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Viaggio e Mito Viaje y Mito

a cura di Eliana Guagliano

Salerno (Italia), 10 maggio 2007 Dipartimento Studi Linguistici e Letterari, Facolt di Lingue e Letterature Straniere Universit degli Studi di Salerno

Giornata di chiusura del

XXIX Convegno Internazionale di Americanistica XXIX Congreso Internacional de Americanstica XXIX Congresso Internacional de Americanstica XXIX International Congress of Americanists XXIX Congrs International des Amricanistes (2-7 Maggio 2007, Perugia)Organizzato dal Centro Studi Americanistici Circolo Amerindiano

Comitato Scientifico / Comit Cientfico / Comit Cientfico / Scientific Committee / Comit Scientifique Tullio Seppilli (Presidente) Gerando Bamonte, Maria de Lourdes Beldi de Alcntara, Giulia Bogliolo Bruna, Claudio Cavatrunci, Antonino Colajanni, Luciano Giannelli, Vctor Gonzlez Selanio, Piero Gorza, Rosa Maria Grillo, Alfredo Lpez Austin, Giuseppe Orefici, Mario Humberto Ruz Sosa, Romolo Santoni.

Segreteria Organizzativa / Secretara de Organizacin / Organizao / Organizational Staff / Secrtariat dOrganisation: Centro Studi Amerindiano Americanistici Circolo

Donatella Bencivenga, Immacolata Forlano, Eliana Guagliano, Cinzia Landi, Loredana Pellegrino, Emilia Scala, Maria Strollo, Maria Teresa Vitola.

Presidenza / Presidencia / Presidncia / Chairman / Prsidence Romolo Santoni ([email protected]), Rosa Maria Grillo ([email protected]).

In collaborazione con / en colaboracin con / em colaborao com / in cooperation with / en collaboration avec: Facolt di Lingue e Letterature Straniere, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (Universit degli Studi di Salerno).

Centro Studi Americanistici Circolo Amerindiano Via Guardabassi, 10 C.P. 249 06123 Perugia (Italia) Tel. e fax +39 075 57 20 716 e-mail: [email protected] http://www.amerindiano.org

Sede di Salerno Via Francesco la Francesca, 31 84124 Salerno (Italia) Tel. e fax +39 089 23 47 14

ISBN

978-88-7341-035-9

Viaggio e Mito / Viaje y MitoSalerno, 10 Maggio 2007

IndicePresentazione

Atti della Giornata di Chiusura del XXIX Convegno Internazionale di Americanistica, organizzata e coordinata da Rosa Maria Grillo p. 7 Rosa Maria Grillo

Il mito fondatore / El mito de fundacin

p. 11 p. 13 p. 15 p.23

Alejandro Duque Amusco El muchacho que se lanza al agua Exvoto (Tumba de Il Tuffatore, Paestum, Italia) Romolo Santoni In viaggio da Aztlan Bernd Fahmel Beyer Los mitos de San Dionisio: desde sus orgenes hasta la fundacin del pueblo actual sobre el Camino Real a Tehuantepec

Viaggi e miti nella letteratura contemporanea / Viajes y mitos en la literatura contempornea

p. 31

Francisco Tovar Blanco Alejo Carpentier y La Habana: testimonios, detalles, memorias y fantasmagoras Bruce Swansey Un mundo llamado Comala Cndida Ferrero A qu ir en pos de tierras que otros soles calientan? (HORACIO 1975: II, 16).Variaciones sobre un tema horaciano en Los detectives salvajes de Roberto Bolao Manuel Fuentes Libro de navos y borrascas: el mito del viaje en Daniel Moyano M Teresa Gonzlez de Garay El viaje como recurso estructural dominante en la novela Travesuras de la nia mala, de Mario Vargas Llosa

p. 43 p. 49

p. 57 p. 63

La Campania e i suoi miti / Campania y sus mitos

p. 75 p. 89

Teresa Cirillo Sirri Viaggio nella Campania felix: il mito e il suo contrario Mario Prisco Napoli, meta involontaria e mito eroico di Eleonora de Fonseca Pimentel

p. 97

Francesco Napoli Le Sirene della poesia: miti campani e poeti italiani

p. 101 Maria Gabriella Dionisi Napoli: metafora decadente in Los malos adioses di Iaqui Abad

Appendice / Apndice

p. 109 Eliana Guagliano I viaggi dei santi nella letteratura indigena maya contemporanea p.115 p.117 Juan Lpez Gonzlez La huida de san Andrs Apstol cuando lo queran quemar Mapa

Rosa Maria Grillo Presentazione Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

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PresentazioneRosa Maria GrilloUniversit degli Studi di Salerno, Italia Giornata conclusiva, come ormai tradizione, del XXIX Convegno Internazionale di Americanistica tenutosi a Perugia nella prima settimana di maggio 2007, questo incontro salernitano (Facolt di Lingue e Letterature Straniere e Centro Studi Americanistici Circolo Amerindiano, 10 maggio 2007), si svolto intorno a due nuclei centrali nella letteratura di ogni genere, tempo e luogo: il Viaggio e il Mito. Abbiamo cos intrapreso un viaggio per ampi territori del mito e della geografia americane ed europee, instaurando incroci e convergenze inusitate, scoprendo percorsi imprevedibili e affascinanti. Dal viaggio mitico dei mexica da Aztlan alla Valle del Messico, con le sue mille implicazioni storiche e religiose, al mito oraziano del viaggio come ricerca dellaltro, dal viaggio reale in terre consacrate dal mito, o che diventano mitiche nel ricordo, al viaggio come ricerca di certezze o fuga da false certezze, dalla Tomba del Tuffatore di Paestum alla Avana carpenteriana, dalla mitica Comala alla Napoli delle Sirene e della Storia: luoghi, autori, miti e temi ci raccontano delleterna oscillazione umana tra tradizione e trasgressione, tra fissit del mito e necessit del movimento, tra i ruoli stereotipati di Penelope e Ulisse, attesa e viaggio, che sono sempre di pi categorie della mente e del cuore piuttosto che del corpo e dello spazio. Viaggio unitario e condiviso da studiosi di diversa procedenza e aria dinteresse, nella compilazione degli Atti si preferito una suddivisione in sezioni rispetto a un asettico e caotico ordine alfabetico, anche se naturalmente la suddivisione da noi operata basata su categorie cronotopiche solo una delle suddivisioni possibili. Partiamo naturalmente dallantichit, che per noi latino americanisti non pu che essere duplice: quella grecolatina (Alejandro Duque Amusco e la Tomba del Tuffatore di Paestum, in poesia e prosa) e azteca-messicana (Romolo Santoni e la mitica Aztlan) che confluiscono negli esiti sincretici dei racconti moderni nellarea oaxaquea di lingua zapoteca (Bernd Fahmel Beyer e i suoi mitos de San Dionisio). Racconto indigeno moderno che trae ispirazione da miti e riti sincretici dellantico Messico anche quello presentato, in appendice, da Eliana Guagliano: il viaggio di San Andrs e altri santi per sfuggire alle persecuzioni di vecchi e nuovi quemasantos. Approdiamo poi ai variegati viaggi e miti nella letteratura contemporanea, dove non altro ci dato se non seguire un approssimativo ordine cronologico, tutto allinterno del secolo breve: iniziamo con la superba Avana di Alejo Carpentier che diventa, nellitinerario proposto da Paco Tovar tra le pagine critiche e creative dellautore, sintesi di quella nuestra Amrica mestiza che abbiamo imparato a riconoscere ed amare al di l dei colori del sangue e della pelle: por suerte Cuba, como otros territorios del continente Americano, fue y sigue siendo mestiza, an reconociendo diferencias en el resultado de la mezcla. All est la muestra singular del Espritu barroco, legtimamente antillano, mestizo en cuanto se transculturiz en estas islas del Mediterrneo americano, que se tradujo en un irreverente y desacompasado rejuego de entablamentos clsicos, para crear ciudades aparentemente ordenadas y serenas donde los vientos de ciclones estaban siempre al acecho del mucho orden. Da La Avana a Comala con Bruce Swansey, dove el viaje adquiere cada vez ms las caractersticas de un descenso infernal de acuerdo con la imaginera catlica que elige lo inferior como categora propia del infierno. Di nuovo, quindi, il viaggio nel pi profondo sincretismo cultural-religioso, dove si incontrano dos versiones de Comala. La primera corresponde a un testigo que carece de vnculos afectivos con el paisaje, mientras la segunda es la voz de la memoria, guiada por la aoranza y por la nostalgia. Manuel Fuentes e Mara Teresa Gonzlez de Garay ci guidano invece nei percorsi intricati e dolorosi di due viaggi moderni, dissimili ma accomunati dalla stessa ricerca di un luogo-tempo utopico al di fuori di ogni spazio e di ogni cronologia dove il travaglio dellesistenza esili e migrazioni, guerre e persecuzioni in Daniel Moyano, amori e tradimenti, fughe e ritorni in Mario Vargas Llosa si plachi. Se Mara Teresa Gonzlez de Garay rinvia esplicitamente alla fusin de tiempos y espacios, los famosos cronotopos de Bajtin per rinviare ai continui spostamenti tra Parigi e Lima della nia mala e dellinnamoratissimo Ricardo, fusione che permette lannullamento del tempo e dellazione tanto che, come

Rosa Maria Grillo Presentazione Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

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novella Teresa Batista stanca di guerra, la nia mala, despus de cada profanacin, vuelve a redimirse y a sacralizarse por el amor de Ricardo, nellanalisi che Manuel Fuentes fa del Libro de navos y borrascas il riferimento a viaggi ripetuti, diversi e sempre tragicamente uguali, pi letterario e allusivo, e vi riecheggiano echi dei viaggi di fondazione di Colombo e dei suoi perros del paraso: el barco innominado del abuelo del narrador que lleg a Buenos Aires procedente de Villanueva de la Serena [...] se unir a travs del tiempo con el Cristforo Colombo que parte hacia el viaje mitolgico del exilio. Finalmente, il viaggio e i viaggiatori approdano nella Campania felix narrata da Teresa Cirillo Sirri: qui luoghi e tempi reali la Napoli visitata da scrittori, poeti, giornalisti, intellettuali spagnoli e ispanoamericani in un arco di 500 anni ispirano descrizioni e giudizi che spaziano dal sublime allorrido il mito e il suo contrario , dallannotazione paesaggistica a quella politica e antropologica. Francesco Napoli si concentra invece sul mito delle Sirene e sulle sue rivisitazioni poetiche contemporanee, in un panorama cronologicamente e geograficamente limitato ma oltremodo suggestivo. Pur indagando principalmente tra i versi di Montale, Saba, Sbarbaro e Ungaretti, Francesco Napoli invita a un viaggio nella mitografia pi antica, alla ricerca delle origini di questo mito cos persistente e allettante, e alle modalit della diversificazione tra mito greco e mito magno greco, a cui evidentemente si rif maggioritariamente la lirica italiana. Mario Prisco e Maria Gabriella Dionisi per le loro analisi preferiscono invece un oggetto unitario, il primo il mito eroico di Eleonora Pimentel Fonseca, la seconda Los malos adioses, romanzo recentissimo dello spagnolo Iaki Abad. Spiegare la Napoli di oggi ritornando a quel momento, magico e terribile, che fu la Repubblica napoletana del 99, sembra essere lobiettivo di Mario Prisco e lo fa ripercorrendo la traiettoria umana e politica della giovane rivoluzionaria e le tappe del suo giornale, quel Monitore napoletano, primo giornale diretto da una donna [che] oltre a rappresentare il periodico pi autorevole del breve periodo repubblicano, si inserisce in quel grande fermento giornalistico che si sviluppa in Italia nel cosiddetto triennio rivoluzionario 1796-1799. La lucidit con cui si pose il problema di educare La plebe [che], fino a quando non si impossesser degli strumenti fondamentali, non riuscir ad assumere una vera dignit di popolo fa assurgere Eleonora Pimentel Fonseca a un ruolo di primissimo piano tra gli intellettuali di tutti i tempi. Pi leggero e ameno sicuramente loggetto scelto da Maria Gabriella Dionisi, che suggella e riassume i diversi interventi che i nostri relatori hanno dedicato a Napoli: nel romanzo Los malos adioses, infatti, c' sia l'allontanamento dall'immagine oleografica della citt eternamente baciata dal sole, regno del dolce far niente, della convivialit, dell'allegria smodata e dell'amore che si alimenta e si rigenera al calore del sole; sia il rifiuto a considerarla la capitale indiscussa del malgoverno, della truffa e dell'inganno, della camorra e di una violenza assolutamente propria e irripetibile. Con questo volume continua la collana degli Atti dei Convegni di Americanistica (Perugia-Salerno) pubblicata in cd, perseguendo sempre il duplice scopo della rapidit di pubblicazione e della facilit di reperimento e diffusione.

Il mito fondatore / El mito de fundacin Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

Il mito fondatore / El mito de fundacinCoordinatrice / Coordinadora: Rosa Maria Grillo

Alejandro Duque Amusco El muchacho que se lanza al agua Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

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El muchacho que se lanza al aguaAlejandro Duque AmuscoAvanzaba la primavera de 1998 cuando recib la amable invitacin de mi querida amiga, la profesora Rosa M Grillo, de la Universidad de Salerno, para participar en un congreso sobre la Espaa de los aos 30. Aos de convulsin poltica y social, de desrdenes y tensiones, que desembocaran en la dolorosa Guerra Civil espaola. Pero aos tambin en los que se logran cotas altsimas de creatividad en poesa, msica y pintura, como pocas veces antes se haban conocido: pintores o escritores de veras nuevos estaban jugndose la vida como dice al evocar aquellos aos Jorge Guilln a cada pincelada, a cada rasgo. La renovacin afect a todos los mbitos. La filosofa, el teatro, la radio, el cine conocieron momentos de extraordinario auge y expansin, y de ello tuvimos puntual noticia en las interesantes sesiones que hubo, recogidas poco tiempo despus en unas actas muy fieles, minuciosas y pulcras. Una vez finalizados los das del congreso, la profesora Grillo tuvo la generosa y feliz ocurrencia de organizar una excursin para unos pocos, entre los que tuve la inmensa fortuna de hallarme. Adnde nos conduca por aquella carreterita rodeada de lomas suaves y de un verde hmedo de mayo? Que por mayo era, por mayo... El pequeo grupo recitaba algn verso, rea y se mantena a la espera. El lugar al que nos llevaba, Paestum, ella saba que sera para nosotros un verdadero descubrimiento, un lugar de revelacin. La visin de los tres templos griegos, tan bellos y tan magnficamente conservados, fue realmente una sorpresa increble. Una sacudida esttica. Pero la mayor impresin fue para m, ya dentro del pequeo y luminoso museo, una lpida de trazos muy simples que formaba parte de una tumba en la que se representaba a Il Tuffatore: un joven desnudo, suspendido en el aire, que cae entre columnas a un mar azul. Ese mar era sin duda un mar simblico, pues de l surgen unos rboles casi cristalinos, translcidos, imposibles, que recuerdan al rbol Cenital descrito por Mircea Eliade. Era evidente el sentido religioso de la pintura, con sus implicaciones de muerte y regeneracin a travs de las aguas primordiales. Ese sentido religioso resultaba emocionante y atractivo para m como poeta, aun sin ser una persona creyente. La contemplacin de aquella pintura produjo, pues, en m una muy viva y extraa impresin. Conmovido, le asegur a Rosa M Grillo hasta donde el hombre con su fragilidad pueda asegurar nada que algn da escribira un poema sobre aquella experiencia y que ese poema, como nica forma posible de devolverle el grandsimo regalo, le estara dedicado a ella. As ha sido. Supe despus que otros autores como Montale o Roberto Mussapi, en Italia, y Valente o Ricardo Defarges en Espaa, entre otros, haban tomado a il tuffo por motivo de inspiracin para su poesa. Sin embargo, no poda dejar de escribir ese poema. Y como suele ocurrir, se me present de repente, varios aos ms tarde, en el momento en que menos lo esperaba. Me encontraba yo de paso por Madrid, haciendo tiempo en una cafetera, cuando la imagen de Il Tuffatore volvi insistente a mi memoria. En un papel cualquiera anot los versos, esbozo de lo que sera finalmente mi poema Exvoto, incluido en mi ltimo libro, A la ilusin final, de 2008. Algo muy curioso sucedi entonces. Y es que en el desarrollo del poema, intentando plasmar las diversas sugerencias que asociaba a la pintura evocada, surgi una larga enumeracin en la que se me imponan palabras ligadas al amor, a la msica, que una vez escritas y reledas me parecieron de hecho una amplificatio, un desvo que poco tena que ver con el motivo original. No obstante, as quedaron en el poema. La sorpresa se produjo cuando, al cabo de unos aos, volv a visitar Paestum, el lugar sagrado. Al reparar ahora con ms atencin no slo en la figura de Il Tuffatore, sino tambin en las otras paredes pintadas que forman la tumba, vi con asombro que el conjunto hace referencia a un banquete en el que aparecen comensales reclinados, acompaados de msicos; ese banquete es, a la vista de la actitud de los personajes representados, prembulo a un encuentro amoroso. As que lo que cre en un principio invencin ma, una recreacin libre y personal, ya se encontraba en las pinturas originales, pinturas vistas y parcialmente olvidadas por m. Este doble viaje a Paestum me ha hecho tambin pensar en el sentido de los viajes en nuestro mundo actual. En pleno siglo XXI, en cierto modo, los viajes han acabado. Como dice Sndor Mrai: El viaje, como aproximacin sensual al mundo, ha desaparecido. Todo est ya al alcance de nuestra mano. Llegamos a sitios

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Alejandro Duque Amusco El muchacho que se lanza al agua Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

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nuevos, a ciudades nuevas, en latitudes remotas, pero en el fondo siempre parece que estemos en el mismo hotel. Ya no existe el viaje en el sentido de Ulises, dir tomando nuevamente palabras de Mrai. El tpico medieval del homo viator, que representa nuestro camino vital como un viaje a la muerte, meta definitiva, ha perdido gran parte de su sentido. En qu consiste el viaje hoy? En mi opinin se trata de un viaje hacia el interior del tiempo. La posibilidad de penetrar en mundos que ya existieron, participar as de vivencias, emociones, sentimientos ya pasados pero que an nos hablan. La piedra es la lengua del tiempo, y hemos de estar dispuestos, preparados con paciente calma, para descifrar sus signos. Un viaje de siglos es lo que en realidad hice en mi experiencia de Paestum.

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Alejandro Duque Amusco Exvoto (Tumba de Il Tuffatore, Paestum, Italia) Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

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Exvoto(Tumba de Il Tuffatore, Paestum, Italia)

A Rosa Ma GrilloUna tumba, una lpida fnebre y en ella, como perro guardin cerca del amo, el dibujo de un joven lanzndose al vaco finas hebras del aire. Espirales. Columnas. Un mar lo acoge. Un mar o un cielo adormecido? El joven cae con lentitud ingrave igual que una promesa que no termina nunca de cumplirse: nadador que levita en una zambullida hacia la luz. Ay, tuffatore, ests y siempre vuelves, rebrotas con el rbol Cenital de inmarchitables ramas que regalan sus frutos prodigiosos para salvar los dones de la tierra, el nudo de las noches y los das, la espiral del azar, el amor y la msica dos formas diferentes de llamar a lo mismo, el latido del sol entre el cielo y el mar, la cada y el xtasis. Con tu salto la muerte has traspasado. Todo el espacio abre ante tu vuelo inmvil. Profunda tumba azul. De A la ilusin final Sevilla, Renacimiento, 2008

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Romolo Santoni In viaggio da Aztlan Viaggio e Mito. Salerno 10 maggio 2007 / Viaje y Mito. Salerno 10 de mayo de 2007

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In viaggio da AztlanRomolo SantoniCentro Studi Americanistici Circolo Amerindiano Presso molte comunit umane il viaggio esemplifica, sintetizzando, ma pi spesso riscrivendo, simbolicamente i percorsi e i destini di un popolo. Nelle tradizioni storiografiche (o mitiche, secondo una concettualizzazione etnocentrica che fa delle storiografie non coincidenti con la nostra dei nebulosi costrutti di fervide quanto primitive immaginazioni) pi diverse e lontane fra loro nel tempo e nello spazio, si ripete con regolarit e serrata frequenza il tema del cammino fisicamente svolto per giungere alla terra promessa, cio lo spazio che il destino o un dio ha scelto per quel popolo. Il cammino, segnato gi dallinizio dalla indicazione prescrittiva della divinit che assegna il nuovo spazio, indica il percorso e impone la partenza. Da quel momento il muoversi della comunit dal punto iniziale a quello finale si dipana in un tragitto densamente intervallato da stazioni cariche di simbologie e dei relativi significati. Le stazioni sono fondamentali, perch ciascuna contribuisce a costruire il senso del viaggio e a confermarne la validit. Dietro a questo senso in questo senso si cela, trasfigurandosi in sciarade senza soluzione di continuit dal piano materiale a quello simbolico e viceversa, la logica dellaggregato umano in quanto tale, con i suoi assetti sociali, le sue meccaniche, la sua storia, gli imperativi culturali che lo saldano e lo caratterizzano. Le stazioni scandiscono la progressiva acquisizione di conoscenza attraverso la quale la comunit matura una nuova consapevolezza e, con essa, una nuova dimensione e ruolo storico. Perch, lungi dallessere una mera trasmigrazione da un punto allaltro, il viaggio uno spostamento nei luoghi della mente, attraverso il mondo simbolicamente percepito e costruito: un percorso nella conoscenza. Per questo prima del viaggio la comunit altro, diversa, a volte persino non esiste. O, per lo meno, non esiste il Tempo. Sospesa nella storia non ancora tale, cristallizzata in un non-Tempo che anticipa il Movimento e che solo il Movimento potr iniziare. In quel preciso istante/non istante Movimento e Tempo prendono forma insieme e, insieme, prende forma la Storia: allinizio del cammino, allinizio del Movimento. Elementi protagonisti e concetti si intrecciano, si fondono, sciogliendo opposizioni, apparentemente inconciliabili e invece organicamente complementari. Il cammino sempre rituale e scorre su piste fatte di simbologie, attraverso tappe che sono altrettanti piani e livelli da raggiungere per poter ascendere o discendere, comunque raggiungere, la meta finale. Non sono da meno le storiografie americane precolombiane, che, anzi, abbondano di narrazioni di questi viaggi; sovente corrispondono a veri e propri atti di fondazione di singole storie e secondo percorsi intellettuali che sono propri del pensiero mesoamericano sin dallinizio, sin dalla fondante ra olmeca. Cos probabilmente era stato, per motivi, forme e modi che oggi possiamo solo intuire, per i Signori della medicina e del potere che, quando ancora Teotihuacan era un piccolo villaggio, visitavano la La Venta degli Olmeca (Steli 19 e 4). Cos, per altro, in altra storia e in altri luoghi era avvenuto per Quetzalcoatl, signore a Teotihuacan, ma chiuso, immobile, cristallizzato, al buio al di qua dei sensi (che altro sono, infatti, le progressive perdite di verginit che egli subir nel giorno e nella notte fatale, se non altrettante prese di possesso dei differenti sensi che nel togliere il divino isolamento, lo portano al di qua dei sensi stessi, dove egli pu essere uomo?). Fu proprio allora che, alla fine del Tempo senza Tempo, al suo palazzo erano giunti Tezcatlipoca e gli altri due signori di quegli Angoli del Mondo che non erano quello di Quetzalcoatl, ovvero lAngolo dove sorge il Sole. Anche Quetzalcoatl comincer allora, allinizio del Tempo (che si origina quando finisce il Tempo senza Tempo), un viaggio che lo porter attraverso i sensi, poi attraverso i percorsi della mente, della Terra e dei Mondi ultraterreni, prima di iniziare a camminare ciclicamente come Venere nel Cielo. Altrettanto era stato, per altri motivi, forme e modi ancora, per i personaggi riccamente agghindati di lunghe piume, separate al centro e cadenti ai lati (secondo uno stile molto teotihuacano) che giunsero a Monte

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Albn quasi un millennio dopo la caduta di La Venta e appaiono, significativamente, raffigurati ai quattro angoli nei bassorilievi della Piattaforma Sud di Monte Albn. Cos, di nuovo con motivi, forme e modi differenti, mentre gi lra teotihuacana volgeva al tramonto, per i vari saggi arrivati a Xochicalco per aggiustare il tempo. E cos anche oggi per gli scampoli di Mesoamerica che ancora viaggiano alla volta di Wirikuta. Ma di tutti i viaggi dellra precolombiana quello che oggi si conosce meglio quello che sul finire dellra precolombiana tocca ai Mexica, originari di Aztlan (e per questo Azteca, cio gente di Aztlan). Il dio Huitzilopochtli coglie i Mexica, immobili ad Aztlan, terra del bianco candore, luccicante eppure buia dimora (sar per questo che essi si chiamano mexica, stirpe di Metzli, la Luna?): terra senza tempo di un popolo sin l senza storia. Huitzilopochtli rompe la staticit dei selvaggi abitanti di Aztlan. Bisogna conoscere, bisogna impossessarsi delle terre, delle regioni, degli spazi della conoscenza: il viaggio serve a questo, il viaggio conoscenza e quindi presa di possesso; le tappe lo segneranno. A Sud (e lui, Huitzilopochtli, Colibr del Sud, lo sa bene) esiste una terra, che luogo geografico, ma soprattutto spazio nella e della mente, dove i Mexica, di essa diventati padroni, saranno poi anche padroni del mondo. I Mexica sono frastornati. Perch partire? Perch io lho scelta, risponde il Dio a chi, prima della sapienza non pu sapere, perch sapienza Movimento, energia, opposto di staticit, e quindi non pu capire, perch capire muoversi nel Tempo. La comprensione invece sta nel centro della Terra promessa, proprio alla fine del cammino. Come la riconosceremo? La riconoscerete quando vedrete unaquila su un cactus che divora un serpente. Il simbolo estremo del Messico preispanico torna ancora a riproporsi nella storia e nei simboli dellultima ra precolombiana: Cielo, Acqua e Terra, ovvero Aquila, Serpente e cactus detto nopal(1) si riuniscono a formare la triade simbolica che aveva caratterizzato sin dalla fine olmeca la Mesoamerica e che ora chiude la parabola del pensiero delluomo mesoamericano antico. La discesa dalle terre del Nord, dalla bianca Aztlan, si svolge fra difficolt che a volte sembrano insormontabili, ma la presa di coscienza faticosa. La consapevolezza nasce dallesperienza e questa dolorosa come la nascita e il cammino lungo, pi lungo degli spazi geografici, perch deve percorrere quelli della mente, da dove si origina il cammino fino a giungere al punto della sapienza. E come in una nascita, gli uomini della Laquila appollaiata sul cactus che sta divorando un serpente oggi il Luna escono dalle sette caverne simbolo della Repubblica del Messico. (Chicomoztoc), forse generati da Tlaltecuhtli, divinit maschile che partorisce, Signore e rappresentazione della Terra, delle energie opposte, della generazione della vita. Non a caso da quelle sette caverne erano gi usciti e ancora usciranno tutti i popoli nahua, che a partire dallVIII/IX sec. d.C. si riversano sullAltopiano e penetrano nella Valle del Messico. C un passo significativo di questo nascere ad una nuova conoscenza, riportato dalla Crnica mexicayotl, che segnala che fu lo stesso Huitzilopochtli a cambiare il nome da Azteca a Mexica: ora voi non dovete pi chiamarvi azteca, ora voi siete mexica, poi dipinse loro le orecchie e diede loro la freccia, larco e la reticella, ovvero linizio di nuove conoscenze.(1) Il nostro Fico dIndia conosciuto in botanica come opuntia.

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Le caverne simbolicamente e significativamente 7 sono come lutero della Terra, il suo ventre pi profondo; ma al contempo indicano uno stadio (ma pi corretto dire stato o habitus) culturale: i Mexica, Azteca perch di Aztlan, non sono i primi Nahua, anzi, forse sono fra gli ultimi a viaggiare dai territori posti a Nord dellAltopiano (presumibilmente intorno al Rio Grande del Nord), gi, verso le ricche terre della Mesoamerica. Quando essi arrivano, la nahuatlizzazione dellAltopiano e della Valle del Messico e anche ben oltre, dal Guerrero, al Catemaco, allo Yucatan maya, cosa fatta. Il viaggio descriver il lento, sofferto cammino del popolo della Luna per trasformarsi da piccolo popolo nomade in padrone del mondo, secondo le indicazioni e i desideri del loro dio guerriero, Huitzilopochtli(2). Ma la degradazione in agguato: dietro langolo alligna il tarlo della depravazione, della corruzione, della perdita delle origini, perch labbandono degli usi e costumi primevi non senza conseguenze e cos secoli dopo la partenza da Aztlan, quando Moctecuzoma I, il pi grande Huel Tlatoni (Ottimo Arringatore, ovvero capo) degli Azteca-Mexica, invier dei saggi della medicina a ritrovare le radici del suo popolo ad Aztlan, un vecchissima donna, sedicente madre di Huitzilopochtli, per nulla impressionata dai successi dei discendenti della migrazione, li rimproverer per Tlaltecuhtli, Signore della Terra, divinit mascolina che partorisce (da labbandono dellantica morale e per i recenti www.artehistoria.jcyl.es/.../obras/10372.htm). usi immorali e preannuncer per loro un futuro di disgrazie. Ora per a Chicomoztoc, le Sette Caverne, la narrazione si ingarbuglia. Le descrizioni contenute in molte cronache sparuti resti della immensa produzione di codici del periodo precolombiano, devastata dal furore incendiario purificatore della Conquista fanno pensare che le Sette Caverne non siano vicino ad Aztlan, ma a Tollan (o Tula). Che significa? Una nascita di decenni successiva allinizio della migrazione? Una seconda nascita? Per il momento non ci dato sapere. Ma nella densa simbologia offerta dalle Sette Caverne, c lemergere della sapienza mexica che nasce alla conoscenza di nuovi modelli di vita: labbandono del nomadismo e della economia di sopravvivenza (legata alla caccia ed alla raccolta) per una nuova tappa nella loro storia, quella legata alle tecniche agricole, alla liberazione del proprio Tempo, quotidiano e storico che sia, al raggiungimento ed alla costruzione di una nuova Chicomoztoc, non donata dal ventre di Tlaltecuhtli, ma costruita nella forza delle braccia e nella potenza dellossidiana dei Mexica: la futura, immensa, luminosa Tenochtitlan. Prima bisogna passare per altre tappe, altre esperienze, altre conoscenze. Distruttive, dolorose. Come la Morte che assale la Vita divorandola, travolgendola in crudeli destini, per farla poi risorgere ancora pi splendida e rigogliosa. Il percorso un rito di passaggio e non tutti sono in grado di superarlo. Un enorme albero presso il quale sono accampati gli Azteca si spacca ed allora il Dio Huitzilopochtli sentenzia che essi debbano dividersi in due parti ed una deve separarsi. Non finita. Una grave avventura tocca allo stesso Huitzilopochtli, quando sua sorella, Malinalxochitl, che grazie a conoscenze magiche era in grado di comandare ad animali velenosi, incomincia a usare i suoi poteri per insinuarsi nella comunit e disturbarne gli equilibri. Huitzilopochtli ordina una nuova separazione e Malinalxochitl con i suoi seguaci se ne va a fondare Malinalco. Nel racconto simbolico traspaiono situazioni e(2) Secondo una interpretazione moderna, Huitzilopochtli era in realt un capo, guerriero e sacerdote, umano, che successivamente fu divinizzato.

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storie che la nostra lettura indicherebbe come discrepanze sorte a livello sociale e filosofico-religioso che hanno reso necessario amputare una parte della comunit. Proprio a questultimo orizzonte di avvenimenti appartiene un altro episodio che accade a Coatepec, raggiunta 52 anni dopo la partenza, nel 1163: la nuova nascita di Huitzilopochtli. Si tratta del noto episodio di Coatlicue che, spazzando nel tempio, viene messa incinta da una palla di polvere che nasconde una giada, simbolo di seme divino. La donna viene accusata dai suoi 400 figli, sobillati dalla loro sorella Coyolxauhqui, di essere impudica, ma Huitzilopochtli sorge dal ventre gi armato e sconfigge i fratelli e la sorella.

Il viaggio dei Mexica da Aztlan a Tenochtitlan, la loro capitale, nella ricostruzione proposta da Nigel Davies (DAVIES N. 1975). Il Tempo, nel disordine degli spazi, non ha ancora preso il suo cammino ordinato, si piega su se stesso, proponendo avvenimenti solo cronologicamente disordinati, ma simbolicamente ben disposti ad ordinare la storia e il suo senso. Non dunque il Tempo che ordina gli avvenimenti e d senso alla storia, ma sono i singoli avvenimenti che ordinano un tempo confuso e costruiscono la Storia. Ora Huitzilopochtli sembra dominare incontrastato. Ma Coatepec non ancora la meta finale e costituisce un luogo troppo attraente grazie anche alle opere che gli stessi Mexica prontamente vi realizzano per non invogliare una parte del popolo a restare. Una nuova crisi, una nuova amputazione anche pi drammatica delle precedenti (i capi disobbedienti vengono trovati morti al mattino). Nigel Davies (DAVIES N. 1975) sottolinea come queste narrazioni possano testimoniare il congiungersi al gruppo originario di nuove entit umane con differenti caratteri culturali e differenti profili religiosi e filosofici e come questo pu aver condotto alle diverse crisi, riferite in forma simbolica (cio in forma storiograficamente distinta dalla nostra). Superate le differenti tappe che, come abbiamo visto, altro non sono che la progressiva acquisizione di conoscenza e consapevolezza, il Popolo Eletto ed il suo Dio possono dirigersi a varcare i limiti della Valle,

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verso lultima meta. Progressivamente il popolo di Aztlan acquisisce le conoscenze che gli permetteranno di inserirsi vittoriosamente nel nuovo mondo che Huitzilopochtli ha scelto per loro, per far questo per il cammino, fatto fisicamente di una manciata di miglia, si allunga a dismisura contrassegnato da lunghe soste, utili appunto ad apprendere le nuove conoscenze. Di fronte a Tollan, Luogo delle Canne, dove i primi nahua dellAltopiano (che la tradizione mexica ci tramander come i Tolteca, ovvero la Stirpe di Tollan) avevano fondato una citt ed un impero eredi della grande Teotihuacan e della sua ra, i Mexica rimarranno abbagliati, ma non si fermeranno ed abbatteranno le canne, come lagricoltore che brucia le sterpaglie, ormai solo testimoni di una coltivazione e di una stagione giunta al termine, passata, spenta, per ravvivare il terreno sul quale torner a piantare nuova vita, per la sua vita, per la sua sopravvivenza. Cos nel 1168 d.C. le orde dei Mexica travolgeranno e distruggeranno Tollan(3) e la diaspora degli ultimi Tolteca si estender su tutta la Mesoamerica, dipingendo una storia nuova per tutto quel mondo e inaugurando nuovi assetti dellAltopiano che, da Culhuacan, passando per Texcoco, fino a Tlaxcala, un giorno torneranno ad intrecciarsi nelle vicende e nei drammi degli ultimi Mexica. Ora che Tollan (la Tula che conosciamo) e le sue canne giacciono al suolo, fertili ceneri di un raccolto che ancora di l da venire, ora, oltre Tollan, verso sud si apre la Valle del Messico e limmenso lago Texcoco che la copre. Ma altri popoli, altre genti di una stessa stirpe, quella nahua, sono giunti gi secoli prima del Popolo della Luna e si sono insediati nella Valle. I barbari chichimeca, i resti della potenza tolteca e persino echi dellultima Teotihuacan, si dividono gli spazi intorno al grande lago di Texcoco e formano ora domini ancora troppo grandi per il piccolo popolo giunto da Aztlan. Per circa 250 anni, cos, i Mexica sono sottoposti alle potenti signorie insediate lungo le fertili rive del lago. Il viaggio dunque non finito. Anche una volta giunti nella Valle dunque, diverse altre tappe devono essere fatte e superate. Soprattutto una che inizia con una guerra, prosegue con un tragico rito di rigenerazione, si conclude nel simbolo preannunciato dal Dio. Un rito di passaggio negli schemi pi classici della letteratura antropologica. Forti della profezia, che assegna uno spazio dal quale potranno dominare il mondo, i Mexica entrano prepotentemente nei giochi politici del microcosmo che orbita sulle rive lacustri. Dopo varie vicissitudini, segnate da successivi insediamenti e scaramucce che decretano agli Azteca-Mexica la sinistra fama di feroci guerrieri, fanatici del sacrificio umano, tanto che spesso attirano su di s le ire, ma soprattutto le preoccupazioni, dei popoli vicini, i Mexica, oltre un secolo dopo la tappa di Tollan, si installano a Chapultepec, la collina della Locusta, il rilievo che sovrasta le propaggini del Lago. Sulla collina di Chapultepec, dal luogo che domina il lago e le sue genti, i Mexica fanno lultima trasformazione sociale in vista della costruzione del loro dominio. Quando partirono da Aztlan, le differenti trib che costituivano il popolo erano guidate da capi-sacerdoti, una teocrazia di poco dissimile da quelle caratteristiche di questo tipo di societ umane. Ora, sulle rive del lago, quella organizzazione che aveva guidato i Mexica fin l, non era pi adeguata al nuovo ruolo disegnato da Huiztilopochtli per loro. Cos per la prima volta si elegge un solo capo, il primo huel tlatoani, il cui nome e non pu essere solo un caso ha a che fare nuovamente con il colibr: Huitziluhitl, ovvero Piume di Colibr. Ma ecco che qui accade una cosa curiosa: essi vengono assaliti da Copil, figlio della perfida sorella di Huitzilopochtli e scacciati dalla collina. Torneranno poco dopo, ma questa volta sono i Tepanechi di Atzcapoztalco (L sopra dove ci sono molte formiche), potente signoria preoccupata di questi turbolenti vicini, e i Culhua di Culhuacan, discendenti dei Tolteca, che fomenteranno la nascita di una lega che assalir Chapultepec e ne scaccer i Mexica. Una dura sconfitta. Unaltra tappa. I Mexica, vinti e stremati da questa ennesima batosta, si rifugiano umiliandosi presso gli stessi Culhua di Culhuacan che per quanto assaliti da forti dubbi sullopportunit di aiutare questi pericolosi personaggi alla fine permettono loro di insediarsi a Tizaapan, luogo tuttaltro che gradevole, arido e inospitale. Ma i Mexica si adattano e resistono e divengono ben presto i migliori, ma soprattutto i pi potenti fra gli alleati dei Culhua.

(3) Vi sono opinioni divergenti su questo punto e molti sostengono che i Mexica abbiano partecipato poco o niente alla distruzione di Tollan. Essi per se ne assunsero la responsabilit.

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Poi i Culhua si trovano coinvolti in una guerra contro Xochimilco (l dove ci sono le milpa(4) fiorite) e per non essere sconfitti, chiedono aiuto ai Mexica, che con valore e furbizia, quanto ferocia, si distinguono e trionfano. I Culhua non avrebbero potuto vincere senza quei guerrieri e questo li spaventa, ma non possono che fare buon viso a cattivo gioco e quando, su suggerimento dellonnipresente Huitzilopochtli, i Mexica chiedono la sorella di Achitometl, uno dei 4 capi di Culhuacan, per sposarla al loro dio Huitzilopochtli, il culhua la concede volentieri, convinto di stabilire cos un sicuro legame di sangue. Ma i Mexica prendono la sventurata, la scorticano e con la sua pelle rivestono un sacerdote, poi, dimostrando un ben scarso senso dellopportunit (o forse un altissimo senso dellumorismo) invitano alle nozze il padre. Immediatamente vi fu unaltra e pi violenta strage di Mexica. Massacrati dai Culhua, i pochi superstiti inseguiti fin dentro il lago dove i Mexica si rifugiano, ormai sembra che la sorte del piccolo bellicoso popolo venuto da Aztlan sia segnata. Fra canne, melma, sabbie mobili, animali velenosi, a stento gli ultimi Mexica raggiungono verso sera un isolotto in mezzo al lago e si lasciano cadere esausti sulla riva. Ma proprio l, al sorgere della nuova alba, fra Cielo e Inframondo, nel piano che sta in mezzo, gli ultimi Mexica vedono unaquila che appollaiata su un nopal sta divorando un serpente. La profezia si compiuta, il viaggio finito. Intorno al luogo sorger la pi popolosa citt dellantica America, la ciudad de los Mexica: Tenochtitlan.

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(4) La milpa era il campo coltivato secondo la terminologia nahua.

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Los mitos de San Dionisio: desde sus orgenes hasta la fundacin del pueblo actual sobre el Camino Real a TehuantepecBernd Fahmel BeyerIIA UNAM, Mxico D.F. El pueblo de San Dionisio Ocotepec est ubicado en el extremo oriental de los valles centrales de Oaxaca, Mxico. Como tal, es una de las poblaciones marginadas, que no participa en los circuitos tursticos y econmicos cotidianos de la regin. En su mayora, sus habitantes son campesinos de habla zapoteca que hace poco empezaron a usar el espaol. Treinta aos atrs las mujeres an eran monolinges, mientras que los hombres slo conocan la terminologa para el comercio y las transacciones con la administracin pblica. A la fecha la educacin bsica es bilinge, aunque la telesecundaria se transmite en el idioma nacional, por lo que en las calles se oye cada vez menos el zapoteco. Ms an, por tratarse de una lengua tonal se dificulta su escritura, lo que mueve a los nios a ya no querer aprenderla. A esto se suma que muchos maestros proceden de otras localidades y emplean variantes desconocidas en la comunidad. Como consecuencia se est perdiendo la costumbre, y con ello la riqueza San Dionisio Ocotepec, Oaxaca, Mxico de la tradicin cultural local. Lo que sobrevive de la historia antigua, las leyendas y los mitos se conserva en zapoteco, y no es accesible a quienes desconocen la lengua. De ah la necesidad de realizar un rescate etnogrfico en idioma zapoteco y espaol, cuya urgencia se impone debido a que los pocos viejitos monolinges ya son de edad mayor. Ahora bien, buena parte de los relatos que llegan a los nios y en este sentido tambin a nosotros se trasmiten por aproximacin y no por traduccin literal al espaol, ya que los significados profundos slo son inteligibles a quienes dominan el zapoteco. En este proceso de traduccin se pierden muchos conceptos e ideas que no se pueden transferir a nuestra forma de ver el mundo, o comprender las cosas del pasado. Los relatos publicados por Antonio Bautista y Lpez en 1978, por ejemplo, son traducciones de cuentos urbanos que conocen las criaturas desde chicas, pero ya difcilmente pueden interpretar. Algunos de ellos aparecen en el libro de Ana Mara Garca Arreola (2003) sobre el sistema de cargos en San Dionisio, en alusin a las instituciones que rigen al pueblo de hoy, ubicadas dentro del regimen de usos y costumbres. Hay adultos que los entretejen con narraciones sobre el pasado, o con la descripcin de fenmenos naturales como las bolas de fuego en forma de ser humano, que saltan de un cerro a otro, y son consideradas nahuales en la regin mixteca . De esta manera se tornan en ancdotas curiosas, que enriquecen las historias ligadas con los hechos de los abuelos. stas, por su parte, siempre son de carcter extraordinario ya que compactan las vivencias de un gran nmero de generaciones, entremezclndolas con lo que parecen ser mitos y leyendas. Para los fines de este trabajo, dichos trminos se deben entender de la siguiente manera: Leyenda (de legenda): Obra que se lee. Relacin de sucesos que tienen ms de tradicionales o maravillosos que de histricos o verdaderos (AA.VV. 1953a: 1017). Mito (de mythos): Fbula o ficcin alegrica. Relato fabuloso de origen popular y espontneo, en el cual agentes impersonales las fuerzas de la naturaleza en la mayora de los casos son representados bajo formas de seres personales cuyas acciones y aventuras tienen un sentido simblico. El mito slo es tal cuando los hechos imaginarios que relata son tenidos por reales (AA.VV. 1953b: 633).

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El resultado de dichas mezclas y combinaciones es un imaginario que se proyecta a las pocas de fundacin del pueblo, pero que a la vez sirve como sustento a los ideales de los jvenes que reconocen los potenciales de su gente.

El rea de estudioSan Dionisio es uno de los poblados ms interesantes del mesoplano oaxaqueo, ya que en sus proximidades se encuentra el portillo que abre el horizonte hacia la Caada del Ro Grande y el Istmo de Tehuantepec. La Carretera Panamericana, construida durante los aos cuarenta del siglo pasado, es la arteria principal que lo comunica al norte con Mitla y Matatlan, y al sureste con el Ocano Pacfico. Hoy en da la administracin y el mercado regional se encuentran en Tlacolula de Matamoros, aunque tiempo atrs las cosas fueron diferentes. Durante la Colonia, el rea de San Dionisio fue paso obligado y punto de descanso para los viajeros y comerciantes que llegaban de Oaxaca y Tlacolula, y seguan a Chiapas y Guatemala por el Camino Real. Antes de la llegada de los espaoles, por su parte, el sendero que llevaba al Istmo descenda por las lomas y los planos de Las Flores, situados a espaldas del pueblo actual, evitando las escarpes por donde bajaban los transentes novohispanos. En aquellos espacios se encontraba un gran mercado y uno de los puertos de comercio ms importantes de Mesoamrica. Algunos de los productos ms codiciados por las lites prehispnicas circularon por las plazas de este lugar, incluyendo la prpura, el pescado, conchas y caracoles, esponjas, puntas de mantaraya, perlas, jade y otras piedras preciosas, oro, mbar, sal, plumas, pieles, algodn, especias, miel y cacao (FAHMEL BEYER B. 2005). Los recorridos arqueolgicos que realizamos durante los ltimos Cerro de la Cruz, Las Flores, San Dionisio cuatro aos demuestran que los primeros habitantes del rea de Ocotepec, Oaxaca, Mxico San Dionisio apreciaban los objetos trados de Chiapas y la costa oaxaquea. Entre los aos 300 y 1500 d.C. la infraestructura urbana de Las Flores creci hasta abarcar unos diez kilmetros cuadrados, sin contar las zonas de cultivo. Este apogeo fue resultado del gran desarrollo econmico, poltico y social que lograron los Zapotecos de los valles, encabezados primero por Monte Albn y luego por los seores de Zaachila y Teozapotlan. Tras la conquista de la regin por Hernn Corts y sus tropas Las Flores fue marginado y olvidado, aunque el sitio sigui ocupado hasta mediados del siglo XX. Para los lugareos, ste es el sitio del que proceden los habitantes de San Dionisio, por lo que abundan los relatos que hacen referencia a l y a los cerros que lo circundan.

Los relatos1. Para el Ao Nuevo hay la costumbre de ascender al Cerro de la Cruz, que domina al sitio de Las Flores, y llevar flores, velas y copal al rbol que tiene la forma de una cruz. Si las nubes bajan a la cima del cerro, o se escuchan piedras rodar por la ladera, se toma como un presagio de que habr lluvias y buenas cosechas. Segn E.C. Parsons, quien presenci el evento en 1931, haba algunos rboles frutales en lo alto del cerro, y al aproximarse al huerto poda uno oir msica (PARSONS E.C. 1936: 230). De ah que el lugar fuera tenido como muy milagroso. En su publicacin sobre el pueblo de Mitla, dicha autora compara aquel huerto con el que se menciona en un mito prehispnico sobre el rayo y la serpiente con cuernos que traen el agua(1):(1) To San Pedro Quiatne came one from Villa Alta, a Mixe, to ask for a piece of land. In January. At the farther side of San Pedro, on a big mountain, he made his ranch, by a little river. There was a little spring, a little well. He liked it there very much. He turned into a little snake and he went into the well. He began to work at the spring, widening it. He planted all the fruits of the world at the river a big orchard. The little fruit trees grew well, they all bore. A party from San Pedro were out hunting deer. They came to this river and saw the orchard. They saw no owner, they saw only the spring and the fruit trees. There are no deer, they said, let us load up with this fruit. They returned to the pueblo. To this day they call the mountain Cerro de Agua. White water gushes from the spring. In about a year there arrived from

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A San Pedro Quiatone lleg uno de Villa Alta, un Mixe, para pedir una parcela de tierra. En enero. En el lado ms distante de San Pedro, sobre una gran montaa, construy su rancho, junto a un ro. Haba un pequeo manantial, un pequeo pozo. Ah le gust mucho. Se transform en una pequea serpiente y se meti al pozo. Empez a trabajar sobre el manantial, amplindolo. Plant todos los frutales del mundo junto al ro un gran huerto. Los pequeos arbolitos crecan bien, y todos estaban cargados de frutas. Un grupo de cazadores de San Pedro estaban persiguiendo venados. Llegaron a este ro y vieron el huerto. No vieron al propietario, slo vieron el manantial y los rboles frutales. No hay venados, dijeron, vamos a llevarnos unas frutas. Regresaron al pueblo. Hasta la fecha nombran a esta montaa Cerro de Agua. Del manantial brota agua blanca. Un ao despus, aproximadamente, lleg de Yalalag un hombre con sombrero negro. S, vino como hace tres aos le dijeron. Pidi permiso para construir un rancho, pero no regres. Est en el Cerro de Agua, ah est su rancho, sus rboles frutales. Est en el agua. Por qu le dieron permiso de venir? contest el otro. Qu no vieron que es un animal de agua? Ahora lo he descubierto. Est haciendo un gran lago. Vendr con una avenida de agua que cruzar el pueblo. El agua est dentro de toda la montaa. Yo lo voy a matar para que no los inunde. Despus del chubasco vean el agua del Ro Grande. El de Yalalag se regres a su pueblo. (Era el rayo, gente rayo). Cuando los vapores empezaron a subir del monte el rayo empuj las nubes sobre la montaa. Hubo una gran tormenta. En un rato el suelo estaba anegado, tanta agua haba. Tres rayos cayeron en la cumbre de la montaa. Cuando acab de llover hubo una avenida de agua. Entonces fueron a ver el manantial y el ro. El manantial estaba seco, slo haba unas piedras. Haba un gran lago, era terrible. Todos los rboles frutales estaban desenraizados y daban vueltas dentro de la corriente. Al final de la corriente vena un gran animal. Era verde y tena los cuernos de un toro. Era un toro de agua, gonnis. Este era el Mixe a quien mat el rayo. Ahora son libres. He matado a ese cabrn! les dijo en el palacio municipal, y retorn a su pueblo [texto abeviado] (PARSONS E.C. 1936: 333)(2).

Yallag a man wearing a black hat. Yes, he came by about three years ago. He asked permission to make himself a ranch, but he did not return. He is on Water Mountain, his ranch is there, his fruit trees. He is in the water. Why did you give him permission to come? Did you not see he was a water animal, animal de agua? Now I have discovered him. He is making a big lake. He will come in a flood that will burst through the pueblo. The water is all over the mountain. I am going to kill him to keep him from flooding you. After the downpour look at the water in the Ro Grande. The Yallag went back to his pueblo. (He was Lightning, gente rayo). When the vapors came off the mountain Lightning pushed the clouds down right on top of the mountain. There was a violent downpour. In a short time the ground was gutted, there was so much water. Three thunderbolts fell on the mountain top. When the rain passed, there was a flood. They went to look at the spring and the river. The spring was dried up, there were only bare stones. There was a big lake, it was terrible! All the fruit trees were uprooted and were rushing by and turning over and over in the current. Last of all in the flood came a big animal. It was green with the horns of a bull. It was a water bull, toro de agua, gonnis. This was the Mixe whom Lightning had killed. Now you are free. I have killed the rascal, ese cabrn!, reported Lightning at the town hall, and returned to his pueblo (PARSONS E.C. 1936: 333). (2) En su trabajo, Parsons reporta otros cuentos sobre la serpiente de agua, entre los que destacan los siguientes: At Ayutla, Mixe, where it is believed that flood is caused by the Horned Water Serpent that lives in a spring and falls out of the sky, salt and copal are cast on the fire when there is a cloudburst. This may be a way of invoking Lightning against the serpent (PARSONS E.C. 1936: 332-334). It is believed at Mitla that flood is caused by the water serpent that falls from the sky. This serpent has two horns on his head. A like horned serpent once lived in the pool called Lake of White Water, as madre del agua, mother of the water. About fifteen years ago some goatherds killed it, thinking it was an ordinary snake, and the pool dried up. At the spring of La Muralla, strong river water, a horned serpent has been seen, but it went back into the mountains. At Tlacolula it is believed that in the river at Mitla lives a serpent with wings, with the power to check as well as to increase the flow of water. In the unusual drought of the summer of 1932 they were talking of coming to Mitla to kill the winged serpent. Before the Lake of White Water went dry, a fiesta was held there on New Years Eve, in honor of the Horned Water Serpent. Compadres from Yallag were invited to participate. In the Devils cave there is a pool and possibly among the offerings once made in the cave on New Years Eve there were offerings for this serpent spirit. There is a tale about a horned devil who drove away the rain clouds and who lived in a cave. He was killed by Lightning, between whom and the Horned Water Serpent there would seem to have been an ancient enmity. At San Baltazar I was told that snakes as well as more domesticated creatures may be seen on New

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Aunque en San Dionisio ya no se acuerdan del huerto con rboles frutales ni del relato sobre la serpiente con cuernos lo que no implica que no se le cuente en idioma zapoteco an se considera al Cerro de la Cruz como un lugar especial, en donde nunca hace falta el agua. 2. Cuando los espaoles llegaron a Oaxaca y al rea de San Dionisio, se dice que dieron inicio a la construccin de una casa de culto en Las Flores. Aunque las ruinas que la gente de hoy identifica con dicho templo realmente son las de una cancha de pelota de la poca prehispnica, en las faldas del Cerro de la Plaza se pueden visitar los cimientos del antiguo establecimiento cristiano. Su construccin, empero, no prosper debido a que el comercio espaol sigui la ruta del nuevo Camino Real y la ciudad mercado fue paulatinamente abandonada. Al emigrar a la cabecera actual, sus habitantes supuestamente llevaron consigo las campanas, pero una se habra quedado en el camino. Aqullos que tienen suerte pueden orla repicar a las doce u otra hora del da. Aunque este relato est basado en una realidad histrica, la compactacin de los hechos deforma su sentido y la transforma en una leyenda con fuertes connotaciones mgicas. As como el canto del gallo de oro trae la buena suerte a la gente de otros poblados mexicanos, el repique de la campana sugiere la posesin de un don o facultad que permite comunicarse con los antiguos y lo sagrado. Pero al preguntarle a los afortunados si alguna vez vieron o tocaron la campana, la respuesta invariablemente es negativa. Cuando iniciamos nuestro proyecto arqueolgico en Las Flores muchas veces fuimos interrogados por los locales si traamos un detector de metales y buscbamos la campana. Como no era el caso, y vieron que estudibamos los restos materiales del pasado, nos ganamos su confianza y la campana estaba segura. 3. El tercer relato, leyenda o mito, tiene que ver con la historia de la evangelizcin en la Caada del Ro Grande de Tehuantepec. Por lo que nos han contado, las imgenes de santos eran tradas del Istmo, donde se les fabricaba o bajaba de navos espaoles. A principios del siglo XVI Hernn Corts vislumbr esta regin como parte de su Marquesado del Valle de Oaxaca, y ligada a l a travs del Camino Real. Pero hacia 1700 toda el rea haba pasado a manos de la Corona y era manejada por los frailes dominicos. Al fundarse el templo de San Dionisio Ocotepec, se dice que las autoridades encargaron la imagen del Crucificado a los artesanos de Chihuitan, en el Istmo, quienes la enviaron antes de que estuviera terminada la construccin. Por lo tanto fue depositada en el templo de San Pablo Gil, pueblo vecino al que los dominicos dieron mucha importancia. Al concluirse las obras, los habitantes de Gil ya no quisieron devolver la imagen, arguyendo que era milagrosa y que se les haba aparecido en el monte. Varias veces la bajaron al poblado, dicen, pero siempre volva al lugar de su aparicin. Finalmente le construyeron una capilla en lo alto, con lo que se content el santo y permiti que lo adoraran en el templo de abajo. Este tipo de apariciones fue muy comn en el Mxico de los siglos XVII y XVIII, como lo indican los hechos relacionados con las Vrgenes de Guadalupe, de los Remedios y de Ocotlan, y apoyan la tesis de la intervencin divina en la evangelizacin de los pueblos precortesianos. La verdad, empero, es que los frailes acudieron a una serie de prcticas que les permitieron transmitir el misterio cristiano de manera inefable, mismas que en muchos sentidos persisten en las creencias y rituales de los pueblos indgenas de hoy(3). 4. Hace mucho tiempo, se dice, hubo un forajido que viva en las lomas de Las Flores, desde donde vigilaba el Camino Real y avisaba a sus amigos cuando se acercaban las recuas de algn comerciante. Una vez que la caravana entraba a la Caada los asaltantes salan de la cueva donde vivan, cerca de Totolapan, y se apropiaban de los bienes del viajero. Parecida a la historia de los Bandidos de Ro Fro, eternizada por Manuel Payno entre 1888 y 1891, la leyenda de esta banda tiene matices trgicos y hericos a la vez (PAYNO M. 1999). Al despojar a los ricos que iban y venan del Istmo los maleantes aplicaban la justicia que no llegaba de la ciudad capital. Pero a la vez favorecan la caresta de ciertos productos, provocando el desabasto y el malestar entre los habitantes de la comarca. En algn momento el ejrcito federal intervino en el asunto y elimin a los asaltantes, dejando a las autoridades de San Dionisio como garantes del libre paso por el alto Ro Grande. Dicho encargo no parece haber quedado escrito para las generaciones futuras, aunque en cada lugareo palpita el orgullo de ser vigilante de la frontera oriental de los valles centrales de Oaxaca(4).Years Eve. In the sacred spring on top of the Cerro Peln of San Miguel lives, or once lived, a serpent with a befeathered tail, who comes out to fly around the mountain and who has a taste for human flesh (PARSONS E.C. 1936: 223-224). (3) Vase a este respecto el artculo del historiador Alejandro Rosas, en la hoja Web de la Presidencia de la Repblica, intitulado Sabas que ... La virgen en pie de guerra, del 8 de diciembre del 2007. (4) En una conferencia realizada en el ao de 2003 en el Museo Nacional de las Intervenciones del Instituto Nacional de Antropologa e Historia, la escritora Margo Glantz comentaba que La novela situada entre 1830 y 1836, recrea el pasado

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5. Corre la voz que San Dionisio es el lugar de origen de la bebida alcohlica conocida como mezcal. Lo mismo se dice en Santiago Matatlan, poblacin vecina que aspira al ttulo de capital de su produccin artesanal. La Villa de Mitla, en cambio, tiene una larga tradicin en su comercializacin, ya sea entre los habitantes de la regin o los turistas que pasan a visitar sus antiguos palacios. La verdad, sin embargo, es que an no se sabe a ciencia cierta si las poblaciones prehispnicas llegaron a destilar las bebidas fermentadas con las que se embriagaban. En el caso de San Dionisio y Matatlan resulta interesante, que desde fechas tempranas los espaoles establecieron una estancia ganadera en los lmites entre ambos poblados para abastecer a los viajeros que tomaban el Camino Real. Durante el siglo XVIII la estancia se torn en hacienda, y en fuente de trabajo para los habitantes de los pueblos aledaos. No sera raro que fueran los dueos de la entonces nombrada Hacienda Lope quienes introdujeron la destilacin a la regin, y que dicha tecnologa pasara a los pueblos donde viva la gente que les laboraba. El argumento que esgrimen los productores de San Dionisio es que a principios del siglo XX se conoca al lugar como el pueblo del humo, y que el maguey se sancochaba de noche para que las autoridades hacendarias ubicadas en Tlacolula no advirtieran la existencia de ms de cien destiladoras. De todas stas ya slo funcionan unas cuntas, aunque los relatos de los abuelos impulsan a los nuevos fabricantes a creer que volvern a ser el nmero uno en la elboracin del mezcal. 6. Tras el atroz accidente de autobs del ao 1958, en el que murieron 68 personas que regresaban de hacer las compras navideas en Tlacolula, los jvenes de San Dionisio que crecieron en orfandad han decidido recuperar lo que el tiempo dej detenido. Considerndose ellos mismos la generacin del futuro han impulsado el desarrollo del pueblo desde dentro, o mediante remesas de dinero que envan a sus parientes desde los Estados Unidos. Como consecuencia, ahora se contempla a este municipio como lugar de vanguardia en los valles centrales de Oaxaca reconocimiento que tornado en leyenda permitir algn da erigir en mito las acciones que ayudaron a la poblacin a superar el dolor causado por el trgico incidente(5).

Consideraciones finalesEn las narraciones que presentamos en este trabajo se detectan dos facetas de la vida que se dan en cualquier lugar y contexto, y no slo en San Dionisio. En este sentido, las primeras tres ven hacia atrs, afianzando a la gente dentro de su medio y sus creencias. Los trabajos arqueolgicos realizados en Las Flores y en el rea de la cabecera municipal indudablemente contribuirn a consolidar la conciencia social e histrica, al apuntalar los episodios que cuentan los abuelos y llevar sus orgenes a pocas remotas. Los dems relatos reflejan los anhelos y las aspiraciones de un pueblo que tiene mucho que contar y quiere recuperar su lugar en la historia regional. Escogidos al azar, parecera que resumen las metas e ilusiones de la poblacin actual sin dejar mucho ms qu decir. Pensar as, empero, sera una falacia, pues toda actividad humana est enraizada en tradiciones que entretejen el quehacer prctico con lecciones de vida muy antiguas. Apuntar con cuidado los cuentos de los abuelos para transmitir a los dems la profundidad de su sabidura no es un ejercicio en vano, si con ello se logra dar un sentido a las inquietudes de los jvenes y desarrollar valores que vayan de acuerdo con sus dones y el entorno socioeconmico en el que residen. Como sealara Antonio Bautista y Lpez en la introduccin a su trabajo de 1978, En mi pueblo natal, San Dionisio Ocotepec, Tlac., Oax., qued hurfano a los dos meses de mi nacimiento [...] Entonces, mi abuela paterna, Gregoria Nuez, tom la tarea maternal de criarme [...] formbamos un gran auditorio infantil, para saborear los cuentos, las leyendas y las fbulas, que en nuestra lengua zapoteca, la misma de nuestro seor Zaachila, nos contaba mi abuela Gregoria [...] en su prembulo, cuerpo de sus cuentos, y eplogo, alzaba sus brazos flccidos, pero nervudos, estandarte que la edad tremolaba sobre la cspide de setenta y tantos aos de edad, para sealar el movimiento ondulante de los vientos, el vuelo de los pjaros; el correry demuestra que las cosas no han cambiado estructuralmente, luego de la independencia de Mxico [...] Bandidaje, secuestros, inseguridad en los caminos, ineficacia de los transportes, asaltos a mano armada, contrabando y corrupcin dentro de las estructuras de la administracin pblica, parecieran temas sacados de la prensa contempornea [...] Una de las premisas de la obra de Payno es que los bandidos son los hurfanos, los hijos ilegtimos que al no alcanzarles el dinero se convierten en ladrones [...] Uno de los personaje principales, Juan, hijo de un hombre criollo y una mujer mestiza, es el pretexto para hacer una analoga con el mito de origen del mexicano, creando una nueva conciencia de nacionalidad. (5) Vanse las notas aparecidas en el peridico El Imparcial de Oaxaca, con fecha del 22 al 24 de diciembre de 1958.

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murmurante de los arroyuelos; las corrientes hrridas, de los grandes ros, de los huracanes y el estallido de los truenos. As se auxiliaba y complementaba sus disertaciones recreativas, pero a la vez, educativas [...] permanecamos en torno a mi abuela, como si estuviramos pegados al suelo o tuvisemos races profundas, escuchando los cuentos y los comentarios que mi abuela haca de las buenas acciones de los personajes, contra la envidia, la testarudez, la traicin, la desidia [...] Tambin acerca del camino de la riqueza, de la felicidad, de la ayuda mutua [...] y se recomendaba a los oyentes a imitar lo noble y desechar lo malo [...] Jvenes, nios y adultos, os saludo y agradezco cumplidamente.

BibliografaBAUTISTA Y LPEZ ANTONIO, 1978, Leyendas Oaxaqueas. Voces recreativas, Oaxaca. FAHMEL BEYER Bernd, 2006, El camino a Tehuantepec, pp. 9-24, Anales de Antropologa, vol. 39-II, Universidad Nacional Autnoma de Mxico, Mxico D.F. GARCA ARREOLA Ana Mara (coord.), 2003, El pueblo de las cuatro varas. Estudio del sistema de cargos en San Dionisio Ocotepec Oaxaca., EDUCA A.C., Servicios para una Educacin Alternativa A.C., Oaxaca. PARSONS Elsie Clews, 1936, Mitla. Town of the Souls, and other Zapoteco-speaking pueblos of Oaxaca, Mexico, The University of Chicago Press, Chicago. PAYNO Manuel, 1999, Los Bandidos de Ro Fro, Editorial Porra, Mxico D.F. ROJAS Alejandro, 2007, Sabas que La virgen en pie de guerra, en http://www.presidencia.gob.mx/mexica/sabiasque/?contenido=22376&pagina=3 VV.AA., 1953a, Diccionario Enciclopdico UTEHA, Tomo VI, Unin Tipogrfica Editorial Hispanoamericana, Mxico D.F. VV.AA., 1953b, Diccionario Enciclopdico UTEHA, Tomo VII, Unin Tipogrfica Editorial Hispanoamericana, Mxico D.F.

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Viaggi e miti nella letteratura contemporanea / Viajes y mitos en la literatura contemporneaCoordinatrice / Coordinadora: Rosa Maria Grillo

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Alejo Carpentier y La Habana: testimonios, memoria, detalles y fantasmagorasFrancisco Tovar BlancoUniversitat de Lleida, Espaa Todos somos artistas y arquitectos paisajsticos, creamos orden y organizamos el espacio y hasta la causalidad de acuerdo a nuestras percepciones y predilecciones... (LOWENTHAL D. 1984). el observador en casa propia se siente impelido a revisar valores y rejuvenecer sus nociones, a visitar el barrio que antao se le antojaba desprovisto de inters, a explorar las calles que no recorri nunca. [] en el fondo encierra una gran verdad la boutade de Cocteau: si se exhibieran centauros en un jardn zoolgico, nadie ira a verlos (CARPENTIER A., La Habana vista por un turista cubano). Carpentier afirm en su da que slo lleg a entender La Habana regresando all como turista(1). El puerto de La Habana, semejante a los de Rtterdam, El Havre y la estacin ferroviaria de Brujas(2) le ofrece nuevamente a ese viajero en propia tierra el acceso a intramuros de una ciudad que tuvo calles mal empedradas repletas de baches, aguas estancadas y olores nauseabundos; ruinas y solares; sencillas viviendas y elegantes arquitecturas; interiores y fachadas con barreras y adornos en cristal, hierro y madera. Los barrios eran zonas que, por tradicin, mantenan su independencia respecto al entorno rural: el campo es para los pjaros(3). Esa visin de antao incluye grupos, figuras y personajes(4); oficios, tareas y negocios;(1) Pars, la esquina del boulevard de La Madelaine y la rue Scribe, un poema de Baudelaire incluido en Les fleurs du mal: Linvitation au voyage, una pieza musical del mismo ttulo, elaborada por Duparc, los affiches tursticos en las oficinas de viajes parisinas, algunas querencias. Todo ello justifica uno de los impulsos viajeros de Carpentier hacia territorios cubanos. Recuerda el mismo escritor que la ciudad le ofrecera de nuevo sus [...] castillos coloniales, con fosos y atalayas, que son una materializacin tangible de imgenes impuestas a su espritu por la lectura de novelas o relatos histricos. Porque no debe olvidarse que un estruendo de combates y pirateras llena la mayora de los libros cuya accin se desarrolla en Las Antillas, en los siglos pasados: desde Un cicln en Jamaica, de Hughes, hasta el celebrrimo Anthony Adverse, pasando por la extraordinaria historia de aventuras verdicas que es Pedro Blanco, el negrero, de Lino Novs Calvo (CARPENTIER A. 1987 [1939]: 187). Cuba slo era un reclamo discreto en agencias de turismo que ofrecen su cartera de productos: [] los minaretes argelinos, las palmeras de Madera, los danzarines de Rumana, los templos birmanos, las bailarinas javanesas, los pulmans del Ave Azul, las piscinas de transatlnticos, el Pan de Azcar, el Hotel Frontenac, las playas de California, y sobre todo el tringulo issceles y la esfera de la Exposicin de New York, aparecen en las vitrinas de las oficinas de la Agencia Cook, como otras tantas invitaciones a abandonar la atmsfera de pesadilla guerrera en que vivimos desde el mes de septiembre pasado. Entre todos estos carteles, ninguno emanante de Cuba salvo aquellos publicados por las compaas de navegacin holandesas o inglesas, en vsperas de una cruise por el Caribe ( CARPENTIER A. 1987 [1939]: 183). (2) Segn Carpentier, los muelles habaneros, de Rtterdam y El Havre comparten sus recintos de tanques negros, sus maquinarias hostiles; tambin sus quillas de barcos viejos hurfanos de carena, que llevan lepra de todos los mares remotos aferrada en sus tablas desteidas. Rtterdam es para el navegante un laberinto de canales y pasadizos acuticos, estanque sucio de aguas muertas, amarillas o tornasoladas por arcos iris de gasolina, todo ello prembulo de una ciudad llena de historia, que nubla sus cansadas retinas, enfrentndolo a un desorden de mstiles y cordajes, a un panorama de gras y barriles. Un maestro de obras genial construy la estacin de Brujas en su catedral gtica, detalle significativo para establecer una primera semejanza entre dos artificios urbanos: flamenco y caribeo respectivamente. Aadir otras: Niza, Perpin, Morlaix, Tours y Pars; Toledo, Cdiz, Almera, Ondarroa, Pasajes, Ballona, Valencia y Madrid; Amberes y New York (CARPENTIER A. 1987 [1939]: 187). (3) Situando la primera referencia callejera en el Parque Central de La Habana, el novelista desplegar un itinerario urbano que incluye la esquina formada por Virtudes y Consulado, la zona de Galiano o Belascoan, el Paseo del Prado y

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atmsferas, colores, matices y sonidos. Paraso de los refrescos y coctails, La Habana todava se manifiesta como un espectculo barroco de hondo calado y superior envergadura(5).

Melodas y contrapuntos habaneros!cue-Yamba-! describe La Habana contemplada por Menegildo. Aquella ciudad recibe al negro desde sus casitas blancas y azules, de techo de guano y tela alquitranada. En la estacin gritaban los vendedores de tortas, de frutas, de peridicos; las alumnas del Conservatorio aguardaban al profesor de la capital, luciendo una cinta de terciopelo atravesado en el pecho con las palabras !Viva la msica! grabadas en letras plateadas. Galleros con sus malayos rasurados en la mano. Mendigos y desocupados con un rezago en el colmillo. Colonos vestidos de dril blanco y guajiros esquelticos despidiendo a una prima cargada de nios. En el centro del bullicio, varios descamisados daban vivas a un poltico con cara de besugo que abandonaba aparatosamente un vagn de primera, calndose la funda del revlver en una nalga [].En un puesto de la esquina tres chinos se abanicaban entre mameyes rojos y racimos de pltanos. Menegildo estaba maravillado por la cantidad de blancos elegantes, de automviles, de caballitos con cola trenzada que desfilaban por las calles de esa ciudad que se le antojaba enorme (CARPENTIER A. 1977: 100-101). Frente al negro va desplegndose un espectculo urbano repleto de atractivos: el caf de Versailles, con sus pirmides de cocos y su vidriera llena de moscas. El Louvre, cuyo portal era feudo de limpiabotas. La ferretera de los tres Hermanos que haban embadurnado sus columnas con los colores de la bandera cubana. Y luego el desfile de ornamentaciones rupestres: los Reyes Magos del almacn de ropas; el gallo de la tienda mixta: la tijera de latn de la barbera Brazo y Cerebro. La funeraria La Simpata, con un rtulo que ostentaba un ngel casi obsceno envuelto en gasas transparentes (CARPENTIER A. 1977: 101). Carpentier vuelve a escribir sobre La Habana en Los pasos perdidos(6). Baada por el Caribe y custodiada porde la Muralla, las calles del Obispo, de OReilly y de San Rafael; el solar del Paseo Central, ms tarde ocupado por la carpa de los maniques sifilticos y el circo Santos y Artigas, las ruinas del Instituto de Segunda Enseanza y del Capitolio, obras largamente suspendidas por motivos de inters econmico y poltico; los edificios de La Manzana Gmez, con sus dos teatros (Politerama Grande y Politerama Chico) y el muy Ilustre Centro Gallego, con su Teatro Nacional. Igualmente recuerda el Teatro Chino, recinto de ensueos slo comparable a sus pares de Lima y Los Angeles; los locales del Hotel Inglaterra, del Restaurante Americano, del Caf de Pars y del Caf Alemn, aadiendo lecheras, horchateras y bodegas. Se reserva un espacio a las casas de citas, con su ambiente hispano o afrancesado, estratgicamente situadas en el plano. Tampoco se olvida el barrio mexicano, la zona americana y la reserva china. (4) Los hombres de la cafetera, con sus tareas de salubridad pblica; organilleros y pregoneros; el florero; vendedores de percheros, dulces y helados; el guardia Veneno, los chulos Yarin y Radams, la artista Way-Sin-Fong y el doctor Plasencia, coleccionista biblifilo; Alfredo Hernando y Manuel Aznar, sucesivamente dueos y directores de El Pas; la extraa familia innominada, a la que se reserva un espacio en El siglo de las luces, cuyas seas coinciden con los Loynaz; Sangiley, Varona, Nicols Guilln, Giorgio di Basso y los miembros que, en su tiempo, integrarn o simpatizarn con el Grupo Minorista. Como dato curioso: La Habana era una ciudad sin mujeres. (5) Carpentier distribuir sus visiones habaneras en Sobre La Habana [1912-1930], Divagaciones urbanas [1925], Descubrimiento de La Habana [1940], El amor de la ciudad [1940], El cubano ha descubierto el placer del week end [1941], Regla, ciudad mgica [1941], Los muelles de La Habana [1944], Pregones habaneros [1944], Las casas de antao [1944], Una jubilosa Habana [1959], Una ciudad de palacios [1959] y Un descubrimiento en La Habana Vieja [1966]. Todo ese material, y La ciudad de las columnas, se publicara reunido en El amor de la ciudad (1997). (6) El paisaje urbano descrito en varios fragmentos de la novela suele atribuirse a un registro de Caracas, interpretacin que Roberto Gnzlez Echevarra cuestiona en parte, ajustndola mejor a sus trazos latinoamericanos y detalles habaneros: Aunque la geografa del pas latinoamericano al que llega el protagonista-narrador es sobre todo Venezuela, esta capital no puede ser Caracas []. La descripcin de la capital tiene mucho de La Habana (CARPENTIER A. 1985: 107, n.6).

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guardianes fortificados, la ciudad tiene playas, circulan por ella vehculos y carros, sufre plagas y epidemias, levanta edificios a medida que lo exige la vitalidad de su organismo en continuo desarrollo... En ltima instancia, posee algo de aerolito salido de una mano celestial, de universo tremendamente catico, de rutina diaria y fuerza por vencer obstculos; genera hechos, cuenta leyendas y secretea misterios. Ah trabaja el polen, duende maligno; se abre lo cerrado, cierra lo abierto, embrolla lo previsto, se trastocan objetos y mella lo garantizado. Se manifiesta el gusano, que nadie ha visto, entregado a sus actos de confusin, surgiendo donde menos se le espera, para desconcertar la ms probada experiencia. La geografa encubierta de Los pasos perdidos incluye luces y sombras; recibe al viajero en su aventura descubridora; es ojo del cicln que danza en algn sitio del Ocano. Viaje a la semilla, cuenta sobre la demolicin que transforma un antiguo palacete habanero en ruinas, proporcionando las huellas de viejos lujos y cercanas decadencias: Ya haban descendido las tejas, cubriendo los canteros muertos con su mosaico de barro cocido. Arriba, los picos desprendan piedras de mampostera, hacindolas rodar por canales de madera, con gran revuelo de cales y yesos. Y por las almenas que iban desdentando las murallas aparecan despojados de su secreto cielos rasos ovales o cuadros, cornisas, guirnaldas, dentculos, astrgalos y papeles encolados que colgaban de los testeros como viejas pieles de serpiente en muda. Presenciando la demolicin, una Ceres con nariz rota y peplo desvado, veteado de negro el tocado de mieses, se ergua en el traspatio, sobre su fuente de mascarones borrosos [...]. Dieron las cinco. Las cornisas y entablamentos se despoblaron. Slo quedaron escaleras de mano, preparando el asalto del da siguiente [...]. Por primera vez las habitaciones dormiran sin persianas, abiertas sobre paisajes de escombros. Contrariando sus apetencias, varios capiteles yacan entre las hierbas []. Cuando cay la noche, la casa estaba an ms cerca de la tierra. Un marco de puerta se ergua an, en lo alto, con tablas de sombra suspendidas de sus bisagras desorientadas (CARPENTIER A. 1975: 57-58). En sintona con la verdad histrica, guardando memoria del pasado, de acuerdo al realismo literario y como delirio, la finca ocupar de nuevo su antigua ubicacin: Los cuadros de mrmol, blancos y negros volaron a los pisos, vistiendo la tierra. Las piedras, con saltos certeros, fueron a cerrar los boquetes de las murallas. Hojas de nogal claveteadas se encajaron en sus marcos, mientras los tornillos de las charnelas volvan a hundirse en sus hoyos, con rpida rotacin. En los canteros muertos, levantadas por el esfuerzo de las flores, las tejas juntaron sus fragmentos, alzando un sonoro torbellino de barro, para caer en lluvia sobre la armadura del techo. La casa creci, trada nuevamente a sus proporciones habituales, pudorosa y vestida. La Ceres fue menos gris. Hubo ms peces en la fuente. El murmullo del agua llam begonias olvidadas (CARPENTIER A. 1975: 59). El novelista quiebra el tiempo al ofrecer con su relato una ceremonia local de confusiones y fantasmagoras, encerradas en La Habana(7). Alejo Carpentier vuelve a describir La Habana en El siglo de las luces, mostrndola en la novela como una ciudad iluminada por el sol del atardecer, al filo de su baha y con improvisados lutos que olan a tintas de ayer. Al comps de los sentidos, la visin es un gigantesco lampadario barroco; tambin una zona primitiva, extica, repleta de colores, impregnada en olores y azotada por el capricho de los ciclones. Durante(7) En Los pasos perdidos, el autor y protagonista de la novela confirmar ese juego real de imaginacin, tambin barajado a cuenta de un espectro en Viaje a la semilla: Haca cuatro aos y siete meses que no haba vuelto a ver la casa de las columnas blancas, con su frontn de severas molduras que le daba una severidad de palacio de justicia, y ahora, ante muebles y trastos colocados en su lugar invariable, tena casi la penosa sensacin de que el tiempo se hubiera revertido (CARPENTIER A. 1971: 9). Confusas y revueltas, las vigas del techo se iban colocando en su lugar. Los pomos de medicina, las borlas de damasco, el escapulario de la cabecera, los daguerrotipos, las palmas de la reja, salieron de sus nieblas (CARPENTIER A. 1975: 61).

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una poca sus jvenes buscaron huir de aquella prisin: El adolescente padeca como nunca, en aquel momento, la sensacin de encierro que produce vivir en una isla; estar en una tierra sin caminos hacia otras tierras o donde se pudiera llegar rodando, cabalgando, caminando, pasando fronteras, durmiendo en albergues de un da, en un vagar sin ms norte que el antojo, la fascinacin ejercida por una montaa pronto desdeada por la visin de otra montaa... (CARPENTIER A. 1972: 15)(8). La Habana vio partir a muchos paisanos, rumbo a Europa; de ah llegar el primer aventurero y el navegante ilustrado; a este ltimo embarcado junto a una guillotina, quimera revolucionaria y trgico smbolo de civilizacin; tambin motivo de nostalgias(9). La Habana de Concierto barroco es lugar de trnsito para el indiano, descubriendo ste una ciudad que modula como penitencia de sus faltas el Dies Irae de rigor y ofrece al viajero una realidad mestiza que an grita con palabras feas en dialecto de la nacin; tambin cuenta historias de piratas en clave nacional, que Silvestre de Balboa rimara, celebrando victorias, en su Espejo de paciencia: Imposible armona! Nunca se hubiese visto semejante disparate, pues mal pueden amaridarse las viejas y nobles melodas del romance, las sutiles mudanzas y diferencias de los buenos maestros, con la brbara algaraba que arman los negros, cuando se hacen sonajas, marugas y tambores!...Infernal cencerrada resultara aqulla y gran embustero me parece que sera el tal Balboa! (CARPENTIER A. 1974: 25). La Habana que muestra El recurso del mtodo ser el orgullo de un dictador implicado en trampas y engaos a cuenta del progreso(10). Mecenas de la nueva ciudad, se vanagloria frente a su pera, hongo adornado segn(8) El narrador y sus amigos, apenas iniciados en las tareas literarias o artsticas, slo pensaban durante los aos de juventud en huir de la ciudad que los mantena recluidos y que Miguel Angel Limia, uno de los miembros del grupo, lleg a calificar de estpida. En sus frecuentes paseos, los supervivientes de aquellas veladas nocturnas desembocaban en la falsa glorieta helnica del Malecn, ms tarde desaparecida, preguntando desde ah al Morro cundo les abrira una puerta de salida. El deseo por escapar de lo cotidiano, les priv entonces gozar de su entorno. Ms que un espacio fsico, rechazaban contemplar miserias y los encuentros inevitables: En todos ellos (las personas de diferentes orgenes y rasgos distintos que se encuentra el noctmbulo por algunas zonas de La Habana) hay la misma melancola, igual vaguedad se lee en sus ojos. La unanimidad de deseos, necesidades, privaciones los trueca en miembros de una vasta familia, que quiere ignorarse, no obstante, en el fondo de sus hospedajes inmundos (CARPENTIER A. 1997: 16). (9) De algn modo, Carpentier habla de propios e indianos; remite a Coln, a quienes lo siguieron para cumplir su empresa descubridora y a Humbold; juzga peor la invencin francesa til para verdugos, [] armazn, desnuda y escueta, nuevamente plantada sobre el sueo de los hombres, como una presencia una advertencia que nos concerna a todos por igual. La habamos dejado a popa, muy lejos, en sus cierzos de abril, y ahora nos resurga sobre la misma proa, delante, como guiadora semejante, por la necesaria exactitud de sus paralelas, su implacable geometra, a un gigantesco instrumento de marear [...]. Detrs quedaba una adolescencia cuyos paisajes familiares me eran tan remotos, al cabo de tres aos, como remoto me era el ser doliente y postrado que yo hubiera sido antes de que Alguien nos llegara, cierta noche, envuelto en un trueno de aldabas; tan remotos como remoto me era ahora el testigo, el gua, el iluminador de otros tiempos, anterior al hosco Mandatario que, recostado en la borda, meditaba junto al negro rectngulo encerrado en su funda de inquisicin, oscilante como fiel de balanza al comps de cada ola... (CARPENTIER A. 1972: 910). (10) Contemplada por el dictador, [] la capital se haba vuelto una moderna selva de andamios, de maderos apuntados al cielo, de gras en accin, de palas mecnicas, en un perpetuo rechinar de poleas, martillazos en hierro y acero, coladas de cemento, remaches y percusiones, entre gritos de peones encaramados y de peones en tierra, silbatos, sirenas, acarreo de arena y resoplidos de motores. Las tiendas se ampliaban en una noche, amaneciendo con vitrinas nunca vistas... Unas mquinas hacedoras de melcochas, instaladas en los portales de la vieja Alhndiga Real, asombraban a los transentes por el movimiento concertado de brazos metlicos que malaxaban, estiraban, compactaban, unas masas blancas, estriadas de rojo, que olan a vainilla y malvavisco. Proliferaba