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IL LIBRO DI ITALO CALVINO: IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI LA TAVERNA DEI DESTINI INCROCIATI Einaudi, 1973 Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI” UN LIBRO: DUE RACCONTI TRA CRUCIVERBA E LABIRINTO

Presentazione del libro: "Il castello dei destini incrociati" di Italo Calvino al Complexity Literacy Meeting 2015

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IL LIBRO

DI

ITALO CALVINO:

IL CASTELLO DEI DESTINI

INCROCIATI

LA TAVERNA DEI DESTINI

INCROCIATI

Einaudi, 1973

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

UN LIBRO: DUE RACCONTI TRA CRUCIVERBA E LABIRINTO

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Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

L’IDEAZIONE: LE POTENZIALITA’ IMPLICITE E IL CAMPO DI ANALOGIE

«Nell’ideazione di un racconto la prima cosa che mi

viene in mente è un’immagine che per qualche

ragione mi si presenta come carica di significato.

Appena l’immagine è diventata abbastanza netta

nella mia mente, mi metto a svilupparla in una

storia, o meglio, sono le immagini stesse che

sviluppano le loro potenzialità implicite, il racconto

che esse portano dentro di sé.

Attorno a ogni immagine ne nascono delle altre, si

forma un campo di analogie, di simmetrie, di

contrapposizioni»

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IL CONTESTO: LA LETTERATURA COMBINATORIA

L’Oulipo

In Francia nel 1960 Queneau aveva fondato, insieme ad altri

intellettuali, l’organismo di ricerca sperimentale OuLiPo (Ouvroir

de Littérature Potentielle), al quale avrebbero poi aderito Perec e

Calvino.

È da questo gruppo di matematici con passioni letterarie e uomini

di lettere con l'amore per i numeri che il fantasma della

combinatoria ha cominciato ad aggirarsi nel mondo letterario. (http://www.fisicamente.net/)

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L’EFFETTO: LA CRESCITA ESPONENZIALE

«Le storie nascono da

«un numero finito di elementi le cui combinazioni si

moltiplicano a miliardo di miliardi.»

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IL RISCHIO: IL LABIRINTO DA CUI DOVER USCIRE

“Un Oulipiano è un topo che costruisce il labirinto

da cui si propone di uscire più tardi”

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L’INNESCO: I TAROCCHI COME MACCHINA NARRATIVA COMBINATORIA

«L’idea di adoperare i tarocchi come una macchina

narrativa combinatoria mi è venuta da Paolo Fabbri

(«Seminario internazionale sulle strutture del

racconto» del luglio 1968)

(…) Ma non posso dire che il mio lavoro si valga

dell’apporto metodologico di queste ricerche. Di

esse ho ritenuto soprattutto l’idea che il significato

d’ogni singola carta dipende dal posto che essa ha

nella successione di carte che la precedono e la

seguono; partendo da questa idea, mi sono mosso

in maniera autonoma, secondo le esigenze interne

al mio testo»

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«Mi sono applicato soprattutto a guardare i tarocchi

con attenzione, con l’occhio di chi non sa cosa

siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a

interpretarli secondo un’iconologia immaginaria.

Ho cominciato con i tarocchi di Marsiglia, cercando

di disporli in modo che si presentassero come

scene successive di un racconto pittografico.»

IL PRIMO RACCONTO: GUARDARE CON L’OCCHIO DI CHI NON SA

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«Quando le carte affiancate a caso mi davano una

storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a

scriverla; accumulai così parecchio materiale;

posso dire che gran parte della Taverna dei destini

incrociati è stata scritta in questa fase»

IL PRIMO METODO: SEGUIRE IL SENSO DI OGNI STORIA

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«ma non riuscivo a disporre le carte in un ordine

che contenesse e comandasse la pluralità dei

racconti; cambiavo continuamente le regole del

gioco, la struttura generale, le soluzioni narrative»

IL PRIMO RISULTATO: LA MANCANZA DI UN ORDINE GENERALE

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«. Stavo per arrendermi, quando l'editore Franco

Maria Ricci m'invitò a scrivere un testo per il

volume sui tarocchi viscontei. Dapprincipio pensavo

d'utilizzare le pagine che avevo già scritto, ma mi

resi conto subito che il mondo delle miniature

quattrocentesche era completamente diverso da

quello delle stampe popolari marsigliesi.»

LA COINCIDENZA

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«Il riferimento letterario che mi veniva spontaneo

era l’Orlando Furioso: anche se le miniature di

Bonifacio Bembo precedevano di quasi un secolo il

poema di Ludovico Ariosto, esse potevano ben

rappresentare il mondo visuale nel quale la fantasia

ariostesca s’era formata»

IL SECONDO RACCONTO: GUARDARE CON L’OCCHIO DI CHI SA

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

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«Provai subito a comporre con i tarocchi viscontei

sequenze ispirate all’Orlando Furioso; mi fu facile

così costruire l’incrocio centrale dei racconti del mio

«quadrato magico». Intorno, bastava lasciare che

prendessero forma altre storie che s’incrociavano

tra loro, e ottenni così una specie di cruciverba fatto

di figure anziché di lettere, in cui per di più ogni

sequenza si può leggere nei due sensi.»

IL SECONDO METODO: COSTRUIRE IL CONTENITORE

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IL SECONDO RISULTATO: UN CRUCIVERBA DI STORIE

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«Nel giro d’una settimana, il testo del Castello dei

destini incrociati (non più La taverna) era pronto per

essere pubblicato nella lussuosa edizione alla

quale era destinato»

IL CASTELLO DEI DESTINI

INCROCIATI

pubblicato nel 1969 nel volume

"Tarocchi - Il mazzo visconteo di

Bergamo e New York" per Franco

Maria Ricci Editore

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LA RIPRESA DEL PRIMO RACCONTO: SCHEMI DENTRO SCHEMI

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

«Per prima cosa dovevo costruire anche con i

tarocchi di Marsiglia quella specie di «contenitore»

dei racconti incrociati che avevo messo insieme coi

tarocchi viscontei.

Ed era quest’operazione che non mi riusciva (…)

Non riuscivo a farle entrare in uno schema unitario,

e più ci studiavo più complicata si faceva ogni

storia (…). Così passavo giornate a scomporre e

ricomporre il mio puzzle, escogitavo nuove regole

del gioco, tracciavo centinaia di schemi (…) e gli

schemi diventavano così complicati che mi ci

perdevo io stesso»

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LA RETE E’ UNO SCHEMA?

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

«Per uscire dall’impasse lasciavo perdere gli schemi e mi

rimettevo a scrivere le storie che già avevano preso forma, senza

preoccuparmi se avrebbero o no trovato un posto nella rete delle

altre storie, ma sentivo che il gioco aveva senso solo se impostato

secondo certe ferree regole; ci voleva una necessità generale di

costruzione che condizionasse l'incastro d'ogni storia nell'altra, se

no tutto era gratuito»

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LA VERTIGINE DEI GRANDI NUMERI

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«A più riprese, a intervalli più o meno lunghi, in questi ultimi anni,

mi cacciavo in questo labirinto che subito m’assorbiva

completamente. Stavo diventando matto? Era l’influsso maligno di

queste figure misteriose che non si lasciavano manipolare

impunemente? O era la vertigine dei grandi numeri che si

sprigiona da tutte le operazioni combinatorie?»

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L’USCITA DAL LABIRINTO

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

«Se mi decido a pubblicare La taverna dei destini incrociati è

soprattutto per liberarmene. Ancora adesso, col libro in bozze,

continuo a rimetterci le mani, a smontarlo, a riscriverlo. Solo

quando il volume sarà stampato ne resterò fuori una volta per

tutte, spero.»

IL CASTELLO DEI DESTINI

INCROCIATI

ripubblicato nel 1973 in un'edizione

che contiene anche il successivo

romanzo breve "La taverna dei

destini incrociati".

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CONCLUSIONE?

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

«Lasciatemi così. Ho fatto tutto il giro e ho

capito. Il mondo si legge all'incontrario. Tutto è

chiaro».

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SPUNTI DI RIFLESSIONE PER IL COMPLEXITY MANAGEMENT: ORDINE O CAOS?

Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

PREMESSO CHE:

(Anche se non è sensato) cerchiamo un ordine nel mondo che ne dia

un senso

COME POSSIAMO FARE LA NOSTRA RICERCA?

1. Cercando qual è il limite tra vincoli e possibilità

2. Distinguendo tra «exploration» ed «exploitation»: guardare con gli

occhi di chi non sa oppure con gli occhi di chi sa?

3. Lasciando che gli elementi che osserviamo sviluppino le loro

potenzialità implicite e che generino un campo di analogie e di

simmetrie

4. Riconoscendo gli schemi che emergono e le possibili ricorrenze

5. E se gli schemi fossero reti dentro reti, li sapremmo riconoscere?

6. Comprendendo (prima di perdersi definitivamente…) se il percorso è

convergente o divergente

7. Lasciandoci stupire dall’imprevedibile che comunque sovverte le

nostre intenzioni

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Marinella De Simone - CMLM 2015 “ IL CASTELLO DEI DESTINI INCROCIATI”

GRAZIE!

Marinella De Simone

Complexity Institute

www.complexityinstitute.it

[email protected]

[email protected]

«questo quadrilatero di carte che continuo

a disporre sul tavolo tentando sempre

nuovi accostamenti non riguarda me o

qualcuno o qualcosa in particolare, ma il

sistema di tutti i destini possibili, di tutti i

passati e i futuri, è un pozzo che contiene

tutte le storie dal principio alla fine tutte in

una volta”.

Nel gioco tra ordine e disordine, tra caos e

prevedibilità, è la vita disordinata ad avere il

sopravvento