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2015 WorkshopConoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza
in urbanisticaKnowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience
in Planning
Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti, Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani
Cover
2014
2015 WorkshopConoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e
la resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience in Planning
suolo«lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi»; è molto importante perché « - ci fornisce cibo, biomassa e materie prime,
- funge da piattaforma per lo svolgimento delle attività umane, - è un elemento del paesaggio e del patrimonio culturale e - svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico».
Unione Europea - Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni, Strategia tematica per la protezione del suolo, 2006
suoloNon è soltanto la materia ma è anche:
- benessere;
- agricoltura;
- acqua
- clima
- paesaggio.
Prof. Paolo Pileri (Politecnico di Milano – Centro ricerca sui consumi del suolo)
Servizi ecosistemici costituenti il suolo- di supporto, (per la fotosintesi clorofilliana e il riciclo dei
nutrienti); - di approvigionamento, (cibo, acqua, legno e fibre); - di regolazione, (mantenimento degli equilibri climatici e
idrogeologici, come barriere contro eventuali epidemie, per il riciclo dei rifiuti e la qualità delle acque;
- culturali, di cui si fruisce nel tempo libero.
rapporto annuale dell’ONU “Millennium Ecosystem Assessment”, 2005
Definizione di Suolo che sarà depositata in Treccani, nella base dati dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, il prossimo 5 dicembre 2014 durante la tavola rotonda (ore 11-13)
che si terrà a Roma presso la sede dell’Istituto, Piazza dell’Enciclopedia Italiana 4, in occasione della GIORNATA MONDIALE DEL SUOLO.
SUOLO
Lo strato superiore della crosta terrestre costituito da componenti minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi. Rappresenta l’interfaccia tra terra, aria e acqua e ospita gran parte della biosfera. Visti i tempi estremamente lunghi di formazione del suolo, si può ritenere che esso sia una risorsa sostanzialmente non rinnovabile. Il suolo ci fornisce cibo, biomassa e materie prime; funge da piattaforma per lo svolgimento delle attività umane; è un elemento del paesaggio e del patrimonio culturale e svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico. Nel suolo vengono stoccate, filtrate e trasformate molte sostanze, tra le quali l’acqua, i nutrienti e il carbonio. Per l’importanza che rivestono sotto il profilo socioeconomico e ambientale, tutte queste funzioni devono pertanto essere tutelate.
Questo testo è liberamente tratto dai documenti europei COM(2006)232 e COM(2006)231def.; Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni - Strategia tematica per la protezione del
suolo
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Un metro quadrato al secondo
La gestione inappropriata del suolo in Italia: elementi di riflessione
Editoriale di M. Tozzi……………………………………………………………………………………………………….…1
Il consumo di suolo in Europa
C. Gardi……………………………………………………………………………………………………………………….4
Aspettando la legge tra incertezze e speranze
M. Guccione, S. D’Ambrogi, M. Gori, L. Nazzini……………………………………………………………………………….12
L’impatto sui servizi ecosistemici dei processi urbani e territoriali
M. Munafò…………………………………………………………………………………………………………………..17
Dai modelli trasformativi alla politica per il suolo:
riflessioni su mezzo secolo di eventi
B. Romano, F. Zullo…………………………………………………………………………………………………………23
Conservazione del suolo e politiche di sviluppo nella programmazione
comunitaria 2014-2020: le aree interne
A. L. Giacopelli, R. Guarino, P. Menegoni……………………………….……………………………………………………..29
Il greening nella PAC quale strumento innovativo per una gestione
conservativa del suolo
R. G. Boschetto…….……………………………………………………………….………………………………………...36
Il consumo di suolo come campo di conflitto sociale
F. Assennato…………………………………………………………………………………………………………………41
La compensazione ecologica nella tutela del suolo:
teorie e modelli di applicazione
C. Luciani…………………..………………………………………………………………………………..……………….48
I nuovi strumenti di gestione dei processi di trasformazione del suolo nella
pianificazione sostenibile
M. Flori……………………………………………….……………………………………………………………………...53
Il préverdissement nella regolamentazione del consumo di suolo:
prime riflessioni
M. L. Scaduto………………………………………………………………………………………………………………...61
L’importanza della sostanza organica nei suoli:
la situazione in Italia e il progetto SIAS
M. Di Leginio, F. Fumanti, P. Giandon, I. Vinci………………………………….…………………………..………………….69
La specificità del consumo di suolo nell’arco mediterraneo:
il Progetto OSDDT-MED
I. Abate Daga………………………….……………………………………………………………………………………..76
II
La valutazione degli effetti ambientali del consumo di suolo:
il progetto LIFE+ SOILCONSWEB
L. Minieri, P. Manna………………………………………………………………………………………………………….84
Strategia per un uso razionale del suolo
a cura di G. Guaragno, G. Baschenis, V. Bussadori…………………………………………………………………………….89
Politiche territoriali per il contenimento del consumo di suolo in Piemonte
G. Baschenis, F. Finotto, G. Paludi, M. Quarta…………………………………………………………………………………96
La ricomposizione degli assetti ecosistemici a partire dalla valutazione delle
funzioni dei suoli: una proposta di Green Infrastructure per il territorio lodigiano
B. Fugazza, S. Ronchi, S. Salata……………………………………………………………………………………………..103
L’erosione dei suoli nel programma di sviluppo rurale della Regione Piemonte:
un nuovo approccio per la territorializzazione delle Misure Agroambientali
I. Boni, M. Giovannozzi, P. F. Martalò, M. Piazzi……………………………………………………………………………..110
Conservazione del suolo e gestione selvicolturale sostenibile ai fini della
generazione di crediti forestali in Piemonte
F. Petrella, F. Pierobon, R. G. Boschetto, M. Allocco, M. A. Perino……………………………………………………………..116
Il PTC della Provincia di Fermo: nuova governance territoriale, sviluppo
sostenibile e resilienza dei sistemi ambientali
I. Pignoloni, M. R. Marcantoni, A. Carosi, L. Marotta, I. Ciarma……………………………………………………………...123
Strumenti del Piano Territoriale della Provincia di Roma per la conservazione
del suolo e dei paesaggi rurali
L. Vannicelli Casoni………………………………………………………………………………………………………….130
Gestione conservativa del suolo e progetto urbanistico:
il caso L'Aquila post-sisma
A. Santarelli, D. Di Ludovico ………………………………………………………………………………………………..137
Reti polivalenti a scala locale nel nuovo Piano Regolatore di Muggia (TS):
limitazione al consumo di suolo e valorizzazione territoriale
P. Cordara, G. Trentanovi…………………………………………………………………………………………………..143
III
360
Nota: I valori riportati in figura sono puramente indicativi. Essi variano, anche sensibilmente, in funzione di molteplici parametri (caratteristiche fisico-chimiche del suolo, topografia, geologia, durata e intensità delle precipitazioni, ecc.)
Figura 9.22: Schema indicativo delle funzionalità di un suolonaturale e di uno antropizzato41
Un suolo in condizioni naturali è in grado, in funzione della sua porosità, permeabilità e umidità, di trattenere una grande quantità delle precipitazioni atmosferica, contribuendo a regolare il deflusso
Fonte: APAT (2008) – Il suolo, la radice della vita. Roma, 120pp
Fonte: APAT (2008) – Il suolo, la radice della vita. Roma,
360
Nota: I valori riportati in figura sono puramente indicativi. Essi variano, anche sensibilmente, in funzione di molteplici parametri (caratteristiche fisico-chimiche del suolo, topografia, geologia, durata e intensità delle precipitazioni, ecc.)
Figura 9.22: Schema indicativo delle funzionalità di un suolo naturale e di uno antropizzato41
Un suolo in condizioni naturali è in grado, in funzione della sua porosità,permeabilità e umidità, di trattenere una grande quantità delle precipitazioni atmosferica,
la presenza di superfici impermeabilizzate, la riduzione della vegetazione, l’asportazione dello strato superficiale ricco di sostanza organica e l’insorgere di fenomeni di compattazione comportano un grave scadimento della funzionalità del suolo con incremento dello scorrimento superficiale e aumento dei fenomeni erosivi con trasporto nei collettori naturali di grandi quantità di sedimento.
intensive. Una grande anomalia dei sistemi agricoli nell’ultimo secoloè, infatti, la rottura del ciclo della sostanza organica nel quale lebiomasse agricole rappresentano un importante passaggio. In particolare, le tradizionali pratiche di reintegro, soprattutto con letame, delle perdite di SO dovute alle coltivazioni, sono state permolto tempo abbandonate In questo modo l'input di carbonio organicoper i suoli arati è principalmente affidato a una gestione, più o meno
Fonte: APAT (2008) – Il suolo, la radice della vita. Roma, 120pp
Conseguenze della artificializzazione del suolo
- interruzione dei corridoi ecologici (perdita di biodiversità);
- inaridimento del terreno (erosione);
- stravolgimento degli ecosistemi ed equilibri ambientali(perdita biodiversità, alluvioni, smottamenti);
- perdita di paesaggi storico culturali (perdita di identità delle popolazioni locali).
Arch. Lo Nardo prof. Verdaschi (Università Bocconi)
348
Altri studi realizzati dalle regioni, nell’ambito delle attività promosse dal Comitato Nazionale per la lotta alla Desertificazione a partire dal 2004, confermano il quadro nazionale fornendo approfondimenti conoscitivi per le aree maggiormente vulnerabili e mettendo in evidenza situazioni di particolare rilevanza locale.
Figura 9.12 Carta dell’indice ESA (Environmentally Sensitive Areas) (2008 su dati 2000)22 Nell’area mediterranea, la cartografia prodotta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) e dal consorzio ETC-LUSI (European Topic Centre Land Use and Spatial Information) evidenzia la presenza di diverse aree ad alta/molto alta sensibilità alla desertificazione, in cui è possibile raggiungere un livello di degrado tale da essere inutilizzabili per fini agricoli, forestali o pastorali (Figura 9.13).
.
22 Perini L., Salvati L., Ceccarelli T., Sorrenti S.
& Zitti M., 2008
La desertificazione in Italia. Processi, indicatori, vulnerabilità del territorio.
CRA, CNLSD, MATTM, Bonanno editore, 191pp.
sprawl can be defined as a pattern of urban and
metropolitan growth that
. reflects low-density,
. automobile-dependent,
. exclusionary
new development on the fringe of settled areas often
surrounding a deteriorating city.
Gregory D. Squires, Urban sprawl. Causes, consequences and policy responses, Urban Institute Press, Washington, 2002,
Dal 1994 l’ Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) si occupa di ricerche sulle tematiche ambientali per migliorare le politiche dell’UE in materia.
Nel 2006 ha pubblicato il rapporto "Urban sprawl in Europe. The ignored challenge”
Tra il 1990 e il 2000 , la crescita delle aree urbane e relative infrastrutture, ha consumato più di 8.000 kmq , equivalenti all’intero territorio di Lussemburgo.
Il dato più rilevante è quello mostrato nell’immagine “Urban growth and population development in Europe (1990-2000)”, in cui è evidente il trend di sviluppo opposto popolazione-crescita urbana.
Secondo il report della EEA dal 1950 le città hanno visto un’espansione del 78%, mentre la popolazione è aumentata solo del 33%,
con il caso estremo di Palermo (aumento di area urbanizzata del 200%, la popolazione solo il 50%).
Consumo di suolo
CRCS dal 1999 al 2009:incia di Milano urbanizzata,
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Milano, 25/05/2010 - TANGENZIALE EST ESTERNA DI MILANO - Infrastrutture, territorio e ambiente nella regione urbana milanese 22
Progetto Speciale Ambientale n.8 “Boschi di Pozzuolo Martesana”
Milano, 25/05/2010 - TANGENZIALE EST ESTERNA DI MILANO - Infrastrutture, territorio e ambiente nella regione urbana milanese 24
Milano, 25/05/2010 - TANGENZIALE EST ESTERNA DI MILANO - Infrastrutture, territorio e ambiente nella regione urbana milanese 31
Milano, 25/05/2010 - TANGENZIALE EST ESTERNA DI MILANO - Infrastrutture, territorio e ambiente nella regione urbana milanese 35
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Consumo di suolo
Rapporto CRCS dal 1999 al 2009:• 36% provincia di Milano urbanizzata,
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• in provincia di Lodi 1.300 ettari
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Indice di espansione pro capite:• 239 comuni < 30 mq/ab
• 118 comuni 30-60 mq/ab
• 69 comuni 60-90 mq/ab
• 56 comuni 90-200 mq/ab
• 22 comuni 200-1.000 mq/ab
• 1 comune > 1.000 mq/ab
Trasformazione in riuso:• 189 comuni < 5 mq/ab
• 111 comuni 5-10 mq/ab
• 141 comuni 10-30 mq/ab
• 46 comuni 30-60 mq/ab
• 13 comuni 60-100 mq/ab
• 5 comuni > 100 mq/ab
Rapporto EEA dal 1950 al 2012:
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Dipartimento di Architettura ePianif cazione
Dipartimento di Architettura ePianif cazione
IL TERRITORIO SPRECATO.INDAGINE E VALUTAZIONI SULLE
OPERE INCOMPIUTEIN ITALIA
Relatore Prof.ssa Annapaola CanevariTesi di laurea di Chiara Accattini, matricola n. 740514
Anno Accademico 2010-2011
Privatizzazione dei paesaggi italiani
4 /24
Abbandono,
abusivismo,
incompiuto
Mercato
dell’invenduto
Privatizzazione
come concept
di progetto
Mafie e edilizia
Quantificazione delle opere incompiute presenti sul territorio
633 opere incompiute
Localizzazione
4Umbria
30Toscana
16Emilia Romagna
20Liguria
11Veneto
14Friuli Venezia Giulia
2Trentino Alto Adige
46Lombardia
26Piemonte
3Valle d'Aosta
n. opere incompiuteRegione
26Sardegna
204Sicilia
66Calabria
12Basilicata
31Puglia
54Campania
5Molise
29Abruzzo
28Lazio
6Marche
n. opere incompiuteRegione
Indagine sui motivi per cui il nostro paese è “ricco”di opere incompiute.
[…] “la carenza di programmazione, eccessiva frammentazione dei centri decisionali, complessità
delle procedure di progettazione, dilatazione dei tempi di esecuzione imputabili alle imprese committenti ed
alle amministrazioni aggiudicatrici, carenze ed inadeguatezze dei controlli tecnici ad amministrativi”
[…].(Relazione annuale della Corte dei Conti - 2010)
“DINAMICA, STRUTTURA E CRITERI DI GOVERNO DELLA SPESA PUBBLICA: UN RAPPORTO PRELIMINARE”
Parte 2.1 Riduzione dell’inefficienza produttiva.
classificazione degli sprechi
Sprechi di tipo 7.
progettazione di opere incomplete, mancato completamento di opere iniziate, tempi di esecuzione molto superiori ai tempi programmati.
A queste tipologie si possono aggiungere
progettazione di opere di dimensione eccessiva rispetto alla capacità realisticamente sfruttabile, a volte eseguite con materiali troppo pregiati (opere utili che potrebbero
essere costruite a costi minori).
prof. PIERO GIARDA settembre 2011
3
Diga di Blufi, Palermo
Ospedale incompiuto a Siracusa
Struttura abbandonata Gibellina - TP Scheletro abbandonato Scala dei Turchi
con ciò che il nostro Bel Paese ha da offrire.
6
Progetto avviato nel 2005,costo iniziale: 60.000.000 €.
Avvio lavori nel 2008,Subito bloccati perché in ritardo per i
mondiali.
Spesa ad oggi: 607.983.772 €Stato: impianto MAI terminato
CITTA’ DELLO SPORT - Tor Vergata
A otto giorni dalle gare, spazi non terminati ed opere non collaudate
Utilizzato per Mondiali, subito chiuso e abbandonato
SPESA: 16.000.000 €
POLO NATATORIO - Valco San Paolo
Conseguenze di tale fenomeno:
Spreco di territorio
Nonostante i numeri allarmanti, eventi disastrosi e numerose denunce, questa idea di cementificazione non è considerata un
problema.
non si punta sul recupero dell’ esistente ma sulla trasformazione di nuove aree
Le soluzioni presentate hanno lo scopo di risolvere il problema delle opere incompiute esistenti.
PREVENZIONE
MONITORAGGIO
Ipotesi di soluzione:
Ma se, in futuro, volessimo evitare che si parli ancora di questo fenomeno e volessimo cancellare il problema alla radice?
Controllo preventivo e continuativo sulle fasi di progettazione, realizzazione e gestione dell’opera.
Monitoraggio inteso come prima fase del meccanismo che comporta la realizzazione delle opere pubbliche con lo scopo
di evidenziare i problemi in tempo utile e se necessario attivarsi in modo tale da mettere in atto le azioni per evitare la
creazione di un’ opera incompiuta.
Considerazioni conclusive
Collaborazione
23 /24
• architetti
• cittadini
• urbanisti
• paesaggisti
• amministratori
• finanza
Sinergie da mettere in pratica
• non consumare nuovo territorio,
• coinvolgere la cittadinanza,
• scegliere di utilizzare materiali
ecocompatibili ,
• dialogare con le amministrazioni
Per ripensare i paesaggi privatizzati Per ripensare i paesaggi privatizzati
italiani è necessario proseguire sulle
innumerevoli strade intraprese,
facendo rete per la difesa del
paesaggio bene comune, diffondendo
la cultura delle buone pratiche e i
buoni esempi, consapevoli che non
esiste una risposta univoca per un
problema eterogeneo, ascoltando
quindi, come suggerisce Salvatore
Settis, quell’«inarrestabile fruscio della foresta che cresce in silenzio».
Questi principi sono in sintonia con alcuni contenuti del cosiddetto
approccio “SMART” che oggi caratterizza l’azione di molte
amministrazioni
La differenza riguarda il campo di applicazione dell’approccio…..
Perché “cities”
E’ necessario partire dalle città perché:
• ospitano oltre il 50% della popolazione mondiale
• consumano il 75% dell’energia mondiale
• sono responsabili dell’80% delle emissioni di CO2
• producono il 75% dei rifiuti
Smart citycome tema di politica europea
Gennaio 2008: la Commissione Europea lancia il Patto dei Sindaci (Covenantof Mayors) ‐ città europee verso la sostenibilità energetica e ambientale entro il 2020
Ottobre 2009: European Strategic Energy Technology Plan SET Plan ‐ Towards a low‐carbon future (Roadmap al 2020)
Smart city come tema di politica localeiniziative UE sulla sostenibilità ambientale
priorità data, a livello governativo, allo sviluppo dell’Agenda Digitale Italiana,
fase attuale di contrazione delle risorse: emerge come strada quasi obbligata l’utilizzo “intelligente” e integrato delle tecnologie
L’importanza della pianificazioneDotarsi di una
PIANIFICAZIONE STRATEGICA INTEGRATA
L’approvazione delPiano d’Azione Energia Sostenibile
Ridurre il debito pubblicoAumentare la crescitaAssicurare la coesione socialeAssicurare la coesione territoriale
Incidere sul risparmio energeticoFavorire l’innovazioneAssicurare la partecipazione democraticaPerseguire lo sviluppo sostenibile
A partire da
= Convogliare sugli stessi obiettivi strategici i piani settoriali e le azioni
L’importanza della pianificazioneDotarsi di una
PIANIFICAZIONE STRATEGICA INTEGRATA
L’approvazione delPiano d’Azione Energia Sostenibile
Ridurre il debito pubblicoAumentare la crescitaAssicurare la coesione socialeAssicurare la coesione territoriale
Incidere sul risparmio energeticoFavorire l’innovazioneAssicurare la partecipazione democraticaPerseguire lo sviluppo sostenibile
A partire da
= Convogliare sugli stessi obiettivi strategici i piani settoriali e le azioni
MA…NON SI FA CENNO AL CONSUMO DI SUOLO NE’ AL GOVERNO DEL TERRITORIO NEL SUO COMPLESSO
Di cosa parliamo quando parliamo di smart city?
Smart mobility
Smart environment
Smart energy
Smart living
Smart people
Smart government
Banda larga NGN
Partecipazione
I passi verso un master plan per le smartcities italiane
1. Analisi dell’as is e dei bisogni, in termini di dotazione infrastrutturale materiale eimmateriale, dati disponibili e relativi sistemi di integrazione, livello di offerta e utilizzo deiservizi
2. Definizione degli obiettivi strategici di sviluppo urbano: pochi e chiari, sui quali siapossibile generare consenso nella cittadinanza
3. Definizione degli indicatori di misurazione relativi agli obiettivi strategici4. Individuazione delle aree di intervento, in termini progettuali, di dimensionamento, di
localizzazione5. Redazione e riorientamento degli strumenti di programmazione e pianificazione,
finalizzandoli al raggiungimento degli obiettivi strategici6. Ridefinizione di competenze e funzionamento delle strutture amministrative coinvolte, con
relativi atti di indirizzo7. Strutturazione di un modello di governance all’interno del quale definire ruoli e azioni degli
attori istituzionali, di mercato, della ricerca, della società civile, e relative regole di ingaggio8. Definizione delle risorse necessarie alla realizzazione degli interventi e della relativa
strumentazione finanziaria9. Individuazione delle possibili forme di partenariato pubblico‐privato, sia in termini di
nuove attivazioni sia in termini di ridefinizione di accordi già in essere10. Avvio di forme di partecipazione attiva della cittadinanza sugli interventi previsti
I parametri di una smart city …parametri di identificazione e misura delle smart cities, analizzati nel rapporto "European Smart Cities" realizzato dall’Università di Vienna in collaborazione con quelle di Lubiana e Delf (www.smart-cities.eu)
Smart mobility Local accessibility (Inter-)national accessibility Availability of ICT-infrastructure Sustainable, innovative and safe transport systems
Smart environment Attractivity of natural conditions Pollution Environmental protection Sustainable resource management
Una città smart promuove uno sviluppo sostenibile puntando alla riduzione dell’ammontare di rifiuti e alla raccolta differenziata, alla riduzione delle emissioni di gas serra attraverso la limitazione del traffico e all’ottimizzazione delle emissioni industriali. A questi obiettivi si possono aggiungere la razionalizzazione dell’edilizia ed il conseguente abbattimento dell’impatto del riscaldamento e della climatizzazione, la razionalizzazione dell’illuminazione pubblica, la promozione, la protezione e la gestione del verde urbano nonché la bonifica delle aree dismesse.
“È il termine anglosassone che indica “quando una società o un’organizzazione impiega più tem-po e denaro ad affermare di essere verde attraverso la pubblicità e il marketing, tem-po e denaro ad affermare di essere verde attraverso la pubblicità e il marketing, piuttosto che nel mettere in atto misure che riducano al minimo il suo impatto ambientale”.
Il greenwashing è un neologismo coniato da attivisti ambientali americani ispirandosi al whitewashing che in inglese vuol dire nascondere, coprire o dissimulare fatti spiacevoli ed è utilizzato soprattutto in politica.”
La sostenibilità è, prima di tutto, un valore, un’emergenza che chiama a raccolta, un movimento culturale che va diffondendosi. Dal punto di vista della comunicazione è un’opportunità di aggregazione, di condivisione di valori e di dialogo”
“La Società Digitale”
Smart City e Smart Community: 200 milioni di euro dalla UE
Horizon 2020 prevede finanziamenti per due anni- pubblicato il bando.
La Commissione Europea ha messo in bilancio 200 milioni di euro per i prossimi due anni, per promuovere progetti destinati allo sviluppo delle Smart City e Smart Community. Obiettivo è incentivare lo sviluppo delle Smart City grazie alle energie rinnovabili, al miglioramento della qualità e dell’efficienza degli edifici e puntando su sistemi di trasporto più ecologici per una gestione sostenibile della città. Entro la primavera del 2014 la Commissione Europea presenterà un nuovo “Invitation for Smart City and Community Commitments” per incentivare le comunità urbane europee a realizzare progetti integrati destinati alle città intelligenti, secondo le linee guida “Smart Cities Strategic Implementation Plan“. http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/home.html (pubblicata il 13 febbraio 2014)
…un ulteriore approccio alle
questioni legate alla crisi
dell’ecosistema contemporaneo è
quello delle transition towns
IL NEOECOSISTEMA CONTEMPORANEO 1.
inizio della città città contemporanea
- occupazione di suolo rilevante - voracità energetica - concentrazione agenti inquinanti - consumo di risorse non rinnovabili - impronta ecologica molto elevata - crescita esponenziale della - vulnerabilità di alcuni gruppi sociali (bambini, anziani...), relazionata all’aumento della povertà. la vulnerabilità ambientale e sociale è determinata dalla dipendenza sempre maggiore dei contesti urbani a flussi energetici, alimentari, di materiali e di informazioni, che provengono da sistemi interscalari (area comunale, regionale, nazionale...).
… di chi? comunità urbane e rurali
.......Il motto è “pensare globalmente e attuare localmente”, assimilabile allo «sviluppo locale autosufficiente», (Magnaghi, 2010), alla scala degli abitanti......
«(...) insieme di capacità adattative di un sistema urbano a fronte di fattori di stress e, in particolare, ai fenomeni di cambiamento climatico e scarsità energetica» (UNEP, 2005. Un neocosistema resiliente è in grado di «assorbire shock e/o perturbazioni senza subire alterazioni rilevanti nella sua organizzazione funzionale, nel suo assetto e nelle sue caratteristiche identitarie» (Hopkins, 2010)
TRANSIZIONE
… verso cosa? aumento della RESILIENZA
0.
… di chi? neoecosistema urbano
«capacità di rispondere agli aspetti di comfort degli spazi urbani, ma anche alle esigenze psico-fisiche umane e di vivibilità sociale». Esiste infatti una relazione forte tra i valori dell’uomo e la forma fisica della città, intendendo appunto come forma della città «la struttura spaziale che ospita le attività delle persone, il flussi di persone, materia, merci e informazioni che ne deriva e le configurazioni fisiche che intervengono a modificare lo spazio in modo significativo in rapporto a quelle attività, superfici canali ambienti e oggetti». (Lynch, 1980) «sviluppo locale autosufficiente», (Magnaghi, 2010),
LA RESILIENZA
… verso cosa? aumento della QUALITA’ e dell’AUTOSUFFICIENZA delle comunità
2.
«organismo vivente ad alta complessità […] in continua trasformazione, prodotto dall'incontro di eventi culturali e naturali, composto da luoghi (o regioni o ambienti insediativi) dotati di identità, storia, carattere di struttura di lungo periodo». (Magnaghi, 2010
RESILIENZA
«Il livello di resilienza delle nostre città e dei nostri paesi è dipendente dalla qualità e dal rendimento del sistema urbano complessivo, non solamente dall’adattazione ai cambiamenti climatici dei singoli elementi infrastrutturali» (Congresso Resilience Cities 2011)
2.
la valutazione della resilienza è strettamente connessa alla qualità urbana considerando gli stessi parametri descrittivi
benessere individuo biodiversità auto- organizzazione identità territorio/ individuo capacità imparare/ adattarsi
I 12 PASSI
2.
costruire il gruppo e le successioni
formazione
creazione di relazioni
piano di decrescita energetica
- Diffusione delle informazioni relative alle tematiche che stanno alla base delle TT e alla necessità di intraprendere delle azioni promosse dalla comunità
- Collegamento con le realtà già esistenti e attive nella comunità - Creazione di relazioni con l’amministrazione locale
- Collegamento con le altre iniziative di Transizione
- Formazione di gruppi che si occupino di tutte le tematiche importanti per la vita della comunità (alimentazione, energia, trasporti, salute, aspetti psicologici, economia e sostentamento…)
- Realizzazione di progetti mirati a far comprendere l’importanza del coinvolgimento della comunità nei processi di costruzione della resilienza della riduzione delle emissioni di anidride carbonica
- Arrivare alla definizione del Piano di decrescita Energetica in 15/ 20 anni
LE AZIONI
2.
A colloquio con Rob Hopkins 21/02/2014
Rob Hopkins è tra i fondatori del movimento Transition Town e del Network che supporta le comunità in un percorso per aumentare la propria resilienza attraverso un ampio range di azioni proposte dai cittadini. È autore di pubblicazioni e libri quali The Transition Handbook, The Transition Companion e The Power of Just Doing Stuff: How Local Action Can Change the World. Hopkins sostiene fortemente l’importanza delle economie locali ed è fautore di un “ottimismo impegnato” in risposta alle attuali sfide globali. Le sue idee gli sono valse un Ph.D all’Università di Plymouth e un Honorary Doctorate presso l’Università del West of England. Il quotidiano inglese “The Indipendent” ha inserito Hopkins nella classifica delle 100 personalità inglesi che si sono distinte per meriti ambientalisti. Hopkins è stato inoltre nominato Ashoka Fellow nel 2008. Scrive di transizione e altre sfide nel suo blog: http://www.transitionnetwork.org/blogs/rob-hopkins.
COMUNITA’ RESILIENTI
Lecture di Rob Hopkins
Giovedì 13 Marzo ore 15.30 - Centro Congressi Fondazione Cariplo - Via Romagnosi, 8 – Milano
I “principi base” delle
Smart Cities e Transition Towns
derivano da quelli già enunciati
nella Carta di Aalborg (’94)
Conferenza Mondiale sull‛ambiente e sullo sviluppo (1992, Rio De Janeiro) cinque differenti documenti,
AGENDA 21 LOCALE DICHIARAZIONE DI RIO
CONVENZIONE SULLA BIODIVERSITÀ
CONVENZIONE SUL CLIMA
DICHIARAZIONE SULLE FORESTE
AGENDA 21 LOCALE
Le fasi di A21L:
• elaborazione di una filosofia
condivisa della sostenibilità
della specifica realtà locale;
• identificazione delle criticità
ambientali locali e delle loro
cause;
• individuazione delle diverse
opzioni d‛intervento e dei
target specifici d‛intervento;