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TRIMESTRALE TRANSARDENNESE DEI TRADUTTORI ITALIANI Numero 9– Giugno 1999 Servizio di traduzione – Commissione europea http://www.europa.eu.int/comm/translation/bulletins/tracce/index.html EDITORIALE Uscirà prossimamente per i tipi della Vallardi il dizionario tascabile bolognese-italiano italiano-bolognese, opera del nostro collega Daniele Vitali (unità TR/F-7). L'operazione ci sembra alquanto interessante e così abbiamo posto un paio di domande all'autore. ../..

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TRIMESTRALE TRANSARDENNESE DEI TRADUTTORI ITALIANI

Numero 9– Giugno 1999 Servizio di traduzione – Commissione europea

http://www.europa.eu.int/comm/translation/bulletins/tracce/index.html

EDITORIALE

Uscirà prossimamente per i tipi della Vallardi il dizionario tascabile bolognese-italiano italiano-bolognese, opera del nostro collega Daniele Vitali (unità TR/F-7). L'operazione ci sembra alquanto interessante e così abbiamo posto un paio di domande all'autore.

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D) Il tuo dizionario vuole essere un invito a riscoprire il bolognese come lingua viva o piuttosto un omaggio a una lingua in via di estinzione? Insomma, hai voluto fare un'operazione da linguista o, diciamo così, da cultore di realtà locali? R) Col mio amico Luigi Lepri, che conosce ogni sfumatura del bolognese e fa molto per conservarlo, avevamo da tempo l'idea di fare un vocabolario aggiornato, che registrasse l'uso moderno della nostra lingua cittadina. Questa se vuoi è un'operazione da linguista, fatta sul campo, ma certo da parte mia c'era anche un obiettivo da cultore di realtà locali, invertendo cosí i ruoli fra me e il mio coautore: a mio pare-re c'è una nicchia di pubblico giovanile che sa-rebbe interessata a riapprendere il bolognese, o g g i parlato come lingua materna solo dalle generazioni che vanno dai cinquant'anni in su, ed è a questo pubblico che ho pensato soprattut-to, ad esempio scrivendo l'introduzione grammaticale. D) La situazione del bolognese è paragonabile a quella dei dialetti di altre grandi città italiane? R) Sì, la situazione somiglia a quella di Milano o Torino: ci sono circoli culturali o gruppi di amici che praticano il bolognese, ma poiché quest'ultimo è uscito dal normale uso sociale di solito non è lingua di comunicazione con gli sconosciuti. I giovani in generale non lo sanno, anche se alcuni lo capiscono perché lo sentono dai genitori o dai nonni. In campagna la situazione è migliore ma non di molto, perché la competenza dei giovani resta passiva, fenomeno che ho osservato anche in città emiliane piú piccole. Comunque sottolineo che, in alcune fasce, il bolognese è ancora ben vivo. C'è poi l'accento bolognese nell'italiano, ben noto in tut-to il paese e spesso maldestramente imitato dalla pubblicità...

D) Come hai lavorato? Ti sei appoggiato a opere precedenti, hai compiuto ricerche "sul campo"? Mi interessa soprattutto l'aspetto terminologico. R) Nel 1994, finita l'università e con essa gli studi linguistici che, nel 1998, mi hanno fatto approdare alle Istituzioni, decisi di applicare quel che avevo imparato al bolognese, a parti-re da un ottimo, ma un po' invecchiato, libro di Pietro Mainoldi, Manuale dell'odierno dialetto bolognese, Soc. Tip. Mareggiani, Bologna 1950, di cui volevo controllare l'attualità e l'esattezza. Cosí mi venne l'idea di studiare anzitutto la fonetica, confrontandola con quella dell'italiano standard e quella dell'italiano di Bologna. Per questo lavoro ho intervistato, fra il 1994 e il 1995, decine di persone di tutta la provincia, e poi ho pazientemente sbobinato i materiali i n s i e m e a L u c i a n o C a n e p a r i , professore di fonetica e dialettologia all'università di Venezia. Ne è risultato un lungo articolo (Pronuncia e grafia del bolognese, in: Rivista Italiana di Dialettologia, n. 19, 1995, pp. 119-164), durante la stesura del quale ci siamo accorti che i vecchi lessicografi, come Pietro Mainol-di (1967) o Gaspare Ungarelli (1901), aveva-no usato una grafia molto adatta alle esigenze (il cui merito va anzitutto a un autore di fine ottocento-inizio novecento, Trauzzi), anche se si erano soffermati piú sulla scrittura delle parole singole che delle stesse nella frase, operazione complicata da tantissime particolarità sintattiche e morfologiche che rendono il bolognese (e altri dialetti gallo-italici) alquanto differenti dall'italiano.

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EDITORIALE (segue)

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Nella mia mente andava cosí delineandosi una grafia già vista nei vecchi lavori ma rivi-s t a alla luce dei nuovi studi, che mi è uscita già pronta dalla penna quando io e Lepri abbiamo deciso di dar vita al dizionario. Per la parte lessicale siamo partiti dal vocabolario di Mainoldi del 1967, rielaborandolo e limando-lo al punto che non è piú riconoscibile nel no-stro lavoro. Questo naturalmente non vuol di-re che fosse un cattivo dizionario. È vero però che il tascabile Vallardi sarà nuovo nel pano-rama. Innanzitutto per le dimensioni (e il prezzo), poi perché è "bilingue", cioè va in entrambe le direzioni, agevolando il riappren-d i m e n t o . I vecchi dizionari sono stati scritti quando era il bolognese la lingua prevalente, per cui il loro scopo è dare un forbito equivalente italiano (per non dire toscano) alle piú immediate parole bolognesi. Noi abbiamo fatto una parte italiano – bolognese di dimensioni paragonabili a quella bolognese – italiano, sforzandoci di dare al moderno letto-re italofono gli equivalenti di lessico e fraseologia italiani. Il tutto ovviamente partendo da come si dice davvero al giorno,

d’oggi, tralasciando con un sospiro quasi tutti gli splendidi e genuini arcaismi e diversi creativi occasionalismi. Altra novità è, come dicevo, la lunga introduzione grammaticale, per la salvezza della quale ho dovuto battagliare con l'editore. D) Hai avuto appoggi da parte degli enti locali? R) Per la verità non li ho sollecitati: questa volta avevamo già un editore, e le dimensioni dell'opera sono tali che può essere in attivo senza troppe difficoltà. Però se un giorno, sulla base dell'esperienza acquisita, Lepri ed io avremo il coraggio e la forza di iniziare il lavoro piú grosso a cui pensavamo, la cosa sarà da ripensare... D) La riscoperta delle parlate regionali è ricollegabile alla riscoperta delle realtà locali iniziata in Europa con la caduta del muro di Berlino? Ritieni che questo processo abbia contribuito alla destabilizzazione politica dei Balcani?

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EDITORIALE (segue)

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R) Secondo me con lo smantellamento del blocco sovietico c'è stato un affiorare sui giornali di filoni che già prima esiste-vano ma venivano trascurati. E la guerra i n Jugoslavia a mio parere nasce proprio dalla generale ignoranza sui temi etnici e linguistici: mi stupisco sempre quando sento dire che, fino a poco tempo fa, nessuno sapeva niente del Kossovo. Secondo me dovrebbe essere normale per ogni persona istruita sapere che la situazione linguistica europea è molto piú complicata di quel che dicono i libri di geografia fuori moda. Oso dire che, se lo si fosse saputo, si sarebbero potuti affrontare per tempo numerosi conflitti latenti. Comunque, tornando a Bologna, dove l'idioma cittadino non ha mai causato nessun ricorso alle armi né per fortuna mai lo causerà, io sarei ben contento se la nuova consapevolezza servisse a convincere i decisori a fare di

più per le culture locali. Il motivo è sempre lo stesso: viviamo già in un mondo alquanto di plastica, quando sarà stato plastificato e uniformato del tutto, cosa resterà di noi? E dell'italiano stesso? D) Visto che da alcuni mesi vivi da queste parti, cosa pensi della situazione linguistica lussemburghese? Hai qualche progetto a riguardo? R) La situazione linguistica lussemburghese è molto complessa, e per questo mi piacerebbe approfondirla. Ho in effetti un progetto, ma fonetico: vorrei studiare, oltre al sistema dei suoni del lussemburghese, anche come questo influisce sull'uso del francese e del tedesco. Anzi, se qualche lettore può indicarmi degli amici lussemburghesi disposti a farsi intervistare, sapendo che la varietà delle pronunce non è una vergogna ma un fatto normale, me lo potrebbe far sapere?

Raphael Gallus

EDITORIALE (segue)

TROVAPAROLE

NOTE TERMINOLOGICHE Quando in un testo si fa riferimento alle istituzioni comunitarie (o agli organi) in generale, la denominazione corretta è la seguente: "istituzioni delle CE", e non "istituzioni dell'Unione europea". Quando invece si fa riferimento ad un'istituzione specifica, bisogna riprendere la denominazione ufficiale che figura a pag. 59 del Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali. Per esempio: Par-lamento europeo (tout court), Consiglio dell'Unione europea, Commissione delle Comunità europee, Corte di giustizia delle Comunità europee, Comitato economico e sociale delle Comunità europee,Comitato delle regioni dell'Unione europea (sic). Fonti: Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali, (UPUCE, Lussemburgo, 1998). Servizio giuridico della Commissione e del Consiglio. Protocollo n. 8 del trattato di Amsterdam sulle sedi delle istituzioni e di determinati organismi e servizi delle Comunità europee nonché di Europol (1997), Trattati consolidati, UPUCE, Lussemburgo, 1997.

Maria Grazia Ricci

Coordinatrice linguistica

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CULTURALIA

L'antico Egitto è tornato di moda e non a caso. Con un'iniziativa senza precedenti il governo egiziano vuole fare dimenticare i tragici episodi degli scorsi anni e, per attirare i

potenziali visitatori, ha autorizzato il "prestito" di capolavori che non erano mai usciti dal Museo del Cairo. Le due prestigiose mostre, organizzate quasi in contemporanea a Parigi e a Firenze, sono due visioni dell'Egitto dei faraoni nell'arco di quasi tre millenni. La mostra di Parigi(1) ci presenta "L'arte egizia al tempo delle piramidi" e copre uno dei periodi me-no conosciuti, quello dell'Antico Re-gno, che va all'incirca dal 2700 al 2200 a.C. Abbiamo davanti quattro dinastie, le piramidi, la sfinge, faraoni come Cheope, Chefren e Micerino. Basta poco per essere trasportati in un universo magico, dove la pietra (scisto, porfido, basalto), perfetta-m e n t e levigata, quasi "carnale", ci tramanda in modo commovente le sembianze di M i c e r i n o e d e l l a c o n s o r t e Khamerer-Nebti.

L’Antico Egitto

Anche la mostra di Firenze, "Arte sublime nell'antico Egitto(2)", ci p re sen ta i l vo l to enigmatico di Micerino nella celebre "Triade",

assieme alle sembianze di molti altri esponenti e dignitari dell 'Antico Regno, ma si s p i n g e o l t r e n e l tempo offrendo magnifici reperti risalenti fino all'Età tarda (300 a. C.). Uno dei pezzi più interessanti, quello che forse può essere considerato il fulcro della mostra, è costituito dalla grande scultura raffigurante la dea Iunit, dalla bellezza veramente straordinaria. Si tratta di un reperto scoperto quasi per caso nel 1989 a Luxor, che risale al regno di Amenofi II. Anche la testa di Sesostri III, Tutmosi III ritratto nelle vesti di una sfinge, il busto di Ramsete II e le opere del periodo di Amarna, come la testa di Nefertiti, sfuggita alla distruzione che seguì il regno del faraone eretico, ci offrono una v i s i o n e " p r o g r e s s i v a " dell'evoluzione dell'arte egizia.

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È un'arte a prima vista un po’ fredda e, almeno per quanto riguarda la statuaria, c a r a t t e r i z z a t a d a un'apparente ieraticità.

Tuttavia non va dimenticato che gli antichi egizi gettarono le basi della conoscenza del cosmo, della m e d i c i n a , d e l l a religione e della filosofia. Per loro l'arte non era una mera espressione individuale, ma in quanto sacra, era strettamente legata al pensiero e alla pratica religiosa, trascendendo il soggettivo e basandosi su leggi formali e matematiche. Da essa doveva scaturire il senso del sublime: attraverso l'opera l'artista rivela il concetto di eternità della vita e supera le barriere del tempo.

La mostra accoglie un nucleo consistente di reperti prestati dal Museo del Cairo, evento, come già detto, straordinario, oltre a

60 capolavori del Museo egizio di Torino. Interessanti anche le due sezioni che la completano, fra cui quella con gli originali del fotografo F. Beato, che ci racconta l'egittomania del XIX° secolo.

Clara Breddy

— — — — — — — — (1) Grand Palais, dal 9.4. al 12.7.1999 (2) Palazzo Strozzi, dal 6.3. al 4.7.1999

CULTURALIA (segue)

TROVAPAROLE

NOTE TERMINOLOGICHE Trovaparole Traduzione di "plainte" (FR) e "complaint" (EN) La traduzione dei due termini dipende ovviamente dal contesto. "Plainte" e "complaint" ricorrono spesso nei testi della DG XV (dialogo con il cittadino e le imprese) quando si fa riferimento ad una segnalazione all'autorità giudiziaria di una violazione di un diritto dei cittadini. In tal caso, la traduzione italiana è: denuncia o esposto o esposto denuncia.

Maria Grazia Ricci Coordinatrice linguistica

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7 EUROPANTO

DE EUROPANTO BRICOPOLITIK

Springtempose nettocleaning

De NATO bombardo se avioraids over Serbia, ausser que Slobodan torpedoe, tambien eine preciose opportunitate offer por eine generale springtempose nettocleaning in Europa performe, manige fastidiose wel shamefu l l e in s t e l lungen destroyante. Als desnoch siderale volantes, die NATO bombarderos coudde wel alcunas bombas droppe op dieses objectivos qui tambien e i n e i n d i r e c t e m e n a c e represente por el gutte-esse des Europa. De Europanto Instituto van Bricopolitik eine sommaire list habe compiled van recommandable targets und wachte por andere eventuales suggestiones. Zum initiale, eine beina compulsorio target coudde esse der Fundacion Pinochet van Zurich. Yesvohl, existe trulemente und esse eine succur-sale van de Fundacion Pinochet in Sant iago de Chi le . Porqué in Switzerlandia, nomanno know.

eine bombardemento reclame e s s e H e r r B e r l u s c o n i televisive generalquartieros. Porqué seine televisive quiz und nude soubrettes stupidose exhibitiones, make more damage in italianse cervellos dann Alzheimer morbus.In eine tempo van twentig jahros jedere italiano op der Berlusconi tele-visive ravage exposed shal be-have a l s e ine madde vaqua morbus aff l icted patiente. Olde sovietische propaganda emissiones was poetry zum comparison van Berlusconi tal kshow. Wir suggeste tambien de bombarde der Ocalan prison insula op der M a r m a r a S e e , ( a b e r achtungante de spare Apo), der franzose aviocarrier "Charles De Gaulle"(porqué in any caso el werke nicht) und superalles Eurodisney, so dat nexte weekendo ter pl atz de promenate meine bambinos among stupidose carrousellos, Ich can permane tranquillo home meine fussballe match op TV regardante.

Diego Marani

Maybe porqué Nord – Korea refused. Op any caso, seine existencia esse eine scaldale und woudde legitimate t a m b i e n e i n e S t a l i n Fondazionskaja oder eine Adolf Hitler Kindergarten, oder eine Polpot Aquapark. Zum plus, maxime doubitose esse wat activitates eine Fundacion Pinochet in Switzerlandia coudde execute. Maybe extracte gold vanout judaicale dentals und produce b o y - s c o u t hono r i f i que medallas. Maybe conducte electricale experimentos por performe noiseless torture oder provide shelterose ospitalitate aan prosecuted dictatores over el mundo. E l l o s s h a l tenfinally aquì finde eine tran-quillo platz und eine tasse chocolate. In case ellos sich annoyate, can siempre reciproque sich torture: uno dag mit eletricitate, uno andere mit matraquas, uno an-dere mit tickle unter die piedo-nes. Der secunde instellung qui

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Il linguaggio normativo delle comunità europee. Studi sul lessico con particolare riguardo al concetto di ambiente

Stockholm, Institutionen för franska och italienska. Uppsats för licentiatexamen 1999

Novità: Paola Eklund-Braconi

Il dipartimento d’italiano dell’Università di Stoccolma sta portanto avanti un programma di carattere linguistico molto interessante per noi traduttori. La ricerca è incentrata sul linguaggio normativo delle CE. Proprio in questi giorni ho ricevuto due testi che sono il frutto dello studio e delle analisi del linguaggio da noi prodotto. Il primo si intitola "L’italiano nei documenti della CEE" ed è opera di Jane Nystedt, ordinario di lingua e lette-ratura italiana ed il secondo, "Il linguaggio normativo delle Comunità europee – Studi sul l e s s i c o c o n particolare riguardo al concetto di ambiente", è la tesi di dottorato di Paola Eklund-Braconi. Di quest’ultimo pubblichiamo una recensione inviataci dalla professoressa Marcato dell’Università di Padova, relatrice della tesi. Questi due lavori ci fanno ricordare "la peculiarità profonda del linguaggio che viene scritto e creato al di fuori dei confini nazionali e a stretto contatto di scambio interattivo con altre lingue, e che è un importante mezzo per il cittadino dell’Europa per essere più partecipe e consapevole delle vicende europee."

Lo studio, che si fonda sull’analisi di cinque sub-corpora individuati all’inter-no del materiale raccolto nel corpus del progetto GUS (Gazzetta Ufficiale Stoccolma), si basa su due documenti dedicati alla politica ambientale della Comunità europea, nonché sul corpus giornalistico relativo a questioni legate all’ambiente, fornito dall’Istituto di linguistica computazionale di Pisa. Il metodo d’indagine seguito, basato sull’analisi quantitativa del lessico, è occasione di interessanti riflessioni sull’adeguatezza delle tecniche usate e sull’estensibilità dei risultati ottenuti. La formalizzazione, intesa come guida ordinata alla conoscenza, secondo una

tradizione ben rappresentata dall’approccio linguistico del Dipartimento di francese ed italiano dell’Università di Stoccolma, è opportunamente applicata allo studio della lingua, al cui interno si mette in risalto lo stretto rapporto tra scelte lessicali e modelli culturali. Presupposto fondamentale di tutto il lavoro è la centralità dell’aspetto linguistico nella “questione europea”, inteso come cardine della comune progettazione, e della possibilità di partecipazioni costruttive. Da questo punto di vista diventa di primaria importanza l’obiettivo di analizzare la lingua italiana nel nuovo uso derivato da un fitto scambio interattivo con altre lingue, così come avviene all’interno dell’attività di stesura dei documenti della CEE.

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L’analisi di Paola Eklund-Braconi, concentrandosi attorno al concetto di “ambiente”, inteso quasi come metafora del-lo spostarsi liberamente tra i confini nell’ha-bitat d’Europa, così come fanno da sempre aria ed acque, mette acutamente in risalto la matrice linguistica dei significati da esso as-sunti in momenti storici diversi, al di là della apparente univocità del lessema che lo denota. Obiettivo generale è quello di verificare la relazione tra l’uso specialistico della lingua e i contenuti politici e culturali da esso mediati. Benché siano soprattutto i sintagmi, come di-mostra la ricerca stessa, a costituire da un punto di vista linguistico l’elemento specialistico dei materiali considerati, nei documenti analizzati si rivela molto importante l’analisi delle componenti semantiche delle singole forme lessicali usate. Se ne deduce che in “ambiente” è implicita nella maggior parte dei casi l’idea di “azione modificatoria da parte dell’uomo”, per lo più connessa, come mette bene in ri-s a l t o i l diffondersi del neologismo “ecologia”, con l’immagine di “rischio” e “negatività” derivanti dall’alterazione di un equilibrio.

Lo mettono ben in risalto nei testi considerati i principali tratti lessicali, identificabili lungo la dimensione del “danno” (quale inquinamento/degrado), e del “bisogno di protezione. L’analisi delle co-occorrenze guida alla scoperta del fatto che le singole parole usate per “ambiente” indicano in quasi tutti i casi un qualcosa di non naturale, che implica una modificazione sull’ambiente circostante spesso dannosa. Persino un sostantivo come “protezione”, che pare rientrare in una categoria di positi-vità, in realtà, essendo un deverbale, implica, n e l caso specifico, una azione di “assistenza”, e quindi suggerisce il rimedio ad un intervento negativo. Il lavoro, che si qualifica come primo approccio ad una tematica molto stimolante, rivela dei risvolti conoscitivi assolutamente interessanti sia sul fronte linguistico che su quello politico e culturale, soprattutto se dall’analisi di un corpus più ampio verranno confermate quelle intuizioni di cui l’itinera-rio finora percorso è ricco.

Gianna Marcato Università di Padova

Paola Eklund-Braconi

Vi presentiamo anche un’interessante tabella che illustra il cambiamento nel tempo della parola ambiente.

1ª accezione (o sfumatura)

2 3 4 5

Treccani spazio che circonda una cosa o una persona

condizioni. sociali, culturali, morali

vano, stanza, locale condizioni fisico-chimiche

Palazzi aria che sta attorno luogo, persone, cose in mezzo a cui viviamo

stanza

Battaglia ciò che circonda una persona o una cosa

spazio nel quale una persone vive

insieme condizioni sociali, morali e personali

condizioni fisiche, biologiche

locale, stanza, vano

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Devoto-Oli spazio circostante condizioni fisico-chimiche e biologiche

complesso condizioni sociali, cultuali, morali

vano, stanza, locale

Brockhaus l’ambiente totale di un organismo

somma dei fattori decisivi per la vita, fattori ambientali

Larousse insieme di condizioni fisiche, caratteri chimici dell’ambiente e degli esse-ri. viventi che circondano. l’uomo (trasformazione, urbanizzazione,

Deli spazio nel quale si trovano una persona o un oggetto

camera, stanza connotazione fisica - Migliorini 75 (dif. dell’amb.)

National ambiente circostante interazione tra am-biente circostante e le persone, animali, piante e altri

ambiente fisico (inquinamento)

Utet Biologia: caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche.

Architettura: a. fisico e culturale (paesaggio, città)

Psicologia sociale: tutto ciò che è esterno all’individuo condizioni fisiche

Devoto-Oli spazio circostante cond. fisico-chimiche e biologiche

complesso condizioni sociali, culturali, morali

vano, stanza, loca-le

Garzanti luogo, spazio fisico, condi-zionibiologiche (tutela am-bientale)

condizioni sociali, culturali, morali

persone con stesso ideale

stanza, locale, va-no

software operativo

Zingarelli condizioni esterne all’organismo (tutela dell‘ambiente)

condizioni esterne materiali, sociali, culturali

atmosfera, clima persone con stessi interessi

porzione spazio tra pareti costruite (4 ambienti + servizi)

DISC spazio e condizioni fisico-biologiche (tutela dell‘ ambiente)

condizioni sociali, culturali

persone con stessi interessi e ideali

stanza, vano, loca-le

ambiente operativo

De Agostini lo spazio che circonda qualcuno

insieme di fattori chimico-fisici e biologiche

complesso condizioni sociali, morali e culturali

geografia fisica: caratteristiche climatiche chimiche fisiche biologiche

geologia: condizioni fisiche chimiche biologiche in processo

Paola Eklund-Braconi

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Novità sul fronte telematico :

CIBERSPAZIO

Tra una decina di anni, o forse meno, comunicare via rete con persone di lingua diversa diverrà una realtà per tutti, anche per coloro che non parlano che la propria lingua. Per gli appassionati di Internet sarà, infatti, possibile esprimersi in rete nella propria lingua madre ed avere la certezza di essere compresi senza proble-mi da persone di altre lingue e culture, grazie ad un nuovo software chiamato UNL (Universal Networking Language). Il software UNL si basa su un processo di conversione multilingue che opera essenzialmente su due livelli, uno di "identificazione" e uno di "conversione". Il primo passo compiuto dal software è quello di analizzare la struttura di una frase o il significato intrinseco delle pa-role. Il secondo passo consiste, invece, nella conversione del testo di partenza in u n linguaggio astratto, definito UNL, il quale si compone di centinaia di migliaia di parole inglesi, nonché di simboli. Questa rappresentazione viene successivamente resa disponibile su internet e viene utilizzata per generare traduzioni in lingue diverse. Ciò che contraddistingue il software UNL da altri programmi di traduzione automatica, come ad esempio Systran, è la possibilità di utilizzare questo programma per traduzioni molto accurate. L’UNL garantisce, infatti, ottimi risultati anche nella traduzione di frasi ambi-gue,

poiché non applica le regole sintattiche, semantiche e grammaticali di una determinata lingua, bensì si basa su un linguaggio elettronico che rappresenta il contenuto del testo in modo formale, definisce le relazioni tra parole e i rapporti di interdipendenza tra frasi. Inoltre, l’UNL può essere utilizzato non solo per tradurre da una lingua all’altra, ma anche per effettuare traduzioni in più lingue. Il progetto UNL nasce per la prima volta nel 1996, presso la sede di Tokyo della United Nations University grazie alla cooperazione di più di 120 esperti di linguistica e scienze informatiche. L’idea alla base di questo progetto è quella di favorire uno scambio di informazioni armonioso tra i popoli, che non saranno più tenuti a conoscere l’inglese per comunicare in Internet. Tra gli obiettivi futuri c’è anche quello di creare delle università virtuali, che gli studenti possono frequentare in rete, senza limiti geografici o linguistici. Il software sarà disponibile in versione plug-in, potrà essere accessibile a tutti i browser Internet e sarà compatibile con tut-ti i server della rete. Benché non possa es-sere utilizzato per la traduzione di testi let-terari, sarà di notevole aiuto per la tradu-zione di testi commerciali o scientifici.

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Al progetto UNL potranno contribuire istitu-ti di ricerca internazionale, organizzazioni governative, istituti privati e società, sottoscrivendo un contratto con la United Nations University. Anche le società di software e i media potranno contribuire alla diffusione dell’ UNL. Attualmente il centro UNL ha avviato la sperimentazione del software, attraverso la cooperazione degli istituti nazionali di ricerca, in Brasile, Cina, Egitto, Francia,

Germania, India, Italia, Giordania, Spagna, Russia, Mongolia, India ed Indonesia. Successivamente, la sperimentazione verrà effettuata sulle altre lingue delle Nazioni Unite. http://www.theaustralian.com.au/techno/4104696.html http://cyber1.iai.uni-sb.de/UNL/unl-iai.html

Maria Rosalia Bitri Tirocinante CID-IT

Comitato di redazione: C. Breddy, R. Gallus, G. Gigante, D. Murillo, F. Nassi, M.G. Ricci

Collaboratori: G. Marcato (Università di Padova - Dipartimento di linguistica )

D. Marani (Consiglio dell’UE) M. R. Bitri (Tirocinante CID-IT)

Grafica: A. A. Beaufay-D’Amico (Anna Angela Beaufay D'[email protected])

CIBERSPAZIO

SOMMARIO

EDITORIALE: Alma Mater Verborum ovvero Al vocabolèri bulgnai§ (R. Gallus)

TROVAPAROLE: Istituzioni delle CE (M. G. Ricci)

CULTURALIA: L’Antico Egitto (C. Breddy)

TROVAPAROLE: Traduzione di "plainte" (FR) e "complaint" (EN) (M. G. Ricci)

EUROPANTO: De Europanto Bricolopolitik – Springtempose nettocleaning (D. Marani)

NOVITÀ: Il linguaggio normativo delle comunità europee. Studi sul lessico con

particolare riguardo al concetto di ambiente (G. Marcato)

CIBERSPAZIO: Novità sul fronte telematico – L’Universal Networking Language (M.R. Bitri)

Novità sul fronte telematico :