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STTJDI DI ARCHEOLOGIA IN ONOru DI GTJSTAVO TRAVERSARI a cura di Manuela Fano Santi VOLIJMtr PRIMO GIORGIO BRETSCHNE, IDE,R EDITORE 240 4

Iasos ellenistica tra politica e cultura, in M. Fano Santi (ed.), in Studi di archeologia in onore di Gustavo Traversari, I, Roma 2004, 383-395

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STTJDI DI ARCHEOLOGIAIN ONOru DI

GTJSTAVO TRAVERSARI

a cura di

Manuela Fano Santi

VOLIJMtr PRIMO

GIORGIO BRETSCHNE, IDE,R EDITORE240 4

IASOS ELLENISTICA TRA POLITICA E CULTURA

Canro FnnNco

I1 breve capitolo che Strabone dedica a Iasos, nel libro quattordicesimo della Geogra-

fia 11,4.2.21], fornisce secondo I'uso dell'opera'le notizie geografiche essenziali, insieme a

qualche particolare curioso, o degno di nota.^ oC'É poi lasos, che sorge su un'isola vicina alla terraferma; ha un porto. I suoi abi-

tanti vivono prevalent.-.ni. grazie alle risorse offerte dal mare, che è ricco, mentre ilterritorio è poco fertile. E appunto sulla città si sono create storie come questa: un suo-

natore di ceira stava esibendoii e tutti stavano ad ascoltarlo, ma quando suonò la cxnpa-

na che annunciava il mercato del pesce, tutti se ne andarono al mercato. Tranne uno,

che era duro d'orecchio. Allora il musicista gli si awicinò dicendogli: <Ti sono molto

grato, per l'onore che mi fai e per il tuo amore verso I'arte: Ttti gli altri, al rintocco

Ae11a càmpana, se ne sono andati>. Così quello: <Come dici? E suonata la campana?>;

<Certo>, .irpor. il musicista; <Allora ti saluto!> e se ne andò anche lui. Di lasos era anche

il filosofo &alettico Diodoro, soprannominato 'Crono', d principio per errore: 'Crono'

era il soprannome di Apollonio, suo maestro, ma passò al discepolo perché quello a cui

veramente si riferiva ebbe ben poca fama.L'aneddoto sul concerto dilertato è molto noto a tutti coloro che si occupano di Ia-

sosr: forse esso riguarda il celebre citarodo Stratonikos, attivo nel IV secolo a.C., di cui

Strabone e Ateneo riportano non poche sarcastiche battute; certo il genere è quello delle

chreiai attribuite agli ìsecutori 'sfortunati'a. Fu dunque Iasos una città povera e rgnaîa

della cultura? In realtà la curiosa storia sul mercato del pesce non pare su{ficiente a docu-

mentare la situazione antica, pur nella scarsità di fonti. Infatti la valutazione dello status

economico - produttivo della città appare piuttosto incerta: in una chora certo non estesa

e non ricca laios disponeva comunque di varie risorse, dalla coltura dell'olivo e della vite

1) Ho incominciaro a conoscere lasos, alla vigilia del mio- plmo sogglgrng presso la Missione Ar-

ch.ologica ltaliana nel 1989, preparando il viaggio nelle sale della Biblioteca di Archeologia di Yenezia, a

palazzo Bernardo Favero. Di^qui il piacere diìedicare queste note iasie al professor Travenari, che quel

Iuogo, unico per lo studio, ha creato e sviluppato." 2) Vedi'ora i contributi riuniti in A. M. BrnascHr-G. Sarrrarnr (curr.), Strabone e I'Asia Minote, in

Ani del Convegno 1997, Napoli 2000.3) per ri., aggio.namento anche bibliografico vedi Cr. Lavrosa e A. VIscocllosl s'rl' Iasos, in EAA

Suppl. 1971-1994, Roma 1995, pp. 76-88-4) Come Anragora di Rodi che al pubblico rimasto freddo dinanzi a una sua Thebais disse che era-

no in ogni modo del beoti: Gnomologio Vaticano 1.09-111. Sternbach; 338 e 348 su Teocrito di Chio etc';

su StratAnikos vedi RE IVA, 1931, pp. 326-327 s.z. Stratonikos (2) [Maas].

384 CARLO FRANCO

allo sfruttamento delle cave di marmos. Per quanto riguarda il livello'culturale', già lascarna notizia sopra Diodoro Crono richiama I'importanza assoluta del personaggio, benpiù celebre in antico di quanto Strabone lasci credere. Né basta: una riflessione più atten-ta consente di vedere come Iasos ebbe anche altri cittadini illustri i quali, come questa'prosopografia degli intellettuali' vorrebbe mostrare, proiettarono la piccola città caria nelcontesto del mediterraneo ellenistico ó.

I

La promozione di Iasos e dei suoi abitanti sul primo piano della scena storica spettaforse ad Alessandro Magno': i rapporti tra la piccola città caria e il grande conquistatoresono una delle pagine più importanti della storia cittadina, anche se la definizione dimolti aspetti resta alquanto precaria. Il primo contatto sicuro risale alla campagna di Ales-sandro per la conquista dell'Asia Minore, nel334 a. C. Poco dopo la conquista macedonedi Mileto una squadriglia della flotta persiana tentò a sorpresa la riconquista della città: al-la reazione nemica seguì una precipitosa ritirata, durante la quale una nave di lasos, piùlenta, fu catturatas. La presenza di un contingente di Iasos nella flotta persiana dipendecon ogni verosimiglianza dal fatto che la città a quel tempo era sottoposta al dominioecatomnide, a cui risalgono alcuni interventi urbanistici di rilievo come la costruzionedelle mura cittadine. Quali che fossero le conseguenze di quella cattura, conl'avanzata diAlessandro Iasos probabilmente passò al controllo macedone: tempi e modalità però ditale svolta non sono ricostruibili con adeguato dettaglio. Per prima cosa, non è dimostra-bile che il re abbia posto piede a Iasos, giacché le tappe del suo itinerario da Mileto adAlicamasso sono sconosciute, e nessuno dei contatti noti tra Alessandro e personaggi diIasos può con certezza essere collocato in città e. Si può tuttavia ragionevolmente pensareche a seguito della 'liberazione' a Iasos si sia installato un govemo 'democratico' (cioè fi-lomacedone) e che Alessandro abbia concesso autonomia ed esenzione dai tributi, comeagli altri centri di Caria 'liberati' durante la marcia verso Alicarnassot0. La controffensivapersiana rese per altro instabile la situazione nei primi tempi, almeno fino alla primaveradel 332, quando le ultime forse persiane vennero respinte e i governi 'democratici' ri-messi al potere ", forse al prezzo di scontri tra differentí fazioní all'interno della città: iprecedenti delle 'congiure' contro Mausolo (a Iasos e altrove) e gli aiuti inviati a MiletoIasciano credere che vi fossero gruppi filopeniani.

5) Vedi J. BeNorr - R. PrcnoooN, in z{NSP IIl, 23, 1993, p. 909 s.; R. Prr,noaoN - Beruorr, in ÉtudesMassaliètes 4, 1995, p. 408 s. Sul marmo vedi F. Bnnrr, Marmo Iasio, I, in Atti XLIII Corso di Cuhura sul-I'arte rauennate e bizantína. Ravenna 1997, Ravenna 1998, pp. 61-74.

6) Per completezza andrà citato anche I'oscurissimo pitagorico Lykon (o Lyko$ che incerte notiziedarebbero originario di Iasos: vedi FrcrHisr IVa 1110 ed. J. Radicke,'1,999.

7) Vedi ora P. BnnNr, Histoire de I'Etnpire Persé. De Cyrus à Alexandre, Paris 1996; P. DesoR.o, L7-sie Mineure au IV siècle (412-323 a. C.). Pouuoirs et jeux politiques, Bordeaux 1999, part. p.427 ss.

8) Ann. Anab. 7.79.70-1t.9) Vedi ancoraJ. BrNorr-R. PrEnonoN, ibid., p.907 s.

10) Ann. Anab.1.20.2; Droo. 17.24.1..11) Ann. Anab.3.I.6-7.

IASOS ELLENISTICA TRA POLITICA E CULTURA 385

Durante queste fasi piuttosto tormentate si creò un contatto diretto tra la polis d1 Ia-

sos e il potentà re, attraveno f intervento di due fratelli, Minnion e Gorgos figli di Theo-

dotos,,, per i quali la tradizione ha conservato una documentazione in iscrizioni e testi

lerterari, ^signifiiativa

ma di problematico inquadramento cronologico. Il ricco dossier

epigrafico rì "pr.

con il decreio oggi perduto, che riporta gli onori (esenzione dai tributie^pioedria) delretati a Gorgos e a suo fratello Minnion per aver ottenuto dal re Alessan-

dro la restituzione del 'Mir Piccolo' al popolo'3. [l decreto non chiarisce a che titoloGorgos e Minnion, che hanno "beneficato la città nel suo complesso e soccorso molticittadini a titolo personale", abbiano parlamentato con Alessandro: i testi epigrafici del

primo ellenismo ìendono a non riportare eventuali titoli aulici di personaggi onorati.

L'"rrror.rro\ezza dei due, che in quegli anni ricoprirono anche I'incarico di stefanefori cit-tadini'4, può suggerire che si sia irattato di una ufiìciale ambasceria (si veda lI verbo diale-

gein: l. 6)." L'oggetto della tfattativa, il 'Mar Piccolo', va localízzato con ogni probabilità nelle

piane del Sari Q^y ^Est della città1s: di là Iasos ricavava gli importanti redditi dalla pesca,

per la cui tutela venne onorato, si penóa nei medesimi anni, anche un altro ignoto perso-

nrggi"'u. Ma se Alessandro 'restitui' al popolo di Iasos 1o sfruttamento del 'Mar Piccolo',

, ."Èi in precedenza esso era toccato? La risposta deve restare su un piano congetturale.

Di recenà si è ipotizzato che il re abbia 'tolto' i diritti sul 'Mar Piccolo' a una città vici-na, forse Mylasa^1t; diversamente si può pensare che Alessandro abbia rinunciato a un'en-

trata integraia nella oikonomia basilikè, per analogia con altri prowedimenti d;í norgantzza'

zione "--irrirtr"tiva

della chora politike, attuati in Asia all'indomani della conquista asiati-

ca'8. La data degli onori a Gorgós e Minnion è molto incerta: il probabile rapporto tra la

decisione sul 'Mar Piccolo' e i prowedimenti di Alessandro nella prima fase dell'Anabasi

rafforzal'idea di una data'a)ta', p.r.r.-pio tra t 334 e11332. A tale altezza cronologica

vanno allora attribuiti anche i rapporti con Alessandro di Minnion e Gorgos.

12) Vedi I'ampia ricosrruzione in A. J. HussrnEn, Alexander and the Creeks' The epigraphic Euidence,

Norman (Ok1.) 198b, pp. t69-203; per i testi anche luonlasos T 50-52 Í= Die Inschriften.uon lasos, hrsg.

von'W. Brùrrapr, Bonn'1985]; dettagliate analisi in R. FnslaNt, Per una stoia di lasos di Caia sino alla pima

età ellenística. Fonti letteraie, ipigraficLre e numismatiche, diss. Università di Perugia, a.a. 1993/94, patt. p' 249

ss. per il periodo in questione.13) Iuonlasos 30. Sulla situazione istituzionale in città e le riforme democratiche attuate in quel pe-

riodo vedi I'iscrizione dell'eklelesiastikonflvonlasos 20], ripubblicata con importanti novità da PH. Gaurnrcn,

in BCH I14, Ig90, pp. 417-443. Scomparvero forse gli. archontes esistenti al tempo di Gorgos: vedi il de-

creto di Samo in lvonlasos T 50, 11. 17-78.14) Vedi Iuonlasos 24 e 27, datati al 334-30 da HrIssEnrn, cit', pp' 179-182'

15) Vedi G. TnaINa, in .,{NSP III,23, 1993, pp. 966-971'.16) Iuonlasos 34.17) Vedi HEtssERER, op. cit,, P. I77: awersa a Mausolo, la città sarebbe stata ricompensata del suo fa-

vore alla Penia.18) Solo un rapido elenco: sinecismo di Ilio (Srnano 13.593); modifica dellaasylos choradell'A*emi-

sion di bfeso (Srnarà I4.64t); progetti su Erythrai (Peus. 2.1.5.; Prtu., NH5.116), su Clazomenai (PrrN.'

NH5.117), su Smirne (pr.tN., lVff3.188), riorganizzazione di Alicarnasso (Puu., NH5.118): vedi ora R.

Drscar, piii1e rtla Caie', in P. AnNauo, P. CouNtrroN (edd.), Ceographica Histoica, Bordeaux - Nice 1998'

pp. tOé-ttA; ma il caso più noto è Priene: vedi luonPiene 8, su cui ora C. CnowrHrp-, in Chiton 26,

1996, pp. t96-239 con ampia discussione.

386 CARLO FRANCO

Non si andrà lontano dal vero nelT'ipotizzare che quest'ultimo fosse tra i più attivi fi-lomacedoni della sua città. Ad una sua azione fone antipersiana, svolta a Koi negli anni334/32, allude un decreto in suo onore, rinvenuto ad Epidauro insieme ad un'altra iscri-zione molto frammentaria che va forse collegata ad un intervento di Gorgos riguardo allacittàle. Le condizioni del testo non consentono alcuna sicura conclusion.-,

"rr.É. se nulla

esclude che G_orgos si sia recato in Grecia negli ultimi mesi del regno di Alessandro (anziil fatto che egli venga elogiato come 'fedele al re simile a un dio'-farebbe pensare a datatarda): allora la chiave potrebbe essere da cercare nel forte risentimento dèl cittadino diIasos contro Atene, e i prodromi della guerra lamiaca costituire il contesto naturale 20.

Ma il documento più importante sulle rclazioni tra Gorgos, Minnion e Alessandro èun decreto da Samo, che onora i due fratelli per il favore mostrato verso i Samii in esilioe per l'azione svolta in occasione del loro rimpatrio. Il contesto del decreto è molto no-tevole: sono i mesi del 324/23 a. C. in cui Alessandro emanò l'editto che imponeva ilrie_ntro degli esuli nelle città greche. È noto che la decisione implicò gravissimi probleminelle relazioni tra il re e il mondo greco, anche per il soprawenire della vicenda di A{p"-lo. Anche i rapporti con Atene subirono una svolta negativa, perché I'editto implicò ladissoluzione della cleruchia ateniese imposta a Samo dopo il SetteO. Gli attriti intemiprovocati nelle città coinvolte e le gravi tensioni esterne sfociarono infine nella guerra la-miaca, secondo una connessione già chiara alle fonti anriche2t. La ricostruzioneitorica diquesta crisi, essenzíale a capire l'azione di Gorgos e Minnion e le posizione di lasos, im*plica complesse e controverse questioni cronologiche.

Pur se i particolari non sono tutti definitivamente chiariti, né unanimemente accolti,una accettabile sequenza può essere delineata in questo modo. Nei primi mesi del 324, inmarcia da Susa a Ecbatana, Alessandro concepì il decreto per il rient.o degli esuli, chevenne reso pubblico da Nicanore in occasione dei Giochi olimpici, nell'agosto del mede-simo 324, mentre si aggravava la questione di Arpalo. Nell'autunno Alessandro giunse aEcbatana, dove si svolsero le feste Dionisie; nella primavera del 323, presso Bibilonia,Alessandro incontrò alcune ambascerie greche. Vennero discusse varie questioni: una de-legazione ateniese affrontò il problema di Samo, che venne tolta agli Atèniesi; con I'estarecominciò il rientro degli abitanti, finché nel giugno 323la morre di Alessandro bloccò laquestione, consentendo ad Atene anche una reazione di'polizia,';la, questione venne poidecisa da Perdicca in coerenza con la decisione di Alessanàro: a partiie dal momento àelrientro, e per molti anni a venire, i Samii emanarono numerosi decreti dr nngreziamentoper quanti li avevano aiutati nella difficoltà.

19) Per le ipotesi relative ai testi, rispettivamente luonlasos T 50 e T 52, vedi HrrssenEn, op. cit., p.194 ss. [Jn calco del primo testo, perduto su pietra, è stato di recente rirrovato e pubblicato: vediK. Hai-ror, in Klio 87, 1999, pp. 392-396.

20) Sulla questione degli 'esuli' e I'azione di Gorgos vedi infra.

.- 2T) Sulle complesse questioni cronologiche e storiche connesse vedi HerssenEk, op. a/.; S.JascHlNsrr,Alexander und Giechenland unter dem Eíndruck der Flucht des Harpalos, Bonn 1981; W. W'nr, Athàn und Ate-xander. Unte,rsuchungen zur Geschichte der Stadt uon 338 bk 322 u.Chr., Miinchen 1983, con dettagliate di-scussioni delle fonti e della bibliografia, qui presupposte; vedi in parricolare R. M. EmrNGroN, in Chiron5, t975, pp. 51-57.

IASOS ELLENISTICA TRA POLITICA E CULTURA 387

Come si possono combinare con questa (tuttavia incerta) griglia cronologica i dati

relativi a Gorfos e Minnion? Il testo del decreto di Samo, lungo e piuttosto complesso,

rievoca l,,rziole dei due fratelli di lasos con una vistosa'compressione' narrativa, che solo

alcune spie linguistiche consentono di dipanare. In principio Gorgos- e Minnion sono lo-

àati insiàm. pi I favori concessi ai cittadini di Samo in esilio ffase a]: ciò può riferirsi ad

azíonísvolte ad Iasos, dove è noto che trovarono rifugio molti esuli samiit', príma dell'e-

manazione o forse meglio dell'applicazione dell'editto regio. Successivamente la posizione

dei due fratelli "pp"r.-dittinta:

solo Gorgos è lodato perché, durante il soggiorno a corte

ldiatribonl. T], h; profuso il suo impegnó prolungatoì tott.gtto dellacausadi Samo fase

ilt, ft, offerto'ad ilersa.rdro la corona ed è intervenuto presso le autorità di Iasos allo sco-

pf ai rendere più spedito e agevole_il ritorno degli esuli in patria [fase c]; finalmente ad

àntrambi i fraté[i si riconosce-la pubbli ca azione a favore di Samo nel momento della re-

dazione del decreto fnYn: fase df-A questi elemenii'rra poi aggiunta I'unica fonte letteraria che menziona Gorgos e che

si riferislce, in modo assai confuìó, proprio a questi complessi awenimenti. Un frammen-

to di Efippo di Olinto, citato da Ateneo, ricorda che durante un banchetto ad Ecbatana

nel 324 ".

C. to hoptopikytax Gorgos onorò Alessandro come figlio di Ammone con una

corona di tremila prr"i d'oro e piomise diecimila panoplie e pari numero_di macchine da

guerta e armi nel caso di un attacco contro Atene23.Lz scena inquadra Gorgos come un

íd,rl",or. che a gara con altri alimenta il culto regio della personalità: si tratta di una ca-

ratterrzzazione bén coerente sia con il moralismo che traspare dai pochi frammenti super-

stiti di Efippo2o, sía con I'immagine delle corti ellenistiche offerta dalla storiograîta, che

spesso ritraìse sotto la riduttiva niaschera delkolax il ruolo, ben più importante e definito,

del phílos regio tt.

Si è molto discusso del rapporto tra la scena evocata da Efìppo e I'azi'one di Gorgos

descritta nel decreto da Samo: t" diff.renza di tono e prospettiva tra le due testimonianze

rende comunque ardua f identificazione degli awenimenti'?6. Efippo descrive un gesto in-

dividuale, aduiatorio e cortigiano, avvenutò d.tt"ttt. una festa; il decreto richiama un atto

ufrciale, awenuto in un.o"rrr.rro diplomatico; il banchetto del satrapo non pare.l'occa-

;r-* fiù credibile in cui collocare lànnuncio relativo a Samo. La Localizzazione è gene-

rica pàr entrambi (a Ecbtana per Efippo, al 'campo' per il decreto)' Sebbene non man-

chino elementi coàgiuntivi (Gorgos-ùterviene .t.['.t.to e nell'altro caso dopo- che altri

hanno onoraro Alesiandro), più frudente appare la conclusione che si tratti di aweni-

22) yedíil decreto, forse riferito a un cittadino di laso, in C. HasIcrlo, Samisehe Volksbeschlí'isse der

hellenistischen Zeit, in AM 72, 1957, pp. 193-1'95 (n' 2q)'

23) Aru'n. tZ Si1A:'nphipp. iZe f S Jacorv. È tt"to grustamente osservato $Iwr, op' cit', p' l1'5)

che le minacciose promesse di'Górgos non coirrrrolgevano la realtà dei rapporti tra Alessandro e Atene, ma

esprimevano una posizione personale. _

24) YediJrconv, FrirHist IIb, Kommentar, Pp. 437-439 sul .moralismo di Efippo awerso ad AIes-

sandro. Sul fr. 5 ;^.ou,..-1rJ "rr.h" i" note di M. A: Lpw, Introduzione ad Alessandro Magno, Mllano 1977,

pp. 33-37.25) Vedi I. Savarrr Lrsrnroe, Les philoi royaux dans I'Asie,hellénístique, Genève 199&

26) yedi per eseÀpio M. EnnrNcìoN, in- Chiron 5, !975, p- 55 (contrario) e K' RosrN, in Histoia

27, 1978, p. 34 (favorevole).

388 CARLO FRANCO

menti diversi, e che la corona sia stata offerta da Gorgos durante i ricevimenti delle am-bascerie greche del febbraio 32327.

C'è in effetti un punto importante, su cui è difficile raggiungere certezza il nesso rraI'aggressività di Gorgos verso Atene (in Efippo) e la questione di Samo. In generale va ri-cordato il rapporto tra il decreto sul ritorno degli esuli e la situazione dei clèruchi atenie-si è incerto 28: molti elementi suggeriscono che la reazione ateniese fu cauta e progressiva-mente incline, dall'estate del324 alla primavera del 323, dalla trattativa all'aggrèssività; sic-ché la polemica antiateniese di Gorgos a Ecbatana poté dipendere soprattuito dalla que-stione di Aqpalo. Comunque I'episodio, nella sua natura deformante, mostra bene I'impor-tante posizione che Gorgos aveva raggiunto, ed è la chiave per comprendere quanro pesoassunse il suo intervento sulla questione di Samo.

Ricollegando ora i dati relativi a Gorgos e Minnion si ottiene un sequenza così defi-nibile: al tempo della loro attività politica e amministrativa a Iasos i due fratelli si distin-t_.1o p.. le prowideÍLze a favore degli esiliati di Samo ffase a: 334-30?]; divenuto philosdel re Alessandro Gorgos esercitò una azione continuativa a favore della restituzionJ del-l'isola [fase b: primavera-estate del 324], mostrandosi intanto autorevole nell'entouragedel re come mostra I'episodio delle Dionisie di Ecbatana [Efippo: aurunno del 324];-almomento della definitiva decisione del re sul destino di Samo offrì la corona e interven-ne presso le autorità di Iasos [fase c: primavera del 323]; dopo la morte del re, probabil-mente rientrato in patria, prosegui insieme al fratello Minnion I'impegno a favore di Sa-mo [fase d: dopo n 322].

Nonostante i problemi di cronologia relativi a Gorgos, f intensità dei rapporti intrat-tenuti da lasos con Alessandro è fuori discussione. Da corte l'influente cittidino trattavacon la sua città, secondo la pratica tipica dei philoi, coadiuvato dal fratello forse rimasto inpatria. V'è da chiedersi come la città di Iasos, così larga di onori verso Gorgos, abbia ma-nifestato la propria riconoscenza ad Alessandro. È troto che alcune cittid'Asia, comePriene e altre, decretarono al re un culto 2e; nulla di analogo è finora noto per lasos, an-che se gli scavi dell'agora hanno restituito frammenti da una base di statua, ancorà inedi-ta, <di Alessandro e Olimpiade>, che potrebbe avere un rapporto con la fase della 'libera-zione' dal dominio persiano e soprattutto con la 'restituzione' del 'Mar Piccolo'. {.Jna la-bile traccia di relazione 'cultuale' tra il re e la città caria si trova anche nella saga del del-fino di Iasos. La tradizione antica ambientò in effetti proprio nel golfo di Iasos molte sro-rie incentrate su questi animali: il libro IX della Naturalis Histoia di Plinio ne fornisceampia esemplificazione. Celebre fra tutte la vicenda, tramandata con molte varianti, del-I'affettuoso rapporto tra un delfino e vn tagazzo di lasos, rappresentata anche sulle mone-te cittadine. Secondo una delle versioni, il fanciullo legatissimo al delfino fu chiamato a

27) Ann. Anab.7.1'9.7-2 e23.2. Tra i favorevoli ad una data anteriore vedi almeno C. HanrcHr, inChiron 5,1.975, pp. 45-50 (Herbst 324).

28) Vedi S. Snrrr-ev, A History oJ Sanros (800-1SS b. C.), Oxford 7987, p. 1.62 ss. (e p. 297 sul pro-blema delle corone offerte da Gorgos).

29) Yedi naturalmente C. HalrcHr, Cottmenschentum und Giechische Stadte, Munchen 7970'z, part. p.17 ss.

IASOS ELLENISTICA TRA POLITICA E CULTURA 389

Babilonia da Alessandro e creato sacerdote di Nettuno 30. La tradizione dovrebbe risalire a

Duride di Samo: ciò ha spinto a credere che un esule samio Presente a Iasos potesse esse-

re 'testimone' della stori.îla, 'databile' il,323 per la menzione di Alessandro a Babilonia"'

Ma ogni collegamento alla'grande.storia".àbt" fuori luogo a proposito di una îotízia

così libile: il ripporto tra Iaós e Alessandro va studiato soprattutto tramite l'azione poli-

tica di Gorgos.

II

L,influente cortigiano per altro non fu l'unico cittadino di Iasos ad avere rapporti

privilegiati con Alessandro: diverso ruolo, ben più noto alla tradizione antica, ebbe il

io.o óhoirilor 32. Fonri tarde ed aneddotich. ,rJ do..rmentano infatti la presenza al se-

grriro a.t re Alessandro: spesso confuso con I'omonimo poeta epico di Samo attivo nel V

í..olo, Choirilos di lasos ebbe in anrico fama pessima. Gli fu attribuita tre I'altro una

,r..rio.t. greca del celebre epitafio di Sardanapalò:- <<Io ho quanto mangiai, quanto insu-

perbii, e con pene / d'"mo.'e patii.- Ma i beni, molti e ricchi, sono perduti>' Ma nulla di

,i..t.o si consérva della sua opera' di cui è incerta anche la natura'

Tuttavia una tradizione, il cui testimone più autorevole è Orazio fEpistole,2,1,232-233] fa di Choirilos uno dei letterati corcigiaài che adularono Alessandro, componendo

op.i. di infimo livello (Pessimus poetalo chiama un commentatore antico di Orazio)' Del

,,i...rro goduto in vita si hanno notizie contraddittorie: Orazio dice che il poeta' ngradi-

to al re aess"ndro il Grande>, avrebbe ricevuto in dono danaro per dei suoi versi <<tozzi

e mal ispirati> lArs poetica, 357l.Invece un altro commentatore antico di orazio, 1o Pseu-

do-Acróne, .rèd.rr" di sapere .h. 1. cose fossero finite Pegglo: la ricornpensa pattuita sa-

rebbe stata di una moneia d'oro per ogni bel verso, e di uno schiaffo per ogni brutto'

Dato che la maggior parte apparue brutt", Choirilos sarebbe morto sotto le percosse'

D'altronde, ricorl-a "nJor.

il iómmentatore di Orazio, il poeta su!1v1 le.battute sprez-

zarfti dí Alessandro, che avrebbe detto <di preferire molto essere il Tenite di Omero'

piuttosto che I'Achille di Choirilos>.'- L'impari confronto tra il poeta adulatore e Omero ebbe ricca tradizione, soprawissu-

ta confusamente fino al tardo Romanzo di Alessandrot'. L'aneddoto rispecchia per altro un

30) A*Neo, Deipn. L3.606 c-d; Pur.r., NH 9.8.27; sulle numerose varianti dell'aneddoto vedi C'

Fnaxco, in l*xis 11, t993, pp.225-23t'31) Dunrs, FrcrHist'lO'f I Jaconv. Vldi R' Krnntc, In the Shadow of Mryedon, Wjesbaden 1977' p'

f9. Noí pare accettabil,oinvece la tesi (pp. 17 e 50) per cui la storia testimonia la visita di Alessandro a Ia-

sos, cosa èh" ttott emerge in alcun modo dalle fonti'32) | pochi dati íono raccolti in H. Lrovo-Jo*Es, P' PansoNs, Supplementum Hellenisticun' Berlin

1933, pp. ti+-sS; vedi ora anche M. FaNruzzt, ,.rl Choitilos [3] aus lasos, in Der neue Pauly 2,1997' p'

1,139;p. Raprcr cot^.t,-èhniJo, rn Enciclopedia oruziana I, Rorna 1997, pp' 6-88-689; I' BonzsÀr' Choii'

Ios und Konsorten,i" I. i^" ittig.), Epík dirchlohrhunderte, lntemationale Konferenz, Szeged 2-4' Oktober

1997, Szeged 1998, PP. 92-98.33) A !.42 compare infatti l'aneddoto che contrappone.Omero cantore di Achille ai goffi cantori dr

Alessandro. Cherilo non è nominato. L'aneddoto ,i .oiù.a durante la visita di Alessandro a Troia' il che

390 CARLO FRANCO

luogo comune, l'opposizione tra il cortigiano, avido e servile, e il gran re, esaltato dallememorie omeriche ma circondato da mediocri artisti: è la condanna moralistica dellapoesia celebrativa soprattutto epica, fiorita nelle corti ellenistiche 3a.

Del resto Choirilos non fu l'unico poeta cortigiano di Alessandro. Curzio Rufo,evocando la degenerazione orientale di Alessandro alla vigilia della parterlza per l'India,ricorda anche l'opera dei poetastri (greci, non macedoni, come sottolinea) mescolati allafolla di adulatori che circondava il re: (un tale Agis di Argo, che scrisse i versi peggioridopo quelli di Choirilos, e Cleone di Sicilia (adulatore, quest'ultimo, non solo grer viziodella sua personalità, ma anche della sua origine), e altri rifiuti delle rispettive città, che ilre anteponeva ai suoi cari e ai generali più valorosi: questi gli mostravano aperta la viadel cielo, e vaneggiavano che Ercole e Libero Padre, e Castore e Polluce dovevano cede-re al nuovo dio>. E questo lo sfondo letterario (o politico) di Choirilos's. La fama moltoriduttiva che ne ha conservato il ricordo corrisponde al modo in cui la storia di Alessan-dro è stata naffata dai posteri, con idiosincrasie e schematismi: I'aneddotica di età elleni-stica molto spesso presentava i collaboratori dei re in modo degradante, come parassiti.Tenuto conto di questa tendenza generale, anche a Choirilos può toccare una considera-zione più seria ed equilibrata.Tra le incerte notizie relative alla sua attività poerica, ripor-tate nel lessico bizantino Suda, si parla di un suo poema Lamiakà, cioè Storie larniache. Ildato è assai incerto, e non sono mancati argomenti a favore della correzione del titolo inSamiakà (con conseguente attribuzíone dell'opera all'omonimo poeta di Samo) 3u; ma seinvece il dato tràdito è attendibile, come hanno ritenuto anche gli ultimi editori, è im-mediato e significativo il collegamento tra Choirilos, Gorgos e la posizione filomacedoneassunta da Iasos durante la guerra larntaca: il poema entrerebbe così nel vivo della lottapolitica greca, e il poeta cortigiano apparirebbe, ben divenamente da un ridicolo zimbel-1o del re, come il testimone di una attualità drammatica.

III

Più ricche ma anch'esse problematiche e 'paradossali' sono le notizie relative a Dio-doro figlio di Aminia, detto 'Kronos', il filosofo di lasos. La tradizione antica lo ricorda

configurerebbe un anacronismo (tra i molti, per nulla rilevanti, del Romanzo). In altre tradizioni I'aned-doto è riferito invece ad Anassimene di Lampsaco: vedi Suppl. Hell. 45.

34) Vedi K. Zrrcren, L'epos ellenistico f7966'z1, tr. it., Bari 1988, part. p. 23 s., con le schede di M.FRNruzzr (su Chorilos, pp. lxv-vl). Non è del tutto certo che si debba parlarc di poesia epica: C,rvenoN,op. cit. (a n. 50), p.277 ss. suggerisce di chiamare poeti encomiastici e non epici quelli di Alessandro.

35) Cunr. 8.5.8. Per la tradizione sui 'poetastri', che comporta numerosi scambi di materiale aned-dotico dall'uno all'altro, vedi H. Brnvr, Das Alexandeneich auf prosopographischer Crundlage, Munchen 1926,p. 71' s., e in particolare le schede su Agis di Argo [BrnvE 16], Aischrion di Mitilene fBenve 34], Anaxi-menes di Lampsaco [Brnvr 71], Choirilos di Iasos [Brnvr 829]; Pyrrhon di Elide [BEnvr 682) e Kleon diSicilia [Brnva 4371, nonché W. 'W. TtxN, Alexander the Creat, Oxford 1948 [= Chicago 1981], II, pp. 55-62. In generale vedi ora G. 'Wrnrn, Dichtung und hofsche Gesellschaft Die Rezeption uon Zeitgeschíchte am Hofder ersten drei Ptolemiier, Stuttgart 1993, pp. 48-50.

36) Cfr. ad esempio F. Mrcsruzzo, in Prometheus 8, 1982, pp. 31.-42 (e ibíd. 9, 1983, pp. 11-28).

IASOS ELLENISTICA TRA POLTTICA E CULTURA 391

come discepolo di Apollonio di Cirene3'e come esponente della tendenza'diùettic^'38:numerosi riferimenti negli scritti di Sesto Empirico informano che Diodoro dedicò le sueriflessioni al significato delle parole, alla concatenazione logica dell'argomentazione, allastruttura della materia, al moto dei corpi 3e.

Da un punto di vista storico I'interesse per Diodoro va soprattutto alla sua biografra,pur così incerta nei dati. I filosofo ebbe importanti contatti con i Tolemei e la corte diAlessandria d'Egitto, dove sarebbe morto. Si racconta infatti che <mentre si trovava pres-so Tolemeo il Salvatore, Stilpone gli pose alcuni quesiti di dialettica. Non riuscì a rispon-dere immediatamente: se ne ebbe il disprezzo del re e il soprannome di 'Kronos' perscherno. Lasciato il simposio, compose una replica scritta sul problema che gli era statoposto, e poi morì per lo scoraggiamento)00. La storia presenta certo molti elementi so-spetti: anzitutto 1I topos del saggio che muore per il dispetto di non esser riuscito a risol-vere un quesito, come già si diceva di Omero ot. Dubbia poi la localizzazione dello 'scon-tro' tra i due filosofi: una notizia pure data da Diogene Laerzio ha indotto a escluderel'eventualità di soggiorno di Stilpone in Alessandria; l'aneddoto allora è stato riferito allaconquista di Megara da parte di Tolemeo nel 307 a.C.aI. Le testimonianze sull'attività diDiodoro consentono agevolmente di pensare ad una sua attività in Grecia; probabilmenteperò i tentativi di'razionalizzare' l'aneddoto sono inopportuni, perché esso è comunqueinconciliabile con le notizie di un soggiorno alessandrino di Diodoro in un periodo suc-cessivo al307, che quindi non può essere considerato I'anno della sua morte. Certo qual-che elemento si può comunque ricavare dall'episodio in cui si immaginò (?) una gara

dialettica tra due 'megarici': Diodoro è detto 'soggiornare' ldiatríbeiz] presso Tolemeo,con espressione che ancora rinvia alla posizione del philos tou basileos. Né soverchio valoreandrà attribuito allo scherno del re per la maîca;ta- soluzione del quesito: l'aneddoto sem-bra tra I'altro una specie di aition del soprannome di Diodoro, trasferito a Diodoro dalsuo maestro Apollonio ot; la connotazione positiva di Kronos come 'astuto' sarebbe poistata volta a scherno da Tolomeo, perché Diodoro era stato <<detronizzato> da Stilpone,come Kronos, rimbambito qual era, da Zeus.

Allo stesso 'problema' si richiama poi un epigramma giunto frammentario di Calli-maco, fonte principalissima tra quelle relative al soggiorno di Diodoro in Alessandria:(ecco che i corvi sui tetti: 'di che tipo è I'implicazione?' ripetono gracchiando e 'in che

37) Su cui G. GraNNaNroN4 Soaaticorum Reliquiae I, Roma'1983,p.72, R. Munrn, s.z. Apolloniosde Cyrène dit Cronos (RX 93), in R. Gournr, (cur.), Dictionnaire des Philosophes Antiques, I, Paris 1994, p.

288, A 276.38) Sul problema delle 'scuole' megariche vedi le dettagliate riflessioni di GIaNNaNroNI, op. cit.,Ill,

1985, p. 40 s.39) Vedi tutti i testi su Diodoro raccolti in GraNrlaNroNr, op. cit., I, Roma 1983, pp. 73-94 (vedr

anche III, Roma 1985, pp. 69-76, con bibliografia precedente). Si aggiungano ora R. Murran, Diodoros

ilit Cronos, in Dictionnaire, cit.,II, pp. 779-78t; K. DÒxrNc, Diodoros (4), in Der neue Pauly, 3, pp. 588-89,con altra bibliografia.

40) Droc. L*w.2.112.41) Arcro., Certanen,T(3) Avezzù.42) Sul rifiuto di Stilpone veno Alessandria vedi Droc. Larn'r. 2.155; per Megara Drco. 20.37; per la

vùutazione dell'aneddoto vedi D. Snortv, in PCPftS 56, 1977, pp. 74-120, part. p. 78 ss.

43) DIoc. Laenr.2.111: Strabo 17.3.22.

392 CARLO FRANCO

modo poi diventeremo?' [...]; il Biasimo stesso ha scritto sui muri 'il Rimbambito è sag-gro' lft. 393 b-a Pfeiffer] o'. Il senso dei versi è incerto, ma l'allusiv o Witz contenuto neltesto implica con ogni probabilità che il fìlosofo era ancora vivo e presente ad Alessandrianegli anni '80 del III secolo, insieme a Callimaco. Ciò pare confeÀ"to da una notizía ri-portata da Sesto Empirico [Pynh. Hyp. 2.2451, che pone in relazione il pensatore di Iasoscon il grande medico Erofilo: <si ricorda

"nlh. ot fìtr. detto del -.di.o Erofìlo, con-temporaneo appunto di quel Diodoro che, vacuo teonzzatore nella dialettica, faceva ra-gionamenti su tutto, e anche sul moto, dei ragionamenti da sofista. Diodoro dunque un9.forn9 si presentò a Erofilo per fani curare una spalla lussata. Questi allora si burlò di luidicendo: 'O la spalla si è spostata nel luogo dove era, o in queùo dove non era: ma nonnel posto dove era prima, né in quello dove non era prima. Quindi non si è mossa affat-to!'. Ma quando il sofista lo pregò di lasciar stare quesii ragionimenti, lo curò come I'artemedica richiedeva>. L'aneddoto presenta dunque biodoto alla corte di Alessandria insie-me ad Erofilo: ma è stato dimostrato che il grande medico vi giunse verso il 290 a.C.,restandovi anche più avanti, durante il regno di Tolemeo II Fii;delfo o5; il che confermala necessità di abbassare la data della mortè di piodoro olrre it307, ricavabile dal dubbioaneddoto sulla gara con Stilpone, fino al secondo decennio del III secolo a. C.

Ciò che merita poi attenzione è il legame di Diodoro con i Tolemei, e la sua pre-senza in Alessandria.La città di Iasos infatti aveva srreto con Tolomeo figlio ii Lagojnel309/08' un trattato di alleanza politico-militare, valido ancora dopo il:Ol*. È suglestivosupporre che il soggiorno in Egitto del filosofo da Iasos sia legatà ail'influenz a toll^aica,estesasi in Caria con intensità variabile appunto dopo il 30907 e variamente poi conferma-ta, pur se tale connessione non aiuta a fissare I'incérta cronologia di Diodoà.

IV

Appunto a proposito di Diodoro è occorso di nominare il grande Callimaco. Ciòconsente di ricordare un dato quasi dimenticato, owero che il poJt" di Cirene ebbe rap-porti con-un altro personaggio originario di Iasos: una biografilantica4s attesta che Calii-t1îo fu discepolo di Hermocrates di lasos, studioso che dlvette godere di qualche cele-brità in antico per le sue opere di erudizione linguistico-granunati=cali ot. AnJhe in questocaso si pone un problema di cronologia: il discepolato va collocato a Cirene o alirove?

44) Trad. G. B. D'Arsssro, Milano 1996; sull'ordinamento e I'interpretazione del testo vedi A. S. F.Gow-D. L. Pacr, The g,.re*ltnlhology. HellenisticEpígrams, Cambridge tgeS,n,pp.215-217; M.J.'WHrrpin CQ 36, 1-986, pp. 534-537; CaunnoN, op. cit. (a-n.50), p.222.

45) Sulla cronologia vedi RE8.1104-10-s.u. Herophilos, con riferimento a contributi di W.Jarcrnche ne collocò llJloruit sotto Tolomeo Filadelfo.

46) Iuonlasos 2 e 3. Sulla dominazione lagide vedi tra I'alrro K. BecNau, The Administration of thePtolemaic Possessions ouside Egypt, Leiden 1976, pp. 89-94.

47) Secondo la prospettiva tracciata anni fa da M. Wónnrr, in Chiron 6, 1976, pp. 43-66, part. p. 44ss.

48) Suoa s.z. Kallimachos [K 227 Aorzx] = Tesr. 1 prrrrrsn.49) Vedi RE XV, pp. 887-888, s.z, Hermokrares (10) [FuNarord.

IASOS ELLENISTICA TRA POLITICA E CULTURA 393

Recenti riflessioni sui primi anni e la formazione di Callimaco so non sembrano lasciare

dubbi: }'autorevole famiglia del poeta lasciò Cirene assai presto, dopo la conquista tole-

maica, e si recò ad Alessandria, dove il bimbo fu tra i basilikoi paides a corte. Anche Her-mokrates quindi fu ad Alessandria, dove la 'colonia' di Iasos apPare aver avuto qualche

consistenza, nell'ambito certo di una cospicua presenza di immigrati dalla Caria.

V

LIna stele di marmo bluastro, ottimamente conservata, donata al British Museum da

Sua Grazia il Duca di Saint Albans nel 1872, preserva la copia di un decreto di Samotra-

cia in onore di un cittadino di Iasos, per le sue benemererLze verso I'isola e il suo santua-

rio degli dèi Cabiris'. L'onorato è il poeta tragico Dymas, che ottiene dapprima un elo-

gio pubblico, una corona d'oro e la cittadinanza <perché si è sempre- comportato bene

,r.rrà il santuario, la città e i cittadini, con le sue parole, i suoi scritti, le sue azioni>. unsecondo prowedimento gli decreta un'altra corona e un elogio ufficiale <perché si è sem-

p.. .o-portato rispettosamente verso gli dei e con amichevole favore verso la città, con

Î. 5rr. parole, i suoi scritti, le sue azioni>, in particolare con una sua tragedia dedicata a Itstoie d)i Dardanoss2. La vicenda di Dardanos era strettamente legata alla storia sacra di Sa-

morracia, perché egli sarebbe stato il fondatore dei misteri e del santuario principale del-

l'isolaut.La saga ebbe larga diffusione in età ellenistica: le tragedie di Dymas ne sono te-

stimonianza, e non l'uniia. IJn decreto di Priene, databile al II secolo a. C., riporta ilringraziarnento a Samotracia per gli onori decretati al poeta epicg Herodes-.di Priene, au-

toté di due poemi su Dardanos e Aetion, Kadmos e Harmonia sa. I testi di queste opere

sono naturalmente perduti: un'idea del loro contenuto si può desumere dall'ampia esposi-

zione di Diodoro . d" "ltt testimonianze mitografichett. Le notizie su poeti minori co-

me Dymas e Herodes documentano comunque la produzione letteraria eseguita durante

le festó che si tenevano presso I'importante santuario di Samofttcia: <drammi inteqpretati

da gruppi di artisti, poemi epici declamati, inni cantati al suono della cetra, sono quanto

possiamo immaginare circa le rappresentazioni nel teatro> tu.

' La cro.rololia di Dymas si- può fissare in modo abbastanza preciso con I'ausilio di

un'altra iscrizione di Iasos, oggi a Clandeboye House: essa ricorda Dymas figlio di Antt-parros tra i contributori p.r là feste Dionisie della città ut. Il decreto si data al principio

50) Vedi A. CaruEnoN, Callimachus andhis Critia,Pnnceton 1995, p.3 ss'

5I) Iuonlaos 1.53.

52) TrCF I, 1.30 T 1 SNPrr'

53j Su cui vedi S. Guerrer Cow, Theoi Megaloi: the Cult of the Great Gods at Samothrace, Leiden 1984.

5í) nschriften uon Priene 68, 69 e 70: quesii ultimi due testi pertinenti ad un unico testo, vedi R.

MsR.KErsacH, in EA 25, t995, p. 70.55) Droo. 5.47-49;4.75; DroN. H*., Ant. Rom.,1.6l s.; 68 s.; [Apollod.], BibI',3.138 ss.; in gene-

rale vedi F. PnrNz, Grùndungsmythen und Sagenchronologie, Mùnchen 1979, p. 187 ss.

56) F. CHapourHrsn, À. S^t^., F. Sawrar, in BCH 80, 1956, pp. 1.42-145. Richiama DYmas e He-

rodes a proposito di alcuni passi callimachei Carurnnor'r, op' eit;, p.212'57j lionlasos 160. Sutfevergerismo ellenistico vedi ora la sintesi di L. MIcnorrn, L'euérgétisme des cito-

yens autc périodes classique et hetléni*íque, in M. Cuntsror, O. MassoN (edd.), Aetes du X' Congrès Intematio-

394 CARLO FRANCO

del II secolo a. C., probabilmente al 1,98/7 s8: dunque l'opera poerica di Dymas è vicinaanche cronologicamente alla produzione del prienese Herodes. Il riconoscimento 'inter-nazionale' che I'attività di questi poeti ricevette attraverso i decreti giunti fìno a noi è unbuon esempio della vivace dimensione politica in cui le città d'Aiia vissero nel secolodell'ellenismo maturo. Fu tempo di fitte relazioni tra le poleis ma, anche per Iasos, tem-po di grandi turbamenti: I'attività di Dymas e i suoi contributi evergerici pir il reatro cir-tadino ebbero come sfondo il passaggio della città al dominio dei Seleucidl, quindi di Rodiue.

L'attività di Dymas apre così ampie prospettive sulla storia della città di Iasos in etàellenistica. Da un lato è la centralità del teatro'', documentata dalle epigrafi relative acontribuci per l'edificio e per le rappresentazion| e dall'impol:tanza delle feite teatrali nel-la vita della città61. D'altra parte gli onori samotraci decréati a Dymas si inquadrano inun contesto di solide e prolungate relazioni tra le due città. una mutila epigrife da lasos,ora completata e ristudiata sulla base di un calco, conserya un decreto di Samotra cia data-bile alla metà del III secolo a. C., in onore di due theoroi da Iasos presso il santuario deiCabiri, Gryllos figlio di Eukieides e Euktos figlio di Menekares "; di akd_ due cittadini diIasos, Billaros figlio di Hermias e Antileon figlio di Menekrates, è invece un testo da Sa-motracia ad attestare il ruolo di theoroi verso la fine del ,[I sec. a. C. 63.

Dunque l'intensa attività di rappresentazioni teatrali ed esibizioni artistiche non erasolo un momento 'interno' della città: ad onta della supposta natura apolitica della lette-tatuta ellenistica, il teatro aveva anche una dimensione di 'impegno', e testi come quellodi Dymas o di Herodes rappresentavano un momento di vita politica6a, un aspetto diquei rapporti internazionali, fatti di giudici stranieri6'e di decreti di prossenia, di sygge-neiai ó6 e di ambascerie. Di ciò era sostanziata, come ha insegnato Louis Robert, la vitadellz polk ellenistica.

nal d'Epigraphie grecque et latine, Nîmes 4-9 Octobre 1992, Pans 1,997 , pp. 183-1,96, con richiamo ai fonda-mentali lavori di VeyNr e GRurHrEn.

58) Secondo la cronologia di Cnowrnrx, op. cit., in BICS 37, L99},,p., !45: per il dibattito relativoai 'testi coregici' di lasos vedi n. 59. : :, j..'

59) Sui Seleucidi a Iasos vedi ora A. Masrnoc,*q.rr,: rm AthenaeumEf, tSgS, pp. 131-1.4I.60) Come è noto, nel teatro di Iasos si conservano i due poderosi analemmata in eleganre murarura

ellenistica, pochi elementi della scena e f impronta della cavea: I'edificio fu spogliato quasi interamente del-le pietre nel secolo scorso.

61) Vedi htonlasos 43, 51., 152, 153, 240, 241 e tutti i testi 'coregici' rappresentati dalle importantiliste luonlasos 160-167 e 170-21,8. Sulla cronologia delle liste si è svolto di recente un ampio dibattito: ve-di Cu. v. cnowrnsn, in Blcs 37, 1990, pp. 143-1,51; L. Mrceorrp, in chiron 23, 1,993, pp.267-294;cH. v. cnowrHEn, in chiron25, 1995,pp.225-234: F. Dernmux,in REA98, 1,996, pp.371-388, su cuile critiche osservazioni di PH. GaurnrEn, in BullEp 1998, p. 394.

62) C. Flanrcrr, in Chiron 1,4, 1.994, pp. 69-74 lgSà Iuonlasos 72].63) I.C. XII.8. 171, 11.70-7I = Iuonlasos T 60.4.64) Vedi per il metodo il lavoro di B. Ls GusN, in REG 108, 1995, pp.59-90. Su Dymas vedi an-

che A. CuaNIorIs, Hístorie und Historiker in iler Criechkchen Inschiften. Epigràphische Beitriige zur CiechischenHktoiographie, Stuttgart 1988, pp. 345 s.

65) Sui decreti di Iasos in onore di giudici stranieri vedi ora I'importante lavoro di CH.wrHER, in BICS 40,7995, pp. 91-138.

66) Vedi ora O. Cunrv, Les parentés légendaíres entre les citès grecques, Paris 1995, pp.52-59,ss. in generale.

V. Cno-

1,29, 259

IASOS ELLENISTICA TRA POLITICA E CULTURA 395

ADDENDUM

Il lavoro è stato consegnato nel settembre del 1999: da allora, nelle more della stampa, sono-stati

apportati solo alcuni "ggior"n"menti

bibliografici. Dopo la correzione delle bozze però è uscito I'im-

p'o'*"rrr. saggio di F. dírnmvx, Iasos àlafn du IV' iècte a.C. ks monnaíes auxfruits de mer, desfk de

Théodotos au versement de l'ekklesiastikon, in REG 7I4, 2001', pp' 160-189, di cui non rni è stato

quindi possibile tenere conro. Delrieux esamina le vicende di Gorgos e Minnion giungendo per auto-

,ro-" à"Uri a conclusioni analoghe alle mie, pur con divergenze di dettaglio (vedi sez' I)'