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Fonetica: VOCALISMO

Corso di filologia romanza

2011-2012

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fonetica

• = è il ramo della linguistica che studia i suoni di una lingua.

• nell’ambito della linguistica storica, segue l’evoluzione dei suoni nel corso della storia.

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Espirazione

• flusso d’aria che esce dai polmoni per uscire all’esterno.

• produzione di un suono:

luogo?

modo di articolazione?

vibrazione corde vocali?

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Triangolo vocalico

alta e chiusa alta e chiusa

i ué ó

è òA

mediane anteriori mediane posterioribassa

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Esempi:

pino

néve

bèllo

mare

còlle

sóle

lupo

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Sistema vocalico in latino

Ī Ĭ Ē Ĕ Ă Ā Ŏ Ō Ŭ Ū

dittonghi: ae, oe, au

U semiconsonante → gruppo labiovelare QU *kw+

Ī Ĭ Ē Ĕ Ă Ā Ŏ Ō Ŭ Ū

dittonghi: ae, oe, au

U semiconsonante → gruppo labiovelare QU *kw+

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Semivocali (o semiconsonanti)

i →→ fai, piede

u →→ causa, uomo

Sillabalibera →→ vo-ce

complicata o chiusa →→ cam-po

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fono e fonema

• unità più piccole in cui si può dividere una parola. Sono prive di significato.

• Un fono diventa un fonema se la sua sostituzione può cambiare il significato di una parola: c-e-na/c-i-na; p-e-n-a/p-e-r-a.

• prova di commutazione.

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Cambio quantità > cambio significato

• MĂLUM (“il male”) MĀLUM (“mela”)

• LĔGIT (“egli legge”) LĒGIT (“egli lesse”)

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Realizzazione vocali

• Vocali brevi: ottenute con meno sforzo, rilassate, si aprono.

• Vocali chiuse: ottenute con maggior sforzo, tese, si chiudono.

• Prima qs. diversa realizzazione di timbro non ha valore distintivo, poi sì: rifonologizzazione.

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quantità sostituita da qualità

• All’opposizione di lunghezza si sostituisce quella di timbro, conta il grado di apertura delle vocali:

rifonologizzazione.

• Ex: pesca /pєsca/ = frutta

/pesca/ = pesca

• botte /bǒtte/ = colpi

/botte/ = recipiente

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Il volume acustico di un suono

• quantità di respiro emesso quando lo si articola.

• Ă [ = +

• Ă ] = + +

• Ā [ = + + ca-ne

• Ā ] = + + + car-ne

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La legge della penultima

• Nei polissillabi:

• l’accento cade sulla penultima sillaba, se questa è lunga: MĂRĪTUS (marito) = PAROLA

PIANA O PAROSSITONA.

• sulla terzultima se la penultima era breve: ĂSĬNUS (asino) = parola sdrucciola o proparossitona.

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Consonanti lunghe e brevi

consonanti lunghe: segnate nellagrafia (per es. immo ‘anzi’ di contro aimus ‘il più basso’).

Vocali: indistinte (ōs ‘faccia, bocca’ eŏs ‘osso’ scritti os).

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In latino erano possibili tutte le combinazioni divocali lunghe e brevi con consonanti lunghe ebrevi:

Vocale Consonante

lunga + lunga stēlla ‘stella’

lunga + breve sōlus ‘solo’

breve + lunga gŭtta ‘goccia’

breve + breve rŏta ‘ruota’

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Semplificazione

• complementarietà di vocale e consonante:

vocale breve + consonante lunga

consonante lunga + vocale breve

>>> l’opposizione tra vocali lunghe e brevi non è più distintiva.

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Subentra distinzione qualitativa

• vocali lunghe: pronunciate in modo più chiuso.

• vocali brevi: pronunciate in modo più aperto.

• Importanza dell’accento.

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Sintesi

• Dal latino al sistema romanzo:

• 1) si perde la quantità vocalica e si passa alla qualità, al timbro delle vocali, aperte o chiuse.

• 2) Si valorizza il fatto se la vocale porta l’accento oppure no. L’accento diventa di intensità e ha valore fonologico (àncora // ancòra, meta // metà, lavoro // lavorò).

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Accento intensivo

• 1) accento cade sulle vocali, aprendole o frangendole > dittonghi.

• 2) le sillabe senza accento si indeboliscono e cadono. Caduta vocali pretoniche e postoniche. Anche le sillabe finali senza accento tendono a cadere.

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Il sistema ‘sardo’ (Sardegna, Corsica

meridionale e parte della Basilicata, a confine con la Calabria, detta ‘zona Lausberg’)

Ī Ĭ Ē Ĕ Ă Ā Ŏ Ō Ŭ Ū

i e a o u

Es.: PĬRA > piraGŬLA > gula

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Vocalismo tonico(sistema ‘romanzo comune’)

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NB:

• TĒLAM > tela DŌTEM > dote

• FĬDEM > fede GŬLAM > gola

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Esempi in italiano

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Sistema ‘romeno’

Ī Ĭ Ē Ĕ Ă Ā Ŏ Ō Ŭ Ū

i é è a ò u

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Esempi

• italiano fiore < FLŌREM gola < GŬLA

• sardo flor bula.

• romeno floare gură

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Sistema ‘siciliano’ (Sicilia, Calabria

meridionale, Salento)

Ī Ĭ Ē Ĕ Ă Ā Ŏ Ō Ŭ Ū

i è a ò u

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Esempi

• EX: PLĒNUM > chinu

• EX: NŬCEM > nuci

• Ex: VŌCEM > vuci

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Rima siciliana

Nella Scuola poetica siciliana alla corte diFederico II di Svevia, tiniri < TENĒRE e veniri <VENĪRE potevano trovarsi in rima, così anchevuci < VŌCE(M) e luci < LŪCE(M).

I poeti toscani adattarono queste rime al lorosistema fonologico, per cui nei mss. troviamoamico che rima con meco, ecc.

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Il dittongamento

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Dittonghi latini

• I tre dittonghi latini AE, OE, AU si riducono:

AE > ε OE > e AU > Ɔ

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AE si riduce a e aperta /E/

• CAELU(M) >

it. sp. cielo, fr. ciel, port. céu, cat. occ. cel, rom. cer.

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OE si riduce a e chiusa /e/

• lat. POENA >

it. sp. port. cat. occ. pena, fr. peine.

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AU

• si conserva in occ., rom. e nel retoromancio

• in port. evolve in ou,

• si chiude in o nel resto della Romània:

• lat. AURU(M) > occ. rom. retoromancio aur, port. ouro, it. sp. oro, fr. cat. or.

• In sardo AU > a: per es. lat. LAURU(M) > laru.

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AU

• Ex. AURUM > it, sp oro

• fr, cat or

• port our

• occ. rom aur

• In sardo invece AU > a

Ex. LAURUM > laro

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Dittongazione Romanza

• dittongazione spontanea quando la vocale che dittonga si trova in sillaba aperta [ o libera.

• dittongazione condizionata: le vocali che dittongano si trovano in sillaba chiusa.

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dittongazione spontanea

• Interessa le vocali Ĕ / ε / > ie ed Ŏ /o ap./ > uo/ue.

Questi dittonghi sono detti ascendenti perché sono accentati sul secondo elemento. Ex:

• PĔDEM > it. piede NŎVUM > it. nuovo

• fr. pied sp. nuevo

• sp. pié port. novo

• occ. pe fr. neuf

• port. pé occ. nou

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In francese

• Dittongano anche le vocali chiuse in sillaba aperta:e < Ĭ , Ē ed o < Ŭ , Ō.

Questi dittonghi, /e/> ei > oi ed /o/ > ou > eu sono detti discendenti perché accentati sul primo elemento. Ex:

• PĬLUM > afr. peil > fr. poile• TĒLAM > afr. teile > fr. toile• GŬLAM > afr. goule > fr. gueule• FLŌREM > afr. flour > fr. fleur

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dittongazione condizionata

• solo in spagnolo.• è stata spiegata ipotizzando una diversa divisione di

sillabe. Ex: fe/rrum. Così, come nella dittongazione libera, la vocale, trovandosi in sillaba aperta, può allungarsi e diventare un dittongo.

• FĔRRUM > sp. hierro ma in it. ferro e fr. fer• PŎRTA > sp. puerta ma in it. porta e fr.

porte• MŎRTEM > sp. muerte ma in it. morte e fr.

mort

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IL DITTONGO MOBILE IN ITALIANO

• Il dittongamento di Ĕ e di Ŏ si ha quindi solo

in sillaba aperta e tonica.

E quindi:

• nelle forme verbali rizotoniche (accentate sulla radice) ex. Sièdo ma non nelle forme rizoatone(accentate sulla desinenza) ex. Sedére.

• nei nomi e non nei derivati nei quali l’accento si sposta sulla desinenza: ex. Piède e non pedata.

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analogia

• tende a semplificare la lingua e a regolarizzare le eccezioni.

Nuovo / novissimo / nuovissimo.

• Cfr. il linguaggio dei bambini: dicete per diteo facete per fate proprio ‘per analogia’ alle numerose forme verbali che registrano lo stesso paradigma come: scrivete, perdete ecc.

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ECCEZIONI AL DITTONGAMENTO IN ITALIANO

• AU > O Ex: AURUM > oro.

• parole auliche o dotte. Ex: MĔDICUM

• prestiti recenti. EX: FĔSTA

• nei proparossitoni (dove prevale l’accento sulla terzultima) Ex: pècora, òpera.

• in alcune parole come bene che tendono a non trovarsi da sole e quindi sono considerate composte.

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Vocalismo atono

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Vocali atone

• Arcifonema: e ed o aperte e chiuse atone si neutralizzano in un fonema unico.

• In posizione iniziale: si mantengono

• Nelle altre posizioni: si indeboliscono o subiscono variazioni.

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Esempi dall’italiano

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Riduzione delle vocali in iato

• Iato: incontro di 2 vocali che appartengono a 2 sillabe successive = due vocali vicine formano 2 sillabe.

• Quando le vocali hanno timbro simile, vengono ridotte ad un solo fonema, e quindi si perde una sillaba.

Ex:PARIETEM > it. parete

fr. paroisp. paredport. paredeocc. cat. paret

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Altri esempi

• fi-lì-o-lum > *fi-liò-lu > figliolo

• mulìerem > mulièrem

• lintèolum > linteòlum > lenzuolo

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vocali diverse, il primo elemento> semivocale

I , E > /jod/ O > /w/

• VINEA > VINJA > it. vigna

fr. vigne

sp. viña

port. occ. vinha

cat. vinya

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Altri esempi

• FILIUM > it. figlio

• fr. fils

• sp. hijo

• port. filho

• cat. fill

• occ. filh

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ĭ, ĕ + voc. > j (= jod)

Tendenza alla semplificazione dellevocali in iato. Nell’Appendix Probi:

vinea non vinia,

cavea non cavia,

lancea non lancia,

calceus non calcius, ecc.

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assimilazione

• BILANCIA > *BALANCIA > fr. balance

• sp. balanza

• port. cat. balança

• occ. balansa

• SILVATICUM > *SALVATICU > fr. sauvage

• sp. salvaje

• cat. occ. salvatge

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dissimilazione

• VICINUM > *VECINU > fr. voisin

• sp. vecino

• cat. veì

• occ. Vezin

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riduzione del dittongo AU > A quando la vocale tonica è U

• AUGUSTUM > AGUSTU > it. agosto

• fr. août

• cat. occ. agost

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Italiano, chiusure in posizione protonica

e (< Ĭ, Ē, Ĕ ed AE) > i o (< Ŏ, Ō, Ŭ ed AU) > u.

• VĬRTŪTEM > vertude > virtù

• SĒCŪRUM > sicuro

• ŎCCĪDĔRE > uccidere

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Chiusure in posizione postonica, ma non finale

• e > i

HŎMĬNES > uomini

• In posizione intertonica o postonica il gruppo latino AR > er:

MARGARITAM > margherita

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e- prostetica

• prima dei nessi consonantici iniziali s + consonante.

• Ex: In Ispagna; Per iscritto

• SCHOLA > afr. escole > fr. école, sp. escuela, port.occ.cat. escola

• STELLA > afr. esteile > fr. étoile, sp. estrella, port. estrela, cat. estel, occ. estela.

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Aferesi

= caduta delle vocali atone in posizione iniziale.

• Il fenomeno è più frequente in italiano e romeno:

• HIRUNDINEM > it. rondine, rom. rîndunică;

• ma afr. aronde (fr. hirondelle), asp. olondre(sp. golondrina), port. andorinha, cat. oreneta, oc. aronda/ironda.

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Sincope

• = caduta di una vocale atona, interna alla parola, in posizione pre- o postonica

• CÀL(I)DUS > caldo

• VÌR(I)DEM > verde

• CIV(I)TÀTEM > città

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Caduta vocali atone finali = apocope

• galloromanzo = Cadono tutte le vocali finali tranne –a, e in francese ci sarà l’ulteriore evoluzione –a > -e > ∂ > Ø.

Ex. PORTA > porte.

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Neogrammatici, Lipsia, intorno al 1880

• legge fonetica: di norma, in una comunità linguistica (villaggio, regione, nazione), in un certo periodo di tempo e nelle identiche condizioni, lo stesso suono ha identici sviluppi nelle varie parole in cui torna.

• l'evoluzione fonetica è regolare e priva di eccezioni, a meno che non subisca l'azione di altri fattori.

• ineccepibilità (= assenza di eccezioni)

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Esempio

• In Francia, nel Medioevo, • a toniche del latino in sillaba libera > e

esempi: MARE > merPRATUM > pré

• controesempio (A non è in sillaba libera): PARTEM > part

• seguita da nasale (si ha prima ai nasale, poi e nasale): MANUM > main

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Es. di applicazione di legge fonetica al metodo storico- comparativo

• lat. fr. it. sp. rum.• NOCTEM nuit notte noche noapte

• FACTUM fait fatto hecho fapt

Se huit otto ocho opt

deduciamo presenza –CT- nell’etimoanche se non fosse attestato l’etimo < OCTO.

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Le leggi fonetiche non hanno eccezioni

deroghe = leggi più particolari. Cfr. Anafonesi toscana.

• LĬNGUA > lingua FAMĬLIA > famiglia

Sono eccezioni? No. Ĭ ed Ē danno i, Quando 1) i breve, e lunga + nasale + occlusiva velare k,

g.2) oppure se dopo le vocali segue l + j, [o n + j, o skj].

Negli stessi contesti Ō e Ŭ danno u.• ŬNGULA > unghia PŬGNUM > pugno

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Scientificità

• La regolarità dei cambiamenti fonetici, la sua ineccepibilità (= assenza di eccezioni) è il presupposto per dare carattere scientifico alla ricerca linguistica.

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Legge fonetica

• Utile non come principio assoluto, ma da un punto di vista operativo.

• Ogni lingua è in mutamento.

• Il mutamento avviene però in modo che si possono stabilire delle relazioni tra la fase precedente e quella seguente di una forma.

• Su questo si fonda il metodo storico-comparativo.

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Limite alla legge fonetica: analogia

• l'attrazione che una forma subisce per l'effetto di un'altra forma, vicina per senso o perché dello stesso paradigma.

• es. non può essere MOVI > mossi, ma per analogia con SCRIPSI > scrissi o DIXI > dissi.

• essere non si spiega da ESSE, ma dalla desinenza della III coniugaz. in –ĔRE, SCRIBĔRE, DICĔRE ecc., gruppo numeroso di verbi che attrae il raro esse.

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Equilibrio

• tendenza linguistica generale all’analogia, cioè alla parificazione delle forme, per ragioni di economia.

• Tendenza all’opposizione (cioè alla diversificazione funzionale) delle forme, che è necessaria per distinguere le forme una dall’altra.

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le leggi fonetiche non sono applicabili

• ai cultismi

• e ai prestiti da altre lingue.

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metafonesi

• le vocali toniche hanno un cambiamento regolare per effetto di una vocale seguente:

• In Veneto, se c'è una -i finale

ē ed ĭ > e chiusa > i (vedo, te vidi);

ō e ŭ > o chiusa > u (toso, tusi).

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etimologia

• ÉTYMON= "vero, reale, intimo significato della parola"

• LOGÌA = "studio o discorso".

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etimologia

• Se applicata ai nomi di persona: onomastica.

• Se ai nomi di luogo: toponomastica.

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etimologia popolare

• Ruolo dell'etimologia popolare nell'evoluzione delle parole:

• fumier (letamaio) < *fimarium; ma i>e;

• esito u è spiegato con l'incrocio con fumée, 'fumo', per il fumo che emanano i letamai.