Economia Politica (M-Z)
Marco Grazzi
Settimana IICorso di Laurea in Scienze Sociali e del Servizio Sociale
Corso B (M-Z)Anno Accademico 2010/11
Marco Grazzi Economia Politica 2010/11
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email: [email protected] (mettere [ECOPOL] nel subject)
webpage:1 http://www.cafed.sssup.it/∼marco (cfr. sezione teaching)2 controllate la sezione Calendario lezioni (spostamento lezioni,
ricevimenti...)
ricevimento:1 chiarimenti sul materiale del corso→ lezione, fine lezione2 esercizi, dubbi generali ed altro su appuntamento3 Mercoledì dalle 17 alle 18 (Scienze Po, III piano)
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Un mercato è un processo attraverso il quale le decisioni delleFAMIGLIE circa il consumo di beni e servizi, delle IMPRESE circache cosa e come produrre e vendere e dei LAVORATORI circa quantoe per chi lavorare sono rese compatibili attraversoAGGIUSTAMENTI dei PREZZI. Es. Fast food
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L’elasticità della Domanda e dell’OffertaL’elasticità è una misura della reattività della domanda e dell’offertarispetto a variazioni del prezzo del bene considerato, dei prezzi deibeni correlati e del reddito degli individui.
1 ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO:misura la reattività della domanda di un bene a variazioni del suoprezzo.
2 ELASTICITÀ INCROCIATA DELLA DOMANDA RISPETTOAL PREZZO: misura la reattività della domanda di un bene avariazioni del prezzo dei beni correlati.
3 ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL REDDITO:misura la reattività della domanda di un bene a variazioni delreddito degli individui.
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Misura dell’elasticità
È ragionevole pensare che∆q∆p sia una buona misura direattività della domanda alsuo prezzo? NO
Prezzi e quantità sono misurati in unitàdiverse, che senso ha farne il rapporto?
Un aumento di 1$ su un prezzo pari a100$ ha lo stesso peso di un aumento di1$ su un prezzo di 1$?
p
q20 40 60 80 100
9
6
3
12
15
15
12
9
6
3
0 100
80
60
40
20
0
qp
Scheda di domanda
DD
∆
∆
p
q
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Elasticità della DomandaElasticità della Domanda
L’elasticità della domanda di un bene si calcola attraverso il rapportotra la variazione percentuale della quantità domandata e lacorrispondente variazione percentuale del prezzo che l’ha provocata
ε =∆q/q∆p/p
=∆q∆p
pq
Esempio: Se un aumento del prezzo della benzina del 40%provocasse una riduzione della quantità domandata pari al 10%l’elasticità della benzina sarebbe
Elasticità della Domanda
ε =−10%40%
= −0.25
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Elasticità della Domanda
Riprendiamo la curva di domanda costruita prima e domandiamoci diquanto aumenta percentualmente la domanda se il prezzo si riduce da12 a 9, cioè subisce una riduzione del 25%?
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Elasticità della Domanda
Riprendiamo la curva di domanda costruita prima e domandiamoci diquanto aumenta percentualmente la domanda se il prezzo si riduce da12 a 9, cioè subisce una riduzione del 25%?
p
q20 40 60 80 100
∆
∆p
q9
6
3
12
15
15
12
9
6
3
0 100
80
60
40
20
0
qp
Scheda di domanda
DD
40−20
9−12
12
20ε =Α
A
−4=
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Elasticità della Domanda
Riprendiamo la curva di domanda costruita prima e domandiamoci diquanto aumenta percentualmente la domanda se il prezzo si riduce da12 a 9, cioè subisce una riduzione del 25%?
p
q20 40 60 80 100
9
6
3
12
15
15
12
9
6
3
0 100
80
60
40
20
0
qp
Scheda di domanda
DD
A
=
B
40−20
9−12
12
20Α −4ε =
ε =Β
80−60
3−6 60
6= −0.6
∆q
∆p
∆p
∆q
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Come interpretare il valore dell’elasticità
1 Segno: siccome la curva di domanda e’ in generalenegativamente inclinata, variazioni di prezzo e variazioni diquantià hanno di solito segni opposti→ l’elasticità delladomanda sarà sempre negativa!
2 Valore assoluto: la domanda di un bene può essere elastica oinelastica:
|ε| > 1 significa che una variazione percentuale del prezzo causauna variazione più che proporzionale della quantità. La domandasi dice in questo caso ELASTICA
0 ≤ |ε| < 1 significa che una variazione percentuale del prezzocausa una variazione meno che proporzionale della quantità. Ladomanda si dice in questo caso ANELASTICA
|ε| = 1 significa che una variazione percentuale del prezzo causauna variazione proporzionale della quantità.
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Elasticità nel caso di domanda lineare
Consideriamo una domanda inversa lineare descritta da
p =ab− 1
bq Domanda inversa
e calcoliamo la corrispondente funzione di domanda
q = a− bp Domanda diretta
Qual è il coefficiente angolare? (-b)Possiamo adesso facilmente calcolare l’elasticità usando ladefinizione
ε =∆q∆p
pq
= −bp
a− bp
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Domanda lineare ed Elasticità
TRATTOELASTICO
p
q
ANELASTICO
A
B
C
Bε = −1
Aε = 0
qB
pB
Aε = −
TRATTO
Come si trovano le coordinate del punto B in corrispondenza delquale abbiamo una elasticità di domanda unitaria?
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Elasticità nel caso di domanda lineare
p =ab− 1
bq D. inversa
q = a− bp D. diretta
Calcoliamo l’elasticità
ε =dqdp
pq
=−bp
a− bp
Poniamo ε = −1
−bpa− bp
= −1
da cui
p∗ =a2b
q∗ =a2
pE
qE
p
q
a
q=a−bp
Curva di domanda
a/b
E
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Esercizio
D
a a a
128
8
12
6
a
aε =
ε =
ε =a
?
p
q
DD
Calcolate l’elasticità nei tre punti a, a, a.
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Le determinanti dell’elasticitàIn generale la determinante di fondo dell’elasticità della domanda ècostituita dai gusti e dalle preferenze degli individui.
1 Numero di sostituti e grado di sostituibilità: è la determinantepiù importante. Quanto maggiore è il numero di sostituti equanto più alto il grado di sostituibilità di un bene tantomaggiore sarà l’elasticità della sua domanda. Es. sigaratte.
2 Quota di reddito spesa nel bene: l’elasticità della domanda di unbene dipende anche dalla quota di reddito che spendiamo in quelbene. Se spendiamo poco la sua domanda sarà più rigidaviceversa se spendiamo tanto. Es. sale e mutui.
3 Orizzonte temporale: nel breve periodo le domande sono ingenerale più rigide. Quanto maggiore è il lasso di tempo a cui ladomanda si riferisce, tanto più essa sarà elastica. Es.riscaldamento delle case dopo shock petrolifero.
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Elasticità e variazioni della spesa dei consumatori
Che relazione c’è tra l’elasticità della curva di domanda, la spesatotale del consumatore e la variazione dei prezzi?
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Elasticità e variazioni della spesa dei consumatori
qA qB
pB
pA
p
q
+
Un riduzione del prezzo nel trattoelastico della curva di domandaprovoca un aumento della spesacomplessiva: l’area rossa e’ piu’piccola di quella blu.
A
B−
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Elasticità e variazioni della spesa dei consumatori
pB
pA
qBqA
p
q
Un riduzione del prezzo nel tratto
complessiva: l’area rossa e’ piu’
−
+
grande di quella blu.
provoca una riduzione della spesaanelastico della curva di domanda
A
B
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Elasticità e variazioni della spesa dei consumatori
pA
pB
qA qB
p
q
Un riduzione del prezzo nel tratto
=
=
A
B
ad elasticita’ −1 della domanda nonprovoca variazioni della spesacomplessiva: l’area rossa e’ ugualea quella blu.
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L’elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo
Consideriamo la domanda di due beni diversi: il bene i e il bene j.
Elasticità incrociata della Domanda
L’elasticità incrociata della domanda del bene i rispetto al prezzo delbene j si calcola attraverso il rapporto tra la variazione percentualedella quantità domandata di i e la variazione percentuale del prezzodi j
ε =∆qi/qi
∆pj/pj=
∆qi
∆pj
pj
qi
Che segno avrà l’elasticità incrociata della domanda di un benerispetto al prezzo di un suo sostituto? E se fosse un benecomplementare?
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Elasticità della domanda rispetto al reddito
Ipotizzando che i prezzi di tutti i beni restino costanti ci si puòdomandare cosa avviene alla domanda di un dato prodotto quandoaumenta il reddito disponibile del consumatore.
Elasticità della Domanda rispetto al reddito
L’elasticità incrociata della domanda di un bene rispetto al redditodegli acquirenti si calcola attraverso il rapporto tra la variazionepercentuale della quantità domandata del bene e la variazionepercentuale del reddito che l’ha provocata
ε =∆q/q∆y/y
=∆q∆y
yq
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Effetti dell’elasticità rispetto al reddito - Tavola sinottica
Ipotizziamo un aumento del reddito dell’1%
Tipo di beni elasticità quantità quotadomanda-reddito domandata di bilancio
inferiori negativa diminuisce diminuisceo aumenta
necessari positiva aumenta diminuiscecompresa tra 0 e 1 ma meno dell’1%
di lusso positiva aumenta aumentamaggiore 1 più dell’1%
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TT - Test Training
1. Se il prezzo delle “Cozze” sale del 4% e la loro domanda di “Cozze di Olbia”scende del 40% allora l’elasticità della domanda di “Cozze” èA. -1/10B. -1C. -infinitoD. -10E. 0Se la curva di domanda di un bene è perfettamente elastica rispetto al prezzo il valoredell’elasticità èA. 0B. 1C. infinitoD. compreso tra 0 e 1E. non si può direQuando la variazione percentuale del prezzo e’ piu’ piccola della variazionepercentuale della quantita’ domandataA. il ricavo totale diminuisce ogni volta che il prezzo diminuisceB. il ricavo totale aumenta ogni volta che il prezzo diminuisceC. la curva di domanda si sposta verso destraD. la curva di domanda si sposta verso sinistraE. la domanda e’ anelastica
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La teoria della scelta del consumatore
Spiegazione dei comportamenti individuali che stanno dietro la curvadi domanda. Come si conciliano i desideri di consumo deiconsumatori, espressi dalle loro preferenze, con le possbilità loroofferte per soddisfarli?
Il modello si basa su 4 pilastri:
1 il reddito disponibile
2 i prezzi ai quali possono essere acquistati i beni
3 le preferenze dei consumatori in merito a diversi panieri di beniconsumabili
4 l’obiettivo del consumatore, identificato nell’ottenimento dellamassima soddisfazione o utilità
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Il vincolo di bilancioIl vincolo di bilancio è l’insieme dei panieri di beni e servizi che unconsumatore è in grado di acquistare, dati il suo reddito e i prezzi deibeni.
Si consideri uno studente con un reddito di 50 euro spendibili solo percibo o film, i cui prezzi sono 10 e 5.
film spesa film pasti spesa pasti spesa totale0 0 5 50 502 10 4 40 504 20 3 30 506 30 2 20 508 40 1 10 50
10 50 0 0 50
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Rappresentazione grafica del VdB
pf qf + pc qc spesa totale
m reddito
La linea di bilancio siottiene uguagliando spesatotale e reddito
pf qf + pc qc = m
La pendenza del vincolo dibilancio è data dal prezzorelativo dei due beni
−pf
pc
qFm/pF
qC
m/pC
B
Linea di bilancio
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Le preferenze dei consumatori
1 COMPLETEZZA: il consumatore è sempre (cioè per ognipaniere di beni) in grado di esprimere un giudizio di preferenza oindifferenza
2 TRANSITIVITÀ: è una richiesta di coerenza delle preferenze delconsumatore. Se il paniere A è preferito al paniere B e B è a suavolta preferito al paniere C allora A è preferito anche a C.
3 NON SAZIETÀ: il consumatore è insaziabile, preferisce sempre“più” a “meno”. Questo implica che un paniere con una quantitàmaggiore di un bene, ceteris paribus, deve essere preferito.
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Esaminiamo le implicazioni di queste 3 assunzioni circa le preferenzedel consumatore.
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F
C
Regione preferita(dominante)
Regione
non
preferita
L
H
M
Possiamo dire qualcosa dei punti L e M? Cinefilo o ghiotto?
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La teoria dell’indifferenza
Per definire più rigorosamente le preferenze di un consumatore èutile definire il saggio marginale di sostituzione o SMS.
Tasso Marginale di sostituzioneIl saggio marginale di sostituzione tra due beni rappresenta la quantitàdi un bene a cui un consumatore è disposto a rinunciare per avereun’unità addizionale dell’altro bene, senza che questo modifichi la suautilità.
Gli economisti assumono che il SMS sia decrescente, ovveroche il consumatore sia disposto a sacrificare quantità via viaminori di un bene in cambio di un’unità addizionale dell’altro
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La teoria dell’indifferenza
del consumatore
NB In questo esempio passare da A a B,
da B a C e da C a D non cambia l’utilita’
10
6
3
2
2 F
C
3 4 5
A
B
C
ASMS =(6−10)/(3−2)=−4
BSMS =(6−3)/(4−3)=−3
D
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La teoria dell’indifferenza
Interpolando i punti A, B, C si ottiene una curva d’indifferenza,ovvero l’insieme dei panieri di beni che un consumatore consideraindifferenti e ai quali attribuisce la medesima utilità.
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Proprietà delle curve d’indifferenza
In generale le curve di indifferenza posseggono le 3 seguentiproprietà:
1 Descrecenti a causa dell’ipotesi di non sazietà
2 Convesse a causa dell’ipotesi di SMS decrescente
3 il SMS è uguale alla loro inclinazione
Le curve di indifferenza si possono intersecare tra di loro? Vediamo.
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Curve d’indifferenza - Alcuni esempi
F
C
U0
U1
U2
di un ghiottoCurve d’indifferenza
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Curve d’indifferenza - Alcuni esempi
U0
U1
U2
F
C
Curve d’indifferenza
di un cinefilo
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Curve d’indifferenza - Alcuni esempi
Di chi sono questecurve d’indifferenza?
F
C
U2
U1
U0
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Curve d’indifferenza - Alcuni esempi
U0 U2U1
F
C
A che tipo di beni si riferiscono questecurve d’indifferenza?
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La scelta del consumatore
Abbiamo visto che il VDB definisce le possibilità di consumo degliindividui mentre le curve d’indifferenza ne rappresentano la strutturadi preferenze.
Obiettivo del consumatoreIl consumatore ha come obiettivo quello di massimizzare il suobenessere (la sua utilità) compatibilmente col vincolo di bilancio chesi trova a fronteggiare.
Implicazione: il consumatore sceglierà un paniere sulla linea dibilancio. Infatti i punti al di sopra del VdB non sono acquistabilimentre quelli al di sotto non garantiscono il raggiungimento delmassimo dell’utilità.
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La scelta del consumatore
B o C possono rappresentare dei panieri scelti dal consumatore? NO
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La scelta del consumatore
Qual è allora il paniere scelto dal consumatore?
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La scelta dell’individuo: una spiegazione alternativa
−pf
pctasso di scambio
SMSCF preferenze
La linea di bilancio hainclinazione pari al tasso discambio mentre il SMSrappresenta la pendenzadella curva d’indifferenzanel punto, per esempio in B.Quindi. . .
BSMSpCFp /−
B
F
C
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La scelta dell’individuo: una spiegazione alternativa
−pf
pctasso di scambio
SMSCF preferenze
La linea di bilancio hainclinazione pari al tasso discambio mentre il SMSrappresenta la pendenzadella curva d’indifferenzanel punto, per esempio in B.Quindi. . .
BSMSpCFp /−
B
B
F
C
Significa che il mercato ti offre piu’ cibo
di quanto tu ne vorresti per rinunciare
ad un film e rimanere sulla stessa curva
d’indifferenza. Quindi...
SMS < tasso di scambio
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La scelta del consumatore
Il paniere ottimoIl paniere ottimo del consumatore, ossia quello che massimizza la suautilità nel rispetto del suo vincolo di bilancio, è rappresentato dalpunto in cui la pendenza della linea di bilancio −
pf
pce quella dell
curva d’indifferenza coincidono ovvero è il paniere in corrispondenzadel quale il tasso di scambio è uguale al SMS.
Vediamo un po’ di esempi.
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La scelta del consumatore
C*
F* F
C
U0
U1
U*
Paniere di consumoscelto da un ghiotto
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La scelta del consumatore
F
C
U*
F*
C*
Paniere di consumo
scelto da un cinefilo
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La scelta del consumatore
C*
F*
U*
F
C
Paniere di consumo
scelto da un individuo
indifferente al cinema
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Gli effetti di un aumento del reddito reale
Abbiamo già studiato il concetto di elasticità della domanda diun bene rispetto a variazioni del reddito, distinguendo beninecessari, beni di lusso e beni inferiori.
Utilizziamo ora il modello di scelta razionale del consumatoreper analizzare più nel dettaglio cosa succede alla domanda di unbene al variare del reddito degli individui.
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Gli effetti di un aumento del reddito reale
C=−p cF+m/pcf/p
M/pf F
C
C=−p cf/p F+M/pc
m/pc
m/pf
M/pc
Cosa succede al VdB se
aumenta il reddito da m a M?
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Gli effetti di un aumento del reddito reale
F*
C*
F
C
E
E
F*
C*
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Gli effetti di un aumento del reddito reale
F*
C*
Sentiero
Reddito−Domanda
C*
F* F
C
E
E
F*
C*
E
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Beni necessari, beni di lusso e beni inferiori
pf = 10 pc = 5 m = 30
c =305− 10
5f VdB
Se il reddito aumenta di 20, il VdBsi sposta e l’ottimo cambia daA=(1,4) a B=(2,6).
∆mm
= (50− 30)/30 = 0.66
∆ff
= (2− 1)/1 = 1 Bene di lusso
∆cc
= (6− 4)/4 = 0.5 Bene necessario
F
C
1 2
6
4A
B
3 5
10
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Beni necessari, beni di lusso e beni inferiori
Cosa succede se ipottiziamo che il Cibo sia un bene inferiore?
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Beni necessari, beni di lusso e beni inferiori
C*
F*
Sentiero reddito−domanda
e’ decrescente
F
C
E
F*
C*
E
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Gli effetti di una variazione dei prezzi relativi
Abbiamo già visto che nel caso di beni normali, un aumento delloro prezzo causa una riduzione della domanda.
Utilizziamo ora il modello di scelta razionale del consumatoreper analizzare più nel dettaglio cosa succede alla domanda di unbene al variare dei prezzi relativi.
Cosa succede al VdB se si riduce il prezzo del cinema?
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Gli effetti di una variazione dei prezzi relativi
pf = 10 pc = 5 m = 50
c =505− 10
5f VdB
Se il prezzo del cinema siriduce da 10 a 5
pf = 5 pc = 5 m = 50
c =505− 5
5f VdB F
C
5
10
10
Perchè si parla di variazione dei prezzi relativi?
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Effetto di reddito ed Effetto di sostitituzione
A parità di altre condizioni, l’impatto complessivo di una riduzionedel prezzo del cinema sulla quantità domandata di quest’ultimo puòessere scomposto in due effetti.
Effetto di sostituzione: consiste nel cambiamento della quantitàdomandata di un bene per il solo effetto della variazione del suoprezzo relativo.
Effetto di reddito: consiste nel cambiamento della quantitàdomandata di un bene attribuibile esclusivamente alla variazionedel reddito reale provocata dal cambiamento del prezzo relativodel bene.
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Effetto di reddito ed Effetto di sostitituzione
F
C
E2E1
A
αα
A seguito di una riduzione
del prezzo dei film
quota del suo nuovo reddito
curva d’indifferenza
"PENALIZZIAMO"
l’individuo togliendogli quella
che lo riporta sulla vecchia
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Effetto di reddito ed Effetto di sostitituzione
X= effetto di sostituzione
Y= effetto reddito
F
C
E2
E1
A
X Y
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Effetto di reddito ed Effetto di sostitituzione
l’effetto di sostituzione è sempre positivo: al diminuire delprezzo relativo di un bene se ne consuma una quantità maggiore
il segno dell’effetto di reddito dipende invece dalla natura delbene: può essere postivo(beni normali) o negativo(inferiori).Vediamo un esempio.
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Effetto di reddito ed Effetto di sostitituzione
X= effetto di sostituzioneY= effetto reddito
E2
E1
F
C
(negativo)
A
YX
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Effetto di reddito ed Effetto di sostitituzione
E2
E1
F
C
A
BENE
di GIFFEN
YX
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Dalle preferenze alla curva di domanda
Il modello di scelta del consumatore costituisce un fondamentoteorico per derivare la curva di domanda di un dato bene. Restano dachiarire due passaggi logici:
come si passa dalle preferenze del consumatore alla domandaindividuale? Vediamo.
come si passa dalla domanda individuale alla domanda dimercato? Vediamo.
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TT - Test Training
Supponiamo che Paperoga spenda tutto il suo reddito nell’acquisto di pane e vino. Seil prezzo del vino aumenta significa che il vino è diventato più costoso rispetto alpane. L’effetto dell’aumento del prezzo relativo del vino rispetto al pane vienedefinitoA. legge della domandaB. effetto di redditoC. effetto di prezzoD. legge dei rendimenti decrescentiE. effetto di sostituzionePippo spende tutto il suo reddito di 20 euro nell’acquisto di panini al prosciutto ebirra. Un panino costa 2 euro e una birra 5 euro. Quali combinazioni di panini alprosciutto e birra appartengono al vincolo di bilancio di Pippo?A. 4 panini e 3 birreB. 5 panini e 2 birreC. 7 panini e 2 birreD. 6 panini e 2 birreE. 8 panini e 1 birre
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TT - Test Training
Il saggio marginale di sostituzione (SMS)A. è sempre costante lungo una curva d’indifferenzaB. è sempre uguale al rapporto tra i prezzi dei due beniC. misura l’ammontare di un bene cui sono disposto a rinunciare per una unità in più di un altrobeneD. non è ben definito se un bene è inferioreE. è più alto se aumenta l’utilitàDate le curve d’indifferenza di un consumatore rappresentate in figura alloraA. il tasso marginale di sostituzione (in valoreassoluto) tra film e panini è più alto in A che inBB. il tasso marginale di sostituzione (in valoreassoluto) tra film e panini è più alto in B che inAC. il tasso marginale di sostituzione (in valoreassoluto) tra film e panini assume lo stesso val-ore in A e in B dato che siamo sulla stessa curvad’indifferenzaD. il tasso marginale di sostituzione (in valoreassoluto) tra film e panini non è definito neipunti A e BE. il tasso marginale di sostituzione (in valoreassoluto) tra film e panini in A e in B dipendedal reddito del consumatore
film
panini
A
B
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C
F
U1
U2
A
B
C
1U > U2
La proprieta’ di transitivita’delle preferenze e’ valida inquesta situazione?
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p1 > p2 > p3
C
E1
F
prezzo−domanda
q3q1 q2
E3
E2
Sentiero
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p
q
Domanda individuo 1
Domanda aggregata
Domanda individuo 2
5
1.5 4 5.5
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La teoria dell’offerta
Come decidono le imprese il volume di produzione e di offerta?
Per ogni dato livello di produzione un’impresa deve essere in grado divalutare il costo e il ricavo ottenibile dalla vendita:
costo dipende dalla tecnologia che determina la quantitànecessaria di fattori produttivi e dai prezzi dei fattori
il ricavo dipende dalla domanda che l’impresa fronteggia chedetermina il prezzo al quale si può vendere il bene
La differenza tra ricavo e costo totale è il profitto. L’ipotesi basedella teoria dell’offerta è che l’impresa abbia come obiettivol’ottenimento del massimo profitto.
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Settore e strutture di mercato
Un settore industriale è l’insieme delle imprese che produconouno stesso prodotto e che quindi operano come offerenti sullostesso mercato. Esempi: trasporto ferroviario, settorealberghiero.
Perchè in alcuni settori vi sono tantissime imprese mentre in altripochissime o addirittura una sola? Perchè in alcuni settori iprezzi dei beni venduti sono omogenei tra di loro mentre in altrisono altamente differenziati?
La moderna teoria economica propone una classificazione dellestrutture di mercato sulla base dei caratteri strutturali delladomanda e dell’offerta.
Marco Grazzi Economia Politica 2010/11
La classificazione delle strutture di mercato
CP=concorrenza perfetta, CM=concorrenza monopolistica,O=oligopolio, MP=monopolio perfetto
Forme Barriere Concentrazione Differenziazionedi mercato entrata uscita domanda offerta del prodotto
CP Nulle nulle irrilevante irrilevante Nulle
CM alte nulle irrilevante irrilevante alta
O alte alte irrilevante alta irrilevante
MP assolute nulle irrilevante massima massima
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Forma giuridica e organizzazione dell’impresa
Esistono tre principali forme giuridiche:
IMPRESA INDIVIDUALE: è un’impresa la cui proprietà egestione fanno capo ad un’unica persona fisica
SOCIETÀ DI PERSONE: è un’impresa la cui proprietà fa capo adue o più persone fisiche che hanno diritto alla spartizione delprofitto e sono solidalmente responsabili di eventuali perdite
SOCIETÀ DI CAPITALI: è un’organizzazione la cui proprietàd̀istribuita tra i soci, apportatori di capitale, che hanno diritto allaripartizione del profitto in proporzione alla quota di capitaleapportata
Responsabilità piena vs responsabilità limitata
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Le rilevazioni contabili
Le imprese registrano due insiemi di rilevazioni contabili relative allagestione
CONTO PROFITTI E PERDITE: registra entrate ed uscite in uncerto intervallo di tempo(variabili di flusso) al fine dideterminare il profitto(utile o perdita) di gestione
STATO PATRIMONIALE: registra lo stato delle attività e dellepassività di un impresa (variabili stock) come risultato della suagestione passata
NOTA: Gli economisti definiscono il costo d’uso di una risorsa noncome il pagamento effettivamente sostenuto per la sua acquisizionema in termini di costo opportunità (esempio imprenditore). Questopermette di definire l’EXTRA-PROFITTO.
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L’impresa e la massimizzazione del profitto
La teoria economica ipotizza che le decisioni delle imprese circala produzione e l’offerta siano finalizzate all’ottenimento delmassimo profitto. È un’assunzione plausibile?
Le scelte relative alla produzioneesistono diverse tecniche per produrre uno stesso bene: alcuneusa più lavoro e meno capitale altre viceversa
per decidere quanto produrre l’impresa deve conoscere i costi deifattori produttivi ma deve anche stimare la domanda cheprevedibilmente si troverà ad affrontare
Naturalmente la decisione circa il volume della produzione incide siasui costi sostenuti sia sui ricavi ottenibili dalla vendita: l’impresasceglierà il volume di produzione che massimizza i suoi profitti
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Alcuni concetti basilari
Per entrare nel merito della Teoria dell’offerta è necessario comeprima cosa introdurre alcuni importanti concetti:
Costo totale
Ricavo totale
Costo marginale
Ricavo marginale
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Costo Totale
Ogni impresa che mira a massimizzare il proprio profitto deveconoscere come prima cosa il costo totale minimo al quale è in gradodi produrre ogni possibile quantità di beni.In generale
CT(q) = CF + CV(q) ,
dove CT=Costo Totale, CF=Costo Fisso e CV=Costo Variabile
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Costo Totale
q
CT CT
10
100
CT(q)=CF+CV(q)
La curva e’ crescente
Perche’ cambia concavita’?
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Ricavo Totale
Le informazioni relative ai costi non sono sufficienti per valutare iprofitti realizzabili, l’impresa deve anche conoscere i propri ricavi.Per avere quest’informazione l’impresa deve conoscere la funzione didomanda del bene che essa offre sul mercato.In generale
RT(q) = p ∗ q ,
dove p=prezzo del bene e q=quantità venduta.
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Profitto Totale
In generalePT(q) = RT(q)− CT(q) ,
dove PT=profitto totale.
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Profitto Totale
q* q
CT CT
RT
PT
L’impresa sceglie laquantita’ che le faottenere il PT massimoche non coincide con quella che garantisce il RT massimo
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Profitto Totale
Il problema della determinazione del volume di produzione chemassimizza il profitto può essere risolto in un modo diverso che sibasa sulle nozioni di costo e ricavo marginale.
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Costo marginale
Il COSTO MARGINALE è la variazione del costo totale(CT)conseguente alla produzione di una unità addizionale di prodotto
CM =∆CT∆q
,
quando ∆q = 1. In modo più rigoroso il CM si può definire come laderivata della funzione di CT(q)
CM =dCTdq
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Costo marginale
Quale interpretazione economica possiamo dare alla forma ad U dellacurva di costo marginale?
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Ricavo Marginale
Il RICAVO MARGINALE è la variazione del ricavo totale(RT)conseguente alla produzione e vendita di una unità addizionale diprodotto. Nel caso dei ricavi quando aumenta la quantità prodotta simanifestano due effetti:
1 la produzione/vendita di un’unità addizionale aumenta i ricavitotali dell’impresa di un importo pari al prezzo ricevuto incambio del bene
2 l’aumento della quantità ha tuttavia un effetto negativo sui ricavidovuto alla pendenza negativa della curva di domanda. Pervendere l’unità addizionale l’impresa è infatti costretta a ridurreun po’ il prezzo del bene. Questa riduzione si applica a tutte leunità di bene che vendeva prima dell’aumento (unitàinframarginali)
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Ricavo Marginale
Partendo dalla definizionedi RT
RT(q) = p(q) q
possiamo facilmentecostruire il MRdistinguendo i due effetti
RM(q) = p +∆p∆q
q .
q
q
RT
RM
RM
RT
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Ricavo Marginale
Se la curva di domanda è negativamente inclinata il MR ha dueimportanti proprietà:
1 è sempre minore del prezzo. In quale situazione il MR è ugualeal prezzo?
2 decresce al crescere della quantità
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Condizione marginalistica
È possibile determinare la quantità che massimizza il profittodell’impresa confrontando il MC con il MR?
1 RM > MC: la produzione e vendita di un’unità addizionale delbene aumenta il profitto dell’impresa. L’impresa ha incentivo aprodurre di più
2 RM < MC: la produzione e vendita di un’unità addizionale delbene riduce il profitto dell’impresa. L’impresa ha incentivo aprodurre di meno
3 RM = MC: in questo caso l’impresa non ha alcun incentivo adaumentare o diminuire la sua produzione.
L’uguaglianza tra RM e MC rappresenta una condizione necessariaaffichè il profitto dell’impresa venga massimizzato
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Condizione marginalistica
La condizione MR=MC è una condizione solo necessaria per dueragioni:
l’impresa deve sempre valutare se alla fine il profitto realizzato èpositivo o negativo
la seconda ragione si comprende meglio se la analizziamograficamente
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q
MCMR
A
B
MC
MR
Come cambiano i profitti
se l’impresa aumenta la
produzione a partire dal
punto A? Aumentano o
diminuiscono? Perche’?
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q
MCMR
MC
MR
Quindi MC=MR e’ una condizione
di massimizzazione del profitto solo
se la curva di MC e’ in un suo
tratto crescente ma non lo e’ se la
la curva di MC e’ in un suo tratto
decrescente
B
A
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Schema condizioni marginalistiche
Abbiamo quattro possibili casi:
1 MR>MC =⇒ aumentare la produzione
2 MR=MC edMC
dq>
dMRdq
=⇒ il profitto è massimo, controllate
se vale la pena produrre
3 MR=MC edMC
dq<
dMRdq
=⇒ il profitto è minimo
4 MR<MC =⇒ diminuire la produzione
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Due esercizi di statica comparata
Gli effetti sull’offerta di un cambiamento nei costi di produzioneVediamo.
Gli effetti sull’offerta di un cambiamento della domandadell’impresa Vediamo.
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