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Anno 0 - Numero 0 Ottobre 2012 www.tourbusmagazine.it INTERVISTA - NINO BUONOCORE IN CONCERTO INTERPLAY - SPECIALE SU RIZ ORTOLANI DIDATTICA - FOCUS ON: TOTO IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER IN ESCLUSIVA MR. STEVE LUKATHER

Tour Bus Magazine - Ottobre 2012

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Tour Bus Magazine - Ottobre 2012

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INTERVISTA - NINO BUONOCORE IN CONCERTO

INTERPLAY - SPECIALE SU RIZ ORTOLANI

DIDATTICA - FOCUS ON: TOTO

IN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHERIN ESCLUSIVA

MR.STEVE LUKATHER

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www.tourbusmagazine.itstaff

Eccoci qui nuovamente con TBMag. Dopo il numero di lancio immaginavamo che in tanti ci avrebbero dati per spacciati. Invece, con nostra grande gioia e soddisfazione, abbiamo raccolto tanti attestati di stima e di affetto, nonché numerose proposte di collaborazione per proseguire il nostro tour insieme ad altre realtà attive nel mondo della musica. Una di queste - la ospitiamo in questo numero - si chiama Plindo.com, progetto eticamente sostenibile, per la valorizzazione e la diffusione di musica e cultura di qualità al di fuori dei grandi canali di comunicazione. In pratica, una filosofia molto vicina alla nostra sezione Brand New.Vi starete chiedendo quali sono le sorprese che abbiamo in serbo per voi per questo mese. Dando uno sguardo alla copertina, un’idea ve la sarete già fatta. Per questo numero abbiamo avuto l’immenso piacere di intervistare il chitarrista STEVE LUKA-THER. Steve è la storia della chitarra elettrica e

per noi è un onore potervi riportare le sue dichiara-zioni piene di amore per la musica e per il suo lavoro.Ma non finisce qui. E’ con grande gioia che tra le nostre pagine questo mese ospitiamo anche NINO BUONOCORE, cantautore dall’animo profondo. Lo abbiamo incontrato prima del suo ultimo concerto napoletano, chiacchierare con lui è stato emozionan-te e ci ha dato la possibilità di toccare con mano la sua sconfinata passione per la musica.Infine, la nostra Interplay, con un intenso approfondi-mento su RIZ ORTOLANI, leggenda nel campo della musica e del cinema. Inoltre, abbiamo dedicato spazio anche ad un particolare progetto cinemato-grafico prodotto da giovani talenti attivi nel mondo accademico.Adesso è giunto il momento di mettere in moto, pronti a sfogliare la rivista insieme ad ognuno di voi.Buona lettura a tutti.

Numero di OTTOBRE 2012

Sezione Brand New: Luca Di Lauro

Sezione Interplay: Alessio Strazzullo

Hanno collaborato: Salvatore De Chiara (Brand New),Gianluca Brugnano (Music Academy), Alessandro Germanò

Foto di copertina e foto sezione Back Stage: Riccardo Arena www.riccardoarena.it

Foto sezione On Stage: Sergio Mosca

Progettazione grafica: Fabio D’Avino

Comunicazione e Social Network: Silvio Della Vecchia

Sito internet: Oriana Gaeta

Info e contatti: www.tourbusmagazine.it - [email protected]

Tour Bus Magazine è una testata giornalistica regolamentedepositata presso il Tribunale di Napoli

Tutti i diritti sono riservati

Direttore Editoriale, Responsabile Music AcademyAlessandro Liccardo

Direttore Responsabile, Graphic designerFabio D’Avino

14

18

S C A L E T T A

Pag. 4 - NINO BUONOCORE dietro le quintedel concerto napoletano

Pag. 12 - Focus on: TOTO Pag. 18 - Le nuove proposte Pag. 24 - Speciale su Riz Ortolani

Pag. 8 - Steve Lukather, NEVER ENOUGH

On Stage Back Stage

InterplayBrand NewMusic Academy

S o u n d c h e c k di Fabio D’Avino

SOUNDS LIKE

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www.tourbusmagazine.itstaff

Eccoci qui nuovamente con TBMag. Dopo il numero di lancio immaginavamo che in tanti ci avrebbero dati per spacciati. Invece, con nostra grande gioia e soddisfazione, abbiamo raccolto tanti attestati di stima e di affetto, nonché numerose proposte di collaborazione per proseguire il nostro tour insieme ad altre realtà attive nel mondo della musica. Una di queste - la ospitiamo in questo numero - si chiama Plindo.com, progetto eticamente sostenibile, per la valorizzazione e la diffusione di musica e cultura di qualità al di fuori dei grandi canali di comunicazione. In pratica, una filosofia molto vicina alla nostra sezione Brand New.Vi starete chiedendo quali sono le sorprese che abbiamo in serbo per voi per questo mese. Dando uno sguardo alla copertina, un’idea ve la sarete già fatta. Per questo numero abbiamo avuto l’immenso piacere di intervistare il chitarrista STEVE LUKA-THER. Steve è la storia della chitarra elettrica e

per noi è un onore potervi riportare le sue dichiara-zioni piene di amore per la musica e per il suo lavoro.Ma non finisce qui. E’ con grande gioia che tra le nostre pagine questo mese ospitiamo anche NINO BUONOCORE, cantautore dall’animo profondo. Lo abbiamo incontrato prima del suo ultimo concerto napoletano, chiacchierare con lui è stato emozionan-te e ci ha dato la possibilità di toccare con mano la sua sconfinata passione per la musica.Infine, la nostra Interplay, con un intenso approfondi-mento su RIZ ORTOLANI, leggenda nel campo della musica e del cinema. Inoltre, abbiamo dedicato spazio anche ad un particolare progetto cinemato-grafico prodotto da giovani talenti attivi nel mondo accademico.Adesso è giunto il momento di mettere in moto, pronti a sfogliare la rivista insieme ad ognuno di voi.Buona lettura a tutti.

Numero di OTTOBRE 2012

Sezione Brand New: Luca Di Lauro

Sezione Interplay: Alessio Strazzullo

Hanno collaborato: Salvatore De Chiara (Brand New),Gianluca Brugnano (Music Academy), Alessandro Germanò

Foto di copertina e foto sezione Back Stage: Riccardo Arena www.riccardoarena.it

Foto sezione On Stage: Sergio Mosca

Progettazione grafica: Fabio D’Avino

Comunicazione e Social Network: Silvio Della Vecchia

Sito internet: Oriana Gaeta

Info e contatti: www.tourbusmagazine.it - [email protected]

Tour Bus Magazine è una testata giornalistica regolamentedepositata presso il Tribunale di Napoli

Tutti i diritti sono riservati

Direttore Editoriale, Responsabile Music AcademyAlessandro Liccardo

Direttore Responsabile, Graphic designerFabio D’Avino

14

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S C A L E T T A

Pag. 4 - NINO BUONOCORE dietro le quintedel concerto napoletano

Pag. 12 - Focus on: TOTO Pag. 18 - Le nuove proposte Pag. 24 - Speciale su Riz Ortolani

Pag. 8 - Steve Lukather, NEVER ENOUGH

On Stage Back Stage

InterplayBrand NewMusic Academy

S o u n d c h e c k di Fabio D’Avino

SOUNDS LIKE

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on stage

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I

NINOBUONOCORE

a cura di Fabio D’Avino

N.B. Suono pochissimo a Napoli, forse nemmeno un concerto all'anno. Io credo molto nella mas-sima NEMO PROFETA IN PATRIA. Io sono un napoletano un po' più riservato, che però tiene fede alle proprie radici molto più di quelle persone che ostentano la propria napoletanità. Anche la scelta dell'italiano è stata per me una scelta di posizione coerente.

Ad un certo punto della tua carriera c'è stato un cambio di direzione verso il jazz...

N.B. La matrice leggermente jazzistica c'è sempre stata nella mia musica, addirittura da quando ho cominciato a comporre, solo che era un'epoca in cui il jazz era appannaggio di pochi. Ho dovuto per forza di cose tenerla un po' soppressa ma in realtà ha sempre vissuto con me e appena ho avuto la possibilità l'ho tirata fuori, e l'esperienza con CHET BAKER mi ha dato un motivo in più per farlo. In questo momento della mia carriera faccio quello che mi pare. E' una scelta, chiaramente mi espongo. Mi sta bene che si dica qualsiasi cosa di me, purché nessuno mi snaturi.

Il mondo cambia velocemente e con esso anche quello della musica. Com'è il mondo delle majors e quanto è importante staccarsi dai colossi commerciali per fare buona musica mantenendo la propria identità?

N.B. Staccarsi dalle majors oggi purtroppo direi

E' un pomeriggio di fine estate ancora caldo quello in cui abbiamo incontrato NINO BUONO-CORE. La storia parla da sé, una vita spesa per la musica, tanti successi all'attivo ed un'indole musi-cale unica nel suo genere. Noi lo abbiamo raggiunto nel back stage del suo concerto napoletano. Eh sì, perché la sera Nino si è esibito davanti al pubblico della sua città. La nostra chiacchierata è partita proprio dal suo rapporto con Napoli, tra i suoni del soundcheck ed il via vai degli addetti ai lavori.

5

www.tourbusmagazine.it

NINO BUONOCORE dietrole quinte del concerto napoletano

Nino Buonocore live alle Terme di Agnano

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on stage

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I

NINOBUONOCORE

a cura di Fabio D’Avino

N.B. Suono pochissimo a Napoli, forse nemmeno un concerto all'anno. Io credo molto nella mas-sima NEMO PROFETA IN PATRIA. Io sono un napoletano un po' più riservato, che però tiene fede alle proprie radici molto più di quelle persone che ostentano la propria napoletanità. Anche la scelta dell'italiano è stata per me una scelta di posizione coerente.

Ad un certo punto della tua carriera c'è stato un cambio di direzione verso il jazz...

N.B. La matrice leggermente jazzistica c'è sempre stata nella mia musica, addirittura da quando ho cominciato a comporre, solo che era un'epoca in cui il jazz era appannaggio di pochi. Ho dovuto per forza di cose tenerla un po' soppressa ma in realtà ha sempre vissuto con me e appena ho avuto la possibilità l'ho tirata fuori, e l'esperienza con CHET BAKER mi ha dato un motivo in più per farlo. In questo momento della mia carriera faccio quello che mi pare. E' una scelta, chiaramente mi espongo. Mi sta bene che si dica qualsiasi cosa di me, purché nessuno mi snaturi.

Il mondo cambia velocemente e con esso anche quello della musica. Com'è il mondo delle majors e quanto è importante staccarsi dai colossi commerciali per fare buona musica mantenendo la propria identità?

N.B. Staccarsi dalle majors oggi purtroppo direi

E' un pomeriggio di fine estate ancora caldo quello in cui abbiamo incontrato NINO BUONO-CORE. La storia parla da sé, una vita spesa per la musica, tanti successi all'attivo ed un'indole musi-cale unica nel suo genere. Noi lo abbiamo raggiunto nel back stage del suo concerto napoletano. Eh sì, perché la sera Nino si è esibito davanti al pubblico della sua città. La nostra chiacchierata è partita proprio dal suo rapporto con Napoli, tra i suoni del soundcheck ed il via vai degli addetti ai lavori.

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NINO BUONOCORE dietrole quinte del concerto napoletano

Nino Buonocore live alle Terme di Agnano

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Nella tua carriera hai suonato con tanti artisti bravissimi. Quanto conta la scelta dei musicisti in un tuo progetto?

N.B. Incide moltissimo perché per me è fondamentale e li scelgo con molta cura. Devono saper sposare il proprio narcisismo con la natura del progetto, metten-do le proprie doti al servizio del gruppo. Purtroppo ci sono tanti bravi musicisti che non fanno questo tipo di ragionamento e cercano di enfatizzare le proprie qualità magari a danno del risultato totale.

Prima di salutarci, cosa puoi dire ai giovani musi-cisti che sognano di fare questo mestiere?

N.B. Io penso che nella musica ci siano tantissime attività collaterali, non basta più solo saper suonare. Posso dire però che aspettare che qualcuno ti chiami non serve a niente. Bisogna prendere il toro per le corna, non smetterò mai di dire che IL TRENO PASSA SEMPRE, non passa solo una volta, però bisogna farsi trovare con i bagagli già pronti per prenderlo al volo.

6 7

www.tourbusmagazine.iton stage

che è una necessità, anzi chi vuole fare musica deve scegliere una strada divergente da quelle delle majors, perché la major, ovviamente, per una questio-ne imprenditoriale, deve lavorare sulle cifre e spesso lavorando così poi si sminuisce il contenuto. Ormai si è andato oltre quelli che sono gli iter convenzio-nali delle case discografiche, oggi ognuno può essere “casa discografica”, l'importante è fare un buon uso di internet che è un mezzo fondamentale e avere le idee chiare, e soprattutto ancora di più è suonare dal vivo, perché questo è l'unico modo che è rimasto vicino alla musica.

C'è però un circuito underground vivo che ha voglia di musica, in cui si muovono diverse etichette indipendenti...

N.B. Purtroppo secondo me è come il canto del cigno. Anche la piccola etichetta ha dei limiti, per lo più strutturali. Alla fine fa delle scelte di target, che secon-do me è sbagliato. Nella musica bisogna abbandona-re i preconcetti perché la musica è qualunque cosa. Fanno questo lavoro facendo sacrifici esagerati ma senza poter accedere ai grandi megafoni come la televisione non so per quanto tempo potranno ancora farlo.

Per il futuro, Nino ha un disco in cantiere:“Ho un disco di imminente uscita, e mi occuperò io della produzione del mio lavoro. Visto che io ho la fortuna di avere già qualche successo alle spalle, voglio rendere la crescita più allegra facendo tanti concerti. Il disco è il biglietto da visita ma LA MIA VITA E’ SUONARE DAL VIVO. In questo modo ascoltare musica torna ad essere un processo naturale, si torna a vivere la musica. Il live spesso viene posto alla fine delle priorità nella promozione di un disco, invece dovrebbe essere all'inizio. I dischi sono dei capitoli virtuali, i capitoli veri sono i live, la musica che vivi e trasmetti. E le persone che ricevono queste emozioni non ti abbandonano più”.

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Nella tua carriera hai suonato con tanti artisti bravissimi. Quanto conta la scelta dei musicisti in un tuo progetto?

N.B. Incide moltissimo perché per me è fondamentale e li scelgo con molta cura. Devono saper sposare il proprio narcisismo con la natura del progetto, metten-do le proprie doti al servizio del gruppo. Purtroppo ci sono tanti bravi musicisti che non fanno questo tipo di ragionamento e cercano di enfatizzare le proprie qualità magari a danno del risultato totale.

Prima di salutarci, cosa puoi dire ai giovani musi-cisti che sognano di fare questo mestiere?

N.B. Io penso che nella musica ci siano tantissime attività collaterali, non basta più solo saper suonare. Posso dire però che aspettare che qualcuno ti chiami non serve a niente. Bisogna prendere il toro per le corna, non smetterò mai di dire che IL TRENO PASSA SEMPRE, non passa solo una volta, però bisogna farsi trovare con i bagagli già pronti per prenderlo al volo.

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che è una necessità, anzi chi vuole fare musica deve scegliere una strada divergente da quelle delle majors, perché la major, ovviamente, per una questio-ne imprenditoriale, deve lavorare sulle cifre e spesso lavorando così poi si sminuisce il contenuto. Ormai si è andato oltre quelli che sono gli iter convenzio-nali delle case discografiche, oggi ognuno può essere “casa discografica”, l'importante è fare un buon uso di internet che è un mezzo fondamentale e avere le idee chiare, e soprattutto ancora di più è suonare dal vivo, perché questo è l'unico modo che è rimasto vicino alla musica.

C'è però un circuito underground vivo che ha voglia di musica, in cui si muovono diverse etichette indipendenti...

N.B. Purtroppo secondo me è come il canto del cigno. Anche la piccola etichetta ha dei limiti, per lo più strutturali. Alla fine fa delle scelte di target, che secon-do me è sbagliato. Nella musica bisogna abbandona-re i preconcetti perché la musica è qualunque cosa. Fanno questo lavoro facendo sacrifici esagerati ma senza poter accedere ai grandi megafoni come la televisione non so per quanto tempo potranno ancora farlo.

Per il futuro, Nino ha un disco in cantiere:“Ho un disco di imminente uscita, e mi occuperò io della produzione del mio lavoro. Visto che io ho la fortuna di avere già qualche successo alle spalle, voglio rendere la crescita più allegra facendo tanti concerti. Il disco è il biglietto da visita ma LA MIA VITA E’ SUONARE DAL VIVO. In questo modo ascoltare musica torna ad essere un processo naturale, si torna a vivere la musica. Il live spesso viene posto alla fine delle priorità nella promozione di un disco, invece dovrebbe essere all'inizio. I dischi sono dei capitoli virtuali, i capitoli veri sono i live, la musica che vivi e trasmetti. E le persone che ricevono queste emozioni non ti abbandonano più”.

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NEVERNEVER

ENOUGH

a cura di Alessandro Liccardo

back stage

STEVELUKATHERNEVER

ENOUGHNEVER

ENOUGHNEVER

ENOUGHSTEVE LUKATHER non ha certo bisogno di presentazioni: una vera e propria icona della chitarra moderna, è stato definito da sua maestà Eddie Van Halen semplicemente “il più grande chitarrista sulla Terra”! Una carriera ultratrentennale alle spalle, dai mitici TOTO, la sua band storica, alle collaborazioni in studio con le più grandi superstar della musica pop e rock passando per Michael Jackson, Lionel Richie, Cher, Eric Clap-ton, George Benson (ma la lista è praticamente infinita).

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NEVERNEVER

ENOUGH

a cura di Alessandro Liccardo

back stage

STEVELUKATHERNEVER

ENOUGHNEVER

ENOUGHNEVER

ENOUGHSTEVE LUKATHER non ha certo bisogno di presentazioni: una vera e propria icona della chitarra moderna, è stato definito da sua maestà Eddie Van Halen semplicemente “il più grande chitarrista sulla Terra”! Una carriera ultratrentennale alle spalle, dai mitici TOTO, la sua band storica, alle collaborazioni in studio con le più grandi superstar della musica pop e rock passando per Michael Jackson, Lionel Richie, Cher, Eric Clap-ton, George Benson (ma la lista è praticamente infinita).

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quarantacinque minuti durante il quale propone il proprio repertorio prima della jam session conclusiva che vede i tre top player improvvisare insieme sul palco, n.d.r.). Come al solito in questi casi la jam session è il momento più entusiasmante. Lì può succedere di tutto e ci sarà da divertirsi. Credo che alla fine salverò la faccia (in inglese “I’ll save my ass”, n.d.r.).

Nel corso dell’estate Lukather è stato impegnato in un tour europeo con i TOTO, la sua band storica che dalla fine degli anni Settanta ad oggi ha sfornato alcune delle hit più famose della musica rock come ROSANNA, HOLD THE LINE, AFRICA. Il tour estivo che ha toccato l’Italia con tre date a Lucca, Cattolica e Majano, ha proposto all’affezionato pubblico europeo una formazione per quattro sesti originale (oltre a Steve Lukather alla chitarra c’erano Joseph Williams alla voce, David Paich e Steve Porcaro alle tastiere). S.L. È emozionante per me essere sul palco dopo tanti anni con questi ragazzi. Siamo come una fami-glia, ci conosciamo e suoniamo insieme dai tempi della high school (Steve si rabbuia quando ricorda la malattia del bassista originale dei Toto, Mike Porcaro, al quale è stata recentemente diagnosticata la SLA che gli ha impedito di prendere parte al tour, n.d.r.).

Nel corso dell’anno è stato anche impegnato nel tour americano di circa trenta date con il supergruppo messo insieme dal Beatle RINGO STAR. Gli abbiamo quindi chiesto cosa si prova ad essere considerato anno dopo anno uno dei migliori chitarristi in circola-zione e Steve ci ha regalato una straordinaria dimo-strazione di umiltà che ancora una volta testimonia il suo grande valore come persona oltre che come musicista.

S.L. Non sono proprio il migliore di nulla… magari lascia solo chitarrista (sorride). Cerco di divertirmi e sono fortunato perché ho avuto e ho ancora una carriera molto varia. Non tanti musicisti in circolazione possono fare il G3, un tour con i Toto, suonare con Ringo e nello stesso anno lavorare ad un disco solista e quando sono a casa tirare su due bambini sotto i cinque anni e avere a che fare con altri due figli più grandi senza impazzire. Sono molto grato per queste opportunità che mi vengono date e cerco di fare del mio meglio. Grazie anche a voi per il supporto. Mando un saluto a tutti i lettori di TBMag.

Have a good one mate!

Cinque Grammy Awards vinti, versatilità, stile e un suono che ha fatto epoca, STEVE LUKATHER ha ancora l’energia di un ragazzino e nel 2012 è stato impegnato in una serie di tour da paura che lo hanno tenuto in giro per il mondo senza soluzione di conti-nuità. Nei primi mesi dell’anno si è unito a JOE SATRIANI e STEVE VAI per alcuni concerti tra Nuova Zelanda e Australia durante la prima parte del G3 edizione 2012. Nella seconda parte del G3 TOUR 2012 che si svolge in autunno, Steve ha nuovamente raggiunto Satriani e JOHN PETRUCCI (che nel frattempo ha sostituito Steve Vai) per alcune date a

Città del Messico. Ai microfoni di TBMag gli abbiamo chiesto come si è preparato ad incrociare di nuovo la sua ascia con due chitarristi pazzeschi, veri e propri idoli delle folle di mezzo mondo.

S.L. Joe e John mi faranno a pezzi, non c’è dubbio (ride). Ma a dire la verità io faccio quello che “io” faccio, ho il mio stile e il mio modo di suonare e approcciarmi alla musica che è un po’ diverso dal loro. Inoltre la mia posizione è abbastanza privilegia-ta dato che in scaletta è previsto che suonerò per primo (al G3 ogni chitarrista suona un set di circa

www.tourbusmagazine.itback stage

Nella sezione MUSIC ACA-DEMY di questo mese trovate un ricco speciale dedicato a STEVE LUKATHER e a JEFF PORCARO dei TOTO, la band attiva dal 1978, anno di pubblicazione del primo disco dal titolo omonimo, che è divenuta nel corso degli anni uno dei gruppi cult del cosiddetto adult oriented rock. Oltre a Steve Lukather alle chitarre e spesso anche alla voce, hanno militato stabilmente nei Toto Joseph Williams, figlio dell’arcinoto compositore John Williams, Bobby Kimball e Fergie Frederiksen alla voce, David Paich e Steve Porcaro alle tastiere, David Hungate, Mike Porcaro e Nathan East al basso, Simon Phillips e Jeff Porcaro alla batteria.

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quarantacinque minuti durante il quale propone il proprio repertorio prima della jam session conclusiva che vede i tre top player improvvisare insieme sul palco, n.d.r.). Come al solito in questi casi la jam session è il momento più entusiasmante. Lì può succedere di tutto e ci sarà da divertirsi. Credo che alla fine salverò la faccia (in inglese “I’ll save my ass”, n.d.r.).

Nel corso dell’estate Lukather è stato impegnato in un tour europeo con i TOTO, la sua band storica che dalla fine degli anni Settanta ad oggi ha sfornato alcune delle hit più famose della musica rock come ROSANNA, HOLD THE LINE, AFRICA. Il tour estivo che ha toccato l’Italia con tre date a Lucca, Cattolica e Majano, ha proposto all’affezionato pubblico europeo una formazione per quattro sesti originale (oltre a Steve Lukather alla chitarra c’erano Joseph Williams alla voce, David Paich e Steve Porcaro alle tastiere). S.L. È emozionante per me essere sul palco dopo tanti anni con questi ragazzi. Siamo come una fami-glia, ci conosciamo e suoniamo insieme dai tempi della high school (Steve si rabbuia quando ricorda la malattia del bassista originale dei Toto, Mike Porcaro, al quale è stata recentemente diagnosticata la SLA che gli ha impedito di prendere parte al tour, n.d.r.).

Nel corso dell’anno è stato anche impegnato nel tour americano di circa trenta date con il supergruppo messo insieme dal Beatle RINGO STAR. Gli abbiamo quindi chiesto cosa si prova ad essere considerato anno dopo anno uno dei migliori chitarristi in circola-zione e Steve ci ha regalato una straordinaria dimo-strazione di umiltà che ancora una volta testimonia il suo grande valore come persona oltre che come musicista.

S.L. Non sono proprio il migliore di nulla… magari lascia solo chitarrista (sorride). Cerco di divertirmi e sono fortunato perché ho avuto e ho ancora una carriera molto varia. Non tanti musicisti in circolazione possono fare il G3, un tour con i Toto, suonare con Ringo e nello stesso anno lavorare ad un disco solista e quando sono a casa tirare su due bambini sotto i cinque anni e avere a che fare con altri due figli più grandi senza impazzire. Sono molto grato per queste opportunità che mi vengono date e cerco di fare del mio meglio. Grazie anche a voi per il supporto. Mando un saluto a tutti i lettori di TBMag.

Have a good one mate!

Cinque Grammy Awards vinti, versatilità, stile e un suono che ha fatto epoca, STEVE LUKATHER ha ancora l’energia di un ragazzino e nel 2012 è stato impegnato in una serie di tour da paura che lo hanno tenuto in giro per il mondo senza soluzione di conti-nuità. Nei primi mesi dell’anno si è unito a JOE SATRIANI e STEVE VAI per alcuni concerti tra Nuova Zelanda e Australia durante la prima parte del G3 edizione 2012. Nella seconda parte del G3 TOUR 2012 che si svolge in autunno, Steve ha nuovamente raggiunto Satriani e JOHN PETRUCCI (che nel frattempo ha sostituito Steve Vai) per alcune date a

Città del Messico. Ai microfoni di TBMag gli abbiamo chiesto come si è preparato ad incrociare di nuovo la sua ascia con due chitarristi pazzeschi, veri e propri idoli delle folle di mezzo mondo.

S.L. Joe e John mi faranno a pezzi, non c’è dubbio (ride). Ma a dire la verità io faccio quello che “io” faccio, ho il mio stile e il mio modo di suonare e approcciarmi alla musica che è un po’ diverso dal loro. Inoltre la mia posizione è abbastanza privilegia-ta dato che in scaletta è previsto che suonerò per primo (al G3 ogni chitarrista suona un set di circa

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Nella sezione MUSIC ACA-DEMY di questo mese trovate un ricco speciale dedicato a STEVE LUKATHER e a JEFF PORCARO dei TOTO, la band attiva dal 1978, anno di pubblicazione del primo disco dal titolo omonimo, che è divenuta nel corso degli anni uno dei gruppi cult del cosiddetto adult oriented rock. Oltre a Steve Lukather alle chitarre e spesso anche alla voce, hanno militato stabilmente nei Toto Joseph Williams, figlio dell’arcinoto compositore John Williams, Bobby Kimball e Fergie Frederiksen alla voce, David Paich e Steve Porcaro alle tastiere, David Hungate, Mike Porcaro e Nathan East al basso, Simon Phillips e Jeff Porcaro alla batteria.

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music academy

a cura di Alessandro LiccardoClasse 1987, dopo il diploma in chitarra alla TECH MUSIC SCHOOL di Londra rientra in Italia dove è molto

attivo come session player in ambito pop, rock e jazz. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo disco fusion dal titolo MAIN STREET PROJECT. Si occupa da anni di insegnamento collaborando con diverse scuole

italiane. Maggiori info su www.alessandroliccardo.com.

MUSICACADEMY

13

www.tourbusmagazine.it

L’intervista esclusiva di copertina a STEVE LUKATHER ci ha dato l’idea di dedicare la nostra sezione didattica per questo mese al poliedrico chitarrista americano e alla sua band storica, i TOTO. Andremo a scoprire le tecniche e le frasi più utilizzate da Mr Lukather, mentre un graditissimo ospite, musicista di grande esperienza e amico di TBMag, Gianluca Brugnano, ci regalerà un approfondimento sul mai dimenticato JEFF PORCARO, bat-terista che ha influenzato con la sua musicalità e tecnica intere schiere di musicisti in erba e professionisti navigati.

A SCUOLACON I TOTO

FOCUS ON: TOTOFOCUS ON: TOTO

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music academy

a cura di Alessandro LiccardoClasse 1987, dopo il diploma in chitarra alla TECH MUSIC SCHOOL di Londra rientra in Italia dove è molto

attivo come session player in ambito pop, rock e jazz. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo disco fusion dal titolo MAIN STREET PROJECT. Si occupa da anni di insegnamento collaborando con diverse scuole

italiane. Maggiori info su www.alessandroliccardo.com.

MUSICACADEMY

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L’intervista esclusiva di copertina a STEVE LUKATHER ci ha dato l’idea di dedicare la nostra sezione didattica per questo mese al poliedrico chitarrista americano e alla sua band storica, i TOTO. Andremo a scoprire le tecniche e le frasi più utilizzate da Mr Lukather, mentre un graditissimo ospite, musicista di grande esperienza e amico di TBMag, Gianluca Brugnano, ci regalerà un approfondimento sul mai dimenticato JEFF PORCARO, bat-terista che ha influenzato con la sua musicalità e tecnica intere schiere di musicisti in erba e professionisti navigati.

A SCUOLACON I TOTO

FOCUS ON: TOTOFOCUS ON: TOTO

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Steve cita tra le sue influenze principali Jimi Hendrix, Jeff Beck, Jay Graydon e Larry Carlton (col quale per altro ha registrato il disco No Substi-tution vincitore di un Grammy nel 2001), basando il suo solismo su di un utilizzo avanzato e creativo

della scala pentatonica che arricchisce con passaggi cromatici o note aggiunte che ne enfatiz-zano il colore modale. Vediamo qualche frase tipica per isolare alcuni tratti caratteristici del suo stile.

Questo mese ci siamo occupati di STEVE LUKA-THER sopraffino solista, dotato di un linguaggio melodico sviluppatissimo dove le inflessioni blues si mischiano alla competenza jazzistica per creare frasi

uniche e mai banali, tralasciando per ragioni di spazio le sue interessantissime peculiarità di chitarrista ritmico che consigliamo a tutti di approfondire e studia-re a fondo. BUON LAVORO!

STEVE LUKATHER ha un bending estremamente preciso e nel terzo esempio vediamo un LICK nel quale questa tecnica viene utilizzata in maniera molto varia per escursioni che vanno dal semitono a due toni interi.

Esempio n. 3: BENDING

Spesso ciò che distingue una frase blues da una frase rock risiede nel vibrato aggressivo e nella velocità d’esecuzione, fondamentali nei quali Steve è un vero e proprio maestro. Nell’ESEMPIO N.1 possiamo ascoltare una tipica frase dal sapore bluesy DA ESEGUIRE AD ALTA VELOCITA’ E CON LA GIUSTA DOSE DI CATTIVERIA.

Esempio n. 1: VIBRATO E BLUES

Un marchio di fabbrica di Lukather è l’utilizzo melodico di NOTE PEDALE. Questa tecnica estremamente popolare nella musica classica barocca, viene applicata in maniera molto musicale per interrompere la linearità scalare. Nella frase in questione la nota Si viene alter-nata ad una linea melodica in Sol maggiore.

Esempio n. 4: PEDAL TONES

L’ESEMPIO N.2, che si ispira ad una tipica frase lukatheriana tratta dal solo finale dell’arcinoto brano ROSANNA dei Toto, dimostra un uso sapiente di arpeggi, plettrata alternata e passaggi cromatici. La frase si apre con uno slide verso la terza dell’arpeggio di Fa maggiore suonato plettrando tutto verso il basso per poi discendere con uno schema ritmico-melodico che Luke utilizza spesso, sulla scala di Sol minore dorica. Nella seconda misura si può notare un dispositivo cromatico tipicamente jazzistico che passa per le note non diatoniche di La bemolle e Si naturale.

Esempio n. 2: CROMATISMI

Il suono di Lukather è un vero e proprio marchio di fabbrica. Il modello di chitarra che da alcuni anni la MUSIC MAN gli ha dedicato, la LUKE, è entrato a pieno titolo tra gli strumenti più amati dai chitarristi mentre come amplificatori ha utilizzato nel corso della sua carriera moltissimi modelli differenti, dai Marshall e Fender modificati fino a Mesa, Soldano, Rocktron e Bogner. Per quanto riguarda l’effettistica nel suo complesso sistema a rack, relativamente semplificato negli ultimi anni, spiccano alcuni storici delay, reverberi e chorus come il TC Electronics 2290, il Lexicon PCM 70 e l’Ibanez SRV 1000.

LUKE’S SOUND

Un’altra caratteristica di Steve è quella di avere una straordinaria VISUALIZZAZIONE ORIZZONTALE DELLE SCALE che gli permette di muoversi con disinvoltura su tutto il manico. Nella FRASE N.4 i box della scala pentatonica maggiore di Re vengono collegati orizzontalmente utilizzando le tecniche dello slide e dei legati nel suo stile tipico.

Esempio n. 5: SLIDE

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Steve cita tra le sue influenze principali Jimi Hendrix, Jeff Beck, Jay Graydon e Larry Carlton (col quale per altro ha registrato il disco No Substi-tution vincitore di un Grammy nel 2001), basando il suo solismo su di un utilizzo avanzato e creativo

della scala pentatonica che arricchisce con passaggi cromatici o note aggiunte che ne enfatiz-zano il colore modale. Vediamo qualche frase tipica per isolare alcuni tratti caratteristici del suo stile.

Questo mese ci siamo occupati di STEVE LUKA-THER sopraffino solista, dotato di un linguaggio melodico sviluppatissimo dove le inflessioni blues si mischiano alla competenza jazzistica per creare frasi

uniche e mai banali, tralasciando per ragioni di spazio le sue interessantissime peculiarità di chitarrista ritmico che consigliamo a tutti di approfondire e studia-re a fondo. BUON LAVORO!

STEVE LUKATHER ha un bending estremamente preciso e nel terzo esempio vediamo un LICK nel quale questa tecnica viene utilizzata in maniera molto varia per escursioni che vanno dal semitono a due toni interi.

Esempio n. 3: BENDING

Spesso ciò che distingue una frase blues da una frase rock risiede nel vibrato aggressivo e nella velocità d’esecuzione, fondamentali nei quali Steve è un vero e proprio maestro. Nell’ESEMPIO N.1 possiamo ascoltare una tipica frase dal sapore bluesy DA ESEGUIRE AD ALTA VELOCITA’ E CON LA GIUSTA DOSE DI CATTIVERIA.

Esempio n. 1: VIBRATO E BLUES

Un marchio di fabbrica di Lukather è l’utilizzo melodico di NOTE PEDALE. Questa tecnica estremamente popolare nella musica classica barocca, viene applicata in maniera molto musicale per interrompere la linearità scalare. Nella frase in questione la nota Si viene alter-nata ad una linea melodica in Sol maggiore.

Esempio n. 4: PEDAL TONES

L’ESEMPIO N.2, che si ispira ad una tipica frase lukatheriana tratta dal solo finale dell’arcinoto brano ROSANNA dei Toto, dimostra un uso sapiente di arpeggi, plettrata alternata e passaggi cromatici. La frase si apre con uno slide verso la terza dell’arpeggio di Fa maggiore suonato plettrando tutto verso il basso per poi discendere con uno schema ritmico-melodico che Luke utilizza spesso, sulla scala di Sol minore dorica. Nella seconda misura si può notare un dispositivo cromatico tipicamente jazzistico che passa per le note non diatoniche di La bemolle e Si naturale.

Esempio n. 2: CROMATISMI

Il suono di Lukather è un vero e proprio marchio di fabbrica. Il modello di chitarra che da alcuni anni la MUSIC MAN gli ha dedicato, la LUKE, è entrato a pieno titolo tra gli strumenti più amati dai chitarristi mentre come amplificatori ha utilizzato nel corso della sua carriera moltissimi modelli differenti, dai Marshall e Fender modificati fino a Mesa, Soldano, Rocktron e Bogner. Per quanto riguarda l’effettistica nel suo complesso sistema a rack, relativamente semplificato negli ultimi anni, spiccano alcuni storici delay, reverberi e chorus come il TC Electronics 2290, il Lexicon PCM 70 e l’Ibanez SRV 1000.

LUKE’S SOUND

Un’altra caratteristica di Steve è quella di avere una straordinaria VISUALIZZAZIONE ORIZZONTALE DELLE SCALE che gli permette di muoversi con disinvoltura su tutto il manico. Nella FRASE N.4 i box della scala pentatonica maggiore di Re vengono collegati orizzontalmente utilizzando le tecniche dello slide e dei legati nel suo stile tipico.

Esempio n. 5: SLIDE

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Quando si parla di batteria la prima cosa che viene in mente, alla maggior parte delle persone, è il suono della cassa e del rullante che scandisce il tempo, la pulsazione ritmica che ti fa venir voglia di muoverti, di ballare, di portare il tempo battendo le mani o i piedi seguendo quello che stai ascol-tando. Il ruolo del batterista infatti è proprio quello di rendere quanto più vera, precisa e giusta la pulsazione ritmica che si vuole comunicare in qualsiasi stile o linguaggio musicale.Le origini di questo strumento risalgono alla prima metà del XIX secolo, ne sono passati di anni e di batteristi che hanno contribuito all'evoluzione della batteria, ma uno di quelli che più ha reso “eterno” il concetto di groove, quindi di ritmo, di precisione, eleganza e potenza, sicuramente è JEFF POR-CARO.Figlio d’arte di origini italiane, Jeff Porcaro vanta collaborazioni con artisti del calibro di ELTON JOHN, MICHAEL JACKSON, DIRE STRAITS, ERIC CLAPTON. E' stato il fondatore nel ’76, insieme al fratello Steve e a BOBBY KIMBALL, dei TOTO, gruppo storico definito “collettivamente i migliori musicisti del pianeta”, oltre che ad aver venduto più di 30 milioni di dischi.La grandezza di Jeff Porcaro sta nel perfetto equilibrio tra fill e groove, nel modo magistrale di suonare le ghost notes in un timing sensazionale, caratteristiche fondamentali ma difficilissime da coniugare. Spesso ci troviamo di fronte a grandi virtuosi, ma che magari hanno un discreto timing, oppure a batteristi con un buon groove ma carenti nella fantasia, nel gusto, nella creatività. Jeff

Porcaro aveva tutte queste doti insieme, il suo modo di suonare era sempre funzionale alla musica, ma dalle prime battute capivi che c’era lui, intelligenza e personalità musicale che hanno fatto sì che diventasse un caposcuola di questo stru-mento.L’appellativo “mister shuffle” gli fu dato per il suo modo incredibile di suonare lo shuffle. Se rispolve-riamo vecchi filmati dove mostra come suona questo ritmo, si resta davvero esterrefatti davanti

al perfetto incastro tra hi-hat, ghost notes e colpi di cassa, il tutto suonato con un balance ed un timing perfetto, vero esempio di come si suona questo difficilissimo strumento. Adorato e conteso dai più grandi artisti del pianeta, Jeff Porcaro rappresenta ancora oggi l’emblema del batterismo che coniuga groove, precisione e creatività, aspetti fondamen-tali per sostenere un organico musicale che, sviluppati come solo lui sa fare, rendono immortale la musica che lo ha visto protagonista.

Musicista poliedrico, batterista jazz di lunga esperienza, ha suonato praticamente ovunque, dall’Australia al Canada, dal Messico allo storico BLUE NOTE di New York. Nel 2006 ha pubblicato il suo primo disco dal titolo I CAN FLY (Wide Sound); turnista ricercatissimo, suona stabilmente con Marco Zurzo-lo e Luca Aquino mentre ha recentemente collaborato con Omar Sosa. È da poco uscito il singolo MUSICA ITALIANA che lo vede nella duplice veste di cantante e produttore.

a cura di GIANLUCA BRUGNANO

Mister SHUFFLE: JEFF PORCARO

JEFF PORCARO ha suonato nel disco THRILLER di MICHAEL JACKSON, l’album universalmente riconosciuto come best selling album of all time con oltre cento milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il sesto lavoro in studio da solista per la superstar Jackson, prodotto da Quincy Jones, fu pubblicato nel 1982 dalla Epic Records ed oltre al batterista dei Toto collaborarono alla sua realizzazione tra gli altri Steve Lukather, David Paich e Steve Porcaro. Quest’ultimo firmò anche il singolo HUMAN NATURE insieme a John Bettis.

Quando nel 1978 la Columbia accettò di pubblicare il primo disco dei TOTO raccolse la scom-messa di trasformare sei giovani ma già esperti turnisti della scena di Los Angeles in una band di successo. L’album omonimo del gruppo che scelse un nome latino per sottolineare la propria voglia di sperimentare la totalità dei generi musicali, fu accolto con entusiasmo dal pubblico fino ad assicurargli una nomination ai Grammy come Best New Artist e consacrare il singolo HOLD THE LINE come uno dei pezzi più conosciuti della musica rock di tutti i tempi.

Thriller, 1982

Toto, 1978

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Quando si parla di batteria la prima cosa che viene in mente, alla maggior parte delle persone, è il suono della cassa e del rullante che scandisce il tempo, la pulsazione ritmica che ti fa venir voglia di muoverti, di ballare, di portare il tempo battendo le mani o i piedi seguendo quello che stai ascol-tando. Il ruolo del batterista infatti è proprio quello di rendere quanto più vera, precisa e giusta la pulsazione ritmica che si vuole comunicare in qualsiasi stile o linguaggio musicale.Le origini di questo strumento risalgono alla prima metà del XIX secolo, ne sono passati di anni e di batteristi che hanno contribuito all'evoluzione della batteria, ma uno di quelli che più ha reso “eterno” il concetto di groove, quindi di ritmo, di precisione, eleganza e potenza, sicuramente è JEFF POR-CARO.Figlio d’arte di origini italiane, Jeff Porcaro vanta collaborazioni con artisti del calibro di ELTON JOHN, MICHAEL JACKSON, DIRE STRAITS, ERIC CLAPTON. E' stato il fondatore nel ’76, insieme al fratello Steve e a BOBBY KIMBALL, dei TOTO, gruppo storico definito “collettivamente i migliori musicisti del pianeta”, oltre che ad aver venduto più di 30 milioni di dischi.La grandezza di Jeff Porcaro sta nel perfetto equilibrio tra fill e groove, nel modo magistrale di suonare le ghost notes in un timing sensazionale, caratteristiche fondamentali ma difficilissime da coniugare. Spesso ci troviamo di fronte a grandi virtuosi, ma che magari hanno un discreto timing, oppure a batteristi con un buon groove ma carenti nella fantasia, nel gusto, nella creatività. Jeff

Porcaro aveva tutte queste doti insieme, il suo modo di suonare era sempre funzionale alla musica, ma dalle prime battute capivi che c’era lui, intelligenza e personalità musicale che hanno fatto sì che diventasse un caposcuola di questo stru-mento.L’appellativo “mister shuffle” gli fu dato per il suo modo incredibile di suonare lo shuffle. Se rispolve-riamo vecchi filmati dove mostra come suona questo ritmo, si resta davvero esterrefatti davanti

al perfetto incastro tra hi-hat, ghost notes e colpi di cassa, il tutto suonato con un balance ed un timing perfetto, vero esempio di come si suona questo difficilissimo strumento. Adorato e conteso dai più grandi artisti del pianeta, Jeff Porcaro rappresenta ancora oggi l’emblema del batterismo che coniuga groove, precisione e creatività, aspetti fondamen-tali per sostenere un organico musicale che, sviluppati come solo lui sa fare, rendono immortale la musica che lo ha visto protagonista.

Musicista poliedrico, batterista jazz di lunga esperienza, ha suonato praticamente ovunque, dall’Australia al Canada, dal Messico allo storico BLUE NOTE di New York. Nel 2006 ha pubblicato il suo primo disco dal titolo I CAN FLY (Wide Sound); turnista ricercatissimo, suona stabilmente con Marco Zurzo-lo e Luca Aquino mentre ha recentemente collaborato con Omar Sosa. È da poco uscito il singolo MUSICA ITALIANA che lo vede nella duplice veste di cantante e produttore.

a cura di GIANLUCA BRUGNANO

Mister SHUFFLE: JEFF PORCARO

JEFF PORCARO ha suonato nel disco THRILLER di MICHAEL JACKSON, l’album universalmente riconosciuto come best selling album of all time con oltre cento milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il sesto lavoro in studio da solista per la superstar Jackson, prodotto da Quincy Jones, fu pubblicato nel 1982 dalla Epic Records ed oltre al batterista dei Toto collaborarono alla sua realizzazione tra gli altri Steve Lukather, David Paich e Steve Porcaro. Quest’ultimo firmò anche il singolo HUMAN NATURE insieme a John Bettis.

Quando nel 1978 la Columbia accettò di pubblicare il primo disco dei TOTO raccolse la scom-messa di trasformare sei giovani ma già esperti turnisti della scena di Los Angeles in una band di successo. L’album omonimo del gruppo che scelse un nome latino per sottolineare la propria voglia di sperimentare la totalità dei generi musicali, fu accolto con entusiasmo dal pubblico fino ad assicurargli una nomination ai Grammy come Best New Artist e consacrare il singolo HOLD THE LINE come uno dei pezzi più conosciuti della musica rock di tutti i tempi.

Thriller, 1982

Toto, 1978

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Terzetto napoletano con il pallino per la Gran Bretagna, i PIPERS, dopo la prima ed ottima prova del loro album di debutto NO ONE BUT US (2010), dove il Pop d'oltremanica sfocia inevitabil-mente nelle acque di Liverpool, città ben nota agli amanti del genere, pubblicano il loro nuovo singolo ASK ME FOR A CIGARETTE che anticipa l'uscita di JULIET GROVE, prevista per il prossimo anno. Ad accompagnare le note del brano, le immagini di un video leggero e ben realizzato sotto la sapiente regia di Giacomo Triglia.La registrazione è affidata al Magic Garden Recording Studios di Wolverhampton con la supervisione di Gavin Monaghan.Le melodie di Stefano De Stefano riportano alla mente i fasti dell'era della brit music e l'introduzione di strumenti quali l'armonica ed il mandolino generano un’interessante intesa sonora con la componente Folk tipicamente partenopea.Con alle spalle un quinquennio d'esperienza vissuto in bilico tra i palchi di casa nostra (degna di nota l'esperienza come supporter dei The Charlatans nel 2008) e sopratutto dello United Kingdom (Liverpool Sound City, Matthew Street Festival), arrivando a far da spalla agli Starsailor, i Pipers sono oggi in tour con Simon & Oscar degli Ocean Coulor Scene.La band è molto attenda alla comunicazione, sul sito ufficiale www.pipersonline.net è possibile ascoltare in streaming l'opera prima dei tre, oltre che accedere agli account ufficiali dei vari social network.

Ask Me For a Cigarette,nuovo singolo per i PIPERS

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Terzetto napoletano con il pallino per la Gran Bretagna, i PIPERS, dopo la prima ed ottima prova del loro album di debutto NO ONE BUT US (2010), dove il Pop d'oltremanica sfocia inevitabilmente nelle acque di Liverpool, città ben nota agli amanti del genere, pubblicano il loro nuovo singolo ASK ME FOR A CIGARETTE che anticipa l'uscita di JULIET GROVE, prevista per il prossimo anno. Ad accompagnare le note del brano, le immagini di un video leggero e ben realizzato sotto la sapiente regia di Giacomo Triglia.La registrazione è affidata al Magic Garden Recording Studios di Wolverhampton con la supervisione di Gavin Monaghan.Le melodie di Stefano De Stefano riportano alla mente i fasti dell'era della brit music e l'introduzione di strumenti quali l'armonica ed il mandolino generano un’interessante intesa sonora con la componente Folk tipicamente partenopea.Con alle spalle un quinquennio d'esperienza vissuto in bilico tra i palchi di casa nostra (degna di nota l'esperienza come supporter dei The Charlatans nel 2008) e sopratutto dello United Kingdom (Liverpool Sound City, Matthew Street Festival), arrivando a far da spalla agli Starsailor, i Pipers sono oggi in tour con Simon & Oscar degli Ocean Colour Scene.La band è molto attenda alla comunicazione, sul sito ufficiale www.pipersonline.net è possibile ascoltare in streaming l'opera prima dei tre, oltre che accedere agli account ufficiali dei vari social network.

Ask Me For a Cigarette,nuovo singolo per i PIPERS

SOUNDS LIKE

THE BEATLES

TRAFFIC

OASIS

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Terzetto napoletano con il pallino per la Gran Bretagna, i PIPERS, dopo la prima ed ottima prova del loro album di debutto NO ONE BUT US (2010), dove il Pop d'oltremanica sfocia inevitabil-mente nelle acque di Liverpool, città ben nota agli amanti del genere, pubblicano il loro nuovo singolo ASK ME FOR A CIGARETTE che anticipa l'uscita di JULIET GROVE, prevista per il prossimo anno. Ad accompagnare le note del brano, le immagini di un video leggero e ben realizzato sotto la sapiente regia di Giacomo Triglia.La registrazione è affidata al Magic Garden Recording Studios di Wolverhampton con la supervisione di Gavin Monaghan.Le melodie di Stefano De Stefano riportano alla mente i fasti dell'era della brit music e l'introduzione di strumenti quali l'armonica ed il mandolino generano un’interessante intesa sonora con la componente Folk tipicamente partenopea.Con alle spalle un quinquennio d'esperienza vissuto in bilico tra i palchi di casa nostra (degna di nota l'esperienza come supporter dei The Charlatans nel 2008) e sopratutto dello United Kingdom (Liverpool Sound City, Matthew Street Festival), arrivando a far da spalla agli Starsailor, i Pipers sono oggi in tour con Simon & Oscar degli Ocean Coulor Scene.La band è molto attenda alla comunicazione, sul sito ufficiale www.pipersonline.net è possibile ascoltare in streaming l'opera prima dei tre, oltre che accedere agli account ufficiali dei vari social network.

Ask Me For a Cigarette,nuovo singolo per i PIPERS

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Terzetto napoletano con il pallino per la Gran Bretagna, i PIPERS, dopo la prima ed ottima prova del loro album di debutto NO ONE BUT US (2010), dove il Pop d'oltremanica sfocia inevitabilmente nelle acque di Liverpool, città ben nota agli amanti del genere, pubblicano il loro nuovo singolo ASK ME FOR A CIGARETTE che anticipa l'uscita di JULIET GROVE, prevista per il prossimo anno. Ad accompagnare le note del brano, le immagini di un video leggero e ben realizzato sotto la sapiente regia di Giacomo Triglia.La registrazione è affidata al Magic Garden Recording Studios di Wolverhampton con la supervisione di Gavin Monaghan.Le melodie di Stefano De Stefano riportano alla mente i fasti dell'era della brit music e l'introduzione di strumenti quali l'armonica ed il mandolino generano un’interessante intesa sonora con la componente Folk tipicamente partenopea.Con alle spalle un quinquennio d'esperienza vissuto in bilico tra i palchi di casa nostra (degna di nota l'esperienza come supporter dei The Charlatans nel 2008) e sopratutto dello United Kingdom (Liverpool Sound City, Matthew Street Festival), arrivando a far da spalla agli Starsailor, i Pipers sono oggi in tour con Simon & Oscar degli Ocean Colour Scene.La band è molto attenda alla comunicazione, sul sito ufficiale www.pipersonline.net è possibile ascoltare in streaming l'opera prima dei tre, oltre che accedere agli account ufficiali dei vari social network.

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Ep di debutto per il sestetto salernitano che si cimenta nell'arduo compito di fondere sonorità balcaniche e klezmer con il rock, musica d'autore e folk, mix ben riuscito, figlio delle capacità compositive ed esecuti-ve di Federica Cafaro, chitarra, voce ed autrice dei brani dei MONROWS.La voce della giovane cantante è irriverente, scostumata quanto basta per meritarsi il paragone con un’icona del rock al femmini-le, la bionda GWEN STEFANI. Timbrica, approccio stilistico ed i suoi testi diretti ne fanno una degna, piccola, erede e brani come It Hurts, Closer e COME (primo singolo estratto) sono un

esempio lampante.Il disco, edito da I Make Records, è senza dubbio lontano dai canoni stilistici a cui, solita-mente, le band emergenti si attengono. MAZEL TOV ironizza sull'ambiguità della società e lo fa con l'ausilio di fisarmonica e clarinetto che convivono con basso elettrico, chitarra e batte-ria. Musicalmente, la componente folk cede leggermente il passo alla melodia pop, rendendo l'album fruibile anche ai meno avvezzi al genere che in Goran Bregovic e Giora Feidman ha trovato la massima espressione.Mazel Tov, nella lingua yiddish, significa "buona fortuna".

Band Metal Progressive dalle sfumature Gothic, gli EPHE-SAR, con il loro brano CUSTO-DE DELLE OMBRE, partecipa-no alla colonna sonora di LEGENDS, serie web in onda su SYFY.Il brano è tratto EXORDIUM (2010), disco che segna, appunto, l'esordio con la lingua italiana per un progetto musica-le nato nel 2005. Le chitarre Metal di Fabrizio Flocco si amalgamano con la voce sottile di Aurora Rosa Savinelli, un incontro di pura adrenalina rock mista a placida serenità celeste.La band vanta un curriculum di tutto rispetto, nel 2011 parteci-pa al programma televisivo Sala Prove in onda su Rock TV e, nello stesso anno, fa da supporter ai Rezophonic di Mario Riso. Inoltre, nel 2012, i cinque ragazzi aprono il concer-to di un’icona della scena Metal internazionale come BLAZE BAYLEY (Wolfsbane, Iron Maiden).E' possibile ascoltare alcune canzoni dell'ultimo album in streaming sul sito ufficiale della band www.ephesar.com e su www.myspace.com/fiveside- droom.

check it out

DESMA, gruppo bresciano che fa del rock il proprio marchio di fabbrica, rock contaminato, influenzato da risonanze Prog anni '70. Il loro primo ed omonimo EP arriva dopo pochi giorni dalla vittoria al contest BATTLE OF A BANDS di Virgin Radio ed in concomi-tanza con il concerto del 27 settembre in Piazza della Repubblica a Firenze, dove il quintetto lombardo fa da supporter ad Iggy Pop and The Stoogers. Cinque tracce che ricordano il sound ruvido dei vecchi Litfiba. Istrionica l'interpre-tazione del singer Alberto Gobbi. Ascoltabile su www.desma.it

SOUNDS LIKE

LITFIBA

TIMORIA

SOUNDS LIKE

GWEN STEFANI

GIORA FEIDMAN

MUNICIPALE BALCANICA

SOUNDS LIKE

EVANESCENCE

LACUNA COIL

MOONSPELL

MAZEL TOV, pop dal sapore yiddishper il debutto dei MONROWS

EPHESAR, da EXORDIUM alla web series LEGENDS

Gli EPHESAR hanno anche partecipato alla colonna sonora della web-serie LEGENDS, in onda sul canale SYFY. L’approfondimento sul lavoro cinematografico a cura degli studenti di Napoli è nella sezione INTERPLAY di questo numero a pagina 26.

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Ep di debutto per il sestetto salernitano che si cimenta nell'arduo compito di fondere sonorità balcaniche e klezmer con il rock, musica d'autore e folk, mix ben riuscito, figlio delle capacità compositive ed esecuti-ve di Federica Cafaro, chitarra, voce ed autrice dei brani dei MONROWS.La voce della giovane cantante è irriverente, scostumata quanto basta per meritarsi il paragone con un’icona del rock al femmini-le, la bionda GWEN STEFANI. Timbrica, approccio stilistico ed i suoi testi diretti ne fanno una degna, piccola, erede e brani come It Hurts, Closer e COME (primo singolo estratto) sono un

esempio lampante.Il disco, edito da I Make Records, è senza dubbio lontano dai canoni stilistici a cui, solita-mente, le band emergenti si attengono. MAZEL TOV ironizza sull'ambiguità della società e lo fa con l'ausilio di fisarmonica e clarinetto che convivono con basso elettrico, chitarra e batte-ria. Musicalmente, la componente folk cede leggermente il passo alla melodia pop, rendendo l'album fruibile anche ai meno avvezzi al genere che in Goran Bregovic e Giora Feidman ha trovato la massima espressione.Mazel Tov, nella lingua yiddish, significa "buona fortuna".

Band Metal Progressive dalle sfumature Gothic, gli EPHE-SAR, con il loro brano CUSTO-DE DELLE OMBRE, partecipa-no alla colonna sonora di LEGENDS, serie web in onda su SYFY.Il brano è tratto EXORDIUM (2010), disco che segna, appunto, l'esordio con la lingua italiana per un progetto musica-le nato nel 2005. Le chitarre Metal di Fabrizio Flocco si amalgamano con la voce sottile di Aurora Rosa Savinelli, un incontro di pura adrenalina rock mista a placida serenità celeste.La band vanta un curriculum di tutto rispetto, nel 2011 parteci-pa al programma televisivo Sala Prove in onda su Rock TV e, nello stesso anno, fa da supporter ai Rezophonic di Mario Riso. Inoltre, nel 2012, i cinque ragazzi aprono il concer-to di un’icona della scena Metal internazionale come BLAZE BAYLEY (Wolfsbane, Iron Maiden).E' possibile ascoltare alcune canzoni dell'ultimo album in streaming sul sito ufficiale della band www.ephesar.com e su www.myspace.com/fiveside- droom.

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DESMA, gruppo bresciano che fa del rock il proprio marchio di fabbrica, rock contaminato, influenzato da risonanze Prog anni '70. Il loro primo ed omonimo EP arriva dopo pochi giorni dalla vittoria al contest BATTLE OF A BANDS di Virgin Radio ed in concomi-tanza con il concerto del 27 settembre in Piazza della Repubblica a Firenze, dove il quintetto lombardo fa da supporter ad Iggy Pop and The Stoogers. Cinque tracce che ricordano il sound ruvido dei vecchi Litfiba. Istrionica l'interpre-tazione del singer Alberto Gobbi. Ascoltabile su www.desma.it

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MAZEL TOV, pop dal sapore yiddishper il debutto dei MONROWS

EPHESAR, da EXORDIUM alla web series LEGENDS

Gli EPHESAR hanno anche partecipato alla colonna sonora della web-serie LEGENDS, in onda sul canale SYFY. L’approfondimento sul lavoro cinematografico a cura degli studenti di Napoli è nella sezione INTERPLAY di questo numero a pagina 26.

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Nel 2011, con la collaborazione della Label Head Studio Records, nasce il singolo A COLORI, brano che apre la strada alla sua ultima fatica discografica dal titolo CERCANDO. Dieci tracce che scivolano via piacevolmente, con il cantante toscano sempre attento all'impo-stazione vocale e mai eccessivo.Tema portante dell'album è l'amore in tutte le sue forme, romantico, carnale, appassionato. Nelle parole di Lastilla c'è tutto il calore di un sentimento vissuto nel quotidiano, con i suoi giorni altalenanti, il tormento e la ricerca, ma anche l'ispirazio-ne e l'esaltazione.Echi del grande FRANCO BATTIATO fanno capolino tra la musica e le parole di brani come Cosa ci manca e Come il sole. La voce di Lastilla, a tratti, ricorda proprio il cantautore siciliano, con morbide melo-die adagiate tra pianoforte ed archi che si fondono con chitarre Pop-Rock. Ne sono da esempio i brani LE INTERMITTENZE DEL CUORE (primo singolo estratto), Il posto delle fragole e C'é stato un tempo. Ma il disco di casa Head Studio non è solo Pop-Rock - prodotto proprio dallo stesso Luca -, l'album si concede alla sperimentazione, con sonorità elettroniche che incontrano il Reggae del brano di chiusura Prendi l'onda, un diversivo che ci regala un'altra chiave d'ascolto.Un progetto ben congeniato che parte dalla cura dei particolari, anche estetici, con lo stesso Luca che si è rimesso in gioco, rinnovando il suo look style ma che, comunque, resta fedele all'approccio cantautoriale che lo ha sempre contraddi-stinto. Cantautore, ma dall'animo rock.I brani del vocalist sono disponibili in free download su www.plindo.com/luca-lastilla/. Secondo singolo estratto è il brano SPERO NEL VENTO.

La collaborazione tra il regista Paolo Mantero e Luca Lastilla sembra una di quelle solide, a giudicare dai vari clip che hanno girato insieme nell’arco degli anni. Ultimo per uscita è SPERO NEL VENTO, secondo estratto dall’album CERCANDO. Stile non troppo complesso, con una narrazione “leggera” (Lastilla insegue vanamente una ragazza errante, provando a comunicare con lei tramite una foglia d’acero,

“sperando che il vento” possa trasportargliela) alternata a momenti live di Luca, prima sul palco, poi verso un bosco, infran-gendo la quarta parete. Un prodot-to assolutamente mainstream, che comunque raggiunge la semplicità che sostiene di avere senza presunzione: Mantero, più che il concept, preferisce approfondire la sua tecnica, pulita e senza troppe sbavature, sposandosi bene con la musica di Lastilla.

SOUNDS LIKE

EVANESCENCE

LACUNA COIL

MOONSPELL

CERCANDO, lʼultimo disco di LUCA LASTILLA

Il video dellʼultimo singoloSPERO NEL VENTO

a cura di Salvatore De Chiara

SOUNDS LIKE

MICHELE ZARRILLO

FRANCO BATTIATO

MODA’

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Nel 2011, con la collaborazione della Label Head Studio Records, nasce il singolo A COLORI, brano che apre la strada alla sua ultima fatica discografica dal titolo CERCANDO. Dieci tracce che scivolano via piacevolmente, con il cantante toscano sempre attento all'impo-stazione vocale e mai eccessivo.Tema portante dell'album è l'amore in tutte le sue forme, romantico, carnale, appassionato. Nelle parole di Lastilla c'è tutto il calore di un sentimento vissuto nel quotidiano, con i suoi giorni altalenanti, il tormento e la ricerca, ma anche l'ispirazio-ne e l'esaltazione.Echi del grande FRANCO BATTIATO fanno capolino tra la musica e le parole di brani come Cosa ci manca e Come il sole. La voce di Lastilla, a tratti, ricorda proprio il cantautore siciliano, con morbide melo-die adagiate tra pianoforte ed archi che si fondono con chitarre Pop-Rock. Ne sono da esempio i brani LE INTERMITTENZE DEL CUORE (primo singolo estratto), Il posto delle fragole e C'é stato un tempo. Ma il disco di casa Head Studio non è solo Pop-Rock - prodotto proprio dallo stesso Luca -, l'album si concede alla sperimentazione, con sonorità elettroniche che incontrano il Reggae del brano di chiusura Prendi l'onda, un diversivo che ci regala un'altra chiave d'ascolto.Un progetto ben congeniato che parte dalla cura dei particolari, anche estetici, con lo stesso Luca che si è rimesso in gioco, rinnovando il suo look style ma che, comunque, resta fedele all'approccio cantautoriale che lo ha sempre contraddi-stinto. Cantautore, ma dall'animo rock.I brani del vocalist sono disponibili in free download su www.plindo.com/luca-lastilla/. Secondo singolo estratto è il brano SPERO NEL VENTO.

La collaborazione tra il regista Paolo Mantero e Luca Lastilla sembra una di quelle solide, a giudicare dai vari clip che hanno girato insieme nell’arco degli anni. Ultimo per uscita è SPERO NEL VENTO, secondo estratto dall’album CERCANDO. Stile non troppo complesso, con una narrazione “leggera” (Lastilla insegue vanamente una ragazza errante, provando a comunicare con lei tramite una foglia d’acero,

“sperando che il vento” possa trasportargliela) alternata a momenti live di Luca, prima sul palco, poi verso un bosco, infran-gendo la quarta parete. Un prodot-to assolutamente mainstream, che comunque raggiunge la semplicità che sostiene di avere senza presunzione: Mantero, più che il concept, preferisce approfondire la sua tecnica, pulita e senza troppe sbavature, sposandosi bene con la musica di Lastilla.

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CERCANDO, lʼultimo disco di LUCA LASTILLA

Il video dellʼultimo singoloSPERO NEL VENTO

a cura di Salvatore De Chiara

SOUNDS LIKE

MICHELE ZARRILLO

FRANCO BATTIATO

MODA’

Page 24: Tour Bus Magazine - Ottobre 2012

24

interplay

a cura di Alessio Strazzullo

INTERPLAY

25

www.tourbusmagazine.it

RIZ ORTOLANI: da MONDO CANEa CANNIBAL HOLOCAUST

E’ nel 1980che Riz Ortolani

realizza uno degliesperimenti più

interessanti dellasua carriera:

la colonna sonoradi CANNIBALHOLOCAUST,

uno tra i più discussicult movie

del secolo scorso

Nella sua lunga carriera di compositore e direttore d’orchestra RIZ ORTOLANI non ha rilasciato molte interviste. In rete, più che quelle leggibili, attira l’attenzione una delle poche interviste video che lo ritraggono. L’intervistatore gli chiede, provocatoria-mente, se non sia limitativo essere identificati oggi come l’autore di alcune musiche di QUENTIN TARANTINO, considerando la sua decennale storia, i premi, la quantità di film a cui ha lavorato. Ortolani non sta al gioco, appare quasi infastidito. Risponde dicendo che quando un regista “ti sceglie” perché ha bisogno di creare una particolare atmosfera si deve essere fieri. Cita Drive (2011), il film di Nicolas Win-ding Refn con Ryan Gosling, in cui una lunghissima sequenza - decisiva sequenza - diventa epica e poetica grazie ad un suo lavoro, Oh my love, in cui la voce di Katyna Ranieri, moglie di Ortolani e sua collaboratrice storica, si offre potente e sensuale. Quel brano arriva a noi dal 1971, colonna sonora di un film controverso, Addio zio Tom diretto da Gualtie-ro Jacopetti e Franco Prosperi, due dei tre autori di MONDO CANE capostipite del genere documentario “Mondo Movie”, caratterizzato dall’uso senzazionali-stico di immagini raccolte in tutto il globo. È il filo rosso del coraggio a legare l’attività di Riz Ortolani a progetti come questo, coraggio e libertà. Nel 1962, “Mondo Cane”, prodotto atipico, innovativo, crudele, spietato ed ironico, arriva al festival di Cannes. Sarà un successo mondiale. E More, brano composto da Riz Ortolani (con Nino Oliviero) proprio per il docu-mentario del trio Jacopetti/Prosperi/Cavara, vale la nomination agli Oscar, un Grammy Award nel ’64 (dovranno passare 24 anni prima di vedere un nuovo vincitore italiano), e decine di versioni e riproposizio-ni: la cantano infatti Frank Sinatra, Marvine Gaye, Aretha Franklin, Nat King Cole, Diana Ross. More è un motivo d’amore, sentimentale, una melodia dolce, come trova spazio, come riesce a caratterizza-re un lavoro come “Mondo cane”? Nel 1980, Riz Ortolani realizza - probabilmente - l’esperimento più riuscito della sua carriera: la colonna sonora di CANNIBAL HOLOCAUST. Il film di Ruggero Deoda-

to, uno dei più discussi cult movie del secolo scorso, per alcuni semplice violenza visiva, per altri feroce critica alla nostra civiltà e al nostro sistema massme-diatico, risulta completo ed efficace proprio grazie alla colonna sonora di Riz Ortolani. Il Maine theme è caratterizzato da una melodia dal grande respiro, realizzata da un’orchestra classica e da strumenti elettronici, un tema ancora una volta dolce, sentimen-tale, allusivo e ironico, pronto attraverso l’accostamento alle spietate immagini del film, a farci vivere un incubo surreale. Il cortocircuito si realizza in tutta la sua drammaticità nella scena - durissima a vederla ancora oggi - dell’indigena seviziata ed impalata, il cui brano in sottofondo, Crucify Woman suscita malinconia e dolcezza. L’intuizione di Ortolani fu quella di proporre, così come per “Mondo cane” una colonna sonora che fosse in contrasto con le immagini, nel segno del cosiddetto “contrappunto drammatico”, possibilità teorizzata da Adorno ed Eisler. Nato a Pesaro nel 1931 Riz Ortolani ha com-posto più di 400 opere. Molte di queste - qui ne abbiamo indicate solo due - ci parlano di un autore coraggioso e libero, capace di sperimentare e di camminare sul filo senza rete, sempre attento al dialogo con l’altra arte a lui cara, il cinema.

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RIZ ORTOLANI: da MONDO CANEa CANNIBAL HOLOCAUST

E’ nel 1980che Riz Ortolani

realizza uno degliesperimenti più

interessanti dellasua carriera:

la colonna sonoradi CANNIBALHOLOCAUST,

uno tra i più discussicult movie

del secolo scorso

Nella sua lunga carriera di compositore e direttore d’orchestra RIZ ORTOLANI non ha rilasciato molte interviste. In rete, più che quelle leggibili, attira l’attenzione una delle poche interviste video che lo ritraggono. L’intervistatore gli chiede, provocatoria-mente, se non sia limitativo essere identificati oggi come l’autore di alcune musiche di QUENTIN TARANTINO, considerando la sua decennale storia, i premi, la quantità di film a cui ha lavorato. Ortolani non sta al gioco, appare quasi infastidito. Risponde dicendo che quando un regista “ti sceglie” perché ha bisogno di creare una particolare atmosfera si deve essere fieri. Cita Drive (2011), il film di Nicolas Win-ding Refn con Ryan Gosling, in cui una lunghissima sequenza - decisiva sequenza - diventa epica e poetica grazie ad un suo lavoro, Oh my love, in cui la voce di Katyna Ranieri, moglie di Ortolani e sua collaboratrice storica, si offre potente e sensuale. Quel brano arriva a noi dal 1971, colonna sonora di un film controverso, Addio zio Tom diretto da Gualtie-ro Jacopetti e Franco Prosperi, due dei tre autori di MONDO CANE capostipite del genere documentario “Mondo Movie”, caratterizzato dall’uso senzazionali-stico di immagini raccolte in tutto il globo. È il filo rosso del coraggio a legare l’attività di Riz Ortolani a progetti come questo, coraggio e libertà. Nel 1962, “Mondo Cane”, prodotto atipico, innovativo, crudele, spietato ed ironico, arriva al festival di Cannes. Sarà un successo mondiale. E More, brano composto da Riz Ortolani (con Nino Oliviero) proprio per il docu-mentario del trio Jacopetti/Prosperi/Cavara, vale la nomination agli Oscar, un Grammy Award nel ’64 (dovranno passare 24 anni prima di vedere un nuovo vincitore italiano), e decine di versioni e riproposizio-ni: la cantano infatti Frank Sinatra, Marvine Gaye, Aretha Franklin, Nat King Cole, Diana Ross. More è un motivo d’amore, sentimentale, una melodia dolce, come trova spazio, come riesce a caratterizza-re un lavoro come “Mondo cane”? Nel 1980, Riz Ortolani realizza - probabilmente - l’esperimento più riuscito della sua carriera: la colonna sonora di CANNIBAL HOLOCAUST. Il film di Ruggero Deoda-

to, uno dei più discussi cult movie del secolo scorso, per alcuni semplice violenza visiva, per altri feroce critica alla nostra civiltà e al nostro sistema massme-diatico, risulta completo ed efficace proprio grazie alla colonna sonora di Riz Ortolani. Il Maine theme è caratterizzato da una melodia dal grande respiro, realizzata da un’orchestra classica e da strumenti elettronici, un tema ancora una volta dolce, sentimen-tale, allusivo e ironico, pronto attraverso l’accostamento alle spietate immagini del film, a farci vivere un incubo surreale. Il cortocircuito si realizza in tutta la sua drammaticità nella scena - durissima a vederla ancora oggi - dell’indigena seviziata ed impalata, il cui brano in sottofondo, Crucify Woman suscita malinconia e dolcezza. L’intuizione di Ortolani fu quella di proporre, così come per “Mondo cane” una colonna sonora che fosse in contrasto con le immagini, nel segno del cosiddetto “contrappunto drammatico”, possibilità teorizzata da Adorno ed Eisler. Nato a Pesaro nel 1931 Riz Ortolani ha com-posto più di 400 opere. Molte di queste - qui ne abbiamo indicate solo due - ci parlano di un autore coraggioso e libero, capace di sperimentare e di camminare sul filo senza rete, sempre attento al dialogo con l’altra arte a lui cara, il cinema.

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interplay

Un gruppo di ragazzi affronterà la data del 21 dicembre 2012 e il ritorno di demoni ed antichi dei. Questa una minima sinossi di LEGENDS, la web-serie in onda dall’8 ottobre in esclusiva su www.syfy.it, brand di NBCUniversal dedicata al mistero e alla Sci-Fi in onda sul canale Steel di Mediaset Premium. La serie è un prodotto interamente napoletano scelto ed inserito in uno dei palinsesti più seguiti (ricordiamo che su Steel sono trasmesse serie tv del calibro di Fringe o Terminator: The Sarah Connor Chronicles). Fantasy, apocalisse, Urban, queste le parole chiave che identificano il lavoro, nato da un’idea di Giuseppe Cozzolino, Bruno Pezone e Salvatore Manzella. I realizzatori, dal reparto autoriale a quello tecnico, provengono quasi tutti dalla Cattedra di Storia del Cinema/Comunicazioni di Massa tenuta dal professore Valerio Caprara, presso Le università di Napoli “L’Orientale” e “Suor Orsola Beninca-sa”. Un progetto che nasce come lavoro di fine anno degli allievi del corso di scrittura Mistery/Noir per Cinema & Televisione curato proprio da Giuseppe Cozzolino presso la scuola di Cinema di Napoli, che collabora al progetto. Un prodotto nato da semplici premesse divenuto poi progetto articolato e complesso, tanto da aver suscitato la curiosità di una tale distribuzio-ne. Saranno sei gli episodi, in onda da ottobre a dicembre, prodotti dall’Associazione Mondo Cult/noir Factory/SM Productions con il supporto della Film Commission Regione Campania.

LEGENDS, la web-serie Urban Fantasycreata da studenti napoletani

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Un gruppo di ragazzi affronterà la data del 21 dicembre 2012 e il ritorno di demoni ed antichi dei. Questa una minima sinossi di LEGENDS, la web-serie in onda dall’8 ottobre in esclusiva su www.syfy.it, brand di NBCUniversal dedicata al mistero e alla Sci-Fi in onda sul canale Steel di Mediaset Premium. La serie è un prodotto interamente napoletano scelto ed inserito in uno dei palinsesti più seguiti (ricordiamo che su Steel sono trasmesse serie tv del calibro di Fringe o Terminator: The Sarah Connor Chronicles). Fantasy, apocalisse, Urban, queste le parole chiave che identificano il lavoro, nato da un’idea di Giuseppe Cozzolino, Bruno Pezone e Salvatore Manzella. I realizzatori, dal reparto autoriale a quello tecnico, provengono quasi tutti dalla Cattedra di Storia del Cinema/Comunicazioni di Massa tenuta dal professore Valerio Caprara, presso Le università di Napoli “L’Orientale” e “Suor Orsola Beninca-sa”. Un progetto che nasce come lavoro di fine anno degli allievi del corso di scrittura Mistery/Noir per Cinema & Televisione curato proprio da Giuseppe Cozzolino presso la scuola di Cinema di Napoli, che collabora al progetto. Un prodotto nato da semplici premesse divenuto poi progetto articolato e complesso, tanto da aver suscitato la curiosità di una tale distribuzio-ne. Saranno sei gli episodi, in onda da ottobre a dicembre, prodotti dall’Associazione Mondo Cult/noir Factory/SM Productions con il supporto della Film Commission Regione Campania.

LEGENDS, la web-serie Urban Fantasycreata da studenti napoletani

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LA RIVISTA PER GLI ADDETTI ALL’ASCOLTO

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