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i possono essere molte teorie su cosa sia la santità, abbondanti spiegazioni e distinzioni. Tale riflessione potrebbe essere utile, ma nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù e raccogliere il suo modo di trasmettere la verità. Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,3–12; Lc 6,20–23). Esse sono come la carta d’identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini.[66] In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita. La parola “felice” o “beato” diventa sinonimo di “santo”, perché esprime che la persona fedele a Dio e che vive la sua Parola raggiunge, nel dono di sé, la vera beatitudine. Nonostante le parole di Gesù possano sembrarci poetiche, tuttavia vanno molto controcorrente rispetto a quanto è abituale, a quanto si fa nella società; e, anche se questo messaggio di Gesù ci attrae, in realtà il mondo ci porta verso un altro stile di vita. Le Beatitudini in nessun modo sono qualcosa di leggero o di superficiale; al contrario, possiamo viverle solamente se lo Spirito Santo ci pervade con tutta la sua potenza e ci libera dalla debolezza dell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio. Torniamo ad ascoltare Gesù, con tutto l’amore e il rispetto che merita il Maestro. Permettiamogli di colpirci con le sue parole, di provocarci, di richiamarci a un reale cambiamento di vita. Altrimenti la santità sarà solo parole... Francesco («Gaudete et exsultate», dal capitolo terzo) C DI ROBERTA PUMPO na esortazione apostolica che permette a tutti di trovare il tesoro della santità, che non è riservato agli eroi o a una categoria particolare di persone, non è una «montagna da scalare da soli» ma è alla portata della gente comune. È quanto emerso dalla conferenza stampa di presentazione di Gaudete et exsultate, lunedì alla Sala stampa vaticana. Il vicario di Roma, Angelo De Donatis, si è soffermato sul primo e sul quinto capitolo del documento – 102 pagine e 177 paragrafi – e ha posto l’accento sulla «sfida dell’esortazione che vuole mostrare l’attualità perenne della santità cristiana e proporla a tutti come meta del proprio cammino, una chiamata che il Signore rivolge a tutti». Per l’arcivescovo il testo «giunge in un momento in cui si ha sete di luce». La santità è un dono che il Signore fa ad ogni uomo per poter vivere una esistenza ricca di senso che si contrappone al «male di vivere o all’accettazione del non senso della realtà». Il Papa «vuole puntare l’attenzione su ciò che è decisivo ed essenziale nella vita cristiana e ad ampliare lo sguardo», ha spiegato De Donatis. Ha poi riassunto il primo capitolo in quattro punti evidenziando, tra l’altro, che la santità si può raggiungere vivendo «la nostra esistenza ordinaria in maniera straordinaria perché resa bella dalla grazia di Dio e non si può aspirare alla santità da soli». Il percorso però è minato da ostacoli, «richiede vigilanza costante. Per affrontare serenamente questo cammino – ha avvertito De Donatis – dobbiamo chiedere il dono del discernimento». Il giornalista Gianni Valente si è invece concentrato sul secondo capitolo di Gaudete et exsultate nel quale si parla delle «antiche eresie nemiche della santità: lo gnosticismo e il pelagianesimo», ma ha spiegato che intento del Papa non è quello di iniziare «battaglie culturali contro, bensì pregare il Signore di liberare la Chiesa da queste eresie che possono fermare il cammino di tante persone verso la santità». L’ex presidente di Azione cattolica Paola Bignardi è stata colpita dalla «determinazione con la quale il Santo Padre sostiene che la santità è per tutti» e ha ribadito che «se non vi è vocazione o condizione esistenziale incompatibile con la chiamata alla santità, allora non vi è vita cristiana che non può realizzarsi pienamente se non nella prospettiva della santità, non vi sono percorsi intermedi o accomodamenti». Soffermandosi sui pilastri della vita cristiana, vale a dire le Beatitudini e la regola di comportamento riportata nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo, Bignardi ha affermato che «la via della santità è la via della gioia». U DI ANGELO ZEMA na vita controcorrente all’insegna delle beatitudini: è questo l’identikit della santità secondo Papa Francesco. Una vita che abbia come regola di comportamento l’indicazione di Matteo 25 sul giudizio finale («Ho avuto fame..) e che sia vissuta come «combattimento permanente», contro la mentalità mondana e contro il diavolo. Evitando i pericoli dei due «sottili nemici della santità», lo gnosticismo e il pelagianesimo attuale, e di quelle ideologie che «mutilano il cuore del Vangelo». Entra nel cuore del Vangelo la nuova esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete ed exsultate” (che reca come sottotitolo «sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo»), presentata lunedì nella Sala stampa della Santa Sede (servizio in basso). «Rallegratevi ed esultate» (tratto da Matteo capitolo 5) sono le prime due parole del documento, un inno alla santità che, secondo il Papa, ha l’obiettivo di «far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale». Francesco elenca le beatitudini nella versione del Vangelo di Matteo. Ecco la povertà di spirito; la mitezza; il saper piangere con gli altri. Poi, la ricerca della giustizia «con fame e sete»: e qui il Papa sottolinea come sia «facile entrare nelle combriccole della corruzione, far parte di quella politica quotidiana del “dò perché mi diano”, in cui tutto è commercio. E quanta gente soffre per le ingiustizie, quanti restano ad osservare impotenti». Ecco la beatitudine della misericordia, con l’impegno al perdono; la purezza del cuore; l’impegno per la pace, in cui il Papa cita come pericolo «il mondo delle dicerie, fatto da gente che si dedica a criticare e a distruggere», «nemica della pace». Infine, la beatitudine dell’accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante le persecuzioni, realtà ancora attuale vissuta «sia in maniera cruenta sia in un modo più sottile, attraverso calunnie e falsità». «La grande regola di comportamento» per il Papa è il testo del capitolo 25 del Vangelo di Matteo. Francesco mette in guardia dalle ideologie che portano a «due errori nocivi»: quello dei cristiani «che separano queste esigenze del Vangelo dalla propria relazione personale con il Signore» (e così «si trasforma il cristianesimo in una sorta di Ong») e l’errore «di quanti vivono diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, U immanentista, comunista, populista o lo relativizzano come se ci fossero altre cose più importanti». E chiarisce: «La difesa dell’innocente che non è nato, per esempio, deve essere chiara, ferma e appassionata. Ma ugualmente sacra è la vita dei poveri che sono già nati, che si dibattono nella miseria». Il documento affronta anche il tema dei migranti, di vibrante attualità. «Spesso – scrive il Papa – si sente dire che, di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale, per esempio, la situazione dei migranti. Alcuni cattolici affermano che è un tema secondario rispetto ai temi “seri” della bioetica. Che dica cose simili un politico preoccupato per i suoi successi si può comprendere ma non un cristiano, a cui si addice l’atteggiamento di mettersi nei panni di quel fratello che rischia la vita per dare un futuro ai suoi figli. Non si tratta dell’invenzione di un Papa o di un delirio passeggero». Ma i pericoli delle ideologie non si esauriscono qui. Il Papa richiama l’attenzione anche su due «falsificazioni della santità: lo gnosticismo e il pelagianesimo», antiche eresie di «allarmante attualità», nelle quali «si esprime un immanentismo antropocentrico travestito da verità cattolica». Anche «dentro la Chiesa», ammonisce Francesco, quando si pretende «di ridurre l’insegnamento di Gesù a una logica fredda e dura che cerca di dominare tutto». La dottrina, ribadisce, «non è un sistema chiuso». Quanto al nuovo pelagianesimo, Bergoglio mette in guardia da atteggiamenti come «l’ossessione per la legge» o «il fascino di esibire conquiste sociali e politiche» o «l’ostentazione nella cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa». E ribadisce che il primato appartiene alle virtù teologali. Il Papa invita a «non avere paura della santità» e a contemplare non solo l’esempio dei santi beatificati o canonizzati ma di quelli “della porta accanto”. Un invito rivolto a ciascuno. Nella vita consacrata, nel matrimonio, nel lavoro, nell’impegno educativo di genitore o nonno, nel servizio dell’autorità. Ricorda poi cinque grandi manifestazioni dell’amore per Dio e per il prossimo: sopportazione, pazienza e mitezza; gioia e senso dell’umorismo; audacia e fervore; il cammino nella comunità, «che custodisce i piccoli particolari dell’amore»; la preghiera costante. E sottolinea l’importanza di tre parole chiave come «combattimento, vigilanza e discernimento». Concludendo con una speranza: «Che queste pagine siano utili perché tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità». L’invito di Bergoglio: nella quotidianità della vita siamo chiamati a far trasparire il volto del Maestro Terza esortazione apostolica dopo la «Evangelii gaudium» e la «Amoris laetitia» a Gaudete et exsultate è la terza esortazione apostolica di papa Francesco dopo la Evangelii gaudium, del 2013, e la Amoris laetitia, del 2016, che faceva seguito alle due assemblee sinodali dedicate alla famiglia. Un documento diviso in cinque capitoli, intessuto di moltissime citazioni bibliche ma anche di testi di Giovanni Paolo II e Paolo VI, di Conferenze episcopali, di santi come Tommaso d’Aquino, Ignazio di Loyola e Francesco d’Assisi e di scrittori come Bloy e Malègue. Joseph Malègue è uno scrittore francese caro a Bergoglio, nato nel 1876 e morto nel 1940. Ed è citato nella Gaudete et exsultate a proposito della «santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio» (GE 7). L la scheda La santità «della porta accanto» il documento. Le beatitudini al centro della «Gaudete et exsultate» di Francesco Un tesoro che non è riservato agli eroi La presentazione del testo alla Sala stampa vaticana con De Donatis, Valente e Bignardi. L’arcivescovo: «Giunge in un momento in cui si ha sete di luce» L’esortazione apostolica De Donatis (foto Gennari) Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150 Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) 62 Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane Piazza Carbonari 3 - 20125 Milano Tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] In evidenza el 2017 il valore del mercato dei giochi online è stato pari a 1,38 miliardi di euro, più 34% rispetto al 2016. Ed è boom per casinò game e scommesse sportive. Gli italiani che hanno effettuato almeno una giocata online sono stati oltre 2 milioni (+22%). E si gioca sempre di più su smartphone e tablet. È quanto emerge dal Rapporto sul gioco online presentato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano. Dati che inquietano. C’è un circuito vizioso che attira ormai sempre più persone, soprattutto giovani, con l’instaurarsi di forme di dipendenza preoccupanti e conseguenze devastanti in ambito economico, sociale, psicologico, sanitario. E per gli esperti il gioco su internet è spesso il primo passo verso l’accesso alle sale slot. Sono sempre loro, poi, a spiegare il meccanismo che si cela dietro il fenomeno (che è bene chiamare “gioco d’azzardo online”). E cioè che la stragrande maggioranza dei premi corrisposti ai giocatori è di minima entità per rafforzare la propensione a puntare ancora. Con l’effetto di creare un’illusione; la velocità di smartphone e tablet non fa che alimentarla. Servirebbe anche qui quell’alleanza educativa invocata in tanti ambiti. Prima che la piovra dell’azzardo dilaghi ancora. (A.Z.) N Gioco online, boom Dati che inquietano Ordinazioni sacerdotali Domenica in San Pietro celebrazione del Papa a pagina 5 www.romasette.it Inserto redazionale di facebook.com/romasette twitter.com/romasette [email protected] Anno XLV – Numero 15 – Domenica 15 aprile 2018

La santità «della porta accanto»e-mail: [email protected] In evidenza el 2017 il valore del mercato dei giochi online è stato pari a 1,38 miliardi di euro, più 34% rispetto

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Page 1: La santità «della porta accanto»e-mail: speciali@avvenire.it In evidenza el 2017 il valore del mercato dei giochi online è stato pari a 1,38 miliardi di euro, più 34% rispetto

i possono essere molte teorie su cosa sia lasantità, abbondanti spiegazioni e distinzioni.

Tale riflessione potrebbe essere utile, ma nulla èpiù illuminante che ritornare alle parole di Gesù eraccogliere il suo modo di trasmettere la verità.Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’èessere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato leBeatitudini (cfr Mt 5,3–12; Lc 6,20–23). Esse sonocome la carta d’identità del cristiano. Così, sequalcuno di noi si pone la domanda: “Come si faper arrivare ad essere un buon cristiano?”, larisposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suomodo, quello che dice Gesù nel discorso delleBeatitudini.[66] In esse si delinea il volto delMaestro, che siamo chiamati a far trasparire nellaquotidianità della nostra vita. La parola “felice” o“beato” diventa sinonimo di “santo”, perchéesprime che la persona fedele a Dio e che vive lasua Parola raggiunge, nel dono di sé, la vera

beatitudine. Nonostante le parole di Gesù possanosembrarci poetiche, tuttavia vanno moltocontrocorrente rispetto a quanto è abituale, aquanto si fa nella società; e, anche se questomessaggio di Gesù ci attrae, in realtà il mondo ciporta verso un altro stile di vita. Le Beatitudini innessun modo sono qualcosa di leggero o disuperficiale; al contrario, possiamo viverlesolamente se lo Spirito Santo ci pervade con tuttala sua potenza e ci libera dalla debolezzadell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio. Torniamoad ascoltare Gesù, con tutto l’amore e il rispettoche merita il Maestro. Permettiamogli di colpircicon le sue parole, di provocarci, di richiamarci a unreale cambiamento di vita. Altrimenti la santitàsarà solo parole...

Francesco(«Gaudete et exsultate», dal capitolo terzo)

C

DI ROBERTA PUMPO

na esortazione apostolicache permette a tutti ditrovare il tesoro della

santità, che non è riservato agli eroio a una categoria particolare dipersone, non è una «montagna dascalare da soli» ma è alla portatadella gente comune. È quantoemerso dalla conferenza stampa dipresentazione di Gaudete et

exsultate, lunedì alla Sala stampavaticana. Il vicario di Roma, AngeloDe Donatis, si è soffermato sulprimo e sul quinto capitolo deldocumento – 102 pagine e 177paragrafi – e ha posto l’accentosulla «sfida dell’esortazione chevuole mostrare l’attualità perennedella santità cristiana e proporla atutti come meta del propriocammino, una chiamata che ilSignore rivolge a tutti». Perl’arcivescovo il testo «giunge in unmomento in cui si ha sete di luce».La santità è un dono che il Signorefa ad ogni uomo per poter vivereuna esistenza ricca di senso che sicontrappone al «male di vivere oall’accettazione del non senso dellarealtà». Il Papa «vuole puntarel’attenzione su ciò che è decisivo edessenziale nella vita cristiana e adampliare lo sguardo», ha spiegato

De Donatis. Ha poi riassunto ilprimo capitolo in quattro puntievidenziando, tra l’altro, che lasantità si può raggiungere vivendo«la nostra esistenza ordinaria inmaniera straordinaria perché resabella dalla grazia di Dio e non sipuò aspirare alla santità da soli». Ilpercorso però è minato da ostacoli,«richiede vigilanza costante. Peraffrontare serenamente questocammino – ha avvertito DeDonatis – dobbiamo chiedere ildono del discernimento». Ilgiornalista Gianni Valente si èinvece concentrato sul secondocapitolo di Gaudete et exsultate nelquale si parla delle «antiche eresienemiche della santità: lognosticismo e il pelagianesimo»,ma ha spiegato che intento delPapa non è quello di iniziare«battaglie culturali contro, bensì

pregare il Signore di liberare laChiesa da queste eresie chepossono fermare il cammino ditante persone verso la santità». L’expresidente di Azione cattolicaPaola Bignardi è stata colpita dalla«determinazione con la quale ilSanto Padre sostiene che la santitàè per tutti» e ha ribadito che «senon vi è vocazione o condizioneesistenziale incompatibile con lachiamata alla santità, allora non viè vita cristiana che non puòrealizzarsi pienamente se non nellaprospettiva della santità, non visono percorsi intermedi oaccomodamenti». Soffermandosisui pilastri della vita cristiana, valea dire le Beatitudini e la regola dicomportamento riportata nelcapitolo 25 del Vangelo di Matteo,Bignardi ha affermato che «la viadella santità è la via della gioia».

U

DI ANGELO ZEMA

na vita controcorrente all’insegnadelle beatitudini: è questol’identikit della santità secondo

Papa Francesco. Una vita che abbiacome regola di comportamentol’indicazione di Matteo 25 sul giudiziofinale («Ho avuto fame..) e che siavissuta come «combattimentopermanente», contro la mentalitàmondana e contro il diavolo. Evitando ipericoli dei due «sottili nemici dellasantità», lo gnosticismo e ilpelagianesimo attuale, e di quelleideologie che «mutilano il cuore delVangelo». Entra nel cuore del Vangelo lanuova esortazione apostolica di PapaFrancesco “Gaudete ed exsultate” (chereca come sottotitolo «sulla chiamataalla santità nel mondocontemporaneo»), presentata lunedìnella Sala stampa della Santa Sede(servizio in basso). «Rallegratevi edesultate» (tratto da Matteo capitolo 5)sono le prime due parole deldocumento, un inno alla santità che,secondo il Papa, ha l’obiettivo di «farrisuonare ancora una volta la chiamataalla santità, cercando di incarnarla nelcontesto attuale». Francesco elenca lebeatitudini nella versione del Vangelo diMatteo. Ecco la povertà di spirito; lamitezza; il saper piangere con gli altri.Poi, la ricerca della giustizia «con fame esete»: e qui il Papa sottolinea come sia«facile entrare nelle combriccole dellacorruzione, far parte di quella politicaquotidiana del “dò perché mi diano”, incui tutto è commercio. E quanta gentesoffre per le ingiustizie, quanti restanoad osservare impotenti». Ecco labeatitudine della misericordia, conl’impegno al perdono; la purezza delcuore; l’impegno per la pace, in cui ilPapa cita come pericolo «il mondo delledicerie, fatto da gente che si dedica acriticare e a distruggere», «nemica dellapace». Infine, la beatitudinedell’accettare ogni giorno la via delVangelo nonostante le persecuzioni,realtà ancora attuale vissuta «sia inmaniera cruenta sia in un modo piùsottile, attraverso calunnie e falsità». «Lagrande regola di comportamento» per ilPapa è il testo del capitolo 25 delVangelo di Matteo. Francesco mette inguardia dalle ideologie che portano a«due errori nocivi»: quello dei cristiani«che separano queste esigenze delVangelo dalla propria relazionepersonale con il Signore» (e così «sitrasforma il cristianesimo in una sorta diOng») e l’errore «di quanti vivonodiffidando dell’impegno sociale deglialtri, considerandolo qualcosa disuperficiale, mondano, secolarizzato,

Uimmanentista, comunista, populista olo relativizzano come se ci fossero altrecose più importanti». E chiarisce: «Ladifesa dell’innocente che non è nato, peresempio, deve essere chiara, ferma eappassionata. Ma ugualmente sacra è lavita dei poveri che sono già nati, che sidibattono nella miseria». Il documentoaffronta anche il tema dei migranti, divibrante attualità. «Spesso – scrive ilPapa – si sente dire che, di fronte alrelativismo e ai limiti del mondoattuale, sarebbe un tema marginale, peresempio, la situazione dei migranti.Alcuni cattolici affermano che è un temasecondario rispetto ai temi “seri” dellabioetica. Che dica cose simili un politicopreoccupato per i suoi successi si puòcomprendere ma non un cristiano, a cuisi addice l’atteggiamento di mettersi neipanni di quel fratello che rischia la vitaper dare un futuro ai suoi figli. Non sitratta dell’invenzione di un Papa o di undelirio passeggero». Ma i pericoli delleideologie non si esauriscono qui. Il Paparichiama l’attenzione anche su due«falsificazioni della santità: lognosticismo e il pelagianesimo», anticheeresie di «allarmante attualità», nellequali «si esprime un immanentismoantropocentrico travestito da veritàcattolica». Anche «dentro la Chiesa»,ammonisce Francesco, quando sipretende «di ridurre l’insegnamento diGesù a una logica fredda e dura checerca di dominare tutto». La dottrina,ribadisce, «non è un sistema chiuso».Quanto al nuovo pelagianesimo,Bergoglio mette in guardia daatteggiamenti come «l’ossessione per lalegge» o «il fascino di esibire conquistesociali e politiche» o «l’ostentazionenella cura della liturgia, della dottrina edel prestigio della Chiesa». E ribadisceche il primato appartiene alle virtùteologali. Il Papa invita a «non averepaura della santità» e a contemplare nonsolo l’esempio dei santi beatificati ocanonizzati ma di quelli “della portaaccanto”. Un invito rivolto a ciascuno.Nella vita consacrata, nel matrimonio,nel lavoro, nell’impegno educativo digenitore o nonno, nel serviziodell’autorità. Ricorda poi cinque grandimanifestazioni dell’amore per Dio e peril prossimo: sopportazione, pazienza emitezza; gioia e senso dell’umorismo;audacia e fervore; il cammino nellacomunità, «che custodisce i piccoliparticolari dell’amore»; la preghieracostante. E sottolinea l’importanza di treparole chiave come «combattimento,vigilanza e discernimento».Concludendo con una speranza: «Chequeste pagine siano utili perché tutta laChiesa si dedichi a promuovere ildesiderio della santità».

L’invito di Bergoglio: nella quotidianità della vitasiamo chiamati a far trasparire il volto del Maestro

Terza esortazione apostolicadopo la «Evangelii gaudium»e la «Amoris laetitia»

a Gaudete et exsultate è la terzaesortazione apostolica di papa

Francesco dopo la Evangelii gaudium,del 2013, e la Amoris laetitia, del 2016,che faceva seguito alle due assembleesinodali dedicate alla famiglia. Undocumento diviso in cinque capitoli,intessuto di moltissime citazionibibliche ma anche di testi di GiovanniPaolo II e Paolo VI, di Conferenzeepiscopali, di santi come Tommasod’Aquino, Ignazio di Loyola eFrancesco d’Assisi e di scrittori comeBloy e Malègue. Joseph Malègue è unoscrittore francese caro a Bergoglio,nato nel 1876 e morto nel 1940. Ed ècitato nella Gaudete et exsultate aproposito della «santità “della portaaccanto”, di quelli che vivono vicino anoi e sono un riflesso della presenzadi Dio» (GE 7).

L

la scheda

La santità «della porta accanto»il documento. Le beatitudini al centro della «Gaudete et exsultate» di Francesco

Un tesoro che non è riservato agli eroiLa presentazione del testoalla Sala stampa vaticanacon De Donatis, Valentee Bignardi. L’arcivescovo:«Giunge in un momentoin cui si ha sete di luce»

L’esortazione apostolica

De Donatis (foto Gennari)

Pagine a cura della Diocesi di Roma Coordinamento editoriale: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Piazza San Giovanni in Laterano 6 00184 Roma - tel. 06.69886150

Abbonamento annuale Avvenire domenicale con Roma Sette (a domicilio o coupon edicola) € 62Per abbonarsi: N. Verde 800 820084 / Direzione vendite sede di Roma [email protected] Tel. 06.68823250 Fax 06.68823209 / Pubblicità: tel. 02.6780583 [email protected]

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el 2017 il valore del mercato dei giochi online èstato pari a 1,38 miliardi di euro, più 34%

rispetto al 2016. Ed è boom per casinò game escommesse sportive. Gli italiani che hannoeffettuato almeno una giocata online sono stati oltre2 milioni (+22%). E si gioca sempre di più susmartphone e tablet. È quanto emerge dal Rapportosul gioco online presentato dall’Osservatorio delPolitecnico di Milano. Dati che inquietano. C’è uncircuito vizioso che attira ormai sempre più persone,soprattutto giovani, con l’instaurarsi di forme didipendenza preoccupanti e conseguenze devastantiin ambito economico, sociale, psicologico, sanitario.E per gli esperti il gioco su internet è spesso il primopasso verso l’accesso alle sale slot. Sono sempre loro,poi, a spiegare il meccanismo che si cela dietro ilfenomeno (che è bene chiamare “gioco d’azzardoonline”). E cioè che la stragrande maggioranza deipremi corrisposti ai giocatori è di minima entità perrafforzare la propensione a puntare ancora. Conl’effetto di creare un’illusione; la velocità dismartphone e tablet non fa che alimentarla.Servirebbe anche qui quell’alleanza educativainvocata in tanti ambiti. Prima che la piovradell’azzardo dilaghi ancora. (A.Z.)

N

Gioco online, boomDati che inquietano

Ordinazioni sacerdotaliDomenica in San Pietrocelebrazione del Papaa pagina 5

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Anno XLV – Numero 15 – Domenica 15 aprile 2018

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tand informativi all’esterno delle chiesee, all’interno, tanti incaricati cheracconteranno tutto quello che si riesce

a fare grazie ai fondi dell’8xmille. Si svolgeoggi a Roma la giornata di sensibilizzazioneper il sostegno economico alla Chiesacattolica, che coinvolgerà oltre duecentoparrocchie della diocesi. «Il periodo disensibilizzazione – annunciano però dalSovvenire diocesano, il Servizio per lapromozione del sostegno economico allaChiesa – durerà fino al 30 settembre, datadi scadenza ultima per presentare la scheda

firmata, da parte di chi fa il modello unicotelematico o ha solo la Cu (l’ex Cud). Ilavoratori e pensionati esonerati dalladichiarazione dei redditi avranno lapossibilità di esprimersi firmando la schedache possono trovare nelle parrocchie cheaderiscono al Sovvenire diocesano». Ognianno, la Chiesa cattolica riceve grazie aifondi dell’8xmille circa un miliardo di euro.«Questa cifra è scesa, ad oggi è di 986milioni», sottolineano ancora dal Sovvenire.Colpa del fatto, spiegano, che «oltre il 50 %delle schede non reca alcuna indicazioneper la destinazione dell’8xmille». Perciò lasensibilizzazione e la mobilitazione sonoimportanti durante tutto l’anno. Hannocolto l’occasione della festa patronale perun incontro di formazione sul tema, adesempio, nella parrocchia di San GiovanniXXIII, come spiega Lisa Manfrè,responsabile del Sovvenire nella comunità

di Mezzocammino. «La nostra parrocchiaha una storia molto particolare – racconta –: dopo i primi sei mesi trascorsi su unmarciapiede, dal quale il nostro parrocodon Vittorio Bernardi celebrava le Messe, èarrivato prima un piccolo prefabbricato epoi un secondo nel quale tutt’ora stiamo daormai 11 anni. Tuttavia la comunitàcontinua a crescere mentre gli spazi restanosempre gli stessi. Ciò comporta che moltiparrocchiani la domenica partecipano allaMessa in piedi davanti all’entrata e spesso,con grande dolore, nonostante il grandeimpegno non riusciamo ad aiutare tutte lefamiglie bisognose che ne avrebberobisogno perché non abbiamo ambientisufficienti per accogliere tutti. Nonostanteciò – prosegue Manfrè – non siamo affattoscoraggiati e organizziamo costantementenumerose attività per i bambini e i giovani».Seimila famiglia fanno capo a questa

comunità, dove nonmancano le iniziative peravvicinare gli abitanti dellazona alla vita parrocchiale:dal “cineoratorio”, cheprevede la programmazionedi film adatti ai più piccoli,alla maratona nel quartiere,in programma per il 12maggio, passando perl’oratorio estivo. AMezzocammino aspettanoun vero edificio sacro: la costruzione dinuove chiese è finanziata anche con i fondiraccolti dall’8xmille. Rientra nell’ambito diquelle “Esigenze di culto e pastorale” percui sono stati spesi 361 milioni: progetti divolontariato, di assistenza sociale, tutela erestauro dei beni culturali ecclesiastici checostituiscono il 70% del patrimonioartistico italiano. Agli “Interventi di carità”

sono stati destinati 275 milioni, nellediverse diocesi italiane. A Roma, grazie auna parte di questa cifra, va avanti ilprogetto Quartieri Solidali dedicato allepersone più fragili, soprattutto anziani eammalati, fornendo compagnia, assistenza,telesoccorso durante tutto l’anno. Infine,350 milioni sostengono i sacerdoti.

Giulia Rocchi

S

DI GIULIA ROCCHI

a malattia non conosce condizio-ne, età, provenienza sociale. Faparte della nostra vita. Per questo

ci siete voi, medici. Per questo c’era miopadre. Mi permetto quindi di rivolgermi avoi, con il rispetto e la stima che meritate,per sostenervi nella risposta a questa vo-cazione a servizio dell’uomo. E vi dico su-bito grazie! Grazie per aver risposto a que-sta chiamata. Grazie perché vi prendetecura di noi».Ci sono gratitudine e riferimenti persona-li nella “Lettera ai medici” che il vescovo

Paolo Ricciardi, delegato diocesano per lapastorale sanitaria, ha deciso di inviare acoloro che ogni giorno si dedicano degliammalati. In calce, una firma che sintetiz-za un programma pastorale: «Paolo, ve-scovo, figlio di medico, ora chiamato a es-sere padre per i malati di Roma e per chise ne prende cura».La lettera – un libretto di 15 pagine – è sta-ta diffusa giovedì 12, memoria liturgica disan Giuseppe Moscati. «Medico santo» ilcui esempio Ricciardi richiama nel testo,così come non mancano i riferimenti a Ge-sù che operava guarigioni. «Al di là di tuttigli studi di medicina, necessari per curare lepersone – scrive il vescovo –, vi siete accor-ti, pian piano, di quanto sia necessario e fa-ticoso il saper comunicare, assumere “la me-dicina delle relazioni umane”, abbando-nando il linguaggio che solo “gli addetti ailavori” possono capire, per accostarvi al-l’uomo, così com’è, nella particolare situa-zione di fragilità fisica, psicologica e spiri-

tuale che dà la malattia. Sì, incontrare l’uo-mo». Da figlio di medico, da sacerdote, Ric-ciardi comprende che «che non è facile, o-gni giorno, relazionarsi con i malati – inparticolare con quelli gravi – e con i loro fa-miliari. In un tempo in cui sembra che lamalattia grave o, come si usa dire “un brut-to male”, colpisce sempre più persone, “vi-sita” ogni famiglia, è facile cadere nel pes-simismo… Ci si rende conto che, nono-stante tutti gli studi e le ricerche, il “male”è sempre imprevedibile».In questi casi, e non solo, sempre necessa-rio «dare speranza, a custodire e servire lavita, sempre! In un tempo in cui si parla di“aiutare le persone a morire”, voi medici, an-che quando dovete arrendervi alla impos-sibilità della guarigione fisica del malato, voiservite la vita e la salute dal primo all’ulti-mo istante, contribuendo a rendere ogni at-timo dell’esistenza di una persona “pieno”,anche quando la sofferenza è grande (e sem-pre incomprensibile). Avete questa grande

missione – e di questo vi ringrazio – di“prendervi cura” di tutta la vita e della vitadi tutti» Sempre con amore.«Amare significa donarsi – scrive Ricciardi–, muoversi e commuoversi, mettere l’altroprima di noi. Quanto è efficace, ancora og-gi la medicina dell’ascolto, della compren-sione, di uno sguardo amichevole!». Ancheal di fuori dell’orario lavorativo. «Penso o-ra anche a tanti medici che, al di là del lo-ro lavoro, offrono aiuto a pazienti bisognosi–scrive ancora Ricciardi –, che non riusci-ranno mai a pagare alcune cure, in un ser-vizio di volontariato. Se “visitare gli am-malati” è un’opera di misericordia, tantopiù lo è per voi medici: non una routinequotidiana da fare, per riempire carte e car-telle, ma un’occasione per vivere l’amorenello specifico della vostra missione, con laforza della scienza e l’attenzione della vo-stra coscienza, a servizio dell’uomo». La let-tera sarà distribuita a tutti i medici di ospe-dali e case di cura romane.

Francesco:portarenel mondoil perdono

L’incontro e la Messa con oltre 550 missionaridella misericordia. Il ricordo di due suoiconfessori, un sacramentino e un cappuccino«Non violare lo spazio sacro di una persona»

elle piaghe di Gesù il cristiano può vedereil Risorto e sperimentare il suo amore

smisurato per l’uomo il quale non devevergognarsi del suo peccato ma farsiabbracciare da Dio. «Il vero dramma è quandonon ci si vergogna più di niente. Non abbiamopaura di provare vergogna. Passiamo dallavergogna al perdono». Papa Francesco lo harimarcato domenica scorsa, nella Messacelebrata in piazza San Pietro nella secondadomenica di Pasqua, o della DivinaMisericordia, festa istituita da Giovanni Paolo IInel 2000 in occasione della canonizzazione disuor Faustina Kowalska. Davanti acinquantamila fedeli Bergoglio ha ribadito chela misericordia del Signore «non è una suaqualità tra le altre, ma il palpito del suo stessocuore». Con il Santo Padre hanno concelebrato60 tra cardinali e vescovi e 550 missionari dellamisericordia, giunti da tutto il mondo perpartecipare al secondo incontro organizzatoper loro, dall’8 all’11 aprile, dal PontificioConsiglio per la promozione della nuovaevangelizzazione. Questi sacerdoti, nominatiesclusivamente dal Papa in occasione delGiubileo straordinario di due anni fa, sonocomplessivamente 897, hanno la facoltà diassolvere anche i peccati solitamente riservatialla Sede Apostolica e la loro funzione è stataprorogata dallo stesso Bergoglio, che li haricevuti martedì. Durante l’omelia Francescoha ricordato che per sperimentare l’amore diDio bisogna lasciarsi perdonare. Il fedele cheprova imbarazzo accostandosi al confessionale

N deve comprendere la vergogna e «vederla noncome una porta chiusa, ma come il primopasso dell’incontro. Quando proviamovergogna, dobbiamo essere grati: vuol dire chenon accettiamo il male, e questo è buono». Pertoccare l’amore di Dio bisogna superare la«porta» della rassegnazione e quella «a volteblindata del nostro peccato. Quandocommetto un peccato grande, se io, in tuttaonestà, non voglio perdonarmi, perché dovràfarlo Dio? – ha detto il Papa –. Questa porta,però, è serrata solo da parte nostra, per Dionon è mai invalicabile, Lui ama entrareproprio “a porte chiuse”, quando ogni varcosembra sbarrato. Egli non decide mai disepararsi da noi, siamo noi che lo lasciamofuori». Commentando il Vangelo del giornotratto da Giovanni e relativo all’incredulità diTommaso, Bergoglio ha sottolineato come ilcristiano può vedere Gesù attraverso le suepiaghe: «Possiamo ritenerci e dirci cristiani,parlare di tanti bei valori della fede, ma, comei discepoli, abbiamo bisogno di vedere Gesùtoccando il suo amore». Prima dellabenedizione finale, un appello per la Siria.«Pregate per me e preghiamo insieme per ivostri fratelli rifugiati siriani. Niente puògiustificare l’uso di strumenti di sterminiocontro persone e popolazioni inermi.Preghiamo perché i responsabili politici emilitari scelgano la via del negoziato, la solache può portare a una pace che non sia quelladella morte e della distruzione».

Roberta Pumpo

Lettera del presule, figlio di undottore, ai sanitari di ospedalie case di cura romane. «Daresperanza, incontrare l’uomo»

Il vescovo Ricciardi ai medici: servire e custodire la vita

Sensibilizzazione attiva in 200comunità. A Mezzocamminola storia di san Giovanni XXIIIOggi la giornata diocesana

8xmille, l’esperienza di una parrocchia di periferia

DI CHRISTIAN GIORGIO

incontro con i missionari dellamisericordia, il “corpo speciale” diconfessori che ha istituito durante lo

scorso Giubileo, Francesco l’ha terminatocon due aneddoti. Agli oltre 550 sacerdotiprovenienti dai cinque continenti chemartedì affollavano la Sala Regia delPalazzo Apostolico, il Papa ha volutoparlare di due «grandi confessori», unsacramentino e un cappuccino, checonobbe in Argentina, a Buenos Aires. Conil primo, padre Asti, l’allora provincialedella Compagnia di Gesù Jorge MarioBergoglio si confessava spesso: «Com’erabuono. Era un uomo che ti dava il coraggiodi andare avanti». Morì a 94 anni.Andando a trovarlo alla camera ardente,«mentre facevo finta di sistemare i fiori –ha ricordato il Papa sorridendo – ho fattocosì e ho preso la croce» del suo rosario.«Quella croce la porto qui con me da quel

momento e chiedo a lui la grazia di esseremisericordioso, la porto con me sempre».Il secondo confessore di cui ha parlato ilPapa è «un cappuccino che ha la coda deipenitenti, non finisce mai». Ha 92 anni econfessa ancora al santuario dellaMadonna di Pompei nella capitaleargentina. «È un gran misericordioso». Unavolta, aveva 85 anni, «venne da me perdirmi “ho un problema: a volte mi viene diperdonare troppo e mi viene uno scrupolo.Allora vado in cappella davanti altabernacolo e chiedo scusa al Signore peraver perdonato troppo. Perdonami… Mabada bene che sei stato tu a darmi il cattivoesempio!”. Così pregava quell’uomo». Adue anni dall’istituzione, durante ilGiubileo della Misericordia, «ho ricevutomolte testimonianze di conversioni – hadetto Francesco – che si sono realizzatetramite il vostro servizio», per questo «horitenuto opportuno che ancora per un po’il vostro mandato potesse essere

prolungato». Il messaggio«che portiamo a nome diCristo è quello di farepace con Dio. Il nostroapostolato è un appello acercare e ricevere ilperdono del Padre», hadetto il Pontefice a colorocui ha conferito unaspeciale autorità diassoluzione per tutti ipeccati. Dall’8 all’11 aprilei missionari hannoascoltato delle catechesi eofferto delletestimonianze sulleattività pastorali svoltenelle proprie diocesi.

«Dio ha bisogno di uomini che portino nelmondo il suo perdono e la suamisericordia – ha sottolineato Francesco –.Questa responsabilità è posta nelle nostremani e richiede uno stile di vita coerentecon la missione che abbiamo ricevuto».Bisogna riconoscere «l’agire della grazia e ilsuo primato», ha continuato il Papa, nellaconsapevolezza che «la riconciliazione nonè, come spesso si pensa, una nostrainiziativa privata o il frutto del nostroimpegno. La prima iniziativa è delSignore». E per esprimere questo concetto,Francesco riprende il neologismo che giàin altre occasioni aveva utilizzato:«primear», per spiegare la dinamica del«primo atto con il quale Dio ci vieneincontro». Ecco perché «quando si accostaa noi un penitente, è importante econsolante riconoscere che abbiamodavanti a noi il primo frutto dell’incontrogià avvenuto con l’amore di Dio». Nonpotrebbe esserci vera riconciliazione «sequesta non partisse dalla grazia di unincontro con Dio che precede quello connoi confessori». All’altare della Cattedra inSan Pietro, Francesco ha poi presieduto laconcelebrazione eucaristica con imissionari. Nell’omelia, il Papa li hainvitati a essere «preti normali, semplici,miti, equilibrati, ma capaci di lasciarsicostantemente rigenerare dallo Spirito,docili alla sua forza, interiormente liberi –anzitutto da se stessi – perché mossi dalvento dello Spirito che soffia dove vuole».La presenza viva del Signore – ha conclusoil Papa – «produce una forza di attrazioneche tende a raggiungere tutti, nessunoescluso». Un «dinamismo» cui porre aservizio «il vostro specifico ministero dimissionario della misericordia».

’LLa celebrazione in piazza San Pietro«Dio ama entrare "a porte chiuse"»

Qui e più in basso, due momenti della Messa a San Pietro (foto Gennari)

La festa a San Giovanni XXIII

2 Domenica15 aprile 2018

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fra la povertà dell’uomo e laricchezza di Dio. L’amore di Dio cheviene a cercarci per perdonarci eamarci si manifesta anche inBernadette, santa non per leapparizioni ma per la vita, unagiovane tenace e forte nonostantela povertà e la mancanza diistruzione. “Aquerò”, preparandocispiritualmente nella Notte Sacra, ciaiuterà a riflettere sul grandemistero d’amore dell’incontro fraDio e gli uomini». “Aquerò” è ideatoe scritto da Marcello Bronzetti,compositore di musica sacra e tragli ideatori del Festival di Cortona edella Notte Sacra di Roma.L’oratorio vede la partecipazione diFatima Rosati, Fatima Lucarini e delCoro e Orchestra “Fideles et Amati”;è stato presentato per la primavolta lo scorso 11 febbraio nellachiesa di Santa Bernadette a

n coincidenza con il 160°anniversario delle apparizioni a

Lourdes, in preparazione alla NotteSacra del 12 maggio e anticipando ilpellegrinaggio diocesano nellacittadina dei Pirenei in programmaad agosto, il 21 aprile si tiene nellabasilica di San Marco Evangelista alCampidoglio l’oratorio sacro“Aquerò”, dedicato a santaBernadette Soubirous. Promuovel’iniziativa – con inizio alle 21,ingresso libero e gratuito – l’Operaromana pellegrinaggi, che conl’occasione presenterà appunto ilpellegrinaggio diocesano previstodal 27 al 30 agosto. «Lourdes è illuogo dell’incontro – spiegamonsignor Remo Chiavarini,amministratore delegato dell’Operaromana –. Incontro fra la povertàdella grotta ai tempi di Bernadettee la presenza della Vergine Maria,

I Lourdes davanti a oltre tremilapersone, con la collaborazione delSantuario di Nostra Signora diLourdes. «È il racconto del camminospirituale di Bernadette dal primoincontro con la Vergine Maria allasua morte – spiegano dall’Orp –.“Aquerò” non è solo il raccontodelle apparizioni, è l’addentrarsinell’esperienza umana dellapresenza di Dio. Un viaggio nelrapporto profondo fra la Madonna eBernadette. È un’opera musicaleche nasce dal desiderio di fare dellamusica e del teatro arti dievangelizzazione con un liberoriferimento alla forma dell’oratorio.Il linguaggio musicale adottato è unlinguaggio moderno che coniugasonorità e vocalità contemporaneeal sapore classico ed essenziale diun coro e un’orchestra da camera».

Pietro Mariani

Il Papa al Divino Amoreil 1° maggio per il RosarioIl 5 sarà a Tor Vergatacon i neocatecumenali

l 1° maggio alle 17 Papa Francesco sarà alsantuario del Divino Amore per la recita delRosario, in apertura del mese mariano. Lo

ha annunciato il direttore della Sala stampadella Santa Sede, Greg Burke. Sabato 5 maggio,alle 11, il Pontefice presiederà a Tor Vergatal’incontro con il Cammino neocatecumenale,in occasione del 50° anniversario dell’iniziodel Cammino a Roma. Venerdì prossimo ilPapa sarà in visita pastorale ad Alessano eMolfetta, a 25 anni dalla morte di don ToninoBello, mentre domenica 22 presiederà la Messanella basilica di San Pietro per le ordinazionisacerdotali (servizio a pagina 3). Il 19 maggio,nella Sala del Concistoro, presiederà unConcistoro ordinario pubblico per alcunecause di canonizzazione. Il 20 maggio,domenica di Pentecoste, è in programma alleore 10 la Messa nella basilica di San Pietro.

I

Oratorio a San Marco, proposta Orp su Bernadette

el giorno della solennitàdell’Annunciazione del Signore,il 9 aprile, si celebra anche la

festa dell’Ateneo Pontificio ReginaApostolorum, che quest’anno ha datoil via alle celebrazioni per ilventicinquesimo anniversario dallafondazione dell’istituto di via degliAldobrandeschi. La missionedell’Ateneo è stata ed è quella di«formare uomini e donne che sianocapaci di testimoniare amore: vuoleformare apostoli del Verbo Incarnato –ha sottolineato il rettore padre JesúsVillagrasa all’apertura dellacelebrazione –. Il nome e lo stemmadell’Ateneo ricordano la Pentecoste; gliapostoli, riuniti intorno a Maria,ricevono lo Spirito Santo, per portare ilfuoco dell’amore divino finoall’ultimo angolo della terra». Ancora,

ha proseguito il religioso, «diamoinizio al giubileo del venticinquesimo,nel nostro cuore, guardando alpassato, con un fervidoringraziamento a Dio e a tutte lepersone che hanno reso possibile tuttoquello che con tanto amore è statopossibile fare. Guardando al futuro,con una salda speranza nell’aiutodivino perché grande è la suamisericordia. Ancora, guardando alpresente, vedendo attorno all’altarequesta comunità di fratelli, cisentiamo più una universitas, che vuolfare la verità nella carità: veritatemfacientes in caritate». Ha inviato i suoisaluti e i suoi auguri all’istituzioneaccademica anche il cardinale AngeloSodano, decano del Collegiocardinalizio: «Ben volentieri mi uniscoa Voi in tale circostanza tanto più che

già avevo partecipato nel 2003 alprimo decennio di fondazione delvostro Ateneo, tenendo pure la lezioneinaugurale dell’anno accademico2003–2004. In questi 25 anni di vitadell’Ateneo è stato compiuto ungrande cammino e c’è davvero ildovere di rendere grazie a Dio per ilsuo grande sviluppo… Non mi resta,quindi, altro che invitarvi a continuarenl cammino percorso, collaborandocon tutte le Università ecclesiastiche diRoma, al servizio della Santa Chiesa.In questo vostro anniversario difondazione, desidero poi esprimerel’augurio che già vi rivolsi nel 2003, ecioè che il vostro Pontificio Ateneocontinui a far crescere ed amaresempre più la Santa Chiesa di Cristo ela sua dottrina salvatrice per gliuomini di ogni tempo». (R. S.)

NIl Regina Apostolorum compie 25 anni

Messaggio del cardinale Sodanoper la festa dell’ateneo:far crescere e amare sempre piùla Chiesa e la sua dottrina

Nei prossimi mesi l’aperturadi uno sportello antiviolenzain una casa famiglia alla PinetaSacchetti. Annuncio del Centro

per la pastorale familiarealla presentazione di un librosull’argomento con espertie rappresentanti di istituzioni

Violenza sulle donneLa diocesi si mobilitaDI CHRISTIAN GIORGIO

rmonizzare le differenze tra isessi per disinnescare laviolenza sulle donne, creare

insieme strumenti efficaci perrestituire dignità e camminarefianco a fianco alle vittime. Nel farsiprossima, nel toccare le piaghe realidi una sofferenza maturata, moltevolte, in famiglia, la Chiesa di Romaha deciso di aprire nei prossimimesi uno sportello antiviolenza chesi avvarrà delsupporto diprofessionisti,psicologi, avvocati,assistenti sociali eostetriche cheaiuteranno asostenere le donne e iloro figli vittime diabusi. La sede saràquella della casafamiglia MaterAdmirabilis che saràaperta in via dellaPineta Sacchetti. Ad annunciarlo èstato monsignor Andrea Manto,direttore del Centro per la pastoralefamiliare della diocesi, nellapresentazione, giovedì in Vicariato,del libro Violenza sulle donnepubblicato dalla FondazioneOzanam–San Vincenzo De Paoli incollaborazione con il Centrodiocesano. In diversi consultori è giàstata attivata anche l’ostetrica dicomunità, ha annunciato ilsacerdote, un progetto che prevedeuna formazione specifica perostetriche a riconoscere, durante lagravidanza e nel puerperio i segni diviolenza. Per Manto «la famiglia èfatta anche di ombre e vogliamoaiutarla perché queste situazionidifficili siano conosciute e prevenutein modo che non si arrivi ai drammiraccontati dai media». Nel corsodella presentazione del libro, cheper il professor Giuseppe Chinnici –presidente di Fondazione Ozanam –è «uno strumento di supporto e diaiuto a chi è vittima e a chi operanelle associazioni di volontariato», èintervenuto per un saluto il vicario

AAngelo De Donatis. L’arcivescovo hariflettuto sull’importanza diun’alleanza tra «Chiesa, istituzioni,credenti e non credenti» per«contrastare la mercificazione e lasopraffazione che trova un assurdosfogo sulla donna». Tutti coloro chesi professano cristiani «devonoessere impegnati in un percorso diriscatto dell’umano», perché «dovela violenza non viene redenta restauna ferita che genera altra violenza».Molte volte il problema, come

dimostrano letestimonianzecontenute nelvolume, emergetra le muradomestiche; «difronte a questonon possiamotacere, il Papa cichiede didenunciare laviolenzataciuta, imaltrattamenti

e le varie forme di schiavitù checostituiscono non unadimostrazione della forza mascolinama un degrado violento». Tuttavia –ha concluso De Donatis – «larisposta non può essere ladelegittimazione della famiglia.Occorre al contrario fare piùfamiglia, sostenerla e costruirerelazioni più mature». Il libro,curato da Maria Rosa Ardizzone eMaria Francesca Francesconi,contiene informazioni sui centri e lestrutture a sostegno delle donne nelpercorso di uscita. Molteplici icontributi che spaziano da quelli deirappresentanti delle istituzioni aesperti, studiosi, responsabili distrutture (Ceis, Rising, ilConsultorio La Famiglia). «Unapluralità di voci e di esperienze divita e di impegno sociale – hasottolineato Chinnici – che rendonounico e prezioso questo progettoche vede il patrocinio del Vicariato».Le curatrici hanno avuto modo disottolineare, dopo un intermezzomusicale del Coro della Casainternazionale delle donne diretto

da Patrizia Nasini, la molteplicitàdei temi affrontati: «Dalla violenzadi genere, con le testimonianze dellevittime, all’approfondimentopedagogico, psicologico e sanitario,prendendo spunto anche dallericerche nazionali e internazionaliche hanno affrontato il tema dellaviolenza assistita». Per Ardizzone«ogni violenza, chiunque sia acommetterla, segna il fallimento diun processo educativo che non hainsegnato a considerare l’altro comepersona ma come oggetto». È

necessario rispettare l’alterità,quindi, e «intervenire sviluppandouna educazione ai sentimenti,all’affettività, all’amore e al rispettodell’altro». Dello stesso parere lagiurista Francesconi: «La norma dilegge non può essere l’unico fattoredi risoluzione della violenza.Bisogna insistere su quelcambiamento culturale per le nuovegenerazioni finalizzato allaconoscenza di una sana affettivitàche prescinda dal sentimento dipossesso dell’uomo sulla donna».

De Donatis: un’alleanzacontro la sopraffazione«Di fronte a questonon possiamo tacere»I cristiani «devono essereimpegnati in un percorsodi riscatto dell’umano»

uindici versi che da pocomeno di due secolirappresentano più diogni altra composizione

l’essenza della poesia: sonoquelli de L’infinito, che GiacomoLeopardi scrisse nel settembredel 1819 a 21 anni di età, e il cuimanoscritto è esposto tra gli altriin “Infinito 200”, da giovedì neilocali del complesso di SanSalvatore in Lauro, nell’ambitodelle iniziative “Il Pio Sodaliziodei Piceni per le Marche colpitedal sisma”. La mostra è statainaugurata da un convegno a cuihanno partecipato curatori edocenti di letteratura, perpromuovere non solo l’evento,visitabile per due mesi aeccezione dei giorni festivi, ma lanostra intera cultura di cuiLeopardi rappresenta una delletante eccellenze. «Questa poesiavale più del pil italiano –afferma Davide Rondoni, poeta eideatore di “Infinito 200” –, main generale sono l’arte e la poesiail vero bene comune in Italia.Questo dobbiamo dircelosoprattutto in un momentocome questo, in cui si avverte lanecessità di un cambio, di unridisegno del Paese». Unmutamento che si avvertenecessario anche“materialmente” nelle terrecolpite dai terremoti, e tra questele Marche. Il sisma del 2016 èinfatti parte in causa dellamostra, perché le carte e idocumenti originali sono statiprestati dal comune di Visso, inprovincia di Macerata, e sottrattiai luoghi in cui erano conservatiin quanto non più visitabili per idanni subiti. Ci sono gliautografi dei sonetti, la Prefazioneal Petrarca, la Epistola al conteCarlo Pepoli, gli idilli, una statuae due busti del poeta, dipinti con

scenari marchigiani perduti neltempo. Ma è ovviamenteL’infinito ad attrarre ogniattenzione, con le particolaritàdel corsivo leopardiano, cosìelegante e proteso in avanti, equell’incertezza al versoquattordici, dove un tratto dellapenna è tirato a sostituire“infinità” con “immensità”. «Inquesta poesia succede qualcosa.Non sono versi fermi, alcontrario sono pieni dimovimento – spiega AndreaGareffi, docente a Tor Vergata –.All’inizio Leopardi si “finge”,sente l’infinito e il suo cuorequasi si “spaura” perché èinimmaginabile. Poi una voceparla tra le fronde, e qualcosacambia: dalla comparazione trala voce e quell’infinito silenzio,in questo spazio che l’uomo puòavere da un segno, il pensiero siannega e il naufragare diventadolce». Leopardi intendeva chel’uomo è legato per sua natura aqualcosa di smisurato. Ricorrononei versi gli elementi di unariflessione sentimentale: una“profondissima quiete” e ilsilenzio, una volta definitosovrumano e un’altra infinito.Espressioni un poco stridentinell’epoca della condivisionetotale. «Tuttavia non è detto chelo sciame continuo di parole siail contrario del silenzio – diceDavide Rondoni –. Moltodipende dall’atteggiamento delcuore. È chiaro che il ritmo delparlare, della comunicazione dioggi sembri negare gli spazi delsilenzio, ma in realtà il cuoretrova sempre i suoi spazi. Quellidi duecento anni fa magari sonodiversi, è vero. Quelli di adessosono certamente più brevi, piùsincopati ma non per questomeno profondi».

Alessio Nannini

Q

«L’Infinito» di Leopardi espostoa San Salvatore in Lauro

L’incontro nell’Aula della Conciliazione (foto Gennari)

L’Ateneo Regina Apostolorum

La mostra a San Salvatore in Lauro (foto Gennari)

San Marco al Campidoglio

3Domenica15 aprile 2018

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Centro AstalliGuardare oltrel’accoglienzaRipamonti: nel 2017 protetti circa30mila migranti forzati. Presentatorapporto annuale dell’associazione

DI MICHELA ALTOVITI

ono 65,5 milioni i migranti forzati nelmondo, il numero più alto mairegistrato dalla fine della seconda

guerra mondiale; il 10% di loro trovarifugio in Europa: nel 2017 sono stati171.000, in Italia quasi 120.000. Sonoalcuni dei dati presentati lunedì e contenutinella diciassettesima edizione del rapportoannuale del Centro Astalli, sede italiana delServizio dei Gesuiti per i rifugiati. «Lanostra rete di accoglienza, nelle sue diversesedi territoriali – ha spiegato padre CamilloRipamonti, presidente del Centro Astalli –,lo scorso anno ha protetto circa 30milamigranti forzati, 14mila nella sola sede diRoma»: chi scappa da crisi politiche, guerree persecuzioni «è solo e vulnerabile e trovaspesso la strada sbarrata da muri erecinzioni, noi tendiamo mani e ponti». Daqui la copertina del Rapporto annuale sullaquale campeggia il volto di una bambinache guarda lontano: «Una delle opere distreet–art cui abbiamo voluto dedicare unasezione fotografia – ha chiosato Ripamonti–: perché l’arte può ridisegnare latopografia delle nostre città e, allora, ilmuro diventa luogo creativo che apre nuoviorizzonti». Sul rapporto tra comunicazionee una certa idea di migrazione è intervenutaMonica Maggioni, presidente Rai: «Leparole sono performanti della realtà edell’idea che ne abbiamo: l’informazionenon può e non deve sminuire la questionedei migranti», ma «è chiamata a farne unracconto fondato su dati, cifre e contesti,restituendo così a chi fruisce delle notizie lacomplessità di un problema». Le strutturedel Centro Astalli sono presenti su tutto il

Sterritorio nazionale e nel 2017, con diversemodalità, hanno accolto oltre 1000persone, di cui a Roma 255 nei Centri Sprare 161 nelle comunità di ospitalità. Sonostati 59.908 i pasti distribuiti alla mensa divia degli Astalli 14/A. Quasi 700 i volontaricoinvolti nei diversi servizi, 20 i giovaniimpegnati nel Servizio civile. «Questorapporto – ha spiegato ancora Ripamonti –non vuole essere una serie di numeri mauno strumento utile per capire chi sono lepersone che giungono in Italia per chiedereasilo e quali gli ostacoli burocratici cheincontrano nel percorso delriconoscimento della protezioneinternazionale». All’attenzione alla singolapersona con il proprio vissuto ha invitatopadre Fabio Baggio, sottosegretario di PapaFrancesco per la Sezione migranti e rifugiati

del Dicastero per lo Sviluppo umanointegrale: «Massificare e uniformare nonserve e non fa bene». Baggio ha sottolineatocome «l’accoglienza non è sufficiente:bisogna guardare oltre» e agire a breve,medio e lungo termine secondo quantosuggerito dallo stesso Pontefice:«preoccupandoci, nell’immediato, disalvare le vite», quindi operando «per latrasformazione delle azioni politiche voltead intervenire sulla questione dei migranti»per poi riuscire «ad eliminare alla radice lecause delle migrazioni forzate». Unimpegno nel quale il Centro Astalli«intende continuare a perseverare – hadetto ancora Ripamonti – senzavergognarci di quanto abbiamo fatto e diquanto facciamo ogni giorno per i nostrifratelli e sorelle».

Minori non accompagnati a Roma:lavorare in sinergia per farsi comunità

avorare in sinergia per farsi vera comunità cheaccoglie è la soluzione migliore prospettata sabato

7, nell’incontro promosso al Seminario Maggiore daCentro missionario e Ufficio Migrantes della diocesi, su“I minori non accompagnati interpellano la nostracittà”. A un anno dall’approvazione della legge Zampasulle disposizioni in materia di misure di protezione deiminori stranieri non accompagnati, ne hanno parlatoSimona Spinelli, viceprefetto del ministero dell’Interno,e Maria Franca Posa, responsabile dell’area minoridella Caritas diocesana. Sono oltre 14.300 i minoristranieri non accompagnati censiti nel sistema diaccoglienza italiano, di almeno 40 nazionalità; oltre8.000 assistiti dalla Caritas negli ultimi 10 anni. «Nonsono solo numeri – ha detto Posa –, ma singole storiedrammatiche di persone che hanno visto la morte,patito la fame e la sete durante un viaggio durato

almeno due anni». Fondamentale crearerapporti di fiducia con il minore al fine diprocedere all’identificazione, «medianteun approccio multidisciplinare – haspiegato Spinelli –: psicologo, mediatoreculturale e assistente sociale operano insinergia». La legge ha introdotto la cartellasociale che «favorisce la circolazione deidati utili con i centri di secondaaccoglienza cui il minore viene affidatodopo i primi 30 giorni». Importanti anchele disposizioni in merito alle misure diaccompagnamento verso la maggiore età:dei 5 centri Caritas, «due, quelli di secondaaccoglienza – ha riferito Posa –, lavoranoin questa direzione». Seguono i minorinon accompagnati anche i tutori volontari:oltre 4.000 cittadini. (M. A.)

L

L’incontropromossodal Centromissionarioe da Migrantesal Maggiorecon la Caritas e il ministerodell’Internoa un annodal varo dellalegge Zampa

Villaggio per la Terra, obiettivi per lo sviluppo sostenibileDI FILIPPO PASSANTINO

uoterà attorno alle 17 piazze dedicateagli obiettivi per lo svilupposostenibile il “Villaggio per la Terra”,

che sarà allestito al Galoppatoio di VillaBorghese. Per cinque giorni ospiteràmomenti di sport, dibattiti su scienza earte, ma anche giochi e animazioni perbambini e laboratori sulla natura. NellaTerrazza del Pincio invece si svolgeranno iconcerti. L’evento, organizzato da EarthDay Italia e dal Movimento dei Focolari diRoma, sarà aperto nel giorno del Natale diRoma, sabato 21 aprile, e continuerà fino amercoledì 25. L’edizione di quest’anno, laquinta, è dedicata ai 17 punti checompongono l’Agenda Onu 2030,racchiusi in cinque parole, temi dellegiornate. Ciascuna sarà approfondita coniniziative e in un’ora di talk show. Nel

primo giorno la parola chiave sarà“people”. Quindi l’attenzione sarà rivoltaalla cultura dello sport come “viaprivilegiata” per superare i limiti fisici erelazionali. Il secondo giorno si rifletteràsulla parola “planet”. E verranno illustrati i17 obiettivi nel loro insieme. Nel terzogiorno la parola è “prosperity”. Quindi, siapprofondirà nelle varie iniziativel’economia circolare. La parola del quartogiorno sarà “peace”. E qui i giovanisaranno protagonisti nel declinare la pacenel rispetto della natura e del pianeta.Infine, il quinto giorno sarà dedicato alla“partnership”: sarà il momento deldialogo interreligioso. Nel villaggio,visitato due anni fa da Papa Francesco, lepiazze saranno presidiate da studentidell’Università Cattolica, che si sonopreparati sui 17 punti, che spaziano dallalotta alla povertà ai cambiamenti climatici.

Saranno loro a confrontarsi conassociazioni, imprenditori ed enti locali e,poi, a caricare i contenuti su un portale,che presenterà le evoluzioni dei dibattitisui singoli temi. L’obiettivo degliorganizzatori è quello di «renderlo puntodi incontro tra stakeholder». «Rispecchierài lavori delle piazze, ma vogliamo crearesinergie che incentivino lo svilupposostenibile anche quando lamanifestazione sarà terminata», spiegaPierluigi Sassi, presidente di Earth DayItalia. Il villaggio si estenderà anche in altrezone. L’area del Galoppatoio sarà dedicataallo sport. Oltre 30 federazioni sportivepresenteranno le loro attività: dallapallavolo alla pallacanestro, dal calcio alladama. Altri mini–villaggi saranno dedicatia bambini e ragazzi con giochi, workshope animazioni teatrali sul tema del rispettoper l’ambiente. Per scrutare le stelle sarà

allestita un’area scientifica e un planetarioin collaborazione con l’Ingv. «L’approccioal tema ecologico nel senso più ampioproposto dalla Laudato si’ ci permette didialogare con molti più attori della culturacontemporanea – spiega Donato Falmi,corresponsabile della comunità romanadel Movimento dei Focolari –. Inoltre, ilvillaggio è un’occasione per far risaltare gliaspetti positivi della nostra città edialogare anche con le istituzioni». NellaTerrazza del Pincio andranno in scena,dopo le 20, i concerti. Il 22 aprile,nell’Earth day, si esibirà Radio2 socialband con il rapper Briga, Eloide e ChiaraGaliazzo. Il 24 è in programma laselezione dei giovani per Sanremo 2019 ela Rino Gaetano band. Il 25 sarà ilmomento di Tony Esposito con la band dipercussionisti composta da Clementino,Byron ed Enrico Capuano.

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Dedicata ai 17 punti dell’AgendaOnu l’edizione 2018 dell’eventoorganizzato a Villa Borghese da Earth Day Italia e dai Focolari

«Longevity Run», prevenzione e sport con il GemelliCheck-up gratuiti il 19 aprile allo Stadio Martellini

n programma il 19 aprile la “LongevityRun”, l’iniziativa prevista allo Stadio“Nando Martellini” di Roma (Terme di

Caracalla) finalizzata a sensibilizzare lapopolazione sull’importanza di uno stile divita sano e sul valore della prevenzione pergarantirsi una vita lunga e attiva. Allaconferenza di presentazione, al cinemaTrevi, è intervenuto Roberto Bernabei,direttore del Dipartimento Scienzedell’invecchiamento, neurologiche,ortopediche e della testa–collo delPoliclinico universitario Gemelli. Sarannoinfatti proprio gli specialisti del Gemelli ascendere in campo, in una giornata a metàtra sport e prevenzione, con check–upgratuiti per chi vorrà entrare al Martellini.«Dedichiamo ai romani una giornataall’insegna della prevenzione e dello sport –dichiara Daniele Frongia, assessore alloSport, politiche giovanili e grandi eventi

cittadini di Roma Capitale – un momento diaggregazione che, grazie al potere unificanteed energizzante della corsa, vuole mettere adisposizione dei cittadini gli strumenti pertenere sotto controllo il proprio benessere,attraverso parametri semplici ed immediati».Per tutto il giorno, dalle 10 alle 19, ipartecipanti potranno sottoporsi al check–up gratuito organizzato dai medici delGemelli che eseguiranno la misurazionedella pressione arteriosa, dei valori diglicemia e colesterolo, dell’indice di massacorporea, unitamente alla valutazione dellostile di vita, delle abitudini alimentari e dialcuni parametri di performance funzionale(come la forza muscolare e la funzionerespiratoria). Al termine della visita verràrilasciata una scheda di valutazione conconsigli e raccomandazioni per un correttostile di vita. «La Longevity Run – dichiaraFrancesco Landi, geriatra del Policlinico

Gemelli e docente alla Cattolica – intendepromuovere attività volte ad indagare ediffondere le evidenze scientifiche su unalongevità in buona salute fisica e mentale.Per invecchiare bene è importante prendersicura di se stessi già da giovani e da adulti.Tra gli elementi vincenti, c’è una dietaequilibrata con il giusto apporto di proteine,anche da alimenti di origine animale di altaqualità, e l’attività fisica, da iniziare dagiovani e proseguire anche in età avanzata».Dopo l’attività di screening, dalle ore 19.30fino alle 21.30 – informa una nota delGemelli – i partecipanti saranno chiamati acimentarsi in attività sportive – realizzate incollaborazione con Purosangue, progettointernazionale di running solidale – checombinano elementi di fitness, di bici e dicorsa. Per prenotarsi ai check up:[email protected]; per iscriversi alleattività di fitness: www.purosangue.eu.

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Giovani e lavoroAvviato il corsolanciatoda pastoralesociale e Acli

Avviato lunedì il corso“Generare futuro”, l’iniziativapromossa dall’Ufficiodiocesano per la pastoralesociale e dalle Acli romane incollaborazione con altre realtà del mondocattolico e laico (Cisl, Confcooperative, Ucid,Mlac, Mcl, Centro Elis), cofinanziato dalministero del Lavoro e delle Politichesociali e realizzato dal Forum delleassociazioni familiari e dalle Acli di Roma.«Un nuovo percorso rivolto ai giovani –spiegano i promotori – che si ponel’obiettivo di promuovere e rimettere alcentro il lavoro quale perno di cittadinanzae sviluppo integrale della persona e dellacomunità, con un approccio valoriale,educativo in grado di fornire ai giovani unkit di strumenti per facilitarne l’ingresso ela permanenza nel mondo del lavoro».L’incontro è stato ospitato dall’Istituto

d’istruzione superiore “Leonardo Da Vinci”.Sono intervenuti il vescovo ausiliareGianrico Ruzza; Lidia Borzì, presidentedelle Acli di Roma e provincia; donFrancesco Pesce, incaricato dell’Ufficio perla pastorale sociale della diocesi di Roma;Leonardo Becchetti (foto), docente diEconomia politica all’Università di TorVergata. «Oggi – ha detto Becchetti – per ungiovane che vuol trovare lavoro, il primostrumento è il desiderio, cioè avere unsogno e coltivarlo. Perché proprio su questocrinale (avere o non avere un desiderio) sigioca la distinzione tra chi avrà altissimeprobabilità di lavorare e chi invece correràil rischio di diventare un Neet».

4 Domenica15 aprile 2018

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Domenica 22le ordinazioni:undici «sì»per la diocesi

Sei futuri sacerdoti si sono formatial Collegio Redemptoris Mater,cinque al Maggiore. Altri 5 sarannoordinati con loro da Francesco

DI MICHELA ALTOVITI

ono 16 i diaconi che domenica 22aprile saranno ordinati sacerdoti nellaMessa solenne presieduta da Papa

Francesco, con inizio alle 9.15, nella basilicadi San Pietro. I nuovi presbiteri – undici perla diocesi di Roma – pronunceranno il loro“sì” nella IV domenica di Pasqua, detta delBuon Pastore, in cui la Chiesa celebra laGiornata mondiale di preghiera per levocazioni (venerdì 20 il vicario De Donatispresiederà la veglia di preghiera per levocazioni). Sei di loro si sono formati alCollegio diocesano Redemptoris Mater,cinque hanno studiato presso il SeminarioRomano Maggiore, quattro appartengonoalla Famiglia dei Discepoli e un orionino hacompiuto il suo percorso presso laparrocchia di Ognissanti; hanno origini,esperienze di vita e carismi diversi ma pertutti la “chiamata” è stata fonte di gratitudinee speranza. «È per dire il mio “grazie” a Dioche ho scelto la strada del sacerdozio –racconta Thierry Randrianantenaina, 27anni, originario del Madagascar e studentedel Redemptoris Mater –. Il matrimonio deimiei genitori infatti si è salvato per puragrazia: è stato un segno di fedeltà che ilPadre mi ha fatto sperimentare nella miavocazione e che tuttora è seme di speranzanel mio futuro ministero». Il padre ha avutoun problema di alcolismo che ha pesatosull’equilibrio familiare ma«l’accompagnamento della Chiesa, inparticolare con l’esperienza del Camminoneocatecumenale – racconta – ci ha fattosperimentare la misericordia di Dio». Anchela vocazione di Juraj Baskovic, 37 anni,croato, è maturata in seno al Camminoneocatecumenale: «Non avrei mai avreipensato di diventare un giorno sacerdote»,ricorda, ma all’età di 20 anni «il Signore

Scominciò ad illuminare le mie sofferenze e aguarire le mie ferite affettive dell’infanzia».Poi, durante «un’esperienza in Montenegrocapii che volevo essere missionario e miaggregai a una équipe che operava in unadiocesi in Macedonia». Quest’esperienzaforte e il sentirsi amato da Dio «senza esigeremai che cambiassi o diventassi perfetto, miha fatto capire che dedicare la vita a fare laSua volontà deve essere qualcosa dimeraviglioso». Dopo quasi sette anni dimissione, l’ingresso al Redemptoris Mater.Dal Collegio diocesano provengono anchealtri quattro ordinandi: Phaolo Do Van Tan,37 anni, originario del Vietnam, iltrentottenne Thein Lwindel, del Myanmar, ilcolombiano Fabio Alejandro PerdomoLizcano e Moises Pineda Zacarias, nato a SanSalvador nel 1990. Renato Tarantelli Baccari,della parrocchia San Giuseppe al Trionfale,

41 anni, è il più grande dei cinque ordinandidel Seminario Romano Maggiore: «La miavocazione tardiva – racconta – è giunta dopoche già avevo improntato la mia vita affettivae professionale come docente di dirittotributario»; nove anni fa «un’esperienzadirompente», quale il cammino da Lourdes aSantiago, «mi fece capire che volevo, ed ero,qualcosa di diverso. Mi sono sentito amatodi una dolcezza e una tenerezza maisperimentate: il Signore mi ha sorpreso e ioho sorpreso me stesso trovando il coraggio,senza riserve, di dire “sì” alla Sua chiamata».Anche Gabriele Nasca, della parrocchiaSanta Maria Addolorata, 29 anni, ha sentito«cadere le difese e crollare le paure di frontealla chiamata del Signore»; si è sentito«cercato – racconta – non perché fossispeciale ma proprio perché, invece, erodebole». Entrato in Seminario Minore a 16

amadou, 19 anni, viene dal Mali. Èarrivato due anni fa con un barcone ed

è musulmano. Sogna tutte le notti PapaFrancesco. Mercoledì lo ha incontratoall’udienza in piazza San Pietro ed è riuscitoa dirglielo. Il Papa ha risposto: «Prega perme, perché siamo tutti fratelli e sorelle».Mamadou è uno dei 16 ragazzi musulmani,tutti richiedenti asilo o rifugiati, partiti daFirenze per partecipare alla catechesi delmercoledì. Fanno parte di un gruppo distudenti di lingua italiana della scuola permigranti “Inaltreparole”. Vengono dal Mali,dal Gambia, dalla Nigeria, dalla Guinea, dalSenegal, dal Niger. Hanno tutti in comunequalcosa: la drammaticità del viaggioattraverso il deserto, la Libia e il mare. E unadata, diversa per ciascuno, che nonscorderanno mai, quella dello sbarco inItalia. La salvezza, la libertà. Due anni fa, il12 giugno 2016, durante una udienza simile,Papa Francesco aveva fatto salire a sorpresaalcuni di loro sul palco, dopo aver visto lo

striscione che esponevano: “Per un futuroinsieme”. Ora sono tornati in piazza, hannoscattato selfie e sono riusciti a dirgli pochema sufficienti parole. Un altro Mamadou, suoconnazionale, ha 25 anni è in Italia da tre. «Èstato un viaggio molto duro, durato 4 mesi –dice –. In Libia sono stato due mesi inprigione. Lì ci usano come schiavi, ci fannolavorare gratis. Fanno business con i neri e senon paghi per uscire ti mandano sulbarcone». In mare, prosegue, «ho avuto tantapaura perché era molto mosso. Alcuni sonostati uccisi sulla barca ma noi non potevamoaiutarli perché altrimenti uccidevano anchenoi. Poi ci hanno portato in una grande barcacon 2.000 persone, c’era anche gente morta,feriti e affamati». Ora Mamadou vuoleprendere la licenza media. «Il mio sogno èdiventare dottore ma temo non sia facile». Ilsogno numero due, aggiunge, «è aiutare imalati in difficoltà». Sura, 19 anni, è partitodal Gambia a gennaio 2015 ed è arrivato inItalia il 2 agosto 2016. «I momenti più duri

sono stati in Libia – sottolinea –. È un Paesesenza legge, i neri hanno molti problemi». InLibia ha lavorato come domestico: «Ma nonpotevo rimanere lì, allora ho pagato pervenire in Italia. Mi aspettavo di essere libero eho trovato la libertà». Anche Sura ha unsogno enorme: «Diventare un calciatore dellaRoma». Il viaggio di Ibrahim, 22 anni, sempredal Gambia, è iniziato invece molto prima,nel 2013. «Ho lasciato il Gambia per salvarela mia vita, poi sono stato in Mauritania perun anno ma anche lì ero in pericolo». Èarrivato in Italia il 14 giugno 2015. «Il desertoè stata la parte più brutta del viaggio –ricorda –. Eravamo in 100 su un camion.Abbiamo avuto un incidente e siamo rimastifermi lì due settimane. È stato molto difficile,una persona è morta cadendo dal camion».Dopo un anno in Libia, lavorando comedomestico, ha deciso di affrontare il marequando anche il suo datore di lavoro libico èstato costretto a fuggire in Tunisia. «Mi haconsigliato di scappare, altrimenti mi

avrebbero arrestato». Ibrahim parla arabo,inglese, portoghese e altri dialetti africani.Vorrebbe concludere gli studi in scienzenaturali avviati in Gambia ma la conoscenzadelle lingue gli è utile per lavorare comemediatore culturale al Tribunale di Firenze.Fa inoltre servizio civile in ospedale,aiutando le persone non vedenti. M.F. èinvece una giovane nigeriana di 19 anni.«Sono stata in Libia sette mesi – racconta –. Èun Paese molto pericoloso, soprattutto per ledonne. Non c’è cibo, acqua, non c’è niente».È in Italia dal 5 ottobre 2016. L’imbarcazionesu cui viaggiava è stata soccorsa prima dauna nave tedesca, poi da una italiana. «Intutto 5 giorni di mare – precisa –. Qui sonocontenta perché c’è cibo, frutta, si può fare ladoccia. Però la lingua per me è ancora unproblema, anche se a scuola ho insegnantimolto bravi». In Nigeria sognava di lavorarein banca. «Ora vorrei fare la cuoca perché mipiace il cibo italiano, è molto buono».

Patrizia Caiffa

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Il Papa ordina un sacerdote

Profughi musulmani all’udienza generale del Papa, i sogni di Mamadou

anni, ne è poi uscito a 20 anni,sperimentando una fase di «crisi nel sensoanche positivo del termine, come rinascitamediante una ricerca travagliata», durante laquale, racconta, ha imparato «a riconoscerecome il desiderio più profondo del cuorecoincida con la volontà di Dio». Quindi,«sbrogliata la matassa che conteneva quelfilo d’oro che il Signore aveva fatto per me»,don Gabriele vive la vocazione come «uncammino nel quale la meta è l’amore perDio e i fratelli. La vocazione non è un donoche Dio ha fatto a me ma che fa agli altri,cioè coloro che incontrerò nel mio serviziodi sacerdote». Così anche Emilio Cenani, 32anni, originario di San Frumenzio macresciuto nella fede nella parrocchia diSant’Ippolito, vive la propria vocazione alsacerdozio come «un modo per restituire aglialtri quanto ho ricevuto: desidero farmistrumento dell’incontro con Gesù». Laureatoin Medicina, dal terzo anno di studiuniversitari ha intrapreso un percorso didiscernimento «dopo l’esperienza forte, nel2005, di un viaggio di missione in Brasile –spiega –: nell’incontro con le persone piùpovere ho sperimentato un rapporto piùprofondo con il Signore riconoscendolo,vivo, negli ultimi». È nel vivere la sofferenzanon solo di persone lontane ma anche di«quelle a cui voglio più bene» che il giovaneordinando si è sentito «cercato da Dio nelquale ho riposto la mia fiducia».Provengono dal Maggiore anche i diaconiMassimo Cunsolo, 28 anni, e MicheleFerrari, 26 anni. Don Gabriele Faraghini,rettore del Seminario Romano da settembre,si dice «grato per raccogliere questi frutti chenon ho piantato e non ho contribuito a farcrescere», e auspica che i nuovi sacerdoti«non perdano mai l’entusiasmodell’evangelizzazione, continuando adamare il Pastore e le sue pecore».

DI ANTONELLA GAETANI

e mani stringono le radici delle ninfee. Diqueste si nutrono le persone in SudSudan, un Paese stremato dalla guerra

civile con 4 milioni di sfollati. In pratica unabitante su 3 lascia la propria casa. La guerratra etnie ha sgretolato il Paese. Ogni generalecon la sua armata ha dato vita a un centro di

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potere. Proprio per mantenereviva l’attenzione su questoterritorio, nel quale da un annoè scoppiata l’emergenza fame, èstato organizzato un incontro alCasino dell’Aurora Pallavicini, aRoma. Medici con l’AfricaCuamm da dieci anni è presentenel Paese cercando diraggiungere anche le zone piùdifficili e offrire cure mediche dibase. Come ricorda Mario

Calabresi, direttore di Repubblica, che moderal’incontro, «l’Africa ci riguarda». In Sud Sudanun semplice parto cesareo può uccidere unamamma. Non ci sono ginecologi. Soloun’ostetrica ogni 20mila persone. La vita èappesa a un filo. In questa situazione lestrutture sanitarie del Cuamm rappresentanol’unica possibilità per curarsi. Sono loro asupportare 5 ospedali e 164 strutture sanitarie.

Gli operatori locali sono oltre mille. Presenteanche una scuola per ostetriche chequest’anno ha rilasciato i primi 20 diplomati.«Queste ragazze sono felicissime di farequalcosa per il loro Paese. Una gioia che siporta via il desiderio di venire in Europa», dicedon Dante Carraro, direttore di Medici conl’Africa Cuamm. «Anche così – continua – sicostruiscono piste di futuro, tra milledifficoltà». Piste che poi hanno bisogno dellapolitica. «Gli ultimi governi si sono impegnatiper rimettere l’Africa al centro dell’agenda»,dice il presidente del Consiglio PaoloGentiloni. «La priorità – continua – èrappresnetata da flussi migratori regolari eregolati e la lotta ai trafficanti di esseriumani». A dare la sua testimonianza ancheGiovanni Dall’Oglio, fratello del gesuitaPaolo, scomparso in Siria più di quattro annifa. Lui, collegato dalla sua stanza in SudSudan, lì fa il medico per il Cuamm. «Ogni

giorno si lotta per sopravvivere – dice –. Cisiamo inoltrati nelle parti più difficili delPaese, raggiungibili solo con le canoe ol’elicottero. Sono luoghi dove la gente èabbandonata e non c’è nessun presidiosanitario. Lì abbiamo costruito strutturesanitarie di fortuna e fatto oltre 7mila visite».Il Sud Sudan è tra i Paesi più poveri dell’Africa.«I soldati uccidono senza un perché. Ibambini non hanno cibo», racconta ChiaraScanagatta, coordinatrice dei progetti Cuammin Sud Sudan. «Nel 2017 sono state fatte oltre377mila visite ambulatoriali pediatriche,quasi 17mila parti assistiti e oltre 45milaprime visite prenatali». Per uscire da questasituazione di conflitto è necessario il dialogo.«Centrale il ruolo delle Chiese protestanti ecattoliche», sottolinea Giuseppe Mistretta,direttore per i Paesi dell’Africa sub saharianaalla Farnesina. Presente all’incontro anche ilcantautore Niccolò Fabi, testimonial per il

Il dramma del Sud Sudan, la vita appesa a un filo

Cuamm. «Io sono voluto andare in questiterritori. Lì la vita scorre con ritmi diversi. Iltempo è più lento. Ricordo che dovevamoattraversare un guado e per farlo abbiamodovuto attendere 4 ore. Da noi sarebbeimpensabile. Ma non era un problema solonostro. Tutta la collettività era coinvolta e ciaspettava dall’altra parte». Una terra arsa dallaguerra, ma feconda di vita e di amore. Tra iprogetti, sono in cantiere strutture sanitariemobili dove fare visite prenatali, vaccinazionie assistenza al parto alle comunità rifugiatenelle paludi a Nyal.

Mario Calabresi con Niccolò Fabi

I ragazzi con il Papa (foto Sir)

Un momento delle ordinazioni dello scorso anno (foto Gennari)

L’impegno dei Medicicon l’Africa Cuammalla presenza di GentiloniTestimonial Niccolò Fabi

5Domenica15 aprile 2018

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luttoLA MORTE DI DON RENATO CUPINI.Celebrati sabato 7, nella parrocchia diSan Girolamo a Corviale, i funerali didon Renato Cupini. Era nato a Frascatinel 1940, ordinato presbitero nel1995, è stato vicario parrocchiale aSan Girolamo fino al 1996;cappellano all’Umberto I fino al 1998;vicario a San Giuliano fino al 2004 e,infine, cappellano alla LiberaUniversità Maria Santissima Assunta.

celebrazioniFISICHELLA CELEBRA SAN GIOVANNILEONARDI. A Santa Maria in Portico inCampitelli, monsignor Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglio perla promozione della nuovaevangelizzazione, presiederà martedì17 alle 18.30 una Messa in occasionedegli 80 anni della canonizzazione diSan Giovanni Leonardi. Mercoledì 18alle 20.30 un concertocommemorativo dal titolo «SalveJoannes legifer», sarà eseguito nellachiesa in Campitelli in collaborazionecon l’Accademia tedesca di VillaMassimo.

incontriGREGORIANA, GIORNATA DI STUDIO INSTORIA DELLA CHIESA. «Governare perCongregazioni. La Curia papale trapratiche istituzionali e logicheinformali (XVI–XVII secolo)» è il titolodella giornata di studi che si terrà allaGregoriana (piazza della Pilotta, 4)domani alle 9.15. Interverranno, tragli altri, i docenti Benedetta Albani,Gigliola Fragnito, Roberto Regoli eSilvano Giordano.

CREAZIONE E TEMPORALITÀ, CONVEGNOALLA LATERANENSE. Martedì 17 dalle9.15 la Pontificia UniversitàLateranense ospiterà il convegno su«Creazione e temporalità. Questioni efigure». Interverrà, tra gli altri, LuigiAlici dell’Uni Macerata su «Agostino eil mistero dell’origine».

CONFERENZA DI FISICHELLA A SANSALVATORE IN LAURO. L’arcivescovoRino Fisichella terrà una conferenzadal titolo «Il Centro di Roma.Catechesi silenziosa per l’uomo dioggi» nei locali del santuario di SanSalvatore in Lauro (omonima piazza).Appuntamento per mercoledì 18 alle18.30.

ALL’ANTONIANUM SI PARLA DIACCOMPAGNAMENTO DEI GIOVANI.Giovedì 19 (dalle ore 9),all’Auditorium Antonianum (vialeManzoni, 1) si terrà la giornata distudio «Accompagnare la fede deigiovani oggi», organizzata dall’IstitutoFrancescano di Spiritualità dellaPontificia Università Antonianum.Interverranno, tra gli altri, PaolaBignardi, su «Dio a modo mio: igiovani di fronte alla fede», e Nico DalMolin, «L’accompagnamento deigiovani: dallo spirito del timore allospirito dell’Amore»; al pomeriggio unatavola rotonda.

SERMONI DELL’ORATORIO, DON PALONISU PADRE BEVILACQUA. Proseguono iSermoni all’Oratorio di San FilippoNeri alla Chiesa di Santa Maria inVallicella (piazza della Chiesa Nuova).Il 19 alle 19, don Pier LeopoldoPaloni, parroco di Albacina delladiocesi di Fabriano, parlerà de«L’apostolato militare di Padre GiulioBevilacqua».

AZIONE CATTOLICA, ESERCIZI SPIRITUALINELLA CITTÀ. L’Azione cattolica delladiocesi di Roma vuole offrire allaChiesa e alla città un’esperienza di tregiorni di «Esercizi spirituali nella cittànel Tempo di Pasqua. Incontri con ilRisorto». Da giovedì 19 a sabato 21dalle 19.45 alle 21.30 alla basilica diSanta Croce in Gerusalemme siterranno tre meditazioni tenute dadon Antonio Panfili su «La fedetestimoniata di Maria Maddalena»;don Gianni Di Pinto, «Tommaso dettoDidimo» e don Sergio Bonanni su«Pietro, mi ami tu?». Gli esercizi sonostrutturati su tre momenti dellagiornata: al mattino e a metà giornataun momento personale per «fermarsi eguardarsi dentro», mentre alla sera inmaniera comunitaria, una preghieranella basilica di Santa Croce inGerusalemme. Info: 06.6786947.

FESTA PATRONALE DEI SANTI VITALE,VALERIA, GERVASO E PROTASIO. Inoccasione della festa patronale dellaparrocchia di San Vitale e compagnimartiri in Fovea (via Nazionale,194/b) sono previste alcuneconferenze: il 19 alle 19 incontro sugliaffreschi della basilica; sabato 21 alle17, riflessione sul «Nuovo umanesimodi Papa Francesco». Il 27 aprile alle18.30 ci sarà la Messa celebratadall’arcivescovo Giuseppe Mani,emerito di Cagliari, e dopo lapresentazione del restauro del quadrodei santi Vitale, Valeria, Gervasio eProtasio.

LUIGI ACCATTOLI INTERVIENE SU«GAUDETE ET EXSULTATE». Alla LibreriaPaoline Multimedia International (viadel Mascherino, 94) previsto pergiovedì 19 alle 18.30 un incontro conil giornalista e scrittore Luigi Accattoliper riflettere a caldo sulla nuovaesortazione apostolica «Gaudete etexsultate» di Papa Francesco. Moderal’incontro Elisa Storace, giornalista diTV2000.

VISITA AGLI SCAVI DI SAN MARCO ALCAMPIDOGLIO. Venerdì 20 aprile alleore 18 nella basilica di San Marco alCampidoglio si terrà la conferenza:«Gli scavi archeologici di San Marco alCampidoglio». Seguirà in viaeccezionale la visita agli scavi. Relatori:Marta Baumgartener e LauraAcampora della Soprintendenzaarcheologia di Roma.

LECTIO DIVINA A SANTA MARIA INTRASPONTINA. Ultimo incontro diaprile per la Lectio divina che si tienenella chiesa di Santa Maria inTraspontina (via della Conciliazione,14/c). Venerdì 20, padre FernandoMillàn, priore generale deiCarmelitani e teologo, commenteràLuca 24, 35–54 «Toccatemi eguardate». L’incontro inizierà alle18.30 e si concluderà alle 19.45.

AL SANTISSIMO NOME DI MARIA SI PARLADI EUTANASIA. Nella sala GiovanniXXIII della parrocchia del SantissimoNome di Maria (via Centuripe, 18),venerdì 20 aprile alle 20.45, avràluogo il settimo Incontro culturale. Laprofessoressa Palma Sgreccia,ordinario di Filosofia morale eBioetica all’Istituto Camillianum, dicui è anche preside, terrà una relazionedal titolo «Eutanasia e accanimentoterapeutico. Percorsi di riflessione».

INCONTRI DEL SABATO DI «FAMIGLIEINSIEME». «I figli: legame che va al di làdelle realtà genitoriali» è il titolo delterzo e ultimo incontro chel’associazione Famiglie insieme hadedicato quest’anno alla famiglia.L’appuntamento è fissato per sabato21 aprile alle 15.30 nella sededell’associazione in via Miranda, 1 conla dottressa Daniela Narciso. Altermine dell’intervento della relatriceci sarà una pausa caffè esuccessivamente si aprirà uno scambiodi domande, impressioni,approfondimenti e proposte. Gliincontri sono aperti a tutti. Permaggiori informazioni:famiglieinsieme.info,[email protected].

formazioneAPERTE LE ISCRIZIONI A «DIGITALHEALTH HUMANITIES». Sono aperte leiscrizioni per il Corso di AltaFormazione in Digital HealthHumanities (28 aprile), organizzatodal Centro Lateranense Alti Studi edall’Istituto Camillianum (largoOttorino Respighi, 6) incollaborazione con i Cavalieri di SanCamillo. Il Ministero della Salute loha ritenuto idoneo all’ottenimento di50 crediti Ecm, dunque il totalerichiesto ai professionisti della salutein un intero anno solare. Perinformazioni e iscrizioni: 06.3297495.

culturaSU TV2000 UN DOCUMENTARIO SUBENEDETTO XVI. In occasione dei 91anni di Joseph Ratzinger, domani inseconda serata, su Tv2000 va in ondail documentario «Benedetto XVI, l’oradella verità» a cura di Javier MartìnezBrocal e Antonio Oliviè. Ildocumentario sulla vita del Papaemerito è prodotto da Rome Reports,in collaborazione con Tv2000 e laFondazione Vaticana JosephRatzinger– Benedetto XVI, con ilpatrocinio della Fondazione RamónTallaj Urena. Lo stesso giorno ildocumentario viene presentato inanteprima alla Filmoteca Vaticana alleore 17.

PRESENTAZIONE LIBRI/1: «EDUCAREINSIEME NELL’ERA DIGITALE». Martedì17 aprile alle 18 al PontificioSeminario Maggiore, sarà presentato illibro «Educare insieme nell’eradigitale» (Elledici). Interverranno ilvescovo Gianrico Ruzza, ausiliare peril settore Centro e segretario generaledel Vicariato; Emma Ciccarelli delForum nazionale delle Associazionifamiliari e gli autori Alessandro Ricci eZbigniew Formella.

PRESENTAZIONE LIBRI/2: «BAUMAN. LALUCE IN FONDO AL TUNNEL». MarioCalabresi, direttore di Repubblica, ilministro dell’Istruzione Valeria Fedelie il presidente della PontificiaAccademia della Vita, l’arcivescovoVincenzo Paglia, presenterannomercoledì 18 alle 17.30 (salaBenedetto XIII via di San Gallicano,25a) il libro «La luce in fondo altunnel. Dialoghi sulla vita e lamodernità» (edizioni San Paolo) acura di Mario Marazziti e LucaRiccardi.

Giudizi taglientie scarsa empatia

arte del giudicare sembra essere unaprerogativa dei nostri giovani. Giudizi diogni tipo, spesso taglienti, senza pietà e,

appunto... senza giudizio. Il più delle voltevengono sferrate critiche lucide e pungenti suargomenti futili che riguardano l’abbigliamento, iltaglio dei capelli, la “macchinetta” o il motorinonon alla moda. I giovani diventano dei severicensori capaci di cassare gli altri solo perchéconsiderati un po’ diversi o secondo il loro gergo,un po’ “sfigati”. Sui social i giudizi diventanoancora più crudeli e non risparmiano nessuno.Qualche anno fa, dalla lontana Los Angeles, arrivòun comunicato stampa che annunciava la nascitadi Peeple, un’applicazione fatta appositamente pergiudicare le persone attraverso l’attribuzione distelline (da zero a cinque). Il principio ispiratore ditale app era che se, ad esempio, per comprare unamacchina si fanno tante ricerche sulla base dellerecensioni altrui per assicurarsi della qualità dellostrumento su cui investire, allora perché non farloanche per la scelta delle relazioni interpersonali?Ergo: Macchina uguale Uomo. Fortunatamentel’opinione pubblica si è mostrata tanto contrariada far fare marcia indietro alle due giovani e“geniali” imprenditrici americane. Ora giudicare èun’azione insita nell’essere umano, ma un giudizio(di valore) dovrebbe essere espresso dopo unaattenta valutazione e conoscenza delle circostanze.Dopo, insomma, essersi immedesimati nella vitadegli altri, dopo aver compreso il perché e il comedi ogni situazione, dopo essere entrati in relazionecon i limiti dell’altro. Invece, i nostri giovaniformulano giudizi frettolosi e impietosi quasisempre basati su “disvalori”. Il più furbetto è “in”,il più corretto è “out”. Nessuna empatia, nessunrispetto per le circostanze di vita degli altriindividui, nessuna voglia di entrare in unarelazione autentica con l’altro per comprenderlo. Lo stesso Papa Francesco nel corso di un’omelia diuna Messa a Casa Santa Marta, ha lanciato un forteinvito a non giudicare. «La misericordia, nonl’onnipotenza distingue il giudizio di Dio daquello degli esseri umani. Prima di esprimeresentenze sugli altri bisogna guardarsi allo specchioe non per truccarti perché non si vedano le rughe.No, no, no, quello non è il consiglio! Guardatiallo specchio per guardare te, come tu sei». Maperché i ragazzi sono avvezzi a criticare senzapietà? Perché in questa società si è smarrita lacultura e la sensibilità del “noi”. Gli adulti anche questa volta devono caricarsi diuna grande responsabilità, sospendere, per primi, igiudizi privi di valore e dimostrare ai giovani cheper creare una relazione autentica il “tu” vieneprima dell’io, comprendere l’altro è l’unicapossibilità data per essere come individui, “stato”che ha una forte radice relazionale.

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Pianeta giovania cura di Tonino Cantelmi

Canaletto in mostraa Palazzo Braschi

er celebrare il 250° an-niversario della mor-

te del grande pittore ve-neziano, dall’11 aprile al19 agosto il Museo di Ro-ma Palazzo Braschi ospitail più grande nucleo di o-pere di Giovanni AntonioCanal mai esposto in Ita-lia. Nasce così la mostra“Canaletto 1697–1768”: e-sposti 42 dipinti, inclusi ce-lebri capolavori, 9 disegnie 16 libri e documenti.

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arte

ul sito Romasette.it, per la rubrica dimusica, un articolo dedicato a LorenzoCherubini e alle dieci date previste a Roma

tra il 19 aprile e il 2 maggio al Palalottomatica.Jovanotti ha questa capacità straordinaria: ècresciuto e ha fatto crescere i suoi fans, èpassato dal rap alle ballate romantiche, dal rockall’hip hop, ha cercato se stesso e il suo postonel mondo in vari angoli del pianeta (tra leultime imprese, i tremila km in bicicletta insolitaria per venti giorni in Nuova Zelanda,raccontati nel film Vado a fare un giro), conl’obiettivo di ritagliarsi «un ruolo in questafesta/lotta/caos/baraonda» che è la vita, perché“È qui la festa” come status mentale, festanonostante tutto, perché vale la pena avere«l’allegria come obiettivo a corto raggio». E allafine ha trovato la risposta che già aveva: «Nellamusica ho trovato la mia festa, quella dove misembrò che ci fosse un ruolo per me».

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Jovanotti, 10 date a RomaL’articolo su Romasette.it

DOMANI. Alle ore 9.30 aVilla Campitelli a Frascatipresiede i lavori dellaConferenza episcopalelaziale.

MARTEDI 17. Dalle ore8.30 riceve i sacerdoti. Alle ore 20.30 incontra lacomunità dellaparrocchia Santa MariaImmacolata e SanVincenzo de’ Paoli.

GIOVEDI 19. Alle ore 9.30al Centro Aletti incontrodi valutazione suilaboratori per sacerdotiorganizzati dal Serviziodella formazionepermanente del clero.

Alle ore 18.30 celebra laMessa nella parrocchia diSan Sebastiano fuori leMura.

VENERDI 20. Alle ore 16nell’auditorium dellaCappella dell’UniversitàLa Sapienza partecipaall’incontro a due vocicon il rettore EugenioGaudio sul tema “Ilcoraggio delle scelte”. Alle ore 19.30 alPontificio SeminarioRomano Maggiorepresiede la veglia dipreghiera per le vocazionisacerdotali.

SABATO 21. Alle ore 10

nella Cappella del Palazzodei Conservatori inCampidoglio celebra laMessa per il Natale diRoma. Alle ore 18 celebra laMessa nella parrocchia diSant’Andrea Corsini.

DOMENICA 22. Alle ore9.15 nella basilica di SanPietro concelebra laMessa nella quale PapaFrancesco conferiscel’ordinazione presbiteraleai diaconi della diocesi diRoma. Alle ore 17 incontra igruppi giovanili e celebrala Messa della parrocchiadi San Tommaso Moro.

L’AGENDADEL VICARIO

cinemaGiornata del libroIncontro sul raccontodella creazione

atti per scrutare il cie-lo – Il racconto della

creazione fra scienza, arte efede» è il titolo dell’incontropromosso dall’Ufficio dioce-sano per la cultura e l’univer-sità in occasione della Gior-nata mondiale del libro. Lu-nedì 23 aprile, alle 18.30, ilSalone monumentale della Bi-blioteca Casanatense (via diSant’Ignazio 52) ospiterà l’ap-puntamento con tre inter-venti: monsignor Andrea Lo-nardo, direttore dell’Ufficio;Federica Favino, ricercatricedi Storia della scienza (Sa-pienza); Mario Cucca, docen-te di Teologia dell’Antico Te-stamento.

F«re fratelli di mezzaetà si incontranodopo tanto tempo

in una villa affacciatasul mare di Marsiglia. Ariunirli è l’età avanzatadei genitori che richiedela necessità di prenderealcune importantidecisioni comuni.Angela è attrice e viveora a Parigi tra i

momenti belli e brutti della professione.Joseph vorrebbe fare lo scrittore e sta insiemea una ragazza molto più giovane di lui che losostiene e lo incoraggia. Armand è l’unicorimasto nel paese di origine, dove mandaavanti ancora il piccolo ristorante di famiglia.Così prende il via l’azione, che soffre all’iniziodi poche occasioni di dinamica narrativa.Eppure quasi da subito movimenti, sguardi,sentimenti ruotano intorno ai protagonisti e

ne definiscono pregi e limiti. Fin dallapresentazione alla 74esima edizione dellaMostra di Venezia, nel settembre 2017, La casasul mare ha colpito e incantato pubblico ecritica per la capacità di scavare, conmalinconia e senza paura, nelle pieghe di unpassato difficile da rileggere. Uscito in sala dal12 aprile, il film trova la strada per arrivareall’esame del pubblico ben sei mesi dopo laprima presentazione, una circostanza cheriporta in primo piano la mai troppo criticatasituazione del modo schizofrenico cui èaffidata la capacità distributiva nel nostromercato. Troppi titoli per poche sale, eun’offerta che finisce per mangiarsi la coda.Aggredito da un numero eccessivo diproposte, il pubblico finisce per esseredisorientato di fronte alla necessità discegliere. E la decisione non sempre puòessere la migliore. Tuttavia lo stesso film ha lacapacità di catturare interesse ecoinvolgimento scavalcando limiti, forme,

distrazioni. La riunione, che favoriscel’incontro tra i tre fratelli, diventa ben prestoun espediente per ricordare il passato, lepassioni condivise e sottolineare le fratturesociali del presente. Angela, Joseph e Armandhanno molto in comune ma non riescono anascondere le loro diversità. La vita li haportati lungo percorsi lontani e distanti traloro, li ha indotti a essere severi e capaci didure valutazioni reciproche. Tra di lorocorreva quel qualcosa che prima liinfiammava e ora li lascia indifferenti, se nonpalesemente rivali. La fine delle ideologieincombe sulla loro emotività, secondo unafrattura che talvolta è esplicita talaltra finiscein una sommessa patetica perdita dimemoria. Robert Guédiguian è registafrancese di visioni ampie e profonde, giàautore di titoli difficili da dimenticare quali Lenevi del Kilimangiaro e Le passeggiate sul Campodi Marte. Qui recupera uno stile narrativoimprontato a una poetica decadente e dai

tratti struggenti. Guardando al progressivoallontanarsi dei suoi personaggi dallaquotidianità e dalla realtà delle cose, l’autoreli fa tornare indietro a vedere se stessi, comeerano da giovani. Sequenza febbrile ememorabile che rimanda a quel cinemafrancese che mette in campo il senso della vitae della storia. Ricordare non per costruirenostalgia, ma per scavare nel passato erimetterlo in gioco nel presente. Aggredire lavita come inizio di una nuova scommessa dapromuovere e da combattere punto su punto.Va ricordato che a Venezia 74 il film diGuédiguian ha ricevuto il primo premio daparte della Giuria cattolica internazionaleSignis, con la motivazione: «Ha molto da diresui legami familiari, il significato della casa, ilrapporto con i vicini (migranti) e ilconfronto con la popolazione che invecchia...Un’onesta e commovente celebrazione dellavita».

Massimo Giraldi

T«La casa sul mare», metafora del disamore contemporaneo

Fisichella a San Salvatore in Lauro e a Santa Maria in Campitelli - Azione cattolica, esercizi spiritualiAl Santissimo Nome di Maria si parla di eutanasia - Festa patronale ai Santi Vitale e compagni martiri

6 Domenica15 aprile 2018

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