Significato Simbolico Dei Colori

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    14.Caroline Pagani

    Le variazioni antropologico-culturalidei significati simbolici dei colori

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    I colori fanno parte degli elementi attraverso i quali i sensi apprendono larealt. Che luomo percepisca i colori attraverso locchio indubbio; ma questipossiedono, esplicano e manifestano anche altre funzioni che non sono con-nesse soltanto allambito prettamente visivo e sensoriale, ma possono svolgereanche un ruolo morale, sensibile, estetico.

    Le percezioni cromatiche avvengono quindi non solo allinterno delloc-chio, ma anche a livello mentale, immaginativo. Il linguaggio del colore siconfigura cos come un linguaggio simbolico particolare, fatto anche di sug-gestioni, che non provengono dalla sola osservazione razionale. Ci si pu av-

    vicinare ad esso attraverso un tipo di contatto che nella filosofia mistica isla-mica viene definito immaginale 1. In essa limmaginale corrisponde a una ve-ra e propria facolt dellanima. Facolt sottile, di intermediazione tra le per-cezioni derivanti dal mondo sensibile e quelle provenienti dal mondo pro-priamente spirituale, inintelligibile.

    I colori sono cos il linguaggio vivente della natura, con il quale si pustabilire un rapporto di comunicazione ed unesperienza interpretativa. Per-ch, come afferma Giovanni Piana, il colore parla e dunque noi dobbiamosforzarci di comprendere ci che esso dice 2.

    1

    Cfr. L. Pedirota, Il colore, simboli e archetipi, Mediterranee, Roma 1996, p. 31.2 G. Piana, Colori e suoni, Unicopli, Milano 1982, p. 35.

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    1. LORIGINE DEI SIGNIFICATI DEI COLORI

    In principio la vita delluomo era regolata da due fattori che erano al di fuoridel suo controllo: la notte ed il giorno, loscurit e la luce. Il giorno portavacon s le possibilit dellazione, determinando un ambiente dominato dallapossibilit di agire, fornendo energia e stimolo, mentre la notte portava unambiente nel quale le azioni dovevano cessare, inducendo passivit, immobi-lit e, in generale, un rallentamento. I colori associati a questi due ambientisono: il blu scuro del cielo notturno ed il giallo luminoso della luce del giorno.

    Il blu scuro , dunque, il colore della quiete e della passivit; il giallo lu-cente il colore della speranza e dellattivit, ma, poich tali tinte rappresentanolambiente della notte e del giorno, essi sono fattori che pongono un controllosulluomo e non sono tuttavia controllabili dalluomo stesso; per questo ven-

    gono descritti dallo studioso Lscher come eteronomi, cio colori che pon-gono un controllo dallesterno. La notte (blu scuro) impone allattivit di ces-sare e forza il riposo; il giorno (giallo lucente) permette lattivit ma non laimpone.

    Per luomo primitivo, lattivit, di regola, prendeva due forme a secondache egli stesse cacciando o attaccando, oppure che fosse cacciato e si dovessedifendere dagli attacchi: la prima attivit era diretta verso la conquista e il pos-sesso, la seconda verso la conservazione di se stesso. Lazione dellattacco edella conquista universalmente rappresentata dal colore rosso; la difesa dalsuo complementare, il verde.

    E poich queste azioni sono sotto il suo controllo, questi fattori e colorisono descritti dallo psicologo svizzero come autonomi.

    Uno stesso colore, quindi, non cambia il suo significato di base, la suastruttura rimane costante. I colori erano dotati di un potere, di una funzionemagica. Erano infatti considerati una forza sottile, un anello di congiunzionetra cielo e terra, in cui si trovavano misteriose corrispondenze tra il mondo inalto e il mondo in basso 3. Luomo ha quindi da sempre intuito il potere delmessaggio dei colori, associando a questi dei concetti, dei sentimenti, dei se-gni, fino a creare un vero e proprio linguaggio dei colori.

    Una delle testimonianze pi antiche relative ai poteri magici attribuiti aicolori il fatto che gi in epoca preistorica molti popoli avessero labitudine didipingere i muri delle caverne. A partire dalle testimonianze coloristiche dellecivilt antiche quindi possibile ricostruire il posto tenuto dal colore nella psi-

    3

    L. Luzzatto-R. Pompas, Il significato dei colori nelle civilt antiche, Rusconi, Milano 1988,p. 15.

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    cologia delluomo.Gi allora il rosso e il nero rappresentavano generalmente le due princi-

    pali tinte simboliche connesse rispettivamente alla vita e alla morte. Esse veni-vano utilizzate, come rileva lantropologo Howard Sun in I segreti dei colori, perla prima volta dalluomo di Neanderthal per decorare le tombe dei suoi fami-liari 4.

    Nellantico Egitto il simbolismo dei colori molto evoluto, ed propriodallOriente che questa sensibilit cromatica si amplifica e si tramanda, attra-

    verso la Grecia e Roma, fino ad estendersi allintero mondo occidentale. Gliantichi Greci, infatti, nutrivano un grande interesse per il problema della luce edei colori. Essi, con il loro acuto senso delleffetto estetico dei colori e con laloro tecnica pittorica precocemente sviluppata, si sono occupati sindallantichit della teoria del colore.

    Secondo i pitagorici, nella scala cromatica, il contrasto di base traloscurit della notte e il chiarore del giorno corrisponde alla coppia dei con-trari nero e bianco. La pittura vascolare greca fu caratterizzata, in un primoperiodo da linee bianche su fondo nero. Ben presto per apparve come terzocolore il rosso e in seguito, il giallo-ocra. Questi quattro colori usati in pitturasono, secondo la teoria di Empedocle, anche i colori primari della natura. Ilnumero archetipico quattro non costituisce solo la base della teoria coloristicaempedoclea, ma anche quella della sua fondamentale teoria degli elementi:fuoco, acqua, aria e terra. La teoria dei quattro elementi ha infatti dominato lescienze naturalistiche, in particolare lalchimia, sino allinizio dellera moderna.Con una similitudine molto significativa, Empedocle ha paragonato la compo-sizione della materia dei quattro elementi della natura allattivit dei pittori, i

    quadri colorati risulterebbero dalla mescolanza dei quattro colori di base:Come quando i pittori [...] creano figure che assomigliano a tutte le cose, [...] cosanche la sorgente delle cose terrene, quante sono note nella loro infinita pienez-za, non da ricercare altrove che negli elementi 5.

    A partire dalle prime epoche della civilizzazione, quindi, quando gli uo-mini si rivolsero ai misteri del loro destino e attinsero conforto nelle religioni,prese forma un preciso simbolismo del colore.

    4 Cfr., H. Sun, I segreti dei colori, Sonzogno, Milano 1995, p. 100.5

    S. Sambursky, Il sentimento del colore: l'esperienza cromatica come simbolo, cultura e scienza,Red, Como 1990, p. 20.

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    2. IL COLORE COME SIMBOLO

    Il colore ovunque; ma ovunque esso sia, c gi un simbolo.Ren Lucien Rousseau

    Le espressioni pi intense della vita umana, sin dai primordi, sono contraddi-stinte, secondo Jung6, da un simbolo. Inoltre, ogni vero simbolo rappresentasempre la manifestazione di un archetipo. Archetipo che, a sua volta, espri-mendo un principio (Arch) avente una forma propria, unica, e originale,si pone in relazione con il simbolo che lo contiene, sia come ente ispiratoreche come modello di riferimento.

    Appare quindi arduo, come rileva Luciana Pedirota in Il Colore, poter

    comparare un simbolo, chiaramente manifestato, come quello del colore, conla sua origine che difficilmente intelligibile. Questo pu rappresentarelimmagine dei riflessi mentali o dellistinto indipendentemente dalla volontconscia. Variamente ispirato a elementi della natura o ad animali, il simbolo hasempre trovato una sua identificazione anche nei colori. Il colore ha quindiuna funzione di simbolo, in quanto indicatore.

    Luniversalit dei colori fa intervenire la loro simbologia a tutti i livellidellessere e nellambito delle conoscenze pi svariate. Daltro canto la defini-zionedei colori non ha carattere universale: le credenze, i valori, i simboli legatiai colori e alle loro interpretazioni variano nel mondo, in quanto le denomina-zioni dei colori sono anche dei prodotti culturali.

    Gli antichi Egizi indicavano col medesimo vocabolo il colore elessere. Per questo popolo, la parola colore significava essere, essen-za. Manfred Lrker, per dimostrare questa tesi, rileva come a proposito delledivinit, quando si affermava di non conoscere il loro colore, si voleva espri-mere limperscrutabilit del loro essere 7. Il colore degli dei era quindi scono-sciuto perch la loro natura era insondabile. Esso indica cos la qualit dellacosa designata, ci permette di comprendere meglio la sua essenza.

    Per lungo tempo in Occidente ha prevalso una organizzazione ternariadei colori, legata al bianco, al nero e al rosso. Per la cultura occidentale, quindi,i colori servono a designare gli orientamenti, i pianeti e gli elementi naturali,ma anche la dualit intrinseca delluomo che si esprime con il bianco e il nero.

    6 Cfr. C.G. Jung, L'uomo e i suoi simboli, Milano, Cortina 1990, p. 20.7

    M. Lrker, Dizionario delle immagini e dei simboli biblici, Paoline, Milano 1990, ad vocemcolori.

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    Solitamente, i colori che si presentano nei miti e nei culti non sono ca-suali, ma hanno un significato preciso. Nella cultura indiana, per esempio, lacosmogonia del colore intimamente connessa al concetto di energia. 8 Infatti,le tre qualit energetiche di cui composto luniverso corrispondono alle tretinte principali. In India il colore allorigine il segno visibile del calore (rosso)che esprime il desiderio, la prima spinta alla creazione 9. Una volta manifesta-to, il mondo comparato a una capra tricolore in cui le tinte corrispondonoalle tre energie fondamentali: nero per il tamas, bianco per il sattva, rosso per ilrajas. Il primo corrisponde allistinto, alla forza cieca della sopravvivenza edella procreazione, linerzia, loscurit dellignoranza, ed anche lenergia checaratterizza gli asuras, i non-dei, le entit che abitano le tenebre; il suo colore il nero. Rajas lenergia del movimento, del dinamismo e del colore stesso,esprime in particolar modo le potenzialit insite nel rosso.

    Corrisponde alla qualit per eccellenza della dimensione esistenziale, go-verna il mondo affettivo delle passioni e delle emozioni. Il sattva, infine, rap-presenta gli dei nel mondo sacro ed incarnata da Visn, il dio della preserva-zione. Poich nel pensiero ind classificare equivale ad allontanare il caos, co-lore e forma sono attribuiti anche agli oggetti che non ne avrebbero alla sem-plice osservazione visuale, come ai pianeti, per esempio.

    Come si pu notare, sia in Oriente sia in Occidente i colori primari, fon-damentali, primitivi, quelli da cui tutti gli altri deriverebbero, sono questi tre.

    3. I PRINCIPI DELLA SIMBOLICA DEI COLORI

    Ogni elemento ha un suo colore: la terra azzurra, lacqua verde, laria gialla, ilfuoco rosso; poi vi sono altri colori casuali e commisti, appena riconoscibili. Matu bada con cura al colore elementare che predomina, e giudica secondo quello.

    Paracelso 10

    8 Come concetto chiave del moderno esoterismo, lenergia rimanda a diverse costel-

    lazioni di simboli. In India la concezione energetica delluniverso fondamentale e rinvia,come noto, alla rappresentazione complementare del femminile e del maschile. Secondoil sistema delgunas, tre sono le qualit di energia che costituiscono luniverso, cos come tre,rosso, nero e bianco, sono i suoi colori.

    9 Cfr. C. Pont-Humbert, Dizionario dei simboli dei riti e delle credenze, a c. di C. G. Troc-chi, Ed. Riuniti, Roma 1997, p. 59.

    10

    Paracelsus, Il Tesoro dei Tesori, scritti magici, alchemici ed ermetici, a c. di P. L. Pierini, EdRebis, Viareggio.

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    Muovendo dal principio generale secondo cui i colori ebbero lo stesso (o perlo meno analogo) significato presso tutti i popoli dellantichit, possibileravvisare in tale concordanza di significati, una comune origine, che tutti glistudiosi della storia dei colori fanno risalire concordemente alla religione dellaPersia. In questa, infatti, il dualismo di luce e tenebre offre la duplice matricedei colori che divennero poi i simboli dei due principi ad essa connessi: bene-fico e malefico. Difatti, gli antichi ammettevano solo due colori primitivi: ilbianco e il nero, da cui tutti gli altri derivavano.

    Portal nel suo studio Sui colori simbolici, che resta lunico trattato specifi-co sul simbolismo tradizionale dei colori, prova infatti che il significato deicolori simbolici lo stesso, o per lo meno analogo, in tutti i popoli e in tutte leepoche 11.

    Gli studiosi del simbolo si rivolgono ai colori come fossero un modello

    originale, per evidenziarne luniversalit. Di conseguenza, uno studio sul sim-bolismo dei colori non pu prescindere da unindagine sullorigine del signifi-cato dei colori stessi, perch, come osserva Eliade: I diversi significati di unsimbolo restano concatenati, non esiste un simbolo che sia monovalente 12.

    A sua volta, Jung sostiene che unimmagine simbolica quando implicaqualcosa che sta al di l del suo significato ovvio e immediato 13. Esso pos-siede quindi un aspetto pi ampio, inconscio.

    Quando si esplora un simbolo, infatti, si entra in contatto con idee chestanno al di l delle nostre capacit razionali. Nel Novecento, con Jung il sim-bolo torna a delinearsi come il portatore di un ulteriore valore semantico, diun plusvalore, ossia un segno speciale che si distingue per un pi di sen-so 14. Similmente Goethe nelle sueMassime e riflessioniafferma che il simboli-

    smo trasforma il fenomeno in idea, lidea in immagine, e ci in modo chelidea rimane nellimmagine, e anche se espressa in tutte le lingue, rimarrebbeinesprimibile 15. Nel caso del simbolo come in quello dellallegoria, si tratta ingenerale, spiega Goethe 16, di un rapporto di rinvio significativo ad altro di cui investito un materiale percettivo, come in questo caso, il colore.

    In Luomo e i suoi simboliJung rileva che il linguaggio delluomo pieno di

    11 F. Portal, Des couleurs symboliques dans lAntiquit, le Moyen age et le temps modernes

    (1837),tr. it. di G. Caviglione, Sui colori simbolici, Luni, Trento 1997, p. 15.12 M. Eliade, Saggi sul simbolismo magico-religioso,Jaca Book, Milano 1980, p. 15.13 C. G. Jung, Luomo e i suoi simbolicit.,p. 20.14 G. Cinque,Jung e il Simbolo, Pungitopo 1989, p. 10.15J.W. Goethe,Maximen und Reflexionen, Weimar 1907, massima n 1113.16

    Cfr. J. W. Goethe, Farbenlehre, a c. di J. Pawlick (1810), ed. it. a c. di R. Troncon,Teoria dei colori, introduzione di G. C. Argan, Il Saggiatore, Milano 1999, p. 62.

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    simboli e di immagini, ma

    ci che noi chiamiamo simbolo un termine, un nome, o anche una rappresen-tazione che pu essere familiare nella vita di tutti i giorni e che tuttavia possiedeconnotati specifici oltre al suo significato ovvio e convenzionale 17.

    Spesso si trattano oggetti familiari di cui non si conoscono le implicazio-ni simboliche, poich, come rileva Jung,

    ci sono innumerevoli cose che oltrepassano lorizzonte della comprensioneumana, cos noi ricorriamo alluso di termini simbolici per rappresentare concettiche ci impossibile definire completamente 18

    Secondo lo psicologo, questa sarebbe una delle ragioni per cui tutte le

    religioni, e quindi anche larte, impiegano un linguaggio simbolico o delle im-magini. Nella dimensione del simbolo pertanto racchiuso uno sfondometafisico che presuppone delle affinit tra il mondo visibile e linvisibile. Di-fatti, il simbolo, come osserva Paul Klee, anche una categoria dellinvisibile.Secondo Klee, la decifrazione dei simboli ci conduce verso quelle che chiama:insondabili profondit del respiro primordiale, perch il simbolo collegaallimmagine visibile la parte dellinvisibile intuita occultamente 19.

    Jean Chevalier, nella presentazione del suo lavoro sul simbolo condottocon la collaborazione di Alain Gheerbrant,rileva che esso annuncia un pianodi coscienza diverso dallevidenza razionale; la cifra di un mistero, il solomezzo per dire ci che non pu essere comunicato altrimenti, non mai spie-gato una volta per tutte ma deve essere continuamente decifrato 20. Lo stessoatteggiamento vale per il colore. Rispetto allallegoria o ad altre figure retori-che, il simbolo si differenzia per una sua caratteristica peculiare: esso porta-tore di un sovrappi di significato.

    Chevalier dichiara che rispetto al semplice segno, il simbolo

    presuppone omogeneit fra significato e significante nel senso di un dinamismoorganizzatore. Pertanto egli pu concludere che il simbolo dunque moltopi di un semplice segno, perch, oltre al significato, si appella allinterpretazio-ne. E lo stesso vale per loggetto di questo studio: il colore. [...] Lo si potrebbe17 C. G. Jung, Luomo e i suoi simbolicit., p. 21.18 Ibidem.19 Cfr. P. Klee, Teoria della forma e della figurazione, Feltrinelli, Milano 1952, vol. I.20J. Chevalier, Introduzione, in J. Chevalier-A. Gheerbrant, Dictionnaire des Sym-

    boles, Laffont-Jupiter, Paris 1969, tr. it. a c. di I. Sordi, Dizionario dei simboli, Rizzoli, Milano1987, pp. XI-XII.

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    definire idolomotoreper caratterizzarne il duplice aspetto rappresentativo 21.

    Il termine eidolon situa il simbolo al livello dellimmagine e dellimma-ginario, invece che a quello intellettuale proprio dellidea (eidos).

    Un cerchio su un berretto quando contrassegna un impiegato delle ferrovie solo un segno, ma quando messo in relazione con il sole, con i cicli cosmici,con le case dello Zodiaco, con il mito delleterno ritorno tuttaltra cosa e assu-me valore di simbolo 22.

    Lipotesi tracciata da Chevalier invita dunque a cogliere quel sovrappi disenso che proprio del simbolo. Esso, come il colore, ha carattere di eidolon,di immagine, nella cui polisemia si associano molteplici significati.

    Il simbolo ha dunque per noi un riferimento diretto all immagine; anzi

    esso stesso in primo luogo unimmagine.La sua efficacia sta nella capacit di rendere visibile lastratto. Il tedesco

    moderno si avvale di un termine che esprime in modo esplicito questa caratte-ristica del rendere visibile: das Sinnbild, costituito dallunione dei termini im-magine (Bild) e senso (Sinn), ossia immagine dotata di senso, ma anchedi sensibilit.

    Mentre il segno stabilisce relazioni chiare e univoche, il simbolo mostra,nei molteplici significati che ad esso possono essere attribuiti, la sua naturainesauribile.

    Todorov in Simbolismo e interpretazione per meglio definire e spiegare lanatura del simbolo, lo distingue dal segno in quanto sistema di significazio-ne diretto, mentre il primo sarebbe indiretto. I simboli sarebbero quindi dei

    segni indiretti che vengono evocati per associazione. Il simbolo ha il privilegiodi concentrare sulla realt di partenza tutte le forze evocate da tale immagine eda immagini analoghe, a tutti i piani del cosmo e a tutti i livelli della coscienza.Cos come per esempio, rosso, morte, pericolo, semaforo, ecc. Ognisimbolo quindi un microcosmo, esso sempre pluridimensionale e, come ilcolore, ha una faccia diurna e una notturna.

    Il simbolo, come il colore, quindi molto pi di un semplice segno e,oltre al significato, si appella allinterpretazione. Ogni oggetto pu quindi rive-stire un valore simbolico, sia esso naturale o astratto. Il simbolo introduce unnuovo ordine, presuppone un passaggio ad un ordine diverso, ad altredimen-sioni. Secondo Grard de Champeaux,

    21

    Ivi, p. XII.22 Ivi, p. XIII.

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    il simbolo condensa in una sola immagine un intero mondo spirituale, trascendei luoghi e i tempi, aggrega le realt apparentemente pi eterogenee rapportandoletutte ad una stessa realt pi profonda 23.

    Ogni simbolo e colore, dunque, a qualunque dominante appartenga, pos-siede sempre un duplice aspetto, diurno e notturno. Quindi il simbolo implicaun insieme di relazioni che oltrepassano il livello della significazione imme-diata, rimanda ad un livello altro per poterne rivelare il senso nascosto, chechiede di essere interpretato.

    Muovendo da questa ipotesi, Todorov suggerisce di comporre tra loro inmaniera solidale le nozioni di simbolismo e interpretazione. Esse diven-gono due versanti dello stesso fenomeno, sicch

    un testo o un discorso diventa simbolico nel momento in cui noi, attraverso unlavoro di interpretazione, scopriamo che esiste un senso indiretto 24

    Uno dei modi pi semplici per parlare del simbolismo dei colori consiste,solitamente, nellattingere alla tradizione. Rousseau, nel suo scritto sui colorisignificativamente intitolato: Per una filosofia naturale fondata sullanalogia, dimo-stra che i colori rispondono anche a delle propriet fisiche. Passando dalmondo inanimato alla vita, essi acquistano un significato. I colori sono dellesensazioni fisiche, ma sono anche dei simboli 25.

    Per quanto riguarda larbitrariet dei colori, Rousseau 26 sottolinea che isimboli dei colori non hanno nulla di arbitrario poich rispondono a delle af-finit che possibile svelare.

    Frdric Portal nel suo libro sui Colori simbolicicita un passo del Corano:

    I colori che la terra stende ai nostri occhi sono segni manifesti per coloro chepensano 27. Si pu quindi dare un senso preciso ad ognuno di questi segni. possibile dare ad ogni colore un solo e unico senso sotto un triplice significa-to: fisico, chimico, spirituale. Esisterebbe quindi, secondo Rousseau una certafilosofia eterna dei colori. Nel senso che il loro linguaggio universale inquanto costituirebbe una delle chiavi delle corrispondenze delluniverso.

    23 G. de Champeaux, Le monde des symboles, in Portal, op. cit.24T. Todorov, Simbolismo e interpretazione, Guida, Napoli 1986, p. 16.25 R. L. Rousseau, Les couleurs. Contribution une philosophie naturelle fonde sur lanalogie,

    Flammarion, Paris 1959, p. 2. (Les couleurs ce sont des sensations physiques, mais ce sontaussi des symboles). (Traduzione nostra)

    26 Ivi, p. 51. Les symboles des couleurs n'ont rien d'arbitraire et ils rpondent des

    affinits qu'il est possible de dceler.27 F. Portal, Sui colori simbolicicit., p. 9.

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    Ci che pi colpisce parimenti Portal riguardo al significato generale deicolori simbolici, la constatazione che esso lo stesso, o per lo meno analo-go, presso tutti i popoli e in tutte le epoche. 28 Portal aveva quindi ben com-preso che si trattava di un linguaggio ermetico. Esso va quindi decifrato; e ri-chiede e permette, attraverso un lavoro di interpretazione, lo svelamento di unsenso pi profondo.

    Rousseau, nel capitolo intitolato Gli Archetipi, rileva come i colori ciappaiano come dei segnidi portata universale.

    I colori ci appaiono come dei segni di portata universale. Essi ci conducono allanozione platonica delle idee (immagini) o archetipi, sui quali la scuola di C. G.

    Jung ha fondato tutta una nuova scienza dellAnima. I colori si riferiscono a de-gli archetipi che diventano, come lessenza del Rosso, del Blu, ecc. dei complessiuniversali. Rapportati al livello profondo degli archetipi, i colori ci appaiono co-me dei crocevia dove si incontrano lArte, la Scienza, la Filosofia. Essi indicano,come dei pali segnaletici, il senso delle energie fisiche e morali. Essi formano unponte tra la Scienza e lArte, tra la Fisica e la Metafisica 29.

    Rousseau considera quindi i colori come una forma di linguaggio della-nima universale, come una chiave che ci permette di aprire la porta di misteriantichi. Essi diventano una sorta di filo di Arianna che ci riporta allunit e allacomprensione delluniverso.

    Come stato sottolineato, una caratteristica dei simboli quella di averela possibilit di includere pi di un significato. Sotto tale aspetto, Portal fanotare quella che egli chiama la regola delle opposizioni, secondo la qualeuno stesso segno pu essere assunto a sostenere due ruoli di valenza opposta,

    uno benefico e uno malefico, a seconda dellambito in cui inserito. Laregola delle opposizioni comune alla lingua dei simboli e quindi a tutti i co-lori in generale. Questa regola attribuisce ai colori un significato opposto aquello che essi possiedono direttamente.

    28 Ivi, p. 15.29 R. L. Rousseau, Les couleurs, contribution une philosophie naturelle fonde sur lanalogie,

    coll. Symboles, Flammarion, Paris 1959, p. 13. (Les couleurs nous apparatront commedes signesd'une porte universelle. Elles nous conduiront la notion platonicienne des ides(images) ou aux archtypes sur lesquels l'cole de C.G. Jung a fond toute une nouvellescience de l'me. Les couleurs se rfrent des archtypes qui deviennent en mme tempsque l'essence du Rouge, du Bleu, etc. des complexes universels. Ramenes au niveauprofond des archtypes, les couleurs nous apparatront comme des carrefours o serencontrent, l'Art, la Science, la Philosophie. Elles indiquent comme des poteaux

    signaltiques, le sens des nergies physiques comme des nergies morales. Elles forment unpont entre la Science et l'Art, entre la Physique et la Mtaphysique.) (Traduzione nostra).

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    In Egitto, per esempio, lacqua era il simbolo della rigenerazione, ma ilmare era consacrato a Tifone, archetipo della degradazione morale. Questoaspetto particolarmente evidente nelliconografia dei Tarocchi. Questi sonoun condensato di immagini simboliche che si esprimono nella sfera del signifi-cato fluttuante, antinomico, spesso ambivalente, in cui luso del colore, comein tutte le tradizioni occulte, ha un significato simbolico preciso.

    Se si confronta liconografia del XV arcano,il Diavolo, si pu notare chenel moderno mazzo di Marsiglia esso solitamente raffigurato con un colorbruno, rosso-nero, o tan (tinta mediana, mescolata quindi corrotta tra ros-so e nero). Nel tarocco egiziano, larcano corrispondente proprio Tifone,simbolo della degradazione infernale e della follia, col corpo interamente di-pinto di verde.

    Limmagine subisce quindi una variazione coloristica che mantiene tutta-

    via intatto il suo significato simbolico principale, nel suo sembiante negativo.Il nero, ad esempio, unito ad altri colori pu attribuire loro un significatocontrario. Cos il rosso, che originariamente designava lamore divino, unitoal nero sar il simbolo dellamore infernale, e di tutte le passioni degradate 30.Il simbolo del serpente, ad esempio, pu rappresentare sia Dio che Satana.Quindi, consequenziale che, come indica Portal, anche nellambito dei colorisi verifichi la stessa cosa. Il verde, che solitamente rappresenterebbe la rina-scita spirituale, pu significare altrimenti la follia.

    Sempre in questordine di idee della duplice possibilit di rappresenta-zione dei simboli, e della loro doppia valenza, rientra anche il significato tradi-zionale del color nero. Comunemente il bianco e il nero simboleggiano la lucee le tenebre, la conoscenza e lignoranza. Ma il nero, oltre a questacce-zione

    negativa, ne possiede anche unaltra, positiva, come simbolo del principio e difecondit. In ogni mito sulla formazione delluniverso, infatti, il nero rappre-senta lindistinto primordiale, uninterpretazione comune a molte cosmogo-nie. Nelle teorie cosmogoniche il nero si presenta di solito come il colore dellasintesi universale. La vita delluniverso ebbe origine dal nero, ma anche quelladi ogni esistenza vegetale, animale e umana. Il nero del caos conteneva quindiuna potenzialit generatrice e feconda. Il nero, simbolo delle virtualit e dellepotenzialit, un colore cos complesso da racchiudere anche lintelligenzadella costruzione. 31 A ulteriore conferma di questo sembiante simbolico delnero, Jung ha ben sottolineato come loscurit sia il dominio del germe, e co-me esso sia il luogo delle germinazioni: Il nero il colore delle origini, degli

    30

    Ibidem.31 L. Luzzatto-R. Pompas, Il significato dei colori nelle civilt antichecit., p. 52.

    http://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010114pagani01.jpeghttp://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010114pagani01.jpeghttp://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010114pagani02.jpghttp://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010114pagani02.jpghttp://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010114pagani02.jpghttp://www.ledonline.it/leitmotiv/allegati/leitmotiv010114pagani01.jpeg
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    inizi, degli occultamenti nella loro fase germinale, precedente lesplosione lu-minosa della nascita. 32

    Per quanto riguarda lorigine della simbolica cromatica, secondo ShmuelSambursky, vale la seguente affermazione:

    La luce il presupposto di tutti i colori; loscurit, negazione di ogni luce, purela negazione, la morte, di ogni colore; s, il colore per sua natura la comparsa elemanazione della luce 33.

    Secondo la simbolica, quindi, due sono i principi che danno origine atutti i colori: la luce e le tenebre. La luce generalmente raffigurata con ilbianco e le tenebre con il nero. Ma Portal rileva che la luce non esiste se nonmediante il fuoco, il cui simbolo il rosso. Partendo da questa base, la simbo-lica ammetterebbe due colori primitivi: il rosso e il bianco, in quanto il nero fuconsiderato come la negazione dei colori e attribuito alle tenebre. La prima-riet del rosso sembra infatti perdersi nella notte dei tempi e affondare le pro-prie radici nella protostoria. Essa costituisce un fatto di antropologia storicafondamentale e spiegherebbe anche perch, come rileva lo storico Pastoreau,

    nella civilt occidentale, il bianco ha quasi sempre avuto due contrari, il rosso e ilnero, tre colori che costituiscono i tre poli, intorno a cui, fino allalto Medioevo,si sono articolati tutti i sistemi simbolici a partire dalluniverso dei colori 34.

    I due assi essenziali della sensibilit occidentale nei confronti dei colori,quello della luminosit e quello della saturazione, derivano probabilmente daquesta duplice opposizione polare, tra bianco e nero da una parte, tra bianco e

    rosso dallaltra35

    . Le noir cest le sombre; le rouge cest le dense; alors que leblanc est ambivalent et reprsente la fois le clair et le dsature 36. Prima an-

    32 C. G. Jung, Luomo e i suoi simbolicit., p. 23.33 S. Sambursky, Il sentimento del colorecit., p. 56.34 M. Pastoreau, Couleurs, Images, Symboles. Etudes d'histoire et d'anthropologie. Le Lopard

    d'Or, Paris, 1986, p. 22. Dans la civilisation occidentale, le blanc a longtemps sinontoujours eu deux contraires: le rouge et le noir, ces trois couleurs constituant trois plesautour desquels, jusqu'en plein Moyen ge, se sont articuls tous les systmes symboliques partir de l'univers des couleurs.

    35 Bianco e nerofino al XVI secolo erano considerati colori, tinte sature a pieno ti-tolo. soltanto a partire dallesperienza dello spettro di Newton che essi non sono consi-derati colori veri e propri, ma come sintesi e/o riunione di tutte le tinte, i due poli oppostidella scala cromatica.

    36Ibidem. Il nero lo scuro; il rosso il denso; mentre il bianco ambivalente erappresenta al tempo stesso il chiaro e il non saturo. (Traduzione nostra).

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    cora dellantichit, quindi, il colore aveva unorganizzazione di tipo ternario.Secondo gli antichi i colori nascono comunque generalmente dal bianco

    e dal nero, dalla luce e dalla tenebra. In Estremo Oriente, infatti, la dualit delnero e del bianco in genere quella dellombra e della luce, del giorno e dellanotte, della conoscenza e dellignoranza, della Terra e del Cielo. Nel regno deisimboli quindi i padroni sono il bianco e il nero. L essi sono davvero lalfa elomega, il buono e il malvagio 37.

    Se da un lato, dunque la cromatologia si molto evoluta, dallaltro lasimbologia del colore conserva un suo valore tradizionale. Il primo caratteredel simbolismo dei colori, come abbiamo visto, quindi la sua universalit.Esso presente a tutti i livelli dellessere e della conoscenza (cosmologica, psi-cologica, ecc.). Le interpretazioni subiscono delle variazioni, ma i colori in sestessi restano, sempre e ovunque, i supporti del pensiero simbolico. Per

    esempio, i sette colori dellarcobaleno sono stati messi in corrispondenza conle sette note musicali, i sette cieli, i sette pianeti, ecc. Alcuni colori rappresen-tano gli elementi: il rosso: il fuoco; il bianco o il giallo: laria; il verde: lacqua; ilnero o il marrone: la terra. Rappresentano anche: il nero, il tempo; il bianco,latemporale; e tutto ci che accompagna il tempo, lalternanza delloscurit edella luce, del sonno e del risveglio. Infine, i colori opposti - come il bianco eil nero - indicano generalmente il dualismo intrinseco dellessere. Le immaginia due colori traducono infatti i conflitti di forze. Queste si manifestano a tuttii livelli dellesistenza, dal mondo cosmico a quello pi intimo, il nero rappre-sentando le forze notturne, negative e involutive, il bianco le forze diurne, po-sitive ed evolutive.

    Il simbolismo dei colori fra quelli pi universalmente conosciuti e uti-

    lizzati, nella liturgia, nellaraldica38

    , che sottolinea il loro aspetto astratto econcettuale nellalchimia, nellarte e nella letteratura. Il loro significato,laffinit formale di queste sei o sette sfumature, con la serie delle vocali edelle note musicali, fa credere allesistenza di unanalogia essenziale fra tuttiquesti livelli, come anche fra questi e la divisione del cielo in sette parti, con-statata dallantico pensiero astrobiologico. Il simbolismo del colore solita-mente deriva da uno di questi concetti: il rapporto fra un colore e un simbolo

    37 F. Birren, Colore, Idealibri, Milano 1982, II ed. 1987, p. 178. Faber Birren un

    consulente per i problemi del colore. Ha lavorato presso la biblioteca di Arte e Architetturadella Yale University, ha fondato la Faber Birren Collection, che raccoglie migliaia di volu-mi su questo argomento.

    38 Nata intorno al XII secolo nellOccidente medievale, l'araldica si configura come

    un vero e proprio sistema del colore. Il blasone ravvisa nei colori delle categorie pure e liutilizza come concetti.

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    planetario al quale la tradizione lo aggrega; infine, laffinit che, secondo la lo-gica elementale e primitiva, si avverte fra un colore e lelemento della natura,del regno, del corpo o della sostanza che solitamente lo presenta, o che loesprime sempre in associazione indistruttibile e atto quindi a suggestionare ilpensiero umano.

    La psicologa Jolan Jacobi, studiando la psicologia di Jung, afferma:

    Per regola generale, il colore giallo (il colore del sole), sorge dalle tenebre comemessaggero della luce e scompare nelloscurit; il rosso (il colore del sangue pal-pitante e del fuoco) il colore dei sensi impulsivi e ardenti; il verde, il coloredelle piante terrestri percettibili direttamente 39

    Le seguenti associazioni sarebbero derivate da quelle essenziali citate, peresempio: il rosso viene associato al sangue, alle ferite, al concetto di agonia; ilgiallo alla luce solare, allilluminazione; il verde alla vegetazione, ma viene inte-so anche come colore della morte, della lividezza estrema; per questo il verde trasmissione e ponte fra il nero, essere minerale e il rosso (sangue, vita ani-male), ma anche fra vita animale e decomposizione e morte; il blu (cielo enotte, mare tempestoso); nero: terra concimata. Loro corrisponde general-mente allaspetto mistico del sole; largento, a quello della luna. La differenzadi concetto fra psicologia e tradizione esoterica nellesporre questi fatti inne-gabili che, per la prima, il significato simbolico si forma nella mente umanaper impregnamento di una relazione che fortuita, mentre secondolesoterismo i tre piani (la gamma dei colori, quella degli elementi e degliaspetti materiali, la gamma dei sentimenti e delle reazioni nella mente) sono ilrisultato di una stessa e simultanea azione della realt profonda. Per questo

    motivo Ely Star 40 sottolinea il fatto che ciascuno dei sette colori analogo aciascuna delle sette facolt dellanima, alle forme geometriche e ai pianeti.Questo concetto appartiene pi alla teoria delle corrispondenze che al sim-bolismo del colore propriamente detto. Le corrispondenze pi essenziali so-no, per esempio, quelle tra il fuoco, che rappresentato dal colore rosso;laria: dal giallo; lacqua rappresentata dal verde; la terra dal nero. OsservaEly Star:

    Il colore simboleggia una forza ascensionale nel gioco di ombre (tenebre, male) e

    39J. Jacobi, La psicologia de C. G. Jung, Madrid 1947, in J.E. Cirlot, Diccionario de

    smbolos, ed. it. Dizionario dei simboli, Armenia, Milano 1996, ad vocem colore, p.

    159. 40 E. Star, Les Mystres de l'Etre, Paris 1902, p. 160.

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    di luce (illuminazione, bene). Cos il blu scuro assimilato al nero; il celeste, co-me anche il giallo puro, al bianco 41.

    E ancora: Lazzurro loscurit divenuta visibile 42. importante quin-di rilevare anche lanalogia fra il tono, ossia lintensit di un colore, la sua lu-minosit, e il simbolismo del livello corrispondente, collocandolo fra i polidella luce e delloscurit. La purezza di un colore, inoltre, corrisponde semprealla purezza di un significato simbolico, mentre le tinte miste, derivate, secon-darie, sono maggiormente soggette ad interpretazioni duplici ed ambivalenti.Nello stesso modo, i colori primari equivalgono ai fenomeni emotivi primaried elementari.

    Nel simbolismo cinese 43, i colori hanno un significato e uno scopomolto precisi, in quanto sono emblemi di rango e di autorit. Il giallo, per

    esempio, per il suo carattere solare considerato come sacro e riservato allacasa reale. La dea madre dellIndia rappresentata di colore rosso per assimi-lazione con il principio creatore, poich il rosso il colore dellattivit e delsangue.

    Secondo Schneider 44, il colore rosso, in stretta relazione con lalchimia, collegato anche con il fuoco e con la purificazione. Le tre fasi principali dellaGrande opera (simbolo dellevoluzione spirituale) erano la materia prima (ilcolore nero), il mercurio (bianco) e lo zolfo (rosso), coronati dallottenimentodella pietra filosofale: loro. Il nero concerne lo stato di fermentazione, pu-trefazione, occultamento e penitenza; il bianco corrisponde allo stato di illu-minazione, ascensione; il rosso, a quello della sofferenza, dellamore. Lororappresenta, inoltre, lo stato di gloria. Questa serie di tinte: nero, bianco, rossoe oro esprime, dunque, la via dellascensione spirituale.

    Quella discensionale si trova nella serie opposta; dal giallo oro comepunto di partenza al nero come punto di arrivo e caduta. In alcune tradizioni,il verde e il nero si assimilano come concime-vegetazione. Laspetto negativodel verde associato alla putrefazione. una tinta ambivalente, a doppia ten-denza, il colore della vegetazione (la vita) ma anche dei cadaveri (la morte); perquesto gli Egizi dipingevano Osiris, il dio della vegetazione e dei morti, di co-lore verde. Nei simboli appare spesso la contrapposizione del bianco e del ne-ro, come positivo e negativo, anche come polarit simultanea o come trasfor-

    41 Ivi, p. 159.42 Ivi, p. 160.43 Cfr. A. Beaumont, Simbolismo en el arte decorativo chino, Nueva York 1949, ivi, p. 160.44

    M. Schneider, El origen musical de los animales simbolos en la mitologia y la esculturaantiguas. Barcelona 1946, p. 161.

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    mazione successiva ed alterna. Il nero, in termini generali, sembra essere, co-me in alchimia, la tappa iniziale e germinale. Blavatsky45 ricorda che No ave-

    va liberato dallarca un corvo nero prima della colomba bianca. In molte leg-gende mitiche appaiono corvi neri, e questi sono simboli che hanno una rela-zione con la saggezza primordiale, nera, occulta, inconscia. A questo propo-sito, Jung46 cita la germinazione delloscurit della nigredo alchemica. Il signi-ficato pi profondo del colore nero sarebbe loccultamento e la germinazionenelloscurit, e a tale riguardo Ren Gunon 47 rileva come il nero rappresentitutte le fasi preliminari e corrisponda concettualmente alla discesa agli inferi.Cos, loscura madre della terra, la Diana di Efeso, era rappresentata con il

    volto e le mani nere, in relazione con le caverne e le grotte. Presso i popoliprimitivi, il nero il colore delle zone interiori e sotterranee. Inoltre, il nerosimboleggia anche il tempo, in contrasto con la non temporalit del bianco, il

    quale ha una funzione che deriva da quella solare, dallilluminazione mistica edallOriente, nel suo aspetto positivo e spirituale. Daltra parte, il bianco, nelsuo aspetto negativo, come lividezza, la tinta del morto e dellorigine lunareda cui derivano alcuni riti e usanze. Eliade 48 evoca le danze al chiaro di luna didonne con i volti dipinti di bianco.

    il colore del vampiro che cerca il sangue che si ritirato da lui. la tinta delsudario, di tutti gli spettri, delle apparizioni, degli spiriti 49.

    La notte, come madre di tutte le cose, era raffigurata con un velo di stel-le, con due bambini fra le braccia, uno bianco e laltro nero. I colori presenta-no quindi anche un simbolismo cosmico e intervengono in diverse cosmogo-nie sotto forma di divinit. Essi possono rispondere anche ad un simbolismo

    di ordine biologico ed etico. Presso gli Egizi, per esempio, il valore simbolicodei colori interviene molto spesso nelle opere darte.

    Il nero segno di rinascita postuma e di sopravvivenza eterna 50, ilcolore del bitume che impregna la mummia 51, la tinta del dio Anubi, cheintroduce i morti nellaltro mondo, al tempo stesso presiede alla generazione.

    45 H. P. Blavatsky, La doctrina secreta de los smbolos, Barcelona 1925, p. 162.46 C. G. Jung, Psicologia e alchimia, Ed. Mediterranee, Roma 1950, p. 28.47 R. Gunon,Esotrisme de Dante, Paris 1949, ed. it.,Esoterismo di Dante, Atanr, Ro-

    ma 1958.48 Cfr. M. Eliade, Immagini e simboli, saggi sul simbolismo magico-religioso, Jaca Book, Mila-

    no 1980.49 L. Luzzatto, op. cit., p. 118.50

    J. Chevalier-A. Gheerbrant, Dizionario dei simbolicit., p. 303.51 Ibidem.

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    Il verde tinge talvolta il nero di Osiride, perch il colore della vita vegetale,della giovent e della salute. Il giallo era loro, la carne degli immortali. Il bian-co pu essere anchesso fausto e gioioso al tempo stesso. Il rosso , nella suaconnotazione migliore, violenza temibile; nella peggiore, malvagit. Il rosso presso gli Egizi il colore maledetto, quello di Seth, deit del male, e di tutto ciche dannoso: come rileva Portal,

    gli scribi intingono la loro penna nellinchiostro rosso per annotare le parole dicattivo augurio, come il demone - serpente delle sciagure, o di Seth il dio delmale, il Tifone del Nilo 52.

    Il simbolismo di colori pu assumere anche valori eminentemente reli-giosi. Nella tradizione cristiana il colore la partecipazione della luce creata edincreata. Come noto, le Scritture esaltano continuamente la grandezza e labellezza della luce. Limpiego di colori nelle vetrate delle chiese, straordina-riamente ricco e vario, ne sono una testimonianza. Linterpretazione dei colorisi ricollega cos alle norme dellantichit, evocando le pitture egizie arcaiche.Larte cristiana giunta ad attribuire il verde alla speranza, il bianco alla fede ealla castit, il rosso allamore e il nero alla penitenza.

    Per i filosofi presocratici, luniverso si riassume in quattro tinte che rap-presentano i suoi quattro elementi costitutivi: il nero, la terra; il verde, lacqua;il rosso il fuoco; il bianco, laria.

    In Africa, il colore costituisce un simbolo religioso, carico di significatoe di potenza. LAfrica la terra dei taumaturgi della materia e degli elementi, elantropologo Dominique Zahan, a tale proposito, sottolinea la finezza e laperspicacia del pensiero africano sostenendo che come manipolatori degli

    elementi, gli africani sono forse pi grandi degli antichi Greci 53. Basti pensa-re, per esempio, ai rituali concepiti per far piovere, o per disperdere i venti, oai riti del fuoco. Questi ultimi sono particolarmente significativi in quanto

    volti ad ottenere il dominio delle forze naturali attraverso le potenzialit insitenei colori stessi. In Africa, dove la natura sempre stata la prima maestra nellapercezione del colore, viene fatta una distinzione fra tre colori base: il bianco,il rosso e il nero. Dicendo che gli africani distinguono tre colori fondamentali,si intende che al bianco, al rosso e al nero sono legati valori emozionali, socia-li, religiosi e morali molto specifici. Sia nella loro realt concreta, sia sottolaspetto del loro contenuto, i tre colori in discussione sono pi ricchi di

    52 F. Portal, Sui colori simbolicicit., p. 48.53

    D. Zahan, Bianco, Rosso e Nero: il simbolismo dei colori nell'Africa Nera, in S.Sambursky, Il sentimento del colorecit., p. 180.

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    quanto il vocabolario cromatico di alcune popolazioni possa far pensare in unprimo momento.

    Attualmente lAfrica il punto di convergenza di due fenomeni culturali chehanno fortemente arricchito il senso del colore di queste popolazioni. Lo svilup-po delle tecniche tradizionali di tintura ha esercitato uninfluenza sulla semanticadei vari colori 54.

    Gli uomini africani erano abituati a capire i contrasti e le contrapposizio-ni delle due tinte basilari, bianco e nero, in termini di luce e oscurit, di cielo eterra. Per quanto riguarda il rosso, era il colore che scorreva nelle loro stesse

    vene, quello che vedevano nel sangue delle vittime sacrificali e nel fuoco delloro focolare. Essi si fissarono su due colori opposti, il bianco e il nero, comeestremi, ponendo il rosso in mezzo o allapice, visto che questo colore espri-me una funzione superiore rispetto agli altri due. In Africa le diverse tinte so-no considerate altrettanti

    mezzi per accedere alla conoscenza dellaltro e agire su di lui. I colori hanno ilruolo di liberare la forza o lenergia sia del tessuto sia dellindividuo 55.

    Essi, inoltre, sono investiti di un alone magico. Il bianco qui il coloredei morti. Il suo significato rituale va ancora oltre: serve ad allontanare lamorte e gli si attribuisce una grande potenza curativa. Spesso, nei riti di inizia-zione, il bianco il colore della prima fase, quella della lotta contro la mor-te 56. Il bianco, principio della luce, , al contrario, di buon augurio: una parti-colare virt magica attribuita al latte, in parte per il suo colore. Anche il ver-

    de di buon augurio in quanto simbolo della vegetazione. Il giallo, tintadelloro e del sole, possiede una virt magica.Le basi teoretiche dellalchimia contengono, oltre ad elementi razionali,

    originati dalla filosofia greca, anche elementi che, considerati dal punto di vistadella scienza convenzionale, sono irrazionali. La tesi alchimistica secondo cuiera possibile trasmutare i metalli vili in nobili si fondeva con lidea che deter-minati metalli fossero associati a determinati pianeti. La correlazione oro-solee argento-luna stata determinata dalla evidente associazione al colore di que-sti corpi celesti, il giallo-oro del sole e lopaco splendore argenteo della luna. Sipresupponeva cio che la natura di ogni metallo fosse determinata dalla tota-

    54 Ivi, p. 166.55

    Ivi, p. 167.56J. Chevalier-A. Gheerbrant, Dizionario dei simbolicit., ad vocembianco, p. 304.

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    lit dei pianeti.Gli alchimisti condividevano lantico principio della filosofia naturalisti-

    ca. Essi consideravano il colore come la caratteristica pi importante dellamateria. Questa scienza utilizza un linguaggio ermetico e per immagini, in cuiil colore ha un ruolo fondamentale per comunicare ai suoi adepti i procedi-menti per dominare la materia. La sequenza delle metamorfosi colorate chesubiscono i composti da una tinta allaltra, scandiscono tutte le fasi delle ope-razioni e forniscono molte risposte sul simbolismo dei colori. Secondo questatradizione, il significato archetipo dei colori insito nella conoscenza di unanatura che include luomo ed considerata universale. Anche lalchimia pos-siede, quindi, una sua scala di colori: secondo un ordine ascendente, essa attri-buisce

    il nero alla materia, allocculto, al peccato, alla penitenza; il bianco al mercurio,allinnocenza, allilluminazione, alla felicit; il rosso allo zolfo, al sangue, alla pas-sione; loro alla grande Opera 57.

    In alchimia, bianco-rosso la congiunzione dei contrari, la coniuctiosolis et lunae. Di solito, quando si contrappongono due colori in un datocampo simbolico (che sia laraldica, lemblematica, larte figurativa) osservaCirlot, che quello inferiore ha sempre un carattere femminile e quello superio-re, maschile, dove superiore il pi alto nella gerarchia determinata dal cer-chio di colori in alchimia 58.

    Gli psicologi, a loro volta, hanno distinto generalmente i colori in caldie freddi. I primi sono dotati di un potere stimolante, i secondi favoriscono iprocessi sedativi, tranquillizzanti. Nella concezione analitica, in particolar

    modo secondo Jung, i colori esprimono le principali funzioni psichichedelluomo, quali il pensiero, il sentimento, lintuizione, la sensazione. Cos, ilrosso il colore del sangue, della passione, del sentimento. Il giallo, quellodella luce, delloro, dellintuizione. Verde anche la tinta della natura e dellacrescita.

    Quello che emerge, dunque, al di l di tutte queste variazioni culturali, aldi l dei significati fluttuanti, delle differenti e/o ambivalenti interpretazioni, la funzione organizzatrice del colore. Esso serve soprattutto a classificare, agerarchizzare, ad associare, ad opporre, a designare. Come afferma Pastoreau,

    Il colore lorganigramma di ogni vita sociale e mentale; articola lo spazio e il

    57

    Cfr. S. Sambursky, Il sentimento del colorecit., p. 29.58J. E. Cirlot, Dizionario dei simbolicit., p. 166.

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    tempo, coordina le conoscenze e crea al loro interno dei sistemi. Il colore sempre unarte della memoria. Ma unarte della memoria che varia da una societallaltra, che si trasforma nel corso del tempo 59.

    Il colore, come il simbolo, spesso ambivalente. Ogni colore pu sem-pre essere inteso nel suo duplice significato; positivo e negativo, divino o in-fernale. Compito dellinterprete dei colori dunque quello di comprendere inquale ambito semantico e quale valenza ravvisare nella tinta che in grado dicogliere.

    Un problema sul quale non ci si pu non interrogare, riguarda la naturacomunicativa ed espressiva dei colori, al di l della specificit del linguaggio dicui si teorizzano e si studiano le propriet. Al di l dei contesti storicamentedeterminati, secondo i quali per esempio si adotta il bianco per simboleggiare

    la purezza, piuttosto che il lutto nelle culture e tradizioni orientali, o il neroper indicare il mistero e la fecondit piuttosto che la tristezza, il peccato e lapenitenza in Occidente, sembra che il colore costituisca un linguaggio sostan-zialmente invariato nel suo significato primario. Il colore ha unessenza pri-mordiale, ma che subisce delle alterazioni e variazioni in rapporto ai contestistorico-culturali nei quali viene a trovarsi. Un colore, infine, non si pu defini-re in assoluto, ma tenendo conto dellinsieme delle relazioni che intrattienecon altre tinte.

    Ci sembra di poter affermare, sulla scorta degli assunti della teoria delcolore goethiana, che lesperienza del colore fondamentalmente una, indi-pendentemente dai contesti nei quali si realizza, la pittura piuttosto che la let-teratura, ad esempio. In unimmagine pittorica un oggetto di un determinatocolore in quanto si oppone ad un altro. Una tinta, qui come altrove, non mai

    presa isolatamente e acquisisce senso e significato in rapporto alla costruzionee alla sintassi dellimmagine globale che la contiene. Lo schema nel quale possibile rappresentare la molteplicit dei colori rinvia a rapporti originari, ap-partenenti allintuizione umana non meno che alla natura, delle loro caratteri-stiche ci si pu quindi servire come di un linguaggio, allo scopo di esprimerequesti rapporti primigeni.

    Goethe si proposto di esprimere la natura del colore quale essa . Co-me si fa per esempio a dimostrare che il nero il colore della morte? A tale

    59 M. Pastoreau, Couleurs, Images Symbolescit., p. 66. La couleur est lorganigramme

    de toute vie sociale et mentale; elle articule lespace et le temps, coordonne les connais-sances et cre au sein de celles-ci des systmes. La couleur est toujours un art de la

    mmoire. Mais un art de la mmoire qui diffre d'une socit lautre, qui se transforme aufil du temps. (Traduzione nostra).

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    proposito, si chiede Troncon, quando quella circostanza pu essere conside-rata un fatto o quando pu essere riportata a un sistema di fatti? 60. Per di-mostrare che la proposizione il nero il colore della morte che sotto certecircostanze valida, in quanto descrive il fatto che presso certi popoli esso considerato tale. Del resto in questa proposizione, prescindendo dal suo valo-re fattuale, lattribuzione del nero alla morte non pu essere tematizzata coscome lo pu lattribuzione del nero alle ali del corvo. Il primo genere di attri-buzione orientato in un senso piuttosto diverso rispetto al secondo. Lastruttura del senso delle due proposizioni distinta. Il nero non appartienealla morte cos come appartiene alle ali del corvo: del resto, forse, non si trattadello stesso nero. Lo strumento dellanalogia cos quello cui si fa pi fre-quentemente ricorso, ossia lindividuare un analogon sensibile e morale aciascuna tinta, mediante una traduzione dal piano materiale a quello immagi-

    nativo.La questione del simbolo, dellallegoria e degli usi mistici del colore vi-sta da Goethe sotto questo stesso punto di vista. Secondo una certa visione sipu per esempio essere incerti circa il significato da dare ad un certo coloreusato in funzione simbolica. Ci si potrebbe trovare in imbarazzo sul come in-terpretare un uso extracromatico del colore. In realt secondo Goethe un ef-fettivo uso simbolico del colore non un uso extracromatico di esso. Quandocio si lascia agire il colore secondo la sua natura, senza lintervento di codicidi interpretazione esterni ad esso, si pu cogliere il significato di un colore conaltrettanta immediatezza e certezza con la quale si stabilisce il suo grado dichiarezza rispetto ad un altro colore.

    Goethe esclude possibilit di valorizzazione immaginativa e simbolica del

    colore che non partano direttamente dal fenomeno cromatico, dalle suestrutture. Secondo Goethe, la storia dei colori nel suo insieme simbolica, edorganizza la propria comprensione attraverso nessi di tipo simbolico, quindiper il filosofo inevitabile il ricorso a metafore ed immagini. Linterpretazionedei colori, quindi, stimola limpiego di un linguaggio simbolico e per immagini.

    Il filosofo pensava la fattivit dellarte come un diverso modo di cono-scenza, per immagini e non per concetti. Egli concepiva non solo la scienza,ma anche larte, come costitutiva non solo della cultura, ma anche dello spiritoumano. Lobiettivo principale di Goethe, come sottolinea Argan 61, era la di-battuta questione delloggettivit e soggettivit del conoscere, in cui il critico

    60 R. Troncon, Goethe e la filosofia del colore, in J.W. Goethe, La Teoria dei colori

    cit., p. 241.61 Cfr. G. C. Argan, Introduzione alla teoria dei colori cit.

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    Caroline Pagani

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    ravvisa una connessione con Kant, per cui la soggettivit del percepire non si-gnifica necessariamente arbitrariet. Per Goethe, come le proporzioni o laprospettiva, i colori possono ben essere categorie formali che la mente elaboraper rendere la visione del mondo conforme al proprio ordine interno.

    Qualit e quantit sono concetti tra cui possibile un rapporto dialettico,per Goethe. Di conseguenza, i colori non apparterrebbero alla natura tout court,ma alla mente, secondo Argan che arriva a sostenere che della loro non arbi-trariet, non si pu avere la prova provata: sta di fatto che tutti li percepiscono(non importa se con gli occhi chiusi o aperti) e li percepiscono nello stessomodo 62. Se da un lato quindi il colore non una cosa in s, daltro canto nonsi tratta neanche di un fenomeno che si rileva solo attraverso la vista, pu av-

    valersi anche di altri parametri sensoriali.

    Tra il nero e il bianco non c pi differenza radicale come tra lessere e il nulla.Infatti il bianco non pi la luce ma il concetto di luce, il nero non pi la man-canza di luce ma il concetto di tenebra 63.

    Sono concetti visualizzati. Nella Teoria dei colori, i fenomeni cromatici so-no accompagnati fin dallinizio a valori simbolici e immaginativi, al punto chela natura fisiologica, fisica e chimica del colore va considerata come laltro latodi una medaglia che porta gi impresse su una faccia dei valori e motivi diimmaginazione.

    Nella Teoria dei ColoriGoethe parla anche dellazione sensibile e moraledel colore 64 ed elabora anche delle osservazioni intorno agli effetti psicologi-ci del colore stesso, in quanto in grado di suscitare degli stati danimo. Loperadel grande letterato scritta dunque per coloro che trasformano la percezione

    del colore in unesperienza di tipo interiore.Il ruolo degli elementi che potremmo chiamare soggettivi, quali criteri

    storici, culturali, non vengono considerati dallautore nella sua definizione dinatura sensibile e morale del colore, che non riconducibile ad ambiti extra-cromatici, ma alla sua natura cromatica semplicemente.

    Nella molteplicit dei fenomeni che accompagnano il colore, quindipossibile ravvisare un unico e identico nucleo, un unico nesso a tutti comune.Il colore si trova sempre accompagnato da certi valori e non ha una nascitasolo materiale, ma anche cosmica, in quanto figlio di due forze, chiaro escuro, luce e tenebre, che per lantroposofo Rudolph Steiner sono due entit

    62 Ivi, p. 18.63

    Ivi, p. 15.64 Cfr. J. W. Goethe, Teoria dei coloricit.

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    Le variazioni antropologico-culturali dei significati simbolici dei colori

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    cosmiche.A sua volta scrive Johannes Itten:

    I colori sono idee primordiali, generate dallincolore luce originaria e dal suocontrario, loscurit senza tinta. [...] I colori sono creature della luce e la luce lamadre dei colori. La luce, fenomeno primo delluniverso, ci rivela nei colori lospirito e lanima vitale del nostro mondo 65.

    Il colore ha poi carattere di immagine, a tale proposito Steiner afferma:I colori sono immagini, essi esistono gi nel mondo con carattere di immagi-ni. E tale carattere-immagine del colore viene definito distinguendo fralelemento in cui limmagine si forma e quello che la suscita.

    Nel verde che sorge davanti a noi non abbiamo che limmagine della pianta [...]

    Nella pianta la vita lessenza. Il colore verde limmagine, cos che io affermoqualcosa di completamente oggettivo se dico che il verde rappresenta limmaginemorta della vita 66.

    Nel tentativo di penetrare nellessenza oggettiva del colore, si parte quin-di da una sua rappresentazione particolare, empirica.

    Steiner si chiesto: che cosa la pianta che rappresenta per noi il verde?

    Otteniamo il verde come immagine della pianta, e, mentre di solito attribuiamo ilcolor verde essenzialmente alla pianta, dobbiamo attribuire questo verdeallimmagine della pianta e nel verde stesso dobbiamo cercare lessenza particola-re dellimmagine della pianta 67

    Vediamo lalbero verde non perch siaverde, tale soltanto nella catego-ria di sensazioni luminose che chiamiamo verde; lo vediamo cos perch ormainella comune coscienza lalbero legato al verde. Questo generale consensocirca la visione colorata del mondo sarebbe anche uno dei fattori coesivi dellasociet.

    65J. Itten, Arte del colore. Esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per larte, Il

    Saggiatore, Milano 1998, p. 8. (Corsivo nostro).66

    R. Steiner, LEssenza dei colori, Antroposofica, Milano 1997, p. 26.67 Ivi, p. 25.