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® Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00 Supplemento a “Ravenna IN Magazine” - N. 3 - 2010 Faenza www.inmagazine.it Carlo Zoli Un avvocato... in campo Andrea Montanari Un ravennate... al Quirinale Mauro Bendandi Sentimento del presente Trail Romagna Sulle note del trekking

Faenza In Magazine - 03/2010

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Andrea Montanari apre il nuovo “Ravenna IN”, mentre è l’avvocato Carlo Zoli il volto di copertina su Faenza: due professionisti, dalle storie e dalle passioni diverse, ma entrambi protagonisti nei loro mestieri.

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Page 1: Faenza In Magazine - 03/2010

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Supplemento a “Ravenna IN Magazine” - N. 3 - 2010

F a e n z a w w w. i n m a g a z i n e . i t

CarloZoliUn avvocato...

in campo

Andrea Montanari Un ravennate... al Quirinale

Mauro Bendandi Sentimento del presente

Trail Romagna Sulle note del trekking

Page 2: Faenza In Magazine - 03/2010

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Page 3: Faenza In Magazine - 03/2010

di Andrea Masotti

Estate in giacca e Cravatta

®

AndreaMontanariUn ravennate...al Quirinale

Carlo Zoli Dritto...e Diritto

Mauro Bendandi Sentimento del presente

Trail Romagna Sulle note del trekking

Anno IX - N. 3 - LUGLIO 2010

Ravenna®

w w w. i n m a g a z i n e . i t

®

Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

Pesaro-Urbino

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione

Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume

Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

SilviaCecchiIl volto elegante della Legge

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®

Anno X - N. 3 - LUGLIO 2010

R i m i n i w w w. i n m a g a z i n e . i t

MassimoPironi

Un anno da Sindaco

Riminesi per “mestiere” Dall’Italia alla Riviera

Giancarlo Dall’Ara Turismo da diffondere

Enrico Casagrande “Motus” perpetuo

®F o r l ì

Anno XIII - N. 3 - GIUGNO 2010

Confronto sulCommercio

Giancarlo Corzani e Luciano Santarelli

Cesena Calcio La vittoria del gruppo

Forlì Calcio L'orgoglio dei Galletti

Plautus Festival Cinquant'anni di spettacolo

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Anno VII - N. 3 - GIUGNO - 2010

C e s e n a

Il sogno diventato realtàGrazie ragazzi! La forza di un gruppo straordinario riporta il Cesena in A

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Supplemento a “Ravenna IN Magazine” - N. 3 - 2010

F a e n z a w w w. i n m a g a z i n e . i t

CarloZoliUn avvocato...

in campo

Andrea Montanari Un ravennate... al Quirinale

Mauro Bendandi Sentimento del presente

Trail Romagna Sulle note del trekking

È la faccia sorridente di Andrea Montanari ad aprire il nuovo “Ra-venna IN”, mentre è l’avvocato Carlo Zoli, sui campi di terra rossa, il volto di copertina dell’edizione di Faenza: due professionisti, dalle storie e dalle passioni diverse, ma entrambi protagonisti nei loro me-stieri.Entrambi sono diventati quello che sono lavorando fuori dalle loro città natale, eppure per tutti e due il sentimento che li lega alla loro terra resta forte. Per il primo è il legame agli affetti familiari che, pur abitando a Roma quasi tutto

l’anno, non diminuisce affatto. Il secondo, pur avendo insegnato in molte università d’Italia, ha sempre mantenuto a Faenza la sua base, città dove non solo esercita la pro-fessione, ma vive da protagonista la sua grande passione, quella per il tennis.La nuova rivista parte così dalla Ca-pitale, e dal colle più alto, il Qui-rinale, davanti (e dentro) il quale abbiamo fotografato il giornalista ravennate, da anni al Tg1 e da qualche tempo “quirinalista”, cioè al seguito del Capo dello Stato, del principale telegiornale italiano.

Location originale anche per Carlo Zoli, il giuslavorista presidente del Tennis Club di Faenza, uno dei più importanti della Romagna.Insomma, un’estate in giacca e cravatta per la nostra rivista, come sempre ricca di spunti. Interessante il lavoro artistico di Mauro Bendan-di, certamente curioso, e scono-sciuto a tanti, l’approfondimento storico. Che ricorda l’estate di un secolo fa nelle campagne ravenna-ti… quelle stesse dove si è appena raccolto il grano, furono proprio nel periodo della trebbiatura, luo-go di fortissimo scontro politico e sociale. Si parla poi di levrieri, no-bile e antica razza canina, perché a Palazzo Manzoni di San Zaccaria c’è uno dei campi di allenamento più attrezzati d’Italia; e ancora, di trekking tra natura e cultura con Trail Romagna, associazione che vuole rivalutare il patrimonio locale attraverso manifestazioni sportive ed eventi in suggestive location. Ul-timo, il concerto itinerante in colla-borazione col Ravenna Festival. In-fine le rubriche: dallo stile, con la giovane scrittrice Monica Vodarich, allo sport, con un grande della vela e del match race, Matteo Simoncelli; quindi l’appuntamento con i libri e una nuova rubrica, dedicata alla gastronomia, curata dallo chef ra-vennate Matteo Salbaroli: in questa prima puntata, si è parlato, e non poteva essere altrimenti, di pesche Nettarine. Buona lettura!

IN Magazine | 3

Editoriale |

Page 4: Faenza In Magazine - 03/2010

BE FIRSTRIDE THE FUTURE.

Page 5: Faenza In Magazine - 03/2010

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.Redazione e amministrazione:Via Napoleone Bonaparte, 5047100 Forlìtel. 0543.798463fax 0543.774044

www.inmagazine.it

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Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:Andrea Masotti.

Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi.

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Francesca Fantini

Controllo produzione e qualità:

Isabella Fazioli.

Ufficio commerciale:

Roberta Missiroli.

Collaboratori:

Massimo Argnani, Lidia Bagnara,

Roberta Bezzi, Andrea Casadio,

Anna De Lutiis, Massimo Fiorentini,

Antonio Graziani, Claudia Graziani,

Matteo Salbaroli, Aldo Savini,

Michele Virgili, Tiziano Zaccaria,

Francesca Zampiga.

Chiuso per la stampa il 12/7/2010

IN Magazine | 5

38 Addestrare| Allevamento a Palazzo Manzoni

42 Visitare| Philippe Artias

44 Navigare| Matteo Simoncelli

46 Confidare| Monica Vodarich

48 Gustare| Azienda Tomba e Babini

49 Leggere| Novità in libreria

50 Scegliere| Shopping

3 Editoriale

6 Annotare| Brevi IN

12 Essere| Andrea Montanari

18 Dirigere| Carlo Zoli

24 Creare| Mauro Bendandi

28 Ricordare| Macchine trebbiatrici

34 Camminare| Trail Romagna

Sommario12

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Ravenna - La proficua integrazione fra risultati dell’indagine storiogra-fica ed esiti delle ricerche di biologia scheletrica, nonché delle tecnologie per l’accertamento dei metalli pe-santi nelle ossa, delle analisi dei se-dimenti terrosi, della datazione con il carbonio 14, e, per finire, del Dna, hanno contribuito a dipanare la ma-tassa del ritrovamento del luogo di sepoltura e dei resti mortali di Ca-ravaggio. La sicurezza dello storico Silvano Vinceti è stata incrinata dalla prudenza del prof. Gruppioni che si è fermato alla percentuale raggiun-ta dalle ricerche, l’85%: “Dopo 400 anni, senza discendenti certi, non po-tevamo fare di più”. Dunque, quasi certamente, grazie al lavoro fatto nel

centro Ricerche Ambientali di Mari-na di Ravenna, si è in grado di defini-re la provenienza delle ossa ritrovate nel cimitero di Porto Ercole. Forse la scoperta aggiungerà fascino intorno all’artista: è già iniziata la gara fra diverse città che rivendicano i propri diritti su questi resti. (A.D.L.)

Dante 09, la V edizione

Ravenna - Il festival, promosso dalla Fondazione della Cassa di

Risparmio e alla 5° edizione, è in programma dal 9 all’11 settembre,

mantenendo la doppia veste, scientifico e d’approfondimento al

pomeriggio e più divulgativo alla sera. “M’insegnavate come l’uom

s’etterna” (Inferno XV, 85) è il titolo. “Nelle parole rivolte da Dante al suo maestro, Brunetto Latini, è

indicato il contenuto di ogni autentica educazione: il maestro è, o dovrebbe

essere, chi insegna come l’uomo si ‘etterna’, ovvero come vincendo

l’ineluttabilità delle leggi di natura, cerchi di conoscere e conseguire

qualcosa di eterno, al di là di sé e dentro se stessi.” Parole del

direttore artistico Davide Rondoni. “Oggi riflettere su questo verso

e darne rilievo è un modo con cui Dante09 affronta il dibattito culturale

contemporaneo e attinge, con la provocazione del poeta, ai tesori

dell’arte e della cultura.” www.dante09.it

La grande “C”

Faenza - Soddisfatti organizzatori, direzione e sindaco per il successo

della terza edizione del Festival dell’arte Contemporanea, ovvero la

grande “C”, svoltosi a maggio. Tre giornate che hanno confermato le

aspettative di artisti, critici, direttori di musei, registi, psicoanalisti e

food designer, ma anche del grande pubblico. Quasi sempre gremite

le piazze e al completo le sale del Masini, del Sarti e dei musei Zauli e MIC. Il padiglione Via… ggiando,

progettato da Mario Nanni, ha proposto in piazza del Popolo incontri

e presentazioni particolarmente affollate. L’attenzione è stata

attirata da noti personaggi, come Michelangelo Pistoletto, Gianna

Nannini, Daniel Buren, Chiara Clemente, Hans Ulrich Obrist, Nanni

Balestrini, Alfredo Jaar, che si potevano incontrare anche girando

per le strade. (A.S)

Asso tra gli Assi

Lugo - Al Museo Baracca è aperta fino al 26 luglio (prevista la proroga fino al 10 ottobre) la mostra fotografica e documentaria su Fulco Ruffo di Ca-labria, uno dei grandi dell’aviazione italiana: un’indagine sul vasto con-testo della storia aeronautica. Fulco, nato a Napoli nel 1884 da nobile fa-miglia, era parte della 91ª Squadriglia Aeroplani da Caccia, la Squadriglia degli Assi, comandata da Francesco Baracca. Alla morte di questi nel giu-gno 1918 ne assume il comando. Ab-battuto il 20 ottobre in volo oltre le li-nee austriache, riuscì ad atterrare e a riattraversarle. Per aver conseguito 20 vittorie verrà insignito della medaglia d’oro al valor militare. Allestita all’ul-timo piano del Museo, riunisce un corpus di materiali e documenti di eccezionale interesse: 60 foto in gran parte inedite, provenienti da archivi

pubblici e privati, insieme a cimeli e a lettere di Ruffo a Baracca custodite dalla Biblioteca Trisi. All’inaugura-zione ha partecipato la figlia Paola, regina del Belgio. “Fulco Ruffo di Calabria. Con noi nacque l’aviazione italiana…” è aperta da martedì a do-menica 10-12/16-18. Chiuso la 2ª e la 3ª settimana di agosto. www.museobaracca.it(A.S.)

I resti del Caravaggio

6 | IN Magazine

Annotare | Brevi IN

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Tappa romagnola per il Trofeo Bper

Cervia - Si è svolta il 13 giugno, nella cornice dell’Adriatic Golf Club, la

quarta tappa del Trofeo “Golf Private” della Banca Popolare dell’Emilia

Romagna. In una bellissima giornata di sole circa un centinaio di golfisti si

sono contesi il premio di tappa, che consente di partecipare alla finale

in programma domenica 24 ottobre al Modena Golf & Country Club. Sul podio: 1° netto Andrea Manuzzi con

44 punti, 1° lordo Paolo Ragazzini con 27, 2° netto Pio Zantedeschi con 39 e 3° Netto Sergio Foschi con 39. Dopo

la pausa estiva il Trofeo, alla decima edizione, riparte l’11 settembre dal

Golf Club Conero, poi prefinale e gran finale il 23 e 24 ottobre a Modena.

Mar, nuovi programmi

Ravenna - Il Museo d’arte della città ha presentato un ricco programma,

realizzato a partire dalla mostra per i 90 anni di Tonino Guerra, circa 50

opere con tecniche diverse, fino al 25 luglio. Dal 2 luglio al 19 settembre

dedica una personale a Concetto Pozzati, protagonista dell’arte

italiana degli ultimi cinquant’anni, dal titolo “Tempo sospeso”. Torna poi “Dal Museo alla Bottega”, tour che parte dai mosaici esposti per

proseguire con la visita alle due botteghe nel centro storico. La

programmazione prosegue con la 54ma edizione della rassegna “Premio Marina di Ravenna” (29

agosto-26 settembre). Con l’autunno tornerà “Critica in Arte” con Chiara

Lecca a cura di Claudia Casali; “Alterazioni Video” a cura di Camilla

Boemio; “Ettore Favini” a cura di Lorenzo Giusti. Infine la mostra da

febbraio a giugno 2011: “Arte italiana del dopoguerra”. (A.D.L.)

Marina di Ravenna - Lo scorso 31 maggio Consuelo Rossini, titolare dell’albergo Oasis, ha inaugurato l’Oasis Dinner su viale delle Nazioni. “Era da anni che volevo aprire un’at-tività del genere.” Il locale propone piatti tradizionali insieme ad altri più ricercati. Tutte le paste sono prepara-te in casa come da migliore tradizio-ne. Particolare cura è stata adottata dalla titolare e da Claudio Andreucci, entrambi sommellier, nella selezione dei vini: 107 le etichette, di cui 52 di

Sangiovese di Romagna. Il ristorante è aperto la sera dal lunedì al sabato, la domenica anche a pranzo. (M.V.)

Oasis, inaugurato il Ristorante

Faenza - “Non voglio che si chiami catalogo, - ha detto Cristina Mazzavil-lani Muti - è un libro con interessanti saggi che declinano l’argomento por-tante della XXI edizione di Ravenna Festival”. Come negli anni preceden-ti, approfondisce la varietà degli spet-tacoli che per più di quaranta gior-ni hanno dato fermento alla città. Per la prima volta a colori, presenta immagini colte nel cimitero monu-mentale, legandosi alla tematica di questa edizione. Il libro è arricchito dai contributi di artisti, operatori cul-

turali, esperti in architettura, poesia, filosofia. Cristina ha voluto dedicare il libro ad Anna Politkovskaja, prota-gonista della mediazione con i terro-risti che tenevano prigionieri donne e bambini, nel teatro di Dubrovka di Mosca, nell’ottobre 2006. (A.D.L.)

Il libro del Festival 2010

Gradara - Il “Brisighella Dop” del Cab è l’extravergine che piace di più ai giornalisti. A dimostrarlo è stato il concorso “L’Orciolo d’Oro” orga-nizzato dall’Enohobby Club dei Colli Malatestiani, col sostegno di Regione Marche e Provincia di Pesaro e Ur-bino, che quest’anno ha introdotto

il Premio stampa, assegnato da una giuria composta da giornalisti na-zionali esperti nel settore enogastro-nomico. Il “Brisighella Dop” della Cooperativa Agricola Brisighellese è stato premiato nella categoria frut-tato medio.www.brisighello.net

Piace l’olio di Brisighella

8 | IN Magazine

Page 9: Faenza In Magazine - 03/2010

Ravenna - via Zara 48 - tel 0544.420719 - www.portofcall.itChiuso per turno la domenica e il lunedì a pranzo

Baie dove i mercantili possono sostare per rifor-nirsi, caricare e scaricare le merci prima di prose-guire il loro viaggio...Ma anche locande sulle ban-chine dei porti inglesi, dove i marinai si riunivano ed erano reclutati, per imbarcarsi sui mercanti-li che salpavano verso ogni parte del mondo…

Questo è Port of Call, il “porto intermedio” in linguaggio marittimo. Per noi Port of Call rappresenta un punto di partenza, per esplorare nuovi orizzonti nella cultura gastrono-mica ravennate.Vi aspettiamo (anche nel dehors sul waterfront della Darsena di città, aperto tutta la bella stagione) per scoprire le proposte dello chef Matteo Salbaroli: dai menù degustazione di mare e di terra alle proposte alla carta. Port of Call è aperto anche per gustare la cena dopo una piacevole serata a teatro. E, per le vostre colazioni di lavoro, un menù business formato da due portate, a un prezzo davvero “light”.

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Debutto per “L’Orchetto”

Spoleto - Il Festival dei 2Mondi ha ospitato la “prima assoluta” del nuovo

spettacolo prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri L’Orchetto.

Protagonista Claudio Casadio, reduce da una stagione di straordinari consensi, anche grazie al film

L’uomo che verrà di Giorgio Diritti. Ad affiancarlo sul palco Daniela Piccari, mentre allestimento scenico e regia

sono affidati a Marcello Chiarenza. Autrice della pièce è Suzanne

Lebeau. Musiche originali di Marco Biscarini.

www.accademiaperduta.it.

Musica e cibo dell’anima

Ravenna - Spiagge Soul si presenta tra fine luglio e inizio agosto con un programma ricco di novità e

inaugura Music Beer&Food. “Musica dell’anima” e “cibo per l’anima”

è la novità all’interno del Soul Village; gusto e tradizione trovano

spazio nell’iniziativa organizzata in collaborazione con Slow Food, che coinvolge, fra 30 luglio e 1 agosto,

i locali pubblici in un percorso gastronomico che ruota attorno ai protagonisti della manifestazione:

birra artigianale, cozze e pesce azzurro. A ogni ristorante, inoltre,

sarà assegnata una birra artigianale, abbinandola alle specialità proposte dal menù. Un’atmosfera familiare e

festosa, con concerti di artisti soul di fama internazionale, che coinvolgerà non solo gli appassionati del lifestyle soul, ma anche chi vorrà condividere

momenti di serenità e di festa popolare. Per ulteriori informazioni

sul Festival e il calendario dei concerti: www.spiaggesoul.it

Faenza - L’Electric throne (2007) di Lu-igi Ontani e la Sedia elettrica con farfalle (2010) di Bertozzi&Casoni: tra ironia, provocazione, inganni visivi e “mara-viglie” barocche, affrontano il tema inquietante del più noto strumento di morte legalizzata ancora in uso. Il MIC le mette in mostra fino al 17 ottobre. Ontani, dopo aver sperimen-tato una grande varietà di linguaggi, è approdato alla ceramica. L’opera di Bertozzi&Casoni stupisce invece per la virtuosistica perfezione esecutiva e le soluzioni mimetiche che giocano sull’evidente contrasto tra la pesan-tezza opaca della sedia e la leggerezza

delle farfalle che si posano in attesa di riprendere il volo. Orari: da marte-dì a domenica, 9,30-19. www.micfaenza.org (A.S.)

“Sedie elettriche” al MIC

Marina di Ravenna - Singita è la prima spiaggia della zona ad aver ottenuto la certificazione di qualità ambientale ISO 14001. Dopo sei anni sul litorale romano, Singita è appro-data in Romagna con una struttura leggera, elegante ma non invasiva. Il rispetto dell’ambiente naturale rap-presenta un valore fondamentale per Singita, come dimostrano gli sforzi compiuti per raggiungere questa cer-tificazione, sia per i servizi balneari che per l’attività di bar e ristorante. La certificazione prevede obiettivi e

requisiti rigorosi per ridurre al mini-mo gli impatti sull’ambiente attraver-so interventi per ottimizzare consumi d’energia, raccolta differenziata dei rifiuti, gestione degli scarichi e smal-timento dei prodotti per la pulizia di ambienti e spiagge. www.singita.it

La spiaggia di Qualità

Ravenna - Terzo anno per il progetto che porta in spiaggia l’arte del mo-saico: la scoperta di una passione, un momento di aggregazione per picco-li e adulti sulle spiagge. Mosaico in Tour, organizzato dall’associazione

“Il Cerbero”, parte da un’idea di Silva-na Costa, già responsabile della Scuo-la di mosaico di Cervia. Da Ravenna, è nata l’idea di trasferire questa arte in spiaggia grazie a un laboratorio mobile e attrezzato, che porta negli stabilimenti corsi completi con inse-gnanti e tessere colorate. Lezioni gra-tuite per i clienti dei bagni. (A.D.L.)

Mosaico in Tour

10 | IN Magazine

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Faenza - Tra sabato 4 e domenica 5 un ricco weekend di eventi è in programma per quello che si può connotare come il “festival internazionale della ceramica”. Saran-no presenti ad Argillà Italia 187 ceramisti selezionati, provenienti da Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Slovenia, Spagna, Ungheria, Romania, Polonia, oltre che dall’Italia. Ognuno di loro con un proprio stand nel quale appassionati, addetti ai lavori e turisti potranno trovare opere d’arte e artigianato. Il tutto realizzato par-tendo dall’argilla come materia. Nazione ospite di questa edizione è la Polonia. Molto fitto è il calendario di eventi da mattina fino a notte inoltrata. Oltre alle tante mostre, da segnalare la “Residenza d’artista”, con protagonista al Museo Carlo Zauli, nei giorni antecedenti Argillà, Vilma Villaverde, tra le principali ceramiste sudamericane. Di-versi i convegni in programma, fra i quali uno dedicato alla porcellana e alla sua storia e uno alle opportunità e relazioni fra le città europee d’antica tradizione cerami-ca. www.argilla-italia.it

Giovani... da 50 anni

Argillà, appuntamento a Settembre

Ravenna - Si è svolta il 9 luglio l’assemblea annuale del Gruppo Giovani di Confindustria, sotto la presidenza di Giovanni Poggiali. Al termine della parte privata, è stato celebrato il 50° anniversario della costituzione formale del Gruppo, il 28 maggio 1960. È stata presentata la pubblica-zione, curata da Paolo Gambi, 100 anni di Confindustria, 50 anni di Gruppo Giovani. “In occasione del nostro centenario, i giovani festeggiano una ricorrenza altrettanto importan-te - ha affermato il presidente di Confindustria Ravenna, Giovanni Tampieri - i 50 anni di un movimento dinami-co, che ha saputo arricchire la nostra Associazione con progetti innovativi e un punto di vista diverso, originale.”

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Continua a definirsi un “provinciale”, pur essendo

ormai un affermato giornalista Rai. Andrea

Montanari, “quirinalista” al seguito del Presidente

Napolitano per il Tg1, non dimentica la sua città e ricorda ancora con

affetto quel sacerdote che lo incoraggiò, da

ragazzo, a intraprendere questo mestiere.

testo Antonio Graziani – foto Lidia Bagnara

Un ravennate... al Quirinale

Da giornalista senza contratto al “Nuovo Ravennate” a “quirinalista”delTG1 Rai: Andrea Montanari, 51 anni, ravennate puro sangue, ne ha fatta di strada. E anche in poco tempo. Il quirinalista ha, appunto, il compito di seguire tutti i movi-menti, le attività, i discorsi del Pre-sidente della Repubblica e di infor-marne i telespettatori attraverso i suoi servizi.Andrea ci racconta la sua vita e i passaggi della sua carriera, seduti a un tavolo del Bar Giolitti di Roma, a pochi passi dalla sua casa, in un soleggiato pomeriggio di giugno con la brezza del ponentino che accarezza la città. “Mio padre era originario di una famiglia di città. Lavorava alla Sarom, la grande raf-fineria di petrolio creata da Attilio Monti e dismessa alcuni anni fa. Mia madre era, invece, una campa-gnola della frazione ravennate di San Pietro in Vincoli. Mio padre fu tra quelli che ricevettero la propo-sta, anche per fare carriera, di tra-sferirsi in Sicilia, dove Monti aveva costruito una nuovissima fabbri-ca. Si spostò quindi a Milazzo, nel 1961, con la famiglia, quando io avevo appena tre anni: rimanem-

mo nell’isola fino alla conclusione della sua attività lavorativa.”Ma la famiglia Montanari aveva mantenuto i suoi legami con Ra-venna, dove torna, nel 1984, quan-do Andrea ha 25 anni. Il giovane Montanari aveva ottenuto la ma-turità scientifica in Sicilia e si era anche iscritto alla facoltà d’inge-gneria, sulle orme del padre e del fratello. Ma ben presto si accorse che quella non era la sua strada. Aveva in testa di fare il giornalista e andòachiedereconsiglialsacer-doteravennateFrancescoFuschi-ni, noto scrittore e articolista del “Carlino”, “non sapendo che strada prendere perché non ero figlio di giornalista, né amico di politici.”“Da Fuschini - racconta - non aspet-tavo un aiuto per aprirmi la stra-da, ma volevo sapere da lui se era il caso di cominciare questa profes-sione. Restai da lui un pomeriggio intero ed ebbi consigli importan-tissimi. Che persone c’erano una volta! Mi disse: ‘tu prova a iniziare da chi ti dà l’opportunità’.”L’occasione gliela offrì il “Nuovo Ravennate”, settimanale che trat-tava argomenti di vario genere, dalla politica, all’economia, alla

Essere | Andrea Montanari

12 | IN Magazine

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cultura: la prima opportunità avu-ta per cominciare a fare il giorna-lista. “Era una piccola realtà, tut-tavia pulsante. Mi accolse l’allora direttore, Pier Giorgio Carloni, e cominciai la mia esperienza.” Malagavettanonglibastava.PensavaancheaunascuoladigiornalismoesiiscrisseaquelladellaLuiss,aRoma.Rimase al “Nuovo Ravennate” un paio d’anni, “il tempo per capire che il mestiere mi piaceva e che avevo anche le capacità per svol-gerlo con dignità.”Si trasferì a Roma per frequenta-re la scuola mentre stava nascen-do, nella Capitale, un circuito di emittenti private per realizzare un radio giornale nazionale dal

nome Area. “Fui fortunato perché cominciai a lavorare per questo circuito. Feci anche tanti articoli in occasione della tragedia della Mecnavi, dove morirono soffoca-ti tredici operai nella stiva di una nave in manutenzione nel porto di Ravenna. Siccome conoscevo bene la storia, l’ambiente e i personaggi, abitando ancora a Ravenna, scrissi molti articoli per varie testate na-zionali.”La collaborazione con Area gli permetteva anche di fare un po’ di soldi per mantenersi a Roma e fre-quentare la scuola. “La mia enorme e immensa fortuna fu che Area mi stipulò un contratto di praticante. A quei tempi, conquistare un con-tratto del genere era quasi impos-

sibile.” Area era prevalentemente impegnata con le radio ma si oc-cupava anche di carta stampata. “Mi capitava spesso di frequentare la sala stampa di Montecitorio es-sendo diventato anche giornalista parlamentare per l’agenzia.”LafrequentazionediMontecitoriogli permette di conoscere i gior-nalistidellaRaietraquestiMarcoConti,alloradirettoredelGR2,chelo vuole alGiornaleRadio. “Con l’assunzione al GR2, nella prima-vera del 1989, inizia il mio legame professionale con la Rai. Livio Za-netti, direttore delle reti unificate del Giornale Radio, mi fece esor-dire a Radio Anch’io, trasmissione di approfondimento del mattino, dandomi fiducia, anche se ero arri-

Andrea Montanari ritratto nel chiostro dei Giardini del Quirinale.

14 | IN Magazine

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vato alla radio da poco ed ero mol-to giovane.” Il salto dalla radio alla televisione avviene sei anni dopo.Nel 1996 è chiamato a dirigere il Giornale Radio Marcello Sorgi, che improvvisamente diventa direttore del TG1. “Sorgi mi chiede di passa-re alla televisione ed eccomi al Tg1, nella primavera del 1997.”Dopo un periodo di rodaggio, Montanari comincia a inserirsi nella redazione politica, seguen-do alcuni viaggi dei presidenti del Consiglio Amato, Prodi e D’Alema, dei presidenti della Camera e del Senato e le attività dei partiti. Poi arriva la nomina a quirinalista. “Direttore era Gianni Riotta. Pro-vai una grandissima soddisfazio-ne.” È una posizione di grande prestigio, sempre al seguito del Presidente.“Giorgio Napolitano è una perso-na di grande levatura morale, un uomo con un grande senso dello

stato, con un senso delle istituzioni fuori dal comune, e lo dimostra il consenso straordinario che ha nel Paese.”Montanari ricorda il viaggio negli Stati Uniti e l’incontro con Oba-ma. “È stato lo stesso presidente degli Stati Uniti a voler incontrare Napolitano e ha mostrato grande considerazione per le opinioni del nostro Presidente, definito di gran-de esperienza e integrità.”Ma Andrea Montanari non dimen-tica Ravenna.“Quando sono partito per Roma avevo 27-28 anni, sono andato via con un sentimento molto contra-stato. Sono fondamentalmente un provinciale. A me piace la provincia italiana, è ricca di stimoli culturali e umani, ma avevo anche voglia di giocare questa carta e vivere fino in fondo questa esperienza.”IlsuorapportoconlaRomagnaèancoramoltostretto. “Avevo due

zie, non più viventi, sorelle di mia madre. Con il fratello avevano costituito un nucleo, tipo sorelle materassi e si erano trasferite dalla campagna ad Alfonsine, dove ave-vano messo su una florida attività commerciale, un negozio di abbi-gliamento. Hanno sempre avuto un legame straordinario con mia ma-dre e con noi nipoti. Ci hanno vo-luto tanto bene e il mio legame con la Romagna è stato mediato e man-tenuto vivo specialmente da loro.”Andrea Montanari torna ogni tan-to nella città natale, dove viene a trovare la mamma e qualche amico. “Uno che vedo più di frequente è Vasco Errani, che stimo perché unisce a un grande equilibro una grande sapienza politica, e ha buon senso, che in politica è sem-pre più raro.”Il legame con le zie è stato molto importante, perché hanno rappre-sentato tutto quello che è Roma-gna, il dialetto e, principalmente, la cucina romagnola.“MiamoglieèromanaequandoaNatalefaccioicappelletti,perchélei non li sa fare,mi rimproveraperchésporcoefaccioconfusioneincucina. Non passa tuttavia Na-tale che non mi metta lì con tanta buona volontà, ma non sempre con altrettanti esiti positivi, per mante-nere viva in casa mia la tradizione della cucina romagnola!” IN

A fianco, il giornalista nella sala di montaggio del Tg1. È diventato quirinalista sotto la direzione di Gianni Riotta.

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BertinoroT u t t i i c o l o r i d e l l ’ o s p i t a l i t à

Donne jazz in Blues

Bertinoro, Piazza della Libertà, ore 21.00

Domenica 18 luglioRuthie FosteR

Domenica 25 luglioDeDe PRiest

Fratta Terme, Parco delle Terme, ore 21.30

sabato 17 luglioConCoRso voCi nuove

sabato 24 luglioFinale Del ConCoRso voCi nuove Blues e ConCeRto Di Gio-vanna Gattuso jazz quaRtet

autori D’estate

Bertinoro, Piazza della Libertà, ore 21.00

Giovedì 15 luglioPaolo Guzzanti“Guzzanti vs Berlusconi”, Aliberti editore

Giovedì 22 luglio luiGi De maGistRis“Assalto al Pm – Storia di un cattivo magistrato”, ed. Chiarelettere

Giovedì 29 lugliomiChele minisCi“La notte che si bruciò il jazz” Ed. Il Pontevecchio

Xiii Festival Musicale estivo

Grandi concerti di musica Jazz, Etnica e Classica dal 1 al 20 agostoBertinoro, ore 21.30ConCeRto inauGuRaleDomenica 1 agostoBertinoro, Piazza della Libertà, ore 21.30

Festa Dell’ospitalità 2010Bertinoro, centro storico“VERSO IL BERTINORO”Giovedì 2 settembrePiazza aPeRta“La Battaglia dei cuscini”. Grande gioco per tutti

venerdì 3 settembreFRiCò RoyalMusica, danza e teatro dal tramonto all’alba.Vie del Centro Storico a partire dalle ore 21.30

sabato 4 settembretaCa BanDeSpettacolo bandistico

Domenica 5 settembreRito Dell’osPitalità Orchestra Mirco GramelliniFuochi d’artificio

piaDina DaYssabato 11 settembreBertinoro, Monumento al Vignaiolo – ore 19,30La Piadina si fa sTradaGrande corteo per le vie del centro con costumi della tradizione.

Bertinoro, Piazza della Libertà – ore 21,30MisuriaMo La PiadinaMisurazione della piadina alla presenza di un notaio del Guinness World Record e degustazione della piadina accompagnata da musica dal vivo

Domenica 12 settembreSanta Maria Nuova , Piazzale del monumento al podista – ore 14,00Partenza della finale della gara podistica del circuito - “La scarPaza”

Santa Maria Nuova , piazzale del monumento al podista – dalle ore 15,30 alle ore 19,30piaDina partY Sfida tra “sfogline”, degustazione dei prodotti tipici del territorio accompagnati dalla piadina romagnola e musica dal vivo.

Per tutti i nostri graditi ospiti in occasione degli eventi “Donne Jazz in Blues”, “Autori d’Estate”, tutte

le domeniche di agosto e per LA FESTA DELL’OSPITA-LITA’ sarà in funzione una navetta gratuita per facilitare

la fruizione del borgo anche per coloro che parcheggiano fuori dal centro storico (parcheggi di via Badia e via allende).

inFo:ufficio informazioni turistiche tel. 0543 469213 - [email protected] www.comune.bertinoro.fc.it

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Dirigere | Carlo Zoli

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Un avvocato sui Campi

testo Tiziano Zaccaria - foto Massimo Fiorentini

Per Carlo Zoli la Legge è lavoro e il tennis svago; ma professione e passione si intersecano di continuo per lui, che sa impegnarsi fortemente in entrambi i ruoli: giuslavorista e presidente del Tennis Club di Faenza.

In ognuno esiste un lato razionale, logico, rigoroso, e una parte passio-nale, istintiva, romantica. Anche il mondo di CarloZoli si divide netta-mente in due: da una parte la sua professione di avvocatoedocentediDirittodellavoro, fra le aule dei tribunali e quelle delle università; dall’altra l’amoreperiltennis e lo sport in genere. Nato a Faenza nel 1958, si è laureato con lode in Giu-risprudenza a Bologna nel 1982. Il suo professore, Luigi Montuschi, lo ha orientato verso il diritto del la-voro. Ha lavorato come ricercatore all’Università di Trento, dal 1990 al ’93 è stato professore ordinario di Diritto del lavoro a Cagliari, poi ha svolto lo stesso incarico a Trento fino al 2006, anno in cui ha otte-nuto il trasferimento a Bologna. Oggi, oltre all’attività di docente universitario, Zoli conduce uno studio professionale a Faenza. “La materia del Diritto del lavoro ne-gli ultimi trent’anni ha avuto una

forte evoluzione ed è spesso finita nell’occhio del ciclone - racconta. Basta pensare, purtroppo, all’omi-cidio di Marco Biagi, che era un amico e un ex allievo del mio stes-so maestro.”Oggi è considerato uno dei piùespertigiuslavoristi italiani. Au-tore di diversi libri e di numerosi saggi, conosce le normative che regolano il lavoro in diversi Stati. “Ogni ordinamento nazionale ha le proprie peculiarità, ma negli ul-timi venti anni le norme dei Paesi che fanno parte dell’Unione Euro-pea si sono abbastanza uniforma-te, alla luce delle nuove direttive comunitarie. Il nostro ordinamen-to è sempre stato garantista nei confronti dei lavoratori. E anche se negli ultimi anni le crisi occupazio-nali hanno portato il Governo ad adottare soluzioni che in qualche caso derogano ai principi tradizio-nali, i capisaldi della materia non sono stati toccati, vedi l’articolo 18,

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legge n.300/1970, che prevede il diritto del lavoratore alla reintegra nel caso di licenziamento ingiusti-ficato.”Alla domanda se un giuslavorista debba farsi coinvolgere o meno dalla politica, Zoli ha un risposta pronta: “L’idea politica ce l’ho, come tutti, ma credo di essere dif-ficilmente etichettabile. Fra l’altro, nel corso degli ultimi anni sia il Centrodestra che il Centrosinistra mi hanno chiesto di impegnarmi, però ho declinato gli inviti. Sono attratto dalla politica come ‘vita della Polis’. Non mi piace invece la ‘partitica’, che porta alle pole-miche di parte e alla valutazione aprioristicamente negativa delle idee degli avversari.”Fin qui la prima faccia della meda-glia. L’altra si sviluppa sui campi in terra rossa. “DaquandoavevonoveannifrequentoilTennisClubFaen-za. Mi portò per la prima volta un amico di mio padre, Urbano Genti-

lini. In precedenza giocavo da solo, contro un muro di casa.” Da giova-nissimo per qualche anno Zoli ha alternato l’attività tennistica con quella calcistica, come attaccante della Robur Faenza. “Ho sempre avuto una grande passione per gli sport con la palla. Purtroppo non sono riuscito a ottenere grandi ri-sultati.” Racchetta e pantaloncini non sono però mai spariti da casa, nemmeno quando la professione lo ha portato in giro per l’Italia. “Otto anni fa mi fu chiesto di tra-sferirmi all’Università Statale di Milano e nello studio milanese del noto professor avvocato Pietro Ichi-no; rinunciai per amore di Faenza. Nellamiacittàstotroppobene: è questo il motivo per cui non l’ho mai lasciata, nemmeno quando la-voravo fuori.”E nel 2005, quando un gruppo di amici gli ha chiesto di candidarsiallapresidenza del Tennis Club Faenza, ha detto sì: “Ho accettato

Sopra, l’avvocato ritratto nel suo studio a Faenza. In apertura, su uno dei campi in terra rossa del circolo

faentino, che presiede dal 2005.

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Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 - [email protected] - www.edilravenna.it

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d’istinto, senza ragionare - dice il professore, sposato con Alessandra Ferlini e padre di Lucia e Pietro. I miei impegni professionali doveva-no indurmi a rinunciare, ma si vive anche di passioni. Mi ha convinto l’idea di fare qualcosa di utile per la mia città.” Tempo a disposizio-ne Zoli ne ha poco, però ha creato un team dirigenziale autonomo e attivo: “Ci siamo dati una buona organizzazione e ciascun compo-nente del Consiglio direttivo ha il proprio compito. Sono soddisfatto di come lavora la mia ‘squadra’. Certo, ci sono diverse cose da fare per migliorare il circolo. Per esempio, occorre rifare l’ingresso e gli spogliatoi, ormai vetusti. Ma la voglia di lavorare non manca e fino al 2013 avremo da fare.” Nel 2013 scadrà il secondo mandato di presidenza di Zoli, che per statuto associativo non potrà più ricandi-darsi. “Potrò comunque assumere un altro incarico e, in ogni caso, resteròdisponibilealavorareperilbenedelcircolo.” Intanto continua a divertirsi sui campi in terra rossa. “Gioco sempre con gli amici di una volta: partecipiamo al campionato over 50. E’ la parte ludica della vita e non intendo rinunciarvi.”Inevitabile (e ben felici di farla), una domanda sulla recente vitto-

ria di Francesca Schiavone al Ro-land Garros, primo successo asso-luto di una giocatrice italiana in un torneo del Grande Slam. Cosa può rappresentare per il tennis italiano? “È sicuramente una bella occasione per tutto il movimento. L’Italia è un paese di tifosi, ancor prima che di sportivi, tuttavia l’ef-fetto trainante di un campione c’è sempre stato e nel tennis mancava da parecchio tempo, in sostanza

da quando negli anni Settanta con la nazionale maschile vincemmo la Coppa Davis e lo stesso Adriano Panatta si aggiudicò il Roland Gar-ros. A Faenza, per la verità, abbia-mo sempre avuto tante bambine ai nostri corsi e suinostricampisononatediversetennistedilivelloas-soluto,daRaffaellaReggiaFran-cescaBentivoglio,finoaFloraPer-fetti. Spero comunque che questo successo dia un ulteriore input.” IN

L’avvocato ha lavorato per diverse università; attualmente

insegna a Bologna, ma non ha mai abbandonato la sua Faenza.

Il Tennis Club Faenza

Fondato nel 1927 da Teo Gaudenzi, oggi la sua sede storica di via Medaglie d’Oro ospita sette campi in terra rossa (cinque dei quali coperti e riscaldati nel periodo invernale), due campi da calcetto, due da racchettoni e una palestra con sauna. All’interno del grazioso parco che ospita il circolo sono presenti anche un ristorante, un bar, un’area giochi per bambini, una palazzina per attività ricreative e sala tv. Quote associative molto basse rispetto ad altri circoli di pari livello, consentono di contare su ben settecento soci (la tessera è gratis fino a 18 anni, ha un costo di 50 € per gli under 26, di 90 € per la fascia 27-32 anni e di 95 € per gli over 65; la quota ordinaria costa 180 €, con l’opportunità di una tessera familiare a 240 €). Molto frequentata è poi la Scuola Addestramento Tennis, che propone corsi ai giovanissimi dai 4 ai 16 anni. Nei mesi estivi prende invece corpo il ‘Divertitennis’, che coinvolge quotidianamente oltre cento bambini dai 4 ai 14 anni. www.tennisclubfaenza.it

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Sentimento del Presente

testo Aldo Savini - foto Massimo Argnani

Di materiali di recupero, flussi di pensiero e oggetti d’uso comune si compone la pittura di Mauro Bendandi: straniante ma mai impersonale, narra esperienze umane.

L’attenzione ai movimenti estetici che hanno animato la scena arti-stica del secondo ’900 per MauroBendandi non ha comportato facili appropriazioni né un appiattimen-to su modelli precostituiti, ma, ol-trepassandoli, ha definito un’origi-nale poetica e uno stile personale, anche se, indubbiamente, si posso-no avvertire tangenze con l’Arte povera, l’Informale, il Nuoveau Re-alisme, la Pop Art americana.Le sue opere hanno origine daungradualeprocessodisovrapposi-zionidistraticompositivichehannoparivalenzaespressiva, sia che si tratti del supporto materiale che dello sfondo pittorico, degli inserti figurativi e delle indefinite tracce di scrittura a matita. La dimensio-ne fisica e materiale dell’opera evo-ca apertamente un intendimento tattile e sensuale, ungestocaricodiunavelatanostalgiaperilpassato,associataalsentimentodelpresen-te. Nelle esperienze degli esordi, lamiere e ferri recuperati nelle case di campagna, contaminati da-gli agenti atmosferici e corrosi dal-la ruggine, assemblati e inchiodati

su vecchi legni per fissarli come a dare loro spessore, testimoniavano il bisogno di un punto d’appoggio e forza, quasi fossero radici sot-terranee ma ben visibili per l’in-tervento pittorico. Quelle lamiere avevano avuto una vita precedente ed erano resistite al tempo, con-servando la storia di una civiltà e di un mondo semplice ormai lon-tani, i cui valori però, ancora at-tuali, non possono e non devono andare dispersi. Anche i materiali industriali, come le plastiche e i sacchi di polipropilene, non sono neutrali perché anch’essi hanno una loro storia, derivata non tanto dalle funzioni pratiche e dal loro uso, quanto delle relazioni umane, perché sono stati toccati da mani di lavoratori anonimi. Le scritte in perfetta calligrafia, pur quasi indecifrabili come fossero graffiti di un’archeologia personale, sono puri segni evocanti momenti e oc-casioni di riflessione. Da semplici indizi potrebbero rimandare a ver-si tratti da composizioni poetiche, forse di Baudelaire o del poeta ravennate Valerio Fabbri, oppure

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Creare | Mauro Bendandi

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frammenti di un discorso interiore ininterrotto di cui, comunque, non è dato comprendere il significato. Sembrano affiorare o nascondersi nello spazio pittorico quasi evane-scente, inizialmente nelle tonalità cromatiche della ruggine e ulti-mamente in un grigio lattiginoso in via di sfaldamento. Eaccantoaquestetracceenigmatichetrovanopostoleimmaginidipintedioggettiappartenentiall’ambientedomesti-cofamiliare: caffettiere, lampadi-ne, zuccheriere, tazzine, cinture, scarpe, ciabatte, spazzole, bottoni e, più recentemente, lampadari, prese elettriche, pomelli di rubi-netti. Sono cose d’uso quotidiano, sempre sotto gli occhi e a portata di mano, tanto che nella vita or-dinaria generalmente ne viene ignorata la presenza. Eppure sono in stretta relazione con l’uomo e di questa conservano il contatto diretto e la memoria. Bendandiaccentualadimensionestraniante

edecontestualizzante, immediata-mente percepibile, che potrebbe rendere quelle immagini apparen-temente affini a quelle dei poppar-tisti; apparentemente perché non si riferiscono mai a uno scenario massificato e a un sistema di comu-nicazione impersonale, piuttosto al mondo intimistico e vitale della casa dove si vive. Inoltre, vuole sot-tolineare con una certa insistenza, come questi oggetti presupponga-no una progettazione, perché ide-ati non solo in una prospettiva uti-litaristica e funzionale, ma anche con un intento estetico. Con que-sta consapevolezza èapprodatoaldesign, di cui sono testimonianze esplicite i lampadari colorati “sti-le Venezia”, sontuosi e decorativi, ritratti come in uno show room. Ideati per l’illuminazione sono spenti, non danno luce al quadro, piuttosto è dalla pittura che rice-vono la ragion d’essere, ovvero la luce della bellezza. IN

In questa pagina e in apertura, Mauro Bendandi nel suo studio.

Breve curriculum

Mauro Bendandi, artista e graphic & web designer freelance, è nato a San Pietro in Vincoli nel 1973. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Ravenna, nel 1996 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha seguito le lezioni del corso di pittura tenuto da Massimo Pulini. L’attività espositiva, iniziata nel 1993, è andata progressivamente intensificandosi uscendo dall’ambito locale; inoltre ha partecipato a concorsi vincendo il primo premio a quello di pittura contemporanea Città di Vinci (1997) e, per tre volte, a Palazzo Sforza a Cotignola (2000, 2001 e 2006). Nel 2005 ha fondato con Roberto Pagnani, Riccardo Bottazzi e Domenico Settevendemmie il Gruppo TOPOI 05, che intende riflettere e sperimentare le possibili interazioni tra pittura, scultura, poesia, fotografia, ricerca storica e filosofica. www.maurobendandi.com

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Due immagini del “conflitto” del 1910, con le macchine scortate da Esercito e Carabinieri per le operazioni di trebbiatura (riproduzioni tratte da “L’Illustrazione Italiana” e poi pubblicate nel libro di Luigi Lotti I repubblicani in Romagna dal 1894 al 1915, Faenza, Lega, 1957).

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Ricordare | Macchine trebbiatrici

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La guerra delle “Macchine”

testo Andrea Casadio

Lo scontro tra contadini e braccianti, il confronto tra due grandi correnti ideologiche: ripercorriamo la rivolta delle macchine trebbiatrici che, nell’estate di un secolo fa, infiammò le campagne ravennati.

Sembra impossibile, oggi che le estati sono sinonimo di spensiera-tezza balneare, immaginare che quella di cento anni fa venisse il-luminata dai riflessi del sangue. Sembra incredibile, eppure quelle campagne oggi ordinate e solita-rie, svuotate della loro variegata umanità dalla meccanizzazione trionfante, nell’estate1910eranopercorse da folle di braccianti econtadini,dapattugliedisoldatiedrappellidicarabinieri, teatro del più aspro conflitto sociale che la storia di Ravenna e della Romagna ricordi. La questione“dellemac-chinetrebbiatrici” è senza dubbio più nota agli storici, che non al cit-tadino comune, per il quale l’og-getto stesso del contendere appare poco comprensibile. Per capire la vicenda che segnò la storia di Ra-venna per tutto il Novecento biso-gna calarsi nella realtà dell’epoca, quella di una società in gran parte contadina e percorsa dalle lacera-zioni di una conflittualità politica esasperata.LaRavennadel1910eradominatadalleduegrandicorrentiideologi-che“dimassa” destinate a carat-terizzare il panorama politico del secolo incipiente, quella mazzinia-na e quella marxista (rappresenta-

te rispettivamente dal partito re-pubblicano e da quello socialista). Unite dall’ostilità verso il governo, le due fazioni erano però separate da profonde divisioni ideologiche e sociali: di ispirazione sostan-zialmente liberal-democratica e individualista la prima, e di conse-guenza popolare soprattutto fra i contadini e i mezzadri (in sostanza i “piccoli imprenditori” dell’agri-coltura); collettivista la seconda, e dunque sostenuta in gran parte dalla massa dei braccianti, i “pro-letari” senza terra che popolavano soprattutto la zona delle bonifiche a nord della città.Nel 1900 repubblicani e socialisti, temporaneamente alleati, avevano ottenuto un risultato storico, scal-zando i liberal-monarchici dal go-verno cittadino. Negli stessi anni erano stati fondati anche i grandi organismi sociali, quelli che riuni-vano le varie leghe sindacali (la Ca-meradelLavoro) e le cooperative (la Federazionediretta dal socia-lista Nullo Baldini). Le divergenze fra i due partiti, però, non aveva-no tardato a manifestarsi, tanto che già nel 1902 i socialisti erano fuoriusciti dalla giunta, passando all’opposizione dell’amministra-zione repubblicana. Icontrastipo-

liticinoneranoaltrocheunriflessodeicontrastisociali. I repubblicani erano, infatti, sempre più insoffe-renti alla supremazia che i sociali-sti esercitavano nella Camera del Lavoro e nella Federazione e, da parte loro, contavano sulla tradi-zionale prevalenza nelle associa-zioni dei contadini e dei mezzadri, le cosiddette “Fratellanze”. Di fat-to, mezzadri e braccianti, seppure spesso uniti nelle rivendicazioni contro i grandi proprietari (gli “agrari”), erano in contrasto nel momento in cui i primi diventava-no “datori di lavoro” dei secondi, in particolare nei periodi, come il raccolto, in cui i braccianti veniva-no assunti come manodopera. Un contrasto che divenne palese quan-do, a partire dal 1906, le Fratellan-ze dei contadini cominciarono ad acquistare in proprio le macchine trebbiatrici a vapore, fino a quel momento affittate da privati. Il fatto che i mezzadri acquisissero il controllo del principale “strumen-to di produzione” del mondo agri-colo minacciava la posizione dei braccianti, e in generale l’intero impianto politico-ideologico col-lettivista dei socialisti. Nell’autun-no 1909 la Federazione nazionale dei lavoratori della terra, control-

IN Magazine | 29

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lata dai socialisti, affrontò la que-stione, e deliberò che la gestione delle trebbiatrici dovesse toccare ai braccianti. Una decisione che scon-tentava i repubblicani, che difatti, con in testa le Fratellanze raven-nati, non tardarono a far sentire le proprie proteste.Il 1910 si aprì dunque in un’atmo-sfera sempre più carica di tensio-ne. Mentre le trattative fra i partiti segnavano il passo, da parte dei braccianti iniziava a comparire, nei confronti dei contadini, la pra-tica del “boicottaggio”, un mezzo di pressione tanto efficace quanto rozzo, che comportava non solo la sospensione dei rapporti di lavoro, ma anche l’interruzione di ogni rapporto personale con i colpiti. Riconoscendo la responsabili-tà di tale situazione alla Camera del Lavoro, la Fratellanza, previo referendum fra gli iscritti, decise infine di fuoriuscirne. Così, il 17 aprile 1910, l’organizzazione dei contadini, insieme alle leghe sin-dacali di altre categorie, per un to-tale di 20.000 iscritti, fra cui 4.500 braccianti repubblicani, fondò il proprio organismo autonomo, la Nuova Camera del Lavoro. Nel momento in cui anche nel settore

delle coooperative i repubblicani, guidati dal loro leader Pietro Bon-di, si apprestavano a costituire una Federazione indipendente, era la sanzione della definitiva rottura dell’unità, fino ad allora precaria e sofferta, delle grandi organizza-zioni economiche “popolari” del Ravennate.Iniziavacosìquelloche, inriferi-mentoaicoloridellostemmacitta-dino,divennecelebrecomeilgrandeconflittofrai“rossi”(ovviamenteisocialisti)e i “gialli” (i repubbli-cani). Il 7 maggio, a Voltana, una quindicina di contadini fu aggre-dita da 400 braccianti inferociti, e la zuffa che ne seguì, a colpi di zap-pe, falci e paletti, lasciò sul campo un contadino morto e sei feriti, più cinque braccianti anch’essi feriti. L’“eccidio di Voltana”, come venne definito, fu il punto più tragico de-gli eventi di quell’anno, ma ebbe se non altro l’effetto di attirare l’at-tenzione del governo, inducendolo a inviare in loco diverse migliaia di militari. Fanti,cavalleggeri,bersa-gliericiclistiiniziaronoallora,epertuttal’estate,apercorrereinlungoeinlargolaRomagna,bloccandoilripetersidiscontrigravieconsen-tendolosvolgersidellamietituraepoidellatrebbiatura.La presenza dei militari era tanto più importante perché, a rendere potenzialmente pericolosa la situa-zione, si era verificato un fatto non previsto dai dirigenti socialisti ma decisivo per gli esiti della vicenda, cioè lo schieramento dei braccianti repubblicani (minoritari rispetto ai “rossi” ma pur sempre numero-

si) accanto ai propri compagni di fede. Fu questo che permise ai re-pubblicani, mezzadri e braccianti insieme, di portare a compimento il raccolto nonostante il boicottag-gio dei socialisti, mentre questi finirono col pagare il proprio iso-lamento anche nei confronti degli agrari, più disposti a instaurare un rapporto preferenziale con le orga-nizzazioni “gialle”. Dopo un’estate di caos, fra polemiche sempre più furiose, nuovi atti di violenza e ten-tativi dei socialisti di introdurre le loro poche macchine nei terreni padronali con raid notturni, una parvenza di accordo fu raggiunta a ottobre, e solo dopo che a Campia-no fu sfiorata una nuova Voltana. A quel punto, però, le posizioni era-no troppo radicalizzate perché la frattura potesse essere ricomposta. Polemiche, scontri, uccisioni pro-seguirono nei mesi e negli anni se-guenti, inunaveraepropriaguerracivilestrisciantechesolol’imporsidelFascismo,oltredieciannidopo,avrebbeforzatamentericomposto. Proprio questo avrebbe anche ri-costituito l’unità dei grandi orga-nismi sindacali e cooperativi. Ma quando, dopo il ’45, i vecchi ran-cori (con il PCI a recitare il ruolo un tempo dei socialisti) tornarono a sommarsi alle nuove contrappo-sizioni della Guerra fredda, gli esiti di quarant’anni prima tornarono a ripetersi quasi negli stessi termini, rivelando che le vicende del 1910 non erano state un incidente di percorso, ma l’evento cardine che aveva sancito l’inizio del ’900 ra-vennate. IN

Prima pagina del giornale repubblicano “La Libertà”, dell’11 maggio 1910, che riporta le notizie dell’eccidio di Voltana (fonte, Istituzione Biblioteca Classense).

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IN Magazine | Special ADV

Può sembrare scontato ma per andare in bici-

cletta occorre una vera e propria educazione.

Non si tratta di imparare a restare in equilibrio

sulle due ruote, né di conoscere il codice della

strada, ma di mettersi bene in testa che la bicicletta è un mez-

zo sano, economico, divertente per stare al mondo. E che tutti,

a cominciare dai bambini, dovrebbero impararlo. Con questo

ottimo proposito Claudio Brusi, presidente di FRW Bi-

cycles, organizza a Marina di Ravenna, sabato 24 luglio,

una giornata aperta a tutti in cui metterà a disposizio-

ne di adulti e bambini i prodotti novità della collezione

2011 da strada e mountain bike, con la possibilità anche

di provare i nuovi caschi Giro e Bell di cui è distributore

per l’Italia. Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19

si potrà godere delle superbe prestazioni dei

prodotti FRW e ricordare che andare in bici-

cletta apporta grandi benefici all’organismo

umano: favorisce la circolazione del sangue, permette una

maggiore secrezione delle ghiandole sudorifere, l’eliminazio-

ne delle tossine, conserva l’agilità delle articolazioni, evita

o limita l’obesità.. Oggi la bicicletta è considerata un mezzo

efficace anche nella terapia riabilitativa di alcuni mali della

colonna vertebrale e la posizione che si assume praticando

il ciclismo favorisce la respirazione in quanto consente una

maggiore espansione dei polmoni, dunque perché non salire

in sella quotidianamente?

La bicicletta: un mezzo eco-

nomico, divertente, sano ed

ecologico adatto a tutti.

“.. A questo occorre aggiungere che oltre che alla nostra sa-

lute la bicicletta fa bene anche a quella degli altri – afferma

Claudio Brusi – perché è un mezzo non inquinante, a risparmio

energetico, pratico, divertente, sia per chi intenda dedicarsi a

questo sport a livello ricreativo sia per chi ne voglia fare una

vera e propria attività agonistica..”

Parlare della lunga lista di vantaggi di cui beneficiano i ciclisti

non esclude che esistano dei pericoli che si corrono pratican-

do questo sport, specie in materia di sicurezza. Per questo la

giornata FRW dedicata al test dei prodotti non poteva non in-

cludere anche la prima e più importante protezione necessaria

quando si sale in bicicletta: il casco.

FRW è da anni distributore italiano dei marchi americani lea-

der di settore Giro e Bell e conosce bene quanti e quali rischi

corrono i ciclisti che non utilizzano questa protezione. “Ogni

giorno riceviamo ringraziamenti di persone che ci scrivono che

il nostro casco ha salvato loro la vita in qualche brutta caduta

– dice Brusi - . Bisogna metterlo sempre e assicurarsi che sia

un prodotto con tutti i requisiti e le omologazioni necessarie..”

Le statistiche dicono che l’utilizzo dei caschi riduce di quasi il

90% il rischio di una lesione cerebrale in caso di caduta e che

nei bambini la maggior parte delle volte si evitano traumi che

possono rivelarsi fonte di guai seri. Se dunque in Italia non

è passata la proposta di legge che prevedeva l’obbligatorietà

del casco per i minori fino a 14 anni, la giornata organizzata da

Claudio Brusi servirà a far riflettere che non serve una legge

per imparare che il casco è fondamentale in bicicletta, ma un

po’ di buon senso.

La giornata educativa FRW sarà anche un momento di festa e

divertimento, sport e relax, un inno al ciclismo e al piacere che

porta con sé, nel tentativo di contagiare tutti con la passione

per la bicicletta.

CON FRW PARTE L’EDUCAZIONE ALLA BICICLETTA.una GIoRnata apeRta a tuttI peR ConosCeRe le novItà 2011 della

CollezIone. é l’appuntaMento oRGanIzzato da ClaudIo BRusI e dalla

sua FReeWheelInG peR saBato 24 luGlIo, a MaRIna dI Ravenna.

FREEWHEELING SRL Via Barsanti,10 - 48010 Fornace Zarattini (RA) tel.0544 461525 - fax 0544 462096

www.freewheeling.it - www.frwbike.it

nato: 18/02/1952 a Ravenna

segno zodiacale: acquario ascendente leone

Carattere: forte e risoluto ma sensibile e profondo

Cv: Appassionato ciclista, corre per diverse squadre dilet-

tantistiche fino a 18 anni. Entra in banca e vince il campio-

nato bancari nel 1982, diventa dirigente della Federazione

Ciclistica Italiana settore promozione. Nel 1986 fonda FRW

e comincia il suo cammino da imprenditore innamorato del

suo lavoro

hobbies: ciclismo

piatto preferito: torta al cioccolato con salsa di cioccolato

fondente accompagnato da cioccolata calda

Bicicletta: FRW modello Napa Valley Evo

Mountain Bike: FRW modello Eldorado

Canzone preferita: “ma dove vai bellezza in bicicletta”

Colore preferito: quello della sua Napa Valley, bianco

segni particolari: gambe depilate, abbronzatura da ciclista

l’IdentIkIt dIClaudIo BRusI, “MR. FRW”

Nasce nel 1986 a Ravenna, fondata da Claudio Brusi e dalla

moglie Liliana Raimondi, con la passione per la bicicletta.

Nel 1990 promuove la nascita del fenomeno mtb in Italia

e diventa unico distributore italiano dei marchi americani

Diamondblack e Marin. Nel 1997 Hubert Palhuber, atleta

scelto e sponsorizzato da Claudio Brusi, diventa campione

del mondo. Nel 2003 nasce la prima collezione di biciclet-

te a marchio FRW (Freewheeling) prima da mountain-bike

e poi da strada. Nel 2008 Marco Aurelio Fontana, atleta

scelto e sponsorizzato da FRW, arriva quinto alle Olimpiadi

di Pechino. Nel 2009 Gerard Kerschbaumer, atleta scelto

e sponsorizzato da FRW vince due titoli mondiali nelle ca-

tegorie juniores cross country ai campionati del mondo in

Australia. Nel settembre 2010 FRW presenterà alla fiera

Eurobike la collezione di biciclette commercializzate d’ora

in poi in tutto il mondo.

la stoRIa dI FReeWheelInG

Page 33: Faenza In Magazine - 03/2010

IN Magazine | Special ADV

Può sembrare scontato ma per andare in bici-

cletta occorre una vera e propria educazione.

Non si tratta di imparare a restare in equilibrio

sulle due ruote, né di conoscere il codice della

strada, ma di mettersi bene in testa che la bicicletta è un mez-

zo sano, economico, divertente per stare al mondo. E che tutti,

a cominciare dai bambini, dovrebbero impararlo. Con questo

ottimo proposito Claudio Brusi, presidente di FRW Bi-

cycles, organizza a Marina di Ravenna, sabato 24 luglio,

una giornata aperta a tutti in cui metterà a disposizio-

ne di adulti e bambini i prodotti novità della collezione

2011 da strada e mountain bike, con la possibilità anche

di provare i nuovi caschi Giro e Bell di cui è distributore

per l’Italia. Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19

si potrà godere delle superbe prestazioni dei

prodotti FRW e ricordare che andare in bici-

cletta apporta grandi benefici all’organismo

umano: favorisce la circolazione del sangue, permette una

maggiore secrezione delle ghiandole sudorifere, l’eliminazio-

ne delle tossine, conserva l’agilità delle articolazioni, evita

o limita l’obesità.. Oggi la bicicletta è considerata un mezzo

efficace anche nella terapia riabilitativa di alcuni mali della

colonna vertebrale e la posizione che si assume praticando

il ciclismo favorisce la respirazione in quanto consente una

maggiore espansione dei polmoni, dunque perché non salire

in sella quotidianamente?

La bicicletta: un mezzo eco-

nomico, divertente, sano ed

ecologico adatto a tutti.

“.. A questo occorre aggiungere che oltre che alla nostra sa-

lute la bicicletta fa bene anche a quella degli altri – afferma

Claudio Brusi – perché è un mezzo non inquinante, a risparmio

energetico, pratico, divertente, sia per chi intenda dedicarsi a

questo sport a livello ricreativo sia per chi ne voglia fare una

vera e propria attività agonistica..”

Parlare della lunga lista di vantaggi di cui beneficiano i ciclisti

non esclude che esistano dei pericoli che si corrono pratican-

do questo sport, specie in materia di sicurezza. Per questo la

giornata FRW dedicata al test dei prodotti non poteva non in-

cludere anche la prima e più importante protezione necessaria

quando si sale in bicicletta: il casco.

FRW è da anni distributore italiano dei marchi americani lea-

der di settore Giro e Bell e conosce bene quanti e quali rischi

corrono i ciclisti che non utilizzano questa protezione. “Ogni

giorno riceviamo ringraziamenti di persone che ci scrivono che

il nostro casco ha salvato loro la vita in qualche brutta caduta

– dice Brusi - . Bisogna metterlo sempre e assicurarsi che sia

un prodotto con tutti i requisiti e le omologazioni necessarie..”

Le statistiche dicono che l’utilizzo dei caschi riduce di quasi il

90% il rischio di una lesione cerebrale in caso di caduta e che

nei bambini la maggior parte delle volte si evitano traumi che

possono rivelarsi fonte di guai seri. Se dunque in Italia non

è passata la proposta di legge che prevedeva l’obbligatorietà

del casco per i minori fino a 14 anni, la giornata organizzata da

Claudio Brusi servirà a far riflettere che non serve una legge

per imparare che il casco è fondamentale in bicicletta, ma un

po’ di buon senso.

La giornata educativa FRW sarà anche un momento di festa e

divertimento, sport e relax, un inno al ciclismo e al piacere che

porta con sé, nel tentativo di contagiare tutti con la passione

per la bicicletta.

CON FRW PARTE L’EDUCAZIONE ALLA BICICLETTA.una GIoRnata apeRta a tuttI peR ConosCeRe le novItà 2011 della

CollezIone. é l’appuntaMento oRGanIzzato da ClaudIo BRusI e dalla

sua FReeWheelInG peR saBato 24 luGlIo, a MaRIna dI Ravenna.

FREEWHEELING SRL Via Barsanti,10 - 48010 Fornace Zarattini (RA) tel.0544 461525 - fax 0544 462096

www.freewheeling.it - www.frwbike.it

nato: 18/02/1952 a Ravenna

segno zodiacale: acquario ascendente leone

Carattere: forte e risoluto ma sensibile e profondo

Cv: Appassionato ciclista, corre per diverse squadre dilet-

tantistiche fino a 18 anni. Entra in banca e vince il campio-

nato bancari nel 1982, diventa dirigente della Federazione

Ciclistica Italiana settore promozione. Nel 1986 fonda FRW

e comincia il suo cammino da imprenditore innamorato del

suo lavoro

hobbies: ciclismo

piatto preferito: torta al cioccolato con salsa di cioccolato

fondente accompagnato da cioccolata calda

Bicicletta: FRW modello Napa Valley Evo

Mountain Bike: FRW modello Eldorado

Canzone preferita: “ma dove vai bellezza in bicicletta”

Colore preferito: quello della sua Napa Valley, bianco

segni particolari: gambe depilate, abbronzatura da ciclista

l’IdentIkIt dIClaudIo BRusI, “MR. FRW”

Nasce nel 1986 a Ravenna, fondata da Claudio Brusi e dalla

moglie Liliana Raimondi, con la passione per la bicicletta.

Nel 1990 promuove la nascita del fenomeno mtb in Italia

e diventa unico distributore italiano dei marchi americani

Diamondblack e Marin. Nel 1997 Hubert Palhuber, atleta

scelto e sponsorizzato da Claudio Brusi, diventa campione

del mondo. Nel 2003 nasce la prima collezione di biciclet-

te a marchio FRW (Freewheeling) prima da mountain-bike

e poi da strada. Nel 2008 Marco Aurelio Fontana, atleta

scelto e sponsorizzato da FRW, arriva quinto alle Olimpiadi

di Pechino. Nel 2009 Gerard Kerschbaumer, atleta scelto

e sponsorizzato da FRW vince due titoli mondiali nelle ca-

tegorie juniores cross country ai campionati del mondo in

Australia. Nel settembre 2010 FRW presenterà alla fiera

Eurobike la collezione di biciclette commercializzate d’ora

in poi in tutto il mondo.

la stoRIa dI FReeWheelInG

Page 34: Faenza In Magazine - 03/2010

Il concerto itinerante in collaborazione con Ravenna Festival nel

Parco Archeologico di Classe e terminato

all’interno della basilica bizantina è solo l’ultimo

evento organizzato da Trail Romagna,

associazione che vuole unire sport, natura e

ospitalità, promuovendo in maniera originale le

zone più belle del nostro territorio.

Ravenna Festival ha educato spetta-tori e ravennati a dare a ogni luogo la dignità di un teatro, e che ogni evento ha la rispettabilità di uno spettacolo. Nessun stupore quin-di, solo molta curiosità e interesse, per il ConcertoTrekking proposto da TrailRomagna e inserito con en-tusiasmo dalla direzione artistica nella programmazione 2010. Un concerto itinerante e un pellegri-naggio tra i luoghi della cultura e della fede accompagnati dal suono dei propri passi e dagli strumenti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium della Musica di Roma e dalle voci del Coro Amar-canto, con la direzione di Ambro-gio Sparagna. In 350 si sono dati appuntamento all’imbrunire nel

Parco Archeologico di Classe per raggiungere, attraversando antiche vestigia romane, Sant’Apollinare in Classe. Una tappa che ha fatto riassaporare il gusto antico del ri-trovarsi ad ascoltare le cante popo-lari nei diversi vernacoli. Untrebbocanoroconlosguardorapitodallaricchezzadeimosaici,orgogliosidicustodireuncosì immensopatri-monio. E chissà che quella signora seduta in una navata laterale non abbia apprezzato le arie dei nostri avi dopo aver ascoltato “la belà fu-garèna”. Lei, che a bassa voce aveva definito brutte le canzoni roma-gnole rispondendo a Sparagna che ricordava al pubblico, buona parte seduto in terra ai piedi dell’altare, la loro poesia contadina. Organet-

testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini

Sulle note del Trekking

34 | IN Magazine

Camminare | Trail Romagna

Page 35: Faenza In Magazine - 03/2010

La natura... in movimento

ti, tamburelli, ciaramelle: la loro semplice ritmica che rallegra il cuore ha accompagnato gli spettatori-trekkers all’uscita, quando il sole si avvicinava all’orizzonte. Poi il silenzio e di nuovo in cammino. Proprio come vian-danti guidati verso una nuova tappa il corteo si è inol-trato nell’abitato di Classe con alle finestre e ai portoni gli abitanti che osservavano questa insolita processione. Dopo l’ex zuccherificio il sentiero conduce verso la pineta all’ingresso della quale attendeva Pulcinella che invitava a proseguire il viaggio-spettacolo. Nessuna esitazione, del resto ad attendere c’era una festa nell’aia al Parco I Maggio con, immancabili, piadina, salsiccia, vino rosso e ciambel-la. L’arrivo, dopo 7 km a piedi, è diventato l’inizio di un nuovo momento di allegria. Sparagna e l’Orchestra Popo-lare Italiana incalzavano il pubblico. Le mani battevano al ritmo di pizzica e taranta, i piedi saltellavano trascinati nel vortice della festa quando il sole ha lasciato il cielo per concederlo alla luna.L’affluenza del pubblico, in alcuni casi attrezzato con scar-pe da trekking, racchette da camminata nordica, zaino e immancabile borraccia d’acqua, hadecretatoilsuccessodelConcertoTrekkingeunaltroapprezzamentoaTrailRomagnachelohaorganizzatononlasciandonullaalcaso,

compreso il punto di ristoro con bevande e frutta e guide lungo il percorso in grado di fornire anche spray anti-zanzare. Proprio come in altri eventi, organizzati da que-sta nuova associazione, come quelli del calendario ParksRomagnaLife, che ha lo scopo di far frequentare le aree protette e i parchi della Romagna: quelli del Delta del Po, della Vena del Gesso e delle Foreste Casentinesi.“Del resto la nostra filosofia - spiega il presidente Ciro Costa - è organizzare momenti che facciano emoziona-renell’incontrarelebellezzenaturalichecicircondano,stimolareilmovimentoeprodurreunbassoimpattoam-bientale. Spettatori di uno spettacolo che siamo invitati a preservare, ma per fare questo occorre prima di tutto conoscerlo. Siamoappassionatidisport,naturaeospitalitàromagnola. Per questo i nostri eventi si concludono sempre in maniera conviviale e culinaria con prodotti del territo-

Rosa Scarlattadi Bandini Cristina

Fiorista

Fiori e profumi per l’ambiente e per il corpo

Apertura domenicaleVia Bovini, 30 - 48123 RAVENNA

Tel. 0544 771094 - Cell. 349 2983111

Page 36: Faenza In Magazine - 03/2010

A fianco, l’Orchestra Popolare Italiana si esibisce sull’altare di Sant’Apollinare in Classe. In apertura, un momento del concerto itinerante.

rio. Magari semplicemente con un pasta party.”GliamicidiTrailRomagnasonocon-vintichel’eco-turismosiaunagran-depotenzialitàancorainespressa, non particolarmente sfruttata. “Il 2010 - aggiunge Giovanni Trabal-za, uno dei fondatori del gruppo, responsabile di organizzazione e comunicazione - è anche l’anno della Biodiversità, un’occasione in più per promuovere le attività ‘in natura’, far scoprire i parchi urbani come palestre all’aperto. La nostra idea è anche far diventare questo progetto uno stile di vita, magari mettendo a diposizione personal trainer che accompagnino i raven-nati alla scoperta delle aree limitro-fe alla città. Rimarranno sorpresi nello scoprire che a due passi da casa ci sono particolarità tra la flo-ra e la fauna.”L’obiettivo: far vincere la pigrizia e portare gente nuova ad apprezza-re la vita all’aria aperta. Per i turi-sti, poi, si pensa di farla diventare

un’offerta da inserire nei diversi pacchetti, magari proponendo guide runner. “I problemi però sono sempre gli stessi - puntualiz-za Costa. Ci scontriamo con diffi-coltà economiche e, a volte, con la miopia di alcuni, ma diciamo che siamo soddisfatti da questo nostro secondo anno di attività. Gli ap-passionati aumentano e le idee per nuovi itinerari non mancano. Ab-biamo già un’idea da proporre per il prossimo Ravenna Festival.”“È importante l’incontro con altre realtà - conclude Trabalza - perché gli eventi siano emozionanti e stimo-lino curiosità. Proprio come per il Concerto Trekking. Penso al Teatro del Drago con il quale abbiamo già collaborato e con la società Atletica Mameli per realizzare una sezione Trail Romagna dedicata ai bambi-ni. E poi, perché non guardare al binomio cultura-natura in previsio-ne della candidatura di Ravenna a capitale Europea della Cultura per il 2019?” La sfida è lanciata! IN

I prossimi appuntamenti

Sono davvero molti gli appuntamenti per il 2010. Due i contenitori, Parks Romagna Life e Parks Romagna Trail. Del primo segnaliamo: il 25 luglio “La foresta incantata”, visita guidata alla scoperta del giardino botanico di Valbonella a Corniolo; “Cattura la natura - Trekking fotografico” a Corniolo di Santa Sofia il 31 luglio; l’1 agosto, stesso luogo, “Concerto trekking - la musica della terra”, circuito ad anello (7 km) nel versante romagnolo delle Foreste Casentinesi. Del secondo il 12 settembre a Badia Prataglia (Ar) “Trail delle Foreste Casentinesi” non competitivo a premi di 21 e 12 km e “Treknic”, passeggiata di 6 km con sosta pic-nic; il 26 settembre a Casalfiumanese (Bo) “Ecorunning della Vena del Gesso” trail non competitivo a premi di 20 e 10 km e “Camminare lentamente fa bene alla mente”, passeggiata peripatetica con il filosofo Rocco Ronchi. www.trailromagna.eu

36 | IN Magazine

Page 37: Faenza In Magazine - 03/2010
Page 38: Faenza In Magazine - 03/2010

Chi ama la verde campagna ra-vennate già conosce l’ambiente tranquillo e rilassato di PalazzoManzoni a SanZaccaria, residenza padronale quattrocentesca, l’ide-ale per trascorrere le vacanze a pochi passi dal mare. Forse però non tutti sanno che l’agriturismo è noto, oltre che per la vendita del vino di produzione propria invecchiato in botti di rovere, per

l’allevamentoe lavenditadi canilevriericonunpedegreeinvidiabi-le. L’amore che il titolare MassimoBottura prova per questi animali è tale che sono stati utilizzati circa 20 mila metri di terreno recintato per una pista di allenamento dedicata ai cani e a disposizione dei clienti che vengono qui, anche dall’este-ro, con il proprio levriere. Palazzo Manzoni è leader nel settore se si

testo Roberta Bezzi

Il club dei Levrieri

Snelli e velocissimi: sono i levrieri, che a

Palazzo Manzoni a San Zaccaria trovano una pista d’allenamento

unica in Italia, attrezzata dal proprietario, grande

appassionato di questi cani.

Ph. Taniushka Melnikova

38 | IN Magazine

Addestrare | Allevamento a Palazzo Manzoni

Page 39: Faenza In Magazine - 03/2010

considera che nonvièaltropostoinItaliaegualmenteattrezzato. Bot-tura, con un passato da uomo di mare come capitano del Moro di Venezia, ha sempre coltivato questa passione. “Tutto è iniziato quando avevo circa sei anni perché, nel mio immaginario, i cani di razza levrie-re erano mansueti, un po’ il contra-rio dei lupi evocati per spaventare i bambini cattivi! Ho iniziato a tene-re levrieri russi già quando abitavo a Bologna, per cui è stato naturale pensare di fare l’allevamento ap-pena ho rilevato il palazzo. Oggi ne ho una decina e altri quattro arriveranno entro fine anno. Per scelta tengo solo femmine, Borzoi e Whippet.” I levrieri costituisco-no uno dei gruppi di razze canine più antichi. La loro origine è da ricercarsi nelle radici stesse della civiltà umana, quella del cane in-seguitore che accompagna gli uo-mini e li aiuta nella caccia. Sono stati ritrovati reperti dei tempi dei Faraoni, in cui la forma del cane è proprio quella del levriero. Si trat-ta del primo vero cane da caccia che insegue la preda a vista, con gli occhi (vedono a colori anziché in bianco e nero come altre razze), e in misura minore con le orecchie, a differenza di quelli che seguono le piste (i segugi), o cercano l’odo-re del selvatico, segnalandone la presenza al cacciatore con la tipica posizione di punta (cani da ferma). Solo a partire da fine ’800, quando l’aristocrazia perde la sua suprema-zia, il levriero diventa soprattutto cane sportivo, un corridore, tanto che oggi in Gran Bretagna, Stati Uniti o Irlanda le corse dei levrieri

sono un vero e proprio business, ben superiore a quelle dei cavalli. Il motivo è semplice. I levrieri, noti per il fisico snello e atletico, corro-no velocissimi e hanno un’ottima capacità di accelerazione: fino ai 90 km/h rispetto alla media degli altri cani, 40. Questo, da sempre, li ha resi più affascinanti e famosi come “figli del vento”. PalazzoMan-zonièoggisededelClubdelLevrie-ro, l’unico organismo riconosciuto dal ministero dell’Agricoltura per controllo, tutela e promozione dei cani levrieri. “In questi dieci e più anni sono passati di qui un miglia-io di cani - aggiunge Bottura. Sia-modiventatiunpuntodiriferimentoperiproprietaridilevrieriinItaliaeperglistranieri. Ospitiamo turisti francesi, tedeschi, austriaci, svizzeri e olandesi che ci scelgono proprio perché unici a disporre di questo tipo di pista recintata e in sicurez-za, aperta tutti i giorni. Organiz-ziamo periodicamente convegni, meeting, raduni, manifestazioni zootecniche e gare, fra cui quattro prove l’anno valide per l’assegna-zione del titolo di campione italia-no, una ogni tre mesi. Nei coursing, ossia cacce simulate con uno zim-bello meccanico, un giudice valuta le attitudini di ogni singola razza in base a un regolamento internazio-nale che si rifà alle norme sancite dal duca di Norfolk nel 1780. Que-ste a loro volta ricalcano le regole del console Ariano II, nel II secolo a.C.” Tra i prossimi appuntamenti, a San Zaccaria, da segnalare la mo-nografica Borzoi il 25 settembre e la monografica Whippet il 26, con il giudice inglese Pam Marston-

Pollock. Molti dei cani di Bottura hanno ottenuto importanti ricono-scimenti a livello nazionale e inter-nazionale. Suggestivi i nomi scelti. Per i Borzoi, Rupe di Rocca Bar-bara, Dolasilia di Rocca Barbara, Radest, Luce del Mattino a Palazzo, mentre per i Whippet, Unifanny Hollyhoot Nicht, Aria che respiro, Percella al Palazzo, Zenith of Truck Hollyhoot Nicht. IN

Sopra, tre dei levrieri impegnati nella pista d’allenamento. In alto a sinistra, gli attimi prima della partenza.

Ph. Taniushka Melnikova

Ph. Taniushka Melnikova

Ph. Taniushka Melnikova

IN Magazine | 39

Page 40: Faenza In Magazine - 03/2010

IN Magazine | Special ADV

Incontriamo Luigi e Carlo Gorza, titolari dell’azienda forlivese Gorza Attilio Legnami che da oltre ottant’anni opera nella lavora-zione del legno ed è altamente specializzata nella lavorazione di latifoglie, con cui vengono rifornite le più importanti imprese utilzzatrici di legno al mondo, e che, da al-cuni anni, produce direttamente una linea di pavimenti BIO .Qual è la filosofia che sta dietro ai vostri pavimenti?Uomo, salute e ambiente sono la nostra mission. Uomo perché tutte le nostre lavorazioni sono svolte al 100% in Italia nel pie-no rispetto dello statuto dei lavoratori ed in regime di massima sicurezza per gli operatori; salute perché i nostri prodotti sono sempre trattati con oli cere o vernici naturali che, lasciando il poro aperto, permettono al pavimento di respirare e vive-re con noi e alla casa di essere più salubre; ambiente perché per un corretto sfruttamento dell’ambiente i nostri pavimenti utilizzano latifoglie europee FSC. Gli oli, le vernici e le cere sono tutte rigorosamente assenti di VOC e clorofluorocarburi, mentre l’enrgia elettrica è fornita da EGL e proviene tutta da fonti energetiche rinnovabili.Qualche esempio dei vostri prodotti?Abbiamo tre diverse linee di pavimenti, a seconda delle ne-

cessità e del gusto del cliente: Viwood è un prefinito 100% italiano su due o tre strati con larghezze e lunghezze differenti, Valori solidi è un prefinito in massello di grandi dimensioni,

stagionato per 18 mesi e poi scorniciato e rifinito, mentre Yang è la nostra linea giovane, nelle due versioni Basic e Classic, un import di classe, le cui plance vengono selezionate dai nostri collaudatori nei Paesi di origine e sono in possesso di tutte le certificazioni richieste dalla nostra legislazione.In concreto, quindi, le lavorazioni come avvengono?Selezioniamo solo le migliori latifoglie europee e attraverso vari processi di lavorazione otteniamo la lamella che sarà la base del nostro pavimento. Una volta creato il pavimento grez-zo si procede alle finiture scelte dal cliente: oliature, cerature o verniciatura, che nella nostra azienda sono fatte totalmente a mano. A richiesta la posa può poi essere fatta da nostro personale specializzato.

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Page 41: Faenza In Magazine - 03/2010

gorza FORLIIN 12-05-2010 9:32 Pagina 1

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

Page 42: Faenza In Magazine - 03/2010

Dopo le fortunate rassegne dedi-cate a Andy Warhol, Mino Macca-ri, Mattia Moreni e Nicola Samorì, CNA Provinciale e i comuni di Cervia e Bagnacavallo, col con-tributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e in colla-borazione con la galleria L’Ariete Arte Contemporanea di Bologna presenta “PhilippeArtiasl’indomi-to”. Ormai un “classico” dell’arte dell’estate e dell’autunno, la mo-stra si divide, come sempre, tra Cervia e Bagnacavallo: due sezio-ni, la prima delle quali si è aperta il 4 luglio ai Magazzini del Sale, proseguendo finoal29agosto. La seconda, a Bagnacavallo, è in pro-gramma tra12settembree10ot-tobre all’Antico Convento di San Francesco.La rassegna, tra le più vaste dedi-cate a questo protagonista dell’arte europea del ’900, è accompagnata da un catalogo unico, introdotto da testimonianze critiche di Fla-minio Gualdoni, Remo Brindisi, Claudio Spadoni.Philippe Artias (Feurs, Francia, 1912 – Numana, Italia, 2002), ami-co di Picasso, con il quale condivise un’intensa amicizia a Vallauris fra gli anni ’40 e ’50, ha attraversato artisticamente il secolo scorso, spe-

rimentando tecniche e linguaggi, studiando l’antico e vivendo inten-samente il moderno e il contempo-raneo. Nella due sedi sono raccol-ti lavori significativi di molti anni della sua ricerca artistica, riletti in funzione delle due architetture (Magazzini e Convento). In mostra grandi dipinti, opere di medie di-mensioni e piccolo formato.I MagazzinidelSale, in particola-re, ospitano la cosiddetta “pittu-ra piatta” degli anni ‘70 di Artias, opere della sua prima stagione ita-liana, nella quale decise, dopo lun-ghe ricerche, che la forma poteva corrispondere al colore. I soggetti sono occasionali e tormentati: non appaiono cicli organici, ma più spesso colpi di luce e suggestioni erotiche, come nel dipinto Geotema del 1981, immagine simbolo della mostra. La sezione esposta al Con-ventodiSanFrancesco si innesta invece su opere più tarde, come la galleria della Famiglia Reale, ispi-rata a Goya (dodici dipinti di varie dimensioni), il ciclo della morte di Sardanapalo (grandi cartoni degli anni ‘90), i nudi-paesaggio e le fi-gure inquiete, dinamiche, aggres-sive, angoscianti degi ultimi anni 1993-96, fra le opere più significa-tive della produzione dell’artista. IN

testo Andrea Biondi

L’indomito in Mostra

Chi è Philippe Artias

Figura esemplare d’artista e uomo d’impegno civile, inizia il

suo percorso pittorico negli anni ’30. Nel 1948 si trasferisce a

Vallauris, dove risiede Picasso con cui instaura un dialogo amicale

e artistico per cinque anni. Altro importante incontro e sodalizio, quello con Edouard Pignon. Dal

1950 al 1973 è presente al Salon de Mai. Nel 1964 vince il gran

premio della pittura di Avignone. Negli anni ’70 inizia a trascorrere

lunghi periodi in Italia. Numerose le mostre in Europa, Giappone e Stati

Uniti e numerosi i riconoscimenti istituzionali: nel 1997 è insignito della Legion d’Onore. Nel 2000,

primo tra gli artisti contemporanei, espone al Museo Nazionale dell’Arte Cinese di Pechino.

42 | IN Magazine

Visitare | Philippe Artias

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Page 44: Faenza In Magazine - 03/2010

“La passione me l’ha trasmessa mio padre che, fin da quando ero piccolo, mi portava al Circolo Ve-lico Ravennate, dove ho trascorso la maggior parte del tempo libero a contatto con altri appassionati.” Per MatteoSimoncelli era già sta-bilito che le barche diventassero componente fondamentale della sua vita. “Ho tanti ricordi, dalla scuola vela a quando, a 13 anni, ho cominciato a gareggiare nella clas-se optimist; poi sono passato alla 420, propedeutica alla 470, classe olimpica.” LapartepiùimportantedellacarrieraèinsiemealfratelloLuca: “Una delle regate più belle insieme è stata ai mondiali classe 470, a Melbourne nel ’99. L’Austra-lia è indimenticabile; con gli avver-sari, tutti amici, abbiamo condiviso un’esperienza bellissima. Per tutto il periodo trovammo condizioni estreme di vento con fortissime onde. Durante un allenamento fummo investiti dalla coda di una tempesta che colpì anche la regata Sydney-Hobart; io e mio fratello

fummo costretti col nostro 470, che navigava solo col fiocco, a un approdo di fortuna in un portic-ciolo in mezzo a onde oceaniche.”Chiusa l’esperienza con le classi olimpiche, perSimoncelliinizianel2000 l’avventuranelmatchrace, una delle discipline più tecniche del panorama velico dove ci si sfida uno contro uno. Il“TrofeoTrombi-ni”èilsuotrampolinodilancio: “Ab-biamo partecipato dal ’96 al 2007. Gli organizzatori ci hanno dato la possibilità di regatare per confron-tarci con i migliori di questa spe-cialità. Dal 2000 al 2007 abbiamo partecipato col team IT-WAY, com-posto da me, mio fratello, Cesare Trioschi e Gian Matteo Paulin; solido e forte, è arrivato alla top ten della ranking list mondiale. Unagrande soddisfazione fu batterePaulCayardaLuganonel2005: lui si stupì che un equipaggio di giova-ni riuscisse a batterlo nettamente. Si arrabbiò e al rientro non rila-sciò interviste. Lo incontrammo a

cena e ridemmo assieme di questa reazione: fu piacevole ricevere i suoi complimenti.” AltrasfidadaricordarequellaconJamesSpithill: “Gare mozzafiato. Se ne dovevano vincere tre; in rimonta riuscimmo a portarci sul 2-2, poi perdemmo per un soffio l’ultima.” Col tempo gli impegni lavorativi si sono fatti sentire: “Mio fratello si è trasferito a Londra e non siamo più riusciti a svolgere un’attività assidua. Nel 2008 mi sono tolto delle soddisfa-zioni col Trofeo Accademia Navale di Livorno e l’annoscorsoèarrivatoilsuccessonelcampionatodelMe-diterraneoconlaclasseX41. Conti-nuiamo a trasmettere ai giovani le nostre esperienze, mi piacerebbe allestire una scuola per raccontare a chi si avvicina a questo sport le epiche sfide vissute col Trombini. Traigiovanipiùpromettenti,vogliofareilnomediJacopoPasini: lo ab-biamo allenato, sta raccogliendo la nostra attività e ha fatto vedere ottime doti.” IN

Una vita da Velistatesto Michele Virgili

Chi è, in breve

Nato a Ravenna il 22 dicembre 1972, dopo la maturità scientifica si è laureato in Ingegneria Gestionale a Bologna; attualmente è direttore della società di design Interiors 99. Ha iniziato a gareggiare a 13 anni per il Circolo Velico Ravennate col quale è attualmente tesserato. Tra ’89e ’93 ha fatto parte del team nazionale classe 420, è stato campione italiano nella 470 (ha fatto parte del team nazionale tra ’96 e ’99). Da diversi anni occupa le prime posizioni del ranking mondiale dell’International Sailing Federation.

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Navigare | Matteo Simoncelli

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la magia della resina unita alla luce dell’arte

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Venerom è un’azienda da sempre interessata alla ricerca di nuovi linguaggi nel campo della resina. Un’indagine che attraversa il percorso imprenditoria-le di Venerom e si incrocia, nei differenti momenti, coi mondi della tecnologia, del design e oggi, dell’arte.Il progetto “arte in luce” è l’ultimo nato in Venerom.Si propone di sondare la resina, l’arte figurativa e

astratta, dando vita a una collezione di “vissuti lumi-nosi. La sua vocazione all’innovazione non poteva che condurla a sposare una luce filmica, ambientale, ecologica e sensoriale che, letteralmente “da vita” all’immagine in resina che viene fissata, dall’artista, su un film trasparente retro-illuminato... l’effetto è un’altra volta, magico!

è un progetto

arte in luce

FORLÌ Via Costanzo II°, 1 tel. 0543 720605 - CESENA Via C. Cattaneo, 477 tel. 0547 608328

Alcuni quadri d’autore della collezione Venerom

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Incontri di Stile

testo testo Anna De Lutiis - foto Massimo Argnani

Bionda, viso aperto, sorridente, occhi vivaci e carnagione chiara: MonicaVodarich ha passo dinami-co, da sportiva, ma io l’ho incon-trata in qualità di scrittrice. Ha già pubblicato Una trappola per Peggy, Uscire dalla violenza si può, e, fresco di stampa, Il villaggio brucia, la vec-chia si pettina, Caletti Editore.Ilsuocognomeportaaunaprimainevitabiledomanda:qualisonolesueorigini?“Il cognome trae in inganno tutti, ma sono nata in Italia da madre italiana e padre nato nell’isola di Cres o Cherso, in Croazia, emigra-to in Italia ancora bambino, con i miei nonni che fuggivano dal loro paese per motivi politici.”Orasispiegaperchéscriveinunot-timoitaliano.Èbilingue,conosceilcroato?“Della lingua d’origine dei nonni

ricordo solo il suono delle parole, così come i bambini ricordano le favole che sono state raccontate loro da piccoli, oppure le ninne-nanne che cullavano il loro son-no...”IltitolodelsuoultimolibroIlvillag-giobrucia,lavecchiasipettinasadianticoedicantilena..“Proprio così, sono parole che mia nonna spesso ripeteva, quasi fra-si rituali e rassicuranti, lo stesso significato che assumono per la protagonista del mio libro che, nei momenti più drammatici, si rifu-gia in esse per sfuggire alla realtà terribile che incombe su di lei.”Comeequandohainiziatoascrive-re?“Sinceramente non ricordo: ho sempre vissuto fra i libri che divo-ravo anche da bambina perché i regali, nella nostra famiglia, sono

sempre stati i libri. Ho iniziato scrivendo racconti, cose che spesso strappavo; poi, gradualmente, ho sentito sempre più insistente l’esi-genza di esprimermi attraverso la scrittura.”I suoi romanzi sono spesso dei“thriller”ma,allostesso tempo,c’èunaprofondaricercapsicologicaneipersonaggi.Leiaffrontaspes-soilproblemadellaviolenzasulledonne,traumisubitietaciuti,tabùdicuiunavoltaeradifficileparlare;cisonoriferimentiautobiografici?“No. Tutto proviene dalle esperien-ze accumulate quale volontaria di Linea Rosa, di cui sono vicepre-sidente; si finisce, ascoltando le donne che si rivolgono a noi, per condividere le loro sofferenze.”Monica dedica molto tempo a Li-nea Rosa ma è anche una sportiva; ha praticato tennis agonistico, an-che se ora è in sosta forzata per un intervento alla gamba. Ama molto il cinema, che frequenta al pome-riggio, quando gli spettatori sono pochi e talvolta la proiezione è solo per lei; la maggior parte del tempo libero, tiene a precisare, lo dedica alla lettura, mentre la sua maggio-re occupazione e preoccupazione va alle donne che trovano in Linea Rosa assistenza e spesso soluzione ai problemi. A queste donne e ai loro drammi Monica intende dare voce attraverso i suoi scritti. IN

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Confidare | Monica Vodarich

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È in una giornata grigia di mag-gio in cui l’estate sembra tardare, che m’incontro con DanieleTomba, cooproprietario dell’azienda agri-cola TombaeBabini di Solarolo(RA). La sede del suo centro rac-colta sta riaprendo i battenti per la stagione. Occhio azzurro, riccio e brizzolato e la faccia di uno con l’amore per la terra e il suo lavoro. In passato si occupava di vivai per un’altra azienda; poi, con la com-plicità della moglie Sonia, acquista dei terreni con l’idea di coltivare “qualità” e quindi Pesche e Netta-rineIGP (Indicazione Geografica Protetta). L’azienda di 20 ettari ha in proprietà circa 50.000 piante; non solo peschi, vi troviamo anche

diverse qualità di albicocche, su-sine e cachi. In piena stagione vi lavorano 10 dipendenti, la sveglia è all’alba e nei tre mesi di stagione la raccolta della frutta avviene tutta completamente a mano. Di seguito la selezione in duecali-bratrici monolinea dove le pesche e le nettarine vengono adagiate nei plateaux, per poi essere messe in vendita alla Coferasta. Daniele mi spiega le problematiche della sva-lutazione del suo prodotto a cau-sa, soprattutto, della concorrenza estera; ma io voglio arrivare al frut-to, alla pesca, quella nostra, Roma-gnola IGP. Ed è lì che lui si ricorda i profumi e i colori dell’anno prima e nei suoi occhi si vede l’orgoglio

del buon lavoro. “Lamiapreferitaèquellaapastabianca,quellaconilpelopercapirci”, sono le parole che usa per spiegarmi qual è la qua-lità che gli dà piu soddsfazioni. Il tempo stringe ma lui è fiero, vuole farmi visitare il campo dove mi fa notare gli impianti antigrandine e delle grosse pale che in inverno aziona per evitare le ghiacciate ai frutteti: mi spiega le tecniche di po-tatura e diradatura, lavoro al quale non è per niente affezionato. La Pesca e la Nettarina IGP, ricche di vitamina C e con buona pre-senza di potassio, dolci e succose, ottimi reintegratori naturale di sali minerali, sono disponibili dal mese di giugno fino a settembre in numerose varietà inserite nel disciplinare.www.peschenettarine.it; www.csoservizi.com. IN

testo Matteo Salbaroli - foto Massimo Fiorentini

Coltivare la Qualità

Il consiglio in cucina

Pesche nettarine alla salvia con gelato allo yogurt, una ricetta fresca e veloce per un dessert naturale. Ingredienti: 4 pesche Nettarine; 300 cl. d’acqua; 150 gr. di zucchero; 8 foglie di salvia; 250 gr. di gelato allo yogurt. Preparazione: far bollire l’acqua con lo zucchero, aggiungere le pesche e la salvia, far cucinare ancora un minuto, poi chiudere con la pellicola ermeticamente e lasciar raffreddare. Servire in una fondina con una quenelle di gelato allo yogurt.

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Gustare | Azienda Tomba e Babini

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Freschi di Stampa

testo Francesca Zampiga

Con quale libro aprire o accompa-gnare le assolate giornate estive? Le proposte degli autori ed editori del nostro territorio non mancano. Originale sia nella proposta che nel target al quale si rivolge, è il libro dal formato tutto innovativo dell’associazione culturale e casa editrice faentina Freaks. Si tratta di un ultra-tascabile dal prezzo irrisorio che, proprio per questo, vuole essere fruibile a un più vasto pubblico. Il romanzo, intitolato LestellediSanLorenzo e firmato da OrnellaFiorentini, mette in scena la storia di Michele, del suo Gatto Rosso e di una signora, Nostalgia, che di tanto in tanto va a fargli vi-sita per ricordargli il suo papà. L’at-tesa per quell’imprecisato rientro si trasformerà però in un mondo nel quale anche i desideri possono divenire realtà. Altrettanto originale è la proposta di Discanti Editore, Chisiamo,ita-liotimiei? Otto finalisti di un con-corso letterario (P.Brera,R.Cara-vaggi,M.Conti,F.Garroni,E.Gessi,P.Graziani,D.Guerra,D.Sutter) tessono, attraverso racconti inedi-ti, il mosaico variegato di un’Ita-lia poliedrica. Storia di badanti, di clandestinità e accoglienza, ma anche spaccato di un lavoro nero dove la legalità “è tutta degli stra-nieri ad appannaggio degli italici datori di lavoro”; e se da un lato si evidenzia la presunta uguaglianza immigrato-delinquente, dall’altro

si distrugge il luogo comune della badante in cerca di italiano con cui accasarsi. Un quadro multiforme, che tratteggia il volto dell’italiano e “dell’altro”.Di genere opposto è l’ultima pub-blicazione di casa Fernandel. Cu-rato dal presidente della Roots Music Club, ParideGuidetti, il testo VagabondMoon.TuttelecanzonidiWillieNine propone le traduzioni dei testi delle sue canzoni dando rilievo sia agli aspetti più romantici che a quelli più realistici. Il libro contiene un cd audio con dieci classici dell’autore ed è corredato di un’introduzione nella quale si racconta la storia del rocker di Buf-falo, oggi applaudito dalla critica come il nuovo Bob Dylan. Il suo songwriting metropolitano, il suo rock ’n’ roll diretto e senza orpelli arrivano così al lettore in tutta la sua originalità.Edizioni del Girasole propone in-

vece un testo poetico il cui autore è al suo debutto editoriale. *Stretti*stretti, questo il titolo della rac-colta firmata da SauroPappi, il quale propone 140 tra liriche e prose poetiche per lo più incentra-te su temi della sfera emozionale e sentimentale. A far da padrone, la tematica dell’amore affrontata nelle sue multiformi sfaccettature, ma anche gli abbandoni malinco-nici che tanto attraversano l’ani-ma dei poeti e spaccati di vissuto quotidiano. E se l’amore fa da protagonista, non poteva mancare al suo fianco un altro importante tema che accompagna l’uomo nel suo percorso esistenziale: l’amici-zia. Questo rapporto viene filtrato dal poeta in una prospettiva tutta femminile, tanto che ogni poesia porta un nome di donna, quasi a voler sottolineare l’individualità e unicità che sta alla base di ogni sentimento. IN

IN Magazine | 49

Leggere | Novità in libreria

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