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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n. 1 - E 3,00 Anno XI - N. 1 - GENNAIO - FEBBRAIO 2012 Faenza www.inmagazine.it ® Anna Tampieri La scienza della ceramica Gianfranco Bessi Il punto sull’Economia Darsena di città Il futuro scritto nell’acqua Francesca Fabbri Le tessere della modernità

InMagazine Faenza 01/2012

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InMagazine Faenza 01/2012

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Anno XI - N. 1 - GENNAIO - FEBBRAIO 2012

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Anna

TampieriLa scienza della ceramica

Gianfranco Bessi Il punto sull’Economia

Darsena di città Il futuro scritto nell’acqua

Francesca Fabbri Le tessere della modernità

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orario lun 10-18mart 12-20merc 10-18giov 11-19ven 10-18sab 09-15

estetica foto-epilazione/ringiovanimento

ultrasuono cavitazionale ricostruzione unghie NsI

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IN Magazine | 3

Sommario

Un nuovo anno si apre e l’attenzione si concerta sull’economia. A tracciar-ne linee e prospettive per “Raven-na IN” e “Faenza IN” è Gianfranco Bessi, presidente della Camera di Commercio ravennate. Seguono esperienze di spicco dell’imprendi-toria più avanzata a cominciare da quella di Istec-Cnr di Faenza presen-tata dalla scienziata Anna Tampie-ri, e di altre aziende innovative del territorio. Sguardo in avanti anche per il recupero della Darsena di città: l’avvio del processo di democrazia partecipata tra i cittadini ha visto scaturire nuovi progetti, spunti, ini-ziative culturali, stimoli importanti per proseguire una storia che fonda

le sue origini nell’antichità. Si prose-gue con i mosaici contemporanei di Francesca Fabbri e con la casa elec-tro-pop di Silver e Francesca Velicchi. Protagonista della rubrica dedicata allo sport è invece Roberto Vianello, presidente di “Acmar basket Piero Manetti”, mentre Vittoria Graziani ci porta nel campo del lavoro e del volontariato. Chiude questo primo numero del 2012 un breve reportage sul cocktail party tenuto all’Alexan-der per festeggiare i primi dieci anni di Ravenna IN, come buon auspicio e dovuto ringraziamento a tutti gli sponsor, i collaboratori e gli amici che hanno permesso di raggiunge-re questo importante traguardo.

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Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

[email protected]

| EDITORIALE di Andrea Masotti |

Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile:

Andrea Masotti

Redazione centrale:

Roberta Brunazzi

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Sabrina Montefiori

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Gianluca Braga

Collaboratori:

Linda Antonellini, Lidia Bagnara, Roberta

Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Massimo

Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia Graziani,

Valentina Minzoni, Aldo Savini, Michele Virgili.

Chiuso per la stampa il 31/01/2012

12 Essere

Gianfranco Bessi

18 Inventare

Anna Tampieri

24 Ideare

Economia dinamica

30 Progettare

Darsena di città

34 Immaginare

L’Exploratorium

36 Raccontare

La darsena40 Creare

Francesca Fabbri44 Abitare

Casa da collezionista51 Dirigere

Roberto Vianello54 Sostenere

Vittoria Graziani56 Editare

Ravenna IN Magazine

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Carlo Zauli, dieci anni del Museo

Faenza - Il 14 gennaio 2002 scompa-riva Carlo Zauli, ceramista e scultore di fama internazionale nato a Faen-za nel 1926. Suoi lavori sono esposti in Europa e Medio Oriente, America e Giappone, presenti nelle collezioni di 40 musei in tutto il mondo. “Dieci anni fa - ricorda il figlio Matteo - mio padre scomparve solo dopo poche settimane che si era formalizzata la decisione da parte dell’Ammi-nistrazione comunale e del Museo Internazionale delle Ceramiche di dedicargli un grande omaggio, che noi decidemmo di concretizzare nella nascita di un museo a lui de-dicato”. Per celebrare i primi dieci anni del Museo Carlo Zauli sono in programma una serie d’iniziati-ve, quali una mostra itinerante sui

“vasi sconvolti” zauliani e gli studi sulla sua opera, oltre ad un’edizio-ne speciale del progetto “Residen-za d’Artista”, in collaborazione con varie istituzioni culturali locali. Avviati anche i laboratori per bam-bini al museo (nella foto), sabato po-meriggio assieme a mamma e papà. www.museozauli.it

La Terra del Sale

Cervia - Dopo la mostra “130 anni della Tipografia Saporetti e la

Cervia di fine Ottocento”, dedicata ai documenti che testimoniano

l’attività della storica tipografia Saporetti, al Museo del Sale di Cervia

(MUSA) vengono esposte immagini fotografiche di Carlo Croatti, che

ritraggono aspetti particolari dell’ambiente della salina.

Unidici stampe di grande formato illustrano questa volta aspetti

particolari della terra argillosa caratteristica delle saline, con la salina Camillone in primo piano.

La mostra viene allestita dal 14 al 26 febbraio.

www.turismo.comunecervia.it

Nuovo passaggio grazie al Rotary

Ravenna - Inaugurato il 13 gennaio il nuovo passaggio

della “Zona Dantesca”, opera ideata, realizzata e donata alla città dal Rotary Club Ravenna Galla Placidia, su progetto del consocio Paolo Bolzani. L’idea

è nata per abbattere le barriere architettoniche costituite dalle coppie di gradini del passaggio

pedonale che collega piazza San Francesco a via da Polenta, per migliorare la sicurezza del passaggio. Per ovviare a questi

inconvenienti sono state realizzate due rampe larghe 140 centimetri,

bordate da una fascia in pietra bianca e pavimentate con lastre di luserna. Realizzate anche due

coppie di parapetti in ferro. A rendere più sicuro il transito è poi la nuova illuminazione, con faretti

incassati che segnalano i tre antichi sarcofagi in pietra.

Mar, da Caravaggio a Bacon

Ravenna - Dal 12 febbraio al 17 giugno 2012 il Mar - Museo d’Arte della Città di Ravenna presenta una mostra con opere di Caravaggio, Courbet, Giacometti, Bacon, dal tito-

lo “Miseria e splendore della carne”. Dopo le mostre dedicate a Roberto Longhi, a Francesco Arcangeli e a Corrado Ricci, il Mar prosegue la sua indagine su figure di primo pia-no della storia della critica d’arte rendendo omaggio ad un altro pro-tagonista della storia dell’arte e del-la critica militante come Giovanni Testori (1923-1993). Curata da Clau-dio Spadoni e realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna,  la mostra si articolerà in diverse sezioni dedicate ai vari periodi della storia dell’arte studiati dal critico milanese e agli artisti da lui amati, a partire dai suoi primi scritti su Manzù, Matisse, Mor-lotti, seguiti dai francesi Courbet e Géricault. w w w. m u s e o c i t t a . r a . i t /m o s t re / mostre_in_allestimento/ (A.D.L.)

Annotare | Brevi IN

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Via Romea, 58 /Ang. Via Garigliano RAVENNA tel. 0544 64265 www.arredareinsieme.net

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Page 6: InMagazine Faenza 01/2012

Il Canale dei Mulini

Bassa Romagna - Realizzata da Legambiente della Bassa Romagna

in 48 pagine, la Guida al Canale dei Mulini delinea un suggestivo

itinerario alla scoperta della storia del paesaggio della Bassa Romagna,

dal Parco della Vena del gesso al Parco del Delta del Po.

Il canale che scorre lungo la pianura per circa 40 chilometri fu

realizzato in epoca medievale per fornire energia idraulica alle macine

di ben otto mulini, in parte abbattuti o trovano in abbandono.

Esaurita da tempo la sua funzione, il canale rappresenta un importante

percorso storico e naturalistico. Lungo il suo corso è possibile

riscoprire manufatti di origine medievale e aree di riequilibrio ecologico e di interesse storico

naturalistico, tra cui il Molino Scodellino a Castel Bolognese,

il Ponte della Lavandaie e il Parco del Loto a Lugo, il Bosco e il laghetto della cava ex fornace a Fusignano, la riserva naturale ad Alfonsine. (A.S.)

Vini ad Arte

Faenza - Il 19 e 20 febbraio torna al Museo Internazionale delle

Ceramiche di Faenza “Vini ad Arte”, presentazione ufficiale del Romagna

Doc Sangiovese Riserva rivolta ad operatori del settore.

Oltre al banco d’assaggio sono in programma anche l’undicesimo

Master del Sangiovese, concorso per sommelier organizzato da

AIS Romagna e Consorzio Vini di Romagna e un concorso riservato

agli studenti del Liceo Artistico Istituto Statale d’Arte per la Ceramica

“G. Ballardini” di Faenza, che premierà i tre migliori bozzetti di

opere in ceramica inerenti il vino e il rapporto con l’arte. “Vini ad Arte” è organizzato da Enoteca Regionale

Emilia Romagna, Consorzio Vini di Romagna e Convito di Romagna.

[email protected]

Ravenna Festival edizione 2012

Ravenna - Meditazione, silenzio, rac-coglimento, luoghi che inducono l’uo-mo a ripensare la propria esistenza in un momento di crisi di valori. Sono i temi portanti della 23esima edizione di Ravenna Festival, che si aprirà ad aprile 2012 con un’anteprima affidata alla Chicago Symphony Orchestra di-

retta dal maestro Muti (nella foto). Pre-visto a maggio l’undicesimo European youth music festival; dal 10 giugno al 12 luglio si terrà invece “Nobilissima visione”, con conclusione dal 5 al 18 novembre affidata a “Trilogia d’autun-no, Aspettando Verdi”. “La difficoltà più grande - precisa Cristina Muti - è sapere quante possibilità economiche possiamo avere; una risposta arriva a febbraio, una in marzo... La parte ‘non pubblica’ la conosciamo e quin-di sappiamo di certo di poter fare un grande festival, già coperto da quanto abbiamo a disposizione. Quando co-nosceremo le possibilità complessive potremo arricchire ulteriormente il programma”. (A.D.L.)

Gualtieri confermato al vertice della Fondazione

Ravenna - Lanfranco Gualtieri (nel-la foto) confermato presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, affiancato da Romano Ar-gnani in veste di vice Presidente. La nomina è giunta dal Consiglio di Am-ministrazione riunitosi il 18 gennaio scorso dopo la seduta del rinnovato Organo di Indirizzo della Fondazione, che ha visto i nuovi ingressi di Mirel-la Falconi Mazzotti, Franco Gàbici e Carlo Lorenzo Corelli. Confermata integralmente l’attuale compagine per il prossimo quinquennio, eleg-gendo ed integrando nel Consiglio, in sostituzione del compianto prof. Giovanni Mazzotti, Ugo Marco Neri. Per il periodo 2012-2017 il Consiglio sarà quindi composto da Lanfranco Gualtieri, Romano Argnani, Gianluigi Callegari, Gianni Ghirardini, Gaeta-no Leogrande, Ugo Marco Neri, Ugo Mongardi Fantaguzzi, Antonio Ram-belli, Guido Sansoni e Carlo Simboli.

Presidente del Collegio dei Revisori è Roberto Fabbri, Ermanno Cicognani sindaco effettivo; confermati Ubaldo Agnoletti e i supplenti Angelo Min-guzzi e Emilio Vistoli. Conferme an-che per il Segretario Generale Gian-carlo Bagnariol e il vice Segretario Antonio Bianco.

Ph. Massimo Fiorentini

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Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 Ravenna Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 [email protected] - www.edilravenna.it

Page 8: InMagazine Faenza 01/2012

L’Astoria del Rock

Ravenna - Cinque tribute band protagoniste di concerti a tutto

rock ospitati per cinque giovedì al cinema teatro Astoria di Ravenna. Si comincia il 9 febbraio con “I bambini

portoghesi”, tribute band dei Nomadi, in scena dalle ore 21 in poi. Il 23

febbraio è la volta dei “Magic Queen”, emuli della band di Freddy Mercury; il 15 marzo “Dusk E-Band” presentano invece brani celeberrimi dei Genesis.

I “Floyd Machine” fanno rivivere i Pink Floyd il 29 marzo per chiudere il 19 aprile con i “Purple in time”, tribute

band dei Deep Purple. Biglietto d’ingresso 10 euro;

www.cinemateatroastoria.com

Creare il lavoro

Ravenna - Il progetto “Creare il lavoro” nasce con l’obiettivo di

dare una risposta all’ampia platea di persone che hanno un’idea da

valorizzare o vogliono avviare una attività in proprio: studenti,

disoccupati, lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. A promuoverlo

sono CNA, in collaborazione con ECIPAR e la società Genesis, con il

patrocinio della Provincia di Ravenna e di Fondazione Flaminia. Il progetto

si apre con un ciclo di conferenze gratuite con l’economista Massimo D’Angelillo ed esperti CreaImpresa

CNA, in programma fino al 20 marzo nella sala Mosaico della CNA

provinciale di Ravenna (viale Randi 90). Sarà attivato anche un “Info Point” presso la sede comunale della CNA di

Ravenna (viale Cilla 58), piattaforma on line dalla quale poter scaricare

documenti utili per la creazione d’impresa. È possibile accedervi

gratuitamente, assistiti da un tutor, contattando ECIPAR Ravenna

tel. 0544 298786 - 298999. www.ecipar.ra.it

La ceramica all’epoca di Wildt

Faenza - “La scultura ceramica al tem-po di Aldolfo Wildt”: è il titolo della mostra allestita fino al 17 giugno al Museo Internazionale delle Cerami-che, che celebra l’arte di Wildt attra-verso un percorso all’interno della sua collezione del Novecento, ricca di artisti che hanno avuto con lui stret-ti rapporti, come Melotti, Fontana, Rambelli, o che hanno vissuto la stes-sa epoca, come Chini, Calzi, Nonni, Baccarini, Martini, Cambellotti e al-tri. Un “percorso nel percorso” curato da Claudia Casali, che i visitatori po-tranno apprezzare dopo la visita alla mostra al San Domenico di Forlì ma anche indipendentemente da essa, in una sorta di spaccato d’eccellenza dell’arte italiana fino al 1931, anno

della morte di Wildt. L’esposizione è aperta dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 13,30; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 17,30. www.micfaenza.org

Nuovo centro direzionale Sapir

Ravenna - Inaugurato il 10 dicembre scorso il nuovo centro direzionale Sapir del porto San Vitale. Si trat-ta di un’opera dal design moderno che si estende su oltre 10mila metri quadrati, pronta ad ospitare tutti i servizi che regolano le attività dello scalo, divenuto il punto d’arrivo in Italia del corridoio Baltico-Adriatico

per il collegamento transeuropeo. Al taglio del nastro erano presenti il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, il presidente e l’ex presidente Sapir Matteo Casadio e Giordano Angelini, il direttore delle Dogane Mauro Minguzzi, il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci e il prefetto Bruno Corda.

Ph. Massimo Fiorentini

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Nuova guida per il MAR di Ravenna

Ravenna - Nuova guida per il

Museo d’Arte della città di Ravenna, presentata lo scorso 10 gennaio al Centro Relazioni Culturali di Casa

Melandri, alla presenza del direttore del Centro Walter Della Monica,

di Uber Dondini ed Anna Puritani, presidente e direttrice del MAR,

del direttore scientifico del Museo Claudio Spadoni e di Alberta Fabbri,

autrice della pubblicazione. Nella nuova guida del museo, inserita

nella collana delle monografie promossa dal Sistema Museale della

Provincia di Ravenna, il racconto di una collezione s’intreccia con la

storia della città, la storia di una congregazione religiosa e di un

complesso monumentale, fino alle più remote ascendenze storiche che

riposano nei versi di Dante e negli affreschi di scuola riminese.

www.museocitta.ra.it

Dai cantieri Rosetti il varo di Remarkable

Ravenna - Per il gruppo ravennate Rosetti Marino il 2012 si è aperto

con la consegna del rimorchiatore d’altura Remarkable alla società

armatoriale Fratelli D’Amato di Napoli, costruita in circa 12 mesi nel cantiere navale di Ravenna. La nuova Platform Supply Vessel Remarkable,

come tutte le sette precedenti gemelle costruite da Rosetti per la

società partenopea, è del tipo Rolls Royce UT 755 L, ha una lunghezza di circa 75 metri, una larghezza di

circa 16 metri ed una portata lorda di oltre 3mila tonnellate. Le tre restanti

PSV ordinate dalla Fratelli D’Amato alla società ravennate saranno

consegnate entro i prossimi due anni.

Ph. Massimo Fiorentini

Francesco Giangrandi Grande Ufficiale

Ravenna - Conferito il titolo di Gran-de Ufficiale, ordine al merito della Repubblica Italiana, all’ex Presidente della Provincia Francesco Giangran-di, per l’importante lavoro svolto nel mettere in stretto contatto Ravenna con alcune città della Bosnia stabilen-do con loro rapporti di solidarietà, scambi commerciali e culturali. La cerimonia di consegna in Prefettura, tenuta il 167 dicembre scorso, è stata presieduta dal Prefetto Bruno Corda, di fronte a rappresentanti delle istitu-

zioni, del mondo ecclesiastico e delle forze dell’ordine. L’incontro è stata l’occasione anche per tirare le som-me del lavoro fatto nel corso del 2011, soffermandosi sui dati più significativi. Tra le altre cose, il Prefetto ha sottoli-neato l’importanza della collaborazio-ne di tutte le forze e associazioni, sot-tolineando l’importanza del rinnovo del protocollo d’intesa che riguarda la protezione delle donne dalla violenza e quello che ha come scopo la sicurez-za degli istituti bancari. (A.D.L.)

Un reportage per Dante

Ravenna - Oltre cento studenti han-no partecipato al concorso “Un re-portage per Dante”, promosso dal Centro Relazioni Culturali e Longo Editore. I ragazzi hanno seguito le letture della Divina Commedia in lin-gua latina, norvegese e catalana nella basilica di San Francesco; 31 di loro hanno scritto un commento parteci-pando, così, al reportage. I vincitori, premiati il 23 dicembre scorso, sono stati Sofia Cortesi e Annalisa Salerno del liceo classico “ Alighieri”, primo premio ex aequo; secondi classificati Maria Vittoria Baravelli (liceo scienti-

fico “Oriani”) e Giovanni Francesco Barbato (liceo classico “Alighieri” indirizzo psico pedagogico); terzo classificato Terence Biffi (ITG “Mo-rigia”). A loro sono andati bonus spendibili in libri presso la Libreria Longo. Tra i componenti della giuria anche Franco Gabici e Walter Della Monica; alla premiazione, tenuta nel-la basilica di San Francesco, ha preso parte lo straordinario interprete-di-vulgatore fiorentino Riccardo Prate-si, che, ha deliziato gli intervenuti con il suo particolare modo di declamare la Commedia. (A.D.L.)

Ph. Massimo Fiorentini

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Guidarello Giovani

Ravenna - Il Guidarello Giovani cresce e diventa multimediale. È la novità della sesta edizione del premio, presentato a fine gennaio ai rappresentanti degli istituti scolastici provinciali dal presidente di Confindustria Ravenna Guido Ottolenghi. L’iniziativa si estende infatti su tutto l’anno scolastico, comprendendo due nuove categorie accanto al tradizionale reportage in azienda: la sezione video e la presentazione aziendale tramite slides di powerpoint. Il Guidarello Giovani è realizzato con il contributo della Camera di Commercio, che sostiene il premio fin dalla sua nascita, nel 2007.

Il Trovatore approda in Oman

Ravenna - Accolto con grande entusiasmo e soddisfazione da parte ci Cristina Mazzavillani Muti l’invito ricevuto dal sultano Qabus bin Said a rappresentare il Trovatore, di cui lei ha curato la regia per Ravenna Festival, nella prestigiosa Royal Opera House di Muscat in Oman. L’opera sarà eseguita dall’Orchestra Giovanile Cherubini, ma Cristina pensa di coinvolgere anche artisti locali perché il suo non sia solo un passaggio ma possa lasciare un segno. “È stata per me -dice- una piacevole sorpresa. La scelta de ‘Il Trovatore’ per questo nuovissimo teatro altamente tecnologico e sofisticato è per me una grande gioia in considerazione anche degli altri inviti fatti, vale a dire La Scala con ‘La Carmen’, l’Arena di Verona con l’‘Aida’ di Zeffirelli”. (A.D.L.)

Ravenna - Claudio Brusi e Liliana Raimondi dell’azienda di bicilet-te Freewheeling di Ravenna hanno presentato il 18 gennaio al Wellness Club Life Planet il team femminile Oronero RVB FRW, riunito attorno ad un progetto dedicato a bicicletta, bellezza e valori dello sport. Il pro-getto vede protagoniste sette donne di Ravenna tra i 35 e i 55 anni, che svolgeranno attività ciclistica e in pa-lestra presso il centro Life Planet di Ravenna. L’obiettivo agonistico finale è la cronometro su strada del 13 otto-bre 2012 a Fornace Zarattini (Raven-na), durante l’evento “Freewheeling Porte Aperte 2012”. Le partecipanti

hanno in dotazione un modello da corsa Napa Valley, la bici più innovati-va della collezione FRW 2012. La ditta SIXS fornirà l’abbigliamento intimo, mentre la ditta Parentini l’abbiglia-mento tecnico personalizzato Oro-nero. Le gloriose fatiche saranno sup-portate da un kit di creme anti-age Oronero del marchio RVB. Scopo finale è mostrare l’evoluzione dell’at-tività sportiva abbinata all’utilizzo dei prodotti della linea Oronero. Le sette protagoniste del team sono Marina Segantini, Rossella Raimondi, Barba-ra Bellucci, Paola Cagnoni, Brunella Zanellato, Valeria Ciani e Daria Salsi. www.freewheeling.it

Team Oronero FRW: la passione che Rigenera

Zingarò Jazz Club, i concerti di Febbraio

Faenza - Cinque gli appuntamen-ti di febbraio in cartellone per Lo Zingarò Jazz Club di via Campidori 11, ogni mercoledì dalle 22 in poi. Dopo il Trio Razional Eccentrico del 1° febbraio si prosegue l’8 con Vittorio Sabelli R-Evolution Band e il 15 con Susanna Stival. Mauro Negri, Fiorenzo Delegà e Pietro Be-nucci sono protagonisti il 22 di un concerto con brani composti per il

Travelling Trio, mentre il Federica Baccaglini Quartet (29 febbraio) affronta un repertorio con brani di Ivan Lins, Barbara Casini e Chick Corea. Dalla collaborazione con la scuola di musica “L’Ottava Nota” di Alfonsine nasce inoltre il concerto del 20 febbraio, con i partecipanti al laboratorio d’improvvisazione con-dotto dal sassofonista Achille Succi. www.ristorantezingaro.com

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Essere | Gianfranco Bessi

Page 13: InMagazine Faenza 01/2012

Prima in Italia per “Affari e Lavoro”, Ravenna si appresta a vivere un 2012 non facile. Contando sui settori storici, come il chimico e il turistico. Luci e ombre messe a fuoco da Gianfranco Bessi, presidente della Camera di Commercio ravennate.

testo Antonio Graziani - foto Massimo Fiorentini

Il punto sull’Economia

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Per Ravenna è un riconoscimento importante il quinto posto raggiun-to nella classifica nazionale sulla “Qualità della vita” del 2011, stilata ogni anno da “Il Sole 24 Ore”. La città dei mosaici occupa addirittu-ra la prima posizione nella speciale categoria “Affari e Lavoro”.Chi meglio del presidente della Camera di Commercio di Raven-na Gianfranco Bessi, che è anche presidente nazionale del Consorzio Italiano Cooperative Lavoratori Au-siliari Traffico (CICLAT), può appro-fondire questi dati? A lui abbiamo chiesto cosa significhi per Ravenna aver conquistato il vertice in questo rilevante settore economico in un momento come quello attuale.“Bella domanda...”, risponde, chia-rendo la sua opinione sulle classi-fiche stilate dai giornali. “Intanto,

per parlare fuori dei denti, alle clas-sifiche di questo genere non credo molto perché sono fluttuanti: sei al primo posto un anno e precipi-ti a metà della graduatoria l’anno

successivo, pur non essendo cam-biata sensibilmente la situazione”. Bessi non si sottrae dall’esprimere il proprio parere sull’economia ra-vennate: “A me pare, se si vuol dare un voto alla situazione economica locale, che stia sul sei meno meno. Tuttavia possiamo dire che siamo messi meglio di altri territori geo-grafici, ma non benissimo. Abbiamo aziende in affanno e altre, anche molto importanti, che fino a tempi

recenti stavano traballando pur con bassi interessi bancari. Se le banche aumenteranno i tassi, come è preve-dibile, portandoli a cifre superiori al 5%, queste rischiano il fallimento”. “Per quanto riguarda il credito - ag-giunge il presidente dell’ente came-rale - voglio sottolineare gli impor-tanti contributi dati dalla Camera di Commercio al Confidi e alle co-operative di garanzia. La Camera e gli altri enti locali ravennati hanno continuato a sostenere questo siste-ma creditizio, che è imprescindibile per aiutare le aziende in questo mo-mento di crisi”.Ravenna presenta tuttavia un aspet-to positivo. “Il nostro vantaggio è che abbiamo realtà molto variegate, specie quelle collocate nella sponda sinistra del porto canale, tra le qua-li le imprese del distretto chimico stanno tenendo abbastanza bene. L’altra colonna portante dell’eco-nomia ravennate è il turismo, che nel 2011 ha retto discretamente”. “Molte incognite, con aspetti po-

sitivi e negativi, presentano l’agri-coltura, l’industria, il commercio e l’artigianato. L’agricoltura - rimar-ca Bessi - è quella che sta peggio. L’anno agricolo è stato abbastanza pesante. In molti stanno abbando-nando l’attività”.Altro settore importante è l’artigia-nato. “Questo comparto è molto in affanno. Oltre al poco lavoro il pro-blema è quello della riscossione del-le fatture, che troppo spesso restano

Realtà variegate aiutano la tenuta

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senza incasso. Non parliamo poi dei crediti nei confronti degli enti pubblici: quando si ha la fortuna di riscuotere il dovuto, rimangono comunque tempi troppo lunghi”. Da Bessi arriva un appunto al patto di stabilità. “Questo provvedimento governativo - precisa - non permette agli enti pubblici virtuosi, e i nostri sono in prevalenza tra que-sti, di spendere i soldi depositati in banca. E coloro che dovrebbero riscuotere non sono nelle condizioni, a loro volta, di saldare i fornitori”. Anche il commercio non naviga in buone acque: “I consumi - prosegue - hanno fatto registrare una consistente diminu-zione. In sostanza si può dire che i soldi non girano”. Sta un po’ meglio l’industria, “quella pesante, che risente meno della crisi generale. Tengono abbastanza bene le imprese del distretto petrolchimico, con i loro prodotti di vario genere, come la gomma, i concimi, la chimica fine, i gas nobili, e il polo metallurgico di Marcegaglia, che fa continui investimenti su Ravenna”.E l’industria delle costruzioni? “Qui siamo messi male, - af-ferma Bessi -. Sono calate notevolmente le gru, segno di una

Gianfranco Bessi e il CICLAT

Nato a Piacenza, Gianfranco Bessi arriva a Ravenna nel 1956 a vent’anni, come ragioniere di un’impresa di Milano che costruiva la parte ravennate della strada Romea. “Quando l’impresa terminò i lavori - è lo stesso Bessi a raccontare - se ne andò ma io rimasi. Avevo trovato la morosa, Elena, mi sono sposato e abbiamo avuto cinque figli, tre maschi e due femmine. Nel frattempo era arrivata l’Anic e venni assunto, come contabile, da una cooperativa ravennate di facchini di nome Libertas, che lavorava all’interno del petrolchimico. Nello stabilimento era già presente il CICLAT, con sede a Roma, che gestiva lavori in appalto all’interno dello stabilimento chimico e degli zuccherifici esistenti nella zona. Sono entrato nel CICLAT e, negli anni, ne sono diventato presidente nazionale”. Attualmente al Consorzio aderiscono un centinaio di cooperative di tutte le regioni italiane, una decina del ravennate. Nel corso degli anni ha sviluppato nuovi rami di interesse economico: dalla raccolta dei rifiuti alla manutenzione, dalla ristorazione al movimento merci, dalla vigilanza all’edilizia. Un altro settore nel quale si sta sviluppando molto è l’ambiente, per il quale sono necessarie specifiche certificazioni. “Il CICLAT - spiega Bessi - è il consorzio nazionale dei servizi di Confcooperative, come il CNS è il nostro alter ego della Lega delle Cooperative. Il Consorzio ha il ruolo di acquisire gli appalti, possedendo tutti i requisiti di legge, e passa i lavori alle cooperative del territorio. Tra soci e dipendenti, le persone legate alle cooperative del CICLAT superano certamente le diecimila. Nella provincia di Ravenna sono circa duemila”.

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riduzione dei cantieri. Le banche hanno chiuso i crediti. Sono molte le imprese con a carico tanti investi-menti che non riescono a smaltire”.Note positive giungono invece dal porto. “Il movimento portuale è in ripresa. Non è ancora ai livelli pre-cedenti al 2008 ma sta recuperan-do. All’aspetto commerciale si è ag-giunto, di recente, anche un grande movimento del traffico delle crocie-re. Questa è la novità positiva del 2011. Il Terminal Crociere, nella cui società è presente anche la Camera di Commercio, rappresenta un fatto molto importante per Ravenna, di-venuta Stazione Marittima. Da Ca-pitaneria di porto che dipendeva da Venezia, infatti, è stata recentemen-te promossa Direzione marittima, con l’assegnazione del comando dello scalo ad un ammiraglio”. Ravenna è già porto di partenza e

arrivi di crociere. Nel 2011 hanno fatto scalo al terminal locale 82 navi da crociera con 160 mila passeggeri. Nel 2012 si verificherà una leggera flessione, con una previsione di 60-65 navi, ma nel 2013 sono già assi-curati 102 approdi. E potrebbero fare scalo - le trattative sono in fase avanzata - anche le navi del MSC. Nel 2011 qui si sono imbarcati circa 40 mila passeggeri, in prevalenza spagnoli giunti in Italia attraverso

l’aeroporto di Bologna. Come sta-zione marittima Ravenna ha la pos-sibilità di offrire alle navi da crocie-ra tutti i servizi, dai carburanti alle derrate alimentari, con un evidente sviluppo dell’indotto.“I ravennati - sottolinea Bessi - si stanno accorgendo che i croceristi desiderano usufruire dei servizi della città. Sarebbe necessario che l’intera comunità cittadina assu-messe la mentalità di città turistica”. Altra iniziativa legata al turismo è l’area in allestimento, accanto a Mi-rabilandia, che ospiterà animali di varie specie, richiamo per i visitato-ri e fonte di lavoro per 160 persone. Anche per il movimento merci sono previste novità. “Una importante - anticipa - riguarda l’accordo che sta maturando tra la Sapir, società ravennate ad azionariato pubblico per la movimentazione commercia-le del porto, e la Contship, azienda italiana nel business dei terminal container marittimi”.Per l’economia ravennate, come sarà il 2012?“Se non si apre la disponibilità di liquidità da parte delle banche sarà un anno nero”, è la risposta precisa e lapidaria del presidente della Ca-mera di Commercio. IN

A fianco, foto storiche dall’album di Bessi. In alto è tra i relatori del consiglio generale Filtat del 1972, sotto con Franco Marini.

Qualità della vita: Ravenna ai vertici

Nella classifica 2011 della “Qualità della vita” del “Sole 24 Ore” Ravenna è quinta. Ed è addirittura prima nella categoria “Affari e Lavoro”, grazie alla ricchezza prodotta (28.938 euro di PIL pro-capite), ai risparmi, all’importo medio della pensione (787 euro), alla spesa pro-capite per i veicoli, elettrodomestici e PC (1.322,18 euro), all’inflazione e al costo della casa per metro quadro (2.300 euro). Altri punti favorevoli sono la spiccata propensione agli investimenti, il basso livello di prestiti non onorati e il numero di donne occupate (46,01%). Buona anche la situazione per ambiente e salute (4° posto), e il tempo libero (16° posto). Un solo dato negativo: l’ordine pubblico, dove Ravenna scende al 77° posto.

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Dal legno osso al segnale super paramagnetico. La ricerca avanzata nel campo della medicina rigenerativa passa attraverso il materiale ceramico. Come spiega Anna Tampieri, coordinatrice di Istec - Cnr.

testo Valentina Minzoni - foto Massimo Fiorentini

A Faenza, patria della ceramica ar-tistica, c’è anche chi studia scienti-ficamente questo materiale. È Istec, l’istituto del Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) dedicato allo studio e allo sviluppo dei materiali ceramici. Al suo interno studiano e lavorano giovani ricercatori eccel-lenti, che brevettano “invenzioni” d’importanza planetaria.“La parola ceramica viene di solito interpretata in modo restrittivo. In realtà i materiali ceramici rico-prono applicazioni in tutti i settori; per definizione, infatti, è ceramico tutto ciò che non è metallo”. Parola di Anna Tampieri, scienziata eccel-lente e coordinatrice del gruppo di ricerca di Istec sui bioceramici. “Le principali linee di ricerca del no-stro istituto - prosegue - sono tre: l’aerospazio, l’energetica e il bio-medicale. Io coordino un gruppo di 12 ricercatori nel settore della medicina rigenerativa”. La ricerca più famosa del gruppo è quella sul legno osso, che ha già

ottenuto risultati importantissimi, oltre a portare riconoscimenti dai media di tutto il mondo, primi tra tutti Bbc e Time Magazine. “Abbia-mo ricevuto - sottolinea Tampie-ri - l’encomio dal Time Magazine come la 30esima ricerca più impor-tante del 2009 fra 50 selezionate in tutto il mondo, e siamo stati in seguito intervistati dalla Bbc. Ab-biamo anche vinto il primo premio area centro della ‘Start Cup-Cnr’, promossa dal Sole24Ore come competizione finalizzata a stimo-lare l’imprenditorialità scientifico-tecnologica a partire dai migliori risultati della ricerca italiana. Poi abbiamo partecipato al premio na-zionale ‘Innovation’, conquistando il premio della Svizzera”.I risultati più importanti, però, sono quelli raggiunti in campo medico.“Siamo riusciti a brevettare un ma-teriale, il cosiddetto legno osso, in grado di sostituire e riparare le ossa lunghe soggette a carico come il femore, per le quali ancora oggi

La scienza della Ceramica

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Inventare | Anna Tampieri

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non esistono soluzioni se non la sostituzione con barre metalliche, con tutti i problemi che compor-tano. L’intuizione arriva dalla na-tura, dal legno degli alberi, che ha la stessa struttura interna dell’osso. Ciò che facciamo è tenere ferma la struttura interna e modificarlo chimicamente all’esterno, in modo da conferirgli le stesse proprietà meccaniche ed elastiche dell’osso, oltre alla capacità di portare pesi. Fino ad ora il legno rattan è quello che abbiamo usato di più, poiché

mima la struttura microscopica dell’osso, ma lavoriamo anche sul-la quercia rossa e sul pino. Questo biomateriale ha il vantaggio di non aver reinterventi; il sostituto osseo ha anche la formidabile capacità

di rigenerare l’osso naturale, il pa-ziente tornerà a vivere esattamente come prima, con il suo nuovo osso”.Quando potrà essere utilizzato sui pazienti questo materiale rivolu-zionario?“Lo stiamo ancora sperimentando, occorreranno circa 3 anni ancora di numerosi test prima che il mate-riale possa essere definitivamente exploitato. Fino a tutto il 2011 il progetto godeva di finanziamen-ti europei, ora stiamo valutando come portarlo sul mercato”.

La vostra innovativa ricerca apre dunque le porte alla medicina rige-nerativa... “L’importanza delle nostre attività di ricerca sta nel cambiare la men-talità dal ‘riparare’, passando dal

concetto di sostituzione ad uno di rigenerazione. Oltre alle ossa lun-ghe siamo intervenuti anche sul-le articolazioni con un prodotto appena arrivato sul mercato, che serve per riparare la regione oste-ocondriale, cioè osseocartilaginea. Si tratta di un materiale che rivo-luzionerà la filosofia della protesi: mima completamente l’osso e la cartilagine umana, viene inserito al posto di una protesi e in breve tempo rigenera osso e cartilagine, evitando i problemi causati dalle protesi e dai frequenti interventi sistemativi che esse necessitano”.Qual’è l’ultimo progetto a cui state lavorando?“La nostra ultima scoperta, appe-na nata, aprirà un altro settore enorme della medicina rigenerati-va e della teragnostica (diagnostica e terapia, ndr). Siamo riusciti ad in-trodurre dentro la parte chimica dell’osso un segnale super parama-

A fianco, Anna Tampieri illustra le ricerche svolte per il legno osso.

Nuovi materiali, ispirati dalla natura

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www.teloneriatecnosol.it

Te c n o s o l s n c | v i a d e l l a M e r e n d a , 24 F o r n a c e Z a r a t t in i ( R a v e n n a ) | Te l . + 3 9 . 0 5 4 4 . 4 5 3 0 11S h o w - r o o m Tr a s p a r e n z e b y Te c n o s o l | v i a R o t t a , 6 5 / A R a v e n n a | Te l . + 3 9 . 0 5 4 4 . 5 0 17 8 9

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gnetico, grazie al quale potremo attivare il tessuto osseo semplice-mente sottoponendo il paziente ad un campo magnetico. Mi spiego: fin’ora s’introduceva dentro l’os-so un’altra fase, la magnetite, che però è tossica; noi invece siamo riusciti a trasformare il tessuto os-seo stesso in super paramagneti-co. Questo vuol dire che le cellule possono venir attivate a rigenerare l’osso in tempi molto minori rispet-to a quelli richiesti normalmente. Inoltre, poiché un materiale su-per paramagnetico ha anche la capacità di riscaldarsi, saremo in grado di fare cure terapeutiche antitumorali localizzate, curando ad esempio un tumore per tratta-mento termico”.Viene naturale applaudire un simile centro. Ma viene anche automatico chiedersi, visto le problematiche attuali, come riusciate ad essere così efficaci in un contesto così lo-cale come Faenza, in Italia. Com’è fare ricerca qui?“Da una parte stare a Faenza ci fa comodo, perché c’è poca con-

fusione e siamo molto autonomi. Dall’altra le difficoltà sono moltis-sime. Restiamo perché siamo te-stardi e alla fine, rischiando, siamo riusciti a fare quello che volevamo, trovando i fondi per conto nostro. Tuttavia non va dimenticato che noi, così come tutta la ricerca italia-na, ci manteniamo solo attraverso i progetti internazionali che riuscia-mo a conquistare; i ricercatori qui, eccetto due, sono tutti con contrat-ti a termine: se non conquistiamo progetti o fondi la gente non può essere pagata, né tanto meno può restare aperto l’istituto”.Voi però, negli ultimi 10 anni, avete ottenuto risultati importantissimi, senza far fuggire cervelli...“Credo sia stato possibile grazie alla costruzione di un link ecce-zionale: c’è la parte materiali, che siamo noi, la clinica con la quale collaboriamo, l’Istituto ortopedico Rizzoli, e infine l’impresa, Fin-Ce-ramica. Per essere incisivi in que-sto settore bisogna creare la filiera, in modo da avere sempre chiaro non solo le richieste del target ma anche un contatto diretto con chi userà il materiale (il chirurgo) e con chi lo commercializzerà. A quest’ultimo proposito è stata cre-ata Fin-Ceramica, impresa spin off del nostro gruppo, che è già leader mondiale nella sostituzione crani-ca e che svolge, dopo di noi, tutto il lavoro di test specifici prima di far passare il brevetto a marchio CE e infine alla commercializzazione. Questi sono i rapporti che genera-no i successi: non c’è un materiale che vale per se stesso, ma vale per la sua particolare applicazione”. IN

Chi è Anna Tampieri

Nata a Faenza nel 1960, la dottoressa Anna Tampieri ha girato il mondo prima di tornare nella sua città, alla guida dell’Istituto di Scienza e Tecnolgia dei Materiali

Ceramici. Laureata con lode in Chimica all’Università di Bologna, è ricercatrice prima all’Università di Milano poi alla Berkley University negli Stati Uniti. Dal

1987 lavora come ricercatrice all’Istec-Cnr di Faenza, vincendo anche uno stage che la porta per quattro mesi in Giappone, all’“Institute for Inorganic Materials”.

Dal 1996 è a capo del gruppo di ricerca di Istec sui materiali superconduttori per poi passare, dal 1998 ad oggi, al ruolo di coordinatrice del gruppo di ricerca

sui bioceramici. Nel 2000 assume la carica di presidente di Fin-Ceramica Spa di Faenza (attualmente riveste il ruolo di consulente scientifica), impresa del

settore biomedicale nata come spin-off dell’Istec ed oggi leader mondiale nel campo della sostituzione cranica. Al suo attivo ha molte importanti pubblicazioni

su riviste internazionali e oltre 10 brevetti internazionali di sua invenzione.

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Ideare | Economia dinamica

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Carrelli elevatori elettrici, schermi tattili con cui interagire, biciclette ad idrogeno. Tre idee sviluppate a Ravenna e dintorni, segnali incoraggianti di economia dinamica.

testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini

Una pagella di tutto rispetto quella di Ravenna. Proprio così la chiama, pagella, il Sole 24 Ore la valutazione che asse-gna ad ogni provincia italiana nell’indagine che da più di vent’anni il quotidiano economico svolge confrontando le 107 province del territorio nazionale sulla qualità della vita. Ravenna, nel 2011, non se l’è affatto cavata male, anzi. Intanto sale al 5° posto dal 9° dell’anno precedente, dopo Bologna, Bolzano, Belluno e Trieste. E poi risulta prima in classifica per quanto riguarda la se-zione “Affari e lavoro”, in particolare per l’occupazione delle donne, l’incidenza delle sofferenze sui prestiti, i rapporto impieghi/depositi, l’occupazione dei giovani tra 25 e 34 anni, la quota delle esportazioni sul Pil, e le imprese registrate ogni 100 abitanti. Certo sono dati che da un lato sorprendono, visto la particolare contingenza economica di crisi e visto che nel mese di dicembre è cresciuto del 160% il ricorso alla cassa integrazione. Dall’altro rappresentano uno slancio, se non di ottimismo, almeno di fiducia per il futuro. Quindi è più di un’im-pressione il dinamismo, l’intraprendenza, anche il coraggio presenti nel tessuto imprenditoriale e artigianale ravennate. Siamo andati a cercare realtà che possano darci l’idea di tutto ciò. Investimenti in ricerca e innovazione, attenzione all’ambiente, nuove tecnologie al servizio di una società sempre più attiva: sono gli ele-menti che abbiamo trovato.

Il coraggiodell’Innovazione

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TouchwindowsComunicazione multimediale: sono partiti da qui nel 1994 An-drea Bianchi e Daniela Donnini per la loro esperienza imprenditoria-le, incentrata su divulgazione ed informazione. Si sono accorti nel tempo che per le idee che avevano non c’erano le tecnologie adeguate e così hanno deciso di realizzarle. “È nata quindi nel 2005 Touchwin-dow - racconta Bianchi, che ne è amministratore unico -, con sede a Montaletto di Cervia. Ci siamo specializzati in tecnologie interat-tive con l’intenzione di coinvolgere clienti e fruitori in esperienze mul-tisensoriali”. Bianchi si riferisce a schermi tattili con i quali interagi-re, sfogliando pagine e sceglien-do fotografie e quindi manipola-re, muovere, zoomare, ruotare e gestire i contenuti presentati. Gli ambiti sono i più vari: il retail, cioè i punti vendita, il turismo, l’intrat-tenimento e la cultura. Qualcuno può averne fatto già esperienza vi-sitando la mostra permanente del

mosaico Tamo. “Il settore culturale c’interessa molto, perché ci offre la possibilità di soddisfare la nostra curiosità e di trasferirla in quelle che possono essere le aspettative del visitatore di una mostra o di un museo. Molta soddisfazione ci stanno dando le installazioni rea-lizzate al Museo della civiltà libica di Tripoli che raccoglie i siti arche-ologici più importanti, al Maxxi di Roma e naturalmente alla mostra Tamo di Ravenna con una grande proiezione architetturale su una parete, il tavolo interattivo multi touch. Inoltre - prosegue Bianchi - stiamo realizzando per il museo geologico di Caselle in Pittari, in provincia di Salerno, all’interno del Parco naturale del Cilento, una particolare struttura a cubo. Si tratta di riprodurvi all’interno una grotta, non visitabile dal vero perché accessibile solo agli speleo-logi. Desideriamo che sia per il vi-sitatore un’esperienza a 360 gradi e il più reale possibile. Per questo, così come accaduto per il progetto

libico, in collaborazione con l’Uni-versità di Ancona, abbiamo ripreso immagini della grotta e l’abbiamo scansionata al laser. Le proiezioni immersive al museo, con tanto di diffusori di essenze che riprodu-cono gli odori naturali, daranno l’idea di quel luogo”. Recentemen-te, con le aziende ravennati Pane-barco & C (che sviluppa progetti interattivi, ricostruzioni e anima-zioni tridimensionali, software per visite immersive) e Intera Srl (agenzia web grafica e comunica-zione), Touchwindow ha dato vita al marchio Seeover, per la fornitura di sistemi integrati per la divul-gazione, la promozione e l’infor-mazione. “Oltre a fare sistema con altre aziende - conclude Bianchi - aggiornarsi costantemente sulle nuove tecnologie è l’aspetto più importante. E quello che sembra-va fantascienza è già il presente, come gli schermi trasparenti inte-rattivi. Non tarderanno ad essere di uso comune anche gli schermi touch di computer e televisori”.

A fianco, Andrea Bianchi e Daniela Donnini di “Touchwindows”. In apertura uno dei loro schermi tattili presentati a Tamo, innovativa esposizione al Complesso di San Nicolò. Nella pagina a fianco, Antonio Cantone, Ad di Carer srl.

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Carer Srl Dal 1976, a Cotignola, progetta e realizza carrelli eleva-tori elettronici da 0,8 a 25 tonnellate e da oltre 35 anni è anche l’unico costruttore specializzato in carrelli eleva-tori esclusivamente elettrici in grado di competere con omologhi macchinari a combustione. “Sono 90 i modelli del nostro portafoglio - spiega l’amministratore delegato Antonio Cantone -. La nostra filosofia è quella di proget-tare e realizzare prodotti che rispondano alle esigenze del cliente, anticipando le loro aspettative. Proprio come l’alta sartoria. E tra i clienti abbiamo Volkswagen, Miche-lin, Klm. Da sempre la Carer ha voluto costruire carrelli elevatori elettrici che potessero svolgere, in tutto e per tutto, gli stessi compiti dei carrelli a combustione interna a parità di produttività, ma con una significativa riduzio-ne dei costi di esercizio. Inoltre non dimentichiamo che con l’elettrico il luogo di lavoro è anche più salubre: stop a fumo, rumore, gas nocivi”. Rispetto per l’ambiente e produttività è una combinazione sulla quale Carer investe in termini di innovazione e ricerca in collaborazione con l’Università. In particolare con quella di Bologna, per lo sviluppo di una nuova elettronica che porterà a carrelli elevatori di grossa portata con altissime prestazioni ed un elevato rendimento. Con l’Università di Modena c’è in corso un progetto di ricerca per l’ottimizzazione di stabilità e razionalizzazione del sistema idraulico, per ridurre il consumo energetico senza compromettere le performance.

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Angelini Giancarlo e figlioUna bicicletta a pedalata assistita

ad idrogeno. Maggiore autonomia rispetto a quella elettrica e un tempo di ricarica ridotto a 15 mi-nuti anziché diverse ore. C’è un po’ di Ravenna in questo che per ora è ancor un prototipo, ma che nelle intenzioni vorrebbe essere commercializzato. “L’idea è nata da un rapporto di lunga data con un cliente, diventato un amico - racconta Alberto Angelini, conti-tolare con il padre della Angelini Giancarlo e figlio, produttore di biciclette da corsa e city bike a San Pietro in Vincoli -. Franco Tozzi, dell’impresa ravennate Tozzi, mi ha chiesto di realizzare il telaio in carbonio per una bicicletta la cui tecnologia per la propulsione ad idrogeno era allo studio dell’I-stituto di tecnologie avanzate per l’energia del Consiglio nazionale delle ricerche. Tre ingegneri del-la sede di Messina sono venuti nel mio laboratorio e la bici ha preso forma. Si tratta di un modello a pedalata assistita, una manopola regola l’accelerazione a seconda

delle necessità del ciclista, rag-giungendo anche i 150 chilome-tri d’autonomia e i 25 chilometri all’ora. Zero emissioni, esce solo vapore acqueo da un tubicino gran-de come una cannuccia. La biciclet-ta è stata esposta in diverse fiere specializzate di mezza Europa ed è stata oggetto di un servizio per Tg Leonardo di Rai3. Certo il prototipo ha costi molto elevati e non sarebbe commercializzabile, anche se un acquirente lo avevo già trovato, ma poi dove sarebbe andato a fare rifornimento di idro-geno? Ora c’è proprio da sviluppa-re una rete di distributori e credo che la Tozzi3 ci stia lavorando. Per quanto mi riguarda - conclude Anegelini -, mi basta una telefona-ta. Io sono pronto per farne anche in alluminio, più economiche ma con le stesse prestazioni. Ci credo in questo progetto, anche perché la bicicletta è il mio mondo e sarà un elemento importante anche nel mio agriturismo di imminen-te apertura vicino a Mirabilandia. Un parco bici sarà a disposizione per escursioni nelle bellezze natu-ralistiche del nostro territorio”. IN

A fianco, Alberto Angelini mostra la bici di sua produzione.

Microcredito etico-sociale ravennate e imolese

La crisi dei sistemi economici locali spinge verso l’innovazione ma anche verso forme di mutualità sociale che già in passato hanno dato buoni frutti. Una di queste è il microcredito, consolidata tradizione di mutualità che risale alle Casse Rurali di fine Ottocento. Il microcredito è una forma di finanziamento destinata a persone che, pur svolgendo un’attività lavorativa, vivono temporanei momenti di difficoltà economica ed hanno limitate possibilità di accesso alle istituzioni creditizie: al centro del sistema vi è una rete di rapporti interpersonali, che si basano sulla fiducia reciproca e sullo scambio di informazioni, suggerimenti, iniziative. Il microcredito può quindi diventare uno strumento indispensabile per combattere l’esclusione sociale e favorire, sulla scia del principio di sussidiarietà, la formazione di reti di cittadini attivi. È la convinzione della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche, del Credito Cooperativo ravennate e imolese e delle venti associazioni firmatarie dell’Accordo di collaborazione che hanno avviato l’esperienza del “Microcredito Etico - Sociale ravennate e imolese”, progetto di finanziamento per sostenere le famiglie che versano in precarie condizioni economiche.“La novità di questo accordo - spiega Tiziano Conti, vice presidente della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche - è il collegamento con le associazioni del territorio. In questo modo si realizza una rete virtuosa che coinvolge la cooperativa di credito e il mondo del volontariato, per avviare una concreta coesione sociale”.www.fondazionedallefabbriche.coop

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Progettare | Darsena di città

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Qualcosa si muove tra le paludi burocratiche del progetto per la Darsena di città. Grazie ad un percorso di democrazia partecipata compiuto da 250 cittadini, che hanno consegnato al sindaco le loro 22 soluzioni.

testo Roberta Bezzi - foto Massimo Fiorentini

Il futuro scritto nell’Acqua

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È “Darsena di città” la chiave di ac-cesso al futuro di Ravenna. Se ne parla da più di vent’anni, dalla prima proposta di trasformazione conte-nuta nel progetto Marmarica (1989) per arrivare al master plan del noto architetto Stefano Boeri (2004). Gli anni passano e ora i fondi languono, mentre i nodi da risolvere sono più o meno gli stessi: la “barriera” stazio-ne ferroviaria, bonifica delle acque del Candiano, rapporto tra edifica-zione e verde, presenza di ben 42 proprietari privati.Qualcosa, però, è cambiato: il con-senso dei cittadini è in aumento. Un bel passo avanti considerando che, nelle moderne pianificazioni urbanistiche, il parere dei cittadini risulta indispensabile. I ravennati sembrano aver capito le potenzia-lità di questa lunga via d’acqua di tredici chilometri, il canale Candia-no, che collega l’Adriatico al centro storico, terminando a ridosso della stazione ferroviaria con quella che potrebbe diventare una straordi-naria piazza d’acqua. Lo dimostra il successo riscontrato dalla prima tappa del percorso di democrazia partecipata, che ha coinvolto tra set-tembre e dicembre ben 250 cittadini. Al termine di una serie di workshop e di incontri sono emersi ventidue progetti condensati nel volume “La Darsena che vorrei”, consegnato al sindaco Fabrizio Matteucci. Nei pri-mi mesi del 2012 si proseguirà con nuovi incontri ispirati alla filosofia del laboratorio permanente, per seguire passo passo l’iter burocra-

tico di approvazione del Poc (Pia-no operativo comunale) tematico, che dovrebbe essere adottato dal consiglio comunale entro il prossi-mo luglio. In attesa del bando per il progetto, che dovrà risolvere il problema della “frattura” della sta-zione, riqualificare la testata della Darsena e l’ex sede della Dogana, ad inizio anno saranno appaltati i lavori di demolizione delle cancel-late e di arredo urbano di minima (illuminazione e panchine), della parte iniziale del canale Candiano, dalla torre di Zucchi fino alla sede dell’Autorità portuale.“Mi pare - ha commentato il sin-daco Matteucci - che la richiesta dei cittadini sia chiara: non fare della Darsena la replica di un altro quar-tiere ma una nuova area in cui le diverse funzioni si mescolino in modo originale, fondando la pro-pria identità sull’acqua. Malgrado le difficoltà, ora tocca al Comune dimostrare di essere all’altezza di questo grande processo di parteci-pazione”.Nei prossimi mesi potrebbe ottene-re il via libera l’intervento di Cmc, giudicato in linea con gli orienta-menti urbanistici già definiti e con

Spiaggia urbana, come a Parigi

In estate la creazione di una spiaggia urbana, seguendo il modello già sperimentato a Parigi. In inverno l’organizzazione di attività ricreativo-culturali negli edifici di archeologia industriale già esistenti. Due idee dell’architetto Stefano Boeri, celebre per gli studi sulla condizione urbana contemporanea, per rendere immediatamente fruibile lo spazio urbano della Darsena, in attesa che i lavori si completino. Una delle maggiori preoccupazioni dei cittadini, nell’ambito del percorso di democrazia partecipata, riguardava proprio la gestione della fase transitoria, ossia di ciò che si può fare subito. “La questione più immediata - afferma Boeri - è collegare la Darsena al centro storico. Bisognerebbe costruire nella parte più prossima alla città, subito dietro la stazione ferroviaria, rendendo accessibile quello che in origine era solo uno spazio riservato all’attività produttiva e portuale. Un primo passo per aprire una prospettiva nuova sul quartiere è collegare quest’area con le strutture ricettive ravennati e sfruttare al massimo gli spazi per organizzare eventi artistico-culturali tutto l’anno”.

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il master plan Boeri. L’azienda privata ravennate ha presen-tato mesi fa il proprio progetto: spostamento dei propri uf-fici in via Trieste e costruzione di un comparto residenziale e commerciale, su un’area di 50 mila metri quadrati con al centro una grande piazza pedonale, con l’obiettivo di coniugare l’idea di città pubblica e privata. La vera sfida sarà però il coinvolgimento anche degli altri proprietari. “In questo momento di crisi economica - sottolinea l’as-sessore Gabrio Maraldi - è fondamentale il loro apporto. Nonostante il loro momentaneo disinteresse in questa prima fase credo che troveremo il modo di coinvolgerli. Penso soprattutto ai fondi immobiliari, ai cosiddetti ‘arti-colo 18’, gli accordi pubblico-privati, ma non solo. Sarebbe già un buon risultato far sì che uniscano le proprie forze anche solo alcuni di loro”. IN

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Ermes Fuschini lancia un’idea per la

Darsena: trasformarla in Expolatorium, centro per lo studio scientifico

in città. Un sogno per Ravenna, legato alla

candidatura a capitale europea della cultura.

Sul progetto di una “città della scienza e dei saperi”, un explorato-rium, si sono espressi e confronta-ti alcuni cittadini, studiosi e scien-ziati sollecitati da Ermes Fuschini, autore del libro “Lettera a Prome-teo” edito da Media News che ben s’inserisce nel contesto della can-didatura di Ravenna Capitale eu-ropea. Al progetto hanno dato il sostegno, tra gli altri, i sindaci di Ravenna, Forlì e Cesena. L’Explo-ratorium, secondo i promotori, potrebbe essere ospitata alla Dar-sena. Abbiamo chiesto a Fuschini com’è nata questa idea.“Dall’evolvere e il contaminarsi di idee, suggestioni, passioni. Se

penso ad un’origine, però, pen-so ad una lettera che avrei volu-to scrivere ad un cario amico un paio d’anni fa, quando si trovò ad avere un problema di salute di non facile soluzione. In quel mo-mento sentii forte la necessità di un legame più stretto tra scienza e umanesimo (anche umanità). Poi il confronto con tante per-sone, la suggestione di Ravenna 2019, la critica alla mancanza di spazi adeguati per la cultura scientifica, la... Lettera a Prome-teo”. Non poteva mancare il pare-re di Sergio Zavoli, presidente del Comitato per Ravenna Capitale della Cultura Europea 2019: “Nel-

testo Anna De Lutiis

La scienza e i Saperi

Ph. Massimo Fiorentini

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Immaginare | L’Exploratorium

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la storia della civiltà i momenti di massimo splendore si sono avuti proprio quando le discipline umanistica e scientifica hanno interagito, superando confini che non hanno ragione di essere”. In una città che ha evidenti tracce di cultura umanistica, quella scientifica sembra più opportuna che mai. È ciò che sottolinea il sindaco Fabrizio Matteucci: “Ognuno di noi spera nella scienza e nelle nuove tecnologie. Forse basterebbe questo a motivare la nascita di una città della scienza a Raven-na”. Con la passionalità che la contraddistingue invia il suo contributo anche Cristina Mazzavillani Muti, sem-pre presente quando si parla di Ravenna: “Promuovere la scienza come cultura primaria è senza dubbio una precedenza assoluta. Tutta la Darsena è lì per questo, nata e riservata per questo. Per chi lo sente, lo vede e ci crede”. Franco Gàbici, personaggio emblematico della coesistenza di mondo umanistico e scientifico, indica Dante a modello di cultura universale: “Dante dovrebbe essere assunto come testimonial di un moderno modello di cultura. Non stupisce quindi questa idea a Ravenna, la divulgazione del sapere scientifico che non escluda interconnessioni con l’altra cultura”. IN

Sopra, da sinistra, Sergio Zavoli e Cristina Mazzavillani Muti. Sotto, Franco Gàbici, affiancato da Bruno Vespa. In apertura, Ermes Fuschini.

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Raccontare | La darsena

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Tra terra e mare, l’identità di Ravenna è ancorata da sempre alla sua darsena. Che oggi, passata l’era della “deindustrializzazione”, cerca il suo nuovo volto.

testo Andrea Casadio - foto Massimo Fiorentini

Quello sul destino della vecchia dar-sena di città e del quartiere circo-stante è uno dei temi più dibattuti nella Ravenna degli ultimi anni. Il recupero di quest’area costituisce la principale sfida di politica urbani-stica che la comunità ravennate nel suo complesso (istituzioni, impren-ditoria, cittadinanza) si trova ad af-frontare in questo scorcio di nuovo secolo. Proprio perché geografica-mente adiacente al mare, questa zona esprime un aspetto fondamen-tale della storia e nell’identità stessa della città: quello, appunto, del suo rapporto con l’orizzonte dell’Adriati-co, che qui è registrato quasi come in un sismografo nei suoi alti e bassi, nei suoi corsi e ricorsi lungo lo sgra-narsi dei secoli.L’incontro di terra e di acqua, di lagune e mare aperto è dunque il genius loci di partenza, fin da quan-do, in qualche punto ancora impre-

cisato del centro storico, cominciò a svilupparsi il primo nucleo della futura Ravenna. In ogni caso, una vocazione portuale di questa zona si fa risalire perlomeno all’epoca roma-na, quando, a non grande distanza da qui (e cioè nell’area all’incirca fra la Rocca Brancaleone e la stazio-ne) sembra si aprisse il bacino del porto civile (a Classe era invece lo scalo militare). Successivamente il mare, allontanandosi, lasciò emer-gere una zona che possiamo imma-ginare dunosa e “pre-costiera”, che la città occupò in parte nell’ultima espansione che ne precisò definiti-vamente i confini storici, ossia nel periodo della Ravenna “capitale” nel V secolo dopo Cristo. Fu allora che venne costruito il tratto di mura che passava lungo quello che è oggi il parco-binari della stazione: al di là, verso la spiaggia ancora vicina, si estendeva un’area sepolcrale, all’in-

L’ormeggio della Storia

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terno della quale Teodorico fece edi-ficare il proprio mausoleo.Col passare dei secoli e con l’ulte-riore allontanarsi della linea di co-sta, anche questa zona venne infi-ne “conquistata” allo sfruttamento agricolo. Nel tardo Medioevo aveva ormai assunto la dignità di locali-tà ben definita nell’immediato su-burbio cittadino, conosciuta con il termine di Cenceda e con una topo-grafia abbastanza definita: una sorta di triangolo delimitato a ovest dalle mura cittadine e a est dal corso del Montone e del Ronco, che prove-nendo rispettivamente dagli attuali borgo S. Biagio e borgo S. Rocco andavano a confluire all’incirca all’altezza del pala De Andrè, per poi sfociare in Adriatico in direzio-ne di Punta Marina. Questo panorama solitario di orti e di vigne, con la cortina delle mura e le torri della città a fare da quin-

ta sullo sfondo, venne sconvolto verso il 1740, dopo l’ennesima “ri-voluzione idrografica” ravennate, promossa dal cardinale Alberoni. Già la diversione del Ronco e del Montone, pochi anni prima, aveva tolto all’antica Cenceda quelli che abbiamo visto essere i suoi confini naturali. Ora, il progetto del nuovo canale di raccordo fra la città e il mare, seppur non senza dibattiti e polemiche, prevedeva che proprio qui venisse realizzato il suo punto terminale. E così avvenne. Il nuovo canale Corsini, risalendo dal mare da nord-est, giungeva a sfiorare le mura per poi piegare parallelamen-te ad esse lungo l’odierno piazzale Moro, per concludersi a pochi me-tri dalla nuova porta Alberoni.E così, dopo oltre mille anni, i pro-fili dei natanti e l’alacre attività sui piazzali e sulle banchine tornarono ad essere la nota caratterizzante di

questi luoghi. Per quanto l’attivi-tà del porto restasse quella di uno scalo nel complesso secondario e dal raggio poco più che locale, esso cominciò gradualmente a dotarsi di tutte le infrastrutture connesse all’attività commerciale. In partico-lare, verso il 1780 furono realizzati, su disegno di Camillo Morigia, i gran-di magazzini sulla banchina orienta-le, l’odierna via Magazzini Anteriori. Ancora all’inizio del ‘900 essi erano il vero fulcro del quartiere, un vero complesso “multifunzionale” che ospitava anche abitazioni di mari-nai e operai, officine, botteghe di commestibili, osterie nelle quali si mesceva il vino “marascone”, reso celebre da alcuni versi di Olindo Guerrini dedicati proprio all’atmo-sfera della Ravenna portuale dell’e-poca: “se l’acqua è sporca e puzza di paltano / è per via della merda e dell’ori-na / ma poi, col marascone e la canina / l’aria si purga e il popolo sta sano”.La seconda tappa fondamentale nella definizione urbanistica della zona si ebbe nel 1863, quando la costruzione della stazione ferro-viaria portò alla creazione di un complesso “intermodale” ferrovia-rio e marittimo, al prezzo della de-molizione di tutto l’antico tratto di mura compreso fra la Rocca e via Alberoni. Negli stessi anni, sotto la guida di Alfredo Baccarini (all’epo-ca direttore dei lavori marittimi) venne realizzata una nuova darse-na in direzione nord, ossia opposta a quella originaria settecentesca, con tanto di “squero” (cantiere per pic-cole imbarcazioni) oggi ricordato dall’omonima strada. Fu però so-

A fianco, immagini d’epoca della darsena. Sopra com’era nel 1923/24, sotto nel 1955 (tratte da “E’ Cangian”, Ravenna, Danilo Montanari Editore, 2005 II ed., p. 92 e p. 51). In apertura, una veduta del vecchio porto di città del 1900 (tratta da “Vecchia Ravenna”, anno 6, pag.50, edita da Cooperativa Culturale Ricreativa Libera Stampa Romagnola, 1981).

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prattutto con il risveglio economico del primo decennio del ‘900 che la zona cominciò ad assumere un vero carattere “industriale”. La raffineria di zolfo dell’Almagià, la fonderia Rosetti, le fabbriche di concimi e cementi, la prima officina della luce elettrica, la Callegari e Ghigi (che ebbe la sua pri-ma sede nei vecchi magazzini del Morigia) sono solo alcuni degli stabilimenti che iniziarono a popolare a cavallo del nuovo secolo le sponde della darsena. La quale, negli stessi anni, venne nuovamente ampliata assumendo la forma vagamente triangolare che, con successivi aggiustamenti, avrebbe sostanzialmente mantenuto fino ad oggi. Unica differenza, l’appendice d’acqua che ancora si allungava di fronte ai magazzini del Morigia. Devastata dai bombar-damenti durante la guerra, venne colmata con le macerie negli anni seguenti, cosa che sancì la definitiva scomparsa di quella che due secoli addietro era stata la prima darsena del canale Corsini.

Frattanto, nei decenni a cavallo della guerra, le sponde del canale si erano arricchite di nuove presenze: ad esempio la sede della CMC lungo una strada di nuova costruzione, via Trieste, dove nel 1951 sorse anche lo stabilimento della SAROM, la raffineria di Attilio Monti. A quel punto, però, il quartiere della darsena cominciava a conoscere anche un nuovo tipo di sviluppo, che affiancava alla tradizionale vocazione commerciale e industriale un nuovo e più deciso carattere residenziale. E così, mentre sui vecchi magazzini settecenteschi giunsero a svettare i profili avveniristici dei due nuovi “grattacieli”, icona della Ravenna del “miracolo”, un nuovo quartiere iniziava ad allargarsi a macchia d’olio attorno all’asse della vicina via Gulli. Alla fine degli anni ‘50 la costruzione del nuovo porto a metà strada fra la città e il mare sancì l’inizio del definitivo declino della vecchia darse-na urbana. Ancora una volta il quartiere assumeva un tono paradigmatico nel simboleggiare le dinamiche socio-econo-miche del momento, quelle della “deindustrializzazione”. Il resto, con i reiterati e finora vani progetti di recupero degli ultimi decenni, è la cronaca di una sfida che la Ravenna di oggi è chiamata a fronteggiare una volta per tutte. IN

Il porto sul canale Corsini

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Creare | Francesca Fabbri

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Dalla contaminazione tra arte, artigianato e design nascono forme nuove, interpreti dell’oggi. Come i mosaici di Francesca Fabbri, anima dell’atelier Akomena.

testo Aldo Savini - foto Lidia Bagnara

Le Avanguardie storiche del No-vecento hanno infranto la separa-zione tra le arti cosiddette pure e le arti applicate, proponendo un nuovo rapporto tra il fare artigia-nale e i processi automatici per la produzione in serie, su base pro-gettuale, di oggetti d’arredo. La serialità ha comportato un nuovo concetto di replica e di copia, so-stituite dal termine multiplo molto spesso numerato che implica un’in-tima contaminazione tra arte, arti-gianato e design, col conseguente superamento dell’anonimato indu-striale. Il design ha invaso lo spazio del quotidiano, all’insegna di una sua riqualificazione per sottrarlo al degrado di presenze anonime, la cui funzionalità prescinde da implicazioni estetiche e, pertanto, assolutamente indifferenti e facil-mente sostituibili. Sia che si tratti di un pavimento o di un tavolo, di una sedia o di un complemento d’arredo, ogni oggetto mantiene quella imperfezione che lo distin-gue e al tempo stesso lo rende simi-le all’altro: somiglianza che trova il fondamento nel progetto e nell’i-deazione, distinzione che deriva dall’esecuzione. Francesca Fabbri

reinterpreta la tradizione musiva in un’ottica multidisciplinare, alla luce della ricerca e della sperimentazio-ne contemporanea, sconfinando nel territorio del design e dell’ar-chitettura d’interni. Su questi pre-supposti è nato l’atelier Akomena, fondato con Giuliano Babini nel 1988, che, pur mantenendo le caratteri-stiche della bottega, si configura come un’impresa moderna per la realizzazione di vere e proprie collezioni con l’apporto di artisti, architetti e designer.

È del 1993 la prima collezione di tavolini d’autore progettati da Ric-cardo Dalisi, Luigi Serafini, Ugo Marano, Adolfo Natalizi, Giulia-no Babini, Gianni Veneziano, Ga-rouste e Bonetti. Nel frattempo la collaborazione con Ettore Sottsass vede un primo intervento nella decorazione musiva della “stanza magica” nel Museo dell’Arredo Contemporaneo fondato da Raf-faello Biagetti a Russi e, successi-vamente, la produzione di una se-rie di oggetti di arredo. Nel 1996

Le tessere della Modernità

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Akomena realizza per il cimitero russo di Sainte-Geneviève-Des-Bois, a Essonne nei dintorni di Parigi, il monumento sepolcrale di Rudolf Nureyev. Ideato da Ezio Frigerio, non poteva non essere un tappeto in mosaico, essendo il grande bal-lerino di origine caucasica un ap-passionato collezionista di tappeti orientali. Ricoprendo interamente la sagoma di un sarcofago che ne costituisce la struttura portante, come fosse per caso posato sopra, il tappeto conserva la morbidezza e la leggerezza dei panneggi. Per ottenere questo effetto sono state selezionate una ventina di tonalità di rosso e dodici tipi di oro che, tra l’altro, riflettendo la luce, accen-tuano la leggerezza della materia, quasi fosse volante. Lo stesso effet-to plastico si ritrova nella pedana in mosaico dorato come base della scultura dell’artista fiorentino Um-berto Pinzauti, posta all’ingresso della sede centrale della Banca Po-polare di Ravenna.L’attività di Francesca Fabbri è continuata nel tempo con la pro-duzione delle sue Serie d’Autore: i tavolini Pipe-Pipe realizzati con il recupero di tubi di produzione in-dustriale in acciaio spazzolato del diametro di 20, 30, 40 centimetri

e di diversa altezza, che diventano la struttura portante per un inter-vento artigianale di rivestimento del piano di appoggio in mosaico, molto spesso dorato.Seguono Alfabeta, gli Stone Carpet, i Tavolini di Mabel, la collezione Sassoft, chaise longue e poltrone rea-lizzate con sassi di fiume e silicone, i tappeti musivi Animal Skin per i quali la Fabbri utilizza come base le pelli di animali per poi rivestir-le in mosaico. La progettazione e l’autoproduzione di questi elemen-ti seriali ha comportato un’inten-sa collaborazione con importanti show-room e gallerie d’arte, tra cui Dilmos Milano. Invitata alla 54ª Biennale di Venezia, ha partecipato al Padiglione Italia - regione Emilia Romagna a Reggio Emilia con “Prigione”, una scultura di grandi dimensioni completa-mente rivestita in mosaico dorato e argentato. È la prima opera re-alizzata come Francesca Fabbri e non come Studio Akomena, in pre-visione di nuove possibilità creative legate al mondo dell’arte più che dell’arredo, del design e dell’ar-chitettura, in un momento in cui la crisi si avverte anche in questo settore, stimolando altre ricerche e sperimentazioni. IN

A fianco e nelle pagine precedenti, l’artista assieme ad alcune sue creazioni.

Chi è Francesca Fabbri

Nata nel 1963, ha frequentato a Ravenna l’Istituto d’arte per il Mosaico e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Del periodo degli studi ricorda particolarmente l’insegnamento di Aldo Rontini e Vittorio d’Augusta per il ruolo determinante nella sua formazione artistica. Nel 1988 ha fondato lo studio Akomena, un centro di progettazione e realizzazione nell’ambito del mosaico contemporaneo. Vive e lavora a Ravenna, con studio in via Chartres 3.

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Un tributo alla Coca Cola e agli oggetti elettronici d’epoca. È l’abitazione di Silver e Francesca, una casa da collezionista ricca di design e curiosità.

testo Linda Antonellinifoto Massimo Fiorentini

Collezioneelectro-Pop

Silver Verlicchi e Francesca Rauseo abitano in una casa indipendente a San Marco di Ravenna; la loro abi-tazione è densa di strumenti mu-sicali, elementi di design attuali e modernariato come tastiere, vecchi pc, chitarre, skate, pattini, scarpe Allstar e Converse, insomma tutto ciò che è stato simbolo degli anni ’80 e ’90.Veramente insolita è la presenza di un videogame da sala giochi in soggiorno: un “Coin Op”, attivato a monete, rappresenta la prima con-sole della storia, generata all’inizio degli anni ’70. In origine lo scher-mo era una normale TV in bianco e nero dalla grafica estremamente semplificata, a tutt’oggi riproduce un simulatore di ping-pong da cui il nome “Pong”. Sulla stessa pare-te una stampa del pittore e writer statunitense Keith Haring. Sotto la mensola a forma di radio è di

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Abitare | Casa da collezionista

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Rocket Design, un giovane brand che si propone di rivisitare in chiave originale oggetti di uso quotidiano.Rivestita in jeans la riedizione del divano “Le bambole” della B&B, che nel 1979 vinse il Compasso d’Oro; accogliente e spazioso, si ripropo-ne nel 2007 in forma attualizzata. L’apparente assenza di struttura portante nasconde resistenti tu-bolari in acciaio ricoperti da po-liuretano flessibile e sagomato; l’attuale design, reso più slanciato ed elegante, conserva le linee tese e sinuose del progetto originale. Diverso il concept della poltronci-na in plastica gialla della Moroso: “Little Albert” con struttura in po-lietilene tinto, ottenuto mediante stampaggio, così come la sedia a forma di gatto verde che, insie-me a vasi ed annaffiatoio, fa inve-ce parte della linea Julian Design.Acquistato da Ginestri Arredamenti, il mobile giorno brevettato nel 2003 dal Designer Daniele Lago è compo-sto dagli elementi “36e8” e “Tan-gram” che accostati gli uni agli altri in segmenti di differente lunghezza e colore consentono innumerevoli

opportunità di contenimento. Ori-ginale anche il tavolino-consolle apribile, che appoggiato alla parete costituisce uno degli elementi d’ar-redo acquistati da Biagetti. Al primo piano, salite le scale in gra-nito, scende dal soffitto la partico-lare lampada Ikea riempita di tappi, mentre sulla parete spicca la com-posizione fotografica che ritrae con la Polaroid tutti gli ospiti che hanno visitato casa Verlicchi. La camera da

letto è arredata con elementi della Italian Design e sul comodino l’in-novativo Cuboluce di Design Opi-Cini & Nils: alzando il coperchio croma-to si accende, abbassandolo si spe-gne. Rielaborata da un progetto del 1972, questa lampada realizzata in tecnopolimeri fa parte anche della collezione permanente del Museo di Arte Moderna di New York e alla Triennale per il museo del design. Ancora più remota l’origine del-le oggettistiche svedesi in plastica

della Koziol. Fondata nel 1927 da Bernhard Koziol, la piccola azienda oggi non produce più souvenir in avorio, ma complementi d’arredo di grande forza emozionale. Il sa-lotto con camino è illuminato dalla lampada da soffitto “Cabildo” by Ar-temide. Creata in alluminio presso-fuso dal Designer Eric Solé nel 2007, produce una luce indiretta soffusa che modella il corpo lampada come un anello luminoso. Appoggiata

alla parete, la libreria a colonna “Sa-piens”, design by Bruno Rainaldi, è composta da due elementi in accia-io verniciato alti due metri, su cui si distribuiscono 14 mensole per una capienza di circa 70 libri. Sulla pa-rete della finestra, un quadro pop art raffigurante Michael Jackson provie-ne da New York, meta dei tanti viag-gi dei Verlicchi, tra cui non man-cano anche Marocco, Giappone, Messico, Kenia, Egitto, Normandia, poi ancora Dublino, Bali e Santo

In soggiorno un videogame anni ’70

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A fianco, il salotto con camino. Sopra, Silver Verlicchi e Francesca Rauseo. Nella pagina precedente, il soggiorno con videogame da sala giochi e la mensola a forma di radio.

Domingo. Il mobile porta tv “Gem” della Dammidesing Design, con fini-tura laccata lucida, dona allo spazio forma e sostanza. Presente anche nel programma “Around Me” di iPhone e nella rivista di nicchia del-la Capitale LivingROoMe, la Dam-midesign è stata fondata a Mode-na nel 2006 con l’idea di vendere on-line prodotti che riproducano famosi arredi d’autore a prezzi con-venienti. Nello studio tutti i mobili sono Ikea, modello Billy: semplici ripiani modulari del Designer Gillis Lundgren, tranne l’essenziale porta cassette e lattine che è un Verlicchi originale! Tale spazio costituisce il fulcro della casa, perché trattiene tutte le insolite collezioni di Silver. Una passione nata per gioco nel ’95 quando, con l’apriscatole della mamma, cominciava a creare porta-

penne dalle lattine di Coca Cola; nel tempo ne ha raccolte più di 500, sia italiane sia divise per nazioni, poi ancora bottiglie e oggettistiche di vario genere. L’ordinata raccolta si estende anche a cd e cassette anni ’90, catalogati per generi fra cui musica elettronica, classica, colon-ne sonore, rock alternativo. Ben più ampia la ricercata collezione di dispositivi elettronici concepiti per giocare con i videogame: con-sole, computer e oggetti tecnologici che, dopo l’elaborazione da parte di nomi come Atari, Coomodore, Zanussi, negli anni ’70 sono passati dall’essere utilizzati esclusivamente da tecnici al divenire bene di consu-mo di massa. Esposta a casa Verlicchi troviamo anche la tastiera Spectrum del-la Sinclair, che ha dato il nome al

gruppo musicale di cui fa parte Sil-ver. Una stanza della casa costitui-sce, infatti, la sala prove del gruppo, che usando sintetizzatori elettroni-ci e strumenti vintage crea pezzi di musica elettronica oggi sempre più apprezzati. Una passione quella di Silver costata diverse centinaia di euro, iniziata 10 anni fa spulciando tra mercatini e soffitte degli ami-ci, luoghi in cui ha trovato oggetti come Magnavox Odyssey, Inno Hit, Sega Master System, Reel, Polistil… Tutti prodotti per intenditori del settore, che negli ultimi 30 anni hanno generato l’attuale tecnolo-gia alla portata di tutti. Attorniati dagli oggetti che hanno rivoluzio-nato l’era moderna, Silver e France-sca si sono creati un’abitazione den-sa di design e di buon gusto; a loro la qualifica di architetti mancati. IN

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“Sei anni belli anche se dispendio-si”. Roberto Vianello, presidente dell’Acmar Basket Piero Manetti, sin-tetizza così il suo periodo al coman-do del club giallorosso. “Sono stato coinvolto per la seconda volta - dice - e mi sono posto alcuni obiettivi. Il primo è ricordare Piero Manetti, una persona che ha regalato tante soddisfazioni al basket ravennate, poi essere riconoscente verso una città che mi ha dato tanto, avvicina-re i bambini al basket e soddisfare la mia passione per la pallacanestro”.

Proprio a Piero Manetti, presidente del Ravenna Basket che raggiunse l’A2, è legata la pagina più bella: “Piero è una figura importantissima per la città”, ricorda commosso Via-nello. “Ho di lui ricordi indimenti-cabili: si lavorava insieme in un am-biente unico, con grandi giocatori e partite stupende, come la vittoria di San Lazzaro di Savena che ci fece andare nell’attuale Dna”. A distan-za di vent’anni l’ambiente della pallacanestro è molto cambiato: “Oggi è tutto diverso, quello era un

La squadra in DNB e un settore giovanile in

grande espansione, premiato da importanti

convocazioni. Un cammino in crescita per

il club Acmar Basket Piero Manetti, presieduto

da Roberto Vianello.

testo Michele Virgili - foto Massimo Fiorentini

I giovani sotto Canestro

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Dirigere | Roberto Vianello

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mondo di sport, questo è un’indu-stria. La bellezza del dilettantismo è sparita, non c’è più la passione e l’amore per lo sport, adesso è tutto professionismo e ogni cosa viene esasperata”.Dal 2010 c’è stata una sorta di svol-ta all’interno del club: “Abbiamo voluto gettare le basi per trasfor-mare la società in qualcosa di più strutturato, è arrivato un allenatore di esperienza come Cesare Ciocca e Dario Bocchini come general ma-nager, che dopo un anno ha però deciso di tornare a Trieste. Hanno portato la loro esperienza contri-buendo a consolidare la nostra società”. Tante soddisfazioni per il presidente Vianello giungono dal settore giovanile: “Sono stati fatti sforzi notevoli. Maurizio Massari e il suo staff hanno indovinato le scelte, c’è della qualità, i bambini sono felici e abbiamo anche delle squadre femminili. Un giorno spe-riamo di avere una prima squadra con tutti giocatori di Ravenna”.A dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto sono arrivate le convocazio-ni, da parte del Comitato Regiona-le Emilia Romagna, per la compo-sizione dei gruppi di allenamento

per il Progetto Azzurri, curato dal responsabile del settore squadre nazionali giovanili maschili Andrea Capobianco, per sette ragazzi del-le formazioni giovanili giallorosse: Federico Battaglia, Matteo Giardini, Alessandro Mazzotti, Alessio Tem-porin, Marco Maraldi, Gian Anto-nio Zannini e Marco Bendoni. E per quanto riguarda la prima squadra la soddisfazione è la convocazione di Giacomo Cicognani nella naziona-le Under 20 guidata da Sacripanti.L’Acmar è inserita nella stagione 2011/12 nel girone B di DNB: “Ra-venna merita sicuramente un pal-coscenico più importante di quello attuale. Nel nostro girone - prose-gue il presidente - la squadra che si è dimostrata più forte è Ferrara ma

noi siamo contenti dei risultati otte-nuti; quando abbiamo perso è stato per prestazioni al di sotto delle no-stre possibilità”. In un periodo di crisi Vianello ringrazia gli sponsor principali che hanno dimostrato il loro attaccamento ai colori giallo-rossi. “L’Acmar è stata eccezionale aumentando l’aiuto, poi la Fonda-zione Cassa di Risparmio e a tutte le aziende che sono riuscito a coin-volgere. Certo, la città di Ravenna potrebbe dare molto di più e noi meriteremmo maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione. Ri-spetto allo scorso anno - conclude - c’è stato un incremento di pubbli-co al PalaCosta. Stiamo lavorando bene e il palazzetto sempre pieno ne è la dimostrazione”. IN

Nella foto, la squadra che milita nel girone B di DNB. In piedi da sinistra: Morigi, Bosio, Quartieri, Amoni, Barbieri, Cicognani, Locci, Sanlorenzo, Zambrini, del Vecchio. Seduti: Frigoli, Filattiera, Lunghini (ass.all.), Ciocca (all.), Sacchi (vice all.), Babini (fisio), Caroli e Davolio (capitano).

Alla guida dei giallorossi

Presidente del Basket “Piero Manetti” dalla stagione 2005/06, Roberto Vianello aveva già ricoperto la carica di vicepresidente del Ravenna Basket sul finire degli anni ‘80, quando il basket ravennate agguantò la promozione in A2 al termine del campionato 1988/89. I migliori piazzamenti ottenuti dall’attuale squadra sono il quarto posto della stagione 2008/09 e il terzo nella stagione scorsa. Fiore all’occhiello per il club di via della Lirica è il settore giovanile, composto da circa 350 ragazzi divisi in 20 gruppi che partono dal baby-basket (3-4 anni) fino all’under 19. Lo staff è formato da 25 persone, con Maurizio Massari responsabile del settore giovanile. Acmar è lo sponsor principale della società.

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Lavoro e volontariato s’intrecciano nella carriera di Vittoria

Graziani. Dal Gruppo Giovani di Confindustria

al suo impegno al fianco dei più deboli in Tanzania.

Incontriamo una giovane donna in carriera molto bella, dal fisico di in-dossatrice. Quel che maggiormente colpisce di lei è il viso aperto, sorri-dente e lo sguardo diretto, limpido e pulito. Quando le chiedo il luogo d’origine risponde con forza ed en-tusiasmo: “Sono romagnola doc!”. L’entusiasmo di Vittoria Graziani è contagioso anche durante una bre-ve conversazione, lo stesso che met-te nel lavoro e nella vita.“Dopo il diploma in ragioneria mi sono iscritta a Giurisprudenza, ma ho iniziato subito a lavorare presso il Gruppo Ferruzzi tralasciando gli studi. In seguito ho lavorato in ban-ca svolgendo contemporaneamen-te il ruolo di vice presidente del Gruppo Giovani di Confindustria”. Cosa le ha dato il suo impegno nel Gruppo Giovani di Confindustria?“Ho lavorato a fianco di Giovanni Poggiali, il presidente, e devo dire che è stata un’esperienza insostitu-ibile che mi ha dato modo di con-

frontarmi con persone che svolgo-no attività completamente diverse in aziende. Ho potuto conoscere molte problematiche a livello re-gionale e nazionale, un’esperienza davvero fondamentale”.Vittoria mostra da sempre un lato molto generoso del suo carattere prendendo parte a iniziative orga-nizzate per beneficenza.Recentemente si è impegnata in una full immersion partendo con una spedizione Lions in Tanzania. Le chiediamo di raccontarci questa esperienza. “Ultimamente ho deciso di dedi-care più tempo possibile ad attività sociali e ho partecipato in maniera concreta alla spedizione in Tanzania con un gruppo di medici. Io, non es-sendo medico, ho avuto l’opportu-nità di osservare, di imparare, di ca-pire le grandi difficoltà ed esigenze che emergono in alcuni paesi. Sono già tre anni che ripeto questa espe-rienza grazie anche al mio datore

di lavoro che mi permette di farla, compatibilmente con le esigenze di servizio. Partecipare a queste spedi-zioni mi ha dato tanto e ho deciso di trasformarle in un impegno fis-so, almeno una volta ogni anno. Ho scoperto che sono davvero tante le persone che fanno volontariato e dedicano il loro tempo agli altri, un impegno stimolante e gratificante”. Vittoria, lei è impegnata per molte ore al giorno e dedica tempo agli altri. Cosa fa nel suo tempo libero, se le ri-mane? Sport, palestra, legge e ascol-ta musica?“Amo frequentare musei e mostre e di questo ringrazio il mio com-pagno, appassionato ed esperto di arte moderna e contemporanea. Mi piace la musica mentre la lettura la riservo soprattutto ai periodi estivi; recentemente mi sono appassiona-ta alla lettura dei gialli o gialli noir, come quelli di Eraldo Baldini che non perdo mai”. IN

testo Anna De Lutiis - foto Lidia Bagnara

L’entusiasmo del Fare

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Sostenere | Vittoria Graziani

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Un affollato cocktail party all’Alexander per l’uscita

del numero speciale di Ravenna IN Magazine,

realizzato in occasione del decennale della rivista.

Oltre trecento persone si sono ri-trovate la sera del 24 novembre al ristorante Alexander di Borgo San Rocco, per brindare al primo compleanno a due cifre della rivista Ravenna IN. Ospiti della serata i col-laboratori, gli sponsor, gli amici, i sostenitori ed i lettori del periodico, tra cui tanti protagonisti delle co-pertine, dal maestro Paolo Olmi alla direttrice del MIC Claudia Casali, da Cristina Rocca ad Enrico Mam-belli, da Enrico Sabbioni a Luce Caponegro. Il cocktail party è stata l’occasione per scoprire il numero speciale di Ravenna IN Magazine, edito per questa particolare occasio-

ne celebrata non senza una punta d’orgoglio, con la speranza di aver contribuito a raccontare, numero dopo numero, fatti e volti, progetti e trasformazioni. A campeggiare sulla copertina del numero speciale l’au-stero profilo di Dante Alighieri, sotto il cui sguardo vigile è trascorso que-sto primo decennio del XXI secolo. A raccontare Ravenna sono stati alcuni dei tanti volti apparsi in co-pertina, assieme alle istituzioni, agli sponsor e ai lettori di Ravenna IN Magazine. Voci diverse che hanno raccontato la città, interpretandone eventi e fatti di questo decennio d’i-nizio secolo. IN

testo Roberta Brunazzi - foto Massimo Fiorentini

10 anni in Copertina

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Editare | Ravenna IN Magazine

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