10
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 5 S&C (Ita) n.17, Luglio-Settembre 2016, pp. 5-10 È difficile riassumere in poche righe quella che in un libro del 2007 abbiamo definito La meravigliosa avventura del- la Pesistica italiana. Cominciamo ricordando che il primo campionato nazionale di sollevamento pesi si disput nel- la palestra del Club Atletico Milanese il 2 maggio 1897, ma la Federazione Atletica Italiana fu fondata a Milano il 18 gennaio 1902 dal marchese Luigi Monticelli Obizzi. La FAI, che agli esordi gestiva la lotta greco-romana e il sollevamento pesi, conquist il primo successo interna- zionale 110 anni fa, ai cosiddetti “Giochi intermedi” di- sputati ad Atene nel 1906. Fu il friulano Tullio Camillotti a classificarsi 2° nella gara di sollevamento pesi con un braccio. Partecipammo per la prima volta alle Olimpiadi nel 1920 ad Anversa, vincendo una medaglia d’oro nei massimi con Filippo Bottino e una d’argento nei medi con Pietro Bianchi. Quattro anni dopo la pesistica italiana colse a Parigi il più bel successo della sua storia, conquistando 3 medaglie d’oro: nei piuma con Pierino Gabetti, nei medi con Carlo Galimberti e nei massimi con Giuseppe Tonani. La Nazionale esordì il 6 novembre 1921 al Veloce Club di Milano, sconfitta dalla Svizzera, che poi battemmo 3 volte: nel 1926 a Genova, nel 1938 a Ginevra e nel 1942 a Pavia. Nel 1935 a Parigi fummo superati dalla Francia. Dobbiamo precisare che, all’epoca, la vittoria non veniva assegnata tenendo conto dei confronti tra gli atleti, ma sommando i kg sollevati da ciascuno di loro. Torniamo ai campionati italiani per osservare che fino al 1906 si disputarono in categoria unica e l’atleta più de- corato fu il pavese Enrico Scuri, che si aggiudic 5 titoli. Nel 1907 vennero introdotte 3 categorie (minimi fino a 70 kg, medi fino a 80 kg, massimi oltre 80 kg) e un giro- ne “assoluto” cui prendevano parte i primi 3 classificati in ogni categoria. Si procedette così fino al 1921, anno in cui le categorie passarono a 5: piuma fino a 60 kg, S&C reve storia della pesistica italiana Livio Toschi B LIVIO TOSCHI architetto, sinteressa anche dimpianti sportivi e di storia dello sport. È consulente storico e artistico della Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali, della Federazione Italiana Pesistica, della Federazione Sammarinese Lotta Pesi Judo, nonché dellEuropean Weightlifting Federation. Docente di Storia alla Scuola Nazionale FIJLKAM e alla Scuola Nazionale Sammarinese di Judo. Nel campo dello sport ha scritto 15 libri e innumerevoli articoli; ha inoltre organizzato svariate mostre sullo sport nellarte. Enrico Scuri, il primo campione italiano. Si classific terzo al mondiale di Milano nel 1899, quando la FAI non era ancora nata.

Pagine da Strength and Conditioning 17

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Pagine da Strength and Conditioning 17

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 5

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

5-1

0

È difficile riassumere in poche righe quella che in un libro del 2007 abbiamo definito La meravigliosa avventura del-la Pesistica italiana. Cominciamo ricordando che il primo campionato nazionale di sollevamento pesi si disputo nel-la palestra del Club Atletico Milanese il 2 maggio 1897, ma la Federazione Atletica Italiana fu fondata a Milano il 18 gennaio 1902 dal marchese Luigi Monticelli Obizzi. La FAI, che agli esordi gestiva la lotta greco-romana e il sollevamento pesi, conquisto il primo successo interna-zionale 110 anni fa, ai cosiddetti “Giochi intermedi” di-sputati ad Atene nel 1906. Fu il friulano Tullio Camillotti a classificarsi 2° nella gara di sollevamento pesi con un braccio.Partecipammo per la prima volta alle Olimpiadi nel 1920 ad Anversa, vincendo una medaglia d’oro nei massimi con Filippo Bottino e una d’argento nei medi con Pietro Bianchi. Quattro anni dopo la pesistica italiana colse a Parigi il più bel successo della sua storia, conquistando 3 medaglie d’oro: nei piuma con Pierino Gabetti, nei medi con Carlo Galimberti e nei massimi con Giuseppe Tonani.La Nazionale esordì il 6 novembre 1921 al Veloce Club di Milano, sconfitta dalla Svizzera, che poi battemmo 3 volte: nel 1926 a Genova, nel 1938 a Ginevra e nel 1942 a Pavia. Nel 1935 a Parigi fummo superati dalla Francia. Dobbiamo precisare che, all’epoca, la vittoria non veniva assegnata tenendo conto dei confronti tra gli atleti, ma sommando i kg sollevati da ciascuno di loro.Torniamo ai campionati italiani per osservare che fino al 1906 si disputarono in categoria unica e l’atleta più de-corato fu il pavese Enrico Scuri, che si aggiudico 5 titoli. Nel 1907 vennero introdotte 3 categorie (minimi fino a 70 kg, medi fino a 80 kg, massimi oltre 80 kg) e un giro-ne “assoluto” cui prendevano parte i primi 3 classificati in ogni categoria. Si procedette così fino al 1921, anno in cui le categorie passarono a 5: piuma fino a 60 kg,

S&C

reve storia della pesistica italiana

Livio Toschi

BLIVIO TOSCHIarchitetto, s’interessa anche d’impianti sportivi e di storia dello sport.È consulente storico e artistico della Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali, della Federazione Italiana Pesistica, della Federazione Sammarinese Lotta Pesi Judo, nonché dell’European Weightlifting Federation. Docente di Storia alla Scuola Nazionale FIJLKAM e alla Scuola Nazionale Sammarinese di Judo.Nel campo dello sport ha scritto 15 libri e innumerevoli articoli; ha inoltre organizzato svariate mostre sullo sport nell’arte.

Enrico Scuri, il primo campione italiano. Si classifico terzo al mondiale di Milano nel 1899, quando la FAI non era ancora nata.

Page 2: Pagine da Strength and Conditioning 17

S&C

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 11

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

11

-15

Il punto di vista e l’approccio innovativo di un fisico di fama, per comprendere la complessità e per studiarla in diversi fenomeni caratteristici della società moderna. Ed anche nello sport.

5. APPROFONDIRE LA COMPLESSITÀ ED ARRIVARE ALLO SPORT5.1 Dove si vede che la complessità è davanti ai nostri occhi. Possiamo un po’ approfondire i con-cetti di complessita, perché la complessita è una scienza relativamente recente. Alcune cose com-plesse sono sotto i nostri occhi da sempre: per esempio, a nessuno puo sfuggire che la struttura di un albero sia una tipica struttura complessa, nessuna figura geometrica semplice riproduce ne-anche lontanamente un albero; invece, una strut-tura frattale, tipicamente complessa, le si avvici-na molto. Perché, avendo gli alberi sotto gli occhi da sempre, non li abbiamo considerati nella loro problematica scientifica? Perché ci mancavano i concetti matematici per definirli in modo scientifi-co. La natura crea sempre strutture complesse; ad esempio, in fisiologia ha creato la struttura dei nostri polmoni, in cui l’ossigeno vi entra, con un volume di circa 5 litri/min, il quale pero si deve

spalmare sugli alveoli polmonari, ovvero su una superficie enorme, per cui la superficie polmo-nare dove avviene lo scambio sangue-ossigeno è davvero assai grande: grande come due campi da tennis. Se noi avessimo soltanto un palloncino, la superficie disponibile sarebbe forse di mezzo me-tro quadrato e non scambieremmo granché. Inve-ce, l’aria entra dentro i nostri polmoni, va in tutti gli anfratti degli alveoli, la cui superficie effettiva è grandissima, con la conseguenza di poter dispor-re di un’area assai estesa per lo scambio neces-sario. Possiamo percio affermare che la fisiologia ha creato una geometria che dispone di un pic-colo volume di 5 litri, che si distribuisce su una grandissima superficie, appunto una equivalente, per dimensioni, a due campi da tennis. Tornando all’esempio dell’albero, che è stato ed è sempre sotto i nostri occhi, possiamo affermare che fin-ché non è stato sviluppato il concetto di dimen-sione frattale da diversi Autori (un concetto che

STRAPPO E SLANCIO | PESISTICA PARALIMPICA | KETTLEBELL | ALLENAMENTO IN SOSPENSIONE | ESERCIZI IN SALA PESI | LA RIATLETIZZAZIONE | VALUTAZIONE E ALLENAMENTO NELLE MALATTIE METABOLICHE | STRUMENTI PER IL DEFATICAMENTO |

PROGRAMMAZIONE DELL’ALLENAMENTO | VALUTAZIONE FUNZIONALE NELL’ALLENAMENTO CON I SOVRACCARICHI |RIEQUILIBRIO MUSCOLARE E POSTURALE | SPORT&HEALTH | FUNCTIONAL STRENGTH |

MAIL: [email protected] | [email protected] | [email protected] WEB: www.strengthacademy.it | INFO : 06.8797.3013 | 3014 | 3015

CORSI DI SPECIALIZZAZIONE

Luciano Pietronero

LUCIANO PIETRONEROFisico, Professore di Teoria della Struttura della Materia nell’Università degli Studi La Sapienza di Roma.Campi di attività: Teoria della Struttura della Materia, Superconduttività, Fisica Statistica,Fisica dei Sistemi Complessi, Complessità Economica.Nel 2004, ha fondato l’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR (200 persone), che ha diretto fino al 2014.Nel 2008, ha ricevuto il Premio Fermi, il principale riconoscimento della Società Italiana di Fisica. Recentemente ha sviluppato il tema di Economic Complexity che consiste in un approccio radicalmente nuovo e il più possibile scientifico all’economia fondamentale.Recentemente la World Bank, il cui compito dichiarato è di eliminare la povertà dal mondo entro il 2030,ha deciso di adottare questi nuovi metodi per i suoi studi sulle strategie per il successo industriale ed economico dei Paesi in via di sviluppo.

A COMPLESSITÀ E LA MANIERA DI STUDIARLAE DI RICAVARNEUTILI INFORMAZIONI

L SECONDA PARTE

SECONDA PARTEAl Prof. Pietronero, la Redazione di S&C ha rivolto una serie di domande delle quali egli ha preso buona nota e alle quali egli ha puntualmente risposto, in una prima

parte (cfr. Strength & Conditioning. Per una Scienza del movimento dell’uomo, Anno V, n.16, aprile-giugno 2016, pp. 5-8). Riportiamo in questo numero il testo della

seconda parte, con modifiche minimali, del discorso fatto, nel corso di un incontro con diversi partecipanti nel Dipartimento di Fisica, dal Prof. Pietronero. Abbiamo, come il Lettore vedra, preferito conservare, anche per questa seconda parte, il carattere dell’immediatezza e della vivacita che hanno caratterizzato l’intervista e l’incontro.

Page 3: Pagine da Strength and Conditioning 17

S&C

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 17

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.1

7-2

0

INTRODUZIONE

Dall’analisi degli studi epidemiologici nell’am-bito degli infortuni sportivi, emerge costante-mente come le lesioni degli ischiocrurali siano una delle cause prevalenti di assenza dall’atti-vita sportiva (Orchard, 2001; Ekstrand e coll., 2012; Eirale e coll., 2013). È comunque diffi-cile quantificare la reale incidenza delle lesioni dei flessori in ciascuno sport a causa delle dif-ferenti definizioni utilizzate nei vari studi. Sem-brerebbe quindi universalmente riconosciuto che le lesioni degli ischiocrurali rappresentino una parte sostanziale di tutte le lesioni acute nello sportivo, con una percentuale compresa

tra il 6 e il 25% a seconda dello sport conside-rato (Heiderscheit e coll., 2010). Tra le attivita sportive considerate a rischio, possiamo ricor-dare il football australiano (Orchard e Seward, 2000), il rugby (Brooks e coll., 2006), ed il cal-cio (Woods e coll., 2004). Nel football austra-liano, le lesioni agli hamstring rappresentano il 16% di tutte le lesioni muscolari, nel basket il 6%, nel cricket l’11%, nel calcio il 12% e nel rugby dal 6 al 15% (Orchard e coll., 2002; Me-euwisse e coll., 2003; Brooks e coll., 2005a; 2005b). Nel football australiano, le lesioni degli hamstring sono responsabili del 20% di tutte le competizioni perse a causa d’incidente mu-scolare (Orchard e Verral 2000).

THE STRENGTHOF YOUNG GRADUATES

Bisciotti GN.1, Rizzi M2

1. Lead Physiologist Qatar Orthopedic and Sport Medicine Hospital, FIFA Center of Excellence, Doha. 2. Ideatore Powersprint

GIAN NICOLA BISCIOTTI Physiologist Lead c/o Qatar Orthopaedic and Sport Medicine Hospital, FIFA Center, Doha (Q).

A SPECIFICITÀ DEI PROGRAMMI RIABILITATIVI COME MEZZO DI RIDUZIONE DI RECIDIVA LESIONALE

L

MIRKO RIZZIMilanese di nascita, è tecnico di laboratorio presso il Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale.Da 15 anni, Preparatore Atletico di squadre come Pergocrema Cremonese e Novara.

Page 4: Pagine da Strength and Conditioning 17

S&C

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 21

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

21

-27In un precedente articolo riguardante la possibili-

ta di prolungare il carico sul tratto lombare della colonna, caratteristica della tirata russa, sono state sollevate alcune questioni. Ci si chiedeva, tra l’altro, se le tecniche di allenamento e del sol-levamento pesi, che erano il prodotto della ricerca in un’epoca in cui veniva attuato un potenziamen-to speciale, avessero bisogno di essere riviste alla luce degli attuali protocolli per l’esecuzione dei test.Inoltre, ci si poneva la domanda se la metodica della tirata asiatica, caratterizzata da uno spo-stamento eccessivamente ampio delle articola-zioni delle spalle e da un notevole e prematuro

sollevamento sulle punte dei piedi nella fase della tirata, non rappresentasse un errore significativo della tecnica.Con tutta probabilita, la carenza più significativa nelle nostre conoscenze sul sollevamento pesi, soprattutto per quel che riguarda la nostra ac-cettazione del protocollo della tirata russa, è rappresentata dal ruolo assegnato alla funzione di leva svolta dai piedi e alla muscolatura della ca-viglia. Questo non sorprende, poiché il ruolo com-binato del piede, dell’articolazione della caviglia e della connessione delle strutture muscolari, ten-dinee e legamentose è uno degli aspetti (o forse l’aspetto) meno compresi della pesistica.

Sportivnypress.com©

“L’arco del piede è collegato da legamenti elastici in grado di immagazzinare energia elastica quando vengono deformati, per poi riutilizzarla successivamente come lavoro meccanico”

(Alexander, 1988).

a caviglia e la tirata secondo lo stile asiatico

Andrew Charniga, Jr.

L

ANDREW “BUD” CHARNIGAScienziato delsollevamento pesi e allenatore. Laurea in Scienze Motorie allaEastern MichiganUniversity (USA) eMaster in Kinesioterapia allaUniversità di Toledo (SPA). Fondatore, nel1980, di SportivnyPress. Ha editato 15 libri tradotti dal russo e molte decine di articolisull’allenamento nel sollevamento pesi, sullabiomeccanica, sulrecupero, ecc.

Page 5: Pagine da Strength and Conditioning 17

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 29

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

29

-34

S&C

Guarda la vetrina dei prodotti FIPE FITNESS e acquistali online.

Scopri come sul sito federpesistica.it nella pagina dedicata.

UNITI DALLA PASSIONE www.federpesistica.it

INTRODUZIONEOgni esercizio di pesistica puo essere descritto in base a quattro fasi principali di movimento (16): (a) posizione di parten-za, (b) tirata (accelerazione), (c) turno-ver, (d) incastro e recupero della posizio-ne eretta. La tirata è una delle fasi più importanti per ottenere un buon solle-vamento e svolge un ruolo centrale nel sollevamento di carichi pesanti. L’esecu-zione tecnica dipende sia dalla distribu-zione dell’accelerazione lungo la distanza di propulsione che dall’entita dell’accele-razione (10). Entrambe le caratteristiche contribuiscono alla velocita del bilanciere alla fine della fase di accelerazione. Ri-spetto al processo di accelerazione, del-la velocita e del movimento del corpo dei pesisti, la tirata puo essere suddivisa a

sua volta in tre fasi distinte: (b1) prima tirata, (b2) transizione e (b3) e seconda tirata (4,5,7,16). Un’esecuzione della fase di accelerazione senza alcuna diminuzio-ne della velocita durante la transizione è considerata la tecnica migliore e più effi-ciente (9,16). La perdita della velocita verticale del bi-lanciere durante la fase di transizione determina un’ampia estensione delle gi-nocchia o una velocita eccessiva del bi-lanciere alla fine della prima tirata (2,4). L’elevata velocita del bilanciere porta a una riduzione della velocita, persino quando le ginocchia non sono molto este-se, poiché l’atleta non riesce, nella fase di transizione, a riallineare il corpo ab-bastanza rapidamente da produrre una forza attiva sul bilanciere.

INGO SANDAUÈ assistente alla ricerca nel Gruppo di ricerca sul sollevamento pesi all’Istituto per la scienza applicata all’allenamento di Lipsia, in Germania. Possiede una laurea specialistica (Master’s Degree) in Scienze dello sport e lavora sin dal 2010 nel campo della pesistica e dell’allenamento della forza. È dottorando nel campo della biomeccanica sportiva all’Università di Lipsia. È allenatore di livello A nel sollevamento pesi e allenamento della forza, insegnante per la formazione degli allenatori del sollevamento pesi e capo della formazione della Federazione di pesistica della Bassa Sassonia.

Ingo Sandau1, Jürgen Lippmann1, Ilka SeidelIstituto per la scienza applicata all’allenamento di Lipsia, Germania, Dipartimento degli sport orientati alla forza

e degli sport tecnico acrobatici, 1.Gruppo di ricerca sul sollevamento pesi, Lipsia, Germania

ECNICA DELLO STRAPPO NELLA PESISTICA MASCHILE DI LIVELLO INTERNAZIONALE: UN’ANALISI A LUNGO TERMINE

T

Indirizzo per la corrispondenza:Ingo SandauIstituto per la scienza applicata all’allenamentoDipartimento degli sport orientati alla forza e degli sport tecnico-acrobaticiGruppo di ricerca sul sollevamento pesiLipsia, GermaniaEmail: [email protected]: +49 0341 4945 317Fax +49 0341 4945 400

Page 6: Pagine da Strength and Conditioning 17

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 53

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

53

-63

re-correre i tempi Dalla teoria delle idee all’esercizio dei movimenti.

SECONDA PARTEP

S&C

Alberto Andorlini

ALBERTO ANDORLINIDopo una lunga esperienza come Insegnante di Educazione Fisica, è oggi Preparatore Atletico e Riabilitatore. La sua attività si lega da sempre all’interesse per l’evoluzione del Movimento e per lo sviluppo della Performance. Ha lavorato per A.C. Fiorentina, A.C. Siena, Al Arabi Sports Club, Chelsea f.C. e Nazionale femminile Calcio in qualità di Terapista e Preparatore Atletico.Attualmente è Riabilitatore presso l’U.S.Palermo.Collabora con il Training Lab di Firenze e svolge attività didattica nel corso di Laurea in Scienza e Tecnica dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattative dell’Università di Firenze.

Alberto Andorlini

continua a collaborare

con S&C, con una

nuova originale serie di

articoli sul movimento e

sull’allenamento

QUINTA PARTE

formazioneo n l i n e

NOVITA’

[email protected] 06.8797-3013

Page 7: Pagine da Strength and Conditioning 17

S&C

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 65

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

65

-74

Gli esercizi di squat, panca e stacco da terra co-stituiscono, insieme agli esercizi della pesistica olimpica (slancio e strappo), le fondamenta di un buon programma di allenamento con i sovraccari-chi, qualunque sia il vostro obiettivo.Riuscire ad impostare le sedute di allenamento e somministrare in modo adeguato volume ed inten-sita in ognuno di questi esercizi, conoscere le pro-blematiche e le criticita inerenti alla loro tecnica esecutiva, saper correggere i difetti e sviluppare “un occhio” critico all’alzata ed al suo approccio, fa la differenza tra un buon allenatore/personal trainer ed un semplice appassionato di pesi.

L’utilizzo in modo specifico di movimenti multiar-ticolari complessi risulta, nell’allenamento mo-derno, la chiave di volta per l’aumento di forza, sviluppo delle abilita di base e massa muscolare; più muscoli utilizzate in un esercizio, più coordi-nazione richiedete alle catene cinetiche coinvolte

in un movimento, maggiori saranno le secrezioni ormonali corrispondenti e le unita motorie che an-drete a reclutare con un unico gesto.

Riteniamo che l’insegnamento dei tre “big” non debba essere precluso a nessuno, ma le difficolta cui un personal trainer si trova di fronte nel mo-mento in cui gli stessi vengono insegnati ad una eterogeneita di soggetti, non sono le stesse a cui ci si trova di fronte quando alleniamo un atleta agonista.

L’obiettivo di questo articolo nasce proprio dalla considerazione che la maggior parte della lettera-tura disponibile in materia è orientata all’insegna-mento degli esercizi multiarticolari, considerando le problematiche tipiche dell’atleta agonista come trasmutabili anche in contesti diversi, mentre la pratica giornaliera sul campo ci avvisa che non è proprio così.

ALLENAMENTO

S&C

Enrico Bomboletti, Valerio Vaccaro

ENRICO BOMBOLETTIPersonal trainer FIPE 2° livello.Atleta e allenatore di powerlifting.Preparatore atletico.Presenter FIPE (Convention 2015).

VALERIO VACCAROLaureato in Scienze Motorie, tecnico di 2° livello FIPE e docente per i corsi FIPE.Atleta FIPE e tre volte Campione Nazionale di distensione su panca.Lavora a Roma come Personal trainer e Preparatore atletico di diverse discipline: beach volley, pallavolo, rugby, tuffi .

Panca piana

Inquadra il QR-code per vedere i videodegli eserciziproposti in questo articolo.

L’INSEGNAMENTO DELLA PANCA PIANA NEL NON AGONISTA

SCARPE AdidASdA SOLLEVAMENTO PESi

Chiedi le condizioni speciali per gli affiliati FIPE

Per avere solide basi nei tuoi esercizi, indossa le scarpe da sollevamento pesi adidas. La suola rigida impedisce la torsione della caviglia, la robustezza e il fondo piatto permettono di imprimere più forza durante l’esercizio.

Via Marco Aurelio, 3520127 MilanoItalia

Tel.: 02 26145255 Fax: 02 2613232

[email protected]

www.yourcompany.com

POWER PERFECT II ADIPOWER WEIGHTLIFT POWER LIFT II

Page 8: Pagine da Strength and Conditioning 17

S&C

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 81

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

81

-88

IntroduzioneLa sfida con cui dobbiamo confrontarci quando ci occupiamo di Educazione, e di Educazione del cor-po in particolare, è assicurare alle persone che prepariamo la salute lungo tutto l’arco della vita. Cio sia in considerazione dei dati allarmanti sull’in-cremento delle malattie in eta adulta, i cui fat-tori di rischio provengono da stili di vita dannosi gia a partire dall’eta pediatrica (ad es. assenza di movimento, alimentazione scorretta), sia in considerazione dell’habitat in cui viviamo e del-le condizioni ambientali, ecologiche e strutturali che non contrastano sufficientemente i compor-tamenti sedentari, anzi li inducono e li favoriscono

(Veitch et al., 2007). Altri fattori legati a influen-ze socioculturali, che stimolano l’abitudine a fare uso delle tecnologie informatiche, invece che della pratica di attivita di gioco, libera o strutturata, in ambiente naturale o sportivo, condizionano lo stile di vita degli adolescenti e indirizzano le scelte degli adulti nei confronti dei bambini (Pesce et al., 2015b).

Durante gli anni di insegnamento di Educazione Fi-sica nelle Scuole medie superiori e di Ginnastica Ritmica nella Facolta di Scienze Motorie, nostro malgrado, abbiamo avuto modo di constatare, sia

ALLENATORE PERSONAL TRAINERCORSO DI 1° LIVELLO

CORSO DI 2° LIVELLO

CORSO DI 3°LIVELLO

ISTRUTTORE PERSONAL TRAINER SENIOR

PERSONAL TRAINER MASTER SPORT SPECIALIST

MAIL: [email protected] | [email protected] | [email protected] | WEB: www.strengthacademy.it I INFO : 06.8797.3013 | 3014 | 3015

CORSI DI QUALIFICA GiocosaMenteIN QUESTO NUMERO:

ALLENIAMO OGGI, GUARDANDO AL DOMANI.Strategie didattiche per un’attività ludico-motoria di qualità.

Claudia Crova, Rosalba Marchetti

CLAUDIA CROVADiplomata all’ISEF di Roma. Laureata in Scienze Motorie e in Scienze dell’Educazione e della Formazione all’Università “La Sapienza” - Roma, è Dottore di ricerca in “Scienze dello Sport, dell’esercizio fisico e dell’ergonomia” all’Università degli Studi di Roma - Foro Italico. Dagli anni ’80 si occupa dell’insegnamento della Ginnastica Ritmica.

ROSALBA MARCHETTI Psicologa e psicoterapeuta, ha dedicato la vita al movimento e allo sport da atleta, da insegnante di Educazione fisica e da coordinatore del Servizio di Educazione Fisica di Roma (MIUR). Diplomata all’ISEF di Bologna, è specializzata in Psicocinetica, laureata in Pedagogia presso l’Università degli Studi di Bologna e in Scienze motorie presso lo IUSM, è dottore di ricerca in “Scienze dello Sport, dell’esercizio fisico e dell’ergonomia”.

Page 9: Pagine da Strength and Conditioning 17

S&C

STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno V - Numero 17 / Luglio-Settembre 2016 89

S&

C (It

a) n

.17,

Lugl

io-S

ette

mbr

e 2

01

6,

pp.

89

-90

Quando incontri i dirigenti sportivi e si discute di forme costitutive di sodalizi sportivi, le opzioni sul tavolo sono sempre e solo due: rimango asso-ciazione o mi trasformo in societa sportiva dilet-tantistica a responsabilita limitata? Tale limitata scelta sembrava avesse trovato consenziente an-che il legislatore. Infatti, la finanziaria del 2003 (legge 289/02), nel recare nel suo art. 90 “dispo-sizioni per l’attivita sportiva dilettantistica” ave-va, al comma 17, indicato le forme costitutive del-le associazioni e societa sportive dilettantistiche, identificandole esclusivamente con le associazioni, riconosciute e non, di cui al primo libro del codice civile, e le societa di capitali. Aveva completamen-te omesso di citare le cooperative che, per la loro natura, non sembravano, invece, incontrare nes-sun ostacolo ad ottenere detto riconoscimento e che erano (come sono) ricomprese nel medesimo quinto libro del codice civile.

Possibilita, invece, che non avrebbero mai potu-to ottenere, ad esempio, le societa di persone o le societa in accomandita in quanto, la confu-sione tra il patrimonio sociale e quello dei singoli soci o di alcune categorie di essi, impedisce di verificare il rispetto della norma sull’assenza di scopo di lucro. Per mero tuziorismo, preciso che il problema non si pone per le associazioni spor-tive non dotate di personalita giuridica, in quanto

il loro patrimonio è comunque distinto da quello degli associati (tant’è che il creditore del singolo socio non puo rivalersi sul patrimonio sociale). Si arriva, per rimediare alla dimenticanza, alla legge n. 128/2004 (legge di conversione del D.L. 22 marzo 2004, n. 72), che integra le forme co-stitutive delle societa sportive dilettantistiche, introducendo la possibilita di utilizzare anche la forma della societa cooperativa.Si era ritenuto, poi, che il mancato inserimento della cooperazione nello sport nascesse dal fatto che la disciplina codicistica impone la devoluzio-ne ai fini mutualistici dei beni residui in caso di scioglimento, in contrasto con la previsione del comma 18 dell’art. 90 della citata legge 289/02 che, invece, ne impone la destinazione per fina-lita sportive. La tesi, poi, emersa è quella che la norma della finanziaria 2003, essendo norma speciale successiva, fosse in deroga alla previ-sione del codice e, pertanto, legittima e compa-tibile con il quadro della fattispecie delineata dal legislatore.

Analogo ragionamento è stato fatto per l’istituto del ristorno. La sua previsione potrebbe far rite-nere non rispettato il principio del divieto di scopo di lucro anche indiretto. Pertanto si ritiene, e cio appare del tutto legittimo, che nulla osti alla pre-visione di eliminare l’istituto del ristorno.

A COOPERATIVA SPORTIVA: QUESTA SCONOSCIUTA

L

Guido Martinelli

GUIDO MARTINELLIavvocato,consulente dellaFIPE, professoreaggregato dilegislazionesportiva pressol’Università deglistudi di Ferrara,docente nazionaledella ScuolaCentrale dellosport del CONI, è autore di diversepubblicazioni inmateria di dirittosportivo.

Page 10: Pagine da Strength and Conditioning 17

Vis

ita il

nos

tro s

ito

Cosa troverai sul nostro sito:

CATALOGO ON-LINE- Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquistare gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di

ricerca semplice ed intuitivo.

APPROFONDIMENTI- Il sito è inoltre sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfondimento su tutti gli argomenti più interessanti legati

allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento.

NEWSLETTER- Iscrivendoti e dando la preferenza alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo

indirizzo e-mail.

www.calzetti-mariucci.it