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GLI SCRITTORI LATINI CRISTIANI
Basilica di Santa Pudenziana al Viminale (fine del IV secolo): ai lati del Cristo, posto al centro e barbuto come
Giove, stanno i cristiani ex gentibus (Paolo, a sinistra) e quelli ex circumcisione (Pietro, a destra)
CC-BY-SA-3.0 Self-published workFiles by User:WelleschikCreated with Hugin
I. POESIA
COMMODIANO
Il nostro primo autore cristiano
Ha il solo nome di Commodiano.
Nord Africano? di Gaza lo dicono:
Solo ne parlan Gennadio e Gelasio.
Dice lui stesso che nacque pagano,
e poi già vecchio divenne Cristiano,
e si sentì chiamato alla missione
di dedicarsi in tutto all’istruzione
degli ignoranti sulle verità
della fede. La combattività
e focosa intolleranza distinguono
i suoi scritti. Due opere ci restano:
Instructiones, Carmen apologeticum:
Son le prime ottanta poemi acrostici,
carmi acrostici, in cui le prime lettere di ogni verso
compongono una frase, in ordine diretto o inverso.
tranne il Sessanta, in ordine alfabetico.
Quanto all’Ottanta, in inverso ordine
COMMODIANUS MENDICUS CRISTI leggesi.
Contien contro pagani e ebrei polemiche
E in parte ai fedeli esortazioni.
Questa seconda parte riflessioni
Contiene che riguardan l’Anticristo,
della fine del mondo il tempo tristo,
la Resurrezione. Qui il laicato e il clero
esorta a un pentimento sincero,
temi ripresi nell’Apologeticum,
millesessanta esametri in distici
di esametri in cui della quantità
sacrificio all’accento si fa.
Nel poema lo zelo è dogmatico,
ma ortodosso non lo si considera.
Nel suo linguaggio non solo la metrica
Ma la morfologia pure mutasi
e la sintassi, il che dà indicazione
che nuove lingue sono in formazione.
Non è incolto l’autore: perché i classici
conosce, Orazio, Virgilio e Lucrezio.
DAMASO I
Damaso fu Papa nel quarto secolo. Damaso I, 37° Papa, 366-384
Qui ne parliamo come uom di lettere:
Egli è della cristiana epigrafia
L’autore più grande che ci sia.
I moderni, che gli sono avversi
Scadenti giudicano i suoi versi,
zoppi, freddi, insieme mal cuciti.
Ma meglio i carmi gli sono riusciti
In onore dei santi e dei martiri,
e non mancano di valor poetico.
Mosaico di Sant'Ambrogio di Milano nel sacello di San Vittore (378 ca.) annesso alla
Basilica del Santo, probabile ritratto del vescovo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Ambrogio
Sant’AMBROGIO
Aurelius Ambrosius
Preparati, lettor, che ad un gigante
A questo punto di troviam davante.
Aurelio Ambrogio, a Treviri nato
Nel Tre-Tre-Nove, era imparentato
Con Simmaco di cui già si parlò.
Ma la sua vita non racconterò:
molto egli fece essendo magistrato,
e ancor più da che fu nominato
a sorpresa vescovo di Milano,
lui che non era neppure cristiano.
Ma poi che vescovo infin si trovò,
pilastro della Chiesa diventò
lottando senza il minimo timore:
scomunicò Teodosio imperatore
Nel 390 Teodosio si era reso colpevole di una strage di
migliaia di cittadini a Tessalonica, per pura e semplice ira.
Pur senza andare agli estremi che la tradizione riporta,
Ambrogio scomunicò l’Imperatore, che fu riammesso alla
Chiesa solo dopo aver fatto penitenza per diversi mesi.
e dopo penitenza lo riammise.
Milano suo patrono lo decise
E come tal nella memoria stette.
Ei nell’anno morì Tre Nove Sette.
A lui toccò l’onor di battezzare
Sant’Agostino. E quindi annoverare
quale dottore la Chiesa cattolica
lo volle, uno dei quattro massimi,
con Girolamo, Agostino e Gregorio.
Attivissimo, egli scrisse moltissimo.
INNI
Anzitutto gli inni religiosi,
molti apocrifi, molti famosi:
tutti son detti inni ambrosiani,
ma molti autori ci han messo le mani.
Certi studiosi hanno ridotto a tredici
gli inni che son da ritenersi autentici,
altri ne contan solo quattro o cinque:
otto strofe, in tetrametri giambici,
Vale a dir quattro versi di otto sillabe,
che fur modello seguito dai posteri.
Ei ne compose pure la musica.
Primo citiam “Deus Creator omnium”
Secondo l’inno “Aeterne rerum conditor”
Inoltre lo “Jam surgit hora tertia”
E quarto “Jam Christus astra ascenderat”.
A cui s’aggiunge un inno natalizio
In sette strofe, e quindi un poco anomalo,
Il quale di “Veni redemptor gentium”
Porta il titolo. Gli si fa credito
D’aver composto il Te Deum, in giubilo
Pel battesimo di Sant’Agostino:
spesso è cantato nel rito latino.
ALTRE OPERE
L’Opera Omnia il suo zelo riflette:
Oggi i volumi son ventisette.
L’esegesi è di scuola Alessandrina;
in dogma a Basilio s’avvicina,
San Basilio (il Grande), di Cesarea in Cappadocia, 329-379.
molto insiste, come ognun vede,
sul peccato, la grazia e la fede.
Sul dogma scrisse almeno sei opere,
a cui dodici di etica si aggiungono
(La “De Officiis ministrorum” è una;
sulla verginità ce n’è più d’una).
Tredici sull’antico testamento
(si tratta di omiletico commento)
omiletico: in stile di predica
Uno dei quali è l’Examerone
Sei libri sui giorni della Creazione.
Examerone: da Hexaemeron, dal greco: sei giorni,
ma scritto in latino
In morte dell’imperator Teodosio,
di Valentiniano, e del fratel Satiro
Scrisse tre orazioni funerarie.
Restano infine novantuno lettere,
due ne mandò a Valentiniano
che avean lo scopo di rendere vano
il tentativo del retore Sìmmaco
di rimetter l’ara della Vittoria
in Senato, d’onde fu messa fuore,
da Graziano, romano imperatore.
Per concludere, dirò che ci restano
Frammenti di sermoni, e pure un valido
Commento alle lettere di Paolo,
l’Ambrosiaster, che a lungo suo credettesi,
finché Erasmo nel Cinque-due-sette
lo nega e tutti d’accordo mette.
Erasmo da Rotterdam 1527
Chi sia Ambrosiaster nessuno lo sa,
questo mistero (penso) resterà.
PRUDENZIO CLEMENTE
Aurelius Prudentius Clemens
Il maggior poeta probabilmente
Di quei tempi fu Prudenzio Clemente.
Spagnolo, nacque nel Tre-quattro-otto,
fu avvocato, governatore e dotto.
Vecchio si ritirò da vita pubblica
Assumendo un regime in tutto ascetico,
dal mangiar carne animale astenendosi.
I poemi scritti in quel periodo
Nel Quattrocentocinque poi raccolse
E una Praefatio al lettor rivolse,
nella qual la sua vita è raccontata.
Di morte sua non si sa la data.
OPERE
Si distinguono le opere sue
Dalla critica moderna in gruppi due,
che la citata Praefatio precede.
Il primo, due raccolte possiede
1) Cathemerinon, di inni dodici
Che al fedel raccomanda Prudenzio
Di cantare ogni giorno. Quindi c’è
(2) il Peristephanon, che in due libri è.
Son quattordici inni in metro vario
Che cantano le corone di martiri
Di Roma e Spagna.
2) Nel gruppo secondo
Hai l’Apotheosis in cui a fondo
Prudenzio attacca chi fede non ha
In Cristo Dio e nella Trinità.
“Del mal l’origine”, Hamartigenia
Attacca di Marcione l’eresia
“Origine del male”, o “origine del peccato”
Con il suo quasi dualismo gnostico.
Di Tertulliano esprime lo spirito.
Marcione riteneva che il Dio del Nuovo e del Vecchio
testamento fossero due dei distinti, il secondo dei quali
inferiore e responsabile del male nel mondo.
Nel “Libri contra Symmachum” s’oppone
Come Ambrogio alla restaurazione
dell’ara della Vittoria in Senato.
Il “Dittochaeon”, che in italian translato
Significa “il doppio testamento”,
è un gruppo di epigrammi a commento
di episodi della sacra storia,
Son quarantotto tetrastici esametrici
Tetrastici esametrici: modo pomposo per dire quartine di
esametri.
A cui s’aggiunge un quarantanovesimo
Che è considerato spurio dai critici.
Forse raffigurazioni descrivono
Da farsi o fatte in qualche basilica.
Ma l’opra che ebbe influenza nei secoli
È il suo poema che in forma epica
Narra la lotta spiritual dell’anima,
che le virtù cardinali sostengono
contro i vizi a un tempo e l’idolatria:
questa è la famosa Psychomachia.
Possiamo fare un ultimo commento:
Prudenzio, pel calor del sentimento
È il maggior poeta cristian, che merita
Un degno posto tra i lirici classici.
SIDONIO APOLLINARE
Gaius Sollius Sidonius Apollinaris
Nacque a Lugdunum ch’è oggi Lion
Quattro-Tre-zero. Morì a Clermont
Clermont-Ferrand, (pron: KLERMÒN) in Alvernia.
Quattro-otto-sei. Fu nobile vero
Gallo-roman, che del morente impero
L’Impero Romano d’Occidente, come si ricorderà, cadde
nel 476 dC, durante la vita di Sidonio
Fu funzionario, poeta e vescovo
D’Alvernia, e santo per i cattolici.
Per conoscenze, per rango e virtù
Della pubblica vita al centro fu.
Dai nemici due volte catturato,
pel suo prestigio fu liberato.
Quattro-sei-nove divenne vescovo
Ed onorò d’Alvernia la cattedra.
OPERE
Nell’opra sua due mondi convivono
Felicemente: cristiano e classico.
L’opre sue sono ventiquattro Carmina
Scritti prima che divenisse vescovo,
son composti in distici elegiaci,
e in parte anche in endecasillabi.
Tra lor son i celebri panegirici
di Avito, Maggioriano e Antemio,
seguendo l’orme di Plinio il Giovane
che scrisse di Traiano il panegirico.
Nell’altre poesie non invano
Prende a modelli Stazio e Claudiano.
Scrisse centoquarantasette lettere
In nove libri. Queste ci informano
Sui tempi e sui costumi di quell’epoca
ma è difficile dare loro altro merito,
perch’egli le voleva pubblicare
e nel suo stile non poté evitare
troppi ornamenti ed altre pesantezze,
che certo non ne aumentan le bellezze.
Son suoi modelli Simmaco e Plinio:
modelli che di fatto assai lo superano.
II. PROSA
MINUCIO FELICE
Marcus Minucius Felix
Questo avvocato romano e scrittore
Fu sotto Marco Aurelio Imperatore,
Ma oramai si son dimenticate
Di sua vita luoghi, fatti e date:
Si dice che Minucio fu africano,
pel suo ispirarsi da Tertulliano;
La vita è posta con qualche argomento
Tra il Centosessanta ed il Trecento.
Quel che sappiamo è che l’amico Ottavio
Seppe convertirlo al Cristianesimo.
OPERE:
Octavius
Per caso annessa all’opera di Arnobio
Fu conservato anche l’Octavius
Come “ottavo libro”, sorte strana
Della più antica opera cristiana.
L’Octavius ha luogo sul lido di Ostia
Fra tre amici che insieme passeggiano:
si tratta di tre avvocati celebri,
l’autore, Cecilio Natale e Ottavio.
Cecilio rende omaggio a una statua
Che rappresenta il dio Serapide.
Sorge una disputa tra Cecilio e Ottavio
E Felice ne è nominato arbitro.
Cecilio difende culti e riti pagani,
l’altro esalta le virtù dei cristiani.
Cecilio si converte in fin del dialogo,
e ovviamente il vincitore è Ottavio.
Ciceroniana è la forma del dialogo,
e argomenti son presi dall’opera
De Natura Deorum, a cui misti
Son concetti dei greci apologisti.
Cicerone egli prese ad esempio
Non senza trascurar lo stoico Seneca.
Girolamo ‘l dice autor del De Fato,
del qual però nulla mai fu trovato.
Quinto Settimio Florente Tertulliano
TERTULLIANO
Quintus Septimius Florens Tertullianus
Nato a Cartagine, ma scrittor romano,
è il primo grande scrittore cristiano.
Nacque intorno al Centossessanta, si pensa ora nel 155 dC
morì all’età di circa anni ottanta.
Da genitor pagani fu educato
E ai misteri di Mitra fu iniziato.
Perché sua vita non fosse uno spreco
Studiò retorica, diritto e il greco.
In gioventù fu alquanto dissipato,
ma in Africa e Roma noto avvocato.
Tornò poi nella natia Cartagine
E verso il Centonovantacinque
Forse attratto dall’esempio dei martiri
Si convertì infine al Cristianesimo.
Ad(versus) Nationes fu la prima opera
Che il Nostro pubblicò, dopo un biennio. Quindi nel 167 dC
Presi gli ordini sacerdotali
E s’occupò di questioni morali,
Intransigente fino al fanatismo
E fino ad aderire al Montanismo, Eresia Montanista
che intorno al Cencinquanta ebbe origine, Si pensa tra il 135 e il 177
e ai suoi chiedeva una morale ascetica
con rigorosissimi standard etici.
Inoltre essi credevan che lo Spirito
Ispirasse una “Nuova Profezia”.
Da molti fu creduta un’eresia,
che nel Duecentodue fu condannata
da Papa Zefirin, ma non domata.
Papa Zefirino I (15° vescovo di Roma) , 199-217
Tertulliano al Montanismo si diè
E questo avvenne nel Due-uno-tre,
ma non sembra si credesse separato
dalla Chiesa, a cui sempre fu legato.
Con tutto ciò la sua scelta pesa
E non fu detto “Padre della Chiesa”,
Sebbene fosse un profondo teologo
Sostenitor del dogma trinitario.
OPERE
Scrisse opere teologiche e polemiche,
contro i pagani e contro sette eretiche,
o anche solo di altri teologi
che le sue idee non condividevano.
Tre periodi possiamo distinguere:
Cristiano, che al Duecentosei spingesi;
quello influenzato dal montanesimo
che va fino al Duecentododici.
Poi il periodo montanista vero
Che arriva fino al Due-Due-Zero.
Quattordici opre restan che al periodo
Cristiano risalgono, mentre dodici
dal Montanismo influenzate direi.
Apertamente montane son sei.
Ad(versus) Nationes
Nell’Ad(versus)Nationes libri due
Al popol si rivolge con le sue
Parole, della nuova Religione
In difesa ed in opposizione
Al Paganesimo.
Apologeticum (o Apologeticus)
In cui rivolgesi
Ai Governatori perché leggano
Dei Cristian le difese, che condannano
Senz’altro. Chiede che trattino
I Cristiani come le altre sette
Che l’Impero fino a ora ammette.
De Idolatria
Qui combatte con foga Tertulliano
L’idolatria del culto pagano.
De Spectaculis
Or Tertullian vieta che ai pagani
Spettacoli assistano i cristiani
e ogni forma di partecipazione,
perché strumenti son di dannazione.
È Tertulliano uno dei migliori
Tra i primissimi cristiani scrittori,
Ha stile ricco di vivacità,
di forza e di originalità.
San Cipriano, Vescovo,di Cartagine, Padre della Chiesa, Martire.
CIPRIANO
Thascius Caecilius Cyprianus
San Cipriano era Cartaginese
Quando sia nato, ahimè non è palese.
Nacque all’inizio del terzo secolo
Da una famiglia di ricchi Berberi.
Certamente dapprima fu pagano
E sol a mezza età si fe’ cristiano
A ciò spinto dal prete Ceciliano.
Divenne vescovo e scrittor romano,
lui, orator, maestro di retorica.
Fu controverso, ma caritatevole,
incline al buon senso verso i deboli,
ma contro i corrotti fu temibile,
ed ebbe polso fermo nella peste.
Ma vennero per lui ore funeste:
da Valeriano fu perseguitato
prima in esilio e poi decapitato:
Valeriano, Imperatore Romano, dal 253 al 260
Duecentocinquattotto il dì quattordici
di settembre fu della fede martire.
OPERE
Prolifico scrittor fu ed elegante:
tra gli scrittor cristiani fu il gigante
prima di Agostino e di Girolamo
(Tertulliano era oscuro e (quasi)eretico).
Ai Cristian più sovente rivolgendosi
Voleva incoraggiar più che convincere.
Ad Donatum
Fu la sua prima cristiana opera
Scritta a un amico, sotto una pergola.
Un monologo a Donato egli scrive,
La corruzione del mondo descrive:
gladiatori, teatri, tribunali
ingiusti, mancanza di ideali
nel perseguire successi politici.
Intanto difende il Cristianesimo,
indicando come unica via vera
una vita di studio e di preghiera.
Ad Demetrianum
Questa lettera invece è ad un pagan,
duro nemico di tutti i cristian:
del Cristianesimo son conseguenze
le guerre, carestie, pestilenze.
Per Cipriano il Cristian colpa non ha
Di queste romane calamità.
Epistulae.
Ottantun lettere ha l’epistolario,
che fu raccolto in modo e tempo vario.
Si pensa che solo sessantadue
Vadan considerate come sue
Tre sono scritte a nome di concilii.
Ponzio il Diacono fu il suo biografo.
LATTANZIO
Lucius Caecilius/Caelius Firmianus Lactantius
Nacque in Africa, nel Duecencinquanta.
Famoso retore, ad anni quaranta
Diocleziano’l chiamò a Nicomedia, Nicomedia in Bitinia, capitale di Diocleziano
per averlo insegnante di retorica.
Intanto, nato in famiglia pagana,
Avea abbracciato la fede cristiana,
per cui nell’anno Trecento e tre,
quando Diocleziano contro la fé
diè inizio all’ultima persecuzione,
dovè lasciar la sua occupazione.
Trecentoundici, tornò in Bitinia,
in seguito all’editto di Galerio.
Poi Costantino a Treviri il chiamò
E aio di suo figlio il nominò, Questo figlio era Crispo
nel Trecento diciassette. Morì,
poco dopo, ma con lui non finì
la fama del suo stile e del talento,
e fu lodato nel Rinascimento,
col nome di Cicerone cristiano,
da Pico e da Angelo Poliziano. Pico della Mirandola
OPERE
Perse l’opre del periodo pagano,
quattro ne restan, scritte da cristiano:
De opificio Dei (la Provvidenza);
De ira Dei, contro la credenza
Che Dio non si interessa degli uomini
Al destino. Più noto è il De mortibus
Persecutorum, in cui ha mostrato
che gl’imperator che perseguitato
Hanno i cristiani, ebber tristi vicende
Che terminarono con morti orrende.
Quarta il De Divinis Institutionibus
In libri sette dei quali in seguito
In un sol libro scrisse un’ “epitome”. Epitome = riassunto
I libri un-tre sono apologetici,
gli ultimi quattro sono una sintesi
della dottrina cristiana. Lattanzio
qui vuol proporre una continuità
del saper nuovo con l’antichità.
Resta un poemetto del quale si dice
Che non sia suo:” De ave Phoenice”
Si tratta di ottantacinque distici
In cui il mito della fenice si assimila
Alla passion, morte, resurrezione
Di Cristo, con stile e erudizione.
Leonardo da Vinci: San Girolamo.
GIROLAMO
Sofronius Eusebius Hieronymus; San Girolamo
Prodigio di cultura e erudizione
San Girolamo nacque a Stridone
Nel Trecenquarantasette, in Dalmazia.
Andò a Roma e vi studiò retorica.
Terminati gli studi, andò a Treviri
Poi Aquileia. Sempre lo attiravano
Le pratiche ascetiche. Andò in Calcide
Presso ad Aleppo, per un biennio,
tra gli stenti vivendo da eremita.
A questa fase della sua vita
Le opere d’arte si riferiscono
Che “penitente” lo rappresentano,
insieme al suo leone fedelissimo,
con più d’un episodio leggendario.
Viaggiò in molti luoghi finché fue
A Roma nel Trecento ottantadue.
Di Papa Damaso fu Segretario,
e ne parve il successor probabile.
Ma per la sua inflessibilità
L’elezione non divenne realtà.
Trecento ottantacinque lascia Roma,
l’anima sua è vinta, non è doma.
Grazie anche ai fondi dell’allieva Paola
Due monasteri può fondar Girolamo
A Betlemme. Vivrà in quel maschile,
fino alla morte. L’altro è femminile.
Qui si dedica alla traduzione
Della Scrittura, col fido leone:
Molti pittori anche a questo periodo
Della sua vita si ispirarono.
Nel Quattrocentoventi egli muore
Nell’anno in cui Onorio imperatore
al clero impone il celibato,
per cui Girolamo aveva lottato.
OPERE
La Vulgata
L’intera traduzione della Bibbia
Che Vulgata fu detta, è sua opera
A tradurla in latino il primo è:
L’impresa compie in anni ventitre.
Fino al secol ventesimo regnò
E sol più tardi vi si rinunciò.
De Viris Illustribus
In questo testo, del Novantadue
Sono ben chiare le intenzioni sue:
le Vite di Svetonio emulare
e le cristiane lettere mostrare
esser sullo stesso piano dei classici.
Di centotrentacinque autor biografo
Non esclude eterodossi e pagani,
se ebbero a che far con i cristiani.
Cinquantasette scrittor li incontrò;
per gli altri ad Eusebio si ispirò.
Chronicon
Del Chronicon di Eusebio traduzione,
rielaborazione e continuazione
quest’opera è una storia universale:
Tre-Sette-Otto è la data finale.
Per la cultura e la cronologia
Antica, questa è la maestra via.
Prospero d’Aquitania continuò
E al Quattro-cinque-cinque si arrestò.
LETTERE
Gli scritti di Girolamo son tanti,
difficil dire i più interessanti,
certo le epistole sono fra questi.
Con vario stile in varii contesti
della sue mente ci danno un’immagine
e i tempi suoi vivacemente illustrano.
Cencinquantaquattro credonsi autentiche,
l’ordine è dalla data in cui si scrissero.
Normalmente le corrispondenze sono ordinate secondo la
data in cui le lettere furono ricevute. Questo può fare una
bella differenza, vista la lentezza dei mezzi e le difficoltà
dei tempi di allora.
Sandro Botticelli: Sant’Agostino
AGOSTINO
Aurelius Augustinus Hipponensis – Sant’Agostino
Nacque a Tagaste, nel nord dell’Africa,
Tre-cinque-quattro, di novembre il tredici.
Berbero d’origine, o forse punico
Filosofo, vescovo e teologo,
Padre, Dottore, Santo pei cattolici,
tra i pensator cristiani il massimo
nel primo millennio. E un posto ha
tra i maggior geni dell’umanità.
Il padre fu un pagano, Patrizio;
la madre era cristiana, Santa Monica,
alle cui preghiere e devozione
Agostino dové la conversione.
Sedicenne in crisi morale entrato
Inquieto fu, e “attratto dal peccato”.
Diciassettenne, ancor in crisi, a Cartagine,
Provava uno smisurato desiderio
D’esser primo in tutto, anche nel peccato.
Tre-sette-due, ebbe il figlio Adeodato
Da una donna colla quale convisse
Quindici anni. Ma non mai ne scrisse
Il nome in alcuno dei suoi testi.
Ma i suoi costumi si fecer più onesti
Letto l’Hortensius di Cicerone
Che di sua vita mutò direzione.
Irrequieto egli studiò via via
Ogni religione e filosofia.
Dal Tre-sette-tre al manicheismo
Dedicò ogni suo attivismo,
I Manichei credevano che esistessero un principio del bene
e uno del male, il che spiega molte cose, ma ne lascia altre
nell’oscurità.
Cosa per lui del tutto naturale,
torturato dall’origin del male:
Questa dottrina un poco lo placò,
e dieci anni manicheo restò.
A Cartagine insegnava retorica
E vinse la “corona agonistica”
In un torneo di poesia. Ma via via
Si avvicinava alla filosofia.
Abbandonato il manicheismo
Passò prima allo scetticismo
Degli Accademici. Non vi restò
E al neoplatonismo infin passò.
I suoi colloqui con Ambrogio
Finalmente lo illuminarono:
Verità non è oggetto posseduto
Ma un universal, totale, assoluto
Che ci possiede perché è un soggetto
vivo e personal, non un oggetto.
Nel Tre-otto-sei trentaduenne
La sua conversione infine avvenne.
“Tolle et lege”, un bambino cantò.
Lesse Paolo, e Ambrogio il battezzò.
Di Paolo lesse in quell’occasione l’Epistola ai Romani 13-
15.
Tre-otto-sette, tornava in Africa,
quando a Ostia morì sua madre Monica,
Sol dopo un anno, passato per Cartagine
Venne a Tagaste, ma evitava gli Ordini
Tuttavia, venuto a Ippona,
Costretto fu alla decisione buona.
Tre-nove-cinque vescovo divenne,
e trentaquattro anni ivi si tenne.
Molto scrisse, e molto predicò;
con gli eretici con foga lottò:
manichei, donatisti, pelagiani,
semipelagiani e infin gli ariani:
lo troviamo a lottare alla difesa
costante per l’unità della Chiesa.
Il “comes” Bonifacio mal si mette, Comes = conte
siamo ormai nel quattro-due-sette:
contro Galla Placidia si rivolta
e quella il buon senso non ascolta:
chiama in soccorso Visigoti e Vandali,
che sono ariani e l’Africa devastano.
Fugge Bonifacio a Ippona assediata
Perché era città ben fortificata.
Il re vandalo, ch’era Genserico
Era suo implacabile nemico:
diciotto mesi l’assedio continuò.
Ma Agostino ben presto si ammalò.
Quattro-tre-zero, Trentun agosto
Morì, da vescovo fermo al suo posto.
I cattolici fuggono i Vandali,
portando a Cagliari l’amato feretro,
ove rimase fino a che Liutprando
di portarlo a Pavia dié il comando
Nel Settecentodiciotto: da allor
Dorme Agostino in San Pietro in Ciel d’Or.
OPERE
Agostino fu autore assai prolifico
Di scritti che a ogni campo si estesero:
autobiografico e filosofico,
apologetico ed esegetico,
morale, dogmatico e polemico,
con sermoni, con poemi e lettere:
la corrispondenza è invero tanta
ci son lettere duecentosettanta
(cinquantatre però son qui contate
Che dai corrispondenti fur inviate).
Quanto ai sermones, su diversi oggetti
Son più di quattrocento, chiari e schietti.
Tra tante spiccano però due opere
Che la sua fama al mondo assicurano.
Le Confessioni
Confessionum libri XIII
Tredici libri in cui a Dio volgendosi
Della sua vita le vicende narraci.
Nel libro ottavo in stil semplice espone
La storia della sua conversione.
È ritenuta senz’altro quest’opera
Degli scritti cristiani uno dei vertici.
La Città di Dio
De Civitate Dei contra Paganos, Libri XXII
Ventidue libri, dal Quattrocentredici
in tredici anni, la sua somma opera,
Scrisse per discolparsi dalle accuse
Che il popolo ancor pagano profuse
Sui cristiani dicendo che Roma
Per lor colpa era stata vinta e doma.
(Questo avvenne poi che saccheggiarono
L’Urbe i Goti di Alarico e attonito
Il sacco di Roma dei Visigoti di Alarico avvenne nel 410
dC
L’Orbe restò). Agostin della storia
Una filosofia traccia. Convivono
Al mondo due Città, quella degli uomini
E quella di Dio. L’una è il dominio
Dell’egoismo e della lotta interna;
è regno l’altra di Provvidenza Eterna,
spera in un regno di giustizia e pace.
Ma alla fine la prima soggiace
Secondo un processo preordinato.
Per studiarlo Agostino ha esaminato
Tutti i sei giorni della creazione
In parallelo con l’esposizione
Di sei epoche che lui ci ha indicato.
L’uomo è libero, ma è impegnato
A stare con l’una o l’altra città:
dell’egoismo o della carità.
Solo se a fondo s’interrogherà
Potrà capire da che parte sta.
Tracciando delle due città la storia
Passa Agostino in rassegna lo scibile
Di tutto il mondo antico, con acume
Tanto che il suo libro resta il lume
Che illumina il passato, monumento
Del pensiero umano nel momento
In cui la storia inizia nuova pagina.
In questa e in altre minori opere
Agostino tra i cristiani autor
Ci rivela l’intero suo valor
Colto, geniale, elegante, corretto,
miglior autore sotto ogni rispetto.
PAOLO OROSIO
Paulus Orosius
Nacque in Spagna, in fin del Quarto secolo,
Nel Tre Sette Cinque, a Braga (probabile).,
morì intorno al Quattrocentoventi.
Lasciò la patria, ignoti i moventi,
“Sine voluntate, sine necessitate, sine consensu,”
(Commonitorium, I)
E andò in Africa nel Quattrocentredici
O nel Quattordici (era già presbitero).
Si recò a Ippona, da Agostino,
e chiarimenti a quel cervello fino
chiese sulla dottrina delle anime
E della lor origine, che eretici
Priscilliani in dubbio volean mettere.
Andò poi in Palestina da Girolamo
contro i Pelagiani per combattere,
sulla libertà del libero arbitrio.
La lotta si protrasse. In fin risolvesi
a ritornare in Spagna per via d’Africa,
ma a mezza via, giunto a Minorica,
venne a saper degli invasori Vandali
Minorica, l’isola di Minorca nelle Baleari.
e tornò in Africa, al suo istitutore.
Questi che conosceva il suo valore
suggerì di comporre un supplemento
alla “Città di Dio”. Non fu lento
ad obbedire Orosio e gli promette
di scriver di “Historiarum” Libri Sette.
Historiarum adversus paganos Libri VII
La storia va dalle origini del mondo,
al Quattro-uno-sette, e sullo sfondo
sta la fondamentale nozion
che Dio determina delle nazion
i destini. Due imperi dominarono:
Roma è l’erede di Babilonia
E Cartagine della Macedonia.
Di Roma sola trattano gli ultimi
Tre libri. Le fonti sono Eusebio,
La storia Sacra, Livio, Eutropio, Cesare,
e infine Floro, Giustino, Svetonio,
e ne risulta un testo frammentario.
L’opera sembra dettata dalla fretta,
forse è superficiale, ma va letta
perché ricco è il periodo ridotto
che parte dal Trecentosettantotto.
Il tono è battagliero e apologetico
Lo stile suo è gonfio e retorico.
Nel Medioevo è noto ad ogni dotto,
Dante talor traducel motto a motto.
E il nome dell’opra ancora vale:
“prima storia cristiana universale”
Severino Boezio, Padre della Chiesa e Martire
Dallo “studiolo” di Federico da Montefeltro.
BOEZIO
Anicius Manlius Torquatus Severinus Boethius
Boezio nacque a Roma, Quinto secolo,
forse nel Quattrocensettantacinque,
da nobile famiglia, e con nobili
famiglie imparentato. Di padre orfano
divenne nel Novanta e allora a un Simmaco
fu affidato, forse a Quinto Aurelio
Memmio, di cui a vent’anni la figlia
Rusticiana sposò. Della famiglia
I due figli Boezio e Simmaco
La nobil tradizione continuarono
Ricoprendo cariche di prestigio
Che li portarono ad esser consoli
Insiem nel Cinquecentoventidue.
Per migliorar le conoscenze sue
Studiò ad Atene ove s’insegnavano
(“scolarca” era Isidoro di Alessandria)
Oltre a Platone ed Aristotele
Le arti essenziali dei platonici:
Aritmetica e geometria
Musica e infine astronomia.
Col tempo divenne aristotelico
Conobbe Simplicio e di Porfirio
Tradusse l’Isagoge, introduzione,
che in latino ebbe enorme diffusione.
Su ogni soggetto scrisse moltissimo,
filosofo, poligrafo, teologo.
La fama delle sue grandi doti
Lo portò al re degli Ostrogoti
Teodorico, che tentava di fondere
L’elemento romano a quello gotico.
Il nobil tentativo non riuscì
E l’influenza di Boezio finì.
Cattolici erano i romani,
gli Ostrogoti erano ariani.
Boezio fu presto sospettato,
e a Pavia in carcere gettato
con l’accusa di praticar magia.
Qui compose “Della filosofia
De consolatione philosophiae
La consolazione” che resta l’opera
Sua più nota e più autorevole.
A Roma Boezio fu processato,
Cinque-due-cinque, e a morte condannato.
Nei pressi di Pavia fu eseguita.
La condanna, e la sua nobile vita
Finì. Procopio scrive che trascorso
Poco tempo morì il re per il rimorso.
Probabilmente Boezio e Teodorico morirono nel 526 dC.,
Oggi riposa il grande Severino
In Ciel d’Oro, insieme ad Agostino.
La Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia
OPERE
Per Boezio il pensiero cristiano,
Va riconciliato col pagano.
Quattro son i suoi scritti teologici
Assai di più son quelli filosofici
Opere originali e in traduzione.
incominciando dal grande Platone.
De consolatione Philosophiae.
Ma più famosa è il “De consolatione
Philosophiae”, che scrisse in prigione.
Son cinque libri, in forma di dialogo
In prosa e versi, detto “prosimetro”.
La Filosofia a Boezio appare:
della sventura lo vuol consolare
ricordandogli con grande eloquenza
che esiste una Divina Provvidenza
i cui disegni noi non conosciamo
per cui convien che a lei ci abbandoniamo.
Sono concetti del pensiero stoico
Fusi con quelli del cristianesimo.
Seneca e Cristo: ma a dire il vero
Pur dimostrando quanto del pensiero
Cristian ci sia nel pensier pagano,
Cristo nel libro ricercare è vano.
Gesù Cristo non viene mai nominato nel “De
Consolatione”.
MAGNO AURELIO CASSIODORO
Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus Senator
Da nobil famiglia romana nato
a Scolacium, Calabria. Visse stimato
Scolacium = odierna Squillace.
dal Quattro-otto-cinque al Cinque-ottanta
e a Scolacium morì, oltre i novanta.
Fu politico, letterato e storico
Sotto il regno romano-barbarico
Degli Ostrogoti, con cui collaborò
Fin al Cinque-quaranta. Poi passò
dell’impero d’Oriente al servizio.
Ma al fin della guerra Greco-Gotica
A Squillace finalmente tornò,
di Vivario il monastero fondò
con la sua biblioteca. In pubblica
carriera ebbe successo e fu anche console
Nel Cinque-uno-quattro. Nel Ventitré
Successore di Boezio egli è,
di Teodorico uomo di fiducia.
Nel Cinque-due-sei questi spegnesi.
Ei continua a cooperar con i Goti
Mettendo a lor servizio le sue doti.
Col Greco Impero ebbe alterne vicende,
A Ravenna dapprima egli si rende
Poi viaggia fino a Costantinopoli
Con Papa Vigilio. Ma la politica
Lascia alla fine della guerra gotica,
E a Vivarium infine ritirasi.
Fu l’ultimo roman grande politico,
per la saggezza con cui seppe spingere
gli Ostrogoti conquistatori barbari
della civiltà romana all’ossequio.
OPERE
Cassiodoro è da molti definito
Dei suoi tempi il massimo erudito
Che voleva a ogni costo conservare
Le lettere classiche e copiare
Facea l’opre nel suo monastero.
Di suo fu anche letterato vero.
Del tempo di Teodorico abbiam tre opere:
Laudes, Historia Gothorum e Chronica.
Chronica
La Chronica fino al Cinque-dieci-nove
Interessante per le cose nuove
Dal Quattro-nove-sei, ma ne traspare
Il progetto di voler discolpare
I Goti di lor colpe, alterando
Taluni fatti, e altri cancellando.
Historia Gothorum
L’Historia Gothorum, prima storia
Nazionale di nazion barbarica.
Ma l’opera completa fu perduta
E sol nei Getica ci è pervenuta
Di Giordane, in versione abbreviata.
Variae
Variarum epistularum Libri XII
L’attività di ministro è registrata
Nelle Variae, che furon date al pubblico
Nel Quaranta, raccolte in libri dodici,
Quattrocensessantotto documenti
E lettere in stili differenti
Da cui il nome “Varie” dato al titolo.
Cassiodoro espone nella praefatio
Lo scopo, ch’è quello di preparare
Chi alla politica si vuole accostare.
Questi documenti sono assai utili
Per chi voglia a fondo conoscere
Le morali, sociali e politiche
Condizioni di Romani e Gotici
Di quei tempi, e istituzioni e storia.
Istituzioni
Institutiones divinarum et saecularium litterarum
Grande influenza nel Medioevo ebbero
Le Istituzioni, erudita introduzione
Alla teologia e all’istruzione
Nelle arti del trivio e del quadrivio.
L’Orthografia fu l’ultima sua opera.
Trivio: Grammatica, Dialettica, Retorica.
Quadrivio: Aritmetica, Geometria, Musica e Astronomia.
Resta ancora l’Historia Ecclesiastica
tripartita, che alcuni omettono
Perché il Nostro con grande erudizione
Ne scrisse soltanto la prefazione.
CONCLUSIONE
E con questo lettor, chiudo il sommario
Degli scrittor cristiani e della storia
dell’età argentea e della decadenza.
Chiaramente questa è solo l’essenza
Di quel che certo dovresti studiare,
Ma è un minimo, e forse può bastare.