3
DI IGOR TRABONI l nostro lido è pienamente accessibile ai disabili non so- lo e non tanto perché ci so- no delle norme che lo prevedono, ma soprattutto perché questi ragaz- zi ci danno tantissimo con la loro presenza. Ci riempiono le giornate con la loro allegria, con una profon- da umanità». Così Fulvia Frallic- ciardi, del lido “La nave di Serapo”, sulla bellissima spiaggia di Gaeta, racconta di un rapporto lunghissi- mo con un turismo pienamente ac- cessibile, e aggiunge: «I disabili so- no i benvenuti da noi, da sempre. Da tantissimi anni, ad esempio, cre- do oltre dieci, mettiamo a disposi- zione degli ombrelloni per la coo- perativa “La valle” di Gaeta che se- gue i ragazzi disabili. Vengono ogni giorno, con gli assistenti. Così come vengono sempre tante altre famiglie con persone disabili, alcune sono anni che le ospitiamo e abbiamo vi- sto questi ragazzi crescere. Come ad esempio Nicolò, un ragazzo down che viene qui fin da quando era pic- colino. Una volta è andato ad Ischia e dopo un po’ mi ha telefonato di- cendo che voleva tornare da noi. Io gli dicevo: guarda che Ischia è bel- I « la, ci sono tante cose da vedere. Ma lui insisteva: “Voglio tornare da voi perché qui ci sono troppi down”. So- no scoppiata a ridere e racconto que- sto episodio per far capire come an- che qui da noi ci sono i disabili, ma evidentemente sono così bene ac- cetti che la loro presenza è norma- le». In tanti anni, rimarca la Frallic- ciardi, «non c’è mai stato un episo- dio diintolleranza nei confronti di questi ospiti, mai nessun cliente normale si è permesso di dire che la presenza di una carrozzina sulla spiaggia lo infastidiva». In effetti, l’inclusione che passa an- che attraverso le vacanze estive è un aspetto che sottolinea anche Gian- ni Ricciotti, dell’associazione “In- sieme” di Alatri, formata da famiglie che seguono in ogni aspetto i ra- gazzi down. «Noi non abbiamo mai avuto problemi sui lidi della nostra regione. E’ vero che abbiamo solo ra- gazzi con disabilità intellettiva e quindi non abbiamo bisogno di particolari strutture, ma quando i nostri figli arrivano in spiaggia so- no sempre bene accolti. Oramai so- no quasi autosufficienti e noi par- tiamo dal presupposto che non esi- ste qualcosa vietata a loro». Anche in vacanza, e pure questo diventa allora turismo accessibile. Tornando al riferimento dei disabili con diffi- coltà motorie, si può affermare che nel Lazio, sono stati fatti, in questi anni, importanti passi in avanti. In- fatti, c’è un tassello fondamentale che sarà attivo dalla prossima sta- gione, ma che è stato presentato fin da ora su scala nazionale ed ha già parecchie manifestazioni d’interes- se proprio dal litorale laziale. Si trat- ta del marchio “Ecospiagge per tut- ti” di Legambiente e Village for all. Il marchio verrà assegnato a tutti gli stabilimenti balneari che si saran- no impegnati nell’adozione di mi- sure di sostenibilità ambientale e di strumenti che garantiscano adegua- ti standard di accessibilità e di o- spitalità per persone con disabilità, senior, famiglie con bambini piccoli e, più in generale, ospiti con esigenze speciali. Anche da un punto di vista istituzionale, il Lazio si è sempre mostrato abbastanza sensibile ver- so questo aspetto e già dal 2011 è in vigore il Codice del Turismo, una legge che considera “atto discrimi- natorio impedire alle persone con disabilità motorie, sensoriali e in- tellettive di fruire, in modo com- pleto ed in autonomia, dell’offerta turistica, esclusivamente per motivi comunque connessi o riferibili alla loro disabilità”. La Regione Lazio è inoltre impegnata nel promuovere diverse azioni mirate alla valorizza- zione del turismo accessibile e in- clusivo, che lo interpreta in senso più ampio “come momento essen- ziale per la completa realizzazione della persona nella sua dimensione esistenziale e sociale”, per creare u- na sintonia tra operatore turistico e persone con bisogni speciali. Sull’accessibilità delle spiagge nel Lazio, riferimenti utili si trovano an- che sul sito disabili.com. In parti- colare, con la Fondazione Serono è stata verificata e viene segnalata l’ac- cessibilità di alcuni stabilimenti a Montalto di Castro, San Felice Cir- ceo, Anzio, Focene e Lido di Tar- quinia. Nel Lazio spiagge aperte ai disabili Si chiama «Hostability» il progetto per l’occupazione ostability è un progetto di inclusione finanziato dalla Regione La- zio, rivolto a 18 giovani con disabilità di età compresa tra i 18 e i 35 anni, interessati ad avviare e gestire un servizio di ospitalità extra– alberghiera. Si tratta di un percorso di crescita personale e professio- nale nel settore del turismo accessibile: attraverso seminari, laborato- ri, case studies, training, permetterà ai giovani di conoscere tutti gli a- spetti della ricezione turistica, compresa la gestione delle piattaforme online al fine di scoprire i segreti per un’ospitalità a cinque stelle. L’obiettivo è creare inclusione e occupazione dei destinatari dando vi- ta al il primo circuito di bed&breakfast accessibili di Roma e del Lazio. I partecipanti, al termine del percorso, conseguiranno una preparazio- ne completa per affrontare con sicurezza la gestione dell’attività, ri- spondere alle esigenze del mercato e promuovere il territorio. Per i de- stinatari è prevista, per ogni ora di attività svolta, un’indennità di 6 eu- ro per un totale di 600 ore. La scadenza della fase di selezione è fissata per il 31 luglio 2019. (C.Cri.) H l’iniziativa Fulvia Frallicciardi, titolare di un lido a Gaeta: «Questi ragazzi portano tanta allegria» Pronto per il 2020 un marchio di qualità «Giusto, caparbio, generoso, empatico» L’alpinista Nardi ricordato dagli amici manità, senso di giustizia e una grande caparbietà nel voler contribuire a migliorare i contesti sociali e umani con cui entrava in contatto. E poi generosità, altruismo, empatia: sono queste le doti che vengono raccontate di Daniele Nardi, l’alpinista setino scomparso il 25 febbraio sul Nanga Parabat che giovedì scorso è stato ricordato al Panathlon club di Latina, di cui Nardi era socio. L’evento intitolato “Daniele, l’uomo” ha voluto rimarcare non le imprese agonistiche dell’alpinista, ma il suo profilo umano. Filo conduttore della serata il motto di Daniele: “by fair means”, con mezzi leciti. Tra gli intervenuti, oltre ai giornalisti Gianluca Atlante ed Egidio Fia che hanno raccontato le gesta di Daniele ai suoi conterranei, anche chi lo ha U sostenuto nel suo percorso di vita: la presidente dell’associazione Arte e cultura per i diritti umani Maria Elena Martini, il governatore del Panathlon Lazio Massimo Zichi, il meteorologo Filippo Thiery, il giornalista Dario Ricci, coautore dei libri che ne illustrano la vicenda sportiva e umana, l’apneista Ilaria Molinari di cui Daniele fu allievo nei corsi di subacquea, Luca Zavatti, che ne ha condiviso le esperienze formative nelle scuole, e il magistrato Vittorio Misiti. In platea i genitori di Daniele, Agostino e Maria Concetta, la moglie Daniela e il figlio Mattia, insieme a centinaia di amici, di persone che lo sentivano vicino pur avendolo incontrato magari una sola volta, e di tanti che lo hanno conosciuto solo tramite le sue imprese. Lo scorso giovedì al Panathlon club di Latina un evento in ricordo dell’atleta scomparso a febbraio sul Nanga Parabat L EDITORIALE OGNI TALENTO È UN TESORO UNICO CHE NON VA SPRECATO SARA GAVI* vverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì» (Matteo 25,14–15). Questi due versetti sono tra i più conosciuti del Vangelo di Matteo e fanno parte della “famosa” parabola dei Talenti. Un racconto sentito e risentito ma che, ogni qual volta lo ascoltiamo con attenzione e cuore aperto, ci regala nuove sfide e nuovi orizzonti di crescita. Gesù con parole semplici cerca di raccontare al popolo, a persone comuni, l’importanza di valorizzare e far crescere quel dono di Dio che sono le proprie differenti capacità e i propri personali talenti. All’inizio della parabola, Gesù ci racconta di un uomo che, prima di partire, dona i suoi beni ai servi secondo le loro capacità. Non ci dice quale sia il suo obiettivo e il perché di questo regalo. Ci racconta solo del dono gratuito ai suoi servi fidati: ad ognuno di loro dona una differente parte del suo tesoro, e parte per il suo viaggio. Al ritorno, chiede ai servi cosa ne avessero fatto di questi talenti. È la reazione del signore, raccontata da Gesù, a lasciarci il vero messaggio: l’uomo infatti è pieno di gioia davanti ai due servi che, impegnandosi hanno fatto fruttificare i doni, mentre davanti all’uomo che, per paura, ha nascosto sotto la terra l’unico talento donato, invece, sembra quasi essere arrabbiato e deluso. Ma, perché il signore affida i talenti in maniera differente ai servi a ciascuno secondo la sua capacità? Ognuno di noi è diverso e in maniera diversa coltiva i propri talenti. Il signore conosce le nostre specificità, suo dono, e ci richiede di curarle e di farle crescere. Non ci dona di più o di meno di quanto noi possiamo ricevere ma sembra chiederci di non avere paura e di farci coraggio e condividere questi doni. Infatti, far crescere ogni giorno le nostre diversità arricchisce la comunità intera. Cosa ne sarebbe del mondo se fossimo tutti uguali? Se non ricevessimo secondo le nostre capacità e se non sapessimo far fruttificare i doni del Signore a nostro modo? Forse, sarebbe un mondo timido e poco colorato, un mondo in cui la paura non permette di crescere insieme, un mondo senza la ricchezza della diversità. Nella parabola, inoltre, è evidente la gioia dell’uomo, dopo aver saputo che i talenti affidati avevano prodotto nuovi frutti: una gioia grande, impossibile da contenere. L’uomo infatti esclama: «ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone». Egli gioisce e ci rende partecipi della sua gioia poiché siamo finalmente noi stessi: con il coraggio di coltivare i nostri talenti e metterli a frutto per il prossimo. Non è forse questo il significato della nostra vocazione? Il Signore, ci sprona, in fondo, a “mettere in circolo” le nostre diversità per un comunità più colorata e più ricca. * incaricata regionale Movimento studenti di Ac A « Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 21 luglio 2019 generazione giovani uanto è difficile educare un bambino? È uno dei compiti più complicati per un genitore o un e- ducatore, così complesso che avvolte saper educare sembra un’arte. Ma, se è così difficile educare un bam- bino, quanto è complicato farlo con una collettività? Sembra quasi utopia. Abbiamo veramente bisogno d’imparare l’arte dell’educazione, sopratutto nelle nostre società dove tutto sembra andare a caso, sen- za rispettare nessuna regola. Urge educare noi stessi e le persone che abbiamo accanto a vedere l’altro co- me un fratello, chiunque esso sia. Considerando gli altri non come dei nemici possiamo cominciare a co- struire comunità in grado di dare la possibilità a tut- ti di poter esprimere al massimo il loro potenziale. Co- struire comunità accoglienti ed educanti. Mi spiego con un esempio: vicino casa c’è una struttura che o- spita ragazzi che hanno commesso dei reati e dà lo- ro la possibilità di reinserirsi nella società; da qui han- no creato una cooperativa sociale che vende verdu- ra, cosi da educarli ad una vita nuova che vada verso gli altri e possa dare loro la possibilità di riscatto. Ge- sù ha accolto tutti, poveri e ricchi, dando l’opportu- nità di cambiare la loro vita, educando così le prime comunità a ricevere e curare gli altri con amore. Marco Fazari, incaricato Missio giovani Lazio Q Per essere comunità che sanno accogliere A Greccio l’incontro di pastorale sociale per investire sul futuro a pagina 2 Supplemento di Il turismo accessibile si fa sempre più strada nella mentalità e nelle strutture I relatori al Panathlon club ALBANO PAPA FRANCESCO AD ALBANO a pagina 3 ANAGNI LA GESTIONE DEL SANTUARIO a pagina 4 CIVITA C. LO SPORT DIRITTO DI TUTTI a pagina 5 CIVITAVECCHIA SCUOLA TEOLOGICA UNA SOLIDA REALTÀ a pagina 6 FROSINONE DUE TELE DA RECUPERARE a pagina 7 GAETA PER TORNARE SEMPLICI E LIBERI a pagina 8 LATINA LA PALLAVOLO ENTRA IN CARCERE a pagina 9 PALESTRINA TUTTE LE ATTIVITÀ DELL’ESTATE SCOUT a pagina 10 PORTO S.RUFINA INCLUSIONE SOCIALE CON L’AGRICOLTURA a pagina 11 SORA FARE VOLONTARIATO NELLA SANITÀ a pagina 13 TIVOLI UN’ECCELLENZA TIBURTINA a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI L’ECOLOGIA: QUESTIONE SOCIALE a pagina 12 Sono sempre di più i lidi e i villaggi turistici accessibili ai disabili

e-mail: [email protected] Nel Lazio · 2019. 7. 25. · zione del turismo accessibile e in-clusivo, che lo interpreta in senso più ampio “come momento essen-ziale per la

  • Upload
    others

  • View
    1

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: e-mail: portaparola@avvenire.it Nel Lazio · 2019. 7. 25. · zione del turismo accessibile e in-clusivo, che lo interpreta in senso più ampio “come momento essen-ziale per la

DI IGOR TRABONI

l nostro lido è pienamenteaccessibile ai disabili non so-lo e non tanto perché ci so-

no delle norme che lo prevedono,ma soprattutto perché questi ragaz-zi ci danno tantissimo con la loropresenza. Ci riempiono le giornatecon la loro allegria, con una profon-da umanità». Così Fulvia Frallic-ciardi, del lido “La nave di Serapo”,sulla bellissima spiaggia di Gaeta,racconta di un rapporto lunghissi-mo con un turismo pienamente ac-cessibile, e aggiunge: «I disabili so-no i benvenuti da noi, da sempre.Da tantissimi anni, ad esempio, cre-do oltre dieci, mettiamo a disposi-zione degli ombrelloni per la coo-perativa “La valle” di Gaeta che se-gue i ragazzi disabili. Vengono ognigiorno, con gli assistenti. Così comevengono sempre tante altre famigliecon persone disabili, alcune sonoanni che le ospitiamo e abbiamo vi-sto questi ragazzi crescere. Come adesempio Nicolò, un ragazzo downche viene qui fin da quando era pic-colino. Una volta è andato ad Ischiae dopo un po’ mi ha telefonato di-cendo che voleva tornare da noi. Iogli dicevo: guarda che Ischia è bel-

la, ci sono tante cose da vedere. Malui insisteva: “Voglio tornare da voiperché qui ci sono troppi down”. So-no scoppiata a ridere e racconto que-sto episodio per far capire come an-che qui da noi ci sono i disabili, maevidentemente sono così bene ac-cetti che la loro presenza è norma-le». In tanti anni, rimarca la Frallic-ciardi, «non c’è mai stato un episo-dio diintolleranza nei confronti diquesti ospiti, mai nessun clientenormale si è permesso di dire che lapresenza di una carrozzina sullaspiaggia lo infastidiva». In effetti, l’inclusione che passa an-che attraverso le vacanze estive è unaspetto che sottolinea anche Gian-ni Ricciotti, dell’associazione “In-sieme” di Alatri, formata da famiglieche seguono in ogni aspetto i ra-gazzi down. «Noi non abbiamo mai

avuto problemi sui lidi della nostraregione. E’ vero che abbiamo solo ra-gazzi con disabilità intellettiva equindi non abbiamo bisogno diparticolari strutture, ma quando inostri figli arrivano in spiaggia so-no sempre bene accolti. Oramai so-no quasi autosufficienti e noi par-tiamo dal presupposto che non esi-ste qualcosa vietata a loro». Anchein vacanza, e pure questo diventaallora turismo accessibile. Tornandoal riferimento dei disabili con diffi-coltà motorie, si può affermare che

nel Lazio, sono stati fatti, in questianni, importanti passi in avanti. In-fatti, c’è un tassello fondamentaleche sarà attivo dalla prossima sta-gione, ma che è stato presentato finda ora su scala nazionale ed ha giàparecchie manifestazioni d’interes-se proprio dal litorale laziale. Si trat-ta del marchio “Ecospiagge per tut-ti” di Legambiente e Village for all.Il marchio verrà assegnato a tutti glistabilimenti balneari che si saran-no impegnati nell’adozione di mi-sure di sostenibilità ambientale e di

strumenti che garantiscano adegua-ti standard di accessibilità e di o-spitalità per persone con disabilità,senior, famiglie con bambini piccolie, più in generale, ospiti con esigenzespeciali. Anche da un punto di vistaistituzionale, il Lazio si è sempremostrato abbastanza sensibile ver-so questo aspetto e già dal 2011 è invigore il Codice del Turismo, unalegge che considera “atto discrimi-natorio impedire alle persone condisabilità motorie, sensoriali e in-tellettive di fruire, in modo com-pleto ed in autonomia, dell’offertaturistica, esclusivamente per motivicomunque connessi o riferibili allaloro disabilità”. La Regione Lazio èinoltre impegnata nel promuoverediverse azioni mirate alla valorizza-zione del turismo accessibile e in-clusivo, che lo interpreta in sensopiù ampio “come momento essen-ziale per la completa realizzazionedella persona nella sua dimensioneesistenziale e sociale”, per creare u-na sintonia tra operatore turistico epersone con bisogni speciali. Sull’accessibilità delle spiagge nelLazio, riferimenti utili si trovano an-che sul sito disabili.com. In parti-colare, con la Fondazione Serono èstata verificata e viene segnalata l’ac-cessibilità di alcuni stabilimenti aMontalto di Castro, San Felice Cir-ceo, Anzio, Focene e Lido di Tar-quinia.

Nel Laziospiaggeaperte ai disabili

Si chiama «Hostability» il progetto per l’occupazioneostability è un progetto di inclusione finanziato dalla Regione La-zio, rivolto a 18 giovani con disabilità di età compresa tra i 18 e i

35 anni, interessati ad avviare e gestire un servizio di ospitalità extra–alberghiera. Si tratta di un percorso di crescita personale e professio-nale nel settore del turismo accessibile: attraverso seminari, laborato-ri, case studies, training, permetterà ai giovani di conoscere tutti gli a-spetti della ricezione turistica, compresa la gestione delle piattaformeonline al fine di scoprire i segreti per un’ospitalità a cinque stelle. L’obiettivo è creare inclusione e occupazione dei destinatari dando vi-ta al il primo circuito di bed&breakfast accessibili di Roma e del Lazio.I partecipanti, al termine del percorso, conseguiranno una preparazio-ne completa per affrontare con sicurezza la gestione dell’attività, ri-spondere alle esigenze del mercato e promuovere il territorio. Per i de-stinatari è prevista, per ogni ora di attività svolta, un’indennità di 6 eu-ro per un totale di 600 ore. La scadenza della fase di selezione è fissataper il 31 luglio 2019. (C.Cri.)

H

l’iniziativa

Fulvia Frallicciardi,titolare di un lido aGaeta: «Questi ragazziportano tanta allegria»Pronto per il 2020un marchio di qualità

«Giusto, caparbio, generoso, empatico»L’alpinista Nardi ricordato dagli amici

manità, senso di giustizia euna grande caparbietà nelvoler contribuire a migliorare

i contesti sociali e umani con cuientrava in contatto. E poi generosità,altruismo, empatia: sono queste ledoti che vengono raccontate diDaniele Nardi, l’alpinista setinoscomparso il 25 febbraio sul NangaParabat che giovedì scorso è statoricordato al Panathlon club diLatina, di cui Nardi era socio.L’evento intitolato “Daniele, l’uomo”ha voluto rimarcare non le impreseagonistiche dell’alpinista, ma il suoprofilo umano. Filo conduttore dellaserata il motto di Daniele: “by fairmeans”, con mezzi leciti. Tra gliintervenuti, oltre ai giornalistiGianluca Atlante ed Egidio Fia chehanno raccontato le gesta di Danieleai suoi conterranei, anche chi lo ha

U sostenuto nel suo percorso di vita: lapresidente dell’associazione Arte ecultura per i diritti umani MariaElena Martini, il governatore delPanathlon Lazio Massimo Zichi, ilmeteorologo Filippo Thiery, ilgiornalista Dario Ricci, coautore deilibri che ne illustrano la vicendasportiva e umana, l’apneista IlariaMolinari di cui Daniele fu allievo neicorsi di subacquea, Luca Zavatti, chene ha condiviso le esperienzeformative nelle scuole, e ilmagistrato Vittorio Misiti. In platea i genitori di Daniele,Agostino e Maria Concetta, la moglieDaniela e il figlio Mattia, insieme acentinaia di amici, di persone che losentivano vicino pur avendoloincontrato magari una sola volta, edi tanti che lo hanno conosciutosolo tramite le sue imprese.

Lo scorso giovedìal Panathlon clubdi Latina un eventoin ricordo dell’atletascomparso a febbraiosul Nanga Parabat

L ’ E D I T O R I A L E

OGNI TALENTOÈ UN TESORO UNICO

CHE NON VA SPRECATO

SARA GAVI*

vverrà come di un uomo che,partendo per un viaggio, chiamòi suoi servi e consegnò loro i suoi

beni. A uno diede cinque talenti, a un altrodue, a un altro uno, a ciascuno secondo lasua capacità, e partì» (Matteo 25,14–15).Questi due versetti sono tra i più conosciutidel Vangelo di Matteo e fanno parte della“famosa” parabola dei Talenti. Un raccontosentito e risentito ma che, ogni qual voltalo ascoltiamo con attenzione e cuore aperto,ci regala nuove sfide e nuovi orizzonti dicrescita. Gesù con parole semplici cerca diraccontare al popolo, a persone comuni,l’importanza di valorizzare e far crescerequel dono di Dio che sono le propriedifferenti capacità e i propri personalitalenti. All’inizio della parabola, Gesù ciracconta di un uomo che, prima di partire,dona i suoi beni ai servi secondo le lorocapacità. Non ci dice quale sia il suoobiettivo e il perché di questo regalo. Ciracconta solo del dono gratuito ai suoi servifidati: ad ognuno di loro dona unadifferente parte del suo tesoro, e parte per ilsuo viaggio. Al ritorno, chiede ai servi cosane avessero fatto di questi talenti. È lareazione del signore, raccontata da Gesù, alasciarci il vero messaggio: l’uomo infatti èpieno di gioia davanti ai due servi che,impegnandosi hanno fatto fruttificare idoni, mentre davanti all’uomo che, perpaura, ha nascosto sotto la terra l’unicotalento donato, invece, sembra quasi esserearrabbiato e deluso. Ma, perché il signoreaffida i talenti in maniera differente aiservi a ciascuno secondo la sua capacità?Ognuno di noi è diverso e in manieradiversa coltiva i propri talenti. Il signoreconosce le nostre specificità, suo dono, e cirichiede di curarle e di farle crescere. Nonci dona di più o di meno di quanto noipossiamo ricevere ma sembra chiederci dinon avere paura e di farci coraggio econdividere questi doni. Infatti, far crescereogni giorno le nostre diversità arricchisce lacomunità intera. Cosa ne sarebbe delmondo se fossimo tutti uguali? Se nonricevessimo secondo le nostre capacità e senon sapessimo far fruttificare i doni delSignore a nostro modo? Forse, sarebbe unmondo timido e poco colorato, un mondoin cui la paura non permette di crescereinsieme, un mondo senza la ricchezza delladiversità. Nella parabola, inoltre, èevidente la gioia dell’uomo, dopo aversaputo che i talenti affidati avevanoprodotto nuovi frutti: una gioia grande,impossibile da contenere. L’uomo infattiesclama: «ti darò autorità su molto; prendiparte alla gioia del tuo padrone». Egligioisce e ci rende partecipi della sua gioiapoiché siamo finalmente noi stessi: con ilcoraggio di coltivare i nostri talenti emetterli a frutto per il prossimo. Non èforse questo il significato della nostravocazione? Il Signore, ci sprona, in fondo,a “mettere in circolo” le nostre diversità perun comunità più colorata e più ricca.

* incaricata regionale Movimento studenti di Ac

Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanepiazza Carbonari, 3 - 20125 Milanotel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 21 luglio 2019 generazione giovani

uanto è difficile educare un bambino? È uno deicompiti più complicati per un genitore o un e-

ducatore, così complesso che avvolte saper educaresembra un’arte. Ma, se è così difficile educare un bam-bino, quanto è complicato farlo con una collettività?Sembra quasi utopia. Abbiamo veramente bisognod’imparare l’arte dell’educazione, sopratutto nellenostre società dove tutto sembra andare a caso, sen-za rispettare nessuna regola. Urge educare noi stessie le persone che abbiamo accanto a vedere l’altro co-me un fratello, chiunque esso sia. Considerando glialtri non come dei nemici possiamo cominciare a co-struire comunità in grado di dare la possibilità a tut-ti di poter esprimere al massimo il loro potenziale. Co-struire comunità accoglienti ed educanti. Mi spiegocon un esempio: vicino casa c’è una struttura che o-spita ragazzi che hanno commesso dei reati e dà lo-ro la possibilità di reinserirsi nella società; da qui han-no creato una cooperativa sociale che vende verdu-ra, cosi da educarli ad una vita nuova che vada versogli altri e possa dare loro la possibilità di riscatto. Ge-sù ha accolto tutti, poveri e ricchi, dando l’opportu-nità di cambiare la loro vita, educando così le primecomunità a ricevere e curare gli altri con amore.

Marco Fazari, incaricato Missio giovani Lazio

Q

Per essere comunitàche sanno accogliere

A Greccio l’incontrodi pastorale socialeper investire sul futuroa pagina 2

Supplemento di

Il turismo accessibile si fa sempre più strada nella mentalità e nelle strutture

I relatori al Panathlon club

◆ ALBANOPAPA FRANCESCOAD ALBANO

a pagina 3

◆ ANAGNILA GESTIONEDEL SANTUARIO

a pagina 4

◆ CIVITA C.LO SPORT DIRITTO DI TUTTI

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIASCUOLA TEOLOGICAUNA SOLIDA REALTÀ

a pagina 6

◆ FROSINONEDUE TELEDA RECUPERARE

a pagina 7

◆ GAETAPER TORNARESEMPLICI E LIBERI

a pagina 8

◆ LATINALA PALLAVOLOENTRA IN CARCERE

a pagina 9

◆ PALESTRINATUTTE LE ATTIVITÀDELL’ESTATE SCOUT

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAINCLUSIONE SOCIALECON L’AGRICOLTURA

a pagina 11

◆ SORAFARE VOLONTARIATONELLA SANITÀ

a pagina 13

◆ TIVOLIUN’ECCELLENZATIBURTINA

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETIL’ECOLOGIA:QUESTIONE SOCIALE

a pagina 12

Sono sempre di più i lidi e i villaggi turistici accessibili ai disabili

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 2: e-mail: portaparola@avvenire.it Nel Lazio · 2019. 7. 25. · zione del turismo accessibile e in-clusivo, che lo interpreta in senso più ampio “come momento essen-ziale per la

Tenuto a Greccio, dal 9 al 12 luglio, il quintoseminario di Pastorale sociale e del lavoroorganizzato dall’Ufficio nazionale della CeiQuaranta i delegati provenienti da 13 territori

Fabio Bolzetta nuovo presidente di «WeCa»arà Fabio Bolzetta, volto deltelegiornale di Tv2000, apresiedere il nuovo consiglio

direttivo dell’Associazione WebCattolici Italiani (WeCa). Con luila ricercatrice dell’università deglistudi di Perugia Rita Marchetti,don Giovanni Benvenuto delladiocesi di Genova, suor TeresaBraccio delle Figlie di San Paolo,Danilo Di Leo della diocesi diBrindisi, Christian Giorgio delladiocesi di Roma, PiercesareRivoltella dell’universitàCattolica del Sacro Cuore,Andrea Tomasi dell’università diPisa e Francesca Triani di Seed.Laureato in Scienze dellacomunicazione e docente acontratto presso l’universitàLumsa di Roma, Bolzetta èautore del fortunato “Miracoli aLourdes”. Il racconto diretto dichi è stato guarito, edito dalle

Paoline Editoriale Libri, nonchédi articoli sulla comunicazione ei social media pubblicati anchesul quotidiano della Santa SedeL’Osservatore Romano. Unastrada ricca di soddisfazioniprofessionali. Fra le tante èpresidente della giuria delPremio letterario “Il Dantesco”2019. «Weca è un camminocomune che, negli anni, si è fatto

presenza nell’ambiente digitale –ha detto Bolzetta a Lazio Sette –.Vorremmo sempre piùaccompagnare e servire chi,come parrocchie, realtàdiocesane, istituti religiosi,insegnanti, formatori, animatori,sacerdoti e genitori, sceglie diessere nella Rete e sui socialmedia con consapevolezza, perimparare a cogliere leopportunità che esistono esapendo riconoscerne i rischi.Seguendo l’invito di papaFrancesco nell’ultimo Messaggioper la Giornata mondiale per leComunicazioni Socialivorremmo soprattutto che ognisingola attività di WeCa possafare da ponte nel contribuire acreare comunità, offrendoesempi concreti e buone praticheda vivere in rete e nella Rete».

Mirko Giustini

S

Progetto Policoro regionale una realtà che vuole crescere

Claudio Gessi,incaricato per il Lazio:«Bisogna sempre di piùimparare a lavorare su progetti condivisitrovando un linguaggiocomune e creandosinergie tra i vari uffici, con lo sguardo al futuro»

Un camminoda fare insieme

DI CLAUDIO GESSI*

i è concluso da qualche giornoil 5° seminario estivo nazionaledi Pastorale sociale e del lavoro

organizzato dall’Ufficio nazionaledella Cei sul tema: “In uscita verso leperiferie (EG 40), ComunitàLaudato si’ e profezia della carità”.Occasione questa, anche per fare unbilancio dell’attività svolta nel Lazio.

SL’incontro si è tenuto nel centro dispiritualità “Oasi Gesù Bambino”,nei pressi del Santuario di Grecciovicino Rieti. Dal 9 al 12 luglio unaquarantina di incaricati diocesani eregionali di pastorale sociale si sonointerrogati sulla prospettivainnovativa di “lavorare per progetti enon per uffici”. Interlocutore per ilconfronto è stata la Caritas,rappresentata dal direttore nazionaledon Francesco Soddu,accompagnato da alcuni delegatiterritoriali. Per il Lazio eranopresenti oltre all’incaricatoregionale, il direttore diocesano diGaeta, don Simone di Vito e donValerio Shango, direttore di Rieti.Dodici le altre regioni presenti:Sicilia, Calabria, Puglia, Sardegna,Abruzzo, Umbria, Toscana, Marche,Emilia Romagna, Veneto, Piemonte,Lombardia. I lavori sono staticondotti dallo staff coordinato daldirettore nazionale dell’ufficio, donBruno Bignami. In apertura c’è statoun interessante confronto con ilvescovo di Rieti Domenico Pompilie Carlo Petrini, fondatore e

presidente di Slow Food sul temadelle Comunità Laudato Sì,promosse nel 2018 dai dueinterlocutori ed oggi attive in circa40 territori. L’arcivescovo di Taranto,Filippo Santoro, presidente dellaCommissione episcopale dipastorale sociale e del lavoro hadato le prime anticipazioni sulla49° Settimana sociale che si svolgerànel febbraio 2021 e sarà dedicata a“Lavoro e ambiente”. Non èmancato il tempo per la spiritualitàcon la Messa presieduta dal vescovoPompili e con il percorso sul“Sentiero di spiritualità”, animatoda riflessioni tratte dalla Laudato sì.Gli obiettivi del seminario sono statiquelli di: cogliere i punti forza edebolezza; offrire sguardi condivisi eprofetici sui temi chiave dellapastorale sociale; aiutare ipartecipanti a elaborare unlinguaggio condiviso e prioritàcomuni attorno a cui costruire lapastorale, con l’occhio rivolto alfuturo della società, scegliendo duegrandi polmoni sui quali agire,individuati in “democrazia” ed

“economia e lavoro”. In tutto ciò,quali sfide attendono il Lazio? Sonotante, importanti e non rinviabili.Infatti, sabato 21 settembre ci saràl’incontro della Commissioneregionale per discutere sulleprospettive di azione fino adicembre 2020, a partire proprio dalseminario di Greccio. Cinque i puntiall’ordine del giorno: rilancio dellapastorale sociale, a cominciare dadove non è attiva, attraverso incontricon i vescovi interessati;promozione di un confronto con leCaritas diocesane per verificare lavolontà d’iniziare a lavorare insiemesu progetti condivisi; incontro con lerealtà impegnate nella formazione(Acli, Cisl, Mlac, ecc.); realizzazionedi un vademecum per lapromozione della pastorale;rafforzamento del Progetto Policorocon un protocollo sul microcredito.Entro l’anno è previsto anche unfine settimana di riflessione sulfuturo della pastorale sociale e dellavoro nel Lazio.

* incaricato regionale Pastorale sociale e del lavoro

DI SIMONA ANTONETTI*

empo d’estate anche per ilProgetto Policoro Lazio. A fine

giugno si è riunito il nuovoCoordinamento formato dai treincaricati: Claudio Gessi per laPastorale sociale, don AntonioScigliuzzo per la Pastorale giovanile,Angelo Raponi per la Caritas, più lareferente regionale. Nel 2018risultavano attive otto diocesi:Anagni–Alatri, Civitavecchia–Tarquinia, Frosinone–Veroli–Ferentino, Gaeta, Latina, Roma,Sora–Cassino–Aquino–Pontecorvo,Velletri–Segni. Nel corso dellariunione è stata analizzata lasituazione complessiva eprogrammato il restante pianoformativo per il 2019. Il prossimoappuntamento sarà a finesettembre. Questa è stata l’occasioneper riorganizzare la promozione delProgetto in tutte le diocesi,coinvolgendo gli animatori dicomunità senior (oltre una decina)che, a partire dal 2012, sonotransitati nel Progetto. L’ultimopunto ha riguardato la verificadell’eventuale interesse da parte dialtre diocesi. Pochi giorni fa, ilcoordinatore regionale ClaudioGessi, tramite il vescovo di RietiPompili e Gianrico Ruzza, vescovoausiliare per il settore Sud delladiocesi di Roma ha avuto confermadella prossima attivazione delprogetto a Rieti e l’ingresso di duenuovi animatori del primo anno perRoma. L’entrata di Rieti compenseràl’uscita di Frosinone. Nel periodoestivo gli animatori di comunità

parteciperanno ad uno dei campiscuola organizzati a livello nazionaledalle associazioni che appartengonoalla filiera della formazione (Acli,Libera, Cisl, ecc.) Alcuni di lorohanno già partecipato al corso“Campi Aperti” organizzato dalla Ceisu: “Giovani e impegno sociale.Presepi viventi. Generazioni Laudatosì’” svoltosi dal 5 al 9 luglio a Greccio(Rieti). I partecipanti hanno ricevutol’attestato di animatore Laudato Si’con l’opportunità di fare rete con glialtri animatori del Movimentocattolico mondiale per il clima.Molte sono le iniziative promossedagli animatori nel Lazio. Peresempio, a Cassino dal 28 al 30agosto ci sarà una Summer schoolsul tema “Dall’utopia al Progetto”riservata ai giovani dai 16 anni in su.A Latina si sta verificando l’avvio diuna forma di microcredito tramite laBcc di Roma. In quel di Gaeta glianimatori hanno appena conclusodue percorsi: il primo intitolato“Prendo tempo”, fatto da incontricon i giovani in diverse città eparrocchie; il secondo detto “Occhioall’impronta”, rivolto agli studentidelle scuole superiori sul tema“Ecologia integrale e nuovi stili divita”. Ad Anagni prosegue l’attivitàcon l’Osservatorio sociale diocesanoe l’animatore senior Marco Moro èstato nominato dal vescovo Loppa,nuovo direttore di Pastorale socialee tutor. Continua infine l’interazionecon il progetto “Dopo di Noi”promosso da don Monterubbianesidi Capodarco.

* referente del Progetto Policoro per il Lazio

T

DI MASSIMO DE MAGISTRIS*

a Laudato si’ in quattro anni ha i-spirato numerose realtà perché

ha saputo cogliere le connessioni trai fenomeni sociali, economici ed e-cologici. In questo contesto, dall’in-tuizione del vescovo di Rieti, Pompi-li e da Carlo Petrini, fondatore di SlowFood, nel 2018 sono nate le Comunità

Laudato Si’ (comunitalaudatosi.org),come movimento di pensiero ed a-zione ispirato dall’enciclica. Diversele Comunità attive nel Lazio: 4 nelreatino, una a Roma e 2 ai Castelli Ro-mani. Tra queste, la Comunità CastelGandolfo/Genzano da un anno portaavanti molte iniziative: studi sull’en-ciclica, interventi di pulizia e contra-sto alla cultura dello scarto, la “Mar-

cia per il clima”, un concorso nellescuole per la COP 24, il progetto “a-dotta un sentiero” con il Parco dei Ca-stelli Romani, il progetto di agricol-tura sociale “Coltivare l’integrazione”,presentazioni di libri e la rivista on-line “Connessioni”. Info: [email protected], 388/8881848.

* Comunità di Castel Gandolfo/Genzano

L

L’esperienza delle «Comunità Laudato si’»

Da sinistra: F. Fadanelli, C. Gessi, A. Scarpellino, S. Fegadi «Policoro»

il percorso

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 21 luglio 2019

Il consiglio con Bolzetta al centro

Don Scigliuzzo al «propedeutico» di Anagniell’ultima assembleaplenaria del SeminarioLeoniano di Anagni, i

vescovi del Lazio sud e dellediocesi Suburbicarie hanno sceltoe nominato don AntonioScigliuzzo quale Incaricato per lacomunità propedeuticadell’Istituto. Don Scigliuzzo sicurerà che siano accolti e seguitiquei giovani che chiedono di poteraccedere agli studi filosofici eteologici in vista del sacerdozio.L’inserimento nella comunità, èper favorire un anno didiscernimento vocazionale, in cuivaglieranno questa scelta di vitapersonale. I giovani propedeutisaranno iniziati ad uno stile dipreghiera e di vita comune. DonAntonio è nato a Gallipoli (Lecce)il 13 febbraio 1976, attualmente èparroco della parrocchia SantaMaria Assunta in cielo in Ariccia,

dal cui impegno è stato sollevatoin vista di questo incarico.Ordinato sacerdote il 5 ottobre del2002 è incardinato nella diocesiSuburbicaria di Albano. Dopo lamaturità scientifica ha conseguitoil baccalaureato in Teologia e lalicenza in Teologia pastoraledell’azione ecclesiale pressol’istituto Redemptor Hominis dellaPontificia Università Lateranense.Ha conseguito il master in

Progettazione, organizzazione egestione degli oratori e la qualificadi Educatore socio–pedagogicopresso l’università di Perugia.Sacerdote esperto in pastorale, hainsegnato religione presso l’IstitutoSanta Lucia Filippini di Nettuno,dedicandosi anche alla formazionedei docenti e dei genitori; è statoassistente diocesano dell’Azionecattolica per il settore giovani e perl’Acr, ha seguito diversi gruppiScout Fse e Agesci. Nel 2008 è statonominato vice direttore delservizio diocesano di Pastoralegiovanile, di cui ne è divenuto ildirettore nel 2010; ha diretto ilCentro Diocesano Oratori, per ilquale ha collaborato alla stesuradel manuale “Oratorio”, unanovità, pubblicato dalla diocesi diAlbano. Dal 31 gennaio del 2015 èincaricato regionale del Servizio dipastorale giovanile.

N

Don Antonio Scigliuzzo

Un momento dei lavori nei gruppi del seminario estivo nazionale di Pastorale sociale e del lavoro sul tema «In uscita verso le periferie», svoltosi a Greccio (Rieti)

Quando la tecnologia valorizza i giovani talentirovare lavoro oggi è una sfida. Ragionieconomiche e nuove esigenzeprofessionali mettono le persone

inoccupate, sole davanti a una montagnada scalare. Non sai bene come affrontare lasalita, quale strada seguire, a chi affidartiper un aiuto. Una corda salda e sicura te lalancia Gabriele Lizzani con la sua“Employerland”, nata nel 2013 grazie aLazio Innova, società in house dellaRegione Lazio. Gabriele non è rimasto aguardare la crisi occupazionale: l’haaffrontata come problema, leggendonedifficoltà e risorse. Tutti cercano lavoro, igiovani e gli imprenditori, ma i lorobisogni non si incrociano. “Employerland”è un punto d’incontro, offre servizi direclutamento del personale e accompagnale aziende ad esprimere al meglio il propriovalore rispetto ai potenziali collaboratori. «Abbiamo sviluppato un’app per

smartphone che attraverso il gioco, guidagli utenti a capire quale occupazionecercano e quella per cui hanno competenzee capacità personali», spiega Gabriele.Con la sua soluzione tecnologica la startupinnova il processo del classico colloquio dilavoro: dal video–Cv che permette aicandidati di registrare un video curriculumda inviare al team delle risorse umane, allarealtà aumentata che sfrutta i materiali dicomunicazione tradizionale (comelocandine, brochure, roll up) perriprodurre contenuti digitali.“Employerland” ha inventato il “RecruitingDay #melomerito”. Dopo il successoottenuto in primavera a Milano, ilprossimo 23 ottobre farà tappa a Roma alChiostro della Basilica di San Pietro inVincoli. Nella facoltà di Ingegneria de LaSapienza di Roma grandi aziendeincontreranno nuovi talenti. Per aderire va

scaricata l’app di “Employerland”, dove sipartecipa alla competizione interna tra icandidati e, scalata la classifica si ottiene loSkill–pass, il lasciapassare che consentiràdi sostenere con certezza i colloquidurante la giornata. Tra le aziendecoinvolte ci sono EY, Wind Tre, NTT Data,Snam, Lidl, PwC, Elica, Telecom, Ferroviedello Stato e Open fiber.«Ora – aggiunge Lizzani – stiamolavorando a un progetto di rientro deicervelli in Italia, risorse strategiche che ilpaese perde perché i giovani laureati nonriescono a trovare qui lo sboccoprofessionale, in qualche modo garantitoall’estero» D’altronde tra gli obiettivi dellestartup c’è la crescita, «rispetto ai contestiinternazionali l’Italia destina meno risorsealla ricerca e all’innovazione, gli investitoriitaliani devono avere più coraggio». Ilfondatore di Employerland considera

cruciale l’accordo con le scuole e leuniversità, «perché nel periodo dellaformazione il ragazzo o il giovane puòapprofondire le proprie abilità eindirizzarle verso il fabbisogno prossimo efuturo del mondo del lavoro, che comeben sappiamo punta alle nuoveprofessionalità digitali». La startup non siferma qui, Employerland vuole andareoltre i confini europei. Il 2020 sarà l’annodedicato all’internazionalità: nuove tappefra cui Londra, Parigi e New York sono giàin agenda con lo scopo di intercettaretutti quei candidati che rappresentano unincredibile patrimonio di competenzetecniche e conoscenze da non perdere.Perché, come dice lo slogan di#Melomerito, «Se sei bravo e lo dimostri,un colloquio con l’azienda dei sogni te lomeriti». Info: www.employerland.it.(43. segue)

T

«Employerland» di Gabriele Lizzaniinnova la ricerca di lavoro con un’appche offre servizi per il reclutamentoe valorizza l’immagine delle imprese

Oltre l’ostacolo. Storie di startupdi Simone Ciampanella

Gabriele Lizzani durante una presentazione

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30
Page 3: e-mail: portaparola@avvenire.it Nel Lazio · 2019. 7. 25. · zione del turismo accessibile e in-clusivo, che lo interpreta in senso più ampio “come momento essen-ziale per la

Le celebrazioni in onore della «Madonna fiumarola»omenica scorsa con la Messa presie-duta dal vescovo Gino Reali, nellaparrocchia di Porto della Salute, Fiu-

micino ha salutato la Madonna del Carmi-ne di Trastevere, arrivata il sabato. La cele-brazione ha chiuso la rievocazione di unastoria di fede che lega la diocesi di Roma equella di Porto–Santa Rufina. Nel 1535, do-po un tempesta alla foce del Tevere, alcunimarinai còrsi ritrovarono una statua dellaVergine, scolpita in legno di cedro. La pre-sero e risalirono il fiume fino a Trastevereper portarla nella basilica di San Crisogo-no, allora retta dai Carmelitani, da qui l’at-tribuzione del nome di Madonna del Car-mine. Nel 1543 nacque l’Arciconfraternitadel Santissimo Sacramento e della Madon-na del Carmine in Trastevere con la pro-messa di essere custodi della Madonna “fiu-marola”. All’inizio del 20° secolo la tradi-zione ebbe nuovo impulso, l’orgoglio deitrasteverini diede vita alla “Festa de noan-

tri”: allora festa del quartiere, oggi festa ditutta la città. Da tre anni l’arciconfraternitache ha sede a Sant’Agata, dove è custodital’immagine sacra, coinvolge anche la co-munità di Fiumicino.«”Obbedirai al Signore tuo Dio” abbiamosentito nelle letture di oggi. La Parola di Dioè molto vicina a te, lei è nel cuore, si fa car-ne. Ti coglie di sorpresa, come accadde aMaria. Dobbiamo imitare il cammino di fe-de della Vergine», ha detto il vescovo Rea-li nell’omelia. Non è un comando impos-sibile, è Dio stesso che garantisce la capa-cità dell’uomo di aderire alla sua Parola. «E-gli chiede di essere responsabili verso gli al-tri», ha proseguito il presule, «Sentiamo lanecessità di un impegno per cambiare noistessi e la vita degli altri». La parabola delBuon Samaritano ci fa vedere bene chi siadavvero il prossimo «Né il sacerdote, né illevita si sono fermati ad aiutare il poveroma un samaritano, un uomo che nell’im-

maginario ebraico rappresentava il più lon-tano, considerato straniero, traditore, pa-gano. Invece lui ha saputo aprire gli occhiverso il povero, la sua conversione è quel-la che ci insegna Maria, la quale ci chiedefedeltà e solidarietà».Il vescovo Reali ha ringraziato l’Arciconfra-ternita per l’impegno nel riavviare questabella tradizione, gratitudine ricambiata dalgovernatore Pietro Solfizi nei confronti delpresule e della diocesi di Porto–Santa Ru-fina. L’assemblea si è spostata in proces-sione con il vescovo Reali, l’assessore Mar-zia Mancino, in rappresentanza del sinda-co Montino, e il comandante Filippo Ma-rini della Capitaneria di Porto, che ha mes-so a disposizione l’imbarcazione per ri-portare la Vergine verso Roma. All’altezzadi Porto, il presule è sceso e ha salutato laVergine, invitando i pellegrini ad invocarlaper il sostengo alle persone sofferenti e aipiù fragili. (S.Cia)

DIl programma

Dopo la tradizionaleprocessione perTrastevere, in programmaieri, il 28 luglio alle 19 cisarà la rievocazionestorica con la processionedella Madonna fiumarola.La statua discenderà ilTevere proseguendo versoPonte Garibaldi. Giuntaalla Calata degliAnguillara la Statua verràportata in processione allaBasilica di Santa Maria inTrastevere. Il 29 luglio alle6.30 Messa nella basilicadi Santa Maria inTrastevere e alle 7.30processione di rientronella chiesa di Sant’Agata.La confraternità di Trastevere con la statua a Fiumicino

Come semi di senapeinclusione.Attraverso la cura della terrail progetto aiuta i giovani a ritrovare la stradaDI SIMONE CIAMPANELLA

eder crescere i frutti giornoper giorno è diventato perme come prendersi cura

dei propri figli, guardarli nascere,crescere magari incerti e conqualche difficoltà, ma infinel’orgoglio di vederli grandi e maturi,quasi un silenzioso ringraziamentoper tutte le cure che gli ho dato». Leparole di Giuseppe Costantiniraccontano la vittoria di unascommessa. Lui è un giovaneimpegnato nel progetto “Granellodi senape”, realizzato grazie ai fondi8xmille della Chiesa cattolica. Ne haparlato il 13 luglio a Borgo Amigó(dell’Associazione Itca Fap onlus),luogo di attuazione delprogetto, realizzato incollaborazione conCaritas Porto–SantaRufina. «È un tassello di“Liberare la pena”,proposto da Caritasitaliana con l’Ispettoratogenerale dei cappellanidella carceri», ha spiegatodon Francesco Soddu,direttore di Caritasitaliana. «Il nome trattodal Vangelo – ha continuato ilsacerdote – parla del Regno deiCieli, di una realtà positiva che ciguida. Assieme agli educatori iragazzi coinvolti riscoprono labellezza che c’è dentro di loro,proprio come il seme che puòdiventare fiore e albero. BorgoAmigó assieme a tante altre realtàforma la collana di coloro chevogliono promuovere le persone,per mostrare, come ci dice papaFrancesco, che nessuno può esserescartato, ognuno porta in sé lasperanza del bene». A Borgo Amigóil granello ha trovato un territoriofertile dove essere piantato. È unastruttura d’accoglienza dellaCongregazione di Nostra Signoradei dolori, presente a Casalotti,periferia nord di Roma dalla finedegli anni Settanta. Lacongregazione è stata fondata allafine del’800 dal vescovo spagnolo

V«Luis Amigó, con lamissione di aiutare iragazzi delle carceri.Padre Gaetano Greco ne èil direttore, con il suoconfratello padre PedroAcosta e i collaboratori,educa i ragazzi «allalibertà nella libertà»,perché «sono loro a doverscegliere per la loro vita,noi li aiutiamo a decidereper il bene. Vale per tutti igiovani, anche quelli delquartiere. Il Borgo hasempre cercato di offrireproposte per il territorio,come ad esempio ilcentro estivo e la scuola

calcio». L’alleanza con ladiocesi di Porto–SantaRufina è segno di questavolontà di fare rete e conla sua presenza il vescovoGino Reali ha volutoribadire «la stima e ilsostegno per un’operaimpegnata adaccompagnare i giovaniperché non si sentanosoli e possano mettersi dinuovo in cammino versoil loro futuro». È così peruno dei ragazzi impegnati nel«Granello di senape», ha spiegatodon Niccolò Ceccolini, successore dipadre Gaetano come cappellanodell’Ipm “Casal del marmo” diRoma: «questo giovane esce ognigiorno dal carcere per raggiungerel’orto e la sera rientra nell’istituto,un esempio per tutti gli altri ragazzidetenuti». Il “Granello” continua la

sua opera: l’agronomo AlbertoDell’Agli ha sottolineato che igiovani hanno imparato i tempidella terra, rispetto all’ansia inizialenel voler vedere i frutti del lavoro.Risultati positivi anche per il Centrogiustizia minorile, la dirigenteAngela Lavacca ha elogiato laqualità del metodo educativo ericordato l’approvazione del

progetto “Mani in pasta” comeulteriore possibilità per i ragazzi. Unprogetto che, annuncia AlbertoMochi Onori, vicepresidente dellacooperativa Gusto libero, saràavviato a breve. Sul solco del“Granello di Senape” continual’impegno per la costruzione dellalibertà: il più piccolo dei semi, mauna volta cresciuto il più grande.

Realizzato a Borgo Amigócon Caritas, è sostenuto dai fondi 8xmille della Cei:«Perché – dice don Soddu –nessuno può essere scartatoe tutte le persone ritrovinola fonte della speranza»

DI ROBERTO LEONI

l 15 luglio è ricorsa la memorialiturgica di Eutropio, Zosima eBonosa. Bonosa, nobildonna

romana, fu martirizzata per la fe-de cristiana con la sorella Zosimaed Eutropio, sotto l’imperatore Set-timio Severo. Ottennero la palmadel martirio a Porto, tra l’anno 207e il 211 d.C. Nell’odierno territoriodi Fiumicino, presso Capo due Ra-mi, all’Isola Sacra, una piccola ba-silica dedicata a san Lorenzo cu-stodiva le loro reliquie.Nel XIX secolo l’archeologo Gio-van Battista De Rossi trovò all’Iso-la Sacra frammenti di due lapidi,databili attorno al pontificato diDamaso e Sisto III (380–440 circa),attualmente nel Museo Pio Latera-nense, nelle quali si fa riferimentoad un vescovo di nome Donato ilquale ornò il sepolcro dei santi ecostruì una chiesa. Nel 1227 partedelle reliquie di santa Bonosa fu-rono traslate nell’abbazia di Clair-

vaux, per volere del cardinale–ve-scovo di Porto, Corrado d’Urach.Le altre reliquie furono deposte sot-to l’altare maggiore della chiesa diSanta Bonosa a Trastevere. Questachiesa era una delle più antiche diRoma, le sue fondazioni risaliva-no all’epoca imperiale ed è moltoprobabile che fosse stata costruitasulla casa natale dei Martiri, comela vicina chiesa delle sante Rufinae Seconda, patrone della diocesi diPorto–Santa Rufina.La chiesa di santa Bonosa fu de-molita nel 1888, per consentire lacostruzione dei nuovi argini del Te-vere. Le suore Canossiane portaro-no con loro le reliquie della mar-tire nel loro peregrinare in vari i-stituti romani, finché nel 1958 tro-varono una sistemazione definiti-va presso la parrocchia di SantaMaria della Mercede e Sant’Adria-no in Roma. Sotto un altare vi èl’urna in vetro contenente il corpodi santa Bonosa, ricomposto concera e abiti.

I

Eutropio, Zosima e Bonosa:il ricordo dei martiri di Porto

ggi la parrocchia di San Giuseppe a Santa Marinella ospita il concerto deigiovani solisti del conservatorio Refice di Frosinone: al pianoforte Valen-

tina Bonafine, Letizia Lenzi ed Emanuele Lo Bianco e al flauto Anna Maria Gam-bino. Sabato 27 nel teatro della parrocchia, ristrutturato da poco, l’associazio-ne “Il Melodramma”, diretta dal Roberto Magri, proporrà un’antologia di aried’opera, romanze e canzoni della tradizione napoletana. Il prezzo del bigliettodi ingresso è di 10 euro. Quanto raccolto sarà destinato all’impegnativa manu-tenzione dell’organo in dotazione alla parrocchia. L’intera stagione concertisti-ca, disponibile su www.stjosephchoir.it, rappresenta un fiore all’occhiello nonsolo per la cittadina di Santa Marinella, ma anche per tutta la regione. «È un’im-portante iniziativa culturale per il territorio – dice Francesco Giuli, animatoredella manifestazione – resa possibile dall’eccezionale disponibilità degli inter-preti ad esibirsi senza alcun cachet, semplicemente per il piacere di entrare incontatto con il pubblico dell’estate santamarinellese e di partecipare all’inizia-tiva rivolta a mantenere in efficienza il grande organo della nostra chiesa».

Demetrio Logiudice

O

Concerti di musica in chiesa

DI NICOLAS ASSEGBEDE

ono state settimane intense per laparrocchia di Santa Maria delCarmelo a Santa Marinella, affidata

ai Carmelitani dell’Antica Osservanza.Il 6 luglio, il parroco John HaroldCastañeda Herazo, ha festeggiato i suoi5 anni di presbiterato circondatodall’affetto della comunità. Dal 7 luglioha poi avuto inizio la novena in onoredella beata vergine Maria del MonteCarmelo, culminata nella celebrazionedel 14 luglio. La preparazione alla festadella patrona è stata guidata da padreMariano Cera. Il religioso ha ripercorsola storia della devozione alla Madonnadel Carmelo e il particolare legame che

lega i carmelitani alla testimonianzadella vergine. Attraverso i secoli lacongregazione religiosa ha mantenutola sua radice mariana per rispondere aibisogni del tempo. Così anche oggi,alla violenza del tempo presente iconsacrati cercano di dare unatestimonianza d’amore e di speranza.Spiega padre Mariano: «Io carmelitanodevo rispondere con la fraternità e conla preghiera, come i primi monaci ediffondere questo atteggiamento neiconfratelli e nelle persone dellacomunità parrocchiale». Da mezzogiorno del 15 fino alla seradel 16 luglio è stato possibile riceverel’indulgenza plenaria applicata aidefunti, secondo le solite condizioni

della Chiesa. Nonostante la solennitàliturgica della beata Maria vergine delMonte Carmelo sia caduta nellasettimana lavorativa, i fedeli hannorisposto con una grandepartecipazione. Emozionante è stataanche la presenza dell’ex parroco padreMario Bianchi e il nuovo frate aggiuntopadre Pasquale Mariani di origineabruzzese della provincia di Teramo,recentemente trasferito dalla comunitàdi Cagliari. Infine, come nonringraziare la Madonna per laprofessione solenne di fra’ AlexGiovanny, avvenuta lo scorso 28giugno a Roma, il quale è statoaggiunto alla Comunità per il serviziodella parrocchia.

S

Per crescere nella fede insieme a Mariai conclude oggi la Fiera delMare a Ladispoli. La ker-

messe che ha offerto da ve-nerdì scorso conferenze, musi-ca e gastronomia nella data o-dierna propone sport e lette-ratura. Alla Grottaccia, alle 21,a cura di “Scritti e Manoscritti”,sarà presentato il libro Io ra-giono con il cuore di SabrinaParavicini. Il testo è un viaggionella malattia della sindromedi Asperger e nella speranzad’affrontarla.Il centro della città sarà inveceinvaso dalle associazioni e dal-le federazioni sportive per una

grande festa dello sport. In col-laborazione con il Coni dalle18 alle 24 si terrà la “Nottebianca dello sport” che occu-perà piazza Rossellini, piazzaMarescotti e viale Italia (pedo-nalizzata fin dalle 14) con esi-bizioni e promozione dellosport e dell’attività fisica. Alle22 si procederà con la premia-zione dell’Atleta dell’anno, ap-puntamento ormai immanca-bile del panorama sportivo la-dispolano. Per informazioni sipuò consultare il sito www.co-munediladispoli.it.

Marino Lidi

S

Durante la Messa

Fiera del mare a Ladispoli,eventi di sport e letteratura

I prodotti raccolti

Santa Bonosa

memoria liturgica

Santa Marinella

OGGIMemoria di santa Marina martire.

22–28 LUGLIO«C’è di più», ritiro dell’Azionecattolica per giovani dai 13 ai 18anni nel convento di San Francesco aCori (via del Cimitero 3), vicinoLatina.

27 LUGLIOMemoria di san Giacinto, martire.

11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 21 luglio 2019

L’agenda

TECNAVIA [CROPPDFINORIG] crop = -45 -30 -45 -30