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AIAS ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI XXXVIII CONVEGNO NAZIONALE, 9-11 SETTEMBRE 2009, POLITECNICO DI TORINO CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DI NUOVI MATERIALI COMPOSITI “STITCHED/RFI” C. Barile 1 , C. Casavola 1 , C. Pappalettere 1 , F. Tursi 1 M. Raffone 2 , M Riccio 2 1 Politecnico di Bari, Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale, Viale Japigia, 182 70126 Bari, e-mail: [email protected] 2 Alenia Aeronautica S.p.A. Sommario Scopo del presente lavoro è individuare le prestazioni meccaniche di un nuovo materiale composito costituito da fibre lunghe a modulo standard e resina epossidica termoindurente tenacizzata. Tale composito è tessuto con vari layer, ciascuno contenente fasci di fibre paralleli ed affiancati tra loro secondo l’orientazione propria del layer stesso, sovrapposti e tenuti uniti mediante processo di cucitura delle preforme, successivamente impregnate con resina a caldo e sotto pressione (RFI). Al fine di simulare le condizioni di esercizio del materiale è stata condotta una campagna di prove meccaniche a caldo e ad elevata umidità relativa (71°C) per simulare un invecchiamento accelerato del materiale e le condizioni di lavoro delle parti di composito vicine ai motori, a freddo (-54°C) per simulare le condizioni di lavoro in volo, e a temperatura ambiente (23°C). Sono state eseguite diverse tipologie di prova: trazione, trazione open hole e filled hole, compressione, compressione open hole e filled hole, taglio, flessione, bearing con 1 e 2 fastners. Il confronto dei risultati tra le diverse temperature ha evidenziato gli effetti benefici del raffreddamento del materiale a -54°C, rispetto ai test condotti alle altre due temperature di prova ed ha inoltre mostrato che le caratteristiche di resistenza, contrariamente alle aspettative, non hanno risentito dell’aumentare della temperatura per via del comportamento stabile delle fibre di carbonio. L’analisi delle differenti tipologie di prova ha inoltre messo in evidenza che una maggiore percentuale di fibre lungo la direzione di prova conferisce al materiale migliori caratteristiche di resistenza. Parole chiave: caratterizzazione meccanica, materiali compositi “stitched/RFI” 1. INTRODUZIONE La combinazione di bassa densità, basso coefficiente di espansione termica lineare e alti indici di resistenza ed elasticità, ha permesso ai polimeri rinforzati con fibra di carbonio di occupare una posizione di rilievo tra i moderni materiali compositi [1,2]. Il livello di questi parametri infatti, è prevalentemente determinato dalle proprietà meccaniche delle suddette fibre.

CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DI NUOVI MATERIALI COMPOSITI “STITCHED/RFI”

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AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI

XXXVIII CONVEGNO NAZIONALE, 9-11 SETTEMBRE 2009, POLITECNICO DI TORINO

CARATTERIZZAZIONE MECCANICA DI NUOVI MATERIALI

COMPOSITI “STITCHED/RFI”

C. Barile1, C. Casavola

1, C. Pappalettere

1, F. Tursi

1

M. Raffone2, M Riccio

2

1Politecnico di Bari, Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Gestionale,

Viale Japigia, 182 – 70126 Bari, e-mail: [email protected] 2Alenia Aeronautica S.p.A.

Sommario Scopo del presente lavoro è individuare le prestazioni meccaniche di un nuovo materiale

composito costituito da fibre lunghe a modulo standard e resina epossidica termoindurente

tenacizzata. Tale composito è tessuto con vari layer, ciascuno contenente fasci di fibre

paralleli ed affiancati tra loro secondo l’orientazione propria del layer stesso, sovrapposti e

tenuti uniti mediante processo di cucitura delle preforme, successivamente impregnate con

resina a caldo e sotto pressione (RFI). Al fine di simulare le condizioni di esercizio del

materiale è stata condotta una campagna di prove meccaniche a caldo e ad elevata umidità

relativa (71°C) per simulare un invecchiamento accelerato del materiale e le condizioni di

lavoro delle parti di composito vicine ai motori, a freddo (-54°C) per simulare le condizioni

di lavoro in volo, e a temperatura ambiente (23°C). Sono state eseguite diverse tipologie di

prova: trazione, trazione open hole e filled hole, compressione, compressione open hole e

filled hole, taglio, flessione, bearing con 1 e 2 fastners. Il confronto dei risultati tra le

diverse temperature ha evidenziato gli effetti benefici del raffreddamento del materiale a

-54°C, rispetto ai test condotti alle altre due temperature di prova ed ha inoltre mostrato che

le caratteristiche di resistenza, contrariamente alle aspettative, non hanno risentito

dell’aumentare della temperatura per via del comportamento stabile delle fibre di carbonio.

L’analisi delle differenti tipologie di prova ha inoltre messo in evidenza che una maggiore

percentuale di fibre lungo la direzione di prova conferisce al materiale migliori

caratteristiche di resistenza.

Parole chiave: caratterizzazione meccanica, materiali compositi “stitched/RFI”

1. INTRODUZIONE La combinazione di bassa densità, basso coefficiente di espansione termica lineare e alti

indici di resistenza ed elasticità, ha permesso ai polimeri rinforzati con fibra di carbonio di

occupare una posizione di rilievo tra i moderni materiali compositi [1,2]. Il livello di questi

parametri infatti, è prevalentemente determinato dalle proprietà meccaniche delle suddette

fibre.

L’utilizzo di materiali compositi e, in particolare di polimeri rinforzati con fibre di carbonio

intessute (textiles o fabrics) ad alta resistenza, è in crescente aumento in svariati campi

dell’ingegneria, in particolar modo nelle applicazioni aerospaziali [3].

Le caratteristiche di deformazione e rottura di materiali di questo tipo sia a temperatura

ambiente che ad alte temperature sono descritte in numerose ricerche e riviste [4], ma per

una maggiore diffusione di questo materiale in applicazioni a basse temperature risulta

necessario uno studio più ampio e approfondito, finalizzato alla caratterizzazione

meccanica in condizioni di raffreddamento.

Nell’ambito di un progetto di collaborazione con l’Alenia Aeronautica s.p.a., presso i

laboratori di Meccanica Sperimentale del dipartimento di Ingegneria Meccanica e

Gestionale del Politecnico di Bari è stata effettuata una campagna di prove di

caratterizzazione meccanica a diverse temperature, di un nuovo materiale composito

costituito da fibre lunghe a modulo standard e resina epossidica termoindurente tenacizzata,

mediante processo di cucitura delle preforme e infusione per RFI.

L’interesse per questo tipo di materiale nasce dai recenti progressi nella tessitura: rispetto

all’attuale tecnologia di stratificazione dei laminati tradizionali, le moderne tecnologie per

la manipolazione delle fibre di carbonio e l’impregnazione delle fibre con la resina

consentono di realizzare una produzione con velocità maggiori e costi ridotti [5,6].

Sono state eseguite prove statiche su 232 provini, differenziati tra loro per direzione delle

fibre delle lamine superficiali a 0° e 90° e per composizione percentuale delle stesse lungo

tre direzioni principali (0°/±45°/90°) in modo da definire 4 classi di provini: 33/33/33,

40/40/20, 25/50/25, 100/0/0. La pianificazione delle prove è avvenuta in modo tale da poter

testare i provini non solo a temperatura ambiente, ma anche in modo da simulare le

condizioni di lavoro delle parti del composito vicine ai motori (71°C) e le condizioni di

lavoro in volo (-54°C). Durante le prove di resistenza, al fine di simulare l’esposizione

all’umidità durante il ciclo di vita e la temperatura di lavoro, tutti i provini testati a caldo

sono stati tenuti in acqua ad una temperatura di 71°C sulla base di una norma di riferimento

[7] e, secondo esplicita richiesta della società produttrice Alenia Aeronautica, tale

permanenza si è protratta per 15 giorni. La permeabilità all’acqua da parte delle matrici

plastiche infatti, dà luogo al fenomeno del rigonfiamento della matrice ed accelera il lento

processo di deterioramento. In particolare più è alta la temperatura e più è rapido

l’assorbimento, per tale ragione per ciascun provino testato a caldo, è stata riscontrata una

variazione percentuale di peso. I provini testati a temperatura ambiente come quelli a

freddo invece, non hanno subito alcun trattamento specifico, in particolare però questi

ultimi sono stati testati in camera climatica alimentata ad azoto liquido.

In particolare sono state svolte prove di trazione, trazione open hole e filled hole,

compressione, compressione open hole e filled hole, taglio, flessione, bearing con 1 e 2

fastners così da investigare il comportamento di provini forati, non forati e rivettati nelle

diverse condizioni di esercizio.

2. PIANO DELLE PROVE Le prove sperimentali eseguite sono riassunte in Tabella 1. I test sono stati eseguiti in

controllo di posizione su una macchina di prova Instron servoidraulica modello 1342 con

capacità 100 kN facendo riferimento alle norme ASTM [8-15]. Le misure di deformazione

nelle prove di trazione sono state acquisite con due estensometri Lonos con base di misura

25 mm, nelle prove di compressione e taglio con alcuni estensimetri elettrici a resistenza

opportunamente posizionati sui provini.

Tabella 1: Piano delle prove

Test Orientation

0 deg 90 deg

Loading Configuration Lay-up % (0/±45/90)

Ma

tto

ne

lla

-65

°F/a

mb

75

°F/a

mb

16

0°F

/we

t

Dim

. P

rovin

i [m

m]

Str

ain

Ga

ge

s

Ma

tto

ne

lla

-65

°F/a

mb

75

°F/a

mb

16

0°F

/we

t

Dim

. P

rovin

i [m

m]

Str

ain

Ga

ge

s

To

tal

Tension

Strength & Modulus

33/33/33 1 3 3 3 250*25 c.t. si 2 3 6 3 250*25 c.t. si 21

100/0/0 24 3 6 3 250*15 c.t. si 25 3 6 3 250*15 c.t. si 24

40/40/20 18 3 4 3 250*25 c.t. si 19 3 6 3 250*25 c.t. si 22

Open Hole 33/33/33 6 3 300*36 s.t. si 3

Filled Hole 33/33/33 7 3 3 300*36 s.t. si 8 3 3 300*36 s.t. si 12

Compression

Strength & Modulus

33/33/33 4 3 6 3 155*25 c.t si 5 6 3 155*25 c.t si 21

100/0/0 26 3 3 3 155*10 c.t si 27 3 6 3 155*10 c.t si 21

40/40/20 22 3 3 3 155*25 c.t. si 23 6 3 155*25 c.t si 18

Open Hole 33/33/33 6 3 3 300*36 s.t no 9 3 3 300*36 s.t no 12

Filled Hole 33/33/33 7 3 3 300*36 s.t no 8 3 3 300*36 s.t no 12

Shear Strength & Modulus 25/50/25 28 3 3 3 76*20 c.t. si 28 3 12

Bending Strength & Modulus 40/40/20 21 3 3 3 195*13 s.t. no 21 3 3 3 195*13 s.t. no 18

Bearing

Single Shear Stabilized, 1 Fast 33/33/33 12 3 3 3 135*36 s.t. si 15 3 3 3 135*36 s.t. si 18

Bearing/ Bypass

Single Shear Stabilized, 2 Fast 33/33/33 16 3 3 3 170*36 s.t. si 17 3 3 3 170*36 s.t. si 18

I dati estensimetrici sono stati registrati con un sistema di acquisizione System 5000 della

Micro Measurements USA (frequenza di acquisizione 100 Hz). Al fine di realizzare le

prove a temperature diverse da quelle ambiente è stata utilizzata una camera climatica

Instron Serie 3119, modello EC-41 che consente lo svolgimento delle prove in ambiente

controllato continuativamente. Il range di variazione della temperatura che può essere

ottenuto in tale camera è compreso tra -150°C e 350°C; la stessa è adattata ad

un’alimentazione con Azoto per il raffreddamento. Le caratteristiche meccaniche calcolate

sono state il modulo di elasticità (longitudinale nel caso delle prove di trazione e

compressione, trasversale nel caso delle prove di taglio) e la resistenza per i diversi provini.

La resistenza è stata calcolata come il rapporto tra il carico di rottura, fornito dalla cella di

carico della macchina di prova, e la sezione resistente. Nel caso dei provini forati tale

sezione corrisponde alla sezione netta in corrispondenza del foro in quanto la presenza del

foro può ritenersi trascurabile ai fini del calcolo della tensione. Va sottolineato che il

materiale composito in esame avendo elevate caratteristiche meccaniche presenta rotture di

schianto, quindi prive di comportamento duttile e pertanto il carico massimo viene a

coincidere con quello di rottura come del resto verrà evidenziato nel capitolo successivo,

relativo ai risultati. Il modulo di elasticità longitudinale E, cosi come definito dalla

normativa, è stato calcolato come Δσ/Δε, ovvero come pendenza della retta tangente la

curva stress-strain, in un tratto lineare della stessa tra 1000 e 3000 [με]. La scelta

dell’intervallo di deformazione in cui valutare E ricade in una fase della prova in cui il

provino presenta un comportamento sicuramente elastico o comunque lontano dalla zona di

rottura. Alla fine della prova si provvede ad annotare anche la modalità di rottura e la zona

del provino in cui si verifica, in conformità alla schematizzazione proposta in normativa.

3. RISULTATI SPERIMENTALI 3.1. Prove di Trazione

Il provino è stato afferrato direttamente nella macchina di prova (Figura 2). La prova è stata

condotta in modo tale che l’asse longitudinale del provino coincidesse con l’asse di carico

della macchina. A tal fine si è proceduto al centraggio geometrico del provino sia in

larghezza che in lunghezza, tramite l’ausilio di un calibro e di squadre di riferimento. Al

fine di ridurre il rischio di rotture indotte dagli afferraggi, sono stati utilizzati dei tabs,

strisce sottili di materiale opportunamente scelto, incollate all’estremità del provino che

addolciscono il trasferimento del carico di trazione, prevenendone i danneggiamenti

superficiali. Per determinare il modulo di elasticità è stato necessario misurare

simultaneamente la deformazione longitudinale su entrambe le facce del provino in modo

da consentire la correzione dei risultati dagli effetti di flessione come suggerito dalla

norma. Pertanto sono stati installati due estensometri, uno su ciascuna faccia del provino,

centrati in lunghezza e larghezza in modo da coprire la regione dove con molta probabilità

si innescherà la rottura. Il carico del provino avviene in controllo di spostamento con una

velocità dell’attuatore impostata su 2 mm/min, come da normativa [8].

Figura 2: Set up della prova di Trazione.

I risultati di questo ciclo di test sono riportati in Tabella 2. Il grafico riportante provini

appartenenti a tutti i tipi di mattonelle è rappresentativo delle tre temperature di prova.

Dallo stesso si evince che i provini caratteristici delle mattonelle M1(0°) e M2(90°) di

composizione 33/33/33, hanno andamento coincidente nel tratto elastico che si scosta

lievemente all’aumentare del carico; questo è il risultato che ci si aspettava dal momento

che le mattonelle in esame, pur essendo state tagliate secondo direzioni perpendicolari tra

loro, hanno percentuale di fibre uguale nelle tre direzioni e pertanto presentano un modulo

di elasticità longitudinale confrontabile. Per quanto riguarda le mattonelle M18 e M19

(40/40/20), si può notare che queste presentano un andamento simmetrico rispetto alla

bisettrice del I quadrante. Questo è giustificato dal fatto che pur avendo la stessa

percentuale di fibre e lo stesso lay-up, la prima mattonella ha il 40% delle fibre orientate

secondo la direzione di prova (0°), mentre la seconda ha solo il 20% delle fibre orientate

lungo la direzione di prova (90°). Pertanto era auspicabile che il modulo di elasticità

longitudinale così come la tensione di rottura della mattonella M18 avessero valori

maggiori rispetto a quelli valutati per la mattonella M19. Le mattonelle M24 e M25

(100/0/0) infine, presentano un andamento del tutto differente poiché, a conferma di quanto

precedentemente descritto per le mattonelle M18 e M19, pur avendo la stessa percentuale di

fibre e lo stesso lay-up, la mattonella M24 ha il 100% delle fibre orientate secondo la

direzione di prova (0°), mentre la M25 ha lo 0% delle fibre orientate secondo la direzione

di prova (90°). Per questo è ovvio che la mattonella testata a 0° presenti una resistenza

maggiore rispetto a quella testata a 90°, in termini di modulo di elasticità longitudinale e

tensione di rottura.

Tabella 2: Risultati della prova di Trazione.

CALDO (71°C) FREDDO (-54°C)

TEMPERATURA AMBIENTE (24°C)

Mattonella Tensione di

rottura [MPa]

Modulo di elasticità

[Mpa]

Tensione di rottura [MPa]

Modulo di elasticità

[Mpa]

Tensione di rottura [MPa]

Modulo di elasticità

[Mpa]

M1_0° 605 53900 637 109767 540 52500

M2_90° 496 51700 545 105633 539 54600

M18_0° 984 88000 748 137600 790 71038

M19_90° 605 45967 509 84333 555 43567

M24_0° 789 155133 767 213067 773 89225

M25_0° 27 4933 31 14767 43 5640

Le curve stress-strain tipicamente osservate durante i test sui provini non forati sono

mostrate nella Figura 3 da cui si può osservare anche il pattern di rottura.

TRAZIONE A CALDO

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000

Strain [me]

Str

ess [

MP

a]

M1_9_0°

M2_8_90°

M18_9_0°

M19_9_90°

M24_9_0°

M25_8_90°

a) b)

Figura 3: a) Curve Stress-Strain delle prove di Trazione; b) Tipica rottura nella prova

di Trazione.

Il confronto dei risultati tra le diverse temperature (Tabella 2) ha evidenziato gli effetti

benefici del raffreddamento a -54°C del materiale, rispetto ai test condotti a temperatura

ambiente e a 71°C, soprattutto in riferimento al modulo di elasticità longitudinale. Nei

compositi a matrice polimerica, questa proprietà è conferita dalle fibre di rinforzo, dal

momento che le resine sintetiche tendono a diventare fragili quando vengono esposte alle

basse temperature. Le caratteristiche di resistenza, contrariamente alle aspettative, non

hanno risentito dell’aumentare della temperatura per via del comportamento stabile delle

fibre di carbonio che presentano coefficienti di dilatazione lineare 10 volte inferiori a quelli

di materiali di natura metallica.

Nei test di Trazione Open Hole [9] il foro presente in mezzeria crea una elevata

concentrazione di tensione tale per cui i provini si rompono in prossimità della sezione

forata secondo direzioni di ±45° rispetto all’asse di carico che coincide con l’asse di

simmetria del provino (Figura 4a)). Tale fenomeno è dovuto alla presenza del foro e al

particolare lay-up delle facesheet con fibre in carbonio orientate a 0, 90 e ±45° la cui

resistenza governa la deformazione.

a) b)

Figura 4: a) Tipica rottura nella prova di Trazione Open Hole; b) Tipica rottura nella

prova di Trazione Filled Hole.

In corrispondenza del foro centrale per la prova di Trazione Filled Hole [12] si è applicato

un fastner con coppia di serraggio pari a 10 Nm. Come per l’open hole, la rottura dei

provini rivettati avviene laddove si concentra lo stato di stress, ovvero nell’intorno del foro

(Figura 4b)). Le caratteristiche resistenziali aumentano con l’inserimento del fastner che

collabora in maniera significativa alla resistenza a trazione del laminato, irrigidendo

localmente il provino fino a conferirgli una resistenza superiore a quella misurata per

provini forati. Ciò si può spiegare in parte considerando che durante la deformazione del

provino, che ne precede la rottura, il materiale nella zona del foro, che si deforma

trasversalmente a causa della strizione laterale,‘incontra’ un elemento più rigido (il rivetto)

che ne impedisce l’ulteriore deformazione. L’inserto pertanto collabora alla resistenza del

materiale opponendosi rigidamente alla deformazione laterale che sorge con il carico di

trazione. A causa dello scorrimento degli estensometri durante l’esecuzione della prova non

è stato possibile valutare il modulo di elasticità longitudinale.

Effettuando un confronto tra i valori di tensione e di modulo di elasticità longitudinale di

provini forati, non forati e forati ma con fastener, ricavati da mattonelle con stessa

composizione percentuale (33/33/33) è facile verificare come la presenza del foro faccia

decadere le caratteristiche meccaniche del materiale, rappresentando una sorta di difettosità

del provino (Tabella 3). L’esecuzione delle prove a basse temperature inoltre, ha

evidenziato un miglioramento delle prestazioni del materiale nel caso di trazione semplice

(*

nella trazione filled hole tale comportamento è invertito, ma il dato è relativo a soli 2

test).

Tabella 3: Riepilogo dei risultati delle prove di Trazione, Trazione Open Hole e

Trazione Filled Hole.

AMBIENTE (24°C) FREDDO (-54°C)

Mattonella Tensione di

rottura [MPa] Modulo di

elasticità [Mpa] Tensione di

rottura [MPa] Modulo di

elasticità [Mpa]

M1_0° T. 540 52500 637 109767

M2_90° T. 539 54600 545 105633

M6_0° T.O.H. 402 41967

M7_0° T.F.H. 465 434 *

M8_90° T.F.H. 488 455 *

3.2. Prove di Compressione

Il test di compressione prevede che il provino venga afferrato con un sistema di carico

opportunamente progettato che garantisca il perfetto allineamento dell’asse longitudinale

del provino con la direzione di carico della macchina (Figura 4).

Figura 4: Attrezzatura per la prova di Compressione.

Il blocco inferiore dell’attrezzatura è stato poggiato su un piattello a ”T”, mentre il blocco

superiore è stato direttamente fissato alla cella di carico della macchina. Il sistema di carico

risulta composto da:

• due coppie di cunei, all’interno dei quali viene inserito il provino;

• due coppie di blocchetti spessore per ciascuna coppia di cunei;

• un blocco di alloggiamento superiore collegato alla traversa mobile;

• un blocco di alloggiamento inferiore collegato alla traversa fissa.

L’effetto di compressione durante l’avvicinamento delle traverse, si stabilisce tramite

un’azione di taglio tra grips e blocchetti spessore. La corretta applicazione del carico, al

fine di ridurre il rischio di impuntamento, ha imposto il controllo del parallelismo dei grossi

blocchi e del corretto centraggio dell’asse dell’attrezzatura con l’asse di carico della

macchina di prova. E’ stato importante inoltre controllare che le superfici di scorrimento

(fori-perni di allineamento, superfici inclinate dei grips e degli alloggiamenti) fossero

sufficientemente lubrificate e, nel caso dei grips, esenti da eventuali particelle o impurità

derivanti dalla rottura dei provini nelle prove precedenti. La prova è stata condotta in modo

tale che l’asse longitudinale del provino coincidesse con l’asse di carico della macchina. A

tal fine si è proceduto al centraggio geometrico del provino sia in larghezza che in

lunghezza, tramite l’utilizzo di un conveniente distanziale. Per determinare il modulo di

elasticità è stato necessario misurare simultaneamente la deformazione longitudinale su

entrambe le facce del provino in modo da consentire la correzione dei risultati dagli effetti

di flessione come suggerito dalla norma. Pertanto sono stati installati due estensimetri

unidirezionali, uno su ciascuna faccia del provino, centrati in lunghezza e larghezza in

modo da coprire il tratto utile del provino. Il carico del provino avviene in controllo di

spostamento con una velocità dell’attuatore impostata su 1.5 mm/min, come da normativa

[10]. I risultati di questo ciclo di test sono riportati in Tabella 4.

Tabella 4: Risultati della prova di Compressione.

CALDO (71°C) FREDDO (-54°C) AMBIENTE (24°C)

Mattonella Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di elasticità

[Mpa]

Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di elasticità

[Mpa]

Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di elasticità

[Mpa]

M4_0° -294 47650 -360 49533 -311 45717

M5_90° -248 54300 -198 55250

M22_0° -274 66500 -430 56800 -305 58533

M23_90° -241 43533 -257 40617

M26_0° -463 122300 -612 115600 -504 115200

M27_0° -138 7800 -216 9950 -110 7000

Prima di procedere con l’analisi dei risultati, si ricorda che le mattonelle M4 e M5 hanno

una percentuale di fibre pari a 33/33/33, le mattonelle M22 e M23 hanno una percentuale di

fibre pari a 40/40/20, le mattonelle M26 e M27 invece hanno una percentuale di fibre pari a

100/0/0. Le curve stress-strain tipicamente osservate durante i test di compressione sui

provini non forati sono mostrate nella Figura 5 da cui si può osservare anche il pattern di

rottura. Tali curve presentano il classico andamento dei materiali fibro-rinforzati in matrice

epossidica. La deformazione è elastica fino a rottura, non si distingue una fase di

plasticizzazione e la rottura è fragile e avviene di schianto.

COMPRESSIONE A CALDO

-400

-350

-300

-250

-200

-150

-100

-50

0

-18000 -16000 -14000 -12000 -10000 -8000 -6000 -4000 -2000 0

Strain [me]

Str

ess [

MP

a]

M4_8_0°

M5_9_90°

M22_7_0°

M23_8_90°

M26_9_0°

M27_9_90°

COMPRESSIONE A CALDO

-400

-350

-300

-250

-200

-150

-100

-50

0

-18000 -16000 -14000 -12000 -10000 -8000 -6000 -4000 -2000 0

Strain [me]

Str

ess [

MP

a]

M4_8_0°

M5_9_90°

M22_7_0°

M23_8_90°

M26_9_0°

M27_9_90°

a) b)

Figura 5: a) Curve Stress-Strain delle prove di Compressione; b) Tipica rottura nella

prova di Compressione.

Il grafico riportato è rappresentativo delle tre temperature di prova e le considerazioni circa

l’andamento delle curve sia in relazione alle temperature che alla composizione percentuale

sono analoghe a quelle già descritte per la prova di trazione.

Nei test di Compressione Open Hole e Compressione Filled Hole, il sistema di carico si

compone di (Figura 6):

• due short grip;

• due long grip;

• due piastre di supporto;

• quattro bulloni.

Tali componenti opportunamente fissati tra loro, racchiudono al loro interno il provino,

assicurandogli un’azione di compressione tramite il trasferimento di sforzi di taglio in

entrambe le procedure suggerite dalla norma di riferimento [11,12].

Figura 6: Attrezzatura per la prova di Compressione Open Hole e Filled Hole.

Come in tutte le prove precedentemente descritte, anche in questo caso è stato

fondamentale per una buona riuscita del test posizionare correttamente il sistema, facendo

coincidere l’asse di applicazione del carico con l’asse longitudinale del sistema e la

porzione di attrezzatura ammorsata nella parte superiore con quella ammorsata nella parte

inferiore. Il carico del provino avviene in controllo di spostamento con una velocità

dell’attuatore impostata su 2 mm/min, come da normativa.

La prova di compressione filled hole prevede l’inserzione di un fastener nel foro ricavato

nel centro del provino. Le mattonelle M7 e M8 testate a compressione filled hole con una

percentuale di fibre pari a 33/33/33 presentano un andamento del carico in funzione del

tempo coincidente solo all’inizio della prova (Figura 7). Infatti, il valore del gioco tra

fastener e foro fa cambiare la morfologia della curva che presenta un cambio di pendenza

per valori del carico relativamente bassi, se il forzamento è accentuato come nel caso della

mattonella M8, per valori più elevati se il forzamento è lieve, come per la mattonella M7. Il

cambio di pendenza, quindi, è in stretta correlazione con il forzamento del fastener

all’interno del foro, che incrementa la resistenza conferendo una sorta di continuità al

materiale. A conferma di quanto precedentemente affermato si può osservare che la

presenza di questo ginocchio non si presenta nel caso di compressione open hole (Figura 8).

Tutti i provini forati e rivettati si rompono in mezzeria, precisamente in corrispondenza del

foro. In alcune prove di compressione filled hole però la regione di localizzazione della

spaccatura è risultata all’interno del tratto utile ma non in corrispondenza della mezzeria in

cui è posizionato il foro, probabilmente perché a seguito dell’inserimento del fastener il

forzamento ha plasticizzato la zona circostante il foro, allontanando la rottura.

Nonostante tutto sia nel caso di compressione open hole sia nel caso di compressione filled

hole le due mattonelle presentano carichi di rottura confrontabili ed è questo quello che ci si

aspettava dal momento che le mattonelle in esame, pur essendo state tagliate secondo

direzioni perpendicolari tra loro, hanno percentuale di fibre uguale nelle tre direzioni

(33/33/33) e pertanto devono avere caratteristiche meccaniche confrontabili.

COMPR. FILLED HOLE A CALDO

-20000

-18000

-16000

-14000

-12000

-10000

-8000

-6000

-4000

-2000

0

0 5 10 15 20 25 30

Tempo [s]

Carico [N

]

M7_4_0°

M8_4_90°

COMPR. FILLED HOLE A CALDO

-20000

-18000

-16000

-14000

-12000

-10000

-8000

-6000

-4000

-2000

0

0 5 10 15 20 25 30

Tempo [s]

Ca

rico

[N

]

M7_4_0°

M8_4_90°

Figura 7: Curve Carico-Tempo per la prova di Compressione Filled Hole a caldo ed

esempio di rottura.

COMPR. OPEN HOLE A CALDO

-18000

-16000

-14000

-12000

-10000

-8000

-6000

-4000

-2000

0

0 2 4 6 8 10 12 14 16

Tempo [s]

Ca

rico

[N

]

M6_4_0°

M9_5_90°

COMPR. OPEN HOLE A CALDO

-18000

-16000

-14000

-12000

-10000

-8000

-6000

-4000

-2000

0

0 2 4 6 8 10 12 14 16

Tempo [s]

Carico [N

]

M6_4_0°

M9_5_90°

Figura 8: Curve Carico-Tempo per la prova di Compressione Open Hole a caldo ed

esempio di rottura.

Effettuando un confronto tra i valori di resistenza a compressione misurata per i provini non

forati, a foro aperto e con rivetto, ricavati da mattonelle con stessa composizione

percentuale (33/33/33) è facile verificare come le mattonelle testate a compressione

presentano una tensione di rottura maggiore rispetto alle mattonelle testate a compressione

filled hole e ancora più grande rispetto a quelle testate a compressione open hole (Tabella

5). Questo è il risultato che ci si aspettava dal momento che la presenza del foro in un

provino ne diminuisce la resistenza, mentre inserendo un fastener nel foro la resistenza del

provino aumenta ma in ogni caso risulta inferiore rispetto a quella di un provino testato a

compressione che non presenta alcun foro. I valori di tensione di rottura a temperatura

ambiente inoltre risultano maggiori rispetto a quelli a caldo come riportato in letteratura.

Tabella 5: Riepilogo dei risultati delle prove di Compressione, Compressione Open

Hole e Compressione Filled Hole

CALDO (71°C) AMBIENTE (24°C)

Mattonella Tensione di

rottura [MPa] Tensione di rottura

[MPa]

M4_0°_C. -294 -311

M5_90°_C. -248

M6_0°_C.O.H. -185 -255

M9_90°_C.O.H. -195 -256

M7_0°_C.F.H. -262 -286

M8_90°_C.F.H. -208 -287

3.3. Prove di Bearing

Il test di bearing prevede che il provino venga afferrato con un sistema di carico

opportunamente progettato che garantisca il perfetto allineamento dell’asse longitudinale

del provino con la direzione di carico della macchina (Figura 9). Il sistema di carico della

prova in esame si compone di:

• due short grip;

• due long grip;

• due piastre di supporto;

• quattro bulloni.

Figura 9: Attrezzatura e provino per la prova di Bearing.

Il provino (Figura 9) a sezione trasversale rettangolare, costante e piatta, è costituito da due

metà tenute insieme attraverso uno o due fasteners inseriti nei fori localizzati verso la fine

della linea centrale di ciascuna metà. L’insieme provino-sistema di carico viene quindi

ammorsato e poi caricato a trazione tramite degli sforzi tangenziali trasferiti per attrito

dall’attrezzatura al provino. Come in tutte le prove precedentemente descritte, anche in

questo caso è stato fondamentale per una buona riuscita del test posizionare correttamente il

sistema, facendo coincidere l’asse di applicazione del carico con l’asse longitudinale del

sistema e la porzione di attrezzatura ammorsata nella parte superiore con quella ammorsata

nella parte inferiore. Il carico del provino avviene in controllo di spostamento con una

velocità dell’attuatore impostata su 2 mm/min, come da normativa [13]. La lettura

estensometrica non ha fornito risultati attendibili per via della difficoltà di accostamento al

provino, non è stato quindi possibile valutare il modulo di elasticità longitudinale.

Dai risultati sperimentali ottenuti per le tre condizioni di temperatura risulta che la presenza

di due fasteners induce un migliorameno nelle prestazioni rispetto a provini a singolo

fastener (Tabella 6 e Tabella 7).

Tabella 6: Risultati della prova di Bearing 1 Fastener.

CALDO (71°C) AMBIENTE (24°C) FREDDO (-54°C)

Mattonella Tensione di rottura

[MPa]

Carico di rottura

[N]

Tensione di rottura

[MPa

Carico di rottura

[N]

Tensione di rottura

[MPa

Carico di rottura

[N]

M12_0° 175 2687 218 3463 147 2570

M15_90° 133 2164 300 4645 186 3094

Tabella 7: Risultati della prova di Bearing 2 Fastener.

CALDO (71°C) AMBIENTE (24°C) FREDDO (-54°C)

Mattonella Tensione di rottura

[MPa]

Carico di rottura

[N]

Tensione di rottura [MPa]

Carico di rottura [N]

Tensione di rottura [MPa]

Carico di rottura [N]

M16_0° 269 8160 337 9555 386 11917

M17_90° 278 7949 299 8962 291 9381

Le curve relative a ciascuna prova effettuata hanno presentato invece un andamento

pressoché coincidente per i due provini in virtù del fatto che la loro percentuale è pari a

33/33/33 (Figura 10 e Figura 11).

Figura 10: Curve Carico-Tempo per le prove di Bearing 1 Fastener a caldo ed

esempio di rottura.

Figura 11: Curve Carico-Tempo per le prove di Bearing 2 Fastener a caldo ed

esempio di rottura.

3.3. Prove di Taglio

Il test di taglio prevede che il provino venga afferrato con un sistema di carico

opportunamente progettato che garantisca il perfetto allineamento dell’asse trasversale del

provino con la direzione di carico della macchina (Figura 12).

Figura 12: Attrezzatura per la prova di Taglio.

Il sistema di carico risulta composto da:

• due cunei, all’interno dei quali viene inserito il provino con gli intagli localizzati

lungo la linea di azione del carico;

• l’upper grip, che viene collegato alla traversa mobile;

• il lower grip, che viene collegato alla traversa fissa.

L’attrezzatura di carico è stata semplicemente poggiata su un piattello a ”T”, mentre il

carico è impartito per mezzo di una punta di acciaio direttamente afferrata alla morsa della

traversa superiore che comprime il sistema. La corretta applicazione del carico ha imposto

il controllo del parallelismo dei grip e il corretto centraggio dell’asse dell’attrezzatura con

l’asse di carico della macchina di prova. La prova è stata condotta in modo tale che gli

intagli risultassero coincidenti con l’asse di carico della macchina. A tal fine si è proceduto

al centraggio geometrico del provino sia in larghezza che in lunghezza, tramite l’utilizzo di

un conveniente distanziale. Gli intagli rendono la deformazione a taglio lungo la direzione

di carico più uniforme rispetto a quella che si otterrebbe senza intagli. Il carico del provino

avviene in controllo di spostamento con una velocità dell’attuatore impostata su 2 mm/min,

come da normativa [14]. Lo spostamento relativo tra il lower grip e l’upper grip sollecita il

provino intagliato. Al fine di ricavare le proprietà elastiche del materiale, così come nel

caso della prova di compressione, sono stati utilizzati degli estensimetri. In questo caso

però a differenza della prova di compressione è stato incollato un solo estensimetro sulla

faccia liscia del provino, con asse parallelo all’asse dei provini. I risultati di questo ciclo di

test sono riportati in Tabella 8.

Tabella 8: Risultati della prova di Taglio.

CALDO (71°C) AMBIENTE (24°C) FREDDO (-54°C)

Mattonella Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di Elasticità

[MPa]

Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di Elasticità

[MPa]

Tensione di rottura [MPa]

Modulo di Elasticità

[MPa]

M28_0° 109 19390 138 36667 137 18800

M28_90° 139 24000

Relativamente alle prove a caldo (Figura 13) i provini M28_5 e M28_6 rispettano lo stesso

andamento anche se shiftato, mentre il provino M28_4 ha una tendenza completamente

differente probabilmente a causa degli errori verificatisi durante il montaggio del provino

M28_4 che è stato il primo ad essere testato a taglio nonché alla scarsa precisione del

sistema di carico che rende difficile il centraggio del provino.

Figura 13: Curve Stress-Strain per le prove di Taglio a caldo.

La rottura sebbene normata non risulta conforme per i motivi precedentemente descritti.

3.3. Prove di flessione

Il test di flessione [15] prevede che il provino venga afferrato con un sistema di carico

opportunamente progettato che garantisca il perfetto allineamento dell’asse trasversale del

provino con la direzione di carico della macchina (Figura 14).

Figura 14: Attrezzatura per la prova di Flessione.

Il sistema di carico è costituito da due supporti:

• un supporto inferiore su cui sono posti due appoggi, sui quali giacciono due

cilindretti d’acciaio;

• un supporto superiore sul quale è posto un appoggio, su cui è fissato un cilindretto

d’acciaio.

-100

-90

-80

-70

-60

-50

-40

-30

-20

-10

0

-7000 -6000 -5000 -4000 -3000 -2000 -1000 0

Strain [me]

Str

ess [M

Pa]

M28_4 M28_5

M28_6

Il provino, una barra di sezione trasversale rettangolare, è stato poggiato sul supporto

inferiore in modo tale che l’asse longitudinale dello stesso coincidesse con l’asse

longitudinale del sistema di carico. A tal fine si è proceduto al centraggio geometrico del

provino sia in larghezza relativamente alla lunghezza dei cilindretti, che in lunghezza

relativamente alla distanza tra i cilindretti del supporto inferiore, il tutto viene realizzato

tramite l’utilizzo di un calibro. Una volta posizionato correttamente il provino, è stata

abbassata la traversa superiore alla quale è stato collegato il supporto corrispondente, così

da portarlo in contatto con la superficie dello stesso. I supporti e la punta di carico (Figura

14) hanno forma cilindrica, in modo da garantire l’aderenza tra le parti per un arco

sufficientemente largo così da evitare la presenza di spigoli vivi che possano in qualche

modo danneggiare prematuramente il provino causando una concentrazione di stress

indesiderata in corrispondenza del punto di contatto. Il provino è caricato in mezzeria a

seguito dell’avanzamento della punta; la prova avviene in controllo di spostamento con una

velocità dell’attuatore impostata su 2 mm/min valore più basso di quello imposto da

normativa per fare in modo che la rottura avvenisse in tempi rilevabili. L’utilizzo di

trasduttori di deformazione non è stato necessario dal momento che il modulo di elasticità

longitudinale E è stato calcolato tramite una formula fornita dalla normativa di riferimento

in funzione di alcuni parametri geometrici del provino e della pendenza del tratto rettilineo

iniziale della curva Stress-Strain avendo cura di trascurare i primi punti considerati

inattendibili per via dell’assestamento iniziale del sistema. La scelta dell’intervallo di

deformazione in cui valutare E, infatti, deve ricadere in una fase della prova in cui il

provino presenta un comportamento sicuramente elastico o comunque lontano dalla zona di

rottura. I risultati di questo ciclo di test sono riportati in Tabella 9.

Tabella 9: Risultati della prova di Flessione.

CALDO (71°C) AMBIENTE (24°C) FREDDO (-54°C)

Mattonella Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di Elasticità

[MPa]

Tensione di rottura

[MPa]

Modulo di Elasticità

[MPa]

Tensione di rottura [MPa]

Modulo di Elasticità

[MPa]

M21_0° 370 77181 630 55426 685 148020

M21_90° 307 63210 425 31985 452 80090

FLESSIONE A CALDO

0

50

100

150

200

250

300

350

400

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000 10000

Strain [me]

Str

ess [M

Pa]

M21_6_0°

M21_5_90°

FLESSIONE A CALDO

0

50

100

150

200

250

300

350

400

0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 7000 8000 9000 10000

Strain [me]

Str

ess [M

Pa]

M21_6_0°

M21_5_90°

Figura 15: Curve Stress-Strain per le prove di Flessione ed esempio di rottura.

Nelle tre temperature di prova, i test sono stati condotti su due provini di composizione

percentuale 40/40/20 tagliati rispettivamente a 0° e a 90°. Le curve riportate (Figura 15)

relative alle prove a caldo ma rappresentative delle tre temperature di prova mostrano un

andamento dissimile giustificato dal fatto che pur avendo la stessa percentuale di fibre e lo

stesso lay-up, il primo provino ha il 40% delle fibre orientate secondo la direzione di prova

(0°), mentre il secondo ha solo il 20% delle fibre orientate lungo la direzione di prova (90°).

Pertanto risulta che il modulo di elasticità longitudinale della mattonella M21_0° ha un

valore maggiore rispetto a quello valutato per la mattonella M21_90°. Meno marcata si

presenta la differenza tra i valori della tensione di rottura. La rottura per questo tipo di

prova non è visibile in superficie e pertanto non è classificata secondo normativa, tuttavia è

possibile osservare ad occhio nudo l’inflessione del provino per effetto del carico applicato.

4. ANALISI DEI RISULTATI E DISCUSSIONE

L’esecuzione di tali test ci ha consentito di valutare i carichi di rottura, le tensioni di rottura

e i moduli di elasticità longitudinali o trasversali mediante misure estensimetriche.

Il confronto dei risultati tra le diverse temperature ha evidenziato gli effetti benefici del

raffreddamento a -54°C del materiale, rispetto ai test condotti a temperatura ambiente e a

71°C, soprattutto in riferimento al modulo di elasticità longitudinale.

In particolare è risultato che:

• anche per questo materiale, le prestazioni aumentano al diminuire delle

temperature come noto dalla letteratura

• le caratteristiche di resistenza, contrariamente alle aspettative, non risentono

dell’aumentare della temperatura per via del comportamento stabile delle fibre di

carbonio che presentano coefficienti di dilatazione lineare 10 volte inferiori a

quelli di materiali di natura metallica.

L’analisi delle differenti tipologie di prova ha inoltre evidenziato che una maggiore

percentuale di fibre orientate lungo la direzione di prova conferisce al materiale migliori

caratteristiche di resistenza. Tali caratteristiche decadono al ridursi della stessa percentuale

poiché questo compito viene assolto esclusivamente dalla matrice polimerica, di gran lunga

più fragile rispetto alle fibre stesse.

Dal confronto dei risultati ottenuti dalle prove di trazione e trazione Open Hole, è risultato

che la presenza della discontinuità indotta dal foro, determina un decadimento delle

caratteristiche meccaniche del materiale sia in termini di tensione di rottura che in termini

di modulo di elasticità.

Un confronto analogo relativo alle diverse prove di compressione, comprendenti la

compressione Open Hole e quella Filled Hole, ha mostrato un risultato affine al precedente,

evidenziando che la presenza del fastener garantisce un incremento nelle prestazioni

rispetto ai provini semplicemente forati, che comunque resta limitato se confrontato con

quello del materiale integro.

I confronti effettuati all’interno dei test di Bearing, Taglio e Flessione, hanno confermato la

tendenza già nota di resistenza maggiore in riferimento alla percentuale di fibre lungo la

direzione di carico.

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