Angolana perché èstata la mia prima esperienza in primasquadra, anche a Valle del Giovenco sonomolto affezionato perché con loro ho esor-dito tra i professionisti». Infatti nellasquadra di Pescina ha trascorso duestagioni, passando però dalla Prima allaSeconda Divisione. Il giocatore verden-ero non riesce a scegliere tra i variallenatori avuti quello preferito: «APiccioni sono molto legato a livello umanoperché abbiamo vinto il campionatod’Eccellenza. Ma anche con Cappellacci ePerrone (con cui ho vinto la SecondaDivisione) ho un bel rapporto. Comunqueda portiere ho un legame più stretto con ilpreparatore dei portieri: mi ha dato tantoPanei che mi ha cresciuto fin da piccolo eora al Chieti con Zambardi mi trovo bene».La squadra della cittadina abruzzesearriva da una formidabile stagione(2009/2010), in cui si è assistito allabella rimonta dei ragazzi di misterVivarini che hanno concluso il campi-onato al primo posto del girone Fdell’Interregionale, ottenendo così lapromozione in Seconda Divisione.Dopo soli quattro anni di permanenzatra i dilettanti la società teatina è torna-ta in Lega Pro. Quest’anno il Chieti sta

Valle del Giovenco in Prima Divisione, inparticolare alla sconfitta ai play-out con-tro il Foggia che li ha portati alla retro-cessione. Ogni portiere ha il suo modoper cercare la concentrazione e le moti-vazioni per essere pronto alla partita:«Dal martedì comincio ad informarmi sullasquadra avversaria, soprattutto sui tiratori egli attaccanti e con il mio allenatore studiole varie situazioni di gioco. Tuttavia, a livellomentale, ci sono certe partite come quellecontro le squadre più forti e le prime in clas-sifica in cui non c’è bisogno di pensarci trop-po, la concentrazione viene da sé». A 29anni, Marino Bifulco può essere consid-erato un giocatore d’esperienza: «Riescofacilmente a trovare la concentrazione, sonopiù maturo e non mi faccio distrarre». Ilruolo del portiere è diverso da quellodegli altri giocatori, ha un allenamentodifferenziato, si trova in una zona delcampo limitata, i tempi di reazione perintervenire sono ristretti, per intrapren-dere questa strada bisogna possederedelle doti caratteriali ben precise:«Innanzitutto ci vuole una forte personal-ità, si è soli contro tutti e ci vuole moltoequilibrio. Bisogna essere consapevoli cheun errore decide una partita e prima o poil’errore arriverà, e in tal caso devi esserebravo a restare con i piedi per terra e nonfare drammi. Ci vuole un grande carat-tere». Lavoro arduo per un portiere èriuscire a mantenere la concentrazionein quelle situazioni in cui la propriasquadra è sempre in attacco: «Sono pro-prio quelle le partite più difficili. Magari tiarriva un unico pallone in tutta la partita edevi riuscire a trovare le giuste misure.Soprattutto quando fa freddo è anche peg-gio. Un portiere, però, che riesce arimanere concentrato in queste situazioni èmolto più bravo di uno sempre sotto pres-sione: sono queste le cose che fanno la dif-ferenza e portano a stabilire chi è un cam-pione vero».

conducendo un discreto campionato,portandosi verso i primi posti della clas-sifica, anche se il cammino è ancoralungo. Bifulco, però, non è del tutto sod-disfatto dei risultati ottenuti finora:«Personalmente sono molto ambiziososoprattutto per quanto riguarda il calcio.Abbiamo perso punti dove non lo avremmomeritato. Quattro o cinque punti in più cimancano, però ci rifaremo». Il numero unodel Chieti ha ben chiari i suoi obiettivi:«Quest’anno vorrei arrivare ai play-off efarò di tutto per riuscirci. Anche se l’obietti-vo iniziale era la salvezza sono convinto chepossiamo giocarci gli spareggi promozione.Mi piacerebbe molto andare in PrimaDivisione, vista la passata esperienza che miha lasciato l’amaro in bocca». Bifulco siriferisce all’esperienza passata al Pescina

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Il portiere del Chieti Marino Bifulco (Foto Sito Ufficiale)

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Numero 41 11 novembre 2010

19Il caso penalizzazioni

Penalizzazioni, stangate Cavese e Villacidrese

di Flavio Grisoli

OMA - Sono finalmente arrivate ledecisioni della CommissioneDisciplinare Nazionale sui deferimen-

ti per irregolarità amministrative delle socie-tà di Lega Pro. In Serie bwin l'Ascoli ha rice-vuto 3 punti di penalizzazione, ottenendoneuno in meno rispetto alle richieste dellaProcura. Cavese e Villacidrese: 5 punti;Sangiovannese: 4 punti; Salernitana eCanavese: 2 punti; Spal, Foggia, Foligno,Rodengo Saiano e Catanzaro: 1 punto.L'Avvocato Edoardo Chiacchio, che difende-va le ragioni della Cavese, è molto soddisfat-to dell'esito: «Bisogna guardare questa pena-lizzazione in relazione a quelle inflitte alle altresocietà che, a parte la Sangiovannese (che haottenuto due punti di "sconto"), sono statemassacrate. Il nostro impianto difensivo ci face-va ben sperare, però sono certo che la Corte èstata, diciamo, influenzata, dal contesto genera-le, e quindi non si sono sbilanciati più di tanto».Ora spazio ai ricorsi: «Sì, la sentenza è appel-labile alla Corte di Giustizia Federale in via d'ur-

re ed essere solidali con chi non guadagna imilioni come loro». Sul problema dell'inqua-dramento dei calciatori (lavoratori dipen-denti o autonomi), Macalli è chiaro: «Ci sonodelle regole giuslavoristiche che non si possonosuperare. Il problema non è l'emolumento, mala subordinazione in sé. Se il contratto parla diun do ut des, cioè un dare-avere, è subordinazio-ne. Forse, se proprio vogliamo andare a vedereil capello, andrebbe individuato un nuovo tipo dirapporto lavorativo specifico per i calciatori, epoi modificare la Legge 91, e altre cose. Ma setu sei un lavoratore dipendente, devi comportar-ti come tale e attenerti agli accordi». Sullo scio-pero paventato dall'AIC: «Ripeto, non dobbia-mo fare i facili demagoghi indignandoci sul fattodegli emolumenti. E' un discorso di contrattazio-ne collettiva e delle norme di cui si discute, chepossono portare a degli scontri». Un'ultimaprovocazione: ma se l'AIC avesse iniziato lacontrattazione dalla Lega Pro e si fosseroincontrati gli stessi problemi, la componentedi Serie A avrebbe alzato gli scudi? «Sono per-sonaggi che fanno solo i loro interessi, e non glie-ne frega nulla di chi sta sotto di loro».

genza. Entro tre giorni si saprà che avrà presen-tato ricorso, e in tempi brevissimi ci sarà il ver-detto». Non può essere mai soddisfatto unpresidente di Lega quando vede la mannaiadella Commissione Disciplinare cadere sulleproprie iscritte. Soprattutto se si tratta diirregolarità amministrative. Ma lo si sapevagià da questa estate, nel bollente rincorrerealla fideiussione e alle liberatorie, quindisotto questo punto di vista, si era quanto-meno preparati. Il bello però viene ora, per-ché dal 15 novembre partono i controllidella Co.vi.Soc. sui conti delle società. E poiil contratto collettivo dei calciatori, chetanto sta facendo parlare televisioni e gior-nali, ma che ancora non riguarda Lega di B eLega Pro. Di tutto questo abbiamo parlatocon il presidente della Lega Pro MarioMacalli: «So che c'è grande difficoltà. A questepenalizzazioni eravamo preparati, le società losapevano da sole che sarebbero andate incon-tro a questo. Ora partono i controlli fiscali, con-tributivi e salariali, e vediamo che succede».Che succederà? Ci sono alle viste altrepenalizzazioni? «Siamo in una condizione digrande rischio, purtroppo. Se pensa che c'ègente che non ha nemmeno i soldi per pagarel'acqua calda corrente, come può mantenere invita una società di calcio professionistica peruna stagione intera? Poi oggigiorno di miracolise ne vedono ben pochi in giro. A fine stagionecredo proprio che ci sarà da piangere. Poi vedia-mo se con le riforme che sono allo studio sipotrà migliorare qualcosa». Sul contratto col-lettivo dei calciatori, Macalli è molto durosoprattutto con Massimo Oddo: «Si è inizia-ta una trattativa tra AIC e Lega di A con alcuneproblematiche sul tavolo che sono comuni sia aloro che a noi. Solleciterò l'Associazione ItalianaCalciatori a cominciare la discussione anche connoi. Poi ci sono personaggi, come MassimoOddo, che non sanno nemmeno cosa dicono.Istituire commissioni separate a seconda dellacategoria? Sono assurdità, qui si parla di pastic-cioni che non sanno nemmeno cosa dicono esono perciò senza credibilità. Che lui e quelli chedice di rappresentare pensino magari ad aiuta-

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La formazione di Cava de’ Tirreni ha ottenuto ben tre punti di “sconto” grazie all’avv. Chiacchio“Vista la situazione generale, è un ottimo risultato”. Macalli: “A fine stagione ci sarà da piangere”

L’avvocato Edoardo Chiacchio ha ottenuto un altro successo professionale

(Foto Archivio)

La Commissione Disciplinare Nazionale ha emesso i suoi verdetti: è il primo bagno di sangue

Il presidente della Lega Pro Mario Macalli(Foto Archivio)

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Numero 41 11 novembre 2010

20 TrentoIl personaggio

Stefano Lorenzi, il baluardo giallobludi Luana Rocca

OMA - È arrivato il momento di tirarefuori gli artigli e di non cadere nella trap-pola della demoralizzazione. Un campi-

onato quello del Trento non proprio idilliaco,con un ottimo esordio ma dal proseguimentoabbastanza tortuoso, che porta la squadra gial-loblu a rimboccarsi le maniche, o meglio, adallenarsi al massimo per ritrovare la giusta stra-da e risalire nella classifica. È arrivato anche ilmomento di far vedere alle altre squadre diSerie D e, in particolare a quelle del girone B,che il Trento non ha proprio intenzione dirimanere indietro e finire questo Campionatorimanendo negli ultimi posti. A crederci fino infondo è il giocatore più anziano della squadra:Stefano Lorenzi. Classe 1977, un difensore daltrascorso un po' sfortunato che a causa di alcu-ni infortuni è stato costretto a scendere di duecategorie e a ritrovarsi nel Trento dopo la sca-

rientrino tutti gli infortunati, ma possiamo farcela».Per quanto riguarda la carriera di Lorenzi, il suotrampolino di lancio è stata l'Atalanta, attraver-so la quale si è formato e che non ha maidimenticato: «La considero come la mia mamma.Mi ha cresciuto e formato essendoci stato all'incirca15 anni. Parlare di questa squadra mi emoziona tut-tora e ne sono un grande tifoso». Alla fine deglianni '90 ha disputato anche una stagione inSerie B e due in Serie A sotto la guida del tec-nico Giovanni Vavassori, che lo aveva allenatoanche nelle giovanili. E sarà il 4 febbraio del2001 a realizzare il suo primo goal in Serie A nelcorso della partita Atalanta-Juventus.Un'esperienza da ricordare che, purtroppo, acausa di infortuni si è interrotta troppo presto:«Ho iniziato presto e ho vinto campionati in tutte edue le serie. È stato quindi un crescendo che hamigliorato la mia posizione, ma sfortunatamentenegli anni 2000 ho avuto una serie d’infortuni chemi hanno bloccato e fatto scendere di categoria». Einvece della serie bwin di quest'anno cosa nepensa? «La cadetteria è sempre particolare, un bel-lissimo campionato perché ha anche la mentalitàgiusta e non ha rivali. Ci sono delle squadre chepotrebbero portare a delle sorprese. Poi, comunque,bisogna lottare fino alla fine, fino all'ultima giornata».La passione per il calcio è sempre forte enonostante il cambiamento di categoria, questocalciatore che ricordiamolo, è originario diCalcinate, si trova dall'estate di quest'anno nelTrento: «Mi trovo abbastanza bene e inoltreessendo il più anziano sento di avere molta respon-sabilità per questi giovani. Ho una grandissima pas-sione per il calcio che mi porta ad amare anchequeste categorie». Nuova città, nuova squadra,nuova categoria e nuovi compagni, un cambia-mento quello di Stefano Lorenzi che haaccettato senza pensarci più di tanto e per ilfuturo: «Non ho più grosse aspettative, ormai accet-to qualsiasi cosa mi capiterà nei prossimi 5-6 anni».

denza del contratto con la Spal, la società mili-tante nel campionato di Prima Divisione doveha disputato il campionato da titolare. Lasquadra trentina ha però dei grossi problemianche dal punto di vista societario che hannoportato il presidente Fattinger a dimettersi.L’ormai ex numero uno dei trentini però rassi-cura che non ha proprio intenzione di lasciarela società con dei debiti e spera che prestoqualcuno proseguirà il suo percorso. Dimissioniche hanno lasciato di stucco tutti, come lo stes-so Stefano: «Ci ha preso un po' tutti di sorpresa, malo sapevamo che ha vissuto delle stagioni non facilis-sime. Io personalmente sono molto stupito perchéessendo arrivato da poco non pensavo che la situ-azione fosse così difficile. Ora però aspettiamodicembre, nella speranza che arrivi al più prestoqualcuno che rilevi il Trento». Secondo lei è anco-ra lunga la strada iniziata dal presidente per fartornare il Trento tra i professionisti? «No, secon-do me è vicinissima. Il problema è che dobbiamo

fare chiarezza e trovare personeche vogliono il Trento risolven-done tutti i problemi. Pensoinoltre che con gli elementi giustipossiamo farcela». Una societàe un campionato quindi darisollevare: «Siamo partiti beneperò ci sono state una serie dicose, come appunto i problemisocietari e infortuni che hannofatto mancare due-tre giocatoriimportanti per la squadra. Non èstato e non è facile». Ma il difen-sore gialloblu non ha propriointenzione di gettare laspugna, anche se con cautelaammette le difficoltà ancorada affrontare: «Sicuramentedobbiamo ancora soffrire altredue o tre partite e sperare che

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L’esperto difensore è pronto a risollevare le sorti di un Trento che sta incontrando moltedifficoltà in questo inizio stagione: “Dobbiamo lottare fino al 90’ dell’ultima giornata”

Stefano Lorenzi (Foto Archivio)

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Numero 41 11 novembre 2010

22 Intervista

ADOVA - L’appetito vien mangiando eper il San Paolo Padova del presidenteAntonio Barella, dopo la vittoria contro

il Venezia, ecco un nuovo successo che fa sogna-re i propri sostenitori con la “doppia v” controil Treviso. Risultati niente male per il primo annodi Serie D del San Paolo Padova nato que-st’estate dalla fusione tra l’Albignasego (SerieD) e il San Paolo (Eccellenza). Risultati tecnici aparte, il buon esito della fusione, e il lavoroorganizzativo che prosegue alla grande, sono irisultati più graditi al presidente: «Non è stato perniente facile mettere in piedi questa nuova società,la stagione sta proseguendo nel migliore dei modianche se già sappiamo che non potremo avere pertutta l’annata questa continuità di risultati.Continuità che è stata il nostro forte nella miagestione societaria di tutti questi anni». Nell’ultimodecennio, infatti, il presidente Barella ha fatto lastoria dell’Albignasego, lo scorso anno in SerieD, rilevandolo dalla Seconda categoria e conqui-stando, dopo una cavalcata incredibile, quattropromozioni tra il 2005-2008. Lo scorso anno inSerie D, da neopromossa, la società padovanaha chiuso al dodicesimo posto, ma prima che lastagione finisse Barella aveva già annunciato iltrasferimento in città. Uno spostamento della

squadra dovuto naturalmente per delle ragionieconomiche che il presidente non ha problemiad ammettere: «La prima ragione è sicuramenteanche quella del mio essere un padovano purosan-gue che ha avuto la possibilità di prendere unasquadra in un comune nel padovano, l’Albignasego.E poi naturalmente ci sono dei motivi legati soprat-tutto alle strutture sportive che non ci soddisfaceva-no più vista la categoria in cui stiamo militando. Nonho molti dubbi nel capire che la gestione comunaleva ad una velocità diversa rispetto a quella dellesocietà sportive. L’anno scorso non avevamo più unostadio, una tribuna coperta, dei campi sintetici osemplicemente dei terreni sui quali potersi allenarediversi da quelli della domenica. Tutto questol’avremmo potuto avere nel giro di sei-sette anni manon c’era tempo per noi. L’unione delle due società,inoltre, ci ha permesso anche di sopravvivere dalpunto di vista economico». Sul lato squisitamentetecnico, oltre all’ultima prestigiosa vittoria incasa del Treviso, è la vittoria con il Venezia adessere la più grande gioia di quest’anno: «E’ statauna vittoria bellissima anche perché giocavamo lanostra prima partita nel nostro nuovo stadio, il“Plebiscito” di Padova, in cui possiamo ospitare ben8000 tifosi. Anche questo è il frutto della buona rea-lizzazione della fusione tra queste due società». Lastagione prosegue con il vento in poppa vista laterza posizione raggiunta in campionato lo

scorso fine settima-na: «Abbiamo unabuona struttura, stia-mo lavorando benecon un mister checonosce la categoriabenissimo. Quest’annoabbiamo fatto qual-che piccolo ritocco suigiovani e siamo moltocontenti di come stan-no andando le cose.Gli obiettivi rimangonosempre gli stessi: ilmantenimento dellacategoria è fonda-mentale per noi.Adesso vedendo lanostra posizione inclassifica e, essendo

Il San Paolo Padova lancia il guanto di sfidadi Piero Barbaro

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gente di calcio, sappiamo che se viene qualcosa inpiù saremo pronti a prenderci tutto. Non dobbiamoanche dimenticare che abbiamo una delle squadrepiù giovani del girone, sappiamo che proprio loropotranno avere degli alti e bassi e quindi accettere-mo con tranquillità qualsiasi risultato arriverà a finestagione». Il presidente non fa niente pernascondere il grande lavoro che la società stafacendo soprattutto sul settore giovanile:«Abbiamo ben quattrocento tesserati, un settoreimportantissimo e lo dimostrano i risultati dellenostre squadre giovanili: tra Esordienti, Giovanissimi,Allievi e Juniores, solo i Giovanissimi sono in secondaposizione. Tutte le altre compagini sono al verticedella classifica. Ci piace curare molto la nostra lineaverde». E poi, in una Serie D dove le regole met-tono al centro dell’attenzione l’impiego dei gio-vani in squadra, per il San Paolo Padova il futu-ro sembra essere sempre più roseo: «Ci vuole ungiusto mix tra giocatori d’esperienza e giovani incampo. In tutti questi anni di esperienza alla guidadi una società sportiva solo una volta mi sono fida-to di un direttore sportivo che dava più importanzaai “vecchietti”. Se non avessi cambiato non avrei soloperso molte gare ma sarei sicuramente anche retro-cesso». Proprio quello che il presidente Barellavuole evitare in questa nuova sfida.

Il presidente Antonio Barella: “Le vittorie contro Treviso e Venezia le gioiepiù grandi, ma non ci montiamo la testa. Prima pensiamo alla salvezza”

La nuova realtà del calcio padovano sta superando ogni più rosea aspettativa

La formazione del San Paolo Padova schierata (Foto Archivio)

Il presidente del San Paolo PadovaAntonio Barella(Foto Archivio)

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24 RudianeseIl personaggio

UDIANO - Quando il calcio ti scorrenelle vene è difficile stare lontani da unrettangolo di gioco e vedere da fuori i

tuoi compagni che corrono dietro al pallone.Quando hai la voglia di riprendere a giocare acalcio dopo anni di infortuni che avrebberodemoralizzato qualsiasi altro calciatore significache questa è la professione per cui sei portatoe che in campo fai la differenza. Perché se c’èsolamente una squadra che crede in te dopoanni di inattività, allora sei pronto a diventarequalcuno. Yuri Breviario non sa se diventerà ungrande calciatore, ma ha la voglia di giocare cheaveva il suo primo giorno quando iniziò la trafi-la delle giovanili con l’Atalanta, grande fucina digrandi campioni. «Per me fu un periodo importan-te, in cui toccai anche la serie A con tre presenze».Poi, dopo il girovagare per tutto il Nord traPavia, Monza e Prato, arriva al Chievo Verona inB, ma dopo due anni in cui non scese mai incampo decise di scendere in D per ritrovarequella voglia che gli era venuta un po’ a manca-re dopo i sei interventi al ginocchio. «Oltre allavoglia che in questi casi va scemando, non ce lafacevo fisicamente e ho deciso di ricominciare dallaRudianese, anche se l’anno prima ero stato inEccellenza con l’U.S.O. Calcio». Qui continua lasfortuna di Juri che dopo due settimane di alle-namento sentì di nuovo “crac” e dovette rico-struire per la terza volta il crociato del ginoc-chio. Si tratta di due anni fa, quando il giovanebresciano aveva ventisei anni, e quando non sipuò pensare di smettere. Ma nella mente di Yuriè balenato il pensiero di dire basta. «Sì, lo ammet-to, pensai di appendere gli scarpini al chiodo. Nonpotevo continuare con tutti quei problemi, ma lavoglia di ritornare a giocare era tanta e la speranzac’era, anche se minima. Mi serviva qualcuno che

credesse in me ed è stato proprio l’U.S.O. Calcio delpresidente Guerini, con il suo staff medico che mi hadato la possibilità di continuare a giocare», spiega ilcentrocampista gialloverde. Dopo la fusionedell’U.S.O. Calcio con l’Urago D’Oglio, da cuinasce l’AC Rudianese, Breviario continua avestire la maglia della squadra bresciana e, anzi,ne diventa il capitano. «Assumendomi questoruolo mi piacerebbe essere d’esempio per i più gio-vani in modo che la nostra squadra diventi semprepiù forte. Dietro questa squadra c’è una societàseria che ha un grande entusiasmo e la voglia diraggiungere grandi risultati». Il primo anno di vitadei gialloverdi è iniziato bene, proseguito conuna fase calante, ma la vittoria di domenica con-tro il Mezzolara ha ridato morale agli uomini diNicolini, dopo la sconfitta contro la Virtus

Breviario combatte contro la sfortunadi Antonio Marotta

RCastelfranco. «Due settimane fa non abbiamosfruttato al meglio le nostre occasioni e loro, pur nongiocando una partita trascendentale, hanno avutomaggiore concretezza in fase realizzativa». Controi biancoazzurri di Casoni, invece, è stata un’altrapartita, come Breviario racconta: «Nel primotempo siamo andati in svantaggio anche se abbia-mo avuto numerose palle-gol. Poi nella ripresasiamo cresciuti e scesi in campo con maggiore con-centrazione andando a vincere la partita».Domenica prossima, però, la Rudianese affron-terà una dura trasferta in Toscana contro lacapolista Borgo a Buggiano. «Non li conosciamo,ma sappiamo che servirà una concentrazione dop-pia per fare bene. Comunque noi andremo aBuggiano per disputare la nostra gara, basandocisulla nostra forza e non avendo nulla da perdere.Cercheremo di conquistare almeno un punto validoper l’obiettivo stagionale, che è il conseguimentodella salvezza. Nella prossima gara il mister avràtutta la rosa a disposizione, mancherà soloGambirasio». Al primo anno di serie D la forma-zione di Rudiano deve accontentarsi di rimane-re in serie D, anche se Breviario non si accon-tenta. «Non voglio illudermi, ma credo che se in ognipartita impieghiamo il 100% delle nostre forze,potremo conquistare la salvezza il prima possibile eforse anche qualcosa di più. Rispetto a inizio cam-pionato siamo cresciuti molto e abbiamo ancoramargini di miglioramento, perciò sono fiducioso peril futuro. Con i miei compagni - continua Breviario– daremo il massimo per raggiungere un risultatoprestigioso. Se il massimo sarà la salvezza, ci accon-tenteremo di questo, altrimenti guarderemo piùavanti». Il centrocampista, che si definisce piùcostruttivo che di sostanza, ci dice qual è il suodi obiettivo. «Personalmente spero di restare inte-gro fisicamente e di giocare al meglio e aiutare lamia squadra in campionato. Ma l’aspetto fisico perme vale molto, visto le mie sfortunate esperienze».

Breviario con la magliadel Monza

nella stagione 2007/08 (Foto Archivio)

“Per un momento pensai di appendere gli scarpini al chiodo, lo ammetto. Avevo bisognodi qualcuno che credesse in me, perché da parte mia la volontà c’era, eccome”

Il centrocampista 28enne cerca il riscatto in Interregionale dopo sei interventi alle ginocchia

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26 AnziolavinioIl personaggio

OMA - Christian Giuffrida è uno deipochi giocatori non professionisti agodere di una certa popolarità naziona-

le. Questo è stato possibile al reality showandato in onda cinque anni fa sulle retiMediaset, dal titolo “Campioni”. RicordateCiccio Graziani che allenava giocatori dallegrandi speranze? Bene, tra i giovani dell’edizio-ne 2005 c’era proprio Christian Giuffrida.L’allora ventenne fece vedere di avere dellebuone qualità tecniche e di meritare qualchecategoria più alta rispetto all’Eccellenza delCervia. Ed invece, il giovane Giuffrida, ha conti-nuato a fare l’altalena tra la Serie D el’Eccellenza. «Ricordo quell’esperienza in modopositivo - commenta Giuffrida - ma ora fa partesolo del passato. Adesso penso solo all’Anziolavinio».La squadra di Mister Caputo è riuscita a con-quistare una serie positiva di partite che gli haconsentito di andare nella parte alta di classifi-

ca. Una posizione che non tutti si aspettavano.«Noi, essendo una neopromossa - spiega l’attac-cante dell’Anzio - puntiamo a salvarci il primapossibile. Poi, eventualmente, cercheremo di conqui-stare più posizioni possibile. Su questa partenza noici speravamo perché la squadra è attrezzata e, quelche è più importante, ha un gruppo fortissimo ecoeso». Per adesso il giovane attaccante classe’83 è costretto a rimanere fermo ai box a causadi un’operazione alla spalla fatta lo scorso 16settembre. La tabella di marcia per un suo pos-sibile ritorno in campo ci dice che agli inizi didicembre l’attaccante laziale tornerà a disposi-zione del Mister Caputo. «Adesso sto seguendoun percorso di riabilitazione - spiega Giuffrida -che prevede terapie e piscina. Il recupero alla spal-la è delicato e per non rischiare ricadute preferiscofare tutto con calma. Di certo c’è la voglia di torna-re in campo e di aiutare i miei compagni a conti-nuare a fare bene». Sono quattro anni che lapunta biancoceleste non calca i campi dellaSerie D ma il giovane attaccante questo non

spaventa: «La differenza tra l’Eccellenza e iDilettanti non è poi molta. Le doti tecniche sonoquasi le stesse, magari c’è più velocità di gioco. Ladifferenza, specialmente in Serie D, la fanno i giova-ni di lega. Fortunatamente l’Anziolavinio, in questaottica, ha lavorato molto bene, mettendo a disposi-zione ragazzi umili e dalle grandissime potenziali-tà». Christian Giuffrida ora deve solo pazienta-re qualche altra settimana. Dopodiché dovràlottare per riconquistarsi un posto tra gli undi-ci titolari. Da parte sua, però, ci sono le trentapresenze e i sedici goal della scorsa stagione.Più di un goal ogni due partite. Un’ottima mediaper una seconda punta come lui.

di Riccardo Angelo Colabattista

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Giuffrida è pronto al rientro

Christian Giuffrida (Foto Sito Ufficiale)

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28 Fortis JuventusIl personaggio

ORGO SAN LORENZO - La forma-zione biancoverde della FortisJuventus vuole tornare in alto. Anche

se il cammino si presenta irto di ostacoli.Infatti, attualmente la società fiorentina sitrova a fare i conti con una classifica proble-matica in serie D, ma le difficoltà non nasco-no oggi. Infatti, la passata stagione, che hacoinciso con il centunesimo anno di vitadella Fortis, è iniziatacon un cambio dirigen-ziale, quando allavecchia triade èsubentrata unacordata di nuovidirigenti con acapo il duoD o r i -Bazzani econ FrancoManzani comedirettore spor-tivo. La stagionenon inizia nelmigliore dei modi: lasquadra alterna grandiprestazioni a provescadenti consquadre dib a s s o

rango. Torna Galbiati, l'allenatore dellaSeconda Divisione e dopo un periodo diempasse iniziale i biancoverdi raggiungonocon una giornata di anticipo la salvezza.Dunque, una squadra condannata a sudare ea soffrire per raggiungere gli obiettivi annua-li ed anche quest'anno il cammino sembra ilsolito: conquistarsi pallone dopo pallone lasospirata permanenza in categoria. Ne è unemblema anche la recente gara di Orvieto,persa 2-1 da una Fortis che non ha saputoamministrare ed incrementare il vantaggio eche dovrà lavorare sodo per racimolare ipunti perduti in terra umbra. Ne abbiamoparlato con Andrea Consumi, atleta exFigline che ha deciso, in seguito al fallimen-

to del sodalizio valdagnese guidato dalpatron Farruggio, di accettare la scom-

messa chiamata Fortis.Una sceltacontrocorrente, visto e consideratoche il giocatore poteva ambire anche

a piazze maggiormente di grido, madalle prime parole dell'atleta e dall'en-

tusiasmo che trasmette si comprendesubito come a Borgo San Lorenzo, l'esper-

to mediano ex Figline si senta, senza giri diparole, di casa. «Dobbiamo risalire in fretta -ammette Consumi, classe 1973 - e sono con-

vinto che alla fine ce la faremo, esaltando lenostre migliori caratteristiche. Il team

biancoverde, infatti - proseguel'esperto atleta borghigiano

- è determinato a rialzarela testa valorizzando ilmix di giocatori piùesperti e giovani che rap-presenta per tutti noi unsignificativo valoreaggiunto. Inoltre la socie-tà è alle nostre spalle e cisupporta come può fareun club serio ed affidabi-le, questo è importanteanche e soprattuttoquando si devono affron-tare fasi più difficili».Consumi ci rivela, poi,quale può essere la

Consumi: “A Borgo c’è un ambiente familiare”

di Luca Costa

Bricetta per il drappello di Borgo SanLorenzo: «Sicuramente dovremo stare semprepiù attenti durante l’intero arco della gara,senza dare niente per scontato, contro nessunaavversaria. Dovremo fare anche miglior tesoro ditutta la preparazione settimanale per affronta-re nel modo più opportuno la gara della dome-nica. Cos’è mancato alla Fortis nel match-salvez-za contro l’Orvietana? - prosegue l’ex pernogialloblù valdarnese. Certamente l’Orvietana èalla sua prima vittoria e non aveva niente daperdere. Noi non abbiamo saputo sfruttare almeglio il vantaggio realizzato dopo pochi minu-ti di gioco e abbiamo subito a tratti l’iniziativadei locali. Per poi non finalizzare al meglio leoccasioni create in seguito. E quando si spreca,è chiaro che poi si finisce per subire qualcosa.Quindi - prosegue Consumi - occorre giocofor-za essere più scaltri ed affrontare certe gare,soprattutto i match diretti con un altro piglio econ maggiore cinismo e determinazione». Il gio-catore ex Figline affronta, poi, il tema del-l’ambiente sportivo borghigiano e dichiara:«È un ambiente abbastanza tranquillo, i suppor-ters e gli sportivi che fanno riferimento al teambiancoverde ci sono e ci sostengono, volendofare la propria parte. Come mai ho accettato lasfida di venire nella società borghigiana? - con-tinua Andrea Consumi. Certamente qui hospazi ed opportunità di esprimermi. E ringraziocoloro che mi hanno chiamato in biancoverde. Èun ambiente familiare che facilita anche il fattoche i giocatori possano esprimere e tirar fuori leloro qualità migliori, le loro doti». Dunque, laFortis può contare sull’esperienza di un gio-catore che molte altre società vorrebberoavere e che certamente può risultare decisi-vo, insieme all’intero collettivo biancoverde,per la risalita in classifica della truppa borghi-giana di Galbiati. Un gruppo che vuole supe-rare quanto prima le battute d’arresto pertornare a regalare ai tifosi quelle soddisfazio-ni che competono loro. Perché Borgo è unapiazza carica di significato per il calcio fio-rentino e non soltanto. Perché sono moltis-simi coloro che scommettono su una veloceripresa di Consumi&co. E così la bandierabiancoverde tornerà a sventolare in alto.

Dopo la sfortunata fine della “favola” Figline Valdarno, l’esperto mediano ha scelto di scendere nuovamente di categoria, per continuare a lottare

Per il centrocampista fiorentino 37enne una carriera spesa tutta in Toscana

Andrea Consumi con la magliadella Massese

nella stagione 2006/2007 (Foto Archivio)

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Numero 41 11 novembre 2010

29News

OMA - La classe arbitrale sta vivendomomenti sempre più difficili. La separa-zione tra arbitri di Serie A e B non sta

portando i benefici in termini di qualità delledirezioni di gara sperati. Tanto è vero che il sig.Bergonzi, dopo aver negato un rigore “grossocome una casa” al Bari contro il Milan domeni-ca scorsa, ieri ha diretto la gara più importantedel turno infrasettimanale tra Roma eFiorentina. Questo perché Braschi tiene incaldo Rizzoli e Tagliavento per il derby di Milanoe per Juventus-Roma. La coperta è cortissima,ma non c’è solo questo sul tavolo di MarcelloNicchi, il capo supremo dell’AIA. C’è un frontedi contestazione che parte dalla base, da chiarbitra sui campi polverosi e pericolosi delleperiferie, troppo spesso dimenticati. Ebbene daquesta base, piccola ma dal grande seguito, cheutilizza il sito www.arbitri.com per scambiarsiopinioni e raccogliere informazioni, sono parti-

te dieci domande rivolte a Marcello Nicchi,volte a chiedere spiegazioni su altrettanti temiche investono la classe arbitrale. Attendiamoinsieme a loro le risposte, anche se siamo abba-stanza convinti che non arriveranno mai.

VIOLENZALei ha detto che "Nei campi in cui un arbitro vienepicchiato non manderemo più arbitri". Eppure gliarbitri continuano ad andarci e continuano a subireviolenze. Cosa ha fatto finora per arginare il feno-meno violenza?

TESSERELe tessere federali non garantiscano più l'ingressoagli stadi. Che azioni ha intrapreso per risolvere ilproblema? Perchè le tessere arrivano così tardi (inPiemonte devono ancora arrivare le tessere 2010)?

RIMBORSI SPESEPerchè le diarie continuano ad esser fermi datempo immemore? Perchè arrivano con diversi mesidi ritardo? Che iniziative ha intrapreso per risolverela questione?

SETTORE TECNICOAd oggi qual è il materiale prodotto dal SettoreTecnico, rispetto a quello passato?

DIALOGOChe fine ha fatto il progetto di far parlare gli arbitri?

TRASPARENZAPer quale motivo gli arbitri, gli assistenti e gli osser-vatori non possono conoscere i propri voti e la pro-pria posizione in graduatoria? Per quale motivo nonè possibile leggere le motivazioni che portano aiprovvedimenti della Disciplinare?

SOLDIPer quale motivo il bilancio di fine stagione non èpubblicato e non è consultabile da tutti gli associa-ti? Qual è il compenso per il Suo ruolo diCoordinatore?

PROGETTO MENTOR/TUTORCorrisponde al vero che gli OA che fungeranno inquesta stagione da "tutor" verranno inseriti dal CRAquali OA e percepiranno il rimborso come tali?Come sono stati utilizzati i fondi UEFA dedicati alprogetto Mentor-Tutor?

ASSISTENZACosa è stato fatto per garantire l'assistenza legale emedica a tutti gli associati in caso di volenze subitein campo?

INTERNETPerchè si ostacolano con tutti i mezzi i canali in cuigli arbitri possono scambiarsi opinioni, comeFacebook e arbitri.com?

dalla Redazione

R

Dieci domande a Marcello Nicchi

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Numero 41 11 novembre 2010

31Repubblica diSan Marino

EPUBBLICA DI SAN MARINO - Lasesta giornata del campionato titano haregistrato il ritorno alla vittoria dei

campioni in carica del Tre Fiori dopo la sconfit-ta della scorsa settimana contro il Murata. Afare le spese della voglia di riscatto della bandaguidata da mister Sperindio è stato ilDomagnano, sconfitto a domicilio per 3 a 1. Lereti tutte nella ripresa, ad opera di Giunta (dop-pietta) e Vannoni per il Tre Fiori e di Dolcini peril momentaneo 1-2 del Domagnano, che cosìresta a quota un punto in classifica. Il Muratanon ripete l’éxpolit della scorsa giornata eimpatta a reti bianche contro la Libertas, men-tre il Tre Penne continua la rincorsa alla vettagrazie alla rimonta sulla Folgore/Falciano firma-ta da Olivieri e Valentini. Anche Virtus e SanGiovanni chiudono il loro confronto con ilrisultato di 0-0, mantenendo così le loro posi-zioni in classifica. Desta molto più interesse, perquanto riguarda le posizioni di vertice, il rag-

gruppamento A, nel quale nelbreve raggio di due lunghezzetroviamo tre squadre: Cosmos(11), La Fiorita (10) e Faetano(9). Premettendo che in questoturno La Fiorita osservava ilsuo turno di riposo, la Cosmosnon ne ha saputo approfittare,andando non oltre il pareggio“a occhiali” contro ilPennarossa, che si issa così aquota 7 punti in classifica. Chi siè avvicinato sensibilmente alleprime posizioni è il Faetanoche, grazie alla rete di Viroli aldecimo minuto della prima fra-zione di gioco, ha battuto laresistenza del Cailungo, checosì rimane fanalino di codasolitario con soli due puntiall’attivo. Fari puntati, quindi,sulla super-sfida della settimagiornata fra Faetano e Cosmos.

dalla Redazione

R

Il girone A promette scintille, non c’è un dominatoreCosmos, La Fiorita e Faetano sono divise da soli due punti dopo sei giornate

e domenica prossima c’è Faetano-Cosmos. Nel girone B il Tre Fiori riprende il cammino

Ermanno Zonzini, allenatore della Cosmos (Foto Archivio)

LA CLASSIFICA DEL CAMPIONATO

Cosmos

La Fiorita

Faetano

Pennarossa

Juvenes/Dogana

Fiorentino

Cailungo

GRUPPO A GRUPPO A

6 Gol: Fantini (Juvenes/Dogana)

5 Gol: Grigore (Fiorentino)

Montagna (Cosmos)

4 Gol: Mularoni (La Fiorita)

GRUPPO B

5 Gol: Aruta (Tre Fiori)

4 Gol: Dominici (Folgore/Falciano)

CLASSIFICA

MARCATORI Cailungo-FaetanoCosmos-PennarossaVirtus-San GiovanniFolgore/Falciano-Tre PenneDomagnano-Tre FioriJuvenes/Dogana-FiorentinoMurata-Libertas

6^ GIORNATA 5-6-7/11/2010

0-10-00-01-21-31-30-0

11

10

9

7

6

6

2

GRUPPO BTre FioriMurataLibertasTre PenneVirtusSan GiovanniFolgore/FalcianoDomagnano

151111108741

7^ GIORNATA 13-14/11/2010

San Giovanni-DomagnanoTre Fiori-Virtus

La Fiorita-Juvenes/DoganaLibertas-Tre Penne

Pennarossa-CailungoMurata-Folgore/Falciano

Faetano-CosmosRiposa: Fiorentino

RISULTATI E CLASSIFICHE DELLA COPPA TITANO 2010-2011

Virtus

Libertas

Cailungo

Pennarossa

Folgore

GRUPPO APennarossa-Libertas

Tre Fiori-Cosmos

Folgore/Falciano-Virtus

Juvenes/Dogana-Fiorentino

La Fiorita-Domagnano

Tre Penne-Murata

4

3

1

1

1

GRUPPO BLa Fiorita

Tre Fiori

Faetano

Cosmos

Domagnano

6

1

1

1

1

GRUPPO CTre Penne

Murata

Juvenes/Dogana

San Giovanni

Fiorentino

6

3

3

0

0

3^ GIORNATA 10/11/2010

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